Pagine Di Storia Del Ministero Dell'interno

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Pagine Di Storia Del Ministero Dell'interno PUBBLICAZIONI DELLA SCUOLA SUPERIORE DELL'AMMINISTRAZIONE DELL'INTERNO I QUADERNI DELLA SCUOLA STEFANO SEPE E LAURA MAZZONE PAGINE DI STORIA DEL MINISTERO DELL'INTERNO ROMA 1998 INDICE Presentazione del Prefetto Carlo Mosca . .005 Premessa (di Stefano Sepe) . 07 Il Ministero dell’Interno nella storia unitaria (di Stefano Sepe) . 09 L’unificazione politica e amministrativa (di Francesca Altomare) . .039 L’età della Destra (di Fiorangelo Angeloni) . 73 La sinistra al governo (di Piera Bumma) . 117 Crispi: autoritarismo e riforme amministrative (di Giovanni De Francisco) . 171 L’età giolittiana (di Adele Mirra) . 213 La Prima Guerra Mondiale (di Giorgio Collu) . 249 La crisi dello Stato liberale (di Rosa Correale) . 295 Avvento e consolidamento del Fascismo (di Angela Rosa Buono) . 327 La stabilizzazione del regime fascista (di Fabio Giombini) . 375 La Seconda Guerra Mondiale (di Rosanna Fontana) . 413 Dalla resistenza alla Repubblica (di Marcello Oggianu) . 455 La ricostruzione: il miracolo economico italiano (di Michele Parisi) . 487 La ridefinizione del rapporto centro e periferia: la regionalizzazione (di Franca Fico) . 539 Gli sviluppi più recenti della situazione italiana (di Gabriella Mosti) . 579 Itinerario per una ricerca bibliografica (di Laura Mazzone) . 645 3 PRESENTAZIONE Sono stato sempre convinto dell’importanza della cultura dell’identità. Anche prima di assumere questo incarico di direttore della Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno. Direi che forse sono cresciuto e sono stato educato, sin dagli anni della Nunziatella, al mito del passato, al fascino di esso, alla forza della continuità istituzionale. Sono stato quindi contento quando il professore Stefano Sepe mi ha propo- sto il progetto di una “radiografia”, dell’evoluzione del Ministero dall’Unità alle riforme amministrative degli anni novanta, progetto da affidare, per la sua realizzazione, ad un gruppo di quattordici giovani e valenti vice consiglieri di prefettura. Dicevo prima del mio culto per l’identità, per l’essere. Ritengo e con buona ragione, che la rottura dell’identità sia uno dei problemi di questo scorcio di secolo e di millennio così contraddistinto dalla cultura delle immagini che rende sempre meno importante la cultura dello scritto cui è legata la conoscen- za del passato, tramandata proprio attraverso ciò che è stato scritto, si scrive e si scriverà. Il grande compito di una Scuola, non solo la nostra ovviamente, è quello di trasmettere il passato alle nuove generazioni poiché solo così si trasmette l’i- dentità che è vitalmente legata al passato. Trasmettere l’identità significa, poi, in sostanza, trasmettere la cultura dell’essere, cioè di chi siamo, la cui consape- volezza è il migliore presupposto per agire sempre meglio. Coinvolgere, come nel caso di questo progetto, i destinatari della stessa tra- smissione, assume un valore ancora più incisivo poiché v’è così un calarsi immediato nel passato e quindi v’è un bagno d’identità. Chiamare poi questi destinatari a scrivere del passato significa averli coinvolti in presa diretta in un 5 progetto di collegamento con una storia importante, quella di un Ministero definito da Marco Minghetti “il grande motore del sistema amministrativo dello Stato Unitario” e da Oscar Luigi Scalfaro “l’incarnazione dell’articolo 2 della Corte Costituzionale, garanzia nella vita quotidiana dei diritti inviolabili dell’uomo”. Ben ha sottolineato il Professore Sepe che la storia del Ministero dell’Interno è ancora tutta da scrivere e ciò è da attribuire in larga parte al ritardo comples- sivo della storiografia amministrativa che soltanto da alcuni anni ha visto il moltiplicarsi di studi sul funzionamento effettivo degli apparati amministrativi nella storia d’Italia. Questo progetto realizzato dai giovani consiglieri sotto la paziente, attenta e abile guida del Professore Sepe non ha evidentemente l’ambizione di produrre dei saggi storici. Vuole, questo sì, essere strumento per offrire, non solamente ai funzionari che lo hanno direttamente vissuto, ma anche agli altri, a tutti gli impiegati dell’Amministrazione dell’Interno, la possibilità di essere consapevo- li del ruolo svolto dal Ministero e dai Prefetti in ogni passaggio cruciale dell’e- voluzione degli apparati pubblici del nostro Paese. Tale consapevolezza signifi- ca, infatti, cogliere il senso dell’identità e dell’orgoglio di appartenenza. Vuole ancora questo progetto essere di stimolo ad ulteriori approfondimenti che potranno avvalersi della stimolante analisi biografica condotta con rigorosa puntualità dalla dottoressa Laura Mazzone collaboratrice del Professore Sepe, alla quale pure è rivolto il mio plauso. Mi piace chiudere questa presentazione con un’affermazione che è anche il modo migliore per ringraziare tutti gli autori di questo impegnativo progetto. La collana dei Quaderni della Scuola si è arricchita di un’altra pregevole monografia. CARLO MOSCA 6 PREMESSA L’idea di affidare ad alcuni partecipanti al corso di formazione iniziale per vice-consiglieri, svoltosi nel 1997, il compito di effettuare una serie di analisi sulla evoluzione degli apparati del ministero dell’Interno è nata, quasi sponta- neamente, da due considerazioni, tra loro connesse: lo spiccato interesse - mostrato da gran parte dei funzionari - per l’analisi delle vicende dell’ammini- strazione nella quale lavoravano e la perdurante carenza di studi analitici al riguardo. Utilizzare le relazioni finali (che ogni allievo deve svolgere alla fine del corso) come momento per condurre le ricerche è stata, null’altro, che una conseguenza. Affidare a quattordici tra i partecipanti al corso, un segmento dell’argomen- to si è rivelato semplice. Meno semplice è stato concordare un percorso di lavo- ro unitario che permettesse ad ognuno di svolgere una ricerca originale. Tra le diverse opzioni possibili, chi scrive ha creduto opportuno suddividere dal punto di vista cronologico l’analisi, commissionando a ciascun funzionario il compito di occuparsi di un “pezzo” della storia del ministero. Conseguente- mente è venuta fuori una sorta di percorso obbligato, che gli autori hanno dovuto seguire. La scelta di centrare le ricerche sull’evoluzione delle strutture organizzative è derivata da due circostanze: la consapevolezza che tale ricognizione - benché non esaurisca affatto la storia effettiva degli apparati amministrativi - è un pre- supposto indispensabile per successivi approfondimenti; il limitato tempo a disposizione da parte dei funzionari. Nell’insieme i lavori costituiscono, quindi, un primo livello di analisi, un terreno di dati e di conoscenze dai quali potran- no prendere le mosse altre indagini. L’obiettivo non era (né poteva essere) quel- lo di pervenire a quattordici saggi sulla storia del ministero. Più ragionevol- 7 mente si è pensato che fosse utile predisporre una “radiografia” dell’evoluzione del ministero dall’Unità alle riforme amministrative degli anni ‘90. Ne è emersa una significativa - sia pur breve - ricognizione dell’evoluzione delle funzioni e delle strutture dell’amministrazione dell’Interno, connessa all’analisi della tra- sformazione delle dimensioni ed a cenni sui funzionari chiamati - nell’arco di centotrent’anni - ai vertici degli apparati centrali. I risultati raggiunti vanno, di conseguenza, misurati sulla base dell’obietti- vo. A chi legge il compito di giudicare se essi siano stati soddisfacenti. A chi scrive “l’obbligo” di sottolineare l’impegno profuso da tutti gli autori, nonché l’utilità che una simile ricostruzione potrà avere per i successivi corsi rivolti ai funzionari dell’Amministrazione. Nel consegnare alle stampe il volume mi preme rivolgere alcuni telegrafici (ma sentiti) ringraziamenti. Agli autori dei saggi soprattutto per la pazienza con la quale hanno accettato di seguire un percorso di ricerca prefissato e, forse, fin troppo schematico. Alla dottoressa Laura Mazzone, che - oltre a scrivere il saggio bibliografico - ha rivisto tutti i lavori, per renderli il più possibile omo- genei. Alla dottoressa Marina Casa, che ha curato l’editing del volume. Alla signora Paola Peluso, che ha pazientemente riordinato e dattiloscritto i testi. E, soprattutto, al prefetto Carlo Mosca, direttore della Scuola superiore dell’Am- ministrazione dell’Interno, che ha condiviso l’ipotesi iniziale, seguendo con la consueta attenzione tutte le fasi del lavoro. STEFANO SEPE 8 STEFANO SEPE IL MINISTERO DELL’INTERNO NELLA STORIA UNITARIA 1. Premessa: il Ministero nella storia e nella storiografia. 2. L’evoluzione delle funzioni del ministero nel panorama amministrativo: le fasi. 3. L’organizzazione: struttura e dimensione degli apparati. 4. I Prefetti: una burocrazia unificatrice. 5. Le prospettive. Note. IL MINISTERO DELL’INTERNO NELLA STORIA UNITARIA 1. Premessa: il ministero nella storia e nella storiografia “Il ministero dell’interno ha nella società odierna un compito amplissimo. La sua azione preventiva si stende a tutto ciò che riguarda la sicurezza pubblica ed è quella parte che si chiama propriamente polizia, la quale comprende la vigilanza e la prevenzione dei reati, e l’immediata loro repressione. E quando il Tribunale abbia pronunziato una condanna, ad esso appartiene la custodia dei rei, e l’ordi- namento dei luoghi di pena. Né la vigilanza preventiva riguarda solo i reati, ma inoltre tutto ciò che può mettere a repentaglio la sanità pubblica, od offendere il costume. Quindi appartiene al Ministero dell’Interno fare provvisioni nei casi di malattie epidemiche, di epizozie e ancora sull’esercizio delle farmacie, sulla vac- cinazione,
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