Francis “Rocco” Prestia
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FRANCIS “ROCCO” PRESTIA The Funk bass Legend Di Angelo Cito INTRODUZIONE Quando si pensa al “Funky”, non si può fare a meno di pensare al “groove”. Un termine così piccolo, ma che in se racchiude un significato tanto grande quanto astratto; infatti, molte volte si fa fatica a dare una definizione precisa del groove, in quanto non è qualcosa che può essere scritto, visto o toccato con mano, bensì è un insieme di fattori tecnici (e non escluderei anche mentali) che essendo propri, e in maniera diversa, di ogni musicista, fanno si che, messi insieme fra loro, creino quel qualcosa di quasi indefinibile ma tanto travolgente e percepibile all’ istante, tanto da far nascere, in chiunque un’ irrefrenabile e quasi incontrollata voglia di muoversi e tenere il tempo con qualsiasi parte del corpo. Maestri in questo ambito sono da ben 40 anni i “Tower of power”, band californiana composta da un numero consistente di componenti (ben 10), fra i quali non indifferente passa il bassista “Francis Rocco Prestia” che, pur non essendo un virtuoso, ha contribuito in maniera enorme all’ evoluzione del modo di suonare il basso elettrico. Non a caso il suo stile ha influenzato negli anni bassisti del calibro di Jaco Pastorius, John Patitucci, flea, Victor Wooten, Mark King, e della gran parte dei bassisti della scena funky-fusion degli ultimi 30/35 anni. In questa descrizione dedicata per la quasi totalità a “Francis Rocco Prestia”, con qualche accenno al suo gruppo di riferimento, i Tower of power, si andrà ad analizzare la sua vita, il suo decorso artistico, lo stile, la strumentazione che lo ha accompagnato negli anni, discografia e collaborazioni. 2 Tower of Power Tutto ha inizio nel luglio del 1968 quando Emilio Castillo conosce Stephen “Doc” Kupka, il quale un giorno, intento a svolgere dei provini per una nuova band, ascolta anche Emilio sotto consiglio del padre di quest’ ultimo. Comincia così a prendere forma quella che sarà la band più longeva nella storia del Funky-Soul, e che contribuirà, insieme ad altre band formatesi negli anni ’60 come “The Grateful dead”, “Jefferson Airplane”, “Santana”, “Big Brother”, “Journey”, “Cold Blood” e tante altre, a far conoscere al mondo il cosiddetto “San Francisco Sound”, ovvero i “Tower of Power”. La band, nata il 13 agosto 1968, conta ben 10 elementi tra i quali Emilio Castillo (sax tenore), Stephen “Doc” Kupka (sax baritono), Francis “Rocco” Prestia (basso elettrico) e David Garibaldi (batteria) che oltre ad esserne i fondatori, sono tutt’ oggi presenti. A questi, si aggiungevano, a completamento della band, Greg Adams (tromba/flicorno), Mic Gillette (tromba/trombone), Lenny Pickett (sax tenore), Bruce Conte (chitarra), Chester Thompson (tastiere) e Lenny Williams Voce, i quali, rispetto agli elementi precedentemente citati, lasceranno chi prima chi dopo, la band (G. Adams vi rimane per ben 25 anni) rimanendo però sempre fedeli e portando sempre con loro il marchio Tower of Power. Due anni dopo la nascita della band, i T.O.P. registrano il loro primo album, East Bay Grease, prodotto dalla “Bill graham’s San Francisco Records. Passeranno circa due anni ancora per l’ uscita del secondo album, Bump City (Warner Bros), che raccoglie alcuni dei brani richiestissimi tutt’ ora dai fans dei T.O.P. Da questo momento in poi la band continuerà a produrre albums in studio e live con un ritmo impressionante; uno o anche due all’ anno negli anni ’70 per poi riprendere nel 1987 con lo stesso ritmo fino ad oggi (saranno ben 24 albums). La band continua tutt’ ora la propria attività live con tournè negli USA, in Giappone e in Europa. Di fresca uscita sono l’ album “The Great American Soulbook” (raccolta dei classici del soul) e il video del concerto del 40° anniversario. Gli attuali membri della band sono: Emilio Castillo, Stephen “Doc” Kupka, Rocco Prestia, David Garibaldi, Roger Smith (tastiere), Tom E. Politzer (sax tenore), Adolfo Acosta (tromba), Michael “Iron Mike” Bogart (tromba/trombone/flicorno), Mark Harper (chitarra) e Larry Braggs (voce). 3 Biografia Nato il 7 marzo 1951 a Sonora, California, Rocco perse suo padre 5 anni dopo; successivamente sua madre si risposò e si stabilì a Fremont (a sud di Oaklan): fu allora che Rocco i suoi due fratelli e sua sorella scoprirono il rock & roll. “Ricordo che ascoltavo e apprezzavo il primo rock alla radio ed alla televisione” dice in un’intervista “ ciò che non amavo era che mi venisse detto di suonare la chitarra”. Infatti, sua madre gli suggeriva continuamente di prendere lezioni di chitarra dopo avergli regalato una Sears Silverstone e un amplificatore della stessa marca per il suo decimo compleanno. Più cresceva e meno era entusiasta di suonare la chitarra.”Ora ripensandoci con il senno di poi, penso che il problema era che non fossi proprio bravo, non ero tagliato”. Ciò nonostante continuò a suonarla abbastanza a lungo per presentarsi, a 14 anni, all’audizione per la band di Emilio Castillo:”Sapevo suonare solo la I – IV e V corda” dice, “ma entrai perché avevo dei bei capelli”. Poco tempo dopo il padre di Castillo ingaggiò un chitarrista jazz chiamato Terry Saunders che valutando la strumentazione della band e le potenzialità di Rocco con la chitarra gli disse: “hai bisogno di suonare il basso”, la band rimase sbigottita “che cosa è il basso?”. Il giorno successivo Terry portò Rocco nel negozio in cui lavorava e gli mise tra le mani una copia di un P-bass bianco,” l’unica cosa che io sapessi sul basso era che era più grande di me”. “ Terry mi dette un plettro che provai per una settimana” ricorda Rocco “ma non riuscivo, così provai ad usare le due dita. Dovevo aver visto o sentito parlare di qualcuno che suonava in quel modo” Influenzato più dai suoni dell’ epoca (Motown, Memphis ecc…)che dai bassisti, Passò molto tempo prima di conoscere nomi come James Jamerson, Duck Dunn, Chuck Rainey, and Jerry Jemmott. Fino ad allora apprendeva nota per nota, “era una questione di percezione che insieme all’essere parte di una band unica che mi lasciava molta libertà nelle mie parti mi ha permesso di sviluppare il mio stile”. Rocco individuò subito tra se e David Garibaldi un feeling particolare: “con Dave è stato magico sin dall’inizio; principalmente io e lui eravamo fatti l’uno per l’altro in quanto lui era particolarmente competente ed io venivo da un background più semplice” dice “devo a lui molto della mia conoscenza ritmica perché era molto abile nello spostare gli accenti sia di ottavi che di sedicesimi con una padronanza unica”. Come si è visto negli anni infatti Rocco Prestia e David Garibaldi sono da sempre a mio avviso una delle migliori sezioni ritmiche della storia e sinonimo di groove. 4 Influenze Sebbene sia stato e sia tutt’ ora una delle principali fonti di ispirazione per chi intraprende lo studio del basso elettrico, Francis Rocco Prestia ha tratto a sua volta ispirazione per la propria formazione artistica e professionale da uno dei movimenti musicali più significativi della storia della musica moderna, ovvero la “Motown”, e da grandi artisti del calibro di: James Brown James Jamerson Donald “Duck” Dunn Sly & The Stone Family 5 Equipaggiamento Il nome di Francis Rocco Prestia viene da sempre associato al marchio fender, e più in particolare al modello “Precision Bass”, che sembra essere stato ideato apposta per il suo stile e che lo ha accompagnato per gran parte della sua vita artistica; non a caso lo predilige per la gran parte delle registrazioni in studio con i Tower of Power, soprattutto negli anni ’70. Dopo aver iniziato a suonare con una copia del P- Bass nel garage di Emilio Castillo spinto da quest’ ultimo, acquista un “Vox cuogar” e un “Gibson EB- 0” che lo accompagneranno per un breve periodo artistico; infatti non molto tempo dopo ritorna al P- Bass con il quale registra in tutti gli album dei Tower of Power degli anni ’70. Tra i suoi strumenti annovera anche un P-bass degli anni ’60 modificato, donatogli da Paul Jackson, che utilizza in qualche brano dei T.O.P. degli anni ’70; una riedizione P-Bass con pick-up EMG, un Hamer fretless ricevuto dal chitarrista Steve Stevens, due “Fernandes” rispettivamente 4 e 5 corde, e un modello P-Bass deluxe attivo con P-J pick-ups. Per quanto riguarda la V corda, Rocco confessa di non trovarsi pienamente a suo agio per quanto riguarda il tocco ed il controllo di essa, infatti in passato utilizzava la X-tender key (o D- tune) per poter suonare note al di sotto del MI senza per forza utilizzare la V corda. Utilizza un’ action medio-alta per un maggior controllo della sua tecnica; per moltissimo tempo ha utilizzato corde Fender “Superbass 7250M” in nickel con scalatura 0,45/0,65/0,85/105, per poi passare a corde “Dean Markley” mod. “Roundcore bass Rocco Prestia” aventi le stesse caratteristiche. Per quanto riguarda l’ amplificazione Rocco lega per molto il suo nome al marchio “Gallien-Krueger”, utilizzando una testata G-K 2000RB e due casse G-K 410T. Attualmente utilizza amplificatori “David Eden” e bassi “conklin” oltre ai sempre presenti, nell’ arco della propria vita, Fender Precision Basses. 6 Analisi dello stile Francis “Rocco” Prestia è riuscito negli anni a diventare una vera e propria leggenda vivente del basso elettrico pur nn essendo un virtuoso del suo strumento. In un’ intervista dichiara: “Cercavo di scoprire se ci fosse in giro qualcuno alla ricerca di un bassista da ingaggiare che non stonasse, ne leggesse la musica, che fosse limitato stilisticamente”. Bassista riconoscibile immediatamente al primo ascolto e dallo stile inconfondibile, ha come marchio di fabbrica l’ utilizzo perfetto di sedicesimi e ghost notes, tanto da riuscire a creare più che dei grooves, delle vere e proprie frasi che andavano ad incastrarsi perfettamente con le linee suonate magistralmente dal batterista David Garibaldi.