Mario Dagrada Le Copertine E L’Editoria Sommario
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MARIO DAGRADA LE COPERTINE E L’EDITORIA SOMMARIO MARIO DAGRADA •DAL DESIGN EDITORIALE PER RIZZOLI ALLA PUBBLICITÀ pag. 6 •L’ART DIRECTOR CHE CAMBIÒ VOLTO AI LIBRI RIZZOLI pag. 12 •LE COPERTINE pag. 26 L’EDITORIA IN ITALIA NEL ‘900 •LE PRIME DUE GENERAZIONI DELL’EDITORIA ITALIANA pag. 34 Editori: Cristina Boeri •LA STORIA DELLA COLLANA “LA SCALA“ DI RIZZOLI pag. 46 Raffaella Bruno Daniela Calabi •LO SVILUPPO DEI METODI DI STAMPA NELLA STORIA pag. 50 Curatori: Monica Fumagalli Lorenzo Rabaioli THE JOURNEY OF BOOK COVERS Marco Valli •THE DUST JACKET HISTORY pag. 60 Progetto Grafico: •CLARITY & MYSTERY pag. 72 Raffaele Amietta Edoardo Claudio Nava •LE COPERTINE PER UN’AUTRICE pag. 84 Alessio Sirigu Laboratorio di Fondamenti del Progetto Sezione C2, A.A 2018/2019 Design della Comunicazione Facoltà di Design Politecnico di Milano EDITORIALE L’universo del Design è costellato da nomi famosi a livello mondiale, artisti che sono talmente conosciuti da essere entrati nella cultura popolare. Le loro opere vengono riprodotte, parodiate, modificate e tuttavia rimangono riconoscibili. Ma non è di loro che parleremo. Infatti, questi “designer-star” rappresentano solo una minima parte della moltitudine di creativi che, nel loro piccolo, hanno contribuito e contribuiscono ogni giorno ad innovare i più disparati campi della materia eppure raramente conosciamo i loro nomi e la loro storia. In alcuni casi essi sono stati addirittura artefici di piccole rivoluzioni. È il caso di Mario Dagrada, designer e grafico milanese che negli anni ’60, oltre ad aver lasciato il proprio segno nel mondo della pubblicità, ha contribuito al rilancio dell’editoria libraria della Rizzoli, disegnando le copertine delle collane in uscita. Un design innovativo, semplice, che divenne un simbolo distintivo delle collane e della Rizzoli stessa. Dagrada si colloca nel contesto più ampio dell’editoria italiana e delle copertine dei libri, due ambiti che egli ha contribuito ad innovare. Non ci limiteremo dunque ad analizzare la figura del designer, perché il nostro scopo non è porre al centro l’uomo, ma il suo lavoro e la sua arte, che non ha bisogno di una firma importante per attirare l’attenzione. Per questo motivo porteremo il lettore in un viaggio nel mondo dell’editoria, per comprendere a fondo il contesto in cui Dagrada si è trovato a lavorare e dunque cosa può esserci alla base delle innovazioni del periodo. Inoltre, approfondiremo il vastissimo tema delle copertine e la loro evoluzione nel corso della Storia e il punto di vista di chi le copertine le crea. Questo perché vogliamo che il lettore si renda conto dell’importanza di esse nell’editoria e del lavoro che vi è dietro di esse. Perché in fondo, tutti giudichiamo un libro dalla copertina. MARIO DAGRADA Francesco E. Guida DAL DESIGN EDITORIALE PER RIZZOLI ALLA PUBBLICITÀ «Bisogna sviluppare il settore dei libri. Siamo troppo titoli che la corrispondenza con vari autori, critici e indietro rispetto a Mondadori». Con quest’ordine agenti letterari. L’aspetto fino ad ora poco noto è che il commendatore Angelo Rizzoli intese avviare a al lancio e al successo della collana e delle altre che inizio anni sessanta il rilancio dell’editoria libraria seguiranno contribuisce un allora giovane grafico, dell’azienda fino ad allora ridotta a uscite di strenne determinato e brillante: Mario Dagrada. estemporanee e occasionali, per quanto potesse Dagrada (Milano, 1934) inizia come apprendista vantare l’invenzione della BUR come prima vera presso una litografia, per poi entrare alla Scuola collana di tascabili di successo. Un rinnovamento Superiore d’Arte Applicata all’Industria al Castello affidato in prima istanza a Domenico Porzio ex- Sforzesco dove studia pittura e grafica. La Scuola in caporedattore del settimanale Oggi e a Efrem Aschieri quel periodo ospitava nel corpo docente personalità l’uomo, strappato alla Feltrinelli, che con Il dottor del calibro di Pino Tovaglia. Proprio Tovaglia e la Zivago e Il Gattopardo ha fatto conoscere anche in grafica di scuola svizzera costituiscono evidentemente Italia la via del bestseller. Tra gli anni cinquanta e i un riferimento per alcune delle serrate composizioni primi sessanta l’editoria italiana diviene infatti vero e tipografiche degli anni successivi, come in alcuni proprio settore industriale che contribuisce al boom annunci Alfa Romeo. Nel cui ufficio pubblicità entra economico e all’alfabetizzazione degli italiani. Ma nel 1958, dopo una prima collaborazione con la soprattutto, per quello che ci riguarda, si consolida Gallo Pomi (agenzia generale per l’Italia di macchine una certa cultura dell’immagine e cura dell’identità d’ufficio americane). Qui firma con il proprio nome visiva di libri e collane. Per il successo dei primi –pur essendo un dipendente– i lavori che segue, bestseller Feltrinelli è infatti determinante la veste denotando fin da subito una notevole personalità. grafica che confeziona Albe Steiner, come lo sono i In questo contesto viene anche in contatto con Ezio vestiti di Bruno Munari per Einaudi, giusto per citare Bonini che fonda in quegli anni con Umberto Capelli due dei casi più noti di collaborazione stretta tra e Aldo Calabresi lo studio Cbc. progettista ed editore. Quindi, nel 1961, entra alla Rizzoli e per tre anni In questo scenario Porzio imposta la nascita della progetta, disegna e dirige la produzione dell’identità AMIETTA RAFFAELE collana La Scala per la quale seguiva sia la scelta dei grafica delle nuove collane. Con La Scala, Dagrada 7 MARIO DAGRADA DAL DESIGN EDITORIALE PER RIZZOLII ALLA PUBBLICITÀ Ritratto di Mario Dagada, 1964 mette da subito in pratica le esperienze precedenti, con un atteggiamento da sperimentatore che aveva esercitato agli inizi da autodidatta (quando si produceva progetti senza alcuna committenza e che gli avrebbero dato la possibilità di proporsi per i primi lavori professionali) e durante la Scuola, libero da condizionamenti e imposizioni, disposto però al dialogo con le varie componenti della filiera di produzione. Le soluzioni che propone sono inizialmente accettate con riluttanza dai responsabili, sperimentazione sulle tecniche di riproduzione e visivi di volta in volta differenti. Lui stesso ricorda il tra cui Carlo Ripa di Meana, il direttore della collana. stampa: le immagini sono lavorate in camera oscura buon rapporto con Emilio Tadini per il quale disegna Ma il successo dei primi titoli cancella ogni dubbio. per ottenere lievi fuori-registro che garantiscono la copertina de Le armi l’amore e che a lavoro La confezione libraria è di pregio, in cartonato e alle foto di essere percepite come a rilievo o di ultimato lo ringrazia con una dedica asserendo che con rilegatura a dorso tondo, le copertine sono tridimensionalità inattesa, un effetto enfatizzato con la «[...] almeno per la qualità dell’oggetto, dovranno stampate su imitlin, la cui finiturasimula la texture stampa litografica su carta Linson, dalla accentuata per forza dire che questo è un bel libro». della tela. Una scelta non casuale perchè Dagrada trama telata. Anche per queste copertine, come per Dal 1963 la sua attività si sposta sempre più vuole come dipingere sulla copertina. L’immagine La Scala, Dagrada utilizza per titolo, autore e strillo intensamente verso l’ambito pubblicitario, pur prende fronte e retro tanto che per apprezzarne un carattere bastoni, rigorosamente composto e continuando a seguire le copertine per Rizzoli, fin appieno l’effetto quadro la si deve aprire, la fascetta di fatto ne distiguono anche il lavoro successivo come serigrafato in bianco sulla sovracoperta di acetato. quando nel 1972 gli subentra definitivamente John contenente lo strillo, il segnalibro con sinossi e pubblicitario (si vedano ad esempio gli annunci per le Per il suo lavoro alla Rizzoli ha anche vinto una Alcorn. Sempre nell’ambito editoriale Renzo Zorzi presentazione dell’autore, ma soprattutto l’utilizzo Ferrovie dello Stato o per le industrie d’arredamento Medaglia d’Oro dell’Associazione Librai per la lo chiama per le copertine della collana Terzo di colori metallici o fluorescenti, comunque di toni Sormani). I requisiti del suo lavoro, così come viene miglior copertina dell’anno per La Califfa di Alberto Mondo di Edizioni di Comunità, caratterizzate accesi, il taglio sempre diverso dell’immagine, commentato nel 1963 in Pagina, denotano «l’assenza Bevilacqua. Ma nell’immaginario dell’epoca sono da una impostazione essenzialmente tipografica. realizzato semplicemente con un foglio di cartoncino di ogni atteggiamento intellettualistico, di ogni gergo entrate sicuramente anche copertine come quella Proprio in questi anni entra in Publinter (Pubblicità bianco strappato irregolarmente per lasciar spazio ermetico, la immediatezza del rapporto tra simbolo- dalla disarmante semplicità de La dama di piazza Internazionale) come art director. È un cambiamento alle titolazioni, evidenti e sfrontate. Questi sono gli immagine e tema, il corretto impiego di accorgimenti di Michele Prisco o quella al contrario tecnicamente importante per Dagrada, che lo affronta con elementi di distinzione de La Scala, e per l’epoca si tecnici e tipografici capaci di accentuare la elaboratissima de La vita agra, il bestseller di Luciano decisione e chiarezza, impone ancora una volta che tratta di soluzioni sicuramente originali e ricercate che suggestione e la incisività della pagina». Bianciardi. Proprio dai dialoghi con Bianciardi, autore tra il suo lavoro e il committente non vi siano filtri. vengono protette da una sovracoperta in acetato. Un atteggiamento che mette in pratica