Tutto Nello Stato L’Itinerario Politico E Culturale Di Alfredo Rocco
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Dottorato di ricerca in Storia sociale europea dal medioevo all’età contemporanea Scuola di dottorato in Storia sociale dell’Europa e del Mediterraneo Ciclo 23° (A.A. 2009 - 2010) Tutto nello Stato L’itinerario politico e culturale di Alfredo Rocco SETTORE SCIENTIFICO DISCIPLINARE DI AFFERENZA: M-STO/04 Tesi di dottorato di Giulia Simone, matricola 955450 Direttore della Scuola di dottorato Tutore del dottorando Prof. Mario Infelise Prof. Mario Isnenghi Co-tutore del dottorando Prof. Silvio Lanaro RINGRAZIAMENTI Ringrazio gli amici lontani che, anche loro sulle tracce di Alfredo Rocco, hanno contribuito ad arricchire la ricerca bibliografica: Francesca, Luca, Rosalba, Francesco, Irene e Giorgia. Un ringraziamento speciale ad Andrea, Gianluca, Carlo e Andrea G. Indice Prologo. Sulle tracce di Alfredo Rocco. Risultanze in merito agli archivi (e agli archivi scomparsi) p. 7 PARTE PRIMA: Anni di formazione e di ascesa Capitolo I: Rocco e i suoi p. 27 1. Un affare di famiglia “ 27 2. Album di famiglia “ 32 Capitolo II: L’impegno politico p. 73 1. Prima radicale… “ 73 2. …poi liberale. Infine, nazionalista “ 82 Capitolo III: Padova: un laboratorio politico p. 87 1. L’ambiente universitario e le lezioni “ 87 2. L’ambiente patavino e i comitati cittadini interventisti “ 113 3. Schedario di una nuova classe dirigente “ 126 Capitolo IV: Apogeo e fine del nazionalismo militante p. 227 1. I congressi dell’Associazione Nazionalista Italiana “ 227 2. Le riviste di Alfredo Rocco “ 248 3. La fusione con il PNF “ 259 Capitolo V: «Perché la guerra sia guerra» p. 277 1. L’ideologia imperialista “ 277 2. «Un interventista-intervenuto»? “ 305 PARTE SECONDA: L’uomo di Stato Capitolo VI: «E’ necessario che alla vecchia legalità si sostituisca la nuova legalità, la legalità fascista» p. 319 1. Critica allo “Stato disgregatore” “ 319 2. Come organizzare le masse “ 339 Capitolo VII: La tutela del mondo industriale p. 353 PARTE TERZA: Alfredo Rocco oltre i confini nazionali Capitolo VIII: La figura di Alfredo Rocco all’estero p. 371 1. La Commissione Nazionale Italiana di Cooperazione Intellettuale “ 371 2. L’Istituto Internazionale di Cinematografia Educativa “ 381 3. Le traduzioni degli scritti di Alfredo Rocco “ 384 4. Premi e riconoscimenti “ 389 APPENDICI DOCUMENTARIE Appendice 1 p. 399 Appendice 2 “ 401 Appendice 3 “ 409 Appendice 4 “ 423 Appendice 5 “ 435 RIFERIMENTI ARCHIVISTICI E BIBLIOGRAFICI Riferimenti archivistici p. 447 Riviste e periodici “ 455 Atti parlamentari “ 456 Riferimenti bibliografici “ 457 PROLOGO Sulle tracce di Alfredo Rocco. Risultanze in merito agli archivi (e agli archivi scomparsi) Nell’Archivio di deposito di questo Gabinetto sono giacenti da oltre sei anni – non ancora aperte – n. 8 grandi casse contenenti documenti versati dalla famiglia del compianto Ministro Rocco. Tenuto presente che lo spazio disponibile nell’archivio di deposito è ora assai ridotto in considerazione degli atti recentemente ivi sistemati, subordinatamente si prega di esaminare se sia il caso che dette casse siano fatte inoltrare all’Archivio di Stato per il relativo esame. Roma, addì 6 febbraio 1942-XX- IL DIRETTORE DELL’ARCHIVIO1 Alfredo Rocco era morto in una calda giornata dell’agosto 19352. Per ben sette anni l’archivio privato del «teorico del fascismo»3 era rimasto depositato in una stanza d’archivio, senza trovare una definitiva collocazione. Ma che cosa contenevano le otto casse? Il direttore dell’archivio di deposito del gabinetto della Presidenza del Consiglio dei ministri non fornisce indicazioni; nella Roma del 1942, nessuno ha ancora aperto quelle casse. Facciamo un passo indietro. 1 Archivio Centrale dello Stato (d’ora in poi ACS), Presidenza del Consiglio dei Ministri (d’ora in poi PCM), 1942, fasc. 1/ 4-7, n. 38708. 2 L’estate del 1935 è ricordata per essere stata un’estate particolarmente afosa e perché Roma fu colpita da infezione tifoidea che causò 20.000 morti: cfr. LUIGI CHECCACCI, Igiene e medicina preventiva, Milano, Casa editrice ambrosiana, 1967, p. 236; UGO GUSPINI, L’orecchio del Regime. Le intercettazioni telefoniche al tempo del fascismo, Milano, Mursia, 1973, pp. 126-127. 3 NAZARENO MEZZETTI, Alfredo Rocco nella dottrina e nel diritto della Rivoluzione Fascista, Roma, Pinciana, 1930, p. 95. Il testo, sicuramente apologetico, offre comunque – per la sua contemporaneità – il sentire comune degli uomini del fascismo nei confronti del ministro Rocco. All’indomani del discorso tenuto da Rocco a Perugia il 30 agosto 1925 (discorso che, appunto, porta Mezzetti a definire Rocco come il teorico della dottrina fascista) lo stesso Mussolini esorterà tutti i fascisti a leggere il “discorso di Perugia” per trovare in esso i capisaldi programmatici del partito. 7 Tutto nello Stato Roma 1935. Alfredo Rocco, malato di leucemia linfatica, è grave. I familiari segnalano alla Presidenza del Consiglio che «[…] il Senatore Alfredo Rocco versa in gravi condizioni di salute, tanto che i sanitari non escludono la possibilità di una catastrofe imminente»4. Trascorso in attesa il mese di luglio, a fine agosto la situazione precipita: i famigliari, in particolare la moglie Emma, tengono costantemente informata la Presidenza del Consiglio sulle condizioni di salute di Alfredo, fino a quando, la mattina del 28 agosto, S.E. Rocco viene a mancare. Immediato è l’invio di un telegramma di Mussolini alla famiglia: «Pioniere della rinascita nazionale nei tempi oscuri dell’anteguerra, fedele soldato e acuto legislatore del regime dopo la Rivoluzione dell’Ottobre sempre al mio fianco prezioso collaboratore»5. E immediata è l’organizzazione del funerale, un funerale solenne e a spese dello Stato, che si tiene sabato 31 agosto. Al funerale (il cui filmato è reperibile nel sito dell’Istituto Luce)6 prendono parte i rappresentanti di casa Savoia, del Governo, della Camera, del Senato, del Partito nazionale fascista. A dire il vero, al di là delle rappresentanze ufficiali dovute al protocollo, non vi partecipano grandi personalità (sarà il mese estivo o il fatto che oramai Alfredo Rocco non era più da tempo nelle grazie di Mussolini)7; in ogni caso, la celebrazione è imponente e nei mesi successivi seguiranno numerose cerimonie pubbliche di commemorazione dell’illustre defunto. Con la morte di Alfredo Rocco, sembra calare il sipario sulla sua figura: ma non sulle sue “carte”. Rintracciato presso l’Archivio Centrale dello Stato, fondo Presidenza del Consiglio dei ministri, il fascicolo riguardante l’infermità e la morte 4 ACS, PCM, 1934-1936, fasc. I 4-7, n. 4549. 5 ISTITUTO ITALIANO DI PREVIDENZA, In memoriam, Milano, 1935, p. 19. 6 ISTITUTO LUCE, I solenni funerali di Alfredo Rocco, Giornale Luce B0742 del 4 settembre 1935, senza ind. supporto, 00’,23’’, b/n, sonoro, raggiungibile dall’url <http://www.archivioluce.com/archivio/> attraverso il motore di ricerca del sito (ultima verifica 24 gennaio 2011). 7 Cfr. ACS, PCM, 1934-1936, fasc. I 4-7, n. 4549, s.f. 3-5 «Funerali in Roma a spese dello Stato di S. E. Rocco prof. Alfredo. Autorità non pervenute». 8 Sulle tracce di Alfredo Rocco di Alfredo Rocco8, mi imbatto in un rimando interessante. Sulla camicia del fascicolo recante il numero di protocollo 4549 (in seguito, per comodità, denominato “fascicolo 4549”), è infatti segnato il seguente appunto: «Morte dell’Eccellenza il prof. Alfredo Rocco – Ministro di Stato. Documenti versati a questa Presidenza dalla famiglia del compianto Ministro Rocco». Segue, manoscritta, una nuova traccia: «Passato l’incarto al n. 38708-1942 fare l’annotazione sul protocollo anno 1935»9. Il fascicolo in questione, quindi, oltre a contenere i documenti inerenti la malattia, la morte e i funerali di Rocco, in un primo momento raggruppava anche l’incarto riguardante un versamento fatto alla Presidenza del Consiglio dei ministri da parte della famiglia. Esisteva, perciò, un insieme di documenti, di natura non identificabile, appartenuti al ministro: esisteva, insomma, “l’archivio Rocco”. Seguendo la traccia trovata nel “fascicolo 4549”, consulto la rubrica dei protocolli dell’anno 1935; ma l’annotazione non è stata riportata e sul registro non c’è traccia del passaggio di questi documenti. La camicia del “fascicolo 4549”, però, fortunatamente mi offre un’ulteriore informazione: l’incarto è passato al n. 38708-1942; quindi, l’anno di riferimento della rubrica è il 1942. E difatti, sfogliando i tomi in cui sono stati registrati i protocolli dal 1940 al 1943, trovo un nuovo numero di protocollo, il 38708, il quale, a sua volta, fa riferimento a una busta. La busta in esame, la numero 2860, contiene ben due fascicoli riguardanti Alfredo Rocco. Il primo fascicolo ha come titolo «Mausoleo di Alfredo Rocco al Verano» ed è datato 194010. Sulla camicia è riportato a macchina il seguente “nota bene”: «Per la morte e i funerali ved. fasc. I.4.7 n. 4549 (1935-XIII)». In questo caso il rimando tra i due protocolli è stato segnalato correttamente e per me è un’ulteriore conferma della correttezza del percorso seguito. 8 ACS, PCM, 1934-1936, fasc. I 4-7, n. 4549, s.f. 4 «Infermità e morte di S.E. prof. Avv. Alfredo Rocco – Ministro di Stato (morto in Roma, 28 agosto 1935 – XIII). Infermità e annunzio di morte». 9 ACS, PCM, 1934-1936, fasc. I 4-7, n. 4549. 10 ACS, PCM, 1940-1942, fasc. I 4-7, n. 1505 «Mausoleo di Alfredo Rocco al Verano», s.f. 1 «Traslazione della salma di Alfredo Rocco», s.f. 2 «Lavori al Mausoleo di Alfredo Rocco al Verano». 9 Tutto nello Stato Nel 1940, passati dunque cinque anni dalla morte, si decide di traslare la salma di Rocco dalla tomba di famiglia al Verano, dove la moglie ha fatto erigere un mausoleo. Interessante è il carteggio intercorso fra Emma Rocco e la Segreteria particolare del duce riguardante i lavori per il mausoleo. In un primo momento, per il progetto, la vedova Rocco si era affidata all’ingegnere Vittorio Morpurgo ma, per volere di Mussolini, dovette poi affidarsi ad altro architetto.