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Page 1 Logo Cinema Pinocchio L'uomo Non È Mica Di Legno IONALE logo cinema Pinocchio l'uomo non è mica di legno IONALE - 22 - 09/11/01 22 venerdì 9 novembre 2001 BUONE NOTIZIE: MCCARTNEY È VIVO E LOTTA INSIEME A NOI Roberto Brunelli IL MAGHETTO E LA COCA COLA Sì: ha vinto la sua sfida il vecchio, zuccheroso, Paul, quello day non era così concreta, incisiva, determinata. Certo, non sarebbe detto suite) Rinse the raindrops l’ex beatle più ricco sin nei suoi sogni più nascosti, soprattutto laddove ha il La Coca Cola ha pagato alla Warner che si tinge i capelli e non si tira quasi mai indietro quando sono i ben due singoli tratti dall’album (quello già uscito, e «integrato» ritrova il respiro lungo, ampio, magmatico e coraggio di allontanarsi di più dagli standard dei fab four. Bros 150 milioni di dollari per può navigare nel grande e rassicurante mare della retorica, From a lover to a friend,eFreedom, registrato al concerto- consapevole di chi si è riappacificato col proprio talento, Ci sono molti passaggi sorprendenti, in Driving rain, strani poter stampare i volti protagonisti quello che da trentun’anni vive cercando di non farsi schiac- ne di New York, i cui ricavati andranno alle vittime dell’at- quello del grande maestro orchestratore di Abbey Road, sussulti ritmici che si lasciano la nozione corrente di pop del film Harry Potter e la pietra ciare da un passato troppo pesante (massmediaticamente, tentato dell’11 settembre) i capitoli più rappresentativi né quello di chi ha inventato il pop travalicandolo e sfidandolo molte miglia dietro di sé. Certo, Driving rain non è Sgt filosofale sulle proprie lattine. Ed è culturalmente, socialmente, artisticamente), quello di coraggiosi di Driving rain: il primo è la ballata più smaccata- di contininuo. Pepper’s, non è il capolavoro che fa tremare i polsi, ma è un subito scattato l’allarme tra i un’epoca chiamata Beatles. Sì, McCartney ha fatto un disco mente beatlesiana del cd, il secondo è un’evidente gomitata a Parrebbe che McCartney sia riuscito a rinfrescarsi l’ispirazio- disco ecologicamente, densamente e intelligentemente lieve. pediatri, che temono che ciò degno di appartenere ai nostri tempi, al 2001. Driving rain - Give peace a chance, l’inno superpacifista di John Lennon, ne, soprattutto nella sua fluviale capacità d’invenzione melo- Sono corsi via più di quarant’anni da quando McCartney aumenti il rischio di obesità tra i che troverete nei negozi il 12 novembre e che è stato registra- sin dal caratteristica tun-cià della batteria, però ne perde la dica: quella che gli è proverbiale, ma che qui ritrova passaggi ha messo la prima volta piede in uno studio di registrazione. piccoli fan dell’allievo-stregone. to quasi per intero lo scorso febbraio - è un disco per molti disincantata sfrontatezza utopica. fulminanti, colorati, intensi, ritrova quella malìa squisita- Oggi, nella musica pop, tutto è moderno: il presente tende a Scienziati, medici e attivisti sociali versi stupefacente. No, non è un patetico raglio di un uomo E il resto che fa la differenza: la franca eppur lieve durezza di mente beatlesiana che ha marchiato la storia musicale degli riprodurre il passato con una velocità tale che la nozione hanno invitato l'autrice, J.K. che ha finito di dire molto tempo fa quello che era capace di Lonely road, la coinvolgente e densa fluidità di Ido, Magic ultimi quarant’anni pur rimanendo sempre assolutamente stessa di passato pare esser diventata obsoleta. Un grande Rowling, a «cancellare l'accordo dire. Sì, è un bel disco: i suoni sono ruvidamente plastici, la e Tiny bubble. Ma ci sono almeno tre capitoli che proiettano peculiare, intimamente inimitabile. vortice fatto di passioni, ricordi e fughe in avanti: il buon con la Coca Cola» per «proteggere produzione straordinariamente lucida, come non capitava McCartney in un curioso altrove sonoro: con She’s given up Eppure, il pregio di questo disco è che non fa il beatle, Paul Paul sta di nuovo lì in mezzo. Con le sue rughe e la sua dischi nuovi reclame e reclami la salute dei bambini». da molti anni, e da altrettanti la voce dell’uomo di Yester- talking, Spinning on an axis e la lunghissima (un tempo si McCartney: semplicemente lo è, sin nelle ossa, sin nel dna, vecchia leggerezza. DALL’INVIATA Gabriella Gallozzi «Un film facile e PAPIGNO (TERNI) I riflettori del teatro complesso; una dei burattini sono bollenti. Lui appare ‘‘ storia francescana all’improvviso. E come accade quando ci s’incontra di sorpresa si resta sospesi per che va fatta con un attimo: Roberto Benigni sul palco e la soldi e ressa di giornalisti, radio e tv - ci sono anche quelli stranieri, persino una gior- immaginazione» nalista arrivata dalla Corea - giù sulle panche. Nessuno riesce a spiccicare paro- la. Poi parte un applauso e Roberto emo- zionatissimo attacca. Attacca con un salu- to dei suoi, trascinante, in cui parole, galline, cigni, carrozze d’argento. Tutto emozioni e gesti rotolano alla rinfusa ren- quello, insomma, che può ispirare la fan- dendosi comprensibili persino alla stam- tasia collodiana. Ma soprattutto quella di pa inglese, francese, tedesca che gli Oscar uno scenografo da Oscar come Danilo di La vita è bella hanno trascinato fin Donati che, qui negli studios, ha realizza- qui, sul set del suo Pinocchio. «Il film - to in ogni dettaglio il mondo fantastico esordisce - è un’apoteosi di catapulta- del burattino. Inventando macchine di mento di allegria. Anche se stiamo viven- scena che ricordano tanto il teatro di una do un momento poco affettuoso per volta. Casette coloratissime, con la dop- l’umanità, ma molto affettuoso per il ci- pia facciata che ruotando su se stesse tra- nema. Pinocchio è il burattino più famo- sformano il set nel paese di Geppetto o so del mondo, il libro più venduto dopo nella città di mare. I colori variano dal la Bibbia e il Corano. Cioè è il fondamen- rosso all’azzurro. E lo stile è quello dell’« talismo della goia di vivere e dell’alle- iconografia classica italiana» della cele- gria». bre favola. La città dei balocchi, poi, è Un’allegria che Benigni, in un atti- come un grande caleidoscopio. Ci sono mo, riesce a buttare addosso a tutti, nel specchi dipinti con le figure delle scatole corso della sua prima uscita pubblica per dei biscotti di una volta: donnine con presentare il suo nuovo film. Un kolossal cappellini ottocenteschi, soldati in alta della fantasia tutto italiano. Un costo di uniforme e persino pupi siciliani. «Mi novanta miliardi, 400 comparse, 120 ope- sono ispirato - racconta Donati - alle rai, una troupe di 150 persone, 1000 co- immagini dell’Italia umbertina. Del re- stumi e centinaia e centinaia di balocchi sto Pinocchio è il romanzo del Novecen- di legno. Tutto realizzato a Papigno, nel- to è contiene tutta la storia del nostro l’ex fabbrica chimica, trasformata già ai paese». tempi di La vita è bella in teatri di posa Con l’aiuto di tantissimi giovani pit- destinati a diventare i più grandi studios tori e artigiani il celebre scenografo ha d’Europa, con l’intervento del comune realizzato un’infinità di macchine, attrez- di Terni, della Regione Umbria e della zi e attrazioni. Col consueto gusto per Melampo cinematografica, società indi- l’artigianato che ha contraddistinto il pendente di Nicoletta Braschi e dello stes- suo lavoro. Per questo proprio non gli va so Benigni che produce il film. I produt- giù l’uso degli effetti speciali che faranno tori sono Elda Ferri e Gianluigi Braschi, da padroni nel film. «Gli effetti speciali? - mentre il produttore esecutivo è Mario dice - . Per me sono difetti speciali e non Cotone al quale si deve la ristrutturazio- c’entrano nulla con il cinema italiano». ne degli stessi studios, dove sono in cor- Ma come trasformare, altrimenti, i so le riprese dallo scorso 25 giugno. «Fichi d’India» nel Gatto e la Volpe, per Qui Benigni, come lui stesso confes- esempio? «Gli attori - spiega la produttri- sa, sta realizzando il suo sogno: trasfor- ce Elda Ferri - avranno le orecchie realiz- marsi in Pinocchio. «Desideravo farlo an- zate al computer. Saranno, insomma, cor prima di conoscerlo - prosegue - . metà uomini e metà maschere». E la stes- Anche se ormai ho l’età di Geppetto. Ma sa sorte toccherà a tutti gli interpreti. A essere Pinocchio da grandi è come fare Nicoletta Braschi nei panni della Fata Don Chisciotte da bambini. Pinocchio turchina. A Beppe Barra in quelli del Gril- contiene in sè tutto quello che ci circon- lo parlante. A Mino Bellei in quelli di da, dalla vita alla morte. È Edipo, Faust, «Sarà il fondamentalismo della Il set in un Medoro. Ad Alessandro Bergonzoni nel- Amleto. È portatore di energia, bellezza, giorno di le vesti del direttore del circo. E ancora a leggerezza. È una cornucopia con dentro pioggia. A Carlo Giuffé nelle vesti di Geppetto. A tutte le delizie del mondo». Ma come gioia di vivere»: così spiega sinistra, Franco Javarone in quelli del terribile accade nella vita «c’è anche dolore - ag- Benigni Mangiafuoco. A Kim Rossi Stuart in giunge Benigni dal suo palco - , tragedia, Benigni sul set del suo film truccato da quelli di Lucignolo e, infine, ad Aroldo divertimento, poesia, crudeltà, ferro, pez- Pinocchio Tieri negli abiti del Giudice. zi di legno. Fa disperare, piangere, venire Tra grilli e carrozze d’argento Un cast lunghissimo che nel corso voglia di strapparsi i capelli e abbracciare del tempo ha subito infinite variazioni, il mondo». tutte puntualmente riprese dalla stampa È inarrestabile, ora, Benigni. E non è a caccia di anticipazioni e indiscrezioni difficile immaginarlo con un lungo naso di fronte ad un set blindatissimo fino ad pronto ad allungarsi di fronte ad ogni Set e segreti: sono sempre esistiti set hollywoodiani e set talebani.
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