Signoria, Incastellamento E Riorganizzazione Di Un Territorio Nel Tardo Medioevo: Il Caso Della Gallura

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Signoria, Incastellamento E Riorganizzazione Di Un Territorio Nel Tardo Medioevo: Il Caso Della Gallura Signoria, incastellamento e riorganizzazione di un territorio nel tardo Medioevo: il caso della Gallura Giacomo Floris ADVERTIMENT. La consulta d’aquesta tesi queda condicionada a l’acceptació de les següents condicions d'ús: La difusió d’aquesta tesi per mitjà del servei TDX (www.tdx.cat) i a través del Dipòsit Digital de la UB (diposit.ub.edu) ha estat autoritzada pels titulars dels drets de propietat intel·lectual únicament per a usos privats emmarcats en activitats d’investigació i docència. No s’autoritza la seva reproducció amb finalitats de lucre ni la seva difusió i posada a disposició des d’un lloc aliè al servei TDX ni al Dipòsit Digital de la UB. No s’autoritza la presentació del seu contingut en una finestra o marc aliè a TDX o al Dipòsit Digital de la UB (framing). Aquesta reserva de drets afecta tant al resum de presentació de la tesi com als seus continguts. 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Baiges i Jardí Departament d’Història Medieval, Paleografia i Diplomàtica Anno accademico 2012-2013 2 Indice Introduzione p. 3 CAPITOLO 1. LA GALLURA NEL BASSO MEDIOEVO p. 13 CAPITOLO 2. IL PERIODO GIUDICALE E VISCONTEO (XI-XIII SECOLO) p. 37 L’assetto amministrativo p. 37 La società p. 46 L’economia p. 47 Il territorio p. 49 CAPITOLO 3. IL PERIODO PISANO (XIV SECOLO) p. 59 L’assetto amministrativo p. 59 La società p. 75 L’economia p. 78 CAPITOLO 4. IL PERIODO CATALANO-ARAGONESE (XIV SECOLO) p. 83 L’assetto amministrativo p. 83 L’economia e la società p. 100 CAPITOLO 5. UN ESEMPIO PARTICOLARE: POSADA p. 105 CAPITOLO 6. LE STRUTTURE ECCLESIASTICHE E RELIGIOSE p. 117 La diocesi di Civita p. 119 La diocesi di Galtellì p. 123 Enti monastici e ospedalieri e l’Opera di S. Maria di Pisa p. 127 Conclusioni p. 135 Appendice documentaria p. 139 Tabelle e tavole p. 253 Bibliografia p. 364 3 Introduzione La tesi costituisce il risultato finale del progetto di ricerca sviluppato durante questi anni di esperienza presso la Universitat de Barcelona. I primi passi di questo lavoro si ritrovano già nella tesi di laurea presentata all’Università degli Studi di Sassari sotto la direzione del Prof. Giuseppe Meloni e del Prof. Alessandro Soddu. A questo primo studio, incentrato sul castello sardo di Posada o della Fava, è seguito un secondo lavoro di ricerca nell’ambito del Diploma de Estudios Avanzados (DEA) della Universitat de Barcelona, sotto la direzione del Prof. Ignasi Baiges. In quest’ultimo caso la ricerca è stata estesa all’intero distretto di competenza del castello, la curatorìa di Posada, per valutare dinamiche di potere e processi insediativi in una prospettiva d’analisi più ampia. Partendo da queste basi, si è deciso di approfondire queste tematiche e di allargare ulteriormente il campo d’indagine, assumendo come campione tutta la regione storica della Gallura, che, all’interno della Sardegna, costituisce un’area fortemente caratterizzata sotto il profilo geografico ed economico-sociale, ma non solo. Il titolo della tesi, Signoria, incastellamento e riorganizzazione di un territorio nel tardo Medioevo: il caso della Gallura, intende infatti sottolineare la dimensione territoriale in senso politico-istituzionale della Gallura, che nei secoli XI-XIII costituì uno dei quattro regni o giudicati della Sardegna. Un’area periferica, certamente, ma nondimeno partecipe in modo diretto o indiretto di alcune fasi della “grande storia”1. Basti pensare alla figura di Ugolino (Nino) Visconti, che fu consapevolmente e fieramente giudice di Gallura, al tempo stesso cittadino pisano e capofila dei Guelfi, oltre che notoriamente amico di Dante Alighieri2. L’arco cronologico preso in esame è quello del tardo medioevo, in particolare i secoli XIII-XIV, quando la documentazione consente di conoscere meglio le strutture politiche, sociali ed economiche e di inserirle nel quadro degli avvenimenti del tempo. Il riferimento nel titolo ai temi della signoria e 1 Cfr: C. GINZBUR, Microhistoria: dos o tres cosas que se de ella, in “Manuscrits”, n. 12, 1994, pp. 13-42; J. SERNA, A. PONS, Cómo se escribe la Microhistoria. Ensayo sobre Carlo Ginzburg, Madrid, 2000. 2 Per conoscere le vicende di Ugolino Visconti vedi: M.TAMPONI, Nino Visconti di Gallura, Viella, 2010. 4 dell’incastellamento anticipa (senza esaurirle) le modalità attraverso cui è stato organizzato e “riorganizzato” questo territorio durante i secoli XIII-XV. Una successione di processi che si riflette nelle stesse giurisdizioni: sardo-giudicale, giudicale-viscontea, pisana, catalano-aragonese e arborense. Si tratta di un fenomeno da studiare non solamente alla luce degli avvenimenti politici, ponendo magari l’accento sul logoro paradigma della “dominazione”, ma che deve guardare necessariamente alle società, alle modalità di gestione dello spazio, all’organizzazione della produzione e del commercio, ecc. Il deposito, anche parziale, di questi fattori nelle fonti scritte e materiali permette di cogliere continuità e cesure, consentendo di superare visioni riduzioniste o al contrario tendenti al esaltare oltremisura le manifestazioni politico-territoriali medievali della Gallura e della Sardegna più in generale. Bisogna aspettare sostanzialmente il XII secolo per “scoprire” nelle fonti il giudicato di Gallura, rischiando di finire in una pista sterile, quella dell’origine di questa forma di governo, uno dei temi ricorrenti della storiografia sarda, ma che esula dagli obiettivi di questa tesi3. Quel che conta è che ci troviamo di fronte a istituzioni già mature, di chiara ascendenza bizantina, comuni (pur con qualche differenza) agli altri tre giudicati (Torres, Arborea, Cagliari), a un’economia di tipo prettamente pastorale, in parte obbligata (fino ai nostri giorni) a causa della morfologia del territorio, in controtendenza rispetto alla spiccata vocazione agricola degli altri regni sardi4. Nelle fonti più antiche emergono anche i forti legami economici con la vicina Corsica ed in seguito con le regioni tirreniche, più che con il resto dell’isola. Di più. L’esordio delle fonti è molto “pisano”, al punto che recenti studi hanno messo in dubbio la stessa capacità di elaborazione documentaria dei primi giudici galluresi, evidenziandone una presunta dipendenza culturale ancor prima che politica da Pisa5. 3 Cfr. G. MELONI, L'Origine dei giudicati, in Storia della Sardegna. 2: dal Tardo Impero romano al 1350, a cura di M. BRIGAGLIA, A. MASTINO, G.G., ORTU, Roma-Bari, 2002, pp. 1-32; C. ZEDDA, R. PINNA, La nascita dei Giudicati. Proposta per lo scioglimento di un enigma storiografico, in “Archivio Storico Giuridico Sardo di Sassari” vol. 12, 2007, pp. 27-118. 4 F. C. CASULA, La Storia di Sardegna, Pisa, 1992, pp. 255-256; O. SCHENA, Civita e il giudicato di Gallura nella documentazione sarda medioevale. Note diplomatistiche e paleografiche, in Da Olbìa a Olbia, 2500 anni di Storia di una città mediterranea. Atti del convegno nazionale di Studi, Olbia, 12 – 14 maggio 1994, II, a cura di G. MELONI – P. F. SIMBULA, Sassari, 1996, pp. 97-112, pp. 97-98. 5 Cfr. A. MASTRUZZO, Un ‘diploma’ senza cancelleria. Un ‘re’ senza regno? Strategie documentarie di penetrazione coloniale in Sardegna, in “Bollettino storico pisano”, LXXVII 5 Certamente i contatti economici e politici tra il giudicato di Gallura e i Pisani furono nei primi decenni del XII secolo strettissimi e si intensificheranno nel corso del secolo e in quelli successivi. Nel 1113 l’Opera di S. Maria di Pisa ricevette da Padulesa de Gunale la curtis di S. Maria di Larathano6. Ancora prima, verso la fine dell’XI secolo, l’arcivescovo pisano intervenne nella veste di legato pontificio in questioni interne al giudicato, che avevano portato il giudice Torchitorio a ricevere una severa reprimenda pontificia7. L’iniziativa dell’arcivescovo pisano e il coinvolgimento dell’Opera del duomo rientra in una più vasta azione finalizzata a conseguire il controllo economico e politico su questo territorio. Nel corso del tempo questi due soggetti si configureranno infatti come altrettante teste di ponte, che, con il coinvolgimento del ceto mercantile e delle famiglie signorili, porteranno a un rapido radicamento pisano in Gallura, che avrà quale prima conseguenza l’apparentamento della dinastia locale con quella dei Visconti e successivamente l’affermazione del dominio diretto del Comune a scapito di questi ultimi.
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