SCIATORI D’EPOCA STORIA DELLA VALANGA AZZURRA Gli esordi: Stagione 1968 -1969 - Arriva Vuarnet VOLUME 2, NUMERO 3-4

La «svolta» di Cesenatico raccontata dalla stampa di settore I «pro» e «contro» Vuarnet

L’Assemblea di Cesenatico che ha de- blea. Prima di addentrarsi nel detta- «punzecchi» indirettamente la rivista cretato la rielezione di Conci alla Presi- glio, il direttore Guido Pietroni riporta rivale Sciare che aveva definito Vuar- denza della FISI è stata ampiamente il suo pensiero sui rapporti che do- net il «mago dello sci» in un numero «coperta» dalla stampa di settore che vrebbero intercorrere fra la libera della rivista ben precedente agli avve- non ha mancato di dividersi sull’ele- stampa e la FISI, lamentando fra l’al- nimenti narrati, quando scrive che « mento di maggior novità scaturito tro, un vero e proprio «boicottaggio» Vuarnet non ha ancora dato nessuna dall’importante avvenimento. La no- nei confronti della propria rivista. prova pratica (la teoria in questo campo mina di Jean Vuarnet come nuovo Di- (vedi articolo sotto). Ma il pezzo clou conta poco) di essere un mago». rettore Tecnico dello sci azzurro ha dell’argomento che ci interessa è scrit- Nell’ultimo numero della stagione, infatti diviso le due principali testate to da Lucio Zampino, che non senza Massimo di Marco direttore di Sciare, a giornalistiche di settore, vale a dire il ragioni, critica la «forma» con cui è commento della nomina di Vuarnet si settimanale Nevesport e il mensile stato dato l’annuncio dell’ingaggio di limita ad un editoriale dal significativo Sciare che si trovano «contrapposti» Vuarnet ma entra anche nel «merito» nel giudizio sulla figura di Vuarnet. La della valutazione tecnica del francese titolo «Perché Vuarnet» (vedi articolo a rivista Nevesport dedica un corposo ponendo pesanti interrogativi sulla pag. 2). Al di là di questa scaramuccia numero sulla assemblea di Cesenatico validità della scelta. (vedi articolo a contingente fra giornali e giornalisti (Nevesport 30 giugno 1968) con servi- pag. 2). Non mancherà di rilevare concorrenti la differenziazione di opi- zi, commenti e la diffusione integrale l’attento lettore di queste e precedenti nioni fra le due riviste sul ruolo e valore di alcune relazioni portate in assem- note come il giornalista di Nevesport di Vuarnet proseguirà a lungo. (M.G.) I rapporti fra stampa e FISI: non sempre «idilliaci»

La stampa ha un preciso compito da si concludono, non ha mai avuto un nella sua relazione, quando paria del assolvere; deve informare obiettivamente proprio ufficio-stampa funzionante. rapporti con la stampa, inizia dicendo: il lettore, deve orientare. E’ un dovere Alla redazioni dei giornali sono giunti Alla stampa e alla televisione abbiamo della stampa quello di indirizzare criti- pochissimi sparuti comunicati e anche chiesto di aiutarci nel mettere in eviden- che costruttive quando se ne prospettino questi redatti in forme stringata e in- za quanto di buono c'è nei nostro sport e l'occasione e la necessità. La stampa, compiuta, con un materiale d'informa- di criticare in forma costruttiva gli aspet- naturalmente, per essere aggiornata e zione assolutamente insufficiente per la ti negativi. All’ingegner Conci dico an- documentata, ha bisogno della collabora- preparazione di un servizio. Per quanto che a nome dei miei colleghi giornalisti zione dl tutti, specialmente dell'appoggio riguarda Nevesport illustrato, la protesta presenti e assenti: Ce lo chieda effettiva- di coloro che — nel caso in esame — potrebbe essere ancora più pesante a mente, ingegnere. Vedrà che la nostra sono posti al vertice della Federazione. E causa dell’intralcio vero e proprio che sensibilità risulterà ancora una volta qui devo cominciare con un rimprovero ho dovuto talvolta riscontrare. Da parte positivamente colpita. E nel chiedercelo al presidente e ai membri del Consiglio federale si è perfino giunti ad impedire non trascuri di assicurarci quella collabo Federale uscente per non aver minima- che tecnici ed atleti rivelassero attraver- - razione che noi ci aspettiamo nel nome mente collaborato coi giornalisti; per so le nostre colonne quegli aspetti nega- dello sport, nel nome dello sci. aver anzi cercato, molto spesso, di intral- tivi che sono spesso scaturiti dal perma- ciare il lavoro dl ricerca della notizia. nente conflitto ideologico esistente tra Vorremmo che una condizione del gene- Federazione e tecnici, fra Federazione e Guido Pietroni - Nevesport 30 giugno 1968 re non si ripetesse. Pregherei quindi chi atleti. Se i dirigenti dei quadriennio da domani sarà il nostro nuovo Presiden- 1964-1968 avessero maggiormente cre- SOMMARIO te ad essere più aperto con la stampa, a duto nei valore della stampa, se questi Il caso Vuarnet 2 non sfuggire ulteriormente il colloquio e dirigenti avessero meditato su quello Perché Vuarnet 2 a tener presente che in un clima di ambi- che certa stampa ha scritto e dibattuto. guità l'intesa è e sarà sempre impossibi- quasi certamente non si sarebbero culla- Si chiude il caso Schinegger 3 le. Senza contare che continuando ad ti in paurose avventure come quella Erik(a) Schinegger 4 ignorare le necessità dei nostro lavoro è della defunta Associazione degli Amici Chi è Jean Vuarnet 5 anche probabile che prima o poi scocchi dello Sci Azzurro, come in quella che ci Vuarnet: soluzione o problema? 6 la scintilla dei conflitto tra chi deve lavo- ha offerto il penoso spettacolo del bino- rare e chi cerca di impedirglielo. La mio Nogler-Alberti alla conduzione Il Vuarnet-pensiero 6 Fisi, nei quattro anni di gestione che qui della nazionale. L'ingegnere Conci, Sci «estivo» 7 VOLUME 2, NUMERO 3-4 PAGINA 2 Il «caso» Vuarnet

Il «caso Vuarnet» poteva e DOVEVA allenatori italiani sono pronti ed aspetta- 12 milioni per anno. «E’ molto meno!» essere trattato in Assemblea. Invece è no con fiducia di essere messi alla prova. egli ha detto. «Allora quanto?» «Non stato schivato. Le ragioni, a mio avviso, 3) Conci avrebbe dovuto giustificare la posso rispondere. Vuarnet è un regalo sono varie: l) Conci avrebbe dovuto spesa per Vuamet (che a quanto pare di papa CONI. La cifra dell'ingaggio giustificare «il «sostanziale cambia- ammonta a 12 milioni per anno) e più del tecnico francese resterà ignota an- mento» di indirizzo» rispetto alle sue ancora quella per Gaston Perrot, secon- che al Consiglio Federale. La conosco «intransigenti decisioni» comunicate al do di Vuarnet. Tra parentesi, in sede di io, la conosce il CONI e basta... ». C.F. di Trieste ai primi di marzo. Allora conferenza stampa, il presidente Conci Cinque minuti dopo la conferenza Conci disse chiaramente che non avreb- ha dato la notizia di Vuarnet come se stampa, Giordano Fabjan - che del be più accettato la presidenza della FISI questi fosse il toccasana di tutti i proble- CONI conosce vita, morte e miracoli senza Rally Marchi commissario tecni- mi del nostro travagliato sci alpino. Io ha smentito questa versione! Circa co o general manager dello sci alpino e, non ho motivo di dubitare delle qualità l’ingaggio di Gaston Perrot, Con- ci fra gli altri, con Vaghi vice-presidente del tecnico francese, ma non mi lascerei l'ha giustificato con i successi sciistici della Federazione. A Cesenatico invece andare ad assurde illusioni: 1) perché ho della Gran Bretagna nell'anno delle si è presentato senza la canditura di il dubbio che se Vuarnet fosse davvero Olimpiadi. Il fatto è che, se l’argomen- Rolly e con la certezza della conferma un genio dello sci difficilmente i francesi to fosse stato trattato in sede di assem- di Vaghi. (Rimane comunque un miste- (specialmente ora che hanno perso Bon- blea, qualcuno avrebbe potuto informa- ro e lo rimarrà per sempre, il fatto che il net lo avrebbero lasciato venire in Italia; re il presidente che i buoni risultati presidente Conci non abbia informato 2) perchè Vuarnet non ha ancora dato della Gran Bretagna rimontano almeno Rolly Marchi delle sue ulteriori trattati- nessuna prova pratica (la teoria in questo a tre anni fa. Il vero artefice dei succes- ve con Vuarnet, tanto più che Rolly e campo conta poco) di essere un mago; si inglesi non è Perrot che ha trovato Jean sono abbastanza amici). La giusti- 3) perché - attenendomi ad una ripetuta tutto fatto, ma dell'austriaco Falk che ficazione di questo dietro-front è evi- affermazione di Bonnet - i grandi cam- ha... creato Hathorn, Galica e C. Pur- dentemente, soltanto una questione di pioni difficilmente diventano grandi troppo lo sci alpino era tabù all’assem- voti; 2) Conci avrebbe dovuto smentire tecnici. Essi - secondo Bonnet - si fer- blea di Cesenatico e tutti questi chiari- pubblicamente il maestro Angelini (con mano ai loro tempi ignorando il progres- menti — che avrebbero potuto essere tutte le conseguenze polemiche del ca- so. Pure in sede di conferenza stampa preziosi — non sono stati fatti. so) quando ha dichiarato a che i nuovi Conci ha smentito che Vuarnet prenderà (L. Zampino - Nevesport 30 giugno 1968) Perché Vuarnet

esenatico, 2 giugno, ore 18 e 30. prima domanda dell’intervista è stata suo collaboratore di fiducia. Anche Questa rimarrà una data storica questa: «Accetterebbe di venire in Italia questo, non è stato un caso. per lo sci italiano. ln quell’stante come Commissario tecnico delle squa- C a scelta di Vuarnet ci ha visto al il Presidente della Federazione Italiana dre alpine?». E l'unica domanda che non centro del «pour-parler» poi Sport invernali, Fabio Conci, rieletto a appare nel nostro articolo pubblicato su andato in porto. Le ragioni che stragrande maggioranza sino a Sapporo «Sciare» di maggio. Semplicemente L ci hanno condotto a proporre Jean- (Olimpiadi 1972) ha svelato nel corso di perché la risposta a questa domanda Jean a Fabio Conci sono certamente una conferenza stampa il nome del nuo- Jean Vuarnet non l'ha data a noi ma a note a chiunque segua l’agonismo ed i vo Com- missario tecnico per le specia- Fabio Conci. A Chamrousse, ultimo suoi protagonisti. Per questo ci riguar- lità alpine: il francese Jean Vuarnet che giorno di gare, Fabio Conci ci aveva an- da, esse prescindono evidentemente verrà in Italia con Gaston Perrot, al qua- nunciato il totale cambiamento dell'as- dal fatto che Vuarnet sia francese e le verrà affidata la squadra maschile. setto tecnico federale. ll rinnovo dei corrispondono alla nostra interpreta- Vuarnet sostituisce cosi Ermanno No- responsabili delle squadre alpine era zione dello sci proiettata in questa gler, mentre Perrot sostituisce Paride condizionato alla conferma del suo inca- rivista che ospita articoli in cinque Milianti. La squadra femminile cambie- rico, ma era ormai stato deciso. Forse, lingue e che raggiunge 14 Paesi euro- rà Italo Pedroncelli probabilmente con prima ancora che da Fabio Conci. dal Gildo Siorpaes. Restano vacanti i ruoli C.O.N.I. Era un problema di scelta, di pei, l'America e il Giappone. d’allenatore della squadra B e della nomi. Noi abbiamo indicato in Gaston ean Vuarnet è il campione olim- squadra Giovani maschile e femminile. Perrot il tecnico di squadra che aveva pico del 1960. Ha vinto la disce- Le decisioni spettano ai nuovo C.T. conseguito, alla guida delle discesiste J sa di Squaw Valley Ispezionan- inglesi, uno dei più brillanti successi do quella pista colma di insidie centi- a figura di Jean Vuarnet è stata dell'anno, alle «classiche» come alle metro per centimetro, studiando i punti da noi tratteggiata nel numero di Olimpiadi. Il giudizio sul talento di Per- dove avrebbe potuto attaccare e dove «Sciare» precedente a questo: L rot era condiviso, del resto, da tutti gli avrebbe potuto recuperare. Sapeva dunque un mese fa e quindici giorni «hommes de ski» più in vista: Bonnet, dove si vinceva a Squaw Valley e sa- prima che Fabio Conci annunciasse la Hoppichler, Baumgartner, Bob Beattie e peva che avrebbe vinto lui. «Caro sua nomina a Cesenatico. Non è stato un dallo stesso Nogler. Successivamente papà - aveva scritto tre giorni prima caso. Quando siamo andati ad Avoriaz, Jean Vuarnet l’ha presentato a Fabio della gara - sono stanco e lavoro mol- in marzo, per incontrare Vuarnet, la Conci come il suo «braccio destro», il to, ma so che la mia fatica (segue a pag.3) PAGINA 3 STORIA DELLA VALANGA AZZURRA

(segue da pagina 2) sarà premiata con la amore della sua vita. una revisione totale della nostra didatti- medaglia d'oro... ». Questo non è soltan- ca agonistica che, in concreto, dovrà

to il più caro episodio della vita di Vuar- raggiungere risultati d'impostazione net. E una testimonianza di metodo, è lo roponendo Vuarnet a Conci, non generale. A tal fine è veramente auspi- sci come studio e ricerca tecnica. Dal abbiamo pensato a una cabile la collaborazione del maestri 1960 ad oggi, spinto da un'eccezionale P «soluzione francese » e quindi italiani e in particolare dei maestri- passione, Vuarnet è sempre rimasto vi- anti-italiana. Abbiamo pensato allo allenatori, alcuni dei quali si affianche- cino all’agonismo. Ha seguito il pro- scienziato senza guardargli il passapor- ranno a Jean Vuarnet nel quadriennio gresso sciistico dall'interno. sempre da to. Le reazioni che in tal senso suscitano che conduce ai mondiali del 1970 in protagonista, non spettatore. La sua co- la sua nomina a C.T. delle specialità Valgardena e alle Olimpiadi di Sapporo. noscenza degli atleti è accompagnata da alpine sono odiose, vili e scioviniste. Al Una collaborazione sincera, aperta. Noi una conoscenza tecnica che può spartire contrario, noi riteniamo che il dialogo la invochiamo per l'avvenire dello sci con pochissimi altri al mondo. Vuarnet è italiano con questo grande studioso, italiano fra chi vedrà in Vuarnet lo scienziato dello sci. I problemi che possa fruttare ottimi risultati e porre le l’«homme de ski», non lo « straniero ». esso comporta nel campo dei materiali, basi per rivedere i nostri schemi scola- A costoro ci è facile oggi far osservare delle scioline, delle posizioni e degli stici in funzione di una progressione che dietro la medaglia d'oro conquistata stili lo hanno talmente affascinato da agonistica che (questo è un fatto) manca da Franco Nones ad Autrans, nel fondo, fargli rinunciare il proseguimento degli nei testo della scuola italiana. Vuarnet c'e Bengt Herman Nilsson. Svedese. studi che lo avrebbero portato alla lau- non è una sfida ai tecnici italiani; su rea in legge. Vuarnet l'ha barattata con questo piano rappresenta piuttosto una laurea in sci, più vicina al grande un'occasione favorevole per dar luogo a Massimo di Marco - Sciare maggio 1968 Si chiude il «caso Schinegger»

Si chiude definitivamente il «caso Schi- buona fede dell’atleta ( e della Federazione co. Con le più moderne tecniche di negger», la forte atleta austriaca - campio- austriaca). In sostanza ci si è chiesti come determinazione cromosomica del sesso ne mondiale in carica di discesa libera - sia stato possibile un così grossolano errore (possibili nel 1968 ma assenti negli su cui si sono avuti dubbi sull’effettivo di riconoscimento, data l’evidente differenza anni del secondo dopoguerra, quando sesso biologico all’indomani delle Olim- che vi è fra un maschio e una femmina come nacque Schinegger) stabilire il sesso di piadi di Grenoble. Erik(a) Schinegger ha struttura fisica e psicologica per non parlare un neonato in caso di malformazioni o cambiato sesso anagrafico - da femminile delle differenze nei genitali esterni e nei di ambiguità dei genitali esterni è facile e maschile - poiché sul sesso biologico caratteri sessuali secondari. Il fatto che sia e inequivocabile, salvo casi oggi ben non sussistono ormai dubbi. L’atleta, rico- successo, evidentemente, rende ragione di codificati di mosaicismi cromosomici nosciuta alla nascita come femmina e questa possibilità. Da un punto di vista pret- che ingarbugliano ulteriormente la iscritta all’anagrafe come tale, ha vissuto tamente medico-legale, in casi particolari questione. Il «caso» Schinegger va la sua vita, personale e agonistica al fem- neppure estremamente rari, il riconosci- preso per quello che è ed è stato: il minile, ancorchè di sesso biologicamente mento certo del sesso in base all’ispezione caso di un bambino poi ragazzo che si è maschile. Sul «caso» sono scorsi fiumi esterna dei genitali non è affatto facile e creduto e ha vissuto da donna. Il fatto d’inchiostro mettendo anche in dubbio la talvolta non lo è neppure al tavolo autopti- che fosse un atleta e che i cromosomi maschili lo abbiano avvantaggiato sul piano agonistico, senza peraltro che l’atleta ne fosse pienamente consape- vole, nulla toglie al dramma psicologi- co che ha vissuto quando è stato messo di fronte ad una realtà «biologica» che fino a quel momento gli era estranea. Stampa e commentatori dell’epoca non erano ancora pronti, sia come cono- scenze scientifiche che come habitus mentale a trattare argomenti «delicati» di tale natura e ne fanno fede, senza che questo sia un giudizio di «valore» sugli autori, molti articoli che hanno trattato l’argomento con toni fra lo scandalistico e sensazionali- stico, la «pruderie» e la «strizzatina d’occhio». A pag. 4 l’articolo di Glo- rianda Cipolla, che ha vissuto in «diretta» gli avvenimenti, riepiloga fedelmente fatti e «sensazioni» del tempo ed è un buon documento su una vicenda che ha fatto «epoca». Resta (ed è rimasto a lungo) l’interrogati- vo ,più che altro formale, su chi abbia vinto la medaglia d’oro di discesa libe- ra a Portillo. Per molti anni gli annali Schinegger quando era ancora Erika Nevesport 30 giugno 1968 della FIS hanno riportato Erika Schi- negger come vincitrice della medaglia d’oro. (M.G.) [...] Vedo la foto di una persona che ras- grande dubbio. Anche perchè, pur poten- sarà restituita. A mio avviso non è giu- somiglia a qualcuno che conosco. Leggo dolo, la «scomparsa» Erika non andava sto che l’intestataria di un titolo mon- il titolo: «Una campionessa di sci ha mai, per esempio, in piscina. La prima diale sia una persana che non esiste, cambiato sesso». Rimango shoccata! Mi «bomba» sul «caso Schinegger scoppiava che non è mai esistita! Una donna non sembra impossibile. Erika Schineggere all’inizio del mese di dicembre scorso a si trasforma in uomo se è davvero don- non esiste più. Al suo Cervinia. C’ero anch'io las- na. Erika aveva anche a Portillo, sia posto è comparso sù, con tutta la squadra pure in buona fede, una «a» finale in misteriosamente Erik. azzurra. L'allora Erika, più. Il titolo della libera speatta quindi, Farà anche lui lo scia- durante gli allenamenti in di diritto, a . Alla tore. Leggo ancora: discesa, raggiungeva per- piccola Annie Famose, anziche il bron- «Erika Schinegger, la formances favolose. Christe zo, spetta l’argento, alla tedesca Burgl formidabile discesista Haas, che della «libera» è Faerbirger quella di bronzo. Qui Erik(a) austriaca, vincitrice stata la più grande speciali- conclude la stagione e la sua carriera della medaglia d'oro sta subiva distacchi fuori (abusiva) di sciatrice. Lo bloccano, ai campionati del dal normale: ad ogni disce- coem ho detto, prima dell’inizio della mondo di Portillo nel sa tra Christl ed Erika c’e- stagione olimpica. Lo rivedremo in Val- 1966, ha cambiato rano sette/otto secondi in gardena e Sapporo compagno di squa- sesso, dopo quattro favore di quest'ultima. dra di Matt e Huber? delicatissime opera- Dapprima tutti credettero zioni chirurgiche. Sui che Schinegger fosse in La medaglia di Portillo registri anagrafici il Erik Schinegger gran forma e che la libera suo nome femminile è di Grenoble non le sarebbe scomparso: la trionfa- sfuggita e che Erka si av- Di chi è la medaglia d’oro della libera trice di Portillo è diventata il signor Erik viava verso una favolosa carriera... Io, di Portillo? Glorianda Cipolla, e con Schinegger, anni 20, deciso a riallacciare quando mi raccontarono la storia dei lei numerosi giornalisti e commenta- gli sci e a competere sulla neve con i pesanti distacchi subiti dalla Haas, guar- tori, non ha dubbi: Marielle Goitschel. campioni del sesso maschile. Il cambia- darvo in faccia Giustina, Giustina guardò Lo stesso Schinegger restituì la meda- mento di sesso è stato portato a termine Pedroncelll e Italo guardò me. Nessuno glia d’oro alla sua legittima proprieta- nel corso di una mdegenza di sei mesi in fece commenti ma credo che tutti pensas- ria ben prima che la FIS modificasse clinica: oggi superato il comprensibile simo la stessa cosa. A me venne in mente l’ordine d’arrivo della libera di Portil- trauma, Erik Schinegger racconta agli la Haas, a Portillo. Christl laggiù si era lo. Questo avvenne con ben trent’anni amici con calma stupefacente i particola- isolata da tutto il resto della squadra au- di ritardo dalla scoperta del reale ses- ri della sua «trasformazione».... I primi strìaca. Il suo allenatore Gamon disse che so della vincitrice. All’indomani dei dubbi, le prime perplessità ed anche le Christl odiava Erika. Oggi lo credo an- fatti narrati in queste pagine, il presi- prime voci erano corse alla vigilia delle ch'io. Non è nemmeno da escludere l'ipo- dente della FIS, lo svizzero Marc Hod- Olimpiadi di Grenoble. Erika Schinegger tesi che Christl Haas, già da allora, potes- ler, fu piuttosto categorico: il nome di faceva parte della squadra femminile se «accusare» Erika di scarsa femminili- Erika Schinegger rimarrà negli annali austriaca e tutti la indicavano come la tà». Tornando a Cervinia, sono convinta della FIS come vincitrice della libera favorita per la medaglia d'oro della disce- che ad accelerare la a trasformazione di mondiale del 1966.[1] Un’altra prota- sa libera. " L'intera faccenda era comin- Erika sia stato proprio Nevesport che fece gonista dello sci mondiale come Nan- ciata in dicembre - racconta adesso Erik in quei giorni due grosse inchieste: una cy Greene in accordo sostanziale con Schinegger - durante gli allenamenti a sul doping degli sciatori, l'altra sui... la decisione di Hodler affermò che Cervinia. Allora mi trovavo sempre tra i «cromosomi» delle donne sciatrici. Si Schinegger «non aveva tentato di cinque sciatori più veloci. Le mie compa- informava - fra l'altro - che a Grenoble ingannare nessuno, anche se qualcu- gne Olga Pall e Christl Haas arrivavano per la prima volta sarebbe stato reso ob- no lo pensava» [1] La decisione di sempre setto/otto secondi dietro di me. bligatorio un esame medico che stabilisse lasciare a lungo il nome della Schi- Tutto poi avvenne con sorprendente ra- - senza alcun dubbio - la femminilità di negger negli annali dello sci femmini- pidità. Ricordo benissimo: ero in stanza ogni sciatrice. Cinque o sei giorni dopo le, si basava su considerazioni che con Christl Haas quando seppi di avere l’arrivo di Nevesport a Cervinia, scoppiò il oggi riterremmo molto «avanzate» troppi ormoni maschili. Per me crollava «caso Schinegger». Il commissario tecni- rispetto a quei tempi. Si pensava, in tutto il mondo giacchè sino a quel mo- co austriaco Hopplicher e l’allenatore sostanza, che un individuo che fosse mento mi ero sempre sentita donna e da Gamon, dopo aver letto il servizio sui cresciuto come femmina fin dalla donna ero stata educata!». [....] Dunque «cromosomi» incominciarono, con molta nascita, che era psicologicamente e è proprio vero: nel famoso edificio esago- probabilità, ad associare i favolosi tempi socialmente riconosciuto come tale nale di Portillo dove durante i mondiali di Erika alla sua «scarsa femminilità». La potesse partecipare a gare femminili del 1966 nessun uomo poteva avvicinar- fecero visitare ed Erika fu subito….Erik! indipendentemente dal sesso cromo- si, c'er, con noi un clandestino. Incomin- (anche se prima ha dovuto subire quattro somico, genitale o ormonale. La que- ciammo proprio lì ad avere i primo so- delicati interventi). Questa mia ricostru- relle sulla attribuzione «formale» spetti sulla femminilità totale della Schi- zione dei fatti trova conferma dalle stesse della medaglia andò avanti per ben negger. Un giorno la trovammo, Giustina dichiarazioni di Erik Schinegger quando trent’anni: solo nel 1996 fu formal- Demetz e io, in maniche di camicia. Le dice: « L’intera faccenda cominciò a di- mente corretto il medagliere di Portil- sue braccia muscolose, le mani pretta- cembre, durante un allenamento a Cervi- lo. (M.G.) mente maschili ed altri particolari asso- nia…». Ora ci si chiede se la medaglia di ciati a baffi evidenti destavano in noi il Portillo rimarrà preda di un abusivo o [1] J. Fry Women’s champ is a man! - SKI marzo 2001 VOLUME 2, NUMERO 3-4 PAGINA 5

Vuarnet: soluzione o problema per i mali dello sci azzurro? Vuarnet, i materiali e gli industriali L’ingaggio di Jean Vuarnet, sug- scapito di quelli italiani. Certa- “E’ necessario che la squadra italiana abbia gerito al presidente Conci dal mente è giunta all’orecchio di materiale italiano. Scegliendo materiale stranie- giornalista Massimo Di Marco Vuarnet questa voce cui rispon- ro correremmo sempre il rischio di essere mal [cit] per ricostruire la nazionale de sia nel merito tecnico che serviti. Tutti i fabbricanti del mondo, il loro italiana e rinverdirne la sbiadita chiedendo una collaborazione miglior materiale lo danno ai propri atleti nazio- immagine internazionale, ha non che prelude a una profonda e nali. Quando correvo io, ho usato, fra gli altri, pochi sostenitori ( si vedrà poi in radicale riorganizzazione dei sci austriaci. Ecco perché dico che gli italiani seguito quanto motivati) ma an- rapporti fra atleti e fabbricanti di devono correre con sci italiani. Ma con dei buo- che non pochi diffidenti e critici, attrezzi tecnici e fra industriali e ni sci. In Italia a quanto mi è stato detto, esiste più o meno espliciti, e una buona Federazione. Vi è, in nuce, l’idea un grosso problema di questo genere. Cercherò fetta di “zona grigia” (sempre in di collaborazione che porterà di risolverlo nel migliore di modi. Il mio ruolo, maggioranza in Italia) che prefe- alla costituzione del “pool” di assieme a quello degli allenatori, sarà quello di risce attendere gli eventi prima aziende fornitrici di materiale aiutare gli sciatori a conoscere e saper scegliere di parteggiare ( e salire sul carro tecnico e abbigliamento. Succes- la loro attrezzatura. Devono avere idee assoluta- del vincitore) o criticare ( e dare sivamente Vuarnet sarà ancora mente precise su quello che è un buon paio di il calcio dell’asino). Fra gli argo- più esplicito, soprattutto nel de- sci da slalom, da gigante o da discesa. Ho biso- menti a favore di una certa diffi- finire quelli che dovranno essere gno anch’io, però, della collaborazione dei fab- denza nei confronti di Vuarnet vi i rapporti fra gli atleti e i produt- bricanti per riuscirvi” [1]. è certamente la nazionalità, più tori di sci e scarponi chiarendo che per motivi di “pelle” - i cugi- che “ se ricevono compensi dal- ni francesi non ci sono mai stati le Case hanno il dovere e l'inte- molto simpatici in questo peral- resse di dare una consulenza tro ampiamente ricambiati - per tecnica , senza limitarsi a fare motivazioni più «pratiche» . Fra gli uomini-sandwich. Esiste qui una serie di rapporti non facili, i diffidenti è probabile che vi sia- e da impostare ex-novo.” [1] no gli industriali del settore ( sci, attrezzatura e abbigliamento) che vedono Jean Vuarnet come portatore di interessi francesi a [1] M.G. Marchelli - La Stampa 27 luglio 1968 CHI È JEAN VUARNET

Al di fuori della ristretta cer- vi; in questi sette anni è stato ( la posizione a “uovo”). Inno- prensorio sciistico del mon- chia degli «addetti ai lavori» o spesso lui il cervello della vazioni destinate a rivoluzio- do: Portes du Soleil ad Avo- degli appassionati, in Italia squadra, con i suoi studi sulla nare la disciplina della discesa riaz (frazione di Morzine). pochi conoscono Jean Vuarnet. posizione di ricerca di veloci- libera e assicurare per due L'impronta «avveniristica» Si sprecano pertanto sui quoti- tà, sui materiali, sulle scioline, intere stagioni ai francesi la data da Vuarnet ad Avoriaz diani le biografie più o meno sull’aerodinamismo e sugli supremazia assoluta anche ha incontrato successo e gli «aggiornate». Nato il 18 gen- attriti. Questa costante appli- nella discesa, dove gli austria- ha portato tra le mani un naio 1933 a Tunisi, Jean Vuar- cazione lo porta alla Medaglia ci avevano concesso sino a giro — si dice — di due mi- net arriva a Morzine all’età di di bronzo ai Campionati del quel momento ben poche liardi di lire che gli hanno un anno con il padre medico. Mondo a Bad Gastein soddisfazioni ai loro tradizio- messo le spalle al sicuro. Ma Destinato, nelle intenzioni del (Austria) nel 1958 che è an- nali avversari. Dei suoi studi Avoriaz adesso è lanciata, padre, a seguirne le orme pro- che l'anno del suo matrimonio e della sua collaborazione l'affare va e Vuarnet non fessionali, il giovane Jean ap- con l'eccellenza dello sci fran- singolarmente intelligente ha ama stare con le mani in passionato di sci e già avviato cese Edith Bonlieu, tre volte tratto non poco giovamento mano a godersi la «fortuna». ad una brillante carriera agoni- campione di Francia e sorella anche Bonnet per gettare le Dopo la nomina a presidente stica, si iscrive alla Facoltà di del campione olimpico Fran- basi di quella che sarebbe dell'Ufficio del Turismo di Legge di Grenoble, meno im- cois Bonlieu. Vuarnet rag- stata poi la favolosa «Equipe Morzine-Avoriaz diviene pegnativa e vicina a Morzine. giunge la consacrazione come de France» delle ultime sta- successivamente Vicepresi- Qui frequenta il Grenoble campione olimpico di discesa gioni. Ritiratosi dall’attività dente della Federazione University Club, fucina di ta- libera il 22 febbraio 1960, ai agonistica si è messo in Francese di Sci (FFS). Con- lenti sciistici e vince sette titoli Giochi Olimpici di Squaw Val- «affari» ma sempre nel campo testato dalla retroguardia nazionali in Francia. Ha fatto ley in California dove presenta di sua competenza, creando conservatrice, lascia quindi parte della Nazionale di Fran- nuovi sci di metallo, i da nulla una nuova stazione la FFS per accettare l’incari- cia dal 1953 al 1960 e ne cono- "Rossignol Allais 60" e una invernale nell’Alta Savoia che co di Direttore Tecnico dello sce tutti i segreti vecchi e nuo- nuova posizione aerodinamica costituisce il più grande com- sci italiano. PAGINA 6 STORIA DELLA VALANGA AZZURRA Il Vuarnet-pensiero Maria Grazia Marchelli, ex azzurra nella preparazione dei suoi atleti sedute dizioni atletiche, lo stato della tecnica degli anni ‘50 ora giornalista della regolari di preparazione fisica “a secco”. sciistica, i risultati nelle competizione Stampa, visita il ritiro della nazionale La constatazione, dopo brevi e semplici e l’auspicato avanzamento nelle gra- a Cervinia per incontrare Jean Vuar- prove atletiche (corsa, salto, lancio del duatorie di merito. Tutto ciò verrà net. Nel corso di una lunga chiacchie- peso), che gli sciatori italiani avevano discusso con gli atleti mettendoli al rata ne distilla il Vuarnet-pensiero. prestazioni atletiche peggiori di quelle corrente della loro situazione e discu- Per il momento Vuarnet individua di un trentacinquenne sovrappeso (lo tendo con loro il programma persona- due problemi che sarà necessario ri- stesso Vuarnet) mette in una certa ap- le di allenamento e di partecipazione solvere prima di affrontare le questio- prensione Vuarnet che considera priori- alle gare. Una inversione a 18o° ri- ni più prettamente tecniche. In so- tario il potenziamento atletico dei suoi spetto alla precedente gestione in cui, stanza, Vuarnet dice che prima di uomini, prima che la stagione agonisti- dopo le selezioni di dicembre e la for- veder sciare i suoi uomini è necessario ca inizi. Al riguardo, Vuarnet si affida mazione delle varie squadre, gli atleti fornirli di preparazione atletica ad Hubert Fink, preparatore atletico seguivano un programma comune di adeguata e di buoni materiali, poi anche con Nogler ma su basi alquanto allenamenti e gare, deresponsabiliz- si potranno prendere in considerazio- diverse. Il prof. Fink elabora piani di zando un po’ gli atleti che seguivano i ne la tecnica sciistica. La carente allenamento personalizzato che pre- programmi per loro predisposti senza preparazione atletica degli azzurri è vedono allenamento a secco durante capirne e approvarne la logica. Fra le un tema ricorrente nelle interviste a appositi ritiri collegiali ma soprattutto altre novità, un deciso aiuto dalla Vuarnet. Il problema è stato molto l’effettuazione di attività fisica persona- tecnologia, che a parte il cronometro, probabilmente sottovalutato in passa- lizzata anche al di fuori degli abituali difettava alquanto rispetto all’uso che to pensando, a torto, che 6-7 ore pas- periodi di ritiro collegiale, attività la- ne fanno le nazionali all’avanguardia: sate ad allenarsi sulle piste di sci fos- sciata non già alla buona volontà dei la galleria del vento per studiare l’ae- sero più che sufficienti, oltre a perfe- singoli ma strettamente programmata e rodinamicità della posizione in condi- zionare la tecnica, anche a rinforzare sotto la responsabilità degli atleti (non zioni di velocità (utile in discesa libe- e mantenere la tenuta atletica. Niente essendo ovviamente controllabile dagli ra) e soprattutto le riprese televisive di più sbagliato: Honorè Bonnet allenatori). “La parte più innovatrice della prove in allenamento che con- (allenatore della Equipe de France) del programma di Jean Vuarnet sentono ad atleta ed allenatore di veri- calcolò che su sei ore passate sulle sembra tuttavia quella che prevede ficare immediatamente errori tecnici piste , solo mezz’ora è dedicata al ge- la massima responsabilizzazione da correggere. Infine il problema ma- sto atletico (il resto sono attese e risa- degli sciatori affidati alle sue cure. “ teriali tecnici, su cui Vuarnet ha idee lite sullo skilift, fermate a discutere scrive la Marchelli [1], che significa precise e che prevedono il coinvolgi- con gli allenatori, pause varie) e per nelle intenzioni di Vuarnet avere sotto mento dell’industria (vedi riquadro tale motivo, da tempo aveva incluso controllo, di ogni singolo atleta, le con- pag. 5)

Cervinia, 26 luglio. Un gruppo di scia- e negli ultimi giorni ha passato in esame di . Vorrebbe Gaston Perrot, che trici e di sciatori azzurri è radunato a gli atleti e anche le strutture federali, i ha portato quest'inverno al successo le Cervinia per una prima « presa di con- possibili allenatori, i dati acquisiti (non ragazze inglesi: ma Perrot ha problemi tatto » con il nuovo direttore tecnico molti per la verità). Ha elaborato un familiari, e oltretutto in Italia qualcuno delle squadre italiane, Jean Vuarnet. Ci programma di massima, vuole avere a ha protestato, all'idea di ben tre francesi sono tutti i discesisti della «vecchia» disposizione parecchi allenatori in parte a capo delle squadre azzurre. In tutti gli nazionale di Nogler, escluso Senoner francesi e in parte italiani; ha pratica- sport, il problema degli allenatori è com- che si è ritirato: Anzi, Berthod, Cla- mente riconfermato Bernard Favre, che plicato da risolvere: il problema fonda- taud. Compagnoni, De Nicolò, De Tas- la stagione scorsa era riuscito a dare ai mentale resta comunque quello degli sis, Dibona, Mahlknecht, Mussner, più giovani della Nazionale entusia- atleti. Piazzalunga, Schmalz, Vachet, Valenti- smo e fiato, Gildo Siorpaes di Cortina, ni e Zandegiacomo. Con loro ci sono che seguiva le ragazze della squadra B, anche le ragazze: Chevallard, Cipolla, è andato a Courmayeur a cercare Osval- Demetz, Fasolis, Strauss e Nogler. do Picchiottino che della squadra A Vuarnet ha preso la situazione di petto, femminile era stato l'allenatore al tempo [1] M.G. Marchelli - La Stampa 27 luglio 1968 VOLUME 2, NUMERO 3-4 PAGINA 7 La “vecchia guardia” della Nazionale italiana di sci del 1968/69

Gerhard Mussner e Ivo Mahlknecht Sci «estivo» Dall’Equipe a Pra Loup ’austriaco Reinhard Tritscher e Torna a Cortina la la francese Frangoise Macchi Il primo luglio scadrà il contratto che per sono i vincitori della « XVI-II «Coppa Colli» L nove anni ha «legato» il discesismo fran- Coppa Grossglockner » di slalom cese al nome di Honoré Bonnet. Il « pa- Dal prossimo anno Cortina ri- gigante. Gli italiani hanno piazzato al tron » ha deciso. Non ha rimpianti nel quinto posto Gerardo Mussner, al prenderà quel ruolo dl lasciare la sua grande «equipe ». Anche «primadonna» dell'agonismo settimo Mahlknecht, al tredicesimo perché è sicuro di lasciarla in buone ma- Clataud, al quindicesimo Compagno- internazionale che negli ultimi ni, sotto la direzione di Jean Beranger e anni sembrava aver definitiva- ni, al diciottesimo De Tassis, al di- René Sulpice, i due allenatori che egli ciannovesimo Carlo Demetz, al venti. mente perduto. E‘ di pochi giomi stesso ha plasmato negli ultimi sei anni; fa la notizie che la Federazione duesimo Eberhard Schmalzl. In cam- Bonnet ha già scelto la sua nuova occu- po femminile Giustina Demetz ha lnternazionale di Sci ha deciso di pazione; alla fine dell'anno scolastico si assegnare Cortina d'Ampezzo conquistato il quarto posto. trasferirà con la moglie e le due figlie in una gara F.I. S maschile e fem- una nuovissima località, Pra Loup. Non minile. Si tratta della classica è stata una decisione avventata; infatti manifestazione per le «Coppa Bo net è azionista di Pra-Loup fin dal I Maestri Italiani di sci mes- Ilio Colli» e si svolgerà su due 1960. Qui riverserà tutte le sue energie prove di slalom speciale ed una si in «riga» da Zeno Colo’ con la passione e l'abilità che lo hanno dl discesa libera nel giorni 7, 8 e fatto emergere in tutte le attività che 9 febbraio 1969. La Coppa Col- abbia finora intrapreso. li avrà particolare importanza in quanto verrà disputata nella gior- nate immediatamente precedenti le premondiali in Val Gardena.

Bruno Alberti Gildo Siorpaes e Pari- de Milianti festeggiano Zeno Colò 30 maggio 1968 Honorè Bonnet SCIATORI D’EPOCA Quelli che amano la Valanga Azzurra, quelli che amano gli sci "diritti", quelli che curvano usan- do i loro piedi, quelli che amano la montagna, S IAMO SU INTERNET QUELLI CHE AMANO LO SCI. WWW. SCIATORIDEPOCA. IT

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Fonti bibliografiche consultate

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