Tesi Dottorato
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! ! ! ! DOTTORATO IN SCIENZE STORICHE, ARCHEOLOGICHE E STORICO-ARTISTICHE Coordinatore prof. Francesco Caglioti XXX ciclo Dottorando: dott. Gerardo Cringoli Tutor: prof. Pierluigi Totaro Tesi di dottorato: L’integrazione competitiva. L’industria elettrica italiana prima della nazionalizzazione 2017 «Ahi signor Herdhitze, ahi signor Herdhitze, mio misterioso concorrente! Come sono ingombranti i grandi padri! Essi hanno riempito la nostra Colonia di complessi industriali maestosi come chiese. Ciminiere, ciminiere, ciminiere… una Atene di cemento!!» Porcile, Pier Paolo Pasolini 1 Non basterebbero le pagine di questa tesi per ringraziare tutte le persone che mi hanno guidato, supportato e sostenuto durante questi tre anni di intenso lavoro di ricerca. Il mio più sentito ringraziamento va al professor Pierluigi Totaro, docente presso l’ateneo Federico II di Napoli, mio relatore e paziente insegnante di metodo, un vero sostegno durante tutto il periodo di dottorato. Infatti, il professor Totaro ha reso possibile l’apertura di nuove prospettive di indagine nella mia ricerca su un tema fondamentale per chiunque voglia avvicinarsi alla storia d’impresa in Italia. In questi tre anni il lavoro di archivio è stato proficuo soprattutto grazie al personale archivistico che ho incontrato sulla mia strada. Sentiti ringraziamenti vanno al personale dell’archivio storico Enel, che pazientemente ha esaudito le mie richieste; soprattutto desidero ringraziare il dott. Paolo De Luce, direttore dell’archivio Enel, uomo di alte competenze storiche e, soprattutto, ricco di qualità umane rare. Leopardi scrisse: «nessuna compagnia è piacevole al lungo andare, se non di persone dalle quali importi o piaccia a noi d’essere sempre più stimati»; spero che la mia lunga compagnia offerta al direttore dell’archivio storico Enel sia stata piacevole, perché basata sulla stima reciproca. Professionalità, competenza e passione per la storia ho ritrovato anche nel personale dell’archivio storico della Fondazione Edison di Milano. La Edison è tutt’oggi nel novero delle società che desiderano non lasciarsi alle spalle il proprio passato, per progettare il loro futuro consapevoli di ciò che hanno rappresentato per l’economia del Paese. La loro cura e la loro dedizione nella conservazione dell’importantissimo patrimonio archivistico in possesso ne è una dimostrazione. Per badare alla salvaguardia del proprio passato, la prima società elettrocommerciale italiana ha affidato il proprio archivio alle sapienti mani del sig. Antonio Busatto, al quale va il mio più profondo ringraziamento, non solo per il supporto tecnico all’interno dell’archivio della Fondazione Edison, ma anche per la calorosa accoglienza riservatami, sintomo di amore per la storia e per chiunque cerchi di ricostruirla. 2 INDICE Pag. INTRODUZIONE 6 CAPITOLO I- I primi cinquant’anni di elettricità italiana. Dalle origini all’oligopolio I.1 Scienza, tecnologia e impresa: capitale privato e transizione energetica 40 I.2 Elettricità e politica industriale 58 CAPITOLO II- La costruzione dell’oligopolio II.1 L’integrazione amministrativa 79 II.2 L’integrazione energetica e territoriale 98 II.3 L’integrazione competitiva: la persistenza della concorrenza 115 CAPITOLO III- Crisi economica e Stato imprenditore. L’IRI e l’elettricità III.1 Economia e impresa nella crisi post-ventinove. I dati della Banca d’Italia 118 III.2 L’irizzazione del settore elettrico 130 III.3 La sistemazione della Sip 148 CAPITOLO IV- Il caso Unes. Da monopolio “extra-regionale“ a società controllata IV.1 La Unes negli anni Venti 168 IV.2 L’ora della verità. La gestione finanziaria di Simonotti/Mazzotti-Biancinelli 173 IV.3 L’ora del risanamento 179 IV.4 Nuove prospettive 189 CAPITOLO V- Il post-irizzazione: l’integrazione tra Stato e oligopolio V.1 Uomini di Stato e uomini d’impresa 199 3 V.2 Zone e forniture. Gli accordi 218 V.3 Oltre l’integrazione. I conflitti interni 256 CAPITOLO VI- La nazionalizzazione del settore elettrico VI.1 Ottant’anni di progetti 280 VI.2 Nel segreto dei consigli. Le parole dei verbali dei consigli di 295 amministrazione CONCLUSIONE 321 APPARATI 326 BIBLIOGRAFIA 386 4 Abbreviazioni ASEN, Archivio storico Enel ASED, Archivio storico Fondazione Edison ASIRI, Archivio storico IRI ASIS, Archivio Storico Intesa San Paolo VCA, Verbali consigli di amministrazione CDA, Consiglio di amministrazione 5 Introduzione- Le forze della nazione. Risorse, impresa ed elettricità Le risorse energetiche e la produzione di elettricità La capacità di sviluppo di un Paese è legata in modo inscindibile anche alla conformazione geologica del suo territorio. Infatti, la storia economica mondiale vede come soggetto produttore, o promotore di produzione, il suolo, sia esso direttamente utilizzato per ricavare beni, sia come fonte da cui trarre le energie necessarie per la trasformazione industriale nelle economie avanzate. Grazie a condizioni geologiche favorevoli, dunque, alcuni Stati hanno mostrato la capacità di abbandonare una fase di adolescenza economica per raggiungere la piena maturità produttiva, incamminandosi verso un nuovo sentiero segnato dalla crescita moderna. Ciò non esclude l’importanza assunta nella storia dal ruolo delle istituzioni e dalla loro capacità gestionale di indirizzare un popolo verso nuovi metodi produttivi che oltrepassino la linea antica della sussistenza agraria attraverso un’eccedenza energetica; e oltre al ruolo della politica bisogna riconoscere la rilevanza dell’ingegno umano nel costruire nuovi paradigmi della conoscenza scientifica utili a veicolare mercati e stravolgere interi assetti economici1. Non è un caso che la prima nazione a cimentarsi con le dinamiche industriali sia stata l’Inghilterra. Nel territorio anglosassone era presente una grande abbondanza di carbon fossile che gli abitanti utilizzavano da diversi secoli2. In più, l’Inghilterra stava sperimentando dal XVII secolo l’esperienza delle enclosures, che penalizzava i piccoli produttori e sosteneva i grandi proprietari provenienti dalla borghesia mercantile, sostituendo una visione da piccola produzione agraria di sussistenza con una mentalità capitalistica3; il tutto fu poi agevolato da un sistema normativo favorevole alla 1 P. Malanima, Le energie degli italiani. Due secoli di storia, Bruno Mondadori, Milano, 2013. 2 Ivi, p. 12. 3 K. Polanyi, La grande trasformazione, Einaudi, Torino, 1974. 6 trasformazione in atto e legato alle necessità di una nuova classe media innovativa anche dal punto di vista tecnologico4. Ma nello stesso periodo dove si colloca la frammentata Italia nella classifica dei territori in fase di sviluppo? Escludendo le differenze, anche se sostanziali, tra i vari Stati che componevano il puzzle italiano, si può affermare che la nostra penisola si attardava nel processo di crescita moderna, e questa caratteristica perdurò negli anni successivi alla costruzione dell’unità nazionale. Dunque, mentre l’Inghilterra e altri Paesi europei completavano la transizione energetica5 utilizzando risorse definite moderne6, l’Italia mostrava solo una timida crescita nello sfruttamento di questi mezzi all’indomani dell’epopea risorgimentale7. 4 D. S. Landes, Cambiamenti tecnologici e sviluppo industriale nell’Europa occidentale, 1750-1914, in Storia economica Cambridge, Einaudi, Torino, 1974-1980, vol. VI/1. Si legge alle pp. 318-319: ‹‹Colpisce il fatto che la maggior parte dei creatori delle prime macchine tessili provenisse dalla classe media. John Kay era figlio di un “substantial yeoman”, ossia un piccolo proprietario facoltoso; Lewis Paul, figlio di un medico […] Non era disdicevole, nel XVIII secolo, che i rampolli di buona famiglia fossero mandati come apprendisti presso tessitori; il lavoro e l’abilità manuale non erano stigmate del popolano in contrapposto al borghese››. 5 P. Malanima, Le energie degli italiani, cit., p. 13. Si legge a p. 13: ‹‹Negli ultimi due secoli le fonti di energia tradizionali riproducibili sono state sostituite da fonti di origine fossile non riproducibili. Questa trasformazione viene di solito denominata “transizione energetica”. La transizione si è conclusa nei Paesi a economia avanzata, ma è tutt’ora in corso nei Paesi in via di sviluppo››. Sullo stesso tema, cfr. C. M. Cipolla, Uomini, tecniche, economie, Feltrinelli, Milano, 1996. 6 A. Grubler, Transitions in energy use, in Encyclopedia of Energy, Vol. 6, 163–177, 2004. Ristampato da International Institute for Applied Systems Analysis, Laxenburg. Dello stesso autore, cfr. A. Grubler, Energy Transition, The Encyclopedia Of Earth, 2008, reperibile in www.eoearth.org/view/article/152561. 7 90% 68% Italia 45% Inghilterra Europa occidentale 23% 0% 1861 1900 1950 1980 Percentuale delle fonti tradizionali di energia sul totale dei consumi in Italia, Inghilterra ed Europa occidentale 1861-1980. Fonte: P. Malanima, Le energie degli italiani. Si noti l’enorme differenza tra le tre entità statali considerate in materia di utilizzo delle fonti di energia tradizionali. 100% 75% Italia 50% Inghilterra Europa occidentale 25% 0% 1861 1900 1950 1980 Percentuale delle fonti moderne di energia sul totale dei consumi in Italia, Inghilterra ed Europa occidentale 1861-1980. Fonte: P. Malanima, Le energie degli italiani. La transizione energetica negli ultimi duecento anni ha sfruttato come fonte produttiva il carbone, combustibile fossile non rinnovabile, ma utilizzabile per moderne produzioni industriali. Eccetto alcune zone del nostro pianeta, la riserva di bacini 8 carboniferi più abbondante si trova nell’emisfero boreale; in Europa esistono diversi