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PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A

1 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A

Sub-ambiti compresi nell’AIL

AIL AIR n° Sub-ambito trame APR Ha (*) X MONTI 2 LATTARI 69 Castellamare di Stabia CPT 24-26 508 6,2% 3 70 - CRT 24-26 1329 16,3% 71 Monti Lattari est - M. Cerviglio RN 24-26 1987 24,3% 72 CR 24-26 377 4,6% 73 CRT 26 1747 21,4% 74 Monte Faito RN 26 2216 27,1% 8164 100,0%

(*) Percentuale di superficie totale dell’AIL relativa al singolo sub-ambito

Comuni ricadenti, in tutto o in parte, nel sub- ambito

n° Sub-ambito N° Comuni (**) Ha 69 Castellamare di Stabia 2 99,08%, Gragnano 0,92% 508 70 Gragnano - Lettere 5 Casola 13,94%, Gragnano 61,40%, Lettere 22,61%, Pimonte 1,20%, Sant'Antonio Abate 0,84% 1329 71 Monti Lattari est - M. Cerviglio 5 Agerola 8,87%, Casola 3,62%, Gragnano 31,05%, Lettere 41,88%, Pimonte 14,58% 1987 72 Pimonte 3 Castellammare di Stabia 1,41%, Gragnano 3,43%, Pimonte 95,17% 377 73 Agerola 1 Agerola 100% 1747 74 Monte Faito 4 Agerola 1,73%, Castellammare di Stabia 32,48%, Pimonte 26,32%, 39,46% 2216

(**) Percentuale di superficie totale del sub-ambito relativa al singolo

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Parte I Descrizione Ambiente Insediativo

1. Caratteristiche del territorio I Monti Lattari costituiscono il prolungamento occidentale dei Monti Picentini dell'Appennino Campano e si protendono nel mar Tirreno formando la penisola sorrentina. La catena montuosa è delimitata a nord-ovest dal golfo di Napoli, a nord dalla pianura del fiume Sarno, ad est dalla sella di Cava dei Tirreni ed a sud dal golfo di Salerno. I monti sono di formazione calcarea e raggiungono la massima elevazione nei 1444 metri del Monte San Michele appartenente al complesso di Monte Sant'Angelo a Tre Pizzi, che comprende tra l’altro le cime di Monte di Mezzo e Monte Catiello. Ad ovest è situato il Monte Cerreto di 1316 metri oltre il quale il massiccio digrada verso est nel “valico di Chiunzi”. Nello specifico l’area dell’AIL in esame comprende le pendici nord-ovest dei monti Lattari con gli insediamenti di Gragnano, Pimonte, Lettere e, lungo le pendici meridionali, il territorio di Agerola. L’area si caratterizza per le strette relazioni tra componenti naturalistiche e componenti antropiche e si articola su alcune principali emergenze dal punto di vista strutturale: i rilevi montuosi con estese aree di bosco; le aree collinari con coltivazioni prevalenti di vigneti e alberi da frutto; gli insediamenti che mostrano ancora connotati tipici di realtà prevalentemente agricole. I rilievi del monte Faito, del monte S.Michele, del monte S.Angelo a tre Pizzi configurandosi, per questo territorio, come una chiusura naturale alla penisola sorrentina fanno in modo che esso si relazioni più direttamente alla pianura vesuviana e sarnese. E’ possibile infatti riconoscere due realtà diverse, sia dal punto di vista insediativo che dal punto di vista socio-economico, che conseguono a differenti processi storici di costruzione del territorio e a differenti modalità d’uso che hanno portato alla valorizzazione delle aree costiere e alla emarginazione delle aree montane e collinari interne. L’altopiano di Agerola, a ridosso della costiera amalfitana, tra ed , chiuso tra il monte S.Michele e il monte Cervigliano, si configura come un’area isolata e autonoma. La complessa morfologia del territorio montuoso ha condizionato la strutturazione di questo ambito che presenta caratteri distintivi sia dal punto di vista insediativo e culturale che dal punto di vista produttivo. Il territorio dell’Ail, nel suo complesso, si configura dunque come un’area interna marginale fortemente caratterizzata dal punto di vista paesistico-ambientale e storico-culturale e dotata di significative possibilità di sviluppo in relazione alle risorse agricole e forestali e ai settori produttivi di consolidata tradizione. Dal punto di vista geologico l’Ail è costituito da zone diversamente caratterizzate: in prevalenza l’area è costituita da calcari e calcareniti della Penisola sorrentina e dei monti di Sarno e di Avella (aree collinari e versante settentrionale dei monti Lattari), compresi in un intervallo altimetrico di 0- 1500 m (s.l.m.) con permeabilità in genere alta per fessurazione e carsismo; per aree più limitate (rilievi di S.Erasmo, Cerreto, Cervigliano) l’Ail è costituito da depositi piroclastici compresi in un intervallo di 600- 1500 m (s.l.m.) con una permeabilità variabile legata alla granulometria prevalente. Il reticolo idrografico dell’area, estremamente diversificato, è costituito dall’insieme di valloni, valloncelli e piccoli corsi d’acqua (Rio di Gragnano e Rio Cacarella).

Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse:

AIL X - Monti Lattari Ha % Aree e componenti d'interesse naturalistico 5498 67,3% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 356 4,4% Aree e componenti d'interesse rurale 1680 20,6% Aree e componenti d'interesse urbano 563 6,9% Aree di criticità e degrado 39 0,5% Nodi e reti per la connettività territoriale 28 0,3% Aree complessive* 8164 100,0%

(***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratter identitarii si fondano con quelli degli AIL vicini

2. Aree di interesse naturalistico e rurale Per quanto riguarda le caratteristiche delle superfici agricole e naturali, l’ambiente dei Monti Lattari al pari di quello della Penisola sorrentina, è la zona dal più alto valore naturalistico della provincia, con più del 60% della superficie coperto da boschi e circa il 6% coperto da aree di interesse naturalistico come aree a pascolo naturale, aree con vegetazione rada e vegetazione sclerofilla; il resto del territorio è interessato da sistemi colturali tradizionali come gli arboreti promiscui, gli oliveti, i vigneti dell’area pedemontana di Gragnano e Lettere. La superficie urbanizzata non raggiunge il 10% della superficie territoriale, con sistemi colturali a:

3 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A altissima biodiversità: 45.0 % alta biodiversità: 43.8 % media biodiversità: 0.4 % bassa biodiversità: 0.7 % bassissima biodiversità: 0.5 % E’ area di produzione e lavorazione dei seguenti prodotti tipici:vigneti (Gragnano e Lettere – Doc), olio extravergine di oliva (Dop), Provolone del monaco (Dop in corso di registrazione), caciocavallo silano (Dop). Significativa è anche l’attività di zootecnia praticata prevalentemente nel territorio di Agerola (razza bovina ). Dal punto di vista pedologico, nell’ambiente insediativo dei Monti Lattari sono presenti prevalentemente suoli ad alta biodiversità, tipici sia degli ambienti forestali umidi dei rilievi carbonatici (a prevalenza di castagno e subordinatamente faggio e querce) che di quelli delle antiche pianure pedemontane vesuviane e flegree. Dal punto di vista agronomico e forestale sono suoli molto fertili ed unici nel territorio nazionale e campano: infatti combinano un’elevata fertilità fisica (ad es. elevata porosità) con un’elevata fertilità chimica.

AREE DI INTERESSE NATURALISTICO FATTORI STRUTTURANTI

Boschi 3468 ha pari al 60% della superficie

ALTRE AREE DI INTERESSE

Altre aree di valore naturalistico - Aree a pascolo naturale, aree con vegetazione rada, vegetazione sclerofilla- (322 ha pari al 6% della superficie)

AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI

Frutteti in sistemi colturali complessi (836 ha pari al 14 % della superficie)

Oliveti (392 ha pari al 7 % della superficie)

ALTRE AREE DI INTERESSE

Terrazzamenti (833 ha pari al 14% della superficie)

Le aree naturali e semi-naturali sono strutturanti del paesaggio di quest'area della Provincia ricadente nella zona pedemontana dell'Appennino. Sono stati considerati strutturanti anche i frutteti, prevalentemente promiscui, e gli oliveti che rappresentano la continuazione degli oliveti terrazzati della Penisola sorrentina.

L’olivo, coltivato in Penisola Sorrentina fin da tempi antichissimi, è chiara testimonianza della consacrazione dell’intera penisola alla dea della Sapienza. Le particolari condizioni orografiche, che impongono costosi terrazzamenti, il clima tipicamente mediterraneo, la natura vulcanica del terreno, rendono l'ambiente della Penisola decisamente originale e tipico, come tipico è l'olio che vi viene prodotto.

Le colture consociate (orti e frutteti consociati), grazie alle straordinarie condizioni di fertilità del suolo, alle favorevoli condizioni climatiche ed alla storica penuria di terre coltivate, nel territorio della Provincia di Napoli, si è molto diffuso l’uso del suolo con più colture nel tempo (rotazioni ed avvicendamenti classici), ma anche nello spazio, con presenza di colture arboree consociate temporaneamente a colture generalmente ortive. E’ l’unica parte del mondo in cui è possibile ottenere 3 raccolti in un anno (es. pomodoro da aprile a agosto, cavolfiore da agosto a dicembre, patata novella o finocchio da dicembre a aprile). Molto nota è anche l’agricoltura “a 3 piani” costituita da fruttiferi alti (ciliegio o noce), consociati a fruttiferi bassi (agrumi o vite) ed a ortive invernali (cavoli, insalate,….). Questo uso promiscuo presenta numerosi aspetti positivi sull’ambiente e sulle condizioni socio-economiche: 1) l’elevata redditività consente di ottenere redditi soddisfacenti per il sostentamento di una famiglia contadina con soli 3000 m2 (un moggio);

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2) aumenta i livelli di biodiversità dell’agro-ecosistema e quindi la sua stabilità, grazie alle maggiore presenza di uccelli e insetti utili con conseguente riduzione della necessità di fitofarmaci; 3) conferisce al paesaggio agrario una maggiore naturalità e di variabilità, in contrasto con gli appezzamenti coltivati con un'unica specie (monocoltura) che determina una maggiore monotonia del paesaggio.

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3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale L’Ail è fortemente caratterizzato dalla compresenza di componenti ambientali diverse, legate prevalentemente ai versanti collinari terrazzati e agli insediamenti, compresi nel più ampio sistema naturale dei rilievi montani boscati. Nonostante le recenti e corpose espansioni insediative che hanno portato negli ultimi trent’anni quasi alla saldatura dei nuclei sparsi che originariamente caratterizzavano il sistema insediativo rurale, è ancora percepibile il rapporto significativo tra insediamenti e territorio agricolo. La sistemazione a terrazze caratterizza fortemente il paesaggio dell’Ail; come nella Penisola Sorrentina, il terrazzo è presente infatti come opera di sistemazione delle aree agricole e condiziona l’organizzazione degli elementi della struttura urbana: le strade principali seguono l’andamento altimetrico del terreno, le strade minori tagliano trasversalmente i terrazzi, collegando attraverso scale o rampe in pietra le strade principali lungo le linee di massima pendenza. I terrazzamenti ancora oggi rivestono un fondamentale ruolo di difesa del suolo: la coltivazione del terrazzo risulta fondamentale per la sua conservazione, sia come testimonianza storica, sia come sistema di difesa del suolo. L’abbandono della coltivazione, infatti, comporterebbe la mancanza di regimazione delle acque che progressivamente, grazie al trasporto di terreno eroso, porterebbero ad un aumento delle pendenze e quindi ad un aumento della suscettibilità ai fenomeni di dissesto idrogeologico. Di particolare interesse nell’Ail Monte Lattari sono i terrazzamenti montani della conca di Agerola, i terrazzamenti storici di Gragnano (versante meridionale di monte Muto; Aurano; Caprile), di Pimonte (versante meridionale di monte Pendolo) e di Lettere (colline del Castello; La Creta).

4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità Per quanto riguarda il sistema insediativo è possibile riconoscere tipologie di nuclei diverse per dimensione e ruolo nel contesto territoriale: Gragnano, che si estende ai piedi dei monti Lattari, è il centro maggiore e si relaziona fortemente alle aree densamente urbanizzate di Castellammare di Stabia. I centri minori di Pimonte e Lettere, nonostante le espansioni recenti lungo la viabilità di connessione tra i nuclei (Lettere) e la diffusione dell’edificato lungo le aree collinari terrazzate (Pimonte) conservano ancora caratteri di insediamenti rurali ed elevati valori ambientali per la posizione nel contesto. Le pendici collinari sono ancora a tratti coltivate a vigneti (anche per questo tipo di produzione si riconosce una tradizione significativa legata ai vini rossi frizzanti) lasciando intravedere ancora i caratteri dell’antico paesaggio di impronta amalfitana prodotta con l’insediamento su queste pendici delle fortificazioni difensive dell’antica repubblica marinara (Lettere con i resti del castello e delle murazioni; il borgo fortificato di Castello di Gragnano; i resti del castello di Pino sull’omonimo monte nei pressi di Pimonte). Ad Agerola il sistema insediativo continua a caratterizzarsi per l’articolazione in nuclei sparsi con tipi edilizi caratteristici, anche se l’edificazione recente è diventata consistente soprattutto lungo la viabilità di collegamento tra i nuclei.

5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive Questo ambiente insediativo locale è specializzato nel turismo (ad eccezione di ), nelle costruzioni e nell’industria manifatturiera. Nell’ambito dell’industria manifatturiera, l’intero ambiente insediativo locale presenta gli indici di specializzazione più alti nel settore delle industrie alimentari con una significativa presenza di piccola industria agro-alimentare di qualità (lattiero-caseario, pastaria, olearia) (DA) ed in quello dell’industria tessile e dell’abbigliamento (DB). Se si guarda alle dinamiche comunali questa tendenza è rispettata da quasi tutti i comuni, con un ruolo forte giocato da Agerola e Gragnano. Casola di Napoli si comporta in maniera diversa evidenziando una specializzazione maggiore nella fabbricazione di macchine elettriche e apparecchiature elettroniche ed ottiche (DL).

6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture Nell’attuale sistema della mobilità, la parzialità e la disorganicità del trasporto pubblico, l’assenza di integrazione tra i diversi tipi di infrastrutture e di servizi portano il trasporto privato individuale a prevalere sul trasporto collettivo/pubblico. La rete stradale assume dunque un ruolo principale, nonostante la inadeguatezza di gran parte delle strade per il tracciato tortuoso e le dimensioni ridotte, in rapporto ai consistenti flussi di traffico che interessano le aree dei Monti Lattari soprattutto nel periodo estivo. La rete stradale si articola su due arterie principali: la strada statale 145, che passa tra Castellammare di Stabia e Gragnano, e la strada statale n. 366 che assicura il collegamento 6 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A trasversale tra Castellammare ed Amalfi (dove si congiunge alla SS163 Meta – Amalfi) attraversando i comuni di Gragnano, Pimonte e Agerola. Questo sistema principale è connesso ad una serie di strade minori di collegamento tra i centri dell’area con tracciati prevalentemente tortuosi. Negli ultimi anni il sistema viario minore è stato potenziato con la realizzazione di nuove strade e l’allargamento di antichi tracciati agricoli, che, puntando nella maggior parte dei casi alla risoluzione di un problema di tipo locale, non hanno prodotto miglioramenti significativi sia dal punto di vista del traffico che dei collegamenti. Per quanto riguarda il trasporto su ferro, la linea statale - Castellammare – Gragnano che interessa la zona nord ovest dell’Ail, offre attualmente un servizio soddisfacente.

7. Risorse paesistiche e ambientali La specificità e prevalente unitarietà paesaggistica dell’Ail derivano dalla spiccata connotazione rurale del territorio, dalla presenza diffusa delle aree collinari terrazzate, dalle prevalenti coltivazioni arboree, in particolare dei vigneti ed oliveti che connotano fortemente il paesaggio, dalle numerose e varie risorse turistiche connesse prevalentemente all’attività agricola (prodotti tipici, turismo enogastronomico, aziende agrituristiche, ristoranti), dall’organizzazione del sistema insediativo per nuclei sparsi e di contenute dimensioni che, nonostante le modificazioni più recenti, rende ancora riconoscibili i caratteri della struttura insediativa rurale originaria. L’identità del contesto, dunque, data da una trama paesaggistica prevalentemente unitaria nella quale nessuna componente paesaggistica prevale o si distingue nettamente dalle altre, viene rafforzata dalla presenza consistente di aree boscate e naturali che sembrano contenere e circoscrivere il territorio rurale. La specificità dell’area è anche data dal suo carattere “marginale” rispetto alle aree più antropizzate e accessibili della Penisola o dell’area Stabiese; questa marginalità costituisce un aspetto significativo denotando allo stesso tempo una potenzialità ed una criticità che vanno attentamente valutate all’interno di strategie complessive di tutela e valorizzazione. Il Decreto Ministeriale 28 luglio 1965, vincola invece l’intero territorio del comune di Castellammare di Stabia esclusa la area demaniale compresa tra il Moletto Quartuccio e il cantiere della navalmeccanica. Il Decreto Ministeriale 12 novembre 1958, vincola invece l’intero territorio del Comune di Agerola. Il Decreto Ministeriale 28 marzo 1985, vincola invece l’intero territorio di Gragnano, Pimonte, Casola e Lettere. Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: § Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; § Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana.

Elenco dei Beni Vincolati

DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO

Strutture portuali borboniche Castellammare D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 di Stabia

Chiesa di Santa Maria di Castellammare D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Pozzano di Stabia

Castello di San Martino sulla Castellammare strada statale sorrentina di Stabia

Casino reale del Quisisana Castellammare di Stabia

Castello – Chiesa di Santa Lettere D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Maria delle Vigne

Ex Palazzo Vescovile, località Lettere D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Sant’Alfonso 7 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A

Ex Cattedrale di Santa Maria Lettere D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Assunta, località Piazza

Chiesa del Corpus Domini Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Monastero degli Agostiniani Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Scalzi

Mulino del Monaco - Mulino La Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Pergola

Mulino di Martino - Mulino Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 (foglio 20, particella 112)

Chiesa e Convento di San Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Nicola dei Miri

Mulino Porta di Castello di Gragnano sopra e di sotto

Masseria Massi con Torre, alla Gragnano Frazione Aurano

Serbatoi alla via vicinale dei Gragnano Mulini

Chiesa di Sant’Erasmo Gragnano

Mulino Grotticella – Mulino Zì Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Cesare

Mulino e Segheria Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Mulino Forma I Gragnano

Mulino Forma II Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Muri e Fortificazioni del Castello Gragnano Decreto Ministero Istruzione Pubblica del 4/4/1928

Chiesa di santa Maria Assunta Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 alla frazione Castello

Castello di Pino – Chiesa della Pimonte D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Madonna del Pino

Torre di Monte Pendolo Pimonte

Chiesa e Campanile di San Pimonte D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Sebastiano – Castello Belvedere

Chiesa Madonna delle Grazie, Vico Equense D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 località Montechiaro

Eremo dei Camaldolesi, località Vico Equense Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali Astafrana del 23/11/1987

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Torre di Fornacelle, località Vico Equense omonima

Villa della Porta, frazione Vico Equense Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali Pocognano del 12/03/1996

Cava di Marina a Aecqua Vico Equense

San Marco a Seiano, in località Vico Equense D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Seiano

Cattedrale in località Centro Vico Equense D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1

Castello Giusso – Castello Vico Equense Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali Angioino, in località Centro del 4/10/1999

Casamento di Marina di Vico, Vico Equense alla Marina di Vico

Chiesa di Santa Maria del Toro, Vico Equense D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 in località omonima

Convento di San Francesco, Vico Equense D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 località omonima

Santa Maria di Castello, Vico Equense D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 frazione Castello

Impianto termale di Scrajo, Vico Equense località omonima

L’Ail risulta, inoltre, interessato dalle seguenti aree di interesse naturalistico istituz ionalmente tutelate: Tipo Sito Comuni interessati SIC IT8030008 Dorsale dei Monti Lattari Castellammare di Stabia

8. Criticità ambientali e funzionali La situazione complessiva dell’area è caratterizzata da elementi di criticità legati in modo prevalente ai dissesti idrogeologici e al rischio frane. Le aree agricole terrazzate frequentemente in stato di abbandono, anche se non molto diffuse, costituiscono ulteriori elementi critici dal punto di vista ambientale, per il rischio di frana e di perdita di valori paesaggistici rilevanti. Molti elementi di criticità possono essere rilevati in tutti gli insediamenti dell’area dove l’equilibrio tra l’insediamento e il territorio agricolo sono stati compromessi da una edificazione consistente, prevalentemente di tipo turistico (seconde case e attività ricettive). Come elemento di criticità va evidenziata anche l’integrazione ancora troppo debole dell’attività agricola con l’attività turistica.

9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità

La tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale sono gli elementi fondamentali della strategia di sviluppo proposta dal Piano per il territorio dell’Ail Monti Lattari. In particolare, il Piano è orientato:

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· alla tutela delle componenti dotate di forte specificità e visibilità dal punto di vista paesaggistico-ambientale, nelle quali è ancora possibile riconoscere un elevato grado di naturalità e per le quali è necessario assicurare la conservazione degli equilibri naturali e avere massima attenzione per qualsiasi azione di modifica o trasformazione (le aree montuose di monte Faito, monte S.Angelo a Tre Pizzi, monte Cervigliano, monte Cerreto);

· alla tutela e valorizzazione delle aree agricole e naturali di particolare rilevanza agronomica e paesaggistica per le quali il Piano è orientato ad evitare alterazioni e trasformazioni non congruenti e a valorizzare le relazioni intercorrenti tra le diverse componenti presenti (terrazzamenti collinari; sequenza insediamenti-aree agricole collinari-aree montuose);

· alla tutela delle strutture insediative che presentano un interesse culturale e ambientale in relazione ai processi storici che le hanno prodotte o un valore documentario o un particolare valore paesaggistico per le relazioni che intercorrono con altre componenti territoriali;

· al recupero e alla valorizzazione dei nuclei interni collinari e montani;

· alla riqualificazione degli insediamenti di recente edificazione;

· alla tutela dei beni culturali presenti all’esterno degli agglomerati (edilizia rurale, cappelle, beni dell’archeologia industriale, fortificazioni; sentieri storici; aree archeologiche);

· al sostegno e alla qualificazione delle attività turistiche;

· al recupero e riuso, anche a fini turistici, del patrimonio abitativo esistente;

· all’articolazione dell’offerta turistica puntando anche alla valorizzazione delle colture tipiche;

· al potenziamento delle dotazioni di attrezzature pubbliche sia per residenti che per turisti.

In particolare il Piano nel comune di Agerola, al fine della tutela dei valori paesaggistici, non rende ammissibile l’edificazione di nuovi volumi di edilizia privata fatta eccezione di quella necessaria ad adeguare le strutture turistico-ricettive esistenti con attrezzature di servizio e attrezzature sportive nel limite del 10% della volumetria esistente, purché compatibile con le condizioni urbanistiche e paesaggistiche. Per quanto riguarda il settore della viabilità e dei trasporti la strategia fondamentale punta al miglioramento complessivo del rapporto tra mobilità e ambiente, cercando di ridurre il traffico veicolare privato e di potenziare il trasporto collettivo/pubblico. Il potenziamento dei trasporti collettivi in sede propria riveste particolare importanza sia dal punto di vista della riorganizzazione territoriale locale che dal punto di vista del miglioramento delle relazioni provinciali. Per l’Ail Monti Lattari, nel Piano, particolare importanza assumono le ipotesi progettuali che mirano alla realizzazione di un sistema integrato di trasporti con la trasformazione della tratta ferroviaria Torre Annunziata/Gragnano in ferrotranvia e con la realizzazione di sistemi ettometrici di connessione. Per quanto riguarda la viabilità ordinaria il Piano è orientato:

· a limitare interventi infrastrutturali pesanti;

· a prevedere interventi di adeguamento e riqualificazione della viabilità esistente;

· a razionalizzare il sistema della viabilità garantendo una elevata connettività tra le diverse reti stradali.

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Parte II Descrizione Sub-ambiti

70 CRT Centri urbani o minori in contesto in parte rurale poco alterato in parte con diffuse Trasformazioni urbanizzative

11 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A

1. Descrizione delsub-ambito Paesaggio dotato di forte identità con componenti naturalistiche, insediative e storico-culturali riconoscibili e caratterizzate anche in presenza di modificazioni recenti. Nel sub-ambito costituiscono elementi ambientali rilevanti: il sistema dei rilievi di monte Pendolo, monte S.Erasmo, monte Muto, colle La Creta, che costituiscono le pendici nord-occidentali dei monti Lattari e si caratterizzano per le ampie aree boscate lungo i versanti a tratti scoscesi; le fasce pedemontane terrazzate nelle quali predomina la coltivazione di vigneti e frutteti; le profonde incisioni vallive che interessano e caratterizzano l’intero ambito (vallone del Pericolo, vallone del Castello, vallone di Pimonte, valle dei Mulini); le aree prevalentemente pianeggianti connesse alla Piana stabiese e segnate da un’urbanizzazione estesa. Dal punto di vista insediativo, nell’ambito è possibile riconoscere una struttura molto articolata per ruoli e tipologie differenti dei nuclei. Gragnano è il centro maggiore: la sua matrice storica, caratterizzata da diversi nuclei insediativi, è legata al Rio di Gragnano lungo il quale fin dall’età della Repubblica Amalfitana sorsero sistemi di mulini, rimasti attivi fino al XIX secolo nel quadro di quella specializzazione produttiva pastaria che ha reso Gragnano rinomata al livello europeo. Le espansioni recenti, determinate prevalentemente dalla necessità di ampliamento di Castellammare, hanno portato alla saldatura delle aree urbanizzate tra Gragnano, Castellammare e Casola di Napoli e alla scomparsa di gran parte del tessuto insediativo agricolo. Ad eccezione dei tessuti storici ancora complessivamente riconoscibili nella loro struttura originaria, il territorio urbanizzato di Gragnano è segnato da condizioni diffuse di degrado e disordine per la presenza di elementi poco coerenti con il contesto ambientale (aree edificate recenti lungo i versanti collinari, edifici recenti non congruenti per tipologia e dimensione con i tessuti storici). Di elevato interesse storico-architettonico e paesaggistico, in continuità con il centro storico, lungo un antico percorso lastricato in basalto, si estende la Valle dei Mulini nella quale si trovano numerosi ruderi di mulini immersi in una vegetazione fitta e suggestiva (mulino del Monaco, mulino Ponte di Castello di Sopra, mulino Zi’ Cesare, mulino Grotticella, mulino Forma I, mulino Forma II). Nelle aree collinari più elevate al margine delle aree boscate dei monti Pino, S.Erasmo e Muto, le frazioni di Caprile, Aurano e Castello si caratterizzano come casali isolati integrati nel paesaggio rurale e per i quali è ancora riconoscibile la struttura insediativa originaria con tipologie edilizie di tipo rurale o, per il borgo di Castello, con ruderi delle antiche fortificazioni medioevali. L’insediamento di Lettere, strutturato per aggregati di piccole dimensioni (Depugliano, Piazza, S.Lorenzo, Orsano, S.Martino, S.Nicola), nonostante le espansioni recenti lungo la viabilità di connessione tra i nuclei, conserva ancora i caratteri dell’insediamento rurale ed elevati valori ambientali per la posizione nel contesto. Di particolare interesse paesaggistico, in posizione elevata e dominante sulla piana, sono i ruderi del castello di Lettere (cortine murarie, mastio, torrioni) integrati in un contesto naturale prevalentemente boscato dal quale emergono come beni isolati, percepibili anche a notevole distanza.

Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 70 - Gragnano - Lettere Ha % Aree ad elevata naturalità 0 0,0% Aree boscate 295 22,2% Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela 0 0,0% Aree e componenti d'interesse naturalistico 295 22,2% Aree ed emergenze archeologiche 0 0,0% Centri e nuclei storici 108 8,1% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 108 8,1% Aree agricole di particolare rilevanza agronomica 0 0,0% Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica 629 47,4% Aree agricole periurbane 0 0,0% Aree agricole ordinarie 5 0,4% Aree e componenti d'interesse rurale 634 47,7% Insediamenti urbani prevalentemente compatti 54 4,0% Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale 238 17,9% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 0 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 0 0,0% Impianti tecnologici 0 0,0% Aree e componenti d'interesse urbano 292 21,9% Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica 1 0,0% Aree di criticità e degrado 1 0,0% Reti infrastrutturali per la mobilità 0 0,0% Nodi e reti per la connettività territoriale 0 0,0% Aree complessive* 1329 100,0% 12 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A

(****) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari del sub- ambito tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini

2. Situazioni di specifico interesse

Il sub-ambito è caratterizzato dai seguenti fattori: di strutturazione naturale N2 Rilievi carbonatici Vette grotte, pareti nude

N4 Fiumi Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio N5 Incisioni torrentizie Sistemazioni e attenzioni storiche delle aree pericolose per dissesto idrogeologico N8 Boschi non coltivati Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità, aree poco antropizzate in tessuto urbano, N9 Suoli ad alta fertilità di strutturazione storica S1 Centri storici Ingressi a centri st, luoghi centrali identitari, emergenza nel paesaggio S2 Viabilità storica Opere civili storiche per strade o altre infrastrutture, percorsi pedonali storici S5 Siti e complessi isolati produttivi civili, Giardini, parchi storici, filari, viali, ingressi, pertinenze agricole, relazioni terra-mare, religiosi, militari, turistici sistemazioni storiche per fruizione turistica

Infrastrutture e attrezzature dell’insediamento A1 Ferrovie con stazioni A2 Strade Pr, SS, Autostrade Linee di trasporto pubblico locali in sede fissa Reti di percorsi ciclopedonali

3. Indirizzi L’orientamento progettuale fondamentale si basa sul riconoscimento del valore paesaggistico dell’ambito, sulla necessità di tutelare complessivamente le componenti insediative e quelle naturali, di ristabilire condizioni di maggiore equilibrio ambientale. Fermo restando il rispetto delle disposizioni dettate dalla normativa paesaggistica vigente per gli specifici elementi e zone ricadenti nella delimitazione dell’ambito considerato, in particolare il piano definisce i seguenti indirizzi: · valorizzare e qualificare la struttura insediativa storica dei centri maggiori di Gragnano, Casola e Lettere recuperando gli insediamenti storici, potenziando e riqualificando il sistema degli spazi pubblici percorribili, recuperando le aree libere contigue agli insediamenti; · potenziare la capacità attrattiva dei centri minori attraverso interventi di recupero e valorizzazione del patrimonio insediativo, il miglioramento complessivo del contesto territoriale, la qualificazione dell’offerta ricettiva, la diversificazione dei servizi compatibili con il contesto, la creazione di specifici eleme nti di attrattività; · riqualificare le espansioni edificate recenti in modo da conferire connotazioni compatibili con i caratteri paesaggistici del contesto e migliorare la qualità del paesaggio edificato, anche attraverso interventi orientati alla riqualificazione e all’incremento degli spazi pubblici percorribili e delle aree verdi come elementi di raccordo con le altre componenti dotate di maggiore identità e valore paesaggistico (insediamenti storici, beni culturali, aree di rilevanza naturalistica, paesaggio agricolo,..); · tutelare e valorizzare anche attraverso specifici interventi di recupero ambientale la Valle dei Mulini a Gragnano; · tutelare e valorizzare i beni culturali interni ed esterni agli agglomerati (chiese, palazzi, edilizia rurale, cappelle, fortificazioni; aree archeologiche); · conservare il paesaggio agrario terrazzato attraverso il mantenimento del sistema agro-ambientale delle colture arboree tipiche (vigneti, oliveti), attraverso la valorizzazione e riqualificazione delle interconnessioni tra aree agricole e aree di vegetazione naturale, con particolare attenzione per la conservazione dei margini boscati, il potenziamento delle siepi e delle alberature, la tutela dei varchi liberi esistenti tra i diversi insediamenti; · recuperare la rete sentieristica esistente intervenendo con tecniche adeguate di recupero e riqualificazione;

13 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A

· agevolare l’accessibilità e la fruizione delle risorse paesaggistiche attraverso la realizzazione di una rete integrata di servizi e di aree attrezzate (aree per la sosta, centri di informazione turistica, percorsi e aree per la fruizione del paesaggio); · promuovere le attività turistiche sostenibili anche attraverso il riuso delle costruzioni rurali isolate a fini turistici (attività agrituristiche compatibili con i caratteri rurali delle aree, centri informazione turistica ).

4. Valori strutturali da salvaguardare

Fattori di strutturazione naturale N2 Rilievi carbonatici Per i crinali principali e secondari: Vette, grotte, pareti nude - assenza di interventi edificatori o infrastrutturali Per le vette e le pareti nude e le grotte - integrità fisica dei suoli e assenza di interventi antropici nell’immediato intorno, anche colturali (salvo il taglio forestale, gli interventi necessari alla eventuale messa in sicurezza o alla mitigazione del rischio idrogeologico connessi alla difesa del suolo e ad eventuali limitati percorsi di servizio, scientifici o didattici) N4 Fiumi In generale: Fasce fluviali vegetate - salvaguardia quantitat iva e qualitativa della risorsa acqua negli alvei naturali e nei reticoli Reticoli irrigui o di drenaggio irrigui e di drenaggio, con contenimento degli impatti da inquinamento e degli utilizzi impropri - rispetto o ristabilimento degli equilibri idrogeologici, coerentemente con le indicazioni dei Piani di Bacino - assenza o almeno minimo impatto di interventi edificatori o infrastrutturali privati per una fascia di rispetto dalle sponde (con riferimento al vincolo ex Galasso) - naturalizzazione e recupero di fruibilità delle sponde con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità ciclopedonale al fiume attraverso percorsi pubblici

Fasce fluviali vegetate: - continuità di alberature lungo sponda, da completare e reintegrare ex novo, salvo opere infrastrutturali non evitabili N5 Incisioni torrentizie In generale vedi fiumi, con specifiche attenzioni ai fattori di rischio idrogeologico in Sistemazioni storiche delle aree situazioni torrentizie e di instabilità dei versanti pericolose per dissesto Per le sistemazioni storiche vedi attenzioni per opere civile della viabilità storica (S2) idrogeologico

N8 Boschi non coltivati Per i boschi non coltivati: Endemismi, habitat di specie rare - elevato grado di biodiversità, e di disetaneità, da raggiungere senza introduzione di (sic, zps o fondali marini), sistemi specie alloctone e diminuzione della superficie boscata; colturali ad alta biodiversità aree - assenza di manufatti edilizi o infrastrutturali salvo i percorsi ciclopedonali funzionali poco antropizzate in tessuto urbano, alla fruizione quelli veicolari di servizio e i manufatti per le attività silvocolturali o per varchi utili per la rete ecologica. attività compatibili di fruizione naturalistica e di ricerca scientifica. Per le aree di valore naturalistico: - integrità in applicazione dei criteri già adottati per Sic e Zps. Per le aree poco antropizzate in contesto urbano e i varchi utili per la rete ecologica: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti; - rafforzamento (e in assoluto non diminuzione dell’ampiezza) dei varchi non edificati, non recintati e dotati di impianti a verde alberato. N9 Suoli ad alta fertilità In generale - caratteri della produzione adeguati agli standard agro-ambientali delle Norme di Buona Pratica Agricola del Piano di sviluppo rurale, con riduzione dell’uso di prodotti chimici - riduzione (e comunque non aumento) di aree con usi residenziali o produttivi non agricoli, con demolizioni e ricostruzioni compensativa in aree di densificazione Per le aree limitrofe ad aree urbanizzate: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti

S1 Centri storici Per i centri e nuclei storici Ingressi a centri storici, luoghi centrali - leggibilità e integrita del disegno dell’impianto urbano con riferimento ai tracciat i, identitari, emergenza nel paesaggio agli spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti, per l’identità storica; - articolazione e dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi dei tessuti edilizi e degli spazi aperti, da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai materiali e alle tecniche costruttive locali - residenzialità come destinazione prevalente, accompagnata da quella commerciale e artigianale tradizionale e compatibile con l e tipologie edilizie storiche - leggibilità e fruibilità dell’impianto complessivo nell’inserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato l’impianto insediativo;

14 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A

S2 Viabilità storica Per la viabilità storica: Opere civili storiche per strade o altre - leggibilità e valorizzazione dei punti di contatto tra percorsi storici e centri storici infrastrutture, (porte urbane, scorci prospettici in ingresso e in uscita) e delle direttrici di percorsi pedonali storici attraversamento; - fruibilità dei sedimi esistenti con integrazioni e conservazione degli elementi tradizionali coerenti quali: selciati, alberature, siepi, cigli erbosi, fossi e canalette di scolo, tornanti, ponti, muri di sostegno e scarpate, gradoni e scalini in pietra nei sentieri a forte pendenza; - completezza della rete, da integrare con limitati nuovi tracciati necessari a completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; - filari alberati lungo i tracciati da amantenere, integrare o impiantare ex novo;

Per le opere civili - integrazione dei manufatti con ripristino delle relazioni con gli assi viari di riferimento e leggibilità con conservazione di eventuali opere d’arte di particolare pregio e con reintegro delle sistemazioni vegetali (viali, siepi) S5 Siti e monumenti isolati religiosi, Per le ville e giardini storici militari, civili, produttivi turistici - assetto degli edifici e degli spazi a giardino o a corte e delle altre pertinenze Giardini, parchi storici, filari, viali, nella loro articolazione e morfologia originaria, da conservare con particolare ingressi, pertinenze agricole, relazioni attenzione agli aspetti rilevanti dal punto di vista paesist ico compreso l’arredo terra-mare, sistemazioni storiche per vegetale e manufatto,il rapporto con la viabilità e gli ingressi, con i belvedere, gli fruizione turistica, approdi, gli intorni contestuali ,...)

Per gli altri edifici e complessi specialistici di interesse storico, architettonico e monumentale, - articolazione dei complessi edificati e caratteri tipomorfologici degli edifici e delle specifiche peculiarità architettoniche e formali da conservare - integrità dei caratteri dell’intorno spaziale aperto ad strettamente connessi ai complessi, formato da strade, piazze o corti o altre pertinenze aperte con relative fronti prospicienti, giardini ed elementi architettonici singolari, da mantenere o da rispristinare - rilevanza urbana e paesistica storicamente assunta e consolidata e rapporto con gli assi di fruizione e i punti di visuale, da mantenere anche con politiche di promozione delle attività e di vincolo agli interventi del contesto

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71 RN Insediamento rurale rado o assente in contesto naturale

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1. Descrizione del sub-ambito Aree ad alta naturalità fortemente caratterizzate dalla presenza di boschi e da assenza antropica, molto articolate dal punto di vista morfologico con vette e versanti scoscesi, pianori sommitali a morfologia dolce, profondi valloni. Il sub-ambito è costituito dalle pendici nord occidentali dei monti Lattari con monte S.Erasmo (989 m s.l.m.), monte Cervigliano ( 1220 m s.l.m.), monte Cerreto ( 1170 m s.l.m.) e l’altopiano del Megano che segnano il limite provinciale. Nelle aree più elevate prevale il bosco di faggi; sui versanti settentrionali i boschi di castagno si mescolano a specie secondarie e ad arbusti tipici mediterranei. Nella maggior parte delle aree gli unici segni permanenti della presenza umana sono i sentieri montani e i ruderi di alcune case rurali. Di grande importanza sono le relazioni dell’ambito con la riserva naturale della “Valle delle Ferriere” che si estende al confine orientale dell’ambito e che ricade nel territorio provinciale salernitano, area fortemente caratterizzata dal punto di vista paesaggistico e ambientale per rarità e rilevanza delle componenti naturali e antropiche (resti di antichi opifici).

Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 71 - Monti Lattari est - Monte Cerviglio Ha % Aree ad elevata naturalità 0 0,0% Aree boscate 1921 96,7% Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela 0 0,0% Aree e componenti d'interesse naturalistico 1921 96,7% Aree ed emergenze archeologiche 0 0,0% Centri e nuclei storici 0 0,0% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 0 0,0% Aree agricole di particolare rilevanza agronomica 0 0,0% Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica 66 3,3% Aree agricole periurbane 0 0,0% Aree agricole ordinarie 0 0,0% Aree e componenti d'interesse rurale 66 3,3% Insediamenti urbani prevalentemente compatti 0 0,0% Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 0 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 0 0,0% Impianti tecnologici 0 0,0% Aree e componenti d'interesse urbano 0 0,0% Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica 0 0,0% Aree di criticità e degrado 0 0,0% Reti infrastrutturali per la mobilità 0 0,0% Nodi e reti per la connettività territoriale 0 0,0% Aree complessive* 1987 100,0%

(****) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari del sub- ambito tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini

2. Situazioni di specifico interesse

Il sub-ambito è caratterizzato dai seguenti fattori: di strutturazione naturale N2 Rilievi carbonatici Vette grotte, pareti nude

N4 Fiumi Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio N5 Incisioni torrentizie Sistemazioni e attenzioni storiche delle aree pericolose per dissesto idrogeologico N8 Boschi non coltivati Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità, aree poco antropizzate in tessuto urbano, di strutturazione storica S2 Viabilità storica Opere civili storiche per strade o altre infrastrutture, percorsi pedonali storici

17 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A

3. Indirizzi

L’orientamento fondamentale del piano per tale ambito è quello della tutela delle componenti peculiari geologiche, vegetazionali e paesistiche che caratterizzano l’assetto di tale ambito e la riqualificazione delle aree che presentano elementi di degrado. Fermo restando il rispetto delle disposizioni dettate dalla normativa paesaggistica vigente per gli specifici elementi e zone ricadenti nella delimitazione dell’ambito considerato, in particolare il piano definisce i seguenti indirizzi: · impedire ogni trasformazione del suolo (sbancamenti, muri di sostegno,…); · assicurare la conservazione della vegetazione spontanea; · recuperare la rete sentieristica esistente intervenendo con tecniche adeguate di recupero e riqualificazione; · conservare il paesaggio agrario terrazzato valorizzando e riqualificando le interconnessioni tra aree agricole e aree di vegetazione naturale o di roccia affiorante; · prevedere eventuali interventi di restauro del paesaggio.

4. Valori strutturali da salvagua rdare

Fattori di strutturazione naturale N2 Rilievi carbonatici Per i crinali principali e secondari: Vette, grotte, pareti nude - assenza di interventi edificatori o infrastrutturali. Per le vette e le pareti nude e le grotte: - integrità fisica dei suoli e assenza di interventi antropici nell’immediato intorno, anche colturali (salvo il taglio forestale, gli interventi necessari alla eventuale messa in sicurezza o alla mitigazione del rischio idrogeologico connessi alla difesa del suolo e ad eventuali limitati percorsi di servizio, scientifici o didattici). N4 Fiumi In generale: Fasce fluviali vegetate - salvaguardia quantitativa e qualitativa della risorsa acqua negli alvei naturali e nei reticoli Reticoli irrigui o di drenaggio irrigui e di drenaggio, con contenimento degli impatti da inquinamento e degli utilizzi impropri; - rispetto o ristabilimento degli equilibri idrogeologici, coerentemente con le indicazioni dei Piani di Bacino; - assenza o almeno minimo impatto di interventi edificatori o infrastrutturali privati per una fascia di rispetto dalle sponde (con riferimento al vincolo ex Galasso); - naturalizzazione e recupero di fruibilità delle sponde con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità ciclopedonale al fiume attraverso percorsi pubblici. Fasce fluviali vegetate: - continuità di alberature lungo sponda, da completare e reintegrare ex novo, salvo opere infrastrutturali non evitabili. N5 Incisioni torrentizie In generale vedi fiumi, con specifiche attenzioni ai fattori di rischio idrogeologico in Sistemazioni storiche delle aree situazioni torrentizie e di instabilità dei versanti. pericolose per dissesto Per le sistemazioni storiche vedi attenzioni per opere civile della viabilità storica (S2). idrogeologico

N8 Boschi non coltivati Per i boschi non coltivati: Endemismi, habitat di specie rare - elevato grado di biodiversità, e di disetaneità, da raggiungere senza introduzione di (sic, zps o fondali marini), sistemi specie alloctone e diminuzione della superficie boscata; colturali ad alta biodiversità aree - assenza di manufatti edilizi o infrastrutturali salvo i percorsi ciclopedonali funzionali poco antropizzate in tessuto urbano, alla fruizione quelli veicolari di servizio e i manufatti per le attività silvocolturali o per varchi utili per la rete ecologica. attività compatibili di fruizione naturalistica e di ricerca scientifica. Per le aree di valore naturalistico: - integrità in applicazione dei criteri già adottati per Sic e Zps. Per le aree poco antropizzate in contesto urbano e i varchi utili per la rete ecologica: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti; - rafforzamento (e in assoluto non diminuzione dell’ampiezza) dei varchi non edificati, non recintati e dotati di impianti a verde alberato.

Fattori di strutturazione storica S2 Viabilità storica Per la viabilità storica: Opere civili storiche per strade o altre - leggibilità e valorizzazione dei punti di contatto tra percorsi storici e centri infrastrutture, storici (porte urbane, scorci prospettici in ingresso e in uscita) e delle direttrici di percorsi pedonali storici attraversamento; - fruibilità dei sedimi esistenti con integrazioni e conservazione degli elementi tradizionali coerenti quali: selciati, alberature, siepi, cigli erbosi, fossi e canalette di scolo, tornanti, ponti, muri di sostegno e scarpate, gradoni e scalini in pietra nei sentieri a forte pendenza; - completezza della rete, da integrare con limitati nuovi tracciati necessari a completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; 18 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A

completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; - filari alberati lungo i tracciati da amantenere, integrare o impiantare ex novo. Per le opere civili: - integrazione dei manufatti con ripristino delle relazioni con gli assi viari di riferimento e leggibilità con conservazione di eventuali opere d’arte di particolare pregio e con reintegro delle sistemazioni vegetali (viali, siepi).

19 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A

72 CR Centri urbani o minori in contesto rurale consolidato e poco alterato

20 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A

1. Descrizione del sub-ambito Paesaggio dotato di forte identità con componenti naturalistiche e insediative riconoscibili e caratterizzate anche in presenza di modificazioni recenti. Il sub- ambito si configura come una vallata stretta racchiusa dalle barriere naturali di monte Faito e monte Pendolo, incisa da un impluvio a carattere fluvio-torrentizio (Rio Cantarone). In particolare il versante nord est di Monte Faito presenta un’alta pendenza ed è inciso da impluvi che in alcuni casi sfociano nella fascia pedemontana, in corrispondenza di nuclei abitativi (frazione di Tralia), prima di immettersi nel canale principale di Rio Cantarone. L’ambito si caratterizza dal punto di vista vegetazionale per la presenza di boschi e di ampie aree terrazzate coltivate prevalentemente a vigneti e oliveti. Per quanto riguarda il sistema insediativo, Pimonte è l’unico insediamento dell’ambito; si articola per aggregati di piccole dimensioni ed è segnato dalla presenza di edificazione recente lungo la viabilità principale e in modo diffuso lungo le pendici meridionali del monte Pendolo.

Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 72 - Pimonte Ha % Aree ad elevata naturalità 0 0,0% Aree boscate 63 16,8% Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela 0 0,0% Aree e componenti d'interesse naturalistico 63 16,8% Aree ed emergenze archeologiche 0 0,0% Centri e nuclei storici 16 4,3% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 16 4,3% Aree agricole di particolare rilevanza agronomica 0 0,0% Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica 263 69,6% Aree agricole periurbane 0 0,0% Aree agricole ordinarie 0 0,0% Aree e componenti d'interesse rurale 263 69,6% Insediamenti urbani prevalentemente compatti 16 4,3% Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale 19 5,0% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 0 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 0 0,0% Impianti tecnologici 0 0,0% Aree e componenti d'interesse urbano 35 9,2% Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica 0 0,0% Aree di criticità e degrado 0 0,0% Reti infrastrutturali per la mobilità 0 0,0% Nodi e reti per la connettività territoriale 0 0,0% Aree complessive* 377 100,0%

(****) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari del sub- ambito tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini

2. Situazioni di specifico interesse

Il sub-ambito è caratterizzato dai seguenti fattori: di strutturazione naturale N2 Rilievi carbonatici Vette grotte, pareti nude

N4 Fiumi Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio N5 Incisioni torrentizie Sistemazioni e attenzioni storiche delle aree pericolose per dissesto idrogeologico N8 Boschi non coltivati Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità, aree poco antropizzate in tessuto urbano, N9 Suoli ad alta fertilità

21 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A di strutturazione storica S1 Centri storici Ingressi a centri st, luoghi centrali identitari, emergenza nel paesaggio S2 Viabilità storica Opere civili storiche per strade o altre infrastrutture, percorsi pedonali storici

S6 Terrazzamenti, assetti colturali tradizionali dei frutteti dei vigneti degli agrumeti e degli oliveti

3. Indirizzi L’orientamento progettuale fondamentale si basa sul riconoscimento della forte caratterizzazione paesaggistica dell’ambito anche in presenza di recenti processi di modificazione. Fermo restando il rispetto delle disposizioni dettate dalla normativa paesaggistica vigente per gli specifici elementi e zone ricadenti nella delimitazione dell’ambito considerato, in particolare il piano definisce i seguenti indirizzi: · recuperare, valorizzare e qualificare la struttura insediativa storica rafforzando l’offerta di strutture ricettive e di servizi compatibili con il contesto e orientati alla fruizione delle risorse paesistiche dell’ambito; · riqualificare le espansioni edificate recenti in modo da conferire connotazioni compatibili con i caratteri paesaggistici del contesto e aumentare la qualità del paesaggio edificato, valutando con particolare attenzione la percezione delle aree dai diversi canali di fruizione (strade, alture vicine,…); · riqualificare gli insediamenti periurbani e diffusi, privilegiando interventi che consolidino le relazioni con il paesaggio agricolo (colline terrazzate) e le aree boscate; · recuperare le tipologie architettoniche locali; · tutelare e valorizzare i beni culturali interni ed esterni agli agglomerati (edilizia rurale, sentieri, cappelle, ruderi di fortificazioni e castelli) e alla definizione di relazioni tra beni culturali e beni ambientali (reti di fruizione interconnesse); · conservare il paesaggio agrario terrazzato valorizzando e riqualificando le interconnessioni tra aree agricole e aree di vegetazione naturale, con particolare attenzione per la conservazione dei margini boscati, il potenziamento delle siepi e delle alberature, la tutela dei varchi liberi esistenti tra i diversi insediamenti; · recuperare la rete sentieristica esistente intervenendo con tecniche adeguate di recupero e riqualificazione; · agevolare l’accessibilità e la fruizione delle risorse paesaggistiche attraverso la realizzazione di una rete integrata di servizi e di aree attrezzate (aree per la sosta, centri di informazione turistica, percorsi e aree per la fruizione del paesaggio); · promuovere le attività turistiche sostenibili anche attraverso il riuso delle costruzioni rurali isolate a fini turistici (attività agrituristiche compatibili con i caratteri rurali delle aree, centri informazione turistica, rifugi attrezzati, …).

4. Valori strutturali da salvaguardare

Fattori di strutturazione naturale N2 Rilievi carbonatici Per i crinali principali e secondari: Vette, grotte, pareti nude - assenza di interventi edificatori o infrastrutturali. Per le vette e le pareti nude e le grotte: - integrità fisica dei suoli e assenza di interventi antropici nell’immediato intorno, anche colturali (salvo il taglio forestale, gli interventi necessari alla eventuale messa in sicurezza o alla mitigazione del rischio idrogeologico connessi alla difesa del suolo e ad eventuali limitati percorsi di servizio, scientifici o didattici). N4 Fiumi In generale: Fasce fluviali vegetate - salvaguardia quantitativa e qualitativa della risorsa acqua negli alvei naturali e nei reticoli Reticoli irrigui o di drenaggio irrigui e di drenaggio, con contenimento degli impatti da inquinamento e degli utilizzi impropri; - rispetto o ristabilimento degli equilibri idrogeologici, coerentemente con le indicazioni dei Piani di Bacino; - assenza o almeno minimo impatto di interventi edificatori o infrastrutturali privati per una fascia di rispetto dalle sponde (con riferimento al vincolo ex Galasso); - naturalizzazione e recupero di fruibilità delle sponde con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità ciclopedonale al fiume attraverso percorsi pubblici. Fasce fluviali vegetate: - continuità di alberature lungo sponda, da completare e reintegrare ex novo, salvo opere infrastrutturali non evitabili. N5 Incisioni torrentizie In generale vedi fiumi, con specifiche attenzioni ai fattori di rischio idrogeologico in Sistemazioni storiche delle aree situazioni torrentizie e di instabilità dei versanti. pericolose per dissesto Per le sistemazioni storiche vedi attenzioni per opere civile della viabilità storica (S2).

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idrogeologico

N8 Boschi non coltivati Per i boschi non coltivati: Endemismi, habitat di specie rare - elevato grado di biodiversità, e di disetaneità, da raggiungere senza introduzione di (sic, zps o fondali marini), sistemi specie alloctone e diminuzione della superficie boscata; colturali ad alta biodiversità aree - assenza di manufatti edilizi o infrastrutturali salvo i percorsi ciclopedonali funzionali poco antropizzate in tessuto urbano, alla fruizione quelli veicolari di servizio e i manufatti per le attività silvocolturali o per varchi utili per la rete ecologica attività compatibili di fruizione naturalistica e di ricerca scientifica.

Per le aree di valore naturalistico: - integrità in applicazione dei criteri già adottati per Sic e Zps. Per le aree poco antropizzate in contesto urbano e i varchi utili per la rete ecologica: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privat i salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti; - rafforzamento (e in assoluto non diminuzione dell’ampiezza) dei varchi non edificati, non recintati e dotati di impianti a verde alberato. N9 Suoli ad alta fertilità In generale: - caratteri della produzione adeguati agli standard agro-ambientali delle Norme di Buona Pratica Agricola del Piano di sviluppo rurale, con riduzione dell’uso di prodotti chimici; - riduzione (e comunque non aumento) di aree con usi residenziali o produttivi non agricoli, con demolizioni e ricostruzioni compensativa in aree di densificazione. Per le aree limitrofe ad aree urbanizzate: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti.

Fattori di strutturazione storica S1 Centri storici Per i centri e nuclei storici: Ingressi a centri storici, luoghi centrali - leggibilità e integrita del disegno dell’im pianto urbano con riferimento ai tracciati, agli identitari, emergenza nel paesaggio spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti, per l’identità storica; - articolazione e dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi dei tessuti edilizi e degli spazi aperti, da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai materiali e alle tecniche costruttive locali; - residenzialità come destinazione prevalente, accompagnata da quella commerciale e artigianale tradizionale e compatibile con l e tipologie edilizie storiche; - leggibilità e fruibilità dell’impianto complessivo nell’inserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato l’impianto insediativo. S2 Viabilità storica Per la viabilità storica: Opere civili storiche per strade o altre - leggibilità e valorizzazione dei punti di contatto tra percorsi storici e centri storici infrastrutture, (porte urbane, scorci prospettici in ingresso e in uscita) e delle direttrici di percorsi pedonali storici attraversamento; - fruibilità dei sedimi esistenti con integrazioni e conservazione degli elementi tradizionali coerenti quali: selciati, alberature, siepi, cigli erbosi, fossi e canalette di scolo, tornanti, ponti, muri di sostegno e scarpate, gradoni e scalini in pietra nei sentieri a forte pendenza; - completezza della rete, da integrare con limitati nuovi tracciati necessari a completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; - filari alberati lungo i tracciati da amantenere, integrare o impiantare ex novo. Per le opere civili: - integrazione dei manufatti con ripristino delle relazioni con gli assi viari di riferimento e leggibilità con conservazione di eventuali opere d’arte di particolare pregio e con reintegro delle sistemazioni vegetali (viali, siepi). S6 Terrazzamenti, assetti colturali Per i terrazzamenti: tradizionali dei frutteti dei vigneti - trattamento di versante con opere di contenimento da mantenere, nel rispetto del degli agrumeti e degli oliveti disegno paesaggistico e dell’andamento orografico, con la morfologia delle opere in pietra controterra e dei ciglionamenti tradizionali; - omogeneità nell’utilizzo dei materiali e delle dimensioni e morfologie tradizionali nei manufatti edilizi o infrastrutturali presenti nei contesti dei versanti terrazzati. Per gli assetti colturali tradizionali: - assetto delle coltivazioni a colture legnose da mantenere con la varietà delle cultivar locali, della trama parcellare, delle infrastrutture rurali tradizionali (strade poderali, siepi, muretti, fossi di drenaggio, dei sistemi di siepi miste e di eventuali pur ridotte masse boschive presenti); - omogeneità nell’utilizzo dei materiali e delle morfologie, tipologie e dimensioni tradizionali nei manufatti edilizi o infrastrutturali presenti nei contesti.

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73 CRT Centri urbani o minori in contesto in parte rurale poco alterato in parte con diffuse trasformazioni urbanizzative

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1. Descrizione del sub-ambito Paesaggio fortemente caratterizzato dalla coltivazione agricola terrazzata con insediamenti articolati per aggregati e segnati da processi di modificazione recente. Il sub-ambito è caratterizzato da una morfologia complessa con un’ampia area subpianeggiante, leggermente inclinata verso sud- est con quote variabili tra 450 e 700 m s.l.m, circondata da alti rilievi carbonatici (monte Tre Cavalli, monte S.Angelo a Tre Pizzi, Crocelle, monte Cervigliano, Colle delle Vene) che presentano condizioni di elevata naturalità e di rilevante valore paesaggistico con ambienti prevalentemente boscati, forre, pareti rocciose e sorgenti. Le pendici dei rilievi sono segnate dalla presenza di numerosi valloni che fanno convergere le loro acque nei due assi drenanti principali costituiti dal vallone Penise – e dal vallone di Praia. L’altopiano, che si protende verso il mare sostenuto da ripide pareti rocciose, si raccorda con i circostanti rilievi attraverso fasce pedemontane articolate in stretti e lunghi terrazzamenti coltivati prevalentemente a frutteti ed oliveti. E’ possibile riconoscere tra i nuclei insediativi e lungo i valloni principali alcune aree boscate rilevanti per dimensione e valore paesaggistico (Parco Corona, Parco Colonia Montana, bosco di Bolvito). Lungo le pareti rocciose dei rilievi montuosi di particolare interesse paesaggistico e valore storico-documentario sono le grotte e le antiche costruzioni rupestri (grotta di S.Barbara; grotta Biscotto con case rupestri; case rupestri lungo il vallone di Praia) spesso collegate attraverso sentieri con gradoni scavati nella roccia. Il sistema insediativo storico è strutturato per aggregati di dimensione contenuta (nuclei di Bomerano, Tuoro, Ponte, Pianillo, Campora e S. Lazzaro) collegati da due strade principali e da una fitta rete di strade minori. Gli insediamenti sono attualmente segnati dalla presenza di edificazione recente, a tratti consistente, sia ai margini dei tessuti storici che lungo la viabilità di collegamento tra i nuclei principali. Sono ancora riconoscibili, prevalentemente lungo le aree collinari terrazzate, piccoli nuclei o case isolate che presentano gli elementi tipologici distintivi dell’edilizia agerolese (case a blocco su più piani con piccole finestre; tetti spioventi con tegole in legno di castagno; canalizzazioni in argilla e pozzi per la raccolta dell’acqua piovana). Di particolare interesse storico e paesaggistico, presso il nucleo di S.Lazzaro, sono i ruderi dell’antico convento di Cospita di origine medioevale e quelli del castello Lauritano che per la particolare posizione nel contesto si configurano come beni isolati in emergenza.

Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 73 - Agerola Ha % Aree ad elevata naturalità 204 11,7% Aree boscate 914 52,3% Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela 0 0,0% Aree e componenti d'interesse naturalistico 1118 64,0% Aree ed emergenze archeologiche 0 0,0% Centri e nuclei storici 35 2,0% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 35 2,0% Aree agricole di particolare rilevanza agronomica 0 0,0% Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica 491 28,1% Aree agricole periurbane 0 0,0% Aree agricole ordinarie 0 0,0% Aree e componenti d'interesse rurale 491 28,1% Insediamenti urbani prevalentemente compatti 76 4,3% Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale 26 1,5% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 0 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 0 0,0% Impianti tecnologici 0 0,0% Aree e componenti d'interesse urbano 102 5,8% Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica 1 0,0% Aree di criticità e degrado 1 0,0% Reti infrastrutturali per la mobilità 0 0,0% Nodi e reti per la connettività territoriale 0 0,0% Aree complessive* 1747 100,0%

(****) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari del sub- ambito tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini

2. Situazioni di specifico interesse

Il sub-ambito è caratterizzato dai seguenti fattori:

25 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A di strutturazione naturale N2 Rilievi carbonatici Vette grotte, pareti nude

N4 Fiumi Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio N5 Incisioni torrentizie Sistemazioni e attenzioni storiche delle aree pericolose per dissesto idrogeologico N8 Boschi non coltivati Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità, aree poco antropizzate in tessuto urbano, N9 Suoli ad alta fertilità di strutturazione storica S1 Centri storici Ingressi a centri st, luoghi centrali identitari, emergenza nel paesaggio S2 Viabilità storica Opere civili storiche per strade o altre infrastrutture, percorsi pedonali storici

S6 Terrazzamenti, assetti colturali tradizionali dei frutteti dei vigneti degli agrumeti e degli oliveti S7 Panorami identitari rappresentativi della Paesaggi naturali colturali o edificati ad alta identità locale, belvedere o punti regione panoramici locali

3. Indirizzi L’orientamento progettuale fondamentale si basa sul riconoscimento della forte caratterizzazione paesaggistica del sub-ambito anche in presenza di recenti processi di modificazione e sulla necessità di tutelare e valorizzare le relazioni tra componenti naturali e componenti antropiche. Fermo restando il rispetto delle disposizioni dettate dalla normativa paesaggistica vigente per gli specifici elementi e zone ricadenti nella delimitazione dell’ambito considerato, in particolare il piano definisce i seguenti indirizzi: · conservare e valorizzare attraverso interventi di recupero e riqualificazione la specificità insediativa del territorio di Agerola, recuperando gli insediamenti storici, potenziando e riqualificando il sistema degli spazi pubblici percorribili, razionalizzando il sistema della sosta, recuperando le aree libere contigue agli insediamenti; · potenziare la capacità attrattiva di Agerola attraverso la qualificazione dell’offerta ricettiva, il riequilibrio della relativa distribuzione territoriale e la integrazione o riqualificazione delle attrezzature complementari per il turismo (attrezzature culturali, attrezzature sportive, aree di verde attrezzato); · riqualificare le espansioni edificate recenti in modo da conferire connotazioni compatibili con i caratteri paesaggistici del contesto; · recuperare le tipologie architettoniche locali; · tutelare e valorizzare i beni culturali interni ed esterni agli agglomerati (edilizia rurale, sentieri, case rupestri, cappelle,..) e attivare relazioni significative tra beni culturali e beni ambientali (reti di fruizione interconnesse); · conservare il paesaggio agrario terrazzato valorizzando e riqualificando le interconnessioni tra aree agricole e aree di vegetazione naturale, con particolare attenzione per la conservazione dei margini boscati, il potenziamento delle siepi e delle alberature, la tutela dei varchi liberi esistenti tra i diversi insediamenti; · recuperare e valorizzare la rete sentieristica esistente intervenendo con tecniche adeguate di recupero e riqualificazione; · promuovere un’attività rurale complessa orientata non solo alla produzione agricola, ma anche ad attività legate a servizi turistici, culturali ed educativi, anche attraverso il riuso delle costruzioni rurali isolate (attività agrituristiche compatibili con i caratteri rurali della aree, centri informazione turistica, centri educazione ambientale, …).

4. Valori strutturali da salvaguardare

Fattori di strutturazione naturale N2 Rilievi carbonatici Per i crinali principali e secondari: Vette, grotte, pareti nude - assenza di interventi edificatori o infrastrutturali. Per le vette e le pareti nude e le grotte: - integrità fisica dei suoli e assenza di interventi antropici nell’immediato intorno, anche colturali (salvo il taglio forestale, gli interventi necessari alla eventuale messa in sicurezza o alla mitigazione del rischio idrogeologico connessi alla difesa del suolo e ad eventuali limitati percorsi di servizio, scientifici o didattici).

26 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A

N4 Fiumi In generale: Fasce fluviali vegetate - salvaguardia quantitativa e qualitativa della risorsa acqua negli alvei naturali e nei reticoli Reticoli irrigui o di drenaggio irrigui e di drenaggio, con contenimento degli impatti da inquinamento e degli utilizzi impropri; - rispetto o ristabilimento degli equilibri idrogeologici, coerentemente con le indicazioni dei Piani di Bacino; - assenza o almeno minimo impatto di interventi edificatori o infrastrutturali privati per una fascia di rispetto dalle sponde (con riferimento al vincolo ex Galasso); - naturalizzazione e recupero di fruibilità delle sponde con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità ciclopedonale al fiume attraverso percorsi pubblici. Fasce fluviali vegetate: - continuità di alberature lungo sponda, da completare e reintegrare ex novo, salvo opere infrastrutturali non evitabili. N5 Incisioni torrentizie In generale vedi fiumi, con specifiche attenzioni ai fattori di rischio idrogeologico in Sistemazioni storiche delle aree situazioni torrentizie e di instabilità dei versanti. pericolose per dissesto Per le sistemazioni storiche vedi attenzioni per opere civile della viabilità storica (S2). idrogeologico

N8 Boschi non coltivati Per i boschi non coltivati: Endemismi, habitat di specie rare - elevato grado di biodiversità, e di disetaneità, da raggiungere senza introduzione di (sic, zps o fondali marini), sistemi specie alloctone e diminuzione della superficie boscata; colturali ad alta biodiversità aree - assenza di manufatti edilizi o infrastrutturali salvo i percorsi ciclopedonali funzionali poco antropizzate in tessuto urbano, alla fruizione quelli veicolari di servizio e i manufatti per le attività silvocolturali o per varchi utili per la rete ecologica attività compatibili di fruizione naturalistica e di ricerca scientifica. Per le aree di valore naturalistico: - integrità in applicazione dei criteri già adottati per Sic e Zps. Per le aree poco antropizzate in contesto urbano e i varchi utili per la rete ecologica: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti; - rafforzamento (e in assoluto non diminuzione dell’ampiezza) dei varchi non edificati, non recintati e dotati di impianti a verde alberato. N9 Suoli ad alta fertilità In generale: - caratteri della produzione adeguati agli standard agro-ambientali delle Norme di Buona Pratica Agricola del Piano di sviluppo rurale, con riduzione dell’uso di prodotti chimici; - riduzione (e comunque non aumento) di aree con usi residenziali o produttivi non agricoli, con demolizioni e ricostruzioni compensativa in aree di densificazione. Per le aree limitrofe ad aree urbanizzate: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti.

Fattori di strutturazione storica S1 Centri storici Per i centri e nuclei storici Ingressi a centri storici, luoghi centrali - leggibilità e integrita del disegno dell’impianto urbano con riferimento ai identitari, emergenza nel paesaggio tracciati, agli spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti, per l’identità storica; - articolazione e dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi dei tessuti edilizi e degli spazi aperti, da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai materiali e alle tecniche costruttive locali - residenzialità come destinazione prevalente, accompagnata da quella commerciale e artigianale tradizionale e compatibile con l e tipologie edilizie storiche - leggibilità e fruibilità dell’impianto complessivo nell’inserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato l’impianto insediativo; S2 Viabilità storica Per la viabilità storica: Opere civili storiche per strade o altre - leggibilità e valorizzazione dei punti di contatto tra percorsi storici e centri infrastrutture, storici (porte urbane, scorci prospettici in ingresso e in uscita) e delle direttrici di percorsi pedonali storici attraversamento; - fruibilità dei sedimi esistenti con integrazioni e conservazione degli elementi tradizionali coerenti quali: selciati, alberature, siepi, cigli erbosi, fossi e canalette di scolo, tornanti, ponti, muri di sostegno e scarpate, gradoni e scalini in pietra nei sentieri a forte pendenza; - completezza della rete, da integrare con limitati nuovi tracciati necessari a completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; - filari alberati lungo i tracciati da amantenere, integrare o impiantare ex novo; Per le opere civili - integrazione dei manufatti con ripristino delle relazioni con gli assi viari di riferimento e leggibilità con conservazione di eventuali opere d’arte di particolare pregio e con reintegro delle sistemazioni vegetali (viali, siepi) S6 Terrazzamenti, assetti colturali Per i terrazzamenti: tradizionali dei frutteti dei vigneti - trattamento di versante con opere di contenimento da mantenere, nel rispetto del degli agrumeti e degli oliveti disegno paesaggistico e dell’andamento orografico, con la morfologia delle opere in pietra controterra e dei ciglionamenti tradizionali - omogeneità nell’utilizzo dei materiali e delle dimensioni e morfologie tradizionali nei manufatti edilizi o infrastrutturali presenti nei contesti dei versanti terrazzati Per gli assetti colturali tradizionali

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- assetto delle coltivazioni a colture legnose da mantenere con la varietà delle cultivar locali, della trama parcellare, delle infrastrutture rurali tradizionali (strade poderali, siepi, muretti, fossi di drenaggio, dei sistemi di siepi miste e di eventuali pur ridotte masse boschive presenti) - omogeneità nell’utilizzo dei materiali e delle morfologie, tipologie e dimensioni tradizionali nei manufatti edilizi o infrastrutturali presenti nei contesti S7 Panorami identitari rappresentativi Per le strade e i punti panoramici: della regione - fruibilità da mantenere o ripristinare senza ostacoli o elementi deterrenti in primo Paesaggi naturali colturali o edificati piano delle visuali panoramiche da luogo pubblico; ad alta identità locale, belvedere o Per i paesaggi ad alta identità: punti panoramici locali - immagine consolidata da mantenere senza elementi alteranti per materiali, colori o dimensioni o ostacolanti la fruizione completa

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