Musica E Spettacolo a Torino Fra Otto E Novecento

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Musica E Spettacolo a Torino Fra Otto E Novecento Indice 1. Introduzione. 2. Torino “capitale musicale d’Italia”. Gli anni di Giuseppe Depanis e Arturo Toscanini. Musica e spettacolo a Torino - Il melodramma - I concerti fra Otto e Novecento. - Francesco Tamagno, il protagonista del cuore. 3. Il “Teatro d’Arte” e il Politeama Gerbino. Dieci anni di grande prosa a Torino, fra tradizione e tentativi di L’Esposizione del 1898. rinnovamento. 4. L’altro spettacolo. L’operetta, la danza, il cinema e il Il Teatro Regio e i teatri torinesi divertimento leggero. (1896 – 1905). 5. Bibliografia essenziale. 6. Tavole cronologiche: - Le rappresentazioni operistiche a Torino dal 22 Ricerca, testi e cronologie dicembre 1895 al 26 dicembre 1905. a cura di Giorgio Rampone - I concerti a Torino dal 1896 al 1905. - La prosa a Torino dal 1896 al 1905 (L’attività delle compagnie drammatiche italiane – La Compagnia del Teatro d’Arte – Eleonora Duse – L’attività delle compagnie drammatiche straniere). qualche scivolone… Culturalmente, però, l'importanza della data non fu trascurata. Il 30 Introduzione dicembre, in un Teatro Regio gremito, un genius loci come Giuseppe Giacosa aveva trattato il tema del “Secolo che muore” con fede positivista ed una prosa di fervore premarinettiano: Il 9 dicembre 1900 a Torino lo spettacolo era uno solo, senza rivali. Aveva quattro ruote e fiammeggiava dietro i vetri del Caffé Romano La scienza, da imponderabile ed astratta che era, si è trasformata in universale e nella Galleria Subalpina: la «bellissima automobile della F.I.A.T., tangibile ricchezza. Già proviamo la febbre del mutamento, già sentiamo lo stridore della forza di 4 ½ hp, che sarà estratta a sorte dal Presidente del dei nuovi congegni» (3). Consiglio notarile di Torino il 18 gennaio prossimo venturo fra gli abbonati per un anno della Stampa », come orgogliosamente Dietro tali parole non stava un entusiasmo retorico, ma la annunciava lo stesso giornale (1), attirando, a partire da quel giorno e consapevolezza delle nuove potenzialità di una città che usciva da un per quelli successivi, una folla grandissima, rappresentativa di ogni decennio molto duro. Le spinte propulsive degli anni Ottanta, che ceto sociale. Infatti, per una volta almeno, non si pagava biglietto. avevano sancito in via definitiva il superamento del trauma della Così, per costoro, il nuovo secolo che stava per aprirsi si sarebbe perdita del ruolo di capitale, avevano dovuto subire pesanti identificato con un sogno. Un sogno di modernità, di progresso e di contraccolpi. Il crollo del sistema bancario, congiuntamente agli benessere. Quindi, un simbolo, capace di generare ottimismo, effetti della crisi agraria e della guerra commerciale con la Francia indipendentemente dalla possibilità concreta di vederselo assegnare (particolarmente colpita fu sotto questo profilo la manifattura della dalla fortuna, dal momento che, per aspirare a quel prodigio seta), avevano provocato il blocco di buona parte delle attività meccanico del valore di 5.000 lire, occorreva almeno potersi produttive e falcidiato i risparmi, lasciando dietro di sé fallimenti e permettere l' abbonamento ad un giornale, di per sé privilegio di schiere di disoccupati. La salita al potere di Francesco Crispi aveva pochi. poi aggravato lo stato delle cose. La sua politica, infatti, oltre a Nuovo secolo, si diceva. Già, perché, più informati e alieni dall'ansia caratterizzarsi in generale per scelte contrastanti con gli interessi di precorritrice dei loro eredi del terzo millennio, i torinesi di allora Torino e del Piemonte, si era segnalata anche per atti palesemente erano perfettamente al corrente del fatto che il conteggio corretto ostili nei confronti dei suoi oppositori politici di quel territorio, a doveva essere posticipato di un anno. Poi, all’insegna della cominciare, naturalmente, dal neonato Partito Socialista, la cui proverbiale sobrietà subalpina, non vissero lo scoccare dell'ora come sezione torinese fu obbligata a chiudere nell'ottobre 1894, per ordine un evento o anche soltanto come un momento da festeggiare, in ciò della Questura. Il malcontento anticrispino a Torino univa dunque distinguendosi da quanto accadde in altre città italiane o all’estero. sinistra e liberali, operai e ceto medio borghese, col supporto di un Infatti, scorrendo i quotidiani, a Torino il capodanno del 1901 ci viene riportato come un giorno qualsiasi, sia pure con problemi seri, mondo intellettuale di scrittori, letterati, scienziati, artisti, medici, avvocati, il cosiddetto «socialismo dei professori». Essi non potevano essere considerati a pieno come lo sciopero degli operai fonditori, che si porta via quasi tutto lo titolo membri dell’organizzazione socialista torinese […]. Tuttavia rappresentarono spazio della cronaca cittadina. E gli articoli di fondo privilegiano la una componente di primo piano del partito, a cui si avvicinarono con la «scoperta crisi economica e sociale. Uno, a firma di Luigi Einaudi, auspica una della questione sociale», con un atteggiamento mentale a metà strada fra utopismo, via d’uscita per una situazione che porta alla perdita di 18.000 lire critica delle conseguenze drammatiche della rivoluzione industriale, fiducia ben complessive di salari ogni settimana e alla fuga degli appalti da maggiore nell'educazione dall'alto delle masse che non nelle lotte delle medesime, dosi non trascurabili di paternalismo e di volontà di collegare patria-monarchia- Torino verso Milano (2). Per il resto veniamo a sapere che la sera di socialismo, e soprattutto dosi massicce di Positivismo in tutti i campi […]. (4). San Silvestro un po’ di neve ha imbiancato le strade, causando I nomi di coloro che animavano quel mondo – per limitarci ad alcuni Poi venne, nel 1898, la grande Esposizione generale italiana, che – erano quelli di Cesare Lombroso, Giuseppe Carle, Achille Loria, ebbe tra i suoi più tenaci sostenitori, come già era stato per quella del Arturo Graf, Gustavo Balsamo Crivelli, Corrado Corradino (al 1884, Tommaso Villa, una delle più significative figure politiche secolo, Corradino Corrado), Gaetano Mosca, Angelo Mosso, piemontesi dell’epoca. Coincidente anche con il 50° anniversario Edmondo De Amicis, Giovanni Cena e dei già citati Einaudi e dello Statuto Albertino, l’Esposizione ebbe l’effetto di assegnare Giacosa, particolarmente quello dei drammi borghesi. E il clamoroso con nettezza a Torino il ruolo di guida dell'Italia industriale, risultato elettorale che consentì ai socialisti di varcare per la prima consentendole inoltre di evitare di essere coinvolta in modo volta la soglia del Consiglio Comunale, nel 1899, ne fu senz’altro drammatico da quell'annus horribilis della storia nazionale. In favorito. gennaio, tra le notizie sulla guerra d'Eritrea, gli ultimi sviluppi del Ma l’atmosfera che si respirava aveva riflessi in ogni ambito. Anche caso Dreyfus-Esterházy (con la clamorosa lettera di Zola al nel campo specifico dello spettacolo si avvertiva l’esigenza di un presidente Faure) e i preoccupanti aggiornamenti sulla questione del rinnovamento delle istituzioni, di un allargamento del numero dei prezzo del grano, i giornali locali dedicavano ampio spazio ai fruitori, di una sprovincializzazione del gusto e di un arricchimento preparativi per il grande appuntamento, emblematicamente fissato delle conoscenze. In tale ottica, come vedremo, la musica e la prosa per il 1° maggio. La città era sottosopra: si costruivano nuove linee poterono contare sullo spirito di iniziativa di un Giuseppe Depanis e tranviarie a trazione elettrica (una novità), particolarmente in via di un Domenico Lanza, catalizzatori di molte altre energie. Madama Cristina e dalla piazza Castello al corso Massimo d'Azeglio, La necessità di dare risposte alle criticità sociali determinate in prossimità della sede dei padiglioni. Al Valentino era stato dall’industrializzazione era dunque fortemente sentita e costituiva un edificato il Grande Salone delle Feste, sede designata per la potente collante, anche nel convincimento della possibilità che, cerimonia inaugurale e per le rassegne concertistiche, mentre era opportunamente indirizzata, potesse consentire un contenimento in stata finalmente ultimata la discussa diagonale di via Pietro Micca. Si senso riformista dell'estremismo. La caduta di Crispi, conseguente al inauguravano linee telefoniche, come quella che collegava Torino a disastro di Adua del marzo 1896, aveva portato al potere il marchese Pinerolo. Il tutto, come sempre accade in questi casi, fra proteste Di Rudinì, subito guardato con forte sospetto dai progressisti e dai della popolazione costretta a subire disagi, e inviti alla pazienza da liberali democratici piemontesi. Giustamente, perché la catastrofe parte della civica amministrazione, che non mancava anche di non era lontana. Ma, come gli storici hanno sottolineato, proprio in esortare gli albergatori a moderare le pretese, per favorire il flusso di anni tanto critici, Torino trovò le forze per riprendersi, in virtù di una visitatori. Torino cresceva, ma non senza problemi. radicata cultura del lavoro che agì su ciò che restava del tessuto «La Stampa», il quotidiano che Alfredo Frassati, affiancatosi a Luigi produttivo locale, favorita da quel particolare contesto culturale e Roux, aveva rapidamente trasformato in uno dei fogli di riferimento morale: del Paese, non mancava di tenere informati i suoi lettori in merito alle contraddizioni più evidenti di quello sviluppo, per esempio In effetti, se quel lungo «inverno» per l’economia subalpina che era stato il conducendo inchieste sui malati gravi ed indigenti che venivano penultimo
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