TAMAGNO: UN TENORE CHE HA PORTATO NEL MONDO IL NOME DI TORINO Aldo Pedussìa
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TAMAGNO: UN TENORE CHE HA PORTATO NEL MONDO IL NOME DI TORINO Aldo Pedussìa La grandezza lirica di Francesco Tamagno camente attraente e un grandissimo, cono- nia, la sua propensione ai sacrifici, furono è fuori discussione: una voce fenomeno, fu sciutissimo tenore, non fu di certo e volu- determinanti. scritto, il cui segreto stava forse racchiuso tamente nel settore sentimentale un colle- Al tenore, nato quasi in povertà, morto nella speciale conformazione della gola e zionista di successi, come lo fu invece nel ricchissimo, la figlia Margherita — ch'Egli nella forza dei polmoni. Narra in proposi- canto. Il suo carattere schivo, il suo fare un seguì e curò con affetto grandissimo, pater- to Edmondo De Amicis che la vibrazione pò impacciato, la sua carenza dialettica no e materno parimenti — fece erigere nel prodotta dal canto del «Nostro» era di una «Mi sai nen parlé, ii sai mach cantò», e Cimitero di Torino un grandissimo impo- tale forza da produrre nella sala ove canta- parallelamente il suo attaccamento serio e nente Mausoleo (1912) che s'impone — va incrinatura in bicchieri di puro cristallo pignolo alla professione di grande cantante freddo e staccato — su ogni altra tomba che ne determinavano la spaccatura, e altri lirico, la sua vita metodica ed abitudinaria del Cimitero stesso. contemporanei del «Nostro» ancora ricor- anche attraverso le lunghe trasferte, la sua Francesco Tamagno nasce a Torino il 28 dano che quel «tenore cannone» (come era cura meticolosa alla voce, la sua parsimo- dicembre 1850. uso denominarlo) aveva una potenza voca- Il padre Carlo è proprietario di una mode- le da far tremare i vetri delle finestre, vi- sta Osteria «Il centauro» in riva alla Dora. brare i lucernari e tintinnare i lampadari Francesco Tamagno ossia «Cichin» tra dei Teatri che l'ospitavano. una portata e l'altra nel locale pubblico del Invero è storicamente confermato che il 5 padre e guidando più tardi il paterno carro febbraio 1887 nella «prima» dell'Otello tirato dal cavallo comincerà a cantare: ha alla «Scala» Tamagno intonò «Esultate!» una voce potente e meravigliosa (che gli e la potenza fu tale che il gigantesco lam- amanti del canto già gradiscono) ma man- padario del celebre Teatro vibrò, tremò. Il ca di educazione musicale. fenomeno non si è mai più ripetuto. Canta anche successivamente nel Coro Il noto musicologo Ippolito Valetta ne parrocchiale, e all'età di 20 anni sarà senti- esaltava ne la «Gazzetta Piemontese» (che to dal Maestro Carlo Pedrotti direttore del successivamente cambiava denominazione Teatro Regio ed entra a far parte del Coro in «La Stampa») la «sbalorditiva potenza del prestigioso Teatro Lirico Torinese. vocale e la respirazione di ampiezza feno- Frequenta il Liceo Musicale (attuale Con- menale». servatorio), si diploma, e debutta al «Re- gio» nel febbraio del 1872 in un ruolo se- Siamo di fronte al più potente tenore del- condario nell'opera — poco nota — «La l'Ottocento e ad uno dei massimi sino ad colpa del cuore» di Francesco Cortese. oggi; e dalla sera del 5 febbraio 1887 — os- Ma «il via» alla sua prodigiosa carriera ar- sia dalla «prima» dell'Otello (19 chiamate tistica avverrà nel gennaio 1873 con il al proscenio) — l'ombra di Tamagno spa- «Poliuto» di Donizetti: il tenore che rap- venterà «tutti» i successivi interpreti del presentava Nearco si ammala e il Direttore Moro di Venezia e porterà non pochi teno- Pedrotti si ricorda di Tamagno e gli affida ri a non cimentarsi nell'opera per non cor- la parte. rere il rischio della comparazione con il te- nore torinese e la conseguente «magra fi- Tamagno inserisce nel «Chiedimi il sangue gura». mio, l'anima no, che l'anima è di Dio» Amico degli umili, molto umile nella vita uno straordinario e formidabile acuto sul egli stesso (meno modesto quando si vole- «si» del «Dio». va mettere in discussione il suo talento ar- Il pubblico sbalordito gli tributa un ap- tistico nel canto), fedele alla parola data, plauso trionfale. amava moltissimo la sua Torino e vi ritor- Così comincia il suo celebre cammino. nava con piacere quando poteva. Tamagno si affina con i Maestri Farro, Alto, prestante, vigoroso, con un fisico atle- Candiani, e Bonola perché l'arma potente tico, il petto possente, occhi azzurri, capelli dell'acuto pari allo squillo di una tromba biondo-rossicci, barba a pizzo, intelligente, non basta più per raggiungere traguardi di rappresentò invero forse una delusione per livello mondiale, ed inoltre cerca di mi- le donne che correvano dietro all'uomo, al- gliorare il suo livello artistico nella scena. l'artista, e verosimilmente anche alla sua Il «Ballo in Maschera» nel Teatro Bellini fama (folle entusiaste), alla sua ricchezza di Palermo è il primo completo trionfale (derivante da una eccezionale carriera: 30 esordio seguito da tanti altri successi nei anni in tutti i principali teatri del mondo, principali Teatri in 30 anni accolto da compensato con importi favolosi per il tem- pubblico entusiasta come indiscusso inter- po: sino a 10 mila lire per sera). prete canoro dei più celebri melodrammi, Ancorché, come specificato, un uomo fisi- soprattutto dell'Otello Verdiano cui ha le-.