IL PARTITO DEL GOLPE Piano Dell'opera: VOLUME PRIMO
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IL PARTITO DEL GOLPE Piano dell'opera: VOLUME PRIMO: Dall'inizio del 1964 al 27 giugno 1968, giorno del «sui cidio» del colonnello del SIF AR Rocca. VOLUME SECONDO: Dal 13 settembre 1968, giorno in cui Borghese fonda il Fronte Nazionale, alla fine del 1970, con il fallimento della «notte di Tora-Tora». VOLUME TERZO: Dall'inizio del 1971, alla fine del 1974, organizzazione e sviluppo del progetto eversivo politico in concorrenza a quello militare. VOLUME QUARTO: Dall'inizio del 1975 alla metà circa del 1978. Il terro rismo rosso e il sequestro Moro. Gianni Flamini è nato a Bologna nel 1934. Ha iniziato giovanissimo la profes sione di giornalista orientando i suoi interessi prevalentemente verso i problemi sociali. Ha già pubblicato con le Edizioni Dehoniane: I maghi tra i grattacieli, Operai nell'Italia industriale; presso Coines Un agosto tranquillo. Cronaca di un colpo di staM. L. 18 500 I.V.A. inclusa Casa della Memoria Gianni Flamini Via Crispi, 2 -25100 Brescia 274 Il partito Libri FondoMilani del golpe Le strategie della tensione e del terrore dal primo centrosinistra organico al sequestro Moro 197511976 volume guarto tomo primo Italo Bovolenta editore Tutti i diritti riservati © 1985 Italo Bovolenta editore s.r.l. Indice V A l'vertenza 3 «Onorevole Moro, lasci perdere» 36 Greche, ermellini e cattedre 72 Davide offre la sua fionda alle BR 112 «Fratelli» d'Italia e del golpe 153 Il sogno del Quirinale 183 L'esercito proletario ha bisogno di te! Indice SECONDO TOMO Avvertenza 231 Quel PCI è un cavallo di Troia 273 Il mitra multinazionale 308 Il SID è morto, viva il SID 355 L'Autonomia nera invidia quella rossa 411 Esorcisti e forze del male 463 La grandine dei segreti di Stato 506 «Far fuori la DC di Zaccagnini e Moro» 532 La strage stabilizzatrice 577 Indice dei nomi e delle organizzazioni Questa ricostruzione non ambisce di raccontare la storia d'Italia degli ultimi quindici anni (in quattro volumi, secondo il piano editoriale ripor tato a parte), ma solo una parte di questa storia. Precisamente quella che ha come protagonista una forza politica, molto articolata, eterogenea, perfino contraddittoria nelle sue componenti ma efficacemente operante, che ha fatto e continua a fare storia in Italia. Forza politica non solo di dimensioni nazionali alla quale, per comodi tà e razionalità di riferimento, si è data la definizione astratta di partito del golpe. Anche se, più concretamente, la sua «leadership» è costituita da quella parte delle forze economiche e politiche che si sentono minaccia te nei loro interessi da uno spostamento a sinistra della situazione italiana, pur se di tipo riformista e non certo rivoluzionario. Questo è già evidente nelle vicende del 1964 e lo diverrà ancor di più negli anni successivi, in particolare dopo le lotte del 1968-1969. Ovviamente queste forze sono ampiamente rappresentate nel panorama politico-istituzionale italiano, ma hanno, contemporaneamente, importanti referenti all'estero. Analogamente, per definire il principale strumento operativo del parti to del golpe si è fatto ricorso ad un'altra formula sostanzialmente astrat ta: quella di organizzazione clandestina di sicurezza NATO (il cosiddéito SIFAR/SID occulto o parallelo), organizzazione che si ritiene istituita e funzionante anche in Italia in base agli accordi segreti stipulati con gli Sta ti Uniti nel quadro dell'adesione all' Alleanza atlantica. Sulla base del massimo di documentazione reperibile è stata tratta questa chiave di lettu ra dei fatti. Senza la pretesa di affermare un'unica possibilità di interpre tazione e consentendo a chiunque il beneficio del dubbio, che del resto an che l'autore riconosce a se stesso. La difficoltà obiettiva di sistematizzare l'enorme massa di elementi (persone, organizzazioni, programmi, linee d'azione) che si intrecciano Il partito del golpe. 197511976 lungo il periodo trattato, ha convinto a compiere la scelta cronologica, Il procedere per date è un metodo come un altro, che però sembra faciìitare la lettura di questo filone di storia in parallelo con lo svolgersi di avveni menti generali di grande rilevanza, soprattutto economici e politici, docu mentati e reperibili in una vasta pubblicistica. Resta da chiedersi perché quesr.a ricostruzione inizia col 1964. L'affare SIFAR è il primo episodio esemplarmente rappresentativo dell'attività del partito del golpe e, quantomeno in senso politico, di quella strategia poi definita «della teus;one»: episodio esemplare non solo per il funziona mento del meccanismo, ma anche per la successiva copertura politico giudiziaria, compreso il gioco dei ricatti reciproci tra le forze direttamente o indirettamente coinvolte nell'affare. Conviene chiarire subito i contenu ti che si attribuiscono al concetto di strategia della tensione. Essa altro non è, secondo la: definizione che ne dette nel 1974 il sostituto procuratore della repubblica di Padova Luigi Nunziante (pubblico ministero nell'istruttoria sulla Rosa dei venti), se non un «mezzo ignobile di condi zionamento politico e sociale che costituisce in fondo la vera attività ever siva e che troppe vittime innocenti è costata al nostro paese». In altre parole, al di là delle intenzioni dei suoi esecutori, la strategia della tensione o del terrore è stata (ed è) in realtà finalizzata ad influire pe santemente sugli equilibri politici più che ad arrivare al colpo di stato vero e proprio, almeno di tipo greco, cileno o turco. Post scriptum. Questa «avvertenza», già pubblicata nel primo volume, ha ricevuto nel frattempo, circa l'ipotesi non secondaria riguardante l'esi stenza e il funzionamento di una organizzazione cIandestina NATO, una inattesa e autorevole conferma. Il contributo è addirittura. venuto dall'americano William Colby, direttore della CIA dal settembre 1973 al gennaio 1976, e in precedenza in attività in Italia dal 1953 al 1958. In un suo libro di memorie (<<La mia vita nella CIA», Mursìa, Milano, 1981) ha scritto: «L'OPC (Office of Policy Coordination, il braccio paramilitare, propagandistico e politico della CIA) aveva incominciato a creare, in tutti i Paesi dell'Europa occidentale che avrebbero potuto essere probabili obiettivi di un attacco sovietico, queHe che nel gergo del mestiere veniva no chiamate st~y-behind nets, infrastrutture clandestine di dirigenti e di rifornimenti già preparate e pronte a entrare in azione come forze di spio naggio e di sabotaggio quando fosse venuto il momento» (pag. 62). Infrastruttura esistente quindi in ogni singolo Paese, Italia compresa, e che Colby deflnisce testualmente {(organizzazione clandestina», spiegan do che si trattava di «creare gli elementi fondamentali di una struttura cìandestina da usarsi per qualunque scopo risultasse necessario in futuro per gli Stati Uniti e la CtA» (pag, 72). Per quanto riguarda specificamente l'Italia, Colby, trasferito a Roma nell'autunno 1953, visse qui (<una delle sfide più emozionanti che ia CIAaveva da offrire, dirigere il suo più vasta programma di azione politica clandestina intrapreso fino a quel momento (e per la verità anche in seguito) ... Per dirla in poche parole, il mio com pito consisteva nell'impedire che l'ltalìa cadesse nelle mani dei comunistì..., e nell'evitare quindi che le difese militari della NATO venis sero aggirate politicamente da una quinta colonna sovversiva,il Partito comurnstaitaliano» (pp. 81,82) .. Dì qui «le operazioni politiche della CIA in Italia, e molte altre che negli anni seguenti si ispirarono ad esse, soprat tutto in Cile» (pag. 84). «Onorevole Moro, lasci perdere» 3 gennaio 1975 Il messaggio di capodanno del presidente della Repubblica Giovanni Leone, che ha tralasciato ogni riferimento allo scon quasso provocato dai progetti eversivi e terroristici anche in settori importanti dell'apparato statale, è condiviso dal nuovo procuratore generale della cassazione Giovanni Colli, il quale ne ricalca la traccia inaugurando solennemente a Roma l'anno giudiziario. Siamo in fase di «restaurazione» (e, come presto si vedrà, alla vigilia di una nuova e «inattesa» stagione del terrori smo). Ma intanto c'è chi si preoccupa di proteggere soltanto la continuità del potere politico ignorandone le gravissime degene razioni. 4 IL PARTITO DEL GOLPE 1975-1978 «ONOREVOLE MORO, LASCI PERDERE» 5 Ad ascoltare il procuratore generale sono lo stesso Leone e Qualche particolare più preciso lo fornirà Corrado Guerzo- molte autorità dello Stato, civili, politìche e militari (tra cui Eu ni, stretto collaboratore dell'onorevole Moro: genio Henke, ammiraglio pensionato). Colli non pronuncia una Moro era descritto negli ambienti politici americani come u~ antipartito sola parola sulle stragi, sulle vittime del terrorismo, sull'eversio filocomunista che favoriva in Italia la corrUZIOne, pur nm~nendon.e ne, sulla salvaguardia dell'ordinamento costituzionale. Al con estraneo, per indebolire la DC e costringerla all'incontro con.1 comUlll trario, invoca più poteri per la polizia e denuncia la «politicizza sti ... Durante un ricevimento all'ambasciata italiana a Washlllgto~ ne~ zione» dei giudici. Conclude con una specie di grido di dolore settembre 1974, ci fu una conversazione molto aspra t,ra il segretaflo di per la Stato Kissinger e il leader democristiano. Kissinger disse .a.Moro: non credo nei dogmi, non sono un cattolico e non posso condIVIdere l~ sua grave diminuzione del prestigio goduto, fino a non molti anni orsono, impostazione politica che considero un elemento fort~mente negatlV~ ... Il fatto è che Moro rimase profondamente scosso dali Illcontro con KI~ dalla magistratural . singer e dal viaggio negli Stati Uniti. Il giorno dopo il colloquio lo stati Non se ne chiede tuttavia il perché, mentre la sua attenzione sta si sentì male nella chiesa di St. Patrick4 • è quasi unicamente rivolta (secondo l'indicazione del potere po Testimonianza che sarà confermata da Nicola Rana, altro litico) alla proposta di allestire nuovi strumenti repressivi. Il po stretto collaboratore di Moro. Del resto, proprio nei giorni del tere, anche quello giudiziario, finge di ignorare l'esistenza del settembre 1974 in cui avveniva la visita della delegazione italia partito del golpe.