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Raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti, promossi e bocciati della provincia di

di Jacopo Gugliotta – 15 Luglio 2018 – 17:35

Imperia. Sono stati pubblicati i dati ufficiali relativi all’anno 2017 della raccolta differenziata, per Comune e relative percentuali di materiale riciclato, della provincia di Imperia.

Bordighera, , Molini di , , , , Seborga e tengono a galla una situazione che continua ad essere complicata.

Dallo studio della Regione, la provincia si gioca il posto di fanalino di coda della con la Città Metropolitana di Genova (41,63%). Soli due punti ci dividono dall’ultimo posto della classifica: in Riviera si differenzia il 43,69% dei rifiuti raccolti, contro il 50,20% del savonese e il 67.03% della provincia di La Spezia. L’incremento rispetto al 2016 è di 5,67 punti percentuali.

Tra i Comuni più grandi del comprensorio, pesa il dato molto basso di Imperia che si ferma al 34,62% di raccolta differenziata. Su 21.724 tonnellate all’anno, solo 7.000 evitano di finire in discarica. Più di trenta punti in meno rispetto all’obiettivo 65% previsto dalla legge statale e regionale.

Bilancia la città capoluogo : di 30.468 tonnellate prodotte, grazie all’avvio del porta a porta, poco più della metà vengono recuperate.

Altro esempio negativo è , ferma ad un 30,84%, 16.802 tonnellate delle quali 11

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vanno dritte nell’ultima delle sei discarica di Collette Ozotto.

TUTTI I DATI (Fai click per ingrandire)

Per ogni Municipio la Regione ha pubblicato anche le percentuali di materiale effettivamente riciclato, diviso tra Carta / cartone, Legno, Metallo, la Frazione Organica, la Plastica e il Vetro.

Le sei frazioni sono indicate dalla legge regionale 176/2017 ed è su di esse che viene calcolato il totale di rifiuto avviato al recupero. A pesare maggiormente è l’umido che non trova ancora un impianto idoneo al trattamento in tutto il Ponente e che quindi viene stoccato in discarica o trasportato fuori provincia.

Bassi livelli di raccolta differenziata e di materiale riciclato non comportano solo un aggravio per l’ambiente ma anche per le tasche dei cittadini. Infatti, le Amministrazioni pubbliche che non raggiungono il 65% di RD e almeno il 40% di riciclaggio, devono pagare 25 euro a tonnellata eccedente il limite ammesso al conferimento in discarica.

Costi aggiuntivi che finiscono dritti dritti sulla tassa dei rifiuti.

I cittadini “ricicloni”, invece, possono avere uno sgravio fiscale dal 30% al 70% dell’importo in bolletta.

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