Ra I Rapporti Annuali Dell'arte
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_ g RA ■ I RAPPORTI ANNUALI DELL’ARTE Fondazioni «IL GIORNALE DELLE FONDAZIONI» © - X EDIZIONE - N. 309 MAGGIO 2011 IL GIORNALE DELL’ARTE IL DECIMO RAPPORTO 2011 Strategie e attività del biennio 2010-2011 di oltre 200 fondazioni di origine bancaria e civili. Interviste, analisi e commenti. Nasce Il Giornale delle Fondazioni online, la piattaforma di informazione e aggiornamento. www.ilgiornaledellarte.com/fondazioni RCarloCarlo AzeglioAzeglio CiampiCiampi A GiuseppeGiuseppe GuzzettiGuzzetti MarcoMarco CammelliCammelli AndreaAndrea LandiLandi FabioFabio AchilliAchilli GuidoGuido GuerzoniGuerzoni FabioFabio RoversiRoversi MonacoMonaco PiergiuseppePiergiuseppe DolciniDolcini MarcoMarco ParlangeliParlangeli LucaLuca RemmertRemmert AngeloAngelo MigliettaMiglietta SergioSergio ChiamparinoChiamparino GiovanniGiovanni PuglisiPuglisi PierpaoloPierpaolo ForteForte PierPier LuigiLuigi SaccoSacco EmmanueleEmmanuele EmanueleEmanuele EnricoEnrico BellezzaBellezza GabriellaGabriella BelliBelli AdrianaAdriana PolveroniPolveroni StefanoStefano BaiaBaia CurioniCurioni © FONDAZIONE DI VENEZIA, RENDERING SAUERBRUCH HUTTON / ARCHIMATION Le Fondazioni di origine bancaria cambiano stile: cresce l’impegno diretto, progettuale e gestionale e il sostegno è sempre più partecipato. Il progetto M9, il nuovo polo culturale di Venezia-Mestre della Fondazione di Venezia, è un prodotto del primo tipo. La Fondazione interviene direttamente nella realtà di Mestre, che costituisce la parte più popolosa del comune di Venezia (oltre 200mila abitanti) mentre il cosiddetto centro storico (circa 60mila abitanti) contiene la totalità del patrimonio artistico che attrae ogni anno più di 18 milioni di turisti (articolo a pagina 8). _g ISTITUTO BANCO DI NAPOLI FONDAZIONE: STORIA E FINALITÀ Il Banco di Napoli trae origine dai banchi pubblici dei luoghi pii, sorti a Napoli tra il XVI e XVII secolo. Una delle prime opere pie a svolgere attività bancaria fu il Monte di Pietà fondato, nel 1539, con lo scopo filantrop- ico del prestito su pegno senza interessi. Più tardi, il Monte aprì una cassa di depositi, che fu riconosciuta con bando vicereale nel 1584. A seguire, si attivarono, per il riconoscimento a banco pubblico, altri sette istituti: il Sacro Monte e Banco dei Poveri (1563); il Banco Ave Gratia Plena o della Santissima Annunziata (1587); il Banco di Santa Maria del Popolo (1589); il Banco dello Spirito Santo (1590); il Banco di Sant’Eligio (1592); il Banco di San Giacomo e Vittoria (1597); il Banco del Santissimo Salvatore (1640), l’unico a perseguire ab origine fini di lucro. Nel 1794, Ferdinando IV di Borbone riunì tutti i pubblici banchi in un Banco Nazionale di Napoli, che non ebbe però vita autonoma. I Banchi, dopo successive soppressioni e fusioni, attuate dal regime napoleonico, confluirono, nel 1809, nel Banco delle Due Sicilie. Con l’Unità d’Italia, nel 1861, il Banco delle Due Sicilie divenne Banco di Napoli. Il primo luglio 1991 il Banco di Napoli - Istituto di Credito di Diritto Pubblico, primo banco pubblico ad attuare la cosiddetta «Legge Amato», conferì ad una nascente SpA - che prese nome «Banco di Napoli Sp» – tutte le attività e le passività bancarie. La denominazione dell’antico Istituto, attualmente, è «Istituto Banco di Napoli - Fondazione». L’Istituto persegue fini di interesse sociale e di promozione dello sviluppo economico e culturale nelle regioni meridionali; può operare anche nelle restanti regioni d’Italia e, per straordinarie esigenze, all’estero. In par- ticolare, nel rispetto della propria tradizione svolge attività nei settori della ricerca scientifica; della istruzione e formazione nelle discipline umanistiche ed economiche; della sanità per il potenziamento di attrezzature; della tutela e valorizzazione del patrimonio e delle attività artistiche, archeologiche, museologiche e ambien- tali. L’Istituto persegue altresì fini assistenziali, di beneficenza e di sostegno ad attività di volontariato e a iniziative socialmente utili. Tra le sue attività rientra anche la gestione dell’eccezionale patrimonio documentale degli antichi Banchi Pubblici Napoletani e del Banco di Napoli (secc. XVI-XX) custodito nell’Archivio Storico (con sede nel Palazzo Ricca, Via Tribunali, 213), nonché la gestione dell’importante Biblioteca - Emeroteca che costituiscono un punto di riferimento essenziale per l’approfondimento della città di Napoli e dell’intero Mezzogiorno. Sede: Via Tribunali 213 80139 NAPOLI Telefono: 081/449400; Fax: 081/450732 sito internet: www.istitutobancodinapoli.it; e-mail: [email protected] Presidente: Prof. Adriano Giannola Direttore Generale: Aldo Pace _ g IL GIORNALE DELLE FONDAZIONI N. 10 MAGGIO 2011 Vent’anni fa venivano istituite le Fondazioni di origine bancaria Ormai insostituibili nel sistema socio-economico del Paese e portatrici di innovazione sociale. Ma... «Siamo sulla LA LEGGE ISTITUTIVA PORTA IL SUO NOME neve fresca» Carlo Azeglio Ciampi: oggi la realtà uesto è il decimo Rapporto annuale delle Fondazioni del «Giornale dell’Arte». Nato nel primo decennio di questo sociale è di gran lunga più complessa Qsecolo, coglie un nuovo fenomeno di pluralità e pluralismo: le fondazioni sono in crescita nei numeri, nella visibilità e nella legittimazione pubblica. In Europa il loro sviluppo varia in re- ono lieto di contribuire a questo lazione alla specificità dei contesti storici, economici e cultura- supplemento del «Giornale del- li. In Italia emerge una proliferazione dei profili giuridici, dei mo- Sl’Arte» nel ventesimo anniversa- delli operativi e organizzativi dei soggetti. Agiscono più fattori: rio della legge istitutiva delle fonda- la «crisi del welfare e delle politiche statali riformiste, la conse- zioni di origine bancaria. Lo farò ri- guente ricerca di nuovi modelli istituzionali per la produzione e distribuzione di beni collettivi», la contrazione delle risorse pub- correndo in larga parte a quanto ebbi bliche e i vincoli sulle politiche di spesa derivanti dai patti di sta- a dire qualche tempo fa in un conve- bilità, fino «alla sfiducia nei partiti politici come mezzo di ascol- gno che ha avuto luogo a Roma. to ed espressione dei bisogni della cittadinanza e la crescente Il mio contributo volutamente prescinde dal- fiducia nell’azione della società civile». Questa grande mobili- la discussione attuale sugli aspetti e sulle tazione dei privati per il bene comune tocca profondamente la problematiche che investono l’oggi delle cultura. fondazioni. Esso segue il filo della memo- In Italia, il radicale cambiamento del settore non profit inizia ria, per risalire alle «sorgenti», al concepi- con gli anni novanta, quando nascono le fondazioni di origine mento, al quale intensamente partecipai, del- bancaria (Fob), «casseforti» create dalla legge Amato per la tra- la legge Amato-Carli, che segnò un passag- sformazione del settore bancario. A vent’anni dall’istituzione, gio fondamentale, di chiarimento istituzio- le Fob occupano oggi uno spazio centrale nel dibattito politico nale. Quella legge consentì di separare nelle casse di risparmio le due anime che avevano fino ad Sommario ed economico. Il loro stesso fondatore le ha definite agli esor- allora convissuto, quella pubblicistica e quella imprenditoriale. Quel «connubio improprio» co- di un «Frankenstein» e hanno stentato ad affermare la propria stituiva un rovello insinuatosi da tempo nei miei pensieri: avvertivo l’opportunità che si proce- 4 Il leader delle fondazioni identità, complici una cultura e una legislazione nazionale po- desse a modificare la normativa sulle casse di risparmio, enti ormai totalmente diversi rispetto a intervista a co favorevoli ai «corpi sociali intermedi». Chiarita la loro na- quel «modello di esercizio del credito di ispirazione filantropica» che nell’Ottocento aveva dato Giuseppe Guzzetti tura privata di «organizzatori delle libertà sociali» con la legge loro origine. Un tema, d’altra parte, che prendeva le mosse da molto lontano. 6 Quanto, cosa, ma Ciampi e respinto il tentativo di assoggettarle per legge alla vo- Già nel 1924 Maffeo Pantaleoni nel corso di un convegno organizzato dalla Cariplo, era stato soprattutto come lontà delle amministrazioni locali sono ora determinate ad agi- «invitato a dire, se e come le casse di risparmio possano funzionare da istituti bancari». Fu, tut- intervista a Marco Cammelli re un ruolo nuovo, cruciale e insostituibile per lo sviluppo e l’in- tavia, l’esplodere dei clamorosi eventi giudiziari all’inizio degli anni ottanta del secolo scorso a 8 Non più iniziative novazione sociale e compiono azioni che né il pubblico, né il rendere pienamente manifesta, con le sue drammatiche implicazioni, l’urgenza di porre termine occasionali mercato possono attuare agevolmente. Si stanno imponendo a quel «connubio». Nello stesso tempo, inoltre, la Banca d’Italia si andava rafforzando la con- intervista ad Andrea Landi non solo per i loro asset, che portano risorse aggiuntive per ri- vinzione che la banca fosse impresa, indipendentemente dalla sua natura giuridica e che la «pub- pianare i tagli dei trasferimenti statali, ma come merchant bank blicità» non ineriva al soggetto, in modo che qualunque cosa faccia, qualunque cosa tocchi, di- 8 M9 un nuovo polo culturale sociali, esprimendo una volontà chiara di comprendere le cau- venti tutto pubblico. Cito da un mio intervento del 1982: «...nel caso delle Casse di risparmio la per l’impegno diretto di Fabio Achilli se dei problemi, non solo di tamponarne gli effetti. Operano co- pubblicità c’è dove c’è: essa non s’addice alla loro attività di impresa, per sua natura neutra