Morfologia Del Racconto Poliziesco Vittoriano
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA TUSCIA FACOLTÀ DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE MODERNE Corso di Laurea in Mediazione linguistica per le istituzioni, le imprese e il commercio Anno Accademico: 2006-2007 Tesi di Laurea in Letteratura Inglese Morfologia del racconto poliziesco vittoriano: note di analisi a un repertorio di testi Relatore: Correlatore: Prof.ssa Francesca SAGGINI Dott.ssa Sonia Maria MELCHIORRE Candidata: Adriana MICHELI Matr. 239 1 MORFOLOGIA DEL RACCONTO POLIZIESCO VITTORIANO: NOTE DI ANALISI A UN REPERTORIO DI TESTI Capitolo 1 Il poliziesco vittoriano da Edgar Allan Poe alla Golden Age del XX° secolo: formule e temi ricorrenti riscontrati attraverso la metodologia proppiana. 1.1 Introduzione al lavoro……………………………………………… p. 5 1.2 Riferimenti alla metodologia di Vladimir Ja. Propp……………….. p. 7 1.3 Annotazioni storiche al poliziesco vittoriano………………………p. 11 1.4 Presentazione delle invarianti……………………………………... p. 19 1.5 Struttura della tesi…………………………………………………. p. 22 Capitolo 2 Le invarianti come elementi costitutivi dell’intreccio poliziesco – la loro presenza viene visualizzata attraverso griglie di analisi. 2.1 Discussione delle invarianti: riferimenti critici e contestuali……... p. 25 2.2 Tre racconti significativi: “The Accusing Shadow”, “The Long Arm”, “Murder by Proxy”……………………………………………………. p. 55 2.3 Conclusione……………………………………………………….. p. 71 2.4 Griglie di analisi dei racconti……………………………………... p. 77 2.5 Le invarianti in percentuale: due grafici…………………………... p. 94 2 Capitolo 3 Le sinossi dei racconti analizzati e la vita degli autori di tali short stories per comprendere appieno la teoria delle invarianti. 3.1 Sinossi dei racconti…………………………………………………p. 96 3.2 Indicazioni biografiche sugli autori……………………………… p. 266 Bibliografia………………………………………………………….. p. 329 Sitografia……………………………………………………………. p. 331 3 Il romanzo poliziesco è il romanzo stesso dell’uomo. (Gilbert Keith Chesterton) CAPITOLO 1 Il poliziesco vittoriano da Edgar Allan Poe alla Golden Age del XX° secolo: formule e temi ricorrenti riscontrati attraverso la metodologia proppiana. “Chiudete gli occhi anziché sgranarli. Affidatevi agli occhi della mente e non a quelli del corpo. Fate funzionare le piccole cellule grigie del vostro cervello […]”. (Hercule Poirot) 4 1.1 Introduzione al lavoro La mia tesi si articola in tre fasi significative: l’iniziale lettura critica dei racconti dell’antologia di Micheal Cox Victorian Detective Stories, an Oxford Anthology1, l’individuazione di elementi ricorrenti, definibili invarianti e quindi la creazione di griglie che possano mettere in evidenza la presenza di queste tematiche costanti. Lo stadio successivo consta della discussione approfondita di tali principî che costituiscono il modello della detective fiction. Alla base del mio lavoro c’è una attenta osservazione delle singole short stories, cercando di indicare quando possibile l’adozione da parte dei vari scrittori di elementi narrativi, situazioni e pratiche ricorrenti. Si tratta di scelte messe in atto dagli autori di detective fiction che costituiscono l’essenza di questo genere letterario, un ramo della crime fiction che propone come cardine narrativo l’investigazione da parte del detective (amatore o professionista) a seguito di un crimine. 1 Micheal Cox, Victorian Detective Stories, an Oxford Anthology, Oxford, New York, Oxford University Press, 1993 5 Scopo del mio lavoro è una disquisizione sulla possibilità di riscontrare a livelli diversi la presenza di tematiche fondamentali nella detective fiction vittoriana. Si è infatti inteso sostenere l’esistenza di una formula ricorrente all’interno di ogni racconto breve che rientri nella categoria del romanzo poliziesco. Non si tratta di affermare che tutto il lavoro degli scrittori di questo campo si svolge semplicemente intorno all’identificazione di una struttura che viene riproposta all’infinito. Questo infatti significherebbe screditare il lavoro degli autori di detective fiction vittoriana, cosa che non intendo fare in alcun modo dal momento che la categoria non costituisce una letteratura di puro svago, ma ha una sua collocazione epistemologica ben precisa. È necessario invece stabilire come queste regole fondamentali per il successo di un racconto di detection vittoriana sembrino esistere davvero: i diversi autori scelgono di utilizzare tali principî costanti per proporre al pubblico un genere che può appassionarlo e farlo riflettere sui cambiamenti 6 dell’epoca vittoriana, ma che allo stesso tempo definiscono il modello stesso di detective fiction. 1.2 Riferimenti alla metodologia di Vladimir Ja. Propp Di grande importanza per la mia indagine è stata la lettura Morfologia della fiaba di Vladimir Jakovlevic Propp2 che grazie alle sue ricerche ha introdotto un nuovo modo di concepire l’origine e la costruzione narratologica delle fiabe. L’ambito di interesse dello studio di Propp è quello delle fiabe di magia e quindi a prima vista si potrebbe pensare a qualcosa di molto diverso dalla ricerca che ho condotto nella mia tesi. In Morfologia della fiaba Propp prevede l’individuazione di un’unica origine per le fiabe di magia e cioè i riti di iniziazione dell’età tribale. Nella prefazione Propp scrive: La parola 'morfologia' significa scienze delle forme. In botanica, per morfologia si intende lo studio delle componenti delle piante, del loro rapporto reciproco e nei confronti del tutto o, in altre parole, lo studio della struttura dei vegetali … l’analisi delle forme della fiaba è possibile e 2 Vladimir Ja. Propp, Morfologia della fiaba, Torino, Piccola Biblioteca Einaudi, 2000 7 con la medesima precisione con la quale viene elaborata la morfologia delle formazioni organiche…3 Il passo successivo compiuto da Propp è quello di riscontrare al di là dell’area culturale di appartenenza una stessa struttura fatta di personaggi che ricoprono le stesse funzioni rispetto alla storia. Con il termine funzioni Propp intende identificare le parti fondamentali che costituiscono la fiaba, gli elementi costanti e stabili che rimangono gli stessi, ovvero invarianti, indipendentemente dalle storie che vengono raccontate. Per funzione si deve quindi intendere “l’operato d’un personaggio determinato dal punto di vista del suo significato per lo svolgimento della vicenda”.4 Le funzioni individuate dal linguista sono trentuno: si inizia con l’allontanamento di uno dei membri della famiglia dal nucleo per diverse 3 Vladimir Ja. Propp, op. cit., p. 3 4 Vladimir Ja. Propp, op. cit., p. 27 8 motivazioni, passando per la persecuzione e l’inseguimento dell’eroe stesso fino ad arrivare al suo salvataggio, alla punizione dell’antagonista e al matrimonio del protagonista (happy-ending). <<i>> e k q situazione allontanamento divieto infrazione iniziale v w j y investigazione delazione tranello connivenza X Y W -> danneggiamento mediazione, inizio della partenza momento reazione di connessione Z D E conseguimento R prima funzione reazione del mezzo trasferimento del donatore dell'eroe magico L M V Rm lotta marchiatura vittoria rimozione O <- P S arrivo in ritorno persecuzione salvataggio incognito F C A I pretese compito adempimento identificazione infondate difficile Sm T Pu N smascheramento trasfigurazione punizione nozze 5 Tabella 1. Le funzioni narrative di Propp. 5 In http://www.irreer.it/amorespiche/folkloric/funznarr.html, data ultimo accesso: 01/09/2007 9 L’analisi formale di Propp è di grandissima importanza se si pensa alle sue conseguenze: le azioni compiute dai personaggi di una storia vengono riconosciute come elementi stabili. Questa struttura immutabile è da ricercarsi in miti antichissimi, nelle sfere più lontane della moderna cultura del popolo. Secondo il linguista russo le precedenti ricerche condotte sulle fiabe sono state effettuate prescindendo da uno studio complessivo e questo atteggiamento ha reso impossibile una visione della cultura in senso universale. I linguisti hanno studiato le fiabe in base alle zone geografiche e culturali di provenienza, individuando così diversi luoghi di origine con le loro particolarità. La lettura di Morfologia della fiaba è stata essenziale per comprendere l’importanza delle funzioni individuate da Propp e per addentrarmi nella ricerca delle invarianti presenti nei racconti dell’antologia di Micheal Cox. 10 In questo mio lavoro con il termine invarianti si vuole indicare il complesso di elementi che rappresentano la struttura fondamentale di una detective story vittoriana. Tali elementi rimangono sempre gli stessi, senza il loro utilizzo viene meno l’impianto narratologico. 1.3 Annotazioni storiche al poliziesco vittoriano Storie che trattano di morti violente e di colpevoli che vengono smascherati sono presenti anche in tempi non moderni. Esempi di questo tipo di narrazione incentrata su personaggi che commettono o sono vittime di un crimine possono essere ritrovati anche in un autore come Shakespeare e il suo Hamlet, in cui il protagonista scopre l’assassinio del padre. La ricerca di un colpevole […] viene talora considerate una caratteristica sufficiente per riconoscere un giallo. Accogliendo tale definizione, non si incontrano molte difficoltà nell’indicare l’Edipo Re quale primo prodotto di un genere che 'rinasce' nella sua forma moderna, grazie a Edgar 6 Allan Poe […] 6 Gian Paolo Caprettini in Umberto Eco e Thomas A. Sebeok, a cura di, Il segno dei tre, Holmes, Dupin, Peirce, Bergamo, Tascabili Bompiani, 2004, p. 164 11 Come spiega Stephen Knight “[…] all bring back into detective fiction in full power that element of the Gothic which was so strong in the early years of