P.G.T.

Comune di

Sartirana (PV) V.A.S. – Rapporto Ambientale

FASE: Approvazione

Ing. Riccardo Tacconi

Revisione: Novembre 2012

STUDIO D’INGEGNERIA ASSOCIATO ING. F. LAVEZZI & ING. A. GRANDI Via Monte Nero 10/C – 27020 (PV) Tel. 0382-809100; Fax. 0382-809874 E-mail:[email protected]

Progettista responsabile: Autorità procedente: Sindaco - Dott. Ernesto Prevedoni Ing. Antonio Grandi Gorone Collaboratori:

Autorità competente: Arch. Maura Lenti Ing. Flavio Lavezzi Ing. Silvia Garavaglia Ing. Riccardo Tacconi V.A.S. – Rapporto Ambientale P.G.T. Comune di (PV)

1. INTRODUZIONE...... 5 2. LA LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO ...... 7 2.1 LA LEGISLAZIONE COMUNITARIA ...... 7 2.2 LA LEGISLAZIONE NAZIONALE ...... 9 2.3 LA LEGISLAZIONE REGIONALE ...... 9 3. SCHEMA METODOLOGICO-PROCEDURALE DI PGT/VAS ...... 13 3.1 FASE DI PREPARAZIONE ED ORIENTAMENTO ...... 16 3.1.1 Avviso di avvio del procedimento...... 16 3.1 2. Individuazione dell’autorità competente per la VAS...... 16 3.1.3 Elaborazione del Documento programmatico – Orientamenti iniziali del Piano ...... 16 3.1.4 Integrazione della dimensione ambientale del DdP e definizione dello schema operativo della VAS.. 16 3.2 FASE DI ELABORAZIONE E REDAZIONE ...... 17 3.2.1 Elaborazione del Rapporto Ambientale ...... 17 3.2.2 Elaborazione dello Studio d’Incidenza ...... 21 3.2.3 Attività precedenti la conferenza finale della VAS ...... 21 3.2.4 Conferenza finale della VAS ...... 22 3.2.5 Formulazione parere motivato ...... 22 3.2.6 Adozione e informazione circa la decisione ...... 23 3.2.7 Deposito e raccolta delle informazioni ...... 23 3.2.8 Approvazione definitiva, formulazione parere motivato finale e dichiarazione di sintesi finale ...... 24 3.3 FASE DI GESTIONE E MONITORAGGIO ...... 24 4 STRUTTURA DEL PROCESSO DI VALUTAZIONE...... 25 4.1 STRUTTURA DEL PROCESSO METODOLOGICO PER LA VAS...... 25 4.2 MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE, CONSULTAZIONE, COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE NEL PROCESSO DI VAS...... 28 4.2.1 Direttive generali ...... 28 4.2.2 Modalità definite per la VAS di Sartirana Lomellina...... 28 4.2.3 Schema riassuntivo VAS di Sartirana Lomellina ...... 43 5 IL CONTESTO AMBIENTALE ...... 45 5.1 QUADRO DI RIFERIMENTO SOCIO-ECONOMICO ...... 45 5.1.1 Inquadramento territoriale ...... 45 5.1.2 Popolazione ...... 46 5.1.3 Il sistema socio-economico ...... 55 5.1.4 Il sistema dei servizi e delle infrastrutture ...... 57 5.1.5 Il sistema della mobilità e dei trasporti ...... 58 5.1.6 Il sistema territoriale ...... 63

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5.1.7 Salute pubblica ...... 67 5.2 CONTESTO ECOSISTEMICO E AMBIENTALE ...... 68 5.2.1 Il sistema del paesaggio ...... 68 5.2.2 Uso del suolo ...... 73 5.2.3 Il sistema del suolo e del sottosuolo ...... 76 5.2.4 Ecosistemi e biodiversità ...... 88 5.2.5 Aree protette ed elementi naturali ...... 97 5.2.6 Il sistema delle acque superficiali e sotterranee ...... 107 5.2.7 Sintesi degli ambiti tutelati da vincoli paesaggistici...... 118 5.2.8 La produzione dei rifiuti...... 122 5.2.9 Fattori climatici ...... 124 5.2.10 L’inquinamento atmosferico ...... 128 5.2.11 L’inquinamento acustico...... 141 5.2.12 L’inquinamento luminoso...... 142 5.2.13 L’inquinamento elettromagnetico e radiazioni ...... 143 5.2.14 Depurazione delle acque ...... 145 5.2.15 Consumi idrici e rete di adduzione...... 148 5.2.16 Energia e fonti rinnovabili ...... 150 5.2.17 Siti contaminati e insediamenti a rischio di incidente rilevante ...... 152 5.3 SCENARI EVOLUTIVI ESOGENI...... 154 6. ANALISI SWOT ...... 156 7. OBIETTIVI DEL PGT ...... 158 8. ANALISI DI COERENZA ...... 159 8.1 COERENZA ESTERNA ...... 159 8.1.1 Piano Territoriale Regionale (PTR) ...... 160 8.1.2 Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA)...... 165 8.1.3 Piano Regionale di Tutela e Uso delle Acque (PTUA)...... 167 8.1.4 Piano di Sviluppo Rurale (PSR) ...... 168 8.1.5 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)...... 171 8.1.6 Piano Energetico Regionale (PER) ...... 180 8.1.7 Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR) ...... 181 8.1.8 Rete Ecologica Regionale (RER) ...... 182 8.1.9 Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) ...... 187 8.1.10 PRG/PGT dei comuni limitrofi ...... 188 9. OBIETTIVI E AZIONI ...... 194 9.1 OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE ...... 196 9.2 LIVELLO DI SOSTENIBILITA’ DELLE AZIONI DI PIANO ...... 197 Pagina 3

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10. ALTERNATIVE DI PIANO...... 199 11. STIMA DEGLI EFFETTI ...... 205 12. AMBITI DI TRASFORMAZIONE ...... 216 13. VERIFICA SULLA SOSTENIBILITA’ DELLE SCELTE DI PIANO ...... 282 14. MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE PER L’ATTUAZIONE DEL PGT ...... 286

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1. INTRODUZIONE

La pianificazione comunale per il governo del territorio è regolata dal capo II della legge regionale n.12 dell’11 marzo 2005 e sue s.m.i. dove si introduce all’art. 7 il Piano di Governo del Territorio (PGT) quale strumento che "definisce l'assetto dell'intero territorio comunale" .

Per poter programmare il territorio nel modo più coerente possibile alla sua natura complessa ed alle trasformazioni urbane da attuare, la legge affida la programmazione in tre atti differenti che si occupano di tematiche specifiche, ma che nel contempo costituiscono un quadro strategico unitario.

Secondo questa idea il PGT è costituito da tre atti:

 "Documento di Piano" con contenuti di carattere prevalentemente ricognitivo e strategico, quale elemento guida di una politica territorio comunale, individuando gli obiettivi di sviluppo qualitativi e quantitativi, determinando le linee guida per lo sviluppo futuro;  "Piano dei Servizi" al quale è affidato l'armonizzazione tra insediamenti, città pubblica ed il sistema dei servizi.  "Piano delle Regole" al quale sono affidati gli aspetti di regolamentazione e gli elementi di qualità della città costruita. Tutti i piani, pur avendo autonomia nel loro ambito, interagiscono costantemente con coerenza e reciproco rapporto, in modo da individuare regole programmatiche omogenee per l’intero piano.

La L..R. n.12 dell’11 marzo 2005 e sue s.m.i., all’art. 10 bis, introduce un’ulteriore specifica per i comuni con popolazione inferiore ai 2.000 abitanti definiti “piccoli comuni”, per i quali individua misure semplificative inerenti i contenuti del P.G.T. stesso.

Ai sensi del comma 2 dell’articolo 4 della L.R. 12/2005, il Documento di Piano deve essere sottoposto alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) quale processo contestuale e parallelo alla redazione del Piano con l’obiettivo di garantire l’integrazione della dimensione ambientale nelle fasi di orientamento, elaborazione, attuazione e monitoraggio del Piano stesso.

La piena integrazione della dimensione ambientale nella pianificazione e programmazione implica un evidente cambiamento consistente soprattutto nel fatto che l’integrazione della dimensione ambientale nei P/P e la valutazione del suo livello di efficacia devono essere effettive a partire dalla fase di impostazione del P/P fino alla sua attuazione e revisione.

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Il presente documento, individuato nella procedura di VAS come Rapporto Ambientale , costituisce l’elaborato utile a valutare le scelte di piano presentate nella Bozza di Documento di Piano. Al suo interno oltre ad un’approfondita analisi preliminare del territorio comunale e del sistema ambientale, vengono riportati gli obiettivi e le azioni di piano del PGT, per poi procedere all’analisi di coerenza esterna ed interna degli obiettivi di piano, soffermandosi in particolare sugli effetti e gli impatti prodotti dalle azioni di piano e sulle opere di mitigazione e compensazione proposte.

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2. LA LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO

In questo capitolo vengono illustrate le principali normative comunitarie, nazionali e di settore di riferimento in materia di Valutazione Ambientale Strategica.

2.1 LA LEGISLAZIONE COMUNITARIA

- Direttiva CE 42/2001 : Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente.

La Direttiva 2001/42/CE, costituisce la norma fondamentale di riferimento per la procedura di valutazione, in tal senso, infatti, all’art. 4 si specifica: “La valutazione ambientale costituisce un importante strumento per l'integrazione delle considerazioni di carattere ambientale nell'elaborazione e nell'adozione di taluni piani e programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente negli Stati membri, in quanto garantisce che gli effetti dell'attuazione dei piani e dei programmi in questione siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro adozione.”

Tale valutazione si riferisce ai Piani e Programmi – P/P, assumendo, per queste caratteristiche più generali, la denominazione di “strategica”, in quanto inerente tutti gli aspetti di interferenza, da quelli di natura ambientale a quelli di ordine economico e sociale, con la redazione, l’attuazione e il monitoraggio del P/P.

In particolare, l’Allegato I di detta Direttiva individua i contenuti minimi che devono essere ripresi nel Rapporto Ambientale, di seguito riportati:

- illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi;

- aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma;

- caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;

- qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;

- obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi ed di ogni considerazione ambientale;

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- possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori;

- misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma;

- sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;

- descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio;

- sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.

 Direttiva CE 35/2003 e Direttiva CE 4/2003 : Direttive del Parlamento europeo inerenti i processi di partecipazione e di accesso al pubblico alle informazioni ambientali;

La Direttiva 2003/35/CE sulla partecipazione del pubblico nell’elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale ha l’obiettivo di “contribuire all'attuazione degli obblighi derivanti dalla convenzione di Århus”.

In tal senso, gli Stati membri devono individuare ed offrire al pubblico opportunità effettive di partecipare alla preparazione, alla modifica o al riesame di piani e programmi.

L’autorità competente ha poi l’obbligo di prendere in considerazione le osservazioni espresse dal pubblico, informando in merito alle decisioni adottate e ai motivi e alle considerazioni su cui le stesse sono basate.

La direttiva 2003/4/CE, sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale, è, invece, volta a garantire il diritto di accesso alle informazioni in campo ambientale in possesso dalle autorità pubbliche, nonché a garantire che l’informazione stessa sia messa a disposizione del pubblico e diffusa in modo sistematico e progressivo.

La direttiva è stata recepita con il D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 195 “Attuazione della direttiva2003/4/CE sull’accesso del pubblico all'informazione ambientale”, volta a “garantire il diritto d’accesso all'informazione ambientale detenuta dalle autorità pubbliche e stabilire i termini, le condizioni fondamentali e le modalità per il suo esercizio” e a “garantire, ai fini della più ampia trasparenza, che l’informazione ambientale sia sistematicamente e progressivamente

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messa a disposizione del pubblico e diffusa, anche attraverso i mezzi di telecomunicazione e gli strumenti informatici, in forme o formati facilmente consultabili, promuovendo a tale fine, in particolare, l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.”

2.2 LA LEGISLAZIONE NAZIONALE

 Decreto legislativo 152 del 3 aprile 2006 – modificato per la sezione VIA, VAS e IPPC dal D. Lgs n.4/2008: Norme in materia ambientale  D.Lgs. n.4 del 16 gennaio 2008 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale" modifica in parte le definizioni e l’ambito di applicazione relativi alla VAS.

2.3 LA LEGISLAZIONE REGIONALE

- L.R. n. 12/2005 “Legge per il governo del territorio”, comma 1, articolo 4; - L.R. 14 marzo 2008 n. 4 “Ulteriori modifiche e integrazioni alla L.R. 11 marzo 2005, n.12, per il governo del territorio”; - L.R. 7 del 5 febbraio 2009

In attuazione alla Direttiva 2001/42/CE, la Regione Lombardia, tramite la L.R. n. 12 dell’11 marzo 2005 “Legge per il Governo del Territorio”, ridefinisce gli strumenti della pianificazione territoriale ed urbanistica, le competenze dei diversi livelli amministrativi e la forma per la gestione del territorio.

La L.R. 12/05 introduce l’obbligo della Valutazione Ambientale Strategica quale approccio interdisciplinare fondato sulla valutazione delle risorse, delle opportunità e dei fattori di criticità che caratterizzano il territorio, al fine di cogliere le interazioni esistenti tra i vari sistemi ed i fattori che lo connotano.

Infatti, all’art. 4 si stabilisce che “ al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente, la Regione e gli enti locali, ....[omissis], provvedono alla valutazione ambientale degli effetti derivanti dall’attuazione dei predetti piani e programmi [omissis]” e, in dettaglio, “sono sottoposti alla valutazione il piano territoriale regionale, i piani territoriali regionali d'area e i piani territoriali di coordinamento provinciali, il documento di piano [del PGT] di cui all’art. 8, nonché le varianti agli stessi ”.

La valutazione ambientale viene effettuata “ durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avvio della relativa procedura di approvazione. ” L’art. 4

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precisa, inoltre, che “ la valutazione evidenzia la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione; individua le alternative assunte nella elaborazione del piano o programma, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione o di compensazione, anche agroambientali, che devono essere recepite nel piano stesso. ”

Le modalità applicative della VAS, in base all’art.4, sono demandate all’approvazione di atti successivi, ovvero agli “indirizzi generali per la valutazione ambientale dei piani” (Indirizzi regionali per la valutazione di Piani e programmi – Deliberazione Consiglio regionale 13 marzo 2007, n. VIII/351 e Indirizzi regionali per la valutazione di Piani e programmi – Deliberazione Giunta regionale 27 dicembre 2007, n. VIII/6420), documenti che costituiscono atti di riferimento per l’attuazione della Direttiva 2001/42/CE, e a “ulteriori adempimenti di disciplina, in particolare definendo un sistema di indicatori di qualità che permettano la valutazione degli atti di governo del territorio in chiave di sostenibilità ambientale e assicurando in ogni caso le modalità di consultazione e monitoraggio, nonché l’utilizzazione del SIT (Sistema Informativo Territoriale)”.

- Deliberazione del Consiglio Regionale 13/03/2007 n.VIII/351 Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi;

La Regione Lombardia con Delibera del Consiglio Regionale n. VIII/351 del 13 Marzo 2007, in osservanza all’art. 4 della L.R. 12/2005, ha approvato gli “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi”.

La finalità degli Indirizzi generali è quella di “ promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente ”.

“Gli indirizzi forniscono la preminente indicazione di una stretta integrazione tra processo di piano e processo di valutazione ambientale e disciplinano in particolare:

- l’ambito di applicazione;

- le fasi metodologiche - procedurali della valutazione ambientale;

- il processo di informazione e partecipazione;

- il raccordo con le altre norme in materia di valutazione ambientale, la VIA e la Valutazione di incidenza;

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- il sistema informativo. ”

La delibera individua i soggetti che partecipano alla VAS:

• il proponente - ossia la pubblica amministrazione o il soggetto privato, che elabora il piano o il programma da sottoporre alla valutazione ambientale;

• l’autorità procedente - ossia la pubblica amministrazione che attiva le procedure di redazione e di valutazione del piano/programma (nel caso in cui il proponente sia una pubblica amministrazione, l’autorità procedente coincide con il proponente, mentre nel caso in cui il proponente sia un soggetto privato, l’autorità procedente è la pubblica amministrazione che recepisce il piano o il programma, lo adotta e lo approva);

• l’autorità competente - per la VAS, ossia l’autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale, individuata dalla pubblica amministrazione, che collabora con l’autorità procedente/proponente nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l’applicazione della direttiva e degli indirizzi definiti nella delibera regionale;

• i soggetti competenti in materia ambientale - ossia le strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionale, o con specifiche competenze nei vari settori, che possono essere interessati dagli effetti dovuti all’applicazione del piano/programma sull’ambiente;

• il pubblico - ossia una o più persone fisiche o giuridiche e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi, che soddisfino le condizioni incluse nella Convenzione di Aarhaus e delle direttive 2003/4/Ce e 2003/35/CE.

La Giunta Regionale ha infine disciplinato i procedimenti di VAS e verifica con: - DGR n. 6420 del 27 dicembre 2007 "Determinazione della procedura per la valutazione ambientale di piani e programmi", successivamente integrata e in parte modificata dalla DGR n. 7110 del 18 aprile 2008 , dalla DGR n. 8950 del 11 febbraio 2009 e dalla DGR n.10971 del 30 dicembre 2009 . - Deliberazione Giunta regionale 10 novembre 2010 - n. 9/761 - Determinazione della procedura di Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n. 8/6420 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971 ;

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- Circolare Regionale “L’applicazione della Valutazione ambientale di piani e programmi VAS nel contesto comunale” del 10/12/2010.

Da ricordare inoltre: - DGR N.8/1681 6420 del 29/12/2005 “Modalità per la pianificazione comunale (L.R. 12/2005 art.7)” - DGR N.8/2121 del 15 marzo 2006 “Criteri e procedure per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione della L.R. n.12/2005

Normativa provinciale

- DGP n. 385 del 05.07.2007 “Approvazione Linee Guida per l’adeguamento del PTCP”; - Settore Territorio Provincia di “Contenuti orientativi per la redazione dei PGT nelle more dell’adeguamento del PTCP alla L.R. 12/2005.

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3. SCHEMA METODOLOGICO-PROCEDURALE DI PGT/VAS

L’iter di Approvazione del P.G.T. è interamente caratterizzato dalle tappe previste dal parallelo processo di V.A.S.

Gli indirizzi metodologici-procedurali che verranno seguiti nella redazione della seguente VAS sono quelli dettagliati nell’Allegato 1b – Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) – Documento di Piano – PGT piccoli comuni della Deliberazione Giunta regionale 10 novembre 2010 - n. 9/761 - Determinazione della procedura di Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n. 8/6420 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971 ; Inoltre, il territorio di Sartirana Lomellina è interessato dalla presenza di Siti Rete Natura 2000, pertanto occorrerà far riferimento al secondo schema riportato (Figura 2), che costituisce invece l’Allegato 2 – Raccordo tra VAS-VIA-VIC , approvato con la D.G.R. n.9/761 del 10 novembre 2010, che disciplina la procedura per i Comuni interessati da Siti Rete Natura 2000 e quindi sottoposti a Valutazione d’Incidenza.

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Figura 1: Modello metodologico procedurale e organizzativo

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Figura 2: Raccordo tra VAS-VIA-VIC

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3.1 FASE DI PREPARAZIONE ED ORIENTAMENTO

3.1.1 Avviso di avvio del procedimento La Valutazione Ambientale VAS è avviata mediante pubblicazione dell’avvio del procedimento da predisporre sulla base di facsimile presente su D.G.R. N.9/761 del 2010 (E).

3.1 2. Individuazione dell’autorità competente per la VAS L’Amministrazione comunale procede all’individuazione dell’autorità competente, figura con compiti di tutela e valorizzazione ambientale che collabora con l’autorità procedente/proponente nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l’applicazione della direttiva e degli indirizzi definiti nella delibera regionale.

3.1.3 Elaborazione del Documento programmatico – Orientamenti iniziali del Piano L’Amministrazione comunale, una volta esaminate le proposte pervenute, procede con la redazione del Documento programmatico, nel quale vengono definite le linee guida a cui il PGT si dovrà attenere e i principali obiettivi di piano, perseguibili e realizzabili, nell’arco di tempo previsto dal piano.

3.1.4 Integrazione della dimensione ambientale del DdP e definizione dello schema operativo della VAS Occorre procedere, già nella fase iniziale, ad un’analisi preliminare della sostenibilità degli orientamenti del DdP, attraverso una ricerca degli elementi di potenzialità e criticità presenti sul territorio e la verifica degli orientamenti iniziali in termini di sostenibilità rispetto alle criticità emerse.

La definizione dello schema operativo prevede inoltre la descrizione dello schema metodologico integrato (Piano/Rapporto Ambientale/Studio di Incidenza).

3.1.5 Individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e comunicazione

L’Autorità procedente, d’intesa con l’autorità competente per la VAS, con specifico atto formale individua e definisce:

 i soggetti competenti in materia ambientale, tra cui gli enti territorialmente interessati da invitare alla conferenza di valutazione;  l’autorità competente in materia di SIC e ZPS;  le modalità di convocazione della conferenza di valutazione: seduta introduttiva e seduta finale;  i singoli settori del pubblico interessati all’iter decisionale;

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 le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico, di diffusione e pubblicizzazione delle informazioni.

3.1.6 Identificazione dei dati e delle informazioni a disposizione dell’ente sul territorio e ambiente

Occorre procedere, già nella fase iniziale, ad una ricerca di dati ed informazioni inerenti l’intero territorio comunale riguardanti i vari settori interessati, con particolare riferimento alla sfera ambientale ed alla presenza di aree naturali protette o appartenenti alla Rete Natura 2000. (SIC, ZPS).

3.2 FASE DI ELABORAZIONE E REDAZIONE

Una volta predisposto, inviato e presentato il Documento di scoping ai soggetti interessati nella prima conferenza di valutazione, vengono raccolte le osservazioni, i pareri e le proposte che verranno successivamente integrate all’interno del Rapporto Ambientale.

La prima seduta è convocata per effettuare una prima consultazione riguardo al Documento di scoping, predisposto al fine determinare l’ambito d’influenza del Documento di Piano, la portata e il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto Ambientale, nonché le possibili interferenze con i Siti Rete Natura 2000.

3.2.1 Elaborazione del Rapporto Ambientale

L’autorità procedente d’intesa con l’autorità competente per la VAS elaborano il Rapporto Ambientale.

Le informazioni da fornire, ai sensi dell’art. 5 della Direttiva 2001/42/CE, sono quelle elencate nell’Allegato I della citata Direttiva:

- illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del DdP e del rapporto con altri pertinenti P/P;

- aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del DdP;

- caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;

- qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al DdP, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli

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classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all’art. 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001 n. 228;

- obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al DdP, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;

- possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi;

- misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del DdP;

- sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di knowhow ) nella raccolta delle informazioni richieste;

- descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del DdP proposto, definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori , la periodicità e le modalità di reporting, e le misure correttive da adottare;

- Sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.

Per il reperimento delle informazioni necessarie il Documento di Piano e il Rapporto Ambientale si avvalgono in via prioritaria di dati ed elaborazioni reperibili nei sistemi informativi di livello sovracomunale, finalizzando il quadro delle conoscenze alla determinazione delle dinamiche in atto, delle maggiori criticità del territorio e delle sue potenzialità.

Facendo riferimento agli obiettivi di rilevanza ambientale dei piani territoriali sovraordinati (PTR e PTCP), il rapporto ambientale del PGT deve in particolare evidenziare:

- le modalità di recepimento e di adeguamento alle peculiarità del territorio comunale; - l’integrazione con gli obiettivi specifici di interesse locale; - la coerenza delle azioni e degli interventi di piano.

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Deve inoltre dimostrare come nella definizione degli obiettivi quantitativi di sviluppo, di cui al comma 2b dell’art. 8 della L.R. 12/05, il Piano fornisca concrete risposte agli obiettivi prioritari di: - riqualificazione del territorio; - minimizzazione del consumo di suolo; - utilizzazione ottimale delle risorse territoriali ed energetiche; - ottimizzazione della mobilità e dei servizi.

Ai fini di una migliore organizzazione delle informazioni riguardanti la fase conoscitiva del territorio comunale, all’interno del Rapporto Ambientale vengono affrontate le tematiche sopra descritte così come di seguito articolate:

 il sistema naturale e ambientale , che comprende: - gli aspetti fisici, morfologici e biotici naturali che caratterizzano, valorizzano e garantiscono la qualità del sistema ambientale e costituiscono le risorse naturali relative, la disponibilità e la qualità delle acque sotterranee e superficiali, le caratteristiche dei suoli, in rapporto alla loro permeabilità, al fenomeno della subsidenza e al degrado per erosione e dissesto; gli ambiti vegetazionali e faunistici; il sistema forestale e boschivo, le aree ed elementi di valore naturale costituenti reti ecologiche, spazi di rigenerazione e compensazione ambientale;

- le parti del territorio interessate dai rischi naturali per le opere e le attività umane, determinate in particolare da fenomeni di dissesto idrogeologico, di instabilità geologica e di pericolosità idraulica o da valanghe; il rischio sismico; la difficoltà di deflusso superficiale delle acque meteoriche in rapporto alla efficienza delle infrastrutture e del reticolo di scolo e irrigazione di pianura, alla capacità dei corpi ricettori e allo stato delle reti;

- le parti del territorio interessate da limiti alle trasformazioni o da condizioni al suo utilizzo che derivano dalla presenza di uno specifico interesse pubblico alla difesa del suolo e ai valori naturalistici insiti nel territorio;

 il sistema territoriale , che comprende: - il sistema insediativo territoriale , che definisce le principali tipologie e l'attuale gerarchia dei centri abitati nel sistema insediativo territoriale, con riferimento al ruolo che essi svolgono nella prestazione di servizi alla popolazione e alle attività economiche;

- il sistema insediativo storico urbano e rurale , che ha come riferimento le parti del territorio caratterizzate dai tessuti urbani di antica formazione, dagli assetti e dalle infrastrutture del

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territorio rurale che costituiscono elementi riconoscibili della organizzazione storica del territorio, dalle aree di interesse archeologico, dagli edifici di interesse storico/architettonico e di pregio storico/culturale e testimoniale e dalle relative aree di pertinenza;

- il sistema dei territori urbanizzati , costituito dalle parti del territorio totalmente o parzialmente edificate con continuità, con riguardo alle caratteristiche urbanistiche e funzionali del tessuto urbano e alle condizioni d'uso del patrimonio edilizio esistente; alle parti del territorio urbano caratterizzate da situazioni di degrado; alle parti del territorio caratterizzate da una concentrazione di attività produttive, commerciali o di servizio, o da una elevata specializzazione funzionale con forte attrattività di persone e merci;

- il sistema delle dotazioni territoriali , il quale definisce: a) il livello di qualità urbana , che deriva dalle tipologie e dalle caratteristiche funzionali del sistema degli impianti e delle reti tecnologiche, tra cui quelle che assicurano la funzionalità e la qualità igienico.sanitaria degli insediamenti; dal complesso degli spazi e attrezzature pubbliche, destinati a servizi di interesse collettivo; b) il livello di qualità ecologico ed ambientale , definito dal grado di incidenza del sistema insediativi sull'ambiente naturale, con particolare riferimento alla impermeabilizzazione dei suoli, alla locale accentuazione dei fenomeni di dissesto e subsidenza, alla qualità e quantità della risorsa idrica, alla gestione integrata del ciclo idrico e alla gestione dei rifiuti, alla condizione dell'habitat naturale nel territorio e nell'ambiente urbano e alle caratteristiche meteoclimatiche locali; dal grado di salubrità dell'ambiente urbano, con particolare riferimento al livello di inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico e alla individuazione dei siti contaminati; dal grado di sicurezza del territorio in rapporto ai rischi industriali.

- il sistema delle infrastrutture per la mobilità , che comprende: - il sistema di impianti, opere e servizi che assicurano la mobilità delle persone e delle merci. Esso è costituito dalla rete esistente e programmata delle principali infrastrutture per la mobilità, in relazione: alle diverse modalità di trasporto urbano ed extraurbano; alle loro caratteristiche in termini di sicurezza, capacità di carico e livelli di funzionalità.

- il sistema del territorio rurale , che comprende:

- l'assetto del territorio non urbanizzato, caratterizzato dalla compresenza e integrazione di valori naturali, ambientali e paesaggistici e di attività agricole. Esso si articola nelle parti del territorio omogenee: per l'uso, per le caratteristiche morfologiche, pedologiche e climatiche dei suoli in rapporto alla vocazione agricola, zootecnica, silvo/pastorale o forestale; per le condizioni di

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marginalità produttiva; per la presenza di valori paesaggistici, per le caratteristiche delle aziende agricole; per la consistenza del patrimonio edilizio esistente e delle dotazioni infrastrutturali e di servizi.

3.2.2 Elaborazione dello Studio d’Incidenza

Lo Studio d’Incidenza deve fare riferimento ai contenuti dell’allegato G del D.P.R. 357/97 e s. m.i. e possedere gli elementi necessari ad individuare e valutare i possibili impatti sugli habitat e sulle specie di cui alle dir. 92/43/CEE e 79/409/CEE e loro succ. mod., per la cui tutela i sito è stato individuato, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Inoltre deve indicare le misure previste per la compatibilità delle soluzioni che il piano assume, comprese le mitigazioni e/o compensazioni. Lo studio dovrà in particolare:  contenere elaborati cartografici in scala minima 1:25.000 dell’area interessata dal o dai SIC, con evidenziata la sovrapposizione degli interventi previsti dal piano, o riportare sugli elaborati la perimetrazione di tale area;  descrivere qualitativamente gli habitat e le specie faunistiche e floristiche per le quali i siti sono stati designati, evidenziando, anche tramite un’analisi critica della situazione ambientale del sito, se le previsioni di piano possono determinare effetti diretti ed indiretti anche in aree limitrofe;  esplicitare gli interventi di trasformazione previsti e le relative ricadute in riferimento agli specifici aspetti naturalistici;  illustrare le misure mitigative, in relazione agli impatti stimati, che si intendono applicare e le modalità di attuazione (es. tipo di strumenti ed interventi da realizzare, aree interessate, verifiche di efficienza ecc.)  indicare le eventuali compensazioni, ove applicabili a fronte di impatti previsti, anche di tipo temporaneo. Le compensazioni, perché possano essere valutate efficaci, devono di norma essere in atto al momento in cui il danno dovuto al piano è effettivo sul sito di cui si tratta, tranne se si possa dimostrare che questa simultaneità non è necessaria per garantire il contributo del sito alla Rete Natura 2000. Inoltre dovranno essere funzionalmente ed ecologicamente equivalenti alla situazione impattata, nello stato antecedente all’impatto.

3.2.3 Attività precedenti la conferenza finale della VAS

L’Autorità procedente:  invia la proposta di DdP e Rapporto Ambientale per la consultazione ai soggetti individuati con atto formale pubblico precedente;

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 mette a disposizione presso i propri uffici e pubblica su WEB e sul sito web SIVAS la proposta di DdP, Rapporto Ambientale e la sintesi non tecnica per 60 giorni;  dà notizia dell’avvenuta messa a disposizione mediante pubblicazione all’Albo Pretorio.

L’Autorità competente:  comunica ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati la messa a disposizione e pubblicazione sul web del DdP e del Rapporto Ambientale al fine dell’espressione del parere, che deve essere inviato entro 60 giorni dalla messa a disposizione, all’autorità competente per la VAS e all’autorità procedente. Entro il termine di 60 giorni dalla pubblicazione dell’avviso, chiunque può prendere visione della proposta di piano e del relativo Rapporto Ambientale e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. L’autorità procedente provvede alla trasmissione dello Studio d’Incidenza all’autorità competente in materia di SIC e ZPS.

3.2.4 Conferenza finale della VAS

L’Autorità procedente, d’intesa con l’autorità competente per la VAS convoca la conferenza di valutazione finale della VAS, alla quale partecipa l’autorità competente in materia di SIC e ZPS e di tale seduta è predisposto apposito verbale.

Viene acquisito il parere obbligatorio e vincolante dell’autorità preposta alla Valutazione d’Incidenza.

3.2.5 Formulazione parere motivato

L’Autorità competente per la VAS, d’intesa con l’autorità procedente, entro 90 giorni a decorrere dalla scadenza dei termini delle osservazioni precedenti (60 gg) formula il parere motivato, che costituisce presupposto per la prosecuzione del procedimento di approvazione del DdP. Sono acquisiti:  Verbale della conferenza di valutazione, comprensivo del parere obbligatorio e vincolante dell’autorità competente in materia di SIC e ZPS;  Contributi delle eventuali consultazioni transfrontaliere;  Osservazioni del pubblico e gli apporti inviati dal pubblico. Il parere motivato può essere condizionato all’adozione di specifiche modifiche ed integrazioni della proposta del DdP valutato. L’Autorità procedente, in collaborazione con l’autorità competente per la VAS, provvede, ove necessario, alla revisione del piano alla luce del parere motivato espresso.

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3.2.6 Adozione e informazione circa la decisione

L’autorità procedente adotta il DdP comprensivo della dichiarazione di sintesi, volta a:

 illustrare il processo decisionale seguito;  esplicitare il modo in cui le considerazioni ambientali sono state integrate nel DdP e consultazioni; in particolare illustrare quali sono gli obiettivi ambientali, gli effetti attesi, le ragioni della scelta dell’alternativa di DdP e il sistema di monitoraggio;  descrivere le modalità di integrazione del parere ambientale nel DdP. Il parere motivato e il provvedimento di adozione e la relativa documentazione sono trasmessi in copia integrale ai soggetti interessati che hanno partecipato alle consultazioni.

Contestualmente l’autorità procedente provvede a dare informazione circa la decisione.

3.2.7 Deposito e raccolta delle informazioni

L’autorità procedente provvede a :

 depositare nella segreteria comunale e su web, per un periodo continuativo di trenta giorni, gli atti di PGT con particolare riferimento a: - DdP adottato corredato da Rapporto Ambientale, Sintesi non Tecnica e provvedimento di adozione; - parere motivato; - dichiarazione di sintesi; - sistema di monitoraggio.

 dare comunicazione del deposito degli atti sul Bollettino Ufficiale della Regione e su almeno un quotidiano o periodico a diffusione locale.  comunicare l’avvenuto deposito ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati, con l’indicazione dell’indirizzo web e delle sedi dove può essere presa visione della documentazione integrale;  depositare la sintesi non tecnica, in congruo numero di copie, presso gli uffici della Provincia e della Regione, con indicazione delle sedi e dell’indirizzo web ove può essere presa visione della documentazione integrale.

Entro i termini previsti dalle specifiche norme di PGT, di cui all’art. 13, l.r. 12/2005, e deposito, chiunque ne abbia interesse può prendere visione della proposta di piano o programma e del relativo Rapporto Ambientale e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi.

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3.2.8 Approvazione definitiva, formulazione parere motivato finale e dichiarazione di sintesi finale

Conclusa la fase di deposito e raccolta delle osservazioni, l’autorità procedente e l’autorità competente per la VAS esaminano e controdeducono le eventuali osservazioni pervenute e formulano il parere motivato e la dichiarazione di sintesi finale. In presenza di nuovi elementi conoscitivi e valutativi evidenziati dalle osservazione pervenute, l’autorità procedente provvede all’aggiornamento del DdP e del Rapporto Ambientale e dispone, d’intesa con l’autorità competente per la VAS, la convocazione di un ulteriore conferenza di valutazione, volta alla formulazione del parere motivato finale. In assenza di osservazioni presentate l’autorità procedente, d’intesa con l’autorità competente per la VAS, nella dichiarazione di sintesi finale attesta l’assenza di osservazioni e conferma le determinazioni assunte. Il provvedimento di approvazione definitiva del P/P motiva puntualmente le scelte effettuate in relazione agli esiti del procedimento di VAS e contiene la dichiarazione di sintesi finale. Gli atti del DdP:  sono depositati presso la segreteria comunale ed inviati per conoscenza alla provincia ed alla regione;  acquistano efficacia con la pubblicazione dell’avviso della loro approvazione definitiva sul BURL;  sono pubblicati per estratto sul web. Gli atti del DdP approvati (P/P, Rapporto Ambientale, Sintesi non Tecnica), la Dichiarazione di sintesi finale e il provvedimento di approvazione definitiva devono essere inviati, in formato digitale, alla Regione Lombardia.

3.3 FASE DI GESTIONE E MONITORAGGIO In questa fase, come previsto nel sistema di monitoraggio, vi sono le valutazioni periodiche dei possibili effetti significativi sull’ambiente delle eventuali varianti di DdP che dovessero rendersi necessarie, anche sotto la spinta di fattori esterni. La gestione del DdP può essere considerata come una successione di procedure di screening delle eventuali modificazioni parziali del DdP, a seguito delle quali decidere se accompagnare o meno l’elaborazione delle varianti con il procedimento di VAS.

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4 STRUTTURA DEL PROCESSO DI VALUTAZIONE

4.1 STRUTTURA DEL PROCESSO METODOLOGICO PER LA VAS

Il processo di valutazione ambientale del Documento di Piano del PGT di Sartirana Lomellina è basata su quanto precedentemente riportato nel quadro di riferimento normativo analizzato.

Il processo che si intende seguire mira ad intervenire già dalla fase iniziale, nella definizione degli orientamenti del piano, al fine di valutare il livello di sostenibilità delle proposte presentate ed orientare lo sviluppo del piano verso quelle più sostenibili.

Nella fase di scoping, si è proceduto ad analizzare:

 gli aspetti territoriali significativi, evidenziando le potenzialità e le criticità del territorio in esame a scala locale e sovra-comunale;  gli indirizzi e gli obiettivi previsti per il governo del territorio al fine di verificarne la coerenza esterna con schemi programmatori di scala superiore, da considerare nella stesura del DdP;  gli obiettivi di sostenibilità che il piano intende perseguire su scala locale;

Sinteticamente il processo parte dall’analisi del contesto territoriale, ambientale e programmatico, in parallelo all’analisi degli obiettivi di sostenibilità, dall’unione dei quali derivano gli obiettivi generali del piano.

Una volta stabiliti gli obiettivi generali del piano si passerà all’analisi di coerenza esterna, per garantire l’omogeneità tra gli obiettivi generali del piano e gli obiettivi di sostenibilità stabiliti dai piani sovraordinati.

Integrando quanto ottenuto con un’analisi territoriale mirata si potranno stabilire gli obiettivi specifici e le azioni di piano.

Infine, l’analisi delle alternative, contemporaneamente a quella delle azioni di piano permetterà di definire l’alternativa più sostenibile e di poter stabilire le più idonee misure di mitigazione e compensazione.

E’ possibile riassumere schematicamente la struttura del processo di valutazione, a partire dall’analisi iniziale, fino alla scelta delle alternative di piano, così come illustrato nella figura seguente.

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Figura 3: Schema metodologico

Un’ulteriore fase utile al controllo del Piano è costituita dal Monitoraggio, attuabile attraverso l’individuazione di un set di indicatori scelti per rappresentare in modo specifico il territorio comunale, estrapolati tra quelli utilizzati nella fase di costruzione del quadro conoscitivo.

Il piano di monitoraggio sarà costituito da un set di indicatori, aventi come funzione principale quelle di descrizione e di controllo e più in particolare: - Indicatori di pressione (P): misureranno il carico generato sull’ambiente dalle attività umane;

- Indicatori di stato (S): misureranno la qualità dell’ambiente fisico;

- Indicatori di risposta (R): misureranno la qualità delle politiche messe in campo dall’Amministrazione pubblica. Pagina 26

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Il sistema di monitoraggio dovrà perseguire alcune finalità: - tarare in modo corretto un set di indicatori per il territorio; - fornire informazioni in merito all’evoluzione dello stato del territorio; - verificare l’ efficacia degli obiettivi del piano, per poter attivare eventuali azioni correttive; - verificare lo stato di attuazione delle azioni di piano, per poter attivare eventuali azioni correttive; - favorire il percorso di aggiornamento del piano.

Per ogni indicatore occorrerà verificare: - la coerenza con gli obiettivi e le azioni di piano; - la presenza di eventuali “traguardi” da raggiungere; - la definizione precisa di ciò che è misurato; - la definizione dell’unità di misura; - l’elencazione delle fonti di reperimento dei dati necessari al calcolo degli indicatori; - l’eventuale coinvolgimento di soggetti esterni all’ente estensore del piano; - la possibile proiezione nel futuro, - la semplicità dell’aggiornamento con le informazioni disponibili;

Ogni indicatore dovrà inoltre essere: - una misura numerica e quantificabile; - significativo dell’aspetto che si vuole rappresentare; - comprensibile e di facile lettura; - verificabile (l’informazione fornita deve poter essere verificabile); - riproducibile (basato su dati accessibili).

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4.2 MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE, CONSULTAZIONE, COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE NEL PROCESSO DI VAS

4.2.1 Direttive generali Il processo di VAS si fonda sull’idea di “PROCESSO PARTECIPATO” il cui elemento imprescindibile risulta essere la modalità di informazione e partecipazione al processo stesso, con la definizione inoltre delle modalità di informazione e consultazione di tutto quanto prodotto in suo supporto.

La partecipazione pertanto è strettamente collegata alle forme di comunicazione ed informazione scelte e alla consultazione degli Enti in sede di Conferenza di Valutazione.

La Conferenza di Valutazione è attivata al fine di acquisire elementi informativi utili alla definizione del quadro conoscitivo condiviso del DdP, a stabilire i limiti e le condizioni per uno sviluppo sostenibile ed infine a raccogliere pareri ed osservazioni diffusi da parte di tutti i soggetti interessati alla formazione del piano.

Alle Conferenze di Valutazione sono convocati tutti i soggetti competenti in materia ambientale, gli enti territorialmente interessati, l’Autorità competente in materia di Rete Natura 2000, tutti i settori appartenenti al pubblico, nonché i titolari di interessi diffusi e tutti i cittadini privati interessati al piano.

Le modalità di informazione, di partecipazione del pubblico e l’individuazione dei singoli settori del pubblico interessati all’iter decisionale spettano all’autorità procedente, d’intesa con l’autorità competente per la VAS.

4.2.2 Modalità definite per la VAS di Sartirana Lomellina Il Comune di Sartirana Lomellina ha avviato il procedimento relativo alla Valutazione Ambientale Strategica con Delibera di Giunta Comunale n. 52 del 27/06/2009, mentre con Delibera di Giunta Comunale n. 51 del 27/06/2009 è stato dato l’Avvio di Procedimento per la Redazione del Piano di Governo del Territorio.

In data 15 luglio 2009 è stato dato avviso pubblico dell’Avvio del procedimento della VAS. L’Avviso pubblico è stato pubblicato sul BURL, su un quotidiano a diffusione locale, La Provincia Pavese e all’albo pretorio del Comune di Sartirana Lomellina.

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Figura 4: Avviso di Avvio procedimento VAS

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Nella medesima data è stato dato inoltre avviso di apertura dei termini di presentazione di suggerimenti e proposte per la formazione del PGT, con termine ultimo stabilito nella giornata del 31 ottobre 2009, al fine di consentire la partecipazione dei soggetti interessati alla procedura, anche per la tutela degli interessi diffusi.

Figura 5: Avviso di apertura termini di presentazione richieste

Inoltre, in data 2 marzo 2010 è stato concessa nuovamente la possibilità di presentare suggerimenti e proposte, fissando il termine ultimo in data 30 aprile 2010.

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Figura 6: Avviso di riapertura termini di presentazione richieste

Successivamente con D.G.C. n.1 del 15/01/2011 si è provveduto a rettificare la nomina dell’autorità procedente e competente. La prima è stata individuata nella figura del Sindaco, la seconda nella persona dell’Arch. Maura Lenti – Consulente esterno del Comune in materia di urbanistica ed ambiente con competenze in materia di tutela e valorizzazione ambientale.

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Nella medesima delibera sono inoltre stati individuati i Soggetti competenti in materia ambientale, gli Enti territorialmente interessati e i settori del pubblico interessati all’iter decisionale da invitare alle Conferenze di Valutazione, nei seguenti soggetti:

 soggetti Competenti in materia ambientale: - ARPA Lombardia; - ARPA Lombardia – Dipartimento di Pavia; - ASL della Provincia di Pavia; - Direzione Regionale per i Beni culturali e Paesaggistici della Lombardia; - Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici; - Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia; - Legambiente – Provincia di Pavia; - Italia Nostra – Lomellina; - WWF Lomellina; - Consorzio Autorità Ambito Territoriale Ottimale della Provincia di Pavia;  Enti territorialmente interessati: - Regione Lombardia – Direzione Generale Territorio ed Urbanistica; - Regione Lombardia – Direzione Generale Qualità dell’Ambiente; - Regione Piemonte – Sezione Territorio; - Provincia di Pavia – Settore Territorio; - Provincia di Pavia – Settore Faunistico e naturalistico; - Provincia di Alessandria – Dipartimento Ambiente Territorio e Infrastrutture; - Comune di (PV); - Comune di (PV); - Comune di (PV); - Comune di Mede (PV); - Comune di Torre Beretti e Castellaro (PV); - Comune di (AL); - Comune di (AL);  Settori del pubblico interessati dall’iter decisionale: - gestori di reti e servizi: Associazione Irrigazione Est Sesia, C.L.I.R., rete gestione acque, Enel, Snam Rete Gas s.p.a., Rete Ferroviaria Italiana; - organizzazioni economico-professionali: ASCOM-Associazione Commercianti della Provincia di Pavia, C.N.A.–Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa,

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Associazione Artigiani della Lomellina, Coldiretti, Unione Agricoltori, Unione degli industriali della Provincia di Pavia,C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L.; - associazioni e gruppi locali: GAL Lomellina, Ecomuseo del Paesaggio Lomellino, C.I.P.A.L. – Consorzio Intercomunale Piano Sviluppo dell’Alta Lomellina - associazioni sportive, culturali, sociali; - enti religiosi e scolastici; - rappresentanza dei diversi gruppi consiliari; - cittadinanza;

Per quanto concerne le attività di informazione e di partecipazione del pubblico, nella medesima deliberazione si prevede di istituire la Conferenza di Valutazione , articolata in almeno due sedute: - la prima seduta introduttiva illustra le fasi metodologiche procedurali del processo di valutazione ambientale, la preliminare ricognizione dello stato di fatto, gli obiettivi e gli orientamenti di piano, illustrando il Documento di Scoping; - la seduta conclusiva esplica i contenuti del Rapporto Ambientale e l’analisi di sostenibilità del Documento di Piano, descrive le misure previste in merito al sistema di monitoraggio e formula la valutazione ambientale finale del Rapporto Ambientale;

Un ruolo chiave, per garantire che il Piano sia sostenibile e declinato sul territorio, è svolto dalla partecipazione dei cittadini. La sostenibilità, in questo contesto, viene intesa come la capacità del Piano di essere portatore di interventi destinati a conservare il consenso della popolazione locale e sia in grado di soddisfare le esigenze e le aspettative di coloro che abitato il territorio.

In tal senso, il contributo dei cittadini assume chiaramente un ruolo di primaria importanza.

Nella fase iniziale l’Amministrazione Comunale ha inoltre scelto di effettuare un incontro pubblico rivolto in particolare agli operatori dei differenti settori economici, al fine di valutare ulteriori suggerimenti e proposte, espressi da parte di profondi conoscitori e possibili investitori interessati alla realtà locale.

L’invito è stato esteso anche alle associazioni rappresentanti le singole categorie, nonché all’intera cittadinanza, al fine di garantire una più ampia partecipazione possibile.

Si è preferito non programmare incontri separati con le differenti categorie, in quanto, essendo un paese di ridotte dimensioni, non ci sarebbe stata un’apprezzabile partecipazione. Un incontro

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V.A.S. – Rapporto Ambientale P.G.T. Comune di Sartirana Lomellina (PV) unico, invece, ha garantito una maggiore affluenza e una maggiore possibilità di discussione di tutte le tematiche fondamentali di sviluppo del paese (residenza, artigianato, servizi, ambiente).

Figura 7: Avviso di incontro pubblico Pagina 34

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L’incontro è stato caratterizzato da una preliminare presentazione con slides dei contenuti normativi del nuovo strumento urbanistico, ponendo particolare attenzione alle novità introdotte dalla L.R. 12/2005 e s.mi. (VAS, partecipazione e trasparenza, perequazione, compensazione, incentivazione, contenuti del Documento di Piano, Piano dei Servizi, Piano delle Regole).

Si è inoltre accennato alla situazione attuale del comune di Sartirana Lomellina, mostrando lo stato di attuazione del PRG vigente ed infine lasciando la parola ai presenti per chiarimenti o presentazione di proposte e suggerimenti.

All’incontro erano presenti il Sindaco, alcuni membri della Giunta Comunale, il tecnico comunale, alcuni cittadini, alcuni professionisti tecnici operanti abitualmente sul territorio comunale e l’Arch. Renato Lavezzi, in qualità di Direttore del CIPAL.

A termine della presentazione sono state formulate alcune domande in merito a precisazioni sulle modalità di attuazione previste dalla legge per quanto concerne gli ambiti di trasformazione.

L’Arch. Lavezzi è inoltre intervenuto al fine di discutere l’eventuale presenza di un’area di interesse sovracomunale all’interno del territorio comunale di Sartirana Lomellina, a supporto del polo logistico di Mortara, in seguito alla volontà espressa da parte della stessa Amministrazione Comunale, che ha riconfermato il proprio interesse e la propria volontà nel procedere in tale senso.

Infine, un tecnico progettista operante sul territorio ha espresso alcuni suggerimenti inerenti l’utilizzo degli indici urbanistici come ad esempio l’esclusione delle scale e di tutti gli accessori dal calcolo della volumetria oppure un’idonea normativa per lo sviluppo delle attività agrituristiche.

Non sono pervenuti altri suggerimenti o proposte in merito ad un possibile sviluppo del Comune.

La partecipazione dei cittadini è continuata anche nelle fasi successive, in quanto si sono tenuti incontri con i titolari delle richieste di cambiamento di destinazione d’uso, al fine di definire insieme le migliori soluzioni possibili, considerando al tempo stesso il contesto socio-economico e il possibile intervento di operatori di differenti settori.

In occasione della Conferenza introduttiva della VAS si è provveduto ad inviare specifici inviti ai soggetti obbligatoriamente invitati per legge ed individuati nella delibera sopra citata, tramite fax in data 18 gennaio 2011. Nella medesima data si è pubblicizzato l’evento all’Albo Pretorio, sul sito internet del Comune e mediante affissione pubblica in Comune e sul sito internet SIVAS.

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Figura 8: Avviso convocazione seduta introduttiva VAS

La documentazione relativa all’evento è stata messa a disposizione, secondo quanto indicato dalle tempistiche riportate in Delibera, presso gli Uffici Comunali (in forma cartacea e digitale), sul sito WEB SIVAS, nonché sul sito internet del Comune.

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Figura 9: Stralcio della pagina web del sito SIVAS

In data 25/01/2011 si è tenuta la seduta introduttiva della VAS a cui hanno preso parte alcuni degli Enti territorialmente interessati e dei soggetti competenti in materia ambientale, nonché alcuni rappresentanti di parti sociali coinvolte.

Per completezza di informazioni le copie dei verbali delle conferenze, i contributi pervenuti da parte degli enti interessati al procedimento costituiscono allegati ai documenti componenti la Valutazione Ambientale Strategica e sono pubblicati sul sito internet del Comune.

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Figura 10: Stralcio della pagina web del sito internet del comune di Sartirana Lomellina

Vista la limitata partecipazione alla conferenza introduttiva della VAS, l’Amministrazione ha deciso di indire un’ulteriore conferenza, anch’essa a carattere introduttivo, volta ad illustrare l’esito delle osservazioni pervenute, auspicando nuovi e diversi contributi, nell’ottica di quanto già illustrato nel Documento di Scoping. Tale seduta, al fine di favorire la massima partecipazione e garantire la massima trasparenza è stata convocata in un giorno ed in una fascia oraria differente dalla prima, ovvero venerdì 25 marzo 2011 alle ore 18.00.

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Figura 11: Avviso pubblico seconda conferenza

In tale occasione sono state analizzate più approfonditamente le singole richieste pervenute da parte dei cittadini, nonché le proposte dell’Amministrazione comunale. La seduta non ha visto la partecipazione di alcun soggetto competente in materia ambientale, né di enti territorialmente interessati; mentre sono stati presenti alcuni cittadini privati e liberi professionisti. Non sono state comunque presentate ulteriori proposte o indicazioni da parte dei presenti.

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Anche in occasione della Conferenze finale di Valutazione si è provveduto ad ad inviare specifici inviti ai soggetti competenti in materia ambientale ed agli enti territorialmente interessati, previsti da normativa, informare il pubblico secondo le modalità definite dall’autorità procedente in accordo con l’autorità competente, pubblicizzare l’evento all’Albo Pretorio, mediante affissione pubblica in Comune e sul sito Internet SIVAS, nonché sul sito internet del Comune; la documentazione relativa all’evento è stata messa a disposizione in data 16 novembre 2011, secondo quanto indicato dalle tempistiche di legge presso gli Uffici Comunali (copia cartacea e digitale), sul sito WEB SIVAS e sul sito internet del comune. La seduta si è tenuta in data 16 gennaio 2012. Si veda il parere motivato per l’elenco completo delle osservazioni pervenute con relative controdeduzioni.

Ogni documento provvisorio e definitivo viene depositato presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Sartirana Lomellina, sul sito web SIVAS, sul sito internet del Comune e dato pubblico avviso. Per consentire la spedizione di pareri ed osservazioni è possibile rivolgersi presso l’Ufficio comunale ed è inoltre possibile utilizzare i seguenti indirizzi di posta elettronica: [email protected] [email protected]. [email protected]

Prima della redazione del Documento di Scoping sono state inoltrate richieste di raccolta dati ai seguenti Enti: -ARPA Pavia per dati inerenti la qualità delle acque sotterranee; -Soprintendenze per i Beni Culturali e del Paesaggio per l’eventuale esistenza di edifici monumentali vincolati; -Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’eventuale presenza di aree archeologiche; -CLIR per dati inerenti la produzione di rifiuti urbani e la raccolta differenziata; -CBL S.P.A per dati inerenti i consumi idrici; -Provincia di Pavia per i dati inerenti il MISURC; -SNAM RETE GAS per dati inerenti la presenza di metanodotti nel territorio comunale.

E’ inoltre stato predisposto un modello di richiesta dati da inoltrare alle attività artigianali ed industriali presenti nel territorio comunale, al fine di reperire informazioni dirette sulla tipologia, il numero di addetti e le fonti d’inquinamento.

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Figura 12: Modello di richieste per industrie

Infine è previsto un ulteriore incontro pubblico, al fine di illustrare l’intero Piano, in concomitanza con l’Adozione da parte del Consiglio Comunale.

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4.2.3 Schema riassuntivo VAS di Sartirana Lomellina LA DATA DI ALBO B.U.R.L. PROVINCIA PUBBLICAZIONE PRETORIO PAVESE

DELIBERA DI D.G.C. n. 51 del Dal AVVIO DEL 27/06/2009 27 GIUGNO 27/06/2009 PROCEDIMENTO 2009 al DEL P.G.T. 3/07/2009

DELIBERA DI D.G.C. n. 52 del n.28 15/07/2009 Dal AVVIO DEL 27/06/2009 Serie 27/06/2009 PROCEDIMENTO Inserzio al DELLA V.A.S. 27 GIUGNO ni e 3/07/2009 2009 concorsi del 15/07 /2009

AUTORITA’ Sindaco Dott. PROPONENETE/PRO CEDENTE Ernesto Prevedoni Gorone

AUTORITA’ Arch. Maura COMPETENTE PER Lenti – LA VAS Consulente esterna per il Comune

AVVISO PUBBLICO 15 LUGLIO DEGLI AVVII DEI 2009 / PROCEDIMENTI E 17GENNAIO x x x NOMINA 2011 AUTORITA’

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AVVISO DI APERTURA 15 LUGLIO TERMINI DI 2009 con PRESENTAZIONE DI termine ultimo SUGGERIMENTI E 31 OTTOBRE PROPOSTE PER LA 2009 FORMAZIONE DEL PGT

RIAPERTURA 2 MARZO 2010 TERMINI con termine ultimo 30 APRILE 2010

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5 IL CONTESTO AMBIENTALE

5.1 QUADRO DI RIFERIMENTO SOCIO-ECONOMICO

5.1.1 Inquadramento territoriale

Il Comune di Sartirana Lomellina conta circa 1.781 abitanti (31.12.2011) e si colloca nel settore Ovest della Regione Lombardia, a confine con la provincia piemontese di Alessandria.

Nel dettaglio, il Comune appartiene a quella regione geografica della Provincia di Pavia denominata Lomellina, caratterizzata da una forte identità territoriale ed ambientale.

Figura 13: Localizzazione Comune di Sartirana Lomellina

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La superficie del territorio comunale è pari a 29 Kmq, con un’altitudine media di 100 m s.l.m. ed una densità abitativa di 64,3 ab/Kmq. Il Comune confina con i seguenti centri urbani:  A Nord-Ovest con Breme (PV);  A Nord- con Valle Lomellina (PV);  A Nord-Est con Semiana (PV);  A Est con Mede (PV);  A Sud-Est con Torre Beretti e Castellaro (PV);  A Sud-Ovest con Bozzole (AL);  A Ovest con Valmacca (AL). Appartengono al territorio comunale inoltre i seguenti nuclei abitati:  C.na Moncucco;  C.na Mornacco;  C.na Banchetta;  C.na Belgrano;  C.na Camperia;  C.na Lombardina Vecchia;  Tenuta Mora;  Tenuta San Giorgio;  C.na Bosco Basso;  C.na Gasparina;  C.na Isolone;  C.na Bisognosa;  Cascinetta;  Montariolo;  Tenuta Pero;  Cascina Parzano.

5.1.2 Popolazione

Nel territorio comunale di Sartirana Lomellina risiede una popolazione di circa 1.781 abitanti (dato aggiornato al 31 dicembre 2011), di cui 850 maschi e 931 femmine.

Dopo aver raggiunto picchi storici di circa 4.300 abitanti nel periodo di fine ‘800, inizio ‘900, il comune è stato caratterizzato da un costante calo demografico, con un periodo di stasi attorno

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alla quota di circa 3.250 abitanti nel periodo dal 1936 al 1951, fino ad arrivare negli ultimi anni a stanziarsi attorno ai 1.800 abitanti.

Figura 14: Grafico dell’andamento demografico (1861-2001)

In particolare sono stati ricavati dal sito internet www.demo.istat.it (Dati al 1 gennaio di ogni anno )i dati relativi alla popolazione nel periodo 2001 -2011, così come di seguito illustrato, i quali evidenziano un costante e progressivo calo del numero di abitanti.

Anno Abitanti 2001 1.900 2002 1.894 2003 1.893 2004 1.862 2005 1.837 2006 1.837 2007 1.828 2008 1.818 2009 1.830

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2010 1.813 2011 1.787 2012 1.781

Il calo demografico nell’ultimo decennio è da attribuire principalmente ad un saldo naturale fortemente negativo, dovuto all’anzianità della popolazione, mentre risulta sempre positivo il saldo migratorio, dovuto al trasferimento da altri comuni o dall’estero.

Infine soffermandosi sull’analisi della struttura famigliare all’anno 2010 sono presenti 751 famiglie, con una media per nucleo famigliare di 2,31 componenti a sottolineare l’aumento dell’età media e l’allontanamento dei giovani dal territorio.

Qui di seguito, infine, vengono riportati dati più specifici in merito all’anno 2006 e 2011, ad un intervallo di tempo di cinque anni, utile al fine di delineare una proiezione futura ad un orizzonte temporale di cinque anni.

Popolazione residente al 1 gennaio 2006 per età, sesso e stato civile

Classe di età MASCHI FEMMINE TOTALE

0-4 24 28 52

5-9 31 34 65

10-14 28 40 68

15-24 76 69 145

25-34 122 91 213

35-44 140 149 289

45-54 127 117 244

55-64 110 114 224

>65 211 326 537

TOTALE 869 968 1837

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Popolazione residente al 31 dicembre 2011 per età, sesso e stato civile

Classe di età MASCHI FEMMINE TOTALE

0-4 28 12 40

5-9 30 32 62

10-14 27 35 62

15-24 75 82 157

25-34 74 70 144

35-44 122 117 239

45-54 149 139 288

55-64 116 121 237

>65 219 319 538

TOTALE 850 931 1781

L’andamento della popolazione suddivisa per classi di età e di sesso riflette una situazione che, nel corso degli ultimi anni, ha portato ad un invecchiamento costante della popolazione causata da un basso indice di natalità, al prolungarsi della vita media ed anche ai movimenti migratori che interessano popolazione compresa in una fascia di età adulta. La popolazione femminile, è sempre superiore a quella maschile; questa differenza è dovuta al progressivo invecchiamento della popolazione ed alla maggiore speranza di vita delle donne.

Si è poi analizzata la popolazione dal punto di vista della composizione etnica , in particolare l’andamento della popolazione straniera nell’ultimo decennio, la composizione per età e sesso e i paesi di provenienza.

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Dati ISTAT al 1 gennaio di ogni anno

ANNO MASCHI FEMMINE TOTALE

2003 16 19 35

2004 17 18 35

2005 22 20 42

2006 25 24 49

2007 31 31 62

2008 32 37 69

2009 37 43 80

2010 40 48 88

2011 47 43 90

2012 49 47 96

Appare evidente come il numero della popolazione straniera sia in costante aumento nell’ultimo decennio, contribuendo a mantenere positivo il saldo migratorio.

Si è poi analizzato più nel dettaglio la popolazione straniera con particolare riferimento all’anno 2010 e 2011, focalizzandosi sul bilancio demografico, la composizione per età e sesso e il paese di provenienza.

Dall’analisi della composizione per età e sesso risulta evidente come la maggior parte della popolazione sia adulta e si stia creando una propria famiglia, come emerge dall’elevato tasso di natalità.

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Popolazione straniera residente al 1 gennaio 2011 per età, sesso e stato civile

Classe di età MASCHI FEMMINE TOTALE

0-4 11 5 16

5-9 2 2 4

10-14 0 4 4

15-24 2 5 7

25-34 9 12 21

35-44 14 9 23

45-54 8 2 10

55-64 1 2 3

>65 0 2 2

TOTALE 47 43 90

Come suggerito da ARPA Lombardia, in sede di conferenza finale della VAS, viene qui di seguito proposta la previsione di incremento demografico elaborata dal Sistema Informativo Statistico Enti Locali”. Tale elaborazione prevede per il Comune di Sartirana Lomellina quattro ipotesi differenti di sviluppo demografico per l’anno 2015 (orizzonte temporale più vicino all’orizzonte di piano dei prossimi cinque anni), tutte comunque indicanti un incremento demografico rispetto alla situazione attuale.

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A fronte di ciò occorrerà pertanto dimensionare le previsioni di piano, anche in riferimento a tali dati demografici, limitando comunque l’espansione delle aree edificabili ai reali fabbisogni, individuando gli ambiti di trasformazione che dovranno essere prioritariamente realizzati nel prossimo quinquennio.

Qui di seguito si può riassumere lo stato demografico dei comuni limitrofi: Comuni limitrofi Abitanti Densità abitativa

Breme 878 Dato ISTAT 48,8 ab/Kmq (01/01/2009) Valle Lomellina 1.830 Dato ISTAT 83,2 ab/Kmq (01/01/2009) Semiana 249 Dato ISTAT 25,8 ab/Kmq (01/01/2009) Mede 7.083 Dato ISTAT 208,6 ab/Kmq (01/01/2009) Torre Beretti e Castellaro 608 Dato ISTAT 31,8 ab/Kmq (01/01/2009)

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Bozzole 327 Dato ISTAT 31,1 ab/Kmq (01/01/2009) Valmacca 1.104 Dato ISTAT 87,3 ab/Kmq (01/01/2009)

La densità abitativa del Comune di Sartirana Lomellina risulta di media entità, 64,3 ab/Kmq nell’anno 2009, prossima ai valori dei comuni limitrofi delle medesime dimensioni.

Rispetto alla media provinciale di 179 ab/Kmq, la densità abitativa si attesta a livelli nettamente inferiori anche rispetto alla media regionale che è di 404 ab/Kmq.

Considerazioni:

Dai dati riportati in precedenza si osserva come la popolazione del Comune di Sartirana Lomellina, è stata interessata nell’ultimo decennio da un continuo calo dovuto all’elevato indice di mortalità della popolazione anziana. D’altro canto appare invece sempre positivo il saldo migratorio, dovuto sia al trasferimento da altri paesi, sia al costante aumento di popolazione straniera. Queste dinamiche sociali devono essere tenute in considerazione nella fase di redazione del PGT, in particolare per le scelte riguardanti l’offerta abitativa che dovrà essere in grado di soddisfare le esigenze diffuse delle differenti tipologie di cittadini (giovani coppie, adulti, anziani, cittadini stranieri).

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5.1.3 Il sistema socio-economico

I dati sono stati ricavati dai censimenti generali della popolazione e delle abitazioni del 2001, dal Censimento dell’Agricoltura del 2000 e dal Censimento generale dell’industria e dei servizi del 2001, pubblicati dall’ISTAT.

Sono stati analizzati in primo luogo i dati ISTAT del 2001 relativi al tasso di attività, di occupazione, di disoccupazione e di disoccupazione giovanile, suddivisi per sesso.

Tasso di occupazione per sesso – anno 2001

MASCHI FEMMINE TOTALE 54,16% 30,52% 41,59%

Tasso di disoccupazione per sesso – anno 2001 MASCHI FEMMINE TOTALE 3,37 % 9,24 % 5,75 %

Tasso di disoccupazione giovanile per sesso – anno 2001 MASCHI FEMMINE TOTALE 15,00 % 25,93 % 19,40 %

Dai dati sopra riportati appare evidente come il tasso di occupazione femminile risulti di gran lunga inferiore a quello maschile ed in parallelo quello di disoccupazione anche giovanile invece risulta di gran lunga superiore.

Attività nel settore primario

Gran parte della popolazione risulta dedita all’agricoltura, vista la numerosa presenza di nuclei rurali all’interno del territorio comunale.

In particolare il “ 5° Censimento generale dell’agricoltura 2000” individua un totale di 42 aziende agricole presenti nel territorio comunale, con una superficie totale utilizzata pari a 2.493 ettari.

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Non sono presenti aziende con allevamenti e aziende con bovini, bufalini, suini, ovini, caprini, equini, allevamenti avicoli nel territorio comunale.

In sintesi si può affermare che si tratta di un Comune ancora fortemente agricolo, in cui prevale la proprietà terriera sui terreni in affitto (Rif. Documento di Scoping – 6.1.3.1 Attività nel settore primario) e quasi l’intera totalità delle aziende è di conduzione familiare.

Attività nel settore produttivo e commerciale

In base all’ “8° Censimento generale dell’industria e dei Servizi del 2001” viene individuato un numero modesto di attività imprenditoriali come quelle artigianali e commerciali. Per quanto concerne quest’ultimo aspetto il comune si è inoltre dotato di Piano del commercio al fine di disciplinare al meglio tale attività.

Nel territorio sono presenti 105 unità locali, ci cui la metà a carattere artigianale, per un numero complessivo di addetti pari a 321; infine prevalgono le attività legate al settore dell’industria manifatturiera, seguita dal commercio e altri servizi.

Ulteriori informazioni più di dettaglio sono presenti nella Relazione del Documento di Piano (par. 3.2 – Attività economica); pertanto, anche se sono state considerate nel corso della Valutazione Ambientale, non sono state riportate interamente all’interno di questo documento.

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5.1.4 Il sistema dei servizi e delle infrastrutture

Il Comune di Sartirana Lomellina, rispetto a quanto emerge da una prima analisi condotta, risulta dotato di un sistema di servizi costituito da:

- Uffici comunali; - Magazzini e depositi comunali; - Edilizia Residenziale Pubblica; - Biblioteca comunale; - Asilo infantile; - Scuola primaria; - Scuola secondaria di primo grado; - Chiese e attrezzature oratoriali; - Cimitero comunale; - Verde pubblico urbano; - Campo sportivo; - Residenza Sanitaria Assistenziale - Parcheggi pubblici.

Risultano poi i servizi strettamente connessi alla residenza quali:

- Uffici postali; - Farmacia; - Ambulatorio Assistente Sociale; - Comitato Comunale di Protezione Civile; - Carabinieri; - Alberghi e locande

La maggior parte dei servizi pubblici individuati dal P.R.G. risultano attuati, ad eccezione di alcune aree, che, più che non attuate, rappresentano meri errori tecnici di una non idonea destinazione urbanistica.

La maggior parte delle aree invece realmente non attuate risultano essere quelle destinate a verde pubblico e a parcheggi pubblici, previsti in gran parte anche all’interno dei piani di lottizzazione.

A livello qualitativo da una prima analisi appare evidente come le uniche aree a verde urbano, risultano essere un parco nei pressi della ferrovia in Via Mede ed il viale alberato di Via Roma, entrambi in buone condizioni. Pagina 57

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Si ricorda che i dati quantitativi inerenti il verde pubblico, il sistema dei servizi pubblici e dei parcheggi pubblici sono stati già riportati all’interno del Documento di Scoping ( Rif. 6.1.4 Il sistema dei servizi e delle infrastrutture ).

5.1.5 Il sistema della mobilità e dei trasporti

A fronte di un’analisi ad ampia scala appare evidente come il comune di Sartirana Lomellina risulti collegato con i centri più importanti, posti nelle vicinanze, Mortara ed Alessandria, attraverso un sistema di strade provinciali.

In particolare, il Comune risulta pressoché equidistante dai centri di maggiore importanza delle vicinanze, come illustrato nella tabella seguente: Comuni prinicpali Distanze (Km) (PV) 33,4 Pavia (PV) 50,2 (PV) 36,4 (PV) 35 (PV) 29 Alessandria (AL) 30,5 Casale Monferrato (AL) 24

Per collegamenti di scala regionale, occorre far riferimento al comune di Casale Monferrato per l’Austostrada A26 – Autostrada dei Trafori, al comune di Casei Gerola per la A7 – Autostrada Milano-Genova e al Comune di Voghera per la A21-Autostrada Torino-Piacenza. Essendo localizzato sulla sponda destra del Po, e non essendo presenti collegamenti diretti con i comuni piemontesi all’interno del territorio comunale, per questi collegamenti deve affidarsi al comune di , dotato di ponte sul Sesia e al comune limitrofo di Torre Beretti e Castellaro, collegato al comune di Valenza tramite un ponte sul fiume Po, localizzato nel territorio piemontese. I collegamenti principali con i centri limitrofi sono affidati ai seguenti tracciati viabilistici:  SP78 per Semiana;  SS494 per Valle Lomellina e Torre Beretti e Castellaro;  SP 194 per Candia Lomellina e Mede. La SS494 che collega Torre Beretti e Castellaro con Valle Lomellina e tutti i centri principali della zona, attraversa il territorio di Sartirana Lomellina, lambendo però il centro edificato, senza attraversarlo, garantendo così una migliore fruibilità dei collegamenti stessi. Pagina 58

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L’entrata e/o l’uscita dal nucleo abitato sulla SS494 è regolata da due rotatorie, localizzate ai due poli opposti del paese, garantendo così un accesso più controllato. Risulta di notevole importanza la linea ferroviaria Arona – Novara – Mortara – Pavia che funge da collegamento tra la provincia di Novara e quella di Pavia e attraversa il centro di Sartirana Lomellina, in cui è localizzata una propria stazione ferroviaria.

Il traffico della linea è abbastanza consistente: molti treni merci che provengono da Genova utilizzano la linea per portare container in gran parte del nord Italia.

Il paese è servito di due autolinee:

-la linea Mede-Mortara (operata dalla STAV);

- la linea Mede-Casale Monferrato (operata dalla STAT-Autoticino).

La prima garantisce una frequenza di collegamenti pari a 5 per la tratta Casale M.-Mede, diffuse dalle 9.00 di mattina alle 18.00 di sera, coprendo l’intero arco della giornata; per la tratta Mede-Casale M. sono invece garantite 6 corse concentrate fino alle 15.00 del pomeriggio.

La seconda linea invece garantisce per la tratta Mede-Mortara 3 corse concentrate dalle 13.00 alle 16.30, mentre per il ritorno sono previste altre 3 corse dalle 13.00 alle 19.00.

Per tragitti di lunghezze superiori le autostrade più vicine sono l'A7 (uscita Casei Gerola), l'A21 (uscita Alessandria Ovest o Voghera) e l'A26 (uscita Casale Monferrato Nord).

Figura 15: Sistema della mobilità di ampia scala

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Figura 16: Sistema della mobilità a scala locale

Per quanto riguarda la mobilità lenta, sul territorio risultano ancora poche le piste ciclabili attive, la cui articolazione e funzionalità non appare ancora del tutto ben definita, non riuscendo a creare una rete di collegamento, ma costituendo solo tratti indipendenti.

La bicicletta, nelle aree urbane e sulle brevi distanze, è un mezzo di trasporto delle persone confacente e conveniente.

Può essere una modalità di trasporto assolutamente sostenibile in grado di dare un significativo contributo al decongestionamento del traffico, al miglioramento della qualità ambientale, alla tutela ed al miglioramento della salute pubblica. Anche il cicloturismo costituisce un’interessante alternativa alle forme tradizionali di turismo con indubbie positive ricadute, in termini ambientali, occupazionali e di sviluppo delle economie locali; a tal proposito è presente a livello territoriale un percorso di fruizione panoramica ed ambientale sull’argine del fiume Po.

Approfondendo la tematica del cicloturismo, la Provincia di Pavia e il Sistema Turistico Po di Lombardia hanno presentato nel mese di marzo 2011 il portale del cicloturismo della Lombardia, individuando oltre 2.000 Km di rete ciclabile. Il territorio di Sartirana Lomellina risulta direttamente coinvolto in quanto è attraversato dal percorso identificato come “L’Anello della Lomellina” ed in particolare “ PV 03 – Lomellina, le Riserve Naturali ”.

Si tratta di un percorso di 44,5 Km che collega Mortara e , attraversando i centri e le campagne di Olevano Lomellina, Zeme, Candia Lomellina, Breme, Sartirana Lomellina e Semiana.

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E’ inoltre attraversato dall’itinerario “ AN01 – Le Garzaie della Lomellina”, un lungo percorso

(80,6Km) che attraversa la zona della Lomellina dove si concentra il maggior numero di garzaie; interessa i territori di Mortara, Castello d’Agogna, Lomello, Sartirana Lomellina, Frassineto Po, Candia Lomellina, , .

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Figura 17: Itinerari cicloturismo Si tratta di un’importante iniziativa a livello turistico, pertanto occorrerà considerare nella redazione del nuovo PGT la possibilità di inserimento di elementi attrattivi, a vantaggio di uno sviluppo turistico del comune e dell’intera zona.

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5.1.6 Il sistema territoriale

Figura 18: Centro edificato

Il Comune di Sartirana Lomellina presenta un nucleo edificato di modesta grandezza, che si è trasformato ed è cresciuto nel tempo in modo molto chiaro e definito tuttora riconoscibile dalla morfologia urbana. La tavoletta IGM 1:25.000 mostra il nucleo originario del paese, sorto a ridosso del Castello di Sartirana (databile ultimo quarto del XIV secolo) e dei Dossi. Gli edifici adiacenti il Castello rappresentano un complesso di corte rurale tipica a ferro di cavallo. La parte risale alla fine del XVII secolo, allorquando la coltivazione del riso divenne importante risorsa economica per tutto il territorio della Lomellina. Dalla tavoletta emerge una struttura centrale circolare del paese, dalla quale si diramano le restanti zone del paese secondo le direttrici principali.

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Figura19: Estratto tavoletta IGM Il PTCP individua come centro storico una notevole porzione del centro edificato, in gran parte corrispondente a quanto riportato nelle tavolette IGM. La parte individuate come nucleo antico presenta notevoli caratteristiche storico-architettoniche e risulta fortemente rappresentativa dell’origine stessa del paese.

Figura 20: Estratto PTCP- centri storici

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Si ricorda infine che a livello territoriale sono presenti numerosi nuclei rurali, localizzati in tutto il territorio comunale, alcuni dei quali risultano anche di rilevanti dimensioni.

Figura 21: Esempio nucleo rurale Non sono inoltre presenti aree dismesse da L.R. 1/2007, anche se è presente un’area artigianale in prossimità della S.P. 194, all’altezza della rotatoria in ingresso al centro edificato, che appare in disuso da diversi anni, per la quale sarebbe adeguato un recupero funzionale, nonché ambientale.

Figura 22: Area artigianale dismessa Dal punto di vista storico-architettonico la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici di Milano ha segnalato i seguenti provvedimenti di tutela, emessi ai sensi della Parte seconda del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i.:

- Casa del secolo XV con terrecotte (provvedimento del 28/05/1908),

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Figura 23: Casa con terracotte - Castello degli Arborio di Sartirana (sec. XV) (provvedimento del 28/05/1908).

Figura 24: Castello di Sartirana

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Precisa inoltre che i provvedimenti emanati ai sensi della precedente legislazione, L.364 del 1909 e L.1089 del 1939, mantengono piena efficacia, sulla scorta di quanto disposto dall’art.128 del D.Lgs. 42/2004.

A questi sono inoltre da aggiungere gli immobili soggetti ad “ ope legis ”.

Dal punto di vista archeologico non sono individuate né zone areali di rischio né di ritrovamento.

5.1.7 Salute pubblica

Come già anticipato nel Documento di Scoping (Cap. 6.2.13 – Salubrità dell’ambiente urbano e salute umana ), il grado di salubrità dell’ambiente urbano risulta di un buon livello, in quanto il comune è situato in un’area dai caratteri rurali, è caratterizzato da una densità abitativa bassa, non sono presenti particolari fonti d’inquinamento ad eccezione di quelli prodotti dalle sostanze utilizzate in agricoltura, dal traffico veicolare e da alcune attività artigianali. Viene di nuovo riportata, come promemoria, la tabella di sintesi dei valori del grado di salubrità, ricordando comunque tutto quanto citato all’interno del Documento di Scoping. Valori del grado di salubrità: 1= Molto scarso 2=Scarso 3=Medio 4=Elevato 5=Molto elevato

Fattori d’influenza Grado di salubrità

Traffico veicolare leggero 3 Traffico veicolare pesante 4 Attività artigianali -industriali 3 Sostanze utilizzate in agricoltura 4 Giudizio complessivo 3

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5.2 CONTESTO ECOSISTEMICO E AMBIENTALE

Di seguito viene proposta un’analisi del contesto territoriale, rispetto alle principali caratteristiche costituenti l’ambiente naturale. Le informazioni riportate hanno la prevalente finalità di individuare e valutare eventuali criticità in essere e, quindi, valutare come queste potrebbero interagire con l’attuazione il PGT in fase di redazione. Le informazioni riportate sono state ricavate, in parte, da studi di settore comunale e/o provinciale, in parte da una base dati regionale oltre che dai Rapporti sullo Stato dell’Ambiente (RSA) sia regionali sia provinciali.

5.2.1 Il sistema del paesaggio

Data la particolare valenza ambientale e paesaggistica in cui si inserisce il Comune, riconducibile sia alla presenza, su gran parte del territorio, di aree tutelate (ZPS “Risaie della Lomellina” e “Riserva Naturale Regionale Garzaia del Bosco Basso”, “Garzaia di Sartirana”), sia alla valenza percettiva evidenziata dalle caratteristiche colture presenti nell’intorno, appare sostanziale attribuire particolare significatività agli aspetti percettivi riconducibili alle azioni di trasformazione del territorio. Secondo quanto riportato nel Piano Territoriale Paesaggistico Regionale , il comune di Sartirana Lomellina appartiene all’unità tipologica “ Fascia della bassa pianura, paesaggi delle fasce fluviali ”

All’interno della Relazione del Documento di Piano ( par. 2.2.1- Piano Territoriale Regionale – Piano Territoriale Paesistico Regionale ) sono presenti ulteriori informazioni di dettaglio inerenti il sistema del paesaggio del comune, utili a delineare un quadro paesaggistico completo. Tali elementi sono stati considerati nel corso della Valutazione Ambientale Strategica, ma non riportati per intero all’interno di questo documento, al fine di non duplicare le informazioni presenti.

Un ulteriore approfondimento del tema del paesaggio è presente nell’elaborato “DdP16-Allegato Carta del paesaggio”

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Figura 25: Estratto tavola PTPR

Si ricorda che i contenuti del PTPR, riportati nel Documento di Scoping (cap. 6.2.1 – Il sistema del paesaggio ), al riguardo di “Lomellina”, “Paesaggi delle fasce fluviali” ed “Indirizzi di tutela”, devono essere recepiti dal Documento di Piano.

All’interno del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) , il Comune di Sartirana Lomellina rientra all’interno dell’ambito unitario “Pianura Irrigua Lomellina ” e della “ Valle dei principali corsi d’acqua:Po e Sesia ”.

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Di seguito viene riportato uno stralcio degli elaborati del PTCP, per individuare i principali vincoli esistenti e gli indirizzi presenti per gli ambiti paesaggistici tematici.

Figura 26: Estratto tavola 3.1a – Sintesi delle proposte:gli scenari di piano PTCP

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Figura 27: Estratto tavola 3.2a – Previsioni di tutela e valorizzazione delle risorse paesistiche e ambientali PTCP

Figura 28: Estratto tavola 3.3a – Quadro sinottico delle invarianti PTCP

Le porzioni perimetrate in verde individuano la presenza di due Siti di Interesse Comunitario :

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 SIC IT2080010 “Garzaia di Sartirana” in gestione al Comune di Sartirana e AFV Lago di Sartirana;  SIC IT2080007 Garzaia del Bosco Basso in gestione alla Provincia di Pavia.

Entrambe risultano aree protette esistenti, in particolare:

 Monumento naturale Garzaia di Sartirana;  Riserva Naturale parziale zoologica di interesse regionale Garzaia di Bosco Basso.

Inoltre all’interno del territorio comunale, all’interno della Garzaia di Sartirana sono individuate aree costituenti “ Emergenze naturalistiche”, “Aree di elevato contenuto naturalistico”, “Aree di consolidamento dei caratteri naturalistici”, “Foreste e Boschi” per i cui contenuti ed indirizzi si rimanda a quanto precedentemente riportato all’interno del Documento di Scoping ( Rif. 6.2.1 Il sistema del paesaggio).

Si ricorda inoltre la presenza di una “ Rete viaria di struttura” e del “ Percorso di fruizione panoramica e ambientale”, per i quali si rimanda sempre ai contenuti del Documento di Scoping. Nei tratti di interesse panoramico (aree esterne al centro abitato) dovranno essere regolamentate le altezze dell’edificato rispetto alla sede stradale, al fine di garantire la corretta fruibilità delle vedute dal percorso.

Nei tratti di interesse naturalistico dovranno essere altresì previste specifiche limitazioni per le emissioni acustiche al fine di ridurre l’impatto sulla fauna interessata.

Per i percorsi escursionistici deve essere privilegiato l’utilizzo ciclopedonale con divieto di transito per i mezzi motorizzati che non siano addetti alle agro-silvo-pastorali ed agli interventi per la difesa del suolo.

Qualora tali percorsi interessano ambiti urbani e/o strade di transito ordinario, allorché non sia possibile definire e delimitare sedi specifiche, si dovranno prevedere idonee segnaletiche e/o elementi dissuasori per garantire la sicurezza dei percorsi stessi.

I progetti di intervento migliorativo sulla viabilità in oggetto, dovranno, di norma, ricomprendere le valorizzazioni di cui al punto precedente.

Valgono inoltre gli indirizzi previsti dal PTPR.

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Per quanto riguarda l’ambito unitario della Pianura Irrigua Lomellina e della Valle dei principali corsi d’acqua:Po e Sesia, si ricordano le norme del PTCP riportate all’interno del Documento di Scoping, che devono essere recepite dal Documento di Piano.

Considerazioni:

In sintesi il sistema ambientale risulta costituito dalla tipica maglia agricola con rogge, filari, aree a boschi e campi coltivati con differenti colture; altro elemento caratterizzante è il reticolo idrografico superficiale, con annesso l’intero sistema di chiuse, ponti, e tutte quelle opere e componenti inserite dall’uomo. Il sistema ambientale tradizionale è arricchito dalla presenza di due Siti di Interesse Comunitario, che innalzano il valore ecosistemico del territorio.

Da quanto sopra riportato si osserva come siano numerose le aree di interesse paesaggistico, riportate sia dal PTPR che dal PTCP; per questo motivo, nell’ambito dell’analisi di coerenza esterna degli obiettivi di piano, sarà indispensabile verificare la corrispondenza tra gli obiettivi di piano e quelli di scala sovracomunale, presenti nelle differenti tipologie di piano.

5.2.2 Uso del suolo

Il Comune di Sartirana Lomellina, pur non essendo di rilevanti dimensioni, ha mostrato nel tempo una tendenza all’espansione urbanistica, pur mantenendo un carattere fortemente agricolo del territorio.

Figura 29: Uso del suolo extraurbano La maggior parte della superficie territoriale è infatti adibita a culture (prevalentemente risicola e solo marginalmente altre colture e arboricoltura da legno), come riportato nelle tabelle seguente, ricavate dal “5° Censimento generale dell’agricoltura del 2000”.

Superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni per comune e zona altimetrica (superficie in ettari)

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Il continuo sviluppo dell’attività agricola, con tecniche sempre più intensive al fine di incrementare la produttività dei suoli, anche attraverso l’uso di sostanze chimiche, ha portato al mutamento dei caratteri peculiari del suolo e degli elementi percettivi delle aree agricole.

Le sostanze chimiche utilizzate, se da un lato, forniscono al suolo composti azotati ed altri elementi indispensabili per la fertilità del suolo, dall’altro ne alterano la composizione naturale, incidendo sui principali rapporti chimici originari.

Analizzando le carte dell’uso del suolo, emerge la modesta presenza di aree urbanizzate, che pertanto non costituiscono l’elemento distintivo del territorio, anche se il comune ha dimostrato negli ultimi anni una modesta espansione sia dal punto di vista residenziale che artigianale.

Si ricorda infine che la superficie impermeabilizzata risulta minima (2,1%) e che l’incremento delle aree urbanizzate nel periodo 1999-2005/2007 è inferiore al 2%.

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Figura 30: Impermeabilizzazione del suolo

Figura 31: Uso del suolo comunale

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Figura 32: Incremento delle aree urbanizzate nel territorio comunale Considerazioni:

Nell’analisi di coerenza interna occorrerà valutare l’eventuale eccessivo utilizzo del suolo a fini edificatori, nonché le modalità di conservazione e valorizzazione delle aree naturali esistenti.

5.2.3 Il sistema del suolo e del sottosuolo

Dal punto di vista geomorfologico, il territorio in esame si presenta eminentemente pianeggiante con quote che vanno dai 101 m s.l.m. (porzione Nord-Ovest del Comune) a 89 m s.l.m. (porzione Sud- Est); da ciò emerge che globalmente il territorio comunale ha una blanda pendenza verso S-E. Il Comune è suddiviso dalla scarpata morfologica del Fiume Po, in parte antropizzata ed in parte ancora mantenente i suoi caratteri di naturalità, che come precedentemente accennato separa i sedimenti più antichi del ripiano superiore (wurmiani) da quelli più recenti (olocenici) e ancora in parte (nelle zone prossime all’alveo attivo del fiume) legati alle azioni di erosione e deposizione del Fiume Po. Tale scarpata avente direzione Nord-Sud, di altezza media pari a circa 5-6 m nella porzione centro occidentale del Comune (al confine con Breme) e progressivamente si abbassa di quota procedendo verso sud, si presenta con andamento a “festoni ampio e falcato” che riproduce l’impronta di antichi meandri fluviali (tre per l’esattezza), a testimonianza di un’intensa attività erosiva del Fiume Sesia e Po. Nel corso dell’era quaternaria, questi hanno

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lasciato traccia di antichi percorsi fluviali ormai abbandonati e sede oggi di canali che esplicano una azione drenante dei terreni contigui rimanendo in parte attivi.

Gli elementi morfologici originali del paesaggio, principalmente caratterizzati da ondulazioni e terrazzamenti minori, risultano ora mascherati dalle modificazioni antropiche apportate dall’uomo nel corso dei secoli a seguito delle pratiche agricole o legati al reperimento di materia prima per la realizzazione di laterizi artigianali. Queste ultime attività erano localizzate in special modo laddove erano presenti i cosi detti “dossi della lomellina”, ondulazioni positive ormai “spianate” e raramente ancora visibili che, secondo l’ipotesi più accreditata da numerosi Autori, sono di origine eolica. Sul territorio inoltre si individuano delle irregolarità morfologiche artificiali come l’argine maestro del fiume Po che con andamento NNE-SSO è presente dapprima nella parte SO dl territorio comunale e successivamente si abbassa sempre più annullandosi del tutto in corrispondenza dell’area di pertinenza del Po Morto per riprendere nel settore SE. Globalmente si può affermare che le secolari attività agricole, gli spianamenti e la regimazione ad uso irriguo delle acque, infine, hanno profondamente modificato l’originario assetto del territorio, le cui forme erano strettamente legate alla morfologia fluviale.

Caratterizzazione geotecnica: E’ stato possibile raggruppare i suoli, limitatamente ai primi 2 metri di profondità, principalmente in 5 grandi categorie, in base alla loro composizione: in particolare sono stati distinti:

 A - Suolo a substrato sabbioso  B - Suoli a substrato sabbioso-limoso  C - Suoli a substrato sabbioso con presenza di limo  D - Suoli a substrato sabbioso-argilloso  E - Suoli a substrato limoso

A) Terreni sabbiosi - Occupano la quasi totalità del territorio comunale e si rinvengono sia al di sopra che al di sotto della scarpata morfologica che separa i depositi olocenici recenti da quelli plestocenici. Sono suoli caratterizzati da sabbie che nel complesso conferiscono a questi terreni buone caratteristiche geomeccaniche. Buona parte dell’abitato fonda proprio su questo litotipo.

B) Terreni sabbioso-limosi - Sono ubicati sia al di sotto della scarpata che delimita un antico paleoalveo sia in una fascia di territorio centrale dell’abitato di Sartirana. Sono caratterizzati da limi con presenza di sabbie. Al di sotto di uno strato superficiale limoso-

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sabbioso dello spessore di circa 3 m, è possibile rinvenire spessi orizzonti ghiaiosi. Le caratteristiche geomeccaniche risultano medie, ma possono essere soggette di sensibile riduzione in funzione della percentuale della componente fine (localmente si possono rinvenire anche sottili livelli argillosi) e della presenza di acqua.

C) Terreni sabbiosi con presenza di limo - Occupano due vaste aree a Nord-Est ad a Sud- Ovest dell’abitato di Sartirana. I suoli sono caratterizzati da limi sabbiosi che conferiscono ai primissimi metri di terreno mediocri caratteristiche geomeccaniche, specialmente laddove i materiali più fini predominano sulle sabbie. Non è raro ritrovare nei primissimi metri anche piccole lenti argillose che conferiscono localmente scadenti caratteristiche di portanza.

D) Terreni sabbiosi argillosi - Occupano la zona centrale del comune al di sotto del centro abitato di Sartirana. I suoli sono caratterizzati da sabbie argillose che conferiscono ai primissimi metri di terreno basse caratteristiche geomeccaniche, specialmente laddove i materiali più fini argillosi predominano sulle sabbie.

E) Terreni limoso - Occupano un antico paleolaveo del Fiume Po dove oggi si sono impostati il cavo De Cardenas, il Fosso Po Morto e la Roggia Acquarolo, i cui corsi sono interamente compresi nel ripiano olocenico al di sotto della scarpata morfologica. Le caratteristiche geomeccaniche di tali terreni, unite anche dalla loro posizione geomorfologica che ne sconsiglia ogni forma di edificazione, sono scarse.

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Figura 33: Estratto carta lito-pedologica

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Sismicità del territorio comunale Secondo quanto indicato dal D.G.R del 22 Dicembre 2005 – n.8/1566 : “ L.R. dell’11 Marzo 2005 “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio”, in attuazione dell’art. 57, comma 1 della l.r. 11 Marzo 2005 e modificata dalla D.G.R. n.8/7374 del 28 maggio 2008, si è provveduto nello studio geologico ad adeguare il piano territoriale dal punto di vista sismico seguendo le procedure d’analisi indicate nell’Allegato 5 : “Analisi e valutazione degli effetti sismici di sito in Lombardia finalizzate alla definizione dell’aspetto sismico nei piani di governo del territorio”.

La metodologia prevede tre livelli di approfondimento con grado di dettaglio in ordine crescente: i primi due livelli sono obbligatori in fase di pianificazione, nel caso il Comune considerato ricadesse in Classe di sismicità 2 o 3, mentre il terzo livello è obbligatorio in fase di progettazione in due casi: - quando il secondo livello dimostra l’inadeguatezza della normativa sismica nazionale per gli scenari di pericolosità sismica locale caratterizzati da effetti di amplificazione (Fa calcolata > della Fa di riferimento) - in scenari di pericolosità sismica locale caratterizzati da effetti di instabilità, cedimenti e/o liquefazione, contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi a caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse.

Ricordiamo che in questo lavoro è previsto solo la realizzazione del primo livello, essendo Sartirana Lomellina un comune classificato come in classe 4 di sismicità.

Secondo la più recente classificazione sismica (d.g.r. n° 14964 del 23/09/05) il territorio risulta inserito in Zona 4, di “sismicità bassa” (S =6). Si è ritenuto corretto considerare la superficie comunale (tra quelle definite nelle tabelle di riferimento) come appartenente alla seguente zona di PSL (Pericolosità Sismica Locale): Z4a: zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali e fluvio – glaciali granulari e coesivi. Per tale zona viene indicata una classe di pericolosità sismica H2 per la quale si prevedono eventuali approfondimenti al 2° solo per costruzioni strategiche e rilevanti (ai sensi della D.G.R. n° 14964/2003), non presenti allo stato attuale sul territorio di studio.

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Figura 34: Estratto carta sismica

Carta di fattibilità geologica Nel territorio comunale di Sartirana Lomellina sono state riconosciute le classi II, III, e IV che sono di seguito descritte e rappresentate graficamente nell’elaborato PdR 09 – Carta di fattibilità geologica.

Classe II : Fattibilità con modeste limitazioni (colore giallo) Fattibilità con modeste limitazioni: in questa classe ricadono le aree nelle quali sono state rivelate condizioni limitative alla modifica e destinazione d'uso dei terreni.

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Per superare tali problematiche si rende necessario realizzare ulteriori indagini geologicotecniche e idrogeologiche in ottemperanza alla disposizione di legge (D.M. 14/01/2008). Tale area comprende la porzione comunale posta sul ripiano pleistocenico wurmiano, al di sopra della scarpata morfologioca del Fiume Po. La realizzazione di nuovi insediamenti abitativi o produttivi è subordinata all'acquisizione di dati di carattere idrogeologico superficiale e di valutazione della soggiacenza della falda. Inoltre si dovranno programmare delle indagini dirette che dovranno essere mirate al controllo delle condizioni di stabilità degli scavi, dell'efficacia delle opere di sostegno, dell'interazione struttura-terreno

Parere geologico sulla edificabilità Sono ammissibili tutte le categorie di opere edificatorie. La realizzazione di nuovi insediamenti abitativi o produttivi è subordinata all'acquisizione di dati di carattere idrogeologico sia superficiale che della soggiacenza della falda. I progetti edificatori dovranno essere preceduti dall’esecuzioni di indagini geologiche idrogeologiche e geotecniche che dovranno essere mirate al controllo delle condizioni di stabilità degli scavi, dell’efficacia delle opere di sostegno, dell’interazione struttura-terreno e dell’eventuale interferenza con la falda freatica. Gli studi dovranno porre particolare attenzione alle soluzioni idrogeologiche più idonee al fine di salvaguardare gli acquiferi. Pertanto il professionista incaricato dovrà proporre razionali soluzioni tecniche alle varie problematiche geologiche ed idrogeologiche che dovranno essere illustrate in una apposita “Relazione geologica e geologico- tecnica”, che farà parte integrante degli atti progettuali.

Indagini preventive necessarie Sono necessarie puntuali valutazioni ed indagini geotecniche ed idrogeologiche, attraverso apertura di trincee, sondaggi geognostici e/o altre misure di tipo diretto da valutare di volta in volta a secondo della struttura che si andrà a realizzare. Queste indagini inoltre avranno lo scopo di valutare la reale profondità della falda. Esse dovranno essere effettuate nel rispetto delle prescrizioni contenute nelle normative vigenti, con particolare riferimento al D.M. 14.01.08 durante la fase attuativa di ogni singolo progetto.

Interventi da prevedere in fase progettuale In tutti i casi, e soprattutto in occasione di insediamenti di tipo produttivo, nel caso in cui questi non possano essere altrove ubicati, dovranno essere previste opere di salvaguardia alla falda tramite la realizzazione di idonee fognature atte allo smaltimento delle acque superficiali e non; ciò, in considerazione del grado di permeabilità dei depositi alluvionali al fine di evitare possibili inquinamenti. Pagina 82

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Alla prescrizioni sopra riportate vanno aggiunte le limitazioni poste dai vincoli vigenti:, la fascia di rispetto delle opere di captazione idropotabili (D.P.R. 236/88, D. Lgs. 152/06, D. Lgs. 258/00, D.G.R. n° 7/12693 del 10 aprile 2003) ed le fasce di 10 m dei corsi d’acqua. Da un punto di vista sismico, come precedentemnete analizzato e riportato nel capitolo 8, l’intero territorio comunale è stato ascritto nella classe simica Z4a. In base a tale studio non c’è alcuna prescrizione aggiuntiva da applicare alle classi di fattibilità come definite di seguito, a meno che non si tratti di edifici strategici o rilevanti come individuati nel Decreto D.U.O. n. 19904/2003 e come riportato nel capitolo 8.1.1..

Classe III : Fattibilità con consistenti limitazioni (colore arancione) Fattibilità con consistenti limitazioni: la classe comprende aree in cui sono state riscontrate consistenti limitazioni all'utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica alla destinazione d'uso dei luoghi a causa delle condizioni di pericolosità/vulnerabilità individuate principalmente legate alla posizione topografica (aree ribassate al di sotto della scarpata morfologica del Fiume Po), alla particolare composizione dei terreni anche in relazione all'escursione della falda. Nel caso di interventi edificatori si dovrà prevedere la realizzazione di indagini idrogeologiche e geotecniche atte a caratterizzare il suolo e sottosuolo dell'area di interesse. Tali indagini devono essere eseguite in accordo a quanto prescritto nel D.M. 14 Gennaio 2008 "Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni". In base alle problematiche riscontrate sul terreno questa classe è stata suddivisa in sottoclassi:

-Classe 3A: Porzione di territorio compresa tra la Fascia A ed il limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C cosi come riportate sul Pai. Tali aree si trovano nel sottostante ripiano olocenico e sono delimitate dal soprastante ripiano pleistocenico dalla scarpata morfologica. Ulteriori limitazioni sono legate alla presenza della falda subaffiorante laddove le depressioni morfologiche sono più accentuate. L'uso del territorio all'interno di tale fascia è regolamentato dall''art. 30 e art. 31 delle N.d.A. del PAI..Tale area era stata interessata dall'alluvione del 1994 che aveva rotto l'argine maestro subito riparato e rinforzato; alla luce di questi ultimi interventi l'area è stata inserita in classe 3 di fattibilità

-Classe 3B: Area caratterizzata dalla scarpata morfologica la cui delimitazione comprende una fascia di rispetto della stessa che si estende per 20 m dall'orlo superiore della scarpata di terrazzo verso il ripiano più alto e per 20 metri dal suo piede;

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-Classe 3C: Area interessata dalla presenza di terreni sabbioso-argillosi e dalla profondità della falda intorno ai 2 metri dal piano campagna.

-Classe 3D: Ambito di cava attivo (Ate g02), le cui modificazioni d'uso del territorio sono soggette alle vincolistiche interne del Piano Cave. Al termine della concessione all’estrazione ed all’avvenuto ripristino per tale area valgono le prescrizioni della classe 3 per la porzione al di sotto della scarpata e classe 2 per quella al di sopra della scarpata.

Parere geologico sulla edificabilità

Per le classi 3°, 3B e parte della classe 3D si sconsiglia l’edificazione di poli industriali per la classe 3C sono ammessi qualsiasi tipologia di intervento se non siano altrove destinabili. In ogni caso i singoli interventi, anche di ampliamenti, dovranno essere supportati da indagini idrogeologiche e geotecniche atte a caratterizzare il suolo e sottosuolo dell’area di interesse e a definire i rapporti che intercorrono fra fondazioni e acque di prima falda al fine di preservare quest’ultima. Tali indagini devono essere eseguite in accordo a quanto prescritto nel D.M. 14 Gennaio 2008 "Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni". Le indagini dovranno essere mirate al controllo dell’interferenza fra la nuova struttura con la falda, ponendo particolare attenzione alle soluzioni idrogeologiche più idonee al fine di salvaguardare gli acquiferi. Inoltre si dovranno prevedere indagini geognostiche atte a verificare la compatibilità fra il progetto edificatorio e le caratteristiche meccaniche dei terreni di sottofondazione. Pertanto il professionista incaricato dovrà proporre soluzioni tecniche alle varie problematiche dei siti che dovranno essere illustrate in una apposita “Relazione idrogeologica e geologico-tecnica”, che farà parte integrante degli atti progettuali.

Indagini preventive necessarie Sono necessarie la realizzazione di puntuali valutazioni idrogeologiche ed indagini geotecniche, attraverso apertura di trincee, sondaggi geognostici e/o altre misure di tipo diretto. In ogni modo esse dovranno essere effettuate nel rispetto delle prescrizioni contenute nelle normative vigenti, con particolare riferimento al D.M. 14 Gennaio 2008.

Interventi da prevedere in fase progettuale

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Per le attività produttive, in considerazione della soggiacenza della falda si dovrà esaminare gli eventuali impatti che i nuovi insediamenti avranno sulle acque di prima falda sia in fase cantieristica che in fase di esercizio. In tutti i casi, anche per i nuovi insediamenti abitativi, dovranno essere previste opere di smaltimento delle acque al fine di evitare qualsiasi tipo di comunicazione fra le acque reflue e l’acquifero freatico. Da un punto di vista sismico, come precedentemente analizzato e riportato nel capitolo 8, l’intero territorio comunale è stato ascritto nella classe simica Z4a. In base a tale studio non c’è alcuna prescrizione aggiuntiva da applicare alle classi di fattibilità come definite di seguito, a meno che non si tratti di edifici strategici o rilevanti come individuati nel Decreto D.U.O. n. 19904/2003 e come riportato nel capitolo 8.1.1..

Classe IV : Fattibilità con gravi limitazioni (colore rosso) Fattibilità con gravi limitazioni: nelle aree ricadenti in questa classe, che comprende la porzione sud occidentale del territorio comunale compreso all'interno dell'area golenale del Fiume Po, sussiste un alto rischio idrogeologico che porta ad avere gravi limitazioni per la modifica e la destinazione d'uso del territorio. In tali zone dovranno essere escluse qualsiasi nuove edificazioni: saranno ammesse solamente opere tese al consolidamento od alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei luoghi. Per gli edifici esistenti saranno consentiti i soli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo, senza aumenti di volume e modifiche delle destinazioni d'uso - Art. 3, comma 1, lettere a), b) e c) del DPR 380/2001. Nell'ambito di tale classe sono state individuate le seguenti sottoclassi:

-Classe 4A: Area di pertinenza del limite della Fascia A come individuata dal Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico (PAI). L'uso del territorio all'interno di tale fascia è regolamentato dall'art. l'art. 29 delle N.d.A. del PAI.

-Classe 4B: Area compresa tra il limite della fascia A ed il limite di progetto tra la fascia B e la Fascia C per quelle aree in cui in passato si sono verificati estesi allagamenti a seguito di fenomeni di alluvionamento.L'uso del territorio all'interno di tale fascia è regolamentato dall'art. 30, art. 31 delle N.d.A. del PAI.

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-Classe 4C: Fascia di 10 m (R.D. 523/1904) a partire dalle sponde attive e protratta verso la campagna dei corsi d'acqua cosi come riportato nello studio "individuazione del Reticolo di competenza comunale e delle fasce di rispetto secondo le prescrizioni del D.G.R. N. 7/13950 del 1 Agosto 2003 e del D.G.R. 7/7868 del 25 Gennaio 2002" approvato dal Comune. Dallo studio sopra citato emerge che non esistono corsi d'acqua di competenza comunale. Tutti i corsi d'acqua riportati in carta che non hanno rappresentazione grafica, fanno parte o di consorzi di bonifica o di privati; pertanto non sono state trattate e nemmeno riportate sia le fasce di rispetto del reticolo idrico di competenza di tali consorzi di bonifica (Est Sesia) che del reticolo idrico di proprietà di privati per i quali valgono le prescizioni riportate sulle loro specifiche norme tecniche.

-Classe 4D: Area interessata dalla presenza di (SIC) Siti di Interesse Comunitario (Garzaia di Sartirana e Garzaia del Bosco Basso)

-Classe 4E: Area interessata dalla presenza di emergenze naturalistiche (tratte dal PTCP della Provincia di Pavia)

-Classe 4F: Area interessata dalla presenza areali ad elevato contenuto naturalistico (tratte dal PTCP della Provincia di Pavia)

-Classe 4G: Area interessata dalla presenza areale ad elevato contenuto naturalistico (emergenza della falda)

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Figura 35: Stralcio Carta di fattibilità geologica

Attività estrattiva All’interno del territorio comunale sono presenti due ambiti estrattivi, individuati dal Piano Cave 2007: ATE g01 e ATEg02, i quali devono essere recepiti all’interno degli elaborati grafici del Piano.

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Considerazioni:

Nell’ambito dell’analisi di coerenza esterna della pianificazione comunale occorre porre particolare attenzione alle aree immediatamente limitrofe agli ambiti di cava, nonché alle prescrizioni per i territori interessati dagli ambiti stessi.

Rispetto alle informazioni riportate sia sulla caratterizzazione geologica sia sulla sismicità dell’area, non si evidenziano particolari problematiche e/o criticità legate a un eventuale sviluppo territoriale.

5.2.4 Ecosistemi e biodiversità Si ricorda l’importanza dell’assetto ecosistemico del territorio comunale come riportato all’interno del Documento di Scoping, dovuto alla presenza di SIC, ZPS, aree IBA, corsi d’acqua importanti, laghi e boschi, con i quali convivono i neo-ecosistemi generati dall’uomo, come i campi coltivati e le aree urbane.

Essendo il territorio di Sartirana estremamente vasto, le aree urbane risultano ancora limitate, nonostante la forte spinta all’urbanizzazione degli ultimi anni abbia tolto suolo libero.

D’altro canto, nonostante prevalga il suolo libero su quello urbanizzato, si tratta sempre e comunque di suolo destinato all’agricoltura e pertanto sottoposto a lavorazioni continue, interventi di salvaguardia idraulica, di regolarizzazione e canalizzazione degli alvei dei corsi d’acqua.

Il territorio comunale, in generale, risulta inserito in un contesto ambientale caratterizzato da una spiccata componente agricola, infatti, appare evidente come gli agroecosistemi, nel tempo, abbiano sostituito le realtà naturali comportano, in generale, una banalizzazione dell’assetto ecosistemico.

Nel dettaglio, il territorio di Sartirana Lomellina appare avere una trama ecosistemica piuttosto semplificata in cui gli elementi di maggiore interesse, a livello ambientale, sono sostanzialmente quelli riconducibili alla vegetazione di ripa che si sviluppa lungo i corsi d’acqua e a quelle aree puntuali che costituiscono aree protette.

Ogni azione sul territorio comporta pertanto un’alterazione dei processi e dei fattori di equilibrio che consentono il mantenimento delle specie animali e di quelle vegetali spontanee, con particolare riferimento alla frammentazione dell’ambiente (ecosistema, sistema degli habitat, paesaggio e territorio).

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Risulta pertanto di notevole importanza quanto analizzato e previsto a livello di Rete Ecologica Regionale, nell’ambito della proposta di Piano Territoriale della Regione Lombardia (D.G.R. n.8/6447 del 16 gennaio 2008).

In ambito provinciale è stata redatta una Rete Ecologica Provinciale, all’interno dell’adeguamento del PTCP alla Legge n.12/2005 (non ancora vigente) pertanto le basi di riferimento per l’individuazione di una rete di livello comunale e locale risultano essere sia quelle individuate nel PTR – Rete Ecologica Regionale, sia quelle individuate nel PTCP – REP. Si ricorda la necessità di recepire le finalità e gli obiettivi della RER, nonché le indicazioni di attuazione di tale Rete ai fini della pianificazione territoriale, all’interno degli elaborati del Piano.

Schema direttore della RER e Schede descrittive Lo Schema Direttore della RER comprende al suo interno le aree di interesse prioritario per la biodiversità, in particolare il comune di Sartirana Lomellina appartiene all’area denominata “ Lomellina” individuata dal codice 32 e risulta molto prossimo all’area individuata col codice 25 “Fiume Po”. La Carta della RER primaria individua elementi di primo livello come (Rete Natura 2000, Aree protette, aree prioritarie per la biodiversità, corridoi primari, gangli primari, varchi) ed elementi di secondo livello (aree soggette a forte pressione antropica, aree di supporto, aree ad elevata naturalità come corpi idrici , zone umide e boschi). La Carta della RER è suddivisa in settori numerati di 20 x 12 Km nell’ambito della Pianura Padana e dell’Oltrepò Pavese; il Comune di Sartirana Lomellina appartiene al settore n.16 – Pianura Padana e Oltrepò Pavese.

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Figura 36: Stralcio Rete Ecologica Regionale

Considerazioni:

Sulla scorta di quanto emerso dall’analisi, appare evidente come il territorio risulti trasformato dalla continua attività agricola ad opera dell’uomo, che hanno generato un impoverimento della naturalità del luogo. A fronte di ciò, nell’ambito della pianficazione territoriale, occorrerà valutare la necessità di inserimento di modalità attuative mirate alla rinaturalizzazione dell’area, anche sula base di quanto segnalato dalla Rete Ecologica Regionale, concentrandosi sulla

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valorizzazione e salvaguardia dei SIC , istituendo una vera e propria rete a sostegno della biodiversità.

5.2.4.1 Il sistema vegetazionale Vegetazione potenziale

Il territorio comunale presenta gli elementi tipici e caratterizzanti della Pianura Irrigua Lomellina e delle fasce fluviali, in cui l’attività dell’uomo nel corso dei secoli, ha comportato una costante e progressiva riduzione degli elementi naturali, determinando una profonda banalizzazione del paesaggio, ad eccezione di aree puntuali ancora ricche dal punto di vista vegetazionale.

Secondo la Carta della Vegetazione Forestale Potenziale d’Italia (Tomaselli R., Balduzzi A. e Filipello S. 1973), in queste aree dovrebbero esservi formazioni vegetali con dominanza di Farnia, Carpino e Frassino, come riportato nell’immagine seguente.

Figura 37: Carta della Vegetazione Potenziale d’Italia

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Fascia della Farnia, del Carpino e del Frassino

(Climax della foresta caducifoglia submontana Giacomini e Fenaroli, 1958 p.p.; Querco-Carpineto actuo/paleoclimacico della Padania Bertolani Marchetti, 1969/70; Climax del Frassino, del Carpino e della Farnia Tomaselli,1973; Vegetazione delle grandi valli e pianure alluvionali Ozenda et al., 1979; Fascia medioeuropea Pignatti, 1979 p.p.; Fascia del Frassino angustifoglio, del Carpino bianco, della Farnia Lorenzoni, 1987 ).

Vegetazione delle grandi pianure e dei fondovalle con Farnia, Carpino, Frassino. Formazioni con dominanza di Farnia e potenzialità per il Cerro; nelle depressioni lungo le rive dei laghi o dei fiumi popolamenti con Ontano, Pioppo bianco, Salici ecc.

Antropizzazione molto alta. Colture erbacee, frutteti, vigneti, pioppeti. Vegetazione alofila litorale, azonale.

Vegetazione reale

L’assetto vegetazionale del Comune di Sartirana Lomellina, ricostruibile sia dalla disamina della documentazione bibliografica disponibile, sia dai sopralluoghi condotti, appare, come già anticipato in precedenza, relativamente semplificata, in quanto lo sfruttamento dei territorio e , soprattutto la necessità di aree da coltivare rappresentano i principali fattori che, nel tempo, hanno indotto al graduale e sistematico taglio della vegetazione legnosa e modificazione delle colture erbacee foraggere, con ambiti paucispecifici e in alcuni casi addirittura mono-specie.

Tali aspetti hanno contribuito a ridurre, nel tempo, la diversità ecosistemica dell’intero territorio, comportando la formazione di vere e proprie “isole” riconducibili ad aree residuali in cui, spesso a seguito di impianti, si è sviluppata una vegetazione naturali forme.

Tra gli aspetti di maggiore interesse presenti sul territorio comunale, vi è la presenza dei due Siti di Interesse Comunitario “Garzaia di Sartirana” e “Garzaia di Bosco Basso” in cui la vegetazione caratteristica è rappresentata da ontani, accompagnati dalla presenza di saliconi, salici, olmi, querce e pioppi.

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Figura 38: Garzaia di Sartirana

A livello territoriale per avere un quadro generico degli aspetti floristici, ricadendo l’intero territorio comunale all’interno della ZPS “Risaie della Lomellina”, si può far riferimento a quanto riportato nella scheda specifica del Sito Rete Natura 2000 in questione, accompagnato da un’analisi contestualizzata del luogo.

Di seguito viene riportata una tabella riferita alle varie specie vegetali presenti nel territorio, nessuna delle quali è presente all’interno dell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE.

Per quanto concerne la vegetazione presenta all’interno dei SIC, questa verrà trattata successivamente a parte, in quanto costituisce delle vere e proprie isole all’interno del territorio.

Specie importanti di flora

NOME SCIENTIFICO POPOLAZIONE MOTIVAZIONE Dryopteris carthusiana P D Heteranthera reniformis P D Hippuris vulgaris P A Hydrocharis morsus -Ranae P D Hypericum tetrapterum P D Iris pseudacorus P D Alisma lanceolatum P D Alisma Plantago aquatica - P D Pagina 93

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Leucojum aestivum P D Lindernia procumbens P A Myoso tis scorpioides P D Apium nodiflorum P D Myriophyllum alterniflorum P D Myriophyllum spicatum P D Bidens cernua P D Nuphar lutea P D Bulboschoenus maritimus P D Butomus umbellatus P D Calamagrost is canescens P D Nymphaea alba P D Osmunda regalis P D Peucedanum palustre P D Potamogeton gramineus P D Potamogeton natans P D Potamogeton nodosus P D Ranunculus reptans P D Ranunculus sceleratus P D Rorippa anfibi P D Rumex hydrolapathum P D Sagittaria sagitt ifolia P D Salvinia natans P D Schoenoplectus mucronatus P D Sparganium erectum P D Spirodela po lyrrhiza P D Carex brizoides P D Carex elongata P D Carex paniculata P D Thelypteris palustris P D Carex Remota P D Ceratophyllum demersum P D Typha angustifo lia P D Typha latifolia P D Utricularia australis P D Convallaria majalis P D Vallisneria spiralis P D Veronica scutellata P D

Valutazione dei tipi di vegetazione

Per poter analizzare il livello di naturalità e qualità del territorio, sono stati utilizzati i seguenti criteri:

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- Componente di specie rare e vulnerabilità; - Diversità floristica; - Stato dinamico della vegetazione; - Componente esotica

Componente di specie rare e vulnerabilità

Sono ritenute rare quelle specie protette a livello nazionale e a livello regionale dalle diverse disposizioni di legge. Una specie è considerata vulnerabile se presenta una spiccata sensibilità specifica a possibili variazioni di tipo naturale e/o a interferenze di tipo antropico.

Nell’ecomosaico considerato, caratterizzato prevalentemente da una matrice di tipo agricola, si è ritenuto opportuno accorpare rarità e vulnerabilità delle specie, attribuendo un giudizio quantitativo. La componente risulterà:

- BASSA: quando le specie presenti non sono né rare né vulnerabili;

- MEDIA: quando le specie presenti sono o rare o vulnerabili;

- ELEVATA: quando le specie presenti sono rare e vulnerabili.

Diversità floristica

La diversità floristica può essere espressa come numero di specie presenti in una determinata area ricchezza di specie), come numero di individui di ogni specie (abbondanza relativa) o come relazioni (evolutive delle specie che condividono uno stesso habitat (diversità tassonomica o filogenetica).

Per quanto possibile si è cercato di valutare tali parametri nel modo più oggettivo. La diversità floristica risulterà:

- BASSA: ricchezza di specie nulla o scarsa;

- MEDIA: media ricchezza di specie con buona abbondanza relativa;

- ELEVATA: ricchezza di specie alta con importante diversità tassonomica o filogenetica.

Stato dinamico

In generale i tipi di vegetazione, se non oggetto di fattori abiotici che possono bloccare o comunque rallentarne l’evoluzione, sono soggetti a delle variazioni nel tempo. Questi fenomeni,

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detti di dinamismo, si verificano quando, per variazione dei fattori ambientali più importanti, abiotici e biotici, si sposta l’equilibrio tra le componenti floristiche della fitocenosi, per cui avvengono sostituzioni di specie via via più consistenti. Lo stadio dinamico, quindi, può essere:

- BASSO: non c’è equilibrio tra le componenti floristiche della fitocenosi;

- MEDIO: i rapporti tra le diverse componenti floristiche presentano un discreto equilibrio;

- ELEVATO: la fitocenosi presenta un perfetto equilibrio tra le sue componenti floristiche, per cui non muterà fintanto che non varieranno i fattori ambientali abiotici e biotici che la caratterizzano.

Presenza di specie esotiche

Le esotiche sono specie originarie di altri paesi che si sono diffuse sul nostro territorio, spesso a scapito delle eteroctone, specie che si trovano al di fuori del proprio areale naturale ma comunque appartenenti alla flora nazionale. L’elevato numero di specie esotiche è spesso legato alla presenza di un forte disturbo di tipo antropico e quindi ad un valore ambientale relativamente basso.

La presenza delle specie esotiche risulterà:

- BASSA: quando il loro numero è limitato rispetto al corteggio floristico;

- MEDIA: quando il numero delle specie esotiche è più o meno uguale al numero delle specie eteroctone;

- ELEVATA: quando la vegetazione è dominata da specie esotiche.

Tipi di vegetazione Componente di Diversità floristica Stadio dinamico Componente specie rare e loro della vegetazione esotica vulnerabilità

Formazioni legnose BASSA MEDIA ELEVATO MEDIA

Elementi lineari BASSA BASSA MEDIO BASSA

Monocoltura annuale BASSA BASSA BASSO BASSO

Prati BASSA BASSA BASSO BASSA

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Arboricoltura da BASSA BASSA BASSO BASSA legno

Considerazioni:

Per quanto riguarda il sistema della flora, da una prima analisi, si riscontra una vegetazione scarsa per tipologia e densità. L’estendersi della pratica agricola ha comportato fenomeni di residualità di vegetazione spontanea lungo le sponde dei corsi d’acqua, a causa dell’impossibilità di apportare modifiche sostanziali e continue alla vegetazione spontanea. Si sviluppa così una componente erbacea di grande interesse naturalistico che costituisce un elemento base di connessione della rete ecologica.

Nel complesso, il comune appartiene ad un sistema territoriale di notevole banalizzazione ambientale, il che ha portato nel tempo all’espandersi dei campi agricoli e al retrocedere delle aree naturali di valenza ambientale.

E’ opportuno, pertanto, che nell’ambito della pianificazione territoriale, vengano promossi interventi a favore della biodiversità, come ad esempio l’incentivazione alla creazione di corridoi ecologici o tecniche agrarie meno invasive.

5.2.4.2 Il sistema faunistico A livello territoriale per avere un quadro generico degli aspetti faunistici, ricadendo l’intero territorio comunale all’interno della ZPS “Risaie della Lomellina”, si può far riferimento a quanto riportato nella scheda specifica del Sito Rete Natura 2000 in questione, per la cui lettura si rimanda ai contenuti della Valutazione d’Incidenza.

In un contesto ancora totalmente naturale, è possibile rilevare la presenza di una gran quantità di animali, di specie diverse, anche se, anche in territori come questi, per la crescente attività agricola dell’uomo alcune specie cominciano ad incontrare difficoltà di ambientazione e sopravvivenza.

5.2.5 Aree protette ed elementi naturali Con la Direttiva Habitat (Direttiva 92/42/CEE) è stata istituita la rete ecologica europea “Natura 2000”: un complesso di siti caratterizzati dalla presenza di habitat e specie sia animali e vegetali, di interesse comunitario (indicati negli allegati I e II della Direttiva) la cui funzione è

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quella di garantire la sopravvivenza a lungo termine della biodiversità presente sul continente europeo.

L'insieme di tutti i siti definisce un sistema strettamente relazionato da un punto di vista funzionale: la rete non è costituita solamente dalle aree ad elevata naturalità identificate dai diversi paesi membri, ma anche da quei territori contigui ad esse ed indispensabili per mettere in relazione ambiti naturali distanti spazialmente ma vicini per funzionalità ecologica

La Rete è costituita da:

 Zone a Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva Uccelli (79/409/CEE) al fine di tutelare in modo rigoroso i siti in cui vivono le specie ornitiche contenute nell’allegato 1 della medesima Direttiva. Le ZPS vengono istituite anche per la protezione delle specie migratrici non riportate in allegato, con particolare riferimento alle zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. Gli stati membri richiedono la designazione dei siti, precedentemente individuati dalle regioni, al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Direzione per la Conservazione della Natura, presentando l’elenco dei siti proposti accompagnato da un formulario standard correttamente compilato e da cartografia. Il Ministero dell’Ambiente trasmette poi successivamente i formulari e le cartografie alla Commissione Europea e da quel momento le Zone di Protezione Speciale entrano automaticamente a far parte di Rete Natura 2000.  Siti di Importanza Comunitaria (SIC) istituiti ai sensi della Direttiva Habitat al fine di contribuire in modo significativo a mantenere o a ripristinare un habitat naturale (allegato 1 della direttiva 92/43/CEE) o una specie (allegato 2 della direttiva 92/43/CEE) in uno stato di conservazione soddisfacente. Gli stati membri definiscono la propria lista di Siti di Importanza Comunitaria proposti (pSIC) sulla base dei criteri individuati nell’articolo III della Direttiva 92/43/CEE. Per l’approvazione dei pSIC la lista viene trasmessa formalmente alla Commissione Europea, Direzione Generale (DG) Ambiente, unitamente, per ogni sito individuato, ad una scheda standard informativa completa di cartografia. Spetta poi successivamente al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, designare, con decreto adottato d'intesa con ciascuna regione interessata, i SIC elencati nella lista ufficiale come "Zone speciali di conservazione" (ZSC).

Come già anticipato nel Documento di Scoping, il Comune di Sartirana Lomellina, come la maggior parte dei territori circostanti risulta fortemente ricco di aree naturali protette.

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Appartiene ad un sistema territoriale, ancora fortemente caratterizzato da una componente naturale notevolmente sviluppata, in particolare a quella zona individuata come “ZPS – Risaie della Lomellina”. Si tratta di una vasta area interessante una notevole porzione della Lomellina, e, come dice il nome stesso, risulta ancora fortemente caratterizzata dalla presenza di risaie, con annessi habitat ed ecosistemi.

La ZPS “Risaie della Lomellina” è identificata col codice “IT2080501” e coinvolge i seguenti comuni: Breme, Candia Lomellina, Castello d’Agogna, , , , , , Lomello, Mede, , , Sant’Angelo Lomellina, Sartirana Lomellina, Semiana, , Torre Beretti e Castellaro, Valle Lomellina, , , Zeme. Ente gestore ZPS Provincia di Pavia Normativa d’individuazione ZPS e ente D.G.R. 21233/05; gestore D.G.R. 1791/06 Misure di conservazione D.G.R.VIII/1791 del 25/01/2006 Tipo ZPS Con garzaie; F = ZPS contenente SIC Ettari 30.940,14 SIC interessati nel Comune di Sartirana 1) Garzaia di Bosco Basso; Lomellina 2)Garzaia di Sartirana Ente gestore SIC 1)Provincia di Pavia 2)Comune di Sartirana Lomellina Area protetta interessata nel Comune di 1) RNR Garzaia del Bosco Basso Sartirana Lomellina 2)MNR Garzaia di Sartirana Ente gestore aree protette interessate 1) Provincia Pavia 2)Comune di Sartirana Lomellina

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Figura 39: ZPS nel contesto territoriale

Figura 40: Riserva Naturale Regionale - Garzaia del Bosco Basso

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Figura 41: SIC nel contesto territoriale

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Aree naturali protette limitrofe al Comune di Sartirana Lomellina

Comune di Mede ZPS “Risaie della SIC Monumento Naturale Garzaia di Nessuna ipotesi di Lomellina Cascina Notizia; correlazione

SIC Abbazia Acqualunga

Comune di Torre Beretti e ZPS “Risaie della SIC Monumento Naturale Garzaia di Possibile ipotesi di Castellaro Lomellina Sartirana; correlazione

SIC Abbazia Acqualunga

Comune di Frascarolo ZPS “Risaie della SIC Abbazia Acqualunga Possibile ipotesi di Lomellina correlazione

Comune di Breme ZPS “Risaie della SIC Riserva Naturale Garzaia di Bosco Possibile ipotesi di Lomellina Basso correlazione

Comune di Valmacca ZPS “Risaie della SIC Confluenza Po-Sesia-Tanaro Possibile ipotesi di Lomellina correlazione

Comune di Bozzole ZPS “Risaie della SIC Confluenza Po-Sesia-Tanaro Possibile ipotesi di Lomellina correlazione

Riserva Naturale Regionale Garzaia del Bosco Basso La Riserva Naturale Parziale Zoologica di interesse regionale occupa una fascia limitata su alluvioni dell'Olocene medio, immediatamente al di sotto di uno dei terrazzi più esterni del Po, tra i Comuni di Sartirana e Breme. La garzaia del Bosco Basso sorge interamente ad un'antica ansa meandrica del Po ed è attualmente sottostante ad uno dei terrazzi fluviali del medesimo. Rogge e canali irrigui, unitamente a risorgive "di terrazzo" (originate proprio dall'affioramento della falda acquifera al margine inferiore dello stesso), mantengono i terreni alluvionali della riserva costantemente umidi, a tratti paludosi. L'ambiente presenta quindi le caratteristiche necessarie per lo sviluppo dalle tipiche associazioni igrofile che, se anche rimaneggiate da opere di bonifica, rappresentano formazioni relitte di un certo pregio naturalistico.

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L'elevata umidità del suolo è mantenuta da alcune risorgive naturali, originate dall’affioramento della falda al bordo inferiore del terrazzo, da cui si dipartono il Cavo Giardino e il Colatore Massa, utilizzati a scopi irrigui nelle campagne circostanti (campi coltivati e pioppeti).

Da alcune decine d"anni, nella riserva è insediata una garzaia piuttosto consistente se paragonata all’esiguità della fascia a vegetazione naturale che la ospita, anche se in passato ha subito azioni di disturbo e manomissioni sull'ambiente; dopo una decisa ripresa, negli ultimi anni, sta forse vivendo un'altra leggera diminuzione.

Flora La vegetazione è quella caratteristica dei terreni sortumosi: formazioni di Ontano nero (Alnus glutinosa) misto a Salicone (Salix caprea), macchie di Salicone e folti canneti con dominanza della Canna di palude (Phragmites australis) e della Mazzasorda (Typha latifolia). L’ontaneto è formato prevalentemente da alberi bassi e di media altezza che assicurano una copertura vegetale molto fitta. Il sottobosco è quello tipico di queste formazioni, con giovani individui di Ontano nero, Rovi (Rubus sp.) e piante a portamento lianoso (Humulus lupulus, Solanum dulcamara). Lo strato erbaceo è scarso e irregolare in relazione alla folta copertura arborea che ne inibisce lo sviluppo. Grandi Carici (Carex sp.) compaiono nelle zone più allagate assieme alle erbe igrofile anche esotiche (Solidago gigantea): dove il terreno è più consolidato si insediano l'Ortica Urtica dioica) e altre piante nitrofile.

I fontanili, la cui attuale conformazione è determinata dalla escavazione artificiale attorno alle risorgive naturali, presentano un popolamento vegetale caratteristico con Nasturtium officinale, Apium nodiflorum, Mentha aquatica e alghe di diversa specie, che tappezzano completamente il fondo. Nelle aste dei fontanili e nelle rogge che da queste si dipartono, si possono osservare formazioni pressoché monofitiche di Potamogeton natans e Callitriche sp.

Altre specie importanti di flora

NOME SCIENTIFICO POPOLAZIONE MOTIVAZIONE Hydrocharis morsus -Ranae P D Iris pseudacorus P D Alisma lanceolatum P D Alisma Plantago aquatica - P D Leucojum aestivum P D Butomus umbellatus P D Potamogeton gramineus P D Potamogeton natans P D Potamogeton nodosus P D

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Ranunculus reptans P D Sparganium erectum P D Carex brizoides P D Carex elongata P D Carex riparia P D Ceratophyllum demersum P D Typha latifolia P D

Fauna Nelle zone circostanti i campi coltivati a riso e la fitta rete irrigua ad essi collegata, costituiscono un irresistibile polo di attrazione perché garantiscono un'elevata disponibilità di cibo, essenzialmente rane, girini, crostacei e vermi. Nelle garzaie possono convivere aironi diversi ospitati su differenti specie arboree e ad altezze di nidificazione differenti a seconda delle esigenze specifiche dei vari nuclei. Periodi ben precisi dell’anno scandiscono l'arrivo delle varie specie: gli aironi cenerini ad esempio sono i primi ad occupare parte della garzaia giungendovi alla fine di gennaio; seguono le nitticore, quindi le garzette e nella seconda metà di aprile gli aironi rossi e le sgarze ciuffetto: queste ultime essendo in numero limitato si aggregano alle più consistenti colonie di nitticore e garzette.

Si rimanda ai contenuti della Valutazione d’Incidenza in merito alla descrizione dettagliata della fauna presente nella Garzai del Bosco Basso.

Garzaia di Sartirana

La Garzaia di Sartirana, conosciuta come “Il Lago di Sartirana”, si è formato verso la fine del 1700 dal divagare del fiume Sesia che scorreva a quel tempo a nord-ovest del fiume Po. Fonti locali sottolineano tuttavia la presenza di una grande lanca sin dall'anno mille nello spazio golenale attualmente occupato dal Monumento Naturale.

La presenza di una lanca ed una corretta e costante manutenzione, per evitarne l’interramento, garantiscono la persistenza di un ecosistema antico e maturato negli anni, in continua evoluzione e cambiamento.

Il Monumento Naturale Garzaia Lago di Sartirana, di dimensioni pari a circa 6,5 ha, ospita nel suo ambito un imponente numero di specie vegetali, alcune endemiche, altre molto rare, di cui di seguito ne viene riportato un primo elenco:

Flora Sullo specchio d'acqua cresce rigoglioso il nannufaro (Nuphar luteum), della famiglia delle ninfee con il suo caratteristico fiore giallo. Sui bordi della garzaia cresce il salice o salicone (Salix caprea) e la canna di palude (Phragmites australis). Pagina 104

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Sul terreno più consolidato crescono tre tipi di pioppo: il pioppo nero (Populus nigra), il pioppo bianco (Populus alba), il pioppo tremulo (Populus tremula), così pure l'ontano (Alnus glutinosa), il salice (Salix alba), l'olmo (Ulmus minor), la quercia (Quercus robur), e inoltre arbusti come il sanguinello (Comus sanguinea) e il nocciolo (Corylus avellana).

Ai lati della zona umida crescono, in posizione più periferica, le robinie (Robinia pseudoacacia) e due tipi di rovo (Rubus caesius e Rubus ulmifolium).

Altra specie importanti di flora

NOME SCIENTIFICO POPOLAZIONE MOTIVAZIONE Gliceria maxima P D Hypericum tetrapterum P D Iris pseudacorus P D Bidens cernua P D Nuphur lutea P D Butomus umbellatus P D Calamagrostis canescens P D Peucedanum palustre P D Ranunculus sceleratus P D Rorippa anfibi P D Rumex hydrolapathum P D Spirodela polyrhiza P D Carex paniculata P D Thelypteris palustris P D Carex Remota P D Carex riparia P D Typha latifolia P D

Fauna La fauna della zona che oggi fa parte del Monumento Naturale Garzaia Lago di Sartirana è tipica dei complessi ecosistemi che caratterizzano le zone umide di acqua dolce dell'Europa continentale, anche se alcune presenze testimoniano l'influsso di elementi meridionali. Tranne che per gli uccelli, le comunità faunistiche della zona sono state sin qui poco studiate, ma già dalle prime indagini si può affermare che tali comunità risultano particolarmente ricche di specie divenute rare in buona parte dell'intera Regione Europea.

I motivi di tale "rarità" non sono tutti noti, ma certamente la scomparsa, ad opera dell'uomo, di acquitrini, stagni, lanche, oltre alla rarefazione diretta di molti invertebrati ad opera del

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massiccio uso di prodotti chimici in agricoltura, ed altri inquinanti, ha privato molte specie animali del loro habitat.

La presenza "storica" del Lago di Sartirana, che sicuramente esiste da qualche secolo, sia pure con alterne vicende e regimi d'acque, ha permesso il mantenimento di una diversità biologica.

L'avifauna fa la parte del leone con almeno sette specie di aironi nidificanti oppure presenti (ricordiamo il raro Tarabuso e l'Airone bianco maggiore, solo per citarne alcuni), con la saltuaria presenza del Mignattaio (un ibis europeo) e la nidificazione regolare del Falco di palude, del Martin pescatore, della Folaga, della Gallinella d'acqua e del Germano reale, non possiamo dimenticare che il lago offre un rifugio sicuro a molte specie di pesci, a numerosi anfibi e a numerosi rettili quali il Biacco e la Biscia d'acqua. Nella parte boschiva il coniglio selvatico prospera, come pure alcuni mammiferi insettivori quali il riccio e il toporagno. Fra gli insetti particolarmente numerosi sono i coleotteri acquatici, le libellule ed alcune farfalle diurne.

Si rimanda ai contenuti della Valutazione d’Incidenza in merito alla descrizione dettagliata della fauna presente nella Garzaia di Sartirana.

Figura 42: Fauna nel SIC

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Figura 43: Fauna nel SIC

5.2.6 Il sistema delle acque superficiali e sotterranee

Di seguito viene fornito un quadro ambientale che in parte ha la finalità di completare le informazioni già inserite nel documento di Scoping e in parte ha la finalità di garantire una adeguata base conoscitiva per poter valutare la congruità delle scelte pianificatorie fatte.

Acque superficiali

Nel territorio comunale di Sartirana e nelle sue immediate vicinanze è presente una rete idrografica complessa dove sono riconoscibili essenzialmente 3 sistemi: • Il tracciato del Fiume Po e del Fiume Sesia; essi appartengono al Reticolo Idrico principale e seppur ricadenti al di fuori del confine comunale, meritano una particolare menzione poiché distanti meno di 1 km dal Comune (Il Fiume Po nel suo punto più vicino al confine comunale si trova a 300 m), svolgono un’importante azione drenante nei confronti della prima falda; • Il sistema costituito dai corsi d’acqua appartenenti e gestiti da consorzi di bonifica in cui sono iscritti importanti canali adduttori, inseriti anche nell’elenco delle acque pubbliche, tra cui il Roggione di Sartirana, la Roggia Acquarola, il Cavo De Cardenas; • Il sistema costituito da corsi d’acqua gestiti direttamente da privati, tra cui si ricordano il Canale Storto ed il Po Morto.

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Tutta la rete idrografica è di fatto costituita da una serie di canali naturali con funzione di colatori o canali artificiali, per lo più sotto il controllo e la gestione del Consorzio di irrigazione e Bonifica Est-Sesia o da consorzi privati. Essi si diramano da NNO a SSE portando acqua alle colture agricole e trovando un recapito naturale nel poco distante Fiume Po che funge da dreno naturale e da ricettore di tutte le acque di colo provenienti dalla pianura soprastante. Lo scorrimento e le portate di questi canali sono generalmente regolate dai rilasci consortili e dai vari moduli di prelievo stagionali che vengono effettuati dalla fitta rete di canalizzazione che si presenta leggermente incassata rispetto all’attuale piano campagna.

All’interno della Gazaia di Sartirana vi è il “lago di Sartirana”, che deriva dal salto di un di meandro del fiume Sesia.

Da fonti bibliografiche (indagini condotte presso l'Archivio storico dell'Associazione irrigua Est- Sesia a Novara) si apprende che il cosiddetto “Lago di Sartirana” si è formato verso la fine del 1700 dal divagare del fiume Sesia che scorreva a quel tempo a nord-ovest del fiume Po.

Fonti locali sottolineano tuttavia la presenza di una grande lanca sin dall'anno mille nello spazio golenale attualmente occupato dal Monumento Naturale.

Gli interventi eseguiti nel corso degli anni, da parte dei vari proprietari succedutisi nel sito, hanno garantito il mantenimento della attuale situazione, impedendo di fatto la naturale evoluzione della lanca verso il suo definitivo interramento.

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Figura 44: Estratto carta idrogeologica

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Figura 45: Fascia rispetto Fiume Po e Lago di Sartirana

Per il Fiume Po (corso d’acqua principale lungo tutto il loro corso all’interno del territorio comunale, è stata disegnata una fascia di rispetto di 150 metri, poiché sottoposto al vincolo paesaggistico ed incluso negli elenchi provinciali di cui al D.G.R. n°4/12028 , per i quali è anche prevista una zona di tutela assoluta di 10 metri dalla base delle sponde ai sensi del R.D. n° 523 del 27/05/1904.

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Qui di seguire vengono citati i principali corsi d’acqua ricadenti all’interno del territorio comunale: Il Roggione di Sartirana è un canale artificiale che attraversa il territorio pavese in Lombardia, da Nord a Sud. Esso deriva dal Sesia per via di una grandiosa diga posta sulla strada che da va verso Rosasco. Ha una lunghezza di 27 km e una portata di 27m³/s. È stato realizzato nel 1387 per ordine di Gian Galeazzo Maria Visconti e quindi fatto tutto a pala e picco ed è per questo che può anche considerarsi un corso seminaturale, non fosse per le periodiche semi asciutte autunnali che lasciano comunque acqua nel corso e nelle buche. La profondità dei Roggione si aggira sui 250/300 cm con buche che vanno ben oltre.

Oggi il canale è gestito dall'ente "Est Sesia".

Figura 46: Roggione di Sartirana

Cavo De-Cardenas – con andamento praticamente N-S, rappresenta un canale alimentatore per i terreni ricadenti nel territorio, le acque di diversi fossetti minori vengono derivate con un sistemi di chiuse all’interno di esso. Questo corso d’acqua raccoglie le acque della Roggia Acquarola e continua il suo tragitto immettendosi più a valle nel Canale Morablano.

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Figura 47: Cavo De-Cardenas

Roggia Acquarola – con andamento N-S intercetta il Cavo Giardino e scorre poi verso Sud. Appartiene alla Coutenza Roggia Acquarola. Cavo del Giardino – ha un andamento inizialmente NW-SE intercetta la Roggia Acquarola, devia il suo corso in direzione N-S, oltrepassa con un attraversamento scatolare la Strada Vicinale della Cascinetta, per poi, con andamento praticamente E-W, dirigersi verso il Lago di Sartirana. Si tratta di un cavo di proprietà privata in co-gestione con il consorzio irriguo Est-Sesia. Roggia Lupa - risulta un cavo di proprietà privata in cogestione con il consorzio irriguo Est-Sesia. Scorre in prossimità della Cascina la Cascinetta e prosegue in direzione prevalentemente SE, alimentando successivamente diversi canali minori mediante apposite derivazioni regolate da chiuse.

Per quanto concerne la qualità dell’e acque superficiali non è stato possibile riportare informazioni specifiche sui corsi d’acqua interessanti il territorio comunale, in quanto non esistono stazioni di monitoraggio ad essi inerenti, né dati in letteratura.

Per sopperire alla mancanza di tali informazioni si riporta di seguito una serie di immagini estrapolate dalla Relazione del Piano di Gestione del Bacino del Fiume Po adottato nel febbraio del 2010, dalle quali emerge lo stato ambientale dei corpi idrici superficiali dell’intero bacino.

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Figura 48: Corpi idrici superficiali – corsi d’acqua: stato ambientale complessivo al giugno 2009

Dall’immagine sopra riportata appare che, nel sistema territoriale oggetto della presente analisi lo stato ambientale complessivo dei corsi d’acqua al giugno 2009 varia da buono a moderato.

Nel territorio di Sartirana Lomellina le acque possono risultare minacciate dal possibile utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura, la quale può avere effetti inquinanti sulle acque per il dilavamento, ad opera della pioggia, dei concimi chimici e degli altri prodotti sintetici, ancora ampiamente utilizzati nei campi.

Viene riportata infine in questa sezione, anche una breve descrizione, tratta dalla Studio geologico, delle FASCE P.A.I ., in quanto interessano una notevole porzione del territorio comunale e la cui presenza sarà da considerare in fase di individuazione delle previsioni di piano.

- Fascia di deflusso della piena (Fascia A): è costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente del deflusso della corrente per la piena di riferimento, ovvero che è costituita dall'insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena.

- Fascia di esondazione (Fascia B): è esterna alla precedente, ed è costituita dalla porzione di territorio interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento. Il limite di tale fascia si estende

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fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento, ovvero sino alle opere idrauliche esistenti o programmate di controllo delle inondazioni (argini o altre opere di contenimento). Il Piano indica con apposito segno grafico, denominato "limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C", le opere idrauliche programmate per la difesa del territorio. Allorché dette opere saranno realizzate, i confini della Fascia B si intenderanno definiti in conformità al tracciato dell'opera idraulica eseguita e la delibera del Comitato Istituzionale dell'Autorità di bacino di presa d'atto del collaudo dell'opera varrà come variante automatica del presente Piano per il tracciato di cui si tratta.

- Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C): è costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente (Fascia B), che può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quella di riferimento.

Considerazioni:

Dalle prime analisi appare evidente come il territorio comunale sia ricco di corsi d’acqua; la maggior parte hanno mantenuto nel tempo un carattere naturaliforme con una vegetazione di ripa piuttosto ricca di specie.

In tal senso, infatti, si osserva come, anche rispetto alle indicazioni fornite dai tecnici che hanno redatto lo studio geologico, oltre che dalla consultazione effettuata di diversi soggetti residenti sul territorio, il Comune di Sartirana Lomellina ha sempre avuto una forte interrelazione con questa risorsa, sia perché ampiamente disponibile sia perché necessaria per la conduzione delle attività agricole che hanno storicamente caratterizzato questo contesto.

Si ricorda che i corsi d’acqua del reticolo principale e minore, e in generale tutte le acque superficiali, svolgono un importante ruolo al fine di garantire la funzionalità della rete ecologica, in quanto costituiscono corridoi ecologici primari e secondari o stepping stones.

Si suggerisce pertanto di preservare la naturalità del sistema idrico superficiale o di prevedere interventi mirati al ripristino, miglioramento o incremento della vegetazione delle sponde, ricordando di utilizzare specie arboree ed arbustive autoctone e a carattere igrofilo.

La vegetazione acquatica rappresenta inoltre un importante sistema filtrante nei confronti di agenti inquinanti e di conseguenza contribuisce alla tutela della qualità delle acque superficiali.

Lo studio geologico non riporta informazioni in merito alla presenza di fontanili nel territorio comunale, per cui non è stato possibile approfondire tale argomento.

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Acque sotterranee

L’andamento della falda tenda a dirigersi, a grande scala, da N a S, ovvero verso il Fiume Po. I dati pregressi hanno permesso di appurare, limitatamente alla porzione comunale impostata sui depositi del Livello Fondamentale della Pianura, laddove sorge anche l’abitato di Sartirana, come nell’estremo settore settentrionale comunale le isofreatiche si attestino intorno ai 98 m s.l.m., (p.c. fra 99 e 100 m s.l.m.), mentre nel settore meridionale, sul ripiano pleistocenico a Nord del Lago di Sartirana, la falda si attesta intorno ai 91 m s.l.m., (p.c. fra 94 e 95 m s.l.m.) denotando una gradiente verso Sud dell’1 per mille, in accordo con il gradiente proprio della Pianura Padana.

Generalmente in questa porzione della pianura si può considerare che le oscillazioni della falda durante l’anno sono comprese fra 1 e 2 m. Tali oscillazioni stagionali dipendono dalle precipitazioni, dalle perdite dei canali artificiali ed in gran parte dall’apporto derivato dalle colture risicole. Ne consegue come le escursioni della prima falda siano direttamente legate ai cicli colturali e pertanto presentino un massimo innalzamento nel periodo primavera-estate e minimo nel periodo invernale.

CAPACITA’ PROTETTIVA DEI SUOLI PER ACQUE PROFONDE DA AGENTI INQUINANTI

La vulnerabilità dell’acquifero all’inquinamento rappresenta la possibilità di penetrazione e di propagazione, in condizioni naturali, di inquinanti provenienti dalla superficie nei serbatoi naturali ospitanti la falda, generalmente libera e da questa, quando possibile, nel sistema acquifero più profondo. La capacità protettiva dei suoli è un elemento fondamentale nella valutazione della vulnerabilità del territorio per la proprietà che possono avere gli stessi di esercitare un effettofiltro tra le sostanze tossiche, quali possono essere concimi chimici, fitofarmaci, fanghi , acque reflue, sversamenti accidentali, perdite da impianti agricoli e industriali, distribuite sulla superficie, e le falde acquifere sottostanti (profonde).

Le caratteristiche della permeabilità superficiale e della vulnerabilità sono direttamente legate alle caratteristiche litologiche del sottosuolo del territorio comunale.

Nel corso dello studio geologico non sono state effettuate prove dirette per la determinazione della permeabilità dei diversi materiali; la loro relativa omogeneità consente, tuttavia, di formulare attendibili valutazioni facendo riferimento ai dati bibliografici.

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In base ai valori di soggiacenza della falda, ricavati mediante la campagna piezometrica ed ai valori ricavati dalla verifica con il metodo di G.O.D di Foster è stato possibile suddividere il territorio comunale in due classi di vulnerabilità:

• Suoli ad alta vulnerabilità • Suoli ad elevata vulnerabilità Suoli ad alta vulnerabilità

Sono suoli costituiti da materiali a granulometria medio-fine a composizione prevalentemente sabbiosa presente in quasi tutto il territorio comunale al di sopra della scarpata morfologica. In queste zone inoltre, dalla consultazione di dati bibliografici, si rileva la presenza della falda oscillante tra i 1 e 2 m dal piano campagna. In tale classe ricade anche quella porzione di territorio in cui l’ERSAF ha rilevato la presenza di terreni sabbioso-argillosi. Per tali suoli si ipotizzano valori di permeabilità compresi fra 10 -5 e 10 -6 cm/s.

La vulnerabilità stimata con il metodo G.O.D. risulta oscillante tra 0,55 e 0,65 (a seconda della frazione argillosa o meno) e comporta, pertanto, l’assegnazione dell'acquifero freatico ad una classe di alta vulnerabilità.

Suoli ad elevata vulnerabilità

Sono suoli costituiti da sabbie con presenza di limo, la cui genesi e deposizione è in stretta relazione con l’andamento del Fiume Sesia e del F. Po. Tali aree sono localizzate al di sotto della scarpata morfologica che separa i sedimenti pleistocenici da quelli olocenici. Non si hanno misure dirette del livello di falda, ma tuttavia è plausibile, viste anche la presenza di lanche, aree umide e dalla presenza del Lago di Sartirana, tutte ubicate laddove si riscontrano piccole depressioni del terreno, che la falda sia prossima al piano campagna. Per tali suoli si ipotizzano valori di permeabilità compresi fra 10 -3 e 10 -4 cm/s.

La vulnerabilità stimata con il metodo G.O.D. risulta pari a 0,8 e comporta, pertanto, l’assegnazione dell'acquifero freatico ad una classe di elevata vulnerabilità.

Nonostante quanto sopra, il fattore, tuttavia, che determina la reale vulnerabilità idrogeologica del territorio, è la presenza della falda idrica negli strati più superficiali del terreno, che la pone uniformemente a rischio nei confronti dei fenomeni di inquinamento.

Si ricordano inoltre i dati riportati nel Documento di Scoping ( cap. 6.2.4 – Il sistema delle acque superficiali e sotterranee ), inerenti lo stato delle acque sotterranee, desunto dai dati reperibili dal “Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2008_2009”.

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Si richiama in generale, la presenza di alcuni elementi in quantità superiori a quanto previsto dalle normative quali ferro, manganese e bentazone (la presenza di questo ultimo elemento è una caratteristica diffusa dell’intera Lomellina) e l’appartenenza alla zona non vulnerabile per i nitrati di origine agricola.

Nelle immagini seguenti, estratte dalla Relazione generale del Piano di Gestione del Bacino del Fiume Po, viene riportato lo stato ambientale dei corpi idrici sotterranei (sistema superficiale e sistema profondo).

Nella zona in esame sia il sistema superficiale sia quello profondo appaiono scarsi, probabilmente per glie elementi sopracitati in essi presenti.

Figura 49: Corpi idrici sotterranei – sistema superficiale: stato ambientale complessivo al giugno 2009

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Figura 50: Corpi idrici sotterranei – sistema profondo: stato ambientale complessivo al giugno 2009

Considerazioni:

Da quanto emerso dalle analisi precedente appare evidente come la falda freatica, essendo relativamente prossima al piano campagna, sia più facilmente soggetta a fonti d’inquinamento e ad elementi contaminanti. In fase di pianificazione occorrerà considerare attentamente tutte le indicazioni contenute nello studio geologico e, se possibile, individuare idonee norme per la salvaguardia dei corpi idrici sotterranei.

5.2.7 Sintesi degli ambiti tutelati da vincoli paesaggistici

Si fa riferimento alle indicazioni del Sistema Informativo Beni Ambientali (S.I.B.A.) della Regione Lombardia.

A Sartirana Lomellina esistono i vincoli di tipo paesaggistico dettati dall'art. 142 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, comma 1, lettera c (fiumi, torrenti e corsi d'acqua pubblici non irrilevanti ai fini paesaggistici (1), per una fascia di 150 metri misurata dalle sponde o dall'argine) e sono riferiti alla fascia di m 150 su entrambi i lati del fiume Po.

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Si fa riferimento inoltre alla Riserva Regionale “Garzaia del Bosco Basso” ed al Lago di Sartirana con relativa fascia di rispetto di 300 m

Figura 51: Estratto cartografia S.I.B.A. Qui di seguito, per completezza delle informazioni, si riportano anche i vincoli paesaggistici dei comuni limitrofi lombardi.

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Comune di Mede

Comune di Semiana

Comune di Valle Lomellina

Comune di Breme

Comune di Torre Beretti e Castellaro

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Figura 52: Estratto cartografia S.I.B.A.

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5.2.8 La produzione dei rifiuti

Si ricorda quanto riportato all’interno del Documento di Scoping ( cap.6.2.6 – La produzione dei rifiuti).

Si ricorda inoltre che la produzione specifica relativa alla popolazione residente nel Comune di Sartirana Lomellina si attesta attorno ai 1,32 Kg/ab giorno, contro la media provinciale di 1,54, per una raccolta differenziata, al 2009, pari al 27,10% a fronte dell’obiettivo nazionale del 50%.

La raccolta differenziata a livello nazionale A livello nazionale si è cercato di intervenire, regolamentando le modalità di raccolta differenziata e fissando degli obiettivi nazionali; tuttavia si è assistito ad un susseguirsi di proroghe degli obiettivi nazionali, che non sono ancora stati raggiunti. Il Decreto Legislativo 22/97 originariamente prevedeva il raggiungimento del 15% di raccolta differenziata per il 1999 e del 35% per il 2003, successivamente posticipato al 2006 dal D. Lgs. 152/06 (con obiettivi del 45% e 65%, da conseguirsi, rispettivamente, entro la fine del 2008 ed del 2012). La legge finanziaria 2007 (legge n. 296 del 27 dicembre 2006) ha introdotto obiettivi ancora più elevati e pari a 40% per il 2007, 50% per il 2009 e 60% per il 2011. Dall’immagine seguente appare evidente come la situazione a livello provinciale risulti ancora molto lontana dagli obiettivi previsti a livello nazionale.

Figura 53: Percentuale di raccolta differenziata

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Il comune non è attrezzato di piazzola ecologica, ma è esclusivamente dotato di cassonetti per la raccolta differenziata di RSU, verde, plastica, cartone e vetro. La raccolta dei rifiuti è affidata al C.L.I.R.

A fronte di una completezza delle informazioni vengono riportati di seguito le principali indicazioni fornite dal C.L.I.R, la Società che si occupa della raccolta dei rifiuti sul territorio comunale.

In concomitanza della seduta introduttiva della V.A.S. la suddetta Società ha fatto pervenire presso gli uffici comunali un documento contenente le principali indicazioni inerenti la raccolta dei rifiuti, le quali vengono riportate qui di seguito, al fine di essere considerate durante la stesura del Documento di Piano.

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Considerazioni:

La tematica della produzione e smaltimento dei rifiuti risulta uno degli aspetti predominanti nell’ambito di una gestione sostenibile di un determinato territorio; il Comune di Sartirana Lomellina ha una modesta percentuale di raccolta differenziata, attualmente in crescita, ma ancora molto lontana dal raggiungimento degli obiettivi previsti per il 2011.

5.2.9 Fattori climatici

Il clima padano è caratterizzato da una certa uniformità, con quantità di piogge limitate a 600- 1000 mm/anno, molta umidità, con frequenti episodi temporaleschi ed una temperatura media annua compresa tra gli 11 ed i 14°C. In inverno l’area padana è caratterizzata da uno strato di aria fredda al suolo, che in assenza di vento da origine a gelate e a nebbie spesso persistenti, che normalmente tendono a diradarsi solo nelle ore pomeridiane. La primavera è caratterizzata da perturbazioni di una certa entità, e avvicinandosi alla stagione estiva, questi fenomeni diventano ancora più intensi. L’attività temporalesca diventa molto forte nel periodo estivo, e in mancanza di vento le temperature diventano elevate (fenomeno legato anche alla mancanza di vegetazione come alberi e cespugli, e all’elevato tasso di copertura con cemento ed asfalti del territorio). L’autunno è caratterizzato dal frequente ingresso di perturbazioni atlantiche che portano precipitazioni abbondanti che causano sovente delle alluvioni. La Lomellina in particolare presenta un clima che è influenzato dalla monocoltura intensiva del riso. La risaia con la sua alternanza di periodi di allagamento e di periodi asciutti, favorisce il fenomeno della nebbia, che è uno degli elementi caratteristici del clima locale. Dai dati in bibliografia si desume che il mese più esposto al rischio di nebbia è dicembre, seguito da gennaio e novembre. Molto basso è invece il rischio di nebbia nel periodo da maggio ad agosto. Nella tabella seguente sono riportati il numero di giorni del mese in cui la visibilità è inferiore ai 1.000 m

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Mese Giorni Gennaio 6–16 Febbraio 4–10 Marzo 2-6 Aprile 1-2 Maggio 0-1 Giugno 0 Luglio 0 Agosto 0-1 Settembre 1-5 Ottobre 2-13 Novembre 4-14 Dicembre 10 -20 Nebbia sulla pianura lombarda alle ore 7 del mattino (da Fea, 1988 - modificato).

Un altro elemento climatico da considerare è il fenomeno della grandine che risulta variabilissimo nello spazio (a volte in poche decine di metri si passa da una zona con forti danni ad una zona del tutto priva di danni) e nel tempo. Non esistono al momento serie storiche attendibili sugli eventi grandinigeni in Lombardia. Uniche indicazioni sono quelle fornite da Fea (1988) che per l’area pianeggiante della Lombardia indicano per il periodo 1960-1980 un numero medio annuo di grandinate compreso fra 0.5 e 2, con frequenze più elevate nella fascia pedemontana prealpina. Una valutazione a parte merita la neve per i suoi effetti su tutta una serie di attività umane. La climatologia ci indica che la pianura lombarda riceve in media dai 20 ai 50 cm di neve l’anno.

Lo studio geologico analizza le precipitazioni piovose di alcune stazioni limitrofe di riferimento: Gambolò, S.Giorgio L., Gropello C., Sale per il periodo 1926-1985. Stazione G F M A M G L A S O N D Anno

Gambolò 58.2 69.4 81.4 75.3 86 70.8 49.7 77 63.6 103.4 88 59.6 882.3

S. Giorgio L. 53.2 70.5 66.5 71.2 73 57.2 45.2 69 53 86 83.4 56.3 784.6

Gropello 67.1 66.5 76.9 65.6 81.6 69.1 48.4 78.1 64.9 98.2 88.4 56.7 861.5

Sale 48 54 65 58 67 59 47 50 46 82 90 63 712

Per quanto riguarda le rilevazioni più recenti (2004-2009), si può far riferimento, grazie ai dati ARPA della stazione pluviometrica di Lomello.

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Il periodo di osservazione non è raffrontabile con le altre stazioni, poiché non sono conosciuti i dati per il medesimo periodo; pertanto questi dati hanno solo uno scopo orientativo, ma comunque rispondente alle ultime annate. I valori di precipitazioni sono riportati in mm.

In generale si può assistere ad un massimo assoluto di precipitazioni in corrispondenza dei mesi autunnali (Ottobre e Novembre) e valori minimi concentrati attorno ai mesi estivi (Luglio in particolare). Un altro dato importante riguarda la radiazione solare, utile al fine di valutare l’efficacia dell’utilizzo di pannelli solari o impianti fotovoltaici. Nella tabella seguente vengono riportati i valori medi mensili per la media pianura lombarda

gen Feb mar apr mg giu Lug ago set ott nov dic anno

Soleggiamento (ore di sole) 56 90 152 176 219 233 80 252 187 127 56 41 1869

Radiazione globale (MJ/m 2) 99 180 297 393 484 504 547 492 357 211 98 83 3746

Un altro elemento da considerare al fine dell’inquinamento atmosferico è l’intensità del vento presente. In base alle mappe elaborate dal CESI in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università di Genova nell’ambito della Ricerca di Sistema, appare evidente come ad una quota di 25 m dal suolo la velocità del vento sia pari a 3m/s solo lungo il corso del fiume Po, mentre sulla restante parte del territorio sia nulla. Salendo fino ad una quota tra i 50 e i 70 m dal suolo la velocità del vento arriva ad essere pari a 3 m/s su tutto il territorio comunale.

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Figura 54: Mappa a 25 m dal suolo

Figura 55: Mappa a 50 m dal suolo

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Facendo riferimento ai dati raccolti dalla stazione conosciuta più vicina al Comune di Sartirana Lomellina e dotata di rilevamento anemometrico, che è risultata essere quella di Pavia lo studio geologico riporta quanto segue:

- il vento tende prevalentemente a soffiare verso S –O - una marcata prevalenza del vento a soffiare verso S-SO. Si può vedere come esso presenti un aumento di intensità durante l’inverno ed una diminuzione verso i mesi più caldi (primavera e in special modo in estate), per poi ripresentarsi con una graduale risalita in autunno. - i mesi di agosto ed ottobre sono caratterizzati da estrema variabilità, mentre solo nei mesi estivi si nota una certa prevalenza nei settori NE, SE e SO. - il periodo dicembre – febbraio è caratterizzato da una direzione prevalente verso SO, mentre da marzo a settembre prendono importanza i settori relativi a SE, E e NE.

La scarsa ventilazione del contesto territoriale è da considerare al fine dell’inserimento di particolari attività produttive che possano generare notevoli scarichi in atmosfera, incrementando l’inquinamento atmosferico ed alterando il grado di salubrità dell’ambiente urbano.

5.2.10 L’inquinamento atmosferico

Di seguito vengono riportati i dati più aggiornati ricavati dalla Banca Dati INEMAR 2008, dai quali emerge come i valori dei principali indicatori inerenti lo stato della qualità dell’aria risultino minimi o prossimi alla soglia minima. Si tratta nel complesso di una zona ancora fortemente naturale, con una serie di attività antropiche legate all’attività agricola e solo negli ultimi anni legate all’attività artigianale/industriale.

Inoltre, con Delibera di Giunta Comunale (D.G.C. n.90 del 31 ottobre 2009), allo scopo di acquisire informazioni più aderenti e puntuali è importante evidenziare che il Comune di Sartirana Lomellina ha aderito al programma di monitoraggio, promosso dal C.L.I.R., denominato “Valutazione della salubrità ambientale della Lomellina” ad opera dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri”.

In seguito alla conferenza finale della VAS, nel mese di aprile 2012, sono stati forniti i primi dati rilevati, relativi in particolare al semestre caldo “primavera – estate 2010”, di cui di seguito se ne riporta lo stralcio più significativo.

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Il monitoraggio prevede l’esecuzione di misure medie dello stato dell’ambiente nei due periodi climatologici caldo e freddo durante quattro anni (dal 2010 al 2013)e si prefigge le seguenti finalità:

• Valutare lo stato di salute del territorio dei Comuni della Lomellina, in particolare di quelli consorziati;

• Individuare le principali situazioni di criticità presenti;

• Caratterizzare la natura degli inquinanti coinvolti;

• Proporre misure di controllo nel tempo;

• Valutare l’andamento temporale dell’inquinamento, in relazione alle misure adottate;

• Esporre alla popolazione i contenuti delle ricerche.

Nel periodo luglio–settembre 2010 è stata avviata la campagna di monitoraggio della qualità dell’aria tramite campionatori passivi, esposti per un periodo di due settimane.

Come sistema di riferimento su cui tarare-calibrare il sistema di monitoraggio con campionatori passivi, è stato utilizzato un laboratorio mobile, installato presso il sito di (Deposito Mezzi CLIR)che ha acquisito in continuo e con tecnica ON-LINE i dati di qualità dell’aria relativamente ai parametri NO2,Ozono, BTX. Dal confronto tra i dati ottenuti dal sistema passivi e dal sistema di riferimento è stato quindi possibile correggere i primi sulla base dei rapporti ottenuti tra i due sistemi per la postazione di Parona (utilizzata come postazione di controllo/riferimento).

Nella tabella seguente si riportano i risultati ottenuti, già corretti secondo i dati ottenuti presso la postazione di Parona, dal confronto tra sistema passivo e sistema di riferimento (laboratorio mobile).

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Nelle medesime postazioni utilizzate della rete di monitoraggio della qualità dell’aria con campionatori passivi sono stati installati i deposimetri per la determinazione dei tassi di deposizione totale (secca + umida) di microinquinanti. I sistemi di campionamento sono stati esposti per tutta la durata della campagna di monitoraggio (circa due mesi).

Similmente all’analisi condotta con i campionatori passivi a diffusione, i dati sono stati espressi in riferimento alla media delle quattro subaree (i campioni raccolti sono stati sommati a formare un unico campione rappresentativo dei tassi di deposizione media per ogni subArea).

Per quanto riguarda invece le quattro postazioni scelte come rappresentative delle subAree (Parona, Mede, Sannazzaro de’B. e Robbio) i campioni di deposizioni totali raccolti sono stati invece analizzati singolarmente.

Di seguito si espongono in forma tabellare i risultati ottenuti come tassi di deposizione giornaliera di Diossine, PCB e IPA.

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Nella seguente tabella si riassumono i dati ottenuti, per facilità di lettura evidenziando i principali inquinanti di interesse.

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Micro Inquinanti Organici Nei comuni di Robbio, Parona, Mede e Sannazzaro de’Burgondi quali rappresentativi rispettivamente delle SubAree NW, NE, SW e SE sono stati condotti i campionamenti di aria ambiente per la determinazione delle concentrazioni di Microinquinanti Organici, con tecnica attiva.

Si ricorda che l’intero programma prevede l’esecuzione di rilevamenti dello stato dell’ambiente nei due periodi climatologici caldo e freddo durante quattro anni (dal 2010 al 2013), in modo da trarne dati completi e significativi.

Non essendo presenti stazioni fisse di monitoraggio né sul territorio comunale, né nei comuni limitrofi non è stato possibile riportare tali informazioni.

Si precisa che all’interno del Rapporto Ambientale, non sono stati riportati i dati relativi alle campagne di mezzi mobili, in quanto, dai dati riportati nel sito internet http:// ita.arpalombardia.it/ITA/qaria/doc_CampagneMezziMob.asp , si evince che tali campagne non sono mai state effettuate all’interno del territorio comunale; si precisa inoltre che, anche nei territori limitrofi o comunque che potrebbero contenere dati significativi per analizzare la qualità dell’aria nel territorio comunale, non sono state effettuate campagne di rilevamento in tempi recenti.

Gli unici dati che avrebbero potuto fornire un contributo all’analisi riguardano il comune limitrofo di Valle Lomellina, nel quale è stata affrontata una campagna di rilevamento mobile dal 2 al 26 maggio 2005, ma nella quale non sono emersi superamenti dei limiti della normativa. Si tratta pertanto di dati non aggiornati e che non indicano la presenza di particolari sostanze nell’aria.

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Per ora è pertanto possibile far esclusivamente riferimento ai dati ricavati dalla Banca Dati INEMAR del 2008.

Figura 56: Precursori di ozono

Figura 57: Acidificanti Pagina 133

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Figura 58: Gas serra

Figura 59: PM10 Pagina 134

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Figura 60: NOX

Figura 61: COV

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Figura 62: NH3

Di seguito vengono riportati dati relativi al territorio comunale più aggiornati e ricavati dal sito internet http://ita.arpalombardia.it/ITA/qaria/doc_DistribSpazialeCalcolata.asp ;

Figura 63: Dati relativi al PM10 in data 21 febbraio 2011 Pagina 136

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Figura 64: Dati relativi al NO2 in data 21 febbraio 2011

Figura 65: Dati relativi al PM10 in data 21 febbraio 2011

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Figura 66: Dati relativi al C6H6 in data 21 febbraio 2011

Figura 67: Dati relativi al PM2.5 in data 21 febbraio 2011

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Figura 68: Dati relativi al NO2 in data 21 febbraio 2011

Figura 69: Dati relativi al CO in data 21 febbraio 2011

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Figura 70: Dati relativi al O3 in data 21 febbraio 2011

Considerazioni:

Per quanto concerne i dati esistenti riguardanti l’emissione di alcuni inquinanti, è possibile affermare che il Comune di Sartirana Lomellina presenta valori minimi o prossimi alla soglia minima, con l’assenza di particolari anomalie. Le fonti d’inquinamento principali possono essere individuate nelle attività artigianali ed industriali esistenti, nell’attività agricola e nel traffico veicolare, anche se non eccessivo.

Nell’ambito della pianificazione territoriale, pertanto, occorrerà porre particolare attenzione a non incrementare eccessivamente le fonti esistenti, in particolare per quanto riguarda le attività industriali. In particolare sarà opportuno limitare l’insediamento solo a determinate categorie di attività ed impedirlo ad altre (Impianti con attività lavorative moleste, dannose o inquinanti, che non ottemperino ai requisiti minimi di accettabilità per quanto riguarda l'aspetto igienico-sanitario, la sicurezza, l'inquinamento idrico, atmosferico ed acustico previsti nelle normative vigenti in ma- teria; attività lavorative le quali esercitino lavorazioni con cicli insalubri di prima e seconda classe di cui al D.M. 5 settembre 1994 e s.m.i.).

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5.2.11 L’inquinamento acustico

Si ricordano i contenuti del Documento di Scoping (Rif. 6.2.8 L’inquinamento acustico ) in merito alla tematica dell’inquinamento acustico e si riportano di seguito i limiti assoluti di emissione (Leq in dB(A)) in base ai tempi di riferimento (diurno, notturno).

Classi di destinazione Valore limit e diurno Valore limite notturno d’uso del territorio (06.00 – 22.00) (22.00 – 6.00) I Aree particolarmente 45 35 protette II Aree prevalentemente 50 40 residenziali III Aree di tipo misto 55 45 IV Aree di intensa 60 50 attività umana V Aree prevalentemente 65 55 industriali VI Aree esclusivamente 65 65 industriali

Si ricorda infine che il Comune di Sartirana Lomellina si è dotato di Piano di Zonizzazione Acustica nell’aprile 2004, le cui analisi possono ritenersi ancora valide e vengono di seguito riportate come promemoria. - Non sono presenti problemi di congestione del traffico in nessuna fascia oraria del giorno; - Le strade urbane centrali non sono interessate in modo improprio da forti flussi di traffico, che sono convogliati su di una rete viaria esterna, anche se è da sottolineare la forte presenza di traffico di attraversamento dell’area centrale di Via Cavour; - I flussi da e per Sartirana sono importanti ma altrettanto rilevanti sono gli spostamenti per lavoro all’interno del comune e verso i comuni adiacenti, - La parte centrale del territorio comunale svolge una funzione di smistamento verso le località periferiche e rurali, principalmente in Via Patrioti, dei flussi provenienti dalle S.P., - Nel centro edificato, le direttrici di interscambio preferenziali del traffico di attraversamento sono rappresentate da due assi principali: (Nord-Sud) S.P.194 Candia-Pieve del Cairo, (Est- Ovest) Via Matteotti-Via Roma e Cavour-via Mede.

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Figura 71: Stralcio Piano di Zonizzazione Acustica

Considerazioni:

Nell’ambito della pianificazione territoriale occorrerà controllare la compatibilità delle scelte anche con il Piano di Zonizzazione Acustica vigente, inoltre occorrerà provvedere ad un suo adeguamento se verranno introdotte modifiche sostanziali dell’attuale azzonamento.

5.2.12 L’inquinamento luminoso

Si ricorda quanto riportato all’interno del Documento di Scoping ( Rif. 6.2.9 L’inquinamento luminoso ) e si precisa che alcune considerazioni contenute all’interno della relazione del Piano di Illuminazione, in seguito ad un’analisi condotta sul territorio, appaiono poco appropriate per il contesto locale.

Si fa riferimento in particolare alla seguente criticità emersa: “Inadeguatezza dell’illuminazione di tutte le strade che hanno la categoria di strada locale (l’illuminamento e la luminanza rilevate risultano inadeguate quasi sempre per ECCESSO)”, in quanto non si è tenuto conto della necessità di illuminare maggiormente le strade, specialmente nei mesi autunnali ed invernali, per la forte presenza di nebbia.

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Considerazioni:

Si ricorda che per le aree di nuova edificazione previste dal Documento di Piano sarà opportuno precisare l’utilizzo di idonee fonti luminose per l’illuminazione pubblica, volte al risparmio energetico e ad una bassa dispersione luminosa.

5.2.13 L’inquinamento elettromagnetico e radiazioni

Nel territorio comunale sono presenti stazioni radio base per la telefonia mobile sull’acquedotto comunale (Tim e Vodafone) e nei pressi della linea ferroviaria, lungo Via Alessandria, in prossimità del’’impianto di sollevamento (Wind).

Sono presenti due linee elettriche da 220 Kv che attraversano il territorio comunale nella porzione Nord-Est; la prima viaggia in direzione Nord - Sud e prosegue nei territori di Valle Lomellina e Torre Beretti e Castellaro; la seconda viaggia in direzione Nord/Ovest-Est e prosegue nei comuni di Breme e Mede.

I terreni interessati dal transito degli elettrodotti, potrebbero essere soggetti a contratti di servitù di elettrodotto, consultabili presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari competente, le cui clausole dovranno essere rispettate in fase di progettazione.

Eventuali costruzioni dovranno necessariamente risultare compatibili con la vigente normativa in materia di distanze tra edifici e conduttori elettrici, qui appresso meglio specificata:

 D. M. del 21 marzo 1988 [in S.O. alla G.U. n. 79 del 5.4.1988] e successive modifiche ed integrazioni, recante norme tecniche per la progettazione, l'esecuzione e l'esercizio delle linee elettriche aeree esterne;  Legge n. 36 del 22 febbraio 2001 [in G.U. n. 55 del 7.3.2001], legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici;  D.P.C.M. dell'8 luglio 2003 [in G.U. n. 200 del 29.8.2003], recante i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50HZ) generati dagli elettrodotti.  Circolare del Ministero dell'Ambiente del 15/11/2004 prot. DSA/2004/25291, recante la metodologia di calcolo provvisoria per la determinazione delle fasce di rispetto di cui all'art. 6 del D.P.C.M. dell'8 luglio 2003

L’Azienda che gestisce gli elettrodotti (TERNA S.p.A, di Milano, Via Beruto, 18) ha informato che, ai sensi della Legge 36/01, art. 4 comma 1 lett. h) e del DPCM 08/07/2003, art. 6, il Ministero

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dell'Ambiente, con lettera del 15/11/2004 prot. n. 25291, in riferimento all'obiettivo di qualità di cui sopra, ha definito in via provvisoria la metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto all'interno delle quali non è consentita alcuna destinazione di edifici ad uso residenziale, scolastico, sanitario ovvero ad uso che comporti una permanenza non inferiore a quattro ore giornaliere.

Comunque, nel caso sia prevista la realizzazione di fabbricati in prossimità delle linee, si dovrà provvedere ad inviare alla medesima Azienda che gestisce gli elettrodotti (TERNA S.p.A. di Milano), i progetti esecutivi degli stessi, al fine di valutare la compatibilità con le clausole dell'eventuale contratto di servitù di elettrodotto acceso sul terreno interessato e con la normativa vigente.

Occorre ricordare infine che le linee elettriche in questione sono costantemente in tensione e che anche il solo avvicinamento ai conduttori può determinare gravissimi pericoli di danno a persone o cose. In conseguenza, per i lavori che dovessero eventualmente svolgersi in vicinanza degli stessi conduttori elettrici, dovranno essere rispettate tutte le leggi e le norme vigenti in materia di prevenzione infortuni ed in particolare quanto stabilito dall'articolo 11 del D.P.R. 7.1.1956 n. 164 che qui di seguito si riporta:

"Non possono essere eseguiti lavori in prossimità di linee elettriche aeree a distanza minore di cinque metri dalla costruzione o dai ponteggi, a meno che, previa segnalazione all'esercente di linee elettriche, non si provveda da chi dirige detti lavori per una adeguata protezione atta ad evitare accidentali contatti o pericolosi avvicinamenti ai conduttori delle linee stesse ".

Da una prima analisi, attraverso i dati riportati nel Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2008_2009, è possibile inoltre analizzare la quantità di Radon ed affermare che sua soglia è compresa tra 50-100 Bq/mc.

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Figura 72: Emissioni Radon

Considerazioni:

In fase di pianificazione territoriale occorrerà porre particolare attenzione all’eventuale inserimento di nuove fonti di inquinamento elettromagnetico e radioattivo ed all’ubicazione di eventuali interventi in prossimità delle linee elettriche e delle stazioni radio base esistenti.

5.2.14 Depurazione delle acque

Il sistema fognario a servizio del Comune di Sartirana Lomellina è costituito da una rete di fognatura mista che in gran parte è stata realizzata fra il 1950 ed il 1980. Il sistema fognario è strutturato in modo che, in tempo asciutto, tutti i liquami sono addotti ad una stazione di pompaggio localizzata lungo via Alessandria (bollino blu) che provvede, tramite un collettore in pressione, a conferirli all’impianto di depurazione di Mede.

Dal punto di vista delle acque di origine meteorica, invece, la rete fognaria può essere considerata suddivisa in due sistemi indipendenti:

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- Il primo sistema, che serve quasi tutto il capoluogo, recapita le acque di origine meteorica nel Cavo di Castellaro (bollino azzurro più in alto); - Il secondo sistema fognario, di dimensioni molto più piccole, serve un’area urbanizzata di circa 3 ettari localizzata nella zona più a sud dell’abitato e recapita le acque di origine meteorica nel Cavo Cagnolo (bollino azzurro più in basso).

Figura 73: Sistema fognario

Secondo quanto riportato nella “Relazione generale della ristrutturazione della fognatura comunale” del marzo del 2000, entrambi i sistemi presentano problemi di funzionamento in corrispondenza di eventi meteorici particolarmente intensi.

Il medesimo studio inoltre mette in evidenza le seguenti criticità:

- Esiguità del dislivello disponibile fra le zone altimetricamente più basse dell’abitato e il punto di recapito (Cavo di Castellaro); - Inadeguatezza della rete fognaria a trasportare i liquami fognari in tempo asciutto, dovuta a bassissime pendenze generalizzate, molti tratti in contropendenza, notevole presenza di sezioni rettangolari molto larghe senza canaletta di fondo. Ciò comporta la formazione e l’accumulo, in tempo asciutto, di depositi costituiti dal materiale sedimentabile contenuto nei liquami fognari. L’accumulo di questi materiali dà luogo, soprattutto a seguito di lunghi periodi

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senza precipitazioni, a depositi che possono assumere spessori significativi rispetto alle già ridotte altezze delle sezioni. - Presenza di numerosi punti critici che potenzialmente possono determinare, pericolose parzializzazioni delle sezioni disponibili con conseguenti rigurgiti verso monte. (sifoni mediante cui la fognatura sottopassa cavi irrigui, l’ex vasca Imhoff, il manufatto per la derivazione delle acque nere posto allo sbocco della fognatura, le contropendenze rilevate, intersezione tra tronchi fognari con assenza di pozzetti d’ispezione); - Insufficienza dimensionale delle canalizzazioni principali e di molti tronchi secondari che causano criticità in occasione di eventi meteorici.

Lo studio aveva pertanto individuato una serie di adeguamenti dell’intera rete fognaria finalizzati alla risoluzione dei problemi sopra elencati, costituenti in: - Costruzione di un nuovo collettore fognario che con inizio in via Matteotti (incrocio con via Rubera), scende lungo la via Matteotti, percorre tutta la via Roma e si collega, in via della Stazione, con l’esistente manufatto di attraversamento della ferrovia; - Costruzione di un nuovo collettore fognario in via Nigra che con inizio in via Cavour, percorre tutta via Nigra e si immette nel nuovo collettore di via Roma; - Costruzione di un nuovo collettore in via Duca Amedeo d’Aosta che, con inizio in corrispondenza dell’incrocio con via Castellazzi, scende lungo la via e si immette nel nuovo collettore di via Nigra; - Ricostruzione di tutta la fognatura di via Raité; - Ricostruzione della fognatura d via Cairoli; - Ricostruzione della fognatura di via Buzzoni Nigra; - Ricostruzione della fognatura di via alla Roggetta.

Nell’aprile 2001 è stato presentato un progetto esecutivo di ristrutturazione della fognatura comunale che prevedeva le seguenti opere: - ricostruzione con adeguamento dimensionale del manufatto n.3 del Cavo di Castellaro; - ricostruzione dell’intersezione dei collettori in corrispondenza dell’incrocio fra via Nigra e via Cavour. Il primo intervento ha previsto la demolizione e la ricostruzione del ponticello esistente in corrispondenza della strada campestre proveniente dalla Cascina Pero, aumentando la sezione idraulica esistente, compatibile con un regolare deflusso delle portate di piena. Il secondo intervento prevede la demolizione e la ricostruzione della intersezione esistente fra due collettori fognari in corrispondenza dell’incrocio fra le vie Nigra e Cavour. Pagina 147

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Si ricorda che l’art. 146 del D.Lgs. 152/2006 prevede che nei nuovi insediamenti siano realizzati, quando economicamente e tecnicamente convenienti, anche in relazione ai recapiti finali, sistemi di colletta mento differenziati per le acque piovane e per le acque reflue e di prima pioggia.

Inoltre, l’appendice G del programma di Tutela e Uso delle Acque (DGR 8/2244 del 29/03/2006) sottolinea che nelle aree di ampliamento e di espansione occorre privilegiare soluzioni atte a ridurre le portate meteoriche non suscettibili di essere contaminate e il loro smaltimento sul suolo o negli strati superficiali del suolo e, in via subordinata, in corpi idrici superficiali.

Considerazioni:

In sede di pianificazione occorre valutare attentamente la capacità della rete fognaria e del sistema di depurazione di supportare eventuali nuovi carichi generati dalle nuove previsioni insediative.

5.2.15 Consumi idrici e rete di adduzione

Il sistema di approvvigionamento idrico interessa l’intero centro abitato, a partire dai due acquedotti comunali (bollini rosa); la rete idrica di adduzione è localizzata, come la maggior parte delle altre reti, lungo le vie principali.

I nuclei rurali sono serviti da pozzi privati in loco.

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Figura 74: Rete idrica

Nell’ambito della pianificazione urbanistica occorrerà prevedere, compatibilmente con l’assetto urbanistico e territoriale e con le risorse finanziarie disponibili, reti duali e l’installazione di contatori per ogni singola unità abitativa, nonché del collegamento a reti duali, ove già disponibile, la cui previsione renderà possibile il rilascio del permesso di costruire.

Si ricorda analogamente che il R.R. 2/2006 (art.6) prevede per i progetti di nuova edificazione e per gli interventi di recupero degli edifici esistenti:

- Dispositivi per la riduzione del consumo di acqua negli impianti idrico-sanitari; - Rete di adduzione in forma duale; - Misuratori di volume omologati; - Sistemi di captazione filtro e accumulo delle acque meteoriche.

Nell’ottica di una buona pratica dell’utilizzo della risorsa idrica ed al fine di poter fissare indicatori adeguati nel sistema di monitoraggio, vengono qui di seguito riportati i dati relativi ai consumi Pagina 149

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idrici del 2009, messi a disposizione dalla CBL S.p.a., società che si occupa della gestione del servizio idrico comunale:

- Volume di acqua immesso nella rete di distribuzione: 193.500 mc/anno; - Volume di acqua erogato per usi civili: 138.185 mc/anno; - Volume di acqua consumato pro-capite: 208 l/g ab

La media della provincia di Pavia risulta pari a 388,05 l/g ab; anche se inferiore a questo valore, il consumo idrico procapite del comune di Sartirana Lomellina è da considerarsi comunque elevato a confronto della media europea pari a 150 l/ab*g.

Considerazioni:

Nell’ambito della pianificazione occorrerà, ove possibile, individuare strumenti atti a favorire il contenimento dei consumi idrici e rivolti ad una buona pratica della risorsa idrica.

5.2.16 Energia e fonti rinnovabili

Si ricorda l’analisi condotta nel Documento di Scoping (cap. 6.2.11 – Energia e fonti rinnovabili).

Si precisa inoltre che nel campo energetico, il termine efficienza energetica si riferisce a quella serie di azioni di programmazione, pianificazione, progettazione e realizzazione che permettono – a parità di servizi offerti – di consumare meno energia.

L’efficienza quindi deve essere ricercata nel sistema energetico nel suo complesso, lato produzione e lato domanda; per questo secondo aspetto si parla di efficienza energetica negli usi finali, fra i quali ricade la climatizzazione delle abitazioni.

Il territorio regionale è stato caratterizzato da una crescita intensa delle unità abitative in modo particolare nel periodo 1951-1991. In seguito, la crescita ha subito un rallentamento provocato sia dalla saturazione del territorio sia da una maggiore attenzione alle realtà ambientali da parte delle Amministrazioni municipali, che non hanno ritenuto sostenibile un’ulteriore espansione dell’edificato.

Nel periodo 1991-2001 sono state costruite infatti 273.000 abitazioni, contro le 384.000 del decennio precedente.

Un elemento importante per valutare l’efficienza energetica degli edifici è la data di costruzione; essa infatti determina fortemente le tecniche costruttive, i materiali impiegati e specialmente la

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tipologia dell’involucro edilizio, che costituisce la superficie di confine dell’edificio ed è determinante negli scambi di energia termica fra l’interno e l’esterno. La costituzione dell’involucro edilizio nei suoi vari elementi è estremamente varia perché nel corso degli ultimi secoli il modo di costruire si è progressivamente modificato, mantenendo forme tradizionali di esecuzione ed aggiungendo sempre nuove tecnologie di realizzazione.

Le successive stratificazioni tecnologiche insieme con la singolarità di ogni progetto costruttivo – che costituisce un episodio a sé con specifici vincoli, opportunità e costi sostenibili – ha prodotto nel tempo la presenza di un patrimonio edilizio caratterizzato da classi di efficienza energetica molto difformi.

Per ottenere un consistente risparmio energetico negli edifici destinati ad uso residenziale è necessario un approccio integrato che tenga conto, oltre che della qualità di isolamento termico dell’involucro, anche di altri fattori; fra questi, gli impianti di riscaldamento e di raffrescamento, l’energia usata per la climatizzazione, gli impianti di illuminazione, l’esposizione e l’orientamento dell’edificio, il recupero di calore, l’apporto di calore dal sole e da altre fonti di energia rinnovabili. In fase di progettazione e posizionamento degli edifici è basilare considerare i vincoli bioclimatici ed ecologici esistenti in relazione allo sfruttamento di energie rinnovabili, adottando strategie coordinate in materia di riscaldamento e condizionamento. Gli edifici con elevato grado di coibentazione hanno fabbisogni energetici inferiori anche del 50% rispetto ad edifici analoghi ma convenzionali; questo risultato viene ottenuto con tecniche quali l’ottimizzazione dei sistemi di esposizione solare passiva, lo sfruttamento dell’energia radiante naturale, il raffrescamento naturale ed il controllo dell’irradiazione e dell’abbagliamento solare.

L’adozione di sistemi di captazione attivi e di impianti ad alta efficienza può ulteriormente ridurre il fabbisogno di energia anche di un quarto, rispetto ad un edificio tradizionale. Anche negli edifici già esistenti, le cui caratteristiche fisiche ed architettoniche non possono essere modificate, esiste comunque un notevole potenziale di risparmio se le condizioni favorevoli vengono adeguatamente sfruttate.

Considerazioni:

In fase di pianificazione occorrerà applicare le considerazioni sopra riportate, al fine di ottenere un risparmio energetico negli edifici destinati ad uso residenziale; inoltre appare opportuno proporre per le nuove edificazioni l’obiettivo del raggiungimento della classe energetica A e di prevedere meccanismi premiali per il raggiungimento delle classi superiori e/o per la

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sperimentazione di edifici a basso consumo, magari attraverso l’utilizzo dell’incentivazione urbanistica.

5.2.17 Siti contaminati e insediamenti a rischio di incidente rilevante

Il territorio comunale di Sartirana Lomellina, né i comuni limitrofi sono interessati dalla presenza di Insediamenti a Rischio di Incidente Rilevante (R.I.R.).

Figura 75: Area produttiva in disuso

E’ presente un’area in disuso dal 2001, all’interno della quale era attivo uno stabilimento in cui veniva eseguito il trattamento dei materiali in gomma, di cui risultano ancora ben visibili i rifiuti stoccati nel capannone esistente.

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L’area appare interamente circondata da alberi, i quali mascherano quasi completamente l’edificio esistente; tale schermatura risulterebbe di notevole interesse ai fini di un recupero di tale area.

Considerazioni:

Non essendo presenti nel territorio comunale aree inerenti la tematica affrontata, non sono proposte osservazioni in merito, ad eccezione del fatto che, al fine di mantenere inalterata la condizione attuale, occorrerebbe evitare la previsione di insediamenti a rischio di incidente rilevante all’interno del territorio comunale.

La presenza invece dell’area in disuso sopra citata comporta una serie di riflessioni su un suo eventuale recupero; in particolare occorrerà considerare la necessità di una bonifica di tale area, sulla scorta inoltre di indicazioni fornite da parte di enti competenti in materia ambientale, nonché valutare la più idonea futura destinazione funzionale.

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5.3 SCENARI EVOLUTIVI ESOGENI

Si ritiene opportuno evidenziare le dinamiche attualmente in atto che insistono sul contesto territoriale al fine di analizzare le azioni e gli obiettivi comunali alla luce degli scenari futuri di un contesto più ampio. L’evoluzione del territorio è influenzata da alcuni processi infrastrutturali e insediativi anche di scala sovracomunale. L’immagine seguente è tratta dalle tavole del Piano Territoriale Regionale, in cui sono evidenziate le polarità emergenti e quelle storiche, nonché i poli di sviluppo a livello regionale. Il comune di Sartirana Lomellina risulta inserito nell’area emergente Lomellina-Novara ed interessato dalla presenza del Corridoio XXIV Genova-Rotterdam e dall’ulteriore vicinanza con il Corridoio V Lisbona-Kiev.

Figura 76: Collegamenti transeuropei

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Figura 77: Corridoi transeuropei

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La presenza di entrambi i corridoi fa del contesto territoriale in esame un’area strategica per lo sviluppo dei trasporti; in particolare per tutti quei comuni situati lungo la linea ferroviaria, così come Sartirana Lomellina.

6. ANALISI SWOT

Viene qui di seguito ricordata l’analisi SWOT, illustrata all’interno del Documento di Scoping.

Punti di forza Punti di debolezza

- Vocazione agricola del territorio; - Presenza di vuoti urbani; - Tessuto urbano artigianale ben localizzato; - Scarsa presenza di aree a verde pubblico - Forma dell’edificato alquanto compatta; naturale; - Buoni collegamenti con i comuni limitrofi e - Banalizzazione del paesaggio rurale; con i centri maggiori della zona; - Scarsa interconnessione tra le aree - Presenza della stazione ferroviaria; vegetate naturali; - Elevata dotazione di percorsi campestri; - Rettilinei di collegamento con tutti i comuni - Scarsa percentuale di aree urbanizzate limitrofi; rispetto al territorio comunale; - Presenza della linea ferroviaria interna al - Presenza di una buona rete irrigua centro abitato; superficiale; - Presenza di due ambiti estrattivi in essere; - Elevata permeabilizzazione del suolo; - Bassa percentuale di raccolta differenziata - Presenza della Garzaia di Bosco Basso e del Lago di Sartirana; - Livelli bassi di inquinamento atmosferico, acustico e luminoso; - Elevato interesse nell’utilizzo di impianti a fonte di energia rinnovabile. - Presenza di numerosi nuclei rurali di modeste dimensioni, degni di recupero e valorizzazione; - Presenza di un corridoio primario della Rete Ecologica Regionale;

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Opportunità Minacce

- Migliorare la dotazione di servizi per i - Scarsa presenza di aree a verde pubblico cittadini; naturale; - Promuovere la fruizione diffusa del - Banalizzazione del paesaggio rurale con territorio agricolo e valorizzare gli attività agricole di tipo intensivo; elementi connotativi del paesaggio agrario - Inquinamento del suolo e delle acque da (nuclei rurali, etc.); sostanze utilizzate in agricoltura; - Presenza del Lago di Sartirana e della - Permanenza di vuoti urbani; Garzaia di Bosco Basso con un assetto da - Attenzione allo sviluppo dell’area tutelare e valorizzare; industriale. - Eliminazione di varchi esistenti, attraverso il collegamento ecosistemico tra le aree di pregio. - Inserimento di percorsi per la mobilità dolce; - Presenza del Corridoio XXIV Rotterdam- Genova.

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7. OBIETTIVI DEL PGT

Nel cap.5 – “Le previsioni di piano” della Relazione del Documento di Piano vengono individuate le scelte dell’Amministrazione Comunale in merito agli obiettivi del piano stesso. Oltre ad una identificazione puntuale dei singoli obiettivi e delle azioni di piano previste, vengono spiegate analiticamente le scelte, evidenziando la possibilità o meno di alternative ed il motivo per cui l’Amministrazione ha intenzione di promuoverle. Dalla medesima relazione si evince inoltre che l’Amministrazione, pur consapevole della necessità di revisionare il Documento di Piano con una frequenza almeno quinquennale, ha deciso di promuovere lo sviluppo del paese, riferendosi ad un orizzonte di piano ben più ampio. Nel presente capitolo vengono descritti gli obiettivi generali e specifici del piano. (1) Considerazione nel piano degli aspetti sovraordinati (Ob_1) 1.1 Recepimento delle indicazioni contenute nel PTCP, nel PTPR e nella Rete Ecologica Regionale; (2) Completamento residenziale del tessuto urbano (Ob_2) 2.1 Adeguamento di aree esistenti idonee al completamento urbano; (3) Offrire un’opportunità di sviluppo residenziale, coerente con il contesto territoriale e sostenibile dal punto di vista ambientale (Ob_3) 3.1. Individuazione di due ambiti di trasformazione a carattere residenziale(AT2-RE, AT3-RE ) in adiacenza al tessuto urbano consolidato; (4) Completamento artigianale del tessuto urbano (Ob_4) 4.1 Adeguamento di aree esistenti idonee al completamento urbano; (5) Offrire un’opportunità di recupero per gli edifici rurali in disuso ed in declino (Ob_5) 5.1. Favorire il recupero del patrimonio edilizio rurale; 5.2. Recupero del patrimonio edilizio rurale a fini residenziali (AT1-RR, AT5-RR); (6) Completamento e potenziamento della struttura viabilistica (Ob_6) 6.1. Nuova viabilità a supporto degli ambiti di trasformazione; 6.2 Completamento di tratti di viabilità esistente; (7) Salvaguardia delle aree agricole ed interventi di rinaturalizzazione paesistica (Ob_7) 7.1. Valorizzazione del paesaggio rurale e salvaguardia degli elementi naturali dei luoghi; (8) Potenziamento del sistema dei servizi attuali (Ob_8) 8.1. Incremento delle aree di alcuni servizi esistenti. (9) Offrire un’opportunità di sviluppo economico, attraverso il recupero di un’area da destinare al settore- terziario-commerciale (Ob_9) 9.1. Individuazione di un ambito di recupero a fine terziario-commerciale. Gli obiettivi riportati in precedenza, in parte si discostano da quelli riportati nel documento di Scoping, poiché meglio contestualizzati e ponderati, in seguito ai diversi incontri interlocutori fatti. Pagina 158

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8. ANALISI DI COERENZA

In linea con quanto previsto dalla normativa inerente alla redazione della VAS, di seguito si affronta la verifica di coerenza degli obiettivi generali, esplicitati nel PGT, con le principali normative, piani e convenzioni sovraordinate, in ottemperanza a quanto previsto dalla L.r. 12/2005 e s.m.i. Gli obiettivi esplicitati nel PGT, sono, di seguito, rapportati alle diverse azioni previste per la loro applicazione (coerenza interna), in tal modo risulta possibile verificarne la congruità e applicabilità.

8.1 COERENZA ESTERNA

Con l’analisi della coerenza esterna si intende verificare la congruità tra gli obiettivi generali del PGT e gli obiettivi di altri piani/programmi e con quanto previsto in convenzioni internazionali. Tale confronto viene attuato attraverso l’adozione di matrici di controllo che consentono una veloce e sistematica verifica degli elementi in condivisione. Al fine di valutare la congruità delle scelte del PGT rispetto agli obiettivi di sostenibilità e a alle possibili sinergie (coerenza, contrasto, grado di recepimento) con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione sono di seguito declinati sul contesto territoriale gli obiettivi dei seguenti piani/programmi:  Piano Territoriale Regionale (PTR) - Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR);  Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA);  Piano regionale di Tutela e Uso delle Acque (PTUA);  Piano di Sviluppo Rurale (PSR);  Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP);  Piano Energetico Regionale (PER);  Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR);  Rete Ecologica Regionale (RER);  Piano di Assetto Idrogeologico (PAI);  Piani regolatori dei Comuni limitrofi

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8.1.1 Piano Territoriale Regionale (PTR)

Il Piano Territoriale Regionale (PTR) della Lombardia, approvato D.g.r. del 19/01/2010 n. VIII/951, rappresenta uno strumento di supporto all’attività di governance territoriale della Regione. Si propone di rendere coerente la “visione strategica” della programmazione generale e di settore con il contesto fisico, ambientale, economico e sociale; ne analizza i punti di forza e di debolezza, evidenzia potenzialità e opportunità per le realtà locali e per i sistemi territoriali. Il PTR suddivide la Regione Lombardia in ambiti territoriali diversi che, pur non rigidamente perimetrati, consentono di individuare sistemi di relazioni che si riconoscono e si attivano sul territorio regionale, all’interno delle sue parti e con l’intorno. Essi sono la chiave territoriale di lettura comune quando si discute delle potenzialità e debolezze del territorio, quando si propongono misure per cogliere le opportunità o allontanare le minacce che emergono per il suo sviluppo. Secondo quanto previsto nel PTR, il Comune di Sartirana Lomellina ricade nel sistema territoriale della Lomellina, “Fascia della bassa pianura, paesaggi delle fasce fluviali ”.

Il PTR recepisce, consolida e aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) vigente in Lombardia dal 2001, integrandone e adeguandone contenuti descrittivi e normativi e confermandone impianto generale e finalità di tutela. Il Piano Paesaggistico Regionale diviene così sezione specifica del PTR , disciplina paesaggistica dello stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed identità.

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OBIETTIVI PTR Livello coerenza PGT Bassa Pianura – Paesaggi delle fasce fluviali Il nuovo PGT non prevede alcun tipo di trasformazione in corrispondenza del Fiume Po, non andando pertanto a modificare l’assetto Tutelare l’intero ambito dove il corso d’acqua territoriale esistente. E’ già presente sul ha agito con la costruzione di terrazzi e con la meandreazione attiva o fossile, oppure fin territorio un argine a difesa dal fiume, dove è intervenuto l’uomo costruendo argini a occorrerà pertanto esclusivamente mantenerlo difesa della pensilità. in buono stato di conservazione. (Ob_1; Ob_7). Gli obiettivi del PGT appaiono pertanto in coerenza con quelli del PTR. Il nuovo PGT prevede la valorizzazione del paesaggio rurale, individuando norme per la salvaguardia dei luoghi e degli edifici rurali stessi (Ob_7). Le lavorazioni agricole devono salvaguardare le naturali discontinuità del suolo, prevedendo Il territorio comunale ricade inoltre all’interno adeguate forme di informazione e controllo da della ZPS “Risaie della Lomellina”, per cui parte degli Enti locali in accordo con le associazioni di categoria. occorrerà rispettare divieti ed obblighi previsti per tali aree (Ob_1). Gli obiettivi del PGT appaiono pertanto in coerenza con quelli del PTR. Il nuovo PGT non prevede alcun tipo di trasformazione in corrispondenza del Fiume Po, Le aree golenali devono mantenere i loro non andando pertanto a modificare l’assetto caratteri propri di configurazione morfologica territoriale esistente. e scarsa edificazione. A tal fine gli strumenti urbanistici e quelli di pianificazione territoriale Al fine di consentire la percorribilità pedonale devono garantire la salvaguardia del sistema o ciclabile del’argine è prevista la fluviale nella sua complessa caratterizzazione naturale e storico-antropica; va inoltre salvaguardia della situazione esistente. garantita la percorribilità pedonale o ciclabile (Ob_7). delle sponde o degli argini, ove esistenti. Gli obiettivi del PGT appaiono pertanto in coerenza con quelli del PTR. La tutela paesistica deve essere orientata ad Vale quanto sopra affermato, ribadendo evitare l’inurbamento lungo le fasce fluviali pertanto la coerenza degli obiettivi del PGT, anche in prossimità degli antichi insediamenti, privilegiando, negli strumenti di pianificazione con quelli del PTR. territoriale e urbanistica, altre direzioni di

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sviluppo. Deve esser e inoltre prevista la tutela specifica dei singoli manufatti che hanno storicamente caratterizzato il sistema fluviale, attuando, a tal fine, estese e approfondite ricognizioni che permettano di costruire un repertorio relativo alla consistenza e alle caratteristiche di questo vasto patrimonio storico e architettonico, attivando, poi, mirate azioni di conservazione e valorizzazione. Centri e nuclei stor ici Il nuovo PGT analizza il tessuto urbano esistente, soffermandosi in particolare sui nuclei Tutelare la memoria storica (e dei valori di paesaggio da questa inscindibili) per ogni di antica formazione e mirando alla loro singolo centro o nucleo in relazione alla salvaguardia e valorizzazione (Ob_1). perimetrazione dell’ambito interessato dal tessuto insediativo antico (strutture edilizie, In particolare il nuovo PGT mira al recupero di verde, spazi privati e civici) valutati come alcuni complessi rurali, che caratterizzano insieme e contesto unitario. Per la tutela del singolo bene tale contesto costituisce elemento morfologicamente e storicamente il territorio obbligato di analisi, riferimento e giudizio. comunale, nonché l’intero contesto territoriale (Ob_5). Sono ammessi di regola gli interventi non Il nuovo PGT prevede il recupero del distruttivi del bene e dei suoi elementi, nel patrimonio edilizio rurale (Ob_5). rispetto dei caratteri formali e delle tecniche costruttive tradizionali (tipologia, materiali e La normativa di piano specifica prevede una dettagli costruttivi equivalenti a quelli del serie di regole che mirano al rispetto dei nucleo originario) allo scopo essenziale di non alterare l’equilibrio del complesso e la sua caratteri formali e delle tecniche costruttive struttura. Le integrazioni funzionali, finalizzate tradizionali, allo scopo di mantenere al completamento o al recupero, sono da verificare in riferimento all’ammissibilità l’equilibrio del complesso territoriale. Il piano dell’intervento con il carattere del tessuto pertanto si pone in modo coerente con gli edilizio d’insieme e la tipologia dell’edificio. La destinazione d’uso è opportuno che risulti obiettivi definiti dal PTR. coerente con gli elementi tipologici, formali e strutturali del singolo organismo edilizio, valutato in relazione alla prevalenza dell’interesse storico. Ambiti estrattivi di cava in attività All’interno del territorio comunale sono presenti due ambiti estrattivi di cava attivi, per le quali Interventi di mitigazione degli effetti di disturbo durante l’attività estrattiva coerenti con gli sono previste opere di riassetto ambientale, obiettivi di riutilizzo e riassetto ambientale e una volta terminati i lavori. Il nuovo piano paesaggistico previsti al termine del ciclo estrattivo. recepisce totalmente le prescrizioni inerenti tali ambiti, per cui viene previsto il riutilizzo ed il

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riassetto ambientale , come previsto dal PTR. (Ob_1). Il nuovo PGT individua nuovi obiettivi inerenti la tematica ambientale, la dotazione di servizi, la salvaguardia della biodiversità, la Integrazione degli aspetti paesaggistici nei riqualificazione ambientale, ponendosi piani di recupero ambientale visti in un’ottica coerentemente con gli obiettivi del PTR. (Ob_1; sistemica con l’obiettivo di contribuire in particolare:- alla riqualificazione della rete Ob_5, Ob_7, Ob_8). verde e della rete ecologica comunale; - al Altri obiettivi, invece, appaiono in contrasto potenziamento della dotazione di servizi in aree periurbane anche di carattere museale- con quanto previsto dal PTR, in quanto espositivo; - al miglioramento dell’offerta l’espansione residenziale, se non turistica-ricreativa; - al miglioramento della biodiversità di alcune aree di pianura; - alla opportunamente studiata e realizzata, può possibile valorizzazione economica nel quadro portare alla perdita di alcune caratteristiche degli obiettivi di ricomposizione paesaggistica e di riqualificazione ambientale ma anche di ambientali dei luoghi, con conseguente sviluppo locale; - possibili sinergie con le perdita di elementi fisici territoriali politiche di difesa del suolo e di valorizzazione dei sistemi fluviali caratteristici dei luoghi. Il nuovo PGT deve pertanto garantire un elevato livello di sostenibilità per tutte le aree di espansione individuate (Ob_3). Aree a colture specializzate e risaie Il nuovo PGT prevede la salvaguardia del patrimonio rurale, con particolare riferimento agli elementi naturali dei luoghi. (Ob_7), ponendosi pertanto in modo coerente con quanto indicato dal PTR. Al tempo stesso, Riqualificazione del paesaggio agrario con come precedentemente accennato, interventi di arricchimento del mosaico paesistico (recupero di assetti colturali l’espansione prevista, soprattutto, se di tradizionali, formazione di filari, siepi, specie riguardevoli dimensioni, se non ben mitigata quando utili a ripristinare o dare continuità a strutture più complesse), prioritariamente in e compensata, può portare ad un correlazione alla formazione della rete verde annichilimento di rilevanti porzioni di provinciale e locale. paesaggio, eliminando totalmente gli elementi strutturanti il territorio. Una buona compensazione ambientale a volte non risulta pertanto sufficiente. Il nuovo piano dovrà comunque valutare più soluzioni

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alternative, e , una volta esaminate tutte le criticità emerse, considerare l’adeguatezza delle scelte (Ob_3). Il nuovo PGT prevede la salvaguardia del patrimonio rurale, con particolare riferimento agli elementi naturali dei luoghi. (Ob_7), Recupero degli elementi consolidati di forte ponendosi pertanto in modo coerente con connotazione morfologico-paesistica dei quanto indicato dal PTR. Occorrerà d’altro paesaggi locali (muri di contenimento, percorsi, opere d’arte). canto verificare l’esistenza e l’eventuale salvaguardia di elementi morfologici- paesistici, nell’ambito delle aree soggette a trasformazione urbanistica (Ob_3). Il nuovo PGT prevede il recupero di alcuni Promozione nei contesti rurali contraddistinti da complessi rurali, mirando all’utilizzo di elevata integrità dell’utilizzo dei materiali e manufatti coerenti con quelli tradizionali o materiali, forme, colori coerenti con il meglio inseribili. linguaggio tradizionale (Ob_5). Il nuovo PGT prevede interventi appartenenti a categorie differenti (economica: sviluppo residenziale, sociale: ampliamento di alcune aree a servizi; di difesa del suolo: salvaguardia degli elementi rurali e tipici del Favorire il potenziamento della pluralità di funzioni di alto valore (culturale, sociale, paesaggio), ponendosi, pertanto in modo economica, di difesa del suolo) anche connesse coerente con quanto indicato dal PTR. all’utilizzo del paesaggio come fattore di valorizzazione del prodotto. La pluralità di tali funzioni permette uno sviluppo di molteplici fattori agenti sul territorio, promuovendone uno sviluppo sinergico ed il più possibile completo. (Ob_2; Ob_3; Ob_4; Ob_5; Ob_6; Ob_7; Ob_8). Non sono individuati p articolari obiettivi di Promozione di studi per verificare gli effetti Piano, volti al raggiungimento di tale obiettivo, indotti su cambiamenti di giaciture, orientamenti, pendenze e dimensioni anche in se non la salvaguardia della realtà agricola relazione ai rapporti consolidati dei diversi attuale. paesaggi, tenendo conto delle esigenze produttive al fine di definire linee guida per gli interventi sostenibili da diversi punti di vista.

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Piccoli centri, nuclei edificati e edifici tradizionali diffusi (con particolare riferimento all’edilizia rurale storica) in abbandono Impostazioni di politiche e interventi di recupero Il nuovo PGT prevede il recupero di alcuni e di valorizzazione dei caratteri identitari di complessi appartenenti al patrimonio edilizio matrice storica all’interno di scenari di sistema più ampi legati agli usi multifunzionali rurale, ponendosi pertanto in coerenza con tale dell’agricoltura, alla promozione del turismo obiettivo (Ob_5). sostenibile, alla soluzione di problematiche insediative, alla formazione della rete verde e dei percorsi di fruizione paesaggistica. Oltre al recupero di alcuni complessi del Definizione di scenari di sviluppo e valorizzazione che prevedano incentivi a patrimonio edilizio rurale, il piano mira alla iniziative organiche e integrate per il recupero promozione dell’utilizzo di fonti energetiche del patrimonio edilizio storico, correlati alla promozione di iniziative volte al rafforzamento rinnovabili e materiali eco-compatibili, o alla introduzione di nuove attività con cercando di integrare entrambi gli aspetti e concrete possibilità di sviluppo futuro, inserite in una logica di sistema più ampia. rafforzare l’intero territorio (Ob_5).

8.1.2 Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA)

Il Piano Regionale di Qualità dell’Aria , approvato con Dgr. n. 35196/1998, è finalizzato a tutelare la qualità dell’aria dell’intera Regione Lombardia. Pur essendo il PRQA principalmente orientato, per sua natura, a supportare le politiche di interventi strutturali, ha inteso altresì fornire indicazioni sulle aree più esposte alla necessità di azioni di emergenza, sulla dislocazione ottimale dei sistemi di monitoraggio e sui modelli previsionali capaci di valutare l'evoluzione di episodi di inquinamento acuto. A grandi linee il Piano consiste in una:

 ricognizione e organizzazione a sistema di tutte le informazioni utili per rappresentare lo stato e le tendenze della pressione ambientale generata dalle emissioni in atmosfera da attività antropiche a livello regionale;  ricognizione degli strumenti (politiche di regolazione/autorizzazione, monitoraggio, incentivazione) utilizzati o utilizzabili per controllare queste pressioni;  previsione dell'evoluzione della pressione sull'ambiente, agli orizzonti temporali del 2005 e del 2010, in funzione di mutamenti strutturali dei principali settori responsabili dell'inquinamento atmosferico: trasporti, energia, riscaldamento domestico, impianti di termo- distruzione dei rifiuti;  individuazione di aree con caratteristiche omogenee dal punto di vista della pressione

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ambientale e valutazione della criticità di questa pressione ai fini dell'assegnazione di priorità ai vari interventi;  sviluppo di strumenti e metodi per migliorare la capacità di previsione e controllo.

Con D.g.r. n. 6501/2001, la nostra Regione, sulla base degli studi effettuati nella fase conoscitiva di stesura del PRQA, tra cui l'inventario delle Emissioni (INEMAR), ha provveduto alla zonizzazione del territorio, come previsto dal D. Lgs. n. 351/99 e per le diverse zone individuate, ha fissato i criteri di autorizzazione e i limiti di emissione per gli impianti di produzione di energia, diversificati in funzione delle differenti tecnologie di produzione (es. caldaie, motori, turbine a gas, ecc.) e dei combustibili. Inoltre ha stabilito i livelli di attenzione e di allarme per la gestione degli episodi acuti di inquinamento atmosferico (Dpr n.203/1988), prospettando azioni di riduzione dei carichi dagli impianti di produzione di energia collocati nelle zone critiche o in vicinanza delle stesse. Il PRQA inoltre prevede una zonizzazione del territorio distinguendo tra:

 Zone critiche, le aree nelle quali i livelli di uno o più inquinanti comportano il superamento delle soglie d'allarme o il livello di uno o più inquinanti eccedono il valore limite aumentato del margine di tolleranza;  Zone di risanamento si dividono in tipo A) per più inquinanti e tipo B) per il solo Ozono, dove i livelli di uno o più inquinanti sono compresi tra il valore limite e il valore e il valore limite aumentato del margine di tolleranza;  Zone di mantenimento, aree dove i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite e non comportano il rischio di superamento degli stessi.

OBIETTIVI PRQUA Livello coerenza PGT Dislocazione ottimale dei sistemi di Dai dati raccolti dai sistemi di rilevamento si monitoraggio evince come allo stato attuale la qualità Rilevazione in tempo reale dello stato di qualità dell'aria dell’aria non si configura come una delle Controllo delle concentrazioni di inquinanti in primarie criticità a livello locale. aria Stima dell'evoluzione dello stato di qualità Comunque l’appartenenza ad un Piano di dell'aria Monitoraggio dello stato dell’ambiente mostra Indicazione delle aree più esposte alla necessità di azioni di emergenza l’interesse del Comune per la tematica Prevenzione di situazioni che possono arrecare ambientale e dell’inquinamento atmosferico. danno alla salute delle persone e all'ambiente Individuazione di provvedimenti finalizzati a L’obiettivo che prevede il recupero di edifici mantenere lo stato di qualità dell'aria nei limiti rurali, incentivando l’utilizzo di energia da fonti prestabiliti Verifica dell'efficacia dei provvedimenti rinnovabili (pannelli solari, fotovoltaico, adottati e previsioni di azioni di supporto

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Ridurre le emissioni di gas serra geotermico), con annesso sviluppo di impianti a Utilizzo di combustibili efficienti ed a bassa biogas e con la conseguente possibilità di emissione Interventi di fluidificazione del traffico utilizzo del teleriscaldamento, risulta prioritario Applicazione della BAT (migliore tecnologia nel nuovo strumento urbanistico. disponibile) in tutti i settori Utilizzo di sistemi di abbattimento ad alta efficienza Captazione emissioni da discariche e recupero energetico Incremento del recupero energetico, ricavandolo per un 50% da biomasse Sviluppo/incremento del teleriscaldamento

8.1.3 Piano Regionale di Tutela e Uso delle Acque (PTUA)

Il Piano Regionale di Tutela e Uso delle Acque , approvato con Dgr 29 marzo 2006 n. 8/2244 è lo strumento che individua, in un approccio organico, lo stato di qualità delle acque superficiali e sotterranee, gli obiettivi di qualità ambientale, gli obiettivi per specifica destinazione delle risorse idriche e le misure integrate dal punto di vista quantitativo e qualitativo per la loro attuazione. Gli obbiettivi di qualità da perseguire per i corpi idrici devono coordinare esigenze derivanti da una pluralità di indirizzi formulati a scala diversa, in una visione organica e integrata: le scelte strategiche della Regione, gli obbiettivi previsti in linea generale dalla Direttiva Quadro 2000/60/CE e dal D.Lgs.152/06, nonché gli obbiettivi definiti, a scala di bacino, dall’Autorità di bacino del Fiume Po.

OBIETTIVI PTUA Livello coerenza PGT La tutela in modo prioritario delle acque Il territorio in esame presenta un reticolo idrico sotterranee e dei laghi, per la loro particolare piuttosto diversificato e articolato, costituito, in valenza anche in relazione all’approvvigionamento potabile attuale e prevalenza da rogge e canali con finalità futuro irrigue. La destinazione alla produzione di acqua potabile e la salvaguardia di tutte le acque La preservazione di tali realtà e, nel contempo, superficiali oggetto di captazione a tale fine e una loro valorizzazione rappresenta un di quelle previste quali fonti di approvvigionamento dalla pianificazione potenziale elemento di interesse naturalistico in La designazione quali idonei alla vita dei pesci quanto parte integrante di una rete ecologica dei grandi laghi prealpini e dei corsi d’acqua aventi stato di qualità buono o sufficiente locale. Lo sviluppo degli usi non convenzionali delle Il nuovo PGT mira alla salvaguardia degli acque, quali gli usi ricreativi e la navigazione,

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e la tutela dei corpi idrici e degli ecosistemi elementi naturali dei luoghi (Ob_7 ). connessi L’adozione di interventi finalizzati a un miglioramento qualitativo della realtà in essere potrà garantire la ricostituzione ed il mantenimento della trama ambientale. In parallelo, per le nuove trasformazioni previste, occorrerà valutare con molta attenzione ogni singolo intervento proposto ed individuare le modalità più idonee al fine di evitare un’irreversibile compromissione dello stato dei luoghi. L’equilibrio del bilancio idrico per le acque Tali proposte di piano dovranno inoltre essere superficiali e sotterranee, identificando ed intervenendo in particolare sulle aree sottoposte a Valutazione d’Incidenza, in quanto sovrasfruttate si tratta di aree ricadenti in ZPS “Risaie della Lomellina”. Particolare attenzione va posta anche alla preservazione e ottimizzazione nell’uso delle acque sotterranee, la cui importanza non si esplicita solo a livello economico (emungimenti per fini agricoli e/o idropotabili) ma anche dal punto di vista naturalistico in quanto fattore di ricarica per alcuni corsi d’acqua superficiali (Ob_1 e Ob_7)

8.1.4 Piano di Sviluppo Rurale (PSR) ll Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia è lo strumento che mette a disposizione delle imprese agricole e di trasformazione una serie di misure a sostegno degli investimenti e di azioni agroambientali finalizzate ad orientare lo sviluppo rurale della regione secondo le finalità politiche comunitarie. Approvato per la prima volta dalla Commissione europea il 16 ottobre 2007 con Decisione n. 4663 è stato successivamente adeguato in coerenza alle mutate esigenza del settore agricolo e secondo le priorità dettate dalla riforma della Politica Agricola Comune 2009 (Health Check) e dalla strategia europea anticrisi (European Economic Recovery Plan) con Decisione n. 10347 del

17 dicembre 2009.

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Le linee di azione del PSR 2007-2013 di Regione Lombardia sono declinate nei 4 assi e in 22 misure più l'approccio Leader. Ogni misura riguarda una determinata categoria di interventi destinati prevalentemente alle aziende agricole della Lombardia:

Asse 1 – Migliorare la competitività del settore agricolo e forestale

Individua misure a sostegno degli investimenti per le imprese con la finalità di migliorare la competitività di questi settori, nel rispetto dell'ambiente. il FEASR punta al trasferimento di conoscenze, alla modernizzazione, all'innovazione e alla qualità della filiera alimentare, garantendo nel contempo uno sviluppo sostenibile delle strutture. L'asse finanziano interventi di formazione professionale degli agricoltori, il sostegno all'insediamento dei giovani in agricoltura, l'ammodernamento delle aziende agricole (di edifici, attrezzature ...) e delle industrie alimentari, o ancora la gestione sostenibile e multifunzionale delle foreste.

Asse 2 - Migliorare l'ambiente e lo spazio rurale

Si compone di interventi a sostegno di servizi agroambientali e silvoambientali che le aziende svolgono dietro compenso specifico (premio) quali per esempio l'attività agricola in aree svantaggiate naturalmente, azioni a favore dell'aumento della fertilità del suolo, della riduzione degli input chimici e della conversione all'agricoltura biologica, della gestione sostenibile dei prati e pascoli in pianura e collina e della loro conservazione ai fini della biodiversità, la creazione e il mantenimento di filari, boschetti, fasce tampone e fontanili, la conservazione della

biodiversità delle risaie, etc.

Asse 3 - Qualità della vita e diversificazione dell'economia nelle zone rurali

Per favorire lo sviluppo economico e l’occupazione nelle zone rurali, l'asse si compone di misure quali per esempio il sostegno alla creazione di micro imprese o lo sviluppo del turismo e delle energie

rinnovabili.

Asse 4 - Attuazione dell'approccio Leader

Promuovere partenariati tra soggetti pubblici e privati, tramite costituzione di Gruppi di Azione Locale (GAL), è l'obiettivo di questo asse al fine di realizzare progetti di sviluppo locale integrati attraverso l’adesione a misure dei tre assi precedenti.

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OBIETTIVI PSR Livello coerenza PGT Il nuovo PGT si pone come obiettivo la salvaguardia degli elementi naturali dei luoghi, a cui appartengono anche le Adeguamento delle infrastrutture irrigue, di salvaguardia del territorio e del risparmio infrastrutture irrigue (Ob_7). idrico Occorrerà valutare in modo specifico ogni singola trasformazione, al fine di limitare gli aspetti negativi ed eventualmente correggerli. Il nuovo PGT si pone come obiettivo il recepimento delle indicazioni contenute all’interno della Rete Ecologica Regionale, a sostegno della salvaguardia delle biodiversità (Ob_1, Ob_7); tale obiettivo è strettamente Realizzazione di sistemi verdi territoriali per la connesso a quello previsto dal PSR, ovvero la fitodepurazione e la creazione di corridoi creazione di sistemi verdi territoriali e la ecologici a sostegno della lotta al cambiamento climatico creazione di corridoi ecologici. Occorrerà pertanto che il nuovo piano individui degli indirizzi specifici e delle modalità attuative d’intervento volte alla realizzazione di sistemi verdi territoriali, ove possibile adatti anche per la fitodepurazione. Il nuovo PGT si pone come obiettivo il recepimento delle indicazioni contenute Realizzazione di sistemi verdi territoriali per all’interno della Rete Ecologica Regionale, a conservare e migliorare l’ambiente e il paesaggio nonché limitare il cambiamento sostegno della salvaguardia delle biodiversità climatico e il potenziamento della produzione (Ob_1, Ob_7); tale obiettivo è strettamente di biomasse legnose in pianura connesso a quello previsto dal PSR, ovvero la realizzazione di sistemi verdi territoriali. Il nuovo PGT si pone come obiettivo la valorizzazione del paesaggio rurale. Occorrerà pertanto individuare idonee misure Massima diffusione di pratiche agricole a basso impatto ed a sostegno della biodiversità, attuative per le aree agricole, al fine di limitare le pratiche agricole fortemente impattanti, a vantaggio del sistema delle

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biodiversità (Ob_7 ). Il nuovo PGT non prevede obiettivi specifici inerenti il turismo rurale, anche se mette in mostra quali siano i percorsi ciclo-turistici rurali interessanti il territorio comunale ed i paesi Sviluppo del turismo rurale e delle piccole limitrofi. In merito allo sviluppo delle piccole attività imprenditoriali attività imprenditoriali il nuovo piano individua una serie di norme atte a favorire il loro sviluppo, ma al tempo stesso a salvaguardare gli aspetti del territorio. Il nuovo PGT promuove lo sviluppo della produzione di energie da fonti rinnovabili, Sviluppo della produzione di energie da fonti promuovendo il recupero di alcuni complessi rinnovabili ed i servizi connessi agricoli, a cui è affiancata l’attuazione di l’integrazione degli aspetti agricoli nell’attività di sviluppo locale impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile. (es. Cascina S. Giorgio, Tenuta Mora) (Ob_5).

8.1.5 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)

Il PTCP approvato dal Consiglio Provinciale di Pavia con Deliberazione n. 53/33382 del 7 novembre 2003 è attualmente in fase di aggiornamento sulla base delle indicazioni della LR 12/2005 e s.m.i.; è uno strumento che determina gli indirizzi generali di assetto del territorio provinciale, rispetto ai quali i Comuni sono chiamati a verificare la compatibilità dei loro strumenti urbanistici. Nel PTCP si correlano e coordinano tutte le tematiche che riguardano la gestione del territorio. In tal senso questo piano diventa dunque uno snodo strategico nella connessione tra le strategie regionali e la pianificazione urbanistica, e tra tutte le pianificazioni di settore, della Provincia e di altri Enti. Il Piano Territoriale di Coordinamento provinciale si configura come “piano urbanistico territoriale con finalità di salvaguardia dei valori paesistici e ambientali“ ai sensi dell’art. 149 D.lgs. 490/1999 (finalità contenute anche nelle L.R. 18/1997 e 1/2000) e come “piano di tutela nei settori della protezione della natura, della tutela dell’ambiente, delle bellezze naturali, delle acque e della difesa del suolo”, ai sensi dell’art. 57 D.lgs. 112/1998.

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L’attribuzione della valenza paesistica al PTCP, ai sensi della L.R. 18/1997, implica che lo stesso definisca il sistema paesistico-ambientale come l’insieme dei fattori ecologici, culturali e antropici che concorrono a strutturare il contesto territoriale e detti le relative disposizioni di tutela per gli interventi di trasformazione. Inoltre il PTCP, in relazione a quanto indicato dal D.Lgs. n. 267/2000 e dalla L.R. 1/2000, assume contenuti di difesa del suolo, prevenzione delle calamità nonché tutela e valorizzazione delle risorse idriche. La tutela della natura, ai sensi dell’art. 57 del D.Lgs. 112/1998, viene perseguita attraverso il potenziamento e lo sviluppo degli ecosistemi, individuati in base a una approfondita ricognizione degli elementi naturali presenti sul territorio.

OBIETTIVI PTCP Livello coerenza PGT Il nuovo PGT mira a salvaguardare e valorizzare i sistemi d’interesse ambientale Salvaguardare e valorizzare i sistemi d’interesse ambientale corrispondenti ai (Ob_7); al tempo stesso, come principali corsi d’acqua, alle aree delle precedentemente accennato, occorrerà risorgive e dei dossi, favorendone la fruizione anche attraverso la realizzazione e la valutare ogni intervento di nuova edificazione, promozione di percorsi verdi; al fine di non alterare i sistemi di particolare interesse ambientale e paesaggistico (Ob_3). Il nuovo PGT si pone in maniera coerente con tale obiettivo in quanto mira alla salvaguardia Consolidare e incentivare l’attività agricola in del paesaggio rurale. Sarà opportuno atto, sia per il suo valore produttivo che individuare, attraverso apposite norme, paesistico; strumenti atti a consolidare ed incentivare l’attività agricola (Ob_7). Il nuovo PGT si pone in modo coerente con tale obiettivo in quanto prevede il recepimento di quanto indicato all’interno della Rete ecologica Regionale. Elementi fondamentali da recepire Accrescere la complessità dell’ecosistema contenendo le spinte alla monocoltura e sono infatti la conservazione e l’incremento prevedendo la conservazione e l’incremento delle biocenosi frammentarie. Occorrerà delle biocenosi frammentarie (filari, boscaglie, ecc..); pertanto che all’interno del nuovo piano vengano introdotte norme specifiche che consentano la creazione di tali elementi, sia in aree rurali, sia nei pressi di aree urbanizzate o

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corsi d’ acqua. Non sono previste norme particolari in merito all’utilizzo di diserbanti e pesticidi, se non il Regolamentare l’uso di diserbanti e pesticidi; recepimento di quanto indicato fra i divieti e gli obblighi della ZPS “Risaie della Lomellina”. Il nuovo PGT mira a salvaguardare e valorizzare i sistemi d’interesse ambientale (Ob_7); al tempo stesso, come Salvaguardare i caratteri dominanti della trama paesistica quali il reticolo idrografico e precedentemente accennato, occorrerà gli elementi consolidati della tessitura; valutare ogni intervento di nuova edificazione, al fine di non alterare i sistemi di particolare interesse ambientale e paesaggistico (Ob_3). Il nuovo PGT mira a salvaguardare e Salvaguardare la vegetazione sparsa quale valorizzare i sistemi d’interesse ambientale, con elemento importante sia dal punto di vista l’introduzione di apposite norme inerenti le ecologico che paesistico; aree boschive e le fasce alberate (Ob_7); Il nuovo PGT mira a salvaguardare e valorizzare i sistemi d’interesse ambientale, Salvaguardare e valorizzare gli elementi tipici tipici della pianura irrigua. Si ricorda comunque della pianura irrigua quali i fontanili, le la possibilità di partecipare a bandi di risorgive, i prati marcitoi e le marcite; finanziamento regionali o locali in merito alla riattivazione delle teste di fontanili (Ob_7); Il nuovo PGT mira al recupero del patrimonio edilizio rurale (Ob_5); in particolare individua due Piani di Recupero di due complessi rurali (Cascina San Giorgio e Tenuta Mora) a fini Individuare norme ed incentivi per il recupero degli insediamenti tipici (cascine, casali), residenziali. Occorrerà per tali ambiti prevedendo anche usi complementari a quelli individuare apposite norme che garantiranno il agricoli, purché compatibili con l’attività agricola e con le tipologie interessate; mantenimento del linguaggio morfo-tipologico del contesto. Per gli altri complessi agricoli occorrerà prevedere la possibilità di un loro recupero agricolo o con usi complementari. Studiare e promuovere idonee tipologie Il nuo vo piano, nell’ambito dell’obiettivo del costruttive per i nuovi impianti a servizio recupero del patrimonio rurale esistente, dovrà dell’agricoltura, che si pongano in diretto rapporto con le residenze.

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garantire il rispetto delle tipologie costruttive tipiche del contesto territoriale (Ob_5). Il nuovo piano, ponendosi come obiettivo la salvaguardia degli elementi naturali dei luoghi, si pone in modo coerente nei confronti di questo Tutelare i caratteri morfologici e più in obiettivo (Ob_7). Occorrerà comunque generale del sistema fluviale storico con i suoi contenuti naturalistici (reticolo idrografico e individuare misure di tutela per il reticolo vegetazione) idrografico e la rispettiva vegetazione spondale, in modo particolare per quelle aree che potrebbero essere interessate da trasformazioni territoriali. Limitare lo sviluppo insediativo lungo le fasce Il nuovo piano dovrà recepire totalmente la fluviali ed a ridosso delle delimitazioni normativa del Piano di Assetto Idrogeologico morfologiche. In particolare per il Po, nelle fasce C del PAI occorre considerare, con del Fiume Po, ponendo così in modo coerente attenzione, anche le limitazioni previste per le con quanto indicato lateralmente. fasce B delle Norme Tecniche di Attuazione del Pai, relativamente all’installazione di impianti di smaltimento rifiuti, ivi incluse le discariche, di qualsiasi tipo, sia pubbliche che private, il deposito a cielo aperto, ancorché provvisorio, di rifiuti di qualsiasi genere, ad esclusione degli impianti relativi alla normale attività agricola Il nuovo piano, nell’ottica del recupero del Riconoscere, identificare e tutelare i manufatti patrimonio rurale, dovrà contemplare anche la che hanno storicamente caratterizzato il sistema fluviale salvaguardia dei manufatti che hanno caratterizzato il sistema fluviale, ove presenti. Il nuovo piano dovrà favorire la fruizione del Valorizzare il contesto con azioni tese a favorirne la fruizione anche mediante territorio, anche attraverso l’individuazione di l’organizzazione di una rete di percorsi norme specifiche per i percorsi di fruizione escursionistici panoramica-ambientale (Ob_1).

Indirizzi per la redazione dei PGT (art. 28 – NTA) Indirizzi generali 1. Al fine di dare efficacia alle procedure di copianificazione e concertazione nell’ambito del quadro generale degli obiettivi delineati dal PTCP e sintetizzati negli elaborati che costituiscono la “Carta Unica e Condivisa del territorio provinciale”, i Comuni devono attenersi, nell’elaborazione ed adeguamento dei PGT, ai seguenti indirizzi e criteri generali per la pianificazione del territorio,

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V.A.S. – Rapporto Ambientale P.G.T. Comune di Sartirana Lomellina (PV) oltreché alla normativa nazionale, regionale ed agli indirizzi, criteri e linee generali di assetto del territorio, predisposti dalla Regione Lombardia.

Inquadramento territoriale e paesistico-ambientale 2. Al fine di rendere coerente il contenuto dei PGT rispetto agli indirizzi e alle politiche territoriali individuate nell’ambito del PTCP, la formazione degli stessi dovrà essere sottoposta a verifica preventiva, di cui all’art. 21, nell’identificazione degli obiettivi con particolare riguardo a: a) sistema di valori, problemi e indirizzi sintetizzati dagli elaborati che costituiscono la Carta Unica e condivisa del territorio provinciale; b) Quadro territoriale di riferimento e il relativo sistema delle conoscenze messo a disposizione dal PTCP; c) verifica di compatibilità degli usi e delle destinazioni d’uso del suolo rispetto agli scenari di Piano, sintetizzati nell’ambito degli elaborati che costituiscono la Carta Unica e Condivisa del territorio provinciale.

Criteri Insediativi In coerenza con i contenuti della “Carta Unica e Condivisa del territorio provinciale”, i Comuni si attengono, nella formazione dei PGT, ai seguenti criteri prioritari:

CRITERI PTCP Livello coerenza PGT Occorrerà valutare puntualmente le aree di completamento e gli ambiti di espansione individuati dal nuovo piano, in quanto è previsto uno sviluppo sia residenziale che artigianale (Ob_2; Ob_3; Ob_4). Privilegiare forme insediative basate sul Nell’ottica del raggiungimento di tali obiettivi contenimento dei fenomeni di dispersione dovranno essere valutate scelte alternative al insediativa, dei costi di infrastrutturazione fine di privilegiare uno sviluppo urbanistico primaria e di accessibilità ai servizi contenuto e potenzialmente realistico, evitando fenomeni di dispersione urbana e il grado di urbanizzazione delle aree scelte per lo sviluppo urbano, eliminando quelle di difficile ed onerosa realizzazione. Privilegiare nella localizzazione dello sviluppo Occorrerà valutare puntualmente le aree di insediativo la riqualificazione funzionale e la completamento e gli ambiti di espansione

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V.A.S. – Rapporto Ambientale P.G.T. Comune di Sartirana Lomellina (PV) ristrutturazione urbanistica delle aree di individuati dal nuovo piano, in quanto è frangia e degli spazi interclusi previsto uno sviluppo sia residenziale che artigianale-produttivo (Ob_2; Ob_3; Ob_4). Il nuovo piano dovrà promuovere l’attuazione in via prioritaria delle aree di completamento e successivamente delle aree di espansione, privilegiando gli ambiti prossimi al tessuto edificato. Occorrerà valutare puntualmente le aree di completamento e gli ambiti di espansione Disincentivare l’agglomerazione di nuovi individuati dal nuovo piano, in quanto è insediamenti lungo le infrastrutture di livello previsto uno sviluppo sia residenziale che provinciale, preservando le migliori condizioni artigianale-produttivo. (Ob_2; Ob_3; Ob_4). di accessibilità alle stesse Il nuovo piano dovrà limitare la creazione di agglomerati lungo le infrastrutture di livello provinciale. Occorrerà valutare puntualmente le aree di completamento e gli ambiti di espansione individuati dal nuovo piano, in quanto è Sottoporre lo sviluppo di nuovi insediamenti e previsto uno sviluppo sia residenziale che espansioni edilizie alla verifica del rispetto artigianale-produttivo. (Ob_2; Ob_3; Ob_4). della morfologia dei suoli e della percezione Si dovrà pertanto verificare in via prioritaria la degli elementi significativi del paesaggio situazione morfologica dei luoghi, nonché la presenza di eventuali elementi significativi del paesaggio, al fine della loro conservazione e tutela. Occorrerà valutare puntualmente le aree di completamento e gli ambiti di espansione individuati dal nuovo piano, in quanto è Verificare, nello sviluppo delle espansioni previsto uno sviluppo sia residenziale che edilizie e delle infrastrutture viarie, il rispetto artigianale-produttivo. (Ob_2; Ob_3; Ob_4). delle partizioni aziendali del territorio agricolo Sarà opportuno procedere ad una verifica preventiva delle partizioni territoriali al fine di poter prevedere interventi concretamente realizzabili e non eccessivamente penalizzanti

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determinate aziende agricole rispetto ad altre aziende attive sul territorio. Coordinare le procedure di dimensionamento e Il nuovo PGT non prevede aree di interesse localizzazione di nuove aree produttive e poli sovracomunale, pertanto il coinvolgimento di industriali con gli Enti territoriali di livello enti territoriali avviene contestualmente al superiore, i Comuni contermini, le politiche di processo di valutazione ambientale strategica, settore, al fine di verificarne le condizioni senza il ricorso a tavoli di concertazione di ottimali in termini di effettiva domanda di aree, interesse sovracomunale. le condizioni di accessibilità, i costi di infrastrutturazione e di connessione alle reti e ai servizi, i costi dal punto di vista delle trasformazioni ambientali e territoriali, le opportunità insediative dal punto di vista della creazione di adeguati mix funzionali e sistemi relazionali Coordinare gli interventi di nuova Il nuovo PGT promuove lo sviluppo economico localizzazione di strutture commerciali, compresi del territorio; il comune risulta dotato di Piano anche gli interventi di riqualificazione urbana del Commercio, pertanto, l’eventuale scelta di che prevedono l’inserimento di tali funzioni, con localizzazione di strutture commerciali dovrà le politiche del trasporto e della mobilità di rispettare quanto da esso indicato ed al tempo livello provinciale e con le politiche urbane e di stesso comportare un’attenta analisi delle assetto territoriale dei Comuni contermini al fine esigenze territoriali. di una corretta valutazione delle ricadute e un'efficace redistribuzione dei carichi urbanistici ed ambientali e dei vantaggi economici relativi Il nuovo PGT mira alla valorizzazione del Salvaguardare e, se del caso, incrementare le paesaggio rurale, ma al tempo stesso destinazioni territoriali ad agricoltura, in modo all’incremento delle aree urbanizzate, pertanto da favorire lo sviluppo dell'attività primaria, l’incremento delle aree agricole appare un specie nei contesti in cui la presenza di aziende obiettivo non perseguibile. (Ob_2; Ob_3; agricole sia essenziale allo sviluppo economico. Ob_4; Ob_5).

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Criteri per il dimensionamento Il nuovo PGT si pone come obiettivo l’individuazione di aree di completamento e di trasformazione sia residenziali che artigianali- Il dimensionamento del PGT è definito e produttive (Ob_2, Ob_3, Ob_4). misurato dalla quantità complessiva dei suoli e Occorrerà pertanto che il nuovo PGT provveda dei volumi utilizzati e destinati dal PGT alla a dimensionare le previsioni urbanistiche organizzazione e alla trasformazione della rispetto al reale soddisfacimento della struttura urbana, comprese le relative domanda, evitando di inserire previsioni poco infrastrutture e servizi. realistiche o eccessive se paragonate alla Il calcolo del dimensionamento delle previsioni domanda locale. urbanistiche dovrà quindi articolarsi rispetto al Previsioni che appaiono sovradimensionate soddisfacimento della domanda generata rispetto alla realtà locale dovranno essere localmente e correttamente definibile alla scala giustificate dal punto di vista urbanistico ed comunale mediante analisi del tasso di ambientale, dovranno risultare da un’analisi di espansione della popolazione e delle attività più alternative e dovranno apparire le più insediate sul territorio comunale. idonee per uno sviluppo sostenibile del territorio. Dovranno inoltre essere supportate da coerenti ed adeguate misure di mitigazione e compensazione ambientale. Eventuali previsioni insediative eccedenti il Oltre a quanto so pra indicato, le previsioni soddisfacimento dei fabbisogni espressi insediative eccedenti il soddisfacimento dei localmente, dovranno essere oggetto di fabbisogni dovranno essere oggetto di concertazione con il livello provinciale, ai sensi concertazione a livello provinciale, secondo dell’art. 18 e verificate rispetto ai sistemi quanto riportato a lato. territoriali di riferimento. Quale condizione necessaria per l’avvio della procedura di concertazione, si prevede che il Comune abbia ottemperato ai seguenti adempimenti: a) elaborazione di un documento che attesti l’avvenuto rispetto e utilizzo di tutti i criteri insediativi proposti al precedente comma; b) redazione di una Valutazione complessiva dei costi insediativi relativi nella fattispecie all’impatto sulla natura e le caratteristiche dei

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suoli urbanizzabili, all’impatto sulle strutture pubbliche e di servizio, alle condizioni che modificano l’assetto complessivo della mobilità; c) nell’eventualità di previsioni urbanistiche che comportino destinazioni di carattere produttivo o commerciale, il Comune proponente dovrà dimostrare che queste si giustificano e si relazionano in modo diretto rispetto a politiche economiche e di settore espresse dal quadro programmatico provinciale o regionale.

Criteri paesistico-ambientali Nell’ambito dei processi di espansione degli Il nuovo PGT si pone come obiettivo insediamenti e della maglia infrastrutturale a l’individuazione di aree di completamento e di servizio delle nuove edificazioni, il PGT dovrà trasformazione sia residenziali che artigianali- tenere conto dei seguenti criteri: produttive (Ob_2, Ob_3, Ob_4). a) il rispetto delle indicazioni di tutela e Occorrerà pertanto che il nuovo PGT provveda valorizzazione degli ambiti di interesse a tutelare e valorizzare gli ambiti di interesse paesistico-ambientale individuati nell’insieme paesistico-ambientale, nonché le caratteristiche degli elaborati che costituiscono la “Carta fisico-naturali dei suoli (Ob_7); sarà inoltre Unica e Condivisa del territorio provinciale”; necessario analizzare le condizioni di fattibilità b) il rispetto delle caratteristiche fisico-naturali degli interventi proposti, conservando la dei suoli e delle rispettive indicazioni d’uso totalità del sistema delle reti e delle definite al Titolo IV delle NTA del PTCP. connessioni ecologiche e, ove possibile, c) lo sviluppo di studi e analisi di maggiore implementarlo; sarà inoltre prioritario dettaglio finalizzati ad implementare il livello individuare idonee misure di tutela dell’aria e di conoscenza e le relative condizioni di dell’acqua (superficiale e sotterranea). fattibilità per gli interventi individuati nell’ambito della definizione degli Indirizzi progettuali del PTCP; . d) l’assunzione del disegno e della maglia strategica delle reti e delle connessioni ecologiche individuate nell’ambito del PTCP provinciale, al fine di integrarne i contenuti di maggior dettaglio nella definizione delle

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politiche e degli assetti del verde e dei parchi di livello comunale; e) il rispetto delle misure di tutela dell’aria, dell’acqua.

8.1.6 Piano Energetico Regionale (PER)

Il Piano Energetico Regionale è lo strumento di cui si avvale la Regione Lombardia per la pianificazione della sua politica energetica. Nel PER sono riportati gli obiettivi strategici e le linee d’intervento nell’ambito del settore energetico, i dati sui consumi di energia suddivisi per fonte energetica e gli scenari futuri. Gli obiettivi strategici principali del PER sono:  ridurre il costo dell'energia per contenere i costi per le famiglie e per migliorare la competitività del sistema delle imprese;  ridurre le emissioni climalteranti ed inquinanti, nel rispetto delle peculiarità dell'ambiente e del territorio;  promuovere la crescita competitiva dell'industria delle nuove tecnologie energetiche  prestare attenzione agli aspetti sociali e di tutela della salute dei cittadini collegati alle politiche energetiche, quali gli aspetti occupazionali, la tutela dei consumatori più deboli ed il miglioramento dell'informazione, in particolare sulla sostenibilità degli insediamenti e sulle compensazioni ambientali previste

OBIETTIVI PER Livello coerenza PGT Ridurre il costo dell'energia per contenere i Il nuovo PGT si pone tra gli obiettivi la costi per le famiglie e per migliorare la considerazione degli aspetti sovraordinati competitività del sistema delle imprese Ridurre le emissioni climalteranti ed inquinanti, (Ob_1). Occorrerà pertanto che all’interno del nel rispetto delle peculiarità dell'ambiente e nuovo piano vengano introdotte norme del territorio Promuovere la crescita competitiva specifiche inerenti il campo energetico, sia per dell'industria delle nuove tecnologie le nuove costruzioni, sia per il recupero di energetiche situazioni esistenti. Prestare attenzione agli aspetti sociali e di In particolare, potranno essere introdotte forme tutela della salute dei cittadini collegati alle politiche energetiche, quali gli aspetti incentive per la produzione di energia da fonti occupazionali, la tutela dei consumatori più rinnovabili, oppure per il raggiungimento di deboli ed il miglioramento dell'informazione, in particolare sulla sostenibilità degli insediamenti standard energetici di un certo livello. e sulle compensazioni ambientali previste

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8.1.7 Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR)

Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Pavia è stato approvato dalla Regione Lombardia con DGR n. 8/10483 del 9 novembre 2009 e pubblicato sul BURL (1° supplemento straordinario) del 24/11/2009. Gli obiettivi fondamentali, definiti nel Piano Provinciale di Gestione Rifiuti, possono essere così individuati:  contenimento/riduzione della produzione  recupero energetico  contenimento del fabbisogno di discarica  armonia con politiche ambientali locali e globali  conseguimento di migliori prestazioni energetico-ambientali rispetto all’attuale sistema  contenimento dei costi del sistema di gestione, anche attraverso azioni dell’Ente Provincia  rilancio del processo di presa di coscienza da parte dei cittadini della necessità di una gestione sostenibile dei rifiuti  solidità complessiva del sistema, inclusa dotazione delle potenzialità impiantistiche per la sussidiarietà interprovinciale  diminuzione della pericolosità dei rifiuti pericolosi;  massimizzazione dell’invio a recupero;  ottimizzazione delle fasi di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento.

Analisi di coerenza Secondo quanto riportato, si osserva come gli obiettivi del PRGR mirino a una gestione sostenibile dei rifiuti. Gli obiettivi del PGT non si pongono in contrasto con quelli del PPGR, anche se nel PGT non sono previste azioni mirate. Occorrerà valutare se le nuove trasformazioni previste comporteranno un notevole aumento di produzione dei rifiuti, considerando di conseguenza idonee misure di raccolta e gestione, anche sulla scorta di quanto segnalato dal CLIR, in qualità di soggetto interessato al processo di VAS del PGT.

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8.1.8 Rete Ecologica Regionale (RER)

Nel Paragrafo 5.5 “Quadro complessivo per il livello comunale e criteri attuativi generali” del documento “Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali”, allegato alla DGR VIII/10962 del 30 dicembre 2009 e s.m.i., vengono elencati alcuni indirizzi generali che devono essere recepiti a livello di DdP. E’ necessario promuovere la continuità della Rete Ecologica Regionale (punto 1.5.1 Doc.Piano P.T.R.); qualora a seguito delle valutazioni complessive del piano, una nuova trasformazione in grado di costituire barriera ambientale sia considerate inevitabile , il Documento di Piano (P.G.T.) deve indicare espressamente le misure di mitigazione da prevedere con particolare attenzione all’inserimento paesistico, e modalità di compensazione aggiuntive che devono essere attivate congiuntamente alla realizzazione dell’intervento e finalizzate al rafforzamento e al recupero del valore naturalistico ed ecologico all’interno del territorio comunale, con particolare attenzione alla realizzazione dei corridoi ecologici previsti dal Piano dei Servizi.

L’individuazione di interventi da realizzare a confine comunale deve avvenire (punto 1.5.1 Doc.Piano P.T.R.) garantendo forme di consultazione preventiva con le amministrazioni comunali confinanti, con prioritaria attenzione alla continuità della Rete Ecologica Regionale e al disegno dei corridoi contermini. Nel caso di interruzioni della continuità della rete dovranno essere previste, all’interno del Documento di Piano, misure di mitigazione , con particolare attenzione all’inserimento paesistico, nonché misure di compensazione aggiuntive che devono essere attivate congiuntamente alla realizzazione dell’intervento e finalizzate al rafforzamento e al recupero del valore naturalistico ed ecologico del contesto esteso anche ai comuni contermini.

Come già esposto nei punti precedenti, gli elementi della REC costituiranno sede prioritaria per la localizzazione di servizi ecosistemici definiti dal Piano del Servizi. Il progetto locale in sede di Piano dei Servizi individuerà le aree utilizzabili per la rete ecologica considerando prioritariamente le situazioni di proprietà pubblica od ove esistano (o si profilino) accordi con privati.

Le trasformazioni in grado di compromettere le condizioni esistenti di naturalità e/o funzionalità ecosistemica (connettività ecologica, produzione di biomasse con valenze anche naturalistiche ecc.) sono di regola da evitare accuratamente. Qualora in sede di pianificazione locale venga riconosciuta una indubbia rilevanza sociale, le trasformazioni su dette aree sensibili potranno essere realizzate solo prevedendo interventi di compensazione

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V.A.S. – Rapporto Ambientale P.G.T. Comune di Sartirana Lomellina (PV) naturalistica , da eseguire sullo stesso elemento della rete (corridoi o gangli primari). A tal fine le superfici di compensazione stimate sulla base della DDL 7 maggio 2007 n.4517 potranno essere aumentate sulla base di specifici studi che ne dimostrino tale necessità. Gli interventi collocati entro un corridoio primario dovranno in ogni caso garantire che rimanga permeabile una sezione trasversale libera adeguata ( non inferiore al 50% della sezione libera indicata dalla cartografia della RER, secondo le indicazioni del Documento di Piano del P.T.R.).

Nel caso in cui un corridoio e un elemento della rete sia localizzato vicino al confine tra ambito agricolo da P.T.C.P. e ambito urbano, in sede di P.G.T., si verificherà la possibilità di proporre all’amministrazione provinciale interessata la ridefinizione del perimetro degli ambiti. In sede di Piano delle Regole , ai consueti standard si aggiungeranno requisiti di qualità ambientale ecopaesistica , parametrati rispetto allo schema di rete ecologica, attraverso i quali favorire la realizzazione di porzioni di rete.

Nei casi in cui si intendano prevedere nuove trasformazioni entro elementi della Rete ecologica regionale primaria, si dovranno verificare le seguenti condizioni:  il P.G.T. del Comune relativo contenga ai fini dei Piani delle Regole e dei Servizi una Carta della rete ecologica comunale (REC ), o in alternativa una Carta ecopaesistica, redatte secondo le indicazioni di cui al precedente punto 5.5, che abbia individuato alternative funzionalmente equivalenti;  qualora il P.G.T. sia già stato approvato, ne sia stata redatta una variante con l’elaborato di cui al punto precedente;  la REC preveda lungo la direttrice del corridoio primario, anche attraverso divaricazioni esterne della linea principale, linee di connettività la cui sezione complessiva raggiunga tendenzialmente i 500 m;  siano stati preventivamente individuati adeguati interventi di ricostruzione ambientale compensativa convenzionati con i proprietari interessati

Si pongono alcune questioni relative al rapporto tra le regole vigenti nelle aree di competenza di un ente parco regionale, e le possibilità di pianificazione dei Comuni in tali aree. Essendo spesso proprio le aree di competenza dei parchi quelle di maggiore rilievo per le reti ecologiche, le indicazioni delle reti ecologiche comunali vanno integrate con quanto previsto dalle regole di governo del parco.

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Possono anche prodursi casi in cui le azioni di piano, in ambiti governati direttamente dal comune, producono interferenze critiche anche all’esterno, su aree governate dalle norme del parco. Si pongono problemi anche per la messa in atto di provvedimenti di mitigazione e compensazione su ambiti per i quali il comune ha competenza limitata. Ai fini di un quadro di riferimento strategico per la sostenibilità ambientale del Piano un ruolo essenziale potrà essere svolto dalla Carta eco-paesistica del territorio comunale di cui al punto 5.6, che potrà prevedere un meccanismo di trasferimento al territorio di più stretta competenza del Parco (esterno alle zone di iniziativa comunale o alle zone insediate non comprese nel perimetro del Parco) di una quota di risorse ecologiche generate dall’attuazione del Piano. Resta inteso che risultati di questo tipo potranno essere raggiunti solo con la condivisione da parte dei soggetti istituzionali interessati, e la condivisione da parte dei soggetti privati potenzialmente interessati.

Si riporta inoltre lo schema delle regole da prevedere negli strumenti di pianificazione, riportato al paragrafo “ 2.5 Condizionamenti ed opportunità nella RER primaria” del documento “Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali”, allegato alla DGR VIII/10962 del 30 dicembre 2009 e s.m.i. Regole da prevedere negli strumenti di pianificazione Elementi della RER Condizionamenti Opportunità Evitare come criterio ordinario nuove trasformazioni. Corridoi regionali In caso di trasformazioni strategiche primari a bassa o per esigenze territoriali, moderata mantenimento in ogni caso almeno antropizzazione del 50% della sezione prevista Allocazione preferenziale di dalla RER (500 m) progetti regionali, contributi, Corridoi regionali Evitare come regola generale nuove misure agro-ambientali, primari ad alta trasformazioni dei suoli. In casi di compensazioni derivanti da antropizzazione trasformazioni giudicate strategiche trasformazioni allocate per esigenze territoriali, le stesse altrove. troveranno adeguata motivazione attraverso l’attuazione della procedura di Valutazione d’Incidenza al fine di garantire il mantenimento della funzionalità

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globale di Rete Natura 2000 in merito all’adeguata conservazione di habitat e specie protette e, conseguentemente, individuare gli interventi di deframmentazione sulle aree investite e gli interventi di rinaturazione compensativa. Evitare come criterio ordinario: Allocazione di progetti - la riduzione dei varchi di rilevanza regionali, contributi, misure regionale; agro-ambientali, - l’eliminazione degli elementi compensazioni presenti di naturalità; - l’inserimento nelle “aree di trasformazione” previste dai PGT. In casi di trasformazioni giudicate strategiche per esigenze territoriali, l’autorità competente dei relativi Elementi di primo procedimenti di VAS e/o di VIA livello (e Gangli valuterà la necessità di applicare primari- vedi nota 1) anche la Valutazione d’Incidenza, al fine di considerare e, se del caso, di garantire il mantenimento della funzionalità globale di Rete Natura 2000 in merito alla adeguata conservazione di habitat e specie protette e, conseguentemente, individuare i necessari interventi di rinaturazione compensativa.

Nota 1: i gangli sono individuabili nella cartografia di dettaglio 1:25.000 della RER della Pianura Padana e Oltrepò Pavese.

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Infine, i principali indirizzi per il territorio di Sartirana, connessi alle aree prioritarie sono: - conservazione della continuità territoriale; - mantenimento delle zone umide residuali e del reticolo di canali irrigui; - mantenimento del reticolo di canali e gestione della vegetazione spondale con criteri più naturalistici, eventualmente facendo ricorso a incentivi del PSR; - conservazione e consolidamento delle piccole aree palustri residue; - mantenimento della destinazione agricolo-forestale dell’area; - incremento delle azioni di rinaturalizzazione della fascia golenale attraverso l’applicazione delle misure agroambientali del PSR; - favorire interventi di deframmentazione; - evitare la dispersione urbana; - prevedere, per i progetti di opere che possono incrementare la frammentazione ecologica, opere di mitigazione e di inserimento ambientale. Prevedere opere di deframmentazione in particolare a favorire la connettività con aree sorgente (Aree prioritarie) e tra aree sorgente. Analisi di coerenza

Il nuovo PGT si pone come obiettivo quello di considerare i contenuti della Rete Ecologica Regionale (Ob_1).

Il piano mira al tempo stesso ad uno sviluppo residenziale (Ob_3) , il che comporterà necessariamente ad una serie di considerazioni da effettuare sulle entità, la localizzazione e le caratteristiche degli ambiti di trasformazione previsti.

In particolare, bisognerà considerare il coinvolgimento o meno dei corridoi primari, di elementi di primo livello e delle aree prioritarie.

Essendo il territorio caratterizzato dalla presenza di numerosi elementi della Rete Ecologica (corridoi primari, elementi di primo livello, aree prioritarie per la biodiversità), occorrerà valutare il mantenimento complessivo della Rete Ecologica, l’eventuale frammentazione localizzata in corrispondenza degli ambiti di trasformazione previsti, le eventuali misure di mitigazione e compensazione necessarie al fine di mantenere la continuità della rete stessa.

Il tutto dovrà concretizzarsi nell’attuazione di una Rete Ecologica Comunale, come indicato dalla normativa vigente in materia.

L’ulteriore obiettivo di salvaguardia delle aree agricole e di rinaturalizzazione paesistica dovrebbe supportare lo sviluppo di tale Rete (Ob_7).

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8.1.9 Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)

Il Piano di Assetto Idrogeologico (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 maggio 2001) rappresenta lo strumento che consolida e unifica la pianificazione di bacino per l'assetto idrogeologico, coordinando le determinazioni precedentemente assunte con: - il Piano Stralcio per la realizzazione degli interventi necessari al ripristino dell’assetto idraulico, alla eliminazione delle situazioni di dissesto idrogeologico e alla prevenzione dei rischi idrogeologici, nonché per il ripristino delle aree di esondazione - PS 45; - il Piano stralcio delle Fasce Fluviali – PSF; - il Piano straordinario per le aree a rischio idrogeologico molto elevato- PS 267; In taluni casi precisandoli e adeguandoli al carattere integrato e interrelato richiesto al piano di bacino. L'ambito territoriale di riferimento del PAI è costituito dall'intero bacino idrografico del fiume Po chiuso all'incile del Po di Goro, ad esclusione del Delta, per il quale è previsto un atto di pianificazione separato (il Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino ha adottato, con Deliberazione n. 26 del 12 dicembre 2001, un Progetto di piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico del Delta -PAI Delta-. Il “Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico” ha lo scopo di assicurare, attraverso la programmazione di opere strutturali, vincoli, direttive, la difesa del suolo rispetto al dissesto di natura idraulica e idrogeologica e la tutela degli aspetti ambientali a esso connessi, in coerenza con le finalità generali e indicate all’art. 3 della legge 183/89 e con i contenuti del Piano di bacino fissati all’art. 17 della stessa legge.

OBIETTIVI PAI Livello coerenza PGT Garantire un livello di sicurezza adeguato sul Il nuovo PGT mira alla salvaguardia degli territorio elementi naturali dei luoghi, comprendenti Conseguire un recupero della funzionalità dei pertanto i corsi d’acqua superficiali (Ob_7). sistemi naturali (anche tramite la riduzione dell’artificialità conseguente alle opere di Il territorio comunale è interessato difesa), il ripristino, la riqualificazione e la marginalmente dalla presenza del fiume Po. tutela delle caratteristiche ambientali del Occorrerà valutare eventuali trasformazioni territorio, il recupero delle aree fluviali a utilizzi ricreativi localizzate nei pressi del fiume o dell’argine Conseguire il recupero degli ambiti fluviali e esistente e riportare all’interno delle norme di del sistema idrico quale elementi centrali attuazione del piano la normativa specifica del dell’assetto territoriale del bacino idrografico Raggiungere condizioni di usi del suolo PAI. compatibili con le caratteristiche dei sistemi idrografici e dei versanti, funzionali a

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conseguire effetti di stabilizzazione e consolidamento dei terreni e di riduzione dei deflussi di piena

8.1.10 PRG/PGT dei comuni limitrofi

Al fine di individuare delle strategie di sviluppo che consentano una gestione territoriale allargata e condivisa, rispetto alle diverse strategie di gestione territoriale che sono state messe in campo non solo dai diversi soggetti sovraordinati ma anche dalle realtà territoriali direttamente a contatto con il Comune di Sartirana Lomellina, si è proceduto a una verifica relativamente alla coerenza tra gli obiettivi di pianificazione individuati nel PGT in oggetto rispetto a quelli definiti negli strumenti urbanistici individuati per i comuni contermini.

coerente con gli obiettivi individuati dal PGT di Sartirana Lomellina

parzialmente coerente con gli obiettivi individuati nel PGT di Sartirana Lomellina

non coerente con gli obiettivi individuati nel PGT di Sartirana Lomellina

----- nessuna correlazione

Comune di Mede E’ in fase di realizzazione il nuovo Piano di Governo del Territorio, i cui obiettivi sono desumibili all’interno del Documento di Scoping, pubblicato ai fini dell’indizione della conferenza introduttiva della VAS. SETTORE OBIETTIVI Livello coerenza PGT Nuove aree produttive (artigianale e industriale) di iniziativa privata (PL) sia mediante individuazione di aree ex-novo sia tramite

ampliamenti di aree SETTORE PRODUTTIVO preesistenti. Devono essere tenute in debito conto le infrastrutture e le reti tecnologiche presenti in loco e nelle vicinanze. Individuazione di aree di -----

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iniziativa pubblica (PIP), di piccole dimensioni (5.000- 10.000 mq), in prossimità di aree già urbanizzate. Salvaguardia delle attività commerciali esistenti di vicinato e delle medie strutture di vendita. Recupero di aree produttive dismesse, anche finalizzate all’insediamento commerciale, condizionato alla presenza di attività già insediate sul territorio comunale, con previsione urbanistica a vantaggio della collettività. Semplificazione e agevolazione normativa mirata al recupero del patrimonio esistente. Individuazione puntuale e

precisa dei vincoli ostativi e limitativi dell’edificazione Conferme delle realtà residenziali, all’interno del territorio agricolo, con possibilità di ampliamento Individuazione precisa degli immobili, isolato o comparto, soggetti a piani preventivi di SETTORE RESIDENZIALE recupero Individuazione delle modalità attuative per gli interventi di incremento dell’efficienza energetica, tra cui

l’installazione di impianti solari termici o fotovoltaici, nelle zone escluse dalla normativa di cui al D.Lgs. 115/2008 art.11 terzo comma e s.m.i. Mantenimento dei Piani di Lottizzazione residenziali,

finalizzati esclusivamente alla colmazione dei prezzi di mercato, nel caso che si

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riscontri la reale, concreta ed imminente possibilità di attuazione, fatto salvo il mantenimento della capacità insediativa sui parametri dimensionali del PRG. Lo sviluppo residenziale dovrà essere programmato mediante: - l’utilizzo di aree interne al centro abitato; - l’individuazione di aree contigue al centro abitato; - l’eventuale individuazione di aree nelle frazioni, in adiacenza all’abitato. Previsioni realistiche sui parcheggi e sui percorsi viabilistici Individuazione di soluzioni progettuali per il traffico urbano in funzione delle previsioni di espansione residenziale, di servizio e pubbliche Individuazione di aree a SETTORE DELLE parcheggio a ridosso o INFRASTRUTTURE PUBBLICHE all’interno del centro storico

nei piani attuativi, con eventuale possibilità di incentivi urbanistici per la loro realizzazione Verifica delle previsioni delle aree a standard per la realizzazione delle infrastrutture scolastiche, sportive, ricreative.

Mantenimento della salvaguardia del territorio ad SETTORE AGRICOLO E uso agricolo con divieto per TERRITORIALE IN GENERE qualsiasi attività che contrasti con la tutela del territorio e dell’ambiente

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Limitazione delle aree soggette ad escavazione a fini commerciali Salvaguardia e tutela del reticolo idrico e viario

SETTORE OBIETTIVI Livello coerenza PGT Formulazione di indici e parametri urbanistici impostati a criteri di semplicità e chiarezza ma anche di completezza e precisione Inserimento di agevolazioni, anche volumetriche, per la realizzazione di edifici che rispettino i parametri climatici che rientrino nella classe A o superiori Attenzione agli interventi di NORMATIVA TECNICA recupero energetico, di impianti fotovoltaici e termico solari. Agevolazioni anche volumetriche, per la realizzazione di impianti geotermici che permettano,

unitariamente ad altri interventi, di classificare l’immobile di classe A o superiore, ovvero che diano sensibili abbattimenti sui consumi energetici ad emissione in atmosfera di CO2.

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Comune di Semiana Il Comune di Semiana è dotato di Piano di Governo del Territorio approvato definitivamente con D.C.C. n.24 del 08/09/2009, non ancora pubblicato sul B.U.R.L. Il Piano non prevede particolari trasformazioni del suolo, se non a livello locale, pertanto non ci sono ricadute nel Comune di Sartirana Lomellina. Gli obiettivi sotto riportati sono stati estrapolati dalla Relazione generale del Documento di Piano del PGT di Semiana. OBIETTIVI Livello di coerenza PGT Recupero di vecchi nuclei cascinali ; Recupero delle aree residenziali esistenti (aree residenziali consolidate) - Realizzazione di nuove aree verdi soprattutto con riguardo alle aree edificabili; - Piantumazione di una fascia alberata, laterale alla Roggia Raina; - Realizzazione di un’area a verde a divisione tra l’area produttiva e quella residenziale Inserimento di una piazzola ecologica

Realizzazione di un viale che porta al cimitero e individuazione di adeguati accorgimenti atti a ----- regolamentare e limitare l’impatto del traffico veicolare in particolare quello pesante Divieto alle medie e grandi strutture di vendita

Incentivazione al recupero dei fabbricati rurali con finalità residenziali - conferma delle attività agricole presenti; - conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale; - individuazione di eventuali ambiti da riservare a particolare tutela; -individuazione di percorsi di interesse paesaggistico; - individuazione e classificazione di fabbricati connotativi dell’architettura rurale; - divieto di realizzare impianti fortemente contrastanti con la realtà agricola ed il paesaggio rurale; - previsione di adeguate misure di contenimento e mitigazione attraverso l’impiego di impianti vegetali ad alto fusto con funzione di mascheramento e filtro ambientale.

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Comune di Valle Lomellina Il Comune di Valle Lomellina sta attualmente redigendo il nuovo Piano di Governo del Territorio, il quale prevede un’importante trasformazione del suolo, costituita da una tangenziale esterna al paese, al fine di evitare il traffico veicolare pesante nel centro abitato. Tale trasformazione non risulta comunque interessare il territorio di Sartirana Lomellina. OBIETTIVI Livello di coerenza PGT

Trasformazione delle aree intercluse

Recupero del deficit di standard urbanistici tramite la cessione al Comune di una parte degli ----- Ambiti di Trasformazione Riqualificazione della città esistente

Potenziamento dell’accessibilità

Qualità delle trasformazioni urbane

I restanti Comuni di Valmacca, Bozzole, Torre Beretti e Castellaro, non presentano previsioni particolari, da interferire con il comune di Sartirana Lomellina. Il Comune di Breme ha di recente avviato il procedimento per la redazione del Piano di Governo del Territorio, ma non sono ancora presenti elaborati in merito.

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9. OBIETTIVI E AZIONI

Di seguito sono brevemente elencate le diverse azioni individuate nel PGT finalizzate alla risoluzione delle criticità che caratterizzano il territorio comunale oltre a altre finalizzate a favorire lo sviluppo socio economico del territorio. (1) Considerazione nel piano degli aspetti sovraordinati (Ob_1) 1.1 Recepimento delle indicazioni contenute nel PTCP, nel PTPR e nella Rete Ecologica Regionale; 1.1.1 Tutela dei caratteri e dell’unitarietà degli spazi aperti (Az_1); 1.1.2 Utilizzo dello strumento della compensazione urbanistica; (Az_2); (2) Completamento residenziale del tessuto urbano (Ob_2) 2.1 Adeguamento di aree esistenti idonee al completamento urbano; 2.1.1 Spunti per la riqualificazione di aree inutilizzate o sotto-utilizzate nel tessuto esistente (Az_3); 2.1.2 Maggiore cura nelle trasformazioni delle aree della città esistente (Az_4);

(3) Offrire un’opportunità di sviluppo residenziale, coerente con il contesto territoriale e sostenibile dal punto di vista ambientale (Ob_3) 3.1. Individuazione di due ambiti di trasformazione a carattere residenziale in adiacenza al tessuto urbano consolidato (AT2-RE, AT3-RE); 3.1.1 Utilizzo di un linguaggio architettonico tipico del contesto territoriale (colori, materiali…) (Az_5); 3.1.2 Incentivazione volumetrica per gli intereventi volti alla sostenibilità ambientale (pannelli solari, fotovoltaici, classe energetica A) (Az_6); 3.1.3 Utilizzo di un indice volumetrico e di un rapporto di copertura relativamente basso (Az_7); 3.1.4 Mitigazione dell’espansione residenziale (Az_8);

(4) Completamento artigianale del tessuto urbano (Ob_4) 4.1 Adeguamento di aree esistenti idonee al completamento urbano; 4.1.1 Spunti per il completamento di aree inutilizzate o sotto-utilizzate nel tessuto artigianale esistente (Az_9); (5) Offrire un’opportunità di recupero per gli edifici rurali in disuso ed in declino (Ob_5) 5.1. Favorire il recupero del patrimonio edilizio rurale; 5.1.1 Utilizzo di un linguaggio architettonico tipico del contesto territoriale (colori, materiali..) (Az_10); 5.2. Recupero del patrimonio edilizio rurale a fini residenziali (AT1-RR, AT5-RR);

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5.2.1 Utilizzo di un linguaggio architettonico tipico del contesto territoriale (colori, materiali..) (Az_11); 5.2.2 Obbligo di interventi volti alla sostenibilità ambientale (pannelli solari, impianti fotovoltaici…) (Az_12); 5.2.3 Mitigazione ambientale dell’intervento (Az_13);

(6) Completamento e potenziamento della struttura viabilistica (Ob_6) 6.1. Nuova viabilità a supporto degli ambiti di trasformazione; 6.1.1 Nuova viabilità interna all’ambito di trasformazione residenziale ATR-RE (Az_14); 6.2 Completamento di tratti di viabilità esistente; 6.2.1 Completamento di via Torniella, al fine di eliminarne il fondo cieco (Az_15);

(7) Salvaguardia delle aree agricole ed interventi di rinaturalizzazione paesistica (Ob_7)

7.1. Valorizzazione del paesaggio rurale e salvaguardia degli elementi naturali dei luoghi; 7.1.1 Recupero del patrimonio rurale nel rispetto delle caratteristiche di maggior valore e pregio storico-architettonico (Az_16); 7.1.2 Maggiore attenzione agli elementi costitutivi del patrimonio naturale e della rete ecologica (Az_17);

(8) Potenziamento del sistema dei servizi attuali (Ob_8) 8.1. Incremento delle aree di alcuni servizi esistenti; 8.1.1 Possibilità di ampliamento della Residenza Sanitaria Assistenziale, per la realizzazione di un centro diurno (Az_18); 8.1.2 Inserimento di standard urbanistici per parcheggi pubblici e verde all’interno degli Ambiti di Trasformazione (Az_19); 8.1.3 Attuazione della Rete Ecologica Comunale (Az_20);

(9) Offrire un’opportunità di sviluppo economico, attraverso il recupero di un’area da destinare al settore- terziario-commerciale (Ob_9) 9.1. Individuazione di un ambito di recupero a fine terziario-commerciale; 9.1.1 Utilizzo di un linguaggio architettonico tipico del contesto territoriale (colori, materiali..) (Az_21); 9.1.2 Verifica di congruenza con il Piano del Commercio (Az_22);

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9.1 OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE Le informazioni e considerazioni proposte in precedenza hanno consentito di inquadrare il contesto ambientale attraverso tutte le sue variabili principali. Le informazioni desunte dall’analisi di contesto effettuata sono state condensate nella SWOT evidenziando, appunto, i diversi punti di forza, debolezza, opportunità e minaccia. L’analisi SWOT focalizza l’attenzione sulle tematiche più rilevanti e si dimostra propedeutica alla selezione di un set di obiettivi di sostenibilità che sia coerente con le strategie di livello sovracomunale e che contemporaneamente rifletta le esigenze della realtà locale. Gli obiettivi di sostenibilità sono stati individuati analizzando quelli enunciati da piani e normative sovra ordinati al PGT e operando una selezione per rispondere alle criticità specifiche del territorio di Sartirana Lomellina.

AMBITO AMBIENTALE OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ POPOLAZIONE E SVILUPPO Contribuire ad un elevato livello di qualità della DEMOGRAFICO vita e di benessere sociale per i cittadini, attraverso un ambiente in cui il livello d’inquinamento non provochi effetti nocivi per la salute umana e l’ambiente e attraverso uno sviluppo urbano sostenibile. SUOLO E SOTTOSUOLO -Promuovere la localizzazione e la realizzazione delle espansioni insediative in modo rispettoso dei caratteri territoriali, paesaggistici e ambientali; -Assicurare un utilizzo razionale del sottosuolo MOBILITA’ E TRASPORTI Garantire la sostenibilità dei trasporti, una mobilità sicura, protetta e rispettosa dell’ambiente PAESAGGIO, BENI CULTURALI Incentivare la salvaguardia, la gestione e la valorizzazione delle risorse fisiche, ambientali e culturali. ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Promuovere il miglioramento della qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei, prevenendo l’inquinamento e promuovendo l’uso sostenibile delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili; ECOSISTEMI E BIODIVERSITA’ Proteggere la biodiversità e ripristino delle situazioni ottimali negli ecosistemi per contrastare la scomparsa delle specie animali e vegetali e la minaccia agli habitat e dei paesaggi

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ENERGIA E FONTI RINNOVABILI -Promuovere un utilizzo razionale di energia al fine di contenere i consumi energetici; -Promuovere e incrementare lo sviluppo e l’utilizzo di fonti rinnovabili e energia RIFIUTI Promuovere una migliore gestione dei rifiuti (riduzione della produzione di rifiuti, recupero materia e recupero energetico dei rifiuti, riciclaggio) ATMOSFERA Mantenere le concentrazioni di inquinanti e di gas serra al di sotto di limiti che escludano danni alla salute umana, agli ecosistemi e al patrimonio monumentale. RUMORE Tutelare l’ambiente esterno e abitativo dall’inquinamento acustico LUMINOSITA’ Ridurre l’inquinamento luminoso e ottico sul territorio regionale RADIAZIONI -Prevenire e ridurre l’inquinamento indoor e le esposizioni al radon.

9.2 LIVELLO DI SOSTENIBILITA’ DELLE AZIONI DI PIANO Di seguito viene valutate se le diverse azioni previste nello strumento di piano (PGT) risultano in accordo con gli obiettivi di sostenibilità individuati in precedenza.

AMBITO AMBIENTALE OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ AZIONI DEL PGT POPOLAZIONE E SVILUPPO Contribuire ad un elevato livello di Az_4 , Az_ 6, Az_ 8, DEMOGRAFICO qualità della vita e di benessere Az_18 sociale per i cittadini, attraverso un ambiente in cui il livello d’inquinamento non provochi effetti nocivi per la salute umana e l’ambiente e attraverso uno sviluppo urbano sostenibile. SUOLO E SOTTOSUOLO -Promuovere la localizzazione e la Az_1, Az_2, Az_3, realizzazione delle espansioni Az_4, Az_5, Az_6, insediative in modo rispettoso Az_7, Az_8, Az_16, dei caratteri territoriali, Az_17 paesaggistici e ambientali; -Assicurare un utilizzo razionale del sottosuolo MOBILITA’ E TRASPORTI Garantire la sostenibilità dei Az_14, Az_15 trasporti, una mobilità sicura, protetta e rispettosa

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dell’ambiente Incentivare la salvaguardia, la Az_1 , Az_5 , Az_8, PAESAGGIO, BENI gestione e la valorizzazione Az_10, Az_13, Az_16, CULTURALI delle risorse fisiche, ambientali e Az_17, Az_20 culturali. Promuovere il miglioramento della Non vi sono azioni rivolte qualità dei corpi idrici al raggiungimento di tale ACQUE SUPERFICIALI E superficiali e sotterranei, obiettivo prevenendo l’inquinamento e SOTTERRANEE promuovendo l’uso sostenibile delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili; Proteggere la biodiversità e Az_1, Az_16, Az_17 , ripristino delle situazioni ottimali Az_20 ECOSISTEMI E BIODIVERSITA’ negli ecosistemi per contrastare la scomparsa delle specie animali e vegetali e la minaccia agli habitat e dei paesaggi -Promuovere un utilizzo razionale di Az_4, Az_6, Az_12 energia al fine di contenere i ENERGIA E FONTI consumi energetici; RINNOVABILI -Promuovere e incrementare lo sviluppo e l’utilizzo di fonti rinnovabili e energia Promuovere una migliore gestione Non vi sono azioni rivolte dei rifiuti (riduzione della al raggiungimento di tale RIFIUTI produzione di rifiuti, recupero obiettivo materia e recupero energetico dei rifiuti, riciclaggio) Mantenere le concentrazioni di Az_ 6 inquinanti e di gas serra al di ATMOSFERA sotto di limiti che escludano danni alla salute umana, agli ecosistemi e al patrimonio monumentale. Tutelare l’ambiente esterno e Non vi sono azioni rivolte RUMORE abitativo dall’inquinamento al raggiungimento di tale acustico obiettivo Ridurre l’inquinamento luminoso e Non vi sono azioni rivolte LUMINOSITA’ ottico sul territorio regionale al raggiungimento di tale obiettivo -Prevenire e ridurre l’inquinamento Non vi sono azioni rivolte RADIAZIONI indoor e le esposizioni al al raggiungimento di tale radon. obiettivo

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10. ALTERNATIVE DI PIANO

Il confronto delle alternative deve essere affrontato in considerazione della realtà territoriale in cui si inseriscono le scelte e rispetto alla valutazione dell’evoluzione che il territorio avrebbe in assenza delle previsioni di Piano La realtà agricola di Sartirana Lomellina presenta una situazione territoriale strutturata e consolidata nel tempo con ancora buone potenzialità ambientali; al tempo stesso si è sviluppata nel corso degli ultimi anni una modesta realtà sociale basata sullo sviluppo residenziale ed artigianale. Un percorso ragionevole può essere quello di partire dall’analisi della situazione urbanistica, sociale, territoriale ed ambientale esistente per proporre modificazioni che riescano a: - riqualificare e migliorare situazioni di criticità che si sono realizzate nel tempo; - completare ambiti urbanistici sulle base anche delle normative di tutela ambientale; - individuare nuovi possibili ambiti di intervento programmati e pianificati nell’ottica della minimizzazione degli impatti ambientali e della ottimizzazione dei benefici socio-economici.

Sulla base di queste considerazioni sono state analizzate due alternative progettuali, oltre all’opzione zero e quella di piano. Tali alternative sono di indirizzo e di politica territoriale. Opzione zero: viene mantenuta la disponibilità di superficie edificata residenziale e produttiva e non vengono effettuate variazioni rispetto alla situazione urbanistica attuale; Opzione Uno: Le trasformazioni urbanistiche sono volte alla razionalizzazione degli spazi già urbanizzati e al riutilizzo di aree dismesse. Opzione Due: Le trasformazioni urbanistiche sono rivolte verso le aree oggi libere a corona del centro abitato Opzione Piano: Si cerca un bilanciamento tra le due ipotesi, cercando di limitare gli impatti ambientali.

L’opzione di Piano è nata dall’analisi accurata sia delle richieste dei cittadini sia dalla volontà espressa dall’amministrazione comunale; come già accennato nell’analisi delle singole richieste all’interno del Documento di Scoping, alcune aree, per scarsa fattibilità procedurale e scarsa compatibilità ambientale non sono state inserite nella Bozza del Documento di Piano; si è limitato l’inserimento a solo quelle aree che risultano fattibili dal punto di vista della fattibilità

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V.A.S. – Rapporto Ambientale P.G.T. Comune di Sartirana Lomellina (PV) realizzativa ed economica, in quanto i richiedenti hanno avanzato intenzioni concrete di una loro realizzazione.

RESIDENZA

OPZIONE ZERO

POTENZIALITA’ CRITICITA’ - Nessun consumo di suolo agricolo; - Lentezza del processo; - Maggiore attenzione al recupero del - Scarsa possibilità di incrementare lo patrimonio edilizio esistente; sviluppo del paese; - Valorizzazione immobiliare delle aree - Scarsa possibilità di aumentare in modo esistenti significativo la dotazione di servizi per la collettività

OPPORTUNITA’ RISCHI - Rischio di non dare una risposta adeguata - Opportunità di investire sul patrimonio alle esigenze; esistente con interventi di riqualificazione - Rischio di non attivare risorse per la delle prestazioni energetiche degli edifici realizzazione di servizi collettivi; - Rischio di una contrazione del settore edilizio

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OPZIONE UNO

POTENZIALITA’ CRITICITA’ - Nessun consumo di suolo agricolo; - Lentezza del processo; - Riqualificazione di aree urbane; - Scarsa possibilità di incrementare lo - Eliminazioni di immobili e degrado sviluppo del paese; ambientale non coerente con il contesto - Scarsa possibilità di aumentare in modo urbano significativo la dotazione di servizi per la collettività; - Limitazione delle azioni di riordino urbano alle aree occupate dai vecchi immobili - Costi elevati degli interventi

OPPORTUNITA’ RISCHI - Rischio di non dare una risposta adeguata - Opportunità di investire sul patrimonio alle esigenze dimostrate; esistente con interventi di riqualificazione - Rischio di non attivare risorse per la delle prestazioni energetiche degli edifici realizzazione di servizi collettivi

OPZIONE DUE

POTENZIALITA’ CRITICITA’ - Potenzialità di intervenire con un’edilizia di - Alto consumo di suolo agricolo; nuova concezione e alta qualità; - Costi maggiori di urbanizzazione e di - Offerta di tipologia abitativa migliore; gestione - Riqualificazione dell’intero complesso urbano

OPPORTUNITA’ RISCHI - Rischio di non incentivare il recupero del - Maggiore dotazione di risorse per interventi patrimonio edilizio esistente; di interesse pubblico e strategico; - Rischio di favorire le imprese edili più strutturate a scapito degli artigiani o imprese di dimensioni più piccole

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OPZIONE PIANO

POTENZIALITA’ CRITICITA’ - Interventi più mirati e rispondenti alle - Consumo di suolo agricolo richieste effettuate; - Azioni di riqualificazione del tessuto esistente; - Incentivazione del recupero edilizio a favore di un risparmio energetico; - Offerte di tipologia abitativa migliore, con un’edilizia di nuova concezione ed alta qualità;

OPPORTUNITA’ RISCHI - Rischio che si sviluppino prevalentemente - Opportunità per il settore edilizio in tutte le le aree di nuova espansione a scapito del sue componenti; recupero edilizio. - Possibilità di risorse per interventi di interesse pubblico e strategico

ARTIGIANATO - INDUSTRIA OPZIONE ZERO POTENZIALITA’ CRITICITA’ - Nessun consumo di suolo agricolo; - Ostacolo all’insediamento di nuove attività; - Non coerente con gli investimenti e programmi degli enti sovraordinati; - Effetti negativi sull’indotto; - Ostacolo all’imprenditoria locale OPPORTUNITA’ RISCHI - Incentivazione di nuove forme e tipi di - Mancanza nell’individuazione di attività economica un’alternativa al settore secondario di sviluppo socio-economico

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OPZIONE UNO POTENZIALITA’ CRITICITA’ - Nessun consumo di suolo agricolo; - Lentezza del processo; - Riqualificazione di aree urbane; - Scarsa possibilità di incrementare lo - Eliminazioni di immobili e degrado sviluppo del paese; ambientale non coerente con il contesto - Scarsa possibilità di aumentare in modo urbano significativo la dotazione di servizi per la collettività; - Limitazione delle azioni di riordino urbano alle aree occupate dai vecchi immobili; - Costi elevati degli interventi OPPORTUNITA’ RISCHI - Opportunità di investire sul patrimonio - Rischio di non dare una risposta adeguata esistente con interventi di riqualificazione; alle esigenze dimostrate; delle prestazioni energetiche degli edifici - Rischio di non attivare risorse per la realizzazione di servizi collettivi

OPZIONE DUE POTENZIALITA’ CRITICITA’ - Coerente con gli investimenti e programmi - Consumo di suolo; degli enti sovraordinati; - Aumento delle pressioni sull’ambiente: aria, - Attivazione di risorse per servizi alle acqua, rumore…; imprese esistenti; - Alterazione della struttura territoriale OPPORTUNITA’ RISCHI - Possibilità di incentivare investimenti per la - Non incentivare investimenti in altre attività riqualificazione delle imprese in termini di economiche rispetto ambientale; - Possibilità di incrementare la qualità delle attrezzature per l’industria

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OPZIONE PIANO POTENZIALITA’ CRITICITA’ - Interventi più mirati e rispondenti alle - Aumento delle pressioni sull’ambiente: aria, richieste effettuate; acqua, rumore…; - Azioni di riqualificazione del tessuto esistente; - Incentivazione del recupero edilizio a favore di un risparmio energetico; - Attivazione di risorse per servizi alle imprese esistenti; OPPORTUNITA’ RISCHI - Possibilità di incentivare investimenti per la - Rischio che si sviluppino prioritariamente le riqualificazione delle imprese in termini di aree di completamento a scapito del rispetto ambientale; recupero edilizio - Possibilità di incrementare la qualità delle attrezzature per l’industria; - Incremento delle opportunità occupazionali

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11. STIMA DEGLI EFFETTI

Di seguito si è proceduto a una valutazione di dettaglio in merito ai possibili effetti, sia negativi sia positivi, che l’applicazione delle diverse azioni previste nel PGT potrebbe sortire sulle componenti ambientali proposte nella tabella di seguito riportata:

COMPONENTE IN ANALISI DESCRIZIONE Si valuta come questa componente possa essere SUOLO compromessa dal punto di vista del suo utilizzo e della sua compromissione. Si valutano i possibili effetti sulla qualità delle acque, sia ACQUA di superficie che profonde, oltre ad un suo uso ponderato Si valuta come le azioni di piano possano rappresentare un elemento detrattore o intrusivo del paesaggio o di PAESAGGIO discontinuità percettiva, piuttosto che caratterizzarsi per una positiva valenza di salvaguardia Si valutano i possibili effetti che le azioni di piano NATURA/BIODIVERSITA’ potrebbero avere sulla componente naturale del contesto Si valuta come l’azione possa rappresentare o meno una BILANCIO ECONOMICO fonte di risparmio o di impiego di risorse da parte dei diversi sostenitori economici Si valutano le possibili incidenze che l’attuazione POPOLAZIONE dell’azione potrebbe avere sulla popolazione (es. variazione andamento demografico) Si valutano i possibili effetti che le azioni potrebbero avere sulla salute umana (considerando anche quanto SALUTE UMANA precedentemente affermato per le componenti naturali quali aria, acqua, suolo, ecc) Si valutano le azioni di piano dal punto di vista della PATRIMONIO SOCIO/CULTURALE salvaguardia di tale patrimonio. Si valuta il possibile incremento di tale fonte a seguito RUMORE dell’introduzione delle azioni di piano Si valuta come le azioni previste possano portare ad un ENERGIA risparmio energetico o ad una fonte di produzione. Si valuta l’eventuale incidenza che le azioni potrebbero ARIA avere sulla peggioramento/preservazione/miglioramento dell’aria Si valutano i possibili effetti sull’attuale produzione e RIFIUTI gestione dei rifiuti

Nelle tabelle seguenti sono brevemente analizzate le potenziali valenze che le diverse azioni potrebbero sortire sul territorio, rimandando, comunque, alle fasi di attuazione del Piano per una concretizzazione delle ipotesi formulate.

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AZIONE Tutela dei caratteri e dell’ unitarietà degli spazi aperti; (Az_1) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Considerazione nel piano degli aspetti sovraordinati (Ob_1) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Tra i primari obiettivi della pianificazione comunale vi è anche quello di tutelare i caratteri e l’unitarietà degli spazi aperti, infatti, solo in questo modo appare possibile favorire uno sviluppo sostenibile.

AZIONE Utilizzo dello strumento della compensazione urbanistica; (Az_2) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Considerazione nel piano degli aspetti sovraordinati (Ob_1) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Lo sviluppo di un determinato territorio, spesso risulta essere uno degli elementi imprescindibili al fine di garantire nuovi investimenti ed una delle priorità delle amministrazioni comunali in quanto fattore di sviluppo e viatico per incamerare delle risorse. Tale strategia di sviluppo, non potendola fermare, ed essendo già ampiamente diffusa e consolidata, deve però essere adeguatamente valutata e soppesata infatti, a volte può capitare che una libera e spregiudicata crescita comporti, nel lungo periodo, a un profondo e irreversibile impoverimento del territorio. Al fine di ovviare a una problematica come quella illustrata in precedenza, appare di sostanziale importanza provvedere a individuare delle direttrici di sviluppo, le quali debbono sicuramente contenere anche delle linee guida che consentano di compensare, in modo adeguato, gli interventi edificatori e, comunque, di consumo di suolo che con il tempo si susseguono. In tal senso, la definizione di aree in cui preferibilmente procedere alla realizzazione di interventi di compensazione, oltre alla definizione di un target di opere da realizzarsi, appare una delle strategie di maggior successo. Tra i primari obiettivi della pianificazione comunale vi è perciò quello di garantire un’idonea compensazione ambientale delle aree trasformate, riferendosi in particolar modo a quelle aree localizzate all’interno degli Elementi di Primo livello, così come previsto dai piani sovra comunali e dagli indirizzi della Rete Ecologica Regionale.

AZIONE Spunti per la riqualificazione di aree inutilizzate o sotto -utilizzate nel tessuto esistente; (Az_3 ) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Completamento residenziale del tessuto urbano (Ob_2) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI L’individuazione, anche puntuale, di interventi che possano fav orire il recupero di realtà , limitando la nuova edificazione, risulta essere anche uno degli obiettivi previsti nella legge regionale per la gestione del territorio (L.R. 12/05).

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AZIONE Maggiore cura nelle trasformazioni delle aree della città esistente (Az_4 ) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Completamento residenziale del tessuto urbano (Ob_2) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Crescita e trasformazione degli insediamenti residenziali in maniera coordinata con lo sviluppo delle attività produttive, dei servizi urbani e delle infrastrutture, nel rispetto degli insediamenti storici e delle risorse ambientali. Tale azione garantisce inoltre un corretto inserimento nel contesto territoriale, andando a definire un paesaggio omogeneo e ben definito.

AZIONE Utilizzo di un linguaggio architettonico tipico del contesto territoriale (colori, materiali..); (Az_ 5) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Offrire un’opportunità di sviluppo residenziale, coerente con il contesto territoriale e sostenibile dal punto di vista ambientale (Ob_3) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Tale azione garantisce un corretto inserimento delle nuove aree di espansione residenziale utilizzando un linguaggio tipico del contesto territoriale. Tali trasformazioni andrebbero quasi a riqualificare il tessuto urbano esistente, in quanto nuovi edifici costruiti con adeguati criteri urbanistici, in un buono stato di conservazione, migliorerebbero la situazione attuale del paese.

AZIONE Incentivazione volumetrica per gli intereventi volti alla sostenibilità ambientale (pannelli solari, fotovoltaici, classe energetica A); (Az_6) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Offrire un’opportunità di sviluppo residenziale, coerente con il contesto territoriale e sostenibile dal punto di vista ambientale (Ob_3) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Essendo prevista u na trasformazione del territorio a fini residenziali, l’ azione tende a rendere sostenibile dal punto di vista ambientale tale scelta. In particolare tale azione garantisce un elevato livello di trasformazione territoriale in quanto promuove l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili ed il raggiungimento di elevate classi energetiche dei nuovi edifici.

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AZIONE Utilizzo di un indice volumetrico e di un rapporto di copertura relativamente basso; (Az_7 ) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Offrire un’opportunità di sviluppo residenziale, coerente con il contesto territoriale e sostenibile dal punto di vista ambientale (Ob_3) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Essendo prevista una trasformazione del territorio a fini residenziali, l’ azione tende a rende re sostenibile dal punto di vista ambientale tale scelta. In particolare l’utilizzo di un indice volumetrico e di un rapporto di copertura basso va a vantaggio di un miglioramento del paesaggio urbano, di un contenimento delle aree impermeabili e di un minor impatto visivo degli interventi previsti.

AZIONE Mitigazione dell’espansione residenziale; (Az_8 ) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Offrire un’opportunità di sviluppo residenziale, coerente con il contesto territoriale e sostenibile dal punto di vista ambientale (Ob_3) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Essendo previ sta una trasformazione del territorio a fini residenziali, l’ azione tende a rendere sostenibile dal punto di vista ambientale tale scelta. In particolare l’inserimento di aree verdi a mitigazione dell’intervento hanno ricadute positive sia sul paesaggio urbano e naturale, sia sul sistema naturale e della biodiversità, sia sulle visuali.

AZIONE Spunti per il completamento di aree inutilizzate o sotto -utilizzate nel tessuto artigianale esistente ; (Az_9) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Offrire un’opportunità di sviluppo economico, attraverso l’individuazione di un’area destinata a trasformazione artigianale/produttiva. (Ob_4) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Essendo prevista una trasformazione del territorio a nche a fini artigianali -produttivi, l’azione che mira al completamento di aree inutilizzate o sotto-utilizzate, tende a minimizzare l’utilizzo di suolo libero, nonché a limitare gli impatti sull’ambiente. Tale azione comporta inoltre un miglioramento del tessuto esistente, in quanto la riqualificazione di aree sotto-utilizzate permette di completare quartieri con linguaggi architettonici migliorativi della situazione esistente.

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AZIONE Utilizzo di un linguaggio architettonico tipico del contesto territoriale (colori, materiali..); (Az_10 , Az_11) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Offrire un’opportunità di recupero per gli edifici rurali in disuso ed in declino (Ob_5 ) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Tale azione garantisce un’opportunità di recupero e di valorizzazione di un patrimonio storico - artistico locale, garantendo un corretto inserimento delle nuove trasformazioni, attraverso l’utilizzo di un linguaggio tipico del contesto territoriale. Tali trasformazioni vanno sicuramente a riqualificare il patrimonio rurale esistente, spesso abbandonato o decadente, ma sempre rappresentativo della cultura locale, il recupero con criteri adeguati migliorerebbe la situazione attuale del paese.

AZIONE Obbligo di interventi volti alla sostenibilità ambientale (pannelli solari, impianti fotovoltaici…); (Az_12) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Offrire un’opportunità di recupero per gli edifici rurali in disuso ed in declino (Ob_ 5) ANALISI DEI POSSIBILI EFFE TTI L’ azione tende a rendere sostenibile dal punto di vista ambientale il recupero a fini residenziali di fabbricati rurali, assicurando un elevato livello di trasformazione territoriale in quanto promuove l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili ed il raggiungimento di elevate classi energetiche degli edifici ristrutturati.

AZIONE Mitigazione ambientale dell’intervento; (Az_13 ) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Offrire un’opportunità di recupero per gli edifici rurali in disuso ed in declino (Ob_5 ) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI L’azione mira ad un corretto inserimento degli interventi di recupero in ambito rurale. Trattandosi di interventi interessanti costruzioni tipiche del contesto territoriale, immerse nelle campagne, appare del tutto evidente la necessità di inserirle coerentemente nel contesto, riproponendo elementi del paesaggio tipici, volti a mitigare le costruzioni ed a ricreare porzioni di verde, presenti sempre in modo più esiguo nel nostro territorio.

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AZIONE Nuova viabilità interna all’ambito di trasformazione residenziale ATR -RE ; (Az_14 ) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Completamento e potenziamento della struttura viabilistica (Ob_6 ) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI A fronte di uno sviluppo residenziale, tale azione garantisce un adeguato sviluppo della struttura viabilistica. Occorre valutare le più idonee modalità di accesso alle aree, le sezioni stradali previste ed il raccordo con la viabilità esistente.

AZIONE Completamento di via Torniella, al fine di eliminarne il fondo cieco ; (Az_15 ) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Completamento e potenziamento della struttura viabilistica (Ob_ 6) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Tale azione mira a risolvere una situazione c ritica esistente, ovvero la presenza in una zona residenziale di una strada con sezione ridotta e fondo cieco. L’azione mira a raccordare tale strada con la viabilità principale al fine di consentirne un miglior utilizzo anche a mezzi di maggiori dimensioni (ambulanze, camionette dei vigili del fuoco..).

AZIONE Recupero del patrimonio rurale nel rispetto delle caratteristiche di maggior valore e pregio storico - architettonico (Az_16) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Salvaguardia delle aree agricole ed interventi di rinaturalizzazione paesistica (Ob_7 ) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Le realtà rurali, spesso risultano relativamente ricche di testimonianze di un retaggio culturale e imprenditoriale fortemente legato alla vita “di campagna” in cui, appunto il tutto gravitava intorno alla coltivazione della terra. Il recupero, senza però snaturare quelle che sono le caratteristiche costitutive e percettive, di talune situazioni spesso appare come una sfida alquanto difficoltosa a spesso fortemente appagante, anche dal punto di vista economico. L’azione mira pertanto a recuperare gli elementi costituenti la trama paesistica tipica del contesto territoriale (filari, arginelli, zone umide, boschi…).

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AZIONE Maggiore attenzione agli elementi costitutivi del patrimonio naturale e della rete ecologica (Az_17 ) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Salvaguardia delle aree agricole ed interventi di rinaturalizzazione paesistica (Ob_ 7) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Come già evidenziato in altre azioni riportate in precedenza, tra gli obiettivi primari della presente pianificazione vi è quello di offrire una maggior tutela alle realtà naturali, tra cui rientrano anche le aree inserite nella RER (Rete Ecologica Regionale), talune, infatti, o perché caratterizzate da una componente naturaliforme o perché potenziale espressione di questa, debbono essere tutelate e, se possibile, valorizzate andando a concentrare gli interventi di compensazione ambientale, anche derivante da interventi realizzati su altre aree, in queste superfici. In particolare, avendo ritenuto alcune aree strategiche dal punto di vista dello sviluppo territoriale, pur rientrando in aree di valenza ambientale, tale azione risulta ancora più importante ed a vantaggio del sistema del paesaggio, della natura e della biodiversità.

AZIONE Possibilità di ampliamento della Residenza Sanitaria Assistenziale, per la realizzazione di un centro diurno (Az_18) Inserimento di standard urbanistici per parcheggi pubblici e verde all’interno degli ambiti di Trasformazione (Az_19) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Potenziamento del sistema dei servizi attuali (Ob_8 ) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Il sistema dei servizi, se non ben articolato e sviluppato, appare uno degli aspetti maggiormente limitanti nel garantire lo sviluppo di un determinato territorio. In tal senso, prevedere, in contemporanea, lo sviluppo territoriale di alcune aree con il concomitante accrescersi del sistema dei servizi, rappresenta una sicura possibilità di sviluppo sostenibile e coordinato, almeno dal punto di vista antropico.

AZIONE Attuazione della Rete Ecologica Comunale (Az_20 ) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Potenziamento del sistema dei servizi attuali (Ob_8 ) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI L’attuazione di una Rete Ecologica locale appare una delle primarie finalità, non solo della presente pianificazione ma anche di quelle sovracomunali (PTCP e PTR). Tale azione garantisce pertanto una serie di effetti positivi riguardanti il sistema naturale e della biodiversità, nonché il paesaggio in generale.

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AZIONE Utilizzo di un linguaggio architettonico tipico del contesto territoriale (colori, materiali..); (Az_21 ) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Offrire un’opportunità di sviluppo economico, attraverso l’individuazione di un’area destinata a l settore terziario-commerciale (Ob_9) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Valgono le stesse considerazioni riferite alle medesime azioni in ambito residenziale, artigianale e di recupero del patrimonio esistente.

AZIONE Verifica di congruenza con il Piano del Commercio (Az_22 ) OBIETTIVO DI PIANO CORRELATO Offrire un’opportunità di sviluppo economico, attraverso l’individuazione di un’area destinata a l settore terziario-commerciale (Ob_9) ANALISI DEI POSSIBILI EFFETTI Essendo il comune dotato di Piano del Commercio, occorre verificare la congruenza con tale previsione. Infine, è possibile, attraverso una matrice di impatto ambientale, mettere in relazione la durata dell’impatto, il raggio d’azione, la pressione delle azioni di piano per le singole componenti ambientali e socio-economiche e fornire una possibilità di lettura sia disaggregata che cumulativa.

(D) Durata: - impatti che permangono con il permanere dei determinanti: punteggio -2 - impatti che tendono ad esaurirsi: punteggio -1 - impatti delimitati temporalmente o nulli: punteggio 0 - impatti che permangono positivamente ma limitatamente nel tempo: punteggio 1 - impatti che permangono positivamente con il permanere dei determinanti: punteggio 2

(T) Territorio interessato: - impatti che interessano una porzione importante di territorio: punteggio -2 - impatti che hanno interferenze limitate al luogo dell’intervento: punteggio -1 - impatti nulli: punteggio 0 - impatti che interferiscono positivamente limitatamente al luogo dell’intervento: punteggio 1 - impatti che interferiscono positivamente in una porzione importante del territorio: punteggio 2

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(E) Entità: -1 -2 -3 - impatti negativi: punteggio - impatti nulli o bilanciati: punteggio 0

- impatti positivi: punteggio 1 2 3

Consumo significativo di Consumo significativo suolo Pressionerisorsesu idricheecarico (consumo inquinante) Eliminazionedi spontanea vegetazione significativoImpattosu habitatespecie animali Modifichestrutturadella dellaealterazione funzionalitàecosistemica Mutamentovisuali delle Aumentodel traffico indotto eDisturbi darumore vibrazione consumiIncremento energetici inquinanti diImmissioni atmosferici rifiuti Aumentodi IMPATTO COMPLESSIVO IMPATTO COMPLESSIVO

D T E D T E D T E D T E D T E D T E D T E D T E D T E D T E D T E ------Completamento 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 -11 residenziale 2 1 2 2 1 2 1 ------Incremento aree 0 0 0 0 0 0 -44 residenziali 2 2 2 2 1 2 1 1 1 2 2 2 2 1 1 2 1 1 2 1 2 2 1 1 2 2 2 ------Completamento 0 0 0 0 0 0 0 0 0 -35 artigianale 2 1 2 2 1 1 2 1 3 2 1 1 2 1 1 2 1 1 2 1 1 2 1 1 Recupero edifici ------rurali in disuso o 2 1 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 1 3 0 0 0 0 0 0 0 - 1 in declino 2 1 2 1 2 1 2 1 Completamento - e potenziamento 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 - 2 struttura 2 viabilistica Salvaguardia aree agricole e 2 2 3 2 2 0 2 1 0 2 1 0 0 0 0 17 rinaturazione 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 paesistica ------Potenziamento 0 0 0 -35 servizi 2 1 1 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 1 1 2 2 3 2 1 3 2 1 3 2 1 3

Recupero a fini ------2 1 1 0 2 1 3 0 -12 terziario- 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 1 1 2 1 2 1 1 2 1 1 2 1 1 commerciali Politiche ed interventi di 2 1 1 2 1 2 2 1 1 2 1 1 2 1 2 2 1 2 0 0 0 0 0 1 2 1 1 0 0 1 0 0 0 33 mitigazione ambientale Interventi di 33 compensazione 2 1 1 2 1 2 2 1 1 2 1 1 2 1 2 2 1 2 0 0 0 0 0 1 2 1 1 0 0 1 0 0 0 ambientale IMPATTO SULLE 0 12 11 10 6 -22 -10 -17 -19 -23 -57 SINGOLE -5 COMPONENTI AMBIENTALI

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In seguito alla modifica dei contenuti delle Previsioni di Piano, vale a dire la possibile attuazione solo del 1^ step dell’Ambito di Trasformazione Residenziale AT3-RE, nell’arco dei prossimi cinque anni, sono stati rivisti gli impatti generati dalle trasformazioni previste. La lettura delle matrici di impatto ambientale descrive una situazione di numerosi effetti negativi sulla componente ambientale, in particolar modo riguardanti il consumo di suolo, l’aumento del traffico indotto, l’incremento di rumore, consumi energetici, inquinamento atmosferico e la produzione di rifiuti. Rimangono invece limitati gli effetti sul mutamento delle visuali, in quanto limitate a porzioni adiacenti il tessuto urbano consolidato.

Valorizzazion e dell’abitato Miglioramento della qualità della vita Valorizzazion e aspetti socio- economici Incremento attività occupazionali IMPATTO COMPLESSIV O SUL SISTEMA SOCIO- ECONOMICO

D T E D T E D T E D T E Completamento 2 0 0 2 1 0 0 0 0 0 0 0 5 residenziale Incremento aree 2 0 0 2 1 0 0 0 0 0 0 0 5 residenziali - - - - Completamento 0 0 2 0 0 0 0 0 -2 artigianale 1 1 1 1 Recupero edifici rurali 2 1 1 2 0 0 0 0 1 0 0 0 7 in disuso o in declino Completamento e potenziamento 2 0 0 2 1 0 0 0 0 0 0 0 5 struttura viabilistica Salvaguardia aree agricole e 2 1 1 2 1 1 2 1 1 0 0 0 12 rinaturazione paesistica Potenziamento servizi 2 1 1 2 1 1 2 1 1 2 1 1 16 Recupero a fini 2 1 1 0 0 0 2 1 1 2 1 1 12 terziario-commerciali Politiche ed interventi di mitigazione 2 1 1 2 0 1 0 0 0 0 0 0 7 ambientale Interventi di compensazione 2 1 1 2 0 1 0 0 0 0 0 0 7 ambientale IMPATTO SULLE SINGOLE 27 24 15 8 74 COMPONENTI

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La lettura delle matrici di impatto sul sistema socio-economico mette in luce numerosi effetti positivi riguardanti in particolare la valorizzazione dell’abitato ed il miglioramento della qualità della vita; seppur positivi ma in misura minore risultano essere la valorizzazione dell’intero sistema socio-economico ed un lieve incremento delle opportunità lavorative. IMPATTO COMPLESSIVO SUL SISTEMA AMBIENTALE IMPATTO COMPLESSIVO SUL SISTEMA SOCIO- ECONOMICO EFFETTI COMPLESSIVI Completamento residenziale -11 5 -6 Incremento aree residenziali -44 5 -39

Completamento artigianale -35 -2 -37 Recupero edifici rurali in - 1 7 6 disuso o in declino Completamento e potenziamento struttura - 2 5 3 viabilistica Salvaguardia aree agricole e 17 12 29 rinaturazione paesistica Potenziamento servizi -35 16 -19 Recupero a fini terziario - -12 12 0 commerciali Politiche ed interventi di 33 7 40 mitigazione ambientale Interventi di compensazione 33 7 40 ambientale IMPATTO SULLE SINGOLE -57 74 13 COMPONENTI

Nel complesso gli effetti prodotti sul sistema socio-economico risultano equilibrare gli effetti prodotti sul sistema ambientale, anche se risultano comunque rilevanti gli effetti prodotti dall’incremento delle aree residenziali e dal completamento artigianale. La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione AT3-RE contenuta nel 1^step per i prossimi cinque anni, mira sicuramente a contenere il consumo di suolo rispetto alla Bozza di Proposta di piano presentata in occasione della conferenza finale della VAS.

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12. AMBITI DI TRASFORMAZIONE

Di seguito sono brevemente riportate alcune informazioni in ordine ai primari interventi di trasformazione che il PGT prevede sul territorio comunale.

Di seguito sono proposti degli stralci del Documento di Piano inerenti e le indicazioni di espansione urbanistica residenziale.

RESIDENZA All’interno della Relazione del Documento di Piano vengono così motivate le scelte inerenti l’individuazione di aree residenziali di espansione: “ Per quanto riguarda l’espansione residenziale, seppur lo sviluppo demografico degli ultimi anni non ne giustificherebbe l’individuazione, le richieste effettive di privati e la volontà di dare un’opportunità di sviluppo concreta al paese, individuano tale scelta come la più appropriata e la più vicina ad un tentativo di sviluppo.

E’ da ricordare che la porzione ad Est del tessuto urbano è quasi completamente destinata ad uno sviluppo artigianale-produttivo e pertanto da escludere da una possibile trasformazione a fini residenziali.

La porzione a Nord risulta compresa tra il tessuto urbano, la strada provinciale e la linea ferroviaria; apparirebbe pertanto idonea ad un completamento residenziale in quanto si andrebbe a consumare suolo già in parte compromesso dal punto di vista ambientale; d’altro canto l’intera area risulta di difficile accessibilità in quanto risulta fortemente limitativa la possibilità di accesso dal tessuto urbano esistente, in quanto una cortina chiusa completamente edificata ne impedisce un possibile collegamento. Inoltre l’area non risulterebbe adeguatamente accessibile neppure da Nord, vista la presenza della strada provinciale e di un cavalcavia.

La porzione ad Ovest risulta invece fortemente vincolata per la presenza del Castello di Sartirana; uno sviluppo in adiacenza a tale monumento risulterebbe del tutto inappropriata.

La porzione a Sud del tessuto urbano risulta pertanto la più idonea per uno sviluppo residenziale, sia per l’adiacenza al tessuto urbano, sia per l’immediatezza dei collegamenti con la viabilità esistente, che era già stata predisposta ai fini di un possibile ulteriore sviluppo residenziale.

Come emerso in sede di conferenza finale della Valutazione Ambientale Strategica, appare opportuno dimensionare adeguatamente lo sviluppo residenziale, sulla scorta di:

- andamento demografico degli ultimi anni;

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- previsioni demografiche messe a disposizione dal SISEL;

- indicazioni di ARPA Lombardia;

- indicazioni di Provincia di Pavia,

- indicazioni contenute nel PTCP in fase di aggiornamento.

Pertanto, mentre precedentemente l’Amministrazione Comunale, mirava ad offrire al paese una possibilità di sviluppo, che potesse andare oltre l’obiettivo temporale dei cinque anni, ora, in seguito a quanto osservato, riconferma lo sviluppo precedentemente proposto, individuando però specificatamente le aree che potranno espandersi nell’arco dei prossimi cinque anni.

In particolare viene riconfermato così come previsto nella Bozza di Documento di Piano l’Ambito di Trasformazione Residenziale AT2-RE (30 abitanti teorici).

Per quanto riguarda l’ambito AT3-RE , l’attesa prevista nell’arco dei primi cinque anni è costituita dalla parte individuata come primo step che rappresenta un incremento di popolazione teorica di circa 28 unità.

In un’ottica di sviluppo più ampia, il secondo ed il terzo segmento dell’ambito ATR-3E rimangono previsione del PGT, ma con l’obbligo di essere realizzati in ordinata e rigorosa consecutio, anche successivamente al primo quinquennio; (il terzo segmento troverà attuazione solo a pieno completamento del secondo); questo, con l’ottica di ridurre l’entità della revisione obbligatoria del piano, con minori oneri futuri da parte dell’Amministrazione Comunale.

Per il primo ambito, si osserva come l’area inserita all’interno del Documento di Piano sia nettamente inferiore rispetto a quanto richiesto dal proprietario.

Ambito di trasformazione residenziale: AT3-RE / AT2-RE

1) Richiesta prot. n. 2589 – Passaggio da agricola, di rispetto dell’abitato e per servizi pubblici a residenziale soggetta a P.L.

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Figura 78: Ambito di richiesta

Di seguito sono riportati una serie di stralci cartografici che possano consentire di valutare quelle che sono le diverse caratteristiche dell’area di intervento e, quindi, verificare l’eventuale idoneità rispetto alla scelta pianificatoria.

2) Inquadramento territoriale

L’ambito di trasformazione richiesto è localizzato nella porzione a Sud del tessuto urbano, nella zona retrostante il campo sportivo. Si tratta di un terreno di circa 105.836 mq , che per la sua conformità è da considerarsi un’area adiacente al tessuto urbano esistente, ma che per la profondità interessata andrebbe a coinvolgere un’ampia porzione di territorio agricolo.

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Figura 79: Localizzazione ambito di richiesta

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3) Uso del suolo

Figura 80: Uso del suolo

Attualmente i terreni sono adibiti a seminativo (mais) e sono caratterizzati dalla presenza di piccoli cavi irrigui sia sui confini dell’area sia al suo interno.

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4) Accessibilità

Figura 81: Accessibilità

Per quanto concerne l’accessibilità dell’area, essa è garantita da via Rosmini, diramazione della principale via Roma; un’ulteriore possibilità di accesso è data da via Paolo Moro. E’ possibile notare che dal punto di vista viabilistico l’area risulta ben servita, in quanto vengono garantiti numerosi accessi in ambito urbano, permettendo inoltre di collegare tratti di viabilità esistenti, attualmente a fondo cieco. Appare invece impossibile il collegamento diretto con via Raitè, che avrebbe consentito un raccordo immediato con la viabilità principale (via Alessandria), a causa di una poco organizzata edificazione precedente.

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5) PTCP - RER - REP

Figura 82: Estratti PTCP

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Figura 83: RER L’area non ricade all’interno di nessuna area indicata né dal PTCP, né dalla Rete Ecologica Regionale, né da quella Provinciale.

Figura 84: REP Vincoli e geologica L’area non risulta interessata dalla presenza di alcun vincolo. Occorre esclusivamente verificare la potenza della linea elettrica presente all’interno dell’area al fine di stabilire la fascia di rispetto corrispondente. Occorrerà inoltre verificare l’entità dei corsi d’acqua superficiali presenti a ridosso dell’area, al fine di identificare la relativa fascia di rispetto.

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Figura 85: Vincoli

In seguito vengono analizzate le principali caratteristiche dell’ambito, emerse dalla documentazione geologica.

Secondo quanto riportato all’interno della documentazione geologica il terreno è classificato come a substrato sabbioso-limoso : al di sotto di uno strato superficiale limoso-sabbioso dello spessore di circa 3 m, è possibile rinvenire spessi orizzonti ghiaiosi. Le caratteristiche geomeccaniche risultano medie, ma possono essere soggette di sensibile riduzione in funzione della percentuale della componente fine (localmente si possono rinvenire anche sottili livelli argillosi) e della presenza di acqua.

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Figura 86: Carta litotecnica-pedologica

Dal punto di vista della fattibilità geologica l’ambito rientra nella classe di fattibilità geologica II:

Figura 87: Carta della fattibilità geologica

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Classe di sensibilità paesistica

Figura 88: Carta della sensibilità paesistica

L’intera area rientra all’interno della classe di sensibilità paesistica 3-media.

La proposta di piano ha previsto di accettare solo parzialmente la richiesta presentata, riducendo l’area da destinare ad espansione residenziale e suddividendola in due ambiti residenziali distinti (AT2-RE, AT3-RE) .

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AT2 -RE

AT3 -RE

Figura 89: Localizzazione AT2-RE e AT3-RE

Qui di seguito vengono pertanto riassunti i principali elementi distinti per le due aree di trasformazione, di cui viene proposto uno primo schema identificativo.

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AT2-RE

Figura 90: AT2-RE

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TABELLA RIASSUNTIVA DESCRIZIONE Tipo di ambito di trasformazione Ambito di Trasformazione Residenziale

Superficie territoriale 5.094 mq

Uso del suolo prevalente Seminativo semplice

Localizzazione Sud del tessuto edificato al termine di Via Patrioti e di via Paolo Moro

Infrastrutture Aree connesse con urbanizzazioni primarie

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

SISTEMA DEI VINCOLI Previsioni nel PRG vigente Parcheggi pubblici Vincolo Fiumi D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. NO Beni culturali e del paesaggio (artt.10 -11 -12 NO del D. Lgs. 42/2004) Vincolo Bosco (Art. 142 D.Lgs.42/2004 e LR NO 27/2007) Aree di elevato contenuto naturalistico (PTCP) NO Emergenze naturalistiche (PTCP) NO Aree di interesse archeologico – areali di NO rischio e di ritrovamento Classe di fattibilità geologica 2 Fascia di rispetto cimiteriale NO Fascia di rispetto stradale SI Area di tutela assoluta dei pozzi pubblici ad uso idropotabile (art.5 c. 4 D.Lgs. NO 250/2000) Fascia di rispetto dei pozzi pubblici ad uso NO idropotabile (art.5 c. 4 D.Lgs. 250/2000) Fascia di rispetto elettrodotti SI Siti Rete Natura 2000 ZPS “Risaie della Lomellina”

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TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

CRITICITA’ AMBIENTALI Vicinanza con insediamenti artigianali NO Vicinanza a strada principale NO Presenza di vulnerabilità ambientali NO Conflittualità tra destinazioni urbanistiche NO

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

VALENZE AMBIENTALI Classe di sensibilità paesistica 3 - Media Alberi monumentali NO Presenza di essenze arboree NO Rete sentieristica e ciclabile NO Corridoi ecologici NO Aree Rete Ecologica Regionale NO Fontanili NO Cascine NO Rete irrigua – corsi d’acqua NO Ambito agricolo di pregio NO Perdita del valore dei servizi eco -sistemici Bassa Superfici oggetto di interventi di SI riqualificazione ambientale Superfici aree verdi SI

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SCHEMA PROGETTUALE

Figura 91: Schema progettuale

DATI DI PIANO Superficie territoriale 5.094 mq Destinazione d’uso prevalente Residenziale It = Indice di fabbricabilità territoriale 0,9 mc/mq Qc = Rapporto di copertura 40 % Ip = Indice di permeabilità 25 % H = Altezza massima 7,5 m Volume massimo realizzabile 4.585 mc Superficie coperta massima realizzabile 2.038 mq N. massimo di abitanti teorici insediabili (150 30 ab mc/ab) Ica = Indice di consistenza arborea n.2 alberi di alto fusto ogni 50 mq di SLP Icb = Indice di consistenza arbustiva n.4 arbusti ogni 200 mq di SLP

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TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

VALENZE SOCIO-ECONOMICHE Numero minimo di alloggi in edilizia sociale 0 Piste ciclabili NO Attrezzature pubbliche Area e fasce verdi – Parcheggi pubblic i Dinamicità socio -economica SI Interessamento di aree agricole strategiche NO

Previsioni di mitigazione Il Piano propone una mitigazione lungo le aree adiacenti alla rete irrigua ed ai campi agricoli, attraverso il mantenimento dei corsi d’acqua esistenti e l’inserimento di nuove aree verdi a loro protezione. - Una fascia piantumata di profondità pari almeno a 5 m lungo il lato Sud dell’area con funzione di filtro con la campagna, pari ad una quota del 4% della superficie territoriale; Nel complesso la superficie da destinare a verde, come sopra suddivisa, dovrà ricoprire una superficie di circa 200 mq.

Compensazione Il Documento di Piano, al fine di garantire la coerenza globale di Rete Natura 2000, avrà l’obbligo di individuare interventi di rinaturazione compensativa pari alla superficie dell’area trasformata. Come di seguito spiegato sarà possibile individuare un indice correttivo, al fine di diminuire la superficie compensativa prevista a fronte di un miglioramento delle previsioni del piano, fermo restando i seguenti parametri massimi di riduzione delle superfici di compensazione: - Superfici permeabili: 0,2 - Consistenza arborea: 0,15 - Consistenza arbustiva: 0,1 - Verde pensile: 0,1 - Sistemi di recupero acque meteoriche: 0,1 Le aree a compensazione dovranno essere individuate all’interno delle Aree Agricole di Valore Ecosistemico, come di seguito meglio specificato ed individuate graficamente all’interno dell’elaborato grafico DdP 20 – REC Aree di compensazione ambientale.

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Giudizio sulla scelta di programmazione Come evidenziato dall’analisi precedente, l’area d’intervento e le immediate vicinanze ricadono in aree agricole normali, adiacenti al tessuto urbano residenziale consolidato. L’Amministrazione ritiene tale area strategica per lo sviluppo socio-economico del paese, come appare anche dalla matrice di valutazione degli effetti del piano sul sistema socio-economico. Per tali motivi, si ritiene che, viste le dimensioni, la localizzazione dell’area e l’entità dell’intervento, gli effetti ambientali negativi prodotti siano esigui. Il principale effetto prodotto da tale trasformazione, come emerso dalla matrice di valutazione degli effetti del piano sul sistema ambientale, risulta essere il consumo di suolo, che, viste le dimensioni contenute, può essere compensato attraverso le misure di rinaturazione compensativa individuate. Il Piano sarà comunque sottoposto a Valutazione d’Incidenza, al fine di garantire la sostenibilità delle scelte ai fini del mantenimento della Rete Natura 2000. Non essendo presenti ulteriori vincoli ostativi, e, con la possibilità di dare attuazione all’ambito in tempi successivi, ricordando inoltre la presenza di ulteriori possibili controlli in fase di presentazione del Piano Attuativo, si può ritenere pertanto che non esistano criticità tali da escludere l’intervento programmatorio pianificato. Occorre, d’altro canto considerare che, l’aumento di popolazione risulta contenuto e non comporta una revisione del sistema dei servizi; all’interno della lottizzazione viene inoltre individuata un’area da destinare a verde e parcheggi pubblici, dimensionata in modo tale da servire anche le aree residenziali limitrofe già esistenti, per le quali non sono ancora state realizzate aree di questo tipo.

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AT3-RE

3 STEP 1 STEP

2 STEP

Figura 92: AT3-RE

TABELLA RIASSUNTIVA DESCRIZIONE Tipo di ambito di trasformazione Ambito di Trasformazione Residenziale

Superficie territoriale TOTALE 27.918 mq

Superficie territoriale 1° STEP 9.153 mq

Superficie fondiaria indicativa 1° STEP 4.700 mq circa

Uso del suolo prevalente Seminativo semplice

Localizzazione Sud del tessuto edificato al termine di via Rosmini

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Infrastrutture Aree connesse con urbanizzazioni primarie

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

SISTEMA DEI VINCOLI Previsioni nel PRG vigente Parcheggi pubblici – Verde pubblico attrezzature sportive – Attrezzature tecnologiche – Verde pubblico urbano Vincolo Fiumi D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. NO Beni culturali e del paesaggio (artt.10 -11 -12 NO del D. Lgs. 42/2004) Vincolo Bosco (Art. 142 D.Lgs.42/2004 e LR NO 27/2007) Aree di elevato contenuto naturalistico (PTCP) NO Emergenze naturalistiche (PTCP) NO Aree di interesse archeologico – areali di NO rischio e di ritrovamento Classe di fattibilità geologica 2 Fascia di rispetto cimiteriale NO Fascia di rispetto stradale NO Area di tutela assoluta dei pozzi pubblici ad uso idropotabile (art.5 c. 4 D.Lgs. NO 250/2000) Fascia di rispetto dei pozzi pubblici ad uso NO idropotabile (art.5 c. 4 D.Lgs. 250/2000) Fascia di rispetto elettrodotti NO Siti Rete Natura 2000 ZPS “Risaie della Lomellina”

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

CRITICITA’ AMBIENTALI Vicinanza con insediamenti artigianali NO Vicinanza a strada principale NO

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Presenza di vulnerabilità ambientali NO Conflittualità tra destinazioni urbanistiche NO

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

VALENZE AMBIENTALI Classe di sensibilità paesistica 3 - Media Alberi monumentali NO Presenza di essenze arboree NO Rete sentieristica e ciclabile NO Corridoi ecologici NO Aree Rete Ecologica Regionale NO Fontanili NO Cascine NO Rete irrigua – corsi d’acqua NO Ambito agricolo di pregio NO Perdita del valore dei servizi eco -sistemici Bassa Superfici oggetto di interventi di SI riqualificazione ambientale Superfici aree verdi SI

SCHEMA PROGETTUALE Di seguito viene proposto a titolo puramente indicativo quale potrebbe essere lo sviluppo dell’area.

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Figura 93: Schema progettuale

STEP 1 – PROSSIMI CINQUE ANNI

Figura 94: Step 1

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STEP 2

Figura 95: Step 2

STEP 3

Figura 96: Step 3

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DATI DI PIANO Superficie territoriale 1^ STEP 9.153 mq Destinazione d’uso prevalente Residenziale If = Indice di fabbricabilità fondiaria 0, 9 mc/mq Qc = Rapporto di copertura 40 % Ip = Indice di permeabilità 25 % H = Altezza massima 7,5 m Volume massimo realizzabile 4.230 mc Superficie coperta massima realizzabile 1.880 mq N. massimo di abitanti teorici insediabili (150 28 ab mc/ab) Ica = Indice di consistenza arborea n.2 alberi di alto fusto ogni 50 mq di SLP Icb = Indice di consistenza arbustiva n.4 arbusti ogni 200 mq di SLP

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

VALENZE SOCIO-ECONOMICHE Numero minimo di alloggi in edilizia sociale 0 Piste ciclabili NO Attrezzature pubbliche Fasce verdi di mitigazione – Area verde attrezzata – Parcheggi pubblici Dinamicità socio -economica SI Interessamento di aree agricole strategiche NO

2^ STEP: Superficie territoriale: 10.983 mq Superficie fondiaria indicativa: 6.780 mq Volumetria ammissibile: 6.100 mc Superficie coperta ammissibile: 2.440 mq Abitanti teorici previsti: 40 ab

3^ STEP: Superficie territoriale: 7.782 mq Superficie fondiaria indicativa: 3.980 mq

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Volumetria ammissibile: 3.582 mc Superficie coperta ammissibile: 1.592 mq Abitanti teorici previsti: 24 ab

Previsioni di mitigazione Il Piano propone una mitigazione lungo le aree adiacenti alla rete irrigua ed ai campi agricoli, attraverso il mantenimento dei corsi d’acqua esistenti e l’inserimento di nuove aree verdi a loro protezione.

Nel complesso l’Ambito di trasformazione (1^-2^-3^ step) prevede la realizzazione obbligatoria di un’area verde piantumata con essenze autoctone, eventualmente integrata con piccole attrezzature per il gioco dei bambini, con le seguenti caratteristiche:

- Una fascia piantumata di profondità pari almeno a 5 m lungo il lato Sud ed Ovest del lotto con funzione da filtro con la campagna; - Un’area piantumata al centro del lotto con funzione di polmone verde;

Suddividendo tali aree all’interno dei singoli step, sono previste le seguenti opere:

1° step:

E’ prevista la realizzazione di una quota di circa 1.600 mq di area a verde, pari all’ 17% della superficie territoriale, da suddividere come segue:

- Una fascia piantumata di profondità pari almeno a 5 m lungo il lato Ovest del lotto con funzione da filtro con la campagna; - Un’area piantumata al centro del lotto con funzione di polmone verde; - Un’area verde piantumata in abbinamento con un’area pavimentata da destinare a piccola piazzola ecologica di quartiere; tale area pavimentata è utile al fine di consentire la svolta degli automezzi nel caso di realizzazione del solo 1^ step;

Negli step successivi, al fine di dare già un’impronta per il futuro sviluppo si prevede che dovranno essere previste le seguenti opere:

2° step:

E’ prevista la realizzazione di una quota di circa 1.300 mq di area a verde, pari al 12% della superficie territoriale, da suddividere come segue:

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- Una fascia piantumata di profondità pari almeno a 5 m lungo il lato Sud del lotto con funzione da filtro con la campagna; - Un’area piantumata al centro del lotto con funzione di polmone verde;

3° step:

E’ prevista la realizzazione di una quota di circa 1.400 mq di area a verde, pari al 19% della superficie territoriale, da suddividere come segue:

- Una fascia piantumata di profondità pari almeno a 5 m lungo il lato Ovest e Sud del lotto con funzione da filtro con la campagna; - Un’area piantumata al centro del lotto con funzione di polmone verde.

Compensazione Il Documento di Piano, al fine di garantire la coerenza globale di Rete Natura 2000, avrà l’obbligo di individuare interventi di rinaturazione compensativa pari alla superficie dell’area trasformata. Come di seguito spiegato sarà possibile individuare un indice correttivo, al fine di diminuire la superficie compensativa prevista a fronte di un miglioramento delle previsioni del piano, fermo restando i seguenti parametri massimi di riduzione delle superfici di compensazione: - Superfici permeabili: 0,2 - Consistenza arborea: 0,15 - Consistenza arbustiva: 0,1 - Verde pensile: 0,1 - Sistemi di recupero acque meteoriche: 0,1 Le aree a compensazione dovranno essere individuate all’interno delle Aree Agricole di Valore Ecosistemico, come di seguito meglio specificato ed individuate graficamente all’interno dell’elaborato grafico DdP 20 – REC Aree di compensazione ambientale

Giudizio sulla scelta di programmazione Come evidenziato dall’analisi precedente, l’area d’intervento e le immediate vicinanze ricadono in aree agricole normali, adiacenti al tessuto residenziali esistente. L’Amministrazione ritiene tale area strategica per lo sviluppo socio-economico del paese, come appare anche dalla matrice di valutazione degli effetti del piano sul sistema socio-economico. All’interno della relazione del Documento di Piano viene precisato che si tratta di una delle poche zone del paese in cui potrebbe essere garantito uno sviluppo residenziale.

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Per tali motivi, in seguito alla conferenza finale della VAS l’amministrazione ha deciso di confermare l’Ambito AT3-RE mirando allo sviluppo nei prossimi cinque anni, del solo 1^ STEP, limitando così il consumo di suolo e tutti i possibili effetti correlati allo sviluppo (aumento traffico indotto, inquinamento atmosferico, acustico, aumento consumi idrici, aumento produzione rifiuti). Per tali motivi, si ritiene che, seppur tale scelta comporti alcuni effetti negativi sul sistema ambientale, sia anche una delle poche opportunità di sviluppo residenziale del paese. Il principale effetto prodotto da tale trasformazione, come emerso dalla matrice di valutazione degli effetti del piano sul sistema ambientale, risulta rimanere il consumo di suolo, seppur notevolmente diminuito proponendo il 1^ step. Il principio di attuazione dell’area con suddivisione in step viene proposto al fine di rendere più sostenibile l’attuazione di tale intervento iniziando dalle aree adiacenti al tessuto edificato; nell’arco dei primi cinque anni di entrata in vigore del PGT; solo una volta completato questo, con la relativa quota di servizi, sarà possibile proseguire nell’attuazione del 2^ step e una volta terminato anche questo, sarà possibile procedere con il 3^ step, garantendo così uno sviluppo contenuto e programmato nel tempo, strettamente connesso alle esigenze espresse ed alla situazione socio-economica reale. Il Piano sarà comunque sottoposto a Valutazione d’Incidenza, al fine di garantire la sostenibilità delle scelte ai fini del mantenimento della Rete Natura 2000. Così facendo, ci sarà un incremento della popolazione graduale nel tempo, così come un consumo di suolo dilazionato. Considerando pertanto la soluzione proposta, la possibilità di attuare il piano per step successivi e le opere di mitigazione e compensazione previste, si può ritenere pertanto che non esistano criticità tali da escludere l’intervento programmatorio pianificato.

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AMBITI DI RECUPERO RESIDENZIALI All’interno della Relazione del Documento di Piano vengono così motivate le scelte inerenti l’individuazione di ambiti di recupero a fini residenziali: “ Il territorio di Sartirana è interessato dalla presenza di numerosi complessi rurali, molti dei quali ormai in disuso ed in uno stato di abbandono; alcuni complessi risultano di limitate dimensioni, mentre altri rispecchiano totalmente gli antichi nuclei rurali composti da case padronali, case coloniche, stalle ed edifici a servizio dell’attività agricola, corti.

Appare pertanto opportuno, nell’ottica di salvaguardare le peculiarità del territorio ed al tempo stesso valorizzarne e, ove possibile, recuperarne gli elementi strutturanti, promuovere un recupero di alcuni complessi rurali a fini residenziali. Tale intervento mira a valorizzare una delle componenti cardine del territorio della Lomellina, mantenendo la struttura morfologica e architettonica tipica del contesto territoriale, promuovendo l’utilizzo di materiali, forme e colori dei luoghi, offrendo al tempo stesso un’offerta abitativa di qualità, evitando di consumare suolo libero, ma andando esclusivamente a valorizzare l’abitato esistente attraverso il recupero di situazioni critiche.

All’interno del territorio comunale vengono individuati due complessi rurali da sottoporre a Piano di Recupero a fini residenziali: la cascina San Giorgio e la Tenuta Mora, oltre a predisporre una serie di normative generali per la salvaguardia ed il recupero dei complessi rurali.

Con tale scelta, pertanto l’Amministrazione mira ad offrire al paese una possibilità di sviluppo, che possa andare oltre l’obiettivo temporale dei cinque anni , individuando comunque delle misure atte al corretto inserimento delle aree nel contesto ambientale”

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Ambito di recupero residenziale: AT1-RR Cascina San Giorgio

1) Richiesta prot. n. 2589 – Passaggio da agricola a residenziale

Figura 97: Ambito di richiesta

In realtà, in seguito ad incontri svolti con il richiedente, è stato precisato che il recupero è rivolto esclusivamente alle attuali case coloniche, vale a dire all’area indicata in rosso nell’immagine sopra riportata. Di seguito sono riportati una serie di stralci cartografici che possano consentire di valutare quelle che sono le diverse caratteristiche dell’area di intervento e, quindi, verificare l’eventuale idoneità rispetto alla scelta pianificatoria.

2) Inquadramento territoriale

L’ambito di trasformazione richiesto è localizzato nella porzione a Nord-Est del territorio comunale, immediatamente al di fuori del nucleo urbano ed a ridosso della viabilità principale SP194. Si tratta di un terreno appartenente al nucleo rurale di cascina San Giorgio, ospitante le vecchie case coloniche, ormai in disuso da circa 50 anni. L’area ricopre una superficie di circa 15.512 mq .

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Figura 98: Localizzazione ambito

3) Uso del suolo I terreni interessati dalla trasformazione proposta sono caratterizzati dalla presenza di 12 case coloniche, un viale alberato di smistamento alle case e da aree verdi pertinenziali. I terreni posti nelle immediate adiacenze del complesso rurale sono coltivati a riso o a seminativo (mais) e sono caratterizzati da una notevole presenza di corsi d’acqua, fra cui il Roggione di Sartirana.

L’area direttamente interessata dall’intervento è a tutti gli effetti già edificata e non si andrebbe ad interferire in alcun modo con la naturalità del luogo.

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Figura 99: Uso del suolo

Figura 100: Viale alberato centrale

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Figura 101: Edifici rurali dismessi

4) Accessibilità

Come si nota anche dalle immagini precedenti l’accesso all’area avviene tramite la strada di Cascina San Giorgio, diramazione diretta della SP194.

E’ possibile notare quindi che dal punto di vista viabilistico l’area risulta ottimamente servita.

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Figura 102: Accessibilità dalla SP194

5) PTCP - RER - REP

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Figura 103: PTCP

Figura 104: RER L’area non ricade all’interno di nessuna area indicata né dal PTCP, né dalla Rete Ecologica Regionale, né da quella Provinciale.

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Figura 105: REP Vincoli e geologica

Figura 106: Vincoli L’area non risulta interessata dalla presenza di alcun vincolo. Occorrerà inoltre verificare l’entità dei corsi d’acqua superficiali presenti a ridosso dell’area, al fine di identificare la relativa fascia di rispetto. In seguito vengono analizzate le principali caratteristiche dell’ambito, emerse dalla documentazione geologica.

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Secondo quanto riportato all’interno della documentazione geologica il terreno è classificato come substrato sabbioso; è caratterizzato da sabbie che nel complesso conferiscono a questi terreni buone caratteristiche geomeccaniche.

Figura 107: Carta litotecnica-pedologica

Dal punto di vista della fattibilità geologica l’ambito rientra nella classe di fattibilità geologica II:

Figura 108: Carta della fattibilità geologica Pagina 251

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Classe di sensibilità paesistica

Figura 109: Carta della sensibilità paesistica

L’intera area rientra all’interno della classe di sensibilità paesistica 4-alta.

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TABELLA RIASSUNTIVA DESCRIZIONE Tipo di ambito di trasformazione Ambito di Recupero Residenziale

Superficie territoriale 15.512 mq

Uso del suolo prevalente Complesso rurale

Localizzazione Nord -Est del territorio comunale, al di fuori del nucleo urbano, accessibile dalla SP194

Infrastrutture Aree NON connesse con urbanizzazioni primarie

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

SISTEMA DEI VINCOLI Previsioni nel PRG vigente Area agricola Vincolo Fiumi D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. NO Beni culturali e del paesaggio (artt.10 -11 -12 NO del D. Lgs. 42/2004) Vincolo Bosco (Art. 142 D.Lgs.42/2004 e LR NO 27/2007) Aree di elevato contenuto naturalistico (PTCP) NO Emergenze naturalistiche (PTCP) NO Aree di interesse archeologico – areali di NO rischio e di ritrovamento Classe di fattibilità geologica 2 Fascia di rispetto cimiteriale NO Fascia di rispetto stradale NO Area di tutela assoluta dei pozzi pubblici ad uso idropotabile (art.5 c. 4 D.Lgs. NO 250/2000) Fascia di rispetto dei pozzi pubblici ad uso NO idropotabile (art.5 c. 4 D.Lgs. 250/2000) Fascia di rispetto elettrodotti NO Siti Rete Natura 2000 ZPS “Risaie della Lomellina”

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TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

CRITICITA’ AMBIENTALI Vicinanza con insediamenti artigianali NO Vicinanza a strada principale NO Presenza di vulnerabilità ambientali NO Conflittualità tra destinazioni urbanistiche NO Presenza di allevamenti NO

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

VALENZE AMBIENTALI Classe di sensibilità paesistica 4-Alta Alberi monumentali NO Presenza di essenze arboree SI Rete sentieristica e ciclabile NO Corridoi ecologici NO Aree Rete Ecologica Regionale NO Fontanili NO Cascine SI Rete irrigua – corsi d’acqua SI Ambito agricolo di pregio SI Perdita del valore dei servizi eco -sistemici Nulla Superfici oggetto di interventi di SI riqualificazione ambientale Superfici aree verdi SI

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SCHEMA PROGETTUALE

Figura 110: Schema progettuale

DATI DI PIANO Superficie territoriale 15.512 mq Destinazione d’uso prevalente Residenziale It = Indice di fabbricabilità territoriale E’ obbligatorio mantenere le stesse volumetrie esistenti, fatta salva l’opportunità di usufruire dell’incentivazione urbanistica, come di seguito specificato. E’ consentita la costruzione di un box doppio a sé stante per ogni nucleo famigliare. Al fine di promuovere l’edilizia bioclimatica ed il risparmio energetico è consentita la modifica delle sagome esistenti, pur mantenendo un linguaggio coerente con il contesto. Qc = Rapporto di cope rtura Uguale a quello esistente, fatta salva l’opportunità di costruire un box doppio a sé stante per ogni nucleo famigliare.

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Ip = Indice di permeabilità 50 % H = Altezza massima Uguale a quella esistente Per gli accessori a sé stanti (box, porticati) è consentita un’altezza massima di 3 m. Volume massimo realizzabile Volumetria esistente, fatta salva l’opportunità di usufruire dell’incentivazione urbanistica, come di seguito specificato e di costruire box doppi per ogni nucleo famigliare all’interno del proprio lotto di pertinenza. N. massimo di abitanti teorici insediabili (150 76 ab mc/ab) Ica = Indice di consistenza arborea n.2 alberi di alto fusto ogni 50 mq di SLP Icb = Indice di consistenza arbustiva n.4 arbusti ogni 200 mq di SLP

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

VALENZE SOCIO-ECONOMICHE Numero minimo di alloggi in edilizia sociale 0 Piste ciclabili SI Attrezzature pubbliche Fasce verdi di mitigazione – Area verde ciclopedonale – Parcheggi pubblici Dinamicità socio -economica SI Interessamento di aree agricole strategiche NO

Previsioni di mitigazione Il Piano propone una mitigazione dell’intervento attraverso la creazione contestuale di - una quinta arborea affiancata alle strade bianche; - un polmone verde centrale tra le unità immobiliari.

Come richiesto da Provincia di Pavia, in sede all’adozione del piano, occorrerà, in fase attuativa, concordare con ASL ed ARPA, adeguate fasce di mitigazione realizzate con essenze arboree autoctone, al fine di limitare e contenere tutte e criticità derivanti dall’impianto a biogas localizzato in adiacenza al complesso rurale.

Compensazione Non è prevista alcuna compensazione ambientale esterna al lotto in quanto si tratta di un recupero di un complesso rurale esistente. Pagina 256

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Giudizio sulla scelta di programmazione Come evidenziato dall’analisi precedente, l’area d’intervento è costituita da un complesso rurale ormai in disuso da diversi anni. L’amministrazione ritiene che il recupero di tale area possa giovare allo sviluppo socio-economico del paese, nonché ad una valorizzazione dell’abitato ed alla salvaguardia del patrimonio socio- culturale. Analizzando l’intervento proposto, appaiono decisamente numerosi i possibili effetti positivi conseguenti, di seguito sinteticamente riportati: - recupero di edifici dismessi; - valorizzazione dell’abitato; - nessun consumo di suolo libero; conservazione e salvaguardia del patrimonio edilizio e socio-economico rappresentativo della cultura locale; - possibilità di incremento dell’offerta abitativa senza la trasformazione di suolo libero; - promozione d interventi volti alla sostenibilità energetica ed alla bioedilizia; - creazione di aree verdi, valorizzando quelle esistenti; - utilizzo di tecniche della bioedilizia e volte alla eco-compatibilità; - elevata qualità delle trasformazioni.

Per tutto quanto sopra affermato appare più che giustificata la presentazione di un tale intervento ed il suo inserimento all’interno delle proposte del Documento di Piano. Il Piano sarà comunque sottoposto a Valutazione d’Incidenza, al fine di garantire la sostenibilità delle scelte ai fini del mantenimento della Rete Natura 2000. Occorre inoltre considerare che il recupero di tale area potrebbe rispondere a differenti esigenze, in quanto i tagli delle unità immobiliari potrebbero variare tra diverse metrature, ma al tempo stesso garantire la salvaguardia morfologica e strutturale. Infatti, per la conformazione degli edifici, si potrebbero ricavare ville monofamigliari di circa 300 mq, oppure ville bifamigliari di circa 150 mq, sempre dotate di un’ampia porzione di verde privato. La creazione di un polmone verde costituente un percorso ciclo-pedonale ed un’area verde attrezzata garantisce ulteriormente la qualità della trasformazione proposta, nonché l’incremento di servizi pubblici connessi all’aumento della popolazione.

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Ambito di recupero residenziale: AT5-RR Tenuta Mora

1) Richiesta prot. n. 2732 – Passaggio da agricola a residenziale

Figura 111: Ambito richiesta Come nel caso precedente, dopo incontri chiarificatori con il richiedente, la porzione da trasformare a residenziale è stata identificata con quella indicata in rosso nell’immagine precedente.

Di seguito sono riportati una serie di stralci cartografici che possano consentire di valutare quelle che sono le diverse caratteristiche dell’area di intervento e, quindi, verificare l’eventuale idoneità rispetto alla scelta pianificatoria.

2) Inquadramento territoriale

L’ambito di trasformazione richiesto è localizzato nella porzione a Sud del territorio comunale, al di fuori del nucleo urbano direttamente sulla viabilità principale SS494. Si tratta di un terreno appartenente al nucleo rurale di Tenuta Mora, ospitante le vecchie case coloniche, ormai quasi totalmente in disuso.

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L’area ricopre una superficie di circa 8.985 mq .

Figura 112: Localizzazione ambito di richiesta

3) Uso del suolo I terreni interessati dalla trasformazione proposta sono caratterizzati dalla presenza di 8 case coloniche e da aree verdi pertinenziali. I terreni posti nelle immediate adiacenze del complesso rurale sono coltivati a riso o a seminativo (mais).

L’area direttamente interessata dall’intervento è a tutti gli effetti già edificata e non si andrebbe ad interferire in alcun modo con la naturalità del luogo.

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Figura 113: Uso del suolo

Figura 114: Edifici rurali da recuperare Pagina 260

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4) Accessibilità

Come si nota anche dalle immagini precedenti l’accesso all’area avviene direttamente dalla SS494.

E’ possibile notare quindi che dal punto di vista viabilistico l’area risulta ottimamente servita.

5) PTCP - RER - REP

Figura 115: PTCP

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Figura 116: RER L’area non ricade all’interno di nessuna area indicata dal PTCP; viene esclusivamente indicata la sua localizzazione a ridosso della viabilità storica principale. L’area non ricade neppure all’interno delle aree della Rete Ecologica Regionale; le aree immediatamente adiacenti ricadono invece all’interno degli Elementi di primo livello e delle Aree Prioritarie per la Biodiversità. L’area non ricade inoltre all’interno di nessuna area indicata all’interno della Rete Ecologica Provinciale.

Figura 117: REP

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Vincoli e geologica

Figura 118: Vincoli L’area risulta interessata dalla presenza del vincolo della strada SS494. Occorrerà inoltre verificare le caratteristiche della linea elettrica esistente parallela alla strada.

In seguito vengono analizzate le principali caratteristiche dell’ambito, emerse dalla documentazione geologica.

Secondo quanto riportato all’interno della documentazione geologica il terreno è classificato come a substrato sabbioso-limoso: al di sotto di uno strato superficiale limoso-sabbioso dello spessore di circa 3 m, è possibile rinvenire spessi orizzonti ghiaiosi. Le caratteristiche geomeccaniche risultano medie, ma possono essere soggette di sensibile riduzione in funzione della percentuale della componente fine (localmente si possono rinvenire anche sottili livelli argillosi) e della presenza di acqua.

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Figura 119: Carta litotecnica-pedologica

Dal punto di vista della fattibilità geologica l’ambito rientra nella classe di fattibilità geologica II:

Figura 120: Carta della fattibilità geologica

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Classe di sensibilità paesistica

Figura 121: Carta della sensibilità paesistica

L’intera area rientra all’interno della classe di sensibilità paesistica 4-alta.

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TABELLA RIASSUNTIVA DESCRIZIONE Tipo di ambito di trasformazione Ambito di Recupero Residenziale

Superficie territoriale 8.985 mq

Uso del suolo prevalente Complesso rurale

Localizzazione Sud del territorio comunale, al di fuori del nucleo urbano, accessibile dalla SS494

Infrastrutture Aree NON connesse con urbanizzazioni primarie

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

SISTEMA DEI VINCOLI Previsioni nel PRG vigente Area agricola Vincolo Fiumi D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. NO Beni culturali e del paesaggio (artt.10 -11 -12 NO del D. Lgs. 42/2004) Vincolo Bosco (Art. 142 D.Lgs.42/2004 e LR NO 27/2007) Aree di elevato contenuto naturalistico (PTCP) NO Emergenze naturalistiche (PTCP) NO Aree di interesse archeologico – areali di NO rischio e di ritrovamento Classe di fattibilità geologica 2 Fascia di rispetto cimiteriale NO Fascia di rispetto stradale SI Area di tutela assoluta dei pozzi pubblici ad uso idropotabile (art.5 c. 4 D.Lgs. NO 250/2000) Fascia di rispetto dei pozzi pubblici ad uso NO idropotabile (art.5 c. 4 D.Lgs. 250/2000) Fascia di rispetto elettrodotti NO Siti Rete Natura 2000 ZPS “Risaie della Lomellina”

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TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

CRITICITA’ AMBIENTALI Vicinanza con insediamenti artigianali NO Vicinanza a strada principale SI Presenza di vulnerabilità ambientali NO Conflittualità tra destinazioni urbanistiche NO Presenza di allevamenti NO

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

VALENZE AMBIENTALI Classe di sensibilità paesistica 4-Alta Alberi monumentali NO Presenza di essenze arboree NO Rete sentieristica e ciclabile NO Corridoi ecologici NO Aree Rete Ecologica Regionale NO Fontanili NO Cascine SI Rete irrigua – corsi d’acqua NO Ambito agricolo di pregio SI Perdita del valore dei servizi eco -sistemici Nulla Superfici oggetto di interventi di SI riqualificazione ambientale Superfici aree verdi SI

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SCHEMA PROGETTUALE

Figura 122: Schema progettuale

DATI DI PIANO Superficie territoriale 8.985 mq Destinazione d’uso prevalente Residenziale It = Indice di fabbricabilità territoriale E’ obbligatorio mantenere le stesse volumetrie esistenti Qc = Rapporto di copertura Uguale a quello esistente Ip = Indice di permeabilità 50 % H = Altezza massima Uguale a quella esistente Volume massimo realizzabile Volumetria esistente. N. massimo di abitanti teorici insediabili (150 51 ab mc/ab) Ica = Indice di consistenza arborea n.2 alberi di alto fusto ogni 50 mq di SLP Icb = Indice di consistenza arbustiva n.4 arbusti ogni 200 mq di SLP

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TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

VALENZE SOCIO-ECONOMICHE Numero minimo di alloggi in edilizia sociale 0 Piste ciclabili NO Attrezzature pubbliche NO Dinamicità socio -economica SI Interessamento di aree agricole strategiche NO

Previsioni di mitigazione Il Piano non prevede alcuna mitigazione ambientale, in quanto si tratta di un complesso esistente, immerso nella campagna.

Compensazione Non è prevista alcuna compensazione ambientale esterna al lotto in quanto si tratta di un recupero di un complesso rurale esistente.

Giudizio sulla scelta di programmazione Come evidenziato dall’analisi precedente, l’area d’intervento è costituita da un complesso rurale ormai in disuso da diversi anni. L’amministrazione ritiene che il recupero di tale area possa giovare allo sviluppo socio-economico del paese, nonché ad una valorizzazione dell’abitato ed alla salvaguardia del patrimonio socio- culturale. Analizzando l’intervento proposto, appaiono decisamente numerosi i possibili effetti positivi conseguenti, di seguito sinteticamente riportati: - recupero di edifici dismessi; - valorizzazione dell’abitato; - nessun consumo di suolo libero; - conservazione e salvaguardia del patrimonio edilizio e socio-economico rappresentativo della cultura locale; - possibilità di incremento dell’offerta abitativa senza la trasformazione di suolo libero; - promozione d interventi volti alla sostenibilità energetica ed alla bioedilizia; - utilizzo di tecniche della bioedilizia e volte alla eco-compatibilità; - elevata qualità delle trasformazioni.

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Per tutto quanto sopra affermato appare più che giustificata la presentazione di un tale intervento ed il suo inserimento all’interno delle proposte del Documento di Piano. Il Piano sarà comunque sottoposto a Valutazione d’Incidenza, al fine di garantire la sostenibilità delle scelte ai fini del mantenimento della Rete Natura 2000. Occorre inoltre considerare che il recupero di tale area potrebbe rispondere a differenti esigenze, in quanto i tagli delle unità immobiliari potrebbero variare tra diverse metrature, ma al tempo stesso garantire la salvaguardia morfologica e strutturale. Infatti, per la conformazione degli edifici, si potrebbero ricavare ville monofamigliari di circa 300 mq, oppure ville bifamigliari di circa 150 mq, sempre dotate di un’ampia porzione di verde privato.

Ambito di recupero terziario-commerciale AT4-RTC “La Filanda”

1) Richiesta prot. n. 3913 – Passaggio da zona residenziale da ristrutturare a zona terziaria commerciale

Figura 123: Individuazione richiesta

Di seguito sono riportati una serie di stralci cartografici che possano consentire di valutare quelle che sono le diverse caratteristiche dell’area di intervento e, quindi, verificare l’eventuale idoneità rispetto alla scelta pianificatoria.

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2) Inquadramento territoriale

L’ambito di trasformazione richiesto è localizzato nella porzione a Nord del nucleo urbano direttamente sulla via Marconi, in uscita dal paese verso la strada principale SP194. Si tratta di un complesso di edifici ormai in disuso ed in stato di degrado. L’area ricopre una superficie di circa 2.982 mq .

Figura 124: Localizzazione ambito

3) Uso del suolo I terreni interessati dalla trasformazione proposta sono caratterizzati dalla presenza di edifici in disuso. I terreni posti nelle immediate adiacenze del complesso sono coltivati a riso o a seminativo (mais).

L’area direttamente interessata dall’intervento è a tutti gli effetti già edificata e non si andrebbe ad interferire in alcun modo con la naturalità del luogo, anzi se ne andrebbe a riqualificare una porzione. Da sottolineare esclusivamente la presenza del Roggione di Sartirana sul lato sud del lotto.

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Figura 125: Uso del suolo

Figura 126: Edifici da recuperare 4) Accessibilità

L’accesso all’area avviene da via Marconi, collegata direttamente con la SP194. Risulta pertanto di facile accesso e ben visibile dalla viabilità principale.

Un recupero a fini terziario commerciali, vista la localizzazione dell’area, risulta perfettamente idoneo.

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5) PTCP - RER – REP

Figura 127: PTCP

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Figura 128: RER

L’area non appartiene a nessun particolare elemento indicato dal PTCP. Risulta esclusivamente adiacente al centro storico, così come indicato dal Piano Provinciale.

Non appartiene neanche ad aree della Rete Ecologica Regionale, né della Rete Ecologica Provinciale.

Figura 129: REP

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Vincoli e geologica

Figura 130: Vincoli

L’area risulta interessata dalla presenza del vincolo stradale di via Marconi e dalla fascia di rispetto del Roggione di Sartirana.

In seguito vengono analizzate le principali caratteristiche dell’ambito, emerse dalla documentazione geologica.

Secondo quanto riportato all’interno della documentazione geologica il terreno è classificato come a substrato sabbioso; è caratterizzato da sabbie che nel complesso conferiscono a questi terreni buone caratteristiche geomeccaniche.

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Figura 131: Carta litotecnica-pedologica

Dal punto di vista della fattibilità geologica l’ambito rientra nella classe di fattibilità geologica II:

Figura 132: Carta di fattibilità

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Classe di sensibilità paesistica

Figura 133:Carta della sensibilità paesistica

L’intera area rientra all’interno della classe di sensibilità paesistica 3-media.

TABELLA RIASSUNTIVA DESCRIZIONE Tipo di ambito di trasformazione Ambito di Recupero Terziario Commerciale

Superficie territoriale 2.982 mq

Uso del suolo prevalente Complesso di edifici in disuso

Localizzazione Nord del nucleo urbano direttamente sulla via Marconi, in uscita dal paese verso la strada principale SP194.

Infrastrutture Aree connesse con urbanizzazioni primarie

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TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

SISTEMA DEI VINCOLI Previsioni nel PRG vigente Zona residenziale da ristrutturare Vincolo Fiumi D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. NO Beni culturali e del paesaggio (artt.10 -11 -12 NO del D. Lgs. 42/2004) Vincolo Bosco (Art. 142 D.Lgs.42/2004 e LR NO 27/2007) Aree di elevato contenuto naturalistico (PTCP) NO Emergenze naturalistiche (PTCP) NO Aree di interesse archeologico – areali di NO rischio e di ritrovamento Classe di fattibilità geologica 2 Fascia di rispetto cimiteriale NO Fascia di rispetto stradale SI Area di tutela assoluta dei pozzi pubblici ad uso idropotabile (art.5 c. 4 D.Lgs. NO 250/2000) Fascia di rispetto dei pozzi pubblici ad uso NO idropotabile (art.5 c. 4 D.Lgs. 250/2000) Fascia di rispetto elettrodotti NO Siti Rete Natura 2000 ZPS “Risaie della Lomellina”

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

CRITICITA’ AMBIENTALI Vicinanza con insediamenti artigianali NO Vicinanza a strada principale SI Presenza di vulnerabilità ambientali NO Conflittualità tra destinazioni urbanistiche NO

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TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

VALENZE AMBIENTALI Classe di sensibilità paesistica 3-Media Alberi monumentali NO Presenza di essenze arboree NO Rete sentieristica e ciclabile NO Corridoi ecologici NO Aree Rete Ecologica Regionale NO Fontanili NO Cascine NO Rete irrigua – corsi d’acqua SI Ambito agricolo di pregio NO Perdita del valore dei servizi eco -sistemici Nulla Superfici oggetto di interventi di SI riqualificazione ambientale Superfici aree verdi SI

SCHEMA PROGETTUALE

Figura 134: Schema progettuale

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DATI DI PIANO Superficie territoriale 2. 982 mq Destinazione d’uso prevalente Laboratorio per la produzione, confezione e vendita di capi d’abbigliamento; uffici; museo, show-room dei prodotti confezionati, aree a parcheggio, aree a verde. It = Indice di fabbricabilità territoriale E’ obbligatorio mantenere le stesse volumetrie e sagome esistenti. Qc = Rapporto di copertura Uguale a quello esistente. Ip = Indice di permeabilità 25 % H = Altezza massima Uguale a quella esistente Volume massimo realizzabile Volumetria esistente . Ica = Indice di consistenza arborea n.2 alberi di alto fusto ogni 50 mq di SLP Icb = Indice di consistenza arbustiva n.4 arbusti ogni 200 mq di SLP

TABELLA RIASSUNTIVA ANALISI CRITICITA’

VALENZE SOCIO-ECONOMICHE Numero minimo di alloggi in edilizia sociale 0 Piste ciclabili NO Attrezzature pubbliche NO Dinamicità socio -economica SI Interessamento di aree agricole strategiche NO

Previsioni di mitigazione Il Piano non propone alcuna mitigazione, se non la realizzazione di quinte arboree di connessione tra edificato e territorio rurale.

Compensazione Non sono previste opere di compensazione, in quanto si tratta di un complesso esistente.

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Giudizio sulla scelta di programmazione Come evidenziato dall’analisi precedente, l’area d’intervento è costituita da un antico fabbricato adibito a “Filanda”, rappresentativo di una realtà socio-economica locale di un certo periodo storico. L’Amministrazione ritiene che il recupero di tale area risulti strategico sia per lo sviluppo socio- economico del paese, sia per la valorizzazione dell’abitato. Analizzando l’intervento proposto, appaiono decisamente numerosi i possibili effetti positivi conseguenti, di seguito sinteticamente riportati: - recupero di edifici dismessi; - valorizzazione dell’abitato; - nessun consumo di suolo libero; - conservazione e salvaguardia del patrimonio edilizio e socio-economico rappresentativo della cultura locale; - promozione d interventi volti alla sostenibilità energetica ed alla bioedilizia; - utilizzo di tecniche della bioedilizia e volte alla eco-compatibilità; - elevata qualità delle trasformazioni; - sviluppo socio-economico del paese, - incremento dell’attrazione turistica; - possibilità di incremento dell’offerta lavorativa.

Per tutto quanto sopra affermato appare più che giustificata la presentazione di un tale intervento ed il suo inserimento all’interno delle proposte del Documento di Piano. Il Piano sarà comunque sottoposto a Valutazione d’Incidenza, al fine di garantire la sostenibilità delle scelte ai fini del mantenimento della Rete Natura 2000. Il recupero di tale area inoltre a fini terziario-commerciali, per le caratteristiche proposte, potrebbe risultare un polo attrattore sia a livello commerciale, sia a livello turistico, valorizzando ulteriormente l’abitato ed incentivandone uno sviluppo turistico. Come suggerito da ARPA Lombardia, in sede di conferenza finale della VAS, si segnala che sarà necessario svolgere un’indagine ambientale preliminare sul sito. A seguito dell’indagine emergerà la presenza o meno di contaminazioni e la conseguente necessità di attivare l’iter tecnico- amministrativo di bonifica previsto dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. (parte IV, titolo V). La costruzione di nuove strutture sulle aree oggetto di bonifica è subordinata al completamento delle opere di risanamento e alla certificazione di salubrità dell’area da parte dell’Autorità competente.

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13. VERIFICA SULLA SOSTENIBILITA’ DELLE SCELTE DI PIANO

Il lavoro svolto nell’ambito della pianificazione e della valutazione ha portato alla definizione di uno scenario di riferimento che, quanto più possibile, tende a integrare gli obiettivi dettati da una gestione sostenibile del territorio con le strategie e necessità di sviluppo dello stesso. Si osserva che, data la morfologia del paese, la presenza di vincoli ambientali ed urbanistici, la possibilità di individuare delle nuove direttrici di sviluppo, risultava alquanto limitata. Gli interventi di recupero previsti per gli edifici rurali a fine residenziale mostrano un’elevata sostenibilità ambientale; per lo sviluppo residenziale, che appare di modeste dimensioni, in seguito alla riduzione dell’ambito AT3-RE, l’attuazione così prevista garantisce una migliore sostenibilità ambientale.

Sistema insediativo – espansione:

Fattibilità: analizzando le scelte di piano previste, è possibile prevedere per quanto riguarda il comune di Sartirana Lomellina una modesta espansione delle aree insediative, che comunque risulta localizzata in un’unica zona in prossimità di aree già edificate, nella porzione di territorio più adeguata per un futuro sviluppo del paese. Le aree individuate sono nate da richieste di privati che hanno dimostrato interesse a promuovere interventi nel settore residenziale

Attualmente il piano intende inserire tale area, in quanto per la sua localizzazione, morfologia, accessibilità e sostenibilità economico-procedurale appare l’unica concreta occasione di sviluppo residenziale del paese.

Tempi: non è possibile stabilire i tempi di realizzazione, in quanto seppure trattandosi di solo due aree, risultano di dimensioni significative per la realtà comunale. L’attuazione e’ stata pertanto suddivisa nel tempo, creando fasi successive e permettendo investimenti minori e con un ritorno economico più breve.

Effetti: analizzando gli effetti sull’ambiente ed il territorio le aree interessate comportano numerosi effetti soprattutto per quanto riguarda la trasformazione di suolo naturale. Tali effetti vengono comunque compensati attraverso opere di rinaturazione boschiva all’interno delle Aree di Valorizzazione Ecologica ed interventi mitigativi all’interno degli ambiti stessi.

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Sistema insediativo – Recupero

Fattibilità: il comune di Sartirana Lomellina prevede inoltre il recupero di due aree rurali a fini residenziali, di modeste dimensioni, ben localizzate sul territorio comunale ed idonee ad un recupero a fini residenziali. Le aree individuate sono nate da richieste di privati che hanno dimostrato interesse a recuperare tali patrimoni.

Attualmente il piano intende inserire tali aree, in quanto per il loro localizzazione, morfologia, accessibilità e sostenibilità economico-procedurale appaiono un’ottima occasione di valorizzazione dell’abitato, di salvaguardia del patrimonio rurale ed al tempo stesso di una buona offerta abitativa, senza consumare suolo libero.

Tempi: non è possibile stabilire i tempi di realizzazione, in quanto seppure trattandosi di solo due aree, risultano di dimensioni notevoli per la realtà comunale. Anche per tali aree sarà così possibile suddividere nel tempo, in fase di attuazione, le parti di prima e di seconda attuazione, creando fasi successive e permettendo investimenti minori e con un ritorno economico più breve.

Effetti: analizzando gli effetti sull’ambiente ed il territorio le aree interessate non comportano particolari effetti negativi, se non legati all’incremento di abitanti con le relative conseguenze dal punto di vista del traffico indotto e dell’incremento di inquinamento nelle sue varie forme. Un intervento di tale valenza, ovvero di recupero di un patrimonio storico-architettonico, rappresentativo della cultura locale, genera sicuramente un miglioramento diffuso.

Sistema artigianale-produttivo

Fattibilità: analizzando le scelte di piano previste, è possibile prevedere per quanto riguarda il comune di Sartirana Lomellina una sola nuova area di completamento artigianale/produttiva a ridosso delle aree artigianali/industriali esistenti, nel settore est del tessuto urbano oltre alla linea ferroviaria.

L’area è stata individuata per volontà dell’Amministrazione Comunale su richiesta di un privato.

Trattandosi di un’area di completamento, la fattibilità economico-procedurale risulta buona.

Tempi: non è possibile stabilire le reali tempistiche previste per il completamento di tale area; si può comunque affermare che trattandosi di un’area strettamente connessa al Piano di lottizzazione convenzionato adiacente, che risulta on corso di attuazione, verrà prioritariamente prevista

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l’attuazione completa di tale ambito, e, solo quando questo risulterà completato, si procederà all’attuazione della nuova area inserita nel PGT.

Effetti: non appare possibile valutare, oltre agli effetti generici, quelli più specifici prodotti dalla nuova area artigianale/industriale, non essendo a conoscenza della tipologia di impianto che si insedierà in tale area.

Per tale area sono comunque escluse le attività nocive od inquinanti.

Anche se l’area individuata non è localizzata in porzioni di territorio con elevato valore paesistico, per tutelare l’ambiente ed il territorio stesso verranno stabiliti criteri specifici riguardanti l’uso del suolo, le volumetrie edificabili (per evitare volumi impattanti) e le caratteristiche degli insediamenti (per evitare emissioni e fonti inquinanti notevoli).

E’ previsto infine all’interno di tale area l’inserimento di porzioni a verde per limitare la superficie impermeabile allo stretto necessario e favorire la mitigazione di tali aree, da attuarsi contemporaneamente all’attuazione dell’intervento.

Sistema terziario/commerciale

Fattibilità: analizzando le scelte di piano previste, è possibile prevedere per quanto riguarda il comune di Sartirana Lomellina il recupero di un’area da destinare a terziario commerciale.

L’area è stata individuata per volontà dell’Amministrazione Comunale su richiesta di un privato.

Trattandosi di un’area di recupero e visto il reale interesse dimostrato per la trasformazione di tale area da parte di un privato, la fattibilità economico-procedurale risulta buona.

Tempi: non è possibile stabilire le reali tempistiche previste per il recupero di tale area; visto l’interesse dimostrato, i tempi di realizzazione di tale intervento dovrebbero risultare brevi.

Effetti: trattandosi di un recupero a fini terziario/commerciali, non appaiono particolari effetti negativi; gli unici da segnalare potrebbero essere legati all’incremento di traffico una volta iniziata l’attività; d’altro canto, tale recupero potrebbe generare un incremento sia del turismo a livello locale, sia di acquirenti, in grado di smuovere l’economia locale, ma al tempo stesso contenuto, tanto da non generare particolari disagi sul territorio.

Sistema ambientale

Fattibilità: Le scelte di piano inerenti gli aspetti ambientali sono strettamente correlati agli ambiti di trasformazione, e alla realizzazione della Rete Ecologica Comunale. Le aree di mitigazione

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compensazione risultano subordinate all’attuazione degli ambiti, pertanto alla loro fattibilità. Una volta dato avvio all’attuazione degli ambiti, risulterà comunque estremamente fattibile la realizzazione delle aree verdi.

Tempi: i tempi necessari all’attuazione della rete ecologica risultano strettamente collegati alla reperibilità dei fondi, i quali sono legati a loro volta ai nuovi interventi edificatori, pertanto non è possibile stabilire una fascia temporale precisa.

Effetti: trattandosi di interventi a fine ambientale, gli effetti non risulteranno negativi; la creazione di fasce verdi sarà effettuata con solo essenze arboree, opportunamente miscelate per tipologia e dimensioni al fine di ottenere un habitat più vario, in grado di favorire lo sviluppo della biodiversità.

Servizi ed attrezzature pubbliche

Fattibilità: il piano prevede l’individuazione di nuove aree destinate a servizi pubblici, con particolare riferimento all’ampliamento del cimitero comunale ed all’individuazione di un’area per la realizzazione di un centro diurno integrato in adiacenza alla residenza sanitaria assistenziale esistente, nonché una fascia destinata all’ampliamento del campo sportivo comunale.

Si tratta in parte di proposte dell’Amministrazione Comunale ed in parte di richieste di privati; in entrambi i casi la fattibilità economico-procedurale risulta buona.

Tempi: visto il reale interesse dimostrato per entrambi gli interventi, i tempi di attuazione dovrebbero risultare brevi, strettamente connessi alle tempistiche relative agli iter procedurali previsti dalle normative vigenti.

Effetti: non si riscontrano effetti ambientali particolarmente negativi, in quanto si tratta di aree destinate a servizi pubblici, a supporto della comunità e comunque da attuarsi solo a seguito del ricevimento dei pareri previsti dalle normative vigenti in materia.

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14. MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE PER L’ATTUAZIONE DEL PGT

Il concetto di compensazione viene introdotto in Italia con le pratiche di VIA nell’ambito della valutazione dei progetti e successivamente dalla VAS nell’ambito della valutazione di piani e programmi. Il termine compensazione indica l’azione di riparazione, di risarcimento dei danni causati da trasformazioni territoriali. Ambientale caratterizza l’oggetto della compensazione è può essere inteso in modo più tradizionale nelle componenti aria, acqua, suolo, natura, o in modo esteso nelle componenti sociali, culturali, economiche. Nella pratica molte volte il termine compensazione è tradotto con azioni che sono distanti da un significato di rigenerazione ecologica: compensazione urbanistica e compensazione paesaggistica sono i modi più frequenti con cui viene attuato il concetto di riparazione compensativa nella valutazione dei piani, programmi e progetti. Nelle esperienze di compensazione ambientale viene talvolta sottovalutata la dimensione ecologica nell’attività di restituzione dei valori ambientali (compensazione) indeboliti dalle trasformazioni territoriali. L’aggettivo ecologica rafforza la dimensione naturale (biologica) delle attività di compensazione. Pare opportuno, in controtendenza, riaffermare la centralità della componente ecologica e, nel caso della pianificazione territoriale e urbanistica, l’importanza che assume il territorio non modellato artificialmente (sigillatura ed impermeabilità dei suoli) per i servizi ecosistemici che produce. Il metodo proposto in questo Rapporto Ambientale pone l’attenzione a queste componenti e definisce azioni di riparazione ecologica volte al recupero dei valori in perdita. Al fine di una buona compensazione, il consumo di suolo e l’azione uguale e contraria della rigenerazione ecologica sono due atti che devono essere bilanciati nel tempo, nel luogo e nella forza.

Contemporaneità: degli interventi di compensazione ambientale. E’ opportuno che nella bilancia ecologica locale non vi sia uno scompenso dovuto a differenti tempi tra la compromissione di suolo e la relativa riparazione compensativa. Le norme del Documento di Piano devono prevedere la sincronia degli interventi legando l’attuazione dei primi ai secondi nella convenzione urbanistica.

Contestualità: territoriale degli interventi di compensazione ambientale. La valutazione ambientale di piani e programmi necessariamente si confronta con una scala territoriale diversa della valutazione previste dalla VIA. L’ambito ideale è quello territorialmente

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non separato da quello dove è avvenuta la riduzione di un valore ambientale. Per la VAS di Sartirana Lomellina in considerazione dell’omogeneità del territorio non urbano (cioè non diviso da elementi fisici o da ecosistemi distinti) l’ambito di riferimento è quello gestito dal Piano stesso (territorio comunale), anche per motivi regolamentativi. Anche in questo caso la bilancia ecologica si sostiene nel momento in cui gli effetti compensativi sono distribuiti sul territorio comunale. Inoltre, aspetto non secondario, la compensazione ecologica a scala locale fornisce una risposta diretta a chi subisce la riduzione di valore ecologico. E’ importante mantenere evidente il rapporto tra trasformazioni e compensazioni per aumentare la consapevolezza della cittadinanza e i legami con il territorio non urbano. In questo modo si riesce a mantenere la relazione tra deficit e incremento nello stesso contesto territoriale e sociale.

Dimensione del valore ecologico da compensare. L’aspetto maggiormente delicato è la misura necessarie per ripristinare il valore ecologico perso. Il sistema introdotto si basa su tre criteri principali che influenzano il rapporto di compensazione ambientale rispetto alle aree compromesse. Il rapporto di compensazione di base o teorico che viene considerato in questa valutazione è di 1:1. Le superfici di compensazione devono essere di estensione pari alla superficie territoriale (St) interessata dalla trasformazione urbanistica.

Tale rapporto di base o teorico si riferisce all’ipotesi di una qualsiasi trasformazione territoriale da suolo naturale ad urbanizzato, includendo già il valore del deficit ecologico (valore di naturalità dell’uso del suolo prima della trasformazione e le destinazioni funzionali che l’area acquisisce). E’ possibile correggere tale rapporto attraverso un indice correttivo (ic), ricavato dalla tabella seguente e stabilito considerando i seguenti elementi: - le azioni di mitigazione previste dal progetto; - l’incremento di naturalità degli interventi di compensazione.

La Superficie di Compensazione finale sarà data da: Sc = St*ic Mitigazione alla riduzione di naturalità La valutazione introduce un parametro di riduzione delle superfici per la compensazione in rapporto alla qualità del progetto, in merito alle mitigazioni ambientali adottate. E’ difficile valutare prima e in modo standardizzato tali riduzioni per tutte le aree di trasformazione, sarebbe meglio inserirle direttamente nelle schede del documento di piano.

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Comunque dovrebbero agire su questi fattori quando il progetto prevede una situazione di qualità migliore di quella prescritta dalle norme come fattore di incentivazione. E’ ovviamente importante coordinarsi con le norme. Il rapporto ambientale propone i seguenti parametri di riduzione delle superfici di compensazione, in base agli interventi di mitigazione previsti dal progetto. Mitigazioni e riduzione degli effetti sono in realtà legati al tipo di determinante e alle relative pressioni che esercita sul contesto specifico. Per questo motivo i parametri riportati sono indicativi e vengono specificati in ogni singolo caso nelle schede degli Ambiti di Trasformazione. - superfici permeabili - superfici di verde pensile - numero di piante - sistemi di recupero acque meteoriche

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Mitigazione Modalità di calcolo Destinazioni Destinazioni produttive residenziali Parametro di riduzione massimo di riferimento Superficie permeabile Si applica il parametro di riduzione quando il progetto prevede superfici permeabili in misura maggiore di quanto prescritto dal piano. Il parametro indicato è applicabile 0,1 0,2 quando le superfici permeabili incrementano del doppio l’indice di piano. Per valori intermedi si applica per interpolazione lineare. Consistenza arborea Si applica il parametro di riduzione quando il progetto prevede una consistenza arborea in misura maggiore di quanto prescritto dal piano. Il parametro indicato è 0,1 0,15 applicabile quando la consistenza arborea incrementa del doppio l’indice di piano. Per valori intermedi si applica per interpolazione lineare. Consistenza arbustiva Si applica il parametro di riduzione quando il progetto prevede una consistenza arbustiva in misura maggiore di quanto prescritto dal piano. Il parametro indicato è - 0,1 applicabile quando la consistenza arbustiva incrementa del doppio l’indice di piano. Per valori intermedi si applica per interpolazione lineare. Verde pensile Si applica quando il progetto prevede superfici di verde pensile. Il parametro indicato è applicabile quando tali 0,2 0,1 superfici raggiungono il 50% delle superfici coperte. Per valori intermedi si applica per interpolazione lineare. Sistemi di recupero Si applica quando il progetto prevede acque meteoriche sistemi di recupero delle acque meteoriche. Il parametro indicato è applicabile quando tali superfici 0,1 0,1 attrezzate raggiungono il 50% delle superfici fondiarie. Per valori intermedi si applica per interpolazione lineare. Altro Viene illustrato nelle singole schede di - - Ambito.

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La proposta è l’individuazione delle aree di possibile localizzazione delle opere di compensazione, come una particolare zona agricola, Aree Agricole di Valorizzazione Ecosistemica, con una normativa specifica che regoli gli interventi, la manutenzione e la gestione. La norma regola le trasformazioni e gli usi ammissibili delle aree dove non sono ancora attuate opere di compensazione e dopo la loro attuazione: prima il regime è simile a quello delle aree agricole con l’unico vincolo di non compromettere la realizzazione delle opere di compensazione, dopo c’è il vincolo di non modificare l’uso del suolo valorizzato con le opere di compensazione. Tale proposta si basa su un disegno strategico di quello che potrebbe essere il territorio di pregio naturale di Sartirana Lomellina in un tempo medio lungo (anche successivo ai cinque anni di validità del DdP). Tale disegno consiste in una visione ambientale di riferimento che può rappresentare uno scenario di sviluppo e miglioramento dei caratteri eco-sistemici del territorio comunale. Tale disegno, che potrebbe definirsi un programma la cui finalità principale è quella di attivare strumenti e politiche volte ad un miglioramento della qualità ambientale locale, viene costruito in occasione del Piano Urbanistico, ma può essere maggiormente approfondito e servire all’Amministrazione in tutte le operazioni di carattere territoriale, che riguardano le più note opere pubbliche anche promosse da enti sovralocali (viabilità, sevizi civici, pubblica istruzione, attrezzature, impianti puntuali e a rete, edilizia sociale, recupero edilizio ….) o interventi privati. Per quanto riguarda la VAS del PGT , il disegno delle Aree Agricole di Valorizzazione Ecosistemica rappresenta lo strumento per garantire l’attuazione degli interventi di riparazione compensativa dovuti agli Ambiti di Trasformazione.

Tale modello risponde alle seguenti esigenze di attuazione: - garantire una certa flessibilità; - garantire una funzionalità ecosistemica dei singoli interventi compensativi; - fornire un’offerta di aree maggiore della possibile domanda in modo da non provocare effetti speculativi, che rischierebbero di compromettere l’attuabilità delle previsioni di Piano. Gli aspetti attuativi delle opere di compensazione riguardano ovviamente il Documento di Piano: 1. dimensionamento delle aree di compensazione Il punto di partenza sono le superfici agricole compromesse dalle trasformazioni. Il rapporto è 1:1 cioè ogni mq di superficie territoriale deve essere compensato con 1 mq di area da rinaturalizzare. Tale rapporto può essere diminuito se supportato opere di mitigazione e compensative migliorative delle proposte di piano, come sopra ampiamente descritto. 2. qualità dei progetti di compensazione e validazione

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Il progetto delle opere di compensazione deve essere redatto da tecnici specializzati e validato da un ente con professionalità specifiche (settore ambiente del Comune, Provincia di Pavia, ecc). Il progetto deve necessariamente dichiarare l’uso del suolo attuale e finale in quanto su tale dichiarazione si basa la norma del PdR. 3. sistemi di attuazione Possono utilizzarsi tre sistemi di attuazione che potrebbero integrarsi: a) attuazione diretta degli interventi da parte dei promotori i quali definiscono con i proprietari dei fondi, in trattativa privata, i termini di realizzazione e gestione; b) creazione di una riserva di crediti ecologici: è possibile che proprietari di fondi agricoli siano interessati o incentivati da altre forme di iniziativa a rinaturalizzare aree di frangia o poco produttive; Sarebbe possibile adottare in comune un registro dei crediti ecologici a cui i promotori delle trasformazioni possono attingere. Questa ipotesi, che necessita di azioni informative e di coinvolgimento degli operatori agricoli, se applicata in modo diffuso effetti interessanti su tutto il territorio. c) pagamento di un onere da parte del promotore come previsto dalla Legge della Lombardia. Tale ipotesi farebbe ricadere sul comune l’onere attuativo e di gestione. (Fondo Aree Verdi). 4. gestione Gli aspetti di gestione delle aree dovrebbero essere regolati nella convenzione urbanistica legata al Piano Attuativo e avere la stessa durata. Dopo continuerebbe ad essere in vigore la norma del Piano delle Regole. I dieci anni della convenzione dovrebbero essere sufficienti a consolidare l’uso del suolo; si potrebbe inserire una clausola che prevede la verifica dello stato in atto del fondo al termine della convenzione.

Proposta di articolo normativo “Aree Agricole di Valorizzazione Ecosistemica 1. Sono ambiti agricoli nei quali si prevede di rafforzare le componenti naturali attraverso interventi di compensazione ambientale determinati da trasformazioni previste nel Documento di Piano, da trasformazioni soggette a procedure di VIA o VAS o da qualsiasi altro intervento che interferisce con l’ambiente e per cui si ritenga necessaria una compensazione ambientale, Tali aree sono di supporto e di rafforzamento della Rete Ecologica Comunale. 2. In tali aree, fino all’attuazione degli interventi di cui al comma 1 sono confermati gli attuali usi agricoli. Gli interventi di nuova costruzione sono ammessi a patto che garantiscano la funzionalità e l’efficienza del sistema verde locale verificando la continuità del sistema ecosistemico in previsione e garantendo le continuità attraverso la realizzazione di interventi di rinaturalizzazione per una superficie maggiore o uguale alla pertinenza degli interventi e alle

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relative strutture di accesso. Sono ammessi interventi per l’installazione di infrastrutture temporanee necessarie alla conduzione agricola del fondo. 3. Non sono comunque ammessi interventi che vadano a modificare lo stato dei luoghi in modo negativo rispetto al valore ecologico e a compromettere la continuità degli usi del suolo definiti dal disegno strategico delle aree di pregio ambientale. 4. Il Comune deve redigere un registro dove vengono costantemente aggiornate le superfici oggetto degli interventi di compensazione. 5. Per quanto non in contrasto con i precedenti commi, valgono le norme delle aree agricole.”

Il disegno delle aree di valorizzazione ecosistemica è stato costruito sulla base delle analisi redatte per il PGT, in particolare il punto di riferimento è stata l’individuazione della Rete Ecologica Comunale che ha permesso di dare una struttura alla rete delle aree di pregio, e lo studio dei valori ecosistemici che è servito a mettere in evidenza gli abiti di maggior interesse, le aree di pregio, le aree deboli, le aree sensibili (riferimento Tavola: Carta della Sensibilità Paesistica).

Le aree di pregio ambientale – Le aree limitrofe alla Garzaia di Sartirana, alla Garzaia di Bosco Basso, le pertinenze dei corsi d’acqua, con un riferimento particolare al Roggione di Sartirana sono individuate come aree di pregio ambientale, di particolare interesse naturalistico. Si è quindi cercato di rafforzare tali ambiti con la previsione di aree agricole di valorizzazione eco sistemica, di potenziamento e salvaguardia dei valori ecologici esistenti.

La rete ecologica comunale - L’individuazione della rete ecologica comunale e, in coerenza con la rete ecologica regionale, ambito di ricaduta degli interventi di compensazione, risulta un passaggio fondamentale: - è lo strumento di base il mantenimento della biodiversità di un territorio; - connette le aree di maggior pregio ambientale; - si sviluppa in modo pervasivo nel territorio agricolo per diventare elemento strutturante del paesaggio rurale e rafforzarlo.

La Tavola della Rete Ecologica individua le Aree agricole di valorizzazione ecosistemica, all’interno delle quali localizzare le opere di compensazione.

Le essenze arboree ed arbustive da utilizzare negli interventi di mitigazione e compensazione ambientale sono da ricavare, possibilmente, tra quelli indicati nella tabella seguente.

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SPECIE ARBOREE Acer campestre Acero campestre Acer platanoides Acero riccio Alnus glutinosa Ontano nero Carpinus betulus Carpino bianco Fraxinus ornus Orniello Fraxinus excelsior Frassino Jugulans regia Noce Platanus acerifolia Platano Populus nigra Pioppo nero Popolulus alba Pioppo bianco Prunus spinosa Prugnolo Quercus robur Farnia Salix alba Salice bianco Tilia cordata Tiglio selvatico Ulmus minor Olmo campestre SPECIE ARB USTIVE Cornus max Corniolo Cornus sanguinea Sanguinello Corylus avellana Nocciolo Crataegus sp. Biancospino Eronymus europaeus Cappel di prete Rubus ulmifolius Rovo Sambucus nigra Sambuco

Le misure mitigative prevedono inoltre l’utilizzo di tipologie, morfologie costruttive e materiali coerenti con quelli tipici del contesto, per limitare impatti visivi e creare soluzioni omogenee non discostanti dall’intorno e l’utilizzo, nell’ambito delle nuove costruzioni degli ambiti di trasformazione, di ecotecnologie mediante materiali con proprietà antismog (es. tegole, cemento fotocatalitico…) E’ inoltre previsto l’utilizzo di impianti a pannelli solari o fotovoltaici per contribuire e compensare i consumi energetici in aumento, con particolare attenzione vista la presenza di ZPS nell’intero territorio comunale.

Non esiste comunque un elenco esaustivo delle possibili opere di compensazione da realizzare, in quanto la definizione delle stesse può essere declinata solo in seguito ad una valutazione puntuale in ordine alla tipologia di impatto generato. Nel caso del Comune di Sartirana Lomellina si possono individuare alcune compensazioni da apportare in seguito alla costituzione degli ambiti di trasformazione precedentemente esaminati e al loro relativo consumo di suolo, proponendo interventi compensativi che vadano a rafforzare la rete ecologica locale.

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Viene fornita un’indicazione in merito alla tipologia e modalità operativa per la realizzazione di interventi di compensazione ambientale: - Aree vegetate - Zone umide - Filari - Siepi e cortine - Corsi d’acqua superficiali; - Prati permanenti. Tali informazioni hanno la finalità di indirizzare, sia l’Amministrazione pubblica sia gli operatori privati, nell’azione di realizzo delle scelte operative di carattere naturalistico.

Aree vegetate Si intendono quelle superfici, con estensione variabile o con caratteristiche diversificate (L.R. 05/12/2008 n.31 “Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale”) in cui si intende o si è preceduto, nel passato, alla realizzazione di interventi di piantumazione per la creazione di realtà con valenza naturalistica. Modalità operative Tempi di realizzazione: la messa a dimora delle diverse essenze deve avvenire nel periodo autunnale o tardo invernale, al fine di favorire l’attecchimento delle diverse essenze. Specie da utilizzare: Sambuco, Prugnolo, Biancospino, Corniolo, Cappel di prete, Nocciolo, Salice Bianco, Pioppo bianco, rovo, Pioppo nero, Noce comune, Sanguinello. Dimensionamento: le diverse essenze da mettere a dimora dovranno avere un carattere di impianto forestale, quindi con un’altezza non superiore a 1-1,5 m (questo garantirà una maggiore capacità di attecchimento oltre a una più rapida crescita dei diversi individui messi a dimora). Sesti d’impianto: il sesto di impianto dovrà essere fitto 2x2 o al massimo, nel caso venissero utilizzate specie di maggior dimensioni anche più rado (3x3 m). Al fine di attribuire un maggior carattere naturaliforme all’intervento previsto, dovranno essere realizzate anche dalle macchie vegetate, caratterizzate da un sesto di impianto fitto (1x1 m). Effetti attesi: nel medio periodo l’intervento produrrà degli agglomerati vegetati, anche piuttosto fitti e di rilevante interesse dal punto di vista naturalistico.

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Zone umide La conservazione e/o creazione di zone umide, appare frequentemente, una tipologia di intervento dall’elevato significato di carattere naturalistico (in quanto genererà sia lo spontaneo insediamento di specie faunistiche sia di specie floristiche, ormai divenute relittuali). Spesso tali interventi rivestono un ruolo sociale in quanto si configurano come elementi attrattivi rispetto alla popolazione. Modalità operative Tempi di realizzazione: la realizzazione di zone umide può essere fatta in tutte le stagioni dell’anno, mentre la piantumazione delle eventuali essenze di contorno dovrà avvenire nella stagione autunnale o tardo invernale. Specie da utilizzare: potranno essere utilizzate sia specie legnose (salici, ontani e pioppi) con una buona affinità rispetto agli ambienti acquatici, sia specie erbacee (carici, cannucce,..) utili per ricreare un ecosistema sia di interesse naturalistico sia con una valenza sociale. Sesti d’impianto: diversificato in funzione del risultato atteso. Effetti attesi: la creazione di realtà di interesse naturalistico (in quanto nel medio periodo si insedierà anche una fauna palustre), sia di interesse sociale (tale intervento potrà essere inserito in un’area a verde sociale. Filari Questa tipologia di intevento, pur non avendo una grande rilevanza dal punto di vista ambientale, trova maggior riscontro rispetto a esigenze di ordine paesistico e sociale (spesso la creazione di alberature, come ad es. lungo le strade, tende a valorizzare anche gli ambiti insediativi). Modalità operative Specie da utilizzare: i filari potranno essere realizzati con specie dal rapido accrescimento, quali Carpino bianco, Farnia, Pioppo bianco, Pioppo nero, Platano, Tiglio selvatico. Dimensionamento: per avere un rapido effetto dell’intervento si consiglia di mettere a dimora essenze con un’altezza non inferiore a 2,5-3 m. Sesti d’impianto: potrà variare a seconda delle esigenze e della localizzazione dell’intervento. Effetto atteso: alberature con parziale effetto schermante e/o di valorizzazione soprattutto delle aree urbanizzate. Siepi e cortine Le siepi e le cortine si configurano come formazioni di vegetazione lineare, pluristratificate (presenza sia di arbusti che di alberi), dalla profondità variabile, in quanto funzionale delle superfici disponibili (minima 3 m). Rivestono un ruolo fondamentale di connettività e di rete ecologica, costituendo corridoi che garantiscono e favoriscono la conservazione della biodiversità tra aree altrimenti inserite in un contesto profondamente artificializzato.

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Modalità operative Tempi di realizzazione: la messa a dimora delle diverse essenze deve avvenire nel periodo autunnale o tardo invernale, al fine di favorire l’attecchimento delle diverse essenze. Specie da utilizzare: specie arboree: pioppo nero, farnia, ontano comune, salice bianco, noce comune; specie arbustive: prugnolo, biancospino, sambuco e nocciolo. Dimensionamento: si consiglia di mettere a dimora essenze con un’altezza non superiore a 2 m Sesti d’impianto: gli arbusti e gli alberi devono essere alternati al fine di ricreare una situazione quanto più possibile naturaliforme e continua. Effetto atteso: una forma di vegetazione lineare dall’elevata capacità schermante.

Riqualificazione di un corso d’acqua superficiale Tali tipologie di interventi tendono ad arricchire e a valorizzare situazioni parzialmente e/o totalmente compromesse a causa di una scarsa attenzione di gestione. La presenza di vegetazione sulle rive assume una funzione filtrante rispetto ai possibili elementi inquinanti presenti. Modalità operative Tempi di realizzazione: la messa a dimora delle diverse essenze deve avvenire nel periodo autunnale o tardo invernale, al fine di favorire l’attecchimento delle diverse essenze. Specie da utilizzare: specie arboree: salice bianco, ontano comune, pioppo nero, pioppo bianco, sambuco. Dimensionamento: le specie messe a dimora potranno avere una dimensione variabile a seconda degli effetti attesi dall’intervento (compresa tra 1 e 3 m) Sesti d’impianto: variabile a seconda della superficie messa a disposizione e delle risultanze attese rispetto all’intervento previsto. Effetti attesi: la riqualifica a verde delle rive di corsi d’acqua e la rispettiva formazione di corridoi ecologici secondari

Prati permanenti La creazione di un prato permanente costituisce una soluzione operativa dall’elevato interesse sia gestionale, sia a livello naturalistico. Si tratta di una coltura polifitica, in cui gli interventi gestionali (taglio dell’erba), vengono svolti al massimo 2/3 volte all’anno. In questo modo si garantisce e favorisce anche lo sviluppo di essenze erbacee che ormai hanno assunto un areale relittuale a causa del diradarsi di questo tipo di coltura. Tempi di realizzazione: la semina delle essenze erbacee (da ricondursi a categorie ben determinate di piante) deve essere fatta durante il tardo inverno, inizio primavera.

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Specie da utilizzare: la qualità di questa forma di coltura assume maggior valenza quante più specie erbacee vi sono presenti. Per definire il mix di semenziali idoneo, occorrerà valutare puntualmente le caratteristiche pedologiche del terreno e l’utilizzo del foraggio di risulta. Effetti attesi: favorire la diversità floristica all’interno di un determinato territorio oltre a costituirsi come una sostanziale fonte di sostentamento per una varietà animale piuttosto ampia.

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