Comune Di Breme

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Comune Di Breme N. 5 Originale Deliberazione del Consiglio Comunale 29-03-2017 Copia W Oggetto: Imposta Unica Comunale - Componente TARI - Approvazione del Piano Finanziario per la determinazione dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani, determinazione delle tariffe nonché del numero delle rate di pagamento per l'anno 2017. L’anno DUEMILADICIASSETTE il giorno VENTINOVE del mese di MARZO , alle ore 12:30, nella sala delle adunanze, si è riunito il Consiglio Comunale. Risultano all’appello: FRANCESCO BERZERO Presente CARLO GIUSEPPE BOCCA SPAGNOLO Presente FRANCESCA RE Presente MASSIMILIANO BERTOLONE Presente ALBERTO CAVALLERO Presente GIANFRANCO ZANOTTI Presente CARLO VACCARONE Presente MARCELLA RECAGNI Presente LORENZO ZOGNO Presente GIOVANNI ZEDDA Presente LUCA BATTISTA Presente TOTALE 11 11 0 Partecipa il SEGRETARIO COMUNALE, Dott.ssa ANGELA MARIA NATALE. Il Sindaco, FRANCESCO BERZERO, assunta la presidenza e constatata la legalità dell’adunanza, dichiara aperta la seduta e pone in discussione la seguente pratica segnata all’ordine del giorno: Illustra il presente punto posto all’ordine del giorno il Responsabile del Servizio Finanziario e Tributi affermando che l’imposta verrà pagata dai contribuenti in tre rate. Il Sindaco interviene affermando che vi è stato un aumento del 3/4% dovuto a maggiori costi rendicontati da CLIR per sua perdita. Il Consigliere di Minoranza Luca Battista chiede, a tal proposito, un incontro per poter discutere del problema. PREMESSO che l’art.1, comma 169, L. 27.12.2006, n.296, dispone: “gli enti locali deliberano le tariffe e le aliquote relative ai tributi di loro competenza entro la data fissata da norme statali per la deliberazione del bilancio di previsione. Dette deliberazioni, anche se approvate successivamente all’inizio dell’esercizio purché entro il termine innanzi indicato, hanno effetto dal 1° gennaio dell’anno di riferimento. In caso di mancata approvazione entro il suddetto termine, le tariffe e le aliquote si intendono prorogate di anno in anno” ; VISTO l’art.1, comma 454, della Legge n.232 del 11.12.2016 (Legge di stabilità 2017) che ha differito il termine di approvazione del Bilancio di Previsione 2017/2019 degli enti locali al 28.02.2017, successivamente abrogato dall’art.5, comma 11, del Decreto Legge 30.12.2016, n.244, pubblicato sulla G.U. Serie Generale n.304 del 30.12.2016 che ha ulteriormente differito tale termine al 31 03.2017; VISTO l’art.1, comma 639, L. 27.12.2013, n.147 (Legge Stabilità), il quale dispone che, a decorrere dal 1° gennaio 2014, è istituita l’Imposta Unica Comunale (IUC), che si basa su due presupposti impositivi, uno costituito dal possesso di immobili e collegato alla loro natura e valore e l’altro collegato all’erogazione e alla fruizione di servizi comunali; CONSIDERATO che, in relazione a tali presupposti impositivi, la IUC si compone dell’Imposta Municipale Propria (IMU), di natura patrimoniale, dovuta dal possessore di immobili, escluse le abitazioni principali, e di una componente riferita ai servizi, che si articola nel Tributo per i Servizi Indivisibili (TASI), a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile, e nella Tassa sui Rifiuti (TARI), destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore; CONSIDERATO che, con riferimento alla Tassa rifiuti (TARI), la disciplina dettata dalla Legge 208/2015 non ha introdotto modifiche sostanziali rispetto alla normativa dettata dalla Legge 147/2013, commi dal 641 al 666, confermando anche per l’anno 2017 l’applicazione del medesimo tributo analogo alla TARES semplificata introdotta a fine 2013 con l’art. 5 D.L. 31 agosto 2013 n. 102, convertito in L. 28 ottobre 2013 n. 124 con disposizioni ka cui applicabilità è stata confermata anche per le annualità 2016 e 2017 dall’art.1, comma 27, Legge 208/2015; CONSIDERATO che la sospensione dell’aumento dei tributi comunali introdotta dall’art.1, comma 26, legge 208/2015 e reiterata anche per l’anno 2017 non si applica alla TARI, dovendo garantire il tributo la copertura del costo del servizio, a fronte delle sue possibili variazioni; CONSIDERATO che, in tal senso, la TARI continua a prevedere: • l’applicazione da parte del Comune di un tributo dovuto da tutti i soggetti che possiedono e detengono a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani ed assimilati; • la possibilità (commi 651 – 652) di commisurare la tariffa tenendo conto: a) dei criteri determinati con il regolamento di cui al D.P.R. 27 aprile 1999 n. 158 (cd. Metodo normalizzato), utilizzato nel 2013 per la definizione della Tares; b) in alternativa, del principio «chi inquina paga» , sancito dall’articolo 14 della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio Europeo del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti, commisurando la tariffa, come già avvenuto nel 2013 con la TARES semplificata, alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti., determinando le tariffe di ogni categoria o sottocategoria omogenea moltiplicando il costo del servizio per unità di superficie imponibile accertata, previsto per l’anno successivo, per uno o più coefficienti di produttività quantitativa e qualitativa di rifiuti; CONSIDERATO che, nell’ambito della TARI, l’art. 1, comma 682 L. 147/2013 prevede che il Comune deve determinare la disciplina per l’applicazione della tassa, con particolare riferimento: a) ai criteri di determinazione delle tariffe; b) alla classificazione delle categorie di attività con omogenea potenzialità di produzione di rifiuti; c) alla disciplina delle riduzioni tariffarie; d) alla disciplina delle eventuali riduzioni ed esenzioni, che tengano conto altresì della capacità contributiva della famiglia, anche attraverso l’applicazione dell’ISEE; Deliberazione di Consiglio Comunale n. 5 del 29-03-2017 - Pag. 2 di 16 - COMUNE DI BREME e) all’individuazione di categorie di attività produttive di rifiuti speciali alle quali applicare, nell’obiettiva difficoltà di delimitare le superfici ove tali rifiuti si formano, percentuali di riduzione rispetto all’intera superficie su cui l’attività viene svolta; CONSIDERATO peraltro che, ai fini TARI, le modifiche introdotte dall’art. 2 del D.L. 16/2014, convertito in L. 68/2014, hanno fatto venire meno due elementi portanti della disciplina dettata dal D.P.R. 158/1999, prevedendo che: • nelle more della revisione dello stesso D.P.R. 158/1999, al fine di semplificare l’individuazione dei coefficienti relativi alla graduazione delle tariffe, il Comune può prevedere, per gli anni 2014 e 2015, l’adozione dei coefficienti di cui alle tabelle 2, 3a, 3b, 4a e 4b dell’allegato 1 al citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 158 del 1999, inferiori ai minimi o superiori ai massimi ivi indicati del 50 per cento e può altresì non considerare i coefficienti di cui alle tabelle 1a e 1b del medesimo allegato 1, con riferimento alle utenze domestiche; • in deroga all’obbligo di copertura integrale del servizio, la possibilità per i Comuni di deliberare, con regolamento di cui all’art. 52 del D.Lgs. 446/1997, ulteriori riduzioni ed esenzioni rispetto a quelle previste dalle lettere da a) a e) del comma 659, la cui copertura può essere disposta attraverso apposite autorizzazioni di spesa e deve essere assicurata attraverso il ricorso a risorse derivanti dalla fiscalità generale del comune, senza più alcun vincolo massimo nel finanziamento delle riduzioni; CONSIDERATO che una delle sostanziali novità normative introdotte dall’art. 1, comma 649 L. 147/2013, come modificato dall’art. 2, comma 1, lett. e) D.L. 16/2014, convertito in L. 68/2014, è quella in base alla quale per i produttori di rifiuti speciali assimilati agli urbani, nella determinazione della TARI, il Comune disciplina con proprio regolamento riduzioni della quota variabile del tributo proporzionali alle quantità di rifiuti speciali assimilati che il produttore dimostra di aver avviato al riciclo, direttamente o tramite soggetti autorizzati, prevedendo altresì che, con lo stesso regolamento, il Comune individua le aree di produzione di rifiuti speciali non assimilabili e i magazzini di materie prime e di merci funzionalmente ed esclusivamente collegati all’esercizio di dette attività produttive, ai quali si estende il divieto di assimilazione; CONSIDERATO che l’effettiva portata di quest’ultima parte della nuova disposizione potrà essere misurata soltanto a seguito della presentazione di specifiche denunce da parte delle attività produttive che si avvarranno di tale disposizione, non essendo peraltro configurabile l’ordinaria produzione di rifiuti speciali nei locali magazzino, tale da incidere nell’immediato sull’ordinaria modalità di applicazione della TARI; CONSIDERATO che l’art. 1, comma 683 L. 147/2013 prevede che il Consiglio comunale debba approvare, entro il termine fissato da norme statali per l’approvazione del bilancio di previsione, le tariffe della TARI in conformità al piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani; CONSIDERATO che, per quanto riguarda le modalità di riscossione della IUC, il comma 688 della Legge 14/2016, come modificato dall’art.4, comma 12quater del D.L. 66/201, convertito in Legge 89/2014, ha previsto che, mentre la riscossione dell’IMU e della TASI dovrà intervenire alle ordinarie scadenze del 16 giugno e del 16 dicembre, la riscossione della TARI può essere
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