INDICE

1 INTRODUZIONE ...... 1

2 LA NORMATIVA ...... 1

2.1 La normativa nazionale ...... 1

2.2 La normativa regionale ...... 8

3 INQUADRAMENTO DELLA ZONA ...... 10

4 CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO...... 11

4.1 CLASSIFICAZIONE DELLO STATO DI FATTO ...... 12 4.1.1 Criteri per l’individuazione delle UTO ...... 12 4.1.2 Attribuzione delle classi acustiche ...... 12 4.1.2.1 Individuazione diretta delle classi I, III, IV, V, VI...... 13 4.1.2.2 Individuazione delle classe II, III, IV mediante i metodi di calcolo...... 14 4.1.2.3 Individuazione e classificazione delle UTO nel di Portico di Romagna – San Benedetto in Alpe...... 16

4.2 CLASSIFICAZIONE ACUSTICA E LIMITI DELLE AREE PROSPICIENTI LE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO VIARIE ...... 22 4.2.1 Classificazione acustica e limiti di immissione delle aree prospicienti le infrastrutture viarie in Comune di Portico di Romagna – San Benedetto in Alpe .... 24 4.2.2 SUPERAMENTO DELLE MICROZONIZZAZIONI NELLO STATO DI FATTO..... 25

4.3 CLASSIFICAZIONE DELLO STATO DI PROGETTO DEL TERRITORIO E DELLE AREE PROSPICIENTI LE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO VIARIE DI PROGETTO...... 28 4.3.1 I nuovi Strumenti urbanistici comunali della L.R. n.20/2000...... 29 4.3.1.1 Indirizzi per l’individuazione delle classi I, V, e VI ...... 29 4.3.1.2 Indirizzi per l’individuazione delle classi II, III e IV ...... 30 4.3.2 Identificazione delle Unità Territoriali Omogenee – UTO ...... 30 4.3.3 Attribuzione delle classi acustiche potenziali definite dal PSC vigente..... 31 4.3.4 Aree di Progetto in località Portico di Romagna...... 31 4.3.4.1 Area di Progetto I ...... 31 4.3.4.2 Aree di progetto II...... 33 4.3.4.3 Aree di progetto III ...... 34 4.3.4.4 Area di Progetto IV...... 35 4.3.4.5 . Area di progetto V...... 35 4.3.4.6 Area di progetto VI...... 36 4.3.5 Aree di Progetto in località Bocconi...... 38 4.3.5.1 Area di Progetto I ...... 38 4.3.5.2 Area di Progetto II ...... 38 4.3.6 Aree di Progetto in località San Benedetto in Alpe...... 39 4.3.6.1 Area di Progetto I ...... 39 4.3.7 Aree prospiciente le infrastrutture viarie di progetto ...... 40

4.4 SINTESI FRA LA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DELLO STATO DI FATTO E DI PROGETTO ...... 40

5 SITUAZIONI DI CONFLITTO E CRITICITA’ ACUSTICHE POTENZIALI ...... 40

5.1 Potenziali situazioni di criticità acustiche nello stato di fatto...... 41

5.2 Potenziali situazioni di criticità acustiche nello stato di progetto...... 42

6 CONCLUSIONI E ADEMPIMENTI SUCCESSIVI ...... 43 Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 1 di 40

1 INTRODUZIONE

In data 14/09/2006 con Delibera n° 68886/146 il Comune di Portico di Romagna - San Benedetto in Alpe ha approvato il Piano Strutturale Comunale così come definito dalla L.R. 20/2000.

Il PSC disciplina tutto il territorio comunale delineando scelte strategiche di assetto e di tutela del territorio, avendo riguardo sia dei territori edificati e dei tessuti urbani esistenti da conservare e consolidare, sia delle parti del territorio da trasformare con processi di riqualificazione urbana e di nuovo insediamento; questi ultimi comprendono sia la nuova urbanizzazione di espansione che la sostituzione di rilevanti parti dell’agglomerato urbano.

Scopo di questa relazione tecnica è, quindi, l’aggiornamento della precedente classificazione acustica, in base all’attuazione degli artt. 21 e 28 della L.R. 20/2000, del territorio urbanizzato e di quello urbanizzabile, con riferimento agli aspetti della disciplina all‘uso del suolo e delle trasformazioni urbanistiche definiti come “ambiti territoriali omogenei”.

Ai fini della classificazione acustica occorre distinguere due tipologie di ambiti urbani :

ƒ ambiti con equilibrata compresenza di residenza e di attività sociali, culturali, commerciali e produttive con essa compatibili (anche sotto l’aspetto acustico);

ƒ ambiti urbani specializzati caratterizzati dalla forte od esclusiva prevalenza di attività produttive.

2 LA NORMATIVA

2.1 La normativa nazionale

Il D.P.C.M. del primo marzo 1991, rappresenta il primo tentativo normativo di realizzare una disciplina di carattere organico in materia di rumore ambientale, fissando per la prima volta i limiti di accettabilità dei livelli di rumore ed estendendoli a tutto il territorio nazionale, nell’attesa dell’emanazione di una Legge-Quadro. In esso venivano affrontati ed abbozzati i principali criteri che ancora oggi normano a livello italiano il settore, lasciando tuttavia una profonda mancanza di sistematicità che non consentiva di affrontare in modo completo i diversi aspetti (criteri, competenze, scadenze, controlli e sanzioni). Occorre attendere quattro anni per avere l’emanazione della prima Legge in materia, vale a dire la Legge Quadro sull'inquinamento acustico (Legge n. 447 del 26/10/1995, Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 254 del 30/12/1995) in cui viene costruita l’ossatura dell’attuale normativa specifica di settore. In essa vengono individuate e definite le sorgenti (suddivise in fisse e mobili), i valori limite di emissione ed immissione, i valori di qualità e di attenzione; vengono individuate le competenze dello Stato, delle Regioni, delle Province e dei Comuni in materia di Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 2 di 40 inquinamento acustico, nonché fornite indicazioni per la predisposizione dei piani di risanamento acustico e per le valutazioni di impatto acustico; le sanzioni amministrative per il superamento dei limiti e l’indicazione degli organismi preposti ai controlli completano il quadro. Poiché si tratta di una legge “quadro”, essa fissa comunque solo i principi generali, demandando ad altri organi dello Stato (Ministero dell'Ambiente, dei Lavori Pubblici, della Sanità, dei Trasporti, Regioni, ecc.) l'emanazione di ben quattordici decreti di varia forma legislativa (leggi regionali, decreti ministeriali, D.P.C.M., regolamenti di attuazione, ecc…). Gli argomenti affrontati dai decreti attuativi spaziano dai requisiti acustici delle sorgenti sonore e degli edifici, alla fissazione dei valori limite di emissione, immissione, attenzione e qualità; dalle tecniche di rilevamento e misurazione dell'inquinamento acustico, alle direttive per la riduzione del rumore nell'ambito dei servizi pubblici di trasporto e delle relative infrastrutture. A tutt’oggi sono stati pubblicati i decreti relativi a: • applicazione dei criteri differenziali ai cicli continui (D.M. 11/12/1996); • caratteristiche delle sorgenti sonore nei locali di pubblico spettacolo (D.P.C.M. 18/9/1997 sostituito da D.P.C.M. 16/4/1999 n 215); • misura e disciplina del rumore aeroportuale (D.M. 31/10/1997, D.P.R. 11/12/1997 n. 496 e D.P.R. 9/11/1999 n. 476, D.M. 20/5/1999, D.M. 3/12/1999); • determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore (D.P.C.M. 14/11/1997); • determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti e dei componenti acustici passivi degli edifici (D.P.C.M. 5/12/1997); • determinazione delle tecniche di rilevamento e misura del rumore (D.M. 16/3/1998); • regolamento recante norme di esecuzione dell’art. 11 della L. 447/95 in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario (D.P.R. 18/11/1998 n. 459); • criteri per la predisposizione, da parte delle società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative infrastrutture, dei piani degli interventi di censimento e abbattimento del rumore (D.M. 29/11/2000); • regolamento recante disciplina delle emissioni sonore prodotte nello svolgimento delle attività motoristiche, a norma dell’art. 11 L. 447/95 (D.P.R. 3/4/2001 n. 304); • criteri generali per l'esercizio dell'attività del tecnico competente (D.P.C.M. 31/3/1998) • “Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell’inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare” (DPR 142/04, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 127 del 1/06/2004).

Le Regioni, ai sensi dell’art. 4, comma 1, della L. 447/95, dovevano predisporre, entro un anno dall’entrata in vigore della stessa, una specifica normativa in cui definire in particolare: − i criteri in base ai quali i Comuni procedono alla classificazione acustica del proprio territorio e al coordinamento di tale determinazione con lo strumento urbanistico vigente; Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 3 di 40

− le modalità di controllo del rispetto della normativa per la tutela dall’inquinamento acustico all’atto del rilascio delle concessioni edilizie. − le modalità e i tempi per il medesimo coordinamento con gli strumenti urbanistici di nuova formazione.

In questa sede si ritiene di esaminare più approfonditamente il D.P.C.M. 14/11/1997 che fissa i limiti ed altri parametri di riferimento, il D.M. 16/3/1998 sulle tecniche di misura ed il DPR 142/04 “Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell’inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell’articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n° 447”.

Il D.P.C.M. 14/11/1997, "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore", lega i valori limite alla classe di destinazione d'uso del territorio, ovvero alle diverse zone che compongono la classificazione acustica del territorio comunale. Nella Tabella 2.1 sotto riportata, vengono espressi i valori limite di immissione. A tali valori limite va aggiunto (ad eccezione della classe VI) il rispetto, all'interno degli ambienti abitativi, del criterio differenziale. Tale criterio impone nel periodo diurno il rispetto della differenza di 5 dB tra il rumore ambientale (rumore con presenza della specifica sorgente disturbante) ed il rumore residuo (rumore in assenza della specifica sorgente disturbante), differenza che si riduce a 3 dB durante il periodo notturno. Il criterio differenziale non si applica peraltro alla rumorosità prodotta dalle infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e marittime. Per il solo rumore di provenienza dalle infrastrutture stradali, ferroviarie, marittime, aeroportuali (art. 11, L. 447/95), all'interno delle rispettive fasce di pertinenza, individuate dai relativi decreti attuativi, non si applicano i valori limite di immissione, di emissione e di attenzione, mentre all'esterno di tali fasce, le citate infrastrutture concorrono al raggiungimento dei limiti assoluti di immissione.

Tab. C - LAeq in dBA Periodi di riferimento Classi di destinazione d’uso del territorio Diurno Notturno I − Aree particolarmente protette 50 40 II − Aree prevalentemente residenziali 55 45 III − Aree di tipo misto 60 50 IV − Aree di intensa attività umana 65 55 V − Aree prevalentemente industriali 70 60 VI − Aree esclusivamente industriali 70 70

Tabella 2.1: valori limite di immissione (D.P.C.M. 14/11/1997)

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I valori limite di emissione, da misurarsi in corrispondenza degli spazi utilizzati da persone e comunità, sono strutturati in modo del tutto simili a quelli di immissione (tabella C), ma sono numericamente inferiori di 5 dB. Anche i valori di qualità sono strutturati in modo simile ai valori limite di immissione (vedi tabella C), ma risultano inferiori di 3 dB, tranne che per le aree esclusivamente industriali, ove coincidono. Una citazione particolare va ai valori d'attenzione, poiché è al superamento di essi che scatta la necessità di effettuare piani di risanamento: 1. se sono relativi all'intero tempo di riferimento (diurno o notturno) o ad un multiplo di esso, allora coincidono con i valori limite di immissione di cui alla tabella C precedentemente riportata; 2. se sono riferiti ad un'ora, allora coincidono con i valori limite di immissione aumentati di 10 dB per il periodo diurno e 5 dB per il periodo notturno. Il Legislatore precisa anche che qualora i piani di risanamento riguardino aree esclusivamente industriali, gli stessi siano adottati esclusivamente in riferimento al precedente punto 1.

Infine, in attesa che i Comuni provvedano alla “nuova” classificazione acustica, si applicano i limiti di cui all'art. 6, comma 1, del D.P.C.M. 1/3/1991 (Tabella 2.2)

Art. 6 DPCM 1/3/1991 Periodi di riferimento Zonizzazione Diurno Notturno - Tutto il territorio nazionale 70 60 - Zona A (DM. 2.4.68) 65 55 - Zona B (DM. 2.4.68) 60 50 - Zona esclusiv. Industriale 70 70

Tabella 2.2: limiti di accettabilità, LAeq in dB, per le sorgenti sonore fisse

Il Decreto Ministeriale 16/3/1998 “Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico”, affronta la definizione delle principali metodologie di misura dell'inquinamento acustico e rappresenta a tutt'oggi lo sforzo principale, dal punto di vista strettamente tecnico, che il Legislatore abbia finora compiuto nel cercare di uniformare le varie metodologie di misura. Occorre tuttavia precisare fin dall’inizio che tutto il Decreto è impostato in modo tale da fornire supporto alle funzioni di vigilanza esercitata dall'organo di controllo e non dunque, in generale, all’esposizione di metodologie utilizzabili per lo studio dello stato acustico dell'ambiente o lo studio di bonifiche. Dopo la trattazione delle principali regolamentazioni che definiscono la classe di precisione della strumentazione (viene richiesta la classe I) e la taratura periodica (ogni due anni) della catena di misura presso laboratori accreditati ai sensi della Legge 223/91, tutti gli aspetti Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 5 di 40 legati alle definizioni dei termini, all’esposizione dei criteri e delle modalità di esecuzione delle misure, con una specificità sulle misure del rumore da traffico stradale e ferroviario, sono demandati rispettivamente agli Allegati A, B e C. L’Allegato D conclude il Decreto riportando i dati essenziali per la presentazione dei risultati. Considerando che il Decreto affronta materia sicuramente complessa che fu già oggetto del vecchio D.P.C.M. 1/3/1991, è possibile rilevare in alcune sue parti la presenza di situazioni non pienamente risolte che certamente testimoniano della scrittura a più mani del Decreto stesso e dell’evidente compromesso finale. Gli aspetti maggiormente problematici sono stati comunque oggetto di specifico protocollo regionale ARPA, “Applicazione del Decreto 16 marzo 1998 del Ministero dell’Ambiente Tecniche di rilevamento e misurazione dell’inquinamento acustico”, al quale si rimanda per i dettagli. In sintesi è possibile affermare che il limite di emissione, il limite assoluto di immissione, il

1 valore di attenzione ed il valore di qualità sono fissati come “Livello equivalente” (LAeq) riferito all’intero periodo di riferimento (diurno o notturno). Così non è invece per il limite differenziale di immissione, determinato come differenza fra due livelli equivalenti (rumore ambientale – rumore residuo) riferiti ad un tempo di misura rappresentativo del fenomeno sonoro della specifica sorgente che si vuole valutare; la misura deve essere eseguita, in questo caso, “negli ambienti abitativi” (Legge 447/95, art. 2, comma 1, lettera b), ossia all’interno degli edifici. Di maggiore rilievo per la presente trattazione risulta l’Allegato C del Decreto, ove vengono illustrate le metodologie di misura del rumore ferroviario e del rumore stradale. Per quanto concerne in particolare il rumore stradale, essendo il traffico un fenomeno avente carattere di casualità o pseudocausalità, il monitoraggio del rumore da esso prodotto deve essere eseguito per un tempo di misura non inferiore ad una settimana. In tale periodo deve essere rilevato il livello continuo equivalente ponderato A per ogni ora su tutto l’arco delle 24 ore; dai singoli dati di livello continuo orario equivalente ponderato A ottenuti, si calcolano: ƒ per ogni giorno della settimana, i livelli equivalenti diurni (ore 6÷22) e notturni (ore 22÷6); ƒ i valori medi settimanali diurni e notturni. Il microfono, dotato di cuffia antivento, deve essere posto ad una distanza di 1 m dalle facciate di edifici esposti ai livelli di rumore più elevati e la quota da terra del punto di misura deve essere pari a 4 m. In assenza di edifici il microfono deve essere posto in corrispondenza della posizione occupata dai ricettori sensibili. I rilievi devono essere eseguiti in assenza di precipitazioni atmosferiche , di nebbia e/o neve, con velocità del vento non superiore a 5 m/s.

1 Si ricorda che il valore di attenzione può coincidere con il limite assoluto di immissione solo se viene riferito all’intero periodo di riferimento. E’ possibile anche riferire il valore di attenzione ad un’ora, ma in tale caso il valore aumenta di 10 dB nel periodo diurno e di 5 dB per il notturno. Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 6 di 40

Il Decreto stabilisce che siano i valori di cui al punto b) ad essere confrontati con i livelli massimi di immissione di cui al D.P.C.M. 14/11/1997. Sulla Gazzetta Ufficiale n° 127 del 1/06/2004 è stato pubblicato il DPR 142/04 “Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell’inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell’articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n° 447”. Si tratta di un ulteriore, importante tassello di attuazione di quanto previsto dalla legge quadro n° 447 del 1995 in materia di tutela dei cittadini dalle fonti di rumore, che si aggiunge ai decreti relativi al rumore aereo, ferroviario e da attività motoristiche, colmando una lacuna fonte di indubbi disagi alla società civile.

Il DPR “Regolamento recante disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell’inquinamento acustico dal traffico veicolare” stabilisce le fasce di pertinenza acustica ed i limiti di immissione acustica delle infrastrutture viarie esistenti (Tabella 2) e di progetto, distinte secondo quanto stabilito con D.Lgs 30/4/1992, n. 285 in:

A. autostrade;

B. strade extraurbane principali;

C. strade extraurbane secondarie;

D. strade urbane di scorrimento;

E. strade urbane di quartiere;

F. strade locali;

Nel caso di fasce divise in due parti si dovrà considerare una prima parte più vicina all’infrastruttura denominata fascia A ed una seconda più distante denominata fascia B; dette fasce vengono determinate per ciascun lato dell’infrastruttura a partire dal confine stradale. Il Decreto stabilisce che per le infrastrutture esistenti i valori limite di immissione devono essere conseguiti mediante l’attività pluriennale di risanamento di cui al DM Ambiente del 29/11/2000. Qualora i valori limite per le infrastrutture esistenti ed i valori limite al di fuori della fascia di pertinenza, stabiliti nella tabella C del DPCM 14/11/1997, non siano conseguibili, per valutazioni sia tecniche, sia economiche deve essere evidenziata l’opportunità di interventi diretti sui ricettori, deve in tal caso essere assicurato il rispetto dei seguenti limiti, rilevato al centro della stanza a finestre chiuse:

a) 35 dB(A) Leq notturno per ospedali, case di cura e di riposo;

b) 40 dB(A) Leq notturno per tutti gli altri ricettori di carattere abitativo;

c) 45 dB(A) Leq diurno per le scuole

Analogamente al Decreto relativo alle infrastrutture ferroviarie, anche il “decreto strade” prevede che per le infrastrutture esistenti gli interventi per il rispetto dei limiti di immissione Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 7 di 40

di cui alla Tabella 2 sono a carico del titolare della concessione o del permesso a costruire se rilasciata dopo la data di entrata in vigore del Decreto. Per le infrastrutture nuove il rispetto dei limiti di immissione di cui alla Tabella 1 (omissis) del decreto è da perseguire mediante l’individuazione di corridoi progettuali che possano garantire la miglior tutela dei ricettori presenti all’interno della fascia di studio (estesa ad una dimensione doppia in caso di presenza di scuole, ospedali, case di cura etc..)

TIPO DI Ampiezza Scuole, ospedali, STRADA SOTTOTIPI A fascia di case di cura e di Altri Ricettori (secondo FINI pertinenza riposo Codice della ACUSTICI acustica Diurno Notturno Diurno Notturno Strada) (m) dB(A) dB(A) dB(A) dB(A) 100 70 60 (fascia A) A – autostrada 50 40 150 65 55 (fascia B) B – 100 70 60 extraurbana (fascia A) 50 40 principale 150 65 55 (fascia B) 100 70 60 Ca (strade a (fascia A) 50 40 C – carreggiate 150 65 55 extraurbana separate) (fascia B) secondaria Cb (tutte le 100 70 60 altre strade (fascia A) 50 40 extraurbane 50 65 55 secondarie) (fascia B) Da (strade a carreggiate 100 70 60 separate e D – urbana di interquartiere) 50 40 scorrimento Db (tutte le altre strade 100 65 55 urbane di scorrimento) E – urbana di definiti dai Comuni, nel rispetto dei valori 30 quartiere riportati in tabella C allegata al DPCM del 14/11/1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree urbane, F - locale 30 come prevista dall’art. 6, comma 1, lettera a) della Legge n.447 del 1995.

Tabella 2: livelli di immissione e ampiezza fascia di pertinenza acustica per strade esistenti e assimilabili Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 8 di 40

2.2 La normativa regionale

La Regione Emilia-Romagna, in attesa di terminare la predisposizione della legge prevista dell’art. 4, comma 1, della Legge quadro 447/95, ha emanato una lettera/circolare, prot. n AMB/98/23740 datata 2/11/1998, in cui fornisce alcuni chiarimenti in ordine alla Legge quadro ed ai relativi decreti applicativi, in coerenza con i criteri già emanati ai sensi del D.P.C.M. 1/3/1991 (Circolari Assessore alla Sanità n. 23 del 1/8/1991 e n. 7 del 1/3/1993 e succ. integrazioni). La Legge sopra citata (L.R. 9/5/2001 n. 15) è stata successivamente pubblicata in data 11/5/2001 sul B.U.R. della Regione Emilia-Romagna, n. 62, col titolo: “Disposizioni in materia di inquinamento acustico”. Essa prevede, all’art. 2, che i Comuni effettuino, entro 14 mesi dalla pubblicazione di apposita Direttiva, la classificazione acustica del proprio territorio nelle sei classi di destinazione d'uso, coerentemente con il quadro normativo nazionale e secondo i criteri e le condizioni riportate nella citata Direttiva (Deliberazione della Giunta Regionale del 9/10/2001, n. 2053 - B.U.R. n. 155 del 31/10/2001). I Comuni già dotati di classificazione acustica, ai sensi del D.P.C.M. 1/3/1991, art. 2, provvederanno invece al suo adeguamento, entro 14 mesi, secondo i criteri suddetti. Di notevole rilevanza risulta l’art. 4, che definisce il rapporto della classificazione acustica con i nuovi strumenti urbanistici: è, in particolare, previsto che i Comuni verifichino, nell’ambito della valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale, la coerenza delle previsioni degli strumenti della pianificazione urbanistica con la zonizzazione e che, in assenza di quest’ultima, il Piano Strutturale Comunale (PSC) assuma il valore e gli effetti della stessa. La norma transitoria (art.17) prevede peraltro che: ƒ nei Comuni dotati di classificazione acustica ai sensi dell’art. 2 del D.P.C.M. 1/3/1991, gli strumenti urbanistici attualmente in uso siano approvati in conformità della medesima classificazione, fino al suo adeguamento; ƒ nei restanti Comuni, fino alla data di approvazione della zonizzazione, gli strumenti urbanistici dovranno essere adottati ed approvati nel rispetto dei criteri e delle condizioni fissati con la direttiva specifica sulla classificazione acustica. Qualora ricorrano le condizioni, il Comune dovrà adottare un Piano di Risanamento (art. 5) entro un anno dall’approvazione della zonizzazione acustica; anche il P.U.T. (Piano Urbano del Traffico) e gli strumenti urbanistici generali dovranno essere adeguati agli obiettivi ed ai contenuti del piano di risanamento. Il Programma regionale per la tutela dell’ambiente (P.T.R.T.A.) deve individuare gli obiettivi e le priorità delle azioni per la tutela dall’inquinamento acustico da realizzare con i piani di risanamento; la Legge assegna, in particolare, alle Province il compito di individuare gli Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 9 di 40 interventi prioritari da realizzare previsti nei piani comunali di risanamento e di provvedere alla concessione dei contributi (art. 7). Al fine di determinare gli obiettivi di qualità da realizzare, i Comuni con più di 50.000 abitanti, predisporranno una relazione sullo stato acustico, che dovrà essere trasmessa con cadenza biennale, alla Provincia territorialmente interessata (art. 6). All’art. 8, che concerne il risanamento delle infrastrutture di trasporto, è previsto che la Regione definisca, per le infrastrutture di tipo lineare di interesse regionale e locale, i criteri per la predisposizione dei piani e l'individuazione dei tempi e delle modalità utili al raggiungimento degli obiettivi. È altresì previsto che la Regione possa stipulare intese ed accordi con le società e gli enti gestori di infrastrutture lineari di trasporto, al fine di conseguire una maggiore efficacia delle azioni da porre in essere per il risanamento acustico. Le imprese (art. 9), entro sei mesi dall’approvazione della classificazione acustica, dovranno verificare la rispondenza delle proprie sorgenti ai valori fissati e, se necessario, predisporre un Piano di risanamento contenente modalità e tempi di adeguamento, da attuarsi, di norma, entro un tempo massimo di 24 mesi. (In casi eccezionali, motivati dalla rilevanza e complessità dell’intervento, il sindaco può prorogare tale termine per un periodo ulteriore non superiore a diciotto mesi.) La Regione, con la Delibera della Giunta Regionale n.673 del 14/04/2004 (B.U.R. n. 54 del 28/04/04), "Criteri tecnici per la redazione della documentazione di previsione di impatto acustico e della valutazione del clima acustico” ai sensi e della LR 9/5/2001, n. 15 ha individuato i criteri per la predisposizione della documentazione di impatto acustico (art. 10) a corredo dei progetti per la realizzazione, la modifica o il potenziamento di opere quali, ad esempio, aeroporti, strade, ferrovie, discoteche, impianti sportivi e ricreativi, circoli privati e pubblici esercizi ove siano installati macchinari rumorosi, ecc. Analoga documentazione dovrà essere allegata alle domande per il rilascio di concessioni edilizie (o di altri provvedimenti comunali di abilitazione all’utilizzo) relative a nuovi impianti ed infrastrutture adibiti ad attività produttive, sportive e ricreative ed a postazioni di servizi commerciali polifunzionali, così come alle domande per il rilascio di qualunque altra licenza o autorizzazione finalizzata all’esercizio di attività produttive. La Regione ha altresì fissato i criteri in base ai quali dovranno essere redatte le valutazioni previsionali di clima acustico delle aree interessate da particolari insediamenti, quali, ad esempio, scuole, asili nido, ospedali, case di cura, case di riposo, ecc. La Regione, con Delibera n. 2002/45 del 21/1/2001 ha , inoltre, emanato i criteri che definiscono le modalità con cui le Amministrazioni Comunali rilasciano le autorizzazioni, anche in deroga ai limiti di cui all’art.2 della L.Q. 447/95, per lo svolgimento di attività temporanee e di manifestazioni in luogo pubblico, che comportino l’impiego di macchinari o impianti rumorosi (art.11). Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 10 di 40

3 INQUADRAMENTO DELLA ZONA

Nel territorio del comune di Portico di Romagna - San Benedetto in Alpe sono compresi tre centri urbani: Portico di Romagna, sede del Municipio, Bocconi e San Benedetto in Alpe, l'ultimo avamposto romagnolo prima del valico del Muraglione lungo la strada statale 67 che porta a Firenze.

Le origini dei paesi sono antichissime : si tratta di tipici insediamenti di vallata nati sul fiume, alla confluenza di vallate secondarie. Il vasto territorio comunale è delimitato dal crinale principale Tosco - Romagnolo e dai due secondari che formano la Vallata del : le zone più montane, coperte da fitti boschi e solcate da numerosi corsi d'acqua sono tutte inserite nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Campigna e Monte Falterona.. Il centro di Portico si trova nella valle del Montone ad una quota di 301 metri s.l.m e dista da Forlì 35 chilometri. Il nome, che sottolinea l'appartenenza alla Romagna che fu anche Toscana fino al 1923 deriva dal romano "porticum" ovvero "luogo di mercato Proseguendo lungo la statale 67, dopo circa quattro chilometri da Portico si arriva a Bocconi: piccolo paese sito su di un terrazzo fluviale alla sinistra del fiume Montone, sede di una torre di vigilanza del tardo medioevo. La crescita del piccolo borgo avvenne diversi secoli più tardi, in seguito alla costruzione della carrozzabile del Muraglione, nel 1836.

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San Benedetto in Alpe, incorniciato dal verde dell'Appennino Tosco-Romagnolo e con i suoi mt.550 di altitudine e la buona posizione sulla Ss.67 che unisce Forlì (km. 46) a Firenze (km. 67), è il posto ideale per trascorrere vacanze e fine settimana a contatto con la natura. Il paese sorge nella parte più montana del territorio comunale, alla confluenza di tre corsi d'acqua: il famoso torrente dell'Acquacheta, il Rio Destro e il Troncalosso e deve molto della sua fama alla cascata dell'Acquacheta, ricordata da nella Divina Commedia, ed i 6 chilometri di passeggiata necessari per giungervi sono quanto di più suggestivo la natura possa offrire. San Benedetto diventa un Comune indipendente e ricco grazie alla sua posizione strategica sulla strada che collega la Romagna alla Toscana. Alla fine del XVIII sec. i paesi di San Benedetto, Bocconi e Portico si unificarono dando vita all'attuale Comune di . Da San Benedetto partono bellissimi itinerari all'interno del parco nazionale verso il crinale dei monti Gemelli, il passo del Muraglione e gli altri eremi di Gamogna e dei Toschi sempre nel territorio del massicio dell'alpe di San Benedetto.

4 CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO

Nell’ambito della classificazione acustica il Comune provvede a definire un quadro conoscitivo delle caratteristiche urbanistiche e funzionali delle diverse parti del territorio facendo riferimento: - all’uso reale del suolo per il territorio urbanizzato (classificazione dello stato di fatto); - alla vigente disciplina di destinazione d’uso del suolo per il territorio urbanizzabile (Classificazione dello Stato di progetto). Per la classificazione acustica si è fatto riferimento ai criteri dettati dalla Delibera regionale 2053/01 “ Criteri e condizioni per la classificazione del territorio ai sensi dell’Art. 2 della legge regionale 15/01. I criteri che definiscono la metodologia per la classificazione acustica del territorio comunale urbanizzato rispetto allo stato di fatto nonché urbanizzabile, con riferimento allo stato di progetto, si basano sull’individuazione di Unità Territoriali Omogenee (UTO) sulle quali effettuare le diverse valutazioni. Su indicazione della direttiva, la realizzazione della classificazione acustica si realizza attraverso le fasi di seguito elencate: 1. Classificazione dello stato di fatto 2. Classificazione acustica delle aree prospicienti le infrastrutture di trasporto 3. Classificazione dello stato di progetto 4. Sintesi fra la classificazione acustica dello stato di fatto e di progetto

Per “stato di fatto” si intende ai sensi della direttiva regionale …”l’assetto fisico e funzionale del tessuto urbano esistente, non sottoposto dallo strumento di pianificazione vigente ad ulteriori sostanziali trasformazioni territoriali, urbanistiche e di destinazione d’uso tali da Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 12 di 40 incidere sulla attribuzione delle classi acustiche…”, ovvero quelle parti del territorio “..nelle quali le previsioni dello strumento urbanistico vigente si intendono sostanzialmente attuate”. Si considerano inoltre attuate le previsioni di piano riferite a quelle aree per le quali è stata presentata richiesta di intervento edilizio diretto o preventivo. La classificazione acustica dello “stato di progetto” tiene conto, invece, delle “trasformazioni urbanistiche potenziali”, ovvero “di quelle parti di territorio che presentano una consistenza urbanistica e funzionale differente tra lo stato di fatto (uso reale del suolo) e l’assetto derivante dall’attuazione delle previsioni degli strumenti urbanistici comunali, non ancora attuate al momento della formazione della stessa”.

4.1 CLASSIFICAZIONE DELLO STATO DI FATTO

4.1.1 Criteri per l’individuazione delle UTO

Come indicato dalla Delibera regionale, l’individuazione delle UTO, sulle quali basare le valutazioni per la classificazione acustica dello stato di progetto, deve rispondere a precisi criteri di omogeneità quali: - usi reali; - tipologia edilizia esistente; - infrastrutture per il trasporto esistenti e deve tenere in considerazione anche la presenza di eventuali discontinuità naturali (dossi,..) o artificiali. Al fine di limitare eccessive frammentazione del territorio e al tempo stesso ricercare aggregazioni con caratteristiche che rispondessero sufficientemente ai criteri di omogeneità di cui sopra, si è scelto di utilizzare come base, per l’individuazione delle Unità Territoriali Omogenee, la destinazione urbanistica desunta dal PRG, gli ambiti individuati dal PSC e la suddivisione nelle sezioni di censimento ISTAT 2001. Sono state riportate, quindi, su base cartografica le destinazioni urbanistiche e le sezioni di censimento, in modo da tener conto degli usi reali del territorio, con riferimento alle tipologie di destinazione d’uso disciplinate dagli strumenti urbanistici. L’impiego delle sezioni di censimento ISTAT quali Unità territoriali ha permesso, invece, di soddisfare il duplice requisito di disporre sia di dati aggregati alle UTO identificate, sia di utilizzare una ripartizione territoriale significativa rispetto a quella dei dati disponibili.

4.1.2 Attribuzione delle classi acustiche

Il metodo seguito per l’identificazione delle sei classi acustiche previste dal DPCM 14/11/97 prevede come indicato nella stessa Delibera regionale: - l’individuazione diretta delle UTO delle classi I, V, VI e di alcuni casi particolari delle classi III e IV; - un metodo di calcolo per l’attribuzione delle classi II, III, IV. Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 13 di 40

4.1.2.1 Individuazione diretta delle classi I, III, IV, V, VI

A partire dalla cartografia e dagli elaborati del P.R.G./PSC si sono individuate e classificate direttamente: - le zone di classe I: “aree particolarmente protette”. Si sono identificate e definite le zone di massima tutela: scuole, ospedali, cliniche, zone di culto o di interesse storico archeologico, anche se abbinate a strutture ricettive quando la quiete assume rilevanza per la loro fruizione, parchi e riserve naturali di particolare interesse paesaggistico ambientale, escludendo le aree verdi di quartiere, i parchi attrezzati inseriti in contesti urbanizzati, il verde sportivo, dal momento che la quiete non è condizione strettamente indispensabile per la loro fruizione. Si sottolinea che cartograficamente si è evidenziata l’intera area di pertinenza dell’edificio scolastico o sanitario ma l’attribuzione della classe I si deve intendere esclusivamente riferita all’edificio. Attorno all’edificio si individua, quindi, una fascia di rispetto da assegnare alla classe II secondo il seguente criterio: ƒ profondità di trenta metri se l’area cortiliva ha profondità maggiore di 30 metri ; ƒ perimetro dell’area esterna dell’edificio se l’area cortiliva ha profondità minore di trenta metri; Le strutture scolastiche o sanitarie inserite in edifici adibiti principalmente ad altri usi sono state classificate secondo la classe di appartenenza di questi ultimi. - le zone di classe V e VI, “aree prevalentemente ed esclusivamente produttive”, individuabili in genere nelle zone indicate con D nel P.R.G. e con “Ambiti specializzati per attività produttive (Art. A-13)” nel PSC; alla classe V appartengono gli insediamenti di tipo artigianale-industriale con limitata presenza di attività terziaria ed abitazioni. Sono assegnate di norma alla classe V le UTO con insediamenti zootecnici di tipo intensivo o altri insediamenti agroindustriali (caseifici, cantine, zuccherifici, disidratatori di erba medica, ecc.). Alla classe VI appartengono tutte le aree con forte specializzazione funzionale a carattere esclusivamente industriale-artigianale; in tale contesto vanno ricompresi anche gli edifici pertinenziali all’attività produttiva. In tal contesto la scelta operata dalle Amministrazioni Comunali ha previsto l’inserimento in classe V dei comparti a destinazione urbanistica D (D1, D2 etc..) nel PRG e A-13 nel PSC data la prevalenza di attività a carattere commerciale-artigianale piuttosto che industriale. Ne consegue che nel Comune di Portico di Romagna - San Benedetto in Alpe non sono state identificate aree di classe VI. In casi particolari: - le zone di classe III: “aree di tipo misto”. La classe III viene attribuita, oltre che alle aree urbane con bassa densità di popolazione e limitata presenza di attività commerciali di cui al paragrafo seguente 4.1.2.2, anche alle aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. Si è considerato di attribuire la classe III anche a Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 14 di 40

insediamenti ricettivi, compresi i “camping”, aree attrezzate (aree verdi attrezzate, aree sportive attrezzate, aree cimiteriali, aree per la protezione civile e per attrezzature civili e religiose di interesse comune) quando inserite in contesti rurali o in posizione prospiciente le aree urbanizzate le aree agricole e le infrastrutture viarie. - le zone di classe IV: “aree di intensa attività umana”. La classe IV viene attribuita alle UTO con forte prevalenza di attività terziarie (zone ad alta concentrazione di uffici pubblici, istituti di credito nonché quartieri fieristici, attrezzature ed impianti per attività e manifestazioni a grande concorso di pubblico, ecc.) o commerciali (zone commerciali, ipermercati, ecc.) nonché ai porti turistici.

4.1.2.2 Individuazione delle classe II, III, IV mediante i metodi di calcolo

Per l'individuazione delle classi II, III e IV ”aree destinate ad uso prevalentemente residenziale, aree di tipo misto, aree di intensa attività umana”, si sono utilizzati i dati forniti dall’ultimo censimento ISTAT (2001) ed i dati forniti dai vari uffici comunali, dai quali sono stati estrapolati i parametri di valutazione indicati dalla Delibera regionale: - densità di popolazione; - densità di attività commerciali ed assimilabili, - densità di attività produttive Considerato che, così come previsto dalla Delibera regionale, le UTO costituite da aree rurali vengono inserite in classe III, si è predisposto un foglio di calcolo elettronico nel quale sono stati riportati i dati sopracitati, in modo da ottenere automaticamente, per le UTO che compongono l’insediamento urbano, la corrispondenza dati-classe acustica secondo la metodologia, di seguito descritta, indicata dalla Delibera regionale. Il procedimento prevede che, per ogni UTO, si calcolino tre indici (D, C, P) dai quali estrapolare un punteggio da assegnare alla UTO stessa.

- Indice D “densità di popolazione espressa in abitanti per ettaro”. L’indice D (densità di popolazione) si ricava dal rapporto tra numero di abitanti di ogni UTO e la superficie totale, in ettari, dell’Unità Territoriale stessa. Calcolato l’indice D, per ciascuna UTO, si attribuisce ad essa un punteggio, ricavato dalla corrispondenza mostrata nella tabella 4.1 Densità D (ab/ha) PUNTI D ≤ 50 1 50 < D ≤ 75 1.5 75 < D ≤ 100 2 100 < D ≤ 150 2.5 D >150 3

Tabella 4.1: punteggio assegnato all’indice D

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ƒ per il calcolo del parametro D (densità di popolazione) si sono utilizzati i dati desunti dall’ ISTAT 2001 forniti dall’Ufficio Anagrafe; - Indice C “densità di attività commerciali” La densità di attività commerciali (comprensiva delle attività di servizio) viene espressa dalla superficie occupata dalle attività, rispetto alla superficie totale della UTO. L’indice C (densità di attività commerciali %) permette di assegnare alla UTO un punteggio secondo lo schema seguente:

Superficie % C PUNTI C ≤ 1.5 1 1.5 < C ≤ 10 2 C > 10 3

Tabella 4.2: punteggio assegnato all’indice C

ƒ per il calcolo del parametro C (densità di attività commerciali) si sono utilizzati i dati, forniti aggregati per sezioni di censimento, avuti dall’Ufficio Attività Economiche;

- Indice P “densità di attività produttive” Si è calcolato per ogni UTO l’indice P, definito come rapporto percentuale tra la superficie occupata dall'attività produttiva e la superficie totale dell’UTO di appartenenza; dall’indice P si è individuato il punteggio da utilizzare nel calcolo della classe acustica di ciascuna Unità Territoriale, utilizzando la corrispondenza illustrata nella tabella 4.3 di seguito riportata:

Superficie % P PUNTI P ≤ 0.5 1 0.5 < P ≤ 5 2 P > 5 3

Tabella 4.3: punteggio assegnato all’indice P

ƒ per il calcolo del parametro D si sono utilizzati i dati, forniti aggregati per sezioni di censimento, avuti dall’Ufficio Tributi come desunto dalle denuncie per l’applicazione della TARSU (Tassa di smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani).

Calcolati i tre indici D, C, P si sommano i punteggi di ogni UTO, estrapolati dalle corrispondenze di cui sopra, in modo da avere un unico valore che caratterizzi la UTO a cui è associato. Tale valore permette, infatti, di classificare le diverse UTO che compongono l’insediamento urbano secondo lo schema riportato in tabella 4.4.

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CLASSE ACUSTICA DA ASSEGNARE ALLA Punteggio UTO X ≤ 4 II X = 4.5 II o III da valutarsi a seconda dei casi 5 ≤ X ≤ 6 III X = 6.5 III o IV da valutarsi a seconda dei casi X ≥ 7 IV

Tabella 4.4: corrispondenza punteggio UTO - classe acustica

4.1.2.3 Individuazione e classificazione delle UTO nel Comune di Portico di Romagna – San Benedetto in Alpe.

Il territorio del Comune di Portico di Romagna - San Benedetto in Alpe risulta suddiviso in 19 sezioni di censimento (Figura 4.1), numerate dalla 1 alla 23 (mancano le numerazioni 4, 5, 6 e 7) come individuate dall’ultimo censimento ISTAT 2001. Nel caso in cui si siano riscontrati indici di valore zero (nessun residente e/o attività commerciali nella sezione) si è attribuito ai parametri un punteggio pari ad 1.

indice Sez. di censimento indice P indici D Totale (X) classe acustica associata C 1 1 2 1 4 II 2 2 1 1 4 II 3 1 1 1 3 II 8 1 1 1 3 II 9 1 1 1 3 II 10 1 1 1 3 II 11 1 1 1 3 II 12 1 1 1 3 II 13 1 1 1 3 II 14 1 1 1 3 II 15 1 1 1 3 II 16 1 1 1 3 II 17 1 1 1 3 II 18 1 1 1 3 II 19 1 1 1 3 II 20 1 1 1 3 II 21 1 1 1 3 II 22 1 1 1 3 II 23 1 1 1 3 II

Tabella 4.5: Classificazione delle sezioni di censimento

In Tabella 4.5 si sono riportati i punteggi di ogni sezione di censimento, il valore somma X e la classe acustica corrispondente. Dall’analisi dei dati, in base ai calcoli fatti, si evidenzia che tutte le sezioni rientrano in classe II. Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 17 di 40

Si è quindi proceduto a definire le UTO delle aree urbanizzate dei tre centri ricadenti nel comprensorio del comune di Portico di Romagna - San Benedetto in Alpe (Portico di Romagna, Bocconi, San Benedetto in Alpe) secondo la seguente metodologia:

Individuazione delle UTO della Località di Portico di Romagna ♦ individuazione diretta delle UTO. Nel territorio della Località Portico di Romagna sono state individuate direttamente secondo i criteri di cui al paragrafo 4.1.2.1 e 4.1.2.2, sulla base delle destinazioni urbanistiche, un edificio scolastico (UTO di classe I – codice UI), le aree a destinazione urbanistica D, (UTO di classe V identificate con i codici UII, UIII, UIV e UXXVII), un’area cimiteriale (UTO di classe III identificata col codice UV), due aree a destinazione verde pubblico (UTO di classe III identificate col codice UVI e UXXV), un’area di culto religioso (UTO di classe III identificata col codice UVII), un’area a destinazione urbanistica APE (UTO di classe III identificate col codice UXXVI); ♦ identificazione della UTO con la sezione di censimento quando la sezione di censimento è risultata coerente con l’uso reale del territorio desunto dal PRG/PSC. Nel caso del territorio di Portico di Romagna non risultano identificabili UTO secondo questo criterio perché non esiste la sovrapposizione richiesta per l’identificazione; ♦ individuazione delle UTO a prevalente destinazione residenziale/mista provvedendo a disegnare le stesse sulla base delle destinazioni urbanistiche del PRG/PSC e dei confini delle sezioni censuarie, tenendo in considerazione quindi l’uso reale del territorio e la presenza delle discontinuità naturali (fiumi, dossi) o artificiali (strade). Tale operazione è stata effettuata per Portico di Romagna in quanto l’analisi dei dati delle sezioni di censimento e l’impiego di metodologia GIS ha reso possibile associare i dati necessari alle nuove unità territoriali. Ne è così risultata la suddivisione del territorio urbanizzato in 15 UTO (Figura 4.2).

Rilevato, quindi, che il territorio urbanizzato di Portico di Romagna è risultato compreso nella sezione censuaria 1, si osserva che nella sezione di censimento 1 sono state identificate 4 UTO residenziali/miste . Al fine di verificare se la classificazione di classe II desunta dalla Tabella 4.5 fosse attendibile si è proceduto a calcolare con metodologia GIS l’area del territorio urbanizzato relativo alle quattro UTO di cui sopra (area della sezione di censimento al netto dell’area di classe I, dell’area a destinazione agricola, dell’area di verde pubblico e dell’area cimiteriale) attribuendo ad essa i dati di popolazione, densità di attività commerciali e produttive della sezione di censimento medesima. Dai calcoli si sono ottenuti i parametri di cui alla Tabella 4.6 che confermano la classificazione II delle UTO nominate.

Individuazione delle UTO della Località di Bocconi ♦ individuazione diretta delle UTO. Nel territorio di Bocconi sono state individuate direttamente secondo i criteri di cui al paragrafo 4.1.2.1 e 4.1.2.2, sulla base delle destinazioni urbanistiche, un area a destinazione urbanistica D, (UTO di classe V Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 18 di 40

identificata con il codice UXIII), un’area a destinazione verde pubblico (UTO di classe III identificate col codice UXIV), un’area a destinazione urbanistica “aree di tipo misto” (UTO di classe III identificate col codice UXVI); ♦ identificazione della UTO con la sezione di censimento quando la sezione di censimento è risultata coerente con l’uso reale del territorio desunto dal PRG/PSC. Nel caso del territorio di Bocconi questo è risultato possibile per l’unica sezione di censimento presente, la 2 (UTO di classe II identificate col codice UXV) che sulla base dei dati della Tabella 4.5 è risultata classificata di classe II; Ne è così risultata la suddivisione del territorio urbanizzato in 4 UTO (Figura 4.3).

Individuazione delle UTO della Località di San Benedetto in Alpe ♦ individuazione diretta delle UTO. Nel territorio di San Benedetto in Alpe sono state individuate direttamente secondo i criteri di cui al paragrafo 4.1.2.1 e 4.1.2.2, sulla base delle destinazioni urbanistiche, un’area a destinazione “camping” (UTO di classe III identificate col codice UXVII), un’area a destinazione verde pubblico (UTO di classe III identificate col codice UXVIII), un’area cimiteriale (UTO di classe III identificate col codice UXIX), due aree a destinazione urbanistica APE (UTO di classe III identificate col codice UXXII e UXXIII); ♦ identificazione della UTO con la sezione di censimento quando la sezione di censimento è risultata coerente con l’uso reale del territorio desunto dal PRG/PSC. Nel caso del territorio di San Benedetto in Alpe si ripresenta la stessa situazione individuata nel territorio di Portico di Romagna perché anche in questo caso non si configura la sovrapposizione richiesta. ♦ individuazione delle UTO a prevalente destinazione residenziale/mista provvedendo a disegnare le stesse sulla base delle destinazioni urbanistiche del PRG/PSC e dei confini delle sezioni censuarie, tenendo in considerazione quindi l’uso reale del territorio e la presenza delle discontinuità naturali (fiumi, dossi) o artificiali (strade). Tale operazione è stata effettuata per San Benedetto in Alpe in quanto l’analisi dei dati delle sezioni di censimento e l’impiego di metodologia GIS ha reso possibile associare i dati necessari alle nuove unità territoriali aggregate. Ne è così risultata la suddivisione del territorio urbanizzato in 9 UTO (Figura 4.4).

Rilevato, quindi, che il territorio urbanizzato di San benedetto in Alpe è risultato compreso nella sezione censuaria 3, si osserva che nella sezione di censimento 3 sono state identificate 2 UTO residenziali/miste . Al fine di verificare se la classificazione di classe II desunta dalla Tabella 4.5 fosse attendibile si è proceduto a calcolare con metodologia GIS l’area del territorio urbanizzato comprensivo del centro storico (area della sezione di censimento al netto dell’area a destinazione “camping) attribuendo ad essa i dati di popolazione, densità di attività commerciali e produttive della sezione di censimento medesima. Ne è risultata sulla base dei dati della Tabella 4.6, la classificazione di classe II. Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 19 di 40

Alla luce delle nuove suddivisioni territoriali i dati rielaborati sono indicati nella tabella sottoriportata. Nel caso in cui si siano riscontrati indici di valore zero (nessun residente e/o attività commerciali/produttive nella sezione) si è attribuito un punteggio pari ad 1.

Classe Densità Totale UTO % (C ) indice C % (P) indici D indici P acustica P (X) associata UVIII/UIX/UX/UXI 1,04 1 1.65 2 27,12 1 4 II UXV 0.32 1 0,0 1 20,42 1 3 II UXX/UXXI 3,03 2 0,75 1 14,1 1 4 II

Tabella 4.6: classificazione delle UTO residenziali / miste

In conclusione alle UTO a destinazione residenziale/mista è stata attribuita la classe II. Per ciò che concerne le aree agricole, individuate come zone E nel PRG, ad esse è stata attribuita direttamente la classe acustica III, indipendentemente dal punteggio ricavato nella tabella Tabella 4.5. Ne risulta pertanto il seguente quadro definitivo di classificazione acustica delle UTO, nel territorio comunale , fermo restando che al territorio agricolo è attribuita la classe III.

UTO UI UII UIII UIV UV UVI UVII UVIII UIX UX

Classificazione I V V V III III III II II II acustica UTO UXI UXII UXIII UXIV UXV UXVI UXVII UXVIII UXIX UXX

Classificazione acustica II III V III II III III III III II

UTO UXXI UXXII UXXIII UXXIV UXXV UXXVI UXXVII UXXVIII

Classificazione acustica II III III II III III V II

Tabella 4.7: classificazione delle Unità Territoriali Omogenee del territorio urbanizzato

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Fig. 4-1 Zone censuarie del comune di Portico di Romagna – San Benedetto in Alpe Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 21 di 40

Fig. 4-2 Rappresentazione cartografica delle UTO del comune di Portico di Romagna

Fig. 4-3 Rappresentazione cartografica delle UTO del comune di Bocconi

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Fig. 4-4 Rappresentazione cartografica delle UTO del comune di San Benedetto in Alpe

4.2 CLASSIFICAZIONE ACUSTICA E LIMITI DELLE AREE PROSPICIENTI LE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO VIARIE

La classificazione acustica delle aree prospicienti le infrastrutture viarie è fissata al capitolo 4 della Delibera di Giunta 2053/01 che a tal fine fa riferimento al Decreto Legislativo 30.4.92, n° 285 (nuovo codice della strada) e ssmm.,. ovvero, nello specifico, all’articolo 2, ove vengono classificate le varie tipologie stradali in relazione alle loro caratteristiche costruttive tecniche e funzionali o in coerenza con quanto disposto dai Piani Urbani del Traffico.

La Delibera è stata emanata prima della pubblicazione del DPR 142/04 “Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell’inquinamento acustico dal traffico veicolare”, che determina le fasce di pertinenza stradale ed i limiti di immissione delle infrastrutture viarie esistenti e nuove all’interno di dette aree, per cui le aree prospicienti le infrastrutture viarie sono soggette sia ai limiti di cui alla classificazione acustica sia ai limiti di cui al DPR sopraccitato.

In base alla DGR 2053/01 l'attribuzione della classe acustica per le aree prospicienti le infrastrutture stradali si attiene ai seguenti criteri :

− appartengono alla classe IV le aree prospicienti le strade primarie e di scorrimento quali Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 23 di 40

ad esempio …omissis… le strade di penetrazione e di attraversamento, strade di grande

comunicazione atte prevalentemente a raccogliere e distribuire il traffico di scambio fra

il territorio urbano ed extraurbano, categorie riconducibili, agli attuali tipi A, B, C e D

del comma 2, art. 2 D. Lgs. n. 285/92;

− appartengono alla classe III le aree prospicienti le strade di quartiere, quali ad

esempio: strade di scorrimento tra i quartieri, ovvero comprese solo in specifici settori

dell'area urbana, categorie riconducibili agli attuali tipi E ed F del comma 2, art. 2 D.

Lgs. n. 285/92;

Qualora le reali condizioni di esercizio presentino elementi di criticità rispetto alle caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali, queste potranno essere eventualmente assunte ai fini della classificazione acustica delle aree prospicienti.

Le aree prospicienti le infrastrutture viarie esistenti vengono quindi distinte in: 1. aree prospicienti strade interne al centro abitato, ovvero al perimetro del territorio urbanizzato del PRG/PSC vigente: se dette aree appartengono a classi inferiori rispetto a quella della UTO attraversata, assumono la classe della UTO stessa, mentre mantengono la propria classificazione se appartengono a classi acustiche superiori. Le aree di pertinenza stradale avranno un’ampiezza tale da ricomprendere il primo fronte edificato, purché non risulti ad una distanza superiore 50 m. 2. aree prospicienti strade esterne al centro abitato, ovvero al perimetro del territorio urbanizzato del PRG/PSC vigente: dette aree assumono un’ampiezza determinata in base ai criteri stabiliti al paragrafo 8.0.3 del Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT), approvato con D.C.R. n°1322 del 22/12/99. Le UTO di classe I e V conservano l’appartenenza alla propria classe anche se inserite totalmente o in parte all’interno delle suddette aree. Per valutare la rete viaria in base al Decreto Legislativo 30.4.92, n° 285 e smi. (nuovo codice della strada) ovvero, nello specifico, all’articolo 2 si ottiene, quindi, una prima classificazione acustica delle strade e delle aree prospicienti ad esse che dovrà essere confrontata con la classe acustica delle UTO attraversate. In base a quanto riportato nella direttiva, vengono inserite in classe IV le strade che il decreto, di cui sopra, definisce come A, B, C e D. Appartengo, invece, di norma alle classi II o III le strade identificate come E o F. Tuttavia ai sensi del DPR 142/04, che stabilisce le norme per la prevenzione ed il contenimento dell’inquinamento da rumore avente origine dall’esercizio delle infrastrutture viarie, all’interno delle fasce di pertinenza individuate, non si applicano, i limiti previsti dal DPCM 14 novembre 1997, ma vengono stabiliti i valori limite di immissione, riferiti alla sola rumorosità prodotta dal traffico dell’infrastruttura medesima. Il rumore immesso dai sistemi di trasporto non concorre, quindi, al raggiungimento del limite previsto dalla zonizzazione Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 24 di 40 acustica; tali limiti si applicano, invece, a tutte le altre sorgenti, ed in particolare anche a quelle situate all’interno della fascia di pertinenza delle infrastrutture. A norma dell’art. 3 del DPCM 14/11/1997 all’interno delle fasce di pertinenza acustica di cui ai regolamenti emanati ai sensi dell’art.11 della L.Q.447/95, le sorgenti sonore diverse da quelle disciplinate dagli stessi regolamenti devono rispettare i limiti della classificazione acustica definita dal Comune. Nelle fasce di pertinenza delle infrastrutture vale, pertanto, un doppio regime di limiti valido ognuno separatamente: quelli derivanti dalla classificazione acustica delle aree prospicienti le infrastrutture e quello dei limiti propri delle fasce di pertinenza acustiche previsti dal DPR 142/04, mentre al di fuori delle stesse il rumore prodotto dalle infrastrutture concorre al livello di rumore complessivo immesso. A norma del DPR 142/04 i Comuni, in modo conforme alla classificazione acustica, definiscono per le strade esistenti di categoria E ed F i limiti acustici di immissione previsti per il traffico veicolare all’interno delle fasce di pertinenza stradale (fissate di ampiezza pari a 30 metri). Per le strade di categoria superiore limiti e ampiezza delle fasce vengono invece fissati dal decreto medesimo (vedi Tabella 2 Capitolo 1.1).

Gli elaborati cartografici della classificazione acustica, oltre alle fasce di pertinenza stradale previste dal DPR 142/04 (disegnate con linea tratteggiata), indicano quindi, anche le fasce di rispetto previste dalla LR15/01 e dalla DGR 2053/01 (campitura piena). All’interno delle suddette fasce di rispetto tutte le sorgenti acustiche (eccetto quelle disciplinate dagli specifici regolamenti emanati ai sensi dell’art.11 della L.Q.447/95) concorrono al superamento dei limiti.

4.2.1 Classificazione acustica e limiti di immissione delle aree prospicienti le infrastrutture viarie in Comune di Portico di Romagna – San Benedetto in Alpe In riferimento alle aree prospicienti le infrastrutture viarie, per il Comune di Portico di Romagna - San Benedetto in Alpe si sono definite: ƒ fasce stradali relative alla classificazione acustica: entro tali fasce tutte le sorgenti concorrono ai limiti di immissione ai sensi della LR15/01; ƒ fasce di pertinenza stradale entro le quali la sola infrastruttura stradale concorre al raggiungimento del limite di immissione individuato dal regolamento per le infrastrutture viarie (individuata ai sensi del DPR142/04). Nel caso di infrastrutture di tipo E e F le fasce di cui sopra risultano coincidenti. La Provincia di Forlì- ha provveduto alla classificazione delle strade provinciali che attraversano il territorio di propria competenza ai sensi del D.Lgs 285/92; in particolare per il comprensorio di Forlì (Comune di Portico-San Benedetto in Alpe) sono state classificate come strade di tipo “F”le seguenti strade provinciali: ƒ SP N° 22 “Busca” ƒ SP N° 55 “San Benedetto – ” Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 25 di 40

ƒ SP. N° 86 “Tramazzo” A seguito di tale classificazione, ai sensi della LR15/01, vengono inserite in classe IV le strade assimilabili alla categoria A, B, C, D e le strade di tipo F sopra elencate, mentre vengono inserite in classe II e III le rimanenti. Per quanto, sopraddetto nel precedente § 4.2, infatti, si sono classificate in classe IV le aree prospicienti (fascia di 30 m per lato) le strade di tipo E o F le cui reali condizioni di esercizio presentino elementi di criticità rispetto alle loro caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali (es. un numero di veicoli maggiore o uguale a circa 500 veicoli/ora (su base media nel periodo di riferimento diurno)), ovvero la SP N° 22 “Busca”, la SP. N° 86 “Tramazzo” e la SP N° 55 “San Benedetto – Marradi”, che nella vallata svolgono una funzione primaria di collegamento. Seguendo i criteri della DGR 2053/01, si sono classificate in classe IV anche le aree prospicienti (fascia 30 e 50 metri lato strada) l’infrastruttura SS 67 Tosco – Romagnola: tale infrastruttura, è classificata ai sensi del D.Lgs 285/92 e ssmm come strada di tipo Cb “extraurbana secondaria”. Per la statale SS 67 si è individuata una fascia di rispetto di 50 metri per lato per il tratto esterno al territorio urbanizzato ed una fascia di rispetto di 30 metri (comprendenti il primo fronte edificato) per le aree prospicienti l’infrastruttura interne ad esso, considerato le caratteristiche funzionali e costruttive della strada, la funzione primaria di collegamento (Forlì- Firenze) che l’infrastruttura svolge nella vallata e i flussi di traffico a carico della stessa. Per le tutte le altre infrastrutture, al fine di armonizzare le disposizione della Delibera Regionale con le più recenti normative statali (peraltro di ordine gerarchico superiore), si è individuata una fascia di rispetto di 30 m per lato, sia per i tratti esterni al territorio urbanizzato che per i tratti interni ad esso. All’interno delle fasce di pertinenza delle strade di tipo E e F, pertanto, i limiti di cui al DPR 142/04 coincidono con quelli della fascia stradale individuata ai sensi della LR15/01. Per l’infrastruttura di tipo Cb “extraurbana secondaria” (SS67) vengono individuate due fasce di pertinenza (fascia A di 100 m e fascia B di 50 m) all’interno delle quali si applicano i limiti di cui alla tab 2 del DPR 142/04. Nell’elenco di cui sopra sono elencate solo le strade/vie la cui classe acustica risulta, in generale, maggiore della classe acustica della/e UTO attraversata/e in quanto per tutte le altre infrastrutture viarie i limiti all’interno della fascia di pertinenza coincidono con quelli della UTO attraversata; in cartografia si sono riportate, pertanto, solo le fasce di pertinenza stradale e relativa classificazione acustica di tali infrastrutture viarie.

4.2.2 SUPERAMENTO DELLE MICROZONIZZAZIONI NELLO STATO DI FATTO

Classificate le diverse aree secondo i criteri individuati dalla Delibera regionale 2053/01 e le metodologie sopradescritte e definiti i layers delle fasce di rispetto stradali si è provveduto a Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 26 di 40 implementare sul supporto cartografico digitalizzato CTR del Comune di Portico di Romagna - San Benedetto in Alpe, tramite GIS, l’intera elaborazione grafica dei dati. I programmi GIS (Sistemi Informativi Geografici) consentono di associare a ciascuna porzione di una figura una serie di dati organizzati in campi, e di assegnare ai poligoni definiti (aree) un determinato layer o campitura diversa a seconda che i valori di un determinato campo rientrino o meno in un certo intervallo. Nel caso specifico per associare i dati grafici ai dati alfanumerici è stato utilizzato il programma ARCWIEW 3.2. Ad ogni zona censuaria, sono quindi stati associati campi contenenti rispettivamente il numero della sezione censuaria, la sua superficie, la superficie totale occupata da attività commerciali, la superficie totale occupata da attività produttive, la classe risultante dall’applicazione dei criteri individuati dalla Delibera regionale n. 2053/2001 del 9 ottobre 2001, ed analogamente per le UTO del territorio urbanizzato. L’attribuzione alle classi comporta l’assegnazione a ciascuna UTO delle campiture, e dei valori limiti assoluti di immissione (livelli equivalenti di pressione sonora nei tempi di riferimento) espressi in dBA, indicati nella Tabella 4.8, conformemente a quanto indicato nella Delibera regionale e nel DPCM 14/11/97 rispettivamente per i colori e i limiti.

TEMPO DI RIFERIMENTO DIURNO (06.00- NOTTURNO (22.00- 22.00) 06.00) Classe I: verde 50 40 Classe II: giallo 55 45 Classe III: arancione 60 50 rosso Classe IV: 65 55 vermiglio Classe V: rosso violetto 70 60 Classe VI: blu 70 70

Tabella 4.8: corrispondenza classe acustica-colore-limiti di zona

Al tematismo relativo alla classificazione dello stato di fatto del territorio si è quindi, sovrapposto il tematismo relativo alla rete delle infrastrutture stradali, al fine di evidenziare eventuali microparcellizzazioni della classificazione acustica. Dal panorama globale risultante dalla cartografia ottenuta emergono cinque sostanziali disomogeneità, 3 nel territorio di Portico di Romagna nell’UTO UVIII (figg. 4.5 e 4.6) e due nel territorio di San Benedetto in Alpe nelle UTO UXX e UXXIV (figg. 4.7 e 4.8) classificate dal P.R.G. come aree residenziali di classe II che si inseriscono tra il layer di classe IV della strada statale “SS 67 Tosco Romagnola ” e la classe III attribuita al territorio agricolo. Si è definito pertanto di attribuire al poligono evidenziato col tratteggio, la classe III.

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Figura 4.5: disomogeneità acustica - Portico Figura 4.6: superamento della disomogeneità - di Romagna Portico di Romagna

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Figura 4.7: disomogeneità acustica – Figura 4.8: superamento della disomogeneità – S.Benedetto in Alpe Portico di Romagna

4.3 CLASSIFICAZIONE DELLO STATO DI PROGETTO DEL TERRITORIO E DELLE AREE PROSPICIENTI LE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO VIARIE DI PROGETTO

I criteri che seguono riguardano la classificazione acustica delle trasformazioni urbanistiche potenziali, ovvero di quelle parti di territorio che presentano una consistenza urbanistica e funzionale differente tra lo stato di fatto (uso reale del suolo) e l’assetto derivante dall'attuazione delle previsioni degli strumenti urbanistici comunali non ancora attuate al momento della formazione della stessa.

La L.R. n.20/2000 e le relative norme transitorie fanno riferimento a due diversi strumenti di pianificazione comunale, cui corrispondono diverse disposizioni normative:

• il Piano Regolatore Generale (PRG) ai sensi della L.R. n.47/78;

• il Piano Strutturale Comunale (PSC), il Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE), il Piano Operativo Comunale (POC) ai sensi della L.R. n.20/2000.

I due strumenti urbanistici comportano non solo diverse procedure di formazione, ma anche diversi contenuti della pianificazione nonché diverse modalità di disciplina delle destinazioni d’uso e delle trasformazioni del suolo: le zone territoriali omogenee, nei PRG della L.R. n.47/78, e gli ambiti territoriali omogenei della L.R. n.20/2000.

Pertanto per la classificazione acustica delle trasformazioni urbanistiche potenziali occorre fare riferimento ai seguenti casi riferiti alla strumentazione urbanistica comunale in essere:

• i PRG vigenti o già adottati nonché le varianti specifiche già adottate al momento dell'entrata in vigore della presente direttiva;

• le varianti parziali ai PRG adottate successivamente alla direttiva;

• i nuovi strumenti di pianificazione comunale (PSC - POC) ai sensi della L.R. n.20/2000. Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 29 di 40

Come nel caso della classificazione acustica riferita allo stato di fatto anche per la classificazione acustica riferita alle trasformazioni urbanistiche potenziali occorre definire i criteri per:

• l'individuazione delle UTO;

• l'attribuzione delle classi.

4.3.1 I nuovi Strumenti urbanistici comunali della L.R. n.20/2000

L’approccio metodologico ed i parametri proposti per la definizione della classificazione acustica delle trasformazioni urbanistiche potenziali vanno adeguati alle innovazioni introdotte dalla L.R. n.20/2000, che riguardano in particolare:

• gli strumenti di pianificazione comunale;

• le diverse procedure di formazione degli stessi strumenti;

• i contenuti della pianificazione ed il rinnovato sistema della zonizzazione urbanistica (gli ambiti territoriali omogenei).

4.3.1.1 Indirizzi per l’individuazione delle classi I, V, e VI

Classe I : aree particolarmente protette.

Come per la classificazione acustica dell’uso reale del suolo vanno classificate in classe I le zone urbanistiche omogenee che presentano le caratteristiche di siti ove la quiete è condizione essenziale per la piena fruizione delle strutture o degli spazi.

Vanno considerate appartenenti a questa classe tutte gli ambiti urbani che presentano i contenuti delle dotazioni territoriali di cui all’art. A-24 della l.r. n.20/2000 " attrezzature e spazi collettivi" sia pubblici che sottoposte a regime privato, ai sensi del comma 4 dell’art.A- 6 della stessa legge limitatamente a scuole, ospedali, cliniche, parchi e giardini pubblici utilizzati dalla popolazione come patrimonio verde comune, escludendo pertanto le piccole aree verdi di quartiere.

Possono infine rientrare nella stessa classe siti definiti dallo strumento urbanistico di rilevante interesse paesistico ed ambientale, parchi e riserve naturali, anche se a tutti gli effetti tali vincoli e tutele non sono ancora completamente attuati.

Classe V e VI : aree prevalentemente ed esclusivamente produttive.

Sono di norma individuate in classe V le parti del territorio destinate dai piani ad "ambiti specializzati per le attività produttive" di cui agli articoli A-13 ed A-14 della L.R. n.20/2000; i predetti ambiti sono caratterizzati dalla concentrazione di attività economiche, commerciali Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 30 di 40 e produttive e possono contenere una limitata compresenza di insediamenti e spazi collettivi residenziali.

Vanno classificati, inoltre, in V classe gli ambiti con le caratteristiche di cui all’art.A-15 della L.R. n.20/2000 "Poli funzionali" costituiti dalle parti del territorio a dimensione ed organizzazione morfologica unitaria in cui è prevista una destinazione ad elevata specializzazione funzionale di carattere strategico o servizi ad alta specializzazione economica, scientifica, culturale, sportiva, ricreativa e della mobilità caratterizzati da forte attrattività di persone e merci.

Alla classe VI appartengono inoltre i medesimi ambiti specialistici produttivi (art.A-13) in cui l'attività produttiva è a carattere esclusivamente industriale-artigianale; in tale contesto vanno ricompresi anche gli edifici pertinenziali all'attività produttiva .

4.3.1.2 Indirizzi per l’individuazione delle classi II, III e IV

Nella LR. n.20/2000 vengono di fatto superate le zone ad esclusiva o prevalente destinazione residenziale; nel territorio urbanizzato si tende, invece, a riconoscere come indicatore di qualità la equilibrata compresenza di residenza ed attività sociali, culturali, commerciali e produttive con essa compatibili; tale compresenza, ai fini della classificazione acustica, deve peraltro essere esplicitata in termini di quantificazione funzionale.

In questa fase sono state classificate quelle parti di territorio comunale interessate da trasformazioni urbanistiche potenziali, non ancora attuate al momento della classificazione dello stato di progetto il cui assetto presenti, al momento dell’attuazione stessa, consistenza urbanistica e funzionale differente dallo stato di fatto (uso reale del suolo). Per la classificazione acustica dello stato di progetto avendo questo Comune avviato il procedimento per la definizione del PSC nell’ambito dell’accordo amministrativo fra la Provincia di Forlì – Cesena e la Comunità Montana Acquacheta si è fatto riferimento all’elaborato cartografico del PSC approvato. Occorre precisare che non essendo adottato il POC che definisce, oltre alla destinazione urbanistica anche gli indici edilizi ed in genere i parametri necessari ai calcoli di cui al § 3.2 della Delibera 2053/01’, la classificazione acustica di progetto redatta in questa fase assume la valenza di “classificazione acustica strategica”. La classificazione acustica operativa diverrà invece un elaborato del POC.

4.3.2 Identificazione delle Unità Territoriali Omogenee – UTO

La metodologia adottata per la classificazione dello stato di Progetto segue le indicazioni previste dalla delibera regionale con individuazione, come per lo stato di fatto, delle Unità Territoriali Omogenee: i perimetri delle UTO sono stati individuati con riferimento alle unità territoriali omogenee (A11, A12, A 13, A24) definite dal PSC in itinere.

Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 31 di 40

4.3.3 Attribuzione delle classi acustiche potenziali definite dal PSC vigente

I criteri utilizzati per la classificazione dello stato di progetto, sono gli stessi (metodo di attribuzione diretta) , della classificazione dello stato di fatto, ma riferiti all’assetto territoriale, urbanistico e funzionale che l’UTO può potenzialmente assumere al momento della completa attuazione del PSC: ƒ per le aree protette classe I, ƒ per le aree prevalentemente ed esclusivamente produttive classeV e VI, ƒ per le attrezzature esclusivamente ricettive come alberghi, locande, e campeggi classe III, ƒ per le aree con forte prevalenza di attività commerciali e funzioni direzionali classe IV. Per quanto riguarda invece gli ambiti per i nuovi insediamenti A12 (aree residenziali con equilibrata compresenza di attività sociali, culturali commerciali e produttive) non disponendo dei parametri necessari ai calcoli di cui al § 3.2 della Delibera 2053/01’ per ciascuna di esse sono state effettuate elaborazioni che partendo dalla superficie destinata permettono di definire i diversi scenari di classificazione (classe II o III). Cartograficamente esse sono state tutte rappresentate con la campitura gialla-tratteggiata in quanto la definitiva classificazione avverrà nell’ambito del POC. Nei paragrafi seguenti per ciascun ambito A12, assumendo che la densità (sup/sup UTO %) delle attività artigianali compatibili con l’uso residenziale sia minore o uguale a 0,5, è riportato, per le UTO di progetto, il carico minimo e massimo insediativo di tipo residenziale e/o commerciale che reciprocamente pesati rendono la UTO corrispondente di classe II o III.

4.3.4 Aree di Progetto in località Portico di Romagna

4.3.4.1 Area di Progetto I

L’area è collocata secondo il PSC in un ambito funzionale residenziale (A12), attualmente in ambito agricolo. Data la posizione e l’ampiezza essa assume la valenza di UTO di progetto.

Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 32 di 40

Figura 4.9 I dati relativi ai carichi insediativi compatibili, con le diverse classificazioni possibili (II o III), assunto che la densità di attività artigianali sia minore di 0,5 (mq 460 nel caso specifico) sono riportati nella Tabella 4.9.

Classificazione Superficie Densità Superficie Densità Carico potenziale ha commerciale commerciale abitativa insediativo dell'area massima massima (mq) massima massimo (mq/mq ab/ha (abitanti) commerciale %) II 9,163 ≤1,5 ≤1374 ≤100 ≤916

II 9,163 ≤10 ≤9163 ≤50 ≤458 II o III da 1374 < S ≤ valutarsi caso 9,163 1,5 < C ≤ 10 50 < D ≤ 75 458 < D ≤ 687 9163 per caso II o III da valutarsi caso 9,163 ≤1,5 ≤1374 75 < D ≤ 100 687 < D ≤ 916 per caso III 9,163 ≤ 10 ≤ 9163 > 150 >1374

III 9,163 > 10 > 9163 D ≤ 100 ≤916 1374 < S ≤ III 9,163 1,5 < C ≤ 10 75 < D ≤ 100 687 < ab ≤ 916 9163

Tabella 4.9: tabella dei parametri secondo le diverse classificazioni acustiche

Si valuta di attribuire alla UTO di progetto i parametri di cui alla classificazione II. La scheda di POC relativa a tale area dovrà contenere: ƒ indici urbanistici tali che il carico insediativo abitativo/commerciale/produttivo non superariori o contenuti nei parametri ai parametri di cui alla 1° o 2° riga della tabella 4.9 ed il carico di attività produttive massimo di circa 460 mq .

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4.3.4.2 Aree di progetto II.

L’area indicata con la lettera A nella figura 4.10 è collocata, secondo il PSC, in un ambito funzionale residenziale (A12). Data la posizione e l’ampiezza essa assume la valenza di UTO di progetto.

A

B

Figura 4.10 I dati relativi ai carichi insediativi compatibili, con le diverse classificazioni possibili (II o III), assunto che la densità di attività artigianali sia minore di 0,5 (mq 180 nel caso specifico) sono riportati nella Tabella 4.10.

Classificazione Superficie Densità Superficie Densità Carico potenziale ha commerciale commerciale abitativa insediativo dell'area massima massima (mq) massima massimo (mq/mq ab/ha (abitanti) commerciale %) II 3,601 ≤1,5 ≤540 ≤100 ≤360

II 3,601 ≤10 ≤3601 ≤50 ≤180 II o III da valutarsi caso 3,601 1,5 < C ≤ 10 540 < C ≤ 3601 50 < D ≤ 75 180 < D ≤ 270 per caso II o III da valutarsi caso 3,601 ≤1,5 ≤540 75 < D ≤ 100 270 < D ≤ 360 per caso III 3,601 ≤ 10 ≤ 3601 > 150 >540

III 3,601 > 10 > 3601 D ≤ 100 ≤360

III 3,601 1,5 < C ≤ 10 540< S ≤ 3601 75 < D ≤ 100 270 < ab ≤ 360

Tabella 4.10: tabella dei parametri secondo le diverse classificazioni acustiche

Si valuta di attribuire alla UTO di progetto i parametri di cui alla classificazione II La scheda di POC relativa a tale area dovrà contenere: Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 34 di 40

ƒ indici urbanistici tali che il carico insediativo abitativo/commerciale/produttivo non superariori o contenuti nei parametri ai parametri di cui alla 1° o 2° riga della tabella 4.10 ed il carico di attività produttive massimo di circa 180 mq .

L’area di progetto indicata con la lettera B nella figura 4.10 è attualmente occupata da allevamenti intensivi ed è identificata “area da riqualificare” (A11), secondo il PSC. Il POC ne definirà la classificazione ( II o III ) in base alla destinazione funzionale ed ai carichi urbanistici.

4.3.4.3 Aree di progetto III

L’area indicata con la lettera A nella figura 4.11 è collocata, secondo il PSC, in un ambito funzionale residenziale (A12). Attualmente è in area agricola.

A

Figura 4.11: area di progetto Figura 4.12:area di progetto con buffer stradali I dati relativi ai carichi insediativi compatibili della area A, con le diverse classificazioni possibili (II o III), assunto che la densità di attività artigianali sia minore di 0,5 (mq 550 nel caso specifico) sono riportati nella Tabella 4.11.

Classificazione Superficie Densità Superficie Densità Carico potenziale ha commerciale commerciale abitativa insediativo dell'area massima (mq/mq massima (mq) massima massimo commerciale %) ab/ha (abitanti) II 11,016 ≤1,5 ≤1652 ≤100 ≤1102

II 11,016 ≤10 ≤11016 ≤50 ≤551 II o III da valutarsi caso 11,016 1,5 < C ≤ 10 1652< C ≤11016 50 < D ≤ 75 551< D ≤ 827 per caso II o III da 75 < D ≤ valutarsi caso 11,016 ≤1,5 ≤1652 827< D ≤1102 100 per caso III 11,016 ≤ 10 ≤1016 > 150 >1503

III 11,016 > 10 >1016 D ≤ 100 ≤1102 Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 35 di 40

75 < D ≤ 827 < ab ≤ III 11,016 1,5 < C ≤ 10 1652< S ≤1016 100 1102

Tabella 4.11: tabella dei parametri secondo le diverse classificazioni acustiche

Si valuta di attribuire alla UTO di progetto i parametri di cui alla classificazione II Si evidenzia la potenziale criticità acustica con la fascia stradale di classe IV con riferimento agli assi viari (vedi buffer strade nella Figura 4.12 ). In tutti i casi la scheda di POC relativa a tale area dovrà contenere: ƒ indici urbanistici tali che il carico insediativo abitativo/commerciale/produttivo non superi o sia contenuto nei parametri ai parametri di cui alla 1° o 2° riga della tabella 4.11 ed il carico di attività produttive massimo di circa 550 mq . ƒ ampiezza della fascia di inedificabilità ; ƒ le misure di contenimento dell’inquinamento acustico tali da garantire il rispetto dei limiti di immissione per la UTO con riferimento alla rumorosità proveniente dalla adiacente infrastruttura viaria. Tali misure di contenimento (alberature, dossi artificiali) potranno non essere necessarie qualora la morfologia del terreno o la distanza di edificazione dalla fascia stradale sia sufficientemente ampia da garantire l’attenuazione dei livelli sonori rilevati o stimati. ƒ stralcio cartografico della zonizzazione come prevista (con campitura grafica della UTO e indicazione della fascia di rispetto stradale di classe IV e ampiezza 30 metri).

4.3.4.4 Area di Progetto IV

Le aree di progetto indicate con le lettere A, B e C in figura 4.13 sono previste come “dotazione ad attrezzature” (A24). In particolare l’area A è prevista come area di verde attrezzato, l’area B è prevista per “dotazioni alberghiere”, l’area C come “area pubblica”, mentre l’area D come “residenziale misto”. Entrambe sono, pertanto, classificate con metodo diretto di classe III

B A D

C

Figura 4.13: area di progetto Figura 4.14:area di progetto con buffer stradali

Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 36 di 40

4.3.4.5 . Area di progetto V

A

B

Figura 4.15: area di progetto Figura 4.16:area di progetto con buffer stradali

Le aree di progetto indicate con le lettere A e B ricadono in un ambito funzionale A13 (ambiti specializzati per attività produttive). A tali aree viene assegnata con metodo diretto la classe V . Poiché tali aree si inseriscono in posizione limitrofa ad un’area di classe III (territorio agricolo) la potenziale incompatibilità acustica dovrà essere disciplinata dalle N.T.A. della Zonizzazione Acustica inserendo una “fascia di rispetto acustica “di classe IV e/o dal POC prevedendo idonee dotazioni ecologiche/ambientali .

4.3.4.6 Area di progetto VI

L’area della figura 4.17 è collocata secondo il PSC in un ambito funzionale residenziale (A12), mentre attualmente è in ambito agricolo. Data la posizione e l’ampiezza essa assume la valenza di UTO di progetto

Figura 4.17: area di progetto Figura 4.18:area di progetto con buffer stradali

I dati relativi ai carichi insediativi compatibili, con le diverse classificazioni possibili (II o III), assunto che la densità di attività artigianali sia minore di 0,5 (mq 750 circa nel caso specifico) sono riportati nella Tabella 4.12. Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 37 di 40

Classificazione Superficie Densità Superficie Densità Carico potenziale ha commerciale commerciale abitativa insediativo dell'area massima massima (mq) massima massimo (mq/mq ab/ha (abitanti) commerciale %) II 14,5 ≤1,5 ≤2188 100 ≤1459

II 14,5 ≤10 ≤14589 50 ≤729 II o III da 1652< C valutarsi caso 14,5 1,5 < C ≤ 10 50 < D ≤ 75 551< D ≤ 827 ≤11016 per caso II o III da valutarsi caso 14,5 ≤1,5 ≤1652 75 < D ≤ 100 827< D ≤1102 per caso III 14,5 ≤ 10 ≤ 14589 > 150 >2189

III 14,5 > 10 > 14589 D ≤ 100 ≤1459 2188 < S ≤ 1094 < ab ≤ III 14,5 1,5 < C ≤ 10 75 < D ≤ 100 14589 1459

Tabella 4.12: tabella dei parametri secondo le diverse classificazioni acustiche

Si valuta di attribuire alla UTO di progetto i parametri di cui alla classificazione II. La scheda di POC relativa a tale area dovrà contenere: ƒ indici urbanistici tali che il carico insediativo abitativo/commerciale/produttivo non superariori o contenuti nei parametri ai parametri di cui alla 1° o 2° riga della tabella 4.12 ed il carico di attività produttive massimo di circa 750 mq . Dovranno inoltre essere definite le misure di compensazione ecologiche ed ambientali atte a consentire il superamento della potenziale criticità acustica data dalla contiguità di aree di classe V (insediamento zootecnico) e di classe II. Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 38 di 40

4.3.5 Aree di Progetto in località Bocconi

4.3.5.1 Area di Progetto I

Figura 4.19: area di progetto Figura 4.20:area di progetto con buffer stradali

L’area di progetto indicata nella figura 4.19 ricade in ambito funzionale A13 (ambiti specializzati per attività produttive), secondo il PSC. All’area viene assegnata con metodo diretto la classe V . Poiché tale area si inserisce in posizione limitrofa ad un’area di classe III (territorio agricolo) la potenziale incompatibilità acustica dovrà essere disciplinata dalle N.T.A. della Zonizzazione Acustica inserendo una “fascia di rispetto acustica “di classe IV e/o dal POC prevedendo idonee dotazioni ecologiche/ambientali .

4.3.5.2 Area di Progetto II

L’area di progetto indicata con la lettera A nella figura 4.21 è compresa tra gli ambiti “attrezzature e spazi collettivi” B (A24) ed è prevista come area a destinazione “verde pubblico attrezzato”. A tale area viene assegnata con metodo A diretto la classe III. L’area di progetto indicata con la lettera B nella figura 4.21 è indicata nel PSC Figura 4.21 come ambito funzionale A13 (ambiti specializzati per attività produttive). All’area viene assegnata con metodo diretto la classe V. Poiché tale area si inserisce in posizione limitrofa ad un’area di classe III (territorio agricolo) la potenziale incompatibilità acustica dovrà essere disciplinata dalle N.T.A. della Zonizzazione Acustica inserendo una “fascia di rispetto acustica “di classe IV e/o dal POC prevedendo idonee dotazioni ecologiche/ambientali . Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 39 di 40

4.3.6 Aree di Progetto in località San Benedetto in Alpe

4.3.6.1 Area di Progetto I

L’area di progetto indicata con la lettera A nella figura 4.22 è compresa tra gli ambiti “attrezzature e spazi collettivi” (A24) ed è prevista come area a destinazione “verde pubblico attrezzato”. A tale area viene assegnata con metodo diretto la classe III. L’area di progetto indicata con la lettera B nella figura 4.22 collocata secondo il PSC in un ambito funzionale residenziale (A12), attualmente in ambito agricolo.

A Data la posizione e l’ampiezza essa assume la valenza di UTO di progetto I dati relativi ai carichi insediativi compatibili, con le diverse classificazioni possibili (II o III), assunto che la densità di attività artigianali sia minore di 0,5 (mq

B 182 nel caso specifico) sono riportati nella Tabella 4.13

Figura 4.22

Classificazione Superficie Densità Superficie Densità Carico potenziale commerciale commerciale abitativa insediativo dell'area massima massima (mq) massima massimo (mq/mq ab/ha (abitanti) commerciale %) II 3,644 ≤1,5 ≤547 ≤100 ≤364

II 3,644 ≤10 ≤3644 ≤50 ≤182 II o III da valutarsi caso 3,644 ≤1,5 ≤547 ≤150 ≤546 per caso II o III da valutarsi caso 3,644 ≤10 ≤3644 ≤75 ≤273 per caso III 3,644 ≤ 10 ≤3644 > 150 >546

III 3,644 > 10 >3644 D ≤ 100 ≤364

III 3,644 1,5 < C ≤ 10 547 < S ≤ 3644 75 < D ≤ 100 273 < ab ≤ 364

Tabella 4.13: tabella dei parametri secondo le diverse classificazioni acustiche

Si valuta di attribuire alla UTO di progetto i parametri di cui alla classificazione II. La scheda di POC relativa a tale area dovrà contenere: ƒ indici urbanistici tali che il carico insediativo abitativo/commerciale/produttivo non superiori o contenuti nei parametri ai parametri di cui alla 1° o 2° riga della tabella 4.13 ed il carico di attività produttive massimo di circa 182 mq . Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 40 di 40

4.3.7 Aree prospiciente le infrastrutture viarie di progetto

Le strade di progetto dei PSC vengono classificate sulla base delle caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali previste dal piano secondo le tipologie descritte all’inizio del capitolo 6. All’interno del Comune di Portico – San Benedetto non si sono individuate infrastrutture di progetto.

4.4 SINTESI FRA LA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DELLO STATO DI FATTO E DI PROGETTO

Secondo quanto definito dalla D.G.R. 9/10/2001 n.2053 la classificazione acustica del territorio comunale che fa riferimento allo stato di fatto e la classificazione acustica che fa riferimento alle trasformazioni potenziali vanno rappresentate su un unico supporto cartografico; occorre segnalare graficamente, per il tramite della diversa campitura: piena per lo stato di fatto, tratteggiata per lo stato di progetto, se la classificazione attribuita fa riferimento allo stato di fatto o allo stato di progetto. In caso di difformità tra la classificazione acustica definita sulla base dello stato di fatto e quella relativa alle trasformazioni urbanistiche potenziali, occorre applicare la classe prevista per quest’ultima. Per quanto concerne le trasformazioni urbanistiche potenziali del Comune di Portico di Romagna - San Benedetto in Alpe, queste riguardano, con un’unica eccezione di seguito descritta, tutte territorio agricolo classificato di classe III. Pertanto le situazioni di conflitto (concomitanze di aree le cui classi acustiche di appartenenza differiscono per più di 5 dBA) possono determinarsi nei seguenti casi: − cambiamento della classificazione di un’area di classe III (territorio agricolo) limitrofa ad un’area di classe IV o superiori, in un’area di classe II o I; − cambiamento della classificazione di un’area di classe III (territorio agricolo) in un’area di classe V.

5 SITUAZIONI DI CONFLITTO E CRITICITA’ ACUSTICHE POTENZIALI

La presenza di UTO confinanti i cui valori di classificazione acustica si discostano in misura superiore ai 5 dB individuano possibili situazioni di criticità acustica, ovvero situazioni in cui i livelli di rumore immessi nell’area possono essere superiori ai limiti assoluti attribuiti con la classificazione acustica. La verifica dell’esistenza di una effettiva situazione di criticità può essere accertata mediante un’attività di monitoraggio acustico e superata mediante la realizzazione di: ƒ attuazione di piani di risanamento acustico a norma della Legge 447/94 che prevedano la realizzazione di opere di mitigazione su attività, infrastrutture e tessuti urbani esistenti (conflitti tra stati di fatto); Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 41 di 40

ƒ perseguimento da parte dell’Amministrazione Comunale di obiettivi di qualità con la modifica degli strumenti urbanistici o tramite la valutazione e la verifica preventiva dei nuovi piani attraverso la razionale distribuzione delle funzioni; ƒ adozione di idonee misure di mitigazione acustica in fase di attuazione delle previsioni urbanistiche. Nel caso del Comune di Portico le potenziali situazioni di criticità acustica che emergono dall’esame della cartografia sono di seguito richiamate.

5.1 Potenziali situazioni di criticità acustiche nello stato di fatto

Le situazioni di potenziale criticità acustica nello stato di fatto della classificazione acustica del Comune di Portico – San Benedetto si individuano nelle situazioni di seguito descritte:

1) contiguità tra la fascia di classe IV relativa alla statale 67 e la fascia di classe IV relativa alle strada provinciale 22 con UTO di classe II limitrofe (vedi Fig.5.1); a tale proposito si rileva che la sorgente sonora eventualmente responsabile di un superamento del limite di immissione per la classe II è costituita da una infrastruttura stradale di tipo F; all’interno della fascia di pertinenza di 30 m i limiti previsti dal DPR 142/04 sono 65 dBA nel periodo diurno e 60 dBA nel periodo notturno. Al di fuori di tale fascia la strada concorrerà con le altre sorgenti al superamento del livello assoluto di immissione.

Figura 5.1: criticità acustica contiguità classe II e aree di classe IV (fascia stradale) Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 42 di 40

2) contiguità tra UTO di classe II a destinazione residenziale e le UTO di classe V: tali situazioni si realizzano nel Comune di Portico – San Benedetto in un unico caso limitata, peraltro, ad una piccola porzione del territorio.

Figura 5.2: criticità acustica contiguità classe II e V 3) contiguità tra UTO di classe I e UTO di classe III o superiori : tale situazione si realizza nel Comune di Portico – San Benedetto in un unico caso.

Figura 5.3: criticità acustica contiguità classe I e IV (Portico di Romagna)

5.2 Potenziali situazioni di criticità acustiche nello stato di progetto

Per quanto riguarda le situazioni di potenziale criticità acustica nello stato di progetto si rinvia al paragrafo 4.3.3 dove sono stati descritti i casi di contiguità di aree di progetto con aree dello stato di fatto che si discostano per più di 5 dB. Nel caso dell’area indicata con la lettera “B “ del paragrafo 4.3.4.2 la presenza di edifici ad uso zootecnico attribuisce agli edifici medesimi ed all’area pertinenziale la classificazione di classe 5. Pertanto, allo stato attuale la contiguità tra l’area di classe 5 e la limitrofa area di classe 2 di progetto determina una situazione di conflitto acustico. Il progetto di riqualificazione dell’area B (paragrafo 4.3.4.2) può superare tale conflitto mediante la scelta dell’Amministrazione Comunale di perseguire obiettivi di qualità tramite la modifica degli strumenti urbanistici vigenti verso un uso compatibile alla classificazione acustica di classe II o III. Costituiscono inoltre potenziali situazioni di conflitto nello stato di progetto tutti i casi ( § 4.3.4.3 e § 4.3.4.4) in cui UTO di progetto di tipo residenziale (classe II) sono contigue alla Statale 67 e alla strada provinciale 22 (classe IV). Classificazione Acustica – Relazione tecnica Pagina 43 di 40

6 CONCLUSIONI E ADEMPIMENTI SUCCESSIVI

La stesura della zonizzazione acustica di cui al presente documento ed agli elaborati cartografici individua l’assetto del territorio per zone acusticamente omogenee evidenziando nel contempo anche le situazioni di potenziale criticità acustica date dalla contiguità di aree che differiscono per più di 5 dB. Tale elaborato per poter essere uno strumento in grado di condizionare gli interventi di uso reale del suolo è integrato da Norme Tecniche di Attuazione che definiscono le prescrizioni, i criteri e gli indirizzi per l’attuazione di interventi costruttivi. La classificazione acustica viene, quindi, a norma dell’art. 3 della L.R n.15 del 9/5/2001 adottata dal Consiglio Comunale e depositata per la durata di sessanta giorni , periodo entro il quale il Comune acquisisce le eventuali osservazioni ed il parere dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente (ARPA). Di seguito il Consiglio Comunale tenendo conto delle osservazioni e del parere espresso da ARPA, approva la zonizzazione acustica e la trasmette alla Provincia. Dalla prima fase, che si conclude con l’approvazione della zonizzazione acustica, si passa alla fase “operativa” caratterizzata oltre che dall’applicazione delle Norme Tecniche di Attuazione della Zonizzazione, che integrano le NTA del PRG/PSC, dall’avvio delle attività di caratterizzazione acustica del territorio volta a definire, per le aree di potenziale criticità acustica se tale criticità è confermata dalle indagini in campo. La verifica di situazioni in cui sussistono superamenti dei limiti di immissione acustica per aree occupate da ricettori sensibili costituisce la fase preliminare alla redazione dei Piani di Risanamento acustico di cui all’art. 7 della L.447/95, con i quali l’Amministrazione definisce le modalità per conseguire obiettivi di miglioramento della qualità acustica delle UTO compromesse.