I Quatro Rusteghi
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3 La Fenice prima dell’Opera 2005-2006 3 2005-2006 Fondazione Stagione 2005-2006 Teatro La Fenice di Venezia Lirica e Balletto Ermanno Wolf-Ferrari IQuatro rusteghi quatro rusteghi quatro I errari F olf- W rmanno E FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA ALBO DEI SOCI FONDATORI ALBO DEI SOCI FONDATORI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Massimo Cacciari presidente Luigino Rossi vicepresidente Cesare De Michelis Pierdomenico Gallo Achille Rosario Grasso Mario Rigo Valter Varotto Giampaolo Vianello consiglieri sovrintendente Giampaolo Vianello direttore artistico Sergio Segalini COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Giancarlo Giordano presidente Adriano Olivetti Paolo Vigo Maurizia Zuanich Fischer SOCIETÀ DI REVISIONE PricewaterhouseCoopers S.p.A. i quatro rusteghi commedia musicale in tre atti versi di Giuseppe Pizzolato dalla commedia di Carlo Goldoni musica di Ermanno Wolf-Ferrari Teatro La Fenice mercoledì 22 febbraio 2006 ore 19.00 turno A giovedì 23 febbraio 2006 ore 19.00 turno E venerdì 24 febbraio 2006 ore 19.00 fuori abb. sabato 25 febbraio 2006 ore 15.30 turno C domenica 26 febbraio 2006 ore 15.30 turno B La Fenice prima dell’Opera 2005-2006 3 Ermanno Wolf-Ferrrari in una foto degli anni Trenta. Archivio storico del Teatro La Fenice di Venezia. La Fenice prima dell’Opera 2005-2006 3 Sommario 5 La locandina 7 «Gnanca una strazza de comedia no avemo visto» di Michele Girardi 11 Virgilio Bernardoni, I quatro rusteghi e il comico nell’opera italiana d’inizio Novecento 23 Giovanni Guanti, Un bocon de gringola per muger furbete e veci satrapi 45 I quatro rusteghi: libretto e guida all’opera a cura di Daniele Carnini 113 I quatro rusteghi: in breve a cura di Gianni Ruffin 115 Argomento – Argument – Synopsis – Handlung 121 Daniele Carnini Bibliografia 129 Online: Nostalgia del futuro a cura di Roberto Campanella 135 Dall’archivio storico del Teatro La Fenice Gli anni difficili di un rustego … a cura di Franco Rossi Locandina per la ripresa de I quatro rusteghi al Teatro La Fenice di Venezia. Nella parte di Lunardo, Antonio Pini Corsi (1858-1918), primo Ford, primo Schaunard e primo Miskinsky (Siberia); e, in quella di Margarita, il famoso contralto Guerrina Fabbri (1868-1946). Archivio storico del Teatro La Fenice. Il medesimo cast aveva cantato al battesimo italiano dell’opera (2 giugno al Lirico di Milano), e l’avrebbe poi portata nello stesso mese al Teatro Filarmonico di Verona, al Comunale di Treviso, al Sociale di Mantova e al Verdi di Padova. i quatro rusteghi versi di Giuseppe Pizzolato, dalla commedia di Carlo Goldoni musica di Ermanno Wolf-Ferrari Manifestazione per il Carnevale di Venezia 2006 In occasione del centenario della prima rappresentazione, Monaco 1906 Editore proprietario Josef Weinberger, London Rappresentante per l’Italia Casa Musicale Sonzogno, Milano personaggi ed interpreti Lunardo Roberto Scandiuzzi (22, 24, 26) Giovanni Tarasconi (23, 25) Margarita Cinzia De Mola (22, 24, 26) Marta Moretto (23, 25) Luçieta Roberta Canzian (22, 24, 26) Sabrina Vianello (23, 25) Maurizio Dario Giorgelè Filipeto Emanuele D’Aguanno (22, 24, 26) Enrico Paro (23, 25) Marina Marta Franco (22, 24, 26) Nadia Vezzù (23, 25) Simon Nicolò Ceriani Cançian Franco Boscolo Felice Giovanna Donadini Il conte Riccardo Antonio Lemmo Una givane serva di Marina Manuela Marchetto maestro concertatore e direttore Tiziano Severini regia Davide Livermore scene Santi Centineo costumi Giusy Giustino light designer Fabio Barettin Orchestra del Teatro La Fenice con sopratitoli nuovo allestimento 6 LA LOCANDINA prima di ogni rappresentazione verrà proiettato, in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa e il Comune di Venezia, il video KIMSOOJA.TO BREATHE / RESPIRARE a cura di Francesca Pasini direttore musicale di palcoscenico Giuseppe Marotta direttori di palcoscenico Paolo Cucchi, Lorenzo Zanoni responsabile allestimenti scenici Massimo Checchetto maestro di sala Stefano Gibellato aiuto maestro di sala Roberta Ferrari altro direttore musicale di palcoscenico Silvano Zabeo altro direttore di palcoscenico Walter Marcanzin aiuto regia Nicola Berloffa assistente alle scene Leda Vizzini assistente ai costumi Clara Mennonna assistente ai costumi e responsabile vestizione Carlos Tieppo maestro di palcoscenico Maria Cristina Vavolo maestro rammentatore Pierpaolo Gastaldello maestro alle luci Gabriella Zen capo macchinista Vitaliano Bonicelli capo elettricista Vilmo Furian capo attrezzista Roberto Fiori responsabile della falegnameria Adamo Padovan coordinatore figuranti Claudio Colombini scene Decorpan (Treviso) costumi e calzature Nicolao Atelier (Venezia) parrucche e trucco Fabio Bergamo (Trieste) videografica Ideogamma (Rimini) sopratitoli Studio GR (Venezia) «Gnanca una strazza de comedia no avemo visto» «I Rusteghi in lingua veneziana non è lo stesso che i Rustici in lingua italiana. Noi in- tendiamo in Venezia per uomo rustego un uomo aspro, zotico, nemico della civiltà, del- la cultura e del conversare»: così ebbe a scrivere Carlo Goldoni nella prefazione alla commedia pubblicata da Pasquali (1762). Quando, passato quasi un secolo e mezzo da allora, Ermanno Wolf-Ferrari scelse di intonare I rusteghi, nel quadro di una sua personale rilettura del teatro di quel venezia- no illustre, Gian Francesco Malipiero «ricordava che tipi simili si potevano incontrare a Venezia fino a pochi anni addietro», come scrive Virgilio Bernardoni nel saggio d’aper- tura di questo numero de «La Fenice prima dell’Opera». Già, ma a sua volta, nelle Mé- moires (1787), Goldoni stesso ebbe a precisare che «la morale di questa commedia non è, per vero dire, di gran necessità nei tempi nei quali siamo, poiché non se ne trovano quasi più di codesti adoratori [i rusteghi] dell’antica semplicità». Chi avrà avuto ragione, Malipiero o Goldoni? Giovanni Guanti – che nel secondo saggio di questo volume prova spiritosamente a illustrarci le rinnovate epifanie dello spi- rito rustego ai nostri tempi – darebbe certo ragione a Malipiero, e i suoi argomenti so- no molto persuasivi. Pronto a cogliere le opportunità della rete, Guanti ha acquistato online una copia delle Considerazioni attuali di Wolf-Ferrari, a cui dedica la sezione con- clusiva del suo scritto. Non si tratta di una copia qualunque, ma di un libro chiosato fit- tamente dal precedente proprietario, con autentica passione politica e competenza mu- sicale: il caso vuole che si tratti di uno tra i sommi compositori veneziani, Luigi Nono. Questa ‘scoperta’ arricchisce questo volume, ma non è l’unico motivo di interesse. Si prenda, ad esempio, il libretto, di cui Daniele Carnini, autore di una penetrante guida all’ascolto, ha realizzato un’edizione che si segnala per l’attenzione rivolta alla disposi- zione metrica: sono stati ripristinati, infatti, molti versi spezzati non contemplati nel te- sto della prima italiana del 1914, ed evidenziato con il rientro (secondo la prassi edito- riale di questa serie), «il ricorso a strutture metriche tradizionali». Non sono pochi, nella partitura, i «momenti che arieggiano una forma strofica», e tale scelta «mira a rendere evidente la discendenza del libretto de I quatro rusteghi dalla tradizione tardo-ottocen- tesca». Una posizione, questa, in linea con le più recenti acquisizioni della ricerca sul tea- tro musicale fin de siècle. Chiudiamo l’elenco delle novità con la rubrica dedicata all’Archivio storico del Tea- tro La Fenice. Franco Rossi ci propone un piccolo gruppo di lettere inedite del musici- 8 MICHELE GIRARDI sta, indirizzate all’amico Alessandro Vardanega, che gettano nuova luce su Gli anni dif- ficili di un «rustego» a partire dal 1939, quando Wolf-Ferrari, malato di nostalgìa per la sua Venezia, risiede a Planegg dopo la nomina a professore di composizione del Mo- zarteum disposta da Hitler. Il corpus – una quarantina di lettere – «documenta un pe- riodo del tutto significativo, che comprende i prodromi della seconda guerra mondiale, il suo terribile sviluppo e la sua comunque amara conclusione, soprattutto per il musi- cista lacerato fra due culture a regime, quale figlio di una italiana e di un tedesco». Certo, la carica di che Wolf-Ferrari rivestiva in Austria era del tutto meritata, visto l’amore profondo che egli nutriva per la musica di Mozart, testimoniato anche da nu- merosi passi de I quatro rusteghi. Così come emerge dall’analisi di questa partitura la devozione per il Falstaff di Verdi, «come nuovo avvio della commedia in musica, ma anche quale presupposto di rinnovamento della musica italiana tutta», secondo Ber- nardoni. La rivisitazione di Goldoni può certo essere recepita all’estero come «materiale da car- tolina», e ciò contribuì alla popolarità de I quatro rusteghi come delle altre opere che il musicista trasse dalle commedie dello scrittore, particolarmente in Germania, ma per i ve- neziani d’inizio Novecento, così come per quelli di oggi, l’effetto è quello di rievocare, con effetto struggente, una Venezia che non c’è più. Wolf-Ferrari ha saputo coglierne lo spi- rito al di là delle tradizioni stesse, tant’è che molti commentatori hanno creduto di rico- noscere un tema popolare nella melodia della barcarola di Marina che apre il quadro se- condo dell’atto iniziale, mentre si tratta in realtà di una melodia di sua invenzione. Ma se è piuttosto arduo definire «popolare» tout-court una canzone da batelo, genere in cui si sono cimentati molti compositori illustri dell’Ottocento, forse nell’immagine della don- na colta sulla terrazza, a dialogo con uno specchio, è più facile individuare un topos ope- ristico tra i più sperimentati. Si pensi a Thaïs, quando