Lo Basso Uomini Da Remo

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Lo Basso Uomini Da Remo 0 frontespizio 25-01-2004 11:39 Pagina 1 COLLANA STRUMENTI 0 frontespizio 25-01-2004 11:39 Pagina 2 0 frontespizio 25-01-2004 11:39 Pagina 3 Luca Lo Basso Uomini da remo Galee e galeotti del Mediterraneo in età moderna Selene Edizioni 0 frontespizio 25-01-2004 11:39 Pagina 4 Il volume è stato realizzato con il contributo del MIUR e dell’Università degli Studi di Genova © Luca Lo Basso, 2003 © Yoni srl, 2003 via Bazzini, 24 20131 Milano tel. 02/26.68.17.38 fax 02/59.61.11.12 e mail: [email protected] www.edizioniselene.it In copertina: Catene da galeotto (manufatto in metallo, XVI secolo, Civico Museo Navale di Genova). Immagine ripresa da: Dal Mediterraneo all’Atlantico. La marineria ligure nei mari del mondo, Genova, 1993, p. 28. 0 frontespizio 25-01-2004 11:39 Pagina 5 Ad Alberto Tenenti e a tutti i giovani ricercatori italiani 0 frontespizio 25-01-2004 11:39 Pagina 6 0 frontespizio 25-01-2004 11:39 Pagina 7 Due parole di presentazione Operoso ricercatore il giovane Luca Lo Basso, studioso valente e serio. Ma non serioso, come tanti suoi coetanei anch’essi ricercanti assidui e negli archivi e nelle biblioteche, a conoscere i quali mi viene da con- statare che la seriosità sta diventando rispetto alla serietà – una malat- tia più giovanile che senile. E che non sia serioso l’attesta proprio il fatto che chiede proprio a me – scollegato, nel bene e nel male, dai pedaggi mentali e comportamentali che mi paiono affliggere e gli studi in generale e quelli storici in particolare – e non ad altri ben più quali- ficati due parole di presentazione. Lo faccio volentieri. E, allora, leggo – un po’ di corsa – il suo lavoro, giro, pilotato dalle sue pagine nel Mediterraneo di Ponente e in quello di Levante tra Cinque e Settecento; m’imbarco e sbarco; remo e veleggio; m’ingaggio e diserto; sento parlar in veneziano, in genovese, in spagnolo, in francese, in turco, in toscano; scruto monete, soppeso misure; mi spavento nella furia delle tempeste e marcisco nella bonaccia; vedo galee e galeazze; un po’ son schiavo incatenato un po’ fatico per libera (si fa per dire) scelta; e, se la vita, comunque, è dura, un po’ cerco di capire se son di me espropriato perché dello stato oppure se, reclutato, qualcosa di me a me resta. Così in prima e anche in ultima battuta. Sta a me salutare il libro, non analizzarlo. Per quel che mi concerne posso, tuttavia, assicurare che in un pros- simo numero di “Studi Veneziani”, un periodico che dirigo, il libro sarà recensito come merita. E, allora, va da sè, non da me, che – lungi dall’assumere i panni del recensore – mi limito a riscontrare la solidità dell’impianto d’un’esposizione tutta documentata, sin fontificata, epperò ariosa e limpida nel dettato, in certo qual modo zavorrata dalle fatiche dello scavo archivistico. Un pregio non da poco ché troppo spesso le ricerche faticose esitano in prose faticate, inamene, arcigne. E non manca chi sin teorizza che così va bene. A costo di non essere serio, confesso che, scorrendo il testo di Lo 7 0 frontespizio 25-01-2004 11:39 Pagina 8 Basso, s’è come innescata una colonna sonora che m’ha riportato indie- tro nel tempo, quand’era in voga – e lo è ancora – “sapore di sale”, e, quindi, “sapore di mare”. Così – si ricorderà – la canzone, furoreg- giante nel 1963, di Gino Paoli. Lo Basso sta a Taggia, vicino al mare. E dal mare lambita lì vicino Arma di Taggia. E poi Lo Basso lavora a Genova. Quindi il mare lo condiziona, lo suggestiona. Propulsiva, anche per gli studi, la presenza del mare. E propulsive, un tempo, prima dell’avvento delle discoteche, per amori e amoretti, per amo- rucci e amorazzi, le rotonde sul mare. Comunque, nel 1963, ero acca- sato. E non più rotonde. Al più le piattaforme dei caffè alle Zattere, affacciate sul Canale della Giudecca. E, talvolta, ci andavo con Alberto Tenenti. E si chiaccherava del più e del meno, magari più del meno che del più. Ebbene: ogniqualvolta passava una nave, anche piccola Tenenti, interrompeva il nostro discorrere, tutto attratto dall’imbarca- zione in transito. E, dopo averla soppesata ben bene con lo sguardo, è di questa che mi parlava. Ebbene: Tenenti non c’è più. Ho perso un amico carissimo. M’aggrappo alla foscoliana eredità d’affetti. E il mio colloquio ultraquarantennale con Tenenti lo proseguo. L’ultimo Tenenti, sempre generoso di sè, ha pur incoraggiato gli studi marinari di Lo Basso. Il senso del mare pervadeva Tenenti – e mi parlava spes- so di quando da ragazzo, dava una mano allo zio titolare a Viareggio, d’uno stabilimento (mi par dicesse così; si trattava d’una manciata di cabine, magari coll’aggiunta di qualche moscone, pedalò, magari non come quelli d’adesso) – e lo trasfondeva nei suoi saggi, nei suoi libri. Ed è anche pensando a questo che sento accanto a me Alberto Tenenti nel congratularmi col giovane autore. Venezia 24 novembre 2003 Gino Benzoni 8 0 frontespizio 25-01-2004 11:39 Pagina 9 Parte I Il problema dei galeotti 0 frontespizio 25-01-2004 11:39 Pagina 10 01 25-01-2004 11:41 Pagina 11 1. Cenni introduttivi La guerra marittima, nel Mediterraneo moderno, fu caratterizzata principalmente dall’uso di una specifica imbarcazione: la galea. Retaggio di un sapere tecnologico antico, la galea rimase per lungo tempo la principale imbarcazione bellica dei grandi Stati, ma anche di quelli più piccoli. La sua plurisecolare fortuna fu dovuta a tre motivi principali: l’adattamento alle condizioni geografiche e meteomarine del Mediterraneo, la semplicità costruttiva e il basso costo rispetto ai vascelli. Ecco perché, al contrario di quanto sostengono diversi studio- si1, la galea e i suoi derivati non rappresentarono un ritardo tecnolo- gico delle marinerie mediterranee, ma semmai un adattamento alle condizioni di questo mare. Nel secolo XVII la galea, lungi dall’essere un mostro vetusto e antiquato, era invece l’imbarcazione di punta della tecnologia mediterranea. Se di declino delle galere si vuol parla- re, bisogna aspettare il secolo XVIII, ma il loro tramonto sarà lentissi- mo e avrà termine soltanto nel periodo della Restaurazione. Il Mediterraneo, si sa, è un mare particolare. Composto di spazi stretti, di isole, insenature, promontori, secche; un mare insomma adatto a imbarcazioni particolarmente manovrabili. Se oggi il proble- ma è risolto con l’uso del motore applicato alle eliche, durante l’età moderna la possibilità di muoversi senza danni negli spazi ristretti si poteva avere soltanto con i remi. Inoltre, il Mediterraneo è un mare che alterna con frequenza forti venti e mare mosso alla bonaccia. E con la 1 In materia di galere anche uno dei più autorevoli storici militari dell’età moderna sba- glia alcune valutazioni: “Con il 1600, in gran parte d’Europa la galea cadde in disuso, perché i costi di mantenimento di una forza di vascelli a remi capaci di conseguire obiet- tivi strategici importanti si erano fatti proibitivi: la galea venne relegata al ruolo di dife- sa costiera o strumento di pirateria. Dall’inizio del XVII secolo in poi, flotte di galee con- tinuarono ad operare soltanto nel Baltico, dove la natura della costa, cosparsa di secche e isolette, rendeva difficile la navigazione a vela: i russi se ne servirono per saccheggia- re la costa svedese nel 1719-21, mentre nel 1790 gli svedesi distrussero buona parte della flotta russa a Svenskund grazie ad un impiego originale delle galee e della loro artiglie- ria pesante. Altrove esse crollarono sotto il fardello del loro stesso peso” (G. PARKER, Guerra e rivoluzione militare (1450-1789),in Storia d’Europa, vol. IV, L’età moderna. Secoli XVI-XVIII a cura di M. AYMARD, Torino, 1995, p. 448). 11 01 25-01-2004 11:41 Pagina 12 bonaccia, avendo soltanto le vele, non si naviga, talvolta anche per intere giornate. Tutto ciò spiega da sé perché le imbarcazioni mosse non solo dalle vele, ma anche dai remi resistettero così a lungo in seno alle flotte mediterranee. Nell’età moderna, inoltre, costruire una galera per un maestro d’a- scia era un’operazione relativamente semplice. Aveva bisogno del suo garbo o sesto, del legname, dei chiodi e di uno spazio lungo una ses- santina di metri e largo dieci. Impostato il cantiere, cioè lo spazio sul quale poi sarebbe stato montato lo scafo, stabilita la lunghezza, da cui si ricavava la larghezza, il puntale e la larghezza del fondo, il mastro montava la chiglia, denominata colomba a Venezia e primo a Genova, e su questa fissava le aste di prora e di poppa. A quel punto, con quella speciale sagoma appunto denominata garbo, mezzo garbo o sesto, stabi- liva la forma di tre ordinate principali: una a centro nave, una a prora- via e l’altra verso poppa. Per ricavare le altre ordinate bastava far ruo- tare il sesto sul legname prescelto, fissandone le misure. Così lo schele- tro dello scafo era pronto (a Venezia si diceva che la galea era imbosca- da)2. Dopodiché si trattava di terminare l’opera con tutti gli altri ele- menti longitudinali e trasversali e poi con il fasciame. Una volta costruito lo scafo, la galera poteva essere completata in poco tempo. Vista la relativa semplicità, la galera fu costruita in ogni angolo del Mediterraneo, dal Bosforo allo stretto di Gibilterra, dalla costa europea a quella africana e mediorientale. Certo, durante il medioevo e la prima età moderna erano nati centri marittimi importanti, dotati di grandi cantieri o addirittura di grandi arsenali, come Venezia, Costantinopoli, Genova, Marsiglia, Barcellona, Livorno, Napoli, Messina e Malta, solo per citarne alcuni.
Recommended publications
  • Ministero Per I Beni E Le Attività Culturali E Per Il Turismo Archivio Di Stato Di Genova
    http://www.archiviodistatogenova.beniculturali.it Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo Archivio di Stato di Genova Instructiones et relationes Inventario n. 11 Regesti a cura di Elena Capra, Giulia Mercuri, Roberta Scordamaglia Genova, settembre 2020, versione 1.1 - 1 - http://www.archiviodistatogenova.beniculturali.it ISTRUZIONI PER LA RICHIESTA DELLE UNITÀ ARCHIVISTICHE Nella richiesta occorre indicare il nome del fondo archivistico e il numero della busta: quello che nell’inventario è riportato in neretto. Ad esempio per consultare 2707 C, 87 1510 marzo 20 Lettere credenziali a Giovanni Battista Lasagna, inviato in Francia. Tipologia documentaria: Lettere credenziali. Autorità da cui l’atto è emanato: Consiglio degli Anziani. Località o ambito di pertinenza: Francia. Persone menzionate: Giovanni Battista Lasagna. occorre richiedere ARCHIVIO SEGRETO 2707 C SUGGERIMENTI PER LA CITAZIONE DELLE UNITÀ ARCHIVISTICHE Nel citare la documentazione di questo fondo, ferme restando le norme adottate nella sede editoriale di destinazione dello scritto, sarà preferibile indicare la denominazione completa dell’istituto di conservazione e del fondo archivistico seguite dal numero della busta, da quello del documento e, se possibile, dall’intitolazione e dalla data. Ad esempio per citare 2707 C, 87 1510 marzo 20 Lettere credenziali a Giovanni Battista Lasagna, inviato in Francia. Tipologia documentaria: Lettere credenziali. Autorità da cui l’atto è emanato: Consiglio degli Anziani. Località o ambito di pertinenza: Francia. Persone menzionate: Giovanni Battista Lasagna. è bene indicare: Archivio di Stato di Genova, Archivio Segreto, b. 2707 C, doc. 87 «Lettere credenziali a Giovanni Battista Lasagna, inviato in Francia» del 20 marzo 1510. - 2 - http://www.archiviodistatogenova.beniculturali.it SOMMARIO Nota archivistica p.
    [Show full text]
  • TRENT'anni DOPO Ancora Tre Storie Seicentesche Al Femminile
    TRENT’ANNI DOPO Ancora tre storie seicentesche al femminile Grazia Benvenuto Università degli Studi di Genova [email protected] Abstract After thirty years since the fi rst upon unpublished or little known pioneering studies about gender documents, and taking place in history, this essay focuses upon 17th century Italy. three stories of women, based 1. La storia di genere: un percorso ‘al femminile’ È al centro del palcoscenico della storia, eppure su di essa cala un cono d’ombra, che la nasconde, la cela agli sguardi altrui, la mimetizza, salvo che per la voce narrante, coniugata al maschile. Le fi gure femminili non sono mai state trascurate: artisti, letterati, fi losofi , medici hanno parlato delle donne, ma di esse hanno sempre dato un’immagine soggettiva, pe- nalizzante, riduttiva. La donna è indispensabile per le azioni quotidiane che svolge all’interno della casa, è presente sulla scena sociale, occupan- dovi tutti gli spazi, eppure vive sottomessa all’autorità dell’uomo, prima del padre, poi del marito, e, se vedova, il più delle volte dei fi gli. Na- scosta dietro le lenti deformanti dell’universo maschile che ne fa a suo piacimento moglie devota e sottomessa, madre saggia e operosa, corti- giana esperta nelle arti amatorie, strega beffarda al servizio del male, non emerge mai come individuo autonomo, libero, completo, autosuffi ciente. Secondo lo stereotipo che dall’antichità classica a tutta l’età moderna fi no all’Ottocento inoltrato, trae linfa dalla produzione letteraria, storica, fi lo- sofi ca, poetica «è paragonata sia all’anima – nel senso che come l’anima trae dal corpo la propria identità essa trae dal marito ogni sua facoltà di operare e di esprimersi – sia al corpo, nel senso che rimarrebbe inerte e senza vita se il marito, questa volta inteso come anima, privandola dello stimolo che proviene dal proprio volere, si distaccasse da lei».1 1 Doni Garfagnini 1996, p.
    [Show full text]
  • Storia Di Una Villa Scomparsa E Dell'urbanizzazione Del Colle Di Carignano
    Armando Di Raimondo Storia di una villa scomparsa e dell’urbanizzazione del colle di Carignano La “casa di villa” di Minetta Serra a Genova Armando Di Raimondo Storia di una villa scomparsa e dell’urbanizzazione del colle di Carignano La “casa di villa” di Minetta Serra a Genova Storia di una villa scomparsa e dell’urbanizzazione del colle di Carignano 3 Sommario Premessa 5 Le famiglie de Fornari e Serra 7 La nuova villa di Minetta Serra 8 La famiglia Squarciafico 11 Scipione Squarciafico: l’erede di Minetta 11 La crisi finanziaria 13 La numerosa famiglia di Giuseppe Squarciafico 14 Il Biografo 15 Il “ribelle” 16 Il morigerato e ... le bombe del Re Sole 18 Maria Anna Grillo: due volte vedova 19 La famiglia da Passano, signori del pedaggio 22 I Conti di Occimiano 23 Il Conservatorio Interiano 27 Il Comune di Genova 32 Conclusioni 35 APPENDICE 37 Una Santa in famiglia: Virginia Centurione Bracelli 37 Cenni storici sulla Chiesa e Monastero di Santa Chiara in Carignano 41 Passaggi di proprietà della Villa di Carignano 45 Ricostruzione genealogica dei possessori della Villa di Carignano 46 Bibliografia essenziale 47 4 Armando Di Raimondo Ringraziamenti Giovanni Battista Canepa Giovanni Ferrero Stefano Finauri Francesca Musante Giustina Olgiati e il paziente Staff dell’Archivio di Stato di Genova Italo Pucci Suor M. Daniela, Madre Superiore di N.S. del Rifugio in Monte Calvario. Abbreviazioni ASGe: Archivio di Stato di Genova ASCGe: Archivio Storico Comune di Genova ADG: Archivio Doria Dipartimento di Economia di Genova ASAl: Archivio di Stato di Alessandria APSG: Archivio Parrocchiale di San Giacomo e Sacro Cuore di Genova Storia di una villa scomparsa e dell’urbanizzazione del colle di Carignano 5 Premessa “È tempo per noi di guadagnar l’erta di Carignano, colle d’antichissimo nome intorno alla cui etimologia stancarono con vane congetture il cervello e la penna i più rinomati scrittori di cose genovesi.
    [Show full text]
  • Repertorio Di Fonti Sul Patriziato Genovese
    Soprintendenza Archivistica per la Liguria Repertorio di fonti sul Patriziato genovese scheda n° 4 compilatore: Andrea Lercari, aggiornata al 21/09/2010 famiglia: Airolo Altre forme del nome: Airoli, de Airolo, Ayrolo, Ayrolus, de Ayrolis, Ayrollo. Albergo: Negrone Titoli: Patrizio genovese, marchese di Rivalta, conte consignore di Sala Famiglie aggregate (solo per le famiglie capo-albergo): Feudi: Rivalta Scrivia; Sala (Monferrato) Arma gentilizia: «D’azzurro alla quercia terrazzata sul terreno di verde, sinistrata da un leone d’oro». Nota storica: Famiglia di origine popolare, tradizionalmente considerata originaria della villa di Godano, in Val di Vara nell’entroterra di Levanto, gli Airolo ebbero ascrizione al patriziato genovese in vari rami, riconducibili a un comune stipite ma sostanzialmente distanti e indipendenti tra loro, i quali con diversa fortuna e in epoche differenti si affermarono nella vita politica, nell’economia e più in generale nella società genovesi. Quali che siano le origini più remote della famiglia, è accertato dal XVI secolo il suo radicamento nella villa di Granarolo, che la tradizione vuole derivare il proprio nome dall’originario toponimo Airolo, da cui Grande Airolo e infine Granarolo, un’area collinare agricola sulle alture di Genova, fuori la porta di San Tomaso, ove sorgevano numerose residenze estive di facoltosi cittadini genovesi e contraddistinta da tre importanti fondazioni ecclesiastiche: la chiesa di Santa Maria (la parrocchiale, nella parte alta), quella di San Rocco (nella parte bassa) e il convento dei Padri di San Francesco da Paola, nella cui chiesa, dedicata a Gesù e Maria, gli Airolo ebbero i propri sepolcri gentilizi. La linea dei primi Airolo ascritti nel 1528 La prima linea della famiglia fu ascritta al Liber Civilitatis sin dal 1528 con Nicolò de Ayrolo, aggregato all’albergo Negrone.
    [Show full text]
  • Rolli Days Rolli Days
    ROLLI DAYS ROLLI DAYS strade e palazzi da vivere strade e palazzi da vivere Genova, 1 - 2 aprile 2017 Genova, 1 - 2 aprile 2017 Le due edizioni dei Rolli Days 2017 sono dedicate al Professor Ennio Poleggi, i cui studi hanno reso noto il Sistema dei Rolli e hanno portato, insieme al suo impegno, al riconoscimento UNESCO Sabato 1 e domenica 2 aprile dalle ore 10 alle ore 19 accesso gratuito ai palazzi, salvo eccezioni segnalate nel programma. From Saturday 1 to Sunday 2, April from 10 am to 7 pm, free admission to the palaces, exceptions are t i . a reported in the program. d i u l f a c i f Il programma completo della manifestazione sarà disponibile presso gli IAT di Genova e scaricabile dai a r g @ siti web / The full program with all the events will be available at the Tourist Information Centers (IAT) i s e r in Genoa and for free download on the websites : r a b : t www.visitgenoa.it r a - i www.rolliestradenuove.it - www.palazzoducale.genova.it t t e r a www.museidigenova.it - www.unige.it g i B . C : Informazioni | Information h p IAT : Via Garibaldi 12r e Porto Antico, Palazzina Santa Maria +39 010.5572903 - [email protected] - www.visitgenoa.it Sono previste visite guidate gratuite per persone non vedenti e sorde Per informazioni sull'accessibilità alle persone disabili For information on disabled access see: www.rolliestradenuove.it - www.museidigenova.it www.visitgenoa.it/it/app @GenovaEventi Genova Eventi e Cultura | GenovaTurismo #rollidays @genovamorethanthis Genova More Than This La prossima edizione dei Rolli Days: 14-15
    [Show full text]
  • Bibliografia Palazzi Dei Rolli a Genova
    Palazzi dei Rolli a Genova Proposte di lettura Biblioteca di Storia dell’Arte - Via ai quattro canti di San Francesco - Genova [email protected] - www.bibliotechedigenova.it Bibliografia aggiornata ad aprile 2019 A cura di Enrica Cartasegna Genova patrimonio dell'umanità / foto di Piero Migliorisi ; ricomposizione digitale di Gianfranco Carrozzini ; testi di Piero Boccardo, Giorgio Rossini. - Milano : Electa, 2007. - 127 p. : ill.; 31 x 31 cm. - Testo in italiano e inglese. 1. Genova - Palazzi dei Rolli COLL.: A.V.450 Grossi Bianchi, Luciano Una città portuale del Medioevo : Genova nei secoli 10.-16. / Luciano Grossi Bianchi, Ennio Poleggi. - Genova : Sagep, 1979. - 337 p. : ill. ; 32 cm 1. Genova - Urbanistica - Sec. 10.-16. COLL.: CONS.VI.F71 Grossi Bianchi, Luciano Palazzi del XVI e XVII secolo nella Genova dei caruggi. Sta in: Argomenti di architettura genovese tra XVI e XVII secolo / a cura di Fabrizio D'Angelo ; [testi di] Luciano Grossi Bianchi [et al.]. - Genova : Università di Genova. Facoltà di architettura. Istituto di progettazione, stampa 1995. - 94 p. : ill. ; 30 cm, p. 7-22. 1. Genova - Palazzi - Sec. 16.-17. COLL.: A.V.376 L'invenzione dei rolli : Genova, città di palazzi / a cura di Ennio Poleggi. -- Genova : Palazzo Ducale; Milano : Skira, 2004. -- 199 p. : ill.; 28 cm. - Catalogo della mostra tenuta a Genova, Palazzo Tursi, 29 maggio-5 settembre 2004. 1. Palazzi di rappresentanza - Genova - Sec. 16.-17. 2. Esposizioni - 2004. 1. Genova - Palazzi - Sec. 16.-17. 2. 1. 3.Genova - Edifici storici - Palazzi dei Rolli - Sec. 16.-17. COLL.: G.V.1209 Labò, Mario I palazzi di Genova di P.P.
    [Show full text]
  • Genoa and Its Treasures
    Comune di Genova - Ufficio sviluppo e Promozione del Turismo Palazzo delle Torrette - Via Garibaldi, 12r [email protected] www.genova-turismo.it Tourist Information Centres (T.I.C.) IAT Via Garibaldi Useful info: Via Garibaldi 12r Ph. +39 010 55 72 903/ 751 Genoa Aquarium Fax +39 010 55 72 414 www.acquariodigenova.it (7/7 - h. 9.00 - 18.30) C. Colombo Airport [email protected] Ph. +39 010 60 151 - www.airport.genova.it IAT De Ferrari City sightseeing open top bus Largo Pertini 13 Genova in Tour Pesci Viaggi Ph. +39 010 86 06 122 Ph. +39 010 53 05 237 - Mobile +39 328 98 55 419 Fax +39 010 86 06 476 www.pesciviaggi.it (7/7 - h. 9.00 - 13.00 / 14.30 - 18.30) [email protected] Hop-on hop-off city tour CITYSIGHTSEEING GENOVA IAT C. Colombo Airport (arrivals area) Ph. +39 010 86 91 632 Genova - Sestri Ponente www.genova.city-sightseeing.it Ph./Fax +39 010 60 15 247 (7/7 - h. 9.00 - 13.00 / 13.30 - 17.30) Genoa Museums [email protected] www.museidigenova.it - www.rolliestradenuove.it Radio Taxi Walking guided tour to the historical centre Ph. +39 010 5966 - www.cooptaxige.it and the Palazzi dei Rolli, UNESCO World Heritage Visit of the city with little train Every weekend you can visit the historical city Trenino Pippo centre and discover the fascination of some of Ph. +39 328 69 42 944 - www.treninopippo.it the famous Palazzi dei Rolli. Trains More information about costs and languages Ph.
    [Show full text]
  • COPERTINA SUPPLEMENTI 08.Ai
    I Nuove letture e prospettive di ricerca per il Settecento europeo LEMENT PP U 08 S IL CAPITALE CULTURALE Studies on the Value of Cultural Heritage JOURNAL OF THE SECTION OF CULTURAL HERITAGE Department of Education, Cultural Heritage and Tourism University of Macerata eum IL CAPITALE CULTURALE Studies on the Value of Cultural Heritage Supplementi 08 / 2018 eum Il Capitale culturale Donato, Rolando Dondarini, Andrea Emiliani, Studies on the Value of Cultural Heritage Gaetano Maria Golinelli, Xavier Greffe, Alberto Supplementi 08, 2018 Grohmann, Susan Hazan, Joel Heuillon, Emanuele Invernizzi, Lutz Klinkhammer, ISSN 2039-2362 (online) Federico Marazzi, Fabio Mariano, Aldo M. ISBN 978-88-6056-586-0 Morace, Raffaella Morselli, Olena Motuzenko, Giuliano Pinto, Marco Pizzo, Edouard Direttore / Editor Pommier, Carlo Pongetti, Adriano Prosperi, Massimo Montella Angelo R. Pupino, Bernardino Quattrociocchi, Margherita Rasulo, Mauro Co-Direttori / Co-Editors Renna, Orietta Rossi Pinelli, Roberto Tommy D. Andersson, Elio Borgonovi, Sani, Girolamo Sciullo, Mislav Simunic, Rosanna Cioffi, Stefano Della Torre, Michela Simonetta Stopponi, Michele Tamma, Frank di Macco, Daniele Manacorda, Serge Noiret, Vermeulen, Stefano Vitali Tonino Pencarelli, Angelo R. Pupino, Girolamo Sciullo Web http://riviste.unimc.it/index.php/cap-cult Coordinatore editoriale / Editorial Coordinator e-mail Francesca Coltrinari [email protected] Coordinatore tecnico / Managing Coordinator Editore / Publisher Pierluigi Feliciati eum edizioni università di macerata, Centro direzionale,
    [Show full text]
  • Andrea Lercari LA NOBILTÀ CIVICA a GENOVA E in LIGURIA DAL
    Andrea Lercari LA NOBILTÀ CIVICA A GENOVA E IN LIGURIA DAL COMUNE CONSOLARE ALLA REPUBBLICA ARISTOCRATICA 1 Ogni studioso che si trovi ad affrontare un tema afferente alla storia genovese, sia questo di taglio politico, sia economico, sia ancora storico-artistico o architettonico o urbanistico, deve confron- tarsi con il composito e complesso ceto dirigente che ebbe il control- lo politico e sociale della città dalle origini del Comune, nel XII secolo, a tutta la durata della Repubblica aristocratica, nata nel 1528 e caduta nel 1797. Attraverso un’evoluzione continua e articolata, il gruppo di potere, diviso nelle fazioni cittadine dei guelfi e ghibellini, prima, e dei nobiles e populares, poi, con la riforma costituzionale del 1528 si organizzò in un vero e proprio patriziato sovrano, nel quale confluirono coloro che avevano già acquisito il diritto di parte- cipare all’amministrazione della cosa pubblica. Si era trattato in sostanza di un’operazione di riordino del ceto dirigente cittadino – nel quale erano già riscontrabili tutte le caratteristiche di una vera e propria nobiltà civica – ispirata dalla necessità di porre fine alle lotte di fazione per il controllo della città. 1 Desidero esprimere un sentito ringraziamento per aver favorito la mia partecipazione al convegno Le aristocrazie cittadine. Evoluzione dei ceti dirigenti urbani nei secoli XV-XVIII all’amico Saverio Simi de Burgis, il quale come discendente di una delle famiglie compo- nenti la nobiltà genovese sin dalle sue origini, i Di Negro, condivide l’interesse per le vicen- de del ceto dirigente dell’antica Repubblica di Genova, e a Marino Zorzi e Girolamo Mar- cello del Majno membri del comitato organizzatore del convegno.
    [Show full text]
  • Lomellino" Di Pegli
    Gandolfo da Lomello, capostipite della famiglia "Lomellino" di Pegli. Un discendente dell'imperatore Arnolfo, Luciano, Conte Palatino, ebbe un figlio di nome Enrico, il quale, a sua volta, ebbe un figlio di nome Gandolfo, nato in Lomello ed appartenente alla famiglia dei Conti Palatini. Costui, secondo le memorie delle uniche rappresentanti della famiglia Lomellini, fu l'antenato che per primo mise piede a Genova e sicuramente a Pegli. La documentazione dell'avvenimento andò distrutta in un incendio avvenuto nella loro abitazione, durante l'ultima guerra. L'arrivo a Genova di Gandolfo, che, a seguito della sua provenienza, fu detto "Lomellino", fu originato dal suo matrimonio con la figlia di Guglielmo Embriaco, ingegnere ed ammiraglio, capostipite della famiglia degli Embriaci, che nel 1099 prese parte alla conquista di Gerusalemme. Il matrimonio dei rappresentanti delle due grandi e potenti famiglie, portò, come probabile conseguenza, all'unione dei loro beni; quella dei Lomellini a Genova e nel ponente, cioè Pegli; quella degli Embriaci a Genova e nel medio oriente. Nello stesso anno della venuta a Genova di Gandolfo, cioè nel 1102, morì Guglielmo Embriaco. Da questo momento la fortuna della famiglia si accresce notevolmente, sia per l'avveduta loro politica economica, sia per lasciti e donazioni, sino al 1700, quando i Lomellini, ritiratisi a Genova, alienano i loro beni Pegliesi. La famiglia Lomellini sta alla pari, se a volte non supera, con le grandi famiglie pegliesi quali: i Grimaldi, i Durazzo, i Centurione, i Doria, i Cambiaso, i Della Chiesa ed i Pallavicini. Alcuni di essi occuparono cariche significative nella storia della Repubblica di Genova: Leonardo Lomellino, governatore della Corsica dal 1369 al 1370; e dal 1393 al 1394; poi nominato Conte feudale dell'isola dal 1401 al 1409.
    [Show full text]
  • Luca Lo Basso
    Luca Lo Basso GLI ASENTISTI DEL RE. L’ESERCIZIO PRIVATO DELLA GUERRA NELLE STRATEGIE ECONOMICHE DEI GENOVESI (1528-1716) 1. L’asiento dei Genovesi Nei secoli dell’età moderna l’esercizio della guerra fu in larga misura caratterizzato dalla presenza dei privati, secondo una tradi- zione sperimentata per tutta l’età medievale. Con il secolo XVI il feno- meno venne accentuandosi, non solo nelle operazioni terrestri, ma anche nel settore navale, dove le spese di armamento erano partico- larmente elevate e dove, inoltre, si necessitava di maggiori compe- tenze tecniche non da tutti possedute. Per tali ragioni, le flotte dell’e- poca erano per la maggior parte composte da unità navali noleggiate o date in appalto ai privati. In tale contesto l’azione imprenditoriale dei Genovesi, capeggiati da Andrea Doria, trovò un enorme successo, in grado di protrarsi fino al secolo XVIII. A partire dalle guerre d’Ita- lia per le grandi monarchie dell’epoca, avere al proprio servizio le galee dei patrizi genovesi significò poter disporre del sapere marit- timo ligure, del porto di Genova e dei cantieri genovesi. Inoltre, gli stessi patrizi-armatori, tra la metà del Cinquecento e la metà del Sei- cento, furono i più importanti finanzieri d’Europa: ingaggiarli signi- ficava, perciò, avere in un colpo solo le galee e il denaro. Solo a Genova, infatti, era possibile trovare contemporaneamente grandi capitali, uno sviluppato sistema creditizio e un’antica scienza mari- nara. Tutto il sistema degli armamenti privati ruotava attorno al con- tratto di asiento, termine
    [Show full text]
  • I GESUITI a GENOVA NEI SECOLI XVII E XVIII Storia Della Casa
    I GESUITI A GENOVA NEI SECOLI XVII E XVIII Storia della Casa Professa di Genova della Compagnia di Gesù dall’anno 1603 al 1773 Introduzione e traduzione dal manoscritto latino di GIULIANO RAFFO S.I. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2016 Abbreviazioni: AGSI = Archivimi Genuense Societatis Iesu. ARSI = Archivum Romanum Societatis Iesu. ATSI = Archivum Taurinense Societatis Iesu (manoscritti non catalogati). ISI = Institutum Societatis Iesu, Florentiae 1982-1984. MHSI = Monumenta Histórica Societatis Iesu C.S.I. = Chronicon Societatis Iesu, Matritii 1893-1897. L.M. = LainiiMonumenta, Matritii 1912-1917. M.I. = Monumenta Ignatiana, series I, Matritii 1903-1911. BCJ = Bibliothèque de la Compagnie de Jesus par CARLOS SOMMERVOGEL S,J., Paris 1890-1932, Supplement, Louvain, 1960. COM = Compendio dell'origine delle 28 famiglie nobili di Genova (ms. in AGSI IX, 7 - Storia Genovese 1562). MEN = Menologio di pie memorie d'alcuni Religiosi della Compagnia di Gesù, raccolte dal padre Giuseppe Patrignam della medesima Compagnia e distribuite per quei giorni dell’anno ne' quali morirono, dall’anno 1538 all’anno 1728, Venezia 1730. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2016 PRESENTAZIONE Nelle comunità dei gesuiti lo Scriptor historiae domus è il padre incarica­ to di tenere il diario di casa, con le notizie più importanti sulla famiglia reli­ giosa e le sue attività pastorali. Nell’archivio dell’istituto Storico della Compagnia di Gesù in Roma si conserva il manoscritto latino dell ’Historia dom us della casa professa di Ge­ nova, dalla fondazione della residenza (1603) alla soppressione della Compa­ gnia (1773). Questo manoscritto è un codice di carta filigranata a linee chiare, con pagine di mm.
    [Show full text]