SCICLI (Donnalucata, Cava D’Aliga, Sampieri) Estremi Bibliografici, Estratto O Sintesi Di Parti Significative
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Scheda n. 2.12 - SCICLI (Donnalucata, Cava D’Aliga, Sampieri) estremi bibliografici, estratto o sintesi di parti significative 1 - Amico V. A., Dizionario topografico della Sicilia (1756), tradotto dal latino e annotato da G. Di Marzo, Palermo 1858 (l’edizione consultata è quella pubblicata da A. Forni, Bologna 1983), pagg. 470-477 ... siede a libeccio nel fianco di un colle diviso da oriente ad occidente da valli e cave che quasi lo tripartiscono. Ed in vero la valle maggiore ..., angusta e profonda nelle parti superiori, finisce adeguata e più ampia alle ime radici ... Corrispondono a queste altre valli minori, ed offresi perciò la città come sovrapposta a varii poggetti; tuttavia nella maggior parte lievemente declive, va superba di edifizii e sacri e civili ... Sorgeva un tempo nella cresta del medesimo colle, dove perdurò sino al 1350; quindi si osservano in quella sommità vestigia di fortezza triangolare, oggi detta Castelluccio, non oscuro argomento dell’insigne antichità; più di sotto un’altra fortezza denominata Maggiore si riconosce dalle ruine ...; ma sopra ogni altro sono degne da ricordarsi le vie sotterranee dal sommo all’imo delle valli, tagliate artificiosamente per gradi nel vivo sasso ... Questi e gli avanzi di una torre triangolare, varii altri monumenti, ossami giganteschi, vasi, lucerne, monete, sepolcri casualmente rinvenuti per gli altri lati del monte e nei sottoposti fondi, ci avvisano dall’antica fondazione, quantunque incerto ne sia il tempo ... Il censimento del sec. XVI ne recò 2665 case ed 11677 abitatori; notansi nel seguente 2060 case, 7775 anime; ma dopo il Pirri 2770 fuochi, 11074 abitatori; nell’anno 1713 segnaronsi 2633 case, 8886 vite, cresciute ultimamente ad 11071 ... Stendesi ampiamente infine il territorio, adeguato nella maggior parte; vien reso irriguo da varii fiumi, l’Irminio e il Modicano, e da non poche perenni fonti che lo rendono fertilissimo; appresta vini, olio, canape, biade e principalmente carrube; ... riesce giocondissimo per l’estesa prospettiva del mare africano ... Veniamo finalmente a parlare della vetustà di Scicli che dicono appellata da Sicolo ... Pensiamo ... essere fiorita un tempo Scicli fra le antiche città dell’isola, esserne celati il tempo dell’origine ed il nome, né potere alcun che pensarsene di certo (1). Alla nota (1) si riporta quanto segue. ... questa città si appella “Siclis” ..., “Scicla” ..., “Sciclum” ..., “Sciclium” ..., “Syclis” ..., “Sicla” ..., “Xiclium o Siclium” ..., “Xiclis” ..., “Siclum” ... La popolazione di Scicli ascendeva nel 1798 a 9639 anime, indi ad 11742 nel 1831 e a 10891 abitatori nel fine del 1852 ... Nel suolo di Scicli si osserva un predominio di masse calcaree ... e a pochi passi dal lato meridionale varie cave di gesso. Stendesi il territorio in sal. 6943,962 delle quali compartite per coltivazioni, 0,829 in giardini, 16,656 in orti alberati, 27,820 in orti semplici, 57,581 in seminatorii irrigui, 71,941 in seminatorii alberati, 4614,889 in seminatorii semplici, 1581,487 in pascoli, 18,367 in oliveti, 132,159 in vigneti alberati, 278,755 in vigneti semplici, 13,797 in ficheti d’india, 127,889 in carrubeti, 1,852 in suoli di case campestri. I principali generi di esportazione sono le carrube, i cachi, il miele, la cera, le mandorle il frumento ... 2 - Francesco Barone, La Sicilia e la provincia di Ragusa. Spunti per lo studio dell’ambiente, Ed. Libreria Paolino, Ragusa 1991 (la 1° edizione è del 1958), pagg. 123-127 Posizione. ... giace in un’ampia vallata circondata da pittoresche colline, a 120 metri sul livello del mare, dal quale dista sei km. Su una delle colline circostanti, quella di S. Matteo, era un tempo la vecchia Scicli. Oggi la città conta circa 26.000 abitanti (l’edizione del 1958 riporta circa 25.000 abitanti), si è sviluppata a valle, mentre sulle pendici delle colline si trovano i quartieri più antichi ... Negli ultimi anni sono stati compiuti diversi lavori per l’arginatura e la copertura dei torrenti S. Bartolomeo e S. Maria la Nuova, che attraversano l’abitato. Cenni storici. Come Comiso ed Ispica, anche Scicli vanta la discendenza di Casmene, città fondata nel VII sec. a.C. e distrutta dai Cartaginesi. Ma anche se si dà per buona la tesi che Casmene sarebbe sorta alla foce dell’Irminio, essa non può lo stesso essere identificata con Scicli, che sorge all’interno. Questa sarebbe stata fondata, secondo alcuni, da Siculus, re dei siculi, nel 1248 a.C.. Secondo altri invece, le origini di Scicli risalgono ad epoca molto più recente, e precisamente al 212 a.C., quando Marco Marcello, dopo avere conquistato Siracusa, avrebbe fondato questa città per istituirvi una zecca (in latino “sicla”). Da questa voce e dal nome delle monete coniate “sicli”, sarebbe poi derivato l’odierno nome. Un’altra ipotesi è quella che vuole Scicli sorta sulle rovine di una, antica città descritta da Tolomeo e citata da Cicerone. Lo scrittore arabo Edrisi esaltò, in uno scritto, la prosperità di Scicli e delle sue campagne durante l’occupazione saracena. Sotto la dominazione normanna Scicli ebbe le prerogative di città reale. Nel 1300 Scicli passò sotto il dominio dei Chiaramonte, entrando a far parte della contea di Modica, della quale ... seguì le sorti ... Monumenti e opere d’arte. ... conta numerose chiese e belli edifici, di cui citiamo i più importanti: la chiesa di S. Bartolomeo ..., la chiesa di D. S. Maria La Nuova ..., la chiesa Madre ... Sono anche notevoli una porta bizantina (monumento nazionale) della facciata laterale della chiesa di S. Maria della Consolazione e i Palazzi Spadaro, Fava e Beneventano. Cenni economici ... L’agricoltura di Scicli è tutta a carattere intensivo e la produzione di prodotti ortofrutticoli precoci (i cosiddetti “primaticci”), oggi estesa a tutte le zone della fascia costiera della provincia, ebbe inizio proprio ad opera degli sciclitani. Sempre più sviluppata la coltura in serra ... Di industrie a Scicli, oltre a quelle collegate all’attività agricola ..., esiste quella della macinazione del gesso. Il commercio principale è quello dei prodotti agricoli, con particolare preminenza di quelli ortofrutticoli ... Scicli ha la stazione ferroviaria attaccata all’abitato, sulla Siracusa - Canicattì ... Donnalucata. A circa sei chilometri da Scicli è la ridente frazione di Donnalucata, rinomata staziona balneare, meta di villeggianti ... Donnalucata è anche un centro peschereccio di un certo rilievo. La borgata si è sviluppata in direzione sud - est, verso l’altra frazione rivierasca di Cava d’Aliga. La vicinanza, dal lato opposto, con Marina di Ragusa, l’esistenza, a sud - ovest, della frazione Plaja Grande, non escludono, per un futuro non tanto lontano, che Donnalucata e Marina siano unite da costruzioni lungo la strada litoranea. 3 - Giuseppe Bellafiore, La civiltà artistica della Sicilia, Le Monnier, Firenze 1963, pagg. 229- 230 ... Il più antico nucleo urbanistico di Scicli è quello addossato al colle di S. Matteo. La città, anche dopo il terremoto del 1693, mantenne l’assetto viario medioevale con la pittoresca irregolare arteria principale della via Maestranza vecchia dove è ora la via Nazionale. Dalla seconda metà del sec. XIX vari squarci l’hanno irrimediabilmente sfigurata, inserendo le attuali principali vie rettilinee di attraversamento ... 4 - Bartolo Cataudella, Scicli. Storia e tradizioni, Editore il Comune di Scicli, Catania 1970, pagg. 17-42, 67-89, 293-297 Compendio di notizie sulla storia e le tradizioni dell’antica città di Scicli (dalla sua fondazione, sec. VIII circa a.C., ad oggi) e cenni sulla sua topografia e il folklore e le particolarità dialettali. Aggiunto uno sguardo al futuro assetto di essa, secondo il nuovo Piano Regolatore Generale. Trattandosi di una monografia sulla città di Scicli si riporta di seguito l’indice degli argomenti svolti. Parte prima - Notizie sulla Scicli di oggi Cap. I - Cenni topografici e geologici - Il clima Cap. II - Cenni demografici. Le istituzioni varie, i servizi pubblici. I reperti archeologici del nostro territorio Cap. III - Le scoperte archeologiche nel territorio di Scicli Parte seconda - Storia e tradizioni Cap. I - Il mito di Ercole. I Sicani e i Siculi Cap. II - Origine della città Cap. III - La città sulla collina e nei primi tempi dopo il suo trasferimento a valle Cap. IV - La colonizzazione greca e la questione del sito di Casmena. Cartaginesi, Romani e Bizantini in Scicli Cap. V - Le invasioni barbariche in Sicilia. I Saraceni Cap. VI - I Normanni e la battaglia del 1091 contro i Saraceni. Il regno di Ruggiero II Cap. VII - Gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi. I Conti di Ragusa Cap. VIII - La Contea di Modica. Gli Ebrei in Scicli. Il tribunale del S. Uffizio Cap. IX - Il secolo XVII: peste, terremoto, alluvioni, siccità. Le locuste. La visita del Conte Cap. X - Superstizioni e riti diabolici tra i secoli XVII e XVIII. I delitti e le pene Cap. XI - Le accademie e gli scrittori intorno al secolo XVII Cap. XII - Il secolo XVIII Cap. XIII - Il secolo XIX. Il 1860. I primi cinquant’anni del secolo XX Cap. XIV - I nostri Santi: San Guglielmo eremita e il servo di Dio, fra Giorgio Lutri Cap. XV - Le Chiese e le opere d’arte Cap. XVI - Discordie tra le varie chiese e tra i vari ordini religiosi Cap. XVII - Le feste nel nostro folklore tradizionale Cap. XVIII - Il nostro bel San Matteo nel “Contrasto” di Ciullo d’Alcamo. Particolarità della nostra area dialettale. Cenno sui Canti popolari, i proverbi e i modi di dire. Cap. XIX - Le costumanze Cap. XX - Il domani della nostra Città in una relazione sul suo nuovo Piano Regolatore