Carlo Goldoni. Le Opere
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La e-Biblioteca degli Schildhöfe di Coi e Col TESTO N. 025 IL POPOLO VENETO E LE SUE COMUNITÀ Carlo Goldoni. Le opere 1 Carlo Goldoni nacque a Venezia nel 1707. Laureatosi in legge a Padova, eser- citò per breve tempo la professione di avvocato a Venezia. L'incontro con il capo- comico Giuseppe Imer convinse Goldoni a lavorare come autore per il teatro di San Samuele. Sono gli anni dell'apprendistato e anche delle prime commedie interamen- te scritte. Nel 1744, a causa dei debiti contratti dal fratello, abbandonò Venezia per Pisa, dove riprese a esercitare l'avvocatura. Nel 1748 rientrò a Venezia e firmò un impegno quadriennale, come autore, con la compagnia di Girolamo Medebach, che recitava al teatro di Sant'Angelo. Il successo incontrato suscitò l'invidia dei comme- diografi letterati, come l'abate Chiari, che accusava Goldoni di non rispettare le re- gole tradizionali. Nel 1753 passa a collaborare con il teatro San Luca di Antonio Vendramin. La collaborazione durò fino al 1762, quando, anche per le polemiche contro il suo teatro accese da Carlo Gozzi, Goldoni accettò l'invito della Comédie ita- lienne di trasferirsi a Parigi. Qui incontrò fortuna alterna: costretto dal pubblico a ri- tornare al teatro degli scenari, poté solo occasionalmente continuare la sperimenta- zione avviata a Venezia. Ottenne riconoscimenti ufficiali dalla corte di Francia. Nel 1784 comincia a scrivere in francese i Mémoires, che costituiscono l'ultima sua opera. Morì a Parigi nel 1793. *** L'uomo di mondo Rappresentata per la prima volta nel 1738 al teatro San Samuele di Venezia, con l'originario e più felice titolo di Momolo cortesan (dal diminutivo di Girolamo, nome del protagonista), L'uomo di mondo è la prima commedia riconosciuta del Gol- 1 Articolo tratto da: http://www.parodos.it/anapliromatica/bios/8.htm . 1 doni. Momolo è un giovane mercante veneziano, di cui è innamorata Eleonora, al cui amore egli non sembra insensibile, ma alla quale non intende legarsi, perché ge- losissimo della propria libertà. Alla fine, dopo essere andato incontro agli inganni delle passioni, si unirà in un ragionevole matrimonio con la giovane. La commedia fu molto applaudita e replicata con successo. Il prodigo Composto dopo il successo del Momolo cortesan (titolato successivamente l'Uomo di mondo), Il prodigo fu portato sulle scene con discreta fortuna nella stagione teatrale 1739-40, con il titolo originale di Momolo sulla Brenta. Rispetto al Momolo presenta una sicurezza e una naturalezza maggiori. Il personaggio di Colombina contiene in nuce la Mirandolina della Locandiera. In origine la commedia era scritta parzialmente. La caratterizzazione della realtà economico-sociale è la vera novità della commedia. La bancarotta La bancarotta fu rappresentata nel carnevale del 1741 con minore successo ri- spetto all'Uomo di mondo e al Prodigo, alle quali si ricollega. La commedia prese lo spunto dal Pantalone mercante fallito di Tomaso Mondini, commedia in cui si rap- presentava un vecchio che, dopo aver dissipato i suoi capitali, si riduceva in prigio- ne a cantare in musica le sue disgrazie. Protagonista della commedia goldoniana è dunque il vecchio Pantalone, personaggio che non è stato ancora trasformato nell'o- nesto mercante delle commedie successive. Dell'antica maschera conserva, infatti, ancora i tratti del vecchio libertino e vizioso. La donna di garbo Amata dal Goldoni nonostante i suoi difetti, «perché scritta fin dal principio per intero», La donna di garbo fu composta in occasione del carnevale del 1743 e rap- presentata al teatro San Samuele di Venezia. La protagonista è Rosaura, donna che con le armi femminili vede trionfare le sue ragioni sul sesso maschile e sui pregiudi- zi del passato. Argomenti su cui il Goldoni ritornerà in seguito più volte nelle sue commedie. Il servitore di due padroni Composta nel 1745, su richiesta del celebre attore Antonio Sacchi, la comme- dia Il servitore di due padroni fu rappresentata a Milano e a Venezia nel 1746 con grande successo. Il Goldoni, che nella prima stesura si era servito di un canovaccio francese inviatogli dallo stesso Sacchi (forse Arlequin valet de deux maîtres di J. Pierre de Mandajors), la riscrisse interamente nel 1753 per l'edizione Paperini. La fortuna di questa commedia dal '700 ad oggi è stata ininterrotta. Alla sua diffusione ai nostri giorni ha contribuito il Piccolo Teatro di Milano, sotto la regia di G. Strehler, col tito- lo mutato in Arlecchino servitore di due padroni. Tutta la vicenda è incentrata sul per- sonaggio di Truffaldino. Il frappatore 2 Composta in tre settimane a Pisa nel luglio del 1745, per insistenza di Cesare d'Arbes (il Pantalone della compagnia Medebach), la commedia Il frappatore fu rap- presentata a Livorno nello stesso anno con il titolo più popolare di Tonin bella grazia. Si tratta di una commedia-farsa incentrata sulla caricatura di Sior Tonin, raggirato da Ottavio, uomo di malaffare. Scrive il Goldoni nella prefazione: «È stata la com- media fatale che mi ha nuovamente tentato per il teatro», quando l'autore aveva de- ciso di abbandonare le scene, per esercitare la professione legale. Fu rappresentata anche a Venezia, nel 1748, ma con esito non felicissimo. In origine non tutte le scene erano scritte per intero. I due gemelli veneziani Scritta a Pisa, su richiesta dell'attore Cesare d'Arbes, e lì rappresentata nel 1747, la commedia I due gemelli veneziani deve il suo successo alla vivacità dell'in- treccio e al gioco degli equivoci più che al carattere dei personaggi. Il Goldoni di- chiara di essersi voluto confrontare con un tema classico, quello del doppio, le cui origini sono nei Menaechmi di Plauto. Fu portata a Vienna nel 1751. L'uomo prudente Recitata per la prima volta a Mantova nella primavera del 1748, dalla com- pagnia Medebach, per la quale il Goldoni l'aveva espressamente composta, L'uomo prudente si resse inizialmente soprattutto sulla bravura di Cesare d'Arbes, un Panta- lone riformato: non più il vecchio vizioso, ma il nuovo simbolo della borghesia vene- ziana, avveduta e onesta. L'intreccio è abbastanza esile: il buon Pantalone ricostitui- sce la famiglia, che si sta sfasciando per colpa dei costumi del tempo. La commedia, per il messaggio morale che conteneva, godette di un discreto successo e, una volta stampata (1750), fu tradotta in tedesco, spagnolo e portoghese. La vedova scaltra Rappresentata trionfalmente la sera del 26 dicembre 1748 al teatro Sant'An- gelo dalla compagnia Medebach, La vedova scaltra costituì una novità assoluta per il pubblico, non solo perché interamente scritta, ma anche perché i caratteri sono deli- neati con finezza psicologica e l'intreccio si fonda proprio sul contrasto dei caratteri e non sui colpi di scena. Rosaura, intelligente e bella vedova, deve decidere su quale dei quattro pretendenti di diversa nazionalità che la corteggiano dovrà dirigere la sua scelta; per questo motivo li metterà alla prova, presentandosi a ciascuno trave- stita. La scelta cadrà sul conte italiano che non ha ceduto alle tentazioni. Alla Vedova scaltra è collegato il rifacimento dell'abate Chiari, intitolato La scuola delle vedove (1749). Rosaura è l'evoluzione di un tipo femminile prediletto dal Goldoni, già pre- sente nella Donna di garbo e nella Putta onorata, che avrà la sua piena realizzazione nel personaggio di Mirandolina della Locandiera. La putta onorata La putta onorata è una fortunata commedia dialettale, la cui composizione ri- sale al 1748, anno della riforma. Fu rappresentata dalla compagnia Medebach al tea- tro Sant'Angelo nel carnevale del 1749. Le intenzioni riformatrici sono evidenti nella sostanza psicologica, tutta nuova, dei caratteri. La commedia vuole rivendicare l'o- nore delle giovani popolane veneziane, spesso oltraggiate sulle scene. Bettina ama 3 Pasqualino, creduto figlio di un gondoliere: in realtà è figlio del ricco mercante Pan- talone, il quale, a sua volta, si crede padre di Lelio, figlio del gondoliere. Su questo scambio e sul vizioso comportamento del marchese Ottavio che farà rapire Bettina, la «putta onorata», è imperniato l'intreccio della commedia, fino al riconoscimento finale e al giusto matrimonio. La putta onorata ebbe una continuazione nella Buona moglie. La buona moglie La buona moglie o La bona muger, come suona il suo titolo in dialetto, è la con- tinuazione della Putta onorata e fu recitata con i medesimi personaggi e con altret- tanto successo nel 1749, al Sant'Angelo di Venezia. Incontriamo Bettina, ormai sposa di Pasqualino, che con pazienza riconduce il marito ai doveri coniugali e alla condi- zione del suo stato dopo una sbandata. Il cavaliere e la dama Con Il cavaliere e la dama, commedia di ispirazione edificante rappresentata per la prima volta a Verona nell'estate del 1749 e successivamente a Venezia, il Gol- doni rivolge la sua attenzione al ceto nobiliare, mettendone allo scoperto i cedimenti e facendo risaltare per contrasto le virtù di donna Eleonora (la dama) e di don Ro- drigo (il cavaliere). Il carattere larmoyant della commedia viene attenuato dalla pre- senza di un tema comico di sicuro divertimento: la satira del cicisbeismo. Il Goldoni sottopose il testo, dalla stesura originale a quella definitiva, a una complessa riela- borazione. L'avvocato veneziano Con L'avvocato veneziano, commedia rappresentata nella stagione teatrale 1749-50, il Goldoni, non immemore della professione da lui esercitata a Pisa, porta sulla scena, in contrasto con la tradizione teatrale che rappresentava gli uomini di legge come cavillosi e intriganti, il carattere positivo di un avvocato veneziano che non esita a sacrificare la passione e i sentimenti per difendere l'onore della sua pro- fessione (scrive nella Prefazione: «Era ben giusto che all'onoratissima mia professio- ne dar procurassi quel risalto, che giustamente le si conviene»). La commedia ebbe un notevole successo, benché ingiustificato secondo alcuni critici, e fu portata anche all'estero.