Dicembre 2018 Rivista Di Arti, Filologia E Storia Napoli Nobilissima
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RIVISTA DI ARTI, FILOLOGIA E STORIA NAPOLI NOBILISSIMA VOLUME LXXV DELL’INTERA COLLEZIONE SETTIMA SERIE - VOLUME IV FASCICOLO III - SETTEMBRE - DICEMBRE 2018 RIVISTA DI ARTI, FILOLOGIA E STORIA NAPOLI NOBILISSIMA direttore segreteria di redazione La testata di «Napoli nobilissima» è di proprietà Pierluigi Leone de Castris Luigi Coiro della Fondazione Pagliara, articolazione Stefano De Mieri istituzionale dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Gli articoli pubblicati direzione Federica De Rosa su questa rivista sono stati sottoposti a valutazione Piero Craveri Gianluca Forgione rigorosamente anonima da parte di studiosi Lucio d’Alessandro Vittoria Papa Malatesta specialisti della materia indicati dalla Redazione. Ortensio Zecchino Gordon M. Poole Augusto Russo ISSN 0027-7835 redazione Un numero € 38,00 (Estero: € 46,00) Rosanna Cioffi referenze fotografiche Abbonamento annuale € 75,00 (Estero: € 103,00) Nicola De Blasi Archivio fotografico dell’Arcidiocesi Carlo Gasparri dell'Aquila, p. 38 redazione Archivio fotografico Soprintendenza al Polo Gianluca Genovese Università degli Studi Suor Orsola Benincasa Museale della Campania, p. 10 (a destra) Fondazione Pagliara, via Suor Orsola 10 Girolamo Imbruglia Archivio fotografico Soprintendenza ABAP 80131 Napoli Fabio Mangone Lecce-Taranto, p. 10 (a sinistra) [email protected] Riccardo Naldi archivio privato Roberto Mirabella, pp. 34, 37 Giulio Pane (a sinistra) amministrazione Berlino, Staatliche Museen, Valerio Petrarca prismi editrice politecnica napoli srl Skulpturensammlung, p. 9 (destra, in alto) via Argine 1150, 80147 Napoli Mariantonietta Picone Antonio Braca, Salerno, p. 6 Federico Rausa Castrovillari, chiesa di Santa Maria di Pasquale Rossi Castello, p. 7 (al centro) Nunzio Ruggiero Nicola Longobardi/Arcidiocesi di Sorrento- Sonia Scognamiglio Castellammare di Stabia, Ufficio Beni Culturali, pp. 4, 7 (a destra), 8, 9 (destra, in Carmela Vargas (coordinamento) basso; sinistra, in alto) Cremona, collezione privata, p. 16 coordinamento editoriale direttore responsabile Gino Di Paolo, pp. 32, 36 (a destra), 41, 42, 43 maria sapio Arturo Lando Glenn Falls (N.Y.), Hyde collection, 12 (a sinistra) art director Registrazione del Tribunale Heidelberg, Universitätsbibliothek, p. 59 (a sinistra) enrica d'aguanno di Napoli n. 3904 del 22-9-1989 Max Hutzel, p. 44 Londra, Sotheby's, p. 36 grafica comitato scientifico Napoli, Conservatorio di Musica San Pietro a franco grieco e dei garanti Majella, p. 48 Napoli, Municipio-Stato Civile, p. 51 Ferdinando Bologna finito di stampare Newark, collezione Alana, p. 7 (a sinistra) nel dicembre 2018 Richard Bösel Marco Vaccaro, pp. 39-40 Caroline Bruzelius Soprintendenza ABAP per la città dell’Aquila stampa e allestimento Joseph Connors e i comuni del cratere, p. 35 (a sinistra) officine grafiche Siena, collezioni del Monte dei Paschi di Mario Del Treppo francesco giannini & figli spa Siena, p. 11 Francesco Di Donato napoli Washington, National Gallery, pp. 9 (sinistra, Giuseppe Galasso † in basso), 12 (a destra) Michel Gras arte’m Paolo Isotta è un marchio registrato di prismi Barbara Jatta Brigitte Marin certificazione qualità Giovanni Muto ISO 9001: 2008 Matteo Palumbo www.arte-m.net Paola Villani stampato in italia Giovanni Vitolo © copyright 2018 by prismi editrice politecnica napoli srl tutti i diritti riservati Sommario 5 Tino di Camaino tra Amalfi e Sorrento Pierluigi Leone de Castris 17 Nuove notizie per la vita di Giuseppe Recco e di altri esponenti della sua famiglia Valeria Di Fratta 33 Segnalazioni di pittura napoletana in Abruzzo. Luca Giordano e ‘giordaneschi’, Mattia Preti, Francesco Solimena Marco Vaccaro 49 La tradizione napoletana dei Responsorî per la Settimana Santa. Tenebra della Passione e luce di Leonardo Leo Paolo Isotta Note e discussioni 58 Umberto Pappalardo Heinrich Schliemann a Napoli: note di viaggio e documenti 65 Piero Craveri Alcune considerazioni a proposito di un «promemoria» di Vezio De Lucia sull’attuazione del piano regolatore di Napoli 71 Indici 1. Tino di Camaino, Madonna col Bambino, particolare. Massa Lubrense, chiesa di Santa Maria della Misericordia (in deposito presso la parrocchia). 4 | Tino di Camaino tra Amalfi e Sorrento Pierluigi Leone de Castris Fino a qualche anno fa sembrava che l’attività meridio- Da qualche anno in qua, tuttavia, si è visto che questa nale del grande scultore senese Tino di Camaino – vero immagine così tanto ‘napoletana’ e così esclusivamente le- protagonista della svolta in chiave moderna e toscana gata al ruolo di Tino in città e a corte non è forse del tutto della scultura in marmo nella Napoli angioina – si fosse rispondente al vero, che qualche deroga dové forse esser- in qualche modo ‘fermata’ a Cava de’ Tirreni, sede di im- ci, e soprattutto – per quello che qui più ci interessa – che portanti sue opere databili fra il 1329 e il 1331, e non fosse le vivaci cittadine della penisola sorrentina e amalfitana giunta a toccare i pur ricchi centri della penisola sorrenti- doverono ricevere qualche opera di mano dello scultore na e amalfitana1. Un’attività, la sua al Sud, d’altronde pre- senese in persona, e non solo della sua bottega o dei tanti valentemente napoletana; un’attività strettamente legata scultori locali del suo seguito. in massima parte alle commesse di sepolcri, Madonne e Nel 2004, ad esempio, Antonio Braca ha illustrato per altari in marmo a lui rivolte in primis dalla famiglia reale la prima volta un bel frammento di fronte di sarcofago coi angioina, da re Roberto, dalla moglie Sancha e dal figlio Santi Giovanni Battista e Matteo (fig. 2) – in realtà già segna- Carlo di Calabria – ch’erano stati d’altronde, e con ogni lato come opera di Tino dal Toesca nel 19515 – conservato probabilità, i promotori del suo trasferimento da Firenze nella sacrestia della chiesa del convento francescano di a Napoli come ‘scultore di corte’ nel 13242 – e in seconda Sant’Antonio ad Amalfi (oggi trasformato in Hotel Luna), battuta, a quanto sembra, dai principali esponenti della ipotizzando, sulla base di un’iscrizione mutila che lo ac- corte e della più stretta cerchia dei sovrani, come gli arci- compagna, che esso fosse stato commissionato allo sculto- vescovi di Napoli Annibaldo Caetani e Giovanni Orsini, re senese dal frate francescano del luogo Michele Cardine6. il protonotario e logoteta del regno Bartolomeo di Capua Nel 2009 Aceto ha riferito a Tino in persona un rilievo o l’arcivescovo di Salerno Orso Minutolo3; senza dire che con un San Pietro conservato nella chiesa di San Pietro a anche la sua presenza e la sua cospicua attività nella cita- Monticchio (fig. 3c), un casale di Massa Lubrense, giusta- ta abbazia di Cava de’ Tirreni, al servizio – diceva un’e- mente supponendolo parte di uno smembrato trittico in pigrafe oggi perduta e trascritta a fine Settecento dal de marmo con la Madonna e il Bambino, san Giovanni Battista e Blasi – dell’abate Filippo de Haya, in carica dal 1316 al 1331, san Pietro del quale sino a quel momento si conoscevano i non sembrano d’altronde essere cose estranee a questo suo primi due pannelli, l’uno murato sulla facciata della chie- ruolo di ‘scultore di corte’, con ogni probabilità spiegabili sa di Santa Maria di Castello a Castrovillari, in Calabria anzi, come ha giustamente rilevato Francesco Aceto, sulla (fig. 3b), e il secondo già in collezione Loeser a Firenze ed base del peso a corte «dell’influente fratello di Filippo, Gio- ‘emigrato’ negli anni Cinquanta prima in Inghilterra e poi vanni de Haya, reggente della curia della Vicaria, dal 1329 negli Stati Uniti, in collezione Alana a Newark (fig. 3a)7. in rapporti stretti con lo scultore senese quale responsabi- E nel 2011, infine, lo stesso Aceto ha pubblicato una le amministrativo della costruzione della Certosa di San piccola Madonna col Bambino in legno intagliato e dipin- Martino e del castello di Belforte»4. to conservata nella chiesa di Santa Maria del Principio a | 5 2. Tino di Camaino, Fronte di sarcofago coi Santi Giovanni Battista e Matteo. Amalfi, convento di Sant’Antonio (ora Hotel Luna), sacrestia. Ponteprimario, una frazione di Maiori (fig. 8), attribuendo – io credo – senza dubbi o incertezze alla mano stessa del anche quest’ultima scultura – raro esempio di un prodotto grande artista senese. di natura cultuale, destinato alla devozione privata, e per Si tratta di una Madonna col Bambino in marmo alta 67 di più appunto in legno – alla mano di Tino8. centimetri, appartenuta alla chiesa di Santa Maria della Sebbene il San Pietro di Monticchio – indipendente- Misericordia, nel casale omonimo di Massa Lubrense non mente dal quesito su quale fosse poi la sua collocazione distante da Monticchio (fig. 4), ed oggi conservata in un de- originaria – sia a mio avviso il pannello del trittico oggi posito di sicurezza a cura della locale parrocchia; una scul- smembrato in cui più forte si sente la presenza d’un aiuto tura fin qui rimasta del tutto estranea alle ricerche e alla di bottega9, e sebbene l’iscrizione col nome di fra’ Michele bibliografia su Tino di Camaino, ma non del tutto ignota Cardine sul rilievo di Amalfi sia in realtà frutto di un riuti- agli studi, se nel 1917 Riccardo Filangieri ne pubblicava lizzo d’epoca più tarda10, ci sono oggi dunque le tracce e le una piccola immagine nel suo Sorrento e la sua penisola, condizioni per ipotizzare che un’attività di Tino per e forse definendola – non senza una qualche ragione – come una nei territori della penisola e della costiera vi sia stata, e per «statuetta della scuola dei Pisani»11; e se un’altra immagine introdurre dunque con fiducia la discussione di un pezzo – questa volta un particolare del busto – è comparsa più di di notevole qualità proveniente per l’appunto da una chie- recente sulla copertina di una pubblicazione del locale Ar- sa dell’attuale diocesi di Sorrento e questa volta riferibile cheoclub, accompagnata da un più puntuale riferimento al 6 | 3. Tino di Camaino e bottega, San Giovanni Battista (a), Madonna col alla pagina seguente Bambino (b), San Pietro (c), trittico smembrato; a): Newark, collezione 4.