Folclore, Mitologia E Religione in Velimir Chlebnikov
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Dottorato di ricerca in Filologia, Linguistica e Letteratura XXV ciclo FOLCLORE, MITOLOGIA E RELIGIONE IN VELIMIR CHLEBNIKOV Relatrice Prof.ssa Rita Giuliani Coordinatrice Candidata Prof.ssa Rita Giuliani Alessandra Moretti Anno accademico 2012-2013 INDICE Premessa. Presupposti e prospettive di un nuovo studio chlebnikoviano 1 1. Velimir Chlebnikov: dal simbolismo al futurismo. Originalità e temi condivisi tra Oriente e Occidente 7 2. Figure e motivi della poetica chlebnikoviana: religione, mitologia e folclore 43 2.1. Frequenze lessicali e onomastiche: introduzione metodologica alla lettura delle tabelle e delle singole sezioni 48 2.2. Russia e altri popoli slavi 57 2.2.1. Animali 99 2.2.2. Alberi e piante 117 2.3. Dalla Persia all’India, dall’Egitto alla Grecia, dalla Cina al Giappone tra Islam, Buddismo, Cristianesimo 121 3. Verso Oriente 147 3.1. Uno sguardo al rapporto tra Russia e Oriente 148 3.2. Chlebnikov e l’Asia 162 4. Gli studi sulla lingua 172 4.1. Alcuni aspetti degli studi sulla lingua: parola e mito; la zaum’ come lingua magica; la semantizzazione delle lettere e le scritture ideografiche 174 4.2. Il recupero delle radici antico-slave. “Neologizzazione mitologica”: divinità e personaggi creati da Chlebnikov 196 4.3. Dal folclore alla linguistica, dalla linguistica al folclore: qualche analogia tra Chlebnikov e A. A. Potebnja 205 Conclusioni 216 Bibliografia 219 Appendice: tabelle delle frequenze lessicali e onomastiche 257 Premessa Presupposti e prospettive di un nuovo studio chlebnikoviano La figura e l’opera di Chlebnikov hanno raccolto negli ultimi anni in Italia una discreta attenzione, sebbene si tratti prevalentemente di articoli e non di monografie. L’antologia di Ripellino del 1968 1 non ha avuto, e probabilmente non avrebbe potuto avere, un seguito né a livello di traduzioni, né a livello critico: primo studioso di Chlebnikov in Italia, Ripellino ha potuto “esplorare” l’opera del poeta con una libertà totale di movimento tra i suoi mari e i suoi monti, scegliendo rotte diverse e incredibilmente affascinanti. Lo studio più esteso su Chlebnikov in un periodo che potremmo definire ‘post-Ripelliniano’, studio particolarmente meritevole perché rivolto e accessibile a un pubblico abbastanza vasto, è il saggio di Carla Solivetti pubblicato su “Carte segrete” nel 1985 2: incentrato sulla sperimentazione linguistica di Chlebnikov, fulcro costante della ricerca della studiosa sul poeta, esso presenta inoltre una fondamentale traduzione della sverchpovest ’ Zangezi , nonché di alcuni saggi teorici di Chlebnikov dedicati al linguaggio. Gli studi sulla lingua hanno in effetti catalizzato la gran parte dell’interesse per Chlebnikov sviluppatosi in Italia negli ultimi anni (anche se potremmo spingerci ad affermare che questo vale per ogni paese di ricezione, Russia inclusa): si pensi anche agli articoli di Gabriella Imposti 3 e, precedentemente, all’attenzione rivolta alla zaum’, al futurismo e alle avanguardie in generale da parte di figure del calibro di Mario Marzaduri e Remo Faccani 4. In quest’ottica, l’analisi sul linguaggio che proponiamo nel capitolo conclusivo si configura come uno studio ‘di nicchia’, un’estensione del nucleo della nostra ricerca. 1 Ripellino A. M, Poesie di Chlebnikov. Saggio, antologia, commento , Torino 1968. 2 Solivetti C., Il mondo come verso: le utopie di V. Chlebnikov , “Carte segrete”, 3-4, luglio- dicembre 1985. 3 Imposti G., Poetica e teoria della lingua in Velimir Chlebnikov: samovitoe slovo e zaum’, in “Studi Italiani di Linguistica Teorica e Applicata”, X, 1981, pp. 105-140; Id., Zangezi. La lingua degli dei. Fonosimbolismo e zaum’ , in Zaumnyj futurizm i dadaizm v russkoj kul’ture , Bern 1991, pp. 103-114. 4 Marzaduri M., Il futurismo russo e le teorie del linguaggio transmentale , “Il Verri”, 31-32, 1983, pp. 5-55; a cura dello stesso studioso, insieme a L. Magarotto e D. Rizzi, è uscita la già citata miscellanea Zaumnyj futurizm i dadaizm v russkoj kul’ture. Dell’anno precedente il volume curato da Marzaduri, Rizzi e Evzlin, Russkij literaturnyj avangard. Materialy i issledovanija , Trento 1990. Per Remo Faccani ci limitiamo a citare lo studio Chlebnikoviana, uscito su “Il Verri”, 29-30, 1983, pp. 15-27. 1 Traduzioni di testi chlebnikoviani sono state offerte da Serena Vitale nel suo volume sull’avanguardia russa e, nel 2009, dallo scrittore Paolo Nori, nella cui piccola antologia sono però riproposte molte liriche già tradotte da Ripellino. Anche Barbara Ronchetti si è occupata recentemente di Chlebnikov, presentando tra l’altro uno studio di traduzione di Zmej poezda 5. È stato originale l’approfondimento di Michaela Böhmig sull’intersecarsi delle indagini su tempo e spazio con le teorie relative alla quarta dimensione e con la filosofia dell’iperspazio. A livello più generale, inoltre, vanno ricordati i suoi studi sull’avanguardia letteraria ma anche artistica, e sull’interrelazione tra le arti 6. Uno sguardo ampio e variegato sull’Età d’argento e sul futurismo russo caratterizza gli studi di Daniela Rizzi, studiosa attenta anche a temi comparativi e a legami con esponenti dei movimenti europei contemporanei 7 . Affascinanti incontri con Chlebnikov sono stati proposti ancora da Antonella D’Amelia e Caterina Graziadei 8. Ci sembra importante anticipare in questa sede che tralasceremo quasi del tutto la discussione sul rapporto tra il movimento italiano e quello russo, che, 5 Rispettivamente: Vitale S., Per conoscere l’avanguardia russa , Milano 1979; Chlebnikov V., 47 poesie facili e una difficile , a cura di P. Nori, Macerata 2009; Ronchetti B., Un poema futurista russo in terza rima. Riflessioni sulla traduzione , “Critica del testo”, vol. XIII, 2, 2010, pp. 273- 308. Della stessa autrice, Arte, scienza e tecnica fra immaginazione e realtà. Alcune riflessioni attraverso le pagine di Velimir Chlebnikov , “Critica del testo”, vol. XV, 3, 2012 (in corso di stampa). 6 Böhmig M., Tempo, spazio e quarta dimensione nell’avanguardia russa , “Europa Orientalis”, 8, 1998, pp. 341-380; più in particolare su Chlebnikov Id., Vremja v prostranstve: Chlebnikov i “filosofija giperprostranstva” , in Vestnik Obš čestva Velimira Chlebnikova , 1, M. 1996, pp. 179- 194. Su letteratura e arti figurative: Böhmig M., Le avanguardie artistiche in Russia. Teorie e poetiche dal cubofuturismo al costruttivismo , Bari 1979; Id., La letteratura e le arti , in Storia della civiltà letteraria russa , vol. II, Torino 1997, pp. 635-670; Id., Lo spazio nell’icona e nella pittura d’avanguardia , in Studi in onore di Riccardo Picchio , Napoli 2003, pp. 347-357. 7 Molte delle voci relative a scrittori futuristi nella Storia della civiltà letteraria russa edita dalla UTET sono state curate dalla Rizzi. Per gli studi in ottica europea e comparatistica menzioniamo qui Artisti e letterati russi negli scritti di Ardengo Soffici , in Archivio italo-russo II. Russko- ital’janskij archiv II , Salerno 2002, pp. 309-322, uscito anche in russo ( Russkie chudožniki i pisateli v stat’jach i vospominanijach Ardengo Soffi či, in “Personaži v poiskach avtora”: Žizn’ russkich v Italii XX veka , M. 2011, pp. 101-115); per il tema specifico della nostra indagine invece Id., Tra “età d’oro” ed “età d’argento”: paganesimo e cristianesimo nella cultura russa del XIX secolo , in Il paganesimo nella letteratura europea dell’Ottocento , Roma 2009, pp. 241-268. Un’interessante rassegna sugli studi italiani sull’avanguardia russa nel suo complesso è contenuta nell’articolo di M. Marzaduri Izu čenie russkogo literaturnogo avangarda v Italii , in Russkij literaturnyj avangard. Materialy i issledovanija , Trento 1990, pp. 9-20. Dal canto nostro ci concentriamo a questo punto sui soli studi chlebnikoviani, motivo per cui non menzioniamo qui grandi figure come quella di Renato Poggioli. 8 D’Amelia A., Architettura e utopia. La città di vetro , “Europa Orientalis”, 7, 1988, pp. 409-430 (in russo: Stekljannyj gorod v utopijach avangarda , in Poezija i živopis’. Sbornik trudov pamjati N. I. Chardžieva , M. 2000, pp. 565-580); Graziadei C., La demonia della statua in Chlebnikov. Appunti sulla tradizione pietroburghese del poema La gru, in Id., Il gladiatore morente. Saggi di poesia russa , Firenze 2000, pp. 61-125. 2 ovviamente, tanto spazio ha avuto nel nostro Paese, ma non solo. Riteniamo infatti che tale questione possa ritenersi quasi esaurita e comunque presenta un tale margine di soggettività da offrire terreno fertile a polemiche e dibattiti. La monografia di Cesare De Michelis, recentemente ripubblicata, le riflessioni ormai canonizzate di Colucci e dello stesso Ripellino, ma anche di molti altri studiosi, a nostro avviso, saturano l’argomento e lasciano poco spazio a ulteriori approfondimenti 9. Alla luce di quanto detto, manca a nostro avviso uno studio di più ampio respiro sulle tematiche chlebnikoviane, più che sulla ‘forma’, e in particolare su quei contenuti che allontanano il poeta dall’avanguardia tanto quanto la sperimentazione linguistica lo avvicina ad essa. Scegliamo insomma, tra le famose “due facce del futurismo russo” 10 , di occuparci di quella che ha in Chlebnikov il rappresentante principale, ma che balugina anche nei versi di Vasilij Kamenskij o di Elena Guro. Uno studio monografico dedicato alla tematica mitologico-folclorica nella forma in cui intendiamo presentarlo, a quanto ci è dato sapere, non esiste non solo in Italia, ma neanche in Russia, dove Chlebnikov continua a essere oggetto di analisi costante da parte di una schiera di chlebnikovedy . Ritroviamo anche in questo caso moltissimi articoli interessanti, dedicati a un singolo testo o una singola figura, a un paese o a una religione, all’individuazione di una fonte, ma non un’analisi più ampia, che metta a confronto il ruolo e il rilievo dei singoli ‘universi’ geografico-mitologico-religiosi che convivono all’interno della poetica chlebnikoviana. È chiaro che la nostra indagine si è basata sugli imprescindibili lavori critici pubblicati quando Chlebnikov era ancora in vita o subito dopo la sua scomparsa, dedicati in buona misura alla lingua (da Roman Jakobson a Viktor 9 Nell’ordine in cui li abbiamo nominati: De Michelis C. G., L’avanguardia trasversale.