Casamassima_imp 25-09-2009 10:26 Pagina 165

D. Casamassima et al. Large Animal Review 2009; 15: 165-174 165 Produzione e qualità del latte in capre autoctone allevate estensivamente nella regione Molise j

D. CASAMASSIMA, M. PALAZZO, T. PRESUTTI, R. PIZZO Department of Animal, Vegetal and Environmental Sciences, University of Molise, Italy

RIASSUNTO La ricerca ha riguardato la valutazione quanti-qualitativa di latte, con particolare riferimento alla composizione acidica e ad al- cune molecole ad attività bionutrizionale, la lattoferrina (LF) ed il contenuto in isomeri coniugati dell’acido linoleico (CLA), nel latte di due popolazioni autoctone molisane a forte rischio di estinzione, la capra di Montefalcone e la capra . La sperimentazione, della durata di 7 mesi, è stata condotta su 60 capre in lattazione appartenenti ai due tipi genetici caprini, ed ha riguardato la determinazione, ad intervalli mensili, della produzione e qualità del latte, della composizione acidica, del contenuto in CLA (cis9, trans11 e trans10, cis12) e della lattoferrina. La produzione del latte, nell’intera prova, è stata di 275,6 kg e 258,3 kg per la capra di Montefalcone e Valfortorina rispettivamente. La qualità del latte, relativamente ad alcuni suoi com- ponenti, si è attestata su valori di 4,46 e 3,97% per il contenuto in grassi e su valori del 3,64 e 3,59% per il contenuto in pro- teine rispettivamente nei due gruppi etnici. Nel corso della prova, i PUFA ed i MUFA sono aumentati statisticamente (P<0,001), in entrambi i tipi genetici, mentre gli SFA sono diminuiti (P<0,001). La concentrazione totale dei CLA è stata me- diamente, nell’intera prova, di 0,80 e 0,78% rispettivamente nella capra di Montefalcone e Valfortorina. Il contenuto in LF ha presentato valori medi, nell’intera lattazione, di 34,16 e 44,72 mg/ml nella capra di Montefalcone e Valfortorina rispettiva- mente. La salvaguardia di tipi genetici autoctoni locali, ben adattati all’ambiente pedoclimatico del territorio di allevamento, è fondamentale per conservare le peculiarità produttive di popolazione a limitata diffusione e valorizzare, nel contempo, aree agricole marginali a scarsa produttività.

PAROLE CHIAVE Produzione e qualità del latte, composizione acidica, CLA, lattoferrina, capre.

INTRODUZIONE che incentrate sulla qualità del latte di tale gruppo etnico. In uno studio condotto sulla capra di Montefalcone (Pilla et La tutela della biodiversità e la conservazione delle risorse al., 1998) è stata evidenziata una produzione media di latte genetiche locali rappresentano temi di notevole interesse di 181,5 kg, in 100 giorni di lattazione, ed un contenuto in per l’opinione pubblica e per gli organi istituzionali sia per grasso, proteina e lattosio di 4,1, 3,0 e 4,8% rispettivamente. la salvaguardia del patrimonio genetico di animali in via di Per la capra Valfortorina, invece, gli studi sono ancora più li- estinzione sia per garantire la sopravvivenza economica di mitati e relativi alla sola caratterizzazione somatica (Cola- aree agricole marginali. Uno strumento di valorizzazione, truglio et al., 2001). delle produzioni zootecniche locali in Regioni svantaggiate, Il latte di capra è un prodotto tradizionale dei paesi del baci- può essere rappresentato dall’allevamento di tipi genetici lo- no del Mediterraneo, noto sin dall’antichità quale alimento cali che, agendo come “traduttori biologici”, sono capaci di per l’infanzia e per la produzione di formaggi freschi e sta- trasformare le sostanze presenti nel foraggio in molecole ad gionati. La qualità nutrizionale del latte di capra è fortemen- elevato valore bio-nutrizionale contenute nel latte e nella te legata al contenuto in proteine, minerali e vitamine, oltre carne (Zervas et al., 1999; Pietrolà et al., 2006). Nella Regio- che alla presenza di lipidi ed, in particolare, di acidi grassi a ne Molise, in particolare, vengono allevati gruppi etnici ca- corta e media catena, facilmente attaccabili dalle lipasi inte- prini a limitata consistenza numerica registrati come capra stinali, che contribuiscono ad una rapida digestione del gras- , detta comunemente capra di Montefalco- so del latte a livello intestinale. Il valore bionutrizionale del ne, e capra di Frosolone ascrivibile al tipo genetico “Valfor- latte di capra è legato, invece, anche alla presenza di alcune torina”. Le caratteristiche qualitative del latte della capra di molecole ad elevato valore salutistico, individuate nei CLA e Montefalcone e Valfortorina sono poco conosciute pur es- nella lattoferrina. I CLA sono un gruppo di isomeri coniuga- sendo i prodotti lattiero-caseari che ne derivano, rinomati ti dell’acido linoleico (C18:2, cis9, cis12) le cui proprietà be- nel Molise e molto richiesti dai consumatori. Alcuni studi nefiche per la salute umana sono ben note (Ryder et al., 2001; sono stati condotti per valutare le varianti genetiche delle Banni et al., 2002; Dugan et al., 2004; Nagao e Yanagita, 2005; proteine del latte della capra di Montefalcone (Bevilacqua et Collomb et al., 2006); essi sono presenti nel latte ed in molti al., 2000; Iamartino et al., 2005) mentre scarse sono le ricer- prodotti lattiero-caseari (Leloux e Laloux, 2008) nonché in diversi alimenti di origine animale provenienti, soprattutto, dai poligastrici (Chin et al., 1992; Bendini et al., 2001; Pran- dini et al., 2003; Di Trana et al., 2003; Cordeddu et al., 2005). Autore per la corrispondenza: Elevati valori in CLA vengono sintetizzati nel rumine a par- Donato Casamassima ([email protected]). tire dai suoi precursori quali acido linoleico e α-linolenico, Casamassima_imp 25-09-2009 10:26 Pagina 166

166 Produzione e qualità del latte in capre autoctone allevate estensivamente nella regione Molise

specie quando gli animali sono allevati al pascolo con essen- La capra di Montefalcone viene allevata nel Comune di ze pabulari ricche in PUFA (Morand-Fehr et al., 2007) men- e paesi limitrofi, con sistema di al- tre diminuiscono con la somministrazione di foraggio affie- levamento estensivo al pascolo, in zone boschive e terreni in- nato, poiché la fienagione comporta, a carico della pianta, la colti (700 m.s.l.m.); è un animale di taglia media, testa legge- perossidazione dei PUFA per la presenza della luce e dell’aria ra e non molto lunga, generalmente provvista di corna e bar- con modificazione della struttura delle catene acidiche (Ca- ba, spesso di tettole, il pelo è lungo ed i colori più frequenti biddu et al., 2003). Il latte caprino ha un contenuto in CLA sono il bianco e il nero, in tutte le loro combinazioni, la pel- compreso tra un minimo di 0,5 e un massimo del 3% supe- le è sottile e generalmente pigmentata (Pilla et al., 1998). riore a quello ovino (0,5-2,5%) e a quello bovino (0,5-2%) La capra Valfortorina è allevata nella zona di Frosolone an- (Secchiari et al., 2007) e varia notevolmente in funzione del ch’essa con sistema di allevamento estensivo; gli animali regime alimentare che è il fattore che più degli altri concorre vengono riuniti in piccoli greggi e condotti, da maggio ad ad influenzare l’andamento delle bioidrogenazioni ruminali ottobre, in territori montani del Molise (1500 m.s.l.m.) do- (Antongiovanni et al., 2003). I maggiori incrementi in CLA ve sfruttano aree agricole povere e marginali e vi trovano nel latte sono stati ottenuti utilizzando, nella razione alimen- alloggio, durante le ore notturne, in caprili spesso molto tare, fonti lipidiche provenienti da oli di semi di piante olea- rudimentali. Tale gruppo etnico è di taglia medio-grande, ginose o olio di pesce (Madron et al., 2002; Abu-Ghazaleh et testa lunga e pesante, orecchie lunghe e pendenti, provvista al., 2003). o meno di corna in ambo i sessi, vello lungo e folto, pezza- La lattoferrina è, invece, una glicoproteina deputata al tra- to di colore bianco e fulvo (Colatruglio et al., 2001; Cap- sporto del ferro, presente in molte secrezioni dei mammiferi puccio et al., 2002). ed, in particolare, nel latte (Masson e Heremans, 1971). La Gli animali, durante il periodo di prova, sono stati allevati in sua concentrazione è variabile nel corso dell’anno in rappor- due distinte aziende ubicate nel Molise, una in provincia di to allo stadio fisiologico dell’animale ed è compresa, nella Campobasso (capra di Montefalcone) e l’altra in provincia di specie caprina, da un minimo di 10 a un massimo di 456 Isernia (capra Valfortorina), in numero di 30 soggetti per µg/ml (Hiss et al., 2008; Drackova et al., 2009) ed assume va- ogni gruppo etnico. Entrambi i tipi genetici venivano con- lori molto elevati durante la produzione colostrale (Scham- dotti al pascolo, subito dopo la mungitura del mattino (ore bacher et al., 1997). Riveste un ruolo fondamentale nell’ali- 6.00 a.m.), dove pascolavano per tutta la giornata fino all’o- mentazione neonatale perché, essendo resistente alla proteo- rario della seconda mungitura (ore 18.00 p.m.), quando gli lisi, permette un rapido assorbimento del ferro (Kuwakami animali venivano ricondotti nel caprile e ricevevano ad libi- et al., 1988) e protegge l’organismo dallo sviluppo di forme tum una integrazione alimentare a base di solo fieno di me- cancerogene e di metastasi a livello cellulare (Pierce e Le- dica. In particolare, nel primo e nell’ultimo mese di lattazio- grand, 2009). La proteina esplica una importante attività po- ne (0-30d del mese di Aprile e 180-210d del mese di Otto- lifunzionale, nell’uomo e nell’animale, aumentando nel san- bre), gli animali hanno usufruito di un’alimentazione preva- gue, durante i processi infiammatori e le infezioni virali lentemente a base di fieno dedicando al pascolo le ore cen- (Wakabayashi et al., 2006), in risposta ad un meccanismo re- trali della giornata più favorevoli dal punto di vista climati- golatorio di difesa dell’organismo (Kanyshkova et al., 2001); co (4-5 ore/d). Durante l’intero periodo di prova, sono stati essa agisce, in generale, contro un vasto spettro di agenti pa- prelevati mensilmente, dalle parcelle di pascolamento, cam- togeni quali Gram negativi, Gram positivi, lieviti e funghi pioni di pascolo, in numero di 9 per ogni ettaro di superficie (Bellamy et al., 1993). L’effetto antimicrobico della proteina pascolata, al fine di valutare la composizione floristica e le deriva dall’abilità della stessa nel sequestrare il ferro essen- caratteristiche chimico-centesimali delle aree destinate a pa- ziale per la crescita dei microrganismi (Arnold et al., 1977) e scolo (Tabelle 1 e 2). nel determinare un’alterazione della permeabilità delle Gli animali, del peso vivo medio di 49,07 ± 2,09 kg e 52,28 ± membrane cellulari dei batteri Gram negativi inducendo il 1,64 kg rispettivamente per la capra di Montefalcone e rilascio di lipopolisaccaridi dalla cellula batterica (Ellison et Valfortorina, sono stati sottoposti, per tutta la durata della al., 1990). La proteina, in particolare, viene liberata anche lattazione, a controlli sperimentali, dopo l’allontanamento durante i fenomeni mastitici, come riscontrato nella bovina dei capretti dalle madri (30 ± 5 d dal parto). I rilievi speri- da latte, svolgendo un’azione antagonista contro Pseudomo- mentali hanno riguardato: nas aeruginosa, Staphylococcus aureus e Stafilococchi coagu- – Controllo individuale mensile della produzione di latte, at- lasi-negativi (Kutila, 2005). traverso il rilievo della quantità prodotta dalla mungitura Al fine di valorizzare i caratteri produttivi di tipi genetici, a del mattino e della sera; forte rischio di estinzione, si è inteso valutare, nel corso della – Prelievo individuale mensile di campioni di latte: lattazione, la quantità e la qualità del latte di due gruppi etni- a) per l’esame della composizione chimico-centesimale; il latte, ci del Molise, la capra di Montefalcone e la capra Valfortorina, prelevato dalle due mungiture giornaliere, è stato raccolto in anche attraverso l’esame di alcune molecole ad attività bionu- bottigliette da 100 cc ed immediatamente chiuse, venivano trizionale, i coniugati dell’acido linoleico e la lattoferrina. trasportate in laboratorio per le determinazioni analitiche. Il contenuto in grasso, proteina e lattosio è stato determinato utilizzando uno spettrofotometro I.R. (Milko Scan 133B; MATERIALI E METODI Foss Electric, DK-3400 Hillerod, Denmark) secondo la me- todica IDF (1990); per la determinazione del numero di cel- La prova, della durata di 7 mesi, è stata condotta, dal mese di lule somatiche (SCC) è stato adoperato lo strumento Foss Aprile a quello di Ottobre, su 60 capre in lattazione, dell’età Electric Fossomatic 90 cell counter (IDF, 1995) mentre, per di 3-6 anni, appartenenti a due gruppi etnici molisani, la ca- la valutazione del pH è stato utilizzato un pH metro portati- pra di Montefalcone e la capra Valfortorina. le (Hannah, Carlo Erba Instruments, Italia); Casamassima_imp 25-09-2009 10:26 Pagina 167

D. Casamassima et al. Large Animal Review 2009; 15: 165-174 167

Tabella 1 - Componenti floristiche del pascolo.

Rilievi floristici

Località Montefalcone* Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre media Leguminose % 27.8 38.3 37.5 36.7 35.4 35.8 34.5 35.1 Graminacee % 45.2 45.5 44.5 45.7 43.2 41.3 40.9 43.8 Altre specie % 27.0 16.2 18.0 17.6 21.4 22.9 24.6 21.1

Località Frosolone** Leguminose % 28.7 28.8 29.5 30.3 29.4 30.8 28.8 29.5 Graminacee % 58.8 59.8 58.1 57.2 58.1 56.0 54.3 57.5 Altre specie % 12.5 11.4 12.4 12.5 12.5 13.2 16.9 13.1

Essenze floristiche al pascolo: leguminose * (Sulla, Trifoglio e Ginestra); ** (Sulla, Trifoglio e Lupinella) graminacee * (Bromus, Poa spp. E Phleum spp); ** (Festuca, Phleum spp e Agrostis) altre Specie * (Olmo, Cardus, Polmonaria officinalis, Bellis perennis); ** (Allium, Cardus, Ranunculus, Geranium, Myosotis)

Tabella 2 - Composizione chimico-centesimale del pascolo durante la prova (dati sulla S.S.).

Componenti Composizione chimica del pascolo

Località Montefalcone Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre media Sostanza secca % 21.7 25.6 32.5 34.2 35.8 36.6 37.4 32.0 Proteine grezze % 13.9 14.0 13.7 12.8 11.5 10.4 9.4 12.2 NDF % 56.8 58.6 60.3 61.4 62.0 62.7 61.5 60.5 ADF % 31.9 35.7 36.0 37.8 38.2 38.5 38.9 36.7 ADL % 7.5 8.3 8.6 8.9 9.0 9.3 9.4 8.7 Grassi % 2.9 3.0 3.1 3.2 2.9 2.7 2.5 2.9 Ceneri % 8.5 8.9 8.7 9.0 8.9 7.5 7.4 8.4

Località Frosolone Sostanza secca % 20.6 24.7 31.0 31.5 34.1 35.2 36.4 30.5 Proteine grezze % 13.0 13.8 10.2 9.7 10.9 9.5 9.3 10.9 NDF % 57.8 58.7 62.3 59.3 59.1 61.9 62.4 60.2 ADF % 30.8 34.5 35.9 38.7 37.2 38.4 39.3 36.4 ADL % 7.4 8.0 7.9 8.6 8.8 9.2 9.5 8.5 Grassi % 2.8 3.0 3.2 3.2 3.0 2.8 2.6 2.9 Ceneri % 8.2 8.8 9.3 9.5 10.3 9.2 9.1 9.2

b) per la determinazione della concentrazione in lattoferrina mine della corsa, i gel sono stati posti a colorare, su agitato- (LF), in acidi grassi ed isomeri coniugati dell’acido linoleico re magnetico, immersi in una soluzione Silver Blue (0,1% (CLA): il latte è stato raccolto in bottiglie da 20 cc e traspor- Coomassie Blue G-250, solfato di ammonio 10%, acido fo- tato immediatamente in laboratorio per l’esecuzione delle sforico 10%, metanolo 20%) per un tempo variabile di 10- relative analisi. Per la determinazione della lattoferrina sieri- 12 ore, quindi, posti a decolorare con acqua per 8-9 ore. Sui ca si è proceduto sottoponendo i campioni di latte alla pre- gel così ottenuti, è stata effettuata la lettura quali-quantita- cipitazione delle caseine secondo la metodica di Ashaffen- tiva utilizzando un Densitometro con programma Quantity burg e Drewry (1959) e, dopo recupero del siero, è stata de- One (Bio-Rad). Il tenore in lattoferrina, espresso in µg/ml di terminata, mediante lettura spettrofotometrica, la concen- latte, è stato determinato, poi, in base all’area %le del picco, trazione delle sieroproteine dei campioni adoperando il Kit alla concentrazione proteica iniziale del campione ed alla Protein Assay (BioRad). È stata, quindi, effettuata l’elet- quantità iniettata in ciascun pozzetto. troforesi monodimensionale in SDS-PAGE adoperando la La determinazione degli acidi grassi del grasso del latte ha ri- camera elettroforetica MiniProtean II Gel Apparatus (Bio- guardato la concentrazione degli stessi con particolare ri- Rad) utilizzando dei gel pronti al 12,5% di Acrilammide- guardo al tenore in CLA ovvero degli isomeri cis9, trans11 e bis-Acrilammide (Bio-Rad). Da ciascun campione di siero- trans10, cis12. La frazione lipidica del latte è stata estratta se- proteine sono state prelevate le aliquote da iniettare nei poz- condo la metodica di Jiang et al. (1996) e metilata secondo la zetti del gel in quantità nota (5 µg di proteina/pozzetto) ef- metodica di Christie (1982). La composizione acidica del fettuando, poi, il riconoscimento della lattoferrina tramite grasso del latte è stata determinata al gascromatografo TRA- uno standard di proteine High Range (Sigma Marker). I CE GC 2000 Series utilizzando una colonna capillare in sili- campioni sono stati sottoposti poi a corsa elettroforetica al- ce fusa CP-SIL 88 - FAME della SuperCrom (100 m x 0,25 le seguenti condizioni operative: 40mA, 130V, 4 ore. Al ter- mm x 0,25 µm), FID detector e l’elio come gas di trasporto. Casamassima_imp 25-09-2009 10:26 Pagina 168

168 Produzione e qualità del latte in capre autoctone allevate estensivamente nella regione Molise

La temperatura del forno è stata aumentata e mantenuta al- analisi della Varianza adottando la procedura per misure ri- le seguenti condizioni operative: 70 °C per 5 minuti; 3 petute del pacchetto statistico SPSS (SPSS, Inc. Chicago, IL) °C/minuto fino a 100 °C e sosta di 5 minuti; 3 °C/minuto fi- avendo come fattori fissi l’animale ed il giorno del campio- no a 165 °C e sosta di 10 minuti; 3 °C/minuto fino a 240 °C namento. I dati sono stati dichiarati significativi per P<0,05 e sosta di 28 minuti. La temperatura del detector e dell’iniet- con il test di Scheffè. tore è stata, invece, di 250 °C con un rapporto split 1:1. L’i- dentificazione dei picchi, espressa come %le degli acidi grassi totali, è stata effettuata adoperando una miscela standard di RISULTATI acidi grassi (SuperCrom) in base al tempo di ritenzione di ciascun picco cromatografico. Produzione e qualità del latte La produzione quanti-qualitativa di latte, rilevata nei due gruppi etnici, nell’intera lattazione, è riportata in Tabella 4. ANALISI STATISTICA Il picco della produzione di latte è stato osservato a due me- si dall’inizio della lattazione come si evince dall’andamento I dati ottenuti, relativi alla composizione chimico-centesima- della curva di lattazione (Figura 1); una sensibile diminuzio- le del latte, alla lattoferrina, alla composizione acidica ed al ne della produzione di latte, nella capra di Montefalcone, si è contenuto in CLA del grasso del latte, sono stati sottoposti ad verificata già a 180 giorni di lattazione (-37,75%) che è pro-

Tabella 3 - Produzione e composizione chimica del latte di alcuni gruppi etnici caprini italiani.

Latte Grasso Proteine Tipi genetici Riferimenti bibliografici (kg) (%) (%)

Camosciata delle Alpi 516 ± 221 3.42 ± 0.52 3.33 ± 0.35 AIA, 2008 Maltese 328 ± 126 4.28 ± 0.45 3.66 ± 0.24 AIA, 2008, 2004 409 ± 188 4.11 ± 0.44 3.53 ± 0.33 AIA, 2004 Saanen 517 ± 222 3.26 ± 0.50 3.26 ± 0.35 AIA, 2008 Sarda 188 ± 84 4.60 ± 3.70 4.38 ± 0.18 AIA, 2008, 2002, Vacca et al. (2008) Ionica 299 ± 172 4.27 ± 0.34 3.60 ± 0.06 AIA, 2004, Tufarelli et al. (2009) 424 ± 120 4.04 ± 0.47 3.81 ± 0.30 AIA; 2008

Gruppi etnici in via di estinzione Bionda dell’Adamello 307 ± 125 3.18 ± 0.50 3.03 ± 0.28 AIA, 2008 Frontalasca 306 ± 144 3.13 ± 0.44 3.09 ± 0.33 AIA, 2008 Roccaverano 409 ± 156 3.27 ± 0.49 3.23 ± 0.28 AIA, 2008 198 ± 63 4.55 ± 0.15 3.40 ± 0.20 AIA, 2008, Albenzio et al. (2006) Argentata dell’Etna 178 ± 79 4.88 ± 0.46 3.72 ± 032 AIA, 2008, 2005

Tabella 4 - Caratteristiche quantitative e qualitative del latte.

Giorni di lattazione E.S. Effetto, P 30d 60d 90d 120d 150d 180d 210d media

Animali n. 30 30 30 30 30 30 30 30

Capra di Montefalcone Produzione di latte: g/d 1825.3 2254.7 1956.5 1516.0 1318.7 820.8 420.6 1444.6 11.220 – Qualità del latte: Proteine % 3.56 a 3.58 a 3.48 a 3.58 a 3.61 a 3.67 a 4.01 b 3.64 0.025 *** Grassi % 4.58 4.31 4.40 4.45 4.47 4.51 4.54 4.46 0.026 ns Lattosio % 4.88 a 4.90 a 4.74 ac 4.46 bc 4.33 b 4.40 b 4.61 c 4.62 0.021 *** a a a ac bc ac ac SCC Log10 2.37 2.28 2.29 2.47 2.74 2.59 2.63 2.51 1.358 *** pH n. 6.66 6.66 6.66 6.66 6.65 6.67 6.67 6.66 0.037 ns

Capra Valfortorina Produzione di latte: g/d 1938.1 2088.4 1753.8 1515.7 1010.3 717.3 575.0 1371.2 9.569 – Qualità del latte: Proteine % 3.46 a 3.40 a 3.38 a 3.46 a 3.48 a 3.79 b 4.12 c 3.59 0.029 *** Grassi % 3.65 a 3.71 ac 3.98 cd 3.92 ad 4.16 bd 3.93 ad 4.40 b 3.97 0.028 *** Lattosio % 4.96 a 4.59 bc 4.53 bc 4.46 b 4.45 b 4.68 c 4.70 c 4.63 0.018 *** a b b SCC Log10 2.17 2.55 2.72 2.57 2.69 2.67 2.57 2.59 1.401 * pH n. 6.71 6.66 6.67 6.66 6.67 6.65 6.67 6.66 0.039 ns

ns = non significativo Sulla stessa riga, medie seguite da lettere diverse differiscono per almeno P<0.05 (a,b,c) SCC = cellule somatiche Casamassima_imp 25-09-2009 10:26 Pagina 169

D. Casamassima et al. Large Animal Review 2009; 15: 165-174 169

Figura 1 - Produzione del latte e curva di lattazione nella capra di Montefalcone e Valfortorina.

seguita fino al termine della stessa, con un ulteriore calo pro- mente, nell’intera prova, in ordine decrescente, l’acido palmi- duttivo del 48,75%; per la capra Valfortorina, invece, la pro- tico (C16), l’acido oleico (C18:1), l’acido miristico (C14), l’a- duzione è diminuita sensibilmente già a 150 giorni di latta- cido stearico (C18) e l’acido laurico (C12). Per gli acidi gras- zione (-33%) ed è proseguita, in seguito, con minori decre- si a catena corta, tipici del latte caprino, si sono osservate menti a 180d (-29%) e al termine della stessa a 210d (- quantità più elevate per l’acido caprico (C10) e più basse per 19,8%). La produzione totale di latte, nell’intero periodo di gli acidi caproico (C6) e caprilico (C8). La composizione aci- prova, è risultata pari a 275,58 ± 60,39 kg e 258,31 ± 51,48 kg dica totale del grasso del latte ha presentato, mediamente nel- rispettivamente per la capra di Montefalcone e Valfortorina l’intera prova, per il gruppo di Montefalcone, un contenuto in (Figura 1). SFA pari al 70,65% mentre la percentuale in MUFA e PUFA Le caratteristiche qualitative del latte prodotto nell’intera lat- si è attestata su valori di 25,47 e 3,88% rispettivamente. Ri- tazione sono riportate nella Tabella 4. Nel corso della prova, sultati simili si sono osservati anche per il gruppo Valfortori- il contenuto in proteina non ha manifestato incrementi si- na sia per la quota dei saturi (SFA: 70,39%) che per i mo- gnificativi dall’inizio della lattazione (30d) fino a 150 e 180 noinsaturi (MUFA: 25,87 %) e polinsaturi (PUFA: 3,75%). La giorni rispettivamente per la capra di Montefalcone e Valfor- maggior parte degli acidi grassi hanno presentato, nel corso torina; esso si è incrementato, poi, significativamente della lattazione, variazioni significative (P<0,001) con un de- (P<0,001), in entrambi i tipi genetici, nei controlli successivi cremento della percentuale degli SFA ed un aumento dei con il termine della lattazione (210d) raggiungendo valori di MUFA e PUFA fino a 150 giorni di lattazione; in seguito i va- 4,01 e 4,12% rispettivamente. Per il contenuto in grasso si è lori sono rientrati gradualmente nei livelli iniziali, al termine osservato, nella capra Valfortorina, un progressivo incremen- della stessa e della stagione di pascolo, che è coinciso con il ri- to dei valori dall’inizio della lattazione (3,65%) al termine torno all’alimentazione quasi esclusivamente stallina. della stessa quando sono state rilevate le differenze più eleva- La concentrazione totale in CLA ha presentato, nel corso del- te (4,40%; P<0,001). Per la capra di Montefalcone, invece, la prova, un incremento significativo dei valori (P<0,001), ri- non sono state osservate variazioni. spettivamente, nella capra di Montefalcone e Valfortorina, Il lattosio ha presentato, nel corso della lattazione, in en- dal 1° controllo effettuato a 30d (0,62 e 0,68%) e rilevati con trambi i tipi genetici, un decremento significativo dei valori il regime alimentare prevalentemente di tipo stallino, fino a (P<0,001), con il progredire della lattazione, passando dall’i- 180d (0,97 e 0,92%), periodo durante il quale le capre hanno nizio al termine della stessa da 4,88 a 4,61% nella capra di potuto usufruire dell’alimentazione quasi esclusivamente al Montefalcone e da 4,96 al 4,70% nella Valfortorina. pascolo; successivamente i valori sono diminuiti (0,68 e Il contenuto in cellule somatiche, pur essendo variato a volte 0,61%) con il ritorno all’alimentazione prevalentemente di in maniera significativa nel corso della prova, non ha mai evi- tipo stallino che è coincisa anche con la chiusura della latta- denziato un andamento chiaro e lineare. Il pH del latte si è zione (210d). mantenuto, invece, abbastanza costante durante l’intera pro- va evidenziando valori simili in entrambi i due gruppi etnici. La lattoferrina La concentrazione in lattoferrina sierica è riportata nella Ta- Composizione acidica del latte bella 7. Nel corso della lattazione, il gruppo di Montefalcone La composizione acidica ed il contenuto in CLA del grasso del ha evidenziato una lieve diminuzione dei valori della latto- latte, nella capra di Montefalcone e Valfortorina, sono ripor- ferrina da 30d (33,46 µg/ml) a 90d dall’inizio della stessa tati in Tabella 5 e 6. I principali acidi grassi presenti, in termi- (29,56 µg/ml); in seguito la lattoferrina è aumentata ed ha ni quantitativi, nei due gruppi etnici, sono stati, rispettiva- raggiunto la significatività statistica al termine della lattazio- Casamassima_imp 25-09-2009 10:26 Pagina 170

170 Produzione e qualità del latte in capre autoctone allevate estensivamente nella regione Molise

Tabella 5 - Composizione acidica del grasso del latte della capra di Montefalcone (% degli acidi grassi totali).

Capra di Montefalcone Acidi grassi E.S. Effetto, P 30d 60d 90d 120d 150d 180d 210d media

Animali n. 30 30 30 30 30 30 30 30

butirrico C4 % 2.72 a 2.92 bd 3.25 ce 3.08 be 3.06 be 2.64 a 2.78 ad 2.92 0.240 *** caproico C6 % 2.88 ad 2.71 bc 2.99 d 2.71 bc 2.61 b 2.89 ad 2.82 ac 2.80 0.016 *** caprilico C8 % 2.81 a 2.97 b 2.72 ad 2.60 d 2.42 c 2.98 b 2.97 b 2.78 0.022 *** caprico C10 % 10.86 a 8.66 bd 9.05 be 8.10 d 8.14 d 9.54 ce 9.95 c 9.19 0.103 *** laurico C12 % 5.85 a 5.86 a 5.60 a 4.59 b 4.75 b 3.73 c 5.54 a 5.13 0.078 *** tridecanoico C13 % 0.11 a 0.12 a 0.17 bd 0.22 ce 0.20 cd 0.24 e 0.23 ce 0.18 0.056 *** miristico C14 % 12.28 a 10.25 b 9.70 cd 9.49 c 10.03 bd 10.90 e 10.06 bd 10.39 0.087 *** miristoleico C14:1 % 0.31 a 0.41 b 0.96 c 0.56 d 0.49 d 0.40 b 1.05 e 0.60 0.026 *** palmitico C16 % 28.57 a 26.29 b 25.86 b 25.53 b 25.77 b 26.27 b 31.29 c 27.08 0.197 *** palmitoleico C16:1 % 1.41 a 1.75 b 0.87 c 1.47 a 1.38 a 1.21 d 0.94 c 1.29 0.019 *** stearico C18 % 8.65 a 10.07 bd 10.33 b 11.52 c 10.29 b 9.51 d 8.65 a 9.86 0.989 *** oleico C18:1 % 20.15 a 23.68 b 24.30 b 25.53 c 25.99 c 25.36 c 20.06 a 23.58 0.231 *** linoleico C18:2 % 2.28 a 2.18 a 2.16 ac 2.38 a 2.63 b 1.92 c 1.91 c 2.21 0.032 *** linolenico C18:3 % 0.32 a 1.05 b 0.99 bd 0.95 d 0.96 d 1.02 bd 0.78 c 0.87 0.023 *** c9,t11 + CLA 0.62 a 0.72 d 0.82 c 0.89 e 0.91 e 0.97 f 0.68 ad 0.80 0.013 *** t10,c12 % arachico C20 % 0.18 a 0.36 b 0.23 ac 0.38 bd 0.37 bd 0.42 b 0.29 cd 0.32 0.012 *** SFA C20 % 74.90 a 70.20 b 69.90 bd 68.24 ce 67.62 c 69.12 de 74.59 a 70.65 0.269 *** MUFA C20 % 21.88 a 25.84 b 26.13 bd 27.54 c 27.86 c 26.97 cd 22.05 a 25.47 0.231 *** PUFA C20 % 3.22 a 3.93 b 3.97 bc 4.22 bd 4.52 d 3.91 c 3.36 a 3.88 0.038 ***

ns = non significativo Sulla stessa riga, medie seguite da lettere diverse differiscono per almeno P<0,05 (a,b,c,d,e) CLA: coniugati dell’acido linoleico, SFA: acidi grassi saturi, MUFA: acidi grassi monoinsaturi, PUFA: acidi grassi polinsaturi

ne (40,22 µg/ml; P<0,001). Il gruppo etnico Valfortorina ha sivo di allevamento adottato che prevedeva, secondo consue- presentato, invece, nel corso della lattazione, valori poco va- tudine locale, un’alimentazione al pascolo, non sempre suffi- riabili della proteina e mediamente superiori alla capra di ciente a coprire le esigenze produttive degli animali all’inizio Montefalcone del 31% circa. della lattazione i quali ricevevano, al rientro in stalla, un’in- tegrazione alimentare di solo fieno. La diminuzione della produzione di latte, evidenziata nella capra di Montefalcone DISCUSSIONE a 180d di lattazione e proseguita poi con una maggiore per- dita di produzione a 210d di lattazione, a livelli superiori ri- La produzione quantitativa e qualitativa di latte nelle capre è spetto al normale calo fisiologico della curva di lattazione, è influenzata da molti fattori (Bugaud et al., 2001; Fernandez da attribuire, con molta probabilità, per il primo calo pro- et al., 2002; Sanz Sampelayo et al., 2002; Chilliard et al., 2001, duttivo, verificatosi nel periodo 150-180d, ad un effetto pre- 2003; Macciotta et al., 2005). I dati da noi rilevati, sulla pro- ponderante delle condizioni climatico-ambientali sfavorevo- duzione quantitativa di latte, mostrano, nell’intera lattazione, li per gli animali allevati al pascolo mentre per il secondo pe- una soddisfacente produzione, in entrambi i tipi genetici, te- riodo, che va da 180 alla chiusura della lattazione (210d), do- nuto conto del sistema di allevamento praticato basato esclu- ve il calo produttivo è stato più consistente, al cambiamento sivamente sul pascolamento in aree agricole marginali a scar- del regime alimentare che è passato a sistema stallino quasi so valore alimentare; la loro produzione, infatti, è compara- esclusivamente a base di fieno. Per la capra Valfortorina, in- bile, se non superiore, ad altri tipi genetici caprini allevati vece, la produzione è diminuita sensibilmente, superando nell’Italia Meridionale (Sarda, Ionica, Garganica e Argentata anch’essa il calo fisiologico della curva di lattazione, già a 150 dell’Etna; Tabella 3). La curva di lattazione ha evidenziato, giorni di lattazione ed è proseguita con decrementi minori a per entrambi i tipi genetici, dei picchi di produzione interes- 180 quando ancora gli animali usufruivano dell’alimentazio- santi, raggiunti in un tempo di 60 giorni, superiore al tempo ne prevalentemente al pascolo; in seguito, nel periodo che va di 15-30 giorni normalmente impiegato da altri tipi genetici da 180 a 210 giorni, la produzione è diminuita ulteriormen- locali come la Sarda e la Marciano-Granadina e molto simi- te ma in misura di poco superiore al normale calo fisiologi- le a quello impiegato dalle razze altamente selezionate per la co di fine lattazione. La perdita di produzione riscontrata nei produzione del latte come la Saanen e le sue derivate (Mac- periodi che vanno da 120 a 150d e da 150 a 180d di lattazio- ciotta et al., 2005). Il ritardo da noi rilevato nel raggiungi- ne è da attribuire, quasi esclusivamente, alle condizioni cli- mento del picco di lattazione, rispetto ad altre razze rustiche matico-ambientali poco favorevoli mentre per l’ultimo pe- locali, è da attribuire molto probabilmente al sistema esten- riodo (180-210d) al cambiamento del regime alimentare. Casamassima_imp 25-09-2009 10:26 Pagina 171

D. Casamassima et al. Large Animal Review 2009; 15: 165-174 171

Tabella 6 - Composizione acidica del grasso del latte della capra Valfortorina (% degli acidi grassi totali).

Capra Valfortorina Acidi grassi E.S. Effetto, P 30d 60d 90d 120d 150d 180d 210d media

Animali n. 30 30 30 30 30 30 30 30

butirrico C4 % 2.69 a 2.95 b 3.27 c 3.20 cd 3.08 d 2.82 ab 2.88 b 2.98 0.022 *** caproico C6 % 2.80 a 2.84 ac 3.06 b 3.00 be 2.64 d 2.87 ae 2.98 bce 2.88 0.016 *** caprilico C8 % 2.75 ad 2.99 b 2.81 d 2.63 a 2.36 c 3.06 b 3.05 b 2.81 0.024 *** caprico C10 % 9.88 a 9.16 b 9.68 a 8.53 c 8.00 d 9.55 ab 9.74 a 9.22 0.070 *** laurico C12 % 5.86 ad 5.82 ad 5.88 a 5.35 bd 4.73 c 3.71 e 5.60 d 5.28 0.074 *** tridecanoico C13 % 0.11 a 0.12 a 0.16 b 0.21 bd 0.20 bd 0.23 cd 0.26 c 0.18 0.006 *** miristico C14 % 10.28 ae 9.85 bd 9.65 bc 9.38 c 10.10 ad 10.54 e 10.04 ad 9.98 0.044 *** miristoleico C14:1 % 0.80 a 0.40 b 0.98 c 0.63 d 0.49 e 0.40 b 1.02 bc 0.67 0.024 *** palmitico C16 % 27.26 a 25.79 bd 25.15 b 25.63 bd 25.74 bd 26.16 d 29.22 c 26.42 0.137 *** palmitoleico C16:1 % 0.69 a 1.68 b 0.85 c 1.03 d 0.99 d 1.14 e 0.97 d 1.050 0.0284 *** stearico C18 % 11.82 a 10.16 bd 10.11 bd 10.62 b 10.50 b 9.75 dc 9.12 c 10.30 0.090 *** oleico C18:1 % 21.75 a 23.85 b 24.25 b 25.53 c 26.24 c 25.52 c 21.87 a 24.14 0.175 *** linoleico C18:2 % 2.13 a 2.17 a 2.10 a 2.22 a 2.65 b 1.87 c 1.59 d 2.10 0.023 *** linolenico C18:3 % 0.32 a 1.06 b 1.00 bd 0.86 c 0.96 d 1.02 bd 0.77 e 0.86 0.023 *** c9,t11 + CLA % 0.68 a 0.70 a 0.80 b 0.86 bd 0.91 cd 0.92 c 0.61 e 0.78 0.011 *** t10,c12 arachico C20 % 0.18 a 0.46 b 0.25 ad 0.32 c 0.41 b 0.44 b 0.28 cd 0.33 0.012 *** SFA C20 % 73.62 a 70.15 b 70.01 b 68.86 c 67.75 d 69.12 bc 70.38 a 70.39 0.209 *** MUFA C20 % 23.24 a 25.92 b 26.08 bd 27.19 c 27.72 c 27.07 cd 25.87 a 25.87 0.168 *** PUFA C20 % 3.14 a 3.93 b 3.91 b 3.95 b 4.53 c 3.81 d 2.97 a 3.75 0.041 ***

ns = non significativo Sulla stessa riga, medie seguite da lettere diverse differiscono per almeno P<0,05 (a,b,c,d,e) CLA: coniugati dell’acido linoleico, SFA: acidi grassi saturi, MUFA: acidi grassi monoinsaturi, PUFA: acidi grassi polinsaturi

Tabella 7 - Contenuto in lattoferrina del latte di capra.

Giorni di lattazione E.S. Effetto, P 30d 60d 90d 120d 150d 180d 210d media

Capra di Montefalcone Animali n. 30 30 30 30 30 30 30 30 Lattoferrina: mg/ml 33.46 31.93 29.56 a 31.84 a 35.06 37.06 40.22 b 34.16 0.674 ***

Capra Valfortorina Animali n. 30 30 30 30 30 30 30 30 Lattoferrina: mg/ml 47.12 45.12 45.04 42.80 42.37 43.44 47.14 44.72 1.040 ns

ns = non significativo Sulla stessa riga, medie seguite da lettere diverse differiscono per almeno P<0.05 (a,b)

La qualità del latte è risultata buona e del tutto similare ad al- del latte, dei due tipi genetici, ha presentato, come era nelle tri gruppi etnici caprini, in via di estinzione, allevati in Italia previsioni, un incremento dei valori verso la fine della latta- (Tabella 3). Il contenuto in grasso del latte della capra di zione, ad eccezione della capra di Montefalcone per il solo Montefalcone è risultato superiore a quello della capra Saa- contenuto in grasso che è rimasto sostanzialmente costante nen e sostanzialmente simile ai valori rilevati da Rubino et al. nel corso della stessa; questi valori sono influenzati, oltre che (1995) nella capra Maltese e Rossa Mediterranea mentre, per dallo stadio di lattazione come riscontrato anche da AA. (Pu- la capra Valfortorina, il contenuto in grasso è risultato, abba- lina et al., 2005) in animali allevati al pascolo, anche da altri stanza simile ai valori riscontrati da Albenzio et al. (2006) fattori con particolare riguardo alla quantità e qualità delle nella capra Garganica, da Alloggio et al. (2000) nella capra essenze pabulari assunte durante il pascolo. La diminuzione Ionica e Maltese e da Todaro et al. (2005) nella capra Gir- dei valori del lattosio, da 30 a 210d di lattazione, in entram- gentana; per il contenuto in proteina, i valori sono risultati, bi i tipi genetici, è anch’essa da attribuire allo stadio di latta- in entrambi i gruppi, superiori a quelli riscontrati nella capra zione che ha determinato una graduale diminuzione nel cor- Frontalasca (Noè et al., 2004) ma simili alla Rossa Mediter- so della stessa, come evidenziato anche da AA. in ricerche ranea (Rubino et al., 1995). Il contenuto in grasso e proteina svolte su capre allevate al pascolo (Soryal et al., 2004). Casamassima_imp 25-09-2009 10:26 Pagina 172

172 Produzione e qualità del latte in capre autoctone allevate estensivamente nella regione Molise

La quantità e la qualità delle essenze pabulari assunte dalle ca- dall’assenza di patologie infiammatorie, osservabile anche pre con il pascolo, la cui composizione chimico-centesimale dal ridotto tenore in cellule somatiche del latte. Il contenu- ha evidenziato un elevato contenuto in NDF (mediamente to in lattoferrina, da noi rilevato nel corso della lattazione è superiore al 60%) e un basso contenuto proteico (mediamen- aumentato di poco nel corso della prova, fatta eccezione per te al di sotto del 12%), oltre ad aver influenzato, nei due tipi il gruppo di Montefalcone che ha presentato, al termine del- genetici, l’andamento della curva di lattazione e, quindi, la la stessa, un significativo incremento dei valori che, però, si sua persistenza, ha condizionato anche la qualità del latte re- sono mantenuti sempre pienamente nell’ambito dello sta- lativamente al suo contenuto in grasso e proteina come ri- dio fisiologico produttivo, ad indicare un completo stato di scontrato anche da AA. in capre allevate al pascolo (Pulina et benessere degli animali. È stato evidenziato, infatti, che un al., 2005; Macciotta et al., 2005). Le cellule somatiche, da noi elevato contenuto in cellule somatiche, presente nel latte rilevate nel latte dei due gruppi etnici, pur essendosi mante- mastitico di capra, è direttamente correlato al contenuto in nute nei valori di piena accettabilità, hanno presentato, nel lattoferrina (Chen et al., 2004); tali autori hanno evidenzia- corso della lattazione, alcune variazioni significative da attri- to che il tenore in lattoferrina tende ad essere molto basso in buire, molto probabilmente, ad uno sbilanciamento dei com- capre sane (20-300 µg/ml) e ad aumentare in animali affetti ponenti alimentari durante il pascolamento. da mastiti, subcliniche o cliniche, raggiungendo valori di La composizione acidica del grasso del latte, di entrambi i 1000 µg/ml di latte. Hiss et al. (2008) hanno rilevato, in ca- gruppi etnici allo studio, è risultata pienamente nei range dei pre in lattazione, una elevata concentrazione in lattoferrina valori riportati in letteratura per la specie caprina (Ledoux et subito dopo il parto, durante la fase colostrale (387 ± 69 al., 2002; Tsiplakou et al., 2006). I risultati da noi ottenuti µg/ml), ed una forte diminuzione nella settimana successiva evidenziano un aumento della quota dei MUFA e dei PUFA (62 ± 25 µg/ml), seguita da un ulteriore abbassamento che con la stagione estiva dovuta all’assunzione, da parte degli ha raggiunto, alla 32ª settimana di lattazione, valori molto animali durante il pascolo, di essenze pabulari ricche di aci- contenuti compresi tra 10 e 28 µg/ml a cui ha fatto seguito, di grassi insaturi come osservato anche da Talpur et al. poi, un incremento degli stessi già dalla 33ª settimana. Gli (2008) in capre pakistane e da Atti et al., (2006) in capre di stessi autori hanno anche riscontrato un aumento significa- razza Sarda. tivo del contenuto in lattoferrina nel latte all’aumentare del Il contenuto in CLA nel latte dei due tipi genetici rientra pie- numero di cellule somatiche. namente nei range della specie (Secchiari et al., 2007); l’au- mento del loro contenuto, osservato nel corso della prova, può essere attribuito alla presenza nell’erba fresca del pasco- CONCLUSIONI lo di acidi grassi polinsaturi (PUFA) che hanno favorito la loro formazione, raggiungendo valori massimi nel periodo La capra di Montefalcone e Valfortorina rappresentano due estivo, caratterizzato da essenze pabulari ancora in piena at- gruppi etnici molisani, a forte rischio di estinzione, con ca- tività vegetativa, mentre, successivamente, in autunno, sono ratteristiche morfo-funzionali strettamente legate al territo- diminuiti a causa di una maggiore lignificazione delle essen- rio di appartenenza, dove riescono ad esprimere, produzioni ze pascolive e del ripristino del regime alimentare stallino simili o, a volte, superiori ad altre razze caprine italiane a più prevalentemente a base di fieno come osservato anche da Di ampia diffusione. La produzione di latte, di entrambi i tipi Trana et al. (2003), in uno studio condotto su capre allevate genetici, è stata soddisfacente, considerato il sistema di alle- al pascolo ed altre mantenute in stalla, e da Loor et al. (2002) vamento praticato, che è basato quasi esclusivamente sul pa- in bovine da latte alimentate su pascoli estivo-autunnali ec- scolamento, così come la qualità del latte che è risultata pie- cessivamente maturi, ricchi in SFA ed in fibra grezza incro- namente comparabile con molte altre razze caprine italiane. stata di lignina. Le essenze foraggere assunte con il pascolo La composizione acidica del latte ha presentato valori del sono, infatti, la fonte primaria di acidi grassi poliinsaturi e tutto similari a quelli riscontrati in letteratura in altre razze rappresentano la principale alternativa ad un’alimentazione caprine, allevate al pascolo, evidenziando un latte ricco in in stalla arricchita con olio di pesce (Mozzon et al., 2003) o molecole bioattive in grado di esercitare effetti positivi sulla con oli vegetali ad elevato contenuto in acido linolenico e in salute dei consumatori. È stato osservato, durante la prova, acido linoleico quali oli di girasole, oli di soia, oli di cartamo un aumento significativo della quota dei MUFA e dei PUFA (Secchiari et al., 2007) e oli di semi di lino (Mansbridge e ed una diminuzione degli SFA mentre i CLA hanno mostra- Blake, 1997). Risultati soddisfacenti sono stati ottenuti anche to un aumento statistico dei valori, nel corso della lattazione, con oli ad elevato contenuto in acido oleico come l’olio di per effetto dell’assunzione di alimento verde al pascolo, che colza e di olivo; i maggiori incrementi si ottengono quando poi sono diminuiti al termine della stessa, con il rientro in la dieta è integrata con lipidi che superano il 4% della so- stalla degli animali dove sono stati alimentati con foraggi stanza secca totale ingerita dagli animali. Anche Talpur et al. secchi. La lattoferrina, nel corso della lattazione, è variata po- (2008) hanno riscontrato, in capre allevate al pascolo, un co, fatta eccezione del gruppo di Montefalcone che ha pre- maggior contenuto in CLA in estate (0,58%) rispetto al pe- sentato, al termine della stessa, un significativo incremento riodo invernale (0,42%) e primaverile (0,46%) e attribuisco- dei valori che, comunque, si sono mantenuti sempre nel- no tale risultato alla presenza, nelle essenze pascolive, di aci- l’ambito dei valori minimi del range di normalità, eviden- do α-linolenico ed α-linoleico. ziando un buono stato di salute degli animali ed, in partico- I valori, da noi rilevati, della lattoferrina sierica, nei range lare, della mammella, caratterizzata dall’assenza di patologie della specie considerata hanno mostrato, nell’intero periodo infiammatorie, osservabile anche dal ridotto tenore in cellu- di prova, concentrazioni più vicine ai valori minimi riporta- le somatiche del latte. Dal presente lavoro, emergono, per i ti in letteratura ad indicare un buono stato di salute degli due gruppi etnici allo studio, caratteri produttivi di notevole animali ed, in particolare, della mammella caratterizzata interesse che ci consentono di poter suggerire, agli addetti al Casamassima_imp 25-09-2009 10:26 Pagina 173

D. Casamassima et al. Large Animal Review 2009; 15: 165-174 173

settore, la necessità di valorizzare tali animali, ben adattati al- 8. Banni S., Murru E., Angioni E., Carta G., Melis M.P. (2002). Conjuga- l’ambiente pedo-climatico del territorio di allevamento, non ted linoleic acid isomers (CLA): good for everything? Sci. Alim. 22, 371-380. solo attraverso operazioni di salvaguardia e conservazione 9. Bellamy W., Wakabayashi H., Takase M., Kawase K., Shimamura S., To- del loro materiale genetico, ma anche di stimolo all’aumento mita M. (1993). Killing of Candida Albicans by lactoferricin B, a potent della consistenza numerica, per migliorare la redditività di antimicrobial peptide derived from the N-terminal region of bovine Lactoferrin. Med. Microbiol. Immunol. 182, 97-105. aree agricole marginali a scarsa produttività. 10. Bendini A., Taddia M.E., Gallina Toschi T., Lercker G. (2001). Determi- nazione del contenuto di acido linoleico (CLA) in campioni di latte e Ente finanziatore formaggio di pecora. Progr. Nutr. Vol. 3, n. 2, 79. La ricerca è stata finanziata con fondi MIUR (ex 40%). 11. Bevilacqua C., Pilla F., Veltri C., Lagonigro R., Pietrolà E., Chianese L., Garro G., Ferranti P., Addeo F., Leroux C., Martin P. (2000). Interallelic recombination at the αs1-casein locus is likely responsible for the oc- currence of a new rare variant in goats. 7 Conference internationale sur ❚ Milk yield and quality in les caprins, 15-18 May Tour (France), Tome II, 722. 12. Bugaud C., Buchin S., Coulon J.B., Hauwuy A., Dupo D. (2001). In- autochthonous goats extensively fluence of the nature of alpine pastures on plasmin activity, fatty acid reared in Molise region and volatile compound composition of milk. Lait 81, 401-414. 13. Cabiddu A., Decandia M., Molle G., Pinna G., Addis M., Spada S., Piri- SUMMARY si A., Piredda G. (2003). Effect of different pastures on CLA content in milk and sheep cheese. Ital. J. Anim. Sci. 2 (suppl.1), 518-520. The research deals with the study on milk yield and quality, 14. Cappuccio, A., Casamassima, D., Salimei, E., Perna. A., Palazzo, M. with regard to fatty acid composition and some bio-nutri- (2002) - Allevamento ecosostenibile della capra: II Misure somatiche in tional molecules, linoleic acid isomers (CLA) and lactoferrin un ecotipo molisano. Atti XV Congr. Naz. S.I.P.A.O.C., Cagliari, 11-15 Settembre, 2002, 191. in milk from two Molise endangered goat populations, Mon- 15. Chen P. W., Chen W.C., Mao F.C. (2004). Increase of lactoferrin con- tefalcone and Valfortorina. The experiment, lasted 7 months, centration in mastitic goat milk. J. Vet. Med. Sci. 66 (4), 345-350. was performed on 60 lactating goats from the two popula- 16. Chilliard Y., Ferlay A., Doreau M. (2001). Effect of different types of fo- rages, animal fat or marine oils in cow’s diet on milk fat secretion and tions. The following measurements were carried out on milk: composition, especially conjugated linoleic acid (CLA) and polyunsa- milk yield and quality, fatty acid composition, two linoleic turated fatty acids. Liv. Prod. Sci. 70, 30-48. acid isomers conjugates (cis9, trans11 and trans10,cis12), and 17. Chilliard Y., Ferlay A., Rouel J., Lamberet G. (2003). A review of nutri- lactoferrin content. Milk yield was about 275.6 and 258.3 kg tional and physiological factors affecting goat milk lipid synthesis and lipolysis. J. Dairy Sci. 86, 1751-1770. for Montefalcone and Valfortorina goat. Milk quality was 18. Chin S.F., Liu W., Storkson J.M., Ha Y.L., Pariza M.W. (1992). Dietary good for protein (3.64 and 3.59%) and fat (4.46 and 3.97%) sources of conjugated dienoic isomers of linoleic acid, a newly recogni- in both the ethnic groups. PUFA and MUFA have statistical- zed class of anticarcinogens. J. Food Compos. Anal. 5, 185-197. 19. Christie W.W. (1982). Lipid analysis, 2nd ed. Pergamon Press, Oxford. ly increased during the trial instead SFA has decreased. CLA 20. Colatruglio P., Barone C.M.A., Zullo A., Fornataro D., Manda C. concentration was, on average, 0.80 and 0.78% for Montefal- (2001). Caratterizzazione somatica della capra “Valfortorina”.Atti VI cone and Valfortorina goat respectively. Lactoferrin content Conv. Naz. Biodiversità, Bari 6-7 settembre, Libro dei Riassunti, SZ- during lactation was 34.16 µg/ml and 44.72 µg/ml in Monte- PP-01, 2001. 21. Collomb M.A., Schmid A., Sieber R., Wechsler D., Ryhanen E.L. (2006). falcone and Valfortorina goat, respectively. The autochtho- Conjugated linoleic acid in milk fat: variation and physiological effects. nous types genetic safeguard, well-being in the native lands Intern. Dairy J. 16, 1347-1361. and traditionally reared, is necessary to conserve the produc- 22. Cordeddu L., Carta G., Melis M.P., Murru E., Banni S. (2005). Metabo- lismo dell’acido linoleico a dieni coniugati (CLA) nell’uomo e influen- tive peculiarity of populations at risk of extinction and val- za sul profilo degli acidi grassi polinsaturi (PUFA). Progr. Nutr. Vol. 7 orize marginal areas with scarce productivity. (suppl. 1), 61. 23. Di Trana A., Cifuni G.F., Fedele V., Brughieri A., Claps S., Rubino R. KEY WORDS (2003). il sistema alimentare al pascolo e la stagione influenzano il contenuto in CLA, ω3 e acidi grassi trans nel latte di capra. Progr. Nu- Milk yield and quality, milk fatty acid composition, CLA, lac- tr. 2, 197. toferrin, goat. 24. Drackova M., Borkovcovà I., Janstova B., Naiserova M., Pridalova H., Navratilova P., Vorlova L. (2009) Determination of Lactoferrin in Goat milk by HPLC method. Czech. J. Food Sci., Vol 27, S102-S104. 25. Dugan M.E., Aalhus J.L., Kramer J.K. (2004). Conjugated linoleic acid Bibliografia pork research. Am. J. Clinic. Nutr. 79, 1212S-1216S. 26. Ellison R. T., LaForce F.M., Giehl T.J., Boose D.S., Dunn B.E. (1990). 1. Abu-Ghazaleh A.A., Schingoethe A.R., Hippen A.R., Kalscheur E.K. Lactoferrin and transferrin damage of the Gram-negative outer (2003). Milk conjugated linoleic acid response to fish oil supplementa- membrane is modulated by Ca2+ and Mg2+. J. Gen. Microbiol. 136, tion of diets differing in fatty acid profile. J. Dairy Sci. 86, 944-953. 1437-1446. 2. Albenzio M., Caroprese M., Marino R., Muscio A., Santillo A., Sevi A. 27. Fernandez C., Sanchez A., Garces C. (2002). Modeling the lactation (2006). Characteristics of Garganica goat milk and Cacioricotta cheese. curve for test-day milk yield in Murciano-Granadina goats. Small Ru- Small Rumin. Res. 64, 35-44. min Res. 32, 83-88. 3. Alloggio V., Caponio F., Pasqualone A., Gomes T. (2000). Effect of heat 28. Hiss S., Meyer T., Sauerwein H. (2008). Lactoferrin concentrations in treatment on the rennet clotting time of goat and cow milk. Food goat milk throughout lactation. Small Rumin. Res. 80, 87-90. Chem. 70, 51-55. 29. Iamartino D., Bruzzone A., Lanza A., Blasi M., Pilla F. (2005). Genetic 4. Antongiovanni M., Buccioni A., Petacchi F., Secchiari P., Mele M., Ser- diversity of Southern Italian goat populations assessed by microsatelli- ra A. (2003). Up grading the lipid fraction of foods of animal origin by te markers. Small Rumin. Res. 57, 249-255. dietary means: rumen activity and presence of trans fatty acids and 30. Jiang J., Bjoerck L., Fonden R., Emanuelsen M. (1996). Occurrence of CLA in milk and meat. I. J. Anim. Sci. 2, 3-28. conjiugated cis9,trans11 octadecanoic acid in bovine milk: effects of 5. Arnold R.R., Cole M.F., McChee J.R. (1977). A bactericidal effect for feed and dairy regimen. J. Dairy Sci. 79, 438-445. human lactoferrin. Sci. 197, 263-265. 31. Kanyshkova T.G., Buneva V.N., Nevinsky G.A. (2001). Lactoferrin and 6. Aschaffenburg R., Drewry J. (1959). New procedure for the routine de- its biological functions. Biochem. (Moscow), vol. 66, n. 1, 1-7. termination of the various non-casein proteins of milk. 15th Int. Dairy 32. Kutila T. (2005). Role of lactoferrin in treatment of bovine mastitis. Congr. London 3, 1631. Mastitis Newsletter 26, 22-23. 7. Atti N., Rouissi H., Othmane M.H. (2006). Milk production, milk fatty 33. Ledoux M., Laloux L. (2008). Conjugated linoleic acids: occurrence in acid compostion and conjugated linoleic acid (CLA) content in dairy food and physiological properties. Sci. Alim. 26, 291-314. ewes raised on feedlot or grazing pasture. Liv. Sci. 104, 121-127. 34. Ledoux M., Rouzeau A., Bas P., Sauvant D. (2002). Occurrence of trans- Casamassima_imp 25-09-2009 10:26 Pagina 174

174 Produzione e qualità del latte in capre autoctone allevate estensivamente nella regione Molise

C18:1 fatty acid isomers in goat milk: effect of two dietary regimens. J. 48. Pulina G., Battacone G., Nudda A. (2005). La produzione del latte nei Dairy Sci. 1, 190-197. caprini. In: L’alimentazione della capra da latte. G. Pulina, cap. 1, 9-21, 35. Loor, J.J., Herbein J.H., Polan C.E. (2002). Trans18:1 and 18:2 isomers Avenue Media Edizioni. in blood plasma and milk fat of grazing cows fed a grain supplement 49. Rubino R., Moioli B., Fedele V., Pizzillo M., Morand-Fehr P. (1995). containing solvent-extracted or mechanically extracted soybean meal. Milk production of goats grazing native pasture under different sup- J. Dairy Sci. 85, 1197-1207. plementation regimes in southern Italy. Small Rumin. Res. 17, 213-221. 36. Macciotta N.P.P., Fresi P., Usai G., Cappio-Borlino A. (2005). Lactation 50. Ryder J.W., Portocarrero C.P., Song X.M., Cui L., Yu M., Combatsiaris curves of Sarda breed goats estimated with test-day model. J. Dairy Res. T., Galuska D., Bauman D.E., Barbano D.M., Charron M.J., Zierath J.R., 72, 470-475. Houseknecht K.L. (2001). Isomer specific antidiabetic properties of 37. Madron M.S., Peterson D.G., Dwyer D.A., Corl B.A., Baumgard L.H., conjugated linoleic acid. Improved glucose tolerance, skeletal muscle Beerman D.H., Bauman D.E. (2002). Effect of extruded full-fat soy- insulin action, and Ucp-2 gene expression. Diabet. 50, 1149-1157. beans on conjugated linoleic acid content of intramuscular, intermu- 51. Sanz Sampelayo M.R., Perez L., Martin Alonso J.J., Amigo L., Boza J. scular and subcutaneous fat in beef steers. J. Anim. Sci. 80, 1135-1143. (2002). Effects of concentrates with different contents of protected fat 38. Mansbridge R.J., Blake J.S. (1997). Nutritional factors affecting the fatty rich in PUFA’s on the performance lactating Granadina goats. Part II. acid composition of bovine milk. Br. J. Nutr. 78 (S1), 37-47. Milk production and composition. Small Rumin. Res. 43, 141-148. 39. Masson P.L., Heremans J.F. (1971). Lactoferrin in milk of different spe- 52. Schambacher F.L., Talhouk R.S., Murray F.A. (1997). Biology and ori- cies. Comp. Biochem. Physiol. B 39, 119-129. gin of bioactive peptides in milk. Liv. Prod. Sci. 50, 105-123. 40. Morand-Fehr P., Fedele V., Decandia M., Le Frileux Y. (2007). Influen- 53. Secchiari P., Mele M., Serra A. (2007). L’acido linoleico coniugato nella ce of farming and feeding systems on composition and quality of goat carne e nel latte di ruminanti: principali fattori di variazione genetici and sheep milk. Small Rumin. Res. 68, 20-34. ed alimentari. Progress in Nutrition, Vol. 9, 108-123. 41. Mozzon M., Boselli E., Strabbioli R., Frega N.G. (2003). Acidi grassi di 54. Soryal K.A., Zeng S.S., Min B.R., Hart S.P.,Beyene F.A. (2004). Effect of particolare interesse nutrizionale (ω3, trans e CLA) nel latte di ovini. feeding systems on composition of goat milk and yield of Domiati Progr. Nutr. 2, 197. cheese. Small Rumin. Res. 54, 121-129. 42. Nagao K., Yanagita T. (2005). Conjugated fatty acids in food and their 55. SPSS (2009). SPSS for Window, vers. 10.0.7. SPSS Inc., Chicago, IL (USA). health benefits. J. Biosci. Bioengi. 100 (2), 152-157. 56. Talpur F.N., Bhanger M.I., Khooharo A.A., Zuhra Memon G. (2008). 43. Noè L., D’Angelo A., Gaviraghi A. (2004). Alpeggio di gregge caprino: os- Seasonal variation in fatty acid composition of milk from ruminants servazioni sul profilo metabolico. In: Quaderni SoZooAlp. Il sistema delle reared under the traditional feeding system of Sindh, Pakistan. Liv. Sci. malghe alpine: aspetti agro-zootecnici, paesaggistici e turistici (1), 190-194. 118, 166-172. 44. Pierce A., Legrand D. (2009). Advances in lactoferrin research. Biochi- 57. Todaro M., Scatessa M.L., Giaccone P. (2005). Multivariate factor analy- mie, 91, 1-2. sis of Girgentana goat milk composition. Ital. J. Anim. Sci. 4, 403-410. 45. Pietrolà E., Pilla F., Maiorano G., Matassino D. (2006). Morphological 58. Tsiplakou E., Mountzouris K.C., Zervas G. (2006). Concentration of traits, reproductive and productive performances of Casertana pigs conjugated linoleic acid in grazing sheep and goat milk fat. Liv. Sci. 103, reared outdoors. Ital. J. Anim. Sci. vol. 5, 139-146. 74-84. 46. Pilla F., Pietrolà E., Bevilacqua C., Veltri C. (1998). Un tipo genetico au- 59. Wakabayashi H., Yamauchi K., Takase M. (2006). Lactoferrin research, toctono del Molise: la capra di Montefalcone. IV Congr. Naz. Biodiversità: technology and applications. Intern. Dairy J. 16, 1241-1251. germoplasma animale e sua valorizzazione. Alghero 8-11 settembre, 1998. 60. Zervas N., Hadjigeorgiou I., Zabeli G., Koutsotolis K., Tziala C. (1999). 47. Prandini A., Conti F., Piva G. (2003). Livelli di acido linoleico coniuga- Comparison of grazing - with an indoor - system of lamb fatting in to in formaggi italiani ed esteri. Progr. Nutr. vol. 5, n. 2, 17. Greece. Liv. Prod. Sci. 61, 245.

Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Patologia e Sanità animale Richiesta collaborazione scientifica

Si richiede collaborazione scientifica ad ippiatri operanti preferibilmente nelle regioni del centro-sud Italia nell’ambito di un progetto di ricerca relativo allo studio dei mec- canismi eziopatogenetici alla base del sarcoide equino. Tale collaborazione consiste nella segnalazione di casi al fine di prelevare campioni di sarcoide per effettuare la diagnosi istopatologica che non avrà costi né per il proprie- tario né per il Medico Veterinario curante. Si intende che la partecipazioe implica la citazione in eventuali lavori scientifici. Infine, la collaborazione scientifica potrà svolgersi secondo ulteriori modalità da concordare.

Per contatti e dettagli: Prof. Giuseppe Borzacchiello Dipartimento di Patologia e Sanità animale - Facoltà di Medicina Veterinaria Università degli Studi di Napoli Federico II - Via F. Delpino, 1 - 80137 Napoli Tel. 081 2536467 - Cell. 338 3626344 e-mail: [email protected]