Roma, Trasporti, Campidoglio Alla Prova Dei Fatti: Si Votano Le Mozioni Per La Giardinetti E Lido
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Roma, trasporti, Campidoglio alla prova dei fatti: si votano le mozioni per la Giardinetti e Lido ROMA – Da oggi pomeriggio fino a giovedì prossimo, l’Assemblea Capitolina è chiamata a esprimersi anche in merito alle mozioni incentrate sui trasporti pubblici, presentate dalle opposizioni. Tre i provvedimenti calendarizzati,due riguardano la riapertura della tratta ferroviaria Centocelle-Giardinetti (e il ritorno dell’unilinea 105)sulla Casilina, la terza prevede il potenziamento del servizio del mare, in X Municipio, e il rafforzamento «del presidio fisso del personale dell’azienda di trasporto presso la Ferrovia – Roma Lido» nella Stazione Cristoforo Colombo. IL VIDEO SERVIZIO TRASMESSO A OFFICINA STAMPA DEL 28/05/2020 La prima ad essere discussa, secondo l’ordine dei lavori stabiliti nella riunione dei capigruppo di venerdì scorso, è la mozione n. 220/2020, «impegno, per la Sindaca e la Giunta, a porre in essere ogni iniziativa con Atac SpA e la Regione Lazio al fine di riattivare la tratta Centocelle-Giardinetti della ferrovia Roma-Giardinetti». Nell’attesa dell’inizio dei lavori di conversione in tranvia e prolungamento, almeno tre anni, finanziati dal MIT con 213 milioni di euro. «Voglio sperare che non manchi il voto favorevole della maggioranza», dichiara la proponente Svetlana Celli, capogruppo della Lista Civica RTR, «che a parole si è detta disponibile». La stoccata, indiretta, è rivolta al collega M5SEnrico Stefàno, Presidente della commissione mobilità. Il quale, nella puntata di giovedì scorso di Buongiorno Regione, nota trasmissione di Raitre, ha dichiarato di voler intraprendere al riguardo un nuovo dialogo con la Regione. «Anch’essa disponibile», ha fatto notare in quella stessa circostanza Andrea Ricci dell’Osservatorio Regionale sui Trasporti, parte integrante del Coordinamento Roma-Giardinetti. Insieme a Legambiente Lazio: «Ben venga ogni nuovo progetto di ferrovie, metropolitane e tram» sono state le parole del Presidente Roberto Scacchi, «ogni soldo speso per la cura del ferro a Roma è importante, nel frattempo però, dato che questi progetti vedranno la luce tra qualche anno, dobbiamo ottimizzare quello che abbiamo. Il Comune deve assumersi la responsabilità di formulare un atto concreto per riportare il treno a Giardinetti». «La cura del ferro è fondamentale per valorizzare i quartieri periferici e per risarcire le discontinuità spaziali e ridurre le diseguaglianze sociali rispetto al centro della città», rincara Fabio Brandoni, Presidente del Circolo Legambiente “Si può fare” delMunicipio V, «invito, per questo, l’Amministrazione Comunale tutta ad ascoltare la richiesta dei tanti cittadini e delle associazioni che vivono questo territorio, che non si aspettano altro di veder attuare quelle politiche per la sostenibilità delle quali tanto si parla in questi tempi e che rischiano di rimanere solo dei proclami elettorali». Da un lato la pressione delle associazioni e degli abitanti del Municipio VI, «territorio che ha fame di trasporti», ricorda l’associazione TraspoprtiAmo, dall’altra il lasciapassare della Regione e la necessità di garantire il distanziamento fisico sui mezzi di trasporto. «Necessario dopo la pandemia», aggiunge la consigliera Celli, «tanto più che la riattivazione consentirebbe un collegamento diretto con Termini senza scambio a San Giovanni dove si sono registrati picchi di assembramento». In mezzo la maggioranza Capitolina che, al netto della levata di scudi, deve far capire quali sono le sue vere intenzioni. L’approvazione di questa e della successiva e analoga mozione del PD (a firma dei consiglieri Pelonzi, Piccolo, Zannola e Baglio), col la quale chiedono inoltre la riattivazione dell’unilinea Atac n.105 Termini-Grotte Celoni, «unificandola con la attuale linea 106», potrebbe essere considerata una buona partenza. Sempre se la compagine amministrativa vuole davvero il dialogo istituzionale e arrivare alla riapertura della Centocelle-Giardinetti. Tre chilometri di ferrovia, abbandonati, mentre la Metro C e la Casilina scoppiano. Dai trasporti del VI Municipio a quelli del X, il passo è breve. L’ultima mozione di merito, la numero 236/2020, sempre del PD, impegna nello specifico l’Amministrazione a predisporre: «un potenziamento maggiore in questa fase ancora emergenziale delle linee Mare del Tpl rispetto agli anni passati, perché sia evitato il sovraffollamento nelle vetture garantendo così l’accesso e la fruizione delle spiagge nella massima sicurezza», «il rafforzamento del presidio fisso del personale dell’azienda di trasporto presso la Ferrovia – Roma Lido (Stazione Cristoforo Colombo), al fine di garantire in modo migliore il contingentamento degli accessi e la gestione dei flussi nella stazione» e «un piano di sicurezza che preveda la presenza della Protezione Civile e delle Forze dell’Ordine al fianco della Polizia Locale per garantire l’efficacia, anche in condizioni di eccessivo afflusso di viaggiatori, del rispetto delle normative di distanziamento per l’accesso ai bus, a tutela dei viaggiatori degli operatori del trasporto pubblico locale». In considerazione al fatto che «la gestione dei flussi», recita il documento, «nel caso specifico delle Ferrovie Roma Lido e Roma-Viterbo, è stata affidata agli Operatori di Stazione/Gestione della Struttura Stazioni, con ulteriori precisi compiti svolti da una task force composta dal personale di verifica. Tali compiti prevedono il contingentamento anche a bordo dei mezzi, separazione dei flussi di entrata e di uscita e rispetto delle regole comportamentali da parte dell’utenza. E che «nella struttura della stazione Colombo sono già presenti locali dedicati e pronti ad accogliere il personale». In previsione di un «numero maggiore di cittadini, rispetto agli scorsi anni» che «sceglierà di trascorrere le proprie vacanze sul litorale laziale» e nelle spiagge «di Ostia, Castel Porziano e Capocotta». Roma-Giardinetti, primo via libera del MIT. La Regione disponibile alla riattivazione Come preannunciato dal sottosegretario ai Trasporti Salvatore Margiotta, il decreto per l’assegnazione dei fondi al progetto di conversione in tramvia e prolungamento dellaRoma- Giardinetti è in dirittura d’arrivo. Giovedì, 21 maggio, l’intesa nella seduta della Conferenza unificata Stato- Regione, presieduta da Francesco Boccia, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. «Intesa, ai sensi dell’articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, sullo schema di decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e della Sentenza della Corte Costituzionale 7 marzo 2018, n. 74», recita il report pubblicato ieri, «recante il riparto delle risorse di cui all’art. 1, comma 1072, della Legge 27 dicembre 2017, n. 205, ed utilizzo delle risorse del Fondo di cui all’art. 1, comma 95, della Legge n. 145/2018 destinate al trasporto rapido di massa: assegnazione contributo per la realizzazione dell’intervento “Linea Termini-Giardinetti-Tor Vergata (linea tramviaria) – Soluzione a scartamento ordinario». «La ferrovia Termini-Giardinetti diventerà una vera e propria tranvia veloce: la nuova linea G. Ed arriverà fino a Tor Vergata. Ok da MIT e Conferenza unificata al finanziamento: oltre 213 milioni per realizzare nostro progetto», sono le entusiaste parole della Sindaca Virginia Raggi. «È un impegno costante fin dal nostro insediamento, qualcuno distrugge, altri ricostruiscono», chiosa Enrico Stefàno, Presidente della Commissione Mobilità, «un’opera che, come ho avuto già modo di affermare, sarà strategica, in quanto abbiamo previsto da una parte l’arrivo alla Stazione Termini e dall’altra il prolungamento verso l’università di Tor Vergata, il Policlinico, l’Agenzia Spaziale Italiana, in una prima fase e, successivamente, verso la Banca d’Italia e l’uscita della A1 Torrenova, garantendo così un collegamento efficace tra il Policlinico Casilino e il Policlinico Tor Vergata, a vantaggio di lavoratori, studenti e utenti degli ospedali». Ma ci pensa Eugenio Patanè, Presidente della Commissione Trasporti alla Regione Lazio, a raffreddare gli animi e far tornare alla realtà la maggioranza pentastellata. «Circa due anni fa, appena insediata, l’Amministrazione di Roma Capitale ci chiese», sono state le sue parole al meeting sulla linea organizzato dal Pd, «di trasferire al Comune la proprietà della ferrovia. Non avevamo grossi problemi in merito, ma dicemmo all’allora Assessora Meleo di farci capire quali fossero le loro intenzioni, quali gli obiettivi prefissati. L’assessore Mauro Alessandri inviò a tal proposito una lettera ma non arrivò mai una risposta». La ricostruzione dell’esponente della Pisana prosegue, e non mancano le incongruenze e i colpi di scena: «Soltanto questa mattina [lunedì 18 maggio, ndr] l’assessore Calabrese ha scritto ad Alessandri, dicendogli di incontrarci per condividere con voi, la Regione Lazio, il progetto di riqualificazione e portarlo all’attenzione del Ministero. Ora», rimbecca Patanè, «l’assessore risponderà, è ovviamente disponibile al qualsiasi confronto, ma nel frattempo è bene dire che le notizie pervenuta dal Comune sono state ufficiose, nulla di ufficiale. Cioè, hanno progettato una cosa che è di proprietà di qualcun altro: è un procedimento bislacco, concordato con chi non si sa, ma certo in assenza della Regione Lazio, tecnicamente proprietaria dell’infrastruttura. Parlano di metro G, ma in realtà si tratta di una semplice tramvia. La cosa certa di questa importante opera è che noi non abbiamo saputo nulla per un anno e mezzo. Abbiamo avuto un buco comunicativo con il Comune, abbiamo ricevuto notizie soltanto