ISSN 2280-8817

GALLERISTI IN FUGA CHELSEA È MORTA? CON PIO MONTI A TU PER TU CON CHI È EMIGRATO C’È CHI DICE NO DE DOMINICIS E ALTRE STORIE MENSILE - POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN A.P. 70% - ROMA - COPIA EURO 0,001 - COPIA 70% - ROMA A.P. SPED. IN S.P.A. MENSILE - POSTE ITALIANE

IN RICORDO DI PAOLO ROSA FOCUS VERONA: PARLANO BIENNALI TOUR ISRAELE E MESSICO TESTIMONIANZE D’AUTORE FASOL - BARBERO - BRUCIATI QUATTRO CITTÀ E QUATTRO INTERVISTE REPORTAGE IN PAROLE E IMMAGINI

anno iii numero 15 settembre-ottobre 2013

n anni di risorse carenti e calanti sarebbe innanzitutto buona norma, ancor prima di lamentarsi per i pochi quattrini e le scarse opportunità, mettere a frutto nella maniera più efficace e soprattutto più efficiente il poco che si ha. Strategico, in questo senso, poiché ottimizza per definizione, è saper utilizzare le reti, saper tirar fuori il potenziale dai network. Sia creandone di nuovi, sia attivando al meglio quelli esistenti. Tra i network esistenti e già a disposizione della nostra produzione culturale e artistica viene naturale pensare agli Istituti Italiani di Cultura. Piccole escrescenze di apparato, pseudo-parcheggi per politici in disarmo con l’imprimatur della chiara fama, stanno in realtà, in maniera disomogenea e senza neanche rendersene conto, svecchiando il proprio ruolo e, tra le altre cose, aprendosi all’arte

tonelli contemporanea. Ovviamente non accade in tutte le decine di sedi di questa “istituzione a rete” del Ministero degli Affari Esteri, tuttavia accade. Accade ad esempio a Parigi, accade a Madrid e a Istanbul con ormai abitudine e continuità. In questo numero del giornale parliamo di New York e accadrà prossimamente a Seoul. Tutto - questa è una specialità italiana - demandato alla capacità, massimiliano alla volontà, allo spirito di servizio e ai gusti dei singoli. Insomma: se c’è un bravo direttore si fanno le cose e si fanno bene, si promuove la cultura italiana in territori e capitali importanti, si produce cultura ex novo, si intessono rapporti con altre rappresentanze internazionali, si danno opportunità a chi le merita. Se invece il direttore non ha voglia o è appassionato di numismatica, ci si occupa solo di numismatica, con tutto il rispetto per la numismatica, ma con scarso ritorno degli investimenti e dei costi vivi che lo Stato profonde. Ed è un peccato tanto più evidente quanto più emergono Istituti che invece fanno il loro lavoro con costrutto. Peraltro i vantaggi di avere questo formidabile network al servizio del Paese sono più che evidenti. Organizzare mostre di artisti italiani all’estero “serven- dosi” del supporto degli Istituti significa abbattere i costi di location, significa abbattere i costi di ospitalità e dunque, se l’artista può vivere sul luogo dove esporrà per qualche tempo, probabilmente abbattere anche i costi di trasporto, perché le opere possono essere realizzate direttamente in loco. Significa poi poter beneficiare di spazi che non di rado sono autentici gioielli nelle rispettive città. Il palazzo su calle Mayor a Madrid, lo spazio nel quartiere di Pera a Istanbul col sorprendente teatro interno, per non dire di Parigi, di New York e di molti altri, posizionati sistematicamente in zone allettantissime. Resta il fatto che il primo obiettivo degli artisti italiani deve essere quello di farsi invitare, da soli e con le proprie forze, in mostre all’estero così da potersi confrontare su un piano internazionale. Tuttavia un network di spazi espositivi qualificati, con contenuti sempre e costantemente all’altezza, con una squadra di curatori a garanzia e con costi estremamente contenuti e facilmente (e auspi- cabilmente) affrontabili da privati (anche galleristi, perché no?) o da associazioni, potrebbe davvero aiutare. Ma un network funziona in maniera evoluta e intelligente quando - dovendo produrre cultura e conte- nuti - ha un coordinamento a cappello. Magari leggero, magari lieve, magari poco vincolante e scevro di lacci, paletti e burocrazie, ma comunque un coordinamento. Dunque, in concreto, cosa si propone? Si propone di creare in seno al Ministero degli Esteri (ma con una partecipazione, pesante, del Ministero della Cultura) un organismo snello che selezioni e vagli le stagioni di mostre (non più di due o tre all’anno per ogni sede) che gli Istituti Italiani di Cultura proporranno nelle loro sedi. Il tutto dedicato a una parte degli Istituti, non a tutti. A una prima selezione sperimentale di sedi che inizi a testare la possibilità di avere un direzione artistica, una grafica coordinata, una comunica- zione integrata (ufficio stampa, sito, social network, app), un obiettivo condiviso: promuovere per davvero l’arte italiana all’estero con la forza di un network che non è da tutti avere, che molti Paesi anche più avanzati del nostro ci invidiano e che, anche stavolta, non sfruttiamo come potremmo.

4 EDITORIALE a una dozzina d’anni lavoro per una casa editrice di Roma: prima come redattrice, poi anche come editor e ora come direttore editoriale. Sebbene non conosca né frequenti il mondo dell’arte in senso stretto, la mia professione si svolge all’interno della cosiddetta “industria culturale”: un complesso di attività che comprende non solo la produzione di materiali culturali ma anche la loro diffusione, comunicazione, valutazione; un ambito in cui la letteratura e l’editoria convivono con testa la musica e le arti visive, ma anche con l’organizzazione di eventi e il giornalismo. Riflettendo sulle dinamiche di questo vasto settore, un fenomeno che negli ultimi anni mi sembra evidente è quello del sostituirsi della forza della personalità alla forza martina della competenza. Un ventennio di berlusconismo, televisivo e non, ha eroso alla base l’idea che lo studio, l’acquisizione di sapere, il possesso di un bagaglio di tecniche specifiche e di strumenti critici siano necessari per farsi strada professionalmente. Il biglietto da visita è diventato quello del carattere: simpatia, spigliatezza, voglia di fare; sensibilità, originalità, passione; capacità di farsi notare. Questo tipo di mentalità anti-intellettuale, la mentalità per cui chi “sa” è un pedante da sbeffeggiare, o un elitario da guardare con sospetto, ha trovato terreno fertile nella democrazia telematica da blog e da social network. Il preoccupante risultato è che, oggi, chiunque scriva si sente scrittore, chiunque faccia musica si sente musicista, chiunque abbia un’opinione su un libro si sente critico letterario, chiunque scatti una foto si sente fotografo. E spesso si ritiene che la passione per la lettura basti di per sé a dare accesso a una vita professionale nell’editoria. Non molti sembrano consapevoli del fatto che per lavorare nella redazione di una casa editrice è utile saper scrivere senza errori in un paio di lingue straniere, o saper usare uno scanner, o saper creare un file .epub, o conoscere il linguaggio HTML o anche solo la regola per la formazione del plurale dei sostantivi in –cia e –gia. (E il fatto che gran parte delle case editrici esternalizzino sempre più il lavoro, rinunciando a formare il proprio personale interno, non contribuisce certo a innalzare il livello di competenza generale nel settore.) Non fatico a immaginare che esista un corrispettivo di questa situazione nel mondo artistico: sempre più l’idea che arriva ai profani come me è che l’arte, specie quella contemporanea, vada sottratta a obsoleti para- metri tecnici o critici e fruita in maniera immediata, soggettiva; e che farla, capirla, parlarne, sia questione di sensibilità e di passione più che di competenza. Ritenere la letteratura e l’arte – nonché il fare libri, e il curare mostre – questione di sentire più che di sapere fa gioco a chi vuole ridurle a passatempo o a puro mercato, e privarle di valore conoscitivo, critico e, in definitiva, politico. Se in nome di un generico rifiuto della “casta” (la casta dei critici, la casta dell’“editoria tradizionale” ecc.) la cultura si pensa fatta solo di gusto, estro creativo, intraprendenza personale, e non più di abilità tecnica, di patrimonio cognitivo condiviso da accrescere e trasmettere, la si condanna all’irrilevanza. Proprio come, nella vita politica, la progressiva sostituzione della personalità alla competenza e l’idea che voler fare equivalga tout court a saper fare hanno portato agli esiti desolanti degli ultimi mesi. Quan- do cominceremo a invertire questa tendenza?

Direttore editoriale di Minimum Fax

L’ALTRO EDITORIALE 5 UN DECRETO LACUNOSO LA CULTURA NON BASTA QUALE CAPITALE?

C’è il Decreto Bray. Il titolo attri- ’eravamo convinti che bastasse a competizione per la Capi- buitosi è Valore Cultura, quindi Cun nucleo sparuto di visionari, Ltale Europea della Cultura innesca aspettative. Il che è sempre artisti, creativi, musicisti… insom- 2019 sta entrando nel vivo, e non rischioso, soprattutto nella nostra ma, quelli che la Comunità Euro- soltanto perché si è concluso il Italia lamentosa per formazione e pea definisce “classe creativa”, per lavoro di preparazione dei dossier necessità. Già il fatto che ci sia è cambiare le sorti di una città, di un da parte dei candidati, che stando luigi sacco un bel segnale, ma vorrei concen- quartiere. Le pratiche e le teorie di alle prime stime potrebbe segnare trarmi sul metodo. Il decreto toc- Richard Florida e della sua creative il record assoluto di partecipanti, pier severino ca tanti settori della cultura, ma class ci avevano sedotto. Sembra- ma anche perché i me- fabio manifesta il solito limite dei deci- va bastasse un museo, un teatro o dia nazionali e locali sion maker: si preoccupa solo dell’offerta una via di gallerie per riprendere danno al tema un risal- e mai della domanda. Si pensa quartieri difficili, aree da riattivare, to sempre maggiore. solo all’offerta istituzionale, seganfreddo E come sempre

cristiano paesini in disuso o province dimen- a migliorarne l’efficienza, ticate. E così tutti a ricordare e con- accade in questi a renderla trasparente, vincere assessori e affini che “un festival casi, l’attenzione me- a liberarne (con le rilancia una città, che la ricaduta e blabla- diatica produce un feno- donazioni) le ri- bla, che se fai uno spettacolo, meno che ben noto: invece sorse. Tutto am- un’installazione, allora l’e- di discutere sul merito e sulla mirevole, ma in Italia conomia della città…”. sostanza, si punta tutto sul sensazionali- la maggior parte dei pro- E così sono nati smo della competizione. Che si traduce duttori di cultura sono pri- mille progetti, ovviamente nell’ampio risalto dato a chi, vati. Non parlo di quel privato grandi e picco- senza magari aver mai visto un dossier di che è sul mercato per modo di dire (pro- li, diffusi ovun- candidatura o meglio ancora senza sapere duzione cinematografica e lirica soprav- que e su scale impro- bene nemmeno a quali domande devo- vivono e hanno prosperato con le risorse babili. Molti bellissimi, no rispondere le città candidate, discetta pubbliche, non certo per una domanda ma incapaci di sopravvivere di favoriti, o addirittura ha già in tasca il consistente e selettiva). La disattenzione a loro stessi, perché mancano nome del vincitore. Basterebbe guardare verso il privato vero si nota con l’assen- di una infrastruttura reale, economica, alla storia recente delle competizioni degli za nel decreto di interventi sull’editoria alla base. Non nel budget, magari, ma nel- altri Paesi per capire che non è mai sag- e sul mercato dell’arte. Quest’ultimo in la struttura territoriale, nella massa critica. gio parlare di favoriti, e soprattutto che particolare vale oltre 300 milioni di euro la giuria decide sulla base di parametri Abbiamo demandato alla maniglia il ruo- l’anno, ma è in progressivo declino. Mi- che sono ben lontani dal senso comune. lo di finestra. Torna utile leggere La nuova gliaia di imprese, molte delle quali stanno La Capitale Europea della Cultura è una geografia del lavoro del giovane cervello in chiudendo. Per Sotheby’s e Christie’s l’Ita- competizione molto tecnica, e il suo sco- fuga Enrico Moretti. Un’analisi acuta e lia non è più una priorità: mancano i ven- po principale è incoraggiare le città a uno con numeri alla mano, che ribalta le faci- ditori e non arrivano i compratori. Colpa sforzo strategico di lungo termine sulla lonerie e le illusioni creative. Abbiamo po- non è della crisi ma di una legislazione cultura come leva di sviluppo. Uno sforzo chi, o meglio frammentati e non connes- (Dlgs 42/2004) che obbliga chiunque che sarebbe impossibile o velleitario con si, “spillover del sapere”, ovvero centri di desideri vendere opere di autore non più gli strumenti tradizionali delle politiche diffusione della conoscenza, determinanti vivente e la cui esecuzione risalga a oltre culturali. Ma questa occasione, per mol- per il capitale umano. Creatività e istru- cinquanta anni ad avere l’autorizzazione ti versi irripetibile per demolire una volta zione saranno le variabili su cui si giocherà del MiBAC, che ne deve valutare “l’inte- per tutte lo stupidario italiano sul rap- resse culturale”. Vi potete immaginare cosa il futuro. Facile a dirsi. Ma le città, come porto tra cultura e sviluppo economico, includa (o nasconda) tale connotazione e il Paese, ce la faranno solo se i numeri dei la concezione “petrolifera” della cultura, la discrezionalità dei funzionari pubblici, fatturati e del sistema economico, se anco- tanto fumosa e velleitaria quanto diffu- distribuiti nei 18 uffici territoriali? Cosa ra ci sarà, sapranno incrociare e investire sa, per portare l’attenzione sulle temati- comporta questo? Che chi ha bisogno di sulla necessità di costruire luoghi e città che della partecipazione culturale attiva, vendere magari non ci riesce, altri si de- generatrici di idee e possibilità, di incroci dell’imprenditoria culturale giovanile, del motivano e neanche ci provano, altri lo e incontri inaspettati. Ci vuole un sistema rapporto tra cultura e nuovo welfare, e su fanno attraverso vie illegali. Basterebbero economico per far procedere e alimenta- altri temi tanto importanti quanto trascu- soglie di valore (come avviene nelle diret- re culturalmente un luogo. Se quello non rati dai nostri media, mi sembra sia stata tive europee) o esentare ciò che già è pre- c’è, non c’è l’uovo. Anche se ci sono mi- invece sostanzialmente sprecata. Invece di sente nelle collezioni pubbliche, o quan- gliaia di artisti o produttori culturali. Vedi parlare di una possibile agenda della poli- tomeno qualificare meglio il significato di il caso macroscopico di Berlino, che non tica culturale futura, si fa la conta a chi ha “interesse culturale”. Il mercato continua parte mai malgrado il doping finanziario i monumenti più belli o i testimonial più a calare, la casa d’aste Finarte è fallita un degli ultimi vent’anni che ci ha messo 100 famosi. Se ne dovrebbe dedurre che il no- paio d’anni fa, le sedi romane delle mul- miliardi. Solo se la capacità produttiva stro Paese ha una concezione “petrolifera” tinazionali per ora si ridimensionano, un saprà produrre un pensiero “politico” per della cultura perché è quella che davvero domani non è detto che non chiudano, il reinventare i luoghi riusciremo a rigenera- rispecchia il sentire diffuso? Io voglio cre- turismo culturale dovuto alle aste è quasi re e attrarre il capitale umano. Che altri- dere di no, e spero che ci saranno progetti assente. Mentre tanta arte italiana, deside- menti fuggirà. che permettano di costruire concreti la- rata altrove nel mondo, rimane nella pol- boratori di sviluppo locale che ragionano vere del nostro disinteresse. direttore del progetto marzotto nella direzione opposta. e di fuoribiennale direttore dell’osservatorio docente di economia della cultura docente di estetica in design sulla cultura università iulm di milano della moda - politecnico di milano università la sapienza e swg

6 COLUMNIST LO SPETTATORE (AP)PAGATO S.E.A. OF ARTS L’ALBA RELAZIONALE

illes Deleuze ricorda che, a un o scorso febbraio, di ritorno “ ieni più vicino, fa che ti veda, Gcongresso di psicoanalisi, Fe- Lda un viaggio a e Vstiamo per creare insieme la lix Guattari propose che anche gli Seoul, ho avuto una premoni- prima frase collaborativa del mon- analizzati venissero pagati. La que- zione. O almeno così pensavo in do”. Questo l’incipit del lavoro stione era rompere con una conce- quel momento. Se l’Asia del Sud di Douglas Davis che ha segnato zione che associava l’idea di servizio Pacifico si qualifica come una l’inizio della sperimentazione del o di lavoro solo a colui che dirige zona di vigorosa crescita econo- taiuti Whitney Museum verso la Net

la relazione. Si trattava di allargare mica, come non attendersi una lorenzo Art (il lavoro è del 1994) e la con- premoli faletra la nozione di “divisione sociale del altrettanto vigorosa crescita arti- nessione della ricerca concettuale ai nuovi aldo marcello lavoro” anche alla sfera che non le è stica? Ho proposto allora a Elai- media. Davis è stato uno degli sperimen- direttamente associata. Senza i pazienti la ne W. Ng, direttrice di Art tatori radicali della tematica relazionale: psicoanalisi non si effettua, non “produce” AsianPacific a , suo il famoso lavoro sul dialogo fra artista guarigione. Anche Godard - ricorda anco- di preparare per il pros- e fruitore attraverso la televisione, dove si ra Deleuze - fece un’affermazione analoga: simo numero del cerca di re-immaginare il rapporto elettro- perché non pagare chi guarda la televisio- magazine che nico fra l’interno e l’esterno dello scher- ne? D’altra parte, è attraverso essa che la dirigo (TAR10 mo in fittizia e irreale intimità e contatto. pubblicità buca il desiderio annettendose- è in uscita a otto- Douglas Davis ripropone la stessa strate- lo ed estorce il consumo allo spettatore. bre) una selezione dei gia con la Rete, affrontando la distanza Non è la stessa cosa per l’arte? migliori artisti di quest’a- tecnologica e trasformandola Dal momento che ha perso rea complessa di cui fanno in coinvolgimento, sharing e la sua funzione simbolica parte il Vietnam e l’Australia, e poi Corea, opera collettiva. L’idea del e religiosa, e poiché il Cambogia, Malesia, Tailandia, Singapore, work in progress e del- suo ruolo impli- Birmania, Filippine, Laos e Brunei. Un’a- la partecipazione è ca quello dello rea in forte evoluzione socio-politica: dal apparsa a Davis spettatore (eman- 2015 - fatta esclusione per l’Australia e la un passo ulteriore cipato), perché non pa- Corea - destinata a divenire, con il trattato nel processo di supera- garlo? Guardare è un’attivi- ASAEN, una sola economia integrata. Il mento della separazione fra tà socialmente rilevante, nella risultato della mia “premonizione” è stato arte e pubblico e fra “people misura in cui l’occhio è costantemente straordinario: i nove artisti selezionati da and media”. La Rete si propone sollecitato. Perché solo l’artista deve esse- Elaine (Apichatpong Weerasethakul, Le- all’inizio come l’ideale strumento per co- re riconosciuto (anche economicamente) ang Seckon, Heman Chong, Fx Harsono, municare “peer to peer”. Il lavoro, bloc- con la sua opera da esporre, da sottoporre Sopheap Pich, Alfredo e Isabel Aquilizan, cato alcuni anni dopo dall’obsolescenza allo sguardo dello spettatore, e non rico- Dinh Q. Le, Genevieve Chua, Pornsak dei software, è stato “restaurato” di recen- noscere anche i diritti di quest’ultimo? Il Sakdaenprai) si allineano sul magazine te dal settore Media del Whitney. Felice punto è che la nozione di “forza lavoro” è in una galleria di grande impatto visivo. evento che apre alcune problematiche: 1. vittima del realismo della produzione in Sul fatto che sia stata una premonizione, l’obsolescenza e il ricambio dei software un mondo in cui l’oggetto della produzio- però, ho dovuto ricredermi. Lo scorso corrisponde non solo (o non più) all’irre- ne è sempre più vaporizzato e la funzione marzo a Manhattan in pochi chilometri frenabile spinta dello sviluppo telematico, dell’occhio diviene una delle forze pro- mi sono imbattuto in una personale di ma anche e soprattutto a logiche di consu- duttive della circolazione delle immagini, Apichatpong al Met mentre il Gugghen- mo. Comprare un software o un hardware le quali fanno sì che l’artista e il sistema heim esibiva senza pudore un’operazione significa comprare ogni stagione un capo che lo sostiene possano ancora capitalizza- di shopping condotta in quest’area grazie di Prada sempre uguale ma con sottili dif- re il ruolo dello spettatore, sfruttandone la al supporto della banca svizzera UBS. Un ferenze. A quando la possibilità di proiet- funzione. Anziché riconoscere in esso un vero e proprio piano quinquennale de- tare nel tempo dei lavori condannati alla attore insostituibile per la vita delle imma- nominato MAP Global Art Initiative per fragilità? 2. Cosa è diventato il progetto gini, lo si relega al ruolo passivo di consu- acquisire opere provenienti da sud-ovest whitmaniano di Davis? Ha praticamente matore di feticci culturali. Lo spettatore asiatico, Sudamerica e Nordafrica. Un fondato il blog con le sue irrefrenabili e è un lavoratore, inconsapevole di esserlo. meccanismo ben congeniato che prevede smisurate correnti di parole, idee, rumo- Partecipa dell’“intelligenza collettiva”: uno scouting guidato da curatori ospitati ri di fondo, esibizionismi, protagonismi, produce circolazione dell’immaginario in residenza per due anni. Mentre gli spazi manipolazioni, iterazioni, falsificazioni, come le griffe indossate dai corpi. Non è del corpo centrale del museo allineavano confessioni… Un’esplosione partecipativa forse l’audience che stabilisce la riuscita opere del movimento Gutai, l’esposizione che supera ogni apertura Fluxus o con- di una mostra? In fondo, l’offerta dell’ar- parallela No Country: Contemporary Art cettuale per far saltare bordi e confini fra tista è analoga a quella dello psicoanali- for South and Southeast Asia - organizzata ruoli e culture, linguaggi e comunicazio- sta: uno offre la relazione con l’inconscio, dal curatore indipendente di Singapore ni. Un Finnegan’s Wake impazzito. Lon- l’altro con l’immaginario. Ma, a differenza June Yap - ha raccolto le opere di 22 artisti tano nel tempo, il linguaggio utopico e dell’analista, l’artista allo spettatore chie- celebri e meno celebri, e al suo fianco era lirico dei Sixties risulta intrigante rispetto de un impegno. Pretende un lavoro dello allestita la mini-personale del vietnamita al “cinismo squisito” del linguaggio d’arte sguardo che è un “lavoro vivo”, come di- Danh Vo, vincitore nel 2012 del Gug- odierno. ceva Marx per gli operai delle fabbriche. ghenheim Hugo Boss Prize. Dimenticavo Da qui anche lo sfruttamento dello spet- poi quella dedicata alle delicate opere su critico di arte e media tatore quando non vi è nulla da vedere e carta dell’indiana Zarina Hashmi. Nes- docente di architettura da capire. suna premonizione dunque, piuttosto un università la sapienza di roma processo just in time. saggista e redattore di cyberzone

trend forecaster direttore di tar magazine

COLUMNIST 7 Toilet Paper, la Other Criteria di Maurizio I BACI PIÙ DOLCI DEL VINO. MALOBERTI E ZEGNA Cattelan. Ora arrivano le felpe d’artista

Parlaci del progetto e della performance per All’A- Gli mancano ancora i negozi monomarca, sul ge- perto? nere di Other Criteria, ma la ventilata “pensione” Si tratta, come sempre nei miei lavori, della crea- verso la quale annunciava di avviarsi Maurizio zione di un luogo, di un set pensato per innescare Cattelan assomiglia sempre più a una replica della azioni e costruire immagini. Si colloca in uno spazio strada percorsa da Damien Hirst. Almeno per quel pubblico di Trivero che era lasciato in disuso, una che riguarda la valorizzazione - anche, o forse pre- grande terrazza con campi da bocce, vicino alla pa- valentemente, economica - del proprio marchio. E lestra dove si usava organizzare balli e serate estive. lo strumento prescelto dall’artista padovano pare Ho voluto trasformare uno spazio abbandonato in un essere la rivista Toilet Paper, alla quale del resto ha giardino delle delizie, coinvolgendo gli abitanti del da tempo scelto di dedicarsi con tutte le sue forze. paese. Se Hirst tramite Other Criteria commercializza ogni genere di oggetto “griffato” da lui, dalle sedie a Ti sei già confrontato altre volte con l’idea di per- sdraio alle t-shirt alle chitarre, le ultime mosse lega- manenza in un luogo di dominio pubblico di un tuo te alla rivista co-ideata con Pierpaolo Ferrari indica- lavoro? no un trend non troppo dissimile. Prima la mossa È la prima volta che mi capita di pensare un lavoro dal grande ritorno mediatico dell’edizione speciale Dal 5 ottobre Marcello Maloberti è il quinto testimo- destinato alla permanenza, anche se si tratta sempre di Libération con tutte foto da Toilet Paper, con il ne di Fondazione Zegna All’Aperto, progetto di arte di un lavoro sulla forma in cambiamento. Il giardino coincidente annuncio dell’esposizione delle stesse pubblica presentato a Trivero, cuore d’origine del infatti è popolato da rose bianche, tigli, carpini, meli, foto alle finestre del parigino Palais de Tokyo. Ora marchio. Dopo la partecipazione in Biennale [nella lavande, tutte piante che con il tempo cresceranno e l’evento commerciale: una collezione di felpe fir- foto], l’artista si concentra sul suo primo intervento cambieranno l’aspetto del luogo. È un posto pensato mata Cattelan e TP e realizzata con MSGM, brand pubblico permanente. per chi vuole baciarsi. dello stilista Massimo Giorgetti, già disponibile Rete, men- Quali impressioni porti con te dopo questa Bien- Progetti futuri? tre nei negozi arriverà a nale? Ho appena portato un’edizione di Circus alla Bienna- partire da novembre. Ti posso raccontare il momento in cui ho visto ar- le di Salonicco: è un’opera nomade e itinerante che www.toiletpapermagazine.org rivare dal mare la chiatta che portava il masso di proseguo da alcuni anni come un Marcello in tour marmo. Si tratta di un grande informe che ho trovato sempre diverso. Circus è una lanterna magica, un a Carrara e all’improvviso l’ho visto leggero ed ele- ufo; la gente la vive, creando l’inaspettato, si espri- gante come se la materia pura non avesse colpa. Un me al meglio quando il pubblico diventa forma tra le Zaha Hadid si compra altro momento molto intenso è stato quando ho visto forme. Ci sarà poi una mostra a San Paolo in Brasile il Design Museum di arrivare in Padiglione tutti i miei studenti che avevo e una Marsiglia. Londra chiamato per realizzare la performance. Erano un battaglione che faceva spavento, pronti ad assediare GINEVRA BRIA È ufficiale: Zaha Hadid si l’opera e il pubblico: è stato molto bello condividere compra il Design Museum di con loro questa esperienza. www.fondazionezegna.org/allaperto Londra. Quello di Southbank, proprio vicino allo Shard. Quel- lo che è meno ufficiale, invece, è il prezzo d’acquisto dell’immobile: i rumors parlano di una cifra stimata intorno ai dieci milioni di sterline. Non esat- OPERA SEXY di FERRUCCIO GIROMINI tamente bruscolini per quello che fino alla metà degli Anni Ottanta era un deposito di banane e che diventerà, dopo 24 anni di onorata carriera come museo, il nuovo centro archivistico dello studio LUST Zaha Hadid Architects nonché spazio dedicato a mostre d’architettura. Bisognerà aspettare il 2015, Già a sei anni, copiando con le matite colorate il potente San anno in cui il museo si trasferirà ufficialmente nella Giorgio e il drago di Paolo Uccello, decise d’acchito che da sua nuova location, il Commonwealth Institute a grande avrebbe fatto l’artista. L’inglese Rupert Shrive, nato West London, in fase di riqualificazione per mano nel 1965 a West Runton e cresciuto nel Norfolk, dopo essersi di Sir John Pawson. Giulia Mura fatto espellere a 17 anni dalla scuola “normale” si è final- mente iscritto alla Norwich School of Art, poi al St. Martins www.zaha-hadid.com a Londra; ha aperto il suo primo studio a Soho, proprio sopra il Coach and Horses Pub, dove ha avuto modo di conoscere e frequentare Francis Bacon; e alla fine, dividendosi tra la Le mani di Fendi sul Colosseo quadrato. capitale britannica e quella francese, si è imposto interna- Affittato per quindici anni dal magnate zionalmente grazie all’invenzione di una pittura tutta sua, una della moda Arnault pittura che si fa scultura. Eccolo difatti dipingere ad acrilici su fogli di carta da pacchi, e ormai più frequentemente su Venti euro al metro quadro. A questa cifra, in zona, pvc, e poi accartocciare ad arte il tutto, in un inusuale pro- non viene via nemmeno un monolocale seminter- cesso di creazione e distruzione, o se volete di strutturazione rato, senza finestre e non ammobiliato, nello stabile e destrutturazione, che finisce per essere insieme iconico e più fatiscente. Fa sorridere, allora, leggere che il iconoclastico. Dalle piatte due dimensioni alle plastiche tre, l’effetto è quasi cubista: un concentrato prezzo da saldi di fine stagione capita a beneficio di marasma di più punti di vista per un’immagine da ricostruire mentalmente. quello che Forbes reputa il quarto uomo più ricco al I suoi soggetti sono in genere grandi ritratti femminili ravvicinati, volentieri colti in un momento di mondo. Scatena fastidi, però, scoprire come l’ope- intenso godimento: un’estasi invasiva che si legge lucente negli occhi chiusi, o persi in un vuoto al- razione coinvolga un ente pubblico (statale al 90%, trove, e nelle labbra semiaperte nell’incontrollabilità di un orgasmo vibrante. Non a caso uno dei suoi comunale per il restante 10): che mette in affitto un dichiarati soggetti ispiratori è la celeberrima Santa Teresa del Bernini, la più famosa estasi della storia bene della collettività senza pubblicare bandi, senza dell’arte, a cavallo indecifrabile tra il sacro piacere spirituale e il laico piacere corporale. A sottolineare andare a gara, senza quell’evidenza pubblica che ciò, Shrive ricorre ancora alla sperimentata iconografia santateresiana per rappresentare, nella sua avrebbe potuto richiamare altri investitori e magari imponente serie dei Sette Peccati Capitali, la Lussuria. generare maggiori profitti. Perché in questi casi due Tali opere viscerali sembrano così altrettanti reperti salvati in modi fortunosi da un gigantesco cestino sono le valutazioni da fare: la prima è sull’oppor- della carta straccia. Saltuariamente l’artista li combina anche con altro da sé: ora sbucanti stropic- tunità o meno di mettere in affitto un patrimonio ciati da uova di struzzo dischiuse, ora accostati a conchiglie marine, ora addirittura non più appesi al nazionale; la seconda è che, se si decide che è muro ma spuntanti dirompenti da dietro l’intonaco della parete, in un più estremo empito anelante di opportuno, allora deve essere chi offre di più a passare dal loro mondo nel nostro. E a riconferma della sistematica sensualità di fondo del suo proce- spuntarla. È dunque destinata a far discuterel’ope- dere espressivo, Shrive ha realizzato pure una significativa monumentale citazione anticoromana del razione conclusa dal magnate della moda Bernard Fallo alato pompeiano, cantata in versi e in prosa d’incandescente passione dalla spagnola Maximina Arnault, titolare del gruppo LVMH (con i brand Bescós: “Verga bella e dura / padrona dei miei giorni e delle mie notti / delle mie sere e delle mie matti- Bulgari, Fendi, Lou- ne… Guardala come cresce, come tende la testa per alzarsi fino alle stelle. E come palpita lussuriosa nel is Vuitton, DKNY riempirsi di sangue fino ad esplodere dentro lo stretto condotto che sbuca nelle viscere della femmina! (Oh e via dicendo), che mia succosa fichetta, apriti al tuo signore, alla lancia che sei nata per ricevere!)”. Un peccato vero, sigla un contratto di mortale! A fondante riprova di quanta lussuria può scatenare un artista abile tentatore. quindici anni e si inse- dia nei 12mila mq del www.rupertshrive.com Palazzo della Civiltà

8 NEWS UN ANNO CON SKY ARTE

sale, senza chiuderci in una nicchia. Per questo abbia- In che senso? mo lavorato molto sulle contaminazioni, sulla varietà dei Le immagini sono state tutte girate o sono di repertorio? contenuti, sulla mescolanza costante di alto e basso e su Se sono di repertorio, a chi appartengono? Le musiche un’immagine di brand contemporaneo; cerchiamo di es- sono commerciali o composte ad hoc? Se per un’opera che sere un canale vivo, attento al presente e al passato, ma dura un minuto e mezzo hai bisogno di un legale che chia- senza nostalgie. E non possiamo essere un canale di news, risca i diritti di ogni singolo fotogramma, diventa impos- non è il nostro obiettivo e non è il nostro compito: cerchia- sibile pensare a un programma settimanale. Avrei voluto mo di lavorare più in profondità. assolutamente trasmettere The Clock di Marclay sul canale, con una maratona completa di ventiquattro ore. Ma l’opera E ci riuscite? contiene clip da non so quanti film… avremmo dovuto chie- Nel momento in cui ci siamo messi a cercare contenuti dere i diritti a tutti. Invece stiamo lavorando con il nostro italiani, non ne abbiamo trovati molti, ancor meno in HD. dipartimento di CRS per realizzare delle “opere d’arte”, dei Per questo è stato importante cominciare a produrre da video d’artista nati appositamente per la tv. Il primo proget- subito e dare un tocco personale alla programmazione: nei to, realizzato in collaborazione con Care of, prevede la re- primi 10 mesi abbiamo realizzato 60 ore di programma- alizzazione di quattro opere video da parte di Zimmerfrei, zione, un numero considerevole. Con programmi e serie Yuri Ancarani, Francesco Bertocco e Giuseppe Fanizza. di cui siamo molto contenti: Fotografi, Potevo farlo anch’io, La commissione ovviamente risolve la questione dei diritti. L’arte non è Marte, Bookshow, Contact, giusto per citare i più importanti. Cos’altro bolle nella pentola di Sky Arte in vista della Il 1° novembre 2012 partiva la programmazione di Sky prossima stagione? Arte, primo canale culturale italiano in HD. In vista del Come ha risposto il pubblico alla nascita di Sky Arte? Per il contemporaneo torneremo sicuramente a lavorare compleanno e dell’avvio della nuova stagione, il direttore Molto bene, abbiamo avuto riscontri davvero eccellenti in con Francesco Bonami e da tempo stiamo pensando con Roberto Pisoni ci svela i progetti futuri. Partendo da Yuri tempi brevissimi. Alessandra Galletta a un progetto sul mercato dell’arte, spie- Ancarani. E sognando Marclay. gando come funziona un’asta e quali sono le regole del gio- Quali sono i programmi che “tirano” di più? co. Vogliamo poi concentrarci sulla storia dell’arte italiana, Come nasce il progetto Sky Arte HD? Vanno molto bene i contenuti musicali, concerti e docu- lavorare sulla ricchezza del nostro patrimonio culturale con Siamo partiti sulla scorta di quello che è stato fatto in mentari, forse un po’ a sorpresa se calcoliamo il percorso un programma che si chiama Le Sette Meraviglie, raccontan- Gran Bretagna da BSkyB, che ha due canali dedica- che hanno fatto altri canali. Quello di far sparire la musica, do con una prospettiva diversa dei luoghi iconici grazie alle ti all’arte, nati sei anni fa. Il primo si concentra sulla convinti che non pagasse in termini di ascolti. Tra le nostre nuove tecnologie. A fine settembre è ripartito Grandi Mostre, musica pop-rock, concerti, festival e documentari; produzioni, Fotografi e Potevo farlo anch’io sono andati che seguirà i principali eventi espositivi in Italia, con qualche l’altro invece abbraccia un panorama più ampio (ope- molto bene. novità rispetto allo scorso anno; a ottobre un programma ra, teatro, arte), con un taglio internazionale ma di che si chiama Capolavori Svelati, condotto da Greta Scacchi, stampo molto anglosassone. Per cui segue le opere Come si spiega l’attenzione nei confronti di esperienze che racconta alcune opere celeberrime della pittura occi- del Metropolitan, gli spettacoli del Globe, le mostre del di questo genere? dentale - dalla Gioconda a Las Meninas, da I Coniugi Arnol- MoMA e della Tate... Nel corso del tempo Sky Arts ha Era troppo tempo che in Italia non esistevano canali e pro- fini al Trittico delle delizie - attraverso la loro simbologia. A guadagnato una reputazione di altissimo spessore; una duzioni di questo genere. Certo, si può fare cultura attra- novembre celebreremo il primo compleanno del canale con reputazione difficile da conquistare, considerata la lunga verso le serie, il cinema, il varietà e pensare a canali ver- due grandi documentari: uno sui Musei Vaticani in collabora- tradizione britannica di programmi culturali per la tv e la ticali può avere dei limiti, ma offre anche tante possibilità zione con il 3D e uno su Piero Manzoni. Con l’obiettivo, co- forte concorrenza di BBC4, Channel 4 e Itv. Il fatto che di sperimentare. Sono contento, ad esempio, che sia nata mune a tutti progetti, di vendere il nostro prodotto all’estero, esistesse questa realtà è stato un forte stimolo. Sembra- laeffe: è un modo per alzare l’asticella e rivitalizzare un cercando di invertire la tradizione che vede l’Italia comprare va paradossale che la Gran Bretagna avesse due canali mercato che prima era ridotto i minimi termini. contenuti italiani dai network internazionali. del genere e l’Italia nessuno. Quali obiettivi si pone Sky Arte per il futuro? FRANCESCO SALA Il panorama britannico è però diverso dal nostro… Ci piacerebbe avere un programma sulla videoarte, ma il Volevamo allargare il pubblico con uno sguardo trasver- ginepraio dei diritti complica le cose. arte.sky.it

Italiana all’Eur, il “Colosseo quadrato” passato dalla NUOVO megalomania mussoliniana a essere set privilegiato SPAZIO BIBO’S PLACE TODI per campagne pubblicitarie. Costo dell’operazio- ne, 240mila euro al mese. Che, diviso 12mila, fa appunto venti euro al metro quadro. Da anni il Un gallerista e uno storico dell’arte/dealer che sono vicini di casale in palazzo era dato in assegnazione alla Fondazione Umbria. E decidono di aprire uno spazio a Todi. La storia ce la racconta Valore Italia, che vi lavora da tempo per realizzarvi Matteo Boetti. un centro dedicato al made in Italy. Un impegno sul quale lo Stato ha investito moltissimo in termini Da chi nasce questa nuova iniziativa e con quali motivazioni? di risorse umane e finanziamenti per il restauro del Nasce dalle conversazioni, dagli scambi di idee tra me, gallerista pre- monumento. Ora, a un passo dalla fine, il progetto stato al mondo agricolo equestre dell’Umbria, e Andrea Bizzarro, storico cambia, ancor prima che quella Fondazione Valore dell’arte e dealer. Il nostro intento è non ripetere schemi precostituiti quali Italia, dichiarata sopprimibile dal Governo Monti, la tipica galleria sperimentale, o quella di proposta storica, ma attuare decada ufficialmente, cosa prevista per il prossimo dinamiche dialettiche tra generazioni diverse, convinti che il procedere 1° gennaio. degli artisti e dell’arte sia in senso vettoriale e che quindi non ci siano cesure nette. Vestiremo alla Basquiat. Perché aprire in un luogo come Todi? Supreme punta sul mitico graffitista Todi non è poi una location così bizzarra e ha sempre avuto una vocazione artistica intensa: molti artisti hanno eletto questa città come luogo in cui vivere e lavorare e così è stato fin dagli Anni Settanta. Se urban life in tanti contesti evoca la figura e l’o- pera di Jean-Michel Basquiat, vuoi che questo non Puntate su quale tipologia di pubblico? accada anche per urban wear? Con un personaggio, Puntiamo a una certa trasversalità: a Todi arriva un turismo raffinato e colto. Spesso questo flusso di- peraltro, dalla visualità così spiccata, anche nell’ab- venta scelta di vivere una buona parte dell’anno in questo territorio. E poi Todi è facilmente raggiungibile. bigliamento? E infatti ecco chi scopre l’uovo di Riteniamo che la nostra alterità di scelte curatoriali possa ben esplicarsi in questo contesto. colombo: sono una “urban fashion company”, non posso prescindere dall’estetica di colui che personi- Qualche cenno ai vostri spazi espositivi. fica la Street Art. Continua insomma la contamina- Nei nostri spazi, già dal 1991 Giuliana Soprani Dorazio aveva dato vita alla sua galleria Extra Moenia. La zione arte-moda (luogo di finanze fresche e crescen- nostra mostra di apertura - Women’s genius, one step beyond - è infatti un omaggio, tutto al femminile, ti): dopo Damien Hirst pronto a disegnare foulard a Giuliana. Gli spazi, all’interno del cinquecentesco Palazzo Pensi, sono divisi in cinque ambienti che per Alexander McQueen e Maurizio Cattelan felpe si aprono uno in successione all’altro, arrivando a un balcone affacciato sulla campagna. Oltre alle sale per MSGM, la griffe Supreme sceglie Basquiat. destinate alla mostra in corso, intendiamo usare le altre per presentare i nostri rispettivi magazzini, le T-shirt, felpe, camicie, cappelli, ispirati all’African- eventuali produzioni di multipli ed edizioni, nonché project room con giovani promettenti da “allenare”. American/Latino lifestyle propugnato dall’artista, con la giacca di jeans rosso con il famoso Cassius Piazza Garibaldi 7 Clay di Basquiat destinata a diventare un’icona. 075 3721507 [email protected] - www.bibosplace.it www.supremenewyork.com

NEWS 9 dell’arte del Brasile, e la cosa rende ancora limitato DURALEX di RAFFAELLA PELLEGRINO lo sviluppo internazionale per gallerie che negli ul- timi anni crescono sempre di più nel numero. Ciò non frena l’attrazione per questo mercato, in cre- scita malgrado l’alta tassazione: tanto che, in base a TUTELA D’AUTORE E CATALOGHI D’ASTA una ricerca governativa, le esportazioni sono salite La Corte d’Appello di Parigi, con una recente sentenza del 26 giugno 2013, ha condannato la so- da 19 milioni di dollari nel 2011 a 27 milioni nel cietà Artprice.com a pagare, in favore della casa d’asta francese Camard & Associés e del fotogra- 2012, un aumento che in percentuale è del 350% fo Stéphane Briolant, la somma complessiva di oltre 900mila euro per violazione del diritto d’autore rispetto al 2007. Martina Gambillara sui cataloghi della casa d’asta e sulle fotografie, nonché per contraffazione del marchio Camard e www.brazilartfair.com per concorrenza sleale parassitaria. In particolare, la casa d’asta ha lamentato la digitalizzazione e la messa a disposizione del pubblico di oltre 71 dei suoi cataloghi (relativi agli anni 2004-2009), in violazione del diritto d’autore sui cataloghi stessi. Back to Germany. Julia Draganovic La Corte ha affermato, in linea generale, che i cataloghi sono autonomamente tutelabili con il diritto d’autore (article L112-3 du Code de la propriété intellectuelle) se sufficientemente creativi, in ragione lascia l’Italia per dirigere la Kunsthalle del lavoro di selezione, classificazione ed esposizione del materiale contenuto. Nel caso di specie, Osnabrück l’originalità di alcuni dei cataloghi della casa Camard & Associés è dovuta alla presenza di testi di La notizia è freschissima: Julia Draganović sarà la accompagnamento delle immagini, alla scelta dei colori e dei caratteri utilizzati, al particolare layout nuova direttrice della Kunsthalle Osnabrück. Nota della copertina ecc. nel nostro Paese per progetti come il Premio Inter- A simili conclusioni si può giungere anche in Italia, dove sono similmente tutelate le banche di dati nazionale per l’Arte Partecipativa, l’iniziativa bien- creative intese come raccolte di opere, di dati o di altri elementi indipendenti sistematicamente o nale voluta dall’Assemblea Legislativa della Regione metodicamente disposti, senza pregiudizio dei diritti esistenti sulle opere raccolte (articoli 1 e 2 della Emilia-Romagna, per l’incarico alla direzione del legge sul diritto d’autore). Pan di Napoli dal 2007 al 2009 e per le attività, In conclusione, la decisione del giudice francese ci dà l’input per ricordare che la realizzazione le mostre, i progetti promossi insieme al network e lo sfruttamento economico di un catalogo (il catalogo di una mostra, di una casa d’asta ecc.) è curatoriale LaRete Art Projects, la Draganović con- un’operazione commerciale complessa nella quale coesistono diversi diritti che devono essere at- tinuerà a seguire il Premio a Bologna, Art Miami, tentamente gestiti e negoziati, sia da parte di chi vuole realizzare il catalogo, sia da parte dei terzi No Longer Empty e i molti altri progetti curatoriali che intendono sfruttare il catalogo. A monte ci sono i diritti dell’autore dell’opera fotografata, il cui internazionali in cui è coinvolta in maniera indi- consenso è necessario per la lecita utilizzazione dell’opera all’interno del catalogo. In più occasioni pendente. Fondata nel 1993 in una chiesa Dome- i giudici italiani hanno affermato che la riproduzione fotografica di un’opera d’arte figurativa nel ca- nicana sconsacrata, la Kunsthalle Osnabrück è “uno talogo di una mostra rappresenta una forma di utilizzazione economica dell’opera pittorica e rientra spazio di grande stimolo per l’arte contemporanea. nel diritto esclusivo di riproduzione riservato all’autore. In questi vent’anni il direttore André Lindhorst”, ha Accanto ai diritti dell’autore delle opere fotografate ci sono i diritti dell’autore della fotografia in sé, commentato la curatrice, “ha promosso e organizzato che - se creativa - è autonomamente tutela dal diritto d’autore. Infine, come ha sottolineato il giudice un ottimo programma espositivo, posizionando con francese, anche il catalogo in sé può ricevere tutela autorale se creativo. Attenzione, dunque, alla successo la Kunsthalle tra i principali e più innovativi corretta utilizzazione delle tessere del mosaico del diritto d’autore. punti di riferimento per l’arte contemporanea in Ger- mania”. Santa Nastro È il Qatar il regno mondiale dall’omonima Fondazione, creata dall’impegno e www.osnabrueck.de dalla passione di Sergio e Maria Longo. Il progetto, del collezionismo d’arte. Tutto nelle mani che nasce “per la raccolta, l’esposizione e lo studio di Sheika al Mayassa bint Hamad bin delle arti visive contemporanee”, prende il via con Hou Hanru è il nuovo direttore del Maxxi. Khalifa al-Thani il compimento del ripristino e l’apertura degli ex ambienti industriali, situati ai piedi dell’Abbazia di Tra Gramsci, le sfide della contemporaneità Nuovi ricchi cinesi, magnati russi, tycoon ame- Montecassino, a fini museali. Il museo, diretto da e il rapporto col mercato ricani, arrembanti imprenditori latinoamericani? Bruno Corà in collaborazione con il Dipartimento Il Maxxi cambia e presenta il nuovo direttore arti- Briciole. Oggi il collezionismo internazionale Scienze Umane dell’Università di Cassino, e che top level ha uno e un solo stico Hou Hanru. Un cambiamento notevole anche comprende anche la collezione di scultura già a livello di organigramma per la Fondazione Maxxi nome: Qatar. Si sapeva da esistente nel parco adiacente, esporrà tempo che la famiglia reale che è, ricordiamolo, la principale istituzione non opere di oltre duecento artisti con- solo pubblica, ma nazionale (statale) dedicata alla dell’Emirato era fra le maggiori temporanei, fra i quali Giovanni investitrici del circuito, ma creatività contemporanea in Italia. Organigramma Anselmo, Alighiero Boetti, Lou- che non cambia, come si era ritenuto, con un nuo- ora emerge “quanto” lo sia, e ise Bourgeois, Jannis Kounellis, i dati sono impressionanti. vo direttore a sostituzione delle due direttrici “sto- Sol LeWitt, Jason Martin, riche” che hanno accompagnato il museo dall’aper- Solo la Sheika al Mayassa Eliseo Mattiacci, Mario Merz, bint Hamad bin Khalifa tura a oggi (Anna Mattirolo per l’arte, Margherita Nunzio, Luigi Ontani, Julian Guccione per l’architettura), bensì con un direttore al-Thani, presidente della Opie, Giulio Paolini, Giusep- Qatar Museums Authority che si aggiunge al precedente schema collocandosi pe Penone, Beverly Pepper, tra Mattirolo/Guccione e Giovanna Melandri, pre- e sorella del nuovo emiro Michelangelo Pistoletto, del Qatar, ha un bilancio sidente sempre più a suo agio nel ruolo. “Abbiamo Marco Tirelli, David Tremlett. valutato oltre venti candidati e poi si è arrivati a una per le acquisizioni che gli Doppio evento d’apertura: la rosa di tre nomi finali; a quel punto abbiamo scelto esperti stimano in 1 miliardo mostra Infinito riflesso, basata sul il migliore”, ha spiegato la Presidente. Monique di dollari all’anno. Alcune delle dialogo fra alcune opere di Enrico Veaute, consigliera della Fondazione Maxxi assieme sue “performance”? Tutti acquisti Castellani e quelle del giovane scul- a Beatrice Trussardi, ha spiegato anche nel dettaglio record, ovviamente: dai 70 milioni tore giapponese Shigeru Saito, apposita- quali sono state le domande che sono state poste a di dollari per White Center di Rothko mente create in omaggio al maestro italiano, Hanru e agli altri candidati nell’ambito dei lunghi nel 2007 al Pills Cabinet di Damien Hirst per e la mostra delle Opere della Collezione permanente colloqui di presentazione. Insomma una selezione oltre 20 milioni (sempre nel 2007, record per un della Fondazione, che osserva un criterio espositivo che appare essere stata seria, metodica, voluta. artista vivente), al fantasmagorico affaire privato a rotazione, presentando nel corso del 2013/2014 “Sono stati 9 mesi complicati”, ha proseguito la Giocatori di - avvolto da un alone di mistero - dei l’intera dotazione. Massimo Mattioli Melandri. “Dopo una fase di commissariamento ab- carte di Cézanne, si dice pagati nel 2011 250 milio- biamo fatto alcuni piccoli miracoli sui costi: l’impatto ni di verdoni. Che sarebbe di gran lunga il prezzo dei finanziamenti pubblici che incidevano per oltre il più alto mai pagato per un dipinto. Delle raccolte Il Brasile avrà una sua fiera d’arte 70% è sceso al 60% e l’obiettivo di questo Consiglio farebbero parte anche capolavori moderni e con- a Miami. Crescono ancora le rassegne è arrivare a un 50% di finanziamenti pubblici e un temporanei di Francis Bacon, Roy Lichtenstein, a corollario dell’Art Basel americana altro 50% che sarebbe un fatto unico in Italia. Per Andy Warhol e Jeff Koons. Giusto per dare un ora una stringente spending review interna ha portato termine di paragone, il MoMA ha speso 32 milioni Miami, punto nevralgico dell’art system globale, i costi di gestione a incidere molto meno: abbiamo di dollari per acquisizioni nell’anno fiscale che si è diventa sempre più un ponte statunitense verso il traslato risorse sul nostro core business togliendole dai concluso nel giugno 2012, il Metropolitan 39 mi- Sudamerica. Perché allora non creare una nuova costi fissi grazie al nuovo segretario generale Francesco lioni. Massimo Mattioli fiera dedicata all’arte contemporanea brasiliana? Per Spano”. Dal canto suo, Hou Hanru si è presentato le gallerie brasiliane, infatti, Art Basel Miami Beach con uno statement molto teorico, rappresenta la seconda fiera più remunerativa dopo anche molto politico. Il curatore Un nuovo museo d’arte contemporanea la nazionale SP-Arte di San Paolo. Ed ecco che cinese (che guadagnerà 4mila euro a Cassino. Esposta la collezione Longo, puntuale Brazil ArtFair prepara il suo debutto in al mese, meno di un banale funzionario alla regia c’è Bruno Corà Florida dal 4 all’8 dicembre, con una quarantina di pubblico) non ha accennato mai all’ar- gallerie nazionali in una location del Wynwood Art te, alle mostre, agli artisti. L’imposta- Il 12 ottobre apre al pubblico il CaMuSAC - Cas- District, proprio a ridosso della 36th Street. L’e- zione è stata piuttosto sulla società, sino Museo di Arte Contemporanea, promosso sportazione rimane materia intricata per il mercato sulle sfide della crisi, della globaliz-

10 NEWS GENERALI. THE CORPORATE COLLECTION

Quest’anno la Generali Foundation di Vienna festeg- oltre alla singola opera presentata, così come il “li- gia venticinque anni dalla sua nascita. In Europa è bro” in quanto mezzo di produzione di conoscenza e stata tra le prime istituzioni, finanziate da una so- dispositivo per “mostrare e sottolineare”. cietà privata, ad aver messo a punto una collezione d’arte corporate. Ma con quali obiettivi è stata fon- Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una “cor- data, quali i vantaggi e gli svantaggi? Come è cam- porate collection”? biata la linea della collezione nel corso degli anni I vantaggi sono che una collezione corporate può e dall’insediamento della sua nuova direttrice? Lo avere un focus specifico o specialistico, obiettivo abbiamo chiesto proprio a Sabine Folie [nella foto che un museo pubblico d’arte contemporanea non di Dario Punales], che dal 2008 è alla guida della potrebbe perseguire perché il suo compito è essere Fondazione con un programma estremamente rigo- enciclopedico. Un altro vantaggio nel nostro caso è roso e soprattutto senza compromessi. Fondi per- che possiamo fare un programma molto specifico, mettendo. Qui trovate un estratto dell’intervista, sul senza compromessi, e che non si indirizza a tutti i sito la versione extended. costi a un’audience ampia.

Il 2013 è un anno speciale per la Generali Founda- Oltre all’acquisizione, commissionate anche opere tion, perché segna il 25esimo anniversario della site specific per lo spazio espositivo? sua nascita. Com’è nata e con quali obiettivi? Sì, anche se non molte, per mancanza di fondi, ma La Generali Foundation è nata come iniziativa di abbiamo anche coproduzioni. Facciamo in modo che responsabilità sociale d’impresa e cultura. Mentre le opere vengano prodotte grazie al nostro contri- altre aziende hanno provato a far rientrare nella so- buto. cietà i benefici dai profitti ottenuti supportando ini- ziative sociali, la Generali e l’allora amministratore Quali sono le attività parallele della fondazione, ol- delegato, tuttora presidente della fondazione, erano tre a ospitare mostre temporanee? interessati alla cultura e hanno seguito il programma Pubblichiamo specialmente scritti inediti (Adrian Pi- una pessima reputazione, in quanto possono essere di un’iniziativa culturale. per, Morgan Fisher, Mary Kelly, Gustav Metzger) o noiose. Allo stesso tempo, il nostro budget sta di- facciamo una ricerca, approfondita, pubblicandone i minuendo. Così ho pensato che 25 anni fossero il La sua missione iniziale è rimasta immutata nel risultati per primi, come nel caso di Ree Morton, per momento giusto per riflettere su cosa abbiamo ot- tempo o è cambiata in questi anni? E come dall’i- cui abbiamo fatto degli studi approfonditi sui suoi tenuto, su cosa lo status di critica istituzionale può nizio della tua direzione nel 2008? appunti e schizzi e sull’intero archivio che ha lascia- significare oggi e in generale cosa vuol dire colle- Inizialmente l’obiettivo era creare una collezione to. Inoltre invitiamo accademici e studenti a visitare zionare, mostrare e curare la cosiddetta Arte Con- accompagnata da piccole esposizioni in un picco- i nostri archivi. cettuale. Ho pensato che i curatori invitati a fare una lo spazio, almeno fino al 1995, anno in cui l’intera tale selezione di lavori dovessero avere una forma- fondazione si è trasferita in uno spazio più grande, Vi siete occupati di “rivisitare” o restaurare nu- zione e un background totalmente diversi tra loro, dove si trova ancora oggi. Fino all’inizio degli Anni merose opere, come il lavoro grafico o i film di in modo che i punti di vista sulla collezione fossero Novanta il focus era principalmente sulla scultura Gordon Matta-Clark. Quali sono i progetti in corso? considerevolmente differenti e che ci fosse un cam- austriaca e su opere a metà tra scultura, design e Abbiamo appena finito di editare la vasta produzione po più allargato di discussione. E così è stato. architettura. Ma venivano acquisiti in collezione an- di scritti di Morgan Fisher. Stiamo cominciando a la- che disegni e dipinti di artisti austriaci. Sempre più vorare sul catalogo ragionato di Ernst Caramelle, di La terza mostra, curata da Gertrud Sandqvist, che artisti delle nuove generazioni, associati al termine cui organizzeremo una retrospettiva con un grande si tiene fino al 22 dicembre, s’intitola Against Me- di “critica istituzionale” in senso ampio, nella se- lavoro in situ. thod. Di cosa si tratta? conda metà degli Anni Novanta hanno cominciato a Il titolo Against Method è riferito a Paul Feyerabend. collaborare con la fondazione. Per festeggiare i 25 anni hai ideato una serie di tre La mostra si focalizza sulle ambivalenze del concet- Il mio obiettivo è stato allargare il campo verso ope- mostre. Ho visitato la seconda curata da Helmut tualismo, diciamo il filone analitico e quello incline re e artisti che mettessero in discussione il mer- Draxler dal titolo The Content of Form e sono ri- all’irrazionale, o una teoria incommensurabile della cato e le istituzioni come Marcel Broodthaers, che masto molto colpito dal display e dall’allestimento. conoscenza. L’esposizione punta alla discussione agissero in modo sovversivo, coinvolgendo meno la Un modo originale di “raccontare” e presentare la del razionalismo critico e segue Feyerabend nel cosiddetta Aesthetics of Administration di Benjamin collezione attraverso colori, testi, oggetti e opere suo relativismo anarchico, basato non solo su fatti Buchloh, per privilegiare la messa in discussione mischiate alla documentazione di lavori installati e metodi empirici, ma su una conoscenza attraverso delle strutture egemoni, degli apparati e della lingua precedentemente nello stesso spazio. Ogni mostra i “sensi”. attraverso diverse poetiche e metodi di “rivisitazio- è stata affidata a un curatore diverso. Mi racconti ne”. Altrettanto importanti per me sono stati “la cu- com’è nata l’idea? DANIELE PERRA ratela”, i metodi di display in una prospettiva storica Da anni non mostriamo la collezione nella sua in- come mezzi per produrre e comunicare il significato terezza. Spesso le mostre sulla collezione hanno www.gfound.or.at

zazione, dello scenario attuale nel bacino del Mediterraneo. La questione del coinvolgimento del pubblico in un contesto che sia NECROLOGY tutt’altro che accondiscendente verso il mercato (spesso contro l’invadenza e l’eccessivo potere di quest’ultimo) e che prefiguri, PAOLO SOLERI ROSSANA BOSSAGLIA a regime, una piattaforma dedicata alla ricerca. “Dobbiamo porci 21 giugno 1919 – 9 aprile 2013 14 giugno 1925 – 8 luglio 2013 la domanda ‘cos’è l’arte nel XXI secolo’. E possiamo risponderci”, ha spiegato Hou, “che potrebbe essere il rapporto della società con ZAO WOU-KI ALESSANDRO MARENA la creatività nell’ambito delle contraddizioni e dell’abbondanza di 13 febbraio 1920 – 9 aprile 2013 5 febbraio 1977 – 8 luglio 2013 creatività che sta vivendo il mondo. Il boom di istituzioni dedicate all’arte ci pone delle sfide anche a livello economico, di sostenibilità, MARIA LAI di pubblico. E anche su come possa partecipare la società e su come 27 settembre 1919 – 16 aprile 2013 VINCENZO CERAMI possa essere governata l’influenza del mercato e dei grandi poteri che 2 novembre 1940 – 17 luglio 2013 lo traversano. In tutto questo è interessantissima la posizione dell’Ita- GIANCARLO BOJANI lia in uno scenario come quello mediterraneo in grande cambiamento 2 agosto 1938 – 17 maggio 2013 RONNIE CUTRONE e crisi. I modelli economici della globalizzazione”, ha continuato il 10 luglio 1948 – 21 luglio 2013 neodirettore, che ha indica in Kant e Gramsci, oltre che in Agam- MARIO DE BIASI ben, alcuni punti fissi della sua impostazione filosofico-culturale, 2 giugno 1923 – 27 maggio 2013 “si trovano a mettere in discussione i pilastri della social-democrazia. WALTER DE MARIA L’impegno sociale e politico è centrale, insomma, per queste nuove FRANCA RAME 1° settembre 1935 – 25 luglio 2013 istituzioni”. Fatto sta che, dopo alcuni anni dal lancio, il Maxxi 18 luglio 1929 – 29 maggio 2013 ancora non si è inserito nel novero e nel circuito dei musei inter- LEÓN FERRARI nazionali e globali. Niente paura per il neodirettore: “Il Maxxi JAMES GANDOLFINI 3 settembre 1920 - 25 luglio 2013 non è ancora sbocciato? È vero, ma questo è un grosso potenziale, 18 settembre 1961 – 19 giugno 2013 significa che potremo farlo sbocciare in futuro e decidere come farlo PAOLO ROSA sbocciare. Certo è che non ci interessa fare una replica romana MASSIMO RIPOSATI di un ipotetico centro d’arte contemporanea ideale di stampo 1946 - 24 giugno 2013 1949 – 20 agosto 2013 newyorchese, bensì sfruttare il contesto che abbiamo intorno”. ROBERTO DAOLIO AGOSTINO BONALUMI www.fondazionemaxxi.it 16 maggio 1948 – 29 giugno 2013 10 luglio 1935 - 18 settembre 2013

NEWS 11

PICCOLO È BELLO Oggetti pensati per i più piccoli che fanno divertire anche gli adulti. Dalle pantofole a forma di squalo al bavaglino del pittore, fino alla custodia per smartphone a prova di gattonatore. Uno sguardo al design “vietato ai maggiori”.

di VALENTINA TANNI

VINCENT VAN BABY Le macchie di pappa di vostro figlio vi ricordano un quadro SMART BABIES espressionista? Perché allora non incorniciarle? È questa la sim- PEE E POO Il vostro bambino vi ruba sempre patica idea alla base di Goo Period Vincent Van Bib, accessorio l’iPhone per giocarci? La Fisher Pri- per artisti in erba. E dopo ogni lavaggio, la tela è pronta per Nato nel 2004 da un’idea della ce ha ideato una custodia a prova di essere imbrattata di nuovo. svedese Emma Magit, il brand poppante. Tondeggiante e costruita www.perpetualkid.com Pee&Poo è ormai famoso in tutto con materiali antiurto, la Apptivity il mondo. La coppia di pupazzetti Case proteggerà il vostro smartpho- aiuta da anni i bambini nel trava- ne da qualsiasi attacco. A tutto van- gliato percorso dal pannolino alla taggio del nativo digitale. toilette, ed è disponibile in formato www.fisher-price.com peluche, ma anche stampata su ma- gliette e mutandine. www.peeandpoo.com

PISOLINO OVUNQUE Ormai esiste un’app per fare qual- PIEDINI PERICOLOSI siasi cosa. Tanto che negli States Realizzate in Canada interamente si commenta spesso con la battuta con materiali riciclati, queste cia- “There’s an app for that!”. Con un batte a forma di squalo sono una simpatico gioco di parole, il sito di proposta divertente per bambini di e-commerce Thinkgeek ha lanciato tutte le età. E per chi voglia creare questo body per neonati. Dove app una squadra ittica in famiglia, è diventa nap, cioè pisolino. disponibile anche una versione per www.thinkgeek.com adulti. www.uncommongoods.com

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GENITORI SKATER IL PICCOLO LEONARDO Certo, a vederlo sembra un po’ L’artista-ingegnere olandese Theo pericoloso, specie se in mano a ge- Jansen è celebre per i suoi Strandbe- nitori amanti della velocità. Il Roller est, creature giganti fatte di legno Buggy è infatti frutto della bizzarra e tubi in pvc capaci di camminare unione tra un passeggino e uno con il solo ausilio del vento. Oggi, skateboard. Ideato dal designer bul- per i piccoli Leonardo, esiste un kit garo Valentin Vodev, è ancora allo per costruirne una versione perso- stadio di prototipo. nale in miniatura. CIUCCI ALCOLICI www.valentinvodev.com www.makershed.com Sindrome di Peter Pan? Ecco l’accessorio giusto per celebrarla. Si chiama Dummy Bottle Opener ed è un cavatappi d’acciaio a forma di ciuccio. Simpatico e portatile, l’accessorio viene prodotto in Inghil- terra dalla Suck Uk. www.suck.uk.com

14 CONSIGLI ELLITTICAMENTE, LE ARTI Una selezione, come di consueto, di otto libri. Che si occupano di arte, delle arti, ma senza andarci a sbattere contro. Sono libri che la prendono alla larga, e arrivano al cuore della questione seguendo sentieri poco battuti.

di MARCO ENRICO GIACOMELLI

SUGGESTIONI D’ARCHITETTO L’UOMO AL CENTRO UNA NOTTE AL MUSEO LA FOTOGRAFIA CHE OSA Ha chiamato a raccolta colleghi Ci sono l’Uomo vitruviano e le Decenni di gite con visite guidate Nei libri ben curati, quelli cioè che come Adjaye e Siza, Venturi e Forme uniche della continuità nello soporifere hanno reso spaventevole non fanno della cripticità un inutile Sejima. Li ha invitati a inviare un spazio, ma l’enciclopedismo di l’idea di una capatina al museo. Ma vezzo, il contenuto lo si intuisce dai piccolo numero di immagini che li Giovanni Lista spazia a 360 gra- le cose sono cambiate parecchio ne- sottotitoli. In questo caso partico- hanno ispirati. Idea semplice e pro- di in senso spaziale e temporale. gli ultimi 15-20 anni e, fra labora- larmente esplicito: Lettere, invettive, duttiva, quella di Valerio Olgiati, Dalla Ruota del tempo di Isidoro di tori didattici e mediatori culturali, eresie. Conversazioni sulla storia che ha così costruito un libro utiliz- Siviglia alla Danza dell’icosaedro di anche la rassegna più ostica diventa infame della fotografia pornografica e zabile in mille modi. Ad esempio, Rudolf von Laban. Un affascinante fruibile. Se non ne siete convinti, sulla storia bastarda della fotografia per misurare il narcisismo. viaggio antropocentrico. leggete il libro di Carrubba. sociale. Quanto ci manca Gilardi… The Images of Architects Giovanni Lista Salvatore Carrubba Ando Gilardi & Pino Bertelli Quart Verlag Da Leonardo a Boccioni - Mudima Il museo spiegato ai ragazzi - Brioschi Dio non esiste, la fotografia sì! - NdA

MODELLA A DIR POCO UN GENIO IN BICICLETTA ROMA CAPUT ARTIS HORROR DALÍ È andato a scovarla in un apparta- “La scienza delle soluzioni immagi- E chi l’ha detto che dobbiamo sem- C’è di tutto in questa graphic novel mentino di Nizza. E poi l’ha fatta narie”: è questa la definizione della pre e comunque sminuirci? Certo, di Paco Roca: l’espediente letterario parlare. Non è un hard boiled di Patafisica fornita dal suo fondatore, Parigi e Londra e New York restano del manoscritto ritrovato, l’analisi Spillane, ma in estrema sintesi quel Alfred Jarry. Intellettuale? Un ap- quello sono, ma Roma è stata per che ha fatto Franck Maubert con della psicologia di un artista (Deseo pellativo che avrebbe disdegnato almeno un ventennio una capitale Caroline, ex modella di Alberto nel testo, ovviamente Dalí), la sapien- violentemente. Fatto sta che, tra delle arti che nulla aveva da invi- Giacometti e testimone di una tem- za del tratto, l’impianto cinemato- l’altro, ha dato vita al teatro moder- diare a centri ora tanto blasonati. Il perie culturale straordinaria. Aned- grafico, l’umiltà di chi non teme di doti e spaccati di vita da assaporare no. Con quel neologismo, “Mer- racconto della Petrignani è poi assai ricolorare un proprio lavoro (la prima a fondo. dre”, che apre Ubu Roi. godibile, che male non fa. Franck Maubert Alaistar Brotchie Sandra Petrignani edizione risale al 2002). L’ultima modella - Archinto Alfred Jarry - Johan and Levi Addio a Roma - Neri Pozza Paco Roca - Il gioco lugubre - Tunué PER GLI ACQUISTI 15 NUOVO Kasper König è il curatore di Manifesta 10 SPAZIO CAR DRDE BOLOGNA San Pietroburgo. Un nome di prestigio per un’edizione che indaga il rapporto fra storia Prima era CAR Projects, ora è CAR drde. Alla guida c’è e attualità sempre Davide Rosi Degli Esposti, che ora sta all’interno della Manifattura delle Arti, luogo, associazione e pro- Meno di un anno per l’opening della decima edizione di getto di grande interesse a Bologna. Manifesta, che dopo la tappa del 2012 nell’ex miniera di carbone di Genk, in Belgio, ha scelto San Pietroburgo e il Aprire una nuova galleria con questa crisi: perché? Museo di Stato come nuovo approdo dal 28 giugno al 31 In periodi come questi, l’arte prova a fare resistenza. ottobre 2014. E se l’anno scorso la curatela era affidata a un CAR drde nasce come “vetrina espositiva” volta princi- team di tre professionisti, stavolta le responsabilità si con- palmente alla promozione di artisti delle ultime genera- centrano tutte su un’unica figura: curatore capo di Manife- zioni (con una particolare attenzione agli italiani ). L’idea sta 10 è il tedesco Kasper König, docente, critico, curatore, è quella di uno spazio aperto e dinamico che non segua tra il 2000 e il 2012 direttore del Museo Ludwig di Colo- le mode. nia. Hedwig Fijen, direttrice di Manifesta, ha sottolineato quanto il Museo Statale dell’Ermitage sia “il luogo ideale per Quale rapporto intendi stabilire con il territorio? riflettere sulla intersezione tra lo storico e il contemporaneo”. Vorrei creare un forte legame collaborando con le istituzioni presenti (MAMBo, Università e “Arte contemporanea e reperti dal Museo dovrebbero danzare Accademia), ma anche riscoprendo artisti del passato, come avvenuto nella mostra d’apertura fianco a fianco”, ha commentato il neocuratore. “Manifesta I Grandi Grigi – scuola di pittura bolognese, dove ho coinvolto l’arte e la figura di Piero Manai. integrerà le celebrazioni per il 250esimo anniversario dell’Her- mitage, festeggiando al contempo il suo 20esimo anniversario. Un cenno ai vostri spazi espositivi. Il tentativo sarà quello di offrire un punto di vista differente. Siamo nel cuore della Manifattura delle Arti, distretto artistico-culturale di Bologna. Si è voluto Attendo con ansia la sfida di lavorare con l’arte contemporanea creare uno spazio che non appaia come white cube. Gli elementi in cemento armato e le pareti in questo contesto, con la speranza di fare una mostra intelli- “finite” con intonaco lasciato al grezzo caratterizzano l’ambiente. Anche in passato ho sempre gente e giocosa”. König, figura cardine per la scena artistica voluto e cercato l’interazione con spazi anomali, forti e d’impatto. Questa location in particolare internazionale, vanta una nutrita collezione di mostre è stata costruita da zero, essendo in precedenza un cumolo di macerie. Se fosse stato possibile, istituzionali curate in Europa e ha collaborato, tra l’altro, forse l’avrei lasciato com’era. al lancio dello Skulptur Projekte Münster nel 1977. Fu lui, nel 1987, a fondare il celebre Portikus di Francoforte. Ora qualche anticipazione sulla stagione 2013/2014. Helga Marsala Apriamo la stagione con la personale di Elia Cantori, poi ci sarà un progetto curato da Martha www.manifesta.org Kirszenbaum a fine anno, e ancora le personali di Anna Ostoya e Florian & Michael Quistrebert.

Via Azzo Gardino 14a Belvedere contemporaneo. Da ottobre Vienna [email protected] - www.cardrde.com avrà un nuovo museo dedicato all’arte attuale Klimt al fianco di Valie Export, Kokoschka vicino a Maria Lassnig, Schiele in dialogo con Arnulf Rainer. Se un museo da oltre un secolo diventa “galleria d’arte moderna di Stato”, arriverà pure un momento in cui deve aggiornare le proprie di IRENE SANESI collezioni, per continuare a interpretare a pieno la vocazio- GESTIONALIA ne. E allora il Bel- vedere di Vienna - dal 1903 Öster- PENSIERO LATERALE E POSIZIONAMENTO reichische Galerie - prende il toro per le cor- Le scelte di un’impresa culturale passano dall’enunciazione degli obiettivi qualitativi e na e sceglie di aprire un quantitativi, dall’esame dei vincoli interni e delle variabili esterne; in altre parole, dal nuovo museo, dedicato posizionamento strategico. al contemporaneo. E La S.W.O.T. Analisys (S-trenghts W-eakness O-pportunities T-hreats) è la metodologia più non un posto qualsi- diffusa in merito. Si basa su una matrice divisa in quattro campi: asi, bensì lo storico Palazzo d’Inverno del Principe Eugenio Strengths Weakness di Savoia, nel centro (punti di forza) (punti di debolezza) storico della Capitale. Gli straordinari interni Opportunities Threats barocchi del palazzo di (opportunità) (minacce) Himmelpfortgasse si apri- ranno con un primo step Per trarre utilità dalla matrice è necessario porsi domande, ad esempio in relazione ai punti di il 18 ottobre, per una mostra forza: dedicata proprio al 350esimo an- in cosa ci distinguiamo? • niversario del principe Eugenio di Sa- quali sono i nostri vantaggi competitivi? • voia (1663-1736). Successivamente vi troveranno posto le cosa sappiamo fare bene? • raccolte permanenti, nelle quali gli artisti austriaci - Erwin su quali risorse strategiche possiamo contare? • Wurm, Heimo Zobernig, Gerwald Rockenschaub, Markus In ambito museale (ma ciò vale anche per i teatri, i centri di arte contemporanea ecc.) la Schinwald, oltre a quelli citati - saranno affiancati da prota- swot analisys è utile per l’analisi della concorrenza. I musei non hanno come loro esclusivi gonisti internazionali come Damien Hirst, Jan Fabre, Ta- competitor gli altri musei. Una circostanza che allarga i confini e le tipologie: kashi Murakami, Anselm Kiefer, Julian Schnabel, Gerhard • concorrenza indiretta, tra bisogni alternativi; Richter e Olafur Eliasson. Massimo Mattioli • concorrenza allargata, tra prodotti sostitutivi; • concorrenza diretta, tra operatori esistenti. www.belvedere.at I beni del consumo culturale in concorrenza fra loro si distinguono fra beni search, quando il consumatore può verificare la qualità del prodotto prima del consumo e può conseguentemente valutarne l’utilità; beni experience (per esempio l’arte dal vivo, i dischi, i libri), la cui qualità può Charles Saatchi divorzia da Nigella Lawson. essere valutata dopo il consumo, e non prima; e beni credence (i musei), la cui qualità risulta, anche dopo il consumo, di non facile e comunque soggettiva valutazione. E vende i capolavori di grandi dimensioni della Nella costruzione della matrice si dovranno considerare anche altre variabili, fra le quali: sua collezione. In asta da Christie’s durante la • comportamenti del pubblico di riferimento Frieze week • bisogni manifesti o latenti • valutazione offerte alternative Lui assicura che i proventi andranno interamente ai pro- • rapporto fra rischi e vantaggi della scelta grammi della Saatchi Gallery, per i progetti edu- • rapporto fra obiettivi attesi e percepiti cativi e per supportare l’ingresso gratuito alla Insomma, ci troviamo “dentro” una griglia di idee/riflessioni/interazioni/scambi che, soprattutto collezione. Eppure sono in molti a pensare all’inizio, sarà libera (secondo l’approccio del brainstorming, più storming che brain) per che la decisione non sia del tutto estra- poi essere ricondotta a un approccio più schematico, fino a fornire una base affidabile per nea al clamoroso - e prevedibilmente assumere decisioni. Assecondando questo “pensiero laterale” si è infatti “costretti” ad esosissimo - divorzio dalla superstar analizzare il problema da quattro punti di vista diversi e contrastanti, quando invece si tende del food writing Nigella Lawson. per natura ad avere un solo punto di vista. Una ragione forte ci deve comun-

16 NEWS APPROPOSITO di SIMONA CARACENI

BUILDO EARTH AS ART RAMBLES Se le stanno inventando tutte pur di avvicinare i Il binomio arte/scienza è sempre più stretto e Per gli amanti della Cornovaglia c’è questa app tutta bambini al mondo dell’arte, senza aspettare che sia i grandissimi, molto più dei piccoli, agiscono di storytelling. Grazie all’apporto di Kneehigh, realtà la scuola a schiaffarli tutti su un pullman alla volta conseguenza. Nel 1960 la NASA ha messo in orbita teatrale originaria del luogo ma celebre in tutto il di un gran museo. Questa app ha un approccio il primo satellite per l’osservazione della Terra. Da mondo, l’artista Anna Maria Murphy, poetessa e interessante: parte dal presupposto di portarli al allora molti altri satelliti hanno inviato informazioni “Word Witch” per i Kneehigh, racconta con la sua museo con lo storytelling creativo, l’espressione preziose alla base. Questa app celebra la bellezza voce suggestiva le drammatizzazioni delle storie ultimamente più diffusa in ambito di promozione del nostro pianeta nei colori e nelle forme di quando ci troviamo a passeggiare proprio in quella culturale. Presentando tre ambientazioni-tipo (una strada o porto o angolo di (fresco) paradiso. Non continenti, oceani, atmosfera visti dalla prospettiva galleria d’arte, un magazzino di un museo di storia mancano foto e informazioni aggiuntive, e tutte spaziale. Utilizza immagini e informazioni dai satelliti naturale, le segrete di un museo della scienza), l’app le storie sono state raccolte sul posto, da abitanti Terra, Aqua, Landsat 7 ed EO-1, che con i loro invita i fruitori a riempirli di sticker: mostri, fantasmi, che le hanno vissute o sentite raccontare negli sensori possono misurare la luce oltre la soglia del guardiani, ladri, esperimenti pazzi, vampiri, la anni della loro fanciullezza. E se siamo bloccati Gioconda, van Gogh… Con una sezione per i genitori visibile. È possibile fra l’altro esplorare parte della a Codroipo tutta l’estate? Niente paura: la app è in modo che siano efficacemente d’aiuto, nei quattro galleria USGS Landsat, con un link al NASA’s Earth fornita di “modalità divano”, che permette di visitare secondi prima che i bimbi strappino loro di mano il Observatory che fornisce informazioni aggiornate la Cornovaglia comodamente anche da casa, cullati device. sullo stato di salute del nostro pianeta. da voci lontane. www.jajdo.com www.nasa.gov www.kneehigh.co.uk costo: ¤ 2,69 costo: gratis costo: gratis piattaforme: iPhone, iPad piattaforme: iPad piattaforme: iPhone, iPod Touch, iPad, Android

que essere se il megacollezionista e mecenate inglese Charles Saatchi decide NUOVO di privarsi di una cinquantina delle opere più importanti - quelle di grandi SPAZIO OPERATIVA ROMA dimensioni - della sua raccolta. Il 17 ottobre, infatti, nel pieno della Frieze week, sarà Christie’s a battere all’asta capolavori di Tracey Emin, David Altmejd, Berlinde de Bruyckere, Karla Black e molti degli artisti più vicini Dopo anni di lavoro italo-tedesco al guru del contemporaneo. C’è da immaginare che comunque Nigella con la Galleria Delloro, la svol- resterà attenzione ai risultati ta. E così Carlo Pratis decide di dedicarsi ai giovani artisti. Con www.saatchigallery.com un nuovo spazio che qui ci ha raccontato per filo e per segno. Crescono le ancelle di Artissima. A The Others e Photissima si Come sei arrivato a questa de- cisione? aggiungono Flashback e G@P, mentre Amiex rinvia al 2014 Vengo da cinque anni di espe- Che si fa a Torino una volta visitata a dovere Artissima? Se questo non è rienza tra Roma e Berlino come mai stato un problema, quest’anno lo sarà ancora meno, grazie allo strut- codirettore della Galleria Delloro, turarsi di un “sistema” fieristico finalmente di livello internazionale, con una fantastica palestra per capi- diverse rassegne collaterali pronte ad affiancare il main event. The Others e re e assorbire da una parte le avanguardie degli Anni Sessanta Photissima non sono novità ma conferme alle quali quest’anno si aggiunge e Settanta, e dall’altra lavorare Flashback, nuova kermesse organizzata alla Promotrice delle Belle Arti e a fianco di artisti con una pro- dedicata all’arte antica e moderna con una preponderanza della prima, ma fessionalità incredibile acquista- con una apertura fino a tutta la prima metà del Novecento sia per l’arte ta con anni e anni di mostre ad che per il design. Direzione artistica affidata ad alcune ex collaboratrici di altissimo livello. Tutto ciò però mi aveva reso più distante dalla mia generazione. Roberto Casiraghi (già fondatore di Artissima e oggi a capo di The Others) come Ginevra Pucci e, alla parte commerciale, Stefania Poddighe. Ma non Su quali contenuti stai puntando? finisce qui: Paratissima, evento off nato a côté della fiera madre con spiri- Senza dubbio la linea della galleria è dedicata alla mia generazione, quindi i nati to giovane e sperimentale, nel 2013 regala una grande una novità. Nasce negli Anni Ottanta. Il progetto comprende ovviamente giovani artisti internazionali, G@P- Galleries at Paratissima, un settore autonomo dedicato alle gallerie ma ha un occhio di riguardo per i nuovi talenti italiani. che si occupano di contemporaneo; 30 in tutto gli espositori, provenienti dalla scena italiana e internazionale, invitati secondo la tradizionale formula Che tipo di collezionisti vuoi raggiungere? fieristica. Unica regola imprescindibile: costi entro i 5mila euro, massimo Da una parte, lavorando con artisti miei coetanei, è inevitabile confrontarmi con un cinque artisti a stand e opere adatte a un collezionismo giovane. Un pano- pubblico che in questo momento sta iniziando ad avvicinarsi all’arte, quindi molti rama iperdinamico in prospettiva, che non sarà intaccato da una notizia in collezionisti alle prime armi. Dall’altra, con collezionisti più maturi con cui ho sem- controtendenza: Amiex, l’Art&Museum International Exhibition Exchan- pre lavorato, abituati a comprare pezzi storici e più impegnativi, che ultimamente ge, evento ideato per far circuitare le mostre sia in Italia che all’estero e però hanno mostrato un interesse sempre maggiore per il contemporaneo. programmato sempre nei giorni di Artissima, rinvia il debutto al 2014. A novembre si svolgerà però il workshop Verso Amiex, dove saranno Come sono gli spazi della galleria? presentati i risultati di una ricerca sul fenomeno delle mostre a La galleria si trova in un palazzo nobiliare del Cinquecento, nella parte di Roma livello italiano ed europeo e una preview degli speaker e dei partner che ospitava la comunità di Firenze trasferitasi nella capitale al seguito dei papi dei Medici. Gli spazi si snodano su due piani: la parte centrale sul piano strada, e internazionali che animeranno l’evento del 2014. E al di là delle fiere? un piano inferiore dedicato più a video e installazioni. Come sempre Torino si popolerà di eventi per il popolo dell’arte in arrivo: fra questi, l’ormai classica Colazione a Barriera, che vedrà la conclusione di Resò Meet Up, la costola di Resò - progetto promosso dalla Fondazione per l’Arte CRT, presieduta da Fulvio Gianaria - Via del Consolato 10 dedicata ad artisti emergenti, che per il 2013 sono Elisa Barrera, [email protected] - www.operativa-arte.com Lia Cecchin, Giulia Gallo, Namsal Siedlecki ed Elena Tortia.

NEWS 17 NUOVO Artissima sempre più internazionale. SPAZIO SMART ROMA E punta tutto sul progetto One Torino Per il suo 20esimo compleanno Artissima punta Tre donne con formazioni differenti. Unite per dar vita a un’associazione tutto sul numero uno. Anzi, sullo one: anglicismo che non si limita affatto a proporre mostre. Ad esempio, si dedica anche figlio del progetto One Torino, scommessa che trac- alla didattica. Mission e fondamenta ce le racconta Margherita Marzotto. cia in modo marcato la linea che si intende seguire nei prossimi anni, ma al tempo stesso simbolo di Com’è nata l’idea di aprire questo nuovo polo? un carattere sempre più smaccatamente internazio- smART - polo per l’arte nasce a Roma come associazione non profit. nale. Un’edizione di assestamento e consolidamen- L’idea che ci ha mosso è quella di offrire occasioni di conoscenza e ap- to, fondata sui capisaldi rappresentati dalle sezioni profondimento della ricerca artistica e di svolgere una funzione di “ponte” Present Future e Back to the Future, quest’ultima fra artisti, pubblico e allievi del nostro polo didattico e delle istituzioni - che vede coinvolti quest’anno anche gli Anni ‘80, scolastiche e accademiche. con 30 progetti monografici di artisti - felice eredità di Francesco Manacorda. Present Future torna con Chi sono i soci fondatori? qualche novità, destinata ad arricchire il program- Io, Margherita Marzotto, mi sono occupata per quasi trent’anni di cura ma di questo 13esimo appuntamento: il “core” è delle persone e delle relazioni come psicoterapeuta, coltivando a latere il sempre lo stesso, proporre una selezione di artisti mio interesse per l’arte. Stephanie Fazio, la giovane direttrice dello spa- emergenti, indicata da un team di curatori interna- zio espositivo, proviene da una formazione sociologica e ha lavorato nel zionali (Luigi Fassi, coordinatore del comitato, Alex campo del management e della comunicazione. Giorgia Rissone, direttrice Gartenfeld, Krist Gruijthuijsen, Robert Leckie, della sezione didattica, ha visto in questo progetto la possibilità di unire la propria dimensione creativa con Qinyi Lim, Alice Motard, Raven Row), presentata la passione per l’insegnamento. dalle gallerie di riferimento in un’area dedicata della fiera. 24 quest’anno i progetti selezionati con opere A chi vi rivolgete? site specific e inediti pensati per l’occasione che, A chi, come noi, condivide la passione per l’arte: artisti, studenti, curatori, critici, galleristi, collezionisti e come di consueto, saranno “oggetto” del Premio Illy tutti coloro che vogliano avvicinarsi o approfondire le innumerevoli dimensioni che l’arte contemporanea Present Future, che offrirà ai vincitori l’occasione offre. Siamo molto interessate a inserirci nel tessuto sociale del territorio: è un obiettivo preciso della nostra di una mostra nelle stanze del Castello di Rivoli. mission. Con un occhio particolare ai giovani. La giuria sarà composta da Defne Ayas, Matthew Higgs, Beatrice Merz e Joanna Mytkowska. Un’e- Dove ha sede l’associazione? dizione, si noterà, che parla (troppo?) straniero: su È in piazza Crati, nel quartiere Trieste, non distante dalle principali realtà museali romane per l’arte con- 190 gallerie invitate, 130 vengono da 37 diverse temporanea. Lo spazio espositivo (100 mq) è al primo piano di un elegante villino dei primi Novecento. La nazioni, 12 delle quali per la prima volta a Torino. nostra sede dispone anche di un giardino che ospiterà alcune attività conviviali dell’associazione, iniziative Un’iniezione cosmopolita che si rispecchia nella didattiche ed eventuali opere site specific. scelta di affidare la curatela del maxi-progetto One Torino, con cinque mostre prodotte dalla fiera in Cosa proporrete dopo l’opening di ottobre con Giacomo Costa? altrettanti spazi, ai vari Julieta González e Gary La scelta degli artisti vuole fondarsi sulla costruzione di un dialogo e di una relazione collaborativa, costruita di Carrion-Murayari, Chris Fitzpatrick e Anna Colin; volta in volta sulla base di reciproche assonanze, oltre che sulla qualità della ricerca e del percorso artistico. con la triade composta da Beatrix Ruf, Andrew Be- rardini e Gregor Muir a portare al Castello di Rivoli Piazza Crati. 6/7 i vincitori del Premio Illy 2012. Da Londra arriva 06 99345248 poi Filipa Ramos, scelta per coordinare i venti [email protected] - www.smartroma.org protagonisti di Walkie Talkies: duetti a tema libero tra curatori internazionali, programma anarchico e autogestito che affianca il tradizionale programma di incontri e dibattiti occupando spazi diversi all’in- di NEVE MAZZOLENI terno della fiera. Curiosità per i nomi delle 27 gal- BRAIN DRAIN lerie della sezione New Entries, con le prime volte di Mario Mazzoli e della milanese Brand New Gallery, della veneziana UPP e delle romane CO2 e The ANTONIO GEUSA | GALATINA  MOSCA Gallery Apart. Alla voce esotismi, la guatemalteca Proyectos Ultravioleta. Francesco Sala Partenza dalla provincia di Lecce, con una laurea in tasse universitarie del mio PhD, il resto però olio di lingue in tasca e la conoscenza di inglese e russo. gomito. A barili! Riguardo ai riconoscimenti profes- www.artissima.it Primo approdo: Londra. Dove sboccia l’amore per sionali, due anni fa il Ministero della Cultura russo e l’arte contemporanea (e il cinema). E, al momento di il Centro Nazionale di Arte Contemporanea mi han- scegliere il tema del dottorato, basta fare la somma; no premiato come miglior storico dell’arte-critico- La Gemäldegalerie di Berlino vince la sua risultato: la videoarte russa. Da studiare a Mosca. teorico dell’anno per il mio lavoro sulla storia della Su questo numero, l’intervista è ad Antonio Geusa, videoarte russa. battaglia, niente trasloco per far posto curatore e docente. alla donazione Pietzsch. E nel 2022 un Dove ti tieni aggiornato? Quali gallerie, musei, riv- nuovo museo nel Tiergarten Da quanti anni vivi a Mosca? Come ci sei arrivato? iste, realtà, siti web, scuole? Lo scorso novembre ho spento dieci candeline. A Credo che la formula più veritiera sia quella classica: Centocinquanta opere, fra tele e sculture, per un Mosca ci sono arrivato per colpa di una moneta da “Giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio cose…”. valore che supera i 130 milioni di euro. Un bel 100 lire. Finito il liceo, la ragione mi aveva spinto Nel nostro mestiere non si possono fare le rivoluzi- patrimonio quello elargito alla città di Berlino da a iscrivermi a Scienze informatiche, il cuore però oni dal letto di casa. Il motivo è molto semplice: il Ulla ed Heiner Pietzsch capaci nel corso del tempo dopo poco ha preso il sopravvento e mi ha dirottato processo è sempre più importante del prodotto. Fat- di assemblare una raccolta che passa da Picasso verso Lingue e letterature straniere. Inglese come tore chiave è la discussione. a Miró, finendo dalle parti di Pollock e Rothko. prima scelta. Per la seconda ho tribolato un paio Roba da museo, insomma. E di un nuovo museo di settimane, sino a quando, novello Pilato, ho fatto Cosa c’è in Russia che manca in Italia e viceversa? si parla, infatti, senza risparmiarsi qualche strascico scegliere al lancio della moneta. Il russo ha vinto il Com’è il mercato dell’arte? polemico. Molti danno per certa la marcia indietro destino. Credo che uno degli aspetti positivi della “situazi- rispetto all’idea original e, bocciata da una petizione Con la laurea sul petto, sono emigrato a Londra, dove one” russa sia l’essere alquanto giovane. Riguardo popolare che ha raccolto 14mila nein, di allocare il il tarlo dell’arte contemporanea mi ha lusingato e mi al mercato, francamente non lo conosco bene. Tutti lascito nelle sale della Gemäldegalerie, sfrattando i ha portato a prendere prima una laurea in Media i miei progetti sono non profit. Non nascondo però Caravaggio e i Rubens, i Tiziano e i Vermeer. Desti- Arts e poi a continuare con “le sudate carte” con un di tanto in tanto mi imbatto in qualche prefica, ma di nati a occupare un nuovo museo, gemma chiamata PhD. Al momento della scelta di un tema di ricerca, rado rimango ad ascoltare i loro lamenti. ad arricchire la Museumsinsel, occupando un’area i giorni passati a mangiare pane e letteratura russa a ridosso del Bode Museum. Costo dell’operazione sono tornati a pulsare fortemente nella mia testa. Cosa suggerisci ai colleghi che lavorano in Italia? stimato attorno ai 400 milioni di euro. Troppo per E Russia è stata! Armi e bagagli per Mosca, con la Cosa a chi volesse migrare in Russia? chiunque, anche per una locomotiva tedesca che missione di scrivere la storia della videoarte russa. Suggerisco di non farsi spaventare dalla barriera lin- nei prossimi anni, sul restyling della capitale, ha già guistica. L’arte contemporanea russa è uno splen- messo a bilancio un miliardo e 300 milioni di euro. Il tuo lavoro è diverso da come lo facevi in Italia? dido animale. Selvaggio per molti aspetti, ma non Che si fa allora? Nessun trasloco, nessuna nuova Radicalmente diverso. Le ossa del curatore me le pericoloso. A chi pensa a un’eventuale migrazione, struttura alla Museumsinsel, ma intervento previsto sono fatte in Russia. dico solo di esser pronti ad accettare l’assurdo - sia in quel Kulturforum che, nell’area di Tiergarten, chiaro, in piccole dosi - come ingrediente necessa- raccoglie insieme alla Gemäldegalerie anche la Di quali opportunità hai fruito in Russia? rio. Neue Nationalgalerie. L’intenzione è di inaugurare La mia campagna di Russia da Londra aveva nel 2022. Francesco Sala l’incentivo di una borsa di studio che copriva le Il prossimo cervello in fuga sarà Davide Quadrio www.smb.museum

18 NEWS

Fuga da Manhattan. In Cerchiamo di fare il punto: anno iii numero 15 direzione Brooklyn. La la carta sta morendo? nostra mappa di architettura si O forse è in dirittura d’arrivo www.artribune.com concentra stavolta sullo sviluppo incontenibile72 l’editoria classicamente intesa? di un’area estremamente interessante. Se ne discute nel talk show. direttore Massimiliano Tonelli Questa volta siamo andati a Città 26 direzione 28 del Messico per il nostro reportage Marco Enrico Giacomelli (vice) fotografico. Dalla casa di Frida alle performance Claudia Giraud più engagé. Helga Marsala 64 Massimo Mattioli Francesco Sala Le riscoprono solo dopo che i Valentina Tanni colleghi maschi hanno venduto 80 tutto. E i prezzi per loro sono generalmente “Lui tagliava la tela? E io me la molto più contenuti. Ma la situazione sta comunicazione e logistica mangio!”. Per la rassegna sui nostri talenti, fortunatamente cambiando. Riflessione su Santa Nastro in copertina e nell’intervista con Daniele donne e mercato dell’arte. Perra c’è Alice Tomaselli. Nota anche come fondatrice di Lucie Fontaine. pubblicità Cristiana Margiacchi Un paio di numeri fa vi abbiamo +39 393 6586637 raccontato dei galleristi stranieri che [email protected] hanno trovato casa in Italia. Ora il percorso inverso: inchiesta su 40 redazione coloro che hanno lasciato il Paese. via Enrico Fermi 161 - 00146 Roma [email protected] Una 76vita travagliata, quella del compositore Witold Lutosławski. Che progetto grafico però ha regalato al mondo della musica opere Alessandro Naldi di straordinario valore. Per il centenario della Doveva essere un progetto di altissimo nascita, lo si festeggia un po’ ovunque. profilo dal punto di vista dell’architettura e dell’urbanistica. E invece stanno prendendo stampa 70 il sopravvento gli immobiliaristi. Ecco a CSQ - Centro Stampa Quotidiani che punto è il New World Trade Center. via dell’Industria 52 - 25030 Erbusco (BS) Nell’ordine d’inaugurazione, e per citare solo le principali: Lione, Istanbul, direttore responsabile Salonicco, Mosca. È la rentrée in Venezia è una celeberrima soglia fra Marco Enrico Giacomelli versione biennale. Oriente e Occidente. E proprio su Noi abbiamo intervistato questa caratteristica lavora lo Zuecca editore direttori e curatori. 32 Project Space, protagonista del focus Artribune srl responsabile dello sbarco di Ai Weiwei in Laguna. via Enrico Fermi 161 - 00146 Roma 52 in copertina Alice Tomaselli Con ogni numero di Artribune Tutorial #3, tea cup - 2013 Magazine viaggiate ad arte in acrilico su carta giapponese una diversa nazione. Questa volta courtesy Sabot Gallery, Cluj-Napoca Straordinario è stato il contributo del l’approfondimento è sulla 56 (l’intervista a Tomaselli è a p. 80) nostro cinema per creare il marchio scena israeliana. Allacciate le cinture. made in Italy. E la moda, di converso, ha saputo restituire Registrazione presso il Tribunale di Roma il favore. n. 184/2011 del 17 giugno 2011 86 Storia di un intreccio. 66 Chiuso in redazione il 20 settembre 2013 Vi abbiamo dato la triste notizia, QUESTO NUMERO È STATO FATTO DA: abbiamo pubblicato molti video, sono uscite su artribune.com le Lori Adragna Catherine de Zegher Pio Monti Dario Salani testimonianze e i ricordi. Anche Deianira Amico Luca Diffuse Stefano Monti Irene Sanesi su carta omaggiamo Mercedes Auteri Bruno Di Marino Giulia Mura Marta Santacatterina Paolo Rosa, recentemente Luca Massimo Barbero Marcello Faletra Santa Nastro Vincenzo Santarcangelo 60 scomparso. Valia Barriello Giorgio Fasol Bertram Niessen Cristiano Seganfreddo Giovanni Boccia Artieri Fabrizio Federici Giorgia Noto Marco Senaldi Federica Boràgina Simone Frangi Bige Örer Fabio Severino Silvia Bordini Martina Gambillara Agostino Osio Valeria Silvestrini Maurizio Bortolotti Marco Enrico Giacomelli Sonia Pedrazzini Maria Rosa Sossai Ginevra Bria Claudia Giraud Raffaella Pellegrino Lorenzo Taiuti Non ha il fascino del Lower East Giulia Brivio Ferruccio Giromini Daniele Perra Giuliana Tammaro Side e ha prezzi moltiplicati per Andrea Bruciati Pericle Guaglianone Oriana Persico Valentina Tanni decine di volte rispetto a Brooklyn. È Christian Caliandro Salvatore Iaconesi Giulia Pezzoli Martina Testa la ragione del presunto declino Giorgia Calò Matteo Innocenti Federico Poletti Antonello Tolve 44 Adele Cappelli Luca Labanca Alessandro Possati Alice Tomaselli di Chelsea? L’inchiesta. Simona Caraceni Luca Lo Pinto Aldo Premoli Massimiliano Tonelli Stefano Castelli Angela Madesani Luigi Prestinenza Puglisi Clara Tosi Pamphili Chiara Ciolfi Zaira Magliozzi Paolo Priolo Cristina Trivellin Riccardo Conti Helga Marsala Thierry Raspail Valentina Valentini Sarah Corona Alessandro Massobrio Federica Russo Adelina von Fürstenberg Jonny Costantino Massimo Mattioli Pier Luigi Sacco Giulia Zappa Si parla spesso e talora a sproposito del Alessio de’ Navasques Neve Mazzoleni Francesco Sala Zuecca Project Space Mediterraneo e dei suoi popoli? Per capire di cosa si tratta, non c’è niente di meglio che percorrerne le coste. Il progetto in fotografia di Agostino Osio, in mostra pure alla Biennale di Fino a poco tempo fa, c’era addirittura chi Istanbul. La rubrica educational abbandonava l’area. Ma negli ultimi mesi la continua a gettare le 88 zona del Colosseo sta facendo un 82 fondamenta teoriche balzo in avanti. Protagonista del nostro 78 per una riflessione distretto, fra pedonalizzazioni e cultura gaya. solida e non estemporanea su insegnamento, didattica e fini dell’arte. È il loro momento: quello dei E ora riparte addirittura da Socrate. makers e dei relativi FabLab. Ma com’è la situazione italiana in merito? Non ottimale, ma sta nascendo Milano 36 68Makers. Vi raccontiamo tutto nelle pagine dedicate al design. La lista di grandi galleristi intervistati da Artribune sta diventando lunga assai. Questa 74 volta la parola passa a Pio Monti. È una variante della dolce morte, però in versione apocalittica. E ci sono momenti Festeggia quarant’anni, in cui il tema diventa ossessivo al Italiani, popolo servile. A quando l’editore mantovano cinema. In questi mesi, inoltre, una rivoluzione? Le due facce della stessa Corraini. E per l’occasione mette in abbiamo visto immagini degne di medaglia nelle pagine di inpratica. nota sul tema. 22 mostra il suo archivio. Siamo andati a sbirciare fra i Bruno Munari, per una eccellenza dell’editoria nostrana.

Giorgio Fasol, il collezionista. Luca Massimo La terra del Chianti, degli Uffizi, dei colli, Barbero, il direttore. Andrea Bruciati, il 84 dei casali. Tutto vero, ma in Toscana curatore. Li accomuna una città: c’è anche l’arte contemporanea, pur tra Verona. Ecco cosa ci fanno. mille difficoltà. E se non ci credete, seguite il nostro percorso. 48

BANDO DI CONCORSO per REALIZZAZIONE OPERA D’ARTE AEROPORTO DI ALGHERO SS TERMINE 20 OTTOBRE 2013 premio di € 150.000 Il bando di concorso CIG 530000132F è pubblicato integralmente sui siti internet della Soprintendenza www.sbappsaessnu.beniculturali.it e della Sogeaal spa www.aeroportodialghero.it e sulle maggiori riviste specializzate. Per ulteriori informazioni: tel. 0039 3204343938 [email protected] tel. 0039 0795570112 - fax 0039 079935219 – [email protected]

bando aeroporto.indd 1 18/09/13 17:09 “Il gendarme spagnolo e il tribunale dell’Inquisizione non tro- vavano in Italia l’ostacolo che avevano incontrato in Olanda: una coscienza individuale resa consapevole dalla Riforma dei propri di- ritti e doveri e quindi decisa a tutto pur di salvare la sua autonomia dal sopruso autoritario. La trionfante Controriforma aveva tolto agli italiani questa difesa, e li rendeva disponibili a tutto. È da questo momento infatti che si sviluppa nel nostro popolo la propensione ai mestieri ‘servili’, in cui tutt’ora gli italiani eccellono. Essi sono i mi- gliori camerieri del mondo, i migliori maggiordomi, i migliori portie- ri d’albergo, i migliori lustrascarpe, perché cominciarono a esserlo fin d’allora, quattro secoli fa”. Questo scenario, descritto da Indro Montanelli nel 1959, di- venta ogni mese più credibile e realistico: i nostri politici, anzi, sembrano proprio augurarselo. L’Italia - insieme all’intera Europa meridionale, non a caso quella più in difficoltà dal punto di vista economico nell’era della crisi e all’interno del progetto comuni- tario, in apparente via di dissolvimento - trasformata in vacation land. Un unico grande parco di divertimenti, una nazione orientata unicamente all’intrat- tenimento dei turisti stranieri. E certamente non è difficile immaginare un’intera classe dirigente, nata tra Anni Cin- quanta e Sessanta e patologicamente affezionata a schemi mentali obsoleti e griglie interpretative antiquate, impegnata a sognare i giovani di adesso - che tra non molto, è bene non dimenticarlo, sa- ranno “non-più-giovani” - finalmente e felicemente occupati come camerieri, cuochi, sguatteri, domestici, cicisbei. Badanti. Grati di aver ricevuto un impiego sottopagato, e grati soprattutto di aver rinunciato a tutto ciò che avrebbero potuto realizzare in un Paese diverso, più civile e moderno; grati dei meravigliosi progetti in rovina e delle occasioni perdute, grati di una vita sprecata nella frustrazione, nel costante rinvio e nell’autocommiserazione (per- ché questo è il senso ultimo della precarietà che ci avvolge tutti come una membrana impermeabile). Grati di tutto questo, del loro fallimento che incombe, a una generazione fallimentare in Una nazione tutto tranne che nella spietata opera di autoconservazione. E così, il progetto di “superare la crisi” (ma già questa è una gi- gantesca distorsione prospettica: non c’è nessuna crisi da superare, di camerieri così come non esiste nessun tunnel da attraversare, perché la crisi stessa consiste nel superamento di una condizione della realtà che non può essere più ripristinata per la semplice ragione che non esiste più se non nelle sue infinite proiezioni nostalgiche…), ma- gari attraverso l’investimento nel gioco d’azzardo e/o nel modello squisitamente nostrano della “città d’arte”, è non solo velleitario, Ha origini lontane la predisposizione italiana al servilismo. E ma anche inutile e dannoso. ora tutto assomiglia ancor di più agli Anni Cinquanta, con una Ci troviamo - non improvvisamente - catapultati in una condi- zione distopica, non dissimile dal 1985 sbagliato in cui piomba retorica che mette insieme messianismo (il ritornello della Marty McFly in Ritorno al futuro – Parte II (Robert Zemeckis crisi che finirà) e accettazione supina (il non essere “choosie”). 1988), con Biff Tannen, a cui il se stesso anziano ha consegnato il mitologico Almanacco dello Sport, che spadroneggia come un de- Intanto pare di essere piombati in Ritorno al futuro 2. spota assoluto su uomini e beni. Biff ha trasformato una cittadina più o meno ridente come Hill Valley in un incubo a cielo aperto, modellato a propria immagine e somiglianza. Marty - a partire da una scena esattamente speculare a quella del suo ingresso nella piazza principale del 1955 - affronta un paesaggio urbano e sociale fatto di degrado pauroso, sopraffazione e squilibrio.Il tessuto di CHRISTIAN CALIANDRO umano ed economico della comunità è an- dato a farsi benedire, a favore di un’econo- mia predatoria; non c’è più alcuno spazio, né posto, per i cittadini (tranne quei pochi che vivono assediati e terrorizzati nelle loro case): il concetto stesso di comunità e di cittadinanza è completamente evaporato. A questo serve la cultura? Davvero la cultura è solo innocua distra- zione, entertainment confinato al tempo libero e riservato esclusi- vamente a chi se lo può permettere? No. Perché la cultura è orien- tata alla trasformazione radicale della nostra vita. La sua funzione è in fondo la stessa che Harlan Ellison attribuiva alla letteratura: “Non so come voi giudichiate la mia missione di scrittore, ma per me non ha nulla a che fare con la responsabilità di rinsaldare i vostri miti concretizzati e i vostri pregiudizi provinciali. […] Questa mia magnifica e terribile occupazione di ricreare il mondo in un modo diverso, ogni volta strano e inusitato, è un atto di guerriglia rivoluzio- naria. Io agito le acque. Vi metto a disagio. Vi faccio colare il naso e vi inumidisco gli occhi”.

22 INPRATICA Da alcuni anni Istanbul è diventata una mèta privilegiata per la cultura. Lo testimonia, ad esempio, la 13esima edizione della Biennale che si tiene proprio in queste settimane. Al fascino sto- rico della città, cioè, si è unito quello dell’attualità architettonica, enogastronomica, urbanistica ecc. Ora però la situazione politica è assai instabile e durante l’estate (ma anche mentre scriviamo) si sono verificati pesanti scontri di piazza. In questo scenario ha fatto breccia l’iconica protesta di Erdem Gündoz, lo Standing Man di Gezi Park. Una maniera per mani- festare il proprio dissenso esclusivamente tramite la presenza fi- sica, con il corpo immobile, eretto, imperturbabile. I precedenti non mancano, dall’ambito artistico (Kimsooja, A Needle Woman, 1999-2001) a quello politico (il cosiddetto Tank Man in piazza Tiananmen nel 1989). Ma cosa ci dice questa posizione da un punto di vista eminentemente artistico? In cosa si distingue da un sit-in, dalla resistenza passiva di gandhiana memoria? È arte o atti- vismo? Ha senso distinguere i due àmbiti e, se sì, con quali criteri e strumenti lo si può fare? Nel 2005, proprio a Istanbul, alla nona edizione della Biennale erano esposte innumerevoli opere dal taglio politico, in particola- re video realizzati con un approccio documentari(stic)o. Un caso esemplare che fa emergere tre ordini di problemi generali. In pri- mo luogo, il medium: si trattava sovente di opere in cui emergeva l’ignoranza, da parte dei loro autori, della grammatica e della sin- tassi cinematografica.Anche e soprattutto quando si intende scardinare un linguaggio, quando ci si vuole gettare in un corpo a corpo con esso, occorre conoscerne a fondo le norme che lo regolano e lo strutturano. In caso contrario, e nella fattispecie, il risultato è: video noiosi, didascalici e muti. In secondo luogo, il contesto: parliamo di una biennale, cioè - magari suo malgrado - di un luogo, di un evento nel quale si consuma quella che Slavoj Zizek chiama “trasgressione intrinseca”. In terzo Rivoluzionare luogo, il contenuto: è la questione più importante. Siamo certi che l’arte spenda efficacemente in politica il proprio capitale simbolico quando fa della politica stessa il proprio contenuto esplicito? No, l’arte ne sono convinto; penso invece che l’arte sia politicamente efficace quando utilizza il proprio linguaggio e i propri mezzi per fare po- litica e non illustrazione decorativa. Piccolo inconveniente, ovvero la domanda: “E allora che cos’è l’ar- te?”. Mi convincono poco i tentativi definitori a carattere contenu- Un bel murale che celebra un martire del popolo. Ecco, nel tistico (Jean Clair) o analitico-definitorio (Arthur Danto, in una 2013 è quel che c’è di peggio, sia per l’arte che per la politica. certa misura). Propendo piuttosto per l’approccio trascendentale Bando ai temi, alle illustrazioni. La rivoluzione va praticata, non proposto da Marco Senaldi e dunque per porre al centro la capa- cità dell’opera d’arte non naïf di scuotere il reale, di sollecitare le raccontata. E l’arte può contribuire soltanto se non scimmiotta contraddizioni, di essere conflittuale e non conciliante. Occorre malamente altri linguaggi. sostare il più a lungo possibile sul crinale dell’indecidibile e stimo- lare una riflessione in-finita. Non suggerire, imbeccare, rassicurare il fruitore. Bisogna riuscire a rendere la vita difficile al lavoro del- la sussunzione, costringendo il sistema ad affrontare l’ennesimo cortocircuito, amplificabile grazie alla genetica disponibilità da Joseph Kosuth parte dell’arte contemporanea all’autoriflessione ( ) di MARCO ENRICO GIACOMELLI e al revisionismo (Hal Foster). Tutto ciò per dire che è possibile - nonché doveroso - restituire il primato alla prassi: non sbaglia Debord quando scrive che “nel mondo realmente rovesciato il vero è un momento del falso”, ma sono certo che debbano ontologicamen- te esserci finestre spazio-temporali interstiziali nei/durante i quali l’azione micro/macro-sovversiva è possibile (e doverosa, ripeto). Ora, se l’arte tiene fede alla propria contraddittorietà sul piano trascendentale e, in questo momento storico, lavora su temi quali la tolleranza, i diritti umani, la violenza ecc., allora può dire qual- cosa di rilevante dal punto di vista politico. Si badi bene: si tratta di decostruire i concetti di tolleranza, diritti umani, violenza, non di chiederne e pietirne rispettivamente la diffusione, l’estensione, la Testo riveduto dell’intervento tenuto il 20 giugno 2013 al seminario “Etica, azione e arte condanna. “La rivoluzione non è un pranzo di gala”, diceva globale” nell’ambito dei “Dialoghi di Estetica. L’arte tra emozione e azione” organizzati Mao, e per farla val la pena di alienare qualche (presunto) bene dal LabOnt | Università degli Studi di Torino, a loro volta inseriti nel programma della borghese. Summer School organizzata dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli. INPRATICA 23

EDITORIA IERI, OGGI E DOMANI

In che modo sta cambiando l’editoria? Quali i nuovi scenari che si delineano in conseguenza dell’avvento delle nuove tecnologie? Quali le opportunità e i rischi legati all’utilizzo delle piattaforme digitali e quale il futuro dei formati analogici? La nuova puntata del nostro “talk show” affronta un tema che ci sta molto a cuore: il futuro dell’editoria, un settore in continua evoluzione. Per immaginare il nuovo capitolo di una storia secolare. (a cura di Valentina Tanni)

GIULIANA TAMMARO GIULIA BRIVIO e ORGANIZZATRICE DI MICRO FEDERICA BORÀGINA FESTIVAL DI EDITORIA INDIPENDENTE FONDATRICI DI BOÎTE Quando ti trovi di fronte a un’edicola cosa pensi? L’editoria cambia continuamente, influenzata Io penso che se l’editoria è in crisi, in buona parte, dai mezzi di riproduzione, di diffusione, dai mu- se lo merita. Azione-Reazione. Mentre da una parte tamenti sociali. In questi ultimi 3-4 anni stiamo si piange sull’ennesima testata sospesa o soppressa, assistendo al ritorno alla carta stampata e alla tipo- dall’altra avviene il vero cambiamento, quello del grafia: noi pieghiamo a mano boîtes dal 2009! web che, piano piano, accoglie infiniti contenuti a cui viene riconosciuta Le “nuove tecnologie”, se si intendono pc e rete, hanno certamente modi- una crescente attendibilità verso quel miraggio che è la libera informa- ficato la struttura e la fruizione dell’articolo e della rivista, ma questo av- zione. Ma l’amore per la carta non soffre la crisi e, anzi, ne trae vantaggio veniva dieci anni fa. Oggi stanno nascendo i primi e-magazine d’arte, con favorito dai costi di stampa sempre più abbordabili. testi mutevoli e interattivi, ma il cambiamento più significativo crediamo Tra stampa in fotocopia, digitale, offset e risograph,fiorisce l’edi- sia quello dovuto alla tecnologia della stampa digitale, sempre più rapida toria indipendente, che prima di tutto risponde ed economica. Questa possibilità di self publishing alle regole di chi sceglie il formato cartaceo per implica un avvicinamento di critici e artisti al dire la sua. mondo della grafica e del design, un terreno in- E fioriscono i festival a essa dedicati, momenti preziosi in cui poter in- sidioso, dove il rischio è quello di distrarsi nella cura della forma, contrare tirature limitate o limitatissime, conoscere gli autori e le storie piuttosto che concentrarsi sullo sviluppo del pensiero critico; l’unica so- dietro a ogni pubblicazione. luzione per evitare i pericoli della superficialità informativa, secondo noi, Per questo tipo di editoria non esiste il confronto sfavorevole con il web dovrebbe essere la ricerca. perché entrambe le realtà non potranno mai avere ciò che l’altra ha: da Il timore è che il sovraccarico di scrittura e produzione porti alla scom- una parte una potenza di diffusione imparagonabile, dall’altra l’unicità parsa del lettore, abituato alla concentrazione breve insegnata dal web. dell’oggetto tangibile dove la carta si fa elemento essenziale e dell’espe- Per noi è una sfida e un gioco appassionante. rienza il plus valore. Due mondi che non possono far altro che dialogare in sinergia. PAOLO PRIOLO EDITORE E DIRETTORE RESPONSABILE DI KLAT MAGAZINE DARIO SALANI Tra i molti punti interrogativi che riguardano il FONDATORE DI PRINP presente e il futuro dell’editoria, c’è un bel punto EDITORIA D’ARTE 2.0 esclamativo che in troppi fingono di non vedere: il L’editoria internazionale è immersa in una fase supporto cartaceo è morto! È difficile ammetterlo di profondo cambiamento strutturale. In pochi fino in fondo, soprattutto tra gli editori, perché anni i modelli di business che si erano consolidati la scomparsa di qualcosa a cui siamo legati ci procura un certo sconfor- nel corso dei secoli sono stati totalmente rivolu- to. Così, facciamo i salti mortali per tenerlo in vita, con la scusa che c’è zionati. In primis sono i lettori a essere cambiati: ancora un pubblico a cui piace un quotidiano, un magazine o un libro le tecnologie ne hanno modificato le abitudini di lettura, di acquisto, le fatti di carta. In realtà, questo pubblico, sempre più minoritario, è mol- aspettative, perfino la relazione con gli autori; inoltre, nuovi competi- to meno legato alla carta di quanto gli editori vogliano fare credere. Di tor sono entrati nel mercato, diffondendo nuove idee e prodotti.Gli più: questo pubblico, specialmente quello più giovane, colto ed evoluto, editori di oggi creano ponti digitali con i loro cerca in modo spontaneo tutti i contenuti di cui ha bisogno attraverso clienti, utilizzano strumenti free, si alleano con i propri smartphone, tablet, ebook reader, pc, e solo incidentalmente, altri partner e riorganizzano i processi produttivi indotto da qualche rimanenza fisica, su supporto cartaceo.Spesso ci e distributivi, portando così al centro della scena l’attitudine a troviamo di fronte a una domanda residuale che sperimentare e innovare. Le piattaforme editoriali ad alto contenuto tec- non stimola l’offerta: al contrario, è l’offerta a nologico (cross-media, self-publishing, print on demand, web-to-print) farla sopravvivere. Come ha detto John Paton, CEO di Digital unite alle nuove pratiche di creazione letteraria (editoria condivisa, multi- First Media, è il passato che mette in pericolo il futuro dell’industria edi- autorialità, transmedia storytelling) offrono notevoli opportunità. Tut- toriale. Un futuro che non avrà alcuna somiglianza con quello che siamo tavia il libro “analogico” tradizionale è uno dei migliori oggetti di design stati e che sarà solo digitale.Delle telecamere di sicurezza? Dei droni? Chi inventati dall’uomo: stampato e rilegato in alta qualità non scomparirà è il fotografo dietro questi congegni? E, ancora: cos’è esattamente oggi un mai, sarà piuttosto un complemento ai formati digitali. telefono?

26 TALK SHOW BERTRAM NIESSEN CRISTINA TRIVELLIN PROJECT MANAGER DI CHEFARE DIRETTORE DI D’ARS – PERIODICO DI L’editoria sta seguendo un percorso per certi versi ARTI E CULTURE CONTEMPORANEE simile a quello che ha avuto la musica una decina L’editoria (micro e macro) sta vivendo un momen- di anni fa. Le catene di produzione stanno saltan- to di crisi. Caratteristica dell’editoria online è la do e anche la distribuzione cambia di conseguenza, gratuità, l’accessibilità, l’abbattimento dei costi. Si di pari passo con le modalità di consumo. Questo tratta sicuramente di un’opportunità, anche se c’è comporta la necessità di ripensare i ruoli profes- il rischio della perdita di approfondimento insita sionali tradizionali e l’emergere di nuove tipologie di lavoratori cognitivi nel “surfing” - caratteristica delle fasce più giovani - che può portare alla che si collocano in modo diverso rispetto ai flussi di valore immateriale: morte dell’oggetto cartaceo da portarsi ovunque, sottolineare, strappare, cultural blogger, social media manager, curator, information designer. rileggere, conservare. Probabilmente le nostre struttu- Con il proliferare delle fonti e dei canali, non necessariamente di bassa re percettive si stanno lentamente adeguando qualità, avranno un ruolo sempre più centrale que- all’apprendimento immediato e interattivo così gli attori in grado di “curare” l’informazione pro- come stanno cambiando le “narrazioni” online. Anche l’open source ponendo letture della complessità. Qualcosa di simile rappresenta una forte opportunità di cambiamento, ma ancora non si a quello che fanno i dj. Una conseguenza importante sarà (ed è già, in sono ben delineate forme tangibili di sostentamento. Come tutti i periodi realtà) la progressiva perdita d’importanza dell’autorevolezza tradizionale di transizione, anche questo racchiude i semi del mutamento, delle pre- nel dibattito culturale a favore di nuove forme legate al capitale simbolico visioni: i formati digitali sono il presente e anche il futuro, ma dubito che e alla reputazione mediata tecnologicamente. la carta, soprattutto nell’editoria culturale, possa sparire definitivamente.

SALVATORE IACONESI e LUCA LO PINTO ORIANA PERSICO CURATORE INDIPENDENTE E FONDATORI DI ART IS OPEN SOURCE DIRETTORE EDITORIALE DI NERO E FAKE PRESS L’editoria, in particolare quella indipendente, cam- Quando si scrive un libro, si crea un mondo. Fino bia velocemente e risponde quasi in tempo reale al a “ieri”, gli autori descrivevano i loro mondi e li modificarsi della realtà. La specificità di questi ul- cristallizzavano in una forma finita, definitiva: il timi anni è il moltiplicarsi di riviste, pubblicazioni, libro (o il cd, o l’oggetto di design). Oggi, il libro libri a livello globale. La rivista è diven- può esplodere e trasformarsi in una costellazione di elementi, disseminati tata uno dei medium preferiti dalla generazione in maniera transmediale attraverso carta, luoghi geografici, interazioni degli Anni Zero per poter esprimere un pensiero e condividerlo sociali, oggetti. Ognuno di questi può diventare un punto di vista, una con altri. Ovviamente gran parte di queste realtà sono effimere e con modalità di fruizione o interazione con il mondo che vogliamo (de) una vita breve. Riflettendo sull’editoria e in generale sulla produzione scrivere. In tutto questo, i lettori sanciscono il proprio ruolo di agenti culturale, spesso si dimentica di sottolineare come l’offerta sia superiore attivi e creativi, capaci di contribuire al mondo, di riscriverlo, e di usarlo alla richiesta. C’è una sovrapproduzione di contenuti che finiscono in un quale piattaforma per esprimere la propria soggettività. buco nero. Conta più piantare che far sedimentare. La tecnologia non fa Libri che esplodono. Autori che diventano altro che esasperare questo aspetto. La differenza principale tra l’onpaper creatori di piattaforme per l’espressione di quelli e l’online è nella temporalità della ricezione e nella specificità dei device. che erano i lettori, ma che non lo sono più, Non è lo strumento in sé l’oggetto della questione, ma come esso viene . Com’è fatto un libro di questo usato. Indipendentemente se si parli di ieri, oggi o domani. trasformati in performer tipo, emergente nel tempo/spazio, ubiquo e scritto da milioni di persone? It’s publishing, baby!

JONNY COSTANTINO SCRITTORE E FILM-MAKER GIOVANNI BOCCIA ARTIERI (BACO PRODUCTIONS) ORDINARIO DI SOCIOLOGIA DEI DIRETTORE DI RIFRAZIONI NEW MEDIA E INTERNET STUDIES Vado al sodo: la tenuta dell’editoria-che-non-sta- UNIVERSITÀ DI URBINO CARLO BO alle-regole. Una regola: il grande pubblico è goloso Quello che sta mutando nel mondo dell’editoria di merde candite, ingozziamolo, ingrassiamo la sua riguarda i tre momenti della produzione, della ignoranza. Una controregola: niente ruffianerie, distribuzione e del consumo di contenuti editoriali lasciamo che il lettore venga a noi, troverà l’inatteso. O si è carne o si è e della relazione tra loro. Una prima dinamica in pesce o si vivacchia. Chi vuol essere inattuale senza pagarne il prezzo si evoluzione ha a che fare con la disintermediazione tra produzione e consumo che troviamo nelle forme del self publishing, dedichi al gioco dell’oca. La carta ha conosciuto momen- con autori che si autopubblicano e vendono direttamente ai propri ti migliori, con un eufemismo, ma non è fottuta. lettori-fan secondo meccanismi di business diversi. Parallelamente la È questione di desiderio. La carta è come la pelle: la vuoi toc- distribuzione risente dei meccanismi di filtraggio collaborativo online e care. C’è ancora chi preferisce, a quelli pixelati, i capezzoli al naturale. E dei consigli attraverso le reti di relazione nei social network che orientano finché ci saranno lettori perversi e stampatori compiacenti, magari clan- la lettura e costruiscono il capitale di reputazione di chi pubblica. Le destini, ci si darà dentro. D’altro lato, pure l’ebook ha un suo erotismo, anche lo schermo va toccato. Mutano i feticci e – in fondo – un supporto strutture editoriali tradizionali si trasformeranno vale l’altro: il mezzo è neutro. Conta l’affondo, la radicalità, il canto. La sempre di più in piattaforme di marketing per vera guerra è tra visione e oscurantismo. Chi vedrà vivrà. Intorno regna gli autori e in strutture per il reputational brand il caos. Molti, tra i più valorosi, cadranno. Alcuni si solleveranno. C’è un dei contenuti dovendo gestire modelli di circolazione di prodotti tempo per morire e un tempo per rinascere. Fino alla fine del mondo. transmediali e multipiattaforma.

TALK SHOW 27 28 REPORTAGE ¡QUE VIVA

Se è vero che i musei sono lo MEXICO! specchio della storia che ab- biamo vissuto, viviamo e vi- vremo, tre sono le tappe fon- Tradizione e contemporaneità. Si muove tra due damentali per capire la storia estremi la cultura messicana, per far sbocciare nel dell’arte messicana: il Museo di Antropologia, il Museo de Arte presente i semi gettati durante la sua lunga e densa Moderno e il Museo Universi- storia. Dalla casa di Frida Kahlo e Diego Rivera alle tario de Arte Contemporáneo. Quest’ultimo è uno dei più alti performance dei muralisti contemporanei, passando modelli di museo universitario per i modernissimi spazi del Museo Universitario de di arte esistente al mondo, ca- pace di conciliare efficacemen- Arte Contemporáneo, un viaggio attraverso la Città del te formazione, critica, produ- Messico di oggi. A farci da guida, con testi e immagini, zione artistica e relazione con la comunità di appartenenza. c’è Mercedes Auteri, italiana trapiantata in Sudamerica. L’arte contemporanea emer- gente ha una forte connotazio- ne concettuale e sociale, che segue un filone molto svilup- pato nell’ultimo secolo nelle Americhe del Centro e del Sud e che, in Messico, ha avuto im- portanti rivelazioni affermatesi nel panorama internazionale, come Teresa Margolles o Ga- briel Orozco. In questa foto una performance in uno spazio pub- blico, intitolata Diamantes per- vertidos: alotropías epifánticas, del Colegio Contrametafísico de Liberación Acéfala - collet- tivo di giovani artisti emergenti - critica la scarsa capacità dei governi di gestire al meglio le proprie risorse. REPORTAGE 29 30 REPORTAGE

Il film Frida di Julie Taymor del 2002 ha definitivamente pro- mosso la pittrice di Coyoacan a mito mondiale. Prima di allora era conosciuta da pochi estima- tori per l’onirica follia presente nelle sue opere, per il fascino passionario, per la burrascosa storia d’amore con il massimo pittore messicano, Diego Ri- vera. I due vissero nella Casa Azul, dove fu girata la pellicola, e lì sono ancora visibili e ben conservate le stanze e il giar- dino, le loro collezioni di reperti archeologici, libri, lettere, og- getti personali e alcuni quadri. I graffiti in Messico sono con- siderati la continuazione della grande tradizione del murali- smo del secolo scorso, i cui padri sono stati Diego Rivera, Alvaro Siqueiros e Clemente Orozco. Dagli spazi istituziona- li della vita politica e culturale (memorabili i murales del Pa- lacio Nacional, di Bellas Artes, dell’Università Nazionale Auto- noma di Città del Messico) alla strada e dalla strada ai musei, i grandi muri dipinti ritornano prepotentemente come arte riconosciuta e apprezzata dai messicani. Come questo graffi- to di Saner y Sego, con la sua carica ironica, eclettica, popola- re e contemporanea, visibile al Museo Nazionale delle Culture Popolari. REPORTAGE 31 AI WEIWEI IN LAGUNA

La mostra di Ai Weiwei, Disposition, organizzata in collaborazione con la Lisson Gallery, è stata un evento col- laterale della 55. Esposizione Internazionale d’Arte. Si è trattato dell’unica personale dell’artista nel 2013 e per l’occasione Zuecca Project Space ha raddoppiato il proprio spazio. Nella sede della Giudecca è stata riallestita secondo un progetto site specific l’installazione Straight, esposta per la prima volta nell’ambito della retrospet- tiva del 2012 presso lo Hirshhorn Museum and Sculpture Garden a Washington DC. Straight è costituita da un insieme di tondini di acciaio recuperati dalle macerie che armavano le strutture portanti delle scuole distrutte dal terremoto che colpì la regione del Sichuan nel 2008, a causa del quale persero la vita 5.196 bambini. Sono stati necessari due anni di lavoro per estrapolare dalle macerie le barre acciaio e portarle a Pechino, dove Ai Weiwei, con il suo studio, le ha raddrizzate e riforgiate per farle diventare due opere: Straight e Forge. Que- sto gesto, carico di valori simbolici, dimostra come l’artista riesca a stabilire una profonda connessione con i problemi economici, politici e sociali della Cina nella dimensione estetica ed espressiva propria del linguaggio artistico. Come secondo spazio espositivo è stata scelta la chiesa di Sant’Antonin, dove è stata presentata l’installazione inedita S.A.C.R.E.D. (i) S upper, (ii) A ccusers, (iii) C leansing, (iv) R itual, (v) E ntropy, and (vi) D oubt., nella quale Ai Weiwei descrive, con sei diorami contenuti in altrettanti box d’acciaio, i suoi 81 giorni di detenzione. Le scene possono essere fruite guardando all’interno di una feritoia, ricavata dalle pareti delle celle, come quelle di una vera prigione. La più discussa tra le opere presentate durante la Biennale grazie e a causa della sua forte carica personale, S.A.C.R.E.D. rimane una preziosa testimonianza di quanto stia accadendo in Cina. La mostra di Ai Weiwei è stata per la Zuecca Project Space un importante punto di partenza per promuovere momenti di dibattito e ricerca sui temi della libertà di espressione e dell’arte dissidente, com’è avvenuto con la conferenza tenuta da Barnaby Martin, firma del Financial Times e autore del libro Hanging Man (Faber&Faber, 2013; trad. it. Il Saggiatore) in cui, partendo dall’esperienza di Ai Weiwei, si allarga lo sguardo sulla situazione degli intellettuali non allineati, di cui sono esempio altri 55 arrestati nell’ambito della medesima epurazione.

aiweiwei.com TRA VENEZIA E L’ORIENTE di ZUECCA PROJECT SPACE

Nel 2011 la prima mostra, Orientale: un Zuecca Project Space nasce nel ruolo cruciale che essa ha ricoperto 2011 da un’intuizione di Alessan- nella storia come crocevia tra Orien- titolo programmatico. Nato come uno spazio dro Possati, direttore dello spazio, te e Occidente. La collettiva Orienta- espositivo dedicato alla promozione dell’arte coadiuvato nella cura scientifica da le, inaugurata in occasione della 54. Maurizio Bortolotti. L’idea è dar Esposizione Internazionale d’Arte, e della cultura contemporanea a Venezia, vita a uno spazio non profit dedica- grazie alle opere site specific di artisti Zuecca Project Space vanta ad oggi numerose to alla ricerca e al dialogo culturale, come José Maria Cano, Ali Kazma, attraverso la produzione di progetti Robert Montgomery, Giuseppe collaborazioni che guardano a Oriente. Con un artistici che consentano di cre- Stampone e Mattew Stone, quartiere generale nel cuore della Giudecca, are un continuo scambio ha funzionato come con le realtà locali Il punto di un’esplorazione e un dentro il palladiano Complesso delle Zitelle. e una comunione tentativo di rilet- d’intenti con al- partenza è stata tura dell’Oriente cune tra le più la città di Venezia e la da un punto di importanti isti- riflessione sul ruolo vista occiden- tuzioni culturali tale. a livello interna- cruciale che ha ricoperto Durante la 55. zionale. come crocevia tra Esposizione La Giudecca è Oriente e Occidente Internazionale un’isola nell’isola, è d’Arte il focus è un luogo forte- stata la Cina e il suo mente evocativo artista più conosciuto, che ha fornito Ai Weiwei, che con Disposition, l’occasione ad Alessandro Possati, evento collaterale alla Biennale, ha veneziano di origini, di ripensare a permesso, tramite le installazioni essa come centro di un sistema di Straight e S.A.C.R.E.D., di condur- collaborazioni, anche alla luce dei re un affondo sulla storia del Paese e numerosi spazi espositivi indipen- sulla società cinese contemporanea, denti, gallerie e istituzioni che negli con tutte le sue contraddizioni e ultimi anni hanno trovato la loro idiosincrasie. sede sull’isola. Il progetto per la Biennale di Ar- Il punto di partenza dunque è stata chitettura del 2012 è stato invece la città di Venezia e la riflessione sul affidato all’artista tailandese Rirkrit

32 FOCUS VENEZIA CHIAMA HONG KONG

Per i prossimi due anni, Zuecca sta progettando alcune mostre ancora incentrate sul dialogo con l’O- riente. Il tutto cercando di aprire il programma all’interdisciplinarietà, con mostre dedicate non solo all’arte ma anche all’architettura, in coincidenza con la Biennale. In particolare, il dialogo con l’Asia sarà sviluppato a tutto campo, con esplorazioni in ambito artistico che indaghino geograficamente il vasto continente in ogni direzione. Come già sperimentato nelle precedenti mostre, saranno proposti artisti affermati ma anche emergenti. Ci sono alcune aree che risultano particolarmente interessanti oggi, come il sud-est asiatico e la Cina. Le future mostre coinvolgeranno artisti non solo asiatici, ma che hanno lavorato o sviluppato un parti- colare interesse nei confronti dell’Asia. In particolare in questo momento, una città con cui Zuecca Art Project sta aprendo un dialogo in vista di future collaborazioni è Hong Kong. L’Asia è oggi policentrica, sono diversi i centri veramente attivi e dinamici, anche in termini di proposte culturali. Fra questi, Hong Kong sembra quello candidato a diventare la New York d’Oriente. I progetti futuri di Zuecca non comprendono tuttavia solo mostre. L’intenzione è di promuovere anche un intenso programma culturale di conferenze e collaborazioni con varie istituzioni culturali italiane. L’attività espositiva può produrre molte occasioni a latere, tra cui progetti satelliti quali appunto Zuecca Screening Room. Anche nei prossimi due anni, con la screening room si lavorerà per la presentazione di materiale contemporaneo capace di compiere un’esplorazione di nuovi territori a cavallo tra cinema e videoarte, includendo anche documentari realizzati da artisti. Importante sarà anche sviluppare il dialogo tra Zuecca Project Space e la città di Venezia. Sia con le sue istituzioni in termini di collaborazioni future, laddove sarà possibile, sia utilizzando spazi diversificati nella città stessa. In definitiva, l’idea di fondo che guida la programmazione di Zuecca Project Space è quella di aprirsi costantemente all’esterno in un continuo e proficuo dialogo con altri ambiti culturali e istituzioni, senza chiudersi all’interno delle mura della sua sede storica alle Zitelle.

www.zueccaprojectspace.com

Tiravanija, che ha presentato una Nel 2012 la rassegna intitolata Point I COLPEVOLI videoinstallazione dedicata a Karl of View: An Anthology of the Moving Holmqvist, il cui lavoro si sviluppa Image, curata in collaborazione con tra performance, poesia e arte, in to- Palazzo Grassi, annoverava tra gli ALESSANDRO POSSATI tale sintonia con la poetica di Tirava- artisti selezionati Francis Alÿs, Da- Supervisore di progetto e amministratore di nija, che tende a cancellare i confini vid Claerbout, Douglas Gordon, Zuecca Project Space. Laureato presso l’U- niversità Bocconi alla Facoltà di Economia e fra arte e vita. Gary Hill, Pierre Huyghe, Joan Management per Arte, Cultura e Comunica- Un continuo scambio tra le arti fa Jonas, Isaac Julien, William Ken- zione, si occupa della gestione dello spazio parte della filosofia di Zuec- tridge, Paul McCarthy, Pi- senza fini di lucro Zuecca Project Space e ca Project Space. Il pilotti Rist e Anri Sala. collabora in qualità di direttore delle rela- pretesto è fornito Quest’anno, per la zioni esterne con la società Valorizzazioni Avere un Culturali di Venezia. dall’attività della pubblico sempre 70. Mostra del Ci- Biennale, che ri- nema, in continu- chiama in città diverso e specifico ci ha ità con la mostra professionisti indirizzato verso la ricerca ospitata da Zuec- MAURIZIO BORTOLOTTI e appassionati ca, si è scelto di Curatore del programma di Zuecca Project di dinamicità e dialogo Space. È professore presso la NABA di di settori come affidare la sele- Milano, di cui è stato membro del comitato arte, architettu- tra le sfaccettature zione dei video ad scientifico del Dipartimento di Arti Visive. ra, teatro, danza e dell’espressione Ai Weiwei, che ha Collabora con importanti riviste d’arte con- cinema. L’opportu- colto l’occasione per temporanea come Flash Art International. nità di avere durante artistica proporre una se- Cura numerose mostre presso varie istitu- zioni. È l’autore di Il critico come curatore l’arco dell’anno un pub- rie di documen- (Silvana Editoriale, 2003). Nel 2010 è stato blico sempre diverso e specifico tari e inchieste commissario europeo per la prima edizione ha indirizzato la programmazione di sul tema a lui caro dei diritti umani di Art Gwangju, in Corea del Sud. Zuecca verso una continua ricerca di e della libertà di espressione nella dinamicità e dialogo tra le varie sfac- Cina contemporanea. cettature dell’espressione artistica. Le collaborazioni avviate durante Per il secondo anno, in occasione la Biennale Teatro hanno permesso della Mostra del Cinema, Zuecca di esplorare il mondo della perfor- Project Space ha organizzato una mance artistica, com’è avvenuto nel Screening Room dove, da mezzogior- 2011 con Star 69: Dial-a-Poem-relics no a mezzanotte, vengono proiettati di John Giorno e nel 2013 con Presi film, documentari e video d’artista. per incantamento di UbikTeatro. FOCUS 33

36 GALLERISTI D’ECCEZIONE. PIO MONTI SI RACCONTA (SUL SERIO) 40 EMIGRANTI DELL’ARTE. CHI LASCIA L’ITALIA, CHI RADDOPPIA 44 UN QUARTIERE IN DECLINO? INCHIESTA SU CHELSEA 48 GIORGIO FASOL. UN COLLEZIONISTA A CUORE APERTO 52 INTERVISTE BIENNALESCHE: LIONE - ISTANBUL - SALONICCO - MOSCA 56 L’AUTUNNO DI ISRAELE. UN REPORTAGE A TAPPETO 60 QUATTRO VOCI PER PAOLO ROSA ILIL MIOMIO REGNOREGNO PERPER UNAUNA MOZZARELLAMOZZARELLA (IN(IN CARROZZA)CARROZZA) STORIASTORIA DIDI PIOPIO MONTIMONTI

ome è iniziata la tua Eterna 27 era un prodotto che pro- va acceso questo interesse. Venen- micamente, così ho subito compra- storia di gallerista? Pri- metteva di arrestare il tempo a 27 do a Roma ho poi conosciuto mol- to qualcosa. ma facevi il rappresen- anni. Una grande illusione, natu- ti artisti e ho avuto la fortuna di tante, giusto? ralmente. La cosa curiosa è che poi, trovare, pian piano, la strada giu- Cosa comprasti? Sì, tramite mio padre frequentando Roma, ho incontra- sta. Soprattutto tramite l’incontro Mozzarella in Carrozza di De Do- Cconobbi il direttore di una grande to Gino De Dominicis, per con Gino De Dominicis, che minicis è stata una delle prime ope- casa cosmetica internazionale, la il quale il concetto di conobbi al Bar Rosati, in re che ho acquistato. L’avevo vista Revlon. Avevo circa diciotto anni. eternità era centrale. piazza del Popolo. all’Attico, da Sargentini. Sono rima- Feci domanda per entrare e seguii Io ero sensibile a sto male quando al Maxxi l’ho vista un corso di cosmetologia a Londra e questa tematica Con De Dominicis Fu un incontro esposta con dentro una mozzarella poi a Parigi per imparare la compo- per via del re- siamo andati a Parigi, casuale? di plastica. Così non è più una tau- sizione dei prodotti. troterra nella Sapevo che era tologia, torna a essere una metafora. cosmetica. abbiamo fatto anche tante un luogo fre- Doveva essere una vera mozzarella in VALENTINA TANNI di VALENTINA Dove vivevi in quel periodo? stupidaggini. Ci capivamo quentato dagli una vera carrozza, fermi nel tempo. A Macerata. Mi assegnarono, come Eri già appas- con uno sguardo artisti e sono an- area di rappresentanza, le Marche, sionato d’arte? dato. Poi De Do- Era un’opera molto costosa? l’Umbria, l’Abruzzo, il Molise e una Diciamo che ave- minicis era marchi- Sì, ho dovuto vendere un apparta- parte di Roma. Roma, naturalmen- vo una certa giano come me e per mento per comprarla. Per non par- te, mi ha sollecitato molto. “inquietudine questo abbiamo subito lare delle discussioni con mia mo- conoscitiva”. socializzato. C’era anche Jannis glie. Ho comprato anche Il tempo, Uno dei tuoi prodotti era questa Avevo avuto una simpatia per una Kounellis, Vettor Pisani e tanti altri lo sbaglio e lo spazio, e per quella ho famosa crema che citi spesso, la ragazza che viveva nel mio palazzo artisti. Io ero un ragazzo di provin- venduto un secondo appartamento. Eterna 27... e faceva la scuola d’arte; lei mi ave- cia, ma mio padre mi aiutò econo- Era il 1972. Ero affascinato da queste

36 ATTUALITÀ Christo e Pio Monti, 1978 Monti, Christo e Pio

Marchigiano dalla battuta fulminante e dagli infiniti calembour, Pio Monti ha scritto pagine importanti della storia dell’arte a Roma, in particolare negli Anni Settanta e al fianco di Gino De Dominicis. In questa intervista - che continua il ciclo di Artribune Magazine in dialogo con i grandi galleristi italiani - racconta i suoi esordi, gli aneddoti, il passato e il presente.

idee sullo spazio e il tempo. Io e mia Otto. Due erano identiche. Le ab- Come gallerista spesso mi trovavo a Pensi che in passato i galleristi moglie eravamo andati, insieme a biamo fatte nella mia galleria di via dover spiegare queste cose al pub- fossero più complici degli artisti? Capogrossi e a sua la moglie Costan- Principessa Clotilde, a distanza di un blico, che non le capiva. Neanche i Sì, c’era una grande complicità. za, a Locarno per la presentazione di anno esatto, nel ’77 e nel ’78. C’era critici le sapevano certe cose. Qualsiasi cosa servisse, che fosse un libro di Martin Heidegger, L’Arte una grande pietra, un’asta in bilico, una maniglia o uno scheletro, ci e lo Spazio. Quella sera Heidegger ci due vasetti che rappresentavano Non c’erano critici in grado pensava il gallerista. Poi, negli Anni firmò il libro con una dedica… l’ubiquità e una pirami- di capire il suo lavoro? Ottanta, siamo passati dall’avan- de invisibile. Chi era No, Gino era vera- guardia in trance alla Transavan- De Dominicis è l’artista con cui venuto alla prima mente troppo stra- guardia. E non c’era più bisogno hai legato di più? mostra, tornando Negli Anni Ottanta vagante. Io alcu- di tutto questo, gli artisti avevano Sì, abbiamo fatto tantissime cose e trovando tut- ne cose le avevo bisogno solo di tele e colori. Da insieme. Siamo andati a Parigi in- to esattamente siamo passati capite attraverso lì tutto è cambiato. Con gli artisti sieme, abbiamo fatto anche tante nella medesima dall’avanguardia la vicinanza, lo comportamentali, il gallerista ave- stupidaggini. Ci capivamo con uno posizione, ave- in trance alla stare insieme, va un ruolo fondamentale per far sì sguardo. Per una persona “incolta” va l’impressione il condividere la che le cose succedessero. come me, ma curiosa, la vicinanza che il tempo si Transavanguardia vita quotidiana. di un personaggio come Gino era fosse fermato. Pen- Ha avuto un mo- Dov’era la tua prima galleria? un enorme stimolo. Altri artisti im- sa che mi dimenticai mento di sinto- La prima galleria che ho aperto era portanti per me sono stati Emilio che la maniglia della por- nia con Bonito a Macerata nel 1969, si chiamava Prini e Jannis Kounellis. ta del bagno era stata cambiata Oliva, ma poi “Arte Studio Macerata” in corso e Gino non mi fece aprire la mostra l’incanto si è rotto perché tutti e due della Repubblica, dove ho fatto Quante mostre hai fatto di De (c’era la gente già fuori) finché non volevano primeggiare, erano due molte mostre ed edizioni con arti- Dominicis? trovai e montai la maniglia giusta! personalità troppo forti. sti come Mario Merz, Sol LeWitt, » ATTUALITÀ 37 Come gallerista mi trovavo a dover spiegare le cose al pubblico, che non le capiva. Neanche i critici le sapevano

Con gli artisti comportamentali, il gallerista aveva un ruolo fondamentale: far sì che le cose succedessero

Diciamo le cose come stanno: alle mostre oggi si va solo per rimorchiare!

Due mostre erano identiche. Chi era venuto alla prima, tornando e trovando tutto esattamente nella medesima posizione, aveva l’impressione che il tempo si fosse fermato

Il problema di Roma è che ti affacci alla finestra e vedi le bellezze della città, non hai bisogno di metterti quadri dentro casa. Fai una passeggiata e hai la tua provvista di felicità

Quando passammo vicino a Loreto, Warhol mi fece fermare perché sapeva che lì c’erano dei dipinti di Lorenzo Lotto, che lui amava molto

Sono terribilmente incuriosito dai giovani. I giovani rappresentano il costume sociale di un’epoca. Non sempre capisco quello che fanno, ma credo in loro »STORIA DI PIO MONTI Ben Vautier, Michelangelo Pistolet- Qual è la differenza tra il gallerista giata e hai la tua provvista di felicità. con grandi capitali, e a Roma c’era to, Joseph Albers, Vincenzo Agnetti e il mercante? Il milanese non ha questo privilegio. Sperone. e tanti altri. Poi nel 1974 mi sono La differenza è sostanziale. Il mer- spostato a Roma perché era una cante vende un po’ di tutto, il gal- A un certo punto, negli Anni Ot- Tu con chi lavoravi in quel perio- piazza migliore. lerista invece propone situazioni. È tanta, eri il gallerista più impor- do? un ruolo più difficile. Quando io ho tante della città. Il gallerista per Con De Dominicis e Boetti, soprat- Che altri sedi ha avuto la galleria? iniziato, c’era una grande pas- antonomasia… tutto. Poi per un periodo ho seguito Dopo via Principessa Clotilde mi sione per l’arte. Ci siamo Sì, ho avuto un momen- la pittura anacronista. sono spostato nel quartiere Prati e anche un po’ rovinati to di grande presti- poi in via dei Chiavari, in uno spa- per seguire questa gio, ma poi ci fu C’è un episodio in particolare che zio disegnato da Carlo Berarducci, passione. Sono terribilmente l’ondata della ti piacerebbe raccontare, magari ispirato alla prospettiva illusionista Transavanguar- relativo all’incontro con un arti- di Palazzo Spada. Ora sono in piazza Parlando dei incuriosito dai giovani. dia, che cam- sta? Mattei, al Ghetto. collezionisti, Non sempre capisco biò lo scenario Nel 1984 ho conosciuto Andy chi c’era che quello che fanno, ma e alla quale io Warhol, che si trovava a Milano Com’era Roma negli Anni Settanta? ti sosteneva e non appartene- per la mostra alle Stelline. A cena Era certamente una città più ricetti- comprava da te? credo in loro vo. Lo stesso De mi disse che la mattina dopo dove- va. Adesso c’è molta ignoranza e tut- C’era Giorgio Fran- Dominicis “aggior- va andare in Grecia, passando per ti sono interessati a fare investimenti chetti, una perso- nò” la sua ricerca ver- Trieste e che avrebbe preso un taxi, economici e non emotivi. Prima ti na eccezionale, so una fase più figurativa, così mi offrii di accompagnarlo. Lo ascoltavano, erano curiosi, parte- umile, curiosa. anche per ragioni di mercato. passai a prendere in albergo, ma in- cipavano, c’era una grande fiducia Ma anche molti collezionisti di Mi- Prini, invece, non cambiò: ancora vece di andare verso Trieste mi dires- nel gallerista, che non faceva sem- lano e Torino. I milanesi, soprattut- oggi fa lo stesso tipo di lavoro. si verso Rimini, perché in realtà la plicemente il mercante. Si è perso to, erano più ricettivi dei romani. Il mia idea era di portarlo a casa mia, l’amore per l’arte, la galleria è diven- problema di Roma è che ti affacci E sei rimasto fuori dal mercato a Macerata. A Rimini abbiamo fatto tata un “luogo comune”. Diciamo le alla finestra e vedi le bellezze della della Transavanguardia? una sosta al Grand Hotel, nei luo- cose come stanno: alle mostre oggi città, non hai bisogno di metterti Sì, volutamente. È entrato sulla ghi felliniani. Dormì in camera di si va solo per rimorchiare! quadri dentro casa. Fai una passeg- scena nazionale Emilio Mazzoli, mia figlia e il giorno dopo lo portai

38 ATTUALITÀ UN MONTI DI LIBRI

La stessa passione, impegno, spensiera- tezza, ironia che Pio Monti mette nel col- lezionare, affiancare L’autorevolezza e la profonda conoscenza gli artisti, produrne le opere e supportar- dell’opera di un artista non sempre li si ritrova nella sua coincidono con il potere giuridico instancabile e disfun- zionale attività edito- riale. Il suo rapporto con i libri è scevro da ogni reverenziali- tà stanca e annoiata. Ne è testimonianza il È incredibile quello che ha fatto Progetto libri che ha preso corpo quest’e- Fabio Sargentini, proponendo mostre state nella galleria come quella dei cavalli di Kounellis di piazza Mattei: un già nel 1969. Per me lui è un mito, pavimento di pubbli- un’ispirazione cazioni allestito da Martin Zet, con i libri che “si trasformano in un attraversamento fisico per lo spettatore che dovrà camminarci sopra”, come ha scritto Marco Scotini. Una seconda testimonianza - ed è per questo che parliamo di attività editoriale in senso ampio - è trasmessa dalle pagine di advertising ideate e pubblicate da Pio Monti su molte testate del settore, Artribune Magazine inclusa. Detto con le sue parole: “Come uno specchio, in tanti anni, ho riflesso l’arte che mi Mozzarella in Carrozza di De Dominicis girava attorno. Tutte queste immagini le ho tradotte in pagine di pubblicità che ho è stata una delle prime opere che ho proiettato nella grande festa dell’arte, vivendola come se fossi il grande Gatsby”. Sono rimasto male quando al E queste pagine sono confluite in un libro immancabile in qualsiasi biblioteca acquistato. che abbia un qualche interesse per l’artworld, intitolato tautologicamente Ad- Maxxi l’ho vista esposta con dentro una vertising: quarant’anni di “ricatti visivi”, per usare l’acuta definizione di Ignazio mozzarella di plastica Licata. Ma naturalmente ci sono anche i cataloghi, pubblicati in gran numero a partire dal 1969, con i volumi dedicati a Getulio Alviani e Joseph Kosuth, quando ancora Pio Monti aveva l’Arte Studio a Macerata. Si arriva così, passando per produzioni straordinarie - memorabili quelle pensate con e per De Dominicis, magari con la sua risata incorporata -, ai più recenti omaggi a Ettore Majorana (proprio il fisico teorico, non un omonimo artista) e alle monografie su Pedriali Frequentando Roma, ho incontrato Gino De e Vezzoli, Massimo Kaufmann e Filippo di Sambuy. “Ogni libro una mania, una perversione”, racconta Pio Monti. E non stentiamo a credergli. Dominicis, per il quale il concetto di eternità Per capire fino in fondo che non si tratta di una boutade bisogna andare a era centrale. Io ero sensibile a questa tematica Roma, in quella piazza deliziosa, e farsi spiegare dal diretto interessato ogni per via del retroterra nella cosmetica pagina. È tempo guadagnato. MARCO ENRICO GIACOMELLI

piomonti.com

a destinazione. La cosa che mi col- ha fatto, proponendo mostre come Almeno che partecipassero, che si Rumma. Questo ente ha il potere pì è che quando passammo vicino quella dei cavalli di Kounellis già facessero vedere. Giulio Carlo Ar- giuridico per autenticare i lavori. a Loreto, andando verso Ancona, nel 1969. Per me lui è un mito, gan per esempio veniva sempre alle Purtroppo però l’autorevolezza e la Warhol mi fece fermare perché sa- un’ispirazione. mostre, quand’era sindaco. Ora profonda conoscenza dell’opera di peva che a Loreto c’erano dei dipin- non succede più, non viene nessu- un artista non sono cose che coin- ti di Lorenzo Lotto, che lui amava Non sei contento della situazione no. Un’altra idea sarebbe ospitare, a cidono sempre con il potere giuri- molto. romana, mi pare… rotazione, il lavoro dei galleri- dico. Quello che mi rattrista sti negli spazi dei musei Qual è il tuo rapporto con i gio- è che, nonostante la della città, dandogli Qual è la tua opinione sulle fiere? vani artisti? storia che ho alle la possibilità di es- È tutta un’illusione. Spesso non si Sono terribilmente incuriosito dai spalle, oggi non Oggi conta solo sere visti e cono- vende granché ma ci si va per fare giovani. I giovani rappresentano il sono nessuno. sciuti. presenza. A Roma, poi, non si ven- costume sociale di un’epoca. Non Oggi conta solo chi ha i soldi. Chi de quasi niente. Ho partecipato ad sempre capisco quello che fan- chi ha i soldi. ha i soldi diventa Cosa ne pensi Artefiera dal 1976 fino a due anni no, ma credo in loro. Purtroppo Chi ha i soldi intelligente e delle recenti fa. Ho ricevuto inviti dall’Armory il mercato non è molto reattivo diventa intelli- polemiche sulla Show e da Art Basel, ma non sono nei confronti dei giovani, perché gente e rispettato. rispettato gestione dell’o- mai andato come espositore, le spe- la gente preferisce fare acquisti si- Nella mostra che pera di De Domi- se sono troppo alte. Vado a vederle, curi. Ci sono gallerie a Roma oggi hanno fatto al Macro nicis? naturalmente. che aprono con mostre di Paolini sull’arte a Roma dagli Dopo la mor- e Kounellis, personaggi che non Anni Settanta a oggi, io non te di Gino, ci La passione per l’arte l’hai tra- hanno bisogno di soldi né di pro- sono stato citato. Non volevo esserci sono stati molti personaggi che si smessa ai tuoi figli… mozione. Perché non investire in per presenzialismo, ma sarebbe stato sono autoproclamati grandi cono- Sì, ho tre figli. Due di loro hanno mostre più fresche, che proponga- giusto citarmi perché sono una per- scitori della sua opera. Italo Tomas- un’associazione culturale a Civita- no nuove situazioni? Una galleria sona che ha fatto tante cose. soni ha preso in mano la situazione nova Marche e organizzano mostre. dovrebbe fare proposte forti. Pen- e ha fondato l’Archivio, insieme Nicola invece collabora con me. sate a personaggi come Fabio Sar- Cosa vorresti che facessero le isti- alla cugina di De Dominicis, e Nonostante le difficoltà del merca- gentini. È incredibile quello che tuzioni? nel comitato ci sono Mazzoli e Lia to, si va avanti. ATTUALITÀ 39 GALLERISTI IN & OUT GLI EMIGRATI

migrare, perché qui non riuscita. Forse perché, a fronte di dell’arte e del mercato in tutto il ricerche degli artisti con cui si lavo- c’è niente da fare. Perché tante storie che non sono state mai mondo, a volte in territori addirit- ra, il percorso che si propone), altre l’aria è rarefatta. Perché raccontate, ci sono stati personaggi tura sconosciuti, inediti e inesplora- esterna (il desiderio di relazionarsi fuori dai confini del Bel- leggendari del calibro di Gian Enzo ti. Sono nati, in epoche differenti, i con un contesto differente). Ad paese l’arte contempo- Sperone, con la sua mitica galleria fenomeni Berlino, Cina, Bruxel- esempio Daniele Ugolini, owner Eranea non è un linguaggio cifrato, di New York, che abbiamo lunga- les, Istanbul, con “corsi e ricorsi” di Scaramouche a New York, com- perché l’insieme non schiaccia l’in- mente narrato in una importan- dell’arte che hanno salvato due soli menta: “La mia è stata una scelta dividuo, perché c’è qualcuno che te intervista su Artribune stereotipi: l’Italia, almeno provocata da vari fattori: innanzitut- crede nelle idee. Ma anche perché Magazine #6. Il mon- per ciò che concer- to Firenze professionalmente mi ave- qui da noi, “se non sei inserito, nes- do dell’arte - artisti, ne il contempora- va stufato e aprire uno spazio a New suno ti prende in considerazione” e curatori, galleristi L’Italia non neo, non occupa York, oltre che darmi entusiasmo,

SANTA NASTRO di SANTA perché le tasse “sono troppo alte”. E e così via - si una posizione era la prospettiva più ovvia da segui- così via. Ci eravamo divertiti a inco- vestiva, quindi, occupa una centrale nel di- re, dato che lì avevo già una moglie, minciare anche la prima puntata di da emigrante e posizione centrale battito interna- due figli e il mutuo-casa da pagare. questa inchiesta elencando qualche andava a cer- nel dibattito zionale, ma gli New York e l’America sono ancora “luogo comune”. Appartengono a care l’America italiani hanno un serbatoio enorme per il mercato tutti i mestieri e a tutti i settori, non naturalmente in internazionale grande talento e dell’arte, dove anche le più giovani solo quello dell’arte e, in alcuni casi, America. Poi la sono viaggiatori. fondazioni o i piccoli musei locali un fondamento c’è. Ma in realtà ab- realtà ha, invece, E se la regola oggi, danno un valido contributo a tutto il biamo voluto fare di più: capire le fratturato mol- soprattutto nel mer- sistema. Obiettivamente di criticità a motivazioni dei galleristi che hanno te ossa e sogni, cato, è che non esistono re- New York nel mondo dell’arte non ne scelto di aprire uno spazio all’estero, benché qualcuno qui in Italia favo- gole, può esser anche vero che chi riscontro così tante, soprattutto rispet- interrogando chi ha realizzato que- leggiasse di una New York-Bengodi, intraprende una scelta di questo to a questa Italia di oggi; tutto qui sta scelta. Oggi, come non mai, a esortando eserciti di artisti a partire. tipo lo faccia non necessariamen- è strutturato in maniera più ampia e rischio di incertezza. Ma il cliché è rimasto, nonostante te per rispondere esclusivamente a dinamica e ci sono ancora buoni ca- Ci sono stati tempi, infatti, in cui gli assi si siano non solo spostati, esigenze economiche, ma anche per pitali che girano. Sicuramente però ho andare via significava, almeno bensì frantumati in una visione pul- dare voce a un’urgenza diversa, a trovato una competitività altissima. nell’immaginario collettivo, sicura viscolare che ha diffuso gli epicentri volte interna (necessità dettate dalle Tutti sono molto preparati e, per chi

40 ATTUALITÀ Berlino, Parigi, Pechino, Svizzera, Londra naturalmente, New York. Quando si parla di Italia, il diktat sembra sempre “andare via”. Ma fuori è tutto rose e fiori? E quali sono le motivazioni reali, se parliamo di gallerie d’arte contemporanea, per lasciare il Paese? Ne abbiamo discusso con chi l’ha fatto.

vuole emergere a certi livelli, la sfida mia attività di gallerista a Berlino”, presenza allo stesso tempo di terreni lavorano qui. E poi i costi moderati non si presenta certo facile”. racconta, “non è propriamente una più nuovi e ricettivi come quelli legati della città”. Quando si parla di mer- Paolo Erbetta, gallerista a Foggia ragione di mercato. Al contrario, è all’area nordica o a quella est euro- cato, però, e di cosa distingue il Bel- fino al 2012, dopo una lunga atti- una ragione legata alla specifica col- pea, fa sperare in un sano costituirsi paese dalla Germania, Mazzoli non vità decide di trasferirsi a Berlino: locazione geografica della città, che fa di una nuova cultura del collezioni- ha dubbi: “Beh, è semplice: regime “Ho pensato a questa città”, ci dice, di Berlino un continuo crocevia di iti- smo, capace di rinnovare se stessa e fiscale agevolato per l’arte (Iva al 7%, “perché, fin da subito, mi è sembra- nerari legati alla produzione e alla di riaffermarsi, così come le nuove contro il 21% italiano), un’economia, to il luogo adatto a offrire le migliori disseminazione dell’arte istanze e i nuovi linguaggi almeno per ora, solida, con un colle- prospettive per il mio lavoro; in primis contemporanea, una dell’arte e della società zionismo ancora molto attivo (e non per la possibilità di mantenere vivo ineguagliabile si- contemporanea”. spaventato da recenti politiche econo- l’entusiasmo di continuare a lavorare nergia tra forze Berlino è un Mentre Erbetta ed miche/fiscali come nel nostro Paese), con giovani artisti. Ho aperto a fine esterne ed energie continuo crocevia Anselmi raggiun- e un grande sostegno delle istituzioni settembre 2012, pertanto non ho an- autoctone, che di itinerari legati gono Berlino da verso l’arte. L’unica critica: un atteg- cora avuto modo di farmi un’idea pre- rende estrema- un’esperienza di giamento non sempre ‘positivo’ verso cisa dei punti di forza e delle criticità mente stimo- alla produzione e alla galleria prece- realtà extra-nazionali”. del mercato rispetto a quello italiano. lante la quoti- disseminazione dell’arte dente in Italia, Il problema della pressione fiscale Credo di aver capito che i tedeschi dianità di questo contemporanea Mario Mazzoli, viene posto anche dall’America, è sono cauti nell’instaurare contatti; lavoro, obbligan- pur conoscendo ancora Daniele Ugolini a parlare: ma questo, a mio avviso, non può che doci a confronti cul- bene il lavoro nel “In Italia, continuando ancora con essere garanzia di eventuali rapporti turali sempre nuovi e nostro Paese, queste infelici regolamentazioni fisca- più solidi”. Da Berlino ci parla an- sensibili agli scenari interna- muove i suoi li e con il sempre più raro supporto che Rolando Anselmi, la cui storia zionali”. E il mercato? “È, ad oggi, primi passi direttamente in Ger- da parte delle istituzioni, il mercato è meno recente. Da Roma, dove ancora di difficile interpretazione. È mania. I motivi della scelta? “Una dell’arte andrà progressivamente a ri- insieme a Carlo Pratis era tra i fon- senza dubbio un mercato giovane e volontà di riavvicinarmi all’Italia ri- dursi, facendo scomparire tante galle- datori di Galleria Delloro, si sposta in divenire. Tuttavia, la vicinanza di spetto alla mia residenza precedente, rie, operatori, e soprattutto limitando nel 2011 a Berlino, dove inaugura mercati più forti e strutturati, come negli Stati Uniti. La comodità logi- lo sviluppo futuro dei nostri artisti e uno spazio che porta il suo nome. quelli legati all’area più occidentale stica di Berlino, in quanto molti degli della nostra cultura”. Si tratta di una “Ciò che mi ha spinto a spostare la della Germania e dell’Europa, e la artisti con cui collaboriamo vivono e questione nodale, che non interessa » ATTUALITÀ 41 GALLERIA CONTINUA

2007 46 rue de la Ferté Gaucher +33 (0)1 64203950 [email protected] www.galleriacontinua.com PAOLO ERBETTA BRANCOLINI GRIMALDI BERLINO 2012 LONDRA 2011 Potsdamer Strasse 107 43-44 Albemarle Street +49 (0)30 95625868 NEW YORK +44 (0)20 74935721 [email protected] [email protected] www.paoloerbettagallery.com PARIGI www.brancolinigrimaldi.com BOISSY-LE-CHÂTEL GALLERIA CONTINUA MONICA DE CARDENAS ZUOZ 2005 ROLANDO ANSELMI 2 Jiuxianqiao Road 2006 +86 (0)10 59789505 Via Maistra 41 PIÈCE UNIQUE 2011 [email protected] +41 (0)81 8688080 Erkelenzdamm 11-13 www.galleriacontinua.com 1988 (Lucio Amelio e Isy Brachot) +49 (0)30 74073430 [email protected] 1994 (Marussa Gravagnuolo e [email protected] www.monicadecardenas.com SCARAMOUCHE MILANO Christine Lahoud) www.rolandoanselmi.com 2009 4 rue Jacques Callot 52 Orchard Street +33 (0)1 43265458 +1 (0)212 2282229 26 rue Mazarine [email protected] +44 (0)1 43268593 MARIO MAZZOLI www.scaramoucheart.com [email protected] FIRENZE www.galeriepieceunique.com 2009 SAN GIMIGNANO Potsdamer Strasse 132 +49 (0)30 75459560 [email protected] www.galeriemazzoli.com ROMA

FOGGIA » GALLERISTI IN & OUT NAPOLI solo le gallerie, coinvolgendo artisti, do. Lavoriamo, inoltre, moltissimo nas e Galleria Continua. In questo conda sede, e poi a Zurigo, dove ha collezionisti, l’intero artworld e il con la fotografia e questa è un’altra caso non si tratta di attività che frequentato l’università; la seconda problema della promozione cultura- ragione per essere qui. A New York ci hanno lasciato l’Italia per ricollo- ragione è che la Svizzera vanta straor- le, e che vede l’Italia tra i pochi Pa- sono centinaia di gallerie che si occu- carsi altrove, né di gallerie che han- dinarie collezioni pubbliche e private: esi europei che applicano tassazioni pano di fotografia, a Parigi sono circa no scelto di inaugurare il proprio non a caso è sede della più importante oltre il 20%, contro percentuali che 50, mentre a Londra non ce ne sono progetto di impresa in un Paese di- fiera d’arte; la terza è che, in un clima spesso non superano il 10% e che, così tante. È un mercato giovanissimo verso dal nostro. Qui, come è noto rilassato di vacanza, i collezionisti oltre a bloccare il mercato, rendono per questo settore, ma ci sono - e, in un certo qual modo, vengono volentieri e con tranquillità i nostri artisti sempre meno compe- moltissimi spazi pubblici un’esperienza analoga in galleria. Volendo poi aggiungere titivi a livello internazionale. che, invece, sono inte- è almeno in origi- motivazioni e ragioni, è facile evi- In Inghilterra incontriamo, invece, ressati ad esso e noi Il mercato ne anche quella denziare che allo stato attuale delle Isabella Brancolini e Camilla Gri- intratteniamo una italiano, per ovvi di Pièce Unique cose è più facile lavorare all’estero. maldi, insieme per dieci anni a Fi- feconda relazione - si tratta di gal- Il mercato italiano, per ovvi motivi, renze e Roma, e dal 2011 a Londra con i loro diret- motivi, rischia la lerie che hanno rischia la paralisi. Diventa quindi (in quella stessa zona, Mayfair, dove tori e curatori. In paralisi. Diventa quindi “espanso” la indispensabile muoversi altrove. In hanno la propria sede anche la Ron- UK c’è un forte indispensabile propria atti- verità le motivazioni dell’apertura chini Gallery di Lorenzo Ronchini dialogo tra pubbli- vità all’estero, della sede in Svizzera non erano da e la Carlson Gallery di Massimo co e privato, molto muoversi altrove pur conservando collegarsi direttamente alla situazione De Carlo). “Nel corso della nostra più che in Italia. La “la testa” in Italia. italiana. La galleria ha infatti aperto esperienza in Italia”, spiegano, “ab- Tate Modern ha Monica De Cardenas nel 2006, in un momento di relativa biamo costruito e fidelizzato un forte un curatore che fonda la galleria a Milano stabilità. Si è poi rivelata una scelta gruppo di collezionisti. Ma il mercato si occupa in ma- nel 1992, nella sede che tuttora oc- azzeccata. Soprattutto perché oggi di- italiano non è mai stato il solo a cui niera specifica di fotografia, Simon cupa. La decisione di inaugurare la venta sempre più importante l’aprirsi ci siamo rivolte. Viaggiando e attra- Baker; il Barbican e la Whitechapel seconda sede a Zuoz / St. Moritz, a nuovi mercati fuori dall’Europa, verso una regolare partecipazione alle hanno presentato importanti mostre in Svizzera, è del 2006 e afferisce che sta oggi vedendo una situazione fiere internazionali, abbiamo creato negli ultimi anni. Insomma, sembra soprattutto a tre motivazioni, come realmente asfittica. Non avendo mai forti connessioni con molti collezio- un buon periodo per la fotografia a racconta Filippo Percassi, direttore creduto nei mercati asiatici (tempi di nisti negli Stati Uniti e in Europa. Londra, e speriamo che lo sia anche dello spazio: “La prima è che Moni- risposta troppo lunghi e cultura trop- Ecco perché ha senso, oggi, essere a per la nostra galleria”. ca De Cardenas è svizzera da parte po differente) siamo più propensi a Londra, punto d’incontro per colle- Un’esperienza differente caratteriz- di madre e che ha studiato prima in orientarci verso il Sudamerica. Moti- zionisti provenienti da tutto il mon- za i percorsi di Monica De Carde- Engadina, dove è stata aperta la se- vo per cui partecipiamo ad Art Rio”.

42 ATTUALITÀ GALLERIA CONTINUA

2007 46 rue de la Ferté Gaucher +33 (0)1 64203950 [email protected] www.galleriacontinua.com PAOLO ERBETTA BRANCOLINI GRIMALDI BERLINO 2012 LONDRA 2011 Potsdamer Strasse 107 BEIJING 43-44 Albemarle Street +49 (0)30 95625868 NEW YORK +44 (0)20 74935721 [email protected] [email protected] www.paoloerbettagallery.com PARIGI www.brancolinigrimaldi.com BOISSY-LE-CHÂTEL GALLERIA CONTINUA MONICA DE CARDENAS ZUOZ 2005 ROLANDO ANSELMI 2 Jiuxianqiao Road 2006 +86 (0)10 59789505 Via Maistra 41 PIÈCE UNIQUE 2011 [email protected] +41 (0)81 8688080 Erkelenzdamm 11-13 www.galleriacontinua.com 1988 (Lucio Amelio e Isy Brachot) +49 (0)30 74073430 [email protected] 1994 (Marussa Gravagnuolo e [email protected] www.monicadecardenas.com SCARAMOUCHE MILANO Christine Lahoud) www.rolandoanselmi.com 2009 4 rue Jacques Callot 52 Orchard Street +33 (0)1 43265458 +1 (0)212 2282229 26 rue Mazarine [email protected] +44 (0)1 43268593 MARIO MAZZOLI www.scaramoucheart.com [email protected] FIRENZE www.galeriepieceunique.com 2009 SAN GIMIGNANO Potsdamer Strasse 132 +49 (0)30 75459560 [email protected] www.galeriemazzoli.com ROMA

FOGGIA

NAPOLI

L’Asia ha attratto, invece Galleria xelles, condotta dall’italiana Ma- Abbiamo la piacevolezza nonché la pensabili, è sempre pronta. Allora Continua, oggi presente nel mon- russa Gravagnuolo e dalla libanese certezza di far vedere le nostre mostre perché trasferirsi? La risposta che ci do con le famose location di San Christine Lahoud. “Siamo arrivate a un pubblico eclettico e internazio- siamo dati è che l’impressione che si Gimignano (dal 1990), Beijing a Parigi per restarvi definitivamen- nale. Rispetto all’Italia? Cosa dire, ha fuori dall’Italia è che sia ancora (2005) e Le Moulin (2007) [nella te nel 1978-1979. All’epoca non ci oltre al fatto che noi che viviamo e possibile fare impresa (ovviamente foto]. “È stata la voglia di lanciar- conoscevamo, ma per ragioni simili lavoriamo qui abbiamo spesso la stra- non mancano - alcune sono in que- ci in nuove avventure a portarci ad abbiamo scelto di stabilirci qui. Nel na sensazione di non riuscire a vedere sto benchmark - storie di successo aprire in Cina e in Francia”, dicono 1994 - dopo la scomparsa di tutte le mostre, né tantomeno in Italia), che ci sia ancora fiducia Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Lucio Amelio - abbiamo a presenziare alle inau- nei confronti del mercato e delle Maurizio Rigillo. “Abbiamo subito il deciso d’associarci e gurazioni?”. istituzioni, che il dialogo tra pub- fascino di questi luoghi abbandonati, continuare l’atti- Fuori dall’Italia è E forse questo blico e privato sia sano e vivace, che carichi di storia, pronti a rinascere vità che era co- ancora possibile fare è uno dei lati le capitali di cui abbiamo parlato attraverso l’arte. Galleria Continua munque già av- più interessanti siano veramente capitali, inserite e Beijing ha sempre avuto un orienta- viata. Nel 2000 impresa, si ha ancora dell’intera que- proiettate nel contesto internazio- mento più culturale e informativo che abbiamo aperto fiducia nei confronti stione. Certo, nale. E questi sono fattori che non non commerciale. Il mercato cinese è una seconda sede Berlino come si comprano con il denaro ma con ancora affollato da speculatori e inve- a Parigi che si del mercato e delle abbiamo letto l’impegno, con il tempo e con una stitori, ma oggi ci troviamo di fronte a chiama Pièce Uni- istituzioni presenta vantaggi visione a lungo termine, che poco un numero sempre maggiore di inter- que Variations, nella desiderabili in ter- ha a che vedere con la cultura dell’e- locutori attenti, in grado di valutare strada adiacente. Vivia- mini di costi, mergenza che da sempre, oggi più le nostre proposte per quello che sono mo a Parigi ma da qualche di pressione fi- che mai, attanaglia l’Italia. E che, rispetto al panorama internazionale tempo guardiamo sempre di più all’e- scale, come New al di là dei luoghi comuni, quando dell’arte contemporanea”. stero, sia per la crisi micidiale che da York, anche se per il resto è “molto si valuta un trasloco possono fare la La storia di Pièce Unique viene dal- anni ha colpito il mondo e l’Europa cara”. Quanto Parigi, del resto, che differenza. E così, anche in questo la Francia ed è, invece, molto meno in particolare, sia per le attuali leg- però - e Londra non è da meno - ambito, in mancanza di cambia- recente. Fondata a Parigi da Lucio gi fiscali, che ci rendono ormai meno presenta una sistema dell’arte vi- menti il Belpaese rischia una deser- Amelio e Isy Brachot nel 1988, in competitive. Detto questo, il punto di vace e ricco di opportunità. E, alle tificazione imprenditoriale: chi ce una collaborazione che univa una forza di Parigi è che è una vera capi- brutte, la valigia nell’armadio per la fa si trasferisce, chi non ce la fa galleria italiana e una belga, è oggi tale culturale che offre al viaggiatore viaggiare, cercare mercati più pro- chiude. Spazi per invertire la rotta indipendente da collegamenti di- un’incredibile scelta di mostre sia in pizi, per promuoversi e partecipare ci sono, volontà di percorrerli sem- retti con il nostro Paese o con Bru- spazi pubblici che in quelli privati. alle fiere, anche in luoghi prima im- brerebbe di no… ATTUALITÀ 43 CHELSEA, DECLINO E NO

na giornata di mez- In effetti, chi frequenta abitualmen- sono in costruzione grandi palazzi della scena dell’arte locale, scopria- za estate a New York. te il quartiere nota come il paesaggio residenziali e servizi per i cittadini: mo che i cambiamenti succitati non Una passeggiata sulla urbano stia subendo trasformazioni campi sportivi, centri commerciali, stanno probabilmente mettendo a vecchia ferrovia sopra- evidenti: ristoranti e bar che chiu- palestre e uffici. Molto sembra in- repentaglio quello che è ancora l’art elevata a Chelsea, noto dono, gallerie di medio livello che si dicare che il mondo dell’arte stia neighborhood più pullulante del Uquartiere d’arte di New York, collo- spostano in altri quartieri, numero- sempre più all’ombra di un’evolu- mondo. cato all’incirca tra la 14th e la 30th se vetrine che annunciano zione urbanistica che guar- Pochi sanno che il quartiere è in re- Street del West Side. L’album foto- “For Rent”. La giova- da oltre. altà piuttosto giovane: solo quindici grafico si completa con lo skyline ne scena artistica Osservando È noto che il mer- anni fa qui non c’erano altro che mozzafiato della Grande Mela, im- sta proliferando il paesaggio cato delle ope- capannoni malmessi, carrozzieri, ponenti warehouse, riflessi di sole a Bushwick, urbano dall’alto si re d’arte ha personaggi poco raccomandabili e sull’acqua del fiume Hudson, opere Redhook e subìto vari magazzini abbandonati. Il galleri- di SARAH CORONA d’arte e installazioni in mezzo al Chinatown, notano gli spazi delle più colpi nell‘ulti- sta Stephen Haller ci racconta ad giardino ricostruito artificialmente mentre le ditte note gallerie al mondo, mo decennio, esempio che, quando ha traslocato (la celebre High Line). della HighTech ristoranti celebri, bar partendo dalla undici anni fa dalla SoHo tanto Osservando il paesaggio urbano Industry hanno profonda crisi in voga sulla 26esima, era uno dei dall’alto si notano gli spazi delle più trovato casa negli e club dal gusto economica che pochi galleristi conosciuti a trasfe- note gallerie al mondo, ristoranti enormi spazi vuo- metropolitano ha scosso gli Stati rirsi a Chelsea. “A un certo punto celebri, bar e club dal gusto metro- ti dei vecchi Uniti nel 2007/2008, molte persone mi riferivano che SoHo politano. Scendiamo per una visita magazzini, co- la rapida ascesa di mer- stava diventando troppo influenza- da vicino e ci immergiamo nella sicché il quar- cati emergenti e concorrenziali ta dall’apertura di grandi negozi di lista infinita di mostre ed eventi tiere, insieme al Flat Iron District, come la Cina, il Brasile e l’India, abbigliamento e boutique. La scena culturali. Come annunciato dal- è ora soprannominato Silicon Alley. per non parlare dei danni irrepara- artistica stava cambiando, gli affitti le mille guide, siti web e riviste, la La High Line, aperta nel 2009, at- bili provocati da Hurricane Sandy diventavano sempre più alti, lo spa- “macchina Chelsea” brulica, anche tira sempre più turisti e trascina che ha colpito con durezza proprio zio che avevo troppo piccolo per le se i rumors da un po’ parlano di un dietro di sé l’apertura di catene Chelsea. Un’indagine approfondita mostre che volevo fare. Ero attratto quartiere in declino, con gli anni gastronomiche, negozi di souvenir sulla situazione Chelsea post crisi, dagli enormi spazi vuoti di Chelsea, d’oro che ormai sono memoria col- ed esercizi non più legati necessa- post aperture e post Sandy rivela nei quali vedevo la possibilità di la- lettiva e il centro dell’arte mondiale riamente all’arte. Nel quadrilatero però interessanti dettagli. In con- vorare con i miei artisti su progetti superato dai mercati emergenti. si sta ridisegnando l’urbanistica, versazione con alcuni protagonisti più ampi. Ho traslocato quindi in un

44 ATTUALITÀ NEW ROMAN TIMES Il 686 di Park Avenue ospita l’Istituto Italiano di Cultura a New York. Abbiamo incontrato Fabio Troisi, recentemente nominato Attache for Cultural Affairs - Cinema, Art, Music, Dan- ce and Theatre.

Siamo all’interno dell’Istituto Italiano di Cultura a New York: come nasce questo spazio? Lo spazio che ospita l’Istituto nasce come edificio residenziale e risale al 1904. Lo stabile fu venduto e riacquistato da un concittadino che lo donò allo Stato Italiano; l’Istituto opera dal 1961.

Parliamo dell’essenza del lavoro dell’Istituto: la cultura italiana. La domanda impossibile è: cos’è la cultura italiana? In altre parole, pensi si possa rintracciare un fattore di italia- nità in un certo tipo di cultura europea? Credo che definire un’area culturale sia un’operazione di pura astrazione che risponde al L’arte del cambiamento taglio imposto da un critico. Più che di “cultura italiana” parlerei di “linguaggio culturale italiano”. È questo il tipo di linguaggio che ho voluto sviluppare insieme a Gian Enzo Spero- e le testimonianze di un ne all’interno di Assonanze/Dissonanze. La mostra ha voluto rappresentare, attraverso una selezione di quattordici opere, la natura autentica dell’arte italiana. Fornire uno spaccato quartiere in cui l’apparente completo sarebbe impensabile, seguire però la traccia dell’immagine umana può rivelarsi un darwinismo sociale buono spunto per identificare il linguaggio artistico italiano a prescindere dalle oscillazioni del gusto. ottimizza il tessuto urbano Quindi il lessico pittorico italiano è riconducibile alla figura umana? e gli aspetti sociali. Inchiesta No, non esclusivamente. Tra le possibilità offerte nel panorama visivo italiano, abbiamo scelto la figura umana come momento esemplare, l’esempio che racchiude però il massimo nel quartiere a più alto grado di intensità.

tasso di gallerie al mondo. Qual è la percezione della cultura italiana e di quella più strettamente contemporanea a Per dimostrare che il New York? Le percezioni sono molto varie. Per il grande pubblico americano il riferimento al classico mammut Chelsea è ben lungi è inevitabile; non è percepibile un’arte italiana che non sia in qualche modo legata ai grandi nomi del Rinascimento. Per una fetta più ristretta è possibile discernere le varie matrici dall’estinguersi. dell’arte italiana a un livello più complesso. Un esempio: l’ISCP ha ospitato fino a fine marzo Francesco Arena, vincitore del New York Prize. Arena è un buon esempio di cultura visiva italiana, riconoscibile in quanto tale seppur anticlassica, concettuale e decostruttiva.

Sono quindi ancora riconoscibili dei tratti tipicamente italiani anche in ambito contem- poraneo? Bella domanda. La riconoscibilità è un fattore attivo, sempre negli occhi dell’osservatore. Un osservatore che non conosce il lavoro di Arena ma conosce bene la storia italiana può riconoscere quell’artista come italiano grazie a un metro diverso da quello prettamente artistico; il metro storico, sociale, politico.

A dicembre ho avuto la possibilità di intervistare alcune tra le direttrici e curatrici dei più importanti musei israeliani. Il tentativo di tanta arte nuova israeliana è quello opposto di uscire dalla riconoscibilità storica e regionale per avvicinarsi a un linguaggio più inter- nazionale, quindi occidentale. »

garage abbandonato. Mia moglie e io clienti per le gallerie, si tratta di un alle strade anonime tra l’8th e l’11th molti anni come dealer privato e eravamo affascinati dal grande poten- grande valore aggiunto per la zona”. Avenue. Fra gli svantaggi di Chelsea, la sua intuizione non lo ha deluso. ziale di questo spazio grezzo e poteva- Ma è vero che molte gallerie stanno in effetti, c’è il fatto di essere quasi Poche settimane fa si è addirittura mo immaginarci come convertirlo in lasciando il quartiere? “Di gallerie ne ‘mono-industriale’, ma d’altro canto trasferito in uno spazio più grande uno spazio espositivo nuovo, estetico nascono in continuazione, soprattutto non ci sono zone come questa in gra- ground floor sulla 23esima. “Se- e frizzante. Sono molto contento di nei nuovi quartieri e in quelli alla do di accogliere altrettanti visitatori condo me non c’è mai stato un esodo aver fatto questa scelta”. Mr. Haller moda. In questo momen- e ospitare un tal numero di dal quartiere e chi si trasferisce lo fa ha quindi assistito allo sviluppo del to il Lower East Side mostre ed eventi. Sull’i- per trovare un’atmosfera diversa, per quartiere sin dai suoi esordi, in tem- e Chinatown sono Le sola [Manhattan, avvicinarsi di più ai propri clienti e pi positivi e durante quelli meno fe- molto in voga, grandi gallerie N.d.R.] non c’è più artisti. Certo, la crisi del 2007/2008 lici, e oggi la sua galleria è una delle gallerie e spazi spazio e i colle- ci ha colpito tutti e nei primi mesi più rinomate di Chelsea. “Sandy ha espositivi apro- hanno fatto tesoro zionisti vanno siamo stati in molti a essere in diffi- fatto disastri e ha danneggiato molto no ogni giorno, dell’esperienza di SoHo e, magari a curio- coltà, ma poiché Chelsea attrae clienti lo stabile. Abbiamo dovuto ricostruire ma quella zona trasferendosi sulla West sare nei quartieri da tutto il mondo, il mercato non si è tutti i muri, i pavimenti e le posta- non potrà mai fuori, poi però mai fermato veramente. Ciò ha per- zioni di lavoro, ma abbiamo colto sostituire Chel- Side, hanno comprato non c’è paragone messo di continuare a fare mostre e a l’occasione per rinnovare gli spazi, che sea, come Chel- gli spazi anziché al traffico che ab- investire nell’azienda. Artisti famosi ora sono più belli di prima. Apprez- sea invece ha fatto affittarli biamo qui, special- raggiungono ancora prezzi da record e » ziamo anche la politica della città nel con SoHo ai tempi. mente di sabato. tirano dietro di sé artisti emergenti”. mantenere un certo rigore per quan- Le grandi gallerie han- Abbiamo aperto Qual è allora il futuro di Chelsea? to riguarda l’insediamento di nuove no fatto tesoro dell’esperienza nel 2003 e allora “Credo che le gallerie più affermate realtà: ciò ha permesso che Chelsea di SoHo e, trasferendosi sulla West ci hanno dato dei matti, dicendo che rimarranno qui”, risponde Debuck, sia stata e sia tuttora un riferimento Side, hanno comprato gli spazi anzi- Chelsea era morta. Il boom stava in- “e probabilmente si ingrandiranno saldo e indiscutibile per l’arte. I vi- ché affittarli, per evitare di trovarsi in vece solo iniziando”. ancora, acquistando spazi addizio- sitatori e la nostra clientela vengono poco tempo con affitti troppo elevati”, Fra le gallerie arrivate negli Anni nali per creare più opportunità ai da tutto il mondo. La costruzione riflette Scott Zieher della Zieher Dieci c’è la Debuck Gallery, aperta loro artisti e per realizzare mostre dell’High Line offre poi un’esperien- Smith Gallery. “Gli spazi a LES sono nel 2010 ai piani alti di un palaz- di maggiori dimensioni. La recente za newyorchese fantastica, attraendo molto piccoli ma l’infinità di business zo che ospita una ventina di altri costruzione di nuovi edifici residen- tanti visitatori e, anche se non sem- interessanti conferisce al quartiere un spazi espositivi. David Debuck ha ziali mi fa credere che i visitatori pre rappresentano veri e propri futuri grande charme, cosa che manca un po’ scelto di aprirla dopo aver lavorato occasionali saranno sempre di più e ATTUALITÀ 45 » NEW ROMAN TIMES

Conosco abbastanza bene la realtà di Israele ma direi che i due casi non una predisposizione al confronto, all’ascolto verso chiunque. In Italia ci si sono paragonabili. Insisto: la riconoscibilità è a carico dell’osservatore. Solo premura sempre di sapere da chi viene una certa idea più che di valutarne chi ha una percezione parziale della storia cade nello stereotipo. Vale per la bontà. Israele come per l’Italia. Parliamo di gallerie. Le frequenti? Immagini, per quanto riguarda le arti A questo proposito, lo stereotipo di certa cultura italiana è fatto attuale visive, una programmazione dal volto contemporaneo? anche nella New York del 2013. Quali cliché resistono? Come limarli? Mi muovo per gallerie soprattutto per interesse personale. L’Istituto si dedi- Purtroppo noi “nuovi immigrati” negli Stati Uniti paghiamo un prezzo impo- ca già abbondantemente all’arte contemporanea. sto da quegli italoamericani – anche di seconda o terza generazione – che hanno custodito solo i cliché a scapito di una identità italiana autentica. Il sito riporta un programma sostanzioso di attività ed eventi dalla natura molto varia: dal cinema, alla politica, alla letteratura… E l’attività dell’Istituto come interviene in questo processo? Cerchiamo per quanto possibile di coprire tutti i settori della cultura. È un L’Istituto può avere un ruolo fondamentale nel cambiare questa percezione. periodo abbastanza intenso. È questo il motivo per cui il pubblico a cui ci vogliamo non è esclusivamente italo-americano. Sarebbe d’altronde molto facile assecondare i gusti della Qual è la risposta del pubblico? comunità italo-americana; con pochi nomi famosi potrei riempire tutti i gior- Molto varia: ovviamente alcuni temi più settoriali sono rivolti a un pubblico ni l’Istituto. Ma non è questo l’obiettivo, anzi è il contrario. più ristretto, a numeri più limitati di specialisti, accademici.

Quali sono invece secondo te i cliché veri, quelli che non riusciamo pro- E in ambito pubblico, con quali istituzioni il dialogo è più fitto? prio a scrollarci di dosso? Interagiamo costantemente con gli Istituti di Cultura di altre nazioni, vedi il Per rispondere bisognerebbe prima capire dove sta la verità. Sono convinto Festival del Cinema. Altri partner sono i musei della città e altre istituzioni sia sempre questione di interpretazione; se nell’osservatore il cliché è più italiane: regioni, enti locali presenti o da presentare a New York. La Regione forte della verità stessa, allora la verità è quella. Umbria con Umbria Jazz ha fatto parte del calendario di giugno, in occasio- ne di Tribeca Film Festival siamo stati d’appoggio per la Regione Basilicata Affidiamoci per un momento al giudizio meno parziale dei dati. Secondo che con Michelangelo Frammartino ha presentato Alberi al PS1. Non mi il rapporto dell’Ambassade de France en Italie, l’Italia è al 15esimo posto dilungo sulle varie collaborazioni con NYU, Casa Italiana, Italian Academy, in Europa per tasso d’innovazione. 36esimo nel mondo secondo il Global Columbia University… Innovation Index (2012). Questi numeri possono essere – in prospettiva – l’indice oggettivo di una negligenza strutturale? C’è insomma una maglia fitta che collega il 686 di Park Avenue al resto È vero, abbiamo fatto dei passi indietro. Credo questo sia più un dato politico della città. che socio-culturale. È risaputo che gli italiani costituiscono anche qui negli Assolutamente sì. Stati Uniti un’eccellenza nel campo della tecnologia, della ricerca, dell’arte. Ultima domanda con lo sguardo rivolto all’Italia e al suo guazzabuglio E il fatto stesso che l’italiano possa essere sì eccellente, ma all’estero, politico: qualche ricetta per il rilancio della cultura? non è di per sé un tratto di mancanza di visione e di progettualità che Credo che ci siano due cose urgenti da fare: ripartire con gli investimenti e ricade nello stereotipo? rendere le istituzioni più vicine alla realtà. Il 21 marzo abbiamo presentato Non credo che sia questa una condizione tipicamente italiana. Le condizioni qui la Biennale. Baratta faceva l’esempio delle Accademie di Belle Arti e del- imposte dagli ultimi vent’anni di politica hanno fatto sì che l’Italia perdesse la loro distanza dalla realtà dell’arte contemporanea. Io potrei fare l’esempio delle posizioni. Chi ha dei talenti li sviluppa all’estero perché l’Italia è un dei tanti conservatori italiani: spesso gli studenti vivono chiusi in una torre Paese bloccato, c’è poco ricambio, le celebri “caste”. Le cose cambieranno. d’avorio, il riconoscimento legale dei vari titoli di studio è un altro segno di questa chiusura. Quello di cui abbiamo più bisogno è proprio di maggior E dal punto burocratico, hai trovato differenze sostanziali tra il modo di confronto e contatto con la realtà. operare qui e a Roma? Sinceramente mi sarei aspettato un maggiore scarto da questo punto di LUCA LABANCA vista, non è questo un Paese tanto meno burocratico dell’Italia. Ho percepito però una grossa differenza in termini di apertura è disponibilità. Vige qui www.iicnewyork.esteri.it/IIC_Newyork » CHELSEA, DECLINO E NO che il pubblico dell’arte aumenterà”. mi negozi della vicina SoHo. Siamo gallerie varia costantemente tra 220 spiega come l’insediamento delle Che sia davvero questo il futuro di inoltre vicini ai nostri collezionisti e e 250, senza significative variazioni. ditte della High Tech Industry - da medio periodo? Piccoli che magari artisti, e io e il mio staff possiamo go- Il business dell’arte è simile a quello Google, Verizon e IAC alle piccole si spostano nel Lower East o altrove dere della vita di quartiere, che non è di altri mercati, quindi anche qui ci start-up - non stia affatto togliendo e grandi che profittano degli spazi poco”. E poi la gallerista sottolinea: sono esercizi che aprono e chiudono, spazio all’arte. Centinaia di giova- vuoti per diventare ancora più gran- “Gli aspetti più importanti per gli af- nascono o sostituiscono quelli pre- ni professionisti stanno affittando de. E già qualcuno dice: “A Chelsea fari di una galleria sono la clientela, cedenti”. Dunque, dal suo osser- casa e ufficio proprio in questa zona arriveremo con una galleria per ogni la tipologia di gestione e la giusta vatorio si nota che il quartiere si confinante con Chelsea e, visto che strada”, magari riferendosi a David scelta degli artisti, e un po’ è mantenuto piuttosto il settore della tecnologia è affine Zwirner, proprietario de facto di meno la location. Non saldo anche in tempi per molti versi al mondo creativo, tutta la 19esima... è indispensabile tro- Da dieci difficili. Mappando rappresenta un nuovo segmento nel Gina Fraone è direttrice e partner varsi in un nucleo in continuazione mercato, fra l’altro con un grande della Judith Charles Gallery, spazio di altre gallerie, anni il numero la zona, Bob ha potenziale d’acquisto. che si trova sulla Bowery, di fronte ma far bene il delle gallerie varia rilevato inoltre Alla luce di questi racconti, non al New Museum. Siamo nel Lower proprio lavoro che, ovviamen- sembra quindi che Chelsea abbia East Side, quindi, non a Chelsea, ma e curare i rap- costantemente tra te, la maggior i mesi contati come qualcuno a proprio per questo il punto di vista porti con i pro- 220 e 250, senza presenza di New York sarebbe pronto a giurare. è interessante. Fraone conferma che pri clienti. Qui significative esercizi gastro- Anzi, la tendenza allo sviluppo è al- Chelsea rimane un quartiere estre- non mi sento per nomici e servizi quanto positiva. Semmai si osserva mamente importante per il mercato niente penalizzata, variazioni per gli abitanti un interessante cambiamento che dell’arte a New York, ma per essere anzi”. rendono più non coinvolge soltanto gli aspetti una galleria di successo non è un Ci pervengono altri dati rilassata l’origi- economico-finanziari, ma anche le più must essere lì. “Non cambierei interessanti da Bob, storico gesto- naria atmosfera strutture sociali e civiche, e quindi per niente al mondo la sede della gal- re del sito Chelsea Gallery Map, che da “hard business”. il tessuto urbano e la demografia leria. Stare sulla Bowery ci garanti- da molti anni censisce il quartiere Un’opinione condivisa da Lauren di una metropoli che conserva una sce un passaggio pedonale diverso da e segnala le gallerie al vasto pubbli- Danziger, direttore esecutivo della straordinaria solidità delle proprie quello di Chelsea, perché molti visita- co. Secondo le statistiche del suo Meatpacking District Improvement basi anche nei momenti di transi- tori si godono lo shopping dei bellissi- sito, “da dieci anni il numero delle Association. Durante l’intervista ci zione.

46 ATTUALITÀ

GIORGIO FASOL LA COLLEZIONE COME FORMA SIMBOLICA

acciatore di sogni, di dimenticato e ridotto a ornamento ta la vitalità e le trasformazioni Questo è un percorso che condi- segni che affondano lo il continente culturologico di oggi. del presente. Come nasce una col- vidi con tua moglie Anna. I vostri sguardo “dentro il mondo lezione d’arte contemporanea? gusti coincidono? della materia” (Walter Vorrei partire dalla tua avventu- La passione è la chiave di tutto, una Molte volte coincidono ma non Benjamin). Fine cono- ra, l’avventura del collezionista molla che ti scatta dentro e ti porta sempre; lei è molto più pacata nelle Cscitore dell’arte contemporanea. appunto, un viaggio che è anche sempre più lontano. Io colleziono scelte, è molto attenta all’estetica e Persona affabile, generosa, gentile una vocazione, una ricerca, una fin da quando sono un bambino; al linguaggio raffinato; io sono più e curiosa. Giorgio Fasol (Verona, caccia suggerirebbe Benjamin, il prima le figurine dei calciatori, poi istintivo ma anche più informato, il 1938) è una delle figure più signi- Benjamin dell’Unordentlich Kind una rivista sportiva, Il Calcio Illu- mio intuito mi agevola nelle scelte. ficative e preziose della cultura arti- (Bambino disordinato). Avventu- strato, poi i francobolli e poi ancora stica attuale. Collezionista attento ra che nasce nel 1958. “Il giorno l’arte: riviste, ritagli di giornali, li- Linguaggi e sperimentazioni. e luminoso, il suo sguardo punta del mio diploma a 19 anni, con bri, edizioni limitate, opere. Cerco Giovani artisti in una collezione verso le giovani generazioni, verso 365mila lire, volevo com- di affinare sempre di più la contemporanea. È il titolo di una di ANTONELLO TOLVE il nuovo che avanza senza sosta, per prare un Morandi”. mia conoscenza. Oggi mostra curata da Giorgio Verzotti costruire un discorso sul presente e Ma non è andata colleziono i giova- per gli spazi del Mart di Rovereto sulle presenze. Ma anche per inne- esattamente così, ni artisti, compro (maggio/agosto 2010) con pezzi scare un processo colloquiale con vero? La passione è la le opere esposte della tua collezione. Ti andrebbe il sistema dell’arte – un pentagono Andai nell’unica chiave di tutto, una nelle loro prime di raccontare come è andata? regolare composto da artista, critico, galleria di Vero- mostre. Il merito della mostra va in primis istituzione, gallerista e collezionista na per comprare molla che ti scatta all’allora direttrice del Mart, Ga- – che è, per lui, un ambiente reale, un Morandi pur dentro e ti porta Cosa ruota at- briella Belli. Promuoverla è stato un un territorio da attraversare e vivere, non conoscendo sempre più lontano torno al lavoro vero e proprio atto di coraggio: ha in tutte le sue varie declinazioni eti- nulla dell’artista; di un collezio- scelto il curatore Giorgio Verzotti e che, per dar luogo ad azioni, condi- avevo visto su una nista? ha dato all’evento grande visibilità. visioni, discorsi costruttivi. rivista un servi- Quando la passione si Erano novanta artisti dai venticin- Figlia di una passione irrefrenabile, zio di una sua fa sempre più forte, il col- que ai trentacinque anni, venti dei la collezione è, per Giorgio Fasol, mostra, le opere lezionare diventa un lavoro tota- quali sono stati assegnati alla colle- una forma simbolica, uno spazio mi interessavano. La gallerista mi lizzante, assorbe tutto il tempo libe- zione permanente del museo secon- teorico (intellettuale) attraverso il disse: “La scelta è senz’altro buona, ro e anche oltre; specialmente quan- do la formula del prestito a lungo quale fabbricare ponti, erigere dialo- io non ce l’ho, ma lo posso procura- do si tratta di arte contemporanea e termine. L’inaugurazione è stata un ghi con le giovani generazioni, con re; sappi che il prezzo di un’opera di in particolare di giovanissimi artisti. successo, con la presenza di direttori un pulsante presente, con un’atmo- Morandi è di circa 1.500.000 lire”. di musei, di critici, di collezionisti sfera vivace che celebra le correnti, Salutai e mestamente me ne andai. Tu personalmente cosa cerchi in e di pubblico: ancora adesso viene gli orientamenti, le ultime tendenze una mostra? ricordata come una grande festa di dell’arte. La collezione, poco alla volta, di- Se è una mostra storica, cerco l’ope- amici amanti dell’arte. A lui abbiamo rivolto una serie di venta anche costruzione di qual- ra migliore, se invece è una mostra domande per tracciare l’avventura, il cosa. Di un mondo che è il mondo di qualche giovane artista cerco la Ludovico Pratesi ha scritto: “Per- gusto, le osservazioni di un collezio- del collezionista, ma anche uno novità. Mi interessano anche tema- ché una collezione sia davvero nista e mecenate su un clima che ha spaccato culturale che rappresen- tica e allestimento. significativa occorre che le scelte

48 ATTUALITÀ COMUNE E CARIVERONA: COME SI FA UN MUSEO Verona è una città che negli anni ha mescolato le proprie conoscenze, la propria tradizione accademica e la propria museografia insieme alle sue architetture in un crogiolo dei saperi e delle arti, che la rendono la quarta città turistica d’Italia. Nota grazie ai suoi riferimenti letterari, la città comprende offerte culturali storiche straordinarie, dal suo capitale artistico ecclesiastico via via sino all’indimenticabile esperienza di percorrere le sale e le collezioni di Castelvecchio, che ha affrontato significativi momenti d’incontro con l’arte e l’architettura contemporanea. Una conversazione a tutto campo La storia architettonica della civitas e la storia dell’arte si incontrano quindi in questo progetto, che na- sce dalla collaborazione e partecipazione del Comune di Verona, la sua struttura legata alla cultura e la con uno dei più noti collezionisti Fondazione CariVerona. Un progetto che è volto a valorizzare il Palazzo della Ragione e a restituire alla italiani: il veronese Giorgio Fasol. cittadinanza in primis, ma anche al folto pubblico internazionale, la collezione originariamente donata alla città dal botanico Achille Forti (1878-1937) e divenuta negli anni, e con nuove acquisizioni e donazioni, Per capire cosa spinge, oggi, verso la collezione della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti. Grazie a questo rapporto tra le istituzioni, ed essendo stato chiamato a dirigere artisticamente la Fondazione Domus, e questo startup, Palazzo della l’acquisizione di opere d’arte e per Ragione ospiterà quindi - in un percorso inedito e in un allestimento nuovo - le opere della collezione comunale insieme a quelle della Fondazione Domus per l’arte moderna e contemporanea e della Fon- ripensare il ruolo del collezionista. dazione CariVerona. Si tratta di un progetto che si avvierà nella primavera del 2014 e che con il suo allestimento narrerà, attraverso i testi pittorici e scultorei di queste collezioni unite per la prima volta, il Ecco la storia di Fasol, da quando, percorso delle arti visive e delle raccolte di una Verona tra 1840 e il 1940. giovanissimo, voleva comprare un Palazzo della Ragione, con la riapertura dell’accesso dalla Scala della Ragione, diventa quindi, insieme alla riconoscibilissima Torre dei Lamberti, un palazzo delle immagini dell’arte e della storia delle raccolte della Morandi, a quando si è imbarcato città, che viene restituito alla sua cittadinanza dopo anni di chiusura nella veste datale dal restauro di Afra e Tobia Scarpa e dall’attuale ripristino degli spazi eseguito dagli uffici d’architettura del Comune stesso. nell’avventura del bizzarro Il percorso sarà dedicato alla riscoperta di alcuni capolavori e di opere significative delle ricerche nazio- nali e del territorio in quell’arco di tempo ampio un secolo che cambiò la storia dell’arte e la storia della acquisto – tutto immateriale – di nostra nazione, vedendo in Verona una delle protagoniste del Risorgimento. Emblematica di questo rap- porto tra interno ed esterno del Palazzo, l’apertura del percorso con il bronzo del Dante di Ugo Zannoni, un’opera di Tino Sehgal. il cui marmo è perno della sottostante piazza dei Signori, e ancora Francesco Hayez con La Meditazione (L’Italia nel 1848), il cui titolo ben rappresenta questa chiave di lettura del percorso, via via sino a Morbel- li, Fattori, Balla, un importante nucleo di Felice Casorati o rari Gino Rossi. Forte la presenza dei prota- gonisti operanti nel territorio, a partire appunto da un giovanissimo Casorati fino a Semeghini, Trentin. Le avanguardie tempesteranno il percorso con le intuizioni di Morandi, Boccioni, Soffici, Savinio, Severini. Il progetto di collaborazione tra Fondazione e Comune anticipa il progetto di restauro da parte della Fondazione CariVerona dello storico e adiacente Palazzo del Capitanio, che conterrà la sede futura della Fondazione stessa, un ampio spazio distribuito su vari livelli, progettato per essere galleria espositiva della collezione dall’antico al contemporaneo e contenitore di eventi culturali legati alla storia dell’arte.

LUCA MASSIMO BARBERO del collezionista siano coerenti L’entusiasmo di cercare giovani Verona Collection. L’associazione tusiasta, tanto che ordinai all’istante tra loro, legate dal filo rosso di talenti dell’arte è, da tempo, al ha come oggetto sociale la promo- un’opera. Passarono circa tre mesi un progetto preciso, ispirato dal- centro del tuo discorso selettivo. zione dell’arte contemporanea an- prima di ricevere conferma ufficia- la qualità di ogni singolo pezzo”. Da quale riflessione nasce questa che tramite il prestito delle opere le. Tino accettò di entrare nella mia Concordi con questa affermazione caratteristica di lavorare sul pre- per mostre museali internazionali. collezione solo dopo essersi infor- o pensi che sia altrettanto impor- sente e sulle presenze dell’arte? Nel 2000 altri due amici con poco mato sul tipo di collezione e sulla tante seguire l’istinto, asseconda- Io ho sempre cercato le novità, il tempo a disposizione da dedicare qualità della stessa. re la propria preferenza, quella precedere i tempi e questa mia atti- alla gestione della loro collezione Quando l’artista venne a Verona che tu stesso definisci essere “una tudine mi ha portato a collezionare hanno deciso di entrare a far parte per presentarci il lavoro, istruì me e scintilla d’amore”? i giovanissimi artisti. La mia può di questa iniziativa. Ora insieme ci Anna per due ore su come avrem- Io credo che una collezione sia im- essere considerata una sfida, solo il occupiamo anche di piccole spon- mo dovuto metterlo in opera. Il portante soprattutto per la qualità tempo sarà giudice delle mie scelte. sorizzazioni. tutto avvenne in presenza di un no- delle opere e, a seconda delle inten- taio, come espressamente richiesto zioni e attitudini del collezionista, Con gli anni sei riu- Esistono delle regole dall’artista stesso. per le motivazioni delle scelte. Da scito a coinvolgere da seguire per evi- parte mia non mi pongo problemi nella tua passio- Quando acquistai tare errori, per E come si è svolta l’acquisizione? di scelta, io acquisto solo quando ne una serie di evitare di pun- Durante lo svolgimento della pre- scatta la scintilla, l’acquisto lo defi- amici. Da que- un’opera di Tino Sehgal, tare sugli artisti sentazione il notaio di tanto in tanto nisco un atto d’amore. sta sensibiliz- il notaio scoppiò in sbagliati? si azzardava a chiedere: “Quando po- zazione plurale un’esternazione clamorosa: La regola prin- trò scrivere l’atto di acquisto?”. Non In un collezionista prevale sempre è nata un’av- cipale è tenersi appena informato che non avrebbe la passione o c’è anche l’investi- ventura, l’Agi “Tutto questo è una il più possibile scritto nulla (a Tino Sehgal, per uf- mento finanziario? Verona Collec- presa in giro!” aggiornati fre- ficializzare la mia acquisizione, ba- In me prevale la massima del più tion. Ti andrebbe quentando le gal- stava infatti la semplice presenza del grande collezionista italiano, il di raccontarci di cosa lerie, leggendo notaio) scoppiò in un’esternazione conte Giuseppe Panza di Biumo: si tratta? riviste, visi- clamorosa: “Tutto questo è una presa “Se tu ami l’arte è l’arte che ama te, Alla fine degli Anni Ottanta sono tando mostre e in giro!”. Io lo ringraziai vivamente, se tu sfrutti l’arte è l’arte che sfrutta stato invitato dalla Fiera di Bologna fiere logicamente scegliendo le più perché quel suo gesto infatti mi tol- te”. Sono convinto che la passione a partecipare a una mostra con al- importanti questo aiuta a non com- se ogni dubbio: era davvero un’ope- sia il motore principale che ti fa tri quattro collezionisti. Dato che la mettere errori grossolani, anche se ra d’arte! impiegare tutto il tuo tempo, tutti direttrice, Silvia Evangelisti, aveva errare humanum est. Fui costretto ad accettare le sue con- i tuoi risparmi, facendoti percorrere scelto delle opere della mia collezio- dizioni d’acquisto che previdero in- chilometri e chilometri ogni anno. ne e di quella di mia moglie Anna Sei stato il primo collezionista ita- nanzitutto l’assenza di scritture tra Se l’arte fosse solo un investimento - anche lei ha una sua piccola colle- liano ad acquistare Tino Sehgal. le parti, tutto venne definito verbal- finanziario consiglierei di investire zione, composta principalmente da Ti andrebbe di ricordare questa mente: l’obbligo di preventivo as- in altri settori. opere su carte e disegni - abbiamo tua acquisizione? senso da parte dell’artista per even- Quando manca la passione, l’inve- deciso di fondare un’associazione Andai alla prima mostra che Tino tuale vendita o esposizione dell’o- stimento nell’arte può diventare una con le iniziali dei nostri nomi (Anna Sehgal fece in Italia da Massimo pera, l’ obbligo del pagamento di croce. e Giorgio) e la denominazione AGI Minini nel 2003, ne fui subito en- un euro all’ora alle persone addette » ATTUALITÀ 49 ARTVERONA, PRIMA FIERA IN CALENDARIO

Una “art project fair”, si Le peculiarità di ArtVerona, i suoi punti di forza e le sue debolezze. autodefinisce ArtVerona. E ArtVerona è una piazza alternativa nel sistema italiano, nel senso che offre dà appuntamento per la sua progetti sperimentali che le altre manifestazioni presentano come collaterali. nona edizione dal 10 al 14 Io invece ho sempre pensato che la diversità fosse un elemento qualitativo ottobre. Ne abbiamo par- aggiuntivo e l’omologazione una caratteristica deleteria, tanto più nell’arte, lato con Andrea Bruciati, pertanto ho sempre ritenuto che linee di intenti nette e portanti fossero consulente artistico della sempre preferibili per la ricaduta positiva di un progetto, culturale o impren- manifestazione insieme a ditoriale che fosse. Per quanto riguarda le debolezze, sono sempre legate Massimo Simonetti [a sx: all’investimento economico. Ritengo che abbia pertanto grandi potenzialità Michele Spanghero, Voice sia per l’organizzazione che la connota, sia per il futuro riposizionamento of Space, 2012 - Premio della fiera scaligera nell’asset nazionale: ArtVerona risulta infatti molto più Icona 2012]. centrale di Torino per il pubblico, più innovativa di Bologna per le proposte culturali e può fungere da contraltare interessante alla situazione milanese Cosa ne pensi del prolife- per calendario e area geografica di incidenza. rare di fiere, soprattutto in un mercato come quello Qual è il tuo contributo specifico alla fiera? italiano? Il format On Stage e quest’anno progetti come Raw Zone, Level 0, nonché Credo che nel libero mer- la consolidata collaborazione con Paola Marini dei Musei Civici e Cristiano cato sia corretta la pre- Seganfreddo hanno reso l’edizione particolarmente vicina a quel modello senza di diverse manifestazioni; le ritengo fondamentali per un costante di laboratorio che ha sempre accompagnato la mia personale ricerca, for- aggiornamento e stimolo per migliorare l’offerta che viene garantita al pub- mativa per il pubblico ma ad appannaggio del valore. A Verona trovo che vi blico, agli operatori e agli addetti ai lavori in termini di qualità. Come tutti siano le condizioni ottimali per un lavorare bene in “provincia”, dando risalto gli organismi economici, sarà poi il consenso o meno alla manifestazione a e rilievo all’eccellenza qualitativa e a una diversa forma di fruizione delle decretarne il successo e l’espansione, o viceversa la flessione di visibilità e proposte culturali che in fondo caratterizzano il made in Italy. la successiva cancellazione dal calendario. Ovviamente il mio ragionamento ha un senso. Da parte sua, ArtVerona non gode di alcun contributo esterno Qual è il motivo per cui dai ampio spazio alle non profit? Perché, in un e si finanzia completamente con gli investimenti di un imprenditore: in tal evento di mercato, realtà che hanno come obiettivo di non fare profitto senso è un unicum in Italia. devono a tuo avviso avere un ruolo rilevante? Ritengo che il dialogo per chi si occupa del medesimo settore, seppur in Una riflessione sul mercato attuale e sul ruolo della fiera all’interno del modo opposto e alternativo, sia sempre fondamentale per tutti: aiuta a ride- sistema. finirci e a modificare le nostre convinzioni e aspettative, al di là dei pregiu- Il mercato attuale è specchio dei problemi economici che attanagliano la dizi. Mi piacciono in generale i confronti: li trovo sempre stimolanti e il fatto Penisola, per cui una tassazione non concorrenziale rispetto agli altri mer- di unire, all’interno del medesimo caravanserraglio, esperienze contrastive cati internazionali e la mancanza di una defiscalizzazione degli investimenti può aiutare il fruitore a comprendere la ricchezza basata sul plurilinguismo in arte fanno sì che tutto risulti molto faticoso e che ciò privi il pubblico che anima questa sfida. interessato di quella spinta ottimistica e di fiducia che, per questo settore in Vista la particolare “materia” di cui stiamo parlando, una fiera d’arte - pur particolare, considerato di lusso, è invece estremamente importante. Il mer- nascendo come opportunità economica - non può esentarsi dall’essere an- cato dell’arte ha una forte arbitrarietà e volatilità nell’orientarsi, e tanto più che una occasione culturale vivificante, spazio di ricerca osmotico, senza il necessita di una solidità programmatica e strutturale che, tuttavia, a causa quale si appiattirebbe a mero contenitore, collazione di stand. Dall’altro lato di una politica compromissoria e reazionaria precipuamente italiana, risulta il mercato, per molti aspetti demonizzato dagli spazi non profit, favorisce completamente assente. la crescita di realtà altrimenti sussidiarie e marginali, consentendo a molte Il ruolo che ArtVerona occupa vuole e deve diventare indubbiamente più start up di divenire comunque modelli esemplari e alternativi di sviluppo e rilevante, sia nei confronti del territorio (città e macroregione in primis) che confronto. nei confronti del panorama nazionale, ma non solo. Non potendo al momento contrastare realtà oggettivamente più forti deve inventarsi una posizione la- MARCO ENRICO GIACOMELLI terale basata sulla serietà organizzativa, la qualità delle proposte, la ricerca e la sperimentazione. www.artverona.it

alla comunicazione della notizia più Le fiere dovrebbero essere luoghi 250 solo 5, forse, rimarranno nella impresa, una collezione di pittura, eclatante del giorno, azione che co- privilegiati di incontro tra galleristi, storia dell’arte, a chi altri affidare se logicamente di giovani artisti. Il stituisce l’opera stessa il cui titolo è: critici e collezionisti di altre nazioni, non alla galleria stessa in collabora- presuntuoso titolo di questa nuova This is the news. oggi sono spesso teatro di incontri zione con il critico la responsabilità collezione è Mi illumino d’immenso: troppo fugaci. Si sente la necessità e il compito di indirizzarci verso e direi che esprime abbastanza chia- Il piano fiscale della nostra Pe- di colloqui più approfonditi, spe- una scelta più oculata? ramente ciò che cerco nella pittura... nisola è davvero esclusivo. Quali cialmente con gli artisti e i critici. Io sono le difficoltà che incontra un penso che il mondo dell’arte Vorrei toccare un nervo sco- Viviamo in un Paese che istituzio- collezionista in Italia? sia in una fase di radi- perto dell’arte, quello nalmente dimentica il ruolo della Il collezionista italiano è enorme- cale cambiamento, della pittura. E cioè cultura. Al di là del ruolo del col- mente penalizzato rispetto ai colle- tutti dovranno ri- È decisamente di un linguaggio lezionista è importante evidenzia- ghi esteri: l’aliquota IVA da noi è il pensare a un nuo- importante la antico che non re, del tuo percorso, il ruolo del 21%, in Francia e in Germania è del vo equilibrio del passione, ma la è sempre ben mecenate. Ti riconosci in questa 7%; senza contare tutti gli altri be- sistema e a un visto o apprez- mia affermazione? nefici fiscali di cui noi a differenza di nuovo rapporto curiosità e l’informazione zato. Come In Italia, purtroppo, abbiamo una altri paesi, non godiamo. fra le parti. sono basilari per riconoscere, carenza di istituzioni che si inte- costruire una secondo te, un ressano di arte contemporanea e Curiosità, passione e informa- E le gallerie, che pittore vero? questo limita la conoscenza e la di- zione. Sono questi gli ingredienti ruolo giocano in collezione Riconoscere un vulgazione della stessa. Il maggior fondamentali per costruire una questo sistema vero pittore è un’im- sostenitore dell’arte contemporanea collezione vincente? culturale ed presa più che ardua, spe- in Italia è il collezionista privato, che La più importante è decisamente la economico? cie in questi ultimi decenni in cui interviene sia tramite acquisizioni passione, ma la curiosità e l’infor- Io credo che le gallerie abbiano un a predominare sono soprattutto le di opere d’arte che tramite il ver- mazione sono basilari per costruire ruolo fondamentale soprattutto nel- installazioni, la videoarte, la foto- samento di quote a sostegno delle una collezione. la selezione degli artisti; non saprei grafia, il digitale e i concettualismi associazioni degli Amici del Museo come fare senza di loro. In Italia ci di nuova generazione; l’elemento oppure finanziando la realizzazione Le fiere d’arte contemporanea sono oltre 50.000 persone che si pittorico dell’opera d’arte oggi non di mostre e progetti di ricerca. Io mi sono luoghi di incontri veloci. dichiarano artisti e penso che solo deve sottrarsi al confronto con il lin- considero un piccolissimo mecena- Non pensi che ci sia il bisogno di 250 di loro abbiano la qualità per guaggio contemporaneo. Lo confes- te, date le mie scarse risorse finan- ritornare al dialogo con l’artista? emergere. Se è vero che di questi so, mi sto cimentando in una nuova ziarie.

50 ATTUALITÀ

a cura di GINEVRA BRIA e STEFANO CASTELLI 52 BIENNALITE D’AUTUNNO update realizzati inloco enelle ore delle rispettive preview evernissage. direttori delle prime due ele curatrici delle seconde. Eperapprofondire con video efoto, sul sito trovate decine di di giovani rassegne interessanti, aMosca eSalonicco. Per avere unquadro generale, abbiamo perciò intervistato i per quest’autunno, su unpaio didecane (alnetto dell’imbattibile Venezia), ovvero Istanbul eLione, esu unpaio raccontato indiretta, sul nostro sito, pure quella diGöteborg. Ma una scelta va fatta, enoi cisiamo concentrati, In realtà, dibiennali ingiro perilmondo ce ne sarebbero bendipiù. Anche inEuropa, einfatti viabbiamo www.5th.moscowbiennale.ru 1 72 ca. BOLSHE SVETA /MORELIGHT Catherine deZegher 20 ottobre 2013 2003 (Vedizione) ATTUALITÀ C ho selezionato. artisti che difficili, proprio comegli sopravvissuto asituazionipolitiche spesso un’outsider ti moltodifficili. Misonosentita La Russia vive ehavissutomomen- blemi elaloro assolutainesistenza. fine quasiinvisibiletraigrandipro- sottile, nelsensocheesisteuncon- L’atmosfera chesirespira èmolto contemporanea? In Russia com’è recepita l’arte in realtà ilpresente. le nostre vedute, mostrandocosasia chesiapossibileampliarecosì forte munque, deve farscaturire unaluce ne spazialeequellatemporale,co- creata daicontrastitraladimensio- comealpubblico.artisti L’energia pretazione agli del percorso, aperto confini, malasciaunaliberainter- È untitolochenon cerca didefinire sto titolo? More light:cosaintendiconque- sguardo daestsull’Occidente. piattaforma in potenza. Un nuovo teristiche cherendono Mosca una aspetti piùsensibiliemarcati, carat- te culture credo siaoggiunodegli zione alricongiungimentodimol- dall’Azerbaijan. Questa predisposi- kistan, cosìcomedalla Romania e Georgia, dallaCeceniaedall’Uzbe- provenientiforti dallaSiberia, dalla Mosca, segnaliepresenze culturali sa, sonoriuscitaatrovare, proprio a ni Paesi. Ma, conmiagrandesorpre- sia, sebbenenonabbiavisitatoalcu- dedizione in tutta la Rusuna certa - nale sonoriuscitaaviaggiare con MOSCA Piazza Rossa. del Manezh, edificiosituatoaqualchecentinaiodimetridalla parlato delprogetto espositivo chesisviluppatuttoall’interno Center diNew York. ConCatherinedeZegher abbiamo ofDrawingsDepartment ecomechiefcuratordelDrawing Mosca, conesperienze alMoMA comeguestcuratorpresso il È olandeselacuratricedellaquintaedizioneBiennale di Per organizzare questaBien- tando Mosca? he tipodicapitalestadiven- rispetto achiè GINEVRA BRIA ancora, sempre piùluce! Voglio creare piùluce! Voglio vedere quinta Biennale diMosca. Un augurioperaccompagnare la tudini dellapraticadeldisegno. la sensibilitàinMore light.Due atti- il pubbliconotisilenzioemotivo e stazione deldisegno. Spero soloche di questamiavicinanzaconl’impo- credo artisti, dinonessermiaccorta Lavorando astretto contattocongli e l’allestimento alManege?artisti segno haguidatolaselezionedegli Quanto latuapreparazione neldi- di oltre unmilionedieuro. il budgetassegnatoallaBiennale era dealer. oart galleristi, collezionisti E ho subìtoalterazioniimposteda established e rare inunmodoassolutamente grande vantaggio: permettedilavo- Curare unabiennalegiovane èun hai realizzato questointento? tendo una propria identità. Come dente dallealtre biennali,riflet- Mosca dovrebbe essere indipen- Hai affermato chela Biennale di sensazionalismi. considerazione pressioni opossibili ti dalle loro visioni, senza tenere in radicati nelloro lavoro ecirconda- senso chesonotuttiprofondamente tista chehoconvocato èengaged, gna attuarloinprofondità. Ogni ar- re unreale cambiamento,oggi,biso- parla di politica. Eper opera- na arte A miomododivedere, tuttalabuo- ze economiche oaspettipolitici? tere inluceproblemi sociali,urgen- Con questamostrasièvoluto met- non-corporated. Io non non- nel ISTANBUL È la decana del quartetto, con la sua edizione numero 13. E sarà, come di consueto, una Biennale di forte impegno politico. La curatela è affidata a Fulya Erdemci, e a parlarne con Artribune c’è la direttrice Bige Örer [nella foto di Manuel Citek].

hi è il barbaro del titolo? Chi stabilisce oggi chi sono Ci barbari? Mom, am I barbarian? è il titolo di un libro del poeta Lale Müldür, uno dei più influenti in Turchia. Pren- dendo ispirazione dal suo linguag- gio, speriamo di riscoprire il rappor- to tra la poesia e l’arte contempora- nea. La curatrice Fulya Erdemci ha 1987 (XIII edizione) voluto usare il termine ‘barbaro’ con 20 ottobre 2013 due connotazioni: quella derivante dal greco ‘barbaros’, che si riferisce Fulya Erdemci a coloro che non sanno parlare bene MOM, AM I BARBARIAN? una lingua; e quella dell’uso corren- 87 ca. te, che ha connotazioni di esclusio- 5 ne. Guardando alla poesia contempora- [email protected] nea (e alla musica) come a un’inter- 13b.iksv.org faccia tra il personale, il pubblico e il politico, la mostra ripensa la figura del recluso, dell’esiliato, dell’anar- chico, del rivoluzionario, del poeta e dell’artista come qualcuno che rom- pe i confini del sistema.

In mostra c’è un’arte apertamente politicizzata e di reportage o an- che lavori con un alto grado di su- blimazione formale? La curatrice ha dato la precedenza a opere che riflettano la diversità e all’arte che occupa lo spazio pub- blico. Per poter includere diverse forme di espressione e posizioni geopolitiche che esplorassero le questioni della sfera pubblica, ha invitato molti artisti da zone come il Sudamerica, il Medio Oriente, molto la pratica della Erdemci, che Per quanto riguarda le sedi, prima nale di Istanbul è in stretto contatto il Nordafrica e l’Asia del Pacifico. si è sempre interessata alle relazioni della protesta del Gezi avevamo con altre biennali e cerchiamo di Ha vagliato oltre 2mila iscrizioni tra l’arte e la città. Le Istanbul pe- pianificato vari progetti di inter- programmare le date di apertura in all’”international open call” lanciato destrians exhibitions (2002 e 2005) venti nello spazio pubblico urbano. modo da non sovrapporci. per selezionare gli artisti. Inoltre, promosse dalla Erdemci sono state Dopo le proteste, quando ci siamo con quindici tra artisti, collettivi le prime grandi mostre nello spazio chiesti cosa significasse realizzare La crisi economica e l’instabilità gruppi della società civile e iniziative urbano ad adottare una posizione progetti d’arte con il permesso del- politica hanno influito su budget provenienti dalla Turchia, la 13esi- critica verso il posto che viene riser- le stesse autorità che impediscono e organizzazione? ma Biennale è quella con la più alta vato all’individuo nella città. E, in la libera espressione dei cittadini, La Biennale di Istanbul è organiz- partecipazione dalla Turchia stessa. tutta la sua pratica curatoriale, ha abbiamo capito che il cambiamen- zata da un’associazione non profit, esplorato la potenzialità della sfera to del contesto avrebbe fatto sì che la Istanbul Foundation for Culture L’arte può influenzare e cambiare pubblica di diventare uno spazio tali progetti avrebbero contraddetto and Arts. Come le altre attività del- il mondo? di discussione. In più, essendo di la loro raison d’être. Perciò abbiamo la fondazione, la Biennale si basa su Lo crediamo fermamente. Si è visto Istanbul, è molto interessata alle stabilito collaborazioni con istitu- sponsor privati, istituzioni di fun- molto recentemente nelle strade di istanze sociopolitiche della Turchia. zioni artistiche private come Arter e ding internazionali e sulle risorse Istanbul con la famosa protesta dello Salt Beyoğlu, e un’associazione indi- della fondazione. Riferendoci alla “Standing man”, e in molti altri casi. Una sintesi dell’edizione 2013. pendente di artisti, la 5333. Oltre a biennale 2011: il 13% del budget Crediamo anche che l’arte fornisca La 13. Biennale si concentra sul po- queste sedi esponiamo all’Antrepo 3 veniva dai biglietti d’ingresso; il spazi per il discorso, l’avanzamento tere dello spazio pubblico nell’am- e alla scuola primaria greca Galata. 35% da sponsor privati; il 24% da e l’esplorazione della comprensione, bito delle battaglie sociali, dell’arte Questa decisione ci ha permesso di funding internazionali; solo il 12 % e ovviamente, allo stesso tempo, del e della politica. Lungo una prepara- realizzare una Biennale a ingresso da supporti pubblici; e il 16% da disaccordo. È qualcosa che la Bien- zione che ha preso quasi due anni, la gratuito, in linea con il suo concetto altre fonti come il programma di nale e il suo programma pubblico Biennale ha cercato di immaginare la ed enfatizzandone il carattere pub- membership della fondazione. Sia- hanno cercato di perseguire. definizione di concetti come demo- blico. mo molto orgogliosi di avere l’in- crazia, libertà di espressione, spazio gresso libero nell’edizione 2013, è Quali sono le caratteristiche del pubblico e comune e di riflettere sul Istanbul, Lione, Salonicco, Mo- coerente con i temi e lo spirito della metodo curatoriale di Fulya Er- rapporto fra trasformazione urbana, sca: una coincidenza di date o una mostra. demci? arte e politica. Ora è tempo di creare rete che interagisce? Il tema di questa edizione riflette uno spazio fruttuoso per il dibattito. È una rete che interagisce: la Bien- STEFANO CASTELLI ATTUALITÀ 53 LIONE Intervista con Thierry Raspail [nella foto di Blaise Adilon], storico direttore della Biennale e quest’anno - per la 12esima edizione - affiancato dal curatore islandese Gunnar B. Kvaran. Una mostra di grandi nomi e di emergenti da scoprire.

1991 (XII edizione) 5 gennaio 2014 Gunnar B. Kvaran ENTRE-TEMPS... BRUSQUEMENT, ET ENSUITE 72 ca. 5 [email protected] www.biennaledelyon.com

diverse forme e punti di vista. Tra i Una opinione sulla Biennale di giovani: David Douard, un france- Venezia 2013. se di base a Parigi; Antoine Catala, Venezia è la madre di tutte le bien- anche lui francese, che vive a New nali, e il centro del mondo al mo- York; e un pittore formidabile, Paul mento del vernissage. Le biennali Nimer Piota, brasiliano che ha co- create negli Anni Ottanta, le più minciato qualche anno fa con la dinamiche delle quali partecipano street art. al Forum, non hanno invece ambi- zioni enciclopediche, ma cercano di Una sintesi della Biennale di Lio- rispondere alle domande cruciali ge- ne 2013. nerate dalla globalizzazione dell’ar- Negli Anni Ottanta, quando le te, domande che i musei e i centri l tema dell’edizione 2013 è il neità e il frammentario. L’installa- grandi narrazioni cadono (marxi- d’arte, soprattutto in Occidente, fa- racconto. Una Biennale di re- zione corrisponde a questa realtà, smo, psicanalisi, storia delle civiltà), ticano a prendere in considerazione, Isistenza e opposizione rispetto e da ciò viene il suo successo fol- si assiste a una fioritura di micro- o addirittura a percepire. alle modalità correnti della narra- gorante. Le opere selezionate sono narrazioni. L’estetica occidentale zione? per la maggior parte composite, modernista diventa, a partire da Crisi e budget. Sin dalla nascita della Biennale, nel proprio come i racconti comples- quegli anni, il riferimento globale Finora la crisi non ha avuto effet- 1991, propongo una parola ai cura- si che utilizzano simultaneamente dell’arte contemporanea nel mon- ti sulla Biennale. I finanziamenti tori che invito e che rimane la stessa tutti i supporti per moltiplicare i do, anche se in ogni continente e in pubblici non sono diminuiti né per tre edizioni. L’edizione 2013 è loro significati. In modo più velato, ogni regione restano accenti locali. aumentati. La differenza la fanno la terza interpretazione del termine anche la tecnica del collage carat- Le opere della Biennale provengono oggi il settore privato e anche il me- “trasmissione”, al quale Gunnar B. terizza bene questa estetica del rac- da diciotto Paesi e da cinque conti- cenatismo, le cui sovvenzioni sono Kvaran ha risposto “racconto”. E conto, che peraltro si ritrova anche nenti, perché tutti gli artisti ormai aumentate considerevolmente. alla parola “racconto” ha aggiunto nella pittura. raccontano delle storie. Al di là degli “strutture narrative”. Interessarsi stili, tentano di rinnovare le struttu- Come valuta la situazione di Lione alle nuove forme di narrazione vi- Tre opere dei grandi nomi di que- re visive per dire la complessità del e della regione nel campo dell’arte siva significa precisamente opporsi sta Biennale che spiccano sulle mondo d’oggi. contemporanea? Il lavoro sembra ai racconti canonici, populisti e im- altre. aver dato buoni frutti… mediatamente digeribili. Se la nar- Yoko Ono, che è all’origine di una Quanto tempo ci avete messo per La città di Lione non aveva, a torto, razione artistica comunica, è pro- “narrazione condivisa”, in partico- realizzare questa Biennale? la reputazione di una città creativa. prio perché è una forma inedita di lare con le sue performance degli Sono stati necessari sei mesi di con- Oggi, grazie al computer e alle sue comunicazione, allo stesso tempo Anni Sessanta. Jeff Koons, la cui cezione e due anni di ricerca. nuove immagini, il nostro pubbli- poesia, impegno personale e sguar- “estetica biologica” è una maniera di co si è creato una cultura visiva e si do sul mondo. comprendere nel modo più chiaro Lione, Istanbul, Salonicco… Ci trova perfettamente a proprio agio possibile (e allo stesso tempo con la sono interazioni e affinità? con l’arte contemporanea, che “leg- Nelle opere selezionate come si ca- più grande complessità) tutta l’arte Ogni biennale cerca di descrivere il ge” senza alcuna difficoltà. Ma sono ratterizza la narrazione? dell’umanità. E Matthew Barney, mondo alla sua maniera. Io cerco di convinto che il ruolo del Mac, cre- I flussi e le reti caratterizzano le no- che all’inizio degli Anni Novanta fare una biennale d’autore. Non ci ato nel 1984, e l’associazione unica stre società globalizzate. La simulta- ha inventato, in particolare con i sono progetti curatoriali in comu- in Europa tra il museo e la Bienna- neità degli scambi così come la per- suoi Drawing Restraint, una nuova ne, ma incontriamo le altre realtà le, abbiano contribuito a creare un dita di fiducia nel futuro e l’accele- struttura narrativa fatta della pre- al Forum Mondiale delle Biennali, pubblico. Circa la metà dei nostri razione delle cose hanno creato un senza simultanea di sculture, per- creato un anno fa a Gwangju, che visitatori ha meno di 26 anni. sentimento di “eterno presente” che formance, film e disegni, che insie- riunisce trenta rassegne di tutto il valorizza la reversibilità, la simulta- me raccontano una sola storia sotto mondo. STEFANO CASTELLI

54 ATTUALITÀ SALONICCO È la più giovane del quartetto, ma anche una delle più radicate e sensibili in Europa Orientale. Per la quarta Biennale di Salonicco, Adelina von Fürstenberg cura il percorso principale. In Macedonia il passato diventa humus, ricco di contemporaneità.

2007 (IV edizione) 31 gennaio 2014 Adelina von Fürstenberg EVERYWHERE BUT NOW 52 7 [email protected] www.greekstatemuseum.com

ci selezionati fossero per la maggior Come si sviluppa la sequenza fra parte macedoni. L’intento non è, co- la Biennale di Istanbul e quella di munque, creare una sorta di fronte Salonicco? formale nazionalista. Inaugurano a pochi giorni di distan- za ed è stato deciso così. Si è voluto Quali caratteristiche ha Everywhe- favorire lo scambio, la circolazione re but now? delle genti in viaggio per vedere l’ar- La mostra è concepita come uno te contemporanea. spazio di scambio e confronto, pro- prio come il Mediterraneo. Attra- Un parere sulla Biennale di Vene- verso le loro opere, gli artisti invitati zia 2013. creano una sorta di dialogo tra pre- Massimiliano è un gran lavoratore. ulturalmente, cosa deve di- attraversano il Mediterraneo, in- giudizi e barriere culturali. Ha messo in mostra il visibile, dan- ventare il Mediterraneo del- fatti, sono appartenute a mercanti, do un ritratto ufficiale del contem- Cla contemporaneità? pirati e conquistatori così come ad Quanto tempo è durata la selezio- poraneo, esposto come un’ordinata Il Mediterraneo non ha più un’ac- artisti, poeti e pensatori che hanno ne degli artisti e delle opere? Wunderkammer, anche se già Sze- cezione geografica definita. Le sue sempre cercato la conoscenza e vis- Sono stata convocata come chief emann aveva inserito oggetti legati coste, grazie agli scambi economici suto di creatività. Gli artisti devono curator a dicembre del 2012. A all’esoterismo all’interno delle sue e culturali, hanno saputo diventa- riflettere questo filo conduttore che, gennaio ho compiuto il mio primo, mostre. Ma a me, seguendo pro- re, nei secoli, grandi laboratori di elevato tra spiritualità e intuizione, approfondito viaggio di ricognizio- prio l’insegnamento di Szeemann, comprensione e sovrapposizione di ha unito cuori e menti attraverso lo ne come curatore e a febbraio ho interessa di più mostrare l’invisi- nazioni diversissime, con differen- spazio e il tempo. Oggi l’arte coin- presentato la lista degli artisti con i bile; provando, cioè, senza alcuna ti religioni e culture. Ancora oggi, volge discipline come l’antropolo- quali avrei voluto lavorare. pressione da parte del mercato, a però, la ricerca di una stabilità po- gia, la sociologia e la filosofia per far emergere la mia curiosità, le mie litica e i contrasti economici creano mettere in atto strategie che sotto- Ci sono anche due “star” in mo- scelte personali, alla ricerca di un continue pressioni interne che non lineano le differenze per ambire alla stra… sublime spesso nascosto da ovvietà. rivelano appieno la grande ricchez- molteplicità, come veicolo di illu- Marina Abramovic, con il suo video za creatrice offerta da quest’area. La minazione sul contemporaneo e sul sui bambini soldato realizzato per La crisi economica ha influito sul Biennale di Salonicco deve dunque benessere sociale. i sessant’anni dei Diritti Umani, e budget? fornire risposte a domande che si John Armleder, con la sua instal- Il mio budget era davvero ridotto. Inclu- chiedano se sia possibile considerare Sono presenti oltre 50 artisti da lazione composta da tavole da surf dendo trasporti e assicurazioni, al mio la creazione artistica come una risor- tutto il mondo - dal Brasile all’In- - simbolo di una ridente superficia- staff sono stati affidati 33mila euro. sa utile per dar vita a una resistenza dia, da Cuba all’Iran -, di cui 12 lità, ricca però di uno spirito gioioso identificata e a una sfida all’attua- greci. Un segnale sulle radici for- e positivo appartenente al mondo Un augurio per accompagnare lità, alla globalizzazione. Quanto e ti della cultura contemporanea anglosassone -, sono i due artisti di questo nuovo simposio della con- come l’arte può cambiare il mondo ellenica o sulla sua inspiegabile rilievo più internazionale e le due temporaneità nel Mediterraneo. di oggi? Quale approccio artistico mancanza nella scena dell’arte figure meno committed in merito a Mi auguro che, per l’arte contem- spinge le persone a costituire una contemporanea? temi e dibattiti dell’Europa Medio- poranea, il Mediterraneo diventi lo società più giusta? Sono presenti anche molti colletti- Orientale. strumento più forte di compren- vi, come quello composto da Armin sione reciproca, per promuovere un Quali messaggi, quali visioni la Linke, che ha partecipato a un pro- Quale ruolo svolge la Biennale di progresso tanto collettivo quanto quarta edizione della Biennale di getto di ricerca sulle isole abbando- Salonicco nei confronti di quella individuale. Gli addetti ai lavori Salonicco vuole tramettere? nate nel Mediterraneo. Ma lo scopo di Atene? devono cominciare a leggere l’arte Questa Biennale non deve dimen- reale di questa mostra è che le opere Tra i due eventi non è intercorsa al- oltre i principi della compravendita ticare la propria attitudine ribelle, sfidino il passato così come il pre- cuna comunicazione né un raffronto e della decorazione. piuttosto che attendersi particolari sente di Salonicco. Ecco il motivo diretto. Restano l’una indipendente risvolti rivoluzionari. Le strade che per il quale ho ottenuto che i 12 gre- dall’altra. GINEVRA BRIA ATTUALITÀ 55 ISRAELE TERRA PROMESSA DELLA CREATIVITÀ

’interesse per l’arte e la cul- sign e all’ingegneria. Biennale di Venezia. Ci sono poi anche i musei, oltre cento sparsi tura in Israele risale a mol- è l’epicentro di questo gallerie che hanno deciso di aprire su tutto il territorio, che registrano to tempo prima della stessa fenomeno, presentandosi come il uno spazio anche all’estero per ga- ogni anno milioni di visitatori. I fondazione dello Stato nel cuore culturale di Israele. rantire una maggiore pro- più noti sono il Tel Aviv Museum 1946 e affonda le sue ra- Basti pensare che qui mozione degli artisti of Art e l’ Museum Jerusa- Ldici tanto in Occidente quanto in trovano sede 150 israeliani, come la lem. Quest’ultimo, fondato nel Oriente, assorbendo influenze so- gallerie, stando Tel Aviv è Julie M. Galle- 1965, registra un ampio sguardo ciali e culturali provenienti da ogni agli ultimi con- ry, fondata nel sul contemporaneo, e lo fa non solo parte del mondo. Ciononostante, teggi, alcune l’epicentro di 1975 e trasfe- attraverso l’esposizione di opere in Israele ha cercato da sempre di ma- delle quali ri- questo fenomeno, ritasi nel cuore situ appositamente commissionate, turare una propria identità artistica, conosciute a di Tel Aviv nel come la scultura monumentale in

SANTA NASTRO SANTA presentandosi come anche attraverso la creazione di spa- livello interna- 2007, che ha acciaio di Anish Kapoor, ma an- zi museali e privati, di accademie e zionale, come il cuore culturale di aperto di recen- che attraverso mostre temporanee scuole d’arte, come la Bezalel Aca- la Dvir Gallery, Israele te una succursa- in cui spesso sono gli stessi artisti demy of Art and Design fondata che partecipa le a Toronto, e la a calarsi nel ruolo di curatori. Non nel 1906, il Beit Berl College nato ogni anno con Shay Arye Gallery, solo. È anche la “casa” della famosa nel 1944 e all’interno del quale si grande succes- interessata soprattutto ai collezione Dada di Vera e Arturo trova la Hamidrasha School of Art, so ad Art Basel giovani artisti, che inaugurerà a Schwartz, con pezzi memorabili

GIORGIA CALÒ e GIORGIA CALÒ e il più giovane Shenkar College of e a Frieze New York, dove troviamo breve uno spazio a Berlino. di Marcel Duchamp, Man Ray e

di Engineering and Design, fondato anche la Sommer Gallery, e la Bra- Per restituire un’immagine comple- Jean Arp. O del parco delle scultu- nel 1970 con l’obiettivo di formare verman Gallery, che quest’anno ha ta del sistema dell’arte contempora- re voluto dall’eccentrico impresario l’industria israeliana dedicata al de- rappresentato Gilad Ratman alla nea di questo Paese bisogna citare americano Blly Rose. Si racconta

56 ATTUALITÀ BIENNALI, FIERE & MORE Anche Israele ha, da circa dieci anni, le sue biennali. A Ge- rusalemme troviamo ad esempio una manifestazione dedi- cata interamente al disegno. Si tratta della Biennale for Dra- wing in Israel, nata nel 2001. Dopo il successo della scorsa edizione, Traces IV: Caught in the Thicket (2010-2011), cu- rata da Tamar Manor-Friedman, la prossima, Trace V, aprirà i battenti alla fine di dicembre con un tema preciso: andare al di là della carta. Dunque, verranno esposti non solo di- segni, ma anche sculture, video e installazioni sonore. Il curatore di questa edizione, Tal Yahas, vuole tracciare una panoramica di stili, temi e tecniche che indicano le varie espressioni del disegno, allargando i confini che oggi attra- versano vari mezzi e campi d’indagine. Come nelle scorse edizioni, la biennale si svolgerà al Artists’ House e in altre quattro location della capitale: Agripas 12 Gallery, Jerusalem Print Workshop, Barbur Gallery e Ticho House, creando in questo modo un vero e proprio itinerario capace di ospitare diverse mostre organizzate da curatori indipen- Vi abbiamo raccontato online un viaggio denti. A Herzliya, una piccola cittadina costiera poco a nord da ideale per gli art lovers in Israele. Tel Aviv, dal 2007 si svolge la Herzliya Biennial of Con- temporary Art, uno degli appuntamenti più attesi in Israe- Qui facciamo il punto su una scena le e all’estero per la qualità degli artisti selezionati (Haim Steinbach, Guy Ben-Ner, Mika Rottenberg, Zvi Goldstein, vivacissima, sempre più frizzante e solo per fare alcuni esempi). Nella prima edizione intitola- competitiva. Musei, gallerie, spazi non ta The Rear, sotto la cura di Joshua Simon (oggi direttore del Moby a Bat Yam) sono stati presentati oltre 70 artisti profit, artisti in patria e nel mondo. E israeliani in varie zone del centro della città: dai magazzini sotterranei ai negozi e rifugi bomba, con una sede centrale persino fiere e biennali. Per chi vuole che è tuttora l’Herzliya Museum of Contemporary Art. A Tel Aviv si svolge Fresh Paint Art Fair. Alla sua sesta saperne tutto, ma proprio tutto. edizione, ha il merito di presentare a oltre 30mila visitatori le nuove tendenze dell’arte contemporanea israeliana at- traverso la partecipazione delle più importanti gallerie del territorio. L’Art TLV nasce invece nel 2008 con lo scopo di coinvolgere artisti contemporanei israeliani e internazionali con mostre, installazioni, performance, proiezioni e confe- renze in tutta il città. Nel settembre 2009 si è trasformata in una biennale in occasione del centenario di Tel Aviv-Jaffa, allineandosi così con le Biennali di Atene e Istanbul per favorire la sperimentazione e lo scambio all’interno di un triangolo culturale mediterraneo. Un vero e proprio evento a 360 gradi è la Notte Bianca, che cade ogni anno l’ultimo giovedì di giugno. Layla Lavan, que- sto il titolo in ebraico, offre a cittadini e turisti, dal tramonto all’alba, la possibilità di visitare gallerie, musei, andare ai concerti, partecipare alle sfilate di moda e tanto altro. Infine il Tel Aviv Art Weekend si svolge ogni anno l’ultima settima- na di marzo, aprendo la stagione primaverile del circuito delle gallerie e dei musei della città bianca con mostre tem- ISRAELE poranee, laboratori e visite guidate.

www.art.org.il www.herzliya-biennial.com www.freshpaint.co.il TERRA PROMESSA DELLA CREATIVITÀ www.arttlv.com

che, dopo un incendio che distrusse giovani artisti. In Israele non po- affermato per la vasta programma- 1951, si trova invece in una delle cit- la sua magnifica collezione di qua- teva mancare un museo dedicato zione di mostre nazionali e interna- tà più antiche di Israele, in cui con- dri, Rose, affranto, abbia deciso di al design, visto l’interesse sempre zionali legate al design, alla moda, vivono tutt’oggi diverse comunità, dedicarsi solo alla scultura, per non maggiore per questa di- al tessile, alla gioielleria. tanto che lo spazio sembra assumer- dover sopportare più un dolore così sciplina. Il Design È così che Holon, da si il compito attraverso varie attività grande. Il Tel Aviv Museum fonda- Museum Holon, anonimo centro di culturali di funzionare come ponte to nel 1932, ha inaugurato la sua situato in una Una splendida 200mila abitan- interculturale tra ebrei, cristiani e attuale sede nel 1971. La nuova ala cittadina indu- ti, è diventato musulmani. Meritano una citazione realizzata dall’architetto Preston striale a una struttura dalle forme in pochissimo anche altri musei come il Museum Scott Cohen nel 2011 raccoglie decina di chi- scultoree sinuose in tempo uno dei of Bat Yam, l’Ashdod Museum e una collezione d’arte contempo- lometri a sud acciaio rosso cor-ten punti nevralgi- l’Herzliya Museum of Contempo- ranea israeliana, uno spazio per le di Tel Aviv, è ci della cultura rary Art, tutti concentrati sullo svi- mostre temporanee, una selezione stato inaugu- (proveniente dal Nord israeliana, grazie luppo e la ricerca dell’arte contem- fotografica e la biblioteca. rato nel 2010 Italia) anche alla vivacità poranea israeliana. A Gerusalemme » A poche decine di chilometri da all’interno di una di altre realtà come trova, infine, sede un altro partico- Tel Aviv troviamo il Petach Tikva splendida struttura l’Israeli Center larissimo spazio, il Museum on the Museum of Art. Fondato nel 1964, dalle forme scultoree for Digital Art, Seam: situato in un edificio costru- è un museo d’arte contemporanea sinuose in acciaio rosso cor-ten l’Holon Institu- ito nel 1932 dalla famiglia Barmki con opere di artisti israeliani e in- (proveniente dal Nord Italia) rea- te of Technology, l’Holon Media- e utilizzato dopo la guerra del ternazionali. Al momento della sua lizzata da Ron Arad, con un inve- theque e il National Israeli Cartoon 1948 fino alla Guerra dei sei gior- riapertura, nel 2004, la collezione stimento di 12 milioni di dollari. Museum. ni del 1967 come avamposto mili- è stata ampliata con l’aggiunta di In pochissimo tempo il museo si è L’ Musaeum of Art, nato nel tare. Oggi museo, si autodefinisce ATTUALITÀ 57 ARTE IN ISRAELE:

Haifa Musaeum of Art UNA MAPPATURA hma.org.il

HAIFA Shenkar College of Engineering and Design www.shenkar.ac.il

Herzliya Museum of Contemporary Art UMM EL-FAHEM www.herzliyamuseum.co.il Umm el-Fahem Gallery Dvir Gallery umelfahemgallery.org www.dvirgallery.com KFAR SABA Sommer Gallery www.sommergallery.com HERZLIYA PETACH TIKVA Braverman Gallery TEL AVIV Beit Berl College www.bravermangallery.com BAT YAM www.beitberl.ac.il Julie M. Gallery HOLON www.juliem.com GERUSALEMME Shay Arye Gallery ASHDOD www.shayaryegallery.com

Tel Aviv Museum of Art Ashdod Museum www.tamuseum.org.il www.ashdodartmuseum.org.il Petach Tikva Museum of Art Shpilman Institute for Photography www.petachtikvamuseum.com www.thesip.org CCA - Center for Contemporary Art cca.org.il Artport tlv www.artportlv.org

Design Museum Holon www.dmh.org.il Israeli Center for Digital Art www.digitalartlab.org.il Holon Institute of Technology www.hit.ac.il National Israeli Cartoon Museum www.cartoon.org.il

Museums of Bat Yam moby.org.il

Bezalel Academy of Art and Design www.bezalel.ac.il Jerusalem www.imjnet.org.il Museum on the Seam www.mots.org.il GALLERIA Art Cube www.jerusalemfoundation.org MUSEO / FONDAZIONE ISTITUTO DI FORMAZIONE STUDIO / RESIDENZA

58 ATTUALITÀ ARTE ISRAELIANA NEL MONDO CASE STUDIES La scena artistica contemporanea israeliana è oggetto d’interesse in tutto il mondo e il calendario Tra le realtà più interessanti a livello internazionale c’è dell’arte 2013 lo conferma. Oltreoceano, tra le grandi mostre collettive, si svolge al Neuberger lo Shpilman Institute for Photography di Tel Aviv, for- Museum of Art (Purchase College, New York) The Compromised Land: Recent Photography and temente voluto dal filantropo Shalom Shpilman. Inau- Video from Israel. 21 artisti tra cui Gilad Ratman, Michael Rovner e Joseph Dadoune raccontano gurato nel 2010 e curato da Aja Lurie, dal 2012 occupa i temi della convivenza e del conflitto territoriale (a cura di Helaine Posner e Lilly Wei, fino al 1° gli spazi di Shoken Street con un focus specifico sulla dicembre). Il Katzen Arts Center (American University Museum, Washington) presenta Rothfeld ricerca nella teoria e nella pratica della fotografia. Pro- Collection of Contemporary Art, prima mostra della collezione di arte israeliana donata da Donald getti di formazione, convegni, dibattiti aperti al pubbli- Rothfeld che, con 161 pezzi, racconta la storia di Israele e comprende il lavoro di importanti artisti co, mostre, collezione, networking con professionisti tra cui Yael Bartana e Sigalit Landau (fino al 20 ottobre). Seguirà la personale itinerante di Tsibi e istituzioni internazionali con mission affini sono solo Geva con una serie inedita di dipinti sulla condizione umana (a cura di Barry Schwabsky, dal 5 alcune delle attività che lo Shpilman sviluppa. Cui si novembre al 15 dicembre). aggiungono una borsa di studio e un premio, entrambi Spostandoci in Europa, la quarta Thessaloniki Biennale of Contemporary Art ospita, tra i 50 artisti rivolti a sostenere la ricerca in fotografia e la capacità coinvolti, Gal Weinstein. La Biennale si apre con la mostra Everywhere but Now che, come spie- di integrare in maniera originale pratica e teoria. La ga la curatrice Adelina von Fürstenberg, “riguarda da vicino la questione dello spazio di diversi prima, istituita nel 2011, ha ricevuto 500 application genius loci del Mediterraneo, con la questione del tempo di creazione nel mondo contemporaneo” provenienti da oltre 47 nazioni. Il premio, invece, fon- (fino al 31 gennaio. L’intervista alla curatrice si trova poche pagine prima su questo numero di dato nel 2010 in collaborazione con l’Israel Museum di Artribune Magazine). Gerusalemme e a cadenza biennale (Shpilman Interna- A Roma, la XII edizione del Festival Internazionale di Fotografia, che quest’anno prende il titolo tional Prize for Excellence in Photography) consiste in di Vacatio, vede anche la partecipazione di Gaston Zvi Ickowicz. Per l’occasione il fotografo 45mila dollari e nella pubblicazione del miglior paper. presenta nove lavori, di cui uno molto grande prestato dallo Sphilman Institute for Photography Con uno staff al femminile diretto da Yael Reinharz, di Tel Aviv. Il chief curator Aya Lurie e il fondatore del SIP Shalom Shpilman prenderanno inoltre Artis è invece un’organizzazione non profit indipen- parte ai workshop che si terranno al Macro, con una lecture - spiega Lurie - “sull’artista e il suo dente fondata da Rivka Saker (oggi presidentessa del lavoro ma anche sugli obiettivi e le attività del SIP” (fino al 1° dicembre). Sempre al Macro, la board) nel 2004 a New York con sedi a Los Angeles e nuova stagione delle residenze d’artista vede la partecipazione anche dell’israeliana Hilla Ben Tel Aviv. Il suo esordio avviene con l’Israeli Art Week Ari per un periodo di quattro mesi, cui seguirà come sempre una mostra (agosto-novembre). in New York, un calendario di mostre ed eventi in tema Tra le gallerie segnaliamo la Whitechapel Gallery di Londra che ospita per l’Artists’ Film Inter- realizzati in occasione dell’Armory Show. Promuovere national sei artisti che lavorano con il video, l’animazione e il film, tra cui Einat Amir con il suo la scena dell’arte in Israele è il suo primo obiettivo, at- ultimo progetto I Will Be Your Guide for This Session (fino al 13 ottobre). Infine, la Giacomo Guidi traverso scambi culturali, partnership, programmi per Arte Contemporanea apre la sua seconda sede a Milano con la personale di Nahum Tevet, famo- artisti e occasioni di formazione rivolti sia al mondo so in tutto il mondo per le sue installazioni geometriche sul crinale fra arte e architettura (a cura dell’arte che al pubblico generalista. Non mancano le di Claudio Libero Pisano, fino al 1° dicembre). borse di studio, i viaggi di ricerca in Israele per colle- zionisti e professionisti, i public program con l’esigenza www.neuberger.org di valorizzare le specificità della creatività israeliana e www.american.edu di essere il partner d’eccellenza per chi desidera avvi- Petach Tikva Museum of Art www.biennale3.thessalonikibiennale.gr cinarsi o aprire un dialogo con il mondo dell’arte con- www.petachtikvamuseum.com www.romafotofestival.com temporanea israeliano, a tutti i livelli. www.museomacro.org www.whitechapelgallery.org www.thesip.org www.giacomoguidi.it www.artiscontemporary.org

» ISRAELE, TERRA PROMESSA DELLA CREATIVITÀ “socio-politico”, presentando mostre c’è Artport tlv, che promuove la questo particolarissimo luogo, che Gallery si pone non costituisce un che affrontano attraverso l’arte temi giovane arte contemporanea con un si rivolge a una comunità di circa unicum nel panorama culturale controversi, importanti nel dibatti- programma di residenze rivolto agli 45mila persone, è strutturata su israeliano. L’obiettivo della forma- to pubblico nazionale quanto inter- artisti israeliani, ma anche interna- due livelli, con obiettivi soprattutto zione rappresenta infatti una re- nazionale, con un interesse partico- zionali, creato per desiderio di legati alla formazione attraverso la sponsabilità imprescindibile. L’arte lare, naturalmente, per la situazione Jason Arison, chairman proposta di artisti prove- diventa, così, uno degli strumenti locale. della Ted Arison Fa- nienti dal territorio fondamentali attorno al quale con- Un ruolo fondamentale è svolto in mily Foundation. Un ruolo e l’indagine della solidare l’identità nazionale, un’op- Israele dall’impressionante rete di Non dissimile è storia, delle radici portunità per le nuove generazioni, spazi non profit e dalle fondazio- l’Art Cube di fondamentale e delle tradizio- un biglietto da visita prestigioso ni, in tutto quasi un centinaio, che Gerusalemme, è svolto in Israele ni locali. Non all’estero. Ed è impressionante con- svolgono un’opera di promozione situato nella dall’impressionante manca il con- statare la quantità e la qualità di dell’arte contemporanea, nelle sue periferia della tatto con mae- programmi universitari, di ricerca, diverse forme, in maniera sistema- città, dotato di rete di spazi non stri di caratura di residenza per artisti, di borse di tica e con una proposta di livello un’ala espositi- profit e dalle internazionale studio, ma anche semplicemente internazionale. Tra queste spiccano, va e di una serie come William di laboratori di didattica nei musei a Tel Aviv, lo Shpilman Institute for di studi destinati fondazioni Kentridge, del (frequentatissimi) che Israele sa of- Photography e il CCA - Center for agli artisti in residen- quale la galle- frire. E che delineano un modello Contemporary Art, di cui sorpren- za, questa volta grazie al ria ospita un da studiare e imitare e molto attua- de l’enorme archivio dedicato alla sostegno della Jerusalem Founda- progetto realiz- le, un Paese che ha scelto la cultura videoarte che conta circa 40mila tion. zato in collaborazione con l’artista come passepartout per il futuro. pezzi, creato con il sostegno di Arye Particolare, nel suo genere è la norvegese Dora Bloom, Memory & Si ringrazia per la collaborazio- Sabinsky e della Fondazione Muriel Umm El Fahem Gallery, nel distret- Geography Fire/Gate. Questo ruo- ne Ofra Farhi, addetta culturale & Philip Berman. Sempre in città to di Haifa. La programmazione di lo educativo che l’Umm El Fahem dell’Ambasciata d’Israele in Italia. ATTUALITÀ 59 o aveva già compreso Marshall McLuhan Lnel 1964 nel suo famoso Understanding Media: “L’immagine televisiva è, più ancora dell’icona, un’estensione del senso del tatto”. Il grande massmediologo intuiva, molto prima dell’avvento del personal computer e del digi- tale, che stavamo per attraversare un’era all’in- segna dell’aptico anziché dell’ottico. IN MEMORIA D I PAOLO ROSA Il lavoro di Studio Azzurro a partire dalla Prima il Laboratorio di Comunicazione Militante, poi Studio Azzurro. Artista metà degli Anni Novanta non ha fatto altro sempre svolto un ruolo fondamentale nelle iniziative collettive che ha fondato e che dimostrare ed esemplificare, attraverso la creazione di numerose opere, che le arti visive con molti contributi. Qui ripubblichiamo alcuni estratti degli interventi di Silvia erano giunte a un punto di svolta, superando la logica della linearità e della continuità strut- turale dei linguaggi e dei codici, e proseguen- do nella loro logica di scardinamento rispetto orale della civiltà umana. È il caso della stessa “sembra favorire la parola parlata, inclusiva e a qualsivoglia steccato disciplinare, nel nome recente serie dei portatori di storie di Studio partecipe, a scapito di quella scritta, tipicamente di un’apologia dell’interfaccia che si delineava Azzurro, opere il cui obiettivo è stato quello specialistica”. Non a caso, parlando di villaggio sempre più come cultura ipermediale. Oltre di “dare forma a una ‘mappa sensibile’ del ter- globale, McLuhan parla di un processo di ritri- l’arte, oltre l’immagine in movimento, oltre il ritorio, generata dai racconti e dalle indicazioni balizzazione che riporta la nuova era elettrica tradizionale rapporto fra artista e spettatore. dei personaggi ripresi e arricchita dai gesti degli (e quindi digitale, aggiungiamo noi) alla fase Lo scarto partecipazionale di- spettatori”: pensiamo ad esempio a Sensitive antecedente la scrittura. ventava così nell’opera com- City (2010), megainstallazione realizzata per L’installazione interattiva Tamburi (2001) il padiglione italiano dell’Expo di Shanghai, esemplifica molto bene il rapporto tra culture plessa e variegata di Studio Az- basata sulla logica dell’archivio, un archivio arcaiche, tecnologia e globalizzazione, attraver- zurro il fulcro estetico-politico creato ex novo, fatto di parole, ricordi, descri- so uno scambio simbolico costituito da oggetti- che avrebbe poi assunto forme zioni, sensazioni, raccolte da Studio Azzurro diverse, fino all’applicazione nell’arco di mesi intervistando gli abitanti di icone contenuti nel palmo di tante mani e didattica dei cosiddetti musei sei città italiane. uno scambio virtuale tra il pubblico e la rete. Le teorie di McLuhan, ancora una volta, Nello spazio in cui l’opera è allestita, gli spet- tematici. tatori percuotono fisicamente enormi tamburi La stessa logica temporale che presiede agli sono utili per comprendere come nel lavoro su cui si materializzano le immagini, per poi allestimenti temporanei (le installazioni) si di Studio Azzurro il tecnologico si inviare i doni selezionati a una serie di persone applica nell’opera di Studio Azzurro agli alle- riallacci al tribale, la tradizione stimenti permanenti, ovvero a quei percorsi- della cultura e del racconto via internet. Il rito tribale e sacro dello scam- guida che orientano la conoscenza dello orale si fondi perfettamente bio, del potlach, acquista così un senso nuovo spettatore e segna così il passaggio “dal museo e attuale mediante questa forma di creatività di collezione al museo di narrazione”, secondo con un nuovo tipo di raccon- tecnologica che consente un’interrelazione e una definizione di Paolo Rosa. La nozione to nello spazio, costituito da una comunicazione estetica tra culture diverse di narrativo fa nuovamente e inevitabilmente suoni e immagini attivati me- e distanti l’una dall’altra. la sua comparsa, collegandosi fra l’altro a diante il gesto. “La tecnologia elettrica”, una cultura del racconto che risale alla fase scriveva sempre nel ’64 lo studioso canadese, BRUNO DI MARINO

’esperienza del Laboratorio di Comunica- Balsamo, alle porte di Milano. Per sbarcare il avanguardie. Il Laboratorio va a indagare i Lzione Militante e della Fabbrica di Comu- lunario disegnano fumetti. Oreste Del Buono, modelli di comportamento, le strategie attra- nicazione di San Carpoforo dura dal 1976 al direttore di Linus, pubblica a Paolo un fumet- verso cui viene orientata l’informazione. Paolo 1978. Due anni intensi, colmi di accadimenti, to dedicato alla storia del bandito Salvatore all’interno del gruppo lavorava in particolar di lavori, di pensieri e di azioni. Tutto si è Giuliano. Poi ne realizza un altro sul caso di modo sugli arsenali e sulla componente narra- svolto con grande velocità, con un impegno Wilma Montesi, una storia tra il noir e la poli- tiva di alcune sequenze fotografiche. totale e totalizzante da parte di tutti i protago- tica dei piani alti, che aveva infiammato l’Italia Alla fine del 1976 i ragazzi del Laboratorio, degli Anni Cinquanta. nisti di quella storia. In quegli anni di insieme ad altri, occupano la chiesa sconsacra- profonda rottura si comprende Pasculli e Columbu iniziano a fare mostre al Grechetto, da Toselli, sul tema della rap- ta di San Carpoforo, dando vita alla Fabbrica il determinante ruolo della presentazione mediatica della violenza, della di Comunicazione. Un luogo straordinario comunicazione all’interno del criminalizzazione pregiudiziale. Brunone e da cui passano John Cage, Brian Eno, l’Odin panorama dei profondi muta- Rosa sono a fare il militare, ma al loro ritorno Theater, Peter Kubelka, Gabriele Basilico, menti politici e sociali in atto. si riuniscono all’attività dei vecchi compagni David Cooper, il guru sudafricano dell’anti- Il cuore dell’esperienza dei quattro giovani e decidono di dar vita al Laboratorio di Co- psichiatria. La storica dell’arte Marisa Dalai artisti, Paolo Rosa, Tullio Brunone, Giovanni municazione Militante. Già nel 1976 Enrico Emiliani li paragona alla Public School One Columbu ed Ettore Pasculli è appunto un’in- Crispolti li invita alla Biennale di Venezia. Da di New York, quello che sarebbe diventato il dagine sul senso e sul ruolo della comunica- quel momento molti sono gli interventi e le PS1. zione. mostre che li vedono protagonisti in giro per Nell’esperienza di Studio Azzurro persiste il Nel piccolo appartamento di uno stabile pro- l’Italia e non solo sino alla mostra di chiusura, senso di un’arte sociale, un modo di sentire il Immagine arma impropria mostra/laboratorio, letario, i ragazzi danno vita allo studio G 28, proprio operare come un atto militante verso dall’iniziale del nome della via e dal numero nel marzo del 1978 al Museo della Perma- il proprio tempo. Nei Videoambienti prima, civico: è il 1967. Lo studio diviene una vera nente di Milano. La convinzione del negli Ambienti sensibili poi, sino alle ultime fucina di esperimenti artistici, di ricerche per- gruppo è quella di un diritto esperienze partecipative dei Portatori di Storie, formative e teatrali. Si concepiscono brevi film sociale all’arte che implica la in 8 e16 mm. I tre vengono singolarmente ma anche nel teatro e nei film - scriveva Paolo invitati al Festival dei Due Mondi di Spoleto conoscenza, l’invenzione e la - “abbiamo sempre avuto la sensazione d’essere e alla X Quadriennale di Roma. Realizzano produzione e il non essere più parte attiva, di cambiare qualcosa, di produrre persino una scenografia per il Piccolo Teatro solo ricettori di quanto viene nuovi linguaggi”. di Milano sullo sbarco alla Baia dei Porci a prodotto. Pubblicano un manifesto in Cuba. Poco dopo si trasferiscono a Cinisello otto punti come nella migliore tradizione delle ANGELA MADESANI

60 R.I.P. questa dimensione alternativa, al limite fra le arti e il sociale, per sfuggire all’autoreferen- zialità incontra la magia tecnologica e la se- duzione dell’immagine ad alta definizione. E, benché ibrida come ascendenza, non sfugge al sistema dell’arte che ha accolto la produzione tecnologica in quanto capace di rifornire l’ap- IN MEMORIA D I PAOLO ROSA parato di novità. e teorico, voce narrante, interfaccia con il mondo contemporaneo, Paolo Rosa ha Tale contraddizione si ritrova promosso. Ci ha lasciati il 20 agosto scorso e su artribune.com lo abbiamo ricordato anche nella definizione delle Bordini, Bruno Di Marino, Angela Madesani e Valentina Valentini. installazioni interattive comeo- pera processuale che, pur strut- turata, nel momento della sua esposizione pubblica aspira alla onsiderare l’arco di tempo della produ- e della realizzazione in gruppo di una idea dimensione partecipata del ri- Czione di Paolo Rosa-Studio Azzurro signi- progettuale. tuale, trasformando la fruizione individuale fica scorrere un percorso di vita che abbraccia Studio Azzurro-Paolo Rosa è quindi una fir- in un fenomeno relazionale e ludico. Nello gli Anni Settanta e arriva fino al nuovo secolo. ma collettiva e individuale insieme, anomala stimolare e dare forma alle storie di chi non Come ha attraversato Paolo Rosa questo arco solo se si posiziona la produzione di Studio ha voce – penso al ciclo I portatori di storie – si di tempo, quale il suo daimon, la sua “vocazio- Azzurro nel contesto delle arti visive, dove il innescano processi, operazioni, sostiene Paolo ne” in un periodo storico così turbolento? nome dell’artista è la firma di garanzia (al di Rosa, piuttosto che opere, che diventano però Studio Azzurro è una firma là del fatto che il processo produttivo si svolga opere fuori dal contesto in cui sono state rea- collettiva, affermazione del la- poi come bottega artigianale o sia organizzato lizzate, trasportando le persone che racconta- voro di gruppo come metodo come una azienda). Nel contesto della produ- no dalla strada di Casablanca, Potenza o Santa e procedimento produttivo, zione teatrale, dove è la compagnia, l’ensemble Fe, prima su un set con un blue screen per che firma lo spettacolo insieme al regista, è del essere riprese, poi in immagine nei musei. come evasione dal ruolo – ste- tutto naturale. Di fatto, le opere di Studio Azzurro confer- reotipato – dell’artista demiur- Ma dove si colloca la produzione di Studio mano una contiguità con le tendenze estetiche go e, nello stesso tempo, è affermazione di Azzurro? In genere è esposta in spazi pubblici del loro periodo: ironia e smaterializzazione di autorialità, in reazione all’anonimato che dedicati all’arte visiva. Fino agli Anni Novanta marca concettuale, plasticità dell’immagine e aveva caratterizzato per un decennio il modo ha ottenuto committenza e accoglienza in dimensione aptica, evidenziazione del detta- creativo interdisciplinare in vari ambiti artisti- specifiche manifestazioni dedicate alle arti glio e immaginazione narrativa. L’ambivalenza ci. Questo modo di produzione collettivo non elettroniche, che non appartenevano ai con- che stiamo tratteggiando riguarda le strategie è diverso dal modo produttivo del cinema, testi artistici tradizionali (arti visive, cinema) attraverso cui Studio Azzurro si è fatto gui- dell’architettura o del teatro d’autore: significa ma facevano “genere” a sé. Questa incerta dare dall’istanza di trasformare il mondo con che un singolo, il regista - ruolo con il quale ascendenza la colloca in una zona ibrida, che i linguaggi dell’arte, senza lasciarsi recingere Paolo Rosa ha definito il suo apporto indivi- negli ultimi quindici anni (decaduta la carica da steccati protettivi, reattivo e in ascolto del duale di ideazione e coordinamento artistico dirompente dell’immagine elettronica) è stata divenire. delle diverse competenze interne allo studio -, quella relazionale-antropologica-tecnologica si assume la responsabilità della condivisione della cultura della Rete. Ambivalente perché VALENTINA VALENTINI

aolo Rosa è stato il sostenitore di un pun- coinvolgimento polisensoriale, che attraversa ma anche degli spazi convenzionali dell’inqua- Pto di vista umanizzato delle nuove tecno- il corpo, il vedere e l’udire, la presenza fisica, dratura, si confrontano con superfici differenti, logie attraverso l’esercizio di un’arte diversa il toccare. Un sentire fisico ed emotivo in- si ritagliano proprie nicchie da cui comuni- che, proprio sulle esperienze dei linguaggi sieme, nel contesto dell’immaterialità delle care“, scrive Paolo Rosa, impegnandosi a delle nuove tecnologie, basa un rinnovato nuove tecnologie. definire e spiegare le scelte di Studio Azzurro rapporto con il pubblico. “Gli strumenti, i Come Paolo ha raccontato in- sull’interattività dal “punto di vista esclusivo linguaggi, i dispositivi della tecnologia formano stancabilmente in moltissime dell’arte”: dalla creazione di spazi di fruizione un sistema simbolico che determina un pun- occasioni, negli ambienti sen- collettiva attraverso interfacce naturali alla ri- to di vista (o di vita?) su una realtà che essi sibili la dialettica tra opera, cerca di intrecci narrativi nel contesto audio- stessi hanno, in modo decisivo, contribuito a visivo e multimediale; dalla sensibilizzazione mutare”, ha scritto in Rapporto confidenziale artista e spettatore è condotta di una relazione aperta tra persone, opere e su un’esperienza interattiva; un testo breve secondo modalità leggere, di- strumenti, alla definizione del sistema simbo- stanziate dal diretto contatto con macchine e e densissimo (fra i tanti suoi scritti) sulle lico formato dai dispositivi tecnologici; dal dispositivi; utilizzando tecnologie sofisticate videoambientazioni interattive che dal 1994 carattere “eventuale” dell’opera a quello di ma invisibili, Studio Azzurro invita a vivere impegnano il gruppo Studio Azzurro. esperienza; dalle regole al caso, dalle reazioni Fondato nel 1982 come Collettivo militante le immagini attivandole con atti comuni, comportamentali all’assunzione di respon- di controinformazione, Studio Azzurro lavora istintivi, che comunque introducono a una sabilità di pubblico e artisti, dai desideri al dal 1994 alla creazioni di “ambienti sensibi- dimensione di sorpresa e fantasmagoria; gioco. li”; opere che utilizzano una mescolanza di toccare su un tavolo degli oggetti che si spo- E non va dimenticato che il suo discorso risorse tecnologiche e linguistiche per pro- stano e si trasformano (Tavoli – perché queste sull’espansione della condizione emotiva porre una particolare relazione, intenzionale mani mi toccano?, 1995), calpestare corpi favorita dall’atto interattivo, l’aspetto relazio- e reciproca, tra opera e spettatore (e artista), immersi nel sonno che, senza destarsi, si agi- ponendo in atto non degli oggetti, ma situa- tano grevi e immemori (Coro, 1995), soffiare nale in chiave ludica e amichevole e quella zioni che configurano, un’esperienza parteci- su paracadute luminosi e transeunti come che egli definisce “componente di sogno”, pativa, psichica e fisica. nuvole per far volare angeli senza ali (Il soffio poneva all’arte un interrogativo in qualche I lavori del gruppo mirano a sull’angelo, 1997). modo eversivo, o quantomeno alternativo, ri- Proprio attraverso la tecnologia si mette in spetto ad alcune tendenze dominanti nell’ul- decostruire la dimensione sta- atto una liberazione del corpo e del gesto dai timo decennio del secolo, tra concettuale e tica, finita, unica, immodifi- vincoli e dalle indicazioni della macchina. post-human. cabile e contemplativa dell’o- “Le figure si muovono senza più cornici, fuori pera e – nello stesso tempo – a costruire un dai perimetri astratti e luminosi dei cinescopi, SILVIA BORDINI R.I.P. 61 Fiori d’asfalto è il titolo della personale di Paola Giordano in corso alla Imago-Art Gallery di Luga- no sino alla fine di ottobre 2013. Paola Giordano, artista nata in America, con le sue opere ha stu- pito pubblico e critica, proponendo novità sen- sazioni e nuove prospettive pittoriche all’insegna della ricerca cromatica e materica. Fiori d’asfalto propone una serie di interessanti opere definite dall’artista i suoi “fiori d’asfalto, fiori metropoli- tani dunque simbolo di vita e di lotta per la vita, simbolo di femminilità e purezza, in uno mondo sempre più caotico, inquinato e ferito”. Le opere di medie e grandi dimensioni raccontano infatti la lotta della natura per la sopravvivenza. Fiore d’asfalto, La caduta dell’anima, M‘ama non m’ama, Energia, Vento cosmico, Fastfood, Espansione di un sogno, Junk: questi alcuni dei titoli delle opere in esposizione. L’analisi del quotidiano, le ansie, le gioie, il nostro vivere frenetico ma ricco di emozioni e stimoli. La disperazione, l’inquietudine, la speranza e il sentimento d’amore. La purezza, la forza e l’energia, sono i temi, le sensazioni, le luci, le ombre che affiorano nel lavoro di Paola Giordano. Con la mostra Fiori d’asfalto l’artista ci offre uno sguardo che va oltre l’attuale, lo scontato e il vissuto quotidiano. In un’incognita faticosa e costante che è la nostra vita il lavoro di Paola Giordano ci offre una luce e soprattutto una “illu- minazione”. “La mia è un’arte concettuale e sintetica, nasce dal bisogno interiore di comu- nicare sensazioni e sentimenti, partendo sempre da una costante analisi della vita, sociale e quotidiana, e ispirata alla Natura.” dice Paola Giordano. Luca Beatrice nella prefazione al catalogo scrive di lei: “Nella serie Fiori d’asfalto Paola Giordano interpreta, con un intimismo inusuale, la schizofrenia del pre- sente. Lo fa per mezzo di una personale rilettura dei generi della natura morta e del paesaggio stravolti dentro a un’astrazione che strizza l’occhio al segno FIORI D’ASFALTO graffiato del Writing e della Street Art. Nelle sue tele s’infiltrano nozioni acca- demiche lungo traiettorie di ampio respiro che attraversano la storia delle avan- guardie del Novecento: astrattismo e Nouveau Réalisme, vorticosità futurista Paola Giordano e un pizzico di Dada, i colori del Graffitismo e l’energia dell’Action Painting”. fino a fine ottobre E conclude: “Paola Giordano racconta della realtà, non la sua, quella di tutti, bella o brutta che sia. Ma lo fa con un pizzico di visionarietà e fantasia impa- IMAGO ART GALLERY via Nassa 62 - Lugano rando la lezione di Paul Klee: non limitarsi a ripetere quello che già vediamo, Tel. 091.921.43.54 ma di far vedere”. [email protected] - www.imago-artgallery.com 64.MERCATO IL MACHISMO NELL’ARTE. CHE SI SPECCHIA IN ASTA 66.EDITORIA QUARANT’ANNI DI CORRAINI. L’ARCHIVIO IN MOSTRA 68.DESIGN MAKERS E FABLAB. COSA SUCCEDE A MILANO 70.ARCHITETTURA GROUND ZERO E BROOKLYN: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE 74.CINEMA L’APOCALISSE È DI MODA 76.MUSICA WITOLD LUTOSLAWSKI: UN CENTENARIO D’ORIENTE 78.EDUCATIONAL ETICA ED ESTETICA. LA MISSIONE DELL’ARTISTA 80.TALENTI ALICE TOMASELLI E L’INGESTIONE DELLA TELA 82.FOTOGRAFIA IL MEDITERRANEO SECONDO AGOSTINO OSIO 84.PERCORSI OLTRE GLI UFFIZI. TOUR NELLA TOSCANA CONTEMPORANEA 86.MODA ANTONIONI E IL MADE IN ITALY Fatturano meno di un ottavo degli uomini, rappresentano il 5% delle opere nelle principali collezioni, vedono incrementare le proprie valutazioni solo quando i lavori dei colleghi maschi arrivano a prezzi stellari. Però i loro corpi rappresentano la stragrande maggioranza dei nudi esposti nei musei. Una lettura gender-oriented del mercato contemporaneo. DONNE IN ASTA di MARTINA GAMBILLARA

Asta dopo asta, sono sempre più numerosi e clamorosi i record per i singoli artisti. Ma di nomi femminili, ce ne ricordiamo qualcuno? Jackson Pollock, Gerhard Richter, Barnett Newman: sono solo gli ultimi di una lunga serie di top price tutti al maschile, come d’altronde è nettamente inferiore la presenza di artiste donne nei relativi cataloghi d’asta. Scorrendo la Top 100 dei fatturati annuali dei singoli artisti, quante donne compaiono? Nel 2012, ad esempio, solo due: Joan Mitchell (57esima) e Yayoi Kusama (87esima), con un totale rispettivamente di $ 29.8 e $ 20.3 milioni, contro la prima posizione di Andy Warhol, che ne vale 329. Se allarghiamo la classifica alle prime 300 posizioni, troviamo altre cinque artiste: Louise Bourgeois al 116esimo posto con $ 16.8 milioni, Tamara de Lempicka al 150esimo ($ 12.5), 172esima Georgia O’Keeffe ($ 10.8), 263esima Agnes Martin ($ 6.8) e la gio- vanissima Beatriz Milhazes al 299esimo posto con $ 5.8 milioni. Secoli di esclusione dalla produzione artistica hanno portato come risultato all’assenza delle donne dai cataloghi degli Old Master Paintings; decenni di dibattiti sessisti le hanno poi tenute lontane dai circoli artistici, con scarsa presenza anche nei cataloghi del Dopoguerra. Lo scenario contemporaneo ha invece tutt’al- tro aspetto, grazie all’apertura dell’ultimo quarantennio. Infatti, se mettiamo a confronto i dieci prezzi più alti in assoluto battuti in asta, divisi per sesso, nella classifica maschile solo due artisti sono ancora viventi, mentre in quella femminile ben la metà è ancora attiva. Il prezzo più alto è stato battuto per un’opera della Bourgeois, se- guita dalla pittrice astratta Joan Mitchell, che però è l’artista donna con il maggior fatturato annuale. Il record per un’artista vivente spetta a Cady Noland con $ 6.6 milioni, rubato al precedente di Marlene Dumas. La regina dei dots Yayoi Kusama non raggiunge ancora queste cifre, ma vanta un volume d’affari ragguardevole grazie alle numerose stampe e multipli che ne alimentano il mercato, facendola rientrare nella Top 100 globale, con prezzi

64 MERCATO che sono saliti dell’880% dal 2002. Cindy Sherman [nella foto: Untitled #96, 1981, ASTA LA VISTA di SANTA NASTRO MoMA, New York] invece trionfa nel suo medium, con i $ 3.8 milioni che si è aggiu- dicata nel 2011, il prezzo più alto mai bat- AD ASTA PER ASPERA tuto per luna fotografia, record che ha perso alcuni mesi dopo, quando Andreas Gursky Ottobre di fuoco nel calendario delle aste italiane. Gioielli di Carta - la casa di vendite ha raggiunto i $ 4.3 milioni con Rhein II. Bonino specializzata in carte, disegni e do- Per fare un confronto sul dislivello dei prezzi cumenti storici dal XIII al XX secolo - mette tra gender basta pensare al record per un all’asta il patrimonio personale, composto artista maschio del dopoguerra, detenuto da da opere d’arte e arredi, di Vincenzo Maria Mark Rothko con $ 86.9 milioni, mentre il Angelini. Accusato di bancarotta fraudo- lenta della casa di cura privata Villa Pini, record per una donna si attesta molto al di l’imprenditore di Chieti del settore sanitario sotto, con i $ 10.7 milioni di Louise Bou- aveva un’eclettica collezione. Il corpus del rgeois, conquistati però nel 2011 grazie a suo patrimonio - che non ha eguali per ciò una scultura di oltre sei metri. che riguarda le aste fallimentari delle ultime Il successo e la riscoperta recente di alcune tre decadi e che in anni più felici attirò l’at- tenzione persino di Federico Zeri - spazia artiste è conseguenza della crescita vertigino- dall’arte all’antiquariato, dalla pittura napole- sa della loro controparte maschile, mettendo tana del Seicento ai più contemporanei Gior- a disposizione opere a miglior prezzo dello gio Morandi e Lucio Fontana. E i lotti in asta stesso movimento artistico. Proprio Joan lo dimostrano. Mitchell ne è un esempio: collega di de La sezione dipinti e disegni (in asta il 18 ot- tobre) conta tra gli altri un Ritratto di gen- Kooning e Pollock, era riuscita a entrare nel tiluomo della bottega di Tiziano (stima ¤ circolo della Cedar Tavern - celebre ritrovo 80.000-120.000), un Marc Chagall, Deux degli esponenti dell’Espressionismo Astrat- personnages (¤ 400.000-600.000 [nella to - bevendo e fumando come un uomo, foto]), un de Chirico, Cavalli presso un golfo anche se i colleghi faticavano a riconoscere dell’Egeo (¤ 150.000-200.000), mentre per Fontana è presente, tra gli highlight, un Con- il suo talento. Lee Krasner, invece, ha sacri- cetto Spaziale Teatrino del 1965 (¤ 100.000-150.000). E non mancano i Gino Severini, con una Natura ficato il proprio talento artistico al ruolo di morta in bleu (¤ 20.000-40.000), i Mario Sironi, gli Ardengo Soffici, i Mario Schifano, i Vespignani, moglie, sostenendo il marito Pollock nelle i Miró, i Campigli... sue fragilità. Anche Frida Khalo è diventata Nella stessa data è previsto l’appuntamento agli amanti delle incisioni, con opere di Mantegna, Rem- famosa, almeno inizialmente, più per la brandt e Dürer, e ai collezionisti di Sculture. E anche qui le sorprese non mancano. Da una serie di affascinanti porcellane di Capodimonte, databili nella prima metà dell’Ottocento, fino a uno splendido sua relazione con il grande Diego Riveira Putto che sfoglia un libro, attribuito alla cerchia del Bernini. piuttosto che per la sua opera. Agnes Saranno battuti, infine, il 25 ottobre Mobili, tappeti, altri arredi e marmi. Come un bellissimo Sarcofago Martin, che ha segnato pas- romano del II-IV secolo (¤ 30.000-40.000), probabilmente di origine siciliana. saggi importanti nella storia del Minimalismo, sta vivendo una rivalutazione di molto EMER-GENTE di MARTINA GAMBILLARA posteriore rispetto a persona- lità come Donald Judd o Sol LeWitt. Artiste rivalutate proprio ora LA CINA E I FALSI. IL CASO JIBAOZHAI che i colleghi maschi hanno raggiunto quo- In Cina questa estate è stato chiuso tazioni inavvicinabili. un museo d’arte dopo aver scoperto A ulteriore conferma di questa tendenza, il che la maggior parte della sua colle- fatto che i prezzi più alti delle artiste donne zione - 40mila opere - era composta sono stati battuti negli ultimi cinque anni, da falsi. Siamo a Jizhou, a 150 mi- e soprattutto il 2011 è stato un anno record glia da Beijing, in una piccola realtà per molte di loro, dalle storiche Tamara de privata aperta nel 2010 durante il Lempicka e Irma Stern alle contemporanee boom museale cinese, lo Jibaozhai Barbara Kruger, Rosemarie Trockel e Museum. Louise Lawler nel 2012. L’industria dei falsi in Cina risponde Il mercato all’incanto è tuttavia soltanto alla necessità di riempire i numerosi lo specchio della scarsa valorizzazione nel musei sorti in questi ultimi anni. Si sistema dell’arte in generale: ad esempio, le stima infatti che ogni museo abbia artiste donne sono in netta minoranza anche almeno un paio di esemplari falsi nelle principali collezioni museali. La ricerca nella propria collezione, spesso sen- di un gruppo femminista inglese, ELF - za saperlo. Il proprietario e il curato- East London Fawcett, ha infatti messo in re dello Jibaozhai Museum sono ora luce come la percentuale di artisti uomini sotto investigazione. Un visitatore molto accorto ha notato un’incisione in caratteri cinesi semplificati presenti alla Tate Modern sia addirittura su un oggetto risalente a più di 5.000 anni fa, mentre questo alfabeto è stato introdotto solamente dal l’83%, e tra le 2.300 opere della collezione 1950. Ma non solo: un vaso datato alla Dinastia Qing era decorato con i personaggi dei cartoni animati, della National Gallery siano presenti solo 11 tra cui un calamaro sorridente. donne. Nel 2012 il Seattle Art Museum ha Questo è l’ultimo - ed eclatante - episodio di una lunga serie. Nella maggior parte dei casi, la produzione voluto lanciare un segnale per bilanciare la dei falsi ha talmente affinato la propria tecnica che è quasi impossibile riconoscerli, se non con analisi di storia dell’arte, rimuovendo tutte le opere di laboratorio. A partire dal boom economico, i nuovi ricchi cinesi hanno iniziato a guardare alle antichità artisti per rimpiazzarle con quelle delle don- come veicolo di investimento di massa e le aziende di falsi hanno lucrato in abbondanza per soddisfare ne, da Georgia O’Keeffe a Pipilotti Rist, la crescente domanda e la scarsa offerta. anche se solo per pochi mesi. La media della Le collezioni museali sono il risultato più evidente di un fenomeno che colpisce anche il collezionismo presenza femminile nelle collezioni resta co- internazionale di oggetti cinesi. L’anno scorso il Governo ha annunciato di voler creare un database in munque stimata al 5%, media valida anche cui verranno registrate le opere d’arte, per combattere i tre tipi di falsi che stanno danneggiando l’inte- per quella del Metropolitan Museum. Dove, grità del mercato artistico locale: le opere false, le false aste e le false vendite. Al momento, gli ignari però, l’85% dei nudi rappresentano corpi compratori di opere false non sono tutelati dalla legge cinesi e - fatto ancor più grave - le case d’asta femminili. sono esentate dal garantire l’autenticità di un’opera.

MERCATO 65 Un archivio disordinato cela spesso tesori. Porta con sé il fascino voyeuristico della scoperta, dell’aprire buste e scatole impolverate e del trovarsi tra le mani carte sciolte, embrioni di progetti, oggetti che rimandano - senza il filtro della storia scritta - a un tempo altro, quello delle origini. Un archivio conserva la memoria, è la radice dell’identità. CORRAINI, LE SUE RADICI di MARTA SANTACATTERINA

Quando si tratta di svelare quarant’anni di storia di una “impresa” presentata come un’“officina editoriale di ricerca e sperimentazione”, il gioco si fa irresistibilmente intrigante. L’archivio a cui ci riferiamo è quello di Corraini, il laboratorio di creatività che è anche casa editrice nata a Mantova, una cittadina ai margini dei grandi percorsi, quasi roccaforte difesa dalle acque e da San Giorgio. Fondata nei primi Anni Settanta come Galleria d’Arte Contemporanea da Maurizio e Marzia Corraini, fin dalle origini il timone è stato puntato con ostinazione ed entusiasmo nella direzione della fantasia e del design, e di un legame indissolubile con gli artisti. Non a caso, fin dal 1980, Bruno Munari ha scelto in esclusiva Corraini per creare insieme progetti che ancora oggi incantano bambini più o meno cresciuti, progetti che sono diventati capisaldi dell’arte e dell’editoria, del design e della grafica. Come dimenticare il Libro illeggibile, Disegnare un albero, le geniali 66 EDITORIA STRALCIO DI PROVA di MARCO ENRICO GIACOMELLI ALTRO CHE BENEDETTA PARODI Forchette parlanti? Pezzi esposti fino al 24 C’è la ricetta della Minestra di alloro di Dora Maar (una novembre in galleria, nella mostra Itinerari, delle infinite varianti dell’“acqua cotta”) e quella de- gli Gnocchi alla romana secondo Fernanda Pivano, ma incontri, incroci, invenzioni. Forse un archi- pure le Mele glassate di Cecil Beaton e decine di al- vio…, ma anche pezzi di cuore: “Per ultimo, tri consigli. Raccolti in un capitolo specifico intitolato sulla rivista ‘Domus’ di questo mese c’è un mio semplicemente Ricette di amici. Responsabile della collazione (I biscotti di Baudelaire, Bollati Boringhieri, articolo di otto pagine sulle scuole di design pagg. 234, € 16,50) è Alice B. Toklas, storica com- che cominciano dall’asilo”, scrive Munari nel pagna di Gertrude Stein e animatrice - in specie per le 1974 a Marzia Corraini, che gli aveva chiesto sue straordinarie e raffinatissime doti culinarie - di un cenacolo parigino dove, intorno alla coppia, si radunava informazioni per la sua tesi. Poche parole che la crème degli americani in Francia e pure la comunità racchiudono un’intera poetica. artistica più d’avanguardia, Picasso in testa (in onore del quale viene “inventato” l’omonimo branzino; anche A partire dall’inizio degli Anni Ottanta, senza se “il solo pittore da cui ebbi mai una ricetta fu Francis mai sciogliere l’impegno verso l’allestimento Picabia, e, anche se si tratta semplicemente di un piatto di uova, è all’altezza della fama del suo creatore”). di mostre, si è avviata una costante produzio- La Toklas ha così costruito una sorta di biografia scan- ne editoriale che, dalle prime piccole incisioni dita da piatti e preparazioni, da creme e dolci, da paste e cotture. In altre parole, aneddoti e tranche de vie ab- in vendita, arriva fino al neonato Coffee Break bondantemente innaffiati da succulente e talora elabo- di Massimiliano Tappari; mentre la distribu- ratissime ricette, da lei stessa concepite o carpite ai migliori chef dell’epoca o ancora scovate sulle pagine zione, iniziata dagli amici che frequentavano di personaggi come Stephane Mallarmé o Josephine la galleria, ora è mondiale. Baker. Dando vita a un libro che ha il suo maggior pre- gio nell’essere difficilmente collocabile e definibile. Insomma, non un banale ricettario di quelli che Gli assaggi esposti sulle pareti, sui tavoli e nel- infestano le librerie degli Autogrill, ma un volume in cui l’autrice è molto francese, intendendo con le vetrine - la scelta dei materiali è quest’ultimo termine nel senso che la stessa Toklas specifica: “I francesi hanno un modo tipicamen- te francese di accostarsi al cibo; mettono, nel considerare l’importanza della buona cucina, lo stesso stata affidata coralmente a tutti rispetto, impegno, intelligenza e interesse che riservano alle altre arti, alla pittura, alla letteratura e al teatro”. E così può capitare che addirittura i pesi si ribaltino: “Dopo aver gustato il primo ineffabile i collaboratori, vecchi e nuovi, gazpacho a Malaga e un secondo, completamente diverso ma altrettanto delizioso, a Siviglia, ottenere le della casa editrice - fanno solo intu- relative ricette diventò una questione indubbiamente molto più importante di tutti i Greco e gli Zurbarán, ire un prezioso patrimonio di opere d’arte e di tutte le cattedrali e i musei”. manoscritti, di disegni e lettere, di oggetti e ricordi. Ed ecco che, ancora tramite il canale del cuore, tra gli originali di Mauro Staccioli FEDEX di MARCO ENRICO GIACOMELLI e Achille Perilli spunta orgogliosamente il primo pass espositori per Artefiera. Nelle altre ENTOMOLOGIA DI UNA MOSTRA stanze troviamo le tracce dei nomi di quasi Non se ne è parlato abbastanza di When attitudes be- tutti gli artisti dell’Arte Povera e non solo, da come form. Bern 1969/Venice 2013, allestita fino al 3 Ceroli a Pistoletto e Castellani, da Fausto novembre a Ca’ Corner della Regina , sede venezia- na della Fondazione Prada: una ricostruzione filolo- Gilberti a Enzo Mari, ognuno partecipe e gicamente accurata della rassegna curata da Harald protagonista di mostre e di libri. Szeemann e riproposta da Germano Celant. A chi serve un’operazione del genere? La risposta è sem- “Ogni pezzo di questa collezione non perma- plicissima: a vedere in tre dimensioni la mostra che nente si trova precisamente all’intersezione dei ha dato i natali al ruolo di curatore; a rendersi conto contributi di tutti coloro che hanno lavorato alla delle opere esposte, del display espositivo, finanche del titolo di quella stessa mostra. Bisognerebbe co- sua creazione”. E siccome un archivio non si stringere studenti e artisti, frequentanti di master e può mai esporre nella sua interezza, la mostra critici in erba a percorrere quelle sale. Perché non ha un carattere dinamico: una parete sarà capita spesso di avere un’occasione del genere, ov- vero godere di un’esperienza immersiva in un argo- continuamente riallestita con diversi materiali mento di studio. e con, a lato, la fotocronologia delle opere Lo step successivo alla visita è la consultazione del allestite nel corso delle settimane. È Pietro libro/catalogo (pagg. 732, ¤ 90). Che, come sempre accade con la Fondazione Prada, è un lavoro altret- Corraini ad accompagnarci nelle sale dove tanto monumentale. Le prime (!) 350 pagine sono si aggirano editor e grafici e che ci racconta dedicate a una dettagliatissima documentazione fo- tografica dell’esposizione del 1969: strumento di lavoro fondamentale per Celant e il suo staff nella della “passione per il libro come opera d’arte, ricostruzione del 2013, ma altresì materiale interessantissimo per chi intenda studiare la rassegna mentre negli ultimi anni ci si è spostati più verso originaria. La resa fotografica dell’edizione 2013 è stata invece affidata a Thomas Demand, che ha un’attenzione al progetto artistico”. Lo sguardo documentato l’operazione curatoriale di Celant e il temporaneo intervento architettonico - sicura- mente non semplice: portare i volumi dell’istituzione svizzera dentro uno storico palazzo veneziano è carico di emozione per quelle creature nate non è da tutti - di Rem Koolhaas. Va da sé che una simile operazione porti con sé riflessioni teori- dall’entusiasmo e dalla tenacia. Non si sbilan- che di peso specifico importante: così, lo scritto dello stesso Celant è seguito da interventi critici cia quando gli chiediamo del prossimo sogno di Dieter Roelstraete, Claire Bishop, Pierre Bal-Blanc, Francesco Stocchi, Boris Groys, Mary Anne Staniszewski, Charles Esche, Christian Rattemeyer, Anne Rorimer, Jens Hoffmann, Benjamin H.D. che si sta per realizzare, il libro di Giosetta Buchloh, Gwen L. Allen, Chus Martínez, Terry Smith, Jan Verwoert, Glenn Phillips. Se non è tutto Fioroni; indica solamente le splendide buste il gotha del mondo curatorial-critico, poco ci manca. A dimostrazione ulteriore dell’immenso lavoro che l’artista riempie e illustra per mandarle a di ricerca condotto, va citato il Register compilato con scientifica accuratezza, grazie in particolare allo spoglio del materiale contenuto nell’Harld Szeemann Archive and Library conservato al Getty suo padre, in uno scambio di intenti e com- Research Institute di Los Angeles. Infine, una buona bibliografia tematica e, per chi non leggesse plicità. l’inglese, le traduzioni italiane di tutti i testi.

EDITORIA 67 Continua la stagione d’oro dei makers. Alla faccia della crisi, loro continuano ad aprire FabLab in tutto il mondo. Ma agli autoproduttori italiani manca ancora spazio. Per produrre, e anche per vendere. Ora però arriva MiMa, acronimo di Milano Makers, e la situazione potrebbe iniziare a cambiare. LARGO AI MAKERS di VALIA BARRIELLO

Si fanno chiamare makers e dietro questo appellativo si nascondono designer, progettisti, artigiani, in una sola parola creativi che, a dispetto di qualsiasi crisi, hanno deciso di “fare”, come sottolinea il nome. Fabbri- care, costruire, realizzare: tutti sinonimi pratici e concreti per dimostrare che non si tratta di una tendenza o di un fenomeno, piuttosto di concretezza e di prodotto. Ma i makers, loro malgrado, un fenomeno lo hanno creato; lo abbiamo visto nascere inizialmente con un po’ di timidezza e poi farsi sempre più forte e presente sulla scena della creatività mondiale. I nostri makers, detti anche più comunemente autoproduttori, hanno capito che per sbloccare la paralisi dei mercati era necessario da un lato liberarsi dai meccanismi dell’industria e di conseguenza non essere più legati alla pro- duzione seriale di oggetti, e dall’altro creare un vero e proprio network di progettisti. Per questa pic- cola “nuova rivoluzione industriale” è stata determinante l’introduzione delle macchine di taglio a controllo numerico e delle stampanti 3D, che hanno aiutato tutte quelle persone non dotate di abilità manuali. La diffusione capillare di questi macchi- nari ha portato alla conseguente nascita di laboratori autonomi, chiamati FabLab, che realizzano oggetti su commissione. Chiunque abbia un computer può realizzare un disegno vettoriale, inviare il file a un FabLab e vederlo poi realizzato, anche in laboratori dall’altra parte del mondo. Altro aspetto fondamentale forte-

68 DESIGN mente voluto dai makers è la condivisione: chi infatti non fosse in grado di progettare PICK-A-PACK di SONIA PEDRAZZINI può attingere ai file, ovvero a disegni già pronti realizzati dai designer, acquistando NON TUTTO SI COMPRA così l’idea e poi costruendola a proprie spese. Anni fa avevo letto del geniale matematico russo Grigorij “Grisha” Jakovlevic Perel’man, classe 1966, a cui si deve La situazione attuale dei FabLab nel mon- la dimostrazione di uno dei più complessi problemi della do è censita in un elenco ufficiale, la Fab topologia, la leggendaria Congettura di Poincaré, e ne ero Lab List, Operating Planned (6 maggio rimasta affascinata. A parte una vita condotta fuori da ogni 2012) e, stando a questo documento, schema e dedicata totalmente alla ricerca, ciò che maggior- mente impressiona è che Perel’man, pur ricevendo premi e l’Italia esce sempre zoppicante e un pas- onorificenze, ha sempre rifiutato qualunque riconoscimento, so indietro. Ma qual è la realtà dei fatti? preferendo addirittura dimettersi dal suo posto all’Università L’Olanda mantiene il primato in campo di San Pietroburgo per decidere di vivere in condizioni di quasi indigenza. Avrebbe poi spiegato la sua scelta in questo di laboratori autonomi di fabbricazione modo: “Non voglio essere uno scienziato da vetrina e troppi grazie ad esempi eccelsi come il FabLab di soldi in Russia generano solo violenza. Perché ho bisogno di Amsterdam, ospitato dall’organizzazione un milione di dollari se posso controllare l’universo?”. Decisioni così estreme al giorno d’oggi appaiono quasi in- non profit Waag; seguono a ruota Tolosa, spiegabili e sicuramente toccano l’immaginario di tutti. Così Boston e persino l’India e il Sudafrica. L’I- è stato anche per l’agenzia moscovita The Bold Studio, che talia si presenta con soli tre FabLab attivi ha pensato bene di rendere omaggio al compatriota ide- (il quarto ha aperto il 19 luglio 2013 a ando una bella scatola di matite a lui dedicata (il design è di Alan Temiraev e Volodya Zotov, le illustrazioni di Julien Roma), di cui l’unico rinomato è il FabLab Jules e Philip Morris). Il cartoncino esterno della confezio- di Torino. ne è fustellato in modo da mostrare il ritratto di Perel’man e re Ma la scena italiana, se la si osserva da vi- stampato sulle matite, mentre all’interno del packaging c’è l’immagine della nascita di una nuova stella catturata dal cino, è comunque in fermento. Prendiamo telescopio Hubble. l’esempio degli autoproduttori più attivi, i Il messaggio è chiaro e spiega anche cosa c’entra il packa- Milano Makers. Capeggiati da Alessandro ging con un grande matematico. Il packaging è infatti lo Mendini, Cesare Castelli, Duilio Forte, specchio dei nostri tempi ed è una guida per leggere la contemporaneità “tra le righe”. In questo caso, un astuccio Alessandro Guerriero e Maria Christina portamatite si è fatto promotore di una comunicazione non Hamel, molto interessati alla scena in- commerciale ma culturale, è diventato il veicolo di un’azione ternazionale, ne hanno però individuato informativa e politica. Probabilmente Perel’man, con il suo spirito profondamente antimaterialistico, non approverebbe neppure questo piccolo omaggio, ma noi ringraziamo i Bold che hanno citato e fatto circolare anche i punti deboli e stanno cercando di un genio straordinario e la sua etica. non replicare gli errori commessi dai col- P.S.: Sembra che a San Pietroburgo non sia difficile vedere in giro magliette con il volto di “Grisha” e la leghi europei. “Milano Makers è in costante scritta “Non tutto si compra”. Servizio di piatti progettato da Nathalie Bruy da Nathalie Servizio di piatti progettato dialogo con il Comune di Milano per la www.thebold.ru concessione di uno spazio pubblico”, spiega il presidente Cesare Castelli. “Giusto in questi giorni è uscito un bando molto interessante a cui MiMa parteciperà”. di GIULIA ZAPPA Come primo passo, MiMa deve infatti L’AZIENDA ottenere uno spazio per potere aprire non un classico FabLab, ma un Hub. La MGX E IL FUTURO DEGLI OGGETTI prima grande distinzione Questa rubrica avrà ancora occasione tra un laboratorio di stampo di esistere tra dieci o vent’anni? Al di europeo e quello milanese là delle fortune del nostro giornale, i fa- sarà l’introduzione di uno natici della personal fabrication sosten- gono di no. E questo per un semplice spazio per vendita al pubbli- motivo: l’esistenza stessa delle aziende co. “Siamo stati recentemente a visitare i manifatturiere potrebbe essere messa in colleghi di Tolosa che, nonostante abbiano crisi dalla diffusione dei FabLab e dalla uno dei FabLab più attivi, sono in crisi per- possibilità di realizzare noi stessi i nostri ché non vendono nulla”, spiega Castelli, “in oggetti personali, grazie al ricorso - tra parte perché spesso non hanno un canale di gli altri - a una stampante 3d. Impos- vendita diretta, e in parte perché la funzio- sibile, al momento, stabilire se lo sce- nario è avventato o se la possibilità di nalità del design non è sempre ben espressa”. passare dai byte di un file 3d agli atomi Fattore fino ad ora trascurato, nell’elogio di un qualsiasi artefatto escluderà i pro- di questi nuovi spazi di progettazione tagonisti dell’economia reale così come diffusa, è proprio la qualità dei prodotti li abbiamo conosciuti finora. realizzati, che viene spesso messa da parte a Nel frattempo, a crescere a ritmi verti- fronte delle procedure tecnologiche utiliz- ginosi è un’azienda che prima degli altri zate per realizzarli. E da questa riflessione ha fatto della stampa 3d il proprio cavallo di battaglia. Stiamo parlando di MGX, costola design-oriented della parte il secondo aspetto innovativo degli corporation belga Materialise, specializzata nella prototipazione rapida per stereolitografia e Selective Laser autoproduttori milanesi: “Milano Makers Sintering nei campi del design e del fashion in senso lato. Arredo, abbigliamento, gioielleria e architettura di interni [nella foto: Necklace Black by Bathsheba Grossman]: non c’è settore con cui MGX non si sia vuole prima di tutto affiancare ai macchina- confrontata per ripensare la configurazione formale di tipologie di oggetti che davamo per assodati. E se la ri le capacità artigianali e puntare non solo grande massa di consumatori è ancora inconsapevole di questo fermento, i grandi musei di design hanno già sul 3d ma su quello che noi chiamiamo 10d. cominciato a fiutare la novità: non certo in veste di novelli produttori on demand (magari per il loro shop?), Lo scambio tra un artista/artigiano e un quanto più tradizionalmente in qualità di collezionisti di queste nuove avanguardie. makers digitale può creare una vera contami- nazione di saperi”. www.mgxbymaterialise.com DESIGN 69 Dodici anni sono passati dall’attacco aereo alle Torri Gemelle di New York. Dodici anni e Ground Zero è ancora un cantiere in alto mare. Dove a scontrarsi non sono tanto differenti visioni architettoniche, bensì giochi di potere politici e immobiliari. DA GROUND ZERO A NEW WTC di ZAIRA MAGLIOZZI

Raccontare quanto succede nel processo di ricostruzione del World Trade Center significa addentrarsi nei meandri intricati di politica, interessi e giochi di potere. Nella vicenda che vede Ground Zero, dopo dodici anni dal famoso 11 settembre 2001, ancora come un enorme vuoto, di architettura c’è ben poco. Eppure gli architetti che vi gravitano attorno sono numerosi e ben noti al grande pubblico: Daniel Libeskind, Santiago Calatrava, Norman Foster, Frank O. Gehry, Richard Rogers. Ma i veri protagonisti di questa storia sono altri. Sono le autorità portua- li dello Stato di New York e del New Jersey, il Lower Manhattan Deve- lopment Corporation (LMDC), Larry Silverstein e Daniel Libeskind. Le prime due sono proprietarie dei 16 acri del sito mentre la seconda è una commissione ufficiale che sorveglia il processo di ricostruzione. Il personaggio chiave di tutta la vicenda è il magnate immobiliare newyorchese, pro- prietario della Silverstein Properties: acquistò il complesso del WTC pochi mesi prima dell’attacco terroristico; risarcito dall’assicurazione, ha fatto di tutto per trovare un accordo con le autorità portuali e diventare il develo- per più potente di Lower Manhattan. L’ultimo, il celebre architetto del Museo ebraico di Berlino, è forse il pro- tagonista più sfortunato dell’intera vicenda, oggi definitivamente messo da parte. Ma procediamo con ordine. All’indomani del crollo delle torri gemelle, il sindaco Rudy Giuliani, il governatore George Pataki e il presidente George W. Bush promettono di ricostruire il World Trade Center. Sì, ma come?

70 ARCHITETTURA La risposta è unanime, ovvero riproporre i simboli americani di benessere e potere che PRESTINENZA.IT di LUIGI PRESTINENZA PUGLISI gli attentati terroristici volevano abbattere: i grattacieli. Inizialmente la commissio- ne di sorveglianza individua in Beyer NEW YORK NON DELIRA Blinder Belle - noto per il restauro della Scritto da Rem Koolhaas nel 1978, Delirious New York è diventato un blockbuster. Il libro deve il suo succes- Grand Central Station - il progettista del so a tre fattori. A una nuova tecnica di scrittura: è una masterplan generale dell’area. Il disegno sommatoria di brevi paragrafi autosufficienti che lo ren- però non piace e si decide di lanciare un dono facilmente consultabile. Allo stile narrativo agile e concorso internazionale, vinto nel 2003 da da scrittore navigato. Alle molte tesi su New York, città- metafora della nostra contemporaneità, alcune acute e Libeskind. Il suo è un masterplan ricco di illuminanti e altre settarie e deliranti. La più importante è rievocazioni, commemorativo, come piace largamente condivisibile: New York è una città stupenda agli americani. e lo è perché è congestionata e poco progettata, almeno Nel nuovo World Trade Center vedremo nel senso in cui si intendeva per “progettato” alla fine de- cinque torri, un Memorial Museum, una gli Anni Settanta, cioè disegnata da un’unica mano come poteva essere la Parigi di Haussmann o la Vienna di fine grande stazione, spazi commerciali e un Ottocento. Ciò voleva dire una doccia fredda per gli ar- Performing Arts Center. Negli anni vengo- chitetti e per i loro sogni di controllo totale dei fenomeni urbani. Per Koolhaas, non solo questo sogno no individuati i progettisti di ogni singolo era un’utopia impraticabile, ma sarebbe stato anche un pessimo affare per le città. pezzo. La One World Trade Center, prima La seconda tesi era squisitamente formale: il sogno tecnologico che sta alla base del mito americano chiamata Freedom Tower, frutto della col- ha poco a che vedere con il buonsenso e con la risoluzione razionale dei problemi, ma è esso stesso un fatto poetico e quindi irrazionale e delirante. È inutile tentare di leggere grattacieli, infrastrutture o laborazione di Libeskind con l’architetto edifici pubblici della città di New York, e quindi di una certa idea di Occidente, con parametri funzionali. David Childs dello Studio SOM, è il È molto più produttivo utilizzare gli occhiali dei surrealisti. simbolo dell’operazione. Alta 1.176 piedi, La terza idea, che oggi sembra essere la più gettonata fra i teorici di architettura, è la più debole. Per data della dichiarazione d’indipendenza Koolhaas, New York è una città-arcipelago fatta da una griglia neutrale sulla quale si inseriscono città degli Usa, è fra i grattacieli più alti del autosufficienti più piccole, che sono i grattacieli. L’architetto olandese deve probabilmente questa teoria a due suoi maestri: al tedesco Oswald Mathias Ungers, che negli Anni Settanta stava elaborando una Paese. Il progetto della torre 2, dal caratte- teoria della città per parti, che rassomigliavano appunto a isole all’interno di un grande arcipelago; e ristico tetto a diamante, viene affidato a Sir all’italiano Adolfo Natalini, leader del gruppo radicale Superstudio, il quale pensava che la città del futu- Norman Foster, quello della torre 3 tocca ro sarebbe stata simile a un grande centro commerciale, composto da contenitori al cui interno ognuno a un altro inglese, Richard Rogers. Per la avrebbe potuto ricavare lo spazio che gli facesse comodo, un po’ come avviene appunto nei grattacieli. torre 4 si sceglie un giapponese, Fumihiko Ebbene, per quanto suggestiva, questa idea restituisce solo una parte di New York e non certo la più interessante. New York non è solo una sommatoria di isole tristi e sole, ma è il suo vitale spazio con- Maki - Pritzker Prize nel 1993 - e della nettivo. E questo funziona proprio perché consiste di esperienze urbane diverse: dalla strada-canyon torre 5, che sorgerà al posto dell’edificio costeggiata da grattacieli alle stradine del Village amate da Jane Jacobs per il loro carattere di strapae- della Deutsche Bank, se ne occupa la firma se, allo spazio inconsueto della soprelevata trasformata in un giardino pensile. Ennesima riprova che la internazionale Kohn Pedersen Fox. realtà è molto più complessa delle costruzioni mentali che la vogliono ingabbiare: anche di questa teoria L’area dedicata al museo commemorativo solipsistica degli arcipelaghi che oggi pare andare tanto di moda fra intellettuali che forse vi proiettano la propria depressa condizione esistenziale. è opera anch’essa di un team diversificato di architetti. Il concorso per il monumento viene vinto dall’americano Peter Walker e dall’israelo-americano Michael Arad con di LUCA DIFFUSE l’opera Reflecting Absence, dal forte sapore ARCHITECTURE PLAYLIST poetico: un campo di alberi, nel cuore di Manhattan, interrotto da due impronte, LA CRITICA E GLI SHORTS due vuoti riempiti d’acqua, quelli delle torri gemelle. Il Museo 9/11 viene affidato In estate, un testo di Luca Molinari [1] su Il Post smuove i sentimenti di quella ricerca creativa in architettura che si allo studio newyorkese Davis Brody Bond esprime attraverso il web. Molinari usa una ricostruzione per LLP, dove a ideare il visitor e l’education veloci sequenze dell’evoluzione della critica di architettura in center sono i norvegesi Snøhetta. A so- Italia per arrivare a un invito a espressioni dure e personali, stituire l’attuale stazione, un grande hub, attraverso magari un uso sperimentale della Rete. Le risposte opera del valenciano Santiago Calatrava, migliori - Valerio Paolo Mosco [2] su zeroundicipiu.it di Davide Tommaso Ferrando [3] - collaborano alla ricostruzione, meno mentre per il Performing Arts Center si alla campionatura di possibili approcci critici. sceglie un nome notissimo, Frank O. Geh- Nel frattempo, la bassa qualità (dei progetti, della loro ry. Gli ingredienti per aspettarsi un risulta- comunicazione, del dibattito, dei formati del dibattito...) in cui to di qualità ci sono tutti. si è adagiata la ricerca creativa in architettura offrirebbe il fianco ad attacchi spietati. Una spietatezza che potrebbe essere La situazione però rimane una buona strategia di marketing personale se modellata - ad bloccata. La crisi economica esempio - sulla carriera critica di Matteo Lenardon [4]. E invece WTC Overview, agosto 2013 - photo Joe Woolhead - courtesy Silverstein Properties - courtesy Silverstein Woolhead agosto 2013 - photo Joe Overview, WTC causa forti battute d’arresto, permane un timore espressivo sottomesso e inspiegabile. Una insicurezza che ha esaurito almeno due generazioni di possibili critici nella ricerca del consenso di personaggi in posizioni di incerta visibilità o gli investitori scarseggiano vago potere. Un avvilimento che ha avuto pure una evidente conseguenza estetica. e i progetti iniziali vengono Abbiamo visto diversi approcci critici imbolsirsi, ingrassare, iniziare a ripetersi e poi pensionarsi, . costruendo un’immagine anziana di sé già attorno ai trent’anni. Un processo di invecchiamento parallelo rimaneggiati e semplificati a una certa perdita di presa sulla realtà. La Rete ha tristemente amplificato diversi processi personali Ad oggi sono state completate solo la torre di isolamento. Le reali relazioni altrui sono diventate uno dei pochi bersagli critici condivisi in una 4, recentemente la torre 1 e parte del Me- espressione di rancore che è sempre un indizio di irrilevanza. Rancore inevitabile quando si avverte morial Museum. Del masterplan di Libe- che ci si è relegati in una posizione isolata senza neppure cogliere le possibilità corsare di una tale skind, che ha coordinato tutta l’operazione posizione. per otto anni dal 2003, rimane ben poco. Questo ambiente imbarazzante potrebbe essere aggredito sul costume prima che sui contenuti. Purtroppo si tratta di un problema di narrativa. E la ricerca creativa in architettura tollera (e premia) Le pressioni del magnate Silverstein e delle addirittura una scrittura come quella della relazione di progetto per il Padiglione Italia all’Expo 2015 di autorità portuali si sono fatte sentire. E Mario Bellini (su Europaconcorsi), quando invece per questioni minime - la moda estiva degli shorts quello che si pensava diventasse il simbolo (?) - le dinamiche web dell’hating correggono violentemente e in pochi passaggi qualsiasi uscita di di rinascita di New York è diventato un bassa qualità. luogo dove la qualità architettonica ha Il campo è aperto e disarmato. Chi volesse allenarsi criticamente facendo a pezzi questi smarrimenti personali legati alla ricerca creativa in architettura può iniziare dove vuole. Alcune indicazioni lasciato il posto alla speculazione. Tutti sull’approccio possono arrivare da una piattaforma che ha testato una certa aggressività critica: promettono: il nuovo World Trade Center Archleaks Italia [5], uno strumento da e per stagisti per condividere informazioni sulle atmosfere che sarà finito entro il 2015. Ma per ora al pie- si respirano nei vari studi. Una esperienza di narrativa reale e urgente, ma che immagino sulla soglia no si preferisce il vuoto. del giudice di pace.

ARCHITETTURA 71 Brooklyn sarà la nuova Manhattan. I piani urbanistici - alcuni approvati e molti già in partenza - che coinvolgono investimenti immobiliari ingenti dicono questo, tra cittadini scontenti che gridano alla speculazione e investitori entusiasti. Questo però vuol dire anche investimenti architettonici su cultura e spazi pubblici, a vantaggio proprio degli abitanti dell’area. E si iniziano a vedere i risultati, innegabilmente positivi. BROOKLYN, NUOVA PICCOLA MELA di FEDERICA RUSSO

BRIDGE PARK Secondo la tradizione americana, fatta la metropoli va creato anche il luogo di fuga per i cittadini stressati, ed è Williamsburg così che tra i vari progetti è stato approvato anche quello per il Bridge Park, la Coney Island di Brooklyn. Un vero parco tematico dove a ogni Pier è dedicata una sezione dello svago: Pier 1 e 6 divertimento e sport, Pier 2 e 5 prato comunale, Pier 3 spiaggia e habitat dell’iso- la. Il Pier 6, in particolare, progettato da Michael Van Valkenburgh Associates, è stato completato già nel 2010 ed è volto a soddisfare le esigenze dei bambini di Brooklyn: a Swing Valley possono volare a mezz’aria, Bushwick a Slide Mountain scalare le vette, a Sand Village godere di tutte le attrazioni di una vera spiaggia, compresi campi di beach volley, in Water Lab usufruire di ogni tipo di gioco acquatico. Insomma, un parco giochi in piena regola vista Manhattan per i fortunati bambini della metropoli.

Project: Michael Van Valkenburgh Year: 2010 Location: 334 Furman Street Status: completed

BARCLAYS CENTRE Il Barclays Center progettato da Shop Architect e inaugurato nel 2012 Fra Atlantic e Flatbush si può considerare per ora l’edificio più spettacolare di Brooklyn. Spettacolare nel vero senso della parola, perché tutto - dalla forma al contenuto - è show per la cittadinanza e i visitatori. D’altronde la Barclays è tra i maggiori investitori dell’area e si sa ormai che poco gioca me- glio di un edificio iconico, che dia l’idea che tutto BOTANICAL GARDEN sta cambiando e che il Nel 2012 è stato inaugurato il nuovo Visitor futuro è ormai alle porte, Center del Brooklyn Botanic Garden, a sottoli- per far salire il valore im- neare l’attuale fervore di quest’area verso la vita mobiliare di un quartiere. urbana culturale e pubblica. Punto d’incontro L’edificio, con i suoi 675.000 sqf e la sua forma fluida, acco- fra la città e il parco, l’edificio esprime a pieno glie gli ospiti in un enorme spazio aperto sormontato da una l’intenzionalità di captare i cittadini e spingerli stupefacente forma ovale su cui si apre la facciata principale nel mondo della cultura della coltivazione. completamente vetrata. I visitatori da qui possono accedere Interfaccia, gate e punto d’orientamento, il ai vari bar e caffè e all’arena, incorniciata nell’enorme coper- Centre ospita la lobby, le gallerie espositive, tura di 30 metri d’altezza. Sicuramente un progetto ben riu- i caffè, gli shop e la sala eventi, inglobandoli scito nell’intento, che anticipa un futuro urbano già scritto nella sua forma fluttuante che fonde in sé i tre negli investimenti finanziari. percorsi del parco. La copertura diventa anch’essa topografia, confondendo e trasformando l’intero edificio in un elemento del landscape. Project: Shop Architect Year: 2012 Project: Weiss/Manfredi Location: 620 Atlantic Avenue Year: 2012 Status: completed Location: 990 Washington Avenue Photo: Bruce Damonte Status: completed

72 ARCHITETTURA NAVY YARD CENTER ARCH.ECO di VALENTINA SILVESTRINI L’edificio 92 del Brooklyn Navy Yard, su progetto di Workshop apd con Beyer Blinder Belle Architects & URAGANI SOLARI Planners LLP, è stato inau- gurato nel 2012, aprendo Danni stimati per circa 60 miliar- dopo 210 anni di storia le di di dollari, morti e feriti, e una sue porte al pubblico. L’edi- vasta area del continente ame- ficio, residenza del coman- ricano, comprendente la costa dante dell’US Marine Corps, ospita oggi, nei suoi 20.000 sqf orientale degli Stati Uniti, Cuba, di nuova costruzione, spazi espositivi, uffici, caffè e sale per Giamaica, Bahamas, Haiti e Re- job training programs. Il nuovo volume con la facciata in rete pubblica Dominicana, sferzata metallica aggetta sulla piazza, rendendosi visibile a passanti e per giorni da fenomeni meteo visitatori. L’intero progetto è stato portato avanti sfruttando estremi: è trascorso un anno dal tecnologie completamente sostenibili, che gli hanno permes- passaggio dell’Uragano Sandy so di ottenere la Leed platinum certification. e New York si prepara a ricor- Parte del nuovo piano urbanistico per l’industrial park, l’edi- dare il devastante passaggio del ficio è un esempio di come gli attuali investimenti nell’area di ciclone con il primo step del pro- Brooklyn stiano portando, oltre agli interessi immobiliari, in- gramma Solar for Sandy. terventi improntati allo sviluppo culturale e turistico dell’area. Presentato dall’organizzazione ambientalista Global Green Usa Project: Workshop apd + Beyer Blinder Belle durante il Clinton Global Initiati- Year: 2012 ve America del 13-14 giugno - il Location: 63 Flushing Avenue meeting promosso dalla fonda- Status: completed zione dell’ex presidente Bill Clinton per promuovere soluzioni alle sfide urgenti del pianeta Photo: Chuck Choi -, il progetto prevede l’installazione di almeno cinque impianti solari comunitari. I “back-up solar energy sistems” forniranno energia rinnovabile in caso di futuri eventi disastrosi e, nel quotidiano, doteranno di una base energetica tutte le strutture collettive ricadenti nella zona d’intervento, con una riduzione dei costi per i residenti. Il primo impianto, la cui inau- HIGGINS HALL INSERTION gurazione è prevista il 29 ottobre, è destinato al quartiere portuale di Red Hook, a Brooklyn, L’Higgins Hall Insertion di Steven Holl Architects e Rogers ed è stato realizzato in collaborazione con Ikea Usa; l’azienda, attenta alle tematiche am- Marvel non è sicuramente uno dei più recenti interventi a bientali, ha direttamente conosciuto, in alcuni dei suoi store newyorchesi, i disagi provocati Brooklyn, anzi con i suoi ormai otto anni vanta una certa da Sandy, tra cui inondazioni e black-out prolungati. anzianità, ma rimane tuttora uno dei più brillanti. I suoi La Global Green è inoltre attiva a favore della popolazione di New York colpita dal ciclone 22.500 sqf appoggiati alla struttura esistente ospitano la con la realizzazione di alloggi destinati ai meno abbienti e con iniziative per la riduzione dei lobby, gli studios, le review room e i workshop, oltre a un consumi energetici e dei rifiuti. auditorium, al digital re- source centre e alla gallery www.globalgreen.org terrace. La vera aggiunta per la facoltà di architettura del Pratt Institute però non è stata funzionale. Il preesi- stente edificio in mattoncini rossi ha guadagnato un ARCH.TIPS di GIULIA MURA nuovo portale d’ingresso di tutto rispetto, un volume vetrato traslucido, puro nelle geometrie e nel dettaglio, che MICRO NEW YORK è riuscito a sottolineare la sua importanza storica distan- ziandosene il più possibile, in una logica degli opposti. Il Talvolta i concorsi pubblici banditi dal- gioco è preciso e bilanciato, e nessuno dei due corpi preva- le amministrazioni comunali riescono a rica l’altro; anzi, si rivitalizzano a vicenda andando a creare condurre verso ricerche dagli esiti fe- quello che è stato definito un nuovo inizio per la Pratt condi o quantomeno interessanti. Suc- School of Architecture. cede a New York, dove all’inaugurazione della mostra Making Room: New Models Project: Steven Holl with Rogers Marvel for Housing New Yorkers - allestita al Year: 2005 Museum of the City - sono stati premia- Location: 61 Saint James Place ti dal sindaco Bloomberg i vincitori del Status: completed concorso AdAPT NYC, i narchitects - Eric Bunge e Mimi Hoang - col progetto MY MICRO NY. CHILDREN’S MUSEUM Il concorso, in collaborazione con Mo- Nella Brooklyn degli nadnock Development e Actors Fund edifici industriali e dei Housing Development Corporation, è mattoni rossi, un enorme nato dal crescente bisogno di creare ap- parallelepipedo giallo si partamenti di piccolo taglio, e bandito proprio per venire incontro alla forte inadeguatezza staglia giocoso per attirare del mercato immobiliare dei monolocali. Una recente ricerca ha infatti svelato che, su 8.4 i bambini. È il Children’s milioni di residenti, circa 1.8 milioni sono quelli denominati “nuovi nuclei”: studenti, single, Museum Building Crown anziani, giovani coppie senza figli. Da qui l’impellente richiesta di trovare soluzioni abitative Heights di Rafael Vinoly più accessibili che rispondano alle nuove esigenze - spaziali, sociali ed economiche - di Architects, e al suo inter- no contiene un segreto: questa tipologia di target (tra l’altro già largamente sperimentate in Asia, in città come non solo la nuova struttu- Tokyo e Hong Kong). ra coi suoi 110.000 sqf ha donato alla preesistenza del 1977 Su 33 proposte internazionali ricevute, la giuria ha scelto di premiare l’idea dei narchitects, gallerie espositive, caffè, una biblioteca e alcune classroom, che prevede la creazione di 55 unità abitative dai 23 ai 34 mq, ottenute dall’ assemblaggio ma soprattutto ha consegnato nel 2008 alla città di New in loco di due moduli prefabbricati da dieci piani ciascuno, da posizionare su quello che è York il primo Leed building certificato Silver. È stato im- attualmente un parcheggio. Il progetto pilota partirà entro il 2015 a Manhattan tra la East piegato il primo sistema geotermico per il riscaldamento 27th Street e Mount Carmel Place. e il condizionamento dell’edificio, pannelli fotovoltaici in Il plusvalore che ha permesso ai narchitects di aggiudicarsi la vittoria sta nella dignità facciata e un sistema di controllo di luce e ventilazione per il architettonica della proposta, nonostante l’irrisoria metratura dei locali: soffitti alti 3 metri, risparmio energetico, oltre a materiali rinnovabili o riciclati. balcone e fronti vetrate a tutt’altezza, oltre all’utilizzo di materiali naturali per gli interni. I bambini - tramite laboratori, esperimenti e mostre - pren- In un esperimento che affonda le sue radici nell’Unité d’Habitation di Le Corbusier, i pro- dono parte alla scoperta dei segreti dell’edificio sostenibile, gettisti prevedono anche ampi spazi comuni e aree condivise, in quella che può essere che da contenitore si trasforma magicamente in contenuto. considerata la sintesi contemporanea tra il condominio e il co-housing, con tetto giardino, palestra, un bar, sale polifunzionali, lavanderia, uno spazio deposito, bike room. Per affitti Project: Rafael Vinoly - a detta dei newyorchesi - assolutamente equi: 940 dollari al mese. Year: 2008 Location: 145 Brooklyn Avenue www.narchitects.com Status: completed Photo: Chuck Choi ARCHITETTURA 73 Ci sono momenti, nel cinema e nella cultura in generale, durante i quali il tema apocalittico diventa “di moda”: dunque appetibile, qualcosa non solo da non rifiutare, ma da avvicinare, da corteggiare, da sognare. È stato così negli Anni Cinquanta, così come tra Settanta e Ottanta: ogni volta secondo declinazioni diverse e approcci coerenti con lo spirito del tempo, secondo scenari simbolici che vanno dall’olocausto atomico all’invasione di zombie all’estinzione del genere umano per pura e semplice consunzione. LA DOLCE APOCALISSE di CHRISTIAN CALIANDRO

Questa è decisamente una di quelle fasi in cui il tema apocalittico è “di moda”. Almeno dal 2006, nel mainstream può capitare di riconoscere improvvisamente un’apocalisse più familiare, per così dire, più confortevole e “rassicurante”, contrapposta a una versione che invece non ha paura degli aspetti più radicali della fine della – di una – civiltà. Pacific Rim (Guillermo Del Toro 2013) appartiene chiaramente alla prima tipologia. Disegna un’apo- calisse attentamente progettata, curatissima, in cui persino i dettagli sporchi e usurati dei megarobot e delle tute dei loro piloti sono attentamente predisposti. In cui tutto è previsto e prevedibile, e proprio per questo noi spettatori possiamo sprofondare nelle nostre poltrone a goderci le epiche lotte tra i colos- sali Jaeger e i mostruosi Kaiju, e sprofondare mentalmente nei ricordi della nostra infanzia che queste scene straordinariamente definite e visivamente efficacissime evocano esplicitamente. La struttura narrativa di Pacific Rim ricalca infatti consapevolmente quella di innumerevoli manga giap- ponesi degli ultimi quarant’anni: è la prevedibilità del mito e della mitografia, in cui una storia viene scritta e riscritta da mani pressoché anonime. Così, noi sappiamo esattamente come andrà a finire anche perché ci sono Jax di Sons of Anarchy (Charlie

74 CINEMA Hunnam) e Stringer Bell di The Wire (Idris Elba) a tenerci saldamente anco- L.I.P. - LOST IN PROJECTION di GIULIA PEZZOLI rati all’universo finzionale, all’evasione e all’emozione spettacolare targata inizio del XXI secolo: per quanto que- TYRANNOSAUR sti combattimenti, queste esplosioni, Disoccupato e alcolizzato, Joseph non si è mai comple- queste immersioni sembrino reali, mai tamente ripreso dalla morte della moglie, avvenuta per malattia qualche anno prima. La solitudine e la rabbia che per un istante scambiamo tutto ciò che non riesce più a contenere lo spingono a provocare, pro- vediamo per qualcosa di vero. curandogli risse e problemi col vicinato. Un giorno, cer- Anche World War Z, basato sul roman- cando di sfuggire all’ennesima aggressione, si rifugia tra zo omonimo di Max Brooks, si poggia gli abiti usati di un Charity Shop e lì conosce Hanna, la proprietaria, una donna gentile ed estremamente credente, su una struttura di racconto iperspe- apparentemente pacificata col mondo, che gli offre riparo rimentata, un modulo collaudato: la e compassione. Per Joseph e per Hanna è l’inizio di una zombie-apocalypse, appunto. Ma - sin lenta evoluzione che, passando attraverso dubbi e incer- tezze, cambierà definitivamente lo sguardo di entrambi i dall’inizio, sin dalla scena dell’ingorgo e personaggi verso la vita e il proprio futuro. della fuga per le strade di Philadelphia Tyrannosaur è un film duro, che parla di solitudine e senso - il gioco molto serio di Marc Forster è di colpa, di disperazione e violenza. Paddy Considine (già quello di scaraventarci nella sensazione attore per Shane Meadows, Ron Howard e Jim Sheridan) esordisce magnificamente alla regia di un lungometraggio di vivere un’epidemia di non-morti, e sceglie con saggezza l’attore inglese Peter Mullan (un più che nel mostrare le conseguenze magnifico Joseph) come compagno di viaggio per questo film spietato e brillante. Ambientato nelle periferie apparenti di questa epidemia. L’aspetto di una Londra cupa e triste, dove speranza e felicità sembrano totalmente bandite, Tyrannosaur si inserisce a pieno titolo nella grande tradizione del cinema di impegno civile inglese. Con sensibilità e attenzione, Considine di massa, totalmente disumanizzato e delinea i suoi personaggi: concentrandosi sulla loro complessa e tormentata interiorità, sul loro dolore e sul disumanizzante degli zombie ci spinge senso di inadeguatezza che guida ogni loro azione. Descrive l’ambiente socioculturale da cui provengono, i loro verso la totale identificazione con i amici, le loro abitudini, cerca di fornire un quadro “completo” perché molto è il “non-detto” e ancora di più è il viventi, con gli umani, costantemente “già vissuto” che dobbiamo cercare di capire. Considine mantiene un ritmo serrato, una tensione latente e continua, senza mai cedere a banali sentimentali- contrapposti a queste fiumane di morte. smi; sceglie una storia semplice, senza la pretesa di inventare nulla, e la trasforma in un vero e proprio pugno La vita è identificata, nelle parole del nello stomaco. Straordinarie e commoventi le performance attoriali di Mullan e Olivia Colman (anche lei ecce- protagonista Gerry Lane (Brad Pitt), zionale nei panni di Hanna) che combattono ogni giorno per riconquistare una serenità ormai perduta, cercando disperatamente di sopravvivere a se stessi e ai propri errori. con il movimento costante: “Biso- gna muoversi se si vuole sopravvivere. Movimiento es vida”. E il virologo di Regno Unito, 2011 | drammatico | 91’ | regia: Paddy Considine Presentato per la prima volta al Sundance Film Festival del 2011, dove ha raccolto due Harvard, il Dr. Andrew Fassbach (Elyes premi per gli attori protagonisti e uno per la regia, Tyrannosaur ha sbaragliato i British Gabel), gli dirà: “Quello che sembra Indipendent Film Awards del 2011 con sette candidature e tre premi importanti: miglior l’aspetto più mortale del virus nasconde film, miglior regia d’esordio e migliore attrice protagonista. quasi sempre il suo punto debole”. Così, WWZ assume davvero l’aspetto di una versione globalizzata e contemporanea di Dawn of the Dead (George A. Ro- mero 1978), e lo fa proprio adoperan- SERIAL VIEWER di FRANCESCO SALA do strumenti diametralmente opposti a quelli del modello: l’apertura esponen- ziale degli spazi contro la perimetrazio- RECTIFY ne claustrofobica e concentrazionaria Una fotografia estetizzata fino alle più estreme conseguen- del mall, l’assedio al fortino contro il ze, con effetti luministici quasi pittorici, a metà strada tra conflitto orizzontale e lo spostamento gli svaporati lirismi di Terrence Malick e la cruda poesia di Alejandro Gonzalez Iñárritu. Personaggi ricchi, costruiti continuo del fronte. L’annullamento con la sapienza e la pazienza di un orafo; un ritmo sobbal- continuo del fronte, e dell’idea stessa zante, che nell’alternanza tra lunghi attimi di sospensione del fronte. e brusche accelerate aumenta l’effetto di straniamento e lo Rimane la radice, la critica sociale. scarto tra la realtà vissuta e quella immaginata. Rectify è la seconda serie mai prodotta e trasmessa su Prendiamo la scena finale della cam- Sundance Channel, il canale via cavo costola dell’omonimo minata di Gerry nel corridoio verso gli festival creato da Robert Redford e interamente dedicato zombie, dopo essersi inoculato una ma- a documentari e film ad alto tasso di qualità. Una virata, lattia mortale: rispetto agli standard del quella verso i serial, nata sull’onda dell’acquisizione della rete da parte del network AMC, che non a caso piazza nella cinema zombie degli ultimi trent’anni, squadra che elabora il nuovo progetto Melissa Bernstein e per i significati simbolici di cui è e Mark Johnson. Tra i produttori esecutivi di uno dei più caricata, è davvero… rivoluzionaria. luccicanti gioielli di famiglia: Breaking Bad. Il concept porta un’altra firma autorevole, quella dell’attore, regista e produttore Ray McKinnon, premio Oscar Bisogna inocularsi una nel 2002 per il cortometraggio The Accountant. parte di morte, di dolore, È un cavillo da azzeccagarbugli a permettere a Daniel Holden (Aden Young) di uscire dopo quasi vent’anni di oscurità per arrivare dal braccio della morte, in attesa che venga fatta piena luce sul caso che lo vede unico imputato. Ma il clima della Georgia post-ruralizzata, anello debole di una catena che porta sulle spalle tutto il peso della crisi, non è davvero dall’altra parte e propriamente benevolo nei confronti di un uomo accusato di aver stuprato e ucciso una teenager. Profonde le vincere. Questo attraversamento contraddizioni che fanno da scenario al suo illusorio ritorno alla normalità, tra stucchevoli eccessi di benevo- avviene sempre, obbligatoriamente, nel lenza e infime crudeltà, sullo sfondo di una famiglia allargata incapace di gestire serenamente il processo. Le cicatrici del carcere non si rimarginano: Daniel si muove come un alieno, intontito da una libertà spaventosa, buio: è fatto di rischio. Se non si esplo- dente scheggiato che fa saltare gli equilibri di piccolo ma efficiente motore di placida e conservatrice sicurezza ra e non si conosce questa zona oscura borghese, costellata di stucchevoli comunità ultra-cristiane. “Non è solo buona televisione, è televisione rivela- di noi stessi, della nostra vita, della re- trice”: così il Los Angeles Time, che si accoda a una critica talmente entusiasta da spingere il network, dopo la altà si rimane vittime, prigionieri degli prima mini stagione andata in onda in primavera, a programmare per il 2014 un bis di dieci episodi. Non è importante sapere se Daniel, alla fine dei giochi, sia o meno colpevole. A intrigare è il doveroso ag- schemi soliti (“i vivi” / “i morti”). giornamento del modo di trattare la questione, irrisolta, della pena di morte negli Stati Uniti. Troppo a lungo Se si rimane immobili - se ci si ferma - ancorata al pietismo de Il miglio verde e al combat-style di Dead Man Walking, incapace di trovare un registro si è già finiti. narrativo originale. CINEMA 75 Il centenario della nascita di Witold Lutosławski non è solo un’occasione per ricordare il peso che una particolare area geografica dell’Europa, quella orientale, ha avuto nella formazione del panorama musicale moderno. L’influenza esercitata da personalità come Bartók, Lutosławski, Ligeti è un lascito decisivo per le generazioni future, oggi al centro del linguaggio globale della musica nuova. Che forse andrebbe rilocalizzato. ORIENTE D’EUROPA di ALESSANDRO MASSOBRIO

Come molti uomini e donne della sua generazione, Witold Lutosławski vive gli anni dell’infanzia e della giovi- nezza nel vortice sanguinoso delle due guerre mondiali e si forma nel clima degli scontri ideologici del suo tempo. Nasce a Varsavia nel 1913 in una ricca famiglia dell’aristocrazia polacca. Il padre, Józef, è attivista nella Narodowa Demokracja, il partito democratico nazionalista con cui condivide le aspirazioni a una trasformazione autarchica dello scenario politico e culturale in favore di un ritorno alla Grande Polonia, e rigetta i mutamenti di massa e le influenze provenienti dall’affacciarsi sulla scena internazionale del bolscevismo e del nazionalsocialismo. All’indo- mani della Rivoluzione d’Ottobre, il padre e lo zio del piccolo Witold, che allora ha cinque anni, sono fucilati da un plotone di esecuzione. La ricerca musicale di Lutosławski sembra in qualche modo procedere sotto l’influenza degli avvenimenti storici e personali. Non accetterà mai di allinearsi culturalmente a Mosca, che lo etichettò presto come formalista e, durante l’occupazione nazista di Varsavia, quando la musica polacca venne bandita dalla città e dalle emittenti radiofoniche, fu autore di canti di Resistenza e pianista “sotterraneo” nei caffè della città, in duo con l’amico Andrzej Panufnik. Il continuo sforzo orientato alla ricerca dell’autonomia conduce progressiva- mente Lutosławski a porre, in quella musica e in quel tempo, un individuali- smo per molti aspetti post-avanguardistico. 76 MUSICA Dedica la sua vita al lavoro culturale e, sul piano musicale, all’elaborazione di un si- OCTAVE CHRONICS di VINCENZO SANTARCANGELO stema anti-autoritario. Un percorso che lo porta a concatenare in modo originale FIRENZE E IL NUOVO ANGELO avanguardia e tradizione e a formulare, per così dire, un “teorema musicale della com- Firenze Suona Contemporanea. E lo fa dal 2008. Ma quest’an- plessità”, che troverà la sua maggiore espres- no tutto è avvenuto in maniera amplificata, per utilizzare una sione nello stile maturo ricco di parametri metafora che si addice alla nostra rubrica. L’edizione 2013, musicali sorprendenti, formalizzati in una infatti, tenutasi dal 13 al 22 settembre, “si è concentrata su ar- tisti internazionali di altissimo livello quali la London Sinfoniet- semantica precisa annidata nella fitta trama ta, l’Ensemble Intercontemporain, il Quartetto Klee, musicisti sonora dell’orchestra. del Royal College of Music e di Tempo Reale e solisti come Ian I tre Postludium per Orchestra, scritti tra il Pace e Frauke Aulbert”. Ce lo ha spiegato Andrea Cavallari, ’60 e il ’63, sono in questo senso emblema- direttore artistico - con Luisa Valeria Carpignani - del festival, tici. Attraverso la pianificazione di una stra- organizzato sin dalla sua prima edizione da FLAME | Florence tegia di controllo analitica e meticolosa, si Art Music Ensemble. E poi il repertorio (basterà fare una sfilza di nomi): opere di Berio, Birstwistle, Boulez, Furrer, Harvey, ritrovano qui insieme i principali elementi Jarrell, Lachenmann, Mantovani, Romitelli, Schönberg (un in- d’innovazione del secolo - dodecafonia, solito Pierrot Lunaire con la voce del soprano Frauke Aulbert serialismo, alea - e già, con essi, il loro su- e le incredibili evoluzioni dell’acrobata Guillaume Bertrand) e peramento. È una musica che contiene ed Xenakis, per non dire che di una manciata di artisti pescando a eccede al tempo stesso la propria struttura caso dal nutrito programma. Non solo: l’edizione di quest’anno è stata fondamentale perché e dove il suono si trasforma in frase e vice- “ha iniziato a esplorare una possibile fusione tra arte e musica versa, aprendosi come un frattale, o ancora contemporanea, che sarà il tema per la prossima edizione 2014” dove la dodecafonia, emancipata dalla se- e, aggiunge Cavallari, “si è spostata in settembre (prima era in rie, si evolve in densi accordi dimensionali, luglio) per diventare l’unico festival dedicato alla contemporanea in quel mese e per evitare il sovraffollamento verticalmente. di eventi al Bargello del mese di luglio. Così trova una propria identificazione e si dota di una forte riconoscibili- L’ascolto restituisce tà”. E se abbiamo avuto modo di constatare, per la bellissima location che ha ospitato il festival – il Museo del la sensazione di una stasi che Bargello – che, come nel Parsifal di Wagner, “lo spazio […] diventa tempo”, anche il quadro che è stato scelto fluisce in senso discendente come emblema dell’intera iniziativa, Angelus Novus di Paul Klee [nella foto], è il simbolo, come ormai è stato ampiamente dimostrato, di un approccio sinestetico – multimodale, si direbbe in termini di psicologia della e al tempo stesso ascendente, percezione – a tutte le forme d’arte. Ancora Cavallari: “Paul Klee ha influenzato buona parte della poetica di con precisione matematica. Boulez e della filosofia di Walter Benjamin. La programmazione riflette questa tematica e ci gira intorno. ‘Black Saremmo tentati di dire, a questo punto, Angels’, del compositore americano George Crumb, il Quartetto Klee, il pezzo di Mantovani dedicato al pittore che la musica di Lutosławski, in certi suoi svizzero: tutta la programmazione è stata pensata intorno alla poetica di Benjamin e all’influenza che ‘Angelus momenti, mette in scena una matrice elet- Novus’ (i sacerdoti della modernità) ha espresso e prodotto negli autori presentati”. tronica della sorgente acustica. Una forma www.flamensemble.com non ancora matura, che più tardi verrà sviluppata in piena autonomia da Ligeti nei suoi Concerti per solo e orchestra degli Anni Ottanta e Novanta, così come sono di CLAUDIA GIRAUD stati consacrati su CD da Pierre Boulez ART MUSIC alla testa dell’Ensemble Intercontemporain. Le celebrazioni del lavoro e della persona- CALVINO IN VINILE lità di Lutosławski sono già cominciate e non si fermeranno nel 2013. Il fuoco di Un doppio vinile combinato con un notebook Moleskine in edizione speciale. Dove si ibri- Varsavia, dove l’evoluzione musicale del dano poemi, illustrazioni, opere grafiche e compositore e la carriera del dirigente sono tracce audio che celebrano le opere di Italo ricostruite attraverso una lunga serie di Calvino. Si tratta di Canzoni Invisibili, un nuo- appuntamenti, continuerà a bruciare fino vo modo di mescolare materiale discografico a gennaio 2014. Il più grande festival per e contenuti editoriali, che raccoglie le idee orchestra d’Europa, il Musikfest di Berlino, creative di 20 artisti provenienti da differenti sceglie invece di esplorare musicalmente le mondi, background e nazionalità. regioni, il lavoro e le amicizie del compo- Il progetto nasce dall’idea di Alessandro Cre- monesi (La Crus) e Lagash (Marlene Kuntz) sitore, attraverso l’accostamento di opere e si compone di 10 canzoni liberamente di Béla Bartók, Leoš Janáček e Benja- ispirate ai titoli di altrettante opere di Calvi- min Britten [nella foto di Kai Bienert, no. Perché proprio lui? A chiarirlo è Marco Esa-Pekka Salonen e la Philharmonia Belpoliti nel suo libro L’occhio di Calvino, che Orchestra London eseguono la Sinfonia indaga la vocazione visiva dello scrittore: n. 3 di Lutosławski]. Numerosi i concerti “Calvino è il nome che rappresenta in Italia, e e le trasmissioni radiofoniche dedicate al non solo in Italia, una forma di cultura fondata sull’interdisciplina, sulla comunicazione dei saperi, sullo scambio proficuo tra letteratura ed arte”. Questo me- centenario anche in Francia e Inghilterra, ticciato di suoni elettronici, cantautorato, acustica, jazz e rock, poesie, brevi racconti, annotazioni, disegni, mentre focus più sparpagliati si alternano reading, video e film, finora ha coinvolto un ampio spettro di artisti: da Ellen Allien a Masbedo ed Eugenio negli Stati Uniti, in Australia, in Brasile, Finardi; da Fran Healy, Erna Omarsdottir, Tamara Ferioli, a Claudio Sinatti, Jeet Tahyil, The Sight Below Messico, Svizzera, Serbia, Slovenia. In Ita- e Draftsmen’s Congress. E non ha intenzione di fermarsi qui. lia ci si prepara con due appuntamenti in Perché, al di là del concept grafico dell’album, diretto da Thomas Gangnet e formalizzato con due vinili di 7" occasione della Biennale Musica di Venezia, e 12", il primo inserito nella copertina di un Moleskine da 120 pagine, il progetto rimane aperto. Sul website in cui, nel contesto di un programma sulla c’è, infatti, un’apposita sezione dedicata ai contributi di tutti gli artisti, già partecipanti a Canzoni Invisibili, ma musica est europea, sono presentati Grave, anche nuovi, disponibili a ulteriori riletture dei brani. Senza dimenticare i momenti live nei luoghi deputati all’arte, come ci spiega Cremonesi: “Di recente c’è stato il coinvolgimento della galleria parigina Yvon Lam- altrimenti conosciuto come le Metamor- bert che ci ha chiesto 50 copie del lavoro da tenere nel loro bookshop e con la quale abbiamo organizzato una fosi per violoncello e piano, interpretato da presentazione/performance a settembre, anche col patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi. In seguito, Anna Armatys e Ginevra Petrucci, e la un’operazione dello stesso tipo avverrà anche a Berlino, dove siamo in stretto contatto con Douglas Gordon e il Sinfonia n. 3, interpretata dall’Orchestra suo entourage”. del Teatro la Fenice. Un’occasione da co- gliere. www.invisiblesongs.com MUSICA 77 L’educazione, la formazione, la Bildung come terapia. Terapia individuale e collettiva in un tempo in declino, e non solo per colpa dei celeberrimi tagli all’istruzione. Un invito rivolto agli artisti a partire da Socrate e Adorno. LO SPAZIO SOCRATICO DELL’ARTE di ANTONELLO TOLVE

Il declino della politica internazionale, gli usi e gli abusi del potere, i tagli brutali al sistema educativo delineano, oggi, una decadenza - istruttiva ancora prima che scolastica - tesa a coartare l’uomo nei re- cinti del conformismo e del qualunquismo. Di una indifferenza quotidiana che, se da una parte costruisce figure parassitarie (come i politici di turno e i vari Beamten der Macht, i funzionari del potere), dall’altra sradica le radici all’albero della formazione per devitalizzare un processo attraverso il quale la persona acquisisce qualità, abitudini, “abiti di pensiero e di comportamento, capacità, in modo da poter vivere ed agire positi- vamente nelle nuove e complesse condizioni di vita” del mondo contemporaneo, per citare il Guido Giugni dell’Introduzione allo studio delle scienze pedagogiche (1984). I sintomi di questa carenza non vanno ricercati, però, soltanto all’interno “del sistema educativo e dei me- todi educativi” che, come ha suggerito Adorno nella sua Theorie der Halbbildung (1972), “sono state ormai criticate da generazioni”, ma in un panorama governativo (e amministrativo) che deforma la realtà e mira a devitalizzare il cervello del singolo per favorire una bassa cultura di massa; un veloce, (in)avvertito, ottene- bramento della coscienza individuale dell’uomo contemporaneo. Qual è, allora, la funzione presente della Bildung? Di una formazione utile a costruire cittadini liberi? Di una istruzione necessaria a creare una realtà sociale e culturale aperta al dialogo e al valore critico?

78 EDUCATIONAL Per evitare l’integrazione a un universo stru- mentalizzato dal sistema e giungere a una LETTERE DA UNA PROF di MARIA ROSA SOSSAI corretta (ed effettiva) responsabilità morale o a quella che Rudolf Steiner ha definito un LETTERA DI FINE ANNO ritorno alla radice, all’osservazione del pensie- ro, all’intuizione intellettuale come forma di Cari studenti, esperienza cosciente, le nuove manovre dell’ar- anche l’anno scolastico 2012/2013 si è concluso con gli scrutini, il cui copione si è ripetuto uguale come te - di un’arte più strettamente rivolta alla sempre, con una parola chiave che ricorreva come un didattica e alla pedagogia - rispondono con un mantra: l’aggettivo ‘fragile’, per indicare in maniera in- procedimento soffice che ripone al centro della distinta gli alunni che meritavano di essere rimandati o riflessione il concetto di cura come spazio bocciati; e da anni, si sa, la fragilità si annida in manie- educativo all’arte, come andamento terapeu- ra epidemica nell’area scientifico-matematica. Nessun docente di matematica però si è chiesto se il fatto che tico, come attenzione all’altro e alla vita in la maggior parte degli studenti avesse ottenuto risultati comune. “La cura”, difatti, “è rivolta sempre ad insufficienti nella sua disciplina potesse essere dipeso uno scopo di bene e di giovamento della cosa che anche dal metodo di insegnamento. viene curata”, ha avvertito Socrate attraverso i Quello di cui invece il consiglio di classe compatto sembrava andare particolarmente fiero era la dura se- suoi allievi (Platone, in questa occasione), con lezione operata sin dal primo anno del corso di studi. lo scopo di evidenziare proprio una capacità Io non capivo di cosa dovessimo essere orgogliosi; la umana: la possibilità di avviare un processo cosa che colpiva era soprattutto l’assenza di qualsiasi terapeutico, una therapeia appunto, che si pone capacità di analisi obiettiva dei risultati ottenuti dalla classe, prendendo in considerazione per esempio, ol- come ricerca della verità, dell’aletheia (del tre all’operato degli studenti, anche quello dei docenti, convinti questi ultimi di essere sempre e comunque nel giusto e in ogni caso mai valutabili. dischiudimento, dello svelamento, della rivela- Questi educatori forse non sanno che l’insegnamento, come ricorda Pierre Bordieu, si basa sulla re- zione), della cruda realtà. Come avvicinamen- lazione tra discente e docente e che è facile confondere la rigidità, che è il contrario dell’intelligenza e to ai problemi del mondo e, contemporanea- dell’invenzione, con il rigore? Simili metodi pedagogici ci privano delle risorse che l’applicazione di un mente, ai problemi dell’uomo. Dell’umanità criterio di autogiudizio può dare all’azione educativa. Dimenticarsi di pensare in modo relazionale significa nella sua totalità, più precisamente. rimanere attaccati in maniera feticista alle proprie certezze e alla propria metodologia. Il risultato è che il sentimento dominante nelle aule scolastiche è l’ansia degli studenti, soprattutto nella parte finale dell’anno A questa parabola riflessiva - parabola in cui scolastico, schiacciati dal ricatto degli scrutini o degli esami di Stato, ancora basati su criteri nozionistici. Socrate evidenzia l’importanza di un atteg- Per contrastare questo clima generale di avvilente depressione vorrei suggerire al nuovo ministro l’intro- giamento capace di garantire l’apprendimento duzione di una nuova materia trasversale alle diverse discipline, praticata con successo da Bruno Munari del mondo - nei suoi laboratori, riassumibile in quattro abilità: fantasia, invenzione, creatività, immaginazione; facoltà l’artista si avvicina per più libere delle altre perché permettono di studiare in modo creativo e di fare più relazioni possibili tra le ritrovare i principi costitutivi cose che già si conoscono e quelle che sono ancora sconosciute. Il loro esercizio aiuterebbe gli studenti della vita morale e civile, per a risolvere i problemi che ogni volta si presentano con un po’ più di gioia e felicità e noi insegnanti a con- ricostruire un discorso sempre tinuare ad apprendere con curiosità e interesse. più urgente sulle pedagogie attuali. Su forme di assimilazione alterna- tiva (extrapedagogica) che, se da una parte di ADELE CAPPELLI costruiscono criteri educativi liberi da ogni RETI DIDATTICHE prefisso punitivo o totalizzante, dall’altra cre- ano isole metodologiche che risollevano dalle L’(IN)FORMAZIONE NELL’ERA DIGITALE rovine il mondo della formazione e alimentano un processo didattico legato nuovamente al Il sito della Biennale di Venezia è una utile espe- potere del sapere. A uno sviluppo della ricerca rienza non solo per chi si appresta a timbrare il bi- controllato attraverso un criterio che percorre glietto della 55. Esposizione d’Arte o l’ha già fatto, le vie dell’osservazione partecipante e parte- ma può servire per meglio comprendere e ricom- porre una personale mappa dell’offerta culturale, cipata. Di un processo critico utile a stabilire oltre a essere fruibile anche da chi non ha avuto contatti generazionali e a generare un metodo occasione di andare a Venezia. Nella homepage, le terapeutico (del resto therapeia vuol dire, in diverse sezioni della manifestazione, un sintetico prima battuta, ‘curare’, ‘guarire’) utile a risana- profilo storico della Biennale dal 1983 a oggi, poi re la civiltà. A medicare le ferite di una società dal link Arte l’accesso alle informazioni sull’attuale edizione e, in una breve nota, parole-evidenziate guasta, a correggere la società da un’epidemia dei nuclei tematici: artisti, partecipazioni nazionali che ha corrotto l’uomo privandolo di una vita ed eventi collaterali. morale, di una virtù, suggerisce ancora Socrate, Nella sezione artisti, rilevanti i contributi di Me- che si conquista soltanto attraverso un proces- diacenter, nei quali artisti e curatori suggeriscono so di crescita interiore. Ma non già per ade- chiavi di lettura per meglio orientarsi tra le opere esposte. Video di pochi minuti che danno un volto guare l’educazione dell’individuo alle esigenze agli autori delle opere e raccontano le fasi del progetto creativo ed espositivo. Interviste semplici e dirette, sociali (di crisi politica ed etica), bensì per come nel caso di Uri Aran, che rivela il dipanarsi delle linee nelle sue mappe fatte di frammenti trovati o rintracciare, attraverso l’uomo stesso, “i criteri di oggetti combinati per creare storie di relazioni. Così com’è possibile tornare, con Ed Atkins, tra gli og- di fondazione della vita morale e civile” con un getti dell’appartamento di Breton, attraverso la catalogazione video usata per la vendita all’asta dei singoli pezzi, testimonianza integra della memoria storica, irrimediabilmente persa, di un vissuto. Entrare nel atteggiamento del pensiero sempre aperto e cri- “ meccanismo generatore dell’opera con Rossella Biscotti, percorrere il labirinto dei segni di Matt Mullican tico”, con “la fiducia riposta nelle capacità au- attraverso le sue riflessioni, e ancora scoprire le ragioni della maniacale fedeltà delle riproduzioni degli tonome della ragione di scoprire la verità”, con ambienti domestici della romena Andra Ursuta o le motivazioni dell’installazione di Erik van Lieshout “il criterio metodologico della maieutica e della [nella foto di Francesco Galli]. dialettica” che introducono, via via, “principi Sempre dall’introduzione, l’accesso alla sezione partecipazioni nazionali con altri contributi video e link per saperne di più. Tra questi, la presentazione dell’articolato lavoro di Anri Sala per la Francia; il clau- e procedure di metodo di validità permanente, strofobico viaggio, attraversamento immaginario di confini nascosti e sotterranei, riflessione sui perimetri culturale e pedagogica”, come scrive Renzo degli “Stati-nazione”, realizzato da Gilad Ratman per Israele. Ancora, le parole di Berlinde De Bruyckere Tassi nel primo volume dei suoi Itinerari peda- (Belgio) per Cripplewood, opera di straordinaria forza. gogici (20104). Il viaggio virtuale continua poi tra i link degli eventi collaterali dove, tra i vari, è possibile intuire la forza Ritornare all’educazione, a un’educazione sana narrativa dello spazio interno, reinventato dalle strutture di Pedro Cabrita Reis, nella documentazione fotografica di Remote Whisper, a Palazzo Falier; o ancora l’impatto emotivo creato dall’uso di elementi e corretta, vuol dire allora, per l’artista, pren- strutturali, recuperati dai crolli del terremoto di Sichuan del 2008 in una delle installazioni di Ai Weiwei. dersi cura dell’altro, stabilire tragitti necessari Finalmente, in Italia, un sito di un evento “istituzionale” non solo promozionale, che mette al centro l’a- a sensibilizzare l’uomo allo stato delle cose spetto divulgativo dell’arte e lascia ben sperare nel suo potenziamento futuro. attuali e, appunto, alla ricerca della realtà rea- le, della verità. www.labiennale.org EDUCATIONAL 79 Classe 1982, cresciuta in provincia di Cremona, studi in fotografia, sound design e marketing prima di frequentare l’Accademia di Brera. Alice Tomaselli è un’instancabile e curiosa viaggiatrice, non solo geograficamente, ma anche nei meandri di tante discipline accomunate dalla maestria del “fare”. Artista dalla grande generosità verso i suoi colleghi, che l’ha spinta insieme a un amico a fondare nel 2007 il progetto diffuso Lucie Fontaine. Di cui ha appena avviato una succursale temporanea a Tokyo. ALICE TOMASELLI di DANIELE PERRA

Che libri hai letto di recente e che musica ascolti? dove vivi da un anno. Cosa ti ha spinto e cosa hai tratto da questo progetto? Ryukyu Bingata di Sachio Yoshioka, House of leaves di Mark Danielewski, The problem with work di Kathi Weeks e Variazioni belliche di Amelia Ros- Lucie Fontaine è uno strumento di ricerca. È una possibilità di sperimen- selli. Musica: Daft Punk e l’Opera. tare, allargare il mio ruolo di artista e creare nuovi campi di applicazione e confronto del mio pensiero. È parte della mia pratica. I luoghi che ti affascinano. I laboratori degli artigiani, il retro dei teatri, gli studi degli artisti, i musei. Per Lucie Fontaine hai creato una serie di inviti video. In cosa consi- stevano? Le pellicole più amate. Erano tutorial per ricrearsi da casa gli inviti cartacei. Il tutorial è un tema 2001: Odissea nello Spazio. ricorrente nella mia ricerca, perché veicolo di trasmissione dell’oggetto. Come una scultura che si smaterializza, diventa immagine per poi tornare Artisti guida. oggetto da un’altra parte del mondo. Cambiano ogni giorno. Oggi è Mondrian. Nella tua ultima mostra a Milano hai esposto delle opere, manifesto di Nel 2010 hai svolto una residenza alla Dena Foundation di Parigi e una volontà di tornare al “fare”, all’artigianato. alla Mountain School of Art di Los Angeles. Cosa hai tratto da quelle Sono sempre stata interessata al fare come modalità di trasmissione d’in- esperienze? formazione e auto-educazione che elude l’utilizzo del linguaggio. Per que- Fra le due, anche il primo viaggio in Giappone. È stato un anno cruciale. sto ho scelto di vivere in Giappone, dove non c’è filosofia scritta alla ma- Ora so che si possono avere due idee di arte. niera occidentale, eppure ci sono un pensiero filosofico e un’alta scala di valori a cui le cose e i gesti sono sottoposti. Questa filosofia è pratica. Per Oltre che artista, sei una generosa sostenitrice dei tuoi colleghi. Hai discutere, non si scrivono libri, si modellano vasi. Per rompere col pensiero fondato nel 2007 il progetto diffuso Lucie Fontaine, ospitando mo- precedente, si cambia la miscela di un colore. Forse sto speculando, ma stre di giovani. Ora hai aperto una sede temporanea a Tokyo, città questo stimola molto la mia ricerca e la mia visione.

80 TALENTI Amplificandone fortemente la valenza femminile, in particola- re con il lavoro a maglia... NOW di ANTONELLO TOLVE Il ricamo, come il lavoro a maglia o il cucito, sono da sempre pre- rogative maschili, almeno fino al Cinquecento, quando diventano D.A.F.NA il passatempo preferito delle nobildonne. Nell’Ottocento sia il ri- NAPOLI camo che il lavoro a maglia sono molto popolari e occupazione Un luogo intimo che si trasforma in area privilegiata sia per le aristocratiche che per le classi popolari. A pubblica, in ambiente coinvolgente, fles- questo passaggio coincide la sua perdita di valore come “arte”, ed sibile. La D.A.F.NA Home Gallery di Na- è questo che m’interessa molto. Mi domando se io lo faccio per poli presenta “un’atmosfera conviviale e friendly” che, se da una parte accoglie diletto o per lavoro. lo spettatore con dolcezza e gentilezza, dall’altra mira a rendere “il rapporto con Mi ha molto colpito il tuo lavoro Bitten canvas. Una tela di cui le opere d’arte più accessibile e diretto”. hai letteralmente morsicato una parte del telaio che la sostene- Legato profondamente agli spazi in cui si consuma la vita (all’abitare, più pre- va. Un compito difficile dopo Fontana, Burri, solo per citare i cisamente), il progetto messo in campo più significativi. da Danilo Ambrosino e Anna Fresa con- Sì, è l’amore verso questi artisti e verso l’esistenza della pittura che verte, difatti, l’ordinarietà in festività, in mi ha spinto a rosicchiare una tela. Mi affascina il fatto che l’essere momento simposiaco che trasferisce la creatività al di là dei recinti chiari della umano abbia funzione cerebrale in grado di creare il concetto stes- galleria tout court per entrare in un ha- so di pittura. Gli dà un valore oltre a quello materiale, ma prima bitat che, sotto il segno dell’ospitalità e o poi i dipinti marciscono, vengono mangiati dagli animali. In sulla scia delle home gallery newyorche- alcune tribù cannibali veniva fatta una cosa simile dal figlio col si, offre un paesaggio estetico trasparente, disponibile al colloquio e alla partecipazione. Nata il 6 giugno 2010 con una personale dello stesso Danilo Ambrosino [nella foto, a padre defunto, per interrompere il processo di totale dispersione. sinistra, un suo dipinto], al primo piano del settecentesco Palazzo dei Principi Albertini di Cimitile, D.A.F.NA propone nelle sue sale progetti e programmi che (in collaborazione In un tuo recente lavoro hai utilizzato dei tatami giapponesi su con una serie di realtà transnazionali) si intersecano, appunto, alle esigenze del pubblico cui hai dipinto motivi di ceramiche d’origine americana. Giap- eterogeneo e appassionato. “Il progetto che sto perseguendo da quando ho assunto la direzione artistica della Dafna”, pone e America, due Paesi in cui hai vissuto. Quanto il luogo avvisa Maria Savarese, “mira a strutturare, in uno start up pluriennale, una programma- influenza il tuo lavoro? zione espositiva incentrata sulla valorizzazione di giovani artisti ben posizionati nel mer- Ogni luogo m’inietta nuovi pattern. Il mio cervello, per combatte- cato e nel panorama artistico nazionale e internazionale, in sinergia con gallerie e curatori italiani sia in Italia che all’estero. Inoltre intendo rendere la Dafna un laboratorio creativo, re il disorientamento visivo, li associa a cose che conosce, creando nel quale si programmano mostre e progetti dedicati all’arte contemporanea in dialogo e in nuovi assemblage. collaborazione con realtà espositive istituzionali”. Come è nata l’immagine inedita per la copertina di questo nu- Joe Davidson, Valentina De’ Mathà, Ferrante Ferranti, Ana Gloria Salvia [nella foto, a destra, un suo dipinto], Todd Williamson e Donatella Spaziani: sono questi gli artisti mero? di una scuderia in progress che si espande, oggi, grazie a un vivace lavoro di équipe. Ho ridipinto un frame di un video che mostra la preparazione Due i punti programmatici nel prossimo futuro. “Il primo riguarda una mostra che indaga della creta in Giappone, dove invece di utilizzare un battitore, si l’arte orientale”, una mostra “che sarà incentrata probabilmente sull’Indonesia, quest’anno presente per la prima volta con il suo padiglione alla Biennale di Venezia. Il secondo focus usa il peso del corpo. In Europa si costruiscono ingegnosi attrezzi sarà sul lavoro di un artista campano, Ciro Vitale, che realizzerà un progetto site specific mentre in Giappone lo strumento è il corpo. È la conseguenza per la Dafna”. di un modo radicalmente diverso di concepire la persona. Questo succede nella creta così come nella guerra. L’arma nucleare da una Via Santa Teresa degli Scalzi 76 - Napoli parte, il kamikaze dall’altra. Impastare la creta mette in comunica- 081 5447699 / 333 7530500 zione con la storia. [email protected] - www.dafna.it (serie), 2010, tela morsicata dall’artista, cm 35x20. Courtesy Sabot Gallery, Cluj-Napoca Gallery, cm 35x20. Courtesy (serie), 2010, tela morsicata dall’artista, Sabot canvas Bitten

ULTIME DA VIAFARINI DOCVA a cura di SIMONE FRANGI

ENRICO BOCCIOLETTI LUCIA BARBAGALLO CLAUDIO CORFONE Nato a Pesaro nel 1984, vive a Milano Nata a Lecco nel 1987, vive a Milano Nato a Foggia nel 1985, vive a Milano

Un lavoro sull’immagine e le sue derive virtua- Un’integrazione di fotografia di reportage, video Si fa avanti con la consequenzialità dei rigidi li, multimediali, che prescinde dall’esclusiva di- esplorativo e nomadismo, ripiegata sul paesaggio meccanismi concettuali in arte, correggendoli mensione visiva e sovrappone al lavoro artistico vuoto e i disertamenti umani. Con un coefficiente con un’ironia sottotraccia. Il lavoro di Claudio un’identità musicale trasversale: Death in Plains. estetico talmente alto che l’opera diventa traspa- Corfone opera contemporaneamente a livello Operando per aggregazione e collisione di informa- rente, per lasciare spazio alle implicazioni sociali tematico e a livello strutturale, analizzando “in zioni, Boccioletti replica la fuzzy logic che gover- e geopolitiche del lavoro video e fotografico, senza atto” i pregiudizi dei medium artistici classici na la cultura visiva contemporanea, trascinandola in un grande progetto-statement, Translationships, sprofondare nel tecnicismo. Alla vigilia della sua e il loro détournement. Delegando gran parte che funziona come specchio del suo modus ope- prima personale in una galleria milanese, Lucia dell’operazione artistica a tecnici e infingardi in- randi. Con l’ambizione di far emergere attraverso Barbagallo si avvicina con un approccio fresco al dizi, rilasciati surrettiziamente nei titoli, Corfone la documentazione ciò che non sarebbe altrimenti “pedinamento del reale” e alla sua narrazione. raggiunge un disatteso nucleo poetico che non rappresentabile. rischia lo scavallamento nel lezioso. Pippa’s Bogie, 2011 Quasi-Borealis-(Retina-Sculpture), particolare, 2012 video dv pal, 12’ Asta tramonto, 2012-2013 stampa adesiva su pvc courtesy Galleria Artra, Milano acrilico e ducotone su tela, cm 39x29

TALENTI 81 AGOSTINO OSIO a cura di ANGELA MADESANI

82 FOTOGRAFIA Agostino Osio è nato a Milano nel 1978. Dopo gli studi di fotografia, lavora tra il 1999 e il 2003 come assistente di Remo Salvadori e, in seguito, tra il 2003 e il 2007, affina il suo sguar- in alto do collaborando con Attilio Maranzano. Mare Nostrum 2013 Nel corso della sua formazione ha indagato la natura, e in par- 130x325 cm ticolar modo il paesaggio, attraverso il linguaggio fotografico. Attualmente lo scopo, anche etico, della sua ricerca è ricucire la frattura sempre più profonda tra l’uomo e il mondo naturale, a fianco via privilegiata per l’osservazione di noi stessi. sx: Marsala, Cantine Florio 2013 Sta iniziando, tuttavia, a interessarsi anche al paesaggio arti- cm 40x50 ficiale, quello creato dall’uomo, ponendo il suo sguardo sulla ed. 7 + 2 AP dimensioni variabili città. Questo studio sarà sviluppato e presentato durante una résidence d’artiste a novembre presso l’Istituto Italiano di Cul- tura di Parigi. dx: Venezia, Biennale 2013 Contemporaneamente, negli ultimi mesi, ha sviluppato un cm 40x50 progetto intorno al tema del Mediterraneo, che è presentato ed. 7 + 2 AP dimensioni variabili all’interno di Concret Unit, una mostra patrocinata dalla Bien- nale di Istanbul 2013.

FOTOGRAFIA 83 Altro che storie: la Toscana d’arte ne sa a pacchi! Lo dimostra il programma di mostre, eventi, manifestazioni con cui la Regione apre la stagione autunnale. Per darvi una buona occasione per tornare da quelle parti anche dopo le vacanze estive. ARTESHIRE LA MOSTRA di SANTA NASTRO fino al 3 novembre Henri Cartier-Bresson Lu.C.C.A Via della Fratta 36 LA MOSTRA 0583 492180 fino al 19 gennaio www.luccamuseum.com L’Avanguardia Russa Palazzo Strozzi IL MUSEO Piazza Strozzi Museo Ferragamo 055 2645155 Piazza Santa Trinità 5 www.palazzostrozzi.org 055 3562417 www.museoferragamo.it IL RISTORANTE Il Borro Tuscan Bistrot Lungarno Acciaiuoli 80r 055 290423 www.ilborrotuscanbistro.it

L’ALLOGGIO Hotel Continentale Vicolo dell’Oro 6r 055 27262 capannori www.lungarnocollection.com lucca pisa firenze

chianti

LA MOSTRA fino al 2 febbraio Andy Warhol Palazzo Blu Lungarno Gambacorti 9 050 2204650 www.palazzoblu.org

LA LETTERATURA Henri Desplanques Il geografo francese, morto nel 1983, ha dedicato importanti studi alla campagna della Toscana e dell’Umbria. Le sue diapositive, che documentano IL MUSEO le realtà agrarie di quelle terre, sono Tenuta dello Scompiglio di grande interesse scientifico e Via di Vorno 67 culturale. 0583 971475 www.delloscompiglio.org

Firenze caput ars. Non a caso partiamo da qui per cominciare a visitare la Toscana dell’arte. Tra mostre, appuntamenti, campagne rosseggianti dell’imminente autunno, non potrete non convenire che questa sia la stagione ideale per andare a spasso per quelle terre, quando il caldo torrido è final- mente terminato e le code ai musei si sono fisiologica- mente accorciate. E non dimenticate di programmare una gita fuori porta, per visitare i luoghi che da secoli affascinano viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Per dirla con il geografo francese Henri Desplanques, “la campagna toscana è stata costruita come un’opera d’arte da un popolo raffinato, quello stesso che ordinava nel Quattrocento ai suoi pittori dipinti e affreschi […] È incredibile come questa gente si sia costruita i suoi paesaggi rurali come se non avesse altra preoccupazione che la bellezza”. D’altra parte,

84 PERCORSI oggi il made in Italy nel mondo significa anche Toscana, per l’amore che le portano i turisti MO(N)STRE di FABRIZIO FEDERICI d’oltreoceano, grazie inoltre alla qualità delle sue proposte culturali. Alla Fondazione Palazzo Strozzi, ad esempio, DAL DAVID AL DENTIFRICIO dal 27 settembre si respirano atmosfere sibe- Nel primo capitolo dell’introduzione alle riane e orientali, con la mostra L’Avanguardia Vite, dedicato alle “diverse pietre che Russa (a cura di John Bowlt, Nicoletta Misler servono agl’architetti”, Giorgio Vasari ed Evgenija Petrova) dedicata alle origini eur- riserva una grande attenzione, com’è suo costume, alla Toscana, conducen- asiatiche del Modernismo russo, tracciando doci da un angolo all’altro della regione, nelle opere di Kandinsky, di Malevic, della sulle tracce delle pietre e dei marmi che Goncarova - per fare qualche nome - una vi si estraggono. Da “la pietra serena, e la linea antropologica e filologica che scava nelle bigia detta macigno, e la pietra forte” con cui fu costruita Firenze, al candido mar- tradizioni religiose, nell’arte preistorica, nelle mo di San Giuliano di cui “è incrostato di ritualità sciamaniche. Restiamo a Firenze: fuori il Duomo et il Camposanto di Pisa”. con la sua splendida collezione, l’affascinante Grande risalto conferisce messer Gior- gio ai marmi della Versilia medicea, in Museo Ferragamo vi farà ripercorrere l’illustre ossequio all’impegno profuso dai sovra- storia, dal 1927 al 1960, della maison, con ni toscani per incentivare l’escavazione calzature che faranno girare la testa a tutte le in quelle contrade; all’avvio dell’attività lettrici di Artribune. Gli oggetti conservati estrattiva diede un fondamentale contri- buto Michelangelo, come racconta una diventano ogni due anni protagonisti di un piccola mostra aperta, fino al 6 ottobre, racconto nuovo che fa interagire il patrimonio al Fortino di Forte dei Marmi. Imprescindibile invece, per saperne di più sulla passione dei granduchi per del museo con le pratiche dell’arte contempo- il settore lapideo, è una visita al museo del fiorentino Opificio delle Pietre Dure, dove l’occhio ha davvero di che godere, tra coloratissimi commessi, pitture su pietra paesina e ritratti di porfido. Naturalmente ranea, del design e del cinema. l’autore delle Vite non tralascia di menzionare le “montagne di Carrara” da cui si cavano “molte sorti di Per pranzo o cena, colazione o aperitivo (ma marmi […] e per lo più una sorte di marmi bianchissimi e lattati, che sono gentili et in tutta perfezzione per anche shopping nella versione “negozio”) vi far le figure”. Oggi purtroppo di “figure” se ne fanno poche: buona parte del marmo lascia Carrara sotto consigliamo il nuovissimo Borro Tuscan Bis- forma di detriti che poi, ridotti in polvere, sono utilizzati come abrasivi nei dentifrici e per altre produzioni industriali. Con lauti guadagni per pochi e gravi problemi per la collettività. Con ritmi di estrazione ormai trot, inaugurato il 18 luglio sotto la guida di folli. È incredibile che la civilissima Toscana, in grado di salvaguardare piuttosto bene ampie porzioni del Andrea Campani. Con le sue tartarre di chi- suo territorio, accetti che entro i suoi confini si consumi la distruzione delle Alpi Apuane, da molti non a anina, i suoi gustosi formaggi, la sua selezione torto ritenuta il più grave disastro ambientale d’Europa. di vini, vi farà scoprire l’eccellenza del territo- rio in un viaggio esclusivo per palati esigenti. E per dormire? Vi consigliamo un sonno ristoratore all’Hotel Continentale, con vista su L’ALTRO TURISMO di STEFANO MONTI Ponte Vecchio, food by Beatrice Segoni e Spa da non perdere, prima di ripartire alla volta di Lucca. INVEST IN TUSCANY Anche qui le mostre e i progetti d’arte non mancano. Al Lu.C.C.A è Henri Cartier- La Toscana è sempre stata meta prediletta del turismo internaziona- Bresson a far da padrone con una mostra le. Colpiscono, però, alcuni recenti antologica che, fino al 3 novembre, racconta fenomeni che vedono grandi attori le pietre miliari della carriera del fotografo, stranieri scendere in campo, inve- stendo svariati milioni di euro per mentre alla Tenuta dello Scompiglio l’autunno riqualificare casali, castelli e rilan- si veste di azzurro con la Compagnia dello ciare perfino interi borghi. Fra gli Scompiglio e il progetto Kind of Blue, terza investimenti immobiliari degli ultimi parte della Trilogia della Assenza diretta da anni, infatti, spiccano alcune opera- zioni di matrice marcatamente turi- Cecilia Bertoni. La regista ritrae in stica. Un esempio è l’investimento condotto dalla compagnia tedesca video, a partire da un testo di TUI nel Comune di Montaione, volto Nietzsche, artisti suoi collabo- all’acquisto e alla riqualificazione del complesso di Castelfalfi. Il pro- ratori, destituendoli dai loro getto prevede di intervenire su 18 percorsi professionali e inda- casali, 11 ville di lusso, il borgo e il suo castello, realizzando un risto- gandoli unicamente nella loro rante, tre alberghi e 41 appartamen- umanità. Sono immagini intime, che ci ti. A caratterizzare l’operazione è la portano nei luoghi più segreti della loro vita volontà di procedere in stretto dialogo con il territorio: il colosso tedesco è infatti sceso a patti con l’amministrazione locale, la quale ha dettato regole precise per controllare gli effetti sul paesaggio, le quotidiana e interiore. opportunità d’impiego per la forza lavoro locale, la formazione per le risorse umane del territorio e i Spostandoci a Pisa, facciamo tappa a Palazzo rapporti fra le strutture ricettive realizzate e gli istituti scolastici. La cittadinanza al completo segue Blu, che inaugura la stagione con la star in- l’evolversi del progetto, che per il momento prosegue efficacemente sulle linee stabilite, riqualifican- discussa della Pop Art, Andy Warhol. Dall’11 do in parte un territorio morente. Se da un lato fenomeni di questo genere possono essere interpretati come l’ennesimo tentativo di ottobre al 2 febbraio Una storia americana, a colonizzazione da parte dei grandi attori esteri, non possiamo negare l’impatto positivo esercitato cura di Walter Guadagnini e Claudia Beltra- su borghi e territori morenti e sul mercato del lavoro colpito dalla crisi. Appare chiaro, però, come mo Ceppi, espone oltre 150 opere provenienti queste operazioni meritino un’attenzione particolare da parte dell’amministrazione pubblica. È ne- cessario, infatti, che vengano condotte sulla base della tutela della cultura e dell’ambiente locale, dal museo dedicato all’artista a Pittsburgh, nell’interesse della comunità e del mercato del lavoro e secondo un’ottica di rispetto dell’autenticità ma anche da importanti collezioni di tutto dei luoghi e dell’ambiente umano. il mondo - come quelle delle gallerie Sonna- Quello che rattrista è la prolungata assenza degli attori italiani dallo scenario. Gli italiani sono pochis- bend, Feldman, Goodmann di New York, la simi, sia dal lato dell’offerta che da quello della domanda: nel caso di Castelfalfi rappresentano solo il 5% della clientela e sul versante delle compravendite immobiliari sono in continuo calo. La presenza collezione UniCredit e la Lucio Amelio in Ita- dello straniero sui mercati non dev’essere per forza demonizzata, ma è importante assicurarsi che la lia, il Mumok di Vienna, tra le altre - e venti sua presenza e l’iniezione di capitali si coniughi sinergicamente con il territorio, il sistema produttivo preziose polaroid. locale e le relative esigenze.

PERCORSI 85 La moda, il cinema, la capacità italiana di costruire un personaggio e uno stile come fecero Michelangelo Antonioni e Romeo Gigli. Affinità e divergenze fra il sistema americano e quello europeo, e la (felice) anomalia nostrana. STILE ITALIANO, TRA MODA E CINEMA di CLARA TOSI PAMPHILI

Recentemente, in una bellissima mostra dedicata a Michelangelo Antonioni, è stato esposto il suo lavoro su Lucia Bosé [qui sopra in Cronaca di un amore del 1955] e Monica Vitti: figure femminili che la sua sensibilità ha trasformato in dive, aiutato da due grandi maison romane, Fausto Sarli e le Sorelle Fontana. La mostra a Palazzo Diamanti di Ferrara raccontava quella creatività colta italiana che non conosce limiti di indagine e si muove su tutto, utilizza l’arte, l’architettura, la moda secondo la propria esigenza espressiva. Il modo di usare e non essere usati dalle cose, di chiedere aiuto agli oggetti per costruire un racconto, oltre che un’immagine. Operazione impossibile senza cultura e conoscenza per cui si scelgono strumenti e figure adatte e non si va fuori tema per errori di superficialità. Antonioni è uno tra i migliori esempi di creazione di stile italiano: si dice che i pantaloni bianchi di David Hemmings in Blow-up fossero suoi e in mostra i film dei provini di Monica Vitti che prova tessuti e abiti o i bozzetti che lui stesso dise- gna per Lucia Bosé ci illuminano tanto quanto le immagini di Zabriskie Point. Come dire che i creativi italiani sono stylist naturali; forse questa naturale propensione al sano di- sordine, allo stravolgimento anarchico dell’ordine delle cose, all’utilizzo felliniano dell’immagine rappresenta la nostra forza e il nostro limite. Il limite sta nella paura che questa abilità suscita negli altri, i quali tendono a non farci crescere troppo, a darci poco spazio: ci usano ma non ci fanno cresce- re, a meno che non lavoriamo per loro.

86 MODA Insieme a Michelangelo Antonioni, un altro gran- di ALESSIO DE’ NAVASQUES de viaggiatore ha ridisegnato il mondo cambiando FASHIONEW completamente la femminilità una ventina di anni fa e, per le sue caratteristiche colte, non è mai passato MODA E CABALA di moda. Un esempio di stile non solo per le donne, ma anche per mille altri creativi: Romeo Gigli, come Abiti leggeri e impalpabili come carezze avvolgen- Paul Poiret agli inizi del Novecento, ha raffigurato ti, che cingono come una melodia il corpo femmi- nile che li accoglie. La collezione Kabbalah della un mondo fantastico dove l’abito è portatore di una giovane e visionaria designer Ludovica Amati si storia. Lo styling è parte fondamentale del lavoro di basa sull’idea di un abito ideale, archetipico, una couturier di Gigli ma è visibilmente frutto del sapere, forma pura su cui poter scrivere un messaggio. dei suoi ricordi, del mondo che ha visto e che ha sa- “Per me l’abito è quello che posso indossare sem- pre, a qualunque ora del giorno e della notte, che è puto tradurre in tagli, stoffe, sovrapposizioni di capi parte di me”, racconta Ludovica. Le ispirazioni si apparentemente inconciliabili, ma dove ogni singolo ritrovano nella formazione della designer, fatta di pezzo basta per entrare in quel mondo. La ricerca viaggi intorno al mondo alla ricerca di una spiri- profonda fa sì che ogni elemento della sua collezione tualità perduta che va da Israele fino al Rio delle Amazzoni, passando per l’isla magica Ibiza. sia fondamentale e sufficiente come un pezzo dentro Camice e fluide sottovesti rimandano al lato più una Wunderkammer. Non sempre chi fa questo lavo- intimo del guardaroba femminile, le forme e le li- ro è così dotato. nee sono riprese da capi vintage primi Novecento, Gli stylist sono figure professionali determinanti nella che conservano quell’aurea di purezza e compo- stezza che la moda contemporanea sembra aver moda contemporanea. A fianco di un fashion desi- dimenticato. Cappotti e cappe rubati al guardaro- gner, di un brand, o di un fotografo o di un magazine ba del rabbino raccontano il mondo segreto dei sono capaci di inventare storie e personaggi con abiti grandi cabalisti della storia di Gerusalemme e le mille contaminazioni delle tribù di Israele: così il e accessori. Non c’è redazionale che si rispetti senza Tallit, il mantello rituale ebraico, diventa un pre- un titolo, e a quel titolo corrisponde lo show delle zioso ornamento anche della donna. Questa gran- immagini: come per un film, va fatto un casting de ricerca estetica e spirituale serve a Ludovica perché la modella sia giusta per quel mood, si scel- per trasmettere un messaggio segreto, di cui le sue creazioni sono portatrici. Dopo tre anni vissuti in Israele a studiare la cabala e i testi sacri, il suo percorso è stato profondamente gono gli abiti e gli accessori che spesso sarà difficile segnato dall’incontro con Yoel Kraus, rabbino di Ibiza, da cui l’idea di un progetto di moda che riconoscere senza le didascalie. Il fotografo e lo styling raccontasse la sua esperienza. Le geometrie sacre della Kabbalah diventano così stampe su corrispondono a quello che nel cinema sono regista e seta e cachemire, benedizioni e preghiere per chi le indossa. costumista: lavorano in simbiosi, con una intesa che Arricchiscono la collezione bottoni scultura, realizzati dall’artista Emiliano Maggi, come fu- sioni in ottone che riportano incisi a mano i settantadue nomi di Dio in ebraico. non faccia perdere troppo tempo visti i costi di certe campagne. www.ludovicaamati.com Prima, quando le foto ritraevano abito e modella nel miglior modo possibile per apprezzare i particolari di rifinitura, questo non serviva. Pensiamo ancora all’immagine cult del fotografo di moda di Blow-up: di FEDERICO POLETTI nello studio, lui e le modelle, un rapporto a due. La FASHIONOTES costruzione del personaggio così come la viviamo ora, del mood, del tema somiglia di più a quello che pri- ANVERSA: 350 ANNI FRA ARTE E MODA ma avveniva solo nel cinema. Ma la storia della moda A settembre l’Accademia Reale di Belle Arti di An- è strettamente legata al cinema: le vamp prima e le versa - una delle più antiche del mondo dopo Firen- dive poi furono quei modelli che cancellarono l’im- ze, Roma e Parigi - ha celebrato il suo 350esimo anniversario. Nata nel 1663, quando Filippo IV con- portanza delle regole dettate dai couturier. Grandi cesse il permesso alla Gilda di San Luca di fondare creatori furono costretti ad adattarsi un’accademia pubblica e gratuita, dal 1811 si trova nell’ex convento dei frati minori, grazie all’interven- a modelli femminili imposti dal to di Napoleone. grande schermo e cambiare il dise- I festeggiamenti per l’accademia belga valgono dop- pio: da un lato, l’arte compie tre secoli e mezzo, gno, modellandolo sull’immagine dall’altro la moda è arrivata al 50esimo anniversario delle eroine del momento. Le famose con il prestigioso Fashion Department. Senza dub- major americane, le grandi case di produzione cine- bio quest’ultimo è uno dei più influenti nel panorama matografiche che negli Anni Trenta mettono in atto della moda, reso celebre dai primi famosi diplomati nei primi Anni Ottanta sotto la direzione di Maria Pri- una vera e propria politica culturale specializzandosi jot, i “Sei di Anversa”. Il MoMu - Museo della Moda ognuna in un filone, creano un’industria con scuderie propone una vasta retrospettiva per ripercorrere la fatte di tecnici e professionisti. Per lanciare una star storia, il metodo e l’identità dell’Accademia. La mo- arrivavano a spendere milioni di dollari, consapevoli stra parte dalle creazioni della prima generazione con l’emergere dei Sei (Ann Demeulemeester, Dri- di promuovere un prodotto commerciale sul mercato. es Van Noten, Dirk Van Saene, Walter Van Beirendonck, Marina Yee, Dirk Bikkembergs) Il cinema era capace di far sognare migliaia di donne fino a Martin Margiela e ai progetti dei più talentuosi allievi. L’incursione nella moda “made e i grandi magazzini permettevano di comprare le in Antwerp” arriva anche alle successive generazioni di stilisti, come Veronique Branquinho, copie degli abiti delle attrici a prezzi accessibili. AF Vandevorst, Stephan Schneider, Bernhard Willhelm, Christian Wijnants, Bruno Pieters, , e . Un percorso che vuole mostrare le Lo si può leggere come il primo passo di distribuzio- Tim Van Steenbergen Peter Pilotto Kris Van Assche dinamiche dell’accademia tramite filmati e foto d’archivio e per svelare le carriere di succes- ne democratica del prodotto di moda: mentre l’Euro- so dei suoi laureati, raccontando il dietro le quinte, prima dell’arrivo delle luci della ribalta. pa parigina dava regole di raffinata e selettiva eleganza La mostra del MoMu, 50 Years Antwerp Fashion Department, è solo una tra le tante iniziative con le collezioni di Chanel, Dior e altri, gli americani che si vedranno in giro per la città. Anversa, nota anche per aver dato i natali a Rubens, deci- dicevano che tutte le donne potevano essere vestite de di celebrare la tradizione artistica con una mostra al MaS - Museum aan de Stroom, in cui saranno messe in dialogo le opere dei più noti artisti fiamminghi (Jacob Jordaens, David Te- come in un film. Il sistema non è cambiato: ancora niers il Giovane, Vincent van Gogh e Laurens Alma Tadema) con quelle più contemporanee oggi il costumista/stylist detta le regole creando dei di Panamarenko, Fred Bervoets e Anne-Mie Van Kerckhoven. Una ricostruzione creativa personaggi e i film lanciano le mode. Noi italiani non dell’accademia riporterà i visitatori ad assaporare l’atmosfera agli inizi del XVII secolo. Infine, riusciamo a essere così votati completamente al suc- per le strade della città saranno posizionati totem con grandi cartelloni pubblicitari e fotogra- fie di Ronald Stoops [nella foto, un suo scatto per Martin Margiela] in cui sono protagonisti cesso del prodotto; rispondiamo con quella attitudine gli oggetti iconici scelti dai designer di Anversa. più colta, innata, quella di Michelangelo Antonioni o Romeo Gigli. www.antwerp-fashion.be MODA 87 via dei Fori Imperiali viale Serapide

viale della Domus Aurea viale della Domus Aurea

via Labicana

COLOSSEO via Labicana 8

piazza del Colosseo

via di San Giovanni in Laterano

via dei Santi Quattro

via dei Santi Quattro

via Claudia via Celimontana viale del Parco Celio

5 via Capo d’Africa via Celio Vibenna 7 via Capo d’Africa

via Ostilia PARCO CELIO via Marco Aurelio via Celimontana

via Marco Aurelio

La zona è sotto l’occhio del ciclone nelle ultime settimane a Roma poiché connessi con la progressiva pedonalizzazione dei Fori Imperiali. Tra posti fianco del Colosseo e a cavallo di via Labicana sta continuando a crescere Colosseo Village 1. 2. 3. 4. Frutta T293 S.A.L.E.S. Cipriani La citiamo per prima, anche se - alme- La sigla rimanda all’indirizzo napoleta- La galleria fondata da Massimo Mininni No, non è quel Cipriani, quello dell’Har- no finora - è l’ultima arrivata in zona. no della galleria, in via dei Tribunali al e Norberto Ruggeri si chiama così per- ry’s Bar di Venezia. No, è un biscottificio La vivace galleria dello scozzese James civico 293, dove l’esperienza ha avuto ché la sua prima sede fu a Trastevere, nato nel 1906 per mano dell’umbro Pa- Gardner, in provenienza da via della Ve- inizio. Poi Paola Guadagnino e Marco proprio in via San Francesco di Sales. La trizio. E ora, nel 2013, quello stesso ne- trina, approda infatti al Colosseo e rialza Altavilla hanno aperto una sede nel cen- stessa qualità e la stessa apertura inter- gozio è gestito dalla quarta generazione le quote artistiche nell’area, tendenzial- tro storico di Roma. E giusto un anno nazionale sono state trasferite qualche di fornai della medesima famiglia. Senza mente in ascesa. Collettiva Grand Ope- fa hanno trasferito la sede capitolina anno fa in spazi più spaziosi - una ex ning per iniziare, poi subito una perso- nel redivivo distretto del Colosseo, alle officina - proprio alle pendici del grande conservanti né coloranti, vi troverete un nale di Oliver Osborne che inaugura il pendici di Colle Oppio, negli spazi di monastero di clausura dei Santi Quattro assortimento infinito di biscotti, va da 10 ottobre. E c’è pure il project space un ex grossista di pelletteria. L’esordio Coronati. Sales è stata peraltro la prima sé, ma anche torte d’ogni risma. Per una chiamato Hadrian, con le mostre di Sol di questa stagione è con Wyatt Kahn, in galleria a far debuttare questo nuovo di- valutazione iniziale, da provare le fette Calero e, a seguire, David Bernstein. mostra fino al 22 ottobre. stretto. biscottate artigianali. via pascoli 21 via crescimbeni 11 via dei querceti 4/5 via carlo botta 21/23 www.fruttagallery.com www.t293.it www.galleriasales.it www.pasticceriacipriani.com

88 DISTRETTI via Carlo Botta

4

via Merulana via Mecenate

via Angelo Poliziano

1 via Guicciardini

via Ruggero Bonghi via Ludovico Muratori

via Giovanni Mario Crescimbeni 2 via Labicana via Merulana

via Labicana

via Labicana via di San Giovanni in Laterano via Labicana via dei Querceti

via dei Santi Quattro

via di San Giovanni in Laterano 3 via dei Santi Quattro

via Capo d’Africa via dei Querceti 6

si tratta proprio di quell’area interessata ai grandi cambiamenti di viabilità auto perduti e strade che hanno cambiato senso, tuttavia, il distretto a dal punto di vista creativo. Colosseo Village 5. 6. 7. 8. Hard Candy Hotel Capo d’Africa Caffè Propaganda Gay Street Edificio dei primi del Novecento, gusto Sono sette chef e tre pasticcieri, e sono Nel 2007 ha ricevuto l’imprimatur uf- Città del Messico, Mosca, Santiago del ficiale, anche se ciò non ha impedito il contemporaneo in tutto il resto (con tutti under 25. Si presenta così il nuo- Cile, San Pietroburgo, Sidney, Toronto, verificarsi di isolati episodi di omofobia. Berlino. E adesso Roma. Il network di anche tanta arte). D’altro canto, il mix vo corso del Caffè Propaganda, bistrot Un tratto di via San Giovanni in Latera- palestre fondato da Madonna sbarca temporale a Roma non lo si evita nem- piacevole e sfizioso che punta sempre di no che è o dovrebbe essere gay/lesbian meno volendo. E allora val la pena di più su materie prime (da tenere d’oc- nella Capitale con due sedi, una ai Pa- friendly e che si è trasformato in un’area portarlo all’acme, prenotando la Terraz- chio la lavagna coi piatti del giorno) ed ad altissimo tasso di luoghi per lo shop- rioli e un’altra proprio a due passi dalle za Studio Suite, così da godersi l’otto- elaborazioni gustose ma non azzardate. ping e la socialità (e ad alta frequenza gallerie di cui parlavamo. Per la preci- brata romana con vista sul Colosseo. E Un esempio? Il raviolo ripieno di burro di decibel, lamentano i residenti). Tutto sione: pur avendo aperto entrambe lo il roof si può sfruttare anche per bere un e alici con briciole di pane croccante e iniziò nel 2001 con l’apertura del Co- ming Out. Nella speranza che i passi in scorso 16 settembre, la sede scelta dalla aperitivo al Centrum Bar o per mangia- fiori di zucca. E non mancate di fare una popstar è stata proprio quella dell’Esqui- avanti sui diritti civili non rendano più re una pasta (di Gragnano, of course) in degustazione di dolci e di ordinare un necessarie in futuro riserve per minoran- lino, con 1.300 mq su tre livelli. show cooking.. cocktail. ze... via capo d’africa 5 via capo d’africa 54 via claudia 15 via di san giovanni in laterano www.hardcandyfitnessroma.it www.hotelcapodafrica.com www.caffepropaganda.it www.arcigay.it

DISTRETTI 89 La visitazione di Ragnar1 A long way home2

È iniziata così, verso la fine dei Novanta, con Klara Lidén (Stoccolma, 1979) entra al Muse- la comparsa di album di artisti islandesi dalle ion per la seconda volta. Dopo aver partecipa- cover patinatissime sotto la categoria “alterna- to, con due lavori, all’iter di The New Public di tiva”. I loro nomi erano Sigur Rós, Múm, ma Rerin Wolfs nel 2012, la Lidén, in questo nuo- anche GusGus, the Sugarcubes e ovviamente vo percorso dal titolo Invalidenstraße, si appro- Björk a fare da rompighiaccio a questa lenta ma pria del quarto piano del museo bolzanino e inesorabile colonizzazione fredda. presenta una trentina di opere: progetti recenti Cosa c’entra tutto questo con l’arte di Ragnar (Autostrada Café), alcuni inediti e prestiti pro- Kjartansson (Reykjavik, 1976)? C’entra ecco- venienti da collezioni sia pubbliche che priva- me se si vuol comprendere fino a fondo quan- te. Per la mostra sono stati inoltre creati diversi to la musica sia, nella sua poetica, l’elemento poster painting, strati di manifesti rimossi dalla strutturale da cui muovono i suoi più importanti progetti, oltre a evidenziare quan- strada e coperti da una cover bianca, che li rende simili a pitture e ne de-grada il to i segni visivi, culturali del “pianeta Islanda” siano divenuti prominenti nell’este- tica recente. loro messaggio originario. La mostra all’Hangar mette in scena uno dei lavori più semplici e insieme più densi La mostra dedicata all’artista svedese è solo l’ultimo passaggio di una serie di per- della produzione di Kjartansson: The Visitors (2012), precedentemente esposto al sonali in istituzioni prestigiose come il New Museum di New York (2012), la Ser- Migros di Zurigo (che lo produsse) e in altre importanti istituzioni. L’opera, com- pentine Gallery di Londra (2010) e il Moderna Museet di Stoccolma (2007); senza posta da nove grandi videoproiezioni, mostra il portico e otto stanze di una villa dimenticare il fatto che la Lidén ha rappresentato la Svezia alla 53. Biennale di Venezia, nel 2011. splendidamente decadente dell’Upstate New York, fino al 12 gennaio con una storia che la vede direttamente o indiret- fino al 17 novembre A Bolzano, installazioni, fotografie e video registrano HANGAR BICOCCA MUSEION tamente vicina alle arti. All’interno di questo parti- Via Chiese 2 - Milano azioni e performance in cui Lidén utilizza il primo pia- Via Dante 6 - Bolzano colarissimo luogo, l’artista e i suoi amici, musicisti 02 66111573 no di se stessa come uno specchio, giungendo spesso 0471 223413 e collaboratori, semplicemente suonano e cantano. [email protected] a rappresentare modalità di self-portraiting silenziose e [email protected] www.museion.it Sarebbe davvero sufficiente non raccontare di più www.hangarbicocca.org paradossali (Self Portrait with the Keys to the City). L’arti- di ciò che accade in queste proiezioni simultanee sta, spesso soggetto unico, diretto a rivelare una pratica tanto è forte, seducente ed emotivamente potente il racconto visivo e soprattutto artistica esplorativa, utilizza la strada come un mezzo di prova, una scenografia da sonoro che i video restituiscono al visitatore. tracciare, perforare e rendere propria, tra supporti video e fotografie. La Lidén si Nella sua apparente semplicità, The Visitors abbraccia tutte le tematiche che Kjar- insinua e delimita il mondo urbano attraverso: il moonwalk alla Michael Jackson, tansson elabora di opera in opera: la forza evocativa delle musica e i pattern emo- in una New York notturna (Der Mythos des Fortschritts, 2008); scendendo in un zionali e psicologici che questa descrive, l’idea di un’arte che nasce dalla forma tombino (Untitled (Pier), 2012); o ancora arrampicandosi sul palo di un semaforo comunitaria di collaborazione e la straordinaria capacità di rendere omogenei ele- (Untitled (Down, Alex), 2011). In altri video è invece lo spazio domestico ed ec- menti apparentemente distanti, come far convivere Karlheinz Stockhausen e gli cessivamente ristretto a fare da sfondo a scene sature di energia, luoghi in cui, ad ABBA oppure trasformare una fanfara su una barchetta in una bizzarra versione di esempio, la Lidén fa a pezzi una bicicletta in casa (Bodies of society, 2006) o dove Fitzcarraldo nella Laguna di Venezia. Kjartansson, figlio di una famosa attrice e di uno sceneggiatore, ha una naturale getta se stessa in un cestino per la carta (Untitled (Trashcan), 2011). predilezione per le tempistiche teatrali, drammaturgiche e intrattenitive che ap- Ogni lavoro della Lidén è un’ode fisica alla nostalgia (dal greco nostòs, ‘ritorno’, e plica alle sue performance, talvolta diluite anche in macrotempi ma che sempre algìa, ‘dolore’: letteralmente, “sofferenza evocata dal desiderio del ritorno”). A partire riescono a incontrare la partecipazione di un pubblico che si appassiona ed entra dal titolo, Invalidenstraße (via in cui l’artista risiede a Berlino), il Museion mette in in empatia con il progetto. Come se non bastasse, The Visitors è anche un inno luce diverse tappe di un’artista che, in continuo viaggio verso uno spazio proprio, politico intimo, che l’artista dedica al suo unico credo: il femminismo. restituisce all’estraneità dei nostri luoghi la misura fisiologica di una interiorità universale. Riccardo Conti Ginevra Bria

Le architetture emozionali di Starkenburg3 La politica ridotta a una silhouette4 Non importa dove, come, quando. Conta l’idea. Non serve sapere se È un buon esordio quello della sede milanese della Galleria Luca Tom- quel murale è stato effettivamente realizzato o solo immaginato, per- masi. Funzionali gli spazi, strategica la posizione (nel cortile di Giò Mar- ché fisicamente “non si può arrivare coni), ottima la scelta di Sergio Lombar- in ogni luogo”, come confida Wim do (Roma, 1939). Un artista che si trova fino al 12 ottobre Starkenburg (Gieterveen, 1947), in una fase di meritata riscoperta, tra gli fino al 16 novembre VAN DER artista olandese, da oltre trent’anni esecutore materiale autori di quella “pop all’italiana” caratterizzata da uno sguardo LUCA TOMMASI Sol Via Giulia di Barolo 13c - Torino di molti tra i lavori del padre dell’arte concettuale sagace sulla società di massa. Per Lombardo l’omogeneizzazio- Via Tadino 15 - Milano LeWitt e alla sua prima personale in Italia. Così non è 011 6983283 ne delle identità passava per gli atteggiamenti non verbali. Nel 335 242433 ben chiaro se le foto documentino interventi reali o sia- [email protected] ciclo dei Gesti tipici, ben rappresentato in mostra, stilizzava [email protected] no esse stesse frutto delle manipolazioni digitali dell’au- www.vandergallery.com tore, che lavora anche con la fotografia. Poi ci sono i gli uomini di stato (Kennedy, Kruscev, Nenni) riducendoli www.lucatommasi.it disegni della sua produzione più recente, fatti con ma- a silhouette, evidenziando la postura stereotipata. I gesti di- teriali semplici come il pastello, la grafite, l’inchiostro e la carta, che sono diventati anche un ventano buffi e allo stesso tempo inquietanti, preconizzatori libro d’artista, a cura di Print About Me. Infine, un wall drawing su una parete della galleria. del definitivo scivolamento della politica nel populismo. Negli Uomini politici colorati, l’altro Il tema è sempre quello dello spazio architettonico, che l’artista indaga con fare empatico. ciclo esposto, la cromia non attenua l’effetto simulacrale, e la critica è più velata ma altret- tanto efficace. Claudia Giraud Stefano Castelli

The edge of lines5 Vanni Cuoghi: giochi cortesi ma non troppo6 Amy, la vedova di Fred Sandback (Bronxville, 1943 - New York, 2003) Vanni Cuoghi (Genova, 1966) non teme il confronto con la storia. Le concede, dopo la personale da 1000eventi nel 2007, un nuovo omaggio opere che realizzate per il Museo Civico di Crema, ispirate alla vita di alla inscindibilità visionaria del marito. corte rinascimentale, I tre progetti, realizzati con filo acrilico LISSON GALLERY dialogano con i reperti nero o rosso, osservati frontalmente o archeologici in una rin- fino al 13 ottobre Via Zenale 3 - Milano MUSEO CIVICO dall’alto assumono forma triangolare, 02 89050608 novata iconografia che contamina l’immagi- proprio come le linee del lavoro collocato in un angolo del- nario dell’artista con le memorie del luogo, e Piazzetta Winifred Terni De Gregorj 5 - Crema [email protected] 02 58316316 la galleria (Untitled (Cornered Triangle, Fifth of Ten Cornered www.lissongallery.com il risultato finale è più profondo di quel gioco Constructions), 1980). In quest’opera, fili di uguale lunghezza (aion) che dà il titolo alla mostra. L’ironia di [email protected] compongono un triangolo equilatero che, appoggiato contro Cuoghi è tagliente quando le dame cortesi www.areab.org l’angolo della stanza, forma un tetraedro. Le altre due opere, invece, definiscono aree trian- decapitano i loro pretendenti e accondiscen- golari: una disegna due piani verticali convergenti, che si restringono in un punto; l’altra è dente quando le vergini seducono i cavalieri composta da tre angoli che levitano, congiungendosi in un punto ideale a terra. La geometria avvolgendoli con la lunga treccia dei capelli. Nelle opere di Cuoghi convivono con intelligen- di Sandback sviluppa il proprio rigore anche su disegni (realizzati con matita e pastelli) e za classico e barocco, razionalismo e spettacolarità, rinascimento e packaging, la cultura della modellini in scala. storia dell’arte e dello schermo cinematografico. Ginevra Bria Deianira Amico

90 RECENSIONI Buddhismo monumentale7 E il MAN si consolida8

Zhang Dongming (Anyang City, 1965, vive La personale di Laura Pugno (Trivero, 1975; tra Shanghai e New York) – questo il vero vive a Torino), raccogliendo un buon nume- nome dell’artista, mutato a circa trent’anni su ro di opere realizzate negli ultimi cinque anni, consulto di un maestro yijing in Huan, come permette di saggiare l’evoluzione di una pit- esortazione a esprimere il proprio potenziale – trice che interroga con intelligenza il proprio è senza dubbio colui che più ha contribuito a mezzo espressivo d’elezione. A fare da fil rouge, originare un’arte performativa cinese. Dai pri- il paesaggio utilizzato come “pretesto”, anche mi Novanta e per circa un decennio, nella Bei- jing East Village realizzò azioni se la complessità del soggetto ben si presta alla di forte trasgressione, mantenendo simili mo- peculiare sperimentazione dell’artista. Si passa dalità espressive nel successivo periodo new- così dai dipinti della serie KWh (2008) alle sin- yorchese, determinante per una conoscenza tesi delle Percorrenze (2010), per poi insistere diretta e approfondita della cultura occidentale nonché per inserirsi nel sistema sulla manipolazione fisica e concettuale dei fondamenti della pittura di paesaggio. artistico. Quindi nel 2006, a seguito di un viaggio in Tibet, scelse di tornare in E così si arriva all’invisibilità nelle lastre di Paesaggio di spalle (2010), alle abrasioni Cina e di acquistare un’enorme industria dismessa. L’evoluzione spirituale non solo su stampa fotografica di Esitando (2011) e Quel che Annibale non vide (2012), alla comportò una diminuzione dell’attività performativa direttamente proporzionale all’incremento dell’impegno in pittura e scultura, ma determinò una modifica- apticità (tramite l’uso del braille) di Didascalie n. 5 e di Taccuini di viaggio (entram- zione profonda negli obiettivi: recuperare al be serie del 2013). presente quella sterminata tradizione cultura- Quanto a Norman McLaren (Stirling, 1914 - Montréal, 1987), la mostra co-cura- le che la Cina contemporanea, per via di una fino al 13 ottobre ta da Elena Volpato si compone di due monitor sui politica folle, ha cancellato prima dalla realtà PALAZZO VECCHIO quali scorrono documentari dedicati all’artista, ma e poi dalla memoria. Piazza della Signoria - Firenze soprattutto di uno schermo che permette di vedere MAN FORTE BELVEDERE Via Satta 27 - Nuoro Il percorso di opere tra Palazzo Vecchio e For- in sequenza alcune delle animazioni più importanti te Belvedere, quest’ultimo riaperto dopo due Via di San Leonardo 1 - Firenze 0784 252110 dell’artista naturalizzato canadese. A caratterizzarne anni dai tragici incidenti che vi sono avvenuti, 055 217704 www.museoman.it riguarda in modo esclusivo l’ultimo periodo [email protected] l’opera, non nota quanto meriterebbe, un’estrema creativo. Tra le serie in mostra vi sono gli Ash www.oncevents.com varietà di tecniche, non utilizzate quanto sperimen- Paintings realizzati con la cenere dell’incenso tate se non inventate. Fra i molti esempi, oltre a quel Neighbours (1952) che gli bruciato nei templi buddhisti, i piccoli teschi valse l’Oscar come miglior documentario, il visionario Blinkity Blank (1955), le Family simili a un memento mori, le rappresentazioni in vario materiale – ancora cui immagini emergono dall’incisione della pellicola nera, con un procedimento cenere, ma anche bronzo, acciaio specchiato, pelle di mucca – del Buddha e di omologo al celeberrimo operare michelangiolesco nei confronti del marmo. Gesù Cristo, spesso uno di fronte all’alto (oltre a un Confucio in marmo bianco Infine, ma certo non da ultimo, la prima tappa del progetto Braccia (la seconda sarà donato alla città). In genere si tratta di opere di grandi dimensioni e dotate di spettacolarità. Special- al Museo Marino Marini di Firenze). A prima vista, una buona collettiva con opere mente il Taiwan Buddha cinereo, lasciato a disfarsi a dimostrazione dell’imperma- di Alexandra Bircken, Michael Höpfner, Luca Francesconi, Jessica Parker Va- nenza di ogni cosa, o il gigantesco Three Heads Six Arms affacciato sul panorama di lentine, Ian Pedigo e Luca Trevisani. In realtà, qualcosa di molto più complesso, Firenze, rivelano il carattere doppio di questa esposizione . Perché se da una parte poiché Alessandro Biggio, che ne è il promotore, l’ha letteralmente costruita in è innegabile la capacità tecnica e produttiva della “factory” Huan, in linea con loco dopo più o meno lunghi scambi con gli artisti invitati. Dunque, chi è l’autore la potenza materiale che la Cina sta dimostrando, dall’altra si è persa l’incisività, delle opere? Che ne è della firma? E di tutte quelle figure del sistema dell’arte che e forse anche l’autenticità, delle prime performance: assunto che l’insegnamento vanno sotto l’etichetta di ‘curatore’, ‘allestitore’, ‘artigiano’? Le esperienze più inte- buddhista necessiti di essere comunicato più che urlato, queste enormi sculture, ressanti di questi ultimi anni vanno esattamente in questa direzione, ovvero tentare pur nel loro desiderio sincretistico ed ecumenico, corrono il rischio di trasmettere in maniera sensazionalistica la preziosità del pensiero orientale. Davvero un con- di ridefinire ambiti di competenza e modalità operativo-relazionali. E questo è un flitto tra materia e anima. esempio particolarmente riuscito di sollecitazione del sistema.

Matteo Innocenti Marco Enrico Giacomelli

Pronto soccorso a cavallo9 Forme irregolari, superfici piane10 Può una lettiera per emergenze sanitarie dotata dei più avanzati accorgi- Wyatt Kahn (New York, 1983) sbarca per la sua prima personale in menti tecnologici venire allestita su un cavallo anziché a bordo di un’au- Italia presso T293, al civico romano di un’elegante traversa di via Labi- toambulanza? Secondo Urs Fischer cana, a pochi passi dal Colosseo, immersa tra storia e forme, elementi (Zurigo, 1973) sì. L’artista svizzero che l’artista, durante l’inaugurazione, porta a Roma il suo concettualismo fino al 26 ottobre dichiara come fonti d’ispirazione per il fino al 22 ottobre a trazione pop, sgomberando il più GAGOSIAN GALLERY suo lavoro. Stratificazioni di tela vesto- T293 possibile la sala ovale della galleria italiana di Gagosian. no pannelli dissimili, formando così inedite sembianze, ora Via Francesco Crispi 16 - Roma Via Crescimbeni 11 - Roma L’idea è brillante e intrigante. Sa però di scelta formalista frammenti perimetrati in un rettangolo che restituiscono 06 42086498 06 88980475 l’aver congiunto animale e barella hi-tech a mezzo fu- un’ossessiva precisione, ora solitarie lenti di ingrandimen- [email protected] [email protected] sione/decolorazione/glassatura glam-spacey. Tant’è che il www.gagosian.com to di quei frammenti precedenti, dove l’irregolarità incede. mazzolino di fiori colorati installato a mo’ di contrappun- Ogni forma nasce da questi assemblaggi e nelle superfici www.t293.it to e di negativo concettuale, più che condensare dando piane, traversate dalla manualità dell’artista, s’intravedono forza all’insieme, finisce per complicare e appesantire. Completano la mostra tre lavori a pa- porosità, disomogeneità e pulviscoli che abitano su piccole rete di matrice fotografica, di grande formato, in cui uova e ovali di volti umani compongono fortuite culle di tessuto. Le contrapposizioni tra sfumature diverse di un’unica cromia alimen- tautologie visive ineccepibili ma poco incisive. tano le tensioni insite in una ricerca squisitamente formale.

Pericle Guaglianone Giorgia Noto

Jannis Kounellis e la drammaticità dell’arte11 Margherita Moscardini nel bunker12 La grande tela gialla è attraversata da una trave di ferro che pende dal Margherita Moscardini (Donoratico, 1981) espone alla Ex Elettrofoni- soffitto con l’estremità di coltello a sfiorare il pavimento: è il primo im- ca di Roma - spazio iperconnotato e perciò per niente facile - il suo work patto con l’installazione di Jannis Kounellis (Pireo, 1936). “Anche se in in progress partito dallo studio dei modo essenziale”, spiega volumi dei bunker che ha osservato EX ELETTROFONICA l’artista, “quel dipinto GIACOMO GUIDI sulle coste francesi, franati nelle posi- Vicolo Sant’Onofrio 10 - Roma richiama le ‘Demoiselles d’Avignon’; ne ha le Corso Vittorio Emanuele II 282-284 - Roma zioni più improbabili. Forse il senso 06 64760163 dimensioni, le possibilità drammaturgiche, 06 68801038 / 393 8059116 dell’intera operazione sarà chiarito solo dal padiglione che autonomia linguistica e senso di rivelazione”. l’artista ha intenzione di costruire in una cava a L’Aquila [email protected] [email protected] Riflessioni di carattere etico s’intrecciano con in ottobre, a coronamento del progetto. Più convincen- www.exelettrofonica.com www.giacomoguidi.it quelle poetiche sullo spazio, sulla memoria ti le maquette che, con le stesse forme pure e rigorose, storica e sulla vita. Il perimetro è ricoperto danno vita a paesaggi resi reali dallo scorrere dei granelli da lamiere che si giustappongono in un dinamismo sonoro. In fondo, un lampione-forca con di sabbia in una clessidra o dalle coordinate spaziali segnate da una bussola. Gli “annessi” coltelli da macelleria. Da un lato, disposti in circolo, 12 sacchi di carbone, “una presenza che del titolo creano dimensioni collaterali ai lavori esposti, trascinando con sé la memoria delle restituisce allo spazio il dramma esiliato”, chiarisce Kounellis. esperienze passate, come la residenza al Macro, testimoniata dalla finestra ricreata in galleria e dal tavolo-podio per una delle maquette. Lori Adragna Chiara Ciolfi

RECENSIONI 91 1 2

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senaldi

marco testo e foto di

el 1970 Gino De Dominicis realizza un’opera Senza titolo che tra lui giovane e lui anziano. Quello che ci permette invece di fare un consiste in due fotografie accostate. Nella prima vediamo il confronto così stringente tra due età della stessa persona è il mezzo Nvolto di un uomo giovane, nel fiore degli anni; nella seconda, fotografico. La fotografia si colloca, per così dire, fuori dal tempo a destra, vediamo un uomo anziano. La posizione è la stessa: primo e il tempo, per le immagini, sembra non passare mai. Il giovane piano, soggetto centrale, sguardo puntato verso l’obiettivo. Anzi, i uomo, considerato da solo, potrebbe essere chiunque, anche qual- due uomini non solo indirizzano lo sguardo nella stessa direzione, cuno morto da tanto tempo; assume il suo senso grazie a ciò che ma hanno lo stesso sguardo: infatti sono la stessa persona, fotografa- è divenuto da vecchio, che è un vecchio solo in quanto era stato ta però a distanza di molti anni. GDD era ossessionato dal problema un giovane; ma noi possiamo giudicare questa asimmetria interna dello scorrere del tempo e da quello dell’immortalità, e quest’opera all’identità di quest’uomo solo grazie allo stridente accostamento concerne indubbiamente quella questione. delle due immagini fotografiche. Pensando al tempo passato da quando l’opera è stata realizzata a Se però si osserva questa foto scattata di recente in una qualunque oggi, si potrebbe forse aggiungere un terzo ritratto del soggetto, or- città occidentale, si vede subito che il confronto operato da De Do- mai vecchissimo, oppure sul letto di morte; d’altra parte, accanto minicis è stato a sua volta invertito: il vecchio a sinistra è chiara- alla foto dell’uomo da giovane si sarebbe potuta inserire un’altra mente lo stesso giovane a destra, solo che quest’ultimo non lo pre- foto, dello stesso uomo da ragazzo, o addirittura da bambino. Ma cede nel tempo, ma lo segue! Il sottinteso pubblicitario è evidente: qui non si tratta di descrivere lo sviluppo della personalità di un se anche tu ascolterai la nostra musica, comprerai le nostre t-shirt, determinato individuo – la sua storia personale, per così dire – ma farai il nostro sport, tornerai giovane… Ma fatalmente il messag-

Reverse Chronology di soffermarsi su un mistero molto più originario, cioè quello per gio trae con sé un alone di ambiguità, sottolineato dallo sguardo cui lo stesso uomo, qualunque esso sia, col passare del tempo, pur vagamente perverso dei due personaggi: non sembrano entrambi restando lo stesso, cambia profondamente o, come si dice volgar- in qualche modo zombie o vampiri, spettri sopravvissuti alla loro mente, invecchia. stessa morte? E, soprattutto, la cosa più inquietante non è forse pro- C’è però un secondo elemento che non dobbiamo trascurare: certo, prio la duplicità dello stesso individuo? Anche in un semplice detta- noi possiamo osservare una cosa che cambia nel tempo, ma non glio della cultura popolare sembrano avverarsi le profezie dell’arte: possiamo astrarre noi stessi dal tempo che passa, ossia possiamo l’enigma dell’immortalità così efficacemente toccato da De Domi- osservare una cosa che cambia, ma nell’osservarla cambiamo an- nicis è diventato ormai la nostra preoccupazione quotidiana, che che noi stessi. Se avessimo conosciuto quest’uomo da giovane, lo cerchiamo di risolvere con il lifting, lo shopping o, semplicemente, avremmo visto lentamente invecchiare, ma per poterlo seguire in il photo-shopping. questo processo avremmo dovuto invecchiare insieme a lui, e solo Ma il prezzo della nostra reverse chronology personale sarà niente- nel lento trascorrere del tempo ci saremmo accorti della differenza meno che l’irreparabile lacerazione della nostra stessa identità.

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