PROGETTO ADRIATIC SEAWAYS Le Rotte Dell'europa Adriatica UN

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PROGETTO ADRIATIC SEAWAYS Le Rotte Dell'europa Adriatica UN Progetto ADRIATIC SEAWAYS Le rotte dell'Europa Adriatica PROGETTO ADRIATIC SEAWAYS Le rotte dell'Europa Adriatica UN MARE, DUE SPONDE L’Adriatico dai miti alla storia contemporanea: scambi di merci, di uomini, di lingue e di culture Ricerca sulla relazioni storiche, sociali, commerciali del Mare Adriatico a cura di Giacomo Scotti Settembre 2007 - 1 - Progetto ADRIATIC SEAWAYS Le rotte dell'Europa Adriatica Sommario: ASTERISCHI COME PREMESSA La favola dei tre fiumi – Gli italiani rimasti fanno da ponteI L’IDENTIKIT DELL’ADRIATICO Gli incerti confini tra Ionio e Adriatico – Le origini di un nome – Un mare-ponte – Un antico crocevia – Preistoria e mitologia II DAL NEOLITICO ALL’ETÀ DEL FERRO Arrivano gli Illiri – La stele di Novillara – L’Adriatico dei Greci – Le colonie adriatiche III ROMA SULLA SCENA L’appoggio ai Greci – Fine del regno illirico – Un mare – lago veramente nostrum – Dalmati a Ravenna – Da Arbe a San Marino IV IMPERO DIVISO, NON L’ADRIATICO La pietra d’Istria come ponte – Venezia, un’isola istriana – Da Rimini a Loreto – Arrivano gli Slavi – I papi e i Croati – Un processo di simbiosi. V SLAVI ANTICHI FRA PUGLIA E CALABRIA Tra il X e l’XI secolo – Da Belsignano a Stilo cent’anni di residenza - Il ruolo di Cattaro – Benedettini e Francescani – Artigiani dall’Italia VI COLONIE CROATE NEL MOLISE UNA “SCLAVONIA” NELLE MARCHE Viaggio nella toponomastica e nell’antroponimìa – Dinarici e periadriatici – Da Ragusa alla Toscana – La penetrazione di Firenze – La presenza a Spalato – Ancona detta Jakin – Immigrazioni slave nel territorio anconetano – La parola ai notai – Rispetto e solidarietà VII IL COMMERCIO DELLE ANIME Mercati di schiavi – Due sponde, un solo paese – Bosniaci e “turchi” – L’abolizione della schiavitù – Dall’Adriatico al Mediterraneo – Mercanti in cammino – Dalmati della Serenissima – Guardando verso “sottovento” – Sulle opposte sponde reciproca migrazione – Confreternite slave – La regina profuga - 2 - Progetto ADRIATIC SEAWAYS Le rotte dell'Europa Adriatica VIII NEL SEGNO DELLA CULTURA Dal settimo secolo – Di qua e di là continu il via-vai - Un arcivescovo ribelle – Gundulić uguale Gondola – Petrarchismo, marinismo… Le accademie – Le scoperte del Fortis e l’Illyricum sacrum – Nelle Bocche di Cattaro IX GLI SLAVI DEL SUD “SCOPERTI” DALLA LETTERATURA ITALIANA Dalla battaglia del Kosovo a Rado Stizoxo – Machiavelli, Ariosto ed altri dal Cinque al Seicento – Portolani e diari di viaggio – Comicità, illuminismo… - Foscolo, Mazzini, Gioberti… - La “scoperta” del Montenegro – Approdo al Novecento X VIAGGIO NELL’ARTE Dal preromanico al gotico – Giorgio Dalmata ed altri della “cultura adriatica” – Il Rinascimento – Fiorentino, Clovio e ancora “illirici” – I secoli del barocco e anche più in là – Sangue misto e immigrati XI MESCOLANZE DI LINGUE (Sempre attraverso il mare) Italiani a Spalato – Dal Montenegro alla Lika – Il “caso” della Brazza – A Spalato, di nuovo – La parlata ragusea – Una lingua dimenticata, il Dalmatico – Una polemica del 1919 XII PICCOLO ZIBALDONE Gli Alighieri di Zagabria – La “Moresca”, la musica, i maestri – Tommaseo, stampatori, briciole – “L’Italia oltre confine” – “Fratelli e vicini di italico idioma” – Il “secolo breve” – I legami di oggi – Crocevia di cooperazione – Ancora qualche briciola 3 Progetto ADRIATIC SEAWAYS Le rotte dell'Europa Adriatica Un golfo del Mediterraneo mare-ponte nel cuore d’Europa, un’acqua in cui si versano lingue e culture diverse e comuni sogni e segni di pace ASTERISCHI COME PREMESSA Per Hegel il mare è “una figura fondamentale per l’interpretazione della storia del mondo” come sintetizza uno degli ammiratori della sua filosofia, Alessandro Arese, in Filosofia della navigazione (Milano, 2006). Per l’uomo, infatti, il mare è sempre stato una forte tentazione alla quale nessun popolo ha saputo resistere; navigarlo significa imbarcarsi nell’avventura della vita, ricercare l’altro, il diverso, scoprire il nuovo. Si naviga alla ricerca di un porto per il superamento delle distanze. L’acqua è la via della scoperta, dell’avvicinamento, della conoscenza. L’Adriatico, golfo del Mediterraneo, un mare-ponte che porta al cuore del’Europa, è per eccellenza l’acqua in cui si riversano lingue e culture diverse. Certo, non sono mancate le guerre; il guaio è, però, - come ebbero ad osservare alcuni studiosi di storia veneziana – che gli storici in genere quasi sempre insistono sulle fasi conflittuali delle plurisecolari relazioni, trascurando l’altra faccia, ben più nobile, della medaglia, e cioè l’aspetto delle pacifiche e proficue collaborazioni. Tanto per fare un esempio, si calcola che su quattro secoli e mezzo di storia comune, i conflitti in Adriatico tra Venezia e l’impero ottomano (che dopo l’occupazione della Bosnia e dell’Albania si affacciò sull’Adriatico), appena un ottavo di tale periodo è stato vissuto nel segno di Marte, mentre gli altri sette ottavi furono caratterizzati da rapporti pacifici fra le due potenze, e da intensi scambi economici, commerciali, intellettuali, artistici e spirituali. Di qui – a dirla con lo studioso triestino Fulvio Salimbeni – l’esigenza di accantonare una volta per tutte una concezione della storia come histoire bataille, sostituendola con quella della civiltà. Ciò vale specialmente per le relazioni fra i popoli della Slavia meridionale e dell’Italia. La favola dei tre fiumi Tre fiumi provenienti da tre diversi paesi, detti “nostri” da popoli diversi, erano figli dei medesimi genitori, le Alpi. Erano due sorelle e un fratello chiamati - 4 - Progetto ADRIATIC SEAWAYS Le rotte dell'Europa Adriatica Drava, Sava e Isonzo. Tutti e tre avevano sentito parlare di vasti mari azzurri, di acque immense che contenevano quelle di mille fiumi, e tutti e tre anelavano a unire le proprie acque a quelle di un mare. Su un punto, tuttavia, non riuscivano a mettersi d’accordo: le vie da percorrere e il mare nel quale sfociare. Alla fine decisero così: chi dei tre si fosse svegliato per primo, avrebbe scelto la strada e il mare. Scesa la sera, Sava e Isonzo si addormentarono tranquilli. La Drava invece, astuta, finse soltanto di chiudere gli occhi, restando invece sveglia. Quando fu certa che la sorella e il fratello erano precipitati in un sonno profondo, prese a scorrere silenziosa attraverso la Carniola in direzione dell’Est. Il mattino seguente, quando la Sava fu svegliata dai raggi del sole e vide la sorella scorrere verso oriente, divenne furiosa: raccolse tutte le sue forze e prese a correre il più rapidamente possibile attraverso la Carinzia per raggiungere e superare l’altra, convinta che dalle parti dell’Est si trovasse il più bel mare. Gareggiando nella loro corsa, le due sorelle fecero un tale chiasso e fracasso che anche l’Isonzo, finalmente, si svegliò. Le sorelle ormai erano lontane, non era più possibile raggiungerle. Decise perciò di indirizzarsi verso il mare più vicino, anche se il cammino da percorrere era arduo pieno di ostacoli. Spingendosi con grande impeto nelle vallate strette fra i monti delle Alpi Orientali, dalla Slovenia raggiunse Gorizia, scavò presto un nuovo letto fra le rocce e, presa la direzione del Sud, raggiunse ben presto un golfo stretto e lungo, ma solare. Così fu il primo ad arrivare al mare, sfociò nell’Adriatico, il mare che allaccia le sponde dell’Italia e della Slavia, e quindi l’Appenninia alle terre solcate da Sava e Drava. * * * Hanno una nazionalità i fiumi? Se l’avessero, l’Isonzo è fiume sloveno e italiano insieme, ed è il fiume che unendo simbolicamente le due stirpi lungo una frontiera- cerniera, si versa nel mare comune degli Italiani, degli Sloveni, dei Croati, dei Bosniaci, dei Montenegrini, degli Albanesi e dei Greci. A questo punto dovrei decidermi finalmente a scrivere la prefazione, a presentare la materia trattata nel volume. Lasciando all’editore la facoltà di aggiungere una propria prefazione o, ancor meglio, un rèsumè della materia trattata, cercherò qui di spiegare unicamente le linee-guida seguite nell’esposizione: presentare, attraverso quel mare stretto che è l’Adriatico (secondo una definizione di Fernand Braudel), i legami che hanno unito i popoli delle due sponde, caratterizzandone incontri e confronti. Per sponda orientale intendiamo l’intera Italia, naturalmente, mentre nella sponda oppsta includiamo l’immediato entroterra balcanico. Si parla, dunque, di incontri di diverse civiltà e culture a contatto lungo una linea di cerniera marittima e terrestre che unisce l’Est e l’Ovest, l’Italia e la Slavia, gli odierni mondi cattolico,ortodosso e musulmano, i passati imperi romani d’Oriente e d’Occidente, i successivi imperi ottomano, austro-ungarico e veneziano 5 Progetto ADRIATIC SEAWAYS Le rotte dell'Europa Adriatica che, realizzando progetti di dominio, costruirono anche situazioni di prolungata convivenza etnica e religiosa. Potrò sembrare impertinente, ma voglio ricordare per inciso che nei secoli sedicesimo e diciassettesimo, quando sull’Adriatico infuriava più che mai la pirateria degli Uscocchi in odio ai Turchi ed a chi – come i Veneziani – mantenevano rapporti con quegli “infedeli”, erano numerosi nelle file dei Segnani i Venturini ed altri “arnesi da forca” fuggiti dalle galee venete o semplicemente arrivati dalle Marche per far bottino. Combattevano in fraterna compagnia, dunque, Uscocchi croati e avventurieri italiani. Mi viene pure in mente che la madre di Marco Marulo-Marulić, detto il Dante croato, era italiana. Era croata la madre di Tommaseo. Ancora oggi pullulano di cognomi italiani non soltanto la Croazia litoranea ma anche quella interna. E certamente sono di
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