28 giugno 2016 Pagina 35 Corriere dello Sport (ed. Campania)

C. C. NAPOLI

Si è spento ieri a Roma a 86 anni il mitico Carlo Pedersoli Bud Spencer Addio gigante dalle due vite Grande campione di nuoto e pallanuoto poi attore che faceva ridere con i pugni

Quando i pugni facevano ridere, Bud Spencer ha accompagnato un paio di generazioni lungo il sentiero di una comicità semplice e fracassona: ridere di pancia era un'allegria collettiva, sottrarsi a questo rito era il vezzo di pochi snob. I cinema, in quegli anni tra il calar dei 70 e l'alba degli 80, erano per i ragazzini territori sconsacrati dove si bivaccava intere giornate, vedendo e rivedendo lo stesso film due­tre volte, stravaccati, a gambe larghe, mentre Bud Spencer tirando cazzotti inseguiva una sua idea di giustizia, che poi era la nostra: i buoni vincono, i cattivi perdono, il pareggio e la classifica avulsa non sono contemplati. Carlo Pedersoli in arte Bud Spencer se n'è andato ieri, andava per gli ottantasette. Come tutti quelli che lasciano un segno, ci ha fatto molta compagnia. LO SPORTIVO. Era nato a Napoli, il 31 ottobre del 1929, da famiglia benestante. A undici anni si trasferì a Roma. Studente modello, cominciò l'Università, facoltà di Chimica, ma non completò gli studi perché ­ nell'immediato dopoguerra ­ suo padre decise di trasferire tutti in Sud America. Riuscì nell'impresa di pochi: riassumere nella sua vita sport e cinema. Rugbista con il San Gabriele ma soprattutto campione italiano di nuoto in una carriera spesa tra e Fiamme Oro, due volte alle Olimpiadi con i suoi 100 sl: a Helsinki nel 52, quando la comitiva azzurra andò in Finlandia in treno, e a Melbourne nel 56. Nel mezzo una parentesi di allenamenti in America e l'oro ai Giochi del Mediterraneo nel 55 con la Nazionale di pallanuoto, sport che ha sempre portato a braccetto con il nuoto. Quando nel 43, a quattordici anni, vinse il suo primo titolo di categoria, quelli della sua società fecero una colletta e gli regalarono un accappatoio. Raccontò che di aver abbandonato gli studi per stare in vasca. Era stato il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 metri stile libero. In Europa erano in due ad avercela fatta: Carlo e Alex Jany. L'ATTORE. Aveva sposato la figlia di un produttore (Maria Amato), ma arrivò al cinema per caso, come capitava in quegli anni. Carlo Pedersoli aveva scelto, nella sua seconda vita, di diventare Bud Spencer perché ­ come raccontò in seguito ­ beveva la birra Budweiser e adorava , l'attore americano. Non che recitasse, con tutto l'affetto quello non si può dire; piuttosto si limitava ad esserci, a riempire di sè lo schermo con la sua figura ieratica. Erano gli anni d'oro del cinema italiano, si sfornavano film come brioches. La sua filmografia contempla una sessantina di film.

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Con , all'anagrafe Mario Girotti, formò una coppia memorabile. Il primo film insieme è del 1967: Dio perdona... io no. Avevano tempi comici definitivi. Muti, si affidavano alla gestualità: l'unico rumore era il fracasso dei pugni. Loro tiravano cazzotti, la gente in sala si sbellicava. Lo chiamavano Trinità è del 1970: costò trecento milioni di lire. Incassò più di sette miliardi. Piedone lo sbirro (1973) fu un altro successo internazionale. Nel periodo di maggior successo arrivò a pesare 130 kg., aveva il 47 di piede. Ebbero il merito, chissà quanto voluto, di rivisitare il genere western. Bud Spencer e Terence Hill si imposero come difensori dei deboli in una dimensione ludica, da favola a lieto fine. Pugni roboanti, calci nel sedere, sganassoni da circo. Ha scritto lo storico Giampiero Brunetta: «Con la chiave eroicomica hanno riportato il western alla sua dimensione per minorenni e famiglie». L'UOMO. Noi lo ricordiamo come attore e sportivo, ma Carlo Pedersoli è stato molto di più: sorretto da un'intelligenza vivacissima, fu un uomo curioso della vita, pronto a misurarsi con ogni tipo di avventura. In Sud America, quando appena maggiorenne vi si trasferì con la famiglia, fece l'operaio e il bibliotecario, divenne segretario dell'ambasciata italiana in Uruguay, lavorò per un'impresa americana che costruì la strada che unisce Panama e Buenos Aires. Più tardi prese il brevetto di pilota. Nel mentre scrisse celebri canzoni per Nico Fidenco e Ornella Vanoni. IL DIVO PIGRO. Tifava Napoli, era del quartiere Santa Lucia. Napoli e anche un po' Lazio, ma solo perché era cresciuto ­ provetto nuotatore ­ in una polisportiva laziale. Girò l'ultimo film nel 2003, Cantando dietro i paraventi, del maestro Ermanno Olmi; poi nel 2009 fece una comparsata in un film comico tedesco. Nel 1999 la rivista Time lo mise al primo posto nella classifica degli attori italiani più famosi al mondo. In Germania da quarant'anni aveva l'aura di un divo. Era un gigante buono, ha avuto il merito di farci ridere senza nessuna concessione alla volgarità, impresa che oggi è alla portata di pochi eletti. E anche ora che se n'è andato, regala sorrisi a chi lo ricorda: è il privilegio di chi ha riempito di sè così tante giovinezze. Riposa in pace, Bud. Altrimenti ci arrabbiamo.

Furio Zara

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