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14. - AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVO- delle rocce calcareo - dolomitiche del Mesozoico, LIERE DI presenti in questa area sotto i più recenti terreni plio - pleistocenici e quaternari (COTECCHIA, 1956; Il Tavoliere di Foggia si sviluppa su una super- MAGGIORE et alii, 1996, 2004). La circolazione ficie di oltre 4.000 km2 ed è caratterizzato dalla pre- idrica profonda del Tavoliere, ove esistente, è senza di grandi centri abitati (Foggia, , ovunque in pressione e, data la notevole profondità Lucera, e ), in cui si con- di rinvenimento del tetto della formazione carbo- centra circa il 50% della popolazione di tutta la natica, ospita quasi sempre acqua salmastra o di provincia di Foggia. La storia di questa provincia contenuto salino non trascurabile. Dati i suoi ca- è quella di un’area prevalentemente agricola, che ratteri quali-quantitativi, questa risorsa non ha già dal periodo romano costituiva uno dei princi- grande significato nell’ottica della pianificazione pali serbatoi cui attingeva la Capitale (CALDARA & idrica di quest’area, potendo rispondere solo a esi- PENNETTA, 1993a). Le ripetute invasioni subite e gue domande idriche di carattere locale. le guerre combattute nel Tavoliere indussero ad un Nell’ambito della formazione argillosa plio-plei- lento e costante degrado che, anche per cause na- stocenica che sovrasta i calcari cretacei, sono pre- turali, portarono ad uno stato di abbandono questa senti strati sabbiosi, in genere denominati fertile terra. acquifero intermedio, entro cui si esplica una mo- Il Tavoliere è caratterizzato dalla presenza di desta circolazione idrica sotterranea in pressione, numerosi corsi d’acqua, a regime prevalentemente le cui condizioni di rinnovabilità sono modeste ed torrentizio, per cui da sempre affetto dalla neces- attualmente non completamente note (COTECCHIA sità di proteggersi dalle piene fluviali. et alii, 1995; MAGGIORE et alii, 1996, 2004). Già alla fine dell’800, per conto del Ministero Grande importanza ha invece assunto in passato dell’Agricoltura, furono avviate le prime esperienze la falda superficiale che circola nei depositi alluvio- volte alla ricerca delle acque sotterranee nel Tavoliere, nali quaternari che sovrastano, dall’Appennino al alle quali si intendeva dare un ruolo di primo piano mare, i terreni plio-pleistocenici in tutto il territorio nel quadro della trasformazione fondiaria e del pro- della Capitanata, stante la facilità di reperimento gresso dell’agricoltura dauna (COLACICCO, 1933, 1951, connessa alla modesta soggiacenza delle acque, che 1953), probabilmente sopravvalutando le effettive po- presentano ottime caratteristiche chimico-fisiche. tenzialità idriche degli acquiferi di quest’area. L’acquifero superficiale del Tavoliere presenta ca- La richiesta idrica per scopi irrigui nel Tavoliere ratteristiche idrogeologiche profondamente diffe- di Foggia è stimabile in circa l’80% della domanda renti rispetto alle altre aree idrogeologiche regionali idrica totale ed è cresciuta a dismisura e senza con- (Gargano, Murgia e Salento). Queste ultime sono, trollo negli ultimi 40 anni a causa di trasformazioni infatti, caratterizzate dall’estesa presenza di acqui- irrigue non precedute da una pianificazione ragione- feri carbonatici, altamente permeabili per frattura- vole. Si è passati, infatti, da un orientamento colturale zione e carsismo, e fortemente esposti al fenomeno non irriguo ad uno fortemente idroesigente, con l’in- dell’intrusione marina, tanto che il controllo delle troduzione, senza programmazione adeguata, di col- condizioni di equilibrio esistenti tra la falda di acqua ture quali ortaggi, asparagi, uva da tavola, ecc. dolce e la sottostante acqua di mare rappresenta lo Le particolari condizioni geologico - strutturali strumento primario per la gestione dell’uso delle che caratterizzano il Tavoliere di Foggia (tavv. 1 e falde di acqua dolce in queste aree. L’acquifero su- 2 f.t. allegate al volume) hanno determinato la for- perficiale del Tavoliere è invece solo in modesta mazione di una triplice circolazione idrica sotter- parte esposto al fenomeno dell’intrusione marina, ranea, in acquiferi di caratteristiche idrogeologiche dato che gran parte di esso presenta livello di base profondamente differenti e di differenti potenzia- a quota superiore a quella del livello mare. Esso è lità di sfruttamento. inoltre caratterizzato da una permeabilità per po- Procedendo dal basso, è possibile rinvenire la rosità variabile da strato a stato, strettamente legata falda carsica, a notevoli profondità, nell’ambito alla natura del materasso acquifero. 92 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

La falda superficiale del Tavoliere è stata og- Satriano si spinge sino ad , a Nord-Est dal getto di attenti studi ed indagini già a partire dalla F. Candelaro e ad Est dal Mar Adriatico (tav. 1). Se fine dell’800, tanto che, negli anni ’50 del secolo a detta area si somma la propaggine settentrionale scorso, era già disponibile una completa caratteriz- pianeggiante, compresa tra la riva destra del fiume zazione geologica ed idrogeologica del materasso Fortore ed il contorno occidentale del Lago di Le- acquifero alluvionale quaternario (COTECCHIA, sina, si raggiunge un’estensione di oltre 4.000 km2, 1956; COTECCHIA et alii, 1958), che sarebbe dovuta interamente ricoperti da depositi quaternari in pre- essere di base per la sua corretta utilizzazione. La valenza di facies alluvionale. Al di sotto dei depositi sempre crescente richiesta d’acqua e l’assenza di quaternari si rinviene il complesso delle Argille Az- pianificazione idrica adeguata ha invece compor- zurre della potente serie pliocenico-calabriana, i cui tato il moltiplicarsi delle opere di captazione di tale affioramenti, partendo dalla bassa valle del Fortore, falda superficiale, determinandone il sovrasfrutta- si protendono verso Sud, in una fascia che rag- mento che questo capitolo documenta. giunge il corso medio e inferiore del F. Ofanto. Di seguito, dopo aver introdotto gli aspetti geo- Il Tavoliere di Foggia costituisce il naturale pro- litologici e morfologici fondamentali del Tavoliere seguimento verso Nord della cosiddetta “Fossa Bra- di Foggia, saranno illustrati gli aspetti tettonici che danica”, fino a congiungersi, in corrispondenza del caratterizzano il perimetro di quest’area, in corri- F. Fortore, con la “Fossa Padano-Appenninica”. spondenza del promontorio del Gargano e dell’al- topiano murgiano. Per dette zone si illustreranno i 14.1.1. - Litologia dei terreni affioranti pochi e discontinui dati idrogeologici circa la cir- colazione idrica sotterranea carsica. Si passerà Dalle quote più elevate sino a circa 200 m s.l.m. quindi alla descrizione dei caratteri idrogeologici e è presente un alternarsi monotono di rocce in facies idrogeochimici del materasso acquifero sopra- di flysch, con un predominio di strati marnosi e cal- stante ai terreni argillosi pliocenico-calabriani della careo-arenacei, prevalentemente attribuibili al Mio- Capitanata. Per detto acquifero si dispone di una cene. Fra queste rocce non mancano argille a scaglie grande mole di dati geologico-stratigrafici ed idro- e Argille Varicolori, attribuibili all’Eocene ed all’Oli- geologici, derivanti dalle migliaia di perforazioni ivi gocene, ed il cui stato è quasi sempre effetto di una eseguite a vario titolo. La descrizione dei caratteri energica tettonica di compressione (COTECCHIA, idrogeologici della falda superficiale non si baserà, 1955, 1956). Si passa poi al già accennato complesso tuttavia, sulla elencazione dei dati disponibili, bensì delle Argille Azzurre che, degradando trasgressiva- se ne fornirà una sintesi ragionata, facendo riferi- mente dall’Appennino secondo una tettonica tran- mento alle fonti bibliografiche (COTECCHIA, 1956; quilla, si immerge lentamente sotto i terreni 1959 COTECCHIA et alii, 1958). quaternari del Tavoliere, con pendenze grossomodo Si passerà quindi all’analisi delle condizioni di rivolte verso il Gargano e verso la costa. Nell’ambito uso di detta falda, che hanno determinato la pro- di questo complesso, estesi sedimenti argilloso-sab- gressiva e preoccupante riduzione delle altezze pie- biosi del Calabriano, con i sedimenti del Pliocene zometriche, e all’indicazione di possibili azioni da medio-superiore, costituiscono un unico ciclo sedi- intraprendere al fine di mitigare il depauperamento. mentario. Questo include una formazione di base, Infine saranno forniti alcuni elementi di base di Argille grigio-azzurre sormontate da sabbie gialle, per la caratterizzazione idrogeologica del cosid- che continua, senza nessuna discordanza, in una se- detto acquifero intermedio. conda serie di argille sabbiose grigio-azzurre e sab- bie (in prevalenza del Calabriano). 14.1. - CARATTERI GEO-LITOLOGICI E MORFOLOGICI La serie regressiva del Calabriano si chiude con rocce conglomeratiche, le quali si saldano in molte Il Tavoliere di Foggia (fig. 14.1) è delimitato a zone con i depositi ghiaiosi dell’arco alluvionale di Sud-Est dal basso tronco del fiume Ofanto, ad monte del Tavoliere, come in particolare nella zona Ovest dall’arco collinare appenninico che da Ascoli compresa tra i fiumi Ofanto e . LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 93

Fig. 14.1 - Tavoliere di Foggia: Litologia e permeabilità dei terreni affioranti (da COTECCHIA, 1956). - Tavoliere of Foggia: Lithology and soil permeability (after CoTECChIA, 1956).

I depositi pianeggianti affioranti del Tavoliere di facies continentale, questi ultimi di assetto connesso sono costituiti da una complicata combinazione di alla morfologia dei bacini collettori di monte, in parte sedimenti del mare tirenniano e depositi alluvionali ad oggi conservata, in parte modificata nel tempo. 94 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

14.1.2. - Stratigrafia Nella parte alta e media del Tavoliere, la succes- sione stratigrafica dei ricoprimenti quaternari è Ai terreni del Tavoliere sovrastanti le Argille gri- rappresentata, a cominciare dal piano campagna, gio-azzurre è possibile assegnare il seguente profilo da conglomerati sabbioso-ghiaiosi, con diverso schematico (dal basso verso l’altro): grado di cementazione, da sabbie gialle talora are- - Argille grigiastre o giallastre e/o argille sabbiose nacee, sempre più argillose all’aumentare della pro- e/o sabbie argillose; fondità, e, infine, da argille gialle ed Argille - Sabbie e arenarie; Azzurre. - Conglomerati superficiali, a cemento sabbioso Al margine della zona mediana aumenta sempre e/o sabbioso-argilloso; più la potenza del mantello di argilla gialla superfi- - Crosta evaporitica discontinua di natura calcarea. ciale, mentre le formazioni clastiche di base vanno Come si rileva nelle sezioni riportate nelle figure suddividendosi in diversi orizzonti per la presenza 14.2, 14.3, 14.4, ricostruite sulla base di una molte- di lenti o di veri e propri strati argillosi. Verso la plicità di dati stratigrafici, i litotipi dianzi elencati si costa e lungo i bordi occidentali del Gargano, l’ar- incrociano e si anastomizzano di frequente, come gilla gialla si fa ancora più spessa e le formazioni comunemente atteso nei depositi di origine marina clastiche sottostanti risultano prevalentemente rap- e salmastra, misti ad alluvioni deltizie pedemontane. presentate dagli elementi più minuti derivanti dal Le alluvioni del Tavoliere sono spesso ricoperte disfacimento dei terrazzi quaternari di monte (sab- da calcari concrezionari (denominati crosta), talora bie, arenarie e sabbie argillose). In queste zone ter- con inclusioni di ossidi vari di manganese, che a minali, sopra le argille gialle superficiali, si estende zone (come si verifica in prossimità della stazione con continuità una coltre di argille rimaneggiate, ferroviaria di Cerignola Campagna), assumono generalmente sabbiose, che contengono modeste anche una potenza di 10 m. Tali coperture sono falde superficiali. indicative della fase lagunare durante la quale si è concluso lo sviluppo di gran parte del deposito 14.1.3. - Morfologia Sud-orientale del Tavoliere (D’ERASMO, 1934). Il tetto delle formazioni argillose - argilloso sab- Dal punto di vista morfologico è possibile di- biose pliocenico-calabriane si abbassa sempre di più stinguere l’area a margine dei rilievi (Area di Ser- procedendo verso la costa. Esso, in particolare, rag- racapriola, Troia, e zone limitrofe), giunge una profondità di circa 110 m sotto il livello sede di modeste sommità pianeggianti di moderata del mare presso Manfredonia (fig. 14.1). Le forma- altitudine, l’area dei terrazzi marini (Apricena, San zioni alluvionali quaternarie che lo sovrastano se- Severo, Villaggio Amendola e Cerignola), ove af- guono grossomodo l’andamento delle argille di base fiorano terreni in prevalenza di origine marina, e e, a loro volta, sono ricoperte da un banco sempre la piana alluvionale antica, corrispondente grosso- più potente di argille grigio–giallastre, probabilmente modo al Basso Tavoliere (fig. 14.1). Quest’ultima di facies lagunare (figg. 14.2, 14.3, 14.4). è stata sede di forti evoluzioni della linea di costa Il margine Sud-occidentale della Capitanata è dal neolitico ad oggi, che hanno determinato delimitato dalla formazione poco permeabile delle l’estendersi delle aree lagunari a Sud di Manfredo- Argille Azzurre (figg. 14.1, 14.3, 14.5), che si ap- nia (CALDARA et alii, 2002). Durante l’ultima tra- profondiscono verso la costa. Nel complesso que- sgressione post - glaciale il livello mare si è portato ste costituiscono il letto dell’acquifero contenuto alla quota attuale attraverso un sollevamento di nei sovrastanti depositi alluvionali conglomeratici 100÷130 m. Circa 20.000 anni fa, infatti, la linea di e sabbiosi. Nelle zone vallive le Argille Azzurre, costa del Golfo di Manfredonia si trovava a circa specie laddove risultino incise dagli agenti erosivi, 60 km al largo. Il successivo sollevamento del li- sono ricoperte da stretti e sottili lembi di sedimenti vello mare ha favorito la formazione di ampi spec- alluvionali recenti, di varia granulometria (ghiaie, chi d’acqua salmastra lungo la fascia costiera del sabbie ed argille). Tavoliere. Nel neolitico, circa 8.000 anni fa, i sedi- LE ACQUE SOTTERRANEE E L’INTRUSIONE MARINA IN PUGLIA 95 , 1956). OTECCHIA , 1956). OTECCHIA SEZIONE E - F - Stratigraphic and hydrogeological section E-F of E-F section and hydrogeological - Stratigraphic from Tavoliere Murge of to San Severo Canosa in figure shown (trace C after 14.1; modified Fig. 14.2 - Sezione stratigrafica ed idrogeologica longitudinale E - F del Tavoliere tra le Murge di Canosa e San Severo, la cui traccia è indicata in figura 14.1 (mod., da C 14.1 (mod., in figura indicata è traccia la cui Murge le tra San Severo, di Canosa e stratigrafica Sezione 14.2 - idrogeologica ed Tavoliere del F E - longitudinale Fig. 96 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA , 1956). OTECCHIA , 1956). OTECCHIA - Stratigraphic and hydrogeological section A-B of A-B section and hydrogeological - Stratigraphic from Tavoliere Gargano Satriano and the Ascoli massif in figure shown (trace C after 14.1; modified Fig. 14.3 - Sezione stratigrafica ed idrogeologica longitudinale A - B del Tavoliere tra l’altopiano di Ascoli Satriano e il massiccio del Gargano, la cui traccia è indicata in figura 14.1 (mod., da C 14.1 (mod., in figura indicata è traccia la cui Gargano, del il massiccio e Satriano di Ascoli l’altopiano tra stratigrafica Sezione 14.3 - idrogeologica ed Tavoliere B del A - longitudinale Fig. LE ACQUE SOTTERRANEE E L’INTRUSIONE MARINA IN PUGLIA 97 , 1956). OTECCHIA , 1956). OTECCHIA - Stratigraphic and hydrogeological cross-section C-D of and hydrogeological - Stratigraphic from Tavoliere of valley the Ofanto river the Gulf to the of Manfredonia in figure shown (trace C after 14.1; modified Fig. 14.4 - Sezione stratigrafica ed idrogeologica trasversale C - D del Tavoliere tra la valle del fiume Ofanto e il Golfo di Manfredonia, la cui traccia è indicata in figura 14.1 (mod., da C 14.1 (mod., in figura indicata è traccia la cui il Golfo di Manfredonia, e Ofanto fiume del la valle tra stratigrafica Sezione 14.4 - Tavoliere D del C - idrogeologica ed trasversale Fig. 98 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

formazione di un gradino notevole tra le ultime propaggini Nord-occidentali delle Murge ed il ba- samento mesozoico del Tavoliere. Le argille e sab- bie argillose della serie pliocenico-calabriana che sovrastano i calcari cretacei si presentano sino ad una profondità sotto il piano campagna che rag- giunge anche valori dell’ordine di 1.000 m (sezione I-I in tav. 1 f.t.). Procedendo verso la Fossa bradanica il tetto dei cal- cari subisce successivi abbassamenti ad opera di un si- stema di faglie di direzione appenninica (fig. 14.6), cui si associano abbassamenti dell’ordine dei 3.000÷4.000 m per la presenza di una serie di horst e graben. Particolarmente interessanti sono anche le con- dizioni geologico-strutturali dell’estremità settentrio- nale della Faglia di Apricena, che delimita il promontorio del Gargano ad Ovest del lago di Le-

Fig. 14.5 - Aree lagunari sviluppatesi nel Neolitico (mod., da CALDARA sina e dove tra le alluvioni recenti emergono, per un et alii, 2003. breve tratto, alcune rocce magmatiche cui viene dato - Lagoons developed in Neolithic time (modified after CALDARA et alii, 2003). in genere il nome di “Pietre Nere” (COTECCHIA & CANITANO, 1954). La “Punta delle Pietre Nere” menti rielaborati dal mare hanno costituito un cor- rappresenta una rarità in tutta la costa adriatica per done litoraneo che, accresciutosi, ha isolato alla sue le caratteristiche litologiche, stratigrafiche e petro- spalle un’ampia laguna, denominata lago Salpi grafiche, essendo costituita da un’associazione di (CALDARA & PENNETTA 1993b; CALDARA et alii, rocce carbonatiche, gessi selenici e rocce ignee di 2003; AA. VV., 2010). In quel periodo la linea di origine molto profonda, ascrivibili al Triassico su- costa aveva un andamento differente da quello at- periore (CORTECCI et alii, 2000). tuale (fig. 14.5): essa si trovava verosimilmente in Di seguito è fornita una illustrazione partico- posizione arretrata nei pressi del Gargano e protesa lareggiata delle condizioni geologico-strutturali verso est per alcuni chilometri in prossimità di Zap- che si presentano lungo il perimetro dell’area del poneta. Inoltre, durante l’ultimo optimum climatico Tavoliere, in particolare in prossimità del pro- l’area doveva essere densamente abitata, stante l’ele- montorio del Gargano (Faglia del Candelaro) e vatissimo numero (alcune centinaia) di siti neolitici dell’altopiano murgiano (Faglia dell’Ofanto) (fig. la cui frequentazione risale a 7.000 anni fa. 14.6). Si rimanda invece al capitolo 13 l’illustra- zione delle condizioni geostrutturali e idrogeolo- 14.2. - LINEAMENTI TETTONICI E CARATTERI IDRO- giche presenti in prossimità di Punta delle Pietre GEOLOGICI GENERALI DELLE ZONE DI CONFINE Nere.

Il basamento calcareo - dolomitico del Meso- 14.2.1. - La Faglia del Candelaro zoico presenta in corrispondenza del Tavoliere di Foggia una struttura a Horst e Graben (fig. 14.6), ori- L’analisi delle condizioni geostrutturali che ca- ginata da un sistema di faglie appenniniche parallele ratterizzano il passaggio dall’area idrogeologica del alla faglia marginale del Gargano (“Faglia del Can- Gargano a quella del Tavoliere ha rivestito grande delaro”). In senso trasversale a tale direttrice, all’in- importanza sin all’inizio del secolo scorso, sia per circa parallelamente al fiume Ofanto, è possibile motivi scientifici, sia per la necessità di conoscere individuare un ulteriore notevole sprofondamento le effettive potenzialità idriche del sottosuolo della da faglia (Faglia dell’Ofanto) che contribuisce alla Capitanata. AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA - LE ACQUE SOTTERRANEE E L’INTRUSIONE MARINA IN PUGLIA

Fig. 14.6 - Lineamenti strutturali del Gargano e del Tavoliere con indicazione dei risultati delle indagini geognostiche e geofisiche condotte nella prima metà del secolo scorso. Indicazione dei pozzi profondi ubicati in destra Ofanto, delle sorgenti ipotermali e della Punta delle Pietre Nere sita lungo il litorale del lago di Lesina. - Structural setting of Gargano and Tavoliere with indication of the results from geognostic and geophysical surveys carried out in the first half of the 20th century. The wells located on the right bank of the Ofanto river, the hypothermal springs and Punta delle Pietre Nere, located along the coast of Lesina Lake, are also shown. LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 99

L’area idrogeologica del Gargano è caratterizzata damento del tetto dei calcari a profondità di 500÷600 da una circolazione idrica sotterranea avente parte m. Le faglie 3 e 4 definiscono poi un horst, con risalita nelle formazioni calcareo-dolomitiche del Meso- del tetto dei calcari sino a profondità inferiori a 500 zoico, che, in corrispondenza della “Faglia del Can- m. Oltre tale horst la faglia 4 determina l’ulteriore delaro”, si immergono sotto i terreni pliocenico- sprofondamento della formazione carbonatica a calabriani e quaternari del Tavoliere. è stato quindi circa 900 m dal piano campagna, che giustifica il fal- necessario stabilire lo spessore del complesso delle limento nell’intercettazione del calcare del Cretacico argille pliocenico-calabriane e come questo varia al- durante le perforazioni prima citate. l’aumentare della distanza dalla Faglia del Candelaro, L’Ente Irrigazione, a seguito delle indagini con- per valutare la possibilità di rinvenire nei calcari cre- dotte con il metodo geoelettrico, diede corso nel tacei profondi del Tavoliere acque sotterranee con 1952 a nuove perforazioni. Queste furono ese- contenuti salini idonei all’uso irriguo. guite in località Ponte in Lamis, Sandoni, e bivio All’inizio del secolo scorso cominciarono le ri- per (fig. 14.6), e conferma- cerche di acqua sotterranea a grande profondità rono il risultato delle indagini geofisiche, con un (COLACICCO, 1951). Il primo tentativo di attraver- errore inferiore ai 100 m. Dette perforazioni, inol- sare le argille plioceniche nella parte centrale del tre, confermarono la presenza di acque salate nei Tavoliere risale al 1910, con una perforazione ese- calcari mesozoici, non utilizzabili per qualsiasi uso guita nella città di Foggia, in piazza Lanza (fig. (COLACICCO, 1953; zORzI & REINA, 1956). 14.6), commissionata dal Ministero dell’Agricol- Tutte le perforazioni eseguite nel Tavoliere in tura, Industria e Commercio. Detta perforazione prossimità della Faglia del Candelaro e che hanno fu spinta sino a 225 m dal piano campagna e si ar- intercettato i calcari cretacei in profondità, hanno restò nelle argille del Pliocene. I tentativi prosegui- ivi rinvenuto acque di elevata salinità. Tale condi- rono e nel 1950 fu eseguita, da parte della Stazione zione è coerente con l’ingressione marina prevedi- Agraria Sperimentale di Bari, una perforazione in bile a dette profondità secondo la relazione di località Torre Bianca, sempre presso Foggia, atte- Ghyben - Herzberg (cap. 2), per la quale l’interfac- statasi anch’essa sterilmente nelle argille del Plio- cia acqua dolce - acqua di mare è prevista ad una cene a 764 m dal piano campagna. profondità sotto il livello mare pari a 33t. Le al- La commissione dell’Ente Irrigazione per lo Stu- tezze piezometriche t nella falda profonda presente dio delle Acque Profonde, istituita nella stessa epoca, nei calcari cretacei del Gargano sono generalmente definì alcune sezioni lungo le quali eseguire dei rilievi inferiori a 4÷5 m s.l.m. (tav. 4 f.t.), sicché l’inter- geofisici con il metodo geoelettrico, al fine di indivi- faccia dovrebbe rinvenirsi a quote dell’ordine di - duare il tetto dei calcari cretacei. In particolare furono 132 ÷ -165 m s.l.m. Dove la profondità del tetto eseguiti, da parte della Compagnie Génerale de Geophysi- della formazione carbonatica è maggiore di tali va- que di Parigi (CGG), oggi CGGVeritas, due allinea- lori, l’acquifero cretacico dovrebbe quindi essere menti grossomodo normali alla faglia del Candelaro totalmente invaso da acqua di mare di intrusione (COLACICCO, 1953; fig. 14.6). Le indagini, eseguite tra continentale. il Dicembre 1950 ed il Febbraio 1951, mostrarono I caratteri della circolazione idrica sotterranea che il calcare cretacico sottostante le argille plioce- in prossimità dell’area della Faglia del Candelaro nico-calabriane presenta una struttura ad horst e graben sono quindi condizionati dal rapporto esistente tra (COTECCHIA & CANITANO, 1954; IPPOLITO, 1954). l’altezza piezometrica della falda di acqua dolce e Come dianzi accennato, tale struttura è determinata la profondità del tetto dell’acquifero cretacico. Ne da un sistema di faglie appenniniche parallele alla Fa- sono conferma i dati rilevati dai pozzi Sandoni, glia del Candelaro. Lo sprofondamento del tetto dei Ponte in Lammis e San Marco (fig. 14.6), che calcari connesso a tale faglia comporta la immersione hanno intercettato i calcari cretacei a quote com- sino a profondità tra i 250 ed i 400 m. Procedendo prese nell’intervallo -157 ÷ -342 m s.l.m., rinve- verso Sud-Ovest, le faglie 2 e 3 indicate in figura 14.7 nendo in essi solo acqua di mare. Il pozzo 806 come 2 e 3 determinano poi un graben per sprofon- EIARI ubicato in agro di 100 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

Fig. 14.7 - Sezione strutturale A-A’ rappresentante l’andamento del tetto dei calcari cretacici nel Tavoliere accertato dalle indagini geoelettriche degli anni ’50, la cui traccia è indicata in figura 14.6 (da COTECCHIA & CANITANO, 1954; IPPOLITO, 1954). - Structural profile A-A’ representing the top of the Cretaceous limestones in the Tavoliere, as verified by geoelectrical surveys in the 1950s (trace shown in figure 14.6; after COTECCHIA & CANITANO, 1954; IPPOLITO, 1954).

(fig. 14.6) ha intercettato i calcari del Cretacico tempi di residenza della falda profonda, che potreb- compatti e privi di acqua a -72 m s.l.m., mentre l’acqua bero contribuire a meglio definire i caratteri della sotterranea, con carico piezometrico pari a circa 5 m circolazione idrica profonda nell’area in esame. s.l.m., è stata rinvenuta a -162 m s.l.m., ossia ad una La Faglia del Candelaro condiziona anche la cir- quota prossima a quella dell’interfaccia teorica. Infatti colazione idrica nell’acquifero alluvionale superfi- la concentrazione salina è risultata pari a circa 30 g/l, ciale del Tavoliere sovrastante le argille azzurre. Più indice di una significativa salinizzazione delle acque avanti, sarà illustrata la morfologia della superficie dolci di falda a causa dell’ingressione marina. Nel della falda superficiale del Tavoliere, sede di un pozzo 61 EISS, ubicato in agro di , flusso diretto verso il lineamento di faglia, che dun- i calcari cretacei acquiferi sono stati invece intercettati que funge da luogo di drenaggio. a quota -37 m s.l.m., sede di una falda con carico pie- Le poche prove di portata eseguite nei pozzi che zometrico pari a circa 4,5 m s.l.m. A conferma della raggiungono i calcari cretacei in prossimità della Fa- profondità dell’interfaccia teorica (-148 m s.l.m.) che glia del Candelaro hanno fornito valori del coeffi- in detto pozzo è superiore a quella del tetto dell’ac- ciente di permeabilità compresi nell’intervallo 10-2 quifero, la concentrazione salina ivi rilevata è stata ÷10 -3 cm/s, simili a quelli rilevati presso le propag- pari a circa 2,2 g/l, dunque tipica di acque superiori gini estreme Sud-occidentali del Gargano (tav. 3 f.t.). all’interfaccia, per quanto contaminate. Altro carattere di rilievo per l’area idrogeologica 14.2.2. - La Faglia dell’Ofanto in esame è la temperatura elevata dell’acqua sotter- ranea contenuta nei calcari cretacei lungo la fascia I calcari cretacei del Tavoliere sprofondano de- pedegarganica del Tavoliere che va da Manfredonia terminando un graben allungato in direzione SO- al lago di Lesina. Infatti, alcuni pozzi e sorgenti (S. NE in corrispondenza della Faglia dell’Ofanto, che Nazario e Siponto in figura 14.6) ivi presentano va- è sede anche di una gradonatura di direzione NO- lori di temperatura propri di acque ipotermali SE, immergentesi verso l’Appennino. Su tale area (20°C÷27° C). Alcuni autori attribuiscono tali va- furono eseguite indagini geofisiche dalla Compagnie lori al mescolamento dell’acqua di falda di origine Générale de Géophisique, ma i risultati, oggi smarriti, meteorica con acque sotterranee profonde che ri- furono troppo scarsi per un sufficiente inquadra- salgono attraverso la struttura a gradinata del sub- mento tettonico dell’area (ZORZI & REINA, 1956). strato carbonatico, cap. 4 (MAGGIORE et alii, 2004). I dati idrogeologici disponibili indicano che in L’interpretazione meriterebbe maggiori appro- questa area del Tavoliere è possibile rinvenire fondimenti circa il locale gradiente geotermico ed i acque dolci nei calcari cretacei profondi, a diffe- LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 101 renza di quanto osservato in corrispondenza della pieziche sono riportate in figura 14.8 assieme al- Faglia del Candelaro. Ciò è coerente con le profon- l’andamento delle isobate del tetto della forma- dità inferiori del tetto dei calcari nelle porzioni co- zione delle Argille grigio-azzurre. In particolare, le stiere di questo territorio e con le notevoli altezze isopieziche della falda superficiale ricalcano abba- piezometriche della falda profonda dell’acquifero stanza fedelmente l’andamento del substrato im- murgiano. A monte di Canosa è infatti possibile ri- permeabile il quale, di fatto, inibisce la connessione levare altezze piezometriche dell’ordine di 30 m idraulica fra gli affioramenti carbonatici della piat- s.l.m. (tav. 4 f.t.; fig. 14.8), decisamente superiori a taforma murgiana ed i depositi alluvionali del Ta- quelle che caratterizzano la circolazione idrica voliere. Il tetto delle Argille grigio-azzurre in nell’acquifero carsico del Gargano in prossimità prossimità della Faglia dell’Ofanto è infatti situato della Faglia del Candelaro. a quote maggiori rispetto a quelle ove si svolge la Alcune perforazioni eseguite in prossimità della circolazione idrica sotterranea nei due acquiferi, Faglia dell’Ofanto hanno indicato delle profondità ossia quello superficiale del Tavoliere e quello car- di rinvenimento del tetto dei calcari sotto il livello sico della Murgia (figg. 14.8 e 14.9). mare dell’ordine dei 100÷150 m, nelle zone co- Dall’analisi delle isopieziche della falda pro- stiere in sinistra Ofanto, e dei 150÷300 m nelle fonda è possibile rilevare l’esistenza di uno spar- zone più interne (figg. 14.8, 14.9). In prossimità tiacque idrogeologico sotterraneo, che divide il di San Ferdinando e Trinitapoli (fig. 14.8) è possi- flusso che si sviluppa ad occidente di Canosa e si bile misurare carichi piezometrici della falda pro- dirige verso la costa, da quello che invece impegna fonda dell’ordine dei 7÷10 m s.l.m., sicchè, in la porzione più occidentale dell’area, partendo dalla accordo alla relazione di Ghyben–Herzberg, è pre- zona a Sud di Cerignola. vista la presenza di acqua dolce a profondità del- Il chimismo delle acque di falda contenute nel- l’ordine di 230÷330 m sotto il livello del mare, l’acquifero carsico profondo del Tavoliere in pros- dunque superiori rispetto alla profondità del tetto simità della Faglia dell’Ofanto è profondamente dei calcari (zORzI & REINA, 1956). Procedendo condizionato dal fenomeno dell’intrusione marina verso il Tavoliere il tetto dei calcari si approfondi- (fig. 14.10). I pozzi più prossimi alla costa (254 CC sce secondo un sistema di horst e graben, che però è e 110 EISS), evidenziano contenuti salini dell’ordine poco documentato. di 2÷3 g/l, con netta predominanza degli ioni marini Nel passaggio dagli affioramenti carbonatici che determinano una facies cloruro-sodica. Proce- della Murgia ai calcari sepolti sotto i sedimenti cla- dendo verso l’interno del continente la concentra- stici del Tavoliere, non si verificano soluzioni di zione salina subisce delle significative riduzioni, sino continuità nella circolazione idrica sotterranea. Le a raggiungere, nelle porzioni più lontane dalla costa acque aventi sede nelle due strutture della stessa (pozzi 100 EISS e 99 CC), valori dell’ordine di 1÷1,5 piattaforma, infatti, sembrano appartenere ad un g/l. La contaminazione marina è comunque pre- unico ed indifferenziato corpo idrico, la cui con- sente anche nelle zona più distanti dalla costa, come nessione idraulica pare non risentire in alcun modo indicato dalla notevole presenza degli ioni marini. della presenza del sistema di faglie antiappennini- che dell’Ofanto e dei depositi di colmamento 14.3. - CARATTERIzzAzIONE IDROGEOLOGICA E (GRASSI et alii, 1986), così come indicato dalla re- CONDIzIONI D’uSO PREGRESSE E ATTuALI DELLA golare configurazione delle isopieziche (fig. 14.8). FALDA IDRICA SuPERFICIALE Queste denotano, inoltre, un’infiltrazione diretta dalla Murgia al Tavoliere, ossia un deflusso proprio 14.3.1. - Inquadramento idrogeologico generale dell’acquifero murgiano. Alcune considerazioni circa gli scambi idrici tra Le principali risorse idriche sotterranee del Ta- la Murgia ed il Tavoliere possono essere formulate voliere hanno sede principalmente nella falda ac- non solo con riferimento alla falda profonda, ma quifera che circola nel materasso di materiale anche alla falda superficiale del Tavoliere, le cui iso- clastico grossolano sovrastante la formazione delle 102 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

Fig. 14.8 - Andamento della superficie piezometrica della falda carbonatica profonda, della falda superficiale del Tavoliere e delle isobate del tetto delle argille dell’area posta a cavallo tra la Murgia e il Tavoliere. - Piezometric surface of the deep-aquifer carbonate groundwater, of the shallow-aquifer groundwater of Tavoliere, and of the isobaths at the top of the clays in the area straddling Murgia and Tavoliere. argille plioceniche e calabriane, le cui caratteristi- acque di falda rinvenute attraverso i pozzi erano che idrogeologiche sono fondamentalmente legate spesso traboccanti al piano campagna, come mo- alla giacitura, natura e assortimento granulome- strato dal livello piezometrico segnato nella sezione trico dei materiali che lo formano (COTECCHIA, idrogeologica schematica di figura 14.11. Le acque 1956). Gli studi condotti all’inizio del secolo della falda freatica dell’Alto e Medio Tavoliere pro- scorso per la caratterizzazione idrogeologica della cedono quindi verso la costa in pressione, a causa falda superficiale, evidenziarono l’esistenza di una della presenza della coltre argillosa quaternaria. In falda freatica nell’Alto e Medio Tavoliere, con pelo figura 14.12 è riportato il perimetro che individua libero disposto a circa 20÷30 m dal piano campa- le porzioni di acquifero entro cui la circolazione gna. Procedendo verso il Basso Tavoliere, la falda idrica si svolge in pressione, definito sulla base di veniva invece rinvenuta in pressione, al di sotto una mole notevole di dati disponibili da circa 60 delle formazioni argillose giallastre. In tale zona le anni (COTECCHIA, 1956; 1959). Va segnalata l’im- LE ACQUE SOTTERRANEE E L’INTRUSIONE MARINA IN PUGLIA 103 portanza di una completa caratterizzazione geolo- possibilità che livelli impermeabili disposti sopra il gica dell’area al fine di interpretare correttamente i pelo libero della falda determinino la formazione dati disponibili. Non mancano, infatti, situazioni in di modesti corpi idrici sospesi. Il corretto inquadra- cui anche nell’Alto e Medio Tavoliere è possibile mento geologico dell’area ha comunque consentito rinvenire livelli idrici in pressione a causa della pre- di verificare che solo dove il materasso acquifero si senza di livelli di materiale poco permeabile che va ricoprendo della coltre di argille gialle, le acque localmente determina il confinamento di piccole di falda procedono effettivamente in pressione con porzioni di acquifero (fig. 14.13). Vi è inoltre la continuità.

Fig. 14.9 - Sezioni idrogeologiche schematiche dell’area posta a cavallo tra il Tavoliere di Foggia e l’altopiano murgiano, le cui tracce sono indicate in figura 14.8 (da GRASSI et alii, 1986). - Schematic hydrogeological profiles of the area straddling the Tavoliere of Foggia and the Murgia plateau (traces shown in figure 14.8; after GRASSI et alii, 1986). 104 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

Fig. 14.10 - Diagrammi di Schoeller delle acquee sotterranee dei pozzi 99 EISS, 110 EISS, 254 CC, 253 CC, 100 EISS con indicazione della data di prelievo. - Chemical analysis of groundwater in the deep karst carbonate aquifer of Tavoliere in the proximity of the ofanto fault - Schoeller diagram for wells 99 EISS, 110 EISS, 254 CC, 253 CC, 100 EISS, with indication of the date of sampling.

Procedendo verso la costa gli orizzonti acquiferi acqua di mare in quanto site a notevoli profondità. diventano sempre più profondi (figg. 14.2, 14.3, La salinità ivi riscontrata non deve essere però con- 14.4). Verso la spiaggia del Golfo di Manfredonia fusa con quella che caratterizzata talune zone cen- le formazioni acquifere sono spesso invase da trali del Tavoliere, ove il contenuto salino deriva LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 105

Fig. 14.11 - Sezione idrogeologica schematica del Tavoliere dall’Appennino al Golfo di Manfredonia (da COTECCHIA, 1956). - Schematic hydrogeological profile of Tavoliere, from the Apennine to the Gulf of Manfredonia (after CoTECChIA, 1956). esclusivamente dalla natura delle argille sabbiose mentati, però, essi possono diventare poco per- salmastre, di facies lagunare, nelle quali ha sede la meabili, specie se si tratta di cemento con argilla. falda. Sempre nella fascia costiera adriatica del Nelle zone permeabili ma molto acclivi il ru- Golfo di Manfredonia, al di sotto dei terreni sede scellamento può prevalere all’assorbimento, come di acque salmastre o addirittura marine, si rinven- osservato per vari fiumi e torrenti che dall’Appen- gono strati acquiferi contenenti acque dolci, in nino sono diretti verso il mare con direzione pre- quanto presentanti maggiore carico piezometrico. valente OSO-ENE (Triolo, Salsola, Celone, Va infine segnalata la presenza di contamina- Cervaro, Carapelle ed Ofanto). In particolare, va zione marina nella falda superficiale in prossimità osservato che il Tavoliere ha una pendenza tale da della Faglia del Candelaro. Alcuni pozzi dell’area degradare da Sud-Ovest verso Nord-Est, ossia pedegarganica presentano un chimismo che sug- dalle ultime propaggini dell’Appennino verso il gerisce l’esistenza di acque marine nella zona di fa- Candelaro e il Golfo di Manfredonia. La pendenza glia alle quote entro cui è presente il materasso è mediamente pari al 3% e arriva, nelle zone più acquifero alluvionale del Tavoliere. elevate, al 6÷7%, riducendosi a valori molto bassi in prossimità della costa. 14.3.2. - Estensione, natura, e permeabilità dei terreni af- I corsi d’acqua a luoghi contribuiscono all’alimen- fioranti tazione della falda (COTECCHIA, 1956; COLACICCO, 1955). Tratti del Carapelle, tra Ascoli Satriano ed L’alimentazione della falda superficiale del Ta- il ponte della ferrovia Foggia-Trinitapoli, del Tor- voliere avviene dove l’acquifero non è ricoperto di rente Cervaro, tra la stazione di ed il Ponte materiali argillosi e presenta caratteristiche strati- di Verginale, e tratti del Torrente Celone e del Tor- grafiche tali da poter assorbire le precipitazioni rente Vulgano, attraversano terreni permeabili, for- pluviometriche. Ciò avviene nell’Alto Tavoliere nendo così alla falda parte delle loro portate di dove affiorano terreni sabbioso - ghiaiosi. Le ca- piena (fig. 14.1). Nessun contributo alla ricarica pacità di assorbimento di tali materiali dipendono perviene invece dal F. Ofanto e dal F. Fortore, am- ovviamente dalla loro costituzione petrografia e bedue di alveo incassato entro formazioni imper- dal loro assortimento granulometrico. Quando ce- meabili. Fa eccezione solo il tronco terminale del 106 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

Fig. 14.12 - Tavoliere: rappresentazione della consistenza, natura e giacitura del materasso alluvionale acquifero e indicazione del perimetro che individua l’area entro cui il deflusso sotterraneo si svolge in pressione (da COTECCHIA, 1956). - Tavoliere: thickness, nature and attitude of the alluvial aquifer and indication of the perimeter of the area where groundwater flows under pressure (after CoTECChIA, 1956). LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 107

Fig. 14.13 - Sezione idrogeologica schematica del Tavoliere da Ascoli Satriano al Golfo di Manfredonia (da COTECCHIA, 1956). - Schematic hydrogeological profile of the Tavoliere from Ascoli Satriano to the Gulf of Manfredonia (after CoTECChIA, 1956).

F. Ofanto ove per una decina di chilometri dalla Se gli affioramenti sono composti da argille sab- foce occorrono dispersioni subalvee rilevanti, che biose e sabbie argillose, come succede nel Basso alimentano la falda ivi presente. Tavoliere, possono costituirsi delle limitate falde Nella carta di figura 14.1 sono state indicate con superficiali secondarie, in genere salmastre, specie lo stesso simbolo tutte le formazioni argillose imper- in prossimità della costa (zORzI & REINA, 1960). meabili, dalle Argille Azzurre di base (affioranti nel- In qualche punto, al di sopra delle argille gialle l’Alto Tavoliere), alle argille intercalate ai terreni o delle sabbie, è presente il calcare concrezionario, alluvionali e lagunari più recenti. Le formazioni in fa- abbastanza permeabile, che può essere sede di mo- cies fliscioide del Terziario medio ed inferiore, affioranti deste falde acquifere corticali, come succede nella a monte delle formazioni plioceniche e calabriane, zona di Tressanti-Cerignola. sono anche da ritenersi poco permeabili e quindi fa- La figura 14.1 evidenzia che nell’Alto Tavoliere, vorenti il ruscellamento superficiale nei corsi d’acqua. procedendo da Occidente ad Oriente, si passa dalle Sede di infiltrazione e fonte di alimentazione sabbie e conglomerati alle argille gialle, che a loro della falda superficiale del Tavoliere sono i conglo- volta si vanno ricoprendo di argille sabbiose e sab- merati se a cemento sabbioso, da distinguere ri- bie argillose in tutto il Basso Tavoliere. Dunque, la spetto a quelli caratterizzati dalla presenza di zona prettamente permeabile ha inizio al piede minerali argillosi. Nelle zone più elevate i conglo- delle propaggini dell’Appennino e termina con i merati fungono da serbatoio per il bacino acquifero conglomerati e le sabbie di San Ferdinando e Pog- sotterraneo. Verso i bordi orientali del Medio Tavo- gio Imperiale. liere, ove la falda si suddivide in più livelli acquiferi, In tabella 14.1 si riportano le estensioni dei vari i conglomerati alimentano solo i livelli più superfi- tipi di terreni che si rinvengono immediatamente ciali, come succede ad esempio tra Cerignola ed Or- sotto lo strato di terreno vegetale superficiale nella dona. Gli affioramenti arenacei, laddove l’erosione Capitanata pianeggiante (fig. 14.1), con riferimento ha asportato il mantello conglomeratico superficiale, in particolare ad una superficie (4.300 km2) che va sono abbastanza permeabili da alimentare diretta- dall’arco occidentale sub-appeninico al Candelaro mente la falda acquifera. e alla costa. Ivi si riconoscono circa 1.720 km2 di 108 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

Tab. 14.1 - Estensione dei vari tipi di terreno affiorante in relazione alla loro natura e permeabilità. - Extent of the various outcropping terrains, in relation to their nature and permeability.

Natura dei 2 Estensione in km Caratteristiche di permeabilità TERRENI Argille grigio-giallastre del Quaterna- rio, argille azzurre del Pliocene e del 1000 Prevalentemente impermeabili Calabriano Poco permeabili (per una buona parte poggianti su Argille sabbiose e sabbie argillose 1580 terreni impermeabili) Sabbie e arenarie 750 Abbastanza permeabili Conglomerati a cemento 450 Nell’insieme mediamente permeabili sabbioso-argilloso

Conglomerati a cemento sabbioso 470 Molto permeabili

Calcari teneri concrezionari 50 Abbastanza permeabili terreni superficiali assorbenti (sabbie e arenarie, conglomerati a cemento sabbioso-argilloso, con- glomerati a cemento sabbioso, calcari teneri con- crezionari). L’area di alimentazione della falda superficiale del Tavoliere può essere suddivisa nelle seguenti zone (fig. 14.14): - zona A, che alimenta le acque sotterranee dirette a Nord, che raggiungono il Mare Adriatico presso il lago di Lesina. In tale zona sono presenti circa 270 km2 di terreni permeabili assorbenti; - zona B, che alimenta le acque sotterranee dirette verso la Faglia del Candelaro. In tale zona sono pre- senti circa 800 km2 di terreni permeabili assorbenti; - zona C, che alimenta le acque sotterranee dirette verso il Golfo di Manfredonia. In tale zona sono presenti circa 650 km2 di terreni permeabili assor- benti. - zona D, che non offre contributo significativo alla ricarica della falda superficiale del Basso Tavoliere, in cui la circolazione idrica sotterranea è in pres- sione.

14.3.3. - natura, geometria e permeabilità dell’acquifero

Le potenzialità idriche della falda superficiale del

Tavoliere variano sensibilmente da zona a zona in Fig. 14.14 - Planimetria schematica del Tavoliere con indicazione delle aree funzione di fattori sia morfologici sia stratigrafici. in cui attraverso le formazioni permeabili affioranti avviene la ricarica della falda superficiale. Maggiori volumi di accumulo occorrono lì dove - Schematic map of Tavoliere with indication of the areas where shallow groundwater is il sottofondo argilloso è sede di impluvi (figg. 14.2, recharged through permeable formation outcrops. LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 109

14.3 e 14.4). La capacità di immagazzinamento è variare della stratigrafia dell’acquifero superficiale poi legata alla natura del materiale, essendo mag- del Tavoliere. Lo spessore dell’acquifero, indicato giore lì dove è preponderante l’elemento ghiaioso. in figura 14.12 per tutta l’area di studio, è stato de- A valle della ferrovia -Foggia, nella zona terminato sulla base di numerose stratigrafie (CO- compresa tra i Torrenti Cervaro e Carapelle, si ri- TECCHIA, 1956). Ove si sono rinvenuti livelli poco scontrano conglomerati acquiferi senza nessuna permeabili in profondità, si è limitato lo strato ac- intercalazione di materiale argilloso, nell’ambito quifero alla sola porzione di permeabilità sufficien- dei quali i pozzi attingono notevoli portate speci- temente alta. fiche, stante l’elevata permeabilità, dell’ordine di Dal punto di vista petrografico si è fatta netta di- 10-1-10-2 cm/s (tav. 3 f.t.), maggiori di quelle in ge- stinzione tra il materasso acquifero di natura preva- nere riscontrate in altre aree del Tavoliere. Analo- lentemente sabbiosa o arenacea e quello di natura gamente, valori elevati del coefficiente di ghiaiosa o conglomeratica variamente cementata. permeabilità si presentano in prossimità della foce Come si può osservare dalla figura 14.12, nel ver- dell’Ofanto, a Nord di Ascoli Satriano, e nella por- sante Sud-orientale della Capitanata le acque di falda zione di acquifero posta a Nord di Foggia e com- sono contenute sostanzialmente in sabbie o arena- presa tra gli abitati di Lucera e San Severo. Valori rie, e sono alimentate dall’alto attraverso la serie stra- del coefficiente di permeabilità sensibilmente in- tigrafica costituita da conglomerati a cemento feriori, dell’ordine di 10-3 ÷ 10-4 cm/s, si ricono- sabbioso ricoprenti le sabbie. Detta situazione è ri- scono invece nella porzione di acquifero scontrata anche nella parte Nord-occidentale del Ta- compresa tra Foggia, Ascoli Satriano e Cerignola voliere, verso San Severo ed Apricena. e nella zona costiera lungo il Golfo di Manfredo- Nella parte intermedia del Tavoliere, in partico- nia. L’eterogeneità delle formazioni, comunque, lare nella porzione tra il Torrente Triolo, Foggia e comporta possibili variazioni di permeabilità nel- Cerignola, la circolazione idrica sotterranea si l’ambito di qualche centinaio di metri, e ciò è fon- esplica fondamentalmente nelle formazioni ghia- damentalmente legato alla circostanza che, ioso-sabbiose, che talora derivano dall’erosione di soprattutto nel Basso Tavoliere, le formazioni ac- terrazzi di monte, talora sono la continuazione quifere sono alquanto eterogenee dal punto di delle formazioni conglomeratiche. vista granulometrico. Dette variazioni del grado Nella parte bassa del Tavoliere e nelle zone di permeabilità dell’acquifero possono inoltre pre- adiacenti ai bordi del Gargano ove l’acquifero è sentarsi anche nell’ambito delle formazioni sab- confinato, prevale la sabbia, talvolta interrotta da biose e ghiaiose, quando fortemente cementate. conglomerati (fig. 14.12). Le sezioni rappresentate nelle figure 14.2, 14.3 Sulla base di tutti gli elementi contenuti in fi- e 14.4 e la planimetria di figura 14.12 illustrano il gura 14.12, è stata redatta la tabella 14.2, che illu-

Tab. 14.2 - Valutazione orientativa della consistenza del materasso acquifero alluvionale superficiale del Tavoliere. - Preliminary assessment of the shallow alluvial aquifer thickness of Tavoliere.

Costituzione formazioni Spessore del materasso acquifero da 10 a da 20 a acquifere da 2 a 6 m da 6 a 10 m 20 m 30 m Totali Estensione del materasso acquifero (km2) 345 576 369 162 1452 Sabbie e arenarie Volume del materasso acquifero 6 6 6 6 6 3 1380x10 4608x10 5542x10 4050x10 16264x10 (m ) Estensione del materasso 2 516 272 491 171 1450 Conglomerati variamente acquifero (km )

cementati da materiale sabbioso Volume del materasso acquifero 6 6 6 6 6 (m3) 2064x10 2176x10 7365x10 4275x10 16475x10 110 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA stra la stima della consistenza del materasso ac- 14.3.4. - Morfologia della superficie di falda e sua varia- quifero del Tavoliere su una estensione areale di zione nel tempo 2.900 km2. Il volume dell’acquifero ammonta quindi a circa 32.000 Mm3, divisi grossomodo a La tavola 4 (f.t.) allegata al volume illustra la di- metà tra formazioni acquifere prevalentemente stribuzione delle altezze piezometriche in due pe- sabbiose e arenacee e formazioni acquifere pre- riodi storici fondamentali, all’inizio degli anni ’50 valentemente conglomeratiche a cemento sab- e attuale; per l’attuale si fa riferimento ai dati pie- bioso. Detto materasso acquifero può così essere zometrici raccolti nell’ambito del Progetto Tiziano, suddiviso: nel periodo 2007 ÷ 2010. Le linee isopieziche rap- - acquifero superficiale del Tavoliere, conte- presentate in detta tavola si riferiscono alla super- nente le acque di falda dirette verso il Mar Adria- ficie di falda nell’Alto Tavoliere ove l’acquifero è tico ad Ovest del lago di Lesina. Esso presenta una freatico, e alla superficie piezometrica al tetto della estensione pari a circa 200÷300 km2, un volume falda nel Basso Tavoliere ove l’acquifero è confi- pari a circa 2.000 Mm3 ed è alimentato attraverso i nato. Nel seguito si userà l’unica dizione superficie terreni della zona A di figura 14.14; di falda per indicare entrambe le situazioni. - acquifero superficiale del Tavoliere, contenente La morfologia della superficie di falda afferente la falda freatica con flusso diretto verso la faglia agli anni ’50 può considerarsi propria di una falda del Candelaro ed il Golfo di Manfredonia. Esso indisturbata, dati i ridotti emungimenti di quel pe- presenta una estensione pari a circa 1.900 km2, un riodo. Infatti, alla fine degli anni ’50 venivano censiti volume pari a circa 30.000 Mm3 ed è alimentato at- 4285 pozzi (CALDARA & PENNETTA, 1993a) contro traverso i terreni delle zone B e C di figura 14.14; i circa 30.000 attuali (par.14.4.6). Le linee isopiezi- - acquifero superficiale del Tavoliere, contenente che relative agli anni ’50 riportate in tavola 4 (f.t.) la falda in pressione con flusso diretto verso la fa- indicano che la falda presentava i massimi carichi glia del Candelaro ed il Golfo di Manfredonia. piezometrici, nell’intervallo 100÷200 m s.l.m., nelle Esso presenta una estensione pari a circa 800 km2 estreme propaggini occidentali, ove la quota del li- ed è alimentato dalla falda freatica prima descritta. vello di base della circolazione idrica, rappresentata L’estensione dell’acquifero confinato si riduce a dal tetto della formazione argillosa, è più elevata. 600 km2 se si considera solo la porzione disposta Esso infatti presenta in tali zone quote anche supe- a quota inferiore al livello mare, il cui volume è pari riori a 100 m s.l.m., per poi degradare verso il Golfo a circa 5.000 Mm3. di Manfredonia e la faglia del Candelaro, ove si ab- Al fine di determinare il volume di acqua con- bassano i carichi piezometrici. tenuto nell’acquifero superficiale del Tavoliere è La morfologia della superficie di falda attuale necessario conoscere la sua porosità, che risulta (dati 2007÷2010), appare conseguire ad una note- molto variabile stante la riconosciuta diversità di vole riduzione delle altezze piezometriche, dell’or- struttura e composizione del materasso acquifero. dine delle decine di metri, nell’area compresa tra Se a titolo orientativo si assume un valore di poro- Manfredonia - Foggia - Cerignola - Trinitapoli ove sità efficace pari al 10%, grossomodo pari a quello l’acquifero è in pressione. In alcuni pozzi è stata medio determinato in prove di portata eseguite tra registrata una riduzione dell’altezza piezometrica Macchiarotonda e Borgo Mezzanone (COTECCHIA sino a 60 m. Riduzioni di altezza piezometrica pari et alii, 1958), a Sud-Est della città di Foggia, si ot- a circa 5 m sono frequenti anche nella parte frea- tiene un volume di acqua di falda pari a circa 3.000 tica della falda. Mm3, di cui circa 2.500 Mm3 sono disposti sopra Indagini eseguite nel 1987 e nel 2003 confer- il livello mare e corrispondono dunque ad uno mano il carattere progressivo del depauperamento strato di acqua dello spessore medio di circa 1 m (COTECCHIA, 2003). Ad esempio, la distribuzione su tutta l’area dell’acquifero. Il volume d’acqua di- delle altezze piezometriche del 1987 (fig. 14.15) da sposto sotto il livello del mare è pari a circa 500 evidenza all’esistenza di un territorio a Sud-Ovest Mm3. di Manfredonia, di area pari a circa 200 km2, ove i LE ACQUE SOTTERRANEE E L’INTRUSIONE MARINA IN PUGLIA 111

Fig. 14.15 - Isopieziche della falda superficiale del Tavoliere relativa all’anno 1987 con indicazione delle zone ove è ubicato lo spartiacque idrogeologico (mod., da COTECCHIA, 2003). - Isopiezic surface of the shallow aquifer groundwater of Tavoliere in 1987, with indication of the groundwater divide (modified after COTECCHIA, 2003). livelli piezometrici erano inferiori al livello mare. Aspetto interessante è il condizionamento del- Nell’anno 2003 (fig. 14.16), tale condizione appare l’andamento delle linee isopieziche da parte dei estendersi su un’area più ampia, pari a circa 350 lineamenti tettonici fondamentali dell’area. In cor- km2, per poi estendersi ulteriormente a circa 400 rispondenza della faglia dell’Ofanto si osserva, in- km2 nel periodo attuale, talché oggi questa condi- fatti, che le linee isopieziche sono grossomodo zione è propria di quasi tutta la falda confinata ortogonali al lineamento tettonico, che dunque, nel- sotto il livello del mare, che come abbiamo visto l’ipotesi di acquifero isotropo, rappresenta per la presenta una estensione pari a circa 600 km2. Il falda superficiale del Tavoliere un bordo impermea- progressivo depauperamento della falda superfi- bile. Detta circostanza, come già discusso al par. ciale è confermato da alcune serie di misure pie- 14.3.2, è imputabile all’affiorare delle Argille Az- zometriche disponibili per alcuni pozzi storici. In zurre in prossimità della faglia, che non consentono particolare, i dati disponibili dagli anni ’30 agli anni quindi una connessione idraulica tra l’acquifero su- ’90 del secolo scorso indicano una riduzione del perficiale del Tavoliere e quello carbonatico e me- carico piezometrico in media di circa 3 cm/mese sozoico della Murgia (tav. 1 f.t.; figg. 14.1 e 14.2). (POLEMIO et alii, 2005). Situazione molto diversa si verifica invece in 112 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

Fig. 14.16 - Isopieziche della falda superficiale del Tavoliere relativa all’anno 2003 (mod., da COTECCHIA, 2003). - Isopiezic lines of the shallow aquifer groundwater of Tavoliere in 2003 (modified after COTECCHIA, 2003). prossimità della faglia del Candelaro. A partire ed il mare. In tale ordine di idee, essa configura una dall’Alto Tavoliere è possibile individuare uno complessa condizione al contorno per il moto fil- spartiacque idrogeologico sotterraneo (figg. 14.14 trazione nell’acquifero, invero ancora da interpre- e 14.15), ubicato grossomodo tra i Torrenti Cer- tare e documentare dal punto di vista quantitativo. varo e Celone, che divide le acque di falda dirette Stante la distribuzione dei carichi piezometrici in verso il Golfo di Manfredonia da quelle invece di- prossimità delle porzioni centro - meridionali del rette verso la faglia del Candelaro. Le acque della lineamento di faglia, appare che la faglia stessa falda superficiale del Tavoliere che trovano ricarica funga da drenaggio per la falda superficiale (le linee nelle porzioni settentrionali dell’Alto Tavoliere di flusso sono infatti dirette verso di essa). (zona B in figura 14.14) sono quindi dirette verso il lineamento di faglia. La presenza di una certa 14.3.5. - Portata della falda contaminazione salina della falda superficiale del Tavoliere nell’area pedegarganica, che sarà docu- A seguito degli studi geologici e idrogeolo- mentata nel successivo paragrafo 14.4.8, indica che gici condotti nella prima metà del secolo scorso la Faglia del Candelaro rappresenta un probabile (COTECCHIA, 1956), fu possibile eseguire delle va- collegamento tra la falda superficiale del Tavoliere lutazioni quantitative sulle effettive potenzialità LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 113 idriche della porzione di falda che è diretta verso il fero pari a 650.000 m2. Tale area è stata valutata Golfo di Manfredonia a partire dai bassi rilievi considerando il tratto di acquifero compreso tra dell’Appennino. Tali valutazioni furono condotte l’estremo Sud della sezione ed il torrente Celone, dal prof. De Marchi. Stante l’importanza che ancor e comprende quindi anche la porzione di acquifero oggi riveste questo argomento, si riporta nel DVD posta in prossimità della foce dell’Ofanto, presso allegato la nota COTECCHIA et alii, 1958, illustrante San Ferdinando, dove la falda è freatica. Questa se- i risultati degli studi di cui nel seguito si riassumono zione, a meno di un piccolo lembo posto all’estre- i passi salienti. Nella trattazione che segue si terrà mità settentrionale, può considerarsi attraversata anche conto dei nuovi dati idrogeologici acquisiti fondamentalmente dalla falda superficiale del Ta- nel tempo, in particolare circa la morfologia della voliere diretta verso la linea di costa del Golfo di superficie di falda. Manfredonia. Essa non è quindi interessata da La portata d’acqua Q attraversante une generica tutto il deflusso della falda superficiale del Tavo- sezione dell’acquifero ortogonale alla direzione del liere, in quanto non è attraversata dalle linee di flusso idrico può essere calcolata con buona ap- flusso che dall’Alto Tavoliere sono dirette verso la prossimazione applicando l’equazione di Darcy: faglia del Candelaro e la costa adriatica presso il Q [m3/s] = v A = k i A (14.1) lago di Lesina. dove: La velocità di filtrazione della falda è molto va- v [m/s] = velocità di filtrazione media in corri- riabile lungo la sezione E-F, perché dipende sia spondenza della sezione trasversale dell’acquifero; dalla permeabilità del mezzo sia della cadente pie- A [m2] = Area della sezione trasversale dell’acqui- zometrica, variabili a livello locale. Anche se dette fero; incertezze non consentono calcoli accurati, è pos- k [m/s] = Coefficiente di permeabilità dell’acqui- sibile eseguire delle valutazioni circa l’ordine di fero; grandezza della portata che attraversa la sezione i [-] = Cadente piezometrica. E-F. Detta portata è grossomodo costante al variare Lungo gran parte della sezione E-F la cadente della sezione che si considera nel calcolo se si fa piezometrica varia tra 4‰ e 6‰,; solo in una pic- riferimento ad una sezione dell’acquifero confinato cola zona, ove la sezione E-F si interseca con la C- del Basso Tavoliere, che non riceve ricarica dalla D (figg. 14.1 e 14.4), si riduce al 3‰. è quindi superficie. Nel caso di falda freatica, invece, la por- lecito assumere un valore costante della cadente tata d’acqua aumenta procedendo da monte verso pari a 5‰. valle a causa degli apporti idrici dalla superficie. Sulla base delle già richiamate prove di portata La portata d’acqua dell’acquifero confinato del eseguite tra Macchiarotonda e Borgo Mezzanone a Basso Tavoliere a rigore subisce variazioni nel Sud-Est della città di Foggia è lecito assumere una tempo in ragione delle variazioni del livello di falda valore del coefficiente di permeabilità pari a 5 x 10-2 nell’Alto Tavoliere. Ma poiché tali variazioni deter- cm/s, che è grossomodo confermato dalla distri- minano modeste modifiche di cadente piezome- buzione del coefficiente di permeabilità riportata in trica nella falda confinata, le variazioni di portata tavola 3 f.t. (nella zona interessata dalla sezione in saranno altrettanto modeste. una variazione di al- analisi), che è stata determinata sulla base di rilievi tezza piezometrica nella falda freatica anche del- in un numero di pozzi molto maggiore di quelli l’ordine di 10 m comporta infatti una variazione considerati negli studi condotti in COTECCHIA et alii, della cadente piezometrica media della falda con- 1958. finata dell’ordine dello 0,5‰, ossia di un ordine di Si ottiene quindi una velocità di filtrazione grandezza inferiore alla cadente piezometrica ivi media lungo la sezione E-F (fig. 14.2) pari a 2,5 x presente, data la lunghezza del percorso del flusso 10-6 m/s che, per un’area pari a 650.000 m2, forni- (circa 20 km). sce una portata di 1,62 m3/s, approssimabile a 2 Per la sezione E-F di figura 14.2 è possibile sti- m3/s. Il prof. De Marchi riteneva che tale portata mare un’area della sezione trasversale dell’acqui- potesse costituire un riferimento attendibile negli 114 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA studi per la definizione di piani di utilizzazione nell’uso che si è fatto di tale risorsa e non nell’evo- della risorsa. luzione del clima, non essendosi verificate varia- Alla luce degli elementi idrogeologici sin qui zioni climatiche tanto significative (cap. 7). esposti, questa portata è da ritenersi solo una parte La determinazione della portata totale estratta della portata totale nell’acquifero superficiale del dall’acquifero dovrebbe basarsi sulla conoscenza Tavoliere, dato che essa non considera, come già delle portate estratte dai singoli pozzi. Tale desun- detto, la portata diretta verso la costa settentrionale zione non è allo stato attuale possibile, se non in adriatica, ad Ovest del lago di Lesina, e verso la Fa- forma approssimata, stante l’abusivismo nell’utilizzo glia del Candelaro. dei pozzi e l’indisponibilità di un censimento delle Al fine di determinare la portata totale dell’ac- portate estratte dai pozzi regolarmente concessi. quifero superficiale del Tavoliere va osservato che Di seguito, dunque, si riporta solo una stima del essa è pari, in condizioni stazionarie, al volume d’ac- volume idrico estratto annualmente dalla falda su- qua che nell’unità di tempo ricarica l’intero acqui- perficiale del Tavoliere, basata sull’analisi dei dati fero. In prima approssimazione possiamo ritenere contenuti dell’archivio informatico dei pozzi che per ciascuna delle zone (A, B, C) individuate in presso il Genio Civile di Foggia (tab. 14.3). figura 14.14 il rapporto esistente tra portata della Considerando i soli pozzi del Tavoliere ed falda e la superficie dei terreni assorbenti superficiali escludendo, quindi, quelli penetranti nell’acquifero che l’alimentano sia costante. Tale rapporto può es- carbonatico cretacico del Gargano, è possibile ese- sere determinato osservando che la portata deter- guire una distinzione tra pozzi operanti con rego- minata dal prof. De Marchi (2 m3/s) è alimentata lare concessione, pozzi in attesa di regolarizzazione dalla ricarica nella zona C, in cui la superficie dei ter- e pozzi autodenunciati. In particolare, i pozzi ope- reni assorbenti è pari a circa 650 km2. La portata to- ranti con regolare concessione sono appena 1.400, tale dell’acquifero, alimentato dai terreni assorbenti per un volume idrico annuo concesso pari a circa delle zone A, B e C, che globalmente presentano 19 Mm3, calcolato in base ai volumi idrici annui una superficie pari a circa 1720 km2, è quindi pari a massimi concessi. è possibile poi contare circa 2 m3/s x 1.720 km2/650 km2 ≈ 5 m3/s. 14.000 domande di concessione in fase di istrutto- Tale portata totale corrisponde ad un volume ria e circa 13.000 autodenuncie. Queste ultime idrico annuo di circa 158 Mm3, che rapportato alla superficie riconosciuta assorbente per tutto il Ta- 2 Tab. 14.3 - Calcolo del volume annuo e della portata mas- voliere (1720 km ), fornisce un’altezza d’acqua di sima concessa per i pozzi penetranti nell’acquifero superfi- alimentazione pari a circa 90 mm/a. Nell’Alto Ta- ciale del Tavoliere a partire dai dati acquisiti (Censimento voliere, sede delle aree di alimentazione conside- dal Genio Civile di Foggia). rate, la pioggia annua media vale 400-500 mm (cap. - Computation of the yearly volume and of the 7), per cui l’altezza d’acqua di ricarica prima calco- maximum amount of water permitted to be lata appare essere il 18÷22% della pioggia totale. pumped for the wells penetrating the surface aquifer Tale intervallo di valori configura un tasso di as- of Tavoliere (data source: inventory from the Civil sorbimento credibile per l’area in esame. Engineer Office of Foggia). 14.3.6. - Considerazioni sulle attuali condizioni d’uso della Volume Portata annuo massima risorsa idrica sotterranea Numero concesso concessa Mm3 m3/s L’analisi dell’evoluzione nel tempo della piezo- Pozzi in concessione 1421 19 5.2 metria ha evidenziato che, negli ultimi 60 anni, si è Domande di concessione in 14382 191* 52,6* verificata una generale riduzione delle altezze pie- istruttoria zometriche, soprattutto nel Basso Tavoliere. I mo- Autodenuncia 13385* 178* 49* tivi che sono alla base di un tale depauperamento Totale 29.188 388 106.8 della risorsa idrica sotterranea sono da ricercare * valori stimati LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 115 sono in realtà complessivamente pari a circa 22.000 calabriane, e quelli penetranti nei calcari cretacei ma, essendo molte in fase di istruttoria, e quindi (ad esempio ubicati in prossimità della Faglia dell’ già contemplate nel gruppo precedente, se ne è Ofanto) e nelle lenti sabbiose artesiane presenti considerata sola una quota parte, pari al 60%. nelle argille azzurre. I pozzi non penetranti nell’ac- é utile evidenziare che solo una piccolissima quifero superficiale sono comunque una piccolis- parte dei pozzi esistenti è stata realizzata seguendo sima percentuale rispetto al totale dei pozzi; il normale iter di autorizzazione e concessione pre- - le superfici irrigabili attrezzate e servite dal Con- visto dalla legge. Il numero totale delle concessioni sorzio di Bonifica della Capitanata, di cui si parlerà è, infatti, appena pari al 10% del numero comples- successivamente, sono molto spesso irrigate anche sivo di concessioni in fase di istruttoria, il che di- con acque sotterranee estratte da pozzi abusivi; mostra come nelle ultime decadi ci sia stata una - il numero dei pozzi autodenunciati che sono pas- completa assenza di controllo del territorio che ha sati alla fase istruttoria è stato solo stimato. portato all’emanazione di condoni che, a loro Il depauperamento osservato nel Basso Tavo- volta, hanno incentivato l’abusivismo (cap. 11). liere ha molto probabilmente ivi determinato una In conclusione è possibile contare nell’archivio riduzione degli emungimenti. del Genio Civile circa 30.000 pozzi. Supponendo Queste incertezze influenzano in maniera con- che il campione costituito dai 1.400 pozzi operanti trastante il valore del volume annuo estratto dalla con regolare concessione di cui si conosce la mas- falda. Si può quindi ritenere che i loro effetti si sima portata concessa sia rappresentativo di tutti i compensino e che il valore proposto dianzi confi- pozzi, si ottiene una portata globalmente estratta guri una ipotesi credibile circa il limite superiore dall’acquifero superficiale del Tavoliere pari a circa della portata annualmente estratta dalla falda su- 378 Mm3/a (circa 12 m3/s), superiore a quella sti- perficiale del Tavoliere da utilizzare nell’ambito di mata nell’ambito degli studi condotti per la reda- lavori finalizzati alla pianificazione e mitigazione zione del Piano di Tutela delle Acque della Regione del depauperamento. Puglia (PTA, 2009), pari a 200 Mm3/a, ed inferiore Note la portata d’acqua dell’acquifero e quella a quella stimata da DE GIROLAMO et alii, 2002, pari estratta, è possibile svolgere previsioni circa l’evo- a 443 Mm3/a, stimate sulla base del fabbisogno ir- luzione nel tempo dello stato della risorsa idrica riguo dell’area. sotterranea, per la quale i dati piezometrici eviden- un valutazione critica del valore di portata ziano una tragica compromissione. estratta dai 30.000 pozzi esistenti nel Tavoliere Data la portata complessiva dell’acquifero su- dianzi proposto prevede però un riesame delle ap- perficiale del Tavoliere, pari a circa 5 m3/s, e gli prossimazioni e delle incertezze sulla base delle emungimenti, che raggiungo i 12 m3/s, la portata quali tale valore è stato desunto: estratta appare superare quella disponibile di circa - i pozzi operanti in stato di concessione potreb- 7 m3/s, dunque di 221 Mm3 all’anno. Il volume bero prelevare di meno di quanto consentito, op- idrico sottratto a quello immagazzinato nell’acqui- pure potrebbero commettere un abuso fero determina il progressivo svuotamento dell’ac- prelevando di più. Non è possibile quindi stimare quifero stesso. Considerato che l’estensione il volume effettivamente estratto, in quanto non dell’acquifero è pari a circa 2.900 km2 e ipotiz- viene ancora utilizzato a regime il misuratore di zando, per semplicità, tutto l’acquifero come frea- portata imposto dal Piano di Tutela delle Acque tico di porosità efficace pari a 10%, il volume della Regione Puglia; d’acqua annualmente estratto dalla riserva d’acqua - non è possibile stabilire quanti dei pozzi autode- determina un abbassamento del livello di falda con nunciati ed in fase di istruttoria continuino a pre- il ritmo di circa 75 cm per anno. In tabella 14.4 si levare dalla falda; riassumono i risultati sin qui discussi. - nell’archivio del Genio Civile non è possibile ese- Quanto sinora illustrato si basa sull’ipotesi che i guire una distinzione tra i pozzi penetranti nell’ac- prelievi siano uniformemente attuati su tutta la re- quifero superficiale, sovrastante le argille pliocenico- gione. In realtà, in ragione delle caratteristiche di 116 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

Tab. 14.4 - Bilancio idrico stimato per l’acquifero mare che il regime di emungimento sinora attuato superficiale del Tavoliere. nel Tavoliere è il responsabile principale della si- - Estimated water balance of the Tavoliere gnificativa riduzione delle altezze piezometriche shallow aquifer. della falda superficiale, almeno nella parte ove l’ac- Sup. terreni assorbenti km2 1720 quifero è confinato e posto sotto il livello del mare. 3 Senza una inversione di tendenza si potrebbe giun- Volume acquifero Mm 32000 3 gere allo svuotamento totale dell’acquifero, con Riserva idrica stimata (anni ’50) Mm 3200 conseguenze catastrofiche sia per l’economia della Altezza di pioggia mm/a 400÷500 regione sia per l’ambiente. Tale circostanza com- Ricarica efficace mm/a 90 porterebbe, inoltre, l’intrusione delle acque marine m3/s 5 Portata d’acqua dolce 3 nelle porzioni di acquifero disposte sotto il livello Mm /anno 158 del mare con l’ingresso di circa 500 Mm3 di acqua Portata d’acqua estratta m3/s 12 salata, che andrebbero ad invadere circa 5.000 Mm3 3 Stima da pozzi Genio Civile Mm /anno 378 di acquifero, in un’area di circa 600 km2 di super- m3/s 7 Deficit idrico annuo 3 ficie, subito a monte del Golfo di Manfredonia. Mm /anno 221 Rapporto tra Deficit idrico annuo e Riserva idrica stimata - 7% 14.3.7. - Possibilità di ripristino delle condizioni quanti- negli anni ’50 tative pregresse della falda

Il depauperamento della falda superficiale del permeabilità del materasso acquifero e della possi- Tavoliere sin qui descritto indica l’urgenza di in- bilità di reperire le acque di irrigazione da fonti al- tervenire, sia al fine di non far precipitare la situa- ternative (ad esempio 140 Mm3 resi disponibili dagli zione in un vero e proprio disastro ambientale, sia invasi; D’ARCANGELO & PROCACCINI, 2001), i pre- al fine di ripristinare l’assetto della risorsa idrica di lievi risultano più intensi in alcune zone rispetto ad cui avviare una gestione razionale e sostenibile, nel- altre. In particolare, sovrapponendo le linee isopie- l’ottica della salvaguardia ambientale e dell’equa ri- ziche del Tavoliere degli anni ’50 con quelle del pe- partizione di un bene pubblico. riodo 2007÷2010 e con la carta rappresentativa Nel prossimo futuro sarà opportuno attuare di- degli schemi idrici del Consorzio di Bonifica della verse fasi di gestione: la prima, da attuare nel più Capitanata (fig. 14.17), si può osservare come le breve tempo possibile, dovrà essere finalizzata al zone entro cui si sono rilevati gli abbassamenti pie- ripristino dello stato quantitativo; la seconda, da zometrici più significativi sono in gran parte ubicate attuare dopo il raggiungimento degli obiettivi della nelle aree non servite dal Consorzio, ove evidente- prima, dovrà essere finalizzata alla gestione lungi- mente le acque di falda rappresentano l’unica fonte mirante, quindi sostenibile, della risorsa idrica sot- d’acqua per l’irrigazione. Tali aree comprendono, terranea ricostituita. inoltre, le porzioni di acquifero ove la circolazione Sulla base degli elementi sinora riportati si idrica è confinata sotto il livello del mare. Come ab- evince la necessità di ridurre drasticamente gli biamo visto nel paragrafo 14.4.3 questo ospitava emungimenti in atto per rimpinguare la falda su- all’inizio del secolo scorso un volume idrico sotto perficiale del Tavoliere. é necessario, in particolare, il livello del mare pari a circa 500 Mm3, oggi forte- ridurre gli emungimenti a valori inferiori alla rica- mente ridotto. Va però sottolineato che anche i pre- rica naturale annuale, cosicché la ricarica netta che lievi attuati a monte, ove le acque di falda si rende disponibile, pari alla differenza tra la rica- rappresentano un serbatoio cui attingere per inte- rica efficace dovuta alle piogge e gli emungimenti, grare le acque di irrigazione fornite dal Consorzio, ricarichi lentamente l’acquifero tenuto conto dei incidono sul depauperamento segnalato a valle. deflussi. é chiara quindi la necessità di ricorrere a Ferme restando le approssimazioni contenute risorse idriche alternative per soddisfare la do- nelle valutazioni sin qui riportate, è possibile affer- manda idrica, soprattutto irrigua (cap. 29). Si può LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 117 - Water schemes of schemes - Water Consorzio of and comparison Board) Capitanata (Capitanata reclamation della di Bonifica isopiezic the of lines of that 1950 with year the 2007÷2010. period the Fig. 14.17 - Schemi idrici del Consorzio di Bonifica della Capitanata e confronto delle isopieziche della falda relativa all’anno 1950 con quella relativa al periodo 2007÷2010. al periodo relativa quella all’anno 1950 con falda relativa della isopieziche delle confronto e Capitanata della di Bonifica Consorzio del idrici Schemi 14.17 - Fig. 118 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA sicuramente stimare che, volendo ridurre a circa 2 m3/s gno irriguo, oltre che ridurre le spesso pericolose l’estrazione complessiva dall’acquifero superficiale portate di piena dei torrenti. Gli eventi alluvionali del Tavoliere, essendo la ricarica pari a circa 5 m3/s, di cui il Tavoliere fa spesso esperienza, rappresen- si renderebbe disponibile una ricarica netta di circa tano a riguardo un modello fisico di base nella 3 m3/s (circa 95 Mm3 per anno), che, a meno dei scelta di quelle aree che dal punto di vista geomor- deflussi lentamente potrebbe ricostituire l’acqui- fologico ed idrogeologico presentano già una na- fero artesiano, oggi in gran parte svuotato. é dun- turale propensione ad essere sede degli interventi que necessario individuare fonti alternative che dianzi proposti. In figura 14.18 si riporta una carta forniscano una portata d’acqua pari ad almeno 300 delle aree allagate a causa dell’alluvione del 3 e 4 Mm3 per anno. Poiché la riduzione degli emungi- Marzo 2005, che interessò il bacino del fiume For- menti dovrebbe riguardare principalmente l’Alto tore; sono ivi indicate le ubicazioni di alcune foto ed il Basso Tavoliere Meridionale, è qui che do- scattate il 5 Marzo 2005 (fig. 14.19). A termine vrebbero essere indirizzate gran parte delle risorse della piena, gran parte dell’acqua è ritornata al tor- idriche alternative. Si fa presente però che la ridu- rente ed è quindi defluita verso il mare, mentre zione degli emungimenti dei circa 30.000 pozzi del solo una piccola aliquota della stessa si è resa di- Tavoliere, richiede innanzitutto un riordino delle sponibile per la ricarica. La realizzazione di para- utenze, da perseguire attraverso un censimento toie mobili potrebbe consentire di bloccare, al delle opere di captazione esistenti sul territorio termine di una piena, gran parte dell’acqua, tratte- (cap. 2). nendola e così agevolando l’infiltrazione in falda Anche nel Tavoliere settentrionale, ove la cir- freatica. é chiaro che si tratta di interventi da pro- colazione idrica è diretta verso la Faglia del Can- gettare sulla base delle opere già esistenti, quali delaro e verso la costa adriatica nei pressi di Lesina, strade, ponti, ecc., che come si può osservare nel è opportuno ridurre gli emungimenti mentre si è 2005 furono tragicamente interessate dall’alluvione. in attesa di più approfonditi studi che consentano In figura 14.20 si riporta invece una carta delle di stabilire le effettive potenzialità idriche di questa esondazioni dei torrenti nel basso Tavoliere avvenute area alla luce del ruolo che detta faglia svolge nel- nel periodo 1926-1950 (CALDARA & PENNETTA, l’idrogeologia dell’area. In queste aree l’applica- 1993a). La figura evidenzia le aree interessate da zione di una gestione dell’acqua sotterranea allagamenti determinati dalle piene dei torrenti sostenibile potrebbe avvenire con non molte dif- che solcano il basso Tavoliere; è evidente come ficoltà, considerata la presenza del Consorzio di anche in questo caso si siano configurati bacini di Bonifica (fig. 14.17). ricarica in zone geomorfologicamente predisposte Nella prima fase di gestione, mirata a contra- a tale ruolo. stare l’emergenza ambientale, al fine di accelerare Altre aree di rilievo per la pianificazione della il processo di ricarica della falda andrebbe valutata ricarica della falda sono quelle paludose, ove un la possibilità di realizzare, in prossimità dei terreni tempo avveniva un lento ma sicuramente cospicuo assorbenti dell’Alto Tavoliere, vasche di espan- rilascio di acque superficiali in falda. In figura 14.21 sione che, laminando le portate di piena dei tor- sono riportate le paludi esistenti nel Basso Tavo- renti, o delle importanti incisioni presenti nel liere alla fine dell’ottocento, oggi in gran parte bo- territorio, costituiscano importanti volumi idrici nificate. Prima del 1930 la situazione nel Tavoliere, oggetto di rilascio lento e naturale in falda. Pos- dal punto di vista idraulico, poteva così riassumersi sono poi essere eseguiti piccoli bacini di infiltra- (CALDARA & PENNETTA 1993a): zione e canali infiltranti che, riducendo il - aree lacustri 15.000 ha; ruscellamento superficiale, consentano di incre- - aree esondabili 40.000 ha; mentare significativamente la ricarica netta della - aree paludose 30.000 ha. falda. Questi interventi consentirebbero poi, su- Le opere di bonifica nel Tavoliere furono avviate perata la fase di emergenza, di rendere disponibili dai Francesi, proseguite dai Borboni e poi succes- maggiori volumi idrici per rispondere al fabbiso- sivamente dal Genio Civile del Regno di Italia. Esse LE ACQUE SOTTERRANEE E L’INTRUSIONE MARINA IN PUGLIA 119

Fig. 14.18 - Allagamenti determinati dal fiume Fortore durante l’alluvione del 3-4 Marzo 2005 con ubicazione di alcune foto aeree scattate il giorno 5 Marzo (ex Genio Civile, Foggia). - Flooding caused by the Fortore river during the 3-4 March 2005 flood, showing location of some aerial photos taken on 5 March (ex Genio Civile, Foggia). 120 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

Fig. 14.19 - Foto degli allagamenti scattate il 5 Marzo 2005, l’ubicazione è indicata in figura 14.18 (ex Genio Civile, Foggia). - Photos of the floods, taken on 5 March 2005 the location shown in figure 14.18 (ex Genio Civile, Foggia). hanno consentito di bonificare gran parte del ter- specialmente dove la frazione limosa e sabbiosa ri- ritorio, con la quasi scomparsa delle paludi, ma sultano significative. La presenza di aree ove le ar- hanno anche molto probabilmente ridotto la dispo- gille gialle presentano una permeabilità non nibilità di risorsa idrica sotterranea, avendo di fatto trascurabile è stata riconosciuta, infatti, in alcuni ridotto la infiltrazione efficace. A riguardo basti pozzi ubicati nel Basso Tavoliere e penetranti nel- pensare che le paludi retrodunali, caratteristiche l’acquifero confinato (zORzI & REINA, 1960). lungo il litorale adriatico a Sud-Est di Manfredonia, é evidente la necessità di rivedere le opere di bo- determinavano sicuramente un incremento di ca- nifica eseguite, al fine di incrementare la ricarica del- rico della falda, utile sia a contrastare il fenomeno l’acquifero superficiale del Tavoliere, ferma dell’intrusione marina, sia a ridurre la cadente pie- restando la necessità di gestire il rischio idraulico e zometrica con cui la falda si dirige verso il mare, salvaguardare gli aspetti igienico-sanitari del territo- dunque la portata uscente dall’acquifero. Tali aree rio. La realizzazione di opere idrauliche (eventual- sono contenute nelle zone dove oggi osserviamo mente controllate da remoto) che consentano di dei carichi piezometrici della falda inferiori al livello variare le portate d’acqua drenate, in modo da ridurre mare. Quindi, anche se l’acquifero è in tali aree con- il rischio idraulico durante le piene ed allo stesso finato sotto le argille gialle quaternarie, va eviden- tempo contenere le acque per l’infiltrazione in falda, ziata la possibilità che si instauri un moto di dovrebbe guidare il progetto delle opere di bonifica, filtrazione attraverso lo strato argilloso quaternario, così come viene già fatto in altri paesi del mondo, LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 121 quali la Florida, di cui si dirà nel capitolo 28. Stabiliti i volumi idrici disponibili per la ricarica é da valutare inoltre attentamente la possibilità a seguito degli interventi auspicati e la massima di attuare una ricarica artificiale attraverso il riuso portata estratta dall’acquifero, si ha la possibilità di di acque reflue, una volta trattate adeguatamente, applicare modelli numerici per la stima degli effetti soprattutto nelle porzioni di acquifero dove la falda degli interventi, come ad esempio del tempo ne- presenta carichi idraulici negativi e dove è assente cessario per il ripristino dei volumi originari della la ricarica diretta dalla superficie. L’acqua da utiliz- falda. A seguire sarà possibile progettare nuove zare per la ricarica potrebbe anche essere derivata procedure di utilizzo delle acque sotterranee del dai fiumi e torrenti che attraversano il Basso Ta- Tavoliere (seconda fase di gestione), anche adot- voliere, nel rispetto dei loro deflussi minimi vitali, tando portate sensibilmente superiori a quelle e dovrebbe essere immessa nell’acquifero attra- adottate nella prima fase, in relazione alla distribu- verso pozzi che superino le formazioni argillose zione dei carichi piezometrici e alla natura e per- impermeabili più superficiali. meabilità dell’acquifero. L’ubicazione dei pozzi

Fig. 14.20 - Esondazioni e conseguenti allagamenti del Tavoliere verificatisi nel periodo 1926-1950 (da CALDARA & PENNETTA, 1993a). - overflow and flooding of Tavoliere occurred in the period 1926-1950 (after CALDArA & PEnnETTA, 1993a). 122 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

Fig. 14.21 - Carta delle paludi annessa alla relazione del Commissario Deputato G.A. Angeloni (1884) (da CALDARA & PENNETTA, 1993a). - Map of marshes, attached to the report by the Commissioner G.A. Angeloni (1884) (after CALDArA & PEnnETTA, 1993a). dovrebbe seguire criteri razionali al fine di evitare falda nel 2008, nell’ambito del Progetto Tiziano. depauperamenti locali della falda, basati sulla co- In figura 14.23 si riportano i relativi diagrammi di noscenza delle aree di alimentazione, dei caratteri Schoeller, che illustrano la variabilità del chimismo di permeabilità dei terreni appartenenti all’acqui- che è possibile rilevare nelle acque del Tavoliere, a fero e della distribuzione dei carichi piezometrici causa della variazione della natura e permeabilità della falda, tutti elementi ormai noti con un ade- dei terreni assorbenti e di quelli costituenti il ma- guato grado di approssimazione. terasso acquifero, la prima incidente sul tipo di in- terazione tra matrice rocciosa e acqua di falda, la 14.3.8. - Chimismo delle acque di falda seconda sui tempi di residenza. In alcuni casi si registrano valori molto elevati di Il chimismo delle acque sotterranee contenute concentrazione per i cloruri, anche ove questi non nell’acquifero superficiale del Tavoliere è influen- possono essere attribuiti a fenomeni di mescola- zato dai processi di interazione tra la matrice del mento con l’acqua di mare. é il caso, ad esempio, terreno, spesso ricca di minerali argillosi, e le acque del pozzo FG 73 a Nord di San Severo (fig. 14.23a), meteoriche di alimentazione e, nelle zone costiere per il quale, a fronte di una prevalenza dello ione e pedegarganiche, dall’intrusione marina. cloruro, non si evidenzia un incremento degli altri In generale l’acqua della falda superficiale del ioni di origine marina. Tale circostanza può essere Tavoliere è caratterizzata da una salinità totale mo- attribuita all’inquinamento di origine antropica. deratamente bassa, circa 0,7¸0,9 g/l, anche se in Nelle aree prossime al lago di Lesina ed in quelle alcuni casi può essere superato 1 g/l. Solo i pozzi pedegarganiche sono stati misurati contenuti salini più prossimi alla linea di costa presentano conte- dell’ordine di 1,5 ÷ 2 g/l e dei rapporti caratteristici nuti salini sensibilmente maggiori, che raggiun- tipici di acqua di falda influenzata dal mare. Lo gono anche valori dell’ordine dei 4 g/l, con facies stesso vale per molti dei pozzi prossimi alla costa cloruro-sodica determinata dall’intrusione marina. adriatica del Golfo di Manfredonia (fig. 14.23b), In figura 14.22 è indicata l’ubicazione di alcuni benchè qui si riscontri maggiore variabilità. A tal pozzi per i quali si dispone dei risultati di analisi proposito va rimarcato che l’intrusione delle acque chimiche di laboratorio condotte sulle acque di marine nel materasso acquifero sovrastante i terreni LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 123

Fig. 14.22 - ubicazione di alcuni pozzi della rete di monitoraggio del “Progetto Tiziano”. - Location of some wells of the “Tiziano Project” monitoring network. pliocenici e calabriani è maggiore nelle porzioni me- presentano dei rapporti caratteristici indicativi di ridionali del Golfo di Manfredonia, ove l’acquifero mescolamento con le acque marine. Differente è il è freatico, di contro alle aree settentrionali del Golfo chimismo delle acque prelevate in corrispondenza e a Sud-Est del lago di Lesina, ove l’intrusione ma- del pozzo FG 28 ARPA o di quelle prelevate nei rina, quando presente, sembra essere inibita. I dia- pozzi FG 30 ARPA ed FG 32 ARPA, ubicati in grammi di Schöeller per acque prelevate dai pozzi prossimità dei torrenti Cervaro e Carapelle ove la FG 45 ARPA ed FG 46 ARPA, quasi coincidenti in falda è in pressione, per le quali la concentrazione figura 14.23b, ubicati a Sud–Est del Tavoliere in salina, dell’ordine di 1÷1,5g/l, è influenzata dal me- prossimità del fiume Ofanto (fig. 14.22), sono indi- scolamento con l’acqua di mare in modo più mo- cativi di un notevole mescolamento con acqua di derato. Dunque il fenomeno dell’intrusione marina mare. Le acque prelevate da questi pozzi, infatti, è più intenso nella zona dell’Ofanto, ove la falda è sono caratterizzate da una salinità di circa 4 g/l e freatica e circola all’interno di terreni più permeabili, 124 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

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Fig. 14.23 – a) Diagrammi di Schoeller delle acque sotterranee dei pozzi FG 41, FG 73, FG 64, FG 02 ARPA, FG 140, FG 15 ARPA, FG 14 ARPA, FG 106, FG 21 ARPA, FG 119, FG 51, FG 19 ARPA, FG 114, FG 43 ARPA, FG 48 ARPA, FG LSA FG, FG LSE FG ed FG 51 ARPA, ubicati in figura 14.22). b) - Diagrammi di Schoeller delle acque sotterranee dei pozzi FG LSG FG, FG 46 ARPA, FG39 ARPA, FG 41 ARPA, FG 45 ARPA, FG 44 ARPA, FG 27 ARPA, FG 49 ARPA, FG LSD FG, FG 29 ARPA, FG LSC FG, FG 26 ARPA, FG 142, FG 155, FG 156, FG LSB FG, FG 20 ARPA, FG 28 ARPA, FG 30 ARPA, FG 169, FG 32 ARPA, FG 172 ubicati in figura 14.22. - a) Schoeller diagram for wells FG 41, FG 73, FG 64, FG 02 ArPA, FG 140, FG 15 ArPA, FG 14 ArPA, FG 106, FG 21 ArPA, FG 119, FG 51, FG 19 ArPA, FG 114, FG 43 ArPA, FG 48 ArPA, FG LSA FG, FG LSE FG and FG 51 ArPA (location of wells is shown in figure 14.22); b) Schoeller diagram for the wells FG LSG FG, FG 46 ArPA, FG39 ArPA, FG 41 ArPA, FG 45 ArPA, FG 44 ArPA, FG 27 ArPA, FG 49 ArPA, FG LSD FG, FG 29 ArPA, FG LSC FG, FG 26 ArPA, FG 142, FG 155, FG 156, FG LSB FG, FG 20 ArPA, FG 28 ArPA, FG 30 ArPA, FG 169, FG 32 ArPA, FG 172 (location of wells is shown in figure 14.22). LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 125

b

rispetto al tratto di costa più a Nord, ove la falda è presenza di formazioni argillose presso la costa può, in pressione. Nella zona in cui le altezze piezometrie infatti, ostacolare l’intrusione marina, tanto da con- registrate dal 1987 al 2010 sono fortemente negative sentire la depressione del livello di falda sotto il li- (figg. 14.15 e 14.16; tav. 4 f.t.), l’ingressione del mare vello del mare (AuRELI, 1983). una conoscenza di nell’acquifero appare ostacolata, anche se il livello di maggior dettaglio delle caratteristiche litostratigrafi- falda è notevolmente inferiore al livello mare. La che e di permeabilità dei terreni in prossimità della 126 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA costa, renderà possibile la definizione dei rapporti esame. Infatti, possono esistere volumi di acquifero esistenti tra la falda superficiale del Tavoliere ed il inclusi nella matrice argillosa completamente isolati, mare. così come schematicamente rappresentato in figura In conclusione non è da escludere che nel fu- 14.24, in ognuno dei quali la falda può avere diffe- turo le acque marine invadano completamente le rente carico piezometrico. Le differenze di altezza porzioni di acquifero superficiale disposte al di piezometrica possono essere connesse anche all’esi- sotto del livello del mare e che presentano altezze stenza di forti eterogeneità di permeabilità nell’am- piezometriche riferite al livello mare negative, bito di un singolo dominio di filtrazione, che include anche se tempi e modi di una tale intrusione non i terreni argillosi meno permeabili e le inclusioni più sono oggi presagibili. Questa valutazione illumina permeabili, che connettono tali domini alle aree di sulla urgenza di intervenire, secondo quanto già il- alimentazione, forse ubicate nell’altopiano murgiano lustrato nel paragrafo precedente, al fine di ripri- o sui primi rilievi dell’Appennino. La continuità la- stinare le altezze piezometriche originali della falda. terale dei livelli acquiferi qui presi in esame è plausi- bile se si considera quali e quante possano essere 14.4. – CARATTERI IDROGEOLOGICI DELL’ACQuI- state le cause che hanno determinato una variazione FERO PLIO-PLEISTOCENICO ARTESIANO INTERMEDIO verticale di facies per variazioni temporanee nel tra- sporto nel bacino, a causa di variazioni del potere L’esigenza di reperire nuove risorse idriche sot- erosivo dei corsi d’acqua conseguenti alle variazioni terranee nell’area del Tavoliere ha indirizzato le ri- del livello mare. cerche verso profondità sempre maggiori, con La potenzialità di questi livelli sabbioso-limosi è in l’obiettivo di raggiungere l’acquifero profondo cir- genere bassa. L’estrazione da essi di portate inferiori colante nei calcari mesozoici. Nel corso di tali ri- a 15 l/s generano normalmente depressioni idrodi- cerche svariate perforazioni hanno invece namiche di diverse decine di metri, che tendono ad intercettato livelli di diversa potenza costituiti da aumentare nel tempo (COTECCHIA et alii, 1995). sabbie più o meno limose, interposti nella forma- La temperatura delle acque, compresa tra zione argillosa e contenenti acque in pressione. Tali 17°÷24° nei pozzi riportati in figura 14.25, ma che livelli sono stati rinvenuti a quote variabili tra i 200 può raggiungere anche i 26°, possono essere spie- ed i 400 m sotto il livello del mare e, per quanto gate con il naturale aumento della temperatura con sia stato possibile desumere sulla base dei dati stra- la profondità connessa al normale gradiente geo- tigrafici a disposizione, il loro spessore non supera termico (25°/km; MAGGIORE et alii, 1996). le poche decine di metri (figg. 14.24 e 14.25). Le acque di falda contenute nell’acquifero in- I valori di permeabilità che caratterizzano queste termedio ricadono nel campo delle acque bicarbo- lenti sabbiose sono dell’ordine di 10-4 cm/s, come nato-sodiche (fig. 14.26) e presentano una attestato dalle caratteristiche idrodinamiche valutate concentrazione salina compresa nell’intervallo 0,4 con prove di emungimento (COTECCHIA et alii, ÷1,5 g/l. Per tutte le acque campionate Na+ e - 1995). Le altezze piezometriche rilevate, invece, va- HCO3 rappresentano circa l’80% del contenuto riano da valori anche superiori ai 200 m s.l.m. sino in solidi disciolti, con bassi contenuti di cloruri e a valori dell’ordine di una decina di metri s.l.m. pro- solfati e la quasi assenza del Mg++. cedendo da SSO verso NNE, con una cadente pie- La facies idrochimica bicarbonato-sodica è tipi- zometrica media di circa 10‰. Nelle aree in cui camente originata dalle reazioni di scambio catio- l’acquifero è sovrasfruttato, i carichi piezometrici in nico in acquiferi sedimentari contenenti permutiti, questo acquifero possono anche ridursi al di sotto che sono state precedentemente a contatto con del livello del mare. In ogni caso la cadente piezo- acque salate (COTECCHIA et alii, 1995). Infatti, metrica rilevata sulla base delle altezze piezometri- quando un sedimento è in equilibrio con acque sa- che misurate nei pozzi che intercettano tale late, le permutiti presenti nei sedimenti presentano acquifero non è indicativa di una variazione conti- ioni Na+ in elevata proporzione. Se tali sedimenti, nua delle altezze piezometriche nell’area presa in in seguito, vengono a contatto con acque dolci LE ACQUE SOTTERRANEE E L’INTRUSIONE MARINA IN PUGLIA 127

Fig. 14.24 - Carta geologica semplificata e sezioni schematiche del Tavoliere di Puglia con indicazione delle lenti sabbiose contenenti la falda plio-pleistocenica artesiana intermedia (da COTECCHIA et alii, 1995). - Simplified geological map and schematic profiles of Tavoliere with indication of the sand lenses containing the Plio-Pleistocene intermediate artesian groundwater (after COTECCHIA et alii, 1995). 128 AREA IDROGEOLOGICA DEL TAVOLIERE DI FOGGIA

Fig. 14.25 - Ubicazione dei pozzi penetranti nell’acquifero intermedio del Tavoliere con indicazione delle principali grandezze geometriche, idrogeologiche e chimico-fisiche prese in esame (mod., da COTECCHIA et alii, 1995). - Location of the wells penetrating the intermediate aquifer of Tavoliere with indication of the major geometric, hydrogeological and chemical and physical parameters considered (modified after COTECCHIA et alii, 1995). contenenti prevalentemente ioni Ca++, in relazione meno può portare ad una forte alterazione della al disequilibrio chimico che si viene a creare tra le composizione cationica iniziale dell’acqua dolce, acque dolci ed il sedimento, si attivano reazioni di che si arricchisce in Na+ e perde Ca++, fino a che scambio cationico che tendono a ripristinare l’equi- l’incremento del contenuto in ioni Na+ non com- librio tra ioni adsorbiti e ioni in soluzione. Il feno- porti il raggiungimento dell’equilibrio. Questo tipo LE ACQuE SOTTERRANEE E L’INTRuSIONE MARINA IN PuGLIA 129

sotto i terreni della formazione delle Argille Az- zurre (fig. 14.24), indica la possibilità che l’acquifero sia alimentato dalla circolazione in dette lenti. Que- sti affioramenti sabbiosi si presentano ad una di- stanza dall’area in esame dell’ordine di 50÷60 km. Ipotizzando che tra gli affioramenti sabbiosi pre- senti sui rilievi dell’Appennino Dauno e l’acquifero sabbioso intermedio plio-pleistocenico sussista una cadente piezometrica media pari a quella misurata tra i pozzi penetranti in quest’ultimo, ossia 10‰, si deriva un’altezza piezometrica pari a circa 500÷600 m s.l.m. in prossimità dell’Appennino. Allo stato attuale la falda presente nelle lenti sabbiose artesiane del Tavoliere non è monitorata, essendo franato l’unico pozzo profondo pene- trante nell’acquifero intermedio della rete di mo- nitoraggio regionale (Progetto Tiziano). Tale pozzo, realizzato negli anni ’90 nell’ambito della prima rete di monitoraggio regionale (cap. 27), pre- sentava una profondità di circa 400 m dal piano Fig. 14.26 - Chimismo delle acque sotterranee circolanti nell’acquifero della campagna e rinveniva le lenti sabbiose artesiane ad Murgia Nord-occidentale (1), e delle acque rinvenute nelle lenti sabbiose artesiane profonde del Tavoliere (2-3). una profondità di circa 330 m, per uno spessore di - Chemical composition of groundwater flowing in the aquifer of north-western Murgia circa 30 m. Il livello di falda si stabilizzava, nel- (1), and of the waters found in the deep artesian sand lenses of Tavoliere (2-3). l’anno 1996, a circa 41 m sopra il piano campagna, ossia a circa 135 m sopra il livello del mare. L’unica di reazione di scambio è conosciuta come “scam- misura eseguita nell’ambito del Progetto Tiziano, bio cationico diretto” (APPELO & POSTMA, 1993). risalente all’anno 2007, ha invece evidenziato un’al- Il quadro interpretativo dianzi delineato lascia tezza piezometrica di circa 88 m s.l.m, ivi indicando supporre che il chimismo delle acque contenute una riduzione del carico piezometrico di circa 40 nelle lenti artesiane del Tavoliere sia stato generato m in 10 anni. Questa circostanza conferma la da un “processo di lavaggio” dei sedimenti marini scarsa potenzialità dell’acquifero e la sua modesta da parte di acque dolci, la cui provenienza è a tut- rinnovabilità. Le potenzialità idriche di questa ri- t’oggi incerta. La debole salinità delle acque (0,5–1,5 sorsa sono sicuramente molto esigue, tanto da non g/l), il loro pH (8–8,7) e la loro facies idrochimica, doverla ritenere strategica e/o complementare. concorrono nel confermare tale ipotesi. Conferma Esso dovrebbe quindi essere utilizzato solo per ulteriore deriva dalla determinazione del contenuto brevi periodi e per usi locali che comportino in 14C e di δ13C, δD e δ18O. Queste determinazioni l’estrazione di portate modeste. Va tuttavia segna- concordano nel suggerire che la velocità di infiltra- lato che l’elevata concentrazione in Na+ e la pre- zione nelle lenti artesiane sia stata bassissima e che senza, in alcuni casi, di Boro, rendono le sue acque i tempi di residenza nell’acquifero siano stati quelli molto spesso non idonee all’irrigazione. necessari all’arricchimento in Na+ riconosciuto per Al fine di regolamentare l’attività di rilascio delle le acque, le quali si sarebbero infiltrate circa 20.000 concessioni all’estrazione delle acque sotterranee anni fa (COTECCHIA et alii, 1995). contenute nell’acquifero intermedio del Tavoliere, Al fine di valutare le aree di alimentazione di tale risulta comunque necessario continuare a monito- acquifero va osservato che la presenza ad Ovest del rare sia la qualità sia i carichi piezometrici di tale Tavoliere (primi rilievi dell’Appennino Dauno) di acquifero, così da poterne seguire l’evoluzione in estesi affioramenti di terreni sabbiosi incuneati funzione dei prelievi attuati.