Amanda Relli: Redatto il Il casale di Mennano e il Santuario della Madonna della Camera 21 gennaio 2019

Il casale di Mennano e il Santuario della Madonna della Camera

A circa 2 km a sud di , lungo la Via Via Santa Maria di Camera, vi sono i ruderi dell'antico casale di Mennano e il Santuario della Madonna della Camera. Il casale di Mennano probabilmente faceva parte dei possedimenti di Giovanni Antonio Orsini del Balzo, Principe di e capo dei baroni in rivolta contro il Re di Napoli Ferrante I d'Aragona. Nel 1461 giunsero nel Regno di Napoli i soldati Albanesi guidati da Giorgio Castriota Scanderbeg, chiamati dal Re per domare i baroni in rivolta. Gli Albanesi devastarono il territorio, costringendo, tra l'altro, gli

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Amanda Relli: Redatto il Il casale di Mennano e il Santuario della Madonna della Camera 21 gennaio 2019 abitanti ad abbandonare il casale di Mennano che fu incamerato nei possedimenti del Re.

ruderi del casale di Mennano e del vicino frantoio del 1840 Intanto agli Albanesi, fu concesso di insediarsi nei vicini casali di San Giorgio Jonico, , Monteparano, , Roccaforzata, ecc. dando vita a quella che oggi e comunemente conosciuta come l'Arberia Tarantina.

ruderi del casale di Mennano Non si sa con precisione quando gli Albanesi si insediarono nell'abbandonato casale di Mennano, ma ciò probabilmente avvenne dopo il 1507, quando il Re Ferdinando III d'Aragona concesse dei privilegi per far ripopolare dagli Albanesi parecchi casali abbandonati. Oggi del casale di Mennano non rimangono che pochi ruderi.

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Adiacente ai ruderi del casale di Mennano, vi è il piccolo Santuario Madonna della Camera, meta di numerosi pellegrinaggi sia da Roccaforzata e Monteparano che da altri centri della provincia di Taranto. La allora Cappella di Santa Maria della Camera è datata 1462 ed è costruita secondo l'architettura bizantina, cioè secondo i punti cardinali est- ovest, con l'altare ad est e l'ingesso a ovest.

l'ingresso principale del Santuario l'abside La chiesa era poi in comunicazione con l'antica cappella del XIII secolo dove dimorarono per secoli i calogeri. Della cappella, oggi, si vede solo l'abside. Quando erano presenti gli albanesi di rito bizantino, durante la quinta festa dopo Pasqua (Pentecoste), questi convenivano dai vicini casali tarantini, per festeggiare la solennità della Madonna. Non è nota una data di fine del ciclo di vita, ma è attestato che dopo la visita pastorale di Monsignor Lelio Brancaccio nel 1578, durante la quale decretò che si celebrasse con il solo rito latino, gli albanesi iniziarono a disertare il santuario. Intorno al Santuario Madonna della Camera si narrano diverse leggende. Secondo la prima leggenda, al tempo della guerra (1459-1462) tra Giovanni Antonio Orsini del Balzo, ultimo Principe di Taranto, e il Re di Napoli Ferdinando d’Aragona, molte chiese e interi casali furono saccheggiati e distrutti dalle truppe albanesi di Giorgio Castriota Scanderbeg giunte in soccorso del re di Napoli.

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Dinanzi alla chiesa di Santa Maria della Camera, un capitano albanese ordinò che si abbattesse la porta, ma quella resistette. Turbato, allontanò la milizia, bussò dolcemente e subito la porta si schiuse. All’interno, ai piedi della Madonna col Bambino dipinta sulla parete, trovò contadini oranti e fanciulle impaurite. Commosso dalla scena, il capitano si fece il segno della croce e ordinò ai suoi uomini che si apprestavano a distruggere Roccaforzata di dirigersi verso il mare. In tal modo sia il santuario che il vicino casale di Mennano furono salvi. Era il giovedì dopo Pasqua e per quella occasione le campane suonarono a festa.

La seconda leggenda narra che durante l'invasione ottomana nel XVI secolo (probabilmente nel 1594), i pochi abitanti di Roccaforzata e Monteparano, si rifugiarono terrorizzati nel santuario, l'unico luogo sicuro; gli ottomani sfondarono la porta della chiesa, ma furono accecati da una luce fortissima irradiata dagli occhi della Madonna affrescata sull'altare. Probabilmente in seguito a questo intervento miracoloso della Madonna, ebbe inizio la vita del santuario.

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Inoltre si narra di una contesa sorta tra gli abitanti del casale di Roccaforzata e quelli di Monteparano, a causa di un mancato accordo circa l’appartenenza della chiesa della Madonna della Camera. Si stabilì che sarebbe stata la Vergine a indicare a quale casale appartenere. Dall’orientamento dello sguardo della Madonna all’indomani di questa risoluzione, si sarebbe giunti ad una soluzione. Poiché lo sguardo era rivolto verso Roccaforzata si comprese che la Vergine aveva scelto in favore di quel casale.

La Madonna, secondo la tipologia iconografica dell’Odighitria, indica con la mano destra il Bambino posto alla sua sinistra. Gesù reca nella mano sinistra il globo mentre con la destra benedice. Attualmente l’affresco, frutto di numerose ridipinture e rimaneggiamenti, è stato ritagliato e incorniciato.

Ogni primo sabato del mese alle ore 9.30 viene celebrata la Santa Messa. I festeggiamenti della Madonna si tengono il primo giovedì dopo Pasqua con processione, luminarie e fuochi d'artificio.

Bibliografia: F. Antonio Primaldo Coco: Casali Albanesi nel Tarentino, Grottaferrata, 1921; G. Miccoli, Roccaforzata nell'Albania Tarantina, Studi e ricerche, Locorotondo, Arti grafiche Angelini e Pace, 1964; Vito Fumarola , Vincenza Musardo Talò, I santi patroni di Taranto e provincia, Edizioni del Grifo, Lecce, 1999.

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