[email protected] 2 il festival Il segno e la musica verso la primordiale e sciamanica metafora dell’arte

Il critico italiano Gianfranco Salvatore, curatore di un l’omeopatia, della cromoterapia, del soft-laser, della interessante libro sulla Techno-Trance, scrive nella sua musicoterapia), e studiosi del calibro di Bienveniste affer- prefazione: “Gli anni di techno e di musica digitale Digital Trance mano che qualsiasi sostanza agisce attraverso la sua spe- hanno risvegliato nella nostra civiltà tecnologica e cifica vibrazione, piuttosto che grazie alla sua composi- metropolitana un’antichissima risorsa vitale: la capacità zione molecolare. di trascendere il proprio corpo per accedere, attraverso la Oltre all’elemento ritmico incalzante, è dunque l’elemento musica e la danza, alla dimensione dell’ignoto, dell’al- sonoro a definire le potenzialità evocative e vibrative dello trove e dunque della trance”. tsunami sonoro che induce all’alterazione degli stati di In un recente convegno, svoltosi a Venezia nel 2002 sul coscienza. Quel flusso stratificato e circolare fatto di loops tema “Musica e stati alterati di coscienza”, si è riflettuto e campionamenti digitali che, come scrive ancora in modo approfondito sui poteri della musica che da Salvatore, “trasfigurano lo strato armonico verso uno strato sempre modificano la nostra percezione emotiva e sul- timbrico e/o di contrappunto forsennato”; ed è proprio que- l’associazione sistematica tra musica e stati transitori di sta risultanza che il musicologo Roberto Agostini definisce alterazione delle attività psichiche (trance, estasi, sdop- “contrappunto amelodico”. piamento o sovrapposizione di personalità, visione, La facilità di pilotare moderni sequencer, multieffetti digita- “viaggio” mistico, ecc.) che è riscontrabile alle più diver- li e computer con programmi di registrazione musicale, ha se latitudini e nei riti a sfondo terapeutico e religioso di facilitato enormemente quel percorso che porta a trovare molte culture e società tradizionali. una precisa e logica relazione tra una musica apparente- “Essa costituisce tuttora - si scrive nella prefazione al con- mente spoglia di contenuti armonici e priva (sempre appa- vegno - un tratto caratteristico dei cosiddetti culti di pos- rentemente) di pensiero costruttivo, anche se c’è un preciso sessione africani e mediterranei, dello sciamanismo euroa- filo conduttore e un riferimento neanche troppo indiretto tra siatico e amerindiano, delle pratiche devozionali della il tardo Debussy, John Cage, Stravinskij e Xenakis con mistica islamica e anche di alcuni nuovi riti cristiani. Già quell’Ottocento teso verso uno sviluppo esasperato della rilevata da Platone e Aristotele, questa singolare relazione melodia e della densità armonica. fra musica e stati non ordinari di coscienza è divenuta In questo contesto è evidente quanto il jazz abbia contri- oggetto di particolare attenzione soprattutto a partire dalla buito in maniera forte, in quanto linguaggio musicale seconda metà del secolo scorso a seguito di approfonditi nato nel Novecento, a rompere gli argini della corretta studi antropologici e storico-religiosi sulle tecniche e le La Tiger Dixie Band e lo staff di Time in Jazz alla festa finale del Festival 2004 armonia, dell’esasperata melodizzazione e dunque del- religioni ‘estatiche’ suscitando anche un certo interesse di l’estetica canonica. massa grazie alla particolare diffusione di alcune ricerche, come anni ‘70 dal medico praghese Stanislav Grof in California, a un Il 18 Febbraio del 1969, il trombettista Miles Davis entra nello quelle di Ernesto De Martino e Diego Carpitella sul tarantismo interesse crescente delle nuove generazioni occidentali per alcu- studio “B” della Columbia assieme a Wayne Shorter, John pugliese o di Métraux sul vodu haitiano”. ne pratiche coreutico-musicali tradizionalmente connesse alla McLaughlin, Herbie Hancock, Chick Corea, Joe Zawinul, Dave E’ stato il grande fotografo sardo Franco Pinna a documentare trance o all’estasi”. Holland e Tony Williams. Sei mesi dopo l’album è nei negozi: si parte dello straordinario lavoro di De Martino: dalla inchiesta a Un esempio tra tutte quelle dei rituali gnâwa del Marocco o dei der- intitola “In A Silent Way” e inaugura, a dispetto del titolo, l’era Tricarico del 1952 fino alla ricerca sul tarantismo nel Salento del visci mevlevi turchi che avremo il piacere di ospitare proprio in meno silenziosa della storia del jazz con i suoi suoni acidi e duri. 1959 passando per la “spedizione” in Lucania del 1952, questa seno al nostro festival. Ma come riesaminare oggi il nesso musi- Nello stesso momento i teorici e i giornalisti coniarono un termi- prima forma di “antropologia visuale” racconta in un interessante ca/trance e soprattutto come svolgere questo tema all’interno di un ne per definire un nuovo stile: quello della “fusion” che marche- libro fotografico quel rapporto tra Sud e magia e tra magia e musi- festival di jazz come il nostro? rà fortemente gli anni Settanta e i primi Ottanta… ca che è alla base, ad esempio, del nuovo fenomeno legato al taran- In Marocco, in occasione della festa della Achura i bambini rice- Ma se il concetto di fusione messo in atto dal trombettista tismo pugliese, oggi prepotentemente alla ribalta. vono in dono dai genitori un piccolo tamburo (ta’rija) per prati- dell’Illinois rappresenta l’apertura estrema del jazz verso le altre Dal convegno di Venezia si evince quanto il contributo dell’etno- care il ritmo di possessione con cui si invoca la presenza della musiche, è nel messaggio intrinseco che bisogna trovare la chia- musicologia si sia rivelato fondamentale nello studio sulle poten- santa Lala Mnena, che ha il potere di far entrare in trance. Nei ve che aprirà le porte alle “musiche altre” per andare verso una zialità della musica in rapporto all'induzione verso condizioni esta- ritmi complessi e nelle danze di possessione praticate dalle tribù visione più cosmopolita dell’arte che conduce il jazz, musica tiche o di trance; in particolare, il noto saggio di Gilbert Rouget su Gnâwa (di cultura nera) e Jahjûka (di cultura bianca), il suono “meticciata” per antonomasia, da una dimensione di nicchia verso “Musica e trance” (1980) ha proposto una completa classificazione delle percussioni influisce sul corpo alterando la frequenza delle quella popolarità che oggi ha raggiunto il suo apice. dei vari fenomeni avanzando precise ipotesi sui rispettivi ruoli che onde cerebrali e quindi inondando le zone sensibili del cervello. Se il popolo dei rave rappresenta quella risposta all’implosiva musica, danza, rito e finalità terapeutiche giocano nello strano Si verifica così un aumento della produzione di ormoni da parte condizione elitaria del jazz degli anni Settanta, è ora nelle grandi meccanismo dei riti di possessione. del sistema ghiandolare, che a sua volta influisce sulle emozioni kermesse estive che si può toccare per mano quella sorta di Negli atti del convegno di Venezia si legge ancora: “Se per alcu- e sulla mente. Se lo stato di trance è uno stato di coscienza indot- ebbrezza collettiva che Gilbert Rouget constata come una nuova ni anni la discussione scientifica sui rapporti fra musica e stati to a livello fisico per liberare lo spirito, è per questo che nelle necessità comunicativa: il movimento (in quanto opposto all’im- non ordinari di coscienza è stata molto vivace e ricca di contri- cerimonie di trance si usano ritmi fortemente ossessivi, capaci di mobilità estatica), il rumore (opposto al silenzio), la presenza di buti è nell’ultimo decennio che il dibattito si è progressivamente provocare i necessari mutamenti fisici. altre persone (opposta alla solitudine) e l’iperstimolazione (oppo- attenuato, lasciando aperti non pochi interrogativi circa l’effetti- Si tende del resto a definire sommariamente “musica” un insie- sta alla privazione sensoriale) sono individuati e catalogati anche vo ‘potere’ - puramente emozionale e comunicativo o anche psi- me di suoni articolato e armonioso, mentre questi altro non sono da Gianfranco Salvatore come i punti cardine dell’esigenza di cofisiologico - della musica all’interno dei vari dispositivi tera- che onde vibrazionali e noi siamo fatti di vibrazioni elettroma- incontro e di fruizione collettiva, e appartengono, a mio avviso, peutici e religiosi tradizionali. Paradossalmente, però, le questio- gnetiche. In un altro interessante saggio sulla “Musica come sia al mondo del rave che a quello, ad esempio, del nuovo jazz ni sollevate si sono riverberate al di fuori degli ambiti scientifici, nutrimento”, Carlo Di Stanislao sostiene che la regolazione di scandinavo, turco o newyorkese. favorendo indirettamente un proliferare di nuovi fenomeni: dallo molte funzioni del corpo umano, animale o vegetale, è dovuta Time in jazz, che quest’anno diventa maggiorenne e che pensa sviluppo di particolari tecniche terapeutiche con musica, quali ad proprio a onde vibrazionali coerenti (studi di Froelich, Popp, Del per eventi (non nel senso biecamente commerciale del termine) e esempio la ‘respirazione olotropica’ sperimentata a partire dagli Giudice, Kervran, Vithoulkas e altri recentissimi sugli effetti del- per incontri e scontri attraverso un armonioso bombardamento di

BEN’ENIDOS

BENVENUTI

KARIBU

WELCOME

BIENVENUE

BIENVENIDOS

VELKOMMEN

WILLKOMMEN

VELKOM

TERVETULOA

HOS GELDINIZ

BERCHIDDA: L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE BUN VENIT il festival 3 stimoli e di accadimenti, non poteva non affrontare, nel segno e possession rituals based on dancing and complex beats. Here, * * * nella musica, il “transire” verso la primordiale e sciamanica sounds from percussion affect the body by spreading inside Su critigu Gianfranco Salvatore, curadore de unu interessante metafora dell’arte. brain’s sensitive areas and altering its waves’ frequencies. Due to libberu subra sa Techno-Trance, iscriet in sa prefatzione: “sos * * * the glandular system, a hormones production’s increase follows annos de techno e de musica digitale ant ischidadu in sa tzivilta- “Though living in technologic and modern societies, techno and and consequently influences emotions as well as mind greatly. de tecnologica e metropolitana una resursa antigoria e primaria: digital music years awakened a very ancient and inner human life Providing that trance is a state of consciousness induced at a physi- sa capatzidade de trassendere su corpus pro intrare, cun sa musi- property: a sort of capacity of transcending the body by means of cal level to freeing soul, this explains the use of obsessive rhythms ca e cun sa danza, in sa dimensione de s’inconnottu, de s’atterue music and dance, setting off towards the unknown, the elsewhere during trance rituals in order to cause the physical changes required. e duncas de sa trance”. then into trance” said the Italian critic Gianfranco Salvatore in Usually music is roughly described as a harmonic and articulat- In unu retzente cunvegnu subra su tema «Musica e stati alterati his book’s preface on techno-trance. ed sound as a whole, without taking into account that sounds are di coscienza» fattu a Venezia in su 2002 s’est reflettidu in mane- In a recent conference on “Music and altered states of con- nothing else than vibration waves as well as human being is ra prufunda subra sos poderes de sa musica chi dae sempre sciousness” (Venice, Italy 2002), music power of modifying indi- made from electromagnetic vibrations. According to Carlo Di mudana sa percetzione emotiva e subra s’associatzione sistema- vidual emotional perception has been examined thoroughly. This Stanislao’s impressive essay on “Musica come nutrimento”, tica tra musica e istados transitorios de alteratzione de sas attivi- led to find a systematic relationship between music and tempo- vibration waves do coherently influence numerous human, ani- dades psichicas (trance, estasi, isdoppiamentu o sovrappositzio- rary altered states of mind’s activities as those experienced in mal and vegetable body’s functions (see also Froelich, Popp, Del ne de personalidade, bisione, 'viaggiu' misticu e atteru) chi si several traditional cultures’ healing, mystical and religious expe- Giudice, Kervran, Vithoulkas and latest studies on effects related podene acciapare in sas pius diversas latitudines e in sos ritos a riential forms (trance, ecstasy, personality’s splitting, visionary to homeopathy, chromo-therapy, soft-laser and music-therapy). isfundu terapeuticu e religiosu de differentes culturas e sotzieda- and mystical journey etc.). Bienveniste and researchers of his same kind assume that more des traditzionales. As reported from the conference’s preface: “By now, this not than through its molecular composition any substance acts “Issa costituit galu – s’iscriet in sa prefazione a su cunvegnu – unu only is a specific legacy of the so-called African and according to its own peculiar vibration. Hence, the deluge of trattu caratteristicu e connottu de sos cultos de pussessu africanos Mediterranean possession cults but of Euroasian and American sounds’ evocative and vibration strength causing the so-called e mediterraneos, de s’isciamanismu euroasiaticu e amerindianu, Indian shamanism, Islamic mysticism’s religious practices and altered states of consciousness is strictly due to the sound ele- de sas pratigas devotzionales de tzeltu misticismu indianu e puru recent Christian rites as well. Not secluded to Plato and Aristotle, ment in itself apart from any throbbing beat. de tzertos ritos cristianos. Già connotta in Platone e Aristotele the peculiar relationship between music and non-ordinary states A sort of loop-digital-sample-bedded and circular stream “trans- custa singulare relatzione tra musica e istados non ordinarios de of consciousness (NOSC) have been highlighted by exhaustive forms the harmonic surface into a frantic counterpoint” Salvatore cuscientzia est divennida ‘oe unu elementu de particulare attent- anthropological and historical investigations on ecstatic religions writes. And according to music researcher Roberto Agostini, “a zione a partire dae sa segunda meidade de su seculu passadu grat- and techniques since the end of the last century. Moreover, sur- non-melodic counterpoint” results from the occurred and above zias a sos istudios apprufundidos de antropologia e atteros de veys on Apulean tarantism phenomena (by Ernesto De Martino mentioned transformation. carattere istoricu-religiosu subra sas tecnicas ei sas religiones and Diego Carpitella) or on Haïtian voodoo cult (by Métraux) By far modern sequencers, digital multi-effects and music ‘estaticas’ indziriende puru unu tzertu interessu de medas gratzias opened up to a widespread mass interest”. recording softwares’ access is now undisputedly easy. This has a sa particulare diffusione de tzertas cheltas, coment’e a cussas de First essay of “visual anthropology”, the interesting book by the managed to find out a specific and logic relationship between an Ernesto De Martino e Diego Carpitella subra su tarantismu great Sardinian photographer Franco Pinna gave evidence to the apparently harmonic content and constructing thought-bared pugliesu o de Métraux subra su vudu haitianu”. extraordinary De Martino’s work: Tricarico’s inquiry and music with the nineteenth century’s sound features forcefully Ed est propriu su grande fotografu sardu Franco Pinna a aere Lucania’s expedition in 1952 and his survey on Apulean tarantism aimed to develop melody and harmonic density. Nonetheless, the documentadu parte de s’istraordinariu trabagliu de De Martino: in 1959. Magic and the South, magic and music: a relationship at later Debussy’s work, John Cage, Stravinskij and Xenakis have dae s’inchiesta a Tricarico de su 1952 fenament’a sa chelta subra the base of the cutting-edge interest for tarantism phenomenon. a definite and mutual theme and a pretty direct reference to. su tarantismu in Salento de su 1959 passende pro s’ispeditzione According to Venice’s conference assumptions, ethnomusicolo- In the twentieth century, jazz has profoundly contributed to over- in Lucania de su 1952 custa primma fromma de 'antropologia gy has been forcefully conducive to studies on music’s potential come patterns a proper harmony, an exacerbating melody and visuale' rellattat in unu interessante libberu fotograficu cussu rap- property of setting people into ecstasy or trance. At this purpose, then aesthetics’ rules imposed. portu tra Sud e majia chi est a sa base, peresempiu, de cussu it’s worth mentioning Gilbert Rouget’s “Music and Trance” On February 18th 1969, the trumpeter Miles Davis alongside fenomenu nou chi est ligadu a su tarantismu pugliesu e chi oe est (1980). His work is an extended analysis and classification of Wayne Shorter, John McLaughlin, Herbie Hancock, Chick Corea, de moda tott’ue… diverse phenomena related to music and trance as well as a Joe Zawinul, Dave Holland and Tony Williams set out recording Dae su cunvegnu de Venezia si cumprendet cantu su cuntributu de developed theory on music, dance and healing practices’ specif- in Columbia Records’ B studio. Six months later the album’s s’etnomusicologia siat istadu fundamentale in s’istudiu de sas ic roles in rituals of possession. “Although very attentive and release. Despite its title, “In a Silent Way” and its acid and harsh potentzialidades de sa musica in rapportu a s’indutzione versu tzer- active for several years, scientific debates on music and non- sounds opened up to the jazz history’s noisiest period. At the same tas conditziones estaticas o de trance e in particulare su sadzu men- ordinary states of consciousness matters have continuously time, theorists and journalists described this new born original tovadu de Gilbert Rouget subra «Musica e trance» (1980) hat pro- diminished during the latest ten years. Nevertheless, many ques- style deeply influencing the coming ‘70s and ‘80s as “fusion”. postu una classificatzione cumpleta de sos differentes fenomenos tions on real music strength’s emotional, communicative and Hence, the Illinois-born trumpeter definitely pointed jazz to other avantzende ipotesis pretzisas subra sos rispettivos impreos chi psycho-physiological effects within traditional healing and reli- musical directions. “Half-bred” music par excellence, jazz has musica, danza, ritu e finalidades terapeuticas giogana in s’istram- gious rituals left the matter open and indirectly gave way to other been progressively worldwide prized since then and at its popu- bulu meccanismu de sos ritos de pussessione. non-scientific belief systems. So far, specific therapeutic music larity’s apex today as a field of music. In sos matessi attos de su cunvegnu si legget galu: “si pro tzertos techniques developed: in California during the ‘70s, the Right opposite to the unwilling jazz’s élite condition faced in the annos sa discussione iscientifica subra sos rapportos tra musica e holotropic breathwork by the Praguese physician Stanislav Grof, ‘70s, rave’s summer reunions and followers now better represent istados non ordinarios de cuscientzia est istada meda ‘ia e ricca and a new Western generations’ growing interest in choreutic- the new communicating need. According to Gilbert Rouget as de cuntenudos est in sos ultimos deghe annos chi su dibbatidu musical practices traditionally linked to trance or ecstasy”. well as Gianfranco Salvatore, motion, noise, collective dimen- s’est pianu pianu alleventadu, lassende abeltas paritzas preguntas Provided that and among all, this year we have the pleasure of host- sion and hyper-stimulation play a key role in the urging of a col- subra s’effettivu 'podere' – puramente emotzionale e comunicati- ing Gnawa and Mawlawi rituals, respectively from Morocco and lective dimension. And in my opinion, they are also deeply con- vu ma puru psicofisiologicu – de sa musica a s’internu de sos dis- Turkey. But how can we currently re-examine music/trance rela- cerned with new jazz expressions coming from Scandinavia, positivos terapeuticos e religiosos traditzionales. tionship and develop the issue within a jazz festival of this sort? Turkey and New York. Istrambotigamente, però, sas chistiones sullevadas si sunu aber- In Morocco, during Ashura’s celebration, relatives are used to Specifically conceived on its events’ inner meaning, Time in Jazz tas a fora dae sos logos iscientificos, favorende indirettamente give their children a small drum (ta’rija) as present. The instru- Festival has been based on its ever stimulating strength since una naschida de fenomenos noos: dae s’isviluppu de particulares ment’s possession beat allow them to recall on saint Lala ever. And now, turning to its 18th edition, arts as well as music tecnicas terapeuticas cun musica, unu esempiu pro tottu sa 'respi- Mnena’s power of setting people into trance. Both Gnawa (from have just got to be committed to the “Trans-ire” toward art’s pri- razione olotropica' isperimentada a partire dae sos annos '70 dae blacks heritage) and Jajuka tribes (from whites heritage) feature mordial and shamanic symbolism. su duttore de Praga Stanislav Grof in California, a unu interesse

GIOVEDÌ 11 AGOSTO Berchidda, Giardini Casa di riposo per anziani - h. 19.45 Berchidda, Piazza del Popolo - h. 21.30 En-Trance > Museo PAV Montalvu Foresta Demaniale Monte Limbara Sud - h. 06.00 Gara di Poesia in lingua sarda con i poeti improvvisatori Gianluca Petrella Indigo Quartet a cura di Valerio Dehò MontAlbæ In > Paolo Fresu & Alborada String Quartet Mario Masala, Bruno Agus e Giuseppe Porcu Karin Andersen, Matteo Basilè, Paolo Consorti, “Scores” Bollywood Brass Band & Festa finale con giochi pirotecnici Massimo Kaufmann, Jorunn Monrad, Luisa Raffaelli, in collaborazione con l’Ente Foreste della Sardegna Berchidda, Piazza del Popolo - h. 21.30 Francesca Semeria, Nicola Troilo Montalvu Foresta Demaniale Monte Limbara Sud “Experimentum Mundi Remix” opera di musica immagi- h. 06.30 del 16 agosto Stazioni ferroviarie Weblife - forme di vita nella rete > Cortili di Casa Meloni Olbia/Monti/Berchidda/Oschiri/Chilivani nistica - live di Giorgio Battistelli e Maurizio Martusciello MontAlbæ Out > Paolo Fresu & Alborada String Quartet Mercan Dede Secret Tribe “ArvoPärtrance” - produzione originale a cura di Valentina Tanni partenza h. 10.59 > arrivo h. 12.33 Alessandro Capasso/Abstract Codex, Yuli Ziv/Adam001, “TEE / TrancEuropExpress” Gustavo Romano/Cyberzoo, Stanza/Genomixer, DOMENICA 14 AGOSTO TUTTE LE SERE Brittany Bagpipes & Orchestra di Launeddas di Luigi Lai Singlecell & Doublecell, Luca Bertini/Vi-Con, Grégoire Berchidda, Museo del Vino – h. 10.30 Berchidda, per le vie del paese produzione originale Zabé/ VirLab, Raewyn Turner e Colin Beardon/World in collaborazione con Trenitalia e RFI Presentazione dei libri “Musica e Architettura. Paesaggi Bollywood Brass Band - h. 19.30 della contemporaneità” a cura di Salvatore Peluso e Mistura Pura/Dj set - h. 20.30 Tree, www.8081.com/The Island Ozieri, Basilica di Sant’Antioco di Bisarcio - h. 18.00 “Paolo Fresu: la Sardegna, il Jazz” di Enzo Gravante Bugge Wesseltoft & Sidsel Endresen TUTTE LE NOTTI Progetto Neon: Feroci invalidi di ritorno dai paesi Berchidda, Museo del Vino - h. 12.00 Berchidda, Cortili di Casa Meloni,, 11>15 agosto, caldi > Sa Casara Berchidda, Piazza del Popolo - h. 21.30 Concerto Aperitivo con Angelo Lazzeri Quartetto dopo i concerti a cura di Gino Giannuzzi TRANCE di NOTTE / NOTE in TRANCE Jon Balke Magnetic North Orchestra Amae Artgroup, Andrea Melloni, Barbara Fässler, Nughedu San Nicolò, Chiesa di Sant’Antonio Abate - h. 18.00 rassegna di film etnografici a cura di Gianfranco Cabiddu Christine de la Garenne, Diego Zuelli, Letizia Jacques Pellen “Celtic Procession” con Brittany Bagpipes Furio Di Castri & Gianluca Petrella Duo in collaborazione con l’Istituto Superiore Regionale Etnografico Ronzini, Maria Vittoria Perrelli, Mauro Sampaolesi, produzione originale Monika Stemmer, Nark BKB, Nicola Gobbetto, Berchidda, Piazza del Popolo - h. 21.30 Berchidda, Museo del Vino, 11>15 agosto - h. 24.00 Roberta Piccioni, Sabrina Torelli, Sandrine VENERDÌ 12 AGOSTO The MiXzone/Dj set e live happenings a cura di Radio X Nicoletta, Sergia Avveduti, Simone Barresi, Monti, Santuario di San Paolo Eremita - h. 11.00 Michel Benita & Judith Darmont “Translate” in collaborazione con il Museo del Vino e la Cooperativa Jon Balke & Bugge Wesseltoft Duo - produzione originale guests: Erik Truffaz, Philippe Garcia La Memoria Storica Sophie Usunier, Susanna Scarpa, Tu'm Sex Mob - special guest: DJ Olive Oschiri, Chiesa di N. Signora Di Castro - h. 18.00 PAV PROGETTO ARTI VISIVE V/ideo/azioni > Sa Casara Triptyque LUNEDÌ 15 AGOSTO Mostre _ Esposizioni _ Eventi > 11-15 agosto Francesco Casu, Erik Chevalier, Giovanni Coda, Semida - Arboreto mediterraneo - Foresta Demaniale organizzazione e cura di Tore Manca, Mario Pischedda, Elisabetta Saiu, Berchidda, Piazza del Popolo - h. 21.30 Monte Limbara Sud - h. 11.00 Giannella Demuro e Antonello Fresu Giulia Sale, Massimo Sanna, Danilo Sini Gnawa Sidi Mimoun “Gnaoua project” Steven Bernstein “Special Mountain” Project special guest: Karim Ziad - produzione originale produzione originale Arte tra le note > Piazza del Popolo Stage/Backstage > Museo del Vino in collaborazione con l’Ente Foreste della Sardegna scenografie d’artista per i concerti serali di Time in Jazz Bugge Wesseltoft New Conception of Jazz installazione fotografica sul festival e i suoi artisti Bianco-Valente, Massimo Kaufmann, Nero Project, attraverso lo sguardo di “professionisti” e Tempio Pausania, L’Agnata - h. 18.00 Pastorello “non professionisti” dello scatto SABATO 13 AGOSTO Danilo Rea “Il jazz incontra la musica d'autore: Berchidda, Chiesa di San Michele - h. 11.00 omaggio a Fabrizio De Andrè” produzione originale Digit@l trance > Museo PAV/Cortili Casa Meloni/Sa Casara Jon Balke piano solo in collaborazione con la Fondazione Fabrizio De Andrè a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu Semida > Foresta Demaniale Monte Limbara Sud, Bianco-Valente, Isabella Bordoni, Christian Chironi, in permanenza Berchidda, Chiesa di Santa Caterina - h. 18.00 “La Gallura di Fabrizio tra musica e e poesia” Emilio Fantin, Greta Frau, Nero Project, Antonio Riello, Clara Bonfiglio, Giovanni Campus, Bruno Petretto, Gnawa Sidi Mimoun “Gnawa acoustic project” mostra fotografica h. 10.00>21.00 Sara Rossi, Nico Vascellari Pinuccio Sciola, Monica Solinas 4 il festival sempre pius mannu dae parte de sas dzeneratziones noas pro zia chi su musicologu Roberto Agostini definit 'contrappunto individuadas e catalogadas puru dae Gianfranco Salvatore tzertas praticas coreuticas-musicales ligadas dae sempre a sa amelodico'. comente sos puntos printzipales de s’esigentzia de s’incontru e trance o a s’estasi”. Sa fatzilidade in su ghidare modernos sequenzer, multieffettos de sa fruitzione collettiva e appartenin, a bisu meu, sia a su Unu esempiu tra totu cussas de sos rituales gnâwa de su Marocco digitales e computer cun programmas de registratzione musicale mundu de su rave che a cussu , peresempiu, de su jazz nou iscan- o de sos derviscios Mevlevos turcos chi amus su piaghere de at fatzilitadu meda custu caminu chi giughet ‘oe a buscare una dinavu, turcu o newyorkesu. ospitare propriu in sinu a su festival nostru. pretzisa e logica relatzione tra una musica chi diat parrere ispod- Time in jazz, chi custu annu est divennidu de edade madzore e Ma comente si diat rijaminare ‘oe su nessu ei su rapportu musi- zada de contenudos armonicos e briva (galu in modu apparente) chi pensat pro eventos (no in su sensu pius commerciale de su ca/trance e, ispecialmente, comente affrontare custu tema a s’in- de pensamentu costruttivu – puru si b’at unu pretzisu filu cun- termine) e pro incuntros e iscuntros cun unu armoniosu bumbar- ternu de unu festival jazz coment’e su nostru? duttore e unu referimentu mancu gasi indirettu tra su tardu damentu de istimulos e de cosas chi sutzedini no podiat no imbe- In Marocco, in s’occasione de sa festa de s’Achura sos piseddos Debussy, John Cage, Stravinskij e Xenakis – cun cussu stire, in su signu e in sa musica, su ‘transire’ versu sa primordia- ant in donu dae sos babbos e dai sas mamas unu tamburu mino- Ottighentos tesu versu unu ilviluppu esasperadu de sa melodia e le e isciamanica metafora de s’arte. reddu (ta’rija) pro pratigare su ritmu de pussessione ‘ue si incre- de sa densidade armonica. mensat sa presentzia de sa santa Lala Mnena chi at su podere de In custu cuntestu est evidente cantu sa musica jazz apat contribui- faghere intrare in trance. In sos ritmos cumplessos e in sos ballos du in manera forte, in cantu limbadzu musicale nadu in su Referenze bibliografiche/References/Referentzias bibliograficas de pussessione pratigados dae sas tribù Gnâwa (de cultura niedda) Noighentos, a chilivrare sas tremas de sa curretta armonia, de s’e- e Jahjûka (de cultura bianca) su sonu de sas percussiones influit sasperada melodicidzatzione e duncas de s’estetiga canoniga. 1. “I Viaggi nel sud di Ernesto de Martino”, a cura di/edited subra su corpus movende sas frecuentzias de sas undas tzerebrales Su 18 de Frealdzu de su 1969 su trumbettista Miles Davis intrat by/curadu dae Arturo Zavattini, Franco Pinna e Ando Gilardi, e duncas inundhende de ormones dae parte de su sistema giangu- in s’istudiu B de sa Columbia umpare a Wayne Shorter, John Bollati Boringhieri editori (maggio/May/maju1999) lare, chi a borta sua, influit in sas emotziones e in sa mente. Si s’i- McLaughlin, Herbie Hancock, Chick Corea, Joe Zawinul, Dave stadu de trance est unu istadu de cuscentzia indottu a livellu fisicu Holland e Tony Williams. Ses meses pius’a tardu cussu tribagliu 2. “Techno-Trance”, a cura di/edited by/curadu dae Gianfranco pro liberare s’ispiritu est pro custu chi in sas tzerimonias de trance est in sas buttegas. S’intitulat «In A Silent Way» e dat s’inco- Salvatore, saggi di/saggios de/essays by/saggios de R. Agostini, si impittan ritmos ossessivos capatzos de provocare sos netzessa- mintzu, a dispettu de su titulu, a s’era sa pius pagu silentziosa de D. D’Arcangelo, M. De Dominicis, S. Guerra Lisi, G. Lapassade, rios cambiamentos fisicos. s’istoria de su jazz cun sos sonos suos ischidos, fortes e marca- P. Pagoda, G. Salvatore, Castelvecchi editore De su restu si chircat de definire in modu summariu ‘musica’ s’um- dos. In cussu matessi mementu sos teoricos ei sos periodistas (maggio/May/maju1988) pare de sos sonos articulados e armoniosos mentres custos no sunu imbentana unu istile nou: cussu de sa «fusion» chi ad’a marcare 3. Gilbert Rouget “La musique et la trance”, Gallimard Editions atteru che undas vibratzionales e nois semus fattos de vibratziones in manera forte sos annos settanta ei sos primos annos ottanta… / Paris 1980, “Musica e Trance”, Edizione italiana riveduta e elettromagneticas. In un’atteru interessante sadzu subra «Musica Ma si su cuntzetu de fusione imbentadu dae su trumbettista de accresciuta/ revised and enriched/editzione italiana curretta e come nutrimento» Carlo di Stanislao sustenit chi sa regulatzione de s’Illinois rappresentat s’abertura estrema de su jazz a sas atteras accreschida, Einaudi Editore (Torino 1986) paritzas funtziones de su corpus umanu, animale o vegetale, est musicas est in su messadzu cuadu chi bisondzat de buscare sa devida propriu a undas vibratzionales coerentes (istudios de giae chi podet aberrere sas giannas a sas atteras musicas pro 4. “Gnâwa & Jahjûka Trance”, www.italyproduces.com/moroc- Froelich, Popp, Del Giudice, Kervran, Vithoulkas e atteros retzentes andare versu una bisione pius cosmopolita de s’arte chi ghidat su co/musica subra sos effettos de s’omeopatia, de sa cromoterapia, de su soft- jazz, musica morighada e musinada pro antonomasia, dae una 5. “Musica e stati alterati di coscienza: una questione ancora laser e de sa musicoterapia) e istudiosos de su calibru de Bienveniste dimensione de pagos versu cussa popularidade chi oe at apidu su aperta” , Istituto Interculturale di studi musicali comparati, affirmana chi ondzi sustantzia agit attraversu s’ispetzifica vibrazio- massimu rescontru. Seminario internazionale di studi/International ne sua pius che gratzias a sa cumpositzione molecolare. Si su populu de su rave rappresentat sa resposta a s’implosiva Conference/Seminariu internatzionale de istudios (Venezia, A parte s’elementu ritmicu ossessivu est duncas s’elementu conditzione elitaria de su jazz de sos annos settanta como est in 24/26 gennaio/January 2002/‘ennardzu, www.cini.it/fondazio- sonoru a definire sas potentzialidades evocativas e vibrativas de sos affiotos mannos de dzente de s’istìu chi si podet toccare pro ne/03.istituti/iismc/eventi/asc2002.htm su tsunami sonoru chi non giughet a s’alteratzione de sos istados manu cussa lanta cullettiva chi Gilbert Rouget cunstatat comen- de cuscientzia. Cussu riu istratificadu e circulare fattu de loops e te una netzessidade comunicativa noa: su movimentu (in cantu 6. “La musica come nutrimento. Generalità ed aspetti legati al campionamentos digitales chi, comente iscriet ancora Salvatore: oppostu a s’immobilidade estatica), su burdellu (oppostu a su modello medico cinese” - Dietetica Medica Scientifica e “trasfigurana s’istratu armonicu pro andare in unu istratu timbri- selentziu), sa presentzia de attera dzente (opposta a sa soledale) Tradizionale, a cura di/edited by/curadu dae Carlo Valente e cu e/o de contrapuntu foraessidu” ed est propriu custa resultant- ei s’iperistimulatzione (opposta a sa brivatzione sensoriale) sunu Carlo di Stanislao, CEA Edizioni (Milano 1999) giovedì 11 agosto 2005 5 L’11 agosto al sorgere del sole Paolo Fresu apre il festival col Quartetto Alborada

Paolo Fresu incontra il Quartetto musica barocca e quella del Alborada per l’apertura della diciotte- Novecento, con particolare attenzione sima edizione di Time in Jazz; all’al- L’alba di Time in Jazz per il minimalismo e uno spazio per le ba, e si tratta di una novità assoluta composizioni originali. Fin dall'inizio per la manifestazione, nell’incantevo- l'attività del quartetto si è sviluppata in le paesaggio del Monte Limbara, la due direzioni distinte ma tra loro cor- tromba del musicista berchiddese e i relate: da un lato, l'attività quartettisti- violini di Anton Berovski e Sonia ca alimentata dalla ricerca e dallo stu- Peana, la viola di Nicola Ciricugno e dio in funzione di un continuo arric- il violoncello di Piero Salvatori offri- chimento del repertorio; dall'altro, le ranno al pubblico una prova dell’inte- collaborazioni a progetti nell’ambito sa raggiunta in anni di proficua colla- del jazz contemporaneo. borazione. Un incontro che testimo- Impegnato (dal 1998) nel progetto nia la poliedricità del trombettista Voyage en Sardaigne di Enzo Favata, sardo, sempre pronto a misurare la che fonde suggestioni etniche con sua ormai riconosciuta naturalezza influenze jazz, e poi in Heartland di artistica con il mondo “classico”. David Linx, Diederik Wissels e Si comincia alle 6:00, ma sarà bene Paolo Fresu, il Quartetto Alborada ha muoversi con il giusto anticipo per partecipato alla realizzazione della coprire la distanza che separa colonna sonora del film L'âge d'or di Berchidda dalla località Luis Buñuel nell'ambito della rasse- “Montalvu” (30 minuti di macchina gna “Musique Lumière” nel 1997, e e 15 di camminata), primo sugge- preso parte a numerose rassegne stivo “teatro” di Time in Jazz; una nazionali e internazionali. Il suo Paolo Fresu e il Quartetto Alborada levataccia, per i jazzofili berchidde- repertorio abituale comprende, tra le si, che sarà ampiamente ricompen- cd (pubblicato dalla CAM Records) Dai nomi “sacri” come quelli di lungo l’asse di nuove avventure sono- altre, musiche di John Dowland, sata dallo spettacolo offerto. che raccoglie due colonne sonore Claudio Monteverdi e Erik Satie, pas- re, per approdare all’ambizioso proget- Carlo Gesualdo principe di Venosa, Scores è il titolo di questo primo con- scritte dal trombettista per i film Il più sando per trascrizioni di musica tradi- to di suonare composizioni commis- Johann Sebastian Bach, Erik Satie, certo di Paolo Fresu e Alborada (il crudele del giorni di Ferdinando zionale, sino, ancora, a composizioni sionate ad importanti autori contempo- Michael Nyman, Arvo Pärt, Karl secondo, all’alba del 16, chiuderà il Vicentini Orgnani (dedicato alla originali delo stesso Fresu e di altri ranei di musica colta e del cinema. Jenkins, Alberto Ginastera, John festival con un programma diverso), vicenda della giornalista Ilaria Alpi) e componenti del gruppo, il cammino Nato nel 1996, il Quartetto Alborada Cage, Astor Piazzolla, Philip Glass e titolo tratto a piè pari da quello di un L’isola di Costanza Quatriglio. musicale di questa formazione si snoda ha un repertorio che privilegia la Morton Feldmann. TrancEuropExpress: cinque stazioni in musica Cornamuse e launeddas dialogano sui binari La prima giornata del festival propone uno dei parcheggi), dove ad accolgliere gli spettatori-viaggiatori saranno i musicisti bretoni, per trovare progetti più interessanti e spettacolari di questa nella successiva fermata a Monti il gruppo di Luigi Lai. Ancora cornamuse nella stazione di edizione di Time in Jazz: un concerto "a tappe" Berchidda, e poi le launeddas in quella di Oschiri. Il "viaggio musicale" terminerà a Chilivani nelle stazioni ferroviarie lungo la tratta Olbia- (arrivo previsto alle 12:33), con le launeddas alla prima pensilina e le cornamuse su quella ester- Chilivani. Protagoniste, le cinque cornamuse dei na, prima di un embrassons-nous finale che a mo’ di processione condurrà i viaggiatori verso una Brittany Bagpipes e le launeddas di Luigi Lai e di degustazione dei prodotti offerti dagli sponsor berchiddesi del festival. Il treno ripartirà infine quattro suoi allievi della Scuola Civica di Musica alle 13:16 per riportare il pubblico a Olbia (e nelle fermate intermedie). di Cagliari, che si alterneranno in una sorta di L’ensemble di cornamuse appositamente riunito per l’occasione è composto da musicisti del staffetta musicale nelle diverse stazioni. Il pub- Bagad (tipico gruppo della musica bretone, a base di cornamuse, bombarde e percussioni) de blico, imbarcato su un treno appositamente alle- Concarneau (Yann Cariou, Hervé Le Floc'h, Yann Pelliet) e del Bagad d’Auray (Pascal Guingo), stito, troverà alle diverse fermate ora l’una ora ed è guidato da Patrick Molard, considerato come uno dei migliori solisti dello strumento in l’altra formazione, per poi ascoltarle riunite insie- Europa. Questa stessa formazione comparirà in serata accanto alla “Celtic Procession” di Jacques me alla tappa finale nella stazione di Chilivani. Pellen nel secondo concerto in Piazza del Popolo, mentre Molard sarà di scena anche venerdì 12 Patrick Molard Un evento originale del festival che rinnova il (ore 18:00) nella Chiesa di N.S. di Castro a Oschiri, insieme al fratello Jacky e a Jacques Pellen. sodalizio tra Time in Jazz, Trenitalia e RFI (Rete Ferroviaria Italiana), già collaudato con succes- Luigi Lai, presente a Berchidda con un gruppo di allievi, è il più grande virtuoso vivente dello so lo scorso anno (allora ne fu protagonista Uri Caine), e che nel titolo, "TrancEuropExpress", allu- strumento simbolo della musica tradizionale sarda. Anche lui, come Molard, ha diffuso con suc- de chiaramente al contesto ferroviario e al tema di questa edizione del festival. cesso nell’ambito jazz (con collaborazioni con “giganti” come Ornette Coleman e l’Art Il treno partirà alle 10:59 dalla stazione di Olbia (che mette a disposizione del pubblico i suoi Ensemble of Chicago) lo strumento tradizionale più antico, popolare e seducente dell’isola.

Brittany Bagpipes & Orchestra di Launeddas di Luigi Lai

Stazioni ferroviarie di Olbia, Monti, Berchidda, Oschiri, Chilivani

Partenza da Olbia ore 10,59 arrivo a Chilivani ore 12,33 Quota di partecipazione al viaggio euro 5,00 6 giovedì 11 agosto 2005 Un nuovo linguaggio che viene dal Nord Il suono magnetico di Jon Balke

Sarà la Magnetic North Orchestra dà risalto alla presenza, alla con- a inaugurare la serie dei concerti centrazione e allo stato d’animo sul palco centrale di Piazza del degli esecutori, non si cerca di Popolo, alle 21.30 dell’11 agosto. focalizzare la tonalità, le scale, i Il gruppo diretto da Jon Balke pattern ritmici e quant’altro noi nasce dall’idea di unire un sestetto pensiamo.” jazz, un quartetto d’archi e un Dal suo debutto nel 1992 al Vossa gruppo di percussionisti, e poter Jazz Festival in Norvegia, la rai- così esplorare quante più sonorità son d’être della formazione scan- possibili. Sette sono infatti i musi- dinava è sempre stata quella di cisti che accompagneranno il creare una produzione originale piano e la tastiera del leader della partendo dall’energia racchiusa nel formazione: Per Jorgensen alla jazz tradizionale, nella musica tromba e voce, Fredrik Lundin ai classica contemporanea e nelle sax tenore e soprano e al flauto, sonorità originarie dell’Africa set- Bjarte Eike e Peter Spissky ai vio- tentrionale ed occidentale. lini, Tom Pitty al violoncello, Jon Balke, pianista, compositore, Ingar Zach e Helge Norbakken produttore, è considerato fin dal alle percussioni. suo debutto (nel 1974) una delle Una fusione di diversi continenti nuove leve della “free improvised musicali, frutto delle molteplici music”. Il pubblico berchiddese esperienze maturate dal pianista potrà apprezzare le sue qualità in norvegese: “Il mio intento – scri- altre due occasioni. La prima, il 12 ve – non è quello di sfruttare la agosto alle 11 nel Santuario di San musica di altre culture: ho vissuto Paolo Eremita a Monti, in un intri- esperienze fantastiche nelle strade gante duo con un altro pianista e nelle piazze dell’Asia e scandinavo, Bugge Wesseltoft, per dell’Africa, ma tornando a casa una delle tante produzioni origina- ho sempre provato a dimenticarle, li di Time in Jazz. E ancora in una cercando di capire piuttosto su chiesa campestre, quella di San quali criteri quelle culture fossero Michele a Berchidda, dove sabato state costruite. Per capirle occorre 13 (sempre alle 11) saluterà il pub- spostare il centro dell’attenzione: blico di Time in Jazz con un con- nelle musiche non occidentali si Jon Balke e la Magnetic North Orchestra certo di piano solo. Una nuova Celtic Procession Musica bretone, jazz e ritmi africani nel progetto di Jacques Pellen

Tiene banco la musica bretone nella prima giornata di Time in Jazz 2005: dopo “TrancEuropExpress”, concerto ferroviario “a tappe” con la partecipazione delle Brittany Bagpipes, tocca stavolta alla Celtic Procession di Jacques Pellen menare le danze in Piazza del Popolo, nel secondo set della serata inaugurale. Un concerto che, oltre alle stesse cornamuse reduci dalla performance del mattino nelle stazioni, vedrà la presenza di due ospiti d’eccezio- ne come il percussionista algerino Karim Ziad e l’enfants du pays Paolo Fresu alla tromba e al flicorno. I due “stranieri” completeranno un ensemble interamente bretone formato da Jacques Pellen alla chitarra, Erik Marchand alla voce, Jean-Michel Veillon al flauto, Jacky Molard al violino, Ronan Pellen al cistre e al violoncello, Hélène Labarrière al contrabbasso e Patrick Molard, Pascal Guingo, Yann Cariou, Hervé Le Floc'h e Yann Pelliet alle cornamuse. Laboratorio permanente ma mutabile nel tempo, nei suoi quindici anni di vita la Celtic pro- cession ha ospitato personalità di spicco del jazz europeo e della musica bretone, assumendo di volta in volta diverse sembianze musicali, sia dal vivo che in studio. Jacques Pellen è da sempre l’anima di una famiglia in continua ricerca di nuove sonorità, come testimoniamo i sette album registrati in questi anni. L’apporto del percussionista algerino Karim Ziad dona una veste “africana” alla Celtic Procession; la sua conoscenza profonda della metrica tradizionale della sua terra conferisce una nuova connotazione musicale al progetto. Scrive Pellen: “L’incontro con Karim Ziad ha precipitato la processione in un diluvio binario che ero finora riuscito a lasciare da parte. C’è meno jazz, si può dire, e c’è più transe, ma senza essere ten- denza, e basata soprattutto sulle danze bretoni.” Altrettanto importante il contributo di Paolo Fresu, già presente in precedenti versioni del gruppo, atteso in uno dei suoi territori preferiti, la ritmica. Con la creazione della Celtic Procession negli anni Ottanta, Pellen (nato a Brest nel 1957) è tra i musicisti che più contribuiscono all’evoluzione della musica bretone. Per quasi dieci anni il chitarrista si è confrontato con il temperamento, con l’utilizzo di micro-intervalli, cercando di immaginarne l’effetto, di applicarli alla polifonia, di sovrapporli. Un processo che lui stesso chiama “dalmatizzazione” della musica della Bretagna centrale, uno studio della suddivisione del tempo. Altro progetto nato dall’unione di tre musicisti bretoni - Jacques Pellen e i fratelli Patrick et Jacky Molard - è Triptyque, in scena il 12 agosto alle 18 nella Chiesa di N.S. di Castro a Oschiri: un progetto nato nel 1993 e che vanta un’intensa attività, con partecipazioni a festival internazionali e tournée in Europa, Canada e Yemen. Considerato il successo musicale del momento, questo trio colpisce la critica per la capacità di creare un linguaggio autentico con la musica e gli strumenti tradizionali e per la vastità del repertorio, che spazia dal jazz alla Jacques Pellen (ph. Eric Legret) musica moderna a quella tradizionale. venerdì 12 agosto 2005 7 Gnawa project Con “Boogie” il nuovo (jazz) è servito Canti e danze in arrivo dal Marocco La "New Conception of Jazz" di Bugge Wesseltoft Nell’ideale capitolo del coreutico-musicale del Pianista, tastieri- registrato in soli festival dedicato alle rituale dei Gnawa. Nel sta, compositore e tre giorni nel suo musiche etniche rien- corso di queste sette produttore, Bugge ormai leggendario trano i Gnawa Sidi suites sono bruciati Wesseltoft è da studio di registra- Mimoun, in arrivo da sette diversi tipi di anni uno dei pro- zione a Oslo, Casablanca per aprire incenso e i danzatori tagonisti della Wesseltoft aveva la serata del 12 e per sono ricoperti da veli di nuova scena jazz osato dove altri un concerto acustico sette colori differenti. europea. Il suo avevano fallito, nella Chiesa di Santa Ognuno dei sette mlùk interesse per mol- compiendo un Caterina alle 18 del è accompagnato da un teplici generi vero e proprio giorno dopo. Guidati seguito di "personag- musicali (dal jazz balzo nella galas- dalla voce e dal ganbri gi", identificabili dalla al soul, dalla sia del “Future (il tradizionale liuto- musica, dal canto e dai musica d’avan- Jazz”, con un tamburo a tre corde) di passi di danza: queste guardia alla classi- sapiente mélange Abdelkabir "Cheb", i entità, trattate come ca) ha portato nel Bugge Wesseltoft di melodia, ritmo cinque musicisti-dan- Karim Ziad (ph. E. Rastoin) "presenze" (hadràt) 1995 alla creazio- e soul. Questa sua zatori metteranno in che il principio di ne della New Conception of Jazz, il progetto nuova identità – dopo le atmosfere rarefatte dei scena la festa che precede la fase rituale della coscienza incontra nello spazio/tempo estati- con il quale “Boogie” chiuderà la serata del 12 suoi esordi alla Ecm di Manfred Eicher negli Lila, il complesso rituale coreutico-musicale dei co (hal), sono messe in relazione con com- sul palco centrale di Piazza del Popolo. anni ’90 - mette d’accordo i jazzisti più tradi- Gnawa del Marocco. Suoni e danze ancestrali, plessi mentali e comportamenti umani. Si tratta della summa della ricerca musicale di zionalisti con coloro che meglio si identificano melodie ipnotiche e ritmi ossessivi, capaci di Scopo del rituale è reintegrare ed equilibrare le “Boogie”: la formula vincente e la peculiarità con i generi più disparati: deep house, techno e portare alla trance, cui si unirà come special energie fondamentali del corpo umano, le stes- del programma è data da basi ritmiche sempre ambient. guest il percussionista algerino Karim Ziad. se energie che sostengono i fenomeni sensibili molto groovy, e molta improvvisazione. Con Oltre a un inedito e promettente duo con l’altro *** e l'attività creatrice divina. (…) Wesseltoft saranno sul palco centrale Ole pianista norvegese presente al festival, Jon I Gnawa del Marocco sono i discendenti degli Preceduto da un sacrificio animale (…), il Morten Vaagan al contrabbasso e al basso elet- Balke (venerdì 12 al Santuario di San Paolo schiavi neri deportati dai paesi dell'Africa occi- rituale notturno inizia con l'apertura e la consa- trico, Andreas Bye alla batteria, Rikard Eremita a Monti, alle 11), Bugge Wesseltoft dentale subsahariana (Mauritania, Senegal, crazione dello spazio, l’aada ("abitudine", Gensollen alle percussioni e all’elettronica, sarà impegnato anche nella prima giornata del Mali, Niger, Guinea). (…) forma rituale), durante la quale i musicisti oltre al dj Jonas Lonna. Una formazione total- festival, giovedì 11 alle 18, nella Basilica di Musicisti e danzatori, i Gnawa praticano una Gnawa eseguono una danza vorticosa suonan- mente diversa da quella che nel lontano 1996 Sant’Antioco di Bisarcio, a Ozieri, con Sidsel complessa liturgia coreutico-musicale (lila, do i qraqèb e due grossi tamburi a doppia registrò il primo album del progetti, e frutto Endresen. derdebà), che riattualizza il sacrificio primor- membrana (tbola). delle esperienze maturate da Wesseltoft negli L’incontro con questa cantante, compositrice e diale e la genesi dell'universo attraverso l'evo- Il successivo intervento del ganbri apre il ultimi dieci anni, che l’hanno portato alla rea- poetessa risale al 1993 e ha portato alla realizza- cazione delle sette principali manifestazioni trèq (sentiero), la successione, rigidamente lizzazione di diversi album e, proprio l’anno zione di tre album, l’ultimo, “Out Here. In dell'attività demiurgica divina, i sette mlùk, rap- codificata, del repertorio rituale di musiche, scorso, a un ritorno alle radici della New There” del 2002. Entrambi norvegesi, entrambi presentati da sette colori (…). danze, colori e incensi, che guida nel viaggio Conception of Jazz. “Film Ing”, con le sue riso- esponenti di un NU jazz tutto nordico, hanno I mlùk sono evocati da sette "divise musicali", estatico attraverso i dominî dei sette mlùk, nanze di pianoforte malinconicamente nordi- saputo trarre il meglio dalle loro diverse espe- sette cellule melodico-ritmiche (um), ognuna fino alla rinascita nel mondo ordinario, alle che, i sintetizzatori robustamente funkeggianti, rienze, dimostrando una capacità di allargare delle quali, ripetuta e variata, dà origine a una prime luci dell'alba. le atmosfere techno e ambient, è suo ultimo continuamente i propri orizzonti musicali che ha delle sette suites che costituiscono il repertorio Antonio Baldassarre capolavoro. Già con “Moving” (2001) tuttavia, riscosso un vasto successo di pubblico e critica 8 sabato 13 agosto 2005 Experimentum Mundi Remix Torna a Berchidda l’orchestra “artigianale” di Battistelli Il 17 agosto 1996 Giorgio Battistelli presenta- nostra contemporaneità: Experimentum va a Berchidda il suo Experimentum Mundi Mundi Remix diviene così uno splendido (“Opera di musica immaginistica” per percus- affresco musicale di gesti, gente, paesaggi e sioni, voci, maestri selciaroli, bottai, falegna- racconti scomparsi per sempre, frammenti di mi, arrotini, fabbro-ferrai, pasticciere, murato- memoria resuscitati da un presente frenetico ri e scalpellino”) chiudendo la nona edizione di ed artificiale. Time in Jazz, “(S)colpire… La percussione.” A Tra i fondatori del gruppo di ricerca e sperimen- nove anni di distanza Battistelli torna a tazione musicale Edgar Varèse e del gruppo Berchidda, aprendo la serata del 13 col nuovo Beat 72, il compositore Giorgio Battistelli rice- “Experimentum Mundi Remix”, che ben si ve nel 1991 il premio Cervo per la Musica adatta al tema “Digital trance” di questa diciot- Nuova e nel 1992, con Keplers Traum, il premio tesima edizione. della SIAE per un'opera lirica rappresentata in Una rivisitazione del capolavoro del composi- prima assoluta all'estero. Con “Experimentum tore romano (il progetto debuttò 24 anni fa), Mundi” (1981) ha raccolto successi e riconosci- ricomposto ed interpretato da Martux-m - al menti in tutta Europa. È il direttore artistico secolo Maurizio Martusciello - e dallo stesso della Biennale Musica 2004 di Venezia. Battistelli, che provoca il confronto fra il suono La scrittura musicale di Battistelli, non immu- concreto generato nella sua crudezza vitale e i ne da influenze avanguardistiche, sviluppa campionamenti elettronici nella loro essenza una vivida drammaturgia del suono anche inorganica. Experimentum Mundi nelle composizioni più strumentali. Percussionista, compositore e musicista elet- Maurizio Martusciello ha preso parte a nume- tronico, Maurizio Martusciello è la principale novità dell’or- e Elvira Tamburri e alle percussioni di Nicola Raffone. rosi festival in Francia, Italia e Inghilterra. Nel 1997 fonda, ganico, che comprende per il resto la solita nutrita orchestra Battistelli, attingendo all'Encyclopédie di Diderot e insieme a Filippo Paolini, METAXU, uno dei gruppi più di artigiani - i bottai Alfredo Sannibale e Gianni Sannibale, i D'Alembert (uno dei testi capitali dell'Illuminismo), ha gene- apprezzati sulla scena elettroacustica-sperimentale. falegnami Silvio Tamburri e Alberto Casini, il pasticciere rato con Experimentum Mundi un'opera di teatro musicale Collabora con il gruppo di cinema sperimentale Cane Marcello Di Palma, i selciaioli Antonio Innocenzi e Oberdan genuina e sorprendente, in grado di restituirci la nostra Capovolto ed il gruppo Cellule d'Intervention Metamkine. Ha Carpineti, i muratori Ciro Paudice e Maurizio Verdosci, i memoria e una perduta identità. L'orchestra, costituita dai fondato numerosi progetti di musica elettronica sperimentale, fabbri Fabio Sannibale e Edoardo Borgianni, gli arrotini sedici artigiani che suonano i ferri del loro mestiere, rievoca fra i più interessanti d'Europa. Nel 2003 è stato fra i protago- Miro Carpineti e Aldo Sardilli, lo scalpellino Fernando la vita di villaggi ormai scomparsi, attraverso timbri e richia- nisti dell'evento conclusivo del Romaeuropa Festival 2003 Carpineti e i calzolai Sergio Leandri e Guido Salustri -, oltre mi perduti nel tempo. con un progetto sulla sinfonia n. 2 di Mahler Resurrection, alle voci di Paola Calcagni, Ida Sannibale, Annarita Severini Le note digitali di Martux-m accostano questa visione alla realizzato con il pianista Danilo Rea. sabato 13 agosto 2005 9 Elettronica e tradizione Sufi Mercan Dede Secret Tribe “Se le vie sono differenti, lo scopo è cimentandosi per la prima volta come uno solo”. Il messaggio fondamentale dj. All’alba della rivoluzione techno, del Maestro Sufi Jalal ud-Din Rumi, il giovane turco sceglie il nome d’arte fondatore della scuola dei Dervisci di Arkin Allen (ma anche quello di Rotanti, è anche la forza motrice del Poundmaker) e ben presto raggiunge lavoro dell’artista turco Mercan Dede, una certa fama negli ambienti techno- protagonista il 13 del secondo concer- tribalhouse, affiancato da percussioni- to in Piazza del Popolo, con i suoi sti, vocalisti e musicisti vari. Secret Tribe. La ricerca della creazio- Compone diversi album nelle vesti di ne di un linguaggio universale e il ten- Arkin Allen, sino al debutto come tativo di fare incontrare due generi Mercan Dede, nel 1987, con il primo musicali apparentemente distanti sono disco, Sufi Dreams. Progetto techno tra i suoi scopi, come per una trasposi- minimalista, il disco ottiene ottime zione musicale della filosofia Sufi del- recensioni. Nel 1997 nasce Secret l’armonia degli opposti. Mercan Dede Tribe: Mohammad e Faruuk Shams, il ritiene che mettendo insieme suoni percussionista Scott Russell ed il vio- digitali, elettronici con quelli di stru- linista canadese Hugh Marsh sono menti fatti con le mani, “umani”, può alcuni dei musicisti che, negli anni, nascere un linguaggio universale, in hanno contribuito ad arricchire le file grado di unire il vecchio e il nuovo, della formazione. Ad essi si sono uniti l’antico e il moderno, l’Oriente e anche i danzatori dervisci, Isaiah Sala l’Occidente. Il contrasto fra sonorità e successivamente Mira Burke. Con elettroniche e tradizionali porta al questa formazione registra quattro nucleo della filosofia Sufi che guida album, l’ultimo dei quali, Sufi questo artista: “Non sono cose real- Traveller, nato dalla combinazione Mercan Dede mente separate”, dice: “L’essenza del dei due precedenti album, è frutto di Sufismo è il contrasto: ogni cosa esiste con il suo opposto.” gio minore di un noto romanzo turco contemporaneo, il viaggio una serie di concerti in Nord America nell’estate 2004. L’elettronica e la tradizione folklorica turca sono i due conver- fino a qui è stato lungo e decisamente poco convenzionale. Nato Il poliedrico Arkin Allen/Mercan Dede partecipa ad eventi in genti opposti del progetto musicale di Mercan Dede (qui alle in uno sperduto villaggio della Turchia, Arkin Ilicali (questo il tutto il mondo (Montreal, Montreux, Stati Uniti, Kazakhistan, prese con ney, bendir, voce, piatti e campionamenti), che sarà suo vero nome) rimane affascinato dal suono del ney (il flauto Bahreyn, Istanbul e Parigi). Numerose le sue produzioni per la accompagnato sul palco da Aykut Sütoglu al clarinetto e alla tradizionale turco) mentre ascolta la radio: ha solo sei anni. Da danza, con collaborazioni con Pina Bausch, e attualmente per il tromba, Göksel Baktagir al kanun, Hüseyin Ceylan e Ismail allora alla nascita del gruppo Secret Tribe, nel 1997, matura le nuovo progetto Orman Sehir (Jungle City), con la compagnia Pesluk alle percussioni e dalla danza di Mira Burke. esperienze più disparate. Più che gli studi di giornalismo intra- turca MDT. L’elemento della danza è d’altronde fondamentale In questi ultimi anni il musicista-dj-producer turco ha raccolto presi all’università di Istanbul, un ruolo importante lo ha gioca- nella tradizione musicale turca, e presente anche in Secret Tribe; un grande successo di critica e di pubblico nel suo paese e in to la sua passione per la fotografia, che lo ha portato in Canada la celebre danza rotante è un vero e proprio servizio liturgico, tutta Europa. Ma per Dede, il cui nome deriva da un personag- per un’esposizione a Saskatoon, dove deciderà poi di stabilirsi, ricolmo di un intenso e rigoroso simbolismo. 10 domenica 14 agosto 2005

L’ensemble umbro presenta dal vivo il suo secondo album TLaranslate musica e l’immagine Ospiti prestigiosi al fianco di Michel Benita L’ingresso nell’era digitale di uno dei protagonisti del jazz cui ognuno può portare il proprio immaginario. europeo, il contrabbassista Michel Benita, avviene nel Contrabbassista dalle sonorità profonde, calde e vive, 2003, grazie all’incontro con la VJ Judith Darmont. Michel Benita è considerato una delle rivelazioni degli anni Translate, il progetto che aprirà la serata del 14 sul palco Ottanta e un pilastro del jazz europeo; il suo percorso arti- centrale di Piazza del Popolo, è il frutto di questa collabo- stico, le sue esperienze, le sue collaborazioni rivelano un razione; i due lavorano qui in modo analogo (con campio- musicista impegnato, entusiasta, curioso. namenti, loop e elettronica) al trattamento in tempo reale di Nato ad Algeri nel 1954, in Francia dal 1959, Michel Benita forme preesistenti, giocando con le figure effimere che por- ha iniziato la sua carriera nel 1976 suonando con Jean-Marc Angelo Lazzeri Quartetto tano allo spazio mentale del loro pubblico. Padovani, Guy Lafitte e Bill Coleman. A Parigi dal 1981, col- Judith Darmont è una VJ che, come fanno i DJ con la musi- labora con numerosi artisti (Eric Barret, Aldo Romano, Daniel ca, rimodella in tempo reale i suoi materiali video attraver- Humair, Enrico Rava, Michel Portal, Archie Shepp, Peter Aperitivo con so il laptop, mentre Michel Benita campiona se stesso e trat- Erskine), prima di diventare compositore e leader, dal 1988, ta il materiale sonoro appena creato, dal vivo, sul palco. alla guida del quartetto Préferences, con Rita Marcotulli Translate diviene così una sorta di “laboratorio a due cer- (piano), Dewey Redman (sax) e Aldo Romano (batteria). Da Angelo Lazzeri velli”, come è stato definito di recente. allora prosegue le sue numerose collaborazioni (“Palatino” di L’improvvisazione è il filo che guida musica e immagini, in Aldo Romano, Nguyên Lê, Dino Saluzzi) e realizza nuovi Altro appuntamento ormai consolidato nel cartellone di Time in un rapporto libero e interattivo: le sequenze visive e il dis- progetti, con dei brani originali per quattro esposizioni con Jazz è quello col concerto aperitivo al Museo del Vino, che pre- corso del contrabbasso, in un gioco di stimoli reciproci, pro- scenografie del designer americano Hilton McConnico, tra il vede ogni anno la presentazione di un nuovo album di una for- ducono una miscela imprevedi- 1996 e il 1999. Tra il 2000 ed il mazione emergente nel panorama sardo o nazionale. Domenica bile, tanto auditiva quanto visi- 2001 Benita forma ben due grup- 14, alle 12, il quartetto del chitarrista Angelo Lazzeri presenterà va, basata sulla sorpresa e sulle pi: ELB (Peter Erskine/batteria e dal vivo il secondo lavoro discografico, per la nuova etichetta interferenze. Nguyên Lê/chitarra) e la forma- Giotto Music di Perugia. Aperto per natura alle collabora- zione composta da Gaël Horellou Nato circa cinque anni fa, il gruppo è formato da alcuni dei zioni, Translate presenta a (sax alto) e Philippe Garcia (bat- musicisti più rappresentativi dell'area umbra: i quattro compo- Berchidda due ospiti del calibro teria e sampler). Con quest’ulti- nenti hanno una notevole esperienza musicale alle spalle e suo- di Eric Truffaz, un trombettista mo suona anche nel Ladyland nano composizioni originali dello stesso Angelo Lazzeri - una "figlio" di Miles Davis e Jon Quartet di Erik Truffaz, nel 2002, matrice stilistica, la sua, da ricercarsi fra il jazz di John Scofield, Hassell, ben noto per la sua capa- in una tournée mondiale. Ornette Coleman e Pepper Adams -, le cui sonorità vengono cità di mescolare jazz ed elettro- Judith Darmont (Grenoble, suscitate dalla fusione delle due voci soliste della chitarra e del nica, e Philippe Garcia (alias 1968) ha esordito nel 1987 con sax baritono di Rossano Emili. Completano l'organico Daniele Kpt’n Planet), eccellente batteri- delle scenografie per la televi- Mencarelli al contrabbasso e Fabrizio Morganti alla batteria. sta che porta in dote al progetto, sione, ma nel corso degli anni si Lazzeri, nato a Nuoro nel 1971, risiede a Perugia dal 1990, dove insieme ai propri suoni, la sua è impadronita dei nuovi mezzi ha intrapreso l’attività professionale come musicista, suonando conoscenza di altri codici musi- multimediali, ottenendo nel in teatri e club in Italia ed Europa. Accompagna a un intenso cali, come hip-hop, drum’n’bass 2000 la consacrazione come lavoro didattico l’attività concertistica, che lo ho portato al e dub. Raccolti intorno al "groo- video-artista. Così la descrive “Festivaletteratura” di Mantova, a Umbria Jazz, al Festival ve" del basso e alle sequenze del Pierrick Alain, del magazine Musica sulle Bocche e in molte altre rassegne minori. Suona computer di Michel Benita, tutti Télérama: “Potrebbe essere nella Perugia Jazz Orchestra diretta da Mario Raja. Dopo il si fondono intimamente nelle nipote dell’artista Tamara primo disco Mirto, edito dalla Wide Sound, eccolo alla seconda immagini di Judith Darmont che Lempicka e figlia di Mac Intosh, prova in sala d’incisione. sono come dei “film sonori” in Michel Benita l’inventore del computer”. domenica 14 agosto 2005 11 Il trombettista Steven Bernstein di scena coi Sex Mob T rasfigurazioni in musica da New York

Sex Mob è una delle più eccitanti Bernstein, arrangiatore e composi- band dell’attuale scena newyorke- tore, suona uno speciale strumento se. La formazione diretta da Steven a coulisse, diffuso agli albori del Bernstein si esibirà a Berchidda nel jazz ma poi abbandonato, che – secondo set di domenica 14, unica dice – gli permette di avvicinare il data italiana per quest’estate, con suono della tromba a quello della DJ Olive come special guest. voce umana. Questo strumento, I Sex Mob sono nati dalla collabo- unito a una particolare predilezione razione di Bernstein con il sassofo- per Armstrong e allo studio con nista contralto Briggan Krauss, il insegnanti della vecchia generazio- bassista Tony Scherr e il batterista ne, conferisce al suo sound una Kenny Wollesen; ma nelle registra- qualità “old time” molto robusta, zioni del gruppo si possono incon- dall'intenso vibrato e dalla sponta- trare altri protagonisti della scena nea espressività. jazz contemporanea, come John Qualità che sarà possibile apprez- Medeski, Roswell Rudd, Marcus zare forse maggiormente nell’altro Rojas e David Tronzo. Dal 1998, concerto di Steven Bernstein a anno dell’acclamato CD per Time in Jazz: la mattina di Knitting Factory/Columbia “Din of Ferragosto, alle 11, dell’Arboreto Inequity”, questa formazione ha Mediterraneo della Foresta guadagnato la pole position tra le Demaniale Monte Limbara Sud, va nuove proposte musicali della in scena infatti lo “Special Grande Mela. Mountain Project”, una produzione Tra le maggiori caratteristiche del originale nel corso della quale l’a- gruppo quella di “trasfigurare” con mericano potrà esibire tutto il suo una forte dose di humour materiali istrionico repertorio. Il trombettista eterogenei grazie alle eclettiche è d’altronde un rappresentante sensibilità dei quattro musicisti. ideale di una dote comune a molti Nelle loro interpretazioni può capi- Steven Bernstein (ph. Alan Nahigian) dei talenti emersi negli ultimi anni tare di ascoltare versioni assoluta- sulla scena musicale downtown mente esilaranti di brani di Prince, Ellington, Lennon e McCartney, passando magari per una newyorchese, l’inclinazione cioè a spaziare con bella noncuranza e spregiudicatezza da un divertente ripresa della “Macarena”, mentre fra i suoi dischi “Sex Mob Does Bond” reinterpre- genere all'altro, da un contesto musicale al suo esatto contrario. Tra le sue attività si evidenzia- ta la musica di John Barry per i film del mitica 007. Ma il dato palese è certo la fedeltà a un no quella di direttore musicale dei Lounge Lizards, di compositore e arrangiatore per il cinema progetto coerente, che secondo le stesse parole di Bernstein si basa fondamentalmente sul dato (tra l'altro nella colonna musicale del “Kansas City” di Robert Altman), di turnista sopraffino melodico: “Cerchiamo melodie veramente solide e ne sviluppiamo gli aspetti più intensi con un nelle registrazioni di Lou Reed e Sting. Ma le doti del trombettista di origine ebraica non si fer- umorismo preso maledettamente sul serio”. mano qui: il suo atteggiamento è stato efficacemente paragonato a quello di un detective, che Steven Bernstein e i Sex Mob, vincitori di diversi premi, suonano in tour mondiale da ormai 9 cerca stimoli come fossero indizi nel calderone delle musiche contemporanee, inglobandone gli anni. La loro musica viene trasmessa dalla National Public Radio (NPR), dalla MTV e in elementi in un proprio universo coerente, non per scoprire il colpevole di un delitto, ma per Saturday Night Live. inseguire un costante impulso espressivo e creativo. 12 lunedì 15 agosto 2005 Sulle tracce di Faber Il jazz incontra la musica d’autore: l’omaggio di Danilo Rea a Fabrizio De Andrè Time in Jazz allarga i suoi vena improvvisativa e confini e per la prima un’esperienza vastissima, volta nella sua storia pro- il quarantottenne pianista pone un concerto dall’al- romano (ma di natali tra parte del Limbara, nel vicentini) è uno dei nomi territorio di Tempio di spicco della musica Pausania, a una trentina improvvisata in Italia. di chilometri da Chet Baker, Lee Konitz, Berchidda. Lo fa in col- Steve Grossman, Bob laborazione con la Berg, Michael Brecker, Fondazione Fabrizio De Billy Cobham, Aldo Andrè per battezzare un Romano, Dave Liebman, progetto originale dedica- Joe Lovano: sono alcuni to al grandissimo cantau- dei più prestigiosi jazzisti tore genovese che fece tra i tanti cui Danilo Rea della Sardegna, e in parti- ha avuto occasione di colare della Gallura, la affiancare la propria sua terra d’adozione. Il tastiera. E poi il quintetto pianista Danilo Rea, uno di Giovanni Tommaso, il dei principali protagonisti blasonatissimo gruppo della scena jazz italiana, Lingomania, e Doctor 3, ha raccolto l’invito di una delle più apprezzate Paolo Fresu e della formazioni nostrane, di Fondazione De Andrè di Danilo Rea cui condivide le fortune offrire al pubblico del fes- con il bassista Enzo tival (il pomeriggio di Ferragosto, alle 18) un tributo Pietropaoli e il batterista Fabrizio Sferra. personale all’indimenticabile Faber proprio nel suo Jazz, pop, musica leggera ma anche “colta”: eccolo buen retiro dell’Agnata. dunque impegnato, come solista, nell’opera di Roberto Il nome di Danilo Rea potete trovarlo tra i credits di dis- De Simone Requiem per Pier Paolo Pasolini, sotto la chi di Mina, Claudio Baglioni e Fiorella Mannoia: ricer- direzione di Zoltan Pesko al teatro San Carlo di Napoli, catissimo nel giro del pop e della musica leggera, dove e in ensemble al “Rossini Opera Festival”, al teatro di conta un lungo elenco di collaborazioni in concerto e in Pesaro dedicato all’autore del Guglielmo Tell, nel prog- sala di registrazione, trova però nel jazz l’acqua in cui etto Rossini mon amour. nuotare. Con una solida preparazione accademica (si è Senza dimenticare il suo disco più recente, Lirico, un diplomato al conservatorio “S.Cecilia” di Roma), una omaggio personale in chiave jazz alla grande tradizione virtuosistica padronanza del suo strumento, una felice operistica. L’isola nel cuore Il “rifugio” di un poeta in uno stazzo tra i boschi Fabrizio De André scelse l'Agnata per realizzare il e un campo da tennis del progetto originale non suo sogno di bambino, iniziato quando aveva cin- vennero mai realizzati. Disse una volta Dori: que anni e la famiglia lo aveva rifugiato dalla guer- "Finiremo per cercare le palline da tennis nel ra nella tenuta di famiglia vicino ad Asti. Lì aveva bosco", e rideva; ma c'era poco da ridere se si imparato ad amare la terra e le piante fino a deci- pensa che senza interventi pubblicitari, senza tele- dere che "da grande" avrebbe avuto una tenuta fono, solo attraverso il tam tam degli ospiti la sto- come quella tutta per sé. Parlava volentieri della ria di questa “fazenda” è finita sul Financial sua “fazenda” di Tempio, comprata una trentina Times. Nessuno capì mai se Fabrizio volesse esse- d'anni fa, quando era soltanto uno "stazzo", un re considerato un contadino. I suoi amici raccon- appezzamento quasi abbandonato con un palazzot- tano che in realtà con Fabrizio si parlava più di to tipico gallurese in granito fine Ottocento, poesia che di agricoltura, nonostante le centinaia immerso in una foresta di querce da sughero, di volumi che studiò per coltivare la sua terra, e costruito sulle rocce. E naturalmente con una leg- non sempre i suoi ospiti conoscevano la storia di genda di un enorme tesoro sepolto fra gli alberi e quella Agnata che lo aveva ammaliato. Per lo più, cercato invano per anni. Gliene aveva parlato all’Agnata, i suoi ospiti erano legati alla storia Giovanni Mureddu, un autista di Tempio. Fabrizio sarda, come Salvatore Sechi di Tempio Pausania, ne comprò 150 ettari. Tre corpi di terreno con nomi alto funzionario della Presidenza della che sembravano usciti dalle sue canzoni, Tanca Repubblica, per Fabrizio soprattutto musicista Longa, Donna Maria, l'Agnata. Una trentina di Fabrizio De André nella sua casa all’Agnata concentrato sullo studio del fagotto, per ricreare anni fa vi andò a vivere con Dori Grezzi, nel palaz- con uno strumento "colto" il suono etnico pasto- zotto dell'Agnata, a lume di candela, senza telefono, in un terreno abbandonato, completamente rale delle "launeddas". Per giocare a scopa scelse Alberto Santini, un amico che viveva a incolto, in un'asprezza da western americano. Con una tenacia da pioniere sardo riuscì a ristrut- Viterbo e che per una quindicina d'anni lo aiutò nei lavori dell'Agnata, con abbastanza fanati- turare la stalla ed iniziò ad allevare i vitellini da carne, e poi maialini, e poi a seminare gli orti, smo da costruire vicino a Viterbo una villa chiamata Agnatina. Le loro partite a scopa erano e poi a produrre uova, e poi a coltivare l’ulivo e la vite e tutto quello che poteva servire per un sempre molto serie: guai a chi li disturbava. Ma se Fabrizio sì allontanava un momento Alberto ristorante. Innalzò il solaio ricavandone una mansarda e restaurò un'altra stalla diroccata attrez- gli truccava l'elenco dei punti ed al suo ritorno accortosi di quell’inganno, tutti a ridere come zata poi come dispensa. Dopo tre anni il palazzotto diventò quasi abitabile e Fabrizio caparbia- ragazzi. Si rideva davvero, non soltanto come ragazzi, quando all’Agnata piombava Beppe mente vi andò a vivere con Dori tra una tournée e l'altra. In un altro piccolo rudere sistemò una Grillo, amico d'infanzia e di famiglia, caro a Fabrizio come un fratello. Con lui è come se uscis- cucina ricavandone una camera per i custodi. Così, riuscì a fondare il ristorante, subito diventa- se dallo spesso involucro di autodifesa costruitosi addosso per schivare difficoltà fastidiose to famoso. create dall'invadenza dei curiosi. Fabrizio si divertiva a giocare con quella terra, e ha giocato anche col rio Capriuneddu che In quell’ambiente così familiare amava comporre le sue canzoni: curava parole e musica attraversa la tenuta. Costruì uno sbarramento ricavandone un lago per l'irrigazione ma anche fino alle prime luci dell’alba. per accogliere delle trote trovate in una pozza d'acqua, attirando anatre e gallinelle d'acqua. “Il mio nome resterà con le mie canzoni” commentava divertito a chi gli rispondeva: “tu Sulla costa della collina progettò con l’aiuto dell’Ing. Visicale, e successivamente realizzò con pensa a campà”. Dori, un edificio di otto stanze e una piscina ricavata nella roccia, mentre un campo per le bocce Marco Ladu e Mariella Panu lunedì 15 agosto 2005 13 Energia e creatività dell'Indigo Quartet Gianluca Petrella anche in duo con Furio Di Castri

Toccherà a Gianluca Petrella il compito di oltre alla propulsiva spinta del leader, l’espe- aprire la festa finale di Time in Jazz, alle 21:30 rienza di Paolino Dalla Porta al contrabbas- del 15; una delle star del jazz made in Italy, e so, l’intelligente apporto di Fabio Accardi presente al festival anche in uno spettacolare (tra i nomi nuovi più seguiti anche Oltralpe) duo con Furio Di Castri, domenica 14 alle 18 alla batteria, e Francesco Bearzatti, il miglior nella Chiesa di Sant’Antonio Abate a Nughedu “nuovo talento” del jazz nazionale 2003 S. Nicolò. (“Musica Jazz”), al sax tenore e clarinetto. Con il suo Indigo Quartet il trombonista puglie- Altro nuovo progetto di Petrella è quello che se unisce il senso più vivo della tradizione con le lo vede in duo col contrabbassista milanese istanze più moderne del suono contemporaneo. Furio Di Castri; i due suonano insieme da Nel nucleo concettuale della filosofia del grup- poco più di un anno, anche nel quintetto po trovano spazio tracce dixieland e quell’im- Outline. Hanno registrato per la Wide Sound pronta di “musicista alternativo” che Petrella il disco Under Construction, che costituirà propone anche in altri aspetti della sua produ- parte del repertorio offerto al festival; quella zione. Lavorando da solo nel proprio studio, seguita dal duo è una strada di esplorazione e tagliando e cucendo loop, pattern, campionature dissacrazione dei suoni bassi, capace di gio- e “nuovi suoni” elettronici (Gianluca si diverte care come poche altre sul ribaltamento dei spesso ad “uscire” dai panni del jazzista, propo- ruoli tradizionali dei due strumenti che gui- nendo travolgenti serate D-Jay Set, che lo vedo- dano l’avventura. L’accurata elaborazione no spesso protagonista delle notti di alcuni loca- Gianluca Petrella (ph. Studio Jackson) del materiale musicale non prevede nessun li di tendenza) è riuscito a tradurre il materiale suono “midi”, piuttosto percussioni sugli base per un quartetto, senza però, opportunamente, perdere di Un gruppo nato un anno e mezzo fa che riesce a sorprendere strumenti, mani, carta, mollette o bacchette varie, filtrate o uti- vista la matrice acustica e fondamentalmente jazzistica. per la straordinaria energia di base e con, in più, in organico, lizzate accanto a samples montati su un computer. Gran finale con la Bollywood Brass Band Quattro donne nella formazione anglo-indiana

La Bollywood Brass Band

Spazio alla Bollywood Brass Band per la festa negli ultimi anni le performance vanno ben oltre finale di Time in Jazz: la formazione anglo-india- le occasioni nuziali. Il loro repertorio è infatti na, già di scena tutti i giorni intorno alle 19.45 costituito dalle canzoni più famose di film vecchi nei concerti pre-serali lungo le vie del paese, e nuovi tratti dalla nutrita filmografia di Bombay, potrà infine esibire il suo repertorio sul palco forse la più prolifica al mondo; musiche popolari centrale, il 15, col consueto corredo di fuochi del Punjab, i classici di musicisti indiani, influen- pirotecnici della Teo Fireworks, col quale Time ze samba, reggae, funk, jazz, balcaniche e world in Jazz saluta il suo pubblico. music. Una miscela coinvolgente e ipnotica, dove Band multirazziale anglo-indiana, la Bollywood gli intrecci eleganti dei fiati sono sostenuti da Brass Band nasce nel 1992 dall’incontro artistico incalzanti ritmi bhangra. Vivace e suggestivo tra la street-band londinese Crocodile Style e anche l’impatto scenico, con l’impiego di costu- Johnny Kalsi, leader della Dhol Foundation e mi, l’accompagnamento con passi di danza di maggior esponente della musica Bhangra in Simmy Gupta, e le immagini tratte dai blockbu- Inghilterra. L’introduzione del dhol, percussione sters di Bombay che verranno proiettate sullo indiana dal suono particolarmente alto, ha segna- sfondo del palco in sincronia con la musica dal to la svolta decisiva nel percorso artistico della vivo di Sahra Moore (sax soprano, melodica) Will formazione londinese. La Bollywood Brass Band Embliss (tromba), Kay Charlton (tromba e flicor- è stata subito protagonista della stagione consa- no), Dave Jago (trombone), Tim Smart (trombo- crata alla celebrazione Diwali, il festival delle ne), Alice Kinloch (susafono), Philippe luci, per poi dedicarsi alla musica per matrimoni, d’Amonville (batteria), Nick Cattermole (bass ottenendo un enorme consenso in Inghilterra. Ma drum, percussioni) e Jas Daffu (dhol). 14 DJ/set JAZZ E NU JAZZ un melting-pot totale sicuramente reversibile tra ritmo e contaminazione nei DJ set di Mistura Pura Digital e Trance: faranno male?

Digital Trance. Bel tema, ho pensato subito. E poi ce n’è a quando partorì l’idea – sposata poi da tutti i locali che si bizzeffe… anche se in realtà di questi termini abbiamo rispettano e tremendamente alla moda - delle zone “chill piene le orecchie e sebbene non esista nulla che li abbia out”, per riportare alla realtà un fisico martoriato da pres- mai legati storicamente, almeno così come ce lo saremmo sioni sonore una volta impensabili. C’è poi la trance: in que- aspettato. sto senso, una sorta di discesa nel Maelstrom totale, lascian- Forse c’entra la filosofia, o parte di essa. Da quando esiste do probabilmente alle spalle l’abrasivo e il subliminale. la mania dell’etichetta o della catalogazione a tutti i costi, Vengono in mente altri due nomi: Meredith Monk e abbiamo una concezione più o meno sicura di questo tema. Diamanda Galas, guarda caso anche loro invitate a festival Ma la verità è che non esiste niente di “puro” che unisca i che portano il termine “jazz” nel proprio nome. E Peter due termini sotto lo stesso tetto. O meglio, non esiste con i Gabriel, oppure Robert Fripp, ben consci del fatto che la crismi della catalogazione d.o.c. O forse , invece, è sempre purezza del suono più acustico sia una sorta di trance elet- Federica Grappasonni/Dj set Mistura Pura esistito; nella Babele analitica del tempo digitale o nelle tronica in un mondo che è fatto di imbecillità imperante, teste pensanti delle nuove capace di ridurre il suono Un suono che incontra un altro suono, un’interferenza fra vari architetture futuribili, nel a un mero esercizio di generi musicali, una pozione magica dove si mischiano espres- pennello con le setole divertimento tout-court. sioni di mondi e momenti storici apparentemente diversi e lon- antiche di qualche estre- Difficile? Per niente, se tani tra loro. mo pensatore d’immagi- si pensa alle centinaia di La dimensione ballabile e percussiva presente nel jazz sin dalle sue ne. Gli artisti, quelli veri, migliaia che ogni anno, origini; le influenze della musica asiatica e di quella africana nel faranno festa. Con la ad un certo punto della jazz e nel blues; l’incontro del jazz con il samba; il latin jazz, musica è diverso, ma ce settimana, in piena notte, l’elettronica e il jazz progressivo dei paesi nordici… sono questi i la faranno lo stesso. fuggono dalle bombe tratti musicali catturati e messi a confronto nel dj set Mistura Pura delle città e si rifugiano di Federica Grappasonni, che ad oggi rappresentano il cuore delle Dietro a quei due termini nell’entroterra di spiagge produzioni Lounge e Clubbing. E dunque dalla bacchetta magica c’era forse una sorta di desolate, hangar abban- di Art Blakey – detentore del ritmo, in particolare nel suo periodo minimalismo storico: donati e si avvinghiano a Bebop, 1946, che s’impose a quello della West Coast – alla dimen- quello acustico di Steve torri di casse e diffusori sione più popolare, funky e disco, di Miles Davis – anticipatore di Reich o quello elettronico issate sul pianale di un tendenze musicali – alla melodia bossa novista di Tom Jobim - di Philip Glass; forse rimorchio di Tir, per interpretata a fine anni cinquanta, tra i tanti, da Joao Gilberto, Stan entrambi benedetti dall’a- godersi bombe nelle Getz, Charlie Byrd, Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, Sarah nima di Terry Riley o orecchie firmate da mr. Vaughan… - fino ad arrivare alle modernissime produzioni nu jazz della mente di qualche Decibel in persona. che vedono nelle etichette indipendenti Compost Records, Far californiano bruciata Digital Trance non è Out, Schema Records, Ninja Tune, per citarne alcune, il meglio dei dagli acidi. Oggi segue le nulla oppure il tutto con- nuovi orizzonti jazz dance. Ogni passaggio, da un periodo all’al- rotte del rave o quelle temporaneo: più o meno tro, è intervallato da campionamenti (legali) registrati dalla dj nel- antesignanamente “out” che uscivano dai locali alternativi una mappa aggiornata di ciò che non dovrebbe essere più l’arco dei giorni e delle notti: urbani e di periferia, di campagna e di San Francisco, veicolati dalle filosofie “corrotte” (così nelle corde di un violino, anche se di violini è ovviamente di mare: è qui che ogni forma di vita ha il suo ritmo e il suo suono dicevano a quel tempo) del Rhythm and Noise Ensemble di sempre più piena la possibilità. Anche, con le dovute diffe- prima ancora di divenire musica. Naut Humon, capace di definirsi “traffic controller”, princi- renze, nelle aree disco più tradizionali della riviera roma- Il Mistura Pura dj set (Federica Grappasonni) si caratterizza dai pe delle “sinfonie rumoristiche” ; dissonanti, metallurgiche gnola. Moda, letteratura, arte e tendenza: dentro c’è tutta la nuovi linguaggi della bossa nova e del jazz. Dopo il debutto a eppure in un certo senso wagneriane, avrebbe forse scritto digital trance possibile ed immaginabile. Uno dei siti di rife- Milano nel 2000, comincia a sperimentare percussioni dal vivo da Lester Bangs. Poi è cambiato tutto e il testimone, dopo esse- rimento di un movimento che non può nascere - anche se lo accompagnare alla musica jazz selezionata. La notte di Natale re passato dalle terre australiane a quelle islandesi e poi vorrebbe - perché il tema è troppo “vasto”, troppo “sporco” 2002 organizza la serata “Homeless” nel Dormitorio Comunale di ancora da quelle svizzere a quelle d’Albione, finalmente al e troppo “furbo” è Elektrobar.com dove psytrance, chillout, viale Ortles: la dj, nelle vesti anche di direttrice artistica, si fa Nord dei Nord, oltre a quella Germania che ne ha fatto un house e trip-hop + storico drum&bass la fanno da padrone accompagnare da quattro percussionisti scelti dai gruppi di batte- marchio di fabbrica per Ibiza e succursali. E Wesseltoft è accanto a veri e propri “Starship Trooper” come Atmos, ria di percussioni dei Mitoka Samba. Nel giugno del 2004 è invi- sembrato esserne padrone assoluto per un lungo momento; Astrix, S-Range oppure Lemon 8. E intanto, Gianluca tata come dj ufficiale per festeggiare i cinquant’anni della Rai a addirittura geniale quando ha ipotizzato “nuove concezioni Petrella, fa girare nel suo lettore, spazi onirici che abbrac- Cannes: nella splendida cornice della terrazza del Palais du jazzistiche” metabolizzate dalla macchina. Ancora una volta ciano finlandesi che imitano Sun Ra oppure teutonici dee- Festival, Federica prepara un live set dai suoni lounge-jazz accom- salta in mente il pensiero di quel sant’uomo di Brian Eno, jays, figli degeneri dei Kosmische Kuriere dei Settanta. pagnata da un sassofonista, una cantante e un percussionista. A primo – fra tutti – a stabilire la legge che – per essere sal- Digital Trance, insomma. E questo non può essere che un ottobre esce il primo singolo della dj producer, “Bossa Colorata”, vata e vivificata – la musica delle macchine avrebbe dovu- inizio. Klaus, intanto, ride sotto i baffi e Fresu è in cucina a brano a metà tra la bossa e il samba, raccolto nella compilation to essere comunque guidata dall’uomo. E’ un po’ ciò che più preparare il pranzo. “Milano Clubbing” (etichetta Aries/ distribuzione Audioglobe). nelle gambe e meno nella mente profetizzò Paul Oakenfeld, Vittorio Albani DJ/set & altri eventi 15 I poeti improvvisatori The MiXzone della Sardegna Gara poetica improvvisata sul tema “La trance” Tutte le notti

Un cantore-bambino e due adulti: quest’anno la proposta degli improvvisatori a Time in Jazz ha al Museo del Vino un’articolazione molto particolare. Saranno di scena tre poeti estemporanei di generazioni diverse: Giuseppe Porcu di Irgoli, 19 anni, perito dj set e live happenings agrario fresco di diploma all’Istituto Bernardo Brau di Nuoro, sulla scena delle sagre da appena un anno, affiancherà Bruno Agus di Gairo (48), a cura di Radio X che ha iniziato la sua carriera nel 1981, e Mario Màsala di Silanus (70), che fu a sua volta un enfant prodige, avendo esordito sui palchi delle Digitale dalla nascita. Dall’ottobre del 1995 quando - prima in Europa - ha iniziato a tra- gare a soli sedici anni, nell’agosto del 1951, nel smettere musica in diretta via Internet. Ma non solo. Radio X è digitale nel Dna musicale, Bruno Agus suo paese natale per la festa di San Lorenzo. con quella innata predilezione per i suoni inventati o campionati attraverso macchine elet- Il debutto di Giuseppe Porcu, nella primavera del troniche. Ma anche per il ruolo creativo affidato alla figura del dee-jay, vero e proprio alchi- 2003 a Nule durante un concorso a premio riser- mista digitale, manipolatore di beats e campioni, Grande Sacerdote del misterioso Rituale vato ai poeti orali, ha rappresentato una novità di del Groove, che esso si celebri tra le luci di un club o nel buio denso e pulsante di un pro- rilievo, dal momento che da oltre mezzo secolo gramma radio. non si registrava un esordio in età così verde. Il Radio X è una piccola anomalia nella storia dell’emittenza. Intanto perché nasce prima pubblico ha sùbito mostrato di gradire molto que- come web radio che come stazione fm (dove va in onda in provincia di Cagliari sui 96.8 sta presenza nuova e inattesa, tanto che il nume- Mhz). E poi per altri motivi. Per il fatto di non fare pubblicità, se non a iniziative promos- ro delle gare, nella stessa stagione del 2003, è se dalla stessa radio. Per il fatto di ricavare dalla rete e dalle attività live, anziché dagli spot, notevolmente cresciuto rispetto alla media degli le sue principali risorse di sostentamento. Per il fatto di non essere forse neppure più una ultimi dieci anni. radio in senso stretto, ma una eX – radio, una community devota all’elettronica e alla spe- Mario Màsala, Bruno Agus e Giuseppe Porcu rimentazione, un catalizzatore di progetti editoriali e musicali provenienti un po’ da tutta costituiscono oggi -in una gara poetica che li Europa, anche grazie alla partnership con Tiscali da cui nel 1999 è nato il felice esperimento Mario Masala veda protagonisti insieme- il confronto più credi- di MUSIX (looking for the perfect bit), primo esempio di etichetta on line interamente dedi- bile fra le tre generazioni che rappresentano, cata alla sperimentazione digitale e ai suoni emergenti. essendo ciascuno di loro il maggior vessillifero A Radio X il festival Time in Jazz ha chiesto di curare per questa edizione del festival una della propria. vetrina dedicata alle sonorità digitali mescolate dalle abili mani dei dee-jay. Riprendendo così Quella di Time in Jazz 2005 potrà forse essere il titolo di uno dei format della webradio cagliaritana, il Museo del Vino ospita per ciascuna un’occasione più che propizia, davvero utile a chi delle cinque serate del festival una MixZone che mette a confronto e in sinergia tra loro dee- ha interesse a farsi un’idea diretta e precisa - jay e sperimentatori elettronici di diversa estrazione e diverso orientamento. Dal minimalismo verificata sul campo - della situazione del canto all’electro clash, dalla drum’n’bass più parossistica all’energia vitale del break beat, sino alle improvvisato negli spettacoli di piazza Sardegna: contaminazioni nordiche tra elettronica e jazz, passando per paesaggi sonori che richiamano nel solco della tradizione, certo, ma anche nell’a- l’immaginario cinematografico o profumi esotici che arrivano da paesi lontani... pertura a eventuali innovazioni e arricchimenti, I cinque dj sets di Berchidda – aperti anche all’interazione con musicisti live, territorio di nella forma e nella sostanza. sperimentazione sempre più spesso frequentato nelle serate di Radio X - diventeranno subi- to dopo il festival una speciale compilation on demand da ascoltare via Internet all’indiriz- Giuseppe Porcu Paolo Pillonca zo www.radiox.it oppure www.radioxonline.com 16 digital trance Techno-trance La trance, i rave e il “bisogno di trascendenza”

Gli autori dei saggi rac- wagnerismo. A questo colti nel volume “Tecno riguardo, dunque, certe Trance – Una rivoluzio- innovazioni della tech- ne musicale di fine mil- no potrebbero essere lennio” (AA. VV. a cura tranquillamente consi- di G. Salvatore, derate nel senso della Castelvecchi, Roma, continuità storica. 1998) condividono - Stupisce, peraltro, assieme a non pochi anche l’estrema concre- musicologi e antropolo- tezza - questa sì una gi, sociologi della reli- novità estetica, un gione e storici della segno di discontinuità, danza, psicanalisti e una frattura - con cui musicoterapeuti, neo- certi materiali musicali mistici ed edonisti incal- vengono messi in opera liti, “psiconauti” e fre- nella techno: la riduzio- quentatori di rave par- ne del dato melodico ties, discoteche, centri fino al suo azzeramento, sociali - due idee forti: la definitiva trasfigura- che quella famiglia di zione dello strato armo- nuove musiche compre- nico in puro alone tim- se sotto la definizione- brico, o la sua sostitu- ombrello di ‘techno’ zione in un contrappun- abbiano (definitivamen- to forsennato, la cui te?) trasformato alcuni unica ragione diviene modi tradizionali di ritmica. Se la techno, comporre, produrre, come scrive Roberto riprodurre, ascoltare e Agostini, è un “flusso ballare suoni organizza- sonoro stratificato e cir- ti; e che tanto i creatori quanto gli utenti di tali musiche vi Eppure ci si sbaglierebbe a ritenere che tutte queste radicaliz- colare”, allora ogni “strato” - o sequenza di loops - può esse- attribuiscano un notevole potere sul corpo e sulla psiche. zazioni finiscano per limitare, della musica, la prospettiva re inteso come una “voce” che, nella tessitura complessiva, è Si tratterebbe, insomma, di un fenomeno complesso che ha a che strettamente estetica. Pensiamo a come le competenze del al tempo stesso indipendente e in relazione paritetica e dialet- fare sia con la creatività artistica che con gli stati di coscienza; con “compositore” divengano via via più diffuse anche presso i tica con le altre “voci”, con gli altri “strati”. E’ proprio que- il pensiero musicale, e con la fede in un potere trascendente della “non musicisti”, attraverso l’uso ormai quotidiano del compu- st’idea di contrappunto amelodico a “smontare” vecchi criteri musica; con un hic et nunc dell’esperienza musicale, ma anche ter domestico, e di programmi e software musicali una volta strutturali, a mescolare le carte. Ecco dunque come il dominio con un suo Altrove, situato nell’acronìa di un Eterno Ritorno. assai specialistici, ma oramai sempre più alla portata dell’u- del timbro e della pulsazione, elevato a livelli di assoluta Stiamo parlando di qualcosa che, viste le premesse, sembra tente comune. Se, una volta, la semplicità della forma strofica necessità e sufficienza, va a capovolgere il tradizionale buon innescare una duplice rivoluzione, nell’estetica e nell’etica consentiva a chiunque, magari fischiettando, di inventare una senso musicale, portando i parametri espressivi (tratti prosodi- musicale, e più in generale nel rapporto tra la musica e l’uo- canzone, il “computer di massa” ha reso estremamente vicini ci, agogici, dinamiche, accenti; e volume, e sound) a farsi mo. Un rapporto che da circa mille anni - cioè dalla nascita (e al limite interscambiabili) compositori ed utenti della house strutturali, e quelli strutturali a diventare accessori (melodia, nell’Occidente europeo di una musica “laica”, sganciata da music e poi della “techno”, musica che si esprime attraverso armonia) o totalizzanti e invasivi (metro e ritmo). necessità liturgiche o devozionali, e soprattutto dal dominio due fattori entrati a far parte della capacità di chiunque: acces- Altri (…) insistono invece più sul fatto - altrimenti raro ed della chiesa cattolica su modi e forme, occasioni e strumenti so friendly alle tecnologie informatiche, e logica sequenziale. episodico, da un millennio circa a questa parte - che proprio del fare musica - non si presentava più accompagnato da tali La disponibilità di queste tecnologie, spesso a basso costo, a tale capovolgimento di ruoli gli utenti della techno attri- problematiche, e di tale complessità. non solo ha trasformato in potenziali musicisti i dj (come è buiscano un effetto euforico, come in un carnevale di suoni, Alcuni aspetti di questa rivoluzione rappresentano anche stato rilevato anche in altre occasioni), ma ha radicato intui- una “musica alla rovescia” dove tutto può accadere, e dove l’estrema conseguenza di un secolo di musica afroamerica- zioni formali, capacità strutturanti, paesaggistica sonora pres- tutto quello che accade provoca effetti neurofisiologici e psi- na, cioè del radicamento del blues e del jazz - e di tutti i so lo stesso pubblico. Tutto ciò costituisce il presupposto di cosomatici. (…) generi che variamente ne discendono - nelle pratiche musi- una creatività diffusa, virtualmente di massa, per giunta appli- Una tale relazione può in effetti essere illuminata da vari punti cali extra-accademiche, neo-popolari, di massa. Se ne cata a forme aperte e perfino complesse: il che certo non limi- di vista. La si può ad esempio registrare presso gli stessi uten- riscontrano gli effetti non soltanto nei modi di fare musica, ta ma espande la prospettiva estetica, democratizzando la con- ti della musica techno: frequentatori di rave parties e discote- sempre più alla portata di tutti, ma anche nella competenza sapevolezza del processo artistico. che dichiarano di ascoltare e danzare questa musica, in certe comune, sempre più “afroamericanizzata”: si pensi a come E come si fa a sostenere, aprioristicamente, che una semplifi- specifiche condizioni ambientali e collettive, per trarne un e quanto il blues feeling sia stato acquisito, negli ultimi due cazione delle procedure compositive conduca inevitabilmen- effetto che chiamano in vari modi: “sballo”, “alterazione”, ma o tre decenni, perfino tra gli interpreti e il pubblico della te ad un impoverimento delle possibilità musicali? In questo soprattutto “trance”. canzone italiana. Di fatto, poi, un certo “colore” afroameri- do it yourself le risorse offerte sia dalla sintesi elettronica che Alla gente bisogna dare ascolto, anche quando si esprime in cano viene sentito, dagli utenti di qualsiasi musica, come il dal campionamento digitale del suono hanno esaltato la sen- maniera “poco scientifica”. Può essere oggetto di discussione segno di una maggiore vicinanza alle “origini” della comu- sibilità timbrica, mentre la facilità di costruzione ritmica deri- cosa si intenda veramente quando nel rave viene invocata una nicazione musicale: un “atto” primordiale condividibile vante dalla possibilità di produrre sequenze percussive pilo- vera e propria “trance”, ma la scarsa considerazione nella secondo modelli psichici, rituali e sociali che valorizzano il tate da una tastiera e articolate in tempo “non reale”, step by quale spesso è tenuto l’argomento dipende anche da certe sue momento della ricezione e della partecipazione. Di conse- step, ha enormemente contribuito all’invenzione poliritmica. distorsioni giornalistiche o sociologistiche. Concentrandosi guenza, il comportamento musicale degli ascoltatori espri- La combinazione di questi due fattori, col mettere in primo attorno agli aspetti più pittoreschi del fenomeno, il chiacchie- me una crescente funzionalizzazione dell’oggetto musicale: piano timbri e ritmi, non fa altro che portare a compimento un riccio dei media ne ha infatti appiattito le peculiarità sui soliti nella danza o nella meditazione, nel relax o nell’eros, attor- processo che, dal tardo Debussy a John Cage, o da Stravinskij luoghi comuni del sensazionalismo, la fenomenologia in sem- no alla vita interiore o alla vita di relazione. Di pari passo, a Xenakis e a Nancarrow, ha lungamente impegnato le più plici “si fa per dire”. Si tende, ad esempio, ad accostare la l’ascolto musicale tende a farsi sempre meno astratto: ora belle intelligenze del Novecento musicale “cólto”, dopo un danza e la trance (o certi tratti musicali - come l’iteratività - e somatizzato, ora psichicizzato, spesso teso verso una perce- Ottocento che aveva portato il suo mito dello sviluppo melo- la trance) in un acritico rapporto di causa ed effetto. Non meno zione “integrale” ma mai esclusivamente “mentale”. dico e della densità armonica fino all’implosiva crisi del sbrigativo è l’evocare (…) la demonicità della “possessione” digital trance 17

per stigmatizzare ogni forma di trasporto fisico ve ritmica che regola la nostra esistenza nel indotto dalla musica. Fenomeni di grande portata mondo, e il rapporto fra immanenza e trascen- finiscono così per smarrire, nel vaniloquio da bar denza, e i possibili modi di inserirsi negli intersti- o da parrocchia, il loro significato più profondo. zi fra spirito e materia, imparando a servirsene, Ma una competenza meglio approfondita sarebbe ad usare la propria persona come una batteria di più consona, quando si chiamano in causa due tra energie capace di alimentare esperienze estreme. le più profonde esperienze psicofisiche dell’uo- Servendosi di ogni accessorio disponibile. Fra cui mo: la capacità di giocare con lo spazio, il ritmo, anche, e soprattutto, il suono organizzato. l’equilibrio, che si esprime attraverso la danza, e Su questo modo di inquadrare il problema pesa la quella sapienza mistica e tecnica sviluppata dai posizione, autorevole e imprescindibile, di Gilbert primordi dell’umanità per modificare gli stati di Rouget, massimo studioso vivente dei rapporti fra coscienza ordinaria, per proiettarsi “altrove”, per musica e trance. Rouget ha sostenuto, sulla base di calarsi anima e corpo nella trance. un campionario storico-fenomenologico piuttosto Ma, in fondo, i luoghi comuni e le semplificazioni esaustivo, che una relazione di stretta consequen- che si sentono in giro scaturiscono da certi auto- zialità fra un certo stimolo musicale e un’altera- matismi che andrebbero indagati nella più recente zione degli stati di coscienza non è dimostrabile. storia delle idee. Pur nata in Europa, la dimensione Ciò ha improvvisamente reso più prudenti tutti gli del rave party deve all’America - oltre all’ispira- studiosi. Prudenza forse eccessiva, giacché l’im- zione afroamericana portata dalla house music - anche certe idee seminali, suggestioni potenti e ponente studio dell’etnomusicologo francese non nega la tesi di una relazione consequenziale, ma versatili che si possono oggi riconoscere, ad esempio nella riscoperta della propria cultura autoc- solo la sua dimostrabilità allo stato attuale delle ricerche. Anzi, il suo lavoro di documentazione tona, quella amerindia, in qualche tarda deriva dell’utopismo naturalista e proto-ecologista, alla mostra che, anche se non si può attribuire meccanicamente un certo effetto a un preciso parametro Thoreau, nonché nel persistere di certe idee dei movimenti controculturali degli anni Sessanta, tra musicale, la presenza della musica in molti rituali estatici e di possessione è dovunque sentita come hippismo e dintorni, e più recentemente nel dilagare di uno spiritualismo dopolavoristico di altamente significativa. Egli stesso ammette che, nei fenomeni presi in esame, la musica - pur non impronta New Age. Non c’è da stupirsi di quanta eterogeneità possa raccogliersi attorno a un potendo essere considerata una causa scatenante tout court - rappresenta una sorta di medium emo- unico nucleo di idee iniziali. Accade semplicemente che movimenti anche molto differenti abbia- zionale che favorisce la creazione di quelle condizioni neuro-psico-fisiologiche da cui la trance no diversamente rielaborato i medesimi princìpi, distanti per scopi e identità ma solidali nella viene appunto innescata. Ora, con l’ammissione che esistono condizioni della trance che le sono ricerca del superamento di un’idea-guida della cultura Occidentale: la dicotomia corpo/anima. necessarie, anche se non sufficienti, e che tra i fattori che agevolano l’instaurarsi di uno stato di Che in ultima analisi, laicizzata e filtrata da ogni sovrastruttura religiosa, si può ridurre a un’altra trance vi è anche la funzione emotiva della musica, lo stesso scetticismo di Rouget cade un po’ in opposizione posta dall’antropologia culturale, quella tra natura e cultura. Parole-chiave come contraddizione, limitando la portata generale della sua tesi, ed enfatizzandone la posizione negati- “neotribale” o “psichedelico”, che da tempo risuonano nella musica e nella cultura giovanili, in va: semplicemente, “Non è (ancora) dimostrabile che...”. (…) qualche modo hanno preparato gli animi alla rivoluzione della techno-trance: culturalmente “rivo- “Techno-trance” è un’espressione che ha avuto fortuna soprattutto in Italia per indicare l’inte- luzionaria” proprio per l’attacco che sembra sferrare a dicotomie quali quelle citate. ro spettro antropologico-musicale del fenomeno, cioè ambedue le “idee forti”. Altrove la defi- Ma ripartiamo dal livello della semplice evidenza. Quel che dice la gente, riferendosi a un’espe- nizione di ‘techno-trance’ viene attribuita solo al sottogenere di un altro sottogenere (la techno, rienza direttamente provata, a un proprio vissuto personale, merita sempre ascolto. Se nei rave, o appunto) e considerata come una delle tante gemmazioni di un movimento musicale che, pur in generale nel consumo musicale della techno, viene proiettato il desiderio di attivare un mecca- mostrando innegabili tratti di omogeneità, si presenta parcellizzato in una miriade di definizio- nismo in grado di intervenire sui propri stati di coscienza, e se questo desiderio viene identifica- ni, ciascuna ritenuta rappresentativa di un stile: acid house, Chicago house, Detroit techno, to con aspirazioni nebulosamente ma dichiaratamente “spirituali”, ben oltre la semplice attività hardcore, Balearic, indie dance, garage, speed garage, deep house, progressive house, gabba, psicomotoria, vuol dire che tra il ballo e lo sballo si agitano precisi contenuti latenti. Nelle caligi- trance, intelligent techno, ambient, jungle, hardbag, happy hardcore, breakbeat... Si dira: non ni del “giorno dopo”, dopo una notte di techno-trance, quel che resta è il senso di aver celebrato è certo cosa nuova che, nell’universo della musica extracolta, le definizioni applicate a stili e un’esperienza che forse non è solo di tipo edonistico. Se questo è quanto molti utenti della tech- generi siano molto più numerose dei loro effettivi referenti. Ma il fatto che ciascuna di queste no si sforzano di indicare, spendendo con disinvoltura un termine impegnativo e inesorabilmente sotto-definizioni applicate a quanto sta tra la house music e la techno music si limiti ad indica- “scientifico” come trance, il loro sforzo di capire se stessi andrebbe aiutato, decodificato. re, il più delle volte, una differenziazione ristretta ad una singola variante di un singolo para- L’implicazione più immediata è che, nell’attribuire oggi alla musica una funzione e un potere, si metro (ad esempio il valore metronomico espresso dalla quantità di battiti per minuto), ribadi- resuscita la dottrina dell’ethos platonico e aristotelico. Cioè si risveglia, dalla storia delle origini sce con forza il carattere eminentemente funzionale di questa musica. Ogni microgenere, indat- della coscienza, un’attitudine radicata in tecniche addirittura preistoriche, quando attività ele- ti, esprime la sua variante in maniera talmente omogenea da soddisfare tanto l’esigenza di un mentari e primarie - come contemplare il cielo stellato o immedesimarsi nel flusso di un suono missaggio “fluido”, sentita dalla maggior parte dei dj, quanto l’attribuzione, da parte degli uten- naturale - cominciavano ad essere elaborate, trasformandosi in una risorsa umana, nell’intuizione ti, di particolari “poteri” a determinate caratteristiche agogiche o sonore. (…) di un pattern. Indispensabile anticamera del pensiero scientifico e tecnico. Ma anche della chia- Gianfranco Salvatore 18 i dervisci L’ESTASI MISTICA DEI DERVISCI Una danza per congiungersi al divino

Dervisci è un termine persiano che dei vestiti e degli atteggiamenti ha significa monaco implorante. un valore altamente simbolico: il L’etimologia riconduce alla parola lungo abito, che roteando forma un araba darwish che significa povero cerchio, rappresenta il cosmo che perché perdendo Dio (l’Amato), tutto avvolge; la lunga veste bianca l’uomo ha perso tutto ciò che posse- rappresenta il sudario, il mantello deva. Derviscio è l’uomo caduto nero la tomba, l’alto cappello cilin- nella prigione terrena, è il povero. drico la pietra tombale che il dervi- Un proverbio musulmano dice che scio pone sulle passioni terrene. La siamo tutti poveri, eccetto Dio. Il danza dei Dervisci comincia con una povero, però, grazie alla virtù del preghiera al profeta Maometto. canto, del suono e della danza può Senza mai stancarsi la voce profonda addentrarsi nel cammino di ricon- del Derviscio invoca inizialmente giungimento col divino. È quello una sola sillaba hû che sta per Lui, che fanno i dervisci mevlevi, chia- Allah, per poi evolversi nelle sette mati anche dervisci rotanti, che, sillabe lâ ilâha illâ-llah - non c’è Dio attraverso una danza vertiginosa se non Allah. I Dervisci si spogliano ricercano la percezione di Dio den- dei loro mantelli neri, simbolo del- tro di sé e l’unione col divino. E l’oscuro mondo terreno in cui l’ani- come in tutte le cerimonie che si ma è chiusa, e iniziano lentamente a rispettano neanche un gesto è frutto volteggiare, con le braccia incrocia- del caso: il danzatore, medium tra te. Quando, in un rapido incedere, le cielo e terra, con la mano destra rotazioni diventano sempre più velo- aperta e rivolta verso il cielo acco- ci, i danzatori distendono le loro glie la grazia divina, mentre con la braccia: aprono la mano destra verso mano sinistra aperta, col palmo il cielo per accogliere il divino e la rivolto verso il basso, la trasferisce a sinistra verso il basso per donare terra. In un crescendo vertiginoso i l’influsso del Dio ai mortali. Il Dervisci, accompagnati dalla musi- Derviscio, in un incessante e sempre ca mistica del nay (flauto verticale), più veloce volteggiare, raggiunge ruotano su se stessi: il piede sinistro, l’estasi, e quando sembra cadere in che ha la funzione di perno, fissato trance la musica si ferma. Il al pavimento mentre l’altro dà la Derviscio continua a danzare nel spinta che permette la roteazione su silenzio ed è’ in quel momento che, se stessi. Per evitare il capogiro ten- allontanato dalla mente ogni contatto gono la testa inclinata verso destra e con la materialità terrena, entra final- gli occhi fissi sul palmo della mano mente in contatto con il divino. sinistra. Ogni aspetto della danza, Angela Manca di Mores Mercoledì 11 agosto 2005 Mercoledì 11 agosto 2005 [email protected]

22 il programma

Montalvu - Foresta Demaniale Monte Limbara Sud - 06.00 Ozieri, Basilica di Sant’Antioco di Bisarcio - 18.00 MontAlbæ In > Paolo Fresu & Alborada String Quartet Bugge Wesseltoft & Sidsel Endresen “Scores” Berchidda, itinerante - 19.45 Abbonamenti (solo platea) in collaborazione con l’Ente Foreste della Sardegna Bollywood Brass Band Intero euro 55,00 Stazioni ferroviarie di Olbia, Monti, Berchidda, Oschiri e Chilivani Berchidda, Piazza del Popolo - 21.30 partenza Olbia 10,59 > arrivo Chilivani 12.33 Jon Balke Magnetic North Orchestra Ridotto euro 45,00 “TEE / TrancEuropExpress” *** 11 Brittany Bagpipes & Orchestra di Launeddas di Luigi Lai Jacques Pellen “Celtic Procession” con Brittany Bagpipes produzione originale Biglietti interi produzione originale - in collaborazione con Trenitalia e RFI

Platea euro 17,00 Monti, Santuario di San Paolo Eremita - 11.00 Tribuna euro 14,00 Jon Balke & Bugge Wesseltoft Duo Berchidda, Piazza del Popolo - 21.30 produzione originale (*) Platea euro 8,50 Gnawa Sidi Mimoun “Gnawa project” Oschiri, Chiesa di Nostra Signora di Castro - 18.00 special guest: Karim Ziad (*) Tribuna euro 7,00 Triptyque produzione originale 12 Berchidda, itinerante - 19.45 Bugge Wesseltoft New Conception of Jazz Biglietti ridotti Bollywood Brass Band

Platea euro 14,00 Berchidda, Chiesa di San Michele - 11.00 Berchidda itinerante - 19.45 Tribuna euro 11,00 Jon Balke piano solo Bollywood Brass Band

(*) Platea euro 7,00 Berchidda, Chiesa di Santa Caterina - 18.00 Berchidda, Piazza del Popolo - 21.30 (*) Tribuna euro 5,50 Gnawa Sidi Mimoun “Gnawa acoustic project” “Experimentum Mundi Remix” opera di musica immaginistica Berchidda, Giardini della Casa di riposo per anziani - 19.45 live di Giorgio Battistelli e Maurizio Martusciello 13 Gara di Poesia in lingua sarda Ridotti con i poeti improvvisatori Mario Masala, Bruno Agus e Giuseppe Porcu Mercan Dede Secret Tribe ragazzi dai 10 ai 12 anni, Berchidda, Museo del Vino – 10.30 soci Time in Jazz, Berchidda, itinerante - 19.45 Presentazione dei libri “Musica e Architettura. Paesaggi Bollywood Brass Band studenti CTS, della contemporaneità” a cura di Salvatore Peluso e adulti oltre i 65 anni e “Paolo Fresu: la Sardegna, il Jazz” di Enzo Gravante Berchidda, Piazza del Popolo - 21.30 Michel Benita & Judith Darmont “Translate” Berchidda, Museo del Vino - 12.00 portatori handicap guests: Erik Truffaz, Philippe Garcia Concerto Aperitivo con Angelo Lazzeri Quartetto Sex Mob 14 special guest: DJ Olive Nughedu San Nicolò, Chiesa di Sant’Antonio Abate - 18.00 Furio Di Castri & Gianluca Petrella Duo (**) Ingresso libero “La Gallura di Fabrizio tra musica e poesia” Semida - Arboreto mediterraneo - Foresta Demaniale Monte Limbara - Sud - 11.00 mostra fotografica 10.00>21.00 Steven Bernstein “Special Mountain” Project Berchidda, Piazza del Popolo - 21.30 (***) produzione originale, in collaborazione con l’Ente Foreste della Sardegna Gianluca Petrella Indigo Quartet * Bollywood Brass Band ** & Festa finale Quota di partecipazione Tempio Pausania, L’Agnata - 18.00 con giochi pirotecnici al viaggio euro 5,00 Danilo Rea “Il jazz incontra la musica d'autore: 15 omaggio a Fabrizio De Andrè” - produzione originale Montalvu - Foresta Demaniale Monte Limbara Sud - 06.00 del 16 agosto in collaborazione con la Fondazione Fabrizio De Andrè MontAlbæ Out > Paolo Fresu & Alborada String Quartet “ArvoPärtrance” - produzione originale

TUTTE LE SERE TUTTE LE NOTTI Berchidda, per le vie del paese - 19.30 Berchidda, Piazza del Popolo, dopo i concerti Bollywood Brass Band TRANCE di NOTTE / NOTE in TRANCE rassegna di film etnografici su musica e trance a cura di Gianfranco Berchidda, luoghi variabili - 20,30 Cabiddu in collaborazione con l’Istituto Superiore Regionale Etnografico Mistura Pura/ Dj set Berchidda, Museo del Vino,11>15 agosto - 24.00 The MiXzone (***)/Dj set e live happenings a cura di Radio, X in collaborazione con il Museo del Vino e la Cooperativa La Memoria Storica

PAV PROGETTO ARTI VISIVE organizzazione e cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu Mostre _ Esposizioni _ Eventi • 11>15 agosto

Arte tra le note > Piazza del Popolo Progetto Neon: Feroci invalidi di ritorno dai paesi scenografie d’artista per i concerti serali di Time in Jazz caldi > Sa Casara lBianco-Valente, Massimo Kaufmann, Nero Project, Pastorello a cura di Gino Giannuzzi Amae Artgroup, Andrea Melloni, Barbara Fässler, Christine Digit@l trance> Museo PAV, Cortili di Casa Meloni/Sa Casara de la Garenne, Diego Zuelli, Letizia Ronzini, Maria Vittoria a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu Perrelli, Mauro Sampaolesi, Monika Stemmer, Nark BKB, Bianco-Valente, Isabella Bordoni, Christian Chironi, Nicola Gobbetto, Roberta Piccioni, Sabrina Torelli, Emilio Fantin, Greta Frau, Nero Project, Antonio Riello, Sara Rossi, Nico Vascellari Sandrine Nicoletta, Sergia Avveduti, Simone Barresi, Sophie Usunier, Susanna Scarpa, Tu'm En-Trance > Museo PAV a cura di Valerio Dehò V/ideo/azioni > Sa Casara Karin Andersen, Matteo Basilè, Paolo Consorti, Francesco Casu, Erik Chevalier, Giovanni Coda, Tore Manca, Mario Massimo Kaufmann, Jorunn Monrad, Luisa Raffaelli, Pischedda, Elisabetta Saiu, Giulia Sale, Massimo Sanna, Danilo Sini Francesca Semeria, Nicola Troilo Stage/Backstage > Museo del Vino Weblife - forme di vita nella rete > Cortili di Casa Meloni installazione fotografica sul festival e i suoi artisti attraverso lo a cura di Valentina Tanni sguardo di “professionisti” e “non professionisti” dello scatto Alessandro Capasso/Abstract Codex, Yuli Ziv/Adam001, Gustavo Romano/Cyberzoo, Stanza/Genomixer, Singlecell & Doublecell, Semida > Foresta Demaniale Monte Limbara Sud, in permanenza Luca Bertini/Vi-Con, Grégoire Zabé/ VirLab, Raewyn Turner e Clara Bonfiglio, Giovanni Campus, Bruno Petretto, Pinuccio Sciola, Colin Beardon/World Tree, www.8081.com/The Island Monica Solinas PAV - progetto arti visive 23

MUSEOPAV CORTILI DI CASA MELONI SA CASARA

Arte tra le note scenografie d’artista Bianco-Valente, Massimo Kaufmann, Nero Project, Pastorello

Digit@l trance a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu Bianco-Valente, Isabella Bordoni, Christian Chironi, Emilio Fantin, Greta Frau, Nero Project, Antonio Riello, Sara Rossi, Nico Vascellari

En-Trance a cura di Valerio Dehò Karin Andersen, Matteo Basilè, Paolo Consorti, Massimo Kaufmann, Jorunn Monrad, Luisa Raffaelli, Francesca Semeria, Nicola Troilo

Feroci invalidi di ritorno dai paesi caldi a cura di Gino Giannuzzi Amae Artgroup, Andrea Melloni, Barbara Fässler, Christine de la Garenne, Diego Zuelli, Letizia Ronzini, Maria Vittoria Perrelli, Mauro Sampaolesi, Monika Stemmer, Nark BKB, Nicola Gobbetto,Roberta Piccioni, Sabrina Torelli, Sandrine Nicoletta, Sergia Avveduti, Simone Barresi, Sophie Usunier, Susanna Scarpa, Tu'm

Weblife a cura di Valentina Tanni Alessandro Capasso/Abstract Codex, Yuli Ziv/Adam001, Gustavo Romano/Cyberzoo, Stanza/Genomixer, Singlecell & Doublecell, Luca Bertini/Vi-Con, Grégoire Zabé/ VirLab, Raewyn Turner e Colin Beardon/World Tree, www.8081.com/The Island

V/ideo/azioni Francesco Casu, Erik Chevalier, Giovanni Coda, Tore Manca, Mario Pischedda, Elisabetta Saiu, Giulia Sale, Massimo Sanna, Danilo Sini

Stage/Backstage installazione fotografica sul festival e i suoi artisti attraverso lo sguardo di “professionisti” e “non professionisti” dello scatto

Semida (in permanenza) Clara Bonfiglio, Giovanni Campus, Bruno Petretto, Pinuccio Sciola, Monica Solinas 24 PAV - progetto arti visive Digit@l Trance L’arte contemporanea in scena a Berchidda Bianco-Valente/ Isabella Bordoni / Cristian Chironi Emilio Fantin / Greta Frau / Nero Project / Antonio Riello Sara Rossi / Nico Vascellari

Anche se visto attraverso la lente raffreddata Ma nonostante la presenza sempre più invasiva del tempo, il percorso evolutivo compiuto dal- dell’elemento tecnologico nella vita quotidiana l’essere umano, particolarmente in questi secoli abbia prodotto una trasformazione profonda e, recenti, appare straordinario e ricco di aspetta- di conseguenza, nuovi rapporti con la realtà tive, oltre che di incertezze. L’impressione è, sociale, culturale, politica del nostro tempo, infatti, quella di trovarsi in un momento topico ancora molti fattori legano l’homo technologi- per la “specie” umana. L’impensabile acceler- cus al suo predecessore. Tra questi il bisogno azione del progresso tecnologico e digitale ancestrale di liberarsi, di tanto, in tanto, dalle sembra imporre un nuovo passaggio del testi- strutture collettive e sociali per raggiungere e mone: dall’homo sapiens all’homo technologi- liberare gli strati profondi del sé. cus. Quella che a prima vista può apparire, Questo desiderio di “perdersi” dell’individuo, si infatti, come un’improbabile e disturbante ibri- esprime nel concetto di trance, sia nella sua dazione linguistica si rivela, piuttosto, come accezione più tradizionale sia, soprattutto, nella l’epifania di un futuro non troppo lontano, anzi, sua estensione tecnologica e digitale. Infatti, se parrebbe, già in fieri. la distorsione del normale stato di coscienza e la È innegabile, infatti, che l’uomo contempora- conseguente alterazione delle capacità neo stia già attraversando un panorama esisten- percettive e sensoriali sono da sempre legati ziale tecnologico e post-umano, la cui manifes- alla definizione del concetto di trance, ciò è tazione primaria è quella che porta ad affiancare ancor più vero oggi che le nuove e sofisticate ed integrare la complessa struttura umana, con tecnologie informatiche - sollecitando una sorta quella artificiale, come confermano in modo di estensione “elettronica” della capacità inconfutabile i vari e ormai familiari dispositivi percettiva – facilitano l’accesso a quella sorta di biotecnologici. “stravolgimento” visivo e sonoro che contrad- E se forse, le innovazioni e le sperimentazioni distingue gran parte delle più recenti sperimen- tecnologiche in ambiti eticamente “sensibili” tazioni artistiche contemporanee. accendono ancora il dibattito sulle sempre più È proprio da ciò, infatti, che spesso deriva quel- fragili ed aleatorie problematiche identitarie, è, la componente ipnotica e insieme straniante di invece, già ormai pienamente accettato e condivi- molte delle opere che nascono dall’utilizzo del so il processo che ha interessato il crinale comu- mezzo elettronico o digitale, opere che danno nicativo, quello che ha portato ad un’integrazione vita alla rassegna internazionale d’arte contem- pressoché osmotica tra la comunicazione biolog- poranea Digit@l Trance. ica umana e quella virtuale delle macchine. Giannella Demuro

dall’alto, in senso antiorario: Bianco-Valente Emilio Fantin Nico VAscellari Cristian Chironi Sara Rossi PAV - progetto arti visive 25 En-Trance

Karin Andersen / Matteo Basilé / Paolo Consorti Massimo Kaufmann / Jorunn Monrad / Luisa Raffaelli Francesca Semeria / Nicola Troilo

Non è vero che il mondo possa essere visto dal di den- Alla fine l’arte propone un viaggio provvisorio, le sue tro o dal di fuori. C’è una terza possibilità: vederlo porte sono visibili, certe volte anche troppo. Ma la dalla soglia. funzione è la stessa. La trance artistica è permanente, D’altra parte non è vero si dice sempre che si “viene si trasforma all’interno della visione che si raccoglie al mondo”? Quindi un passaggio regolamentato esi- in un’immagine digitale o meno. Comunque si tratta ste. Basta trovarlo e non abbandonarlo mai. Fin a che di qualcosa in cui ci si fa trasportare e l’opera d’arte sarà possibile, naturalmente. Allora il modesto gioco resta porta o finestra o specchio (per regalare un linguistico del titolo (“Entrance-Trance”) è un sem- ricordo ad Alice) oltre i quali vi è un mondo immagi- plice richiamo mnemotecnico alla nostra possibilità nato, vero, certo, che l’artista ha preparato per sé. E di esistenza. La trance non ci porta fuori, ma ci con- questo che ci offre. Perdersi o ritrovarsi, o tutte e due duce dentro. Essere fuori di sé spesso equivale a per- le cose, è una questione di scelta. Oppure basta non dersi, ad addentrarsi però in un altro “spazio interio- scegliere e farsi portare. Anche così non è male, forse re” alla Hubbard. Almeno fino a che il significato è anche più divertente. Ma le chiavi della porta, è così della parola Io resta confinato ad una percezione del da San Pietro a Prodi, qualcuno deve averle. Alla fine sé oggettiva. Siamo tutti hegeliani, verrebbe certe è l’artista il proprietario di casa è meglio non scor- voglia di dire, ma non sempre e non per sempre. Ci darlo. Entriamo e usciamo dai suoi appartamenti ed è sono dei vantaggi a non scambiare la filosofia con la per questo che poi ritroviamo la strada del ritorno. religione. Altrimenti sarebbe impossibile,anche per lui. La sua Molte volta la perdita del sé, risulta positiva, come trance ha il biglietto di ritorno, altrimenti la perdita di accade nella sessualità. Altre volte deve essere così e sé sarebbe totale e irreversibile. basta, come durante il dolore che si prova per la per- Abbiamo parlato di limiti e di confini, le nostre En- dita della persona amata. Il cordoglio è uno spazio Trance non sono pubblicate sulle pagine gialle, ma che la cultura ha occupato in nome dell’individuo. “Ti non visibili e vivibili. Con la provvisorietà di un’ dico io come ti devi comportare per fare bene la tua esperienza da cui riaversi, il nostro abbandono della parte di essere umano.” Quindi tutti i riti relativi, gli mente non è una vacanza, ma un viaggio di studio. È abiti, i gesti, i discorsi, i colori adeguati, gli occhiali così come tutte le esperienze che portano a uscire da scuri e tutto il resto. Sesso e morte sono i due estremi sé stessi per entrare nelle case immaginarie da cui è della vita, in mezzo ai quali abbiamo costruito le composto il Mondo-Anima, quello ci tocca di abitare autostrade, il denaro e la televisione: ma in mezzo, coscienziosamente e senza altre alternative. Siamo appunto. Cerchiamo sempre di conquistarci degli attratti dalla vita sempre sospesa tra il Nulla e il Tutto, spazi estremi. Nel celebre romanzo di Hesse “Il Lupo per questo la trance è una simulazione di uscita, di della steppa” la porta del cabaret-inferno in cui il pro- spostamento in una dimensione che esclude la quoti- tagonista finisce per perdersi è nascosta, non appare a dianità e da questa è esclusa. L’arte vive questo con- tutti. Se il Mondo è una grande proiezione fine arido e selvaggio in cui tante porte attendono i dell’Anima, allora è chiaro che i segreti sono altret- viaggiatori. Ma a guardarle bene sono altrettante tante piccole porte che dobbiamo trovare. opere d’arte. Sappiamo del resto, per abitudine se non per espe- Valerio Dehò rienza, che uscire vuol dire entrare da qualche altra parte. Il segreto delle porte è questo, mettono in dall’alto, in senso antiorario: comunicazione, collegano stati d’animo o stanze del- Karin Andersen l’anima. Sono lì immobili, bisogna cercarle, ma alcu- Nicola Troilo ne volte bisogna anche tenerle di vista per una possi- Luisa Raffaelli bilità di rientro. Massimo Kaufmann 26 PAV - progetto arti visive forme di vita nella rete WEBLIFE Internet e ricerca visiva: le nuove frontiere della net-art

Migliaia di siti nascono e muoiono ogni giorno. Milioni di utenti si connettono e dis- connettono senza posa. Internet è un grande ecosistema che vive riconfigurandosi incessantemente. È un habitat fatto di tecnologia e pensiero, che si evolve secondo una logica organica. È frequentato da esseri umani, che si aggirano sotto forma di avatar, nicknames e numeri IP, ma anche da altre forme di vita. È la vita artificiale, robotica, costruita con stringhe di codice autogeneranti. Che prende le forme più diverse: ipnotici esserini in movimento, disegni cinetici o virus dispettosi. Un viag- gio affascinante tra tecnologia e biologia, tra naturale e artificiale. Nove progetti web d’artista per conoscere la fauna della rete. anche i virus si innamorano Protagonisti di una travagliata storia d’amore, “Yazna” e “++”, sono due codicilli infetti partoriti dall’immaginazione e dalla programma- zione di Luca Bertini. Per il progetto “Vi-Con” (il titolo fa riferimento alla prima pro- posta della composizione testuale T9 del cellulare quando si cerca di scrivere “ti amo”), Bertini ha messo a punto due virus che si rincorrono nei computer della rete. Sostanzialmente innocui, i due worm hanno il solo scopo di cercarsi, come due inna- morati costretti alla separazione. Nel caso in cui dovessero riunirsi, le istruzioni del software daranno luogo ad una di tre possibilità: rottura (si lasciano), fusione (si uni- scono per formare un solo file) o procreazione (generano un piccolo nuovo virus). Vi-Con - http://www.vi-con.net algoritmi artistici La ricerca di Alessandro Capozzo si focalizza nella creazione di software generativi e/o interattivi, realizzati utilizzando il software Processing come strumento principale. Abstract Codex è un contenitore di opere computazionali este- tiche. Il principale obiettivo del progetto consiste nell’indagare le possibilità della programmazione come medium espressivo. In quest’ottica il codice è la materia for- mante l’opera digitale e allo stesso tempo processo creativo (svelato). Gli algoritmi e le strategie computazionali sono quindi intesi come elementi costruttivi e di orga- nizzazione formale. Abstract Codex - http://www.abstract-codex.net il bestiario digitale Singlecell (2001) e Doublecell (2002) sono dei bestiari online. Come i bestiari medievali, i due siti includono creature di ogni specie, frutto della programmazione creativa di un gruppo di artisti internazionali. Tutti gli esseri digi- tali inclusi nel progetto sono forme di vita artificiale, molte delle quali derivano il proprio aspetto e il proprio comportamento dall’interazione con l’utente. I lavori in mostra sono del Singlecell Collective, composto da: Sami Arola, Ed Burton, Peter Cho, Joshua Davis, Chris Fahey, Juha Huuskonen, Golan Levin, Casey Reas, Jarkko Salminen, Jared Schiffman, Manny Tan, Martin Wattenberg e Marius Watz. Singlecell & Doublecell - http://www.singlecell.org all’orizzonte c’è un’isola L’Isola è costituita da diversi macroambienti (spiaggia, fore- sta, macchia mediterranea, montagna, valli). 80/81 vuole proporre con questo sito- ambiente un nuovo tipo di interfaccia di rete. Il lavorare su concetti come ambiente e immersività pone il baricentro dell’utenza non più sul contenuto del sito, ma sulla figu- ra dell’utente. L’immersività che si propone non è sempre descrittiva, è piuttosto rap- presentativa ed evocativa. www.8081.com non è solo un’isola poetica, ma anche uno stato dell’arte delle tecnologie e della riflessione artistica e filosofica sulle nuove moda- lità e strategie di comunicazione. The Island - http://www.8081.com specie in via d’estinzione Cyberzoo è uno zoo virtuale dove è possibile sperimentare, in tutta sicurezza, le forme di vita più selvagge e pericolose della rete: i virus. La mis- sione di questo particolare giardino zoologico, creato dall’artista argentino Gustavo Romano, è quella di preservare le “specie in pericolo” (cioè i virus ormai obsoleti e dimenticati) nell’ambiente in cui sono nate e vissute (la rete). Lo zoo dei codici dispet- tosi applica i principi che regolano la biosfera ad un nuovo ecosistema: quello dell’in- formazione, detto anche infosfera. Un tour nel biobarco digitale è un’occasione per scoprire la vera natura dei virus. Cyberzoo - http://www.cyberzoo.org remixando il dna I punti in comune tra la programmazione e la genetica sono eviden- ti. Cos’è infatti il DNA se non un codice? Seguendo le strade creative che questo paral- lelo può tracciare, l’artista inglese Stanza ha utilizzato un frammento del proprio codi- ce genetico per realizzare il progetto Genomixer. Il sito racchiude una serie di esperi- menti generativi composti a partire da questi dati, utilizzati perlopiù per offrire al visi- tatore inedite composizioni musicali. Le stringhe di codice genetico si trasformano in codice binario e si combinano tra loro per diventare musica. Genomixer - http://www.genomixer.com coreografie contagiose Virlab è un progetto sperimentale in 3D che permette di generare virus danzanti. Microbi e infezioni, divisi dall’autore Grégoire Zabé in tre categorie (virus organici, morali o numerici), diventano protagonisti di surreali danze meccaniche, in parte guidate dai clic dell’utente, in parte generate in modalità ran- dom dal software. L’utente può scegliere i protagonisti del bizzarro balletto e la con- figurazione del palcoscenico tridimensionale in cui si muovono. L’accostamento virus-danza è stato scelto dall’autore per la sua potenza evocativa, essendo il movi- mento e il mutamento caratteristiche imprescindibili di ogni forma di vita. VirLab - http://www.nobox-lab.com/virlab avatar adam Adam001, dell’artista russo Yuli Ziv, è una creatura umanoide che abita la rete. E’ un personaggio virtuale formato da tutti i frammenti di energia umana che lasciamo in giro per il web. Quando tutte le schegge di vita vengono messe insieme il loro risultato è Adam, metà uomo metà entità artificiale. Il suo aspetto, nudo e indi- feso, rispecchia tutto ciò che tendiamo a nascondere nella vita reale ma che spesso Prima colonna, dall’ alto verso il basso sveliamo tramite i nostri alter ego virtuali. La nostra sensibilità, il nostro dolore, i nostri segreti. Adam è un’entità universale e simboleggia ogni abitante della rete. Alessandro Capozzo/Abstract Codex Adam001 - http://www.yuliziv.com/adam001.html Gustavo Romano/Cyberzoo ecosistemi informativi WorldTree, della coppia di programmatori Raewyn Turner e 80/81/The Island Colin Beardon, è un software che prende a prestito la metafora dell’albero per rac- Luca Bertini/Vi-Con contare la vita delle informazioni sulla rete. Il tronco e le foglie sono fatte intera- mente di lettere, prelevate in tempo reale dai motori di ricerca. Il testo cresce e rende Seconda colonna, dall’alto verso il basso la chioma dell’albero rigogliosa, con l’aiuto di sei uccelli, che l’utente può posizio- nare a suo piacimento. Con l’arrivo dell’autunno, anche l’albero digitale perde le sue Yuli Ziv/Adam001 foglie-lettere, che dopo essere cadute a terra, vengono spazzate via da una virtuale Stanza/Genomixer folata di vento. World Tree - http://www.cs.waikato.ac.nz/~cbeardon/WT/ Singlecell Collective/Singlecell & Doublecell Grégoire Zabé/VirLab Valentina Tanni Raewyn Turner e Colin Beardon/World Tree PAV - progetto arti visive 27 Feroci

invalidi SIMONE BARRESI • di ritorno PASCALE GUINET • dai paesi SANDRINE NICOLETTA •

caldi* LUCIANO MAGGIORE •

CHRISTINE DE LA GARENNE •

MARIA VITTORIA PERRELLI •

ANDREA MELLONI •

Letizia Renzini

Rassegna di video ROBERTA PICCIONI • contemporaneo per Progetto Neon

Feroci invalidi di ritorno dai paesi caldi è un titolo-pretesto, e senza chiedere sono certo che Tom Robbins me lo lascerebbe utilizzare per parlare d’altro. BARBARA FASSLER • Mi distraggo (la parola ha un suono, forse addirittura un rumore come di strappo) pensando che il risultato ottenuto sia un paesaggio variabile, come in quel gioco di carte acquistato nel sud della Germania nel corso di una vacanza piovosa nei primi anni ’80 -pare fosse nato per ingannare il tempo durante i viaggi in carrozza- dove è possibile raccordare la linea dell’oriz- zonte di ogni frammento con la linea di orizzonte di qualsiasi altro ele- mento del gioco, dando origine in questo modo a un paesaggio infinito e infinitamente variabile, senza soluzione di continuità. Che in qualche modo adesso mi sembra sia lo stesso meccanismo utilizza- LETIZIA RENZINI • to da Tom Robbins per costruire le sue storie, da cui continuamente germi- nano altre storie che potenzialmente potrebbero avere lo stesso sviluppo di quella che pare essere la storia portante e che forse sono una sola storia continuamente variata. Da minimi slittamenti originano mutamenti incontrollabili. Seduto fuori di casa, abito in campagna da un anno circa, leggendo (Kurt Vonnegut, HOCUS POCUS, 1990) il mio sguardo periferico coglie un movimento, una lepre attraversa il mio campo visivo, veloce; torno alla let- tura, dopo pochi attimi ancora un’intrusione, questa volta due lepri saltel- SABRINA TORELLI • lando in direzione opposta; riprendo a leggere, gli occhi intercettano un’al- tra presenza, un giovane fagiano che passa proprio là dove sono passate le lepri. Cinema. Video è un termine che non definisce nient’altro che una tecnica, e pure quel- TU’M • la con grande approssimazione. Dentro può starci qualsiasi cosa. Immagini in movimento. E suoni, spesso. Agevole, facile da trasportare. Denso. Compresso nella superficie del dvd, insieme con altri video, in obbedienza a un disegno preordinato e arbitrario, che si definisce per assonanze ma anche in obbedienza al caso, forse soprattutto ricostruendo un percorso per- MAURO SANPAOLESI • sonale di incontri e di esperienze. E che si fa strumento per altri incontri, ancora. Gino Giannuzzi

(*Tom Robbins, Fierce Invalids Home From Hot Climates, 2000) 28 PAV - progetto arti visive V/ideo/azioni immagini in movimento a Sa Casara

Risulta particolarmente interessante parlare di videoarte approccio con la realtà isolana è doveroso e innegabil- in occasione del 18° compleanno del festival, perché, mente interessante. anche se ha ormai superato la soglia dei quarant’anni, La produzione videoartistica manifesta un elemento esteti- questo affascinante mix di arte e tecnologia continua ad co imprescindibile: la libertà, del mezzo e dell’autore. essere considerata un’espressione artistica giovane, in Caratteristica certo non da poco e che non poteva non costante e velocissima evoluzione, ancora alla ricerca di affascinare la personalità eccentrica e indomita di chi, nuovi confini. come Mario Pischedda, ha fatto della libertà un modus Con l’avvento del televisore l’immagine elettronica è vivendi. Artista poliedrico e modernamente inquieto, ha entrata prepotentemente nelle case, violando la privacy trovato nel filmato una profonda libertà espressiva tuffan- del focolare, rivoluzionando la sensibilità quotidiana. dosi nella sua dimensione plurisensoriale. Erik Chevalier Sin dai primi attimi di vita, lo schermo è stato visto da usa il video per interagire e graffiare la realtà, cimentan- artisti lungimiranti come Fontana, come nuova frontiera dosi con la contemporaneità in continuo stato dialettico. da esplorare, continente vergine da coltivare con i fertili Per Giulia Sale il video è l’arrivo naturale di una pratica semi dell’arte. Eppure la videoarte arriva in Italia relati- artistica dedicata all’uso del mezzo fotografico e usa vamente tardi: solo negli anni ’70 si inizia ad averne entrambi per frugare nell’intimità, personale e altrui, in un un’idea concreta. gioco voyeristico che scuote lo spettatore. Danilo Sini, Il video diventa strumento attraverso il quale l’artista, personalità complessa, camaleontica e irriverente, non sperimentatore per eccellenza, si pone domande, analizza poteva esimersi dal cimentarsi con il video per la sua forza la realtà quotidiana, preannuncia nuove ere e anticipa val- e immediatezza, per continuare a raccontare la perdita ori futuri. delle illusioni, il disagio esistenziale e portare avanti la sua L’immagine in movimento, infatti, è la forma di espres- poetica dell’ironica impossibilità. sione che meglio riesce a cogliere la contemporaneità, Giovanni Coda ricorre al video per rivedere il contempo- ovvero percepisce a pieno il mutamento sostanziale nella raneo con i suoi stessi mezzi, per cimentarsi con una realtà concezione di successione temporale. Nel video il reale che guizza veloce, e che va inseguita il più delle volte sfuma e fluttua con l’irreale dentro il corpo dell’immagi- verso confini che non desideriamo, per condannare scelte nario movendosi tra visibile e invisibile. La video arte si e situazioni che non possiamo condividere. insinua nel tempo contemporaneo lacerandolo, creando Tore Manca utilizza il video per analizzare il delicato bolle che non possono scoppiare, che non vengono col- mondo dell’inconscio, per affrontare coraggiosamente mate se non da domande costanti. La tecnologia ci mette un’analisi, una radiografia quasi, dell’organismo umano, davanti alla natura immateriale dell’immagine: la rappre- con tutti i suoi dubbi su identità e mutazione, a confronto sentazione elettronica non ha bisogno del reale per rapp- con lo spirito dei nostri tempi. resentare la realtà. Il video somma così due approcci Realtà interessante della videoarte sarda è stato il SUIF opposti all’opera d’arte: uno di pura manualità, di “saper (Solo Una Immensa Fragilità) gruppo “guidato” da una fare”, e l’altro del puro immaginario, dell’aereo che profonda libertà creativa nell’utilizzo del mezzo elettroni- attinge dai più profondi serbatoi dell’immaginario co come portatore del profondo lirismo che sta oltre la umano. La cultura elettronica offre strumenti raffinatissi- materia. La scissione del gruppo ha permesso lo sviluppo mi per la produzione di immagini figlie dei dubbi e dei di tre interessanti personalità autonome: Mario Sanna, sogni dell’umanità al punto da non vedere più la tecnolo- Elisabetta Saiu e Francesco Casu. gia come supporto per nuovi effetti ma come autonoma Massimo Sanna, formatosi nel mondo della musica elet- portatrice di valori nuovi. Il video, infatti, ha la possibil- tronica, utilizza il mezzo elettronico per rappresentare la ità di infrangere i tradizionali concetti di scena, spazio, ricerca di una interiorità che deve convivere con l’elet- tempo, narrazione sovrapponendo diversi livelli spazio tronizzata vita contemporanea. Elisabetta Saiu ha un back- temporali. La dimensione della videoarte è fuori dalla ground più “tradizionale” venendo dalla pittura e dalla dimensione temporale, polverizza quelli che sono i nostri scenografia, le cui tracce si ritrovano evidenti nei suoi vincoli, i nostri confini, ha infranto sin dai suoi esordi video, mezzi che utilizza per riflettere sulla situazione di quelli che si sarebbero rivelati i limiti dell’era moderna: abbrutimento e inconsapevolezza della società umana lo spazio, di cui siamo sempre più privati, e soprattutto il davanti agli eventi mondiali. tempo, bene di cui siamo sempre più avidi e unico a non Francesco Casu, infine, guarda con attenzione alla possi- poter essere comprato. È sicuramente questo uno dei bilità del fare arte attraverso un processo che si rivela più motivi principali del suo indubbio fascino. mentale che concreto, con una evocazione di tipo poetico Ma come si integra tutto questo con una realtà isolana, che attinge direttamente dall’immaginario onirico. dove concetti come quelli di spazio e tempo sembrano essere sottoposti a regole autonome, a nuove chiavi di let- Sonia Borsato tura? Come si rapporta un territorio vincolato da innegabili limiti fisici ad un mezzo artistico che non conosce vincoli? dall’alto, in senso antiorario : Non poteva che essere amore, la videoarte non poteva non incarnare il mito isolano del viaggiare restando fermi, del Giovanni Coda non abbandonare l’isola pur sfondando i confini geografi- Giulia Sale ci delle volte claustrofobicamente stretti. Massimo Sanna Com’è facile immaginare, se in Italia la videoarte è arriva- Erik Chevalier ta in ritardo rispetto al resto del mondo, in Sardegna, un po’ per limiti geografico-culturali e un po’ innegabili esi- Danilo Sini genze economiche, la videoarte si è sviluppata con ulteri- Elisabetta Saiu ore ritardo e pochi sono gli artisti che ci si sono cimentati Mario Pischedda con interesse, costanza e seria ricerca. Per questo un Francesco Casu PAV - progetto arti visive 29 scenografie d’artista sul palco di Piazza del Popolo ARTE TRA LE NOTE

Robert Gligorov (2003) Giorgio Urgeghe (2004) Maggie Cardelus (2002)

Digital trance è il titolo scelto da Time in Jazz per celebrare riprese al microscipio - alterate dall’introduzione di alcune gioco di luci e di vento i dervisci propongono, nel loro inces- l’edizione che quest’anno compie il suo diciottesimo anno sostanze chimiche che distorcono la percezione della realtà sante volteggiare, un distacco dalla materialità terrena, una d’età. Per festeggiare l’evento Time in Jazz e il PAV (Progetto esterna e del nostro modo di interagire con essa. leggerezza che si tramuta in volo. Arti Visive), in un connubio ormai consolidato negli anni, Abbinata alla musica catartica degli Gnawa, la scenografia di Uno spazio alterato come quello del sogno ce lo suggerisce la mettono sul palco linguaggi diversi uniti però da uno spirito Massimo Kaufmann sembra invitare lo spettatore a ricercare, scenografia di Pastorello. Alberi spogli, una figura femminile, comune: la trance. Trance come passaggio da uno stato di nascosti tra migliaia di cerchi colorati, visi, oggetti, paesag- una casa: elementi umani e naturali che si affiancano ma non coscienza a un altro e che provoca una percezione alterata del gi, proprio come capita davanti alle immagini stroboscopiche si toccano. Immobili nella fissità del proprio spazio in un proprio corpo, proprio come succede a ognuno di noi quando prodotte da un computer. Ma anche in questo caso il bom- luogo che non c’è, creano, in chi li osserva una sospensione sta per addormentarsi, non più consapevole di cosa gli accade bardamento sensoriale di colori sgargianti ha una funzione del senso. intorno. Ed è proprio un invito a passare oltre, a “transire”, ipnotica che induce a modificare la consapevolezza di sè e Chiude la rassegna la scenografia dei Nero Project che, affas- quello che sembrano suggerire le scenografie di quest’anno. dell’ambiente. cinati dal volo, mandano in orbita quintali di vecchi giornali. Prima a salire sul palco, accompagnata dalla musica della Affidata ai Nero Project, gruppo che fa capo al PAV, la Tutto - politica, economia, cultura - appallottolato a formare Magnetic North Orchestra, è la scenografia di Bianco-Valente. scenografia dei dervisci che, nella terza serata, ruoteranno sul pianeti, in un gesto irriverente ma catartico. I due artisti fissano sulla tela immagini di cellule cerebrali - palco danzando al ritmo dei Mercan Dede Secret Tribe. In un Angela Manca di Mores ZIQQURAT in edicola il nuovo numero della rivista del PAV dedicata all’arte contemporanea

Torna in edicola e in libreria Ziqqurat, la rivista di arte con- gna, stretto com’è tra la logica di mercato e quel parados- temporanea e cultura in Sardegna e nel Mediterraneo nata so tipico connaturato al fenomeno artistico, che nel nel 2000 a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu. momento stesso in cui afferma la propria gratuità è desti- Espressione del PAV-Progetto Arti Visive e caso pressochè nato a creare per ciò stesso, presto o tardi, nuovo valore unico in Sardegna di luogo di riflessione e dibattito sull’ar- economico. Senza contare che la visibilità e la capacità di te contemporanea, la rivista porta nel suo nome un progetto incidenza dell’arte sulla realtà non sono, e non possono editoriale attento ad affermare la peculiarità così come l’in- essere, a dispetto della sua pretesa di universalità, mini- terconnessione con realtà esterne affini proprie della scena mamente paragonabili a quelle dei prodotti mediatici. artistica isolana. La ziqqurat, edificio di culto di area meso- Ma è proprio su queste evidenti e ben note contraddizioni potamica, si manifesta infatti, unico esempio conosciuto in che l’arte può costruire la sua alternativa di senso e valo- tutto il Mediterraneo occidentale, in forma analoga nel gran- re. E Ziqqurat continua a farlo dal suo punto di vista affat- de altare megalitico presente nell’isola a Monte d’Accoddi. to peculiare, costitutivo sin dalla fondazione: quello della Nell’ambito di uno sviluppo crescente nel campo delle arti periferia, concetto ormai ampiamente utilizzato ma sem- visive in Sardegna, che negli ultimi decenni ha visto il sor- pre più portatore di ambiguità, come nella lettura che ne gere di istituzioni ad esse specificamente dedicate, l’affer- fa Marco Senaldi nel suo saggio su Suburbia; periferia mazione di artisti sardi in ambito nazionale e internazio- rappresentata dagli artisti operanti in Sardegna che, pur nale, il raffinarsi del dibattito critico e della consapevolez- nella ‘regionalità’ di ambito e visibilità, possono in molti za dei pregi e limiti del sistema isolano, Ziqqurat si pro- casi legittimamente aspirare ad un riscontro nazionale ed pone uno scopo ambizioso: fornire gli strumenti di una internazionale; periferia di senso e alterità di vedute messi rivista specialistica alla riflessione sugli eventi del recente in campo da quegli artisti di area mediterranea che, spes- passato in via di storicizzazione, indicando allo stesso so già riconosciuti da mercato e istituzioni, non per que- tempo le tendenze in corso e le evoluzioni possibili. sto rinunciano a proporre interpretazioni ogni volta spiaz- La pausa che ha segnato il percorso della rivista negli ulti- zanti, a costo di perdere quella riconoscibilità di stile che mi mesi ha inevitabilmente caricato il nuovo numero, il n. assicura loro posizioni di mercato. 9, di una ricchezza e urgenza di temi ormai ineludibili. Ecco allora Vedovamazzei e Stefano Arienti insieme a L’editoriale di Giannella Demuro, a presentazione del- Gianni Nieddu e Pinuccia Marras, le recensioni delle l’ultima uscita, registra i mutamenti in corso nella poli- principali mostre tenutesi in Sardegna e l’attività della tica e società mondiali e si interroga lucidamente sulle Merano Kunsthalle, la generazione di Primo Pantoli possibili implicazioni per la pratica e teoria artistica accanto alle nuove promesse dell’Accademia di Belle Arti attuali. L’inasprirsi del livello di scontro sociale e degli di Sassari, e ancora news nazionali e internazionali e ante- innumerevoli conflitti internazionali dalle radici lonta- prime delle mostre. ne, ma dall’esplosività – è proprio il caso di dire – sem- Per chi volesse conoscere meglio il percorso di Ziqqurat, pre più prossima nel tempo e nello spazio, fa sì che dall’anno scorso è possibile visitare la versione telemati- anche un ambito ‘protetto’ come quello dell’arte non ca della rivista sul sito www.ziqqurat.org, ricco di mate- possa sottrarsi ad una riflessione critica matura. riale d’archivio sui numeri precedenti. E questo nei limiti che il sistema dell’arte stesso le asse- Lia Turtas 30 cinema TRANCE DI NOTTE / NOTE IN TRANCE si snoda tra musica e trance la rassegna di film etnografici prodotta in cooperazione con l’ISRE di Nuoro Il Festival questo agosto compie 18 anni: sarà l’entrata nel- La trance non è altro che l’occasione di comportarsi pub- l’età adulta che, dopo diciotto anni vissuti avventurosamen- blicamente secondo un modello riconosciuto da tutti allo te, ci spinge a varcare l’orizzonte del reale, per andare ad scopo di liberarsi dalla propria sofferenza interiore. Un esplorare i confini della percezione, dove la musica si fa tra- decorso musicale e gestuale come esperienza socializ- ghettatrice verso altri mondi, verso il contatto con gli dei, zante, in un rapporto di alleanza e non di conflitto con la l’altro da sé. Un Festival che esplora e si mette in rapporto divinità, la quale per mettendo al posseduto di identifi- con le culture orientali ed africane, da una parte, e la speri- carsi con essa gli fornisce il mezzo per esorcizzare il mentazione sonora e visiva moderna del digitale e dell’elet- male sia esso reale o immaginario. Nel nostro piccolo tronica, dall’altra. All’interno di un festival così concepito viaggio filmico si passa dai rituali dal Tibet a quelli della non poteva mancare, per la sezione “Immagine e Cinema”, Siria, dalla musica rutilante del candomblé brasiliano un viaggio cinematografico, tra lo storico e l’antropologico, all’ipnotico vorticare dei Sufi, ai misteriosi riti Vudù tra sotto forma di piccola rassegna di documentari etnografici Montreal e Haiti. che ha per tema le varie forme di “trance” legate alla musi- Un viaggio dove la musica si incontra con il rito, che ca, in diverse culture. assomma in se questi elementi che costituiscono l’essen- Nelle culture originarie, si sa, la musica è sempre legata ad za stessa del rito, della vita. Una musica da “vivere” una fruizione pubblica in occasione di rituali tra i più vari: insieme. Dato il tema specifico è stata scelta “naturale” matrimoni, funerali, riti di passaggio, ecc. Fare musica è chiedere la collaborazione dell’Istituto Superiore Regionale quindi di per sé celebrazione di un rito. Etnografico di Nuoro, che da trenta e più anni in Sardegna Nello specifico dei rituali comunemente detti di trance, alte- promuove un prestigioso Festival Internazionale dedicato ai razione percettiva della coscienza, la musica ha un ruolo Barbara et ses amis ... (Carmen Opipari e Sylvie Timbert, 1997) Documentari Etnografici, che al tema del rapporto Musica essenziale, combinato strettamente a diversi elementi: il ritmo e Rito ha dedicato l’intera edizione del Festival 1998; riba- del respiro, la vocalizzazione delle formule religiose, i testi dendo così quello spirito di collaborazione tra il Festival cantati, i movimenti del corpo, simili a danze. In questi contesti la musica e la sua esecuzione Time in Jazz e l’Istituto Etnografico che, come nel caso felice di Ethnografie di Paolo Fresu, pro- danno alla gente l’energia per sostenere se stessi attraverso gli eventi critici della vita; nello stes- getto speciale per la celebrazione del trentennale dell’Istituto nuorese, ha portato molti bei frutti. so tempo procurano una comunicazione emotiva tra i presenti per unirli in uno sforzo comune e far sentire ognuno come parte del gruppo. Gianfranco Cabiddu - Direttore sezione Immagini e Cinema Festival Time in Jazz La musica, la danza, il rito

Souhait d'Extase (Jean Claude Penrad, 1997)

Dal 1982, con cadenza biennale, l’Istituto Superiore con le modalità e le qualità sue proprie costituisca il Regionale Etnografico, - l’ente creato dalla Regione per nucleo centrale e, forse, la più profonda finalità del rito promuovere lo studio della vita dell'Isola nelle sue tra- stesso”. È quanto ci sembra di poter sostenere osser- sformazioni e nelle sue manifestazioni tradizionali e di vando, per esempio, il lamento funebre e il tarantismo raccogliere la documentazione e la conoscenza della del Salento con una valutazione attenta dei risultati lingua, delle tradizioni popolari e della storia della delle indagini di De Martino e di Carpitella (Sassu, Sardegna - organizza la rassegna internazionale di film 1998). E, ancora, il musicologo inglese John Baily, nel etnografici. Caratteristica della Rassegna è quella di suo testo su Musica e riti in Afghanistan scrive: “Perché dedicare ogni edizione a un tema di attualità e di parti- accade che in molte società l'esecuzione di un rituale colare interesse etnoantropologico. implichi una performance musicale? Se, come molti La manifestazione costituisce una delle rare occasioni hanno sostenuto, fare musica, così come usare il lin- in Italia nelle quali sia possibile assistere a una panora- guaggio, è una caratteristica universale dell'esistenza mica delle produzioni internazionali incentrate su un umana, allora il suo stretto legame con il rituale potreb- determinato argomento. be anche essere un universale… I film che vengono presentati a Berchidda sono stati scel- La musica e la danza non sono solamente accompa- ti sulla base di una ampia rappresentatività cerimoniale e gnamenti del rituale, essi sono il rituale. Il loro com- culturale che riguarda, pur nella stringatezza della sele- pito, dal punto di vista di coloro che le utilizzano, è zione, tutti i continenti. sicuramente di condurre ad uno stato alterato di Caratterizzati dalla presenza più o meno costante della coscienza, una forma di trance o estasi, che porta ad musica e dei canti, essi riescono a dare un’idea della una trasformazione temporanea dell'individuo. I parte- considerazione sviluppata sia da Pietro Sassu sia da cipanti interpretano questo stato psicologico come una John Baily nei due saggi pubblicati nel catalogo della “forma di comunicazione spirituale” (Baily, 1998). rassegna nuorese “Musica e Riti”; vale a dire della fre- L’augurio è che attraverso queste proiezioni il festival quente identificazione della musica con il rito. Pietro di Berchidda ampli ancora di più la sua forza di comu- Sassu ritiene che “almeno nelle società tradizionali e nicazione interculturale e offra ulteriore occasione di comunque in quelle di tradizione orale, al di là della riflessione sullo straordinario catalogo di espressioni funzione che la musica può assumere nel rito, il musicali e rituali che costituisce una delle grandi ric- momento stesso della produzione musicale è rito in sé chezze dell’umanità. compiuto… quando, con un'attenta analisi dei dati, si giunge al riconoscimento della funzionalità della musi- Paolo Piquereddu - Direttore Generale ca all'interno del rito, può accadere che il "fare" musica Istituto Superiore Regionale Etnografico cinema 31

Les Tambours divin de l’Amdo Siria Pakistan - Turchia - Macedonia (II PARTE) Souhait d'Extase I am a Sufi, I am a Muslim Realizzazione:Marie-Claire Quiquemelle - Produzione: Realizzazione: Jean Claude Penrad - Produzione: CNRS Audiovisuel, Realizzazione: Dirk Dumon - Produzione: BRTN - CNRS France e Institut des Nationalites de l’Academie Francia [1997 - 29’ - Betacam Colore] Document, Belgio [1993 - 52’ - 16 mm, colore inglese] des Sciences Sociales de Chine [1998 - 51’ - Betacam, Presentazione di un rituale musulmano sufi praticato dal ramo damaschino La conoscenza dell'Islam giunge in Occidente princi- colore, francese] di Rifa’iyya di Damasco, in Siria. Quest’ordine mistico è unito al suo fon- palmente attraverso i media nella sua forma fanatica del Lungo i percorsi dei mondi tibetani, cinesi e mongoli, datore, Sheykh Ahmad b ‘Ali al-Rîfâ’î (1118-1183), per il tramite di una fondamentalismo. Senza dubbio questo crea dei pregiudizi nell'Est della provincia multiculturale del Qinghai, catena di maestri spirituali che legittimano l’azione dell’attuale califfo. contro di esso. Meno conosciuto è il Sufismo, che è basa- l'Amdo è stato, e resta, un luogo di spicco della cultu- Il Dhikr rappresentato è quello del giovedì sera. Raccoglie i membri della to sulla conciliazione, armonia e amore fraterno. Questa ra tibetana. Agricoltori-pastori, gli abitanti del paese di Rifa’iyya accomunati da una serie di procedure formali mirate a ricordare forma mistica dell'Islam può essere rinvenuta quasi ovun- Reb gong sono dei ferventi buddisti (la valle non conta la Divinità, a glorificare Dio e gli ultimi profeti. La musica, i canti, gli que nel mondo mussulmano. I sufi desiderano trovare Dio meno di trenta monasteri, per la maggior parte antichi) incantesimi e la gestualità rientrano nella stessa tensione mistica che evoca attraverso l'estasi. Il Sufismo si adatta ai bisogni di ognu- ma, allo stesso tempo, praticano una religione popola- gli attributi di Dio e implora l’intercessione del profeta, della sua famiglia no. Ci sono gli asceti, c'è l'estasi mistica e ci sono i santi re che ha come fulcro piccoli templi laici dove sono e dei santi. Le diverse fasi del Dhikr sono rappresentati nella loro succes- uomini. Il Sufismo risponde ai bisogni di coloro che non venerati gli "dei del territorio" - spesso assimilati a sione reale: preghiera e recitazioni coraniche, concerto musicale ritmato sono capaci di abbracciare completamente l'insegnamento montagne sacre - la cui protezione è indispensabile per con tamburi e cimbali, lettura della Sura Ya Sîn e di estratti di una raccol- mussulmano. La musica è molto importante tra i Sufi allontanare gli influssi malefici e apportare serenità e ta rifa’î, il Dhikr propriamente detto segue alle pratiche penitenziali, inter- dell'India e del Pakistan. La musica Qawali, è la vera fonte prosperità alla comunità. In onore degli dei del territo- vento di un derviscio “tourneur” nella tradizione della Mawlawiyya, e infi- d'ispirazione: Nusrat Fateh Ali Khan ne è l’ esponente più rio, ogni anno, nel mezzo del sesto mese lunare, si ne preghiera di chiusura e benedizione. importante e conosciuto. La sua fama è giunta anche in celebra il "Rituale dell'estate". Sono feste non buddi- Jean-Claude Penrad, antropologo, ha studiato alla Sorbona e presso Europa e negli Stati Uniti. In questo programma egli appa- ste, interdette ai monaci che durante questo tempo si l’I.N.A.L.C.O.(Institut National des Langues et Civilisations Orientales). re in una festa religiosa vicino a Lahore. Altre sequenze ritirano nei loro monasteri. I maestri di questi rituali Nel 1984, a seguito di lavori sul campo e di diverse pubblicazioni, diventa sono state girate in Pakistan, in Macedonia. Dove c’è una sono degli sciamani-medium chiamati lha wa. Dopo ricercatore e docente E.H.E.S.S. (Ecole des Hautes Etudes en Sciences gran rinascita del sufismo popolare e in Turchia, dove sono gli anni 80, la rinascita di queste feste, che erano state Sociale). É animatore del seminario Religione e società nell’Africa orien- stati ripresi i Dervisci. vietate per più di venticinque anni, è un'affermazione tale e dopo il 1995 è nominato responsabile del F.R.A.N (Formation à la Dirk Dumon, cineasta documentarista, lavora attual- dell'identità tibetana del paese di Reb gong. Recherche en Afrique Noire). Inizia ad occuparsi di antropologia visuale mente nel Dipartimento Culturale della radio e della Marie-Claire Quiquemelle lavora al Centro della Ricerca nel 1993, dopo un breve ma intenso processo formativo a Marsiglia con televisione belga. Ha diretto circa 50 documentari di Scientifica CCN.R.S.) dal 1970. Attualmente lavora Pierre L. Jordan e Silvia Paggi. Filma i rituali musulmani a Zanzibar, alle ambito socio - antropologico. I suoi film sono stati tra- all'URA 1069 "Civilisation Chinoise". Consigliere cine- Comore e in Siria. Il suo progetto di ricerca sulle confraternite musulmane smessi in televisione in Belgio, Germania, Stati Uniti, matografico per la Cina al Centro Pompidou, dal 1980. è caratterizzato metodologicamente dal ricorso all’antropologia visuale. Svizzera, Canada, Francia, Sud Africa, ecc. Voodoo, home and abroad Brasile Le Vaudou Barbara et ses amis au pays du candomblé Realizzazione: Isaac Isitan - Produzione: Productions ISCA; Cinéma Libre Marc Bisaillon Realizzazione: Carmen Opipari e Sylvie Timbert - Produzione: Calounga Films/Timbert/Opipari, Canada [1991 - 46’ - Dati tecnici: Betacam, Colore, Francese]. Francia, Brasile [1997 - 52’- Colore Betacam, Portoghese e Francese] Religione o stregoneria? Culto del potere o setta magica? Girato a Montréal e Haiti, questo docu- Nel culto delle divinità afro-brasiliane, il Candomblé è una religione iniziatica imperniata mentario descrive la storia e le pratiche del vodù. Il regista ha impiegato due anni per ottenere la fidu- sulla possessione. Come stimare nel loro giusto valore le relazioni che legano un (futuro) ini- cia degli esperti praticanti di questa religione e la sua pazienza è stata ovviamente ripagata. Mentre ziato alla sua divinità, legame impresso con tutta la sua forza durante la possessione? Per evita le trappole del senzazionalismo "LeVaudou" ci mostra alcuni rituali autentici come pure uno entrare in questo mondo il film ha come guida alcuni bambini che giocano al Candomblé. zombie di "vita reale". Il film rivela questa religione dall'interno, come sistema di credenze e di pra- Attraverso la simulazione della rappresentazione, le bambine rasentano la danza di possessio- tiche e come un sistema sociale, che si occupa non solo del benessere fisico e mentale della sua gente, ne. Perché ambiscono tanto ad essere possedute? Che cosa offre loro il Candomblé: feste, rifu- ma anche dell'amministrazione della giustizia. Ad Haiti, oggi, si assiste ad un "revival" del "vodù" gi, sicurezza, protezione? come affermazione dell'anima nera e delle radici africane del popolo haitiano e il film mostra quan- Carmen Opipari, antropologa e Sylvie Timbert, specializzata in estetica e in cinema, hanno to importante questo culto sia in un paese che conta più di 50.000 sacerdoti e sacerdotesse vodù. realizzato in collaborazione diversi film di interesse etnoantropologico : Ere/Ere, Son Image Isaac Isitan. Nato in Turchia nel 1952. Studia dapprima diritto all'Università d'lstanbul poi si ou Celle de l'autre? 1999; Marlene de Oxum, 1999; Barbara et ses Amis au Pays du dedica alla produzione e alla regia. In Canadà dal 1980, ha al suo attivo numerosi documentari Candomble, 1997 ; Ebo, Sacrifice, Offrande et Nourriture,1993; Ere les Enfants Terribles du che hanno ricevuto riconoscimenti in Canada e in altri paesi, ed un centinaio di reportages. Candomble, 1993; A Pipoca: il Pop-Corn de Dio,1992; Paul, Apprenti-Ambianceur, 1991. 32 Mercoledì 11 agosto 2005 Berchidda frammenti di storia del piccolo centro della Gallura

Non si hanno dati certi sull'origine del toponimo Berchidda, ma produttive subirono pesanti contraccolpi per la difficoltà nel le varie popolazioni dell'isola che vivevano in precarie condizio- sono diffuse alcune ipotesi fra le quali riportiamo qui di seguito le reperire sicuri sbocchi commerciali per i prodotti cerealicoli. ni economiche i Berchiddesi erano considerati laboriosi e quasi più accreditate. Secondo alcuni studiosi il suo nome deriverebbe Probabilmente il territorio veniva controllato dalle truppe di tutti erano proprietari della casa di abitazione e di piccoli appez- dal tedesco Berg (montagna); per altri avrebbe origine dal latino stanza a Castro, dove sono state rintracciate in località San zamenti di terra nei quali praticavano l'allevamento e la coltiva- pergula (pergolato); altri la farebbero discendere dal termine lati- Simeone consistenti tracce di fortificazioni bizantine. La popo- zione dei vigneti. no quercus (quercia). Per altri, infine, scaturirebbe da un'etimolo- lazione viveva distribuita in numerosi piccoli centri dei quali i Le donne erano dedite alla tessitura del lino e della lana e i dise- gia preromana (forse nuragica) della quale si è perso il significato. principali erano Berchidda, situata più ad occidente, presso il gni, da esse realizzati sulle coperte, venivano considerati tra i più La presenza dell'uomo è attestata nel territorio fin da 2.000 anni Monte Ruinas, S. Salvatore di Nulvara, Restelias. Con il pro- graziosi ed eleganti. La consegna della corrispondenza veniva prima di Cristo. Testimonianze si trovano soprattutto nei ripari gressivo distacco della Sardegna da Bisanzio si rese necessario espletata attraverso un corriere che settimanalmente raggiunge- sotto roccia diffusi un po' in tutta la zona e particolarmente per gli abitanti dell'isola rafforzare in maniera autonoma le pro- va il centro di Oschiri; l'attività amministrativa veniva svolta abbondanti nel colle del Monte Acuto. Numerosi dolmens, prie difese realizzando delle rocche che avessero funzioni di nella case private del sindaco o del segretario, mentre l'attività domus de janas, nuraghi, strutture difensive megalitiche disse- difesa e di controllo del territorio. Un ruolo di primo piano negli didattica durava cinque mesi ed era svolta dal parroco che rice- minati nel territorio (S. Caterina, S. Andrea, San Michele, Monte equilibri politici mediterranei assunse il castello di Monte Acuto veva una retribuzione pari a 16 lire. In questo periodo si regi- Acuto, Giolzia) attestano la presenza di comunità con impronte del quale si tratta altrove. Durante i secoli XII e XIII il territorio strarono dei contrasti con i paesi di Oschiri e di Monti per il pos- religiose, sociali e culturali similari. Attività preponderanti di di Berchidda fu conteso tra Pisani e Genovesi in quanto zona di sesso delle terre; i berchiddesi furono privati dei territori ogget- queste popolazioni erano l'agricoltura nelle regioni pianeggianti passaggio tra Logudoro e la Gallura e area a grande produttività to di contesa con gli Oschiresi, mentre rimasero proprietari dei e la pastorizia in quelle di collina o di montagna. Rimangono cerealicola. Nel XIV secolo il territorio fu oggetto di contesa terreni situati in prossimità di Monti. Nel 1913 fu costituita per molti dubbi sulla penetrazione punica nel territorio. Il ritrova- politica e militare tra i catalani e l'ultimo giudicato superstite, interessamento di Pietro Casu la banda musicale. mento di alcune monete del periodo fa pensare, almeno, all'esi- l'Arborea, del quale Berchidda fece parte per lunghi decenni. Gli anni successivi alla seconda guerra hanno visto i berchiddesi stenza di contatti commerciali tra le popolazioni locali e i mer- Con il secolo XV i Catalani raggiunsero il completo controllo abbracciare in maniera convinta e decisa l'ideale cooperativistico. canti punici stanziati lungo le coste. infeudando il territorio a Bernardo De Centelles. Sono sorte importanti attività nel settore lattiero-caseario (malin- Con la sconfitta dei Punici ad opera dei Romani anche Nei secoli XV-XVIII la dominazione catalana e quella spagnola conicamente chiusa una delle più antiche cooperative sarde del Berchidda fu interessata dalla nuova dominazione. I rapporti tra determinarono una crisi sociale ed economica tra le più gravi che settore), vitivinicolo, olivicolo; gli allevatori locali sono stati tra i la popolazione locale e quelle esterna furono caratterizzati da la popolazione abbia conosciuto. Il dominio piemontese in primi nell'isola a credere nella selezione del bestiame soprattutto una integrazione, probabilmente forzata dei nuclei che abitava- Sardegna coincise con un mutamento radicale nei comporta- ovino; a questo proposito costituisce un appuntamento importan- no nelle aree più basse. Queste comunità abitavano in piccole menti e nelle abitudini dei berchiddesi; dal 1725 in poi l'opera te per gli operatori del settore la tradizionale manifestazione ovi- fattorie, di cui rimangono tracce in varie zone, dislocate un po' in intelligente e saggia dei sacerdoti favorì la trasformazione radi- nicola che si svolge nel mese di maggio. Hanno, infine, raggiun- tutta la pianura e praticavano la monocoltura cerealicola. Altri cale del paese, abitato da ladri e sfaticati, in una comunità attiva, to una discreta notorietà prodotti tipici quali vino, dolci, insacca- nuclei di popolazione locale preferirono sfuggire alla nuova onesta e laboriosa. Nonostante l'aria e l'acqua malsane gli 883 ti, carni, pasta fresca. Particolarmente attivi sono gli artigiani che dominazione rifugiandosi nella montagna e dedicandosi ad atti- abitanti riuscirono a ottenere risultati soddisfacenti dalla loro lavorano il legno, il ferro, l'alluminio e il sughero. vità soprattutto pastorali. Il cippo dei Balari, ritrovato presso S. attività agropastorale, ma furono sottoposti ad una esazione feu- Tra i monumenti più importanti figurano le rovine del castello Salvatore di Nulvara testimonia la divisione esistente tra le dale tra le più alte di tutta la contea di Oliva. In questo periodo del Monte Acuto che recentemente è stato sottoposto ad alcuni popolazioni romanizzate e quelle che resistevano. Presso si verificò, a causa di una pestilenza che decimò la popolazione, lavori di pulizia e di risistemazione. Alcune mura imponenti, una Berchidda passava l'asse viario che collegava Castro con Olbia. lo spostamento del centro abitato al di qua del torrente Riu cisterna per la raccolta dell'acqua, detriti e calcinacci vari costi- In località Silvani sono state individuate tracce dell'unico ponte Zocculu; in questa circostanza fu abbandonato il culto di S. Sisto tuiscono gli aspetti architettonici rimasti di una struttura di gran- che permetteva il guado del fiume Mannu. Nelle vicinanze del cui era intitolata la chiesa parrocchiale fino ad allora e fu intro- de rilievo storico che attende ancora di essere sottoposta a studi paese fu rintracciato agli inizi di questo secolo un tesoretto dotto quello di S. Sebastiano. più approfonditi. Nelle vicinanze è stato di recente scoperto un monetale attualmente esposto al Museo Sanna di Sassari; più Dal 1825 Berchidda entrò a far parte della provincia di Ozieri dolmen che è stato considerato dagli studiosi uno dei più grandi recente il ritrovamento di alcuni miliari che dovranno essere alle dipendenze del distretto di Oschiri. La presenza di tre chie- e interessanti del Mediterraneo. Ha riacquistato il suo antico oggetto di studio da parte degli storici. Scarse testimonianze se prospicienti la piazza principale costituiva una caso unico nel- splendore, in seguito ad una intelligente operazione di restauro, sono state finora rintracciate sul periodo bizantino (secc. VI-X) l'isola: ai lati della chiesa parrocchiale edificata nel XVII sec.si lo stupendo altare policromo barocco. riscontrabili forse solo in alcuni toponimi. Di certo le attività trovavano la chiesetta del Rosario e la chiesa di Santa Croce. Tra Giuseppe Sini i riti dell’argia 33

Nelle parole di uno scrittore la memoria di Il rituale dell’ARGIA un’antica danza la musica e la danza in Sardegna come terapia del dolore

Oggi si sente parlare pochissimo dell’argia, pic- di l’espulsione del veleno, ma rappresentava colo ragno diffuso in Sardegna prima della lotta anche un simbolismo di morte e di rinascita che anti malarica e attivissima nelle campagne pro- trova affinità con molti riti diffusi in tutto il baci- prio durante questo periodo estivo. La sintoma- no del Mediterraneo. tologia di chi viene punto è assai grave anche se L’esorcismo del ballo tondo, che avvolgeva l’ar- UN BALLO i casi mortali sono veramente rari. giato nel suo incantesimo, era una vera e propria C’è stato un tempo, non così lontano, in cui in festa e, paradossalmente, nella tragica situazione, PER VIVERE Sardegna era diffuso un rituale magico, esorcistico, bisognava essere allegri, divertirsi, scherzare, per- Pietro Casu, scrittore e poeta ber- collettivo, legato al morso di un animaletto piccolo ché l’argia richiedeva l’allegria e la trasgressione chiddese, in “Notte Sarda” dedica e molto velenoso; alcuni lo descrivono come un dei partecipanti altrimenti non sarebbe andata via, alcune pagine al rituale dell’argia ragno, altri come una grossa formica: si tratta del- così in alcune zone della Sardegna, nei canti si così come avveniva a Berchidda. l’argia (la variopinta), Latrodectus Tredecinguttatus, ricorreva ai doppi sensi anche sfrenati. un ragno che con il suo morso provoca nell’uomo “È il mese di giugno, Peppe Mu, un gravissimo stato tossico confusionale. Tundu su ballu pro Deu punto dall’argia, viene portato Attorno a questo animaletto tanto temuto e odia- Mutilla europea tundu faghidelu andare. agonizzante in paese su una barel- to, sono sorte anche singolari leggende: per alcu- sas coscittas de comare la, deposto in una buca e ricoperto ni l’argia sarebbe l’unica superstite dello stermi- speranza di salvezza era scoprire le caratteristiche sutta s’imbiligu meu. di letame, tra scongiuri e benedi- nio, voluto da Dio, di tutti gli animali velenosi dell’argia colpevole e a questa indagine partecipa- tundu su ballu pro Deu zioni. presenti nella nostra Isola; per altri sono anime di va tutta la comunità. L’argia che possedeva la sua Una vecchia lo interroga sul ragno morti che per i loro gravi peccati sono stati ban- vittima doveva essere messa allo scoperto entro Il cantare osceno era in alcuni paesi accompa- che lo ha punto ma il poveretto diti dall’inferno e rimangono sulla terra tramuta- tre giorni dalla puntura perché, solo dopo essere gnato da gesti “terapeutici” con una marcata non sa dare alcuna risposta. E’ ti in argia: argia vedova, la nera, argia nubile, la stata individuata, avrebbe permesso al malato la connotazione sessuale: le donne ballavano tiran- necessario, pertanto, che ballino a bianca, argia sposa, maculata di rosso. sua guarigione. Ma come avveniva il rito? do su le sottane e mostrando i genitali. Il fine turno tre schiere di donne: sette Il pericolo che questo animaletto rappresentava La persona morsa, l’argiato, veniva sotterrato sino esclusivo di questa esibizione era quello di far nubili, sette sposate e sette vedove per l’uomo e per il bestiame in una economia al collo nel letame e attorno a lui si danzava, si can- ridere l’argiato, il quale riusciva a farlo solo per individuare il tipo di argia che agro-pastorale tecnicamente poco sviluppata, con- tava, si suonava, si pronunciavano scongiuri come quando usciva dalla condizione di trance, cioè lo possiede. dizionava il ricorso a cerimonie particolari cariche quando l’argia lo abbandonava. La risata segna- Il rituale inizia fra canti, suoni, di esorcismi e magie che avevano anche il fine di “comare arza mia, comare arza mia, va così il ritorno alla vita e dava inizio al ban- scongiuri ma il miracolo non si teatralizzare momenti di vita quotidiana legati a non fattedas male a sa persona mia, chetto finale: su cumbidu. compie. Peppe sta sempre peggio schemi tradizionalmente rigidi e moralistici. no fatedas male a sa mia persone, 1 La cura con il letame fu sostituita più tardi dal- e la danza delle donne non ottiene L’argia pungeva d’estate, in campagna, prevalen- bos happ’a narrer mutos e cantones l’uso di borse di acqua calda, diversi strati di alcun effetto. La motivazione del temente durante i lavori di mietitura, di spigolatu- de ogni zenia, coperte di lana, altre volte il corpo della vittima fallimento si saprà più tardi: una ra o di raccolta dei legumi. Le sue vittime erano comare arza mia, comare arza mia”. si immergeva in una tinozza piena d’acqua, tenu- presenza maligna, un antica aman- soprattutto uomini. Dopo la puntura si subiva una ta costantemente calda accanto ad un fuoco. te delusa, Rosa Prippa, ha prepa- vera e propria possessione da parte dell’animale: La danza era eseguita da tre schiere ognuna for- Maddalena Corrias rato una fattura, che si è rivelato dolori violentissimi, disturbi visivi, ansia vivissi- mata da sette donne: nubili, sposate e vedove, più forte di ogni danza rituale. ma con depressione, pianto, sensazione di morte, perché l’argia poteva essere bianca, maculata di Si ringrazia il giornale”Piazza del popolo” di Così, il giorno di San Pietro, dopo confusione mentale, tremiti, congestione del rosso, o nera. Il seppellimento nel letame (1) Berchidda, per la gentile concessione dell’arti- un’atroce agonia, Peppe Mu passa volto, talvolta forte eccitazione sessuale. L’unica aveva lo scopo di favorire la sudorazione e quin- colo e delle immagini ad altra vita.” 34 il territorio L’Arboreto mediterraneo del Limbara dedicati allo studio e alla ricerca botanica gli spazi polifunzionali di Sa Dispensa

Il progetto riguarda i fabbricati di servizio affronta le “difficoltà che emergono nell’inter- dell’Arboreto mediterraneo del Limbara, un rogare i luoghi (...) nell’affrontare uno spazio giardino botanico dedicato agli alberi e agli macroscopico, di cui non si ha esperienza”. arbusti del Mediterraneo con le sue rappresen- L’estendersi della copertura metallica sui corpi tazioni evolutive, ecologiche e geografiche. rivestiti di granito gioca un duplice ruolo. L’area è dislocata nella località Sa Da un lato si riconnette alle colline rocciose Dispensa, sul versante sud del complesso che si stratificano a differenti quote salendo del Limbara di competenza dell’Ente verso le cime del Limbara ed inquadrando ad Foreste della Sardegna. L’area stessa è ovest il Monte Acuto. caratterizzata dalla compresenza di vari fat- Dall’altro si configura come “elemento estra- tori ambientali, quali la preesistenza dell’in- neo legato alla contemporaneità”, la cui com- sediamento umano, l’esistenza di segni fon- parsa sulla montagna sottolinea la dilatazione damentali come il corso d’acqua, i versanti, del concetto di città e rimanda all’“uso allar- la radura, la corona di rocce culminali. gato del territorio” da parte di chi popola l’in- Le diversificazioni geomorfologiche, geope- sediamento urbano, oggetto di molti scritti e dologiche e microclimatiche determinano una progetti di Maciocco negli anni seguenti. molteplicità di ambienti tale da consentire, Coerentemente a questa impostazione topologi- Mario Brunello (foto Nanni Campus) all’interno della radura, l’inserimento di spe- ca il complesso ricerca, nella disposizione inse- cie con diverse esigenze ecologiche. che li configura come un complesso unitario. sud su uno spazio destinato a uffici e biblio- diativa, nel suo “disporsi nei luoghi più oppor- Il panorama permette l’orientamento nel qua- Da ovest verso est la copertura si sviluppa teca, per poi abbassarsi verso su uno specchio tuni”, una relazione con il luogo e il territorio. dro della vasta struttura ambientale della regio- inquadrando inizialmente il Monte Acuto, d’acqua che sarà realizzato nella radura. L’andamento dei corpi di fabbrica attua una ne, verso il Limbara a nord, il Rio Mannu a successivamente coprendo la Sala I primi schizzi di progetto nascono da un’in- chiara separa-zione tra esterno e interno sud, il Monte Acuto e il Coghinas a ovest. dell’Arboreto, piccolo spazio museale di frui- terpretazione della tipologia dello stazzo gal- dell’Arboreto, attraverso un effetto di sorpre- L’organizzazione dell’Arboreto concentra, zione pubblica dove il visitatore potrà trovare lurese, su cui si basa la maggior parte delle sa per chi, attraversando il portale a doppia all’interno delle sue rappresentazioni filoge- tutti i supporti informativi che gli saranno costruzioni rurali della zona. In seguito a un altezza, si introduca nella radura interna netica, ecologica e geografica le esigenze di necessari alla comprensione del grande testo ulteriore sopralluogo la riflessione progettua- destinata ad accogliere la rappresentazione autoecologia delle singole specie con i carat- vivente che è l’Arboreto vero e proprio. La le ha improvvisamente messo in secondo del modello filogenetico; per chi oltrepassi la teri ambientali specifici del luogo. copertura continua verso est accanto al corpo piano la matrice tipologica, privilegiando il radura e osservi l’edificio dall’alto questo L’edificio di servizio dell’Arboreto si articola del museo, lasciando libero lo spazio d’in- ruolo dell’immagine dell’edificio in relazione appare come una concrezione rocciosa, alla in tre volumi realizzati con setti di cemento gresso e configurando un vuoto a tutt’altezza, alla topologia del luogo, definito delle monta- stessa scala degli affioramenti di roccia su cui armato rivestiti in granito e collegati da una un generoso portale di accesso alla zona di gne circo-stanti. si può salire per osservarlo. copertura metallica in acciaio inox satinato visita vera e propria. Prosegue quindi verso Distaccandosi da una tipologia nota l’edificio Giovanni Macciocco SEMIDA Arte natura ambiente per il progetto nato in collaborazione con il Comune di Berchidda e l’Ente Foreste Sardegna

Risposta sussurrata ad una comunicazione eccessiva, ad una provoca- Un sottile schermo di plexiglas arancio è invece l’opera di Monica zione che rischia di essere sempre più il fine e non il mezzo della Solinas. Una finestra, soglia che non contempla alcun tipo di attraver- ricerca artistica, la Land Art, o Earth Art, nasce alla fine degli anni samento se non quello ottico-mentale; una sorta di stop obbligato, impe- Settanta concependo opere che riescano a dare nuova dignità ad un rativo dalla duplice finalità: da un lato cornice che esalta la bellezza territorio ignorato, intervenendo direttamente sulla natura, “insinuan- della natura e ce ne ricorda l’insoluto mistero; dall’altro ricordo della dosi” in essa, recuperando il senso profondo del silenzio e del contat- nostra estraneità: non facciamo parte di questo misterioso mondo e to con le radici, fisiche e metaforiche. È in questo contesto che, all’in- quando vi entriamo non è mai dalla porta principale. terno dei grandi progetti visivi del Time in Jazz e in collaborazione E, procedendo nel cammino, si è attratti dall’opera di Pinuccio Sciola, la con l’Ente Foreste della Sardegna, nasce Semida museo di arte e natu- forza della roccia trattenuta da una catena di ferro che congiunge i massi ra, realizzato sul Monte Limbara, dove la severa maestosità della di granito, si snoda, attraversa la montagna. Sciola imbriglia la natura natura si svela in un selvaggio trionfo, Semida – sentiero nella lingua attraverso linee sinuose e, paradossalmente, attraverso catene ne restitui- locale – procede attraverso percorsi ben più misteriosi rispetto al puro sce l’indomita libertà. Opera come privilegio, come se la natura fosse tal- godimento estetico e la ricerca concettuale. mente generosa da prestarsi al gioco nella tacita consapevolezza che la Gli artisti intervengono sul luogo con opere appositamente pensate e sua forza dirompente potrebbe piegare queste e ben altre catene. realizzate cercando di entrare in risonanza con il paesaggio attraverso Poco discosto l’intervento di Bruno Petretto: una gabbia metallica incor- una profonda riflessione sui rapporti etico-estetici. Le forme e i colo- nicia un enorme masso che già artisti secolari come gli agenti atmosferici ri dell’arte si uniformano ad una legislazione antica e assoluta come hanno plasmato in forme di levigata bellezza. Il rigore delle linee metalli- quella della natura che diviene, contemporaneamente, ispirazione, che esalta la plasticità di quelle naturalistiche e la gabbia diventa teca pro- creatrice e giudice dell’opera d’arte. tettrice attraverso la quale ammirare la potenza e la sacralità del luogo. Chi sale dal sentiero principale viene “accolto” da un intreccio sorpren- La recente opera di Giovanni Campus è una grossa corda tesa attraverso dente di rami forti come sentieri e sentieri che si ramificano per tutto il il paesaggio ad organizzare percettivamente e emotivamente lo spazio., paesaggio. In questo labirinto ne appare un altro, quello proposto da svelando significati antichi e ne crea di nuovi attraverso una tensione che Clara Bonfiglio con il suo lavoro: una porta in metallo con intagliato non è solo propriamente fisica ma, anzi, fortemente allegorica. sopra la scritta “attraverso” che dà il titolo all’opera. Una porta… attra- Arte dunque come misterioso percorso – Semida –, continuo divenire verso… andare oltre un limite divenuto soglia, ingresso verso una dimen- che non si oppone alla natura ma ne svela le meraviglie, sentiero in cui sione altra. Una scritta, spazio intagliato, negato, da un foglio di metallo perdersi per poi, finalmente, trovarsi. Giovanni Campus, Coordinate del tempo, 2004 nero emerge il nulla che prende i mutevoli colori della natura. Sonia Borsato il territorio 35 36 enogastronomia Un percorso tra i sapori millenari della tradizione Jazz e... d’intorni

Chi trascorre a Berchidda i giorni di zuppa berchiddese assaporata nel “Time in Jazz” è come investito da clima tra il francescano e il boccacce- una gigantesca onda sonora, anomala, sco delle feste campestri, i sospiri che che ti travolge con il suo turbinio di sbucano dappertutto e occhieggiando eventi e ti costringe a trascorrere in ti invitano a morderli, una sapida apnea una settimana dentro un’incal- panada. Per compiere questi peccati zante atmosfera satura d’arte varia. In di gola basterebbe tra un concerto e quei giorni tutto sa di musica, d’arte e l’altro frequentare i luoghi: bar, risto- poco d’altro. Tanto che passa in ranti, laboratori artigiani, Museo del secondo piano un importante aspetto vino, che caratterizzano in versione del “genius loci” berchiddese che è il identitaria le loro attuali offerte e suo patrimonio enogastronomico. chissà che non si avvicini l’anno in Anche a livello massmediatico cui i cibi precotti, preconfezionati Berchidda è diventato sinonimo di della cucina fast-foodizzata non siano musica, avendo trovato per giunta il cacciati da sa “cozzula elda” (focac- suo profeta, che in giro per il mondo, cia con ciccioli di maiale), “brungio- con la sua tromba, distilla note trasu- los”(dolcetti di ricotta o formaggio danti identità e fierezza sardo-ber- fresco), cattò (dolce di mandorle e chiddese. Eppure i vini di produzione zucchero), e nei ristoranti, relegati in locale, su tutti il fragrante vermentino, un cantuccio i piatti della cucina i formaggi, i salumi, i dolci, il miele, i internazionale, la facciano da padroni succulenti piatti della cucina tradizio- “concu”, “fae e laldu”, “cassola de nale, uniti ad una organizzazione eco- petta anzonina”, “maccarrones furria- nomica e sociale ancora oggi di forte dos”, “matta e fae frissa”, capisaldi di aggregazione, hanno rappresentato in una ristorazione d’identità che valo- passato e costituiscono tuttora un rizza il lento fluire del tempo. motivo di vanto e di orgoglio, e con- Per finire la giornata in buona compa- corrono ad alimentare la rinomata gnia non perdere, in piazzetta, il golo- “pompa” berchiddese. Uno scorcio di Berchidda so intervallo tra i concerti serali, e Stenta ancora in paese a farsi strada lasciati condurre dai sommeliers e non dico la realtà ma neanche il pen- incalzanti ad altri più lenti. E guai a con lentezza durante il festival, ma il balze del Limbara, lussureggianti di dallo staff della Cantina “Giogantinu” siero che il cibo rappresenti un sem- sbagliare i tempi delle entrate! Il tutto cui sapore ti accompagni per tutto corbezzoli, una dozzina di ravioli di nel dorato mondo dei vermentini in plice rifornimento di calorie, non all’insegna dell’improvvisazione. “A l’anno e ti spinga a ricercare i tempi e carne di cinghiale e una seada con abbinamento coi dolci della tradizione. importa di che origine, per coprire il oju” si direbbe a Berchidda, come si i modi per placare la sete, indotta dalla miele delicatamente amaro onore- E se poi finiti i concerti hai ancora fabbisogno energetico di una macchi- fa per “sa suppa” e in genere per i modernità, di una vita più naturale. rebbero, maritati con vermentino gambe sufficienti per arrivare alle ter- na da lavoro quale sembra siamo piatti della tradizione. Come il vermentino a fermentazione superiore, la tua prima colazione; razze del Museo del vino, il fresco destinati a diventare, se non ci predi- Gli ingredienti, carne di pecora, for- naturale, appunto, da portarsi sui vermentino che ritrovi puntuale nella della collina consiglia, in abbinamen- sponiamo ad una sana ribellione. Un maggio fresco, pecorino grattugiato, gioghi del Limbara durante i concer- versione più delicata ad accompa- to, una fumata di sigari e la morbida buon bicchiere di vino in compagnia, pane “ladu” per zuppa, pomodori ti mattutini per sentire in bocca il gnare i dolcetti (tiliccas, sospiri, grappa locale di monovitigno: gli una fumante zuppa consumata nel pelati e concentrato, cipolla, prezze- profumo fresco di macchia mediter- amaretti) offerti dai priori nelle chie- effluvi dolci e rotondi dell’alcool che sagrato delle chiese campestri, un molo, sedano, basilico, olio, sale e ranea e ammirare attraverso il cri- se campestri dopo i concerti e di si fondono, nell’aria che respiri, col sospiro, un piccante pecorino stagio- “dulcis in fundo”, secondo la più anti- stallo le minute bollicine che sem- nuovo nella sontuosa versione supe- fumo azzurrino e profumato dell’ava- nato addomesticato da un dorato pas- ca tradizione, ozu casu, rigorosamen- brano raccogliere la luce delle stelle riore ad accompagnare la zuppa ber- na o dell’imperdibile toscano ti sito di vermentino e altre leccornie te “a oju”, costituiscono le note di un cacciate dal sole sorgente. chiddese: armonia di profumi, sapori daranno il coraggio e l’allegria ne- sono ancora oggi l’antidoto contro la concerto suonato da abili massaie. E E magari, finito il concerto, sciamare e colori che esaltano l’identità dei cessari per affrontare l’ancora lunga vita caotica, il ritmo insostenibile e così nella frizzante aria primaverile per gli stazzi di “Pedru Fadda” e luoghi (le chiese immerse nella natu- immersione nell’onda musicale ber- nevrastenico della modernità. sfrigola in apposita casseruola “armo- “Nunzia”, portare a tavola dalla ra) e delle genti che li popolano. E chiddese. Perciò, quest’estate, quan- Sono, la ricotta cun abbattu, sos brun- nica” la polpa di pecora tagliata a pez- mensola in granito de “sa contona- anche se la campagna agostana do vieni a Berchidda, compi un giolos, sas tiliccas, sas panaffittas cun zetti in profumata compagnia di aglio, da”, esposta ad ovest, “su concone” ingiallita e odorosa di fieno in disfa- primo fondamentale gesto simbolico: ozu casu, su tattalliu, sas panadas, prezzemolo e pomodoro; accanto con latte di capra rappreso in yogurt cimento non ti offre la livrea colora- liberati dell’orologio e lasciati guida- rimedio salutare e richiamo ad uno risponde il bubbolio fumante di carne, dagli aromi di montagna o gustare la ta delle mille fioriture ci pensano i re dal filo d’Arianna della musica stile di vita più lento. Su concu, sa lal- cipolle, sedano, basilico e sale tramu- candida ricotta di capra, ricamata coi formaggi a restituirti coi loro profu- seguendo il ritmo della natura. Dài dadina, sos maccarrones furriados, tandi in saporito brodo, mentre risuo- ghirigori dai riflessi dorati del miele mi la magia delle primavere sarde. valore al tempo e alle cose semplici e sas casadinas, su cattò, sa cozzula na nel tagliere il ritmico sminuzzare nero dei pastori: “s’abbattu”. E non E se poi all’ombra dei possenti oliva- ti accorgerai quanto valgano, come fa elda sono un forte stimolo a tuffarsi del prezzemolo e del formaggio fre- sarebbe da meno puntare alle sorgen- stri o di querce maestose ci scappa la massaia berchiddese nel cucinare con ostentata avidità, da quell’arca sco. Esauriti questi assolo e sfumato il ti di “Sa Rocchesa,” o di “S’Eritti” “unu sultu”, la siesta dei sardi satolli, lo “su concu”: per ben dodici ore lascia del gusto che è l’enogastronomia ber- fruscio del brodo filtrato si assiste alla per consumare una colazione più fai in buona compagnia, dei silenti abi- che la testa di maiale, disossata e con- chiddese, nel suadente mare delle colorita fusione, con rimestio veloce e robusta: non dico “sas ungeddhas” tatori dei dolmen di Santa Caterina, dei dita, resti a contatto con sale, pepe ed golosità locali, oltre i marosi del fast- ritmato, degli ingredienti finchè il (piedini di maiale in gelatina) offerte nuraghi di San Michele e del Castello aglio prima di unirci in cottura cipol- food diluviante nel mondo. pane non si attorce immerso nella qualche anno fa da un cacciatore dal di Monte Acuto nei pressi di San le, cavoli e patate, aggiusta sapiente- Un forte stimolo, fortunatamente zuppa calda e fragrante. E poi altro ferreo stomaco ad un “malcapitato” Marco. Immerso nella storia, nella lon- mente il cibo di sale e pepe e poi con ancora ben accolto dai berchiddesi, non s’ode che brusio lento di papille ospite d’una giornata di caccia a tananza e nella lentezza della storia. lentezza studiata serve un pasto divi- ma rivolto anche agli ospiti, special- gaudenti e allegri conversari. “Terramala”, ma che dire di una “lal- In fondo sono cose semplici quelle no che sfida i vini più strutturati. E mente se corroborato dalla magia Se “Time in Jazz” coltiva ancora l’am- dadina” ( impanata ripiena con lardo già suggerite e le altre a seguire, gesti capirai quando avrai ben gustato della musica. Perché in fin dei conti bizione di indicare un modello resi- e cipolle) insaporita con le squisite o meglio “res gestae” della gola che ti quella delizia che il tempo è danaro anche l’arte culinaria stringi stringi è stenziale all’invadente e uniformatrice salsicce locali e accompagnata da un consentono di attutire l’eccesso di non quando lo bruci freneticamente musica. Basta assistere alla prepara- globalizzazione dovrebbe integrarsi di bicchiere di “Terra saliosa”, un rosso velocità di giornate vissute al massi- nel quotidiano intreccio dei bisogni zione de “sa suppa” sotto gli olivastri più, fondersi sarebbe l’ideale, con la tanto persistente quanto la sospen- mo: un sorso de “inu ac cottadu” indotti, ma quando lo lasci fluire a di Santa Caterina. Come in un con- cultura materiale locale in un contesto sione infinita delle note soffiate da nella cantina di Ninnio e Lineddu in ritmo della natura, della buona musi- certo jazz si affrontano diversi stru- in cui musica, profumi, sapori e sape- Paolo Fresu metamorfosatosi in suo- centro storico con il profumo di selce ca e della buona cucina. Che la vita ti mentisti che passano dagli assolo alla ri, berchiddesi e “istranzos” siano il natore di launeddas. Se poi volessi al e terra che promana dalla pavimenta- sia lieve. fusione dei suoni, alternando ritmi collante di uno stile di vita da gustare meglio entrare in sintonia con le zione ultra secolare, la succulenta Angelo Crasta spazio libri 37 Paolo FresuMusica & Architettura La Sardegna, il Jazz Paesaggi della contemporaneità tivo come ci hanno fatto crede- re a scuola...” (dalla prefazione È appena uscito, per i tipi della Gangemi di Gravante). Editore di Roma, il libro “Musica & Dai complessi musicali al tra- Architettura. Paesaggi della contemporanei- sferimento di Bologna e, poi, di tà”. A cura di Salvatore Peluso, contiene Parigi; dalle diciassette edizioni scritti di Gianni Agnesa, Andreu Arriola, di “Time in Jazz” (il libro è usci- Enrico Corti, Angelo Crasta, Carmen Fiol, to nel novembre del 2004) al Paolo Fresu, Sebastiano Gaias, Lucio Nardi, “Django d'or”, Fresu parla di se Salvatore Peluso, Giorgio Tedde. stesso, della musica che gli è Il libro prende le mosse, e il titolo, dal labo- sempre girata intorno, delle ratorio di architettura che si è tenuto l’estate emozioni, di Miles Davis e di scorsa a Berchidda. Il tema era l’organizza- Chet Baker, ma anche del padre zione dello spazio urbano, delle modalità Lillino e del lavoro nei campi, di con le quali si confrontano e interagiscono il tutta un'epica minore e maggio- festival e la sua musica con Berchidda e la re che ha guidato le sue scelte e sua vita, le sue strade e piazze o i suoi pae- creato una delle personalità tra saggi aperti. È dal 1988 che in questo luogo, le più brillanti del panorama sospeso (in bilico, quasi) tra l’austera intro- musicale e jazzistico del mondo. versione del massiccio del Limbara e la Oggi Paolo Fresu è un nome di radiosa apertura della valle coltivata, un statura internazionale che duetta festival internazionale di musica e un paese con Bojan Z o con Ornella di 3.200 abitanti intrecciano, anche fisica- Vanoni, che si esibisce al mente, la loro travolgente e per certi versi Un libro su Paolo Fresu è, ottanta foto (anche esso prezio- Festival di Montreaux o di imprevedibile storia. Una storia sempre in ovviamente, anche un libro sul so) per ripercorrere la crescita e Montreal, tenendo fermo, però, progressiva trasformazione, molteplice, e Jazz ma, forse, ancor di più l'evoluzione di Fresu nel corso il suo primo punto di riferimen- con la spiccata propensione ad apparire Catalogna, e raccontate dai progettisti sulla Sardegna. Una panorami- della sua formidabile carriera. to che resta il Quintetto, la più “impossibile”… Carme Fiol e Andreu Arriola. ca, un flash, un elenco su un Alla base di questa iniziativa, longeva formazione del jazz ita- La prima parte del libro è quella che ha mag- La seconda parte è specificamente dedicata a personaggio partito da un pae- subito accettata dal musicista, liano. Ma un successo così giore autonomia, e respiro più ampio e largo raccogliere e documentare il percorso e i sino della provincia di Sassari c'è una lunga e solida amicizia vasto e precoce non è mai qual- rispetto allo specifico del laboratorio, essen- risultati progettuali, con le proposte per (Berchidda) e diventato cittadi- tra i due in cui un elemento non cosa di casuale. Alla bravura do dedicata al tema dei rapporti tra musica e Berchidda elaborate dai gruppi di lavoro no del mondo. Una storia den- secondario è stato l'interesse e tecnica e allo stile, con gli anni architettura, e/o musica e spazio. Sono pre- durante il laboratorio. A partire dalla prelimi- tro la musica, ma anche oltre la l'ammirazione di Gravante nei divenuto sempre più personale senti spunti più teorici (la matematica, i nare formulazione dei temi, docenti e tutors musica, perchè sono molteplici confronti della Sardegna... e riconoscibile, Fresu ha abbi- sistemi formali, Bach, Escher…). E poi l’a- ne illustrano ipotesi, ragioni, funzionamento, gli interessi che hanno legato e “isola lontana, culla di diverse nato una non comune capacità spetto “costruttivo” (fisico, materiale…) che implicazioni. legano Fresu alla sua terra e al civiltà, fisica ed onirica in tutte gestionale di se stesso e delle è dell’architettura ma anche della musica, e La terza parte si propone di interrogare sul mondo afro-americano. le manifestazioni...ma anche la proprie idee sempre al passo coi le suggestioni al riguardo che provengono da senso dell’operazione gli artefici e/o gli inter- Tutto nasce da una proposta fierezza e il gusto che provano i tempi. E poi, altro elemento che altre forme artistiche come, per esempio, il locutori che hanno reso possibile il laborato- fatta da Enzo Gravante a Paolo suoi abitanti nella gelosa della ne fanno un musicista completo cinema o la letteratura. Da Giorgio Tedde, rio stesso: l’Amministrazione Comunale, il Fresu: raccontare la vita del loro identità. Gente che ha ed onnivoro, gli interessi per il poi, il punto di vista di un compositore con- Dipartimento di Architettura dell’Università trombettista attraverso una avuto, come pochi, il coraggio teatro, la danza, il cinema, disci- temporaneo (che riparte dalla sua prima for- di Cagliari, il Formez, e l’associazione Time lunga intervista affiancata da un di sfidare la solitudine, una pline che ha conosciuto compo- mazione come fisico…). E infine alcune in Jazz, con un contributo dello stesso diret- racconto iconografico di ben stato d'animo non sempre nega- nendo tante colonne sonore. architetture per la musica realizzate in tore artistico del festival, Paolo Fresu.

dietro le quinte del XVIII festival Time in Jazz 39

Organizzazione: Associazione Culturale Web design e software CMS powered by Antonietta Cau Time in Jazz bizConsulting S.r.l. il parroco di Oschiri don Aurelio Pigozzi Direttore artistico: Paolo Fresu Marco Ladu, la Fondazione Coordinamento Arti Visive: Giannella Agenzia viaggi: Medtravel, Genova Fabrizio de Andrè e Dori Ghezzi Demuro e Antonello Fresu Salvatore Crasta, Patrizia De Leonardi Coordinamento Cinema: Gianfranco Consulenza amministrativa: Elabora Snc e Giuseppina Gambino della Medtravel Cabiddu di Lucio Mu Antonella Usai, la cooperativa La Memoria Coordinamento Generale: Riccardo Storica lo staff del Museo del Vino Sgualdini Consulenza del lavoro: Donatella Achenza e Andrea Pietrobelli Segreteria Organizzativa: Rosi Culurgioni Giancarlo Fenu della Meridiana Coordinamento Artistico: Vittorio Albani Studio Fara-Lieto Agostino Mela Amministrazione: Mariella Demartis il Comando Stazione dei Carabinieri di Segreteria amministrativa: Maria Antonietta Si ringraziano: Berchidda Mazza l’Unione Europea – Fondo Europeo l’Associazione Volontari Ambulanza di Accessibilità e servizi: Gian Paolo Crasta di Sviluppo Regionale Berchidda e il presidente pro tempore Accoglienza e Info: Patrizia Mu il Ministero per i Beni e le Attività Culturali Salvatore Chirigoni Immagine e comunicazione: P.A.V. (Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo) il parrocco di Berchidda don Gianfranco Pala Ufficio Stampa: Riccardo Sgualdini, la Presidenza della Regione Autonoma della la Pro Loco di Berchidda Fabrizio Crasta, Carolina Scoppola Iacopini Sardegna e il presidente Renato Soru i Giardini della Casa di Riposo per Anziani Coordinamento concerti in montagna: l’Assessorato allo Spettacolo e Attività la Confraternita del Vermentino Enrica Brianda Culturali della Regione Autonoma della lo staff comunale Sardegna e l’assessore Elisabetta Pilia gli elettricisti e gli operai del Comune Progetto allestimento piazza: Studio Peluso l’Assessorato del Turismo della Regione il paese di Berchidda Salvatore Peluso con Barbara Cadeddu, Autonoma della Sardegna e l’assessore tutti gli artisti. Roberto Lallai, Miriam Manconi, Roberta Luisanna Depau Milia il Comune di Berchidda e il sindaco L’associazione culturale Time in Jazz Sebastiano Sannitu Presidente: Paolo Fresu Fornitura e montaggio delle strutture piazza: il Comune di Monti e il sindaco Giovanni Vicepresidente: Lucio Mu Marcegaglia Building S.p.A. Maria Raspitzu Segretaria: Mariella Demartis il Comune di Nughedu San Nicolò Soci fondatori: Nicola Casu, Tetta Demuru, Audio: Blustudio e il sindaco Giovanni Antonio Re Gianfranco Demuru, Salvatore Dettori Fonico: Alberto Erre il Comune di Ozieri e il sindaco Giovanni Massimo Laconi, Antonio Meloni, Martino Tecnici: Cisco Marras Cubeddu Meloni, Gianni Menicucci, Mimmia Piga, Pinuccio Ledda l’assessore alla Cultura del Comune di Giuseppina Sanciu, Roberto Scanu e Stefano Melis Ozieri Ottaviano Contu Riccardo Sgualdini il Comune di Oschiri e il sindaco Antonio Direzione Palco: Luca Devito Perinu Responsabile sezione Musica: Paolo Fresu Assistente: Antonio Calvia il Comune di Olbia e il Sindaco Settimo Nizzi Responsabili sezione Arti Visive: Giannella Luci e scenotecnica: Blustudio la Provincia di Olbia/Tempio e il presidente Demuro e Antonello Fresu Responsabile: Gesuino Mannu Pietrina Murrighile Datore Luci: Tony Grandi la VI Comunità Montana “Monte Acuto” Responsabile sezione Cinema: Gianfranco Assistenti: Antonio Casu e il presidente Maria Antonietta Mazzone Cabiddu la Fondazione Banco di Sardegna Pianoforti: e il presidente Antonello Arru Time in Jazz è un’associazione culturale Service: Penty Service Salvatore Rubino senza fini di lucro, costituita nel dicembre Responsabile: Walter Mostallino il Banco di Sardegna e il presidente Antonio 1997. I soci fondatori sono i volontari che Assistenti: Antonio Sau, Luca Nieddu, Sassu per dieci anni, dal 1988 al 1997, hanno Gaetano Pascarella il Banco di Sardegna di Berchidda composto lo staff organizzativo del festival Accordatore: Marcello Fanutza e il direttore Bruno Pirone Internazionale Time in Jazz di Berchidda. l’Ente Foreste della Sardegna, il direttore Registrazioni: generale Graziano Nudda e il personale della La scelta di fondare un’associazione, con Service: Blustudio Foresta Demaniale Monte Limbara Sud sede a Berchidda, è stata dettata da esigenze Fonico: Fabrizio Dall’Oca la Direzione di Trenitalia e Silvano di carattere organizzativo e gestionale in Campedel della RFI una struttura meglio definita. Time in Jazz Trasporti interni: Beppe Lodde, Tonino la Cantina Sociale del Giogantinu ha potuto godere così di un riconoscimento Casu, Tore Casu, Francesco Ledda e Sergio Crasta dell’attività culturale svolta da parte delle la Distilleria Lucrezio R e Pasquale Rau istituzioni locali e nazionali. Merchandising: Rossella Calvia, Ilaria RAU Arte dolciaria e Raffaela Rau Serra, Maria Paola Casu, Daniela Pianezzi, la Nuova Casearia e Salvatore Piga Oltre all’organizzazione e al coordinamento Alessandra Basciu Autoservizi Fab e Gianfranco Asara, del festival internazionale Time in Jazz, Graziella Asara, Marco Asara l’associazione ha allargato nel corso degli Biglietteria: Rossana Sanna, Antonella Piga, FIAT Pincar e Opel AutOggi anni il proprio ventaglio di proposte, creando Donatella Pianezzi, Agnese Pianezzi, Enrica Lloyd Adriatico al suo interno specifiche aree di attività Brianda, Gibo Borghesani, Valentina RAS culturali. Nel 1998 nasce la rassegna “Altri Nieddu, Paola Puggioni, Laura Campus, Simona Putzu Tempi”, dedicata al cinema sardo, al teatro Sara Sini, Anna Sini, Marco Fiori, Erika, Filomena Menicucci e alla musica. Lo stesso anno prende il via Salvatore Dettori Pannonica Music e Vittorio Albani “Aprile non dormire”, dedicata alla presen- Verdearancio s.r.l. e Giovanna Mascetti tazione di opere editoriali e teatrali. A giugno Info point e accoglienza: Patrizia Mu, Saudades Tourneen (Thomas Stoewsand, è poi il momento della “Festa della Fiorella Meloni, Maria Murrighile, Grazia Karin Kreisl, Giorgia Cadinu) Musica”, il primo appuntamento musicale Pianezzi, Enrica Carbini, Silvia Bruno Antonio Baldassarre prima del grande festival ferragostano. Ballkan Management Backstage e catering: Michela Rotondale, (Olsi Sulejmani) Èinoltre di proprietà dell’associazione una Giulia Carta, Antonio Casula, Gabriele Ton All (Bertrand Dupont) collezione privata permanente di arte con- Meloni Ponderosa Music (Titti Santini, Paolo temporanea in Sardegna, oggi ospitata dal Caiani, Aronne Galimberti) Museo del Vino/Enoteca Regionale di Servizio mensa: Francesco Nieddu, Enrico Deluxe Production (Jonathan Miltat) Berchidda, e la rivista quadrimestrale di Natalini Impact Soc. Coop. (Renato Criscuolo) arte e cultura contemporanea “Ziqqurat” Saint Louis Music Center Roma (Francesca diretta da Giannella Demuro. Squadra allestimenti e security: Giuseppe Gregori) Mazza l’Associazione Jazz à Junas e il sindaco A queste attività si aggiunge quella di archi- Jean-Paul Lauze della Mairie di Junas viazione del materiale prodotto e raccolto nel Squadra allestimenti PAV: Sonia Borsato, Stefania Conte corso degli anni. Un prezioso patrimonio di Angela Manca di Mores, Andrea Melis, Jamal Ouassini documenti e testimonianze che compongono Lia Turtas, Sergio Scavio, Checco Pinna, Fabrizio Dall’Oca la memoria storica - registrazioni audio e Danilo Sini, Carlo Simula, Mirco Meloni Paolo Pillonca video, ritagli di giornali, fotografie, disegni, Punto ristoro: Piero Sannitu, Pasquale Sergio Benoni manifesti - per la promozione di tutte le attività Abeltino, Mara Fenu Gianfranco Salvatore culturali che i linguaggi della musica e del- Luigi Onori l’arte in genere possono suggerire. In questo Servizi: Chicca Licheri, Mattia Mulas, Nguyên Lê e Dominique Boker senso, l’associazione è un vero e proprio labo- Francesca Tugnoli il direttore del Festival jazz di Rabat Majid ratorio di idee e progetti culturali che stimola- Bekkas no l’interazione fra le diverse attività artistico- Tour assistants: Francesca Cavassa, la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura creative. Riflesso diretto di questa attività di Vincenza Macis, Paola Musina, Gloria a Rabat Wanda Grillo archiviazione, la pubblicazione di cinque cd Armas, Francesco Lenza, Andrea Sannitu Tar e Giuseppe Mazza tratti da altrettanti concerti di recenti edizioni il presidente dell’Istituto Superiore del festival. Le immagini del manifesto, della brochure Regionale Etnografico Giuseppe Chines e della locandina sono di Nero Project e il direttore Paolo Piquereddu l’Ente Musicale di Nuoro e il presidente Progettazione grafica e merchandising: Angelo Palmas Per informazioni: Danilo Sini i comitati delle chiese di San Michele e Associazione Culturale Time in Jazz Santa Caterina Via Nulvara, 2 - 07022 Berchidda (Ss) Computer grafica: PAV il vescovo di Ozieri Sebastiano Sanguinetti tel. (+39) 079703007 il parroco di Monti don Luca Saba fax (+39) 079703149 Stampa abbigliamento: Waltale la Pro Loco di Monti Domenico Pes e-mail: [email protected] il parroco di Nughedu San Nicolò don web: http://www.timeinjazz.it Cartellonistica: PacoPrint, Alatri Chiarino Delogu e la signora Maria