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LA VOCEDDELEL POPOLOPOPOLO

Ilaria Rocchi

w PAGINE 2 e 3 w w .e d it .h IL PROLOGO r / la v o ce

Dalmazia, spunta dalmazia

An no VI 12 il regionalismo di destra I • n o 20 . 69 • Sabato, 9 giugn di Dario Saftich ”La Dalmazia dev’essere in Croa- sempre schierati nell’area del centro- zia quello che è la Baviera in Germa- sinistra e magari si ritrovano costretti nia. Proprio come la Baviera la quale è a battersi con i socialdemocratici per il de facto uno Stato, e nel contempo non controllo dello stesso bacino elettorale, pone assolutamente a repentaglio la so- per l’appunto quello di sinistra. vranità della Germania, così anche la Ma in Dalmazia questo tipo di regio- Dalmazia deve disporre di competen- nalismo non ha attecchito. Tutta l’area ze significative e di un’autonomia de- di sinistra è saldamente sotto il control- cisionale, il tutto, s’intende, nell’am- lo socialdemocratico. Per cui ora nel- bito della Repubblica di Croazia” Con lo spazio “regionalista” rimasto vuo- queste parole Hrvoje Tomasović illu- to tenta d’infilarsi d’autorità la destra. stra l’obiettivo che si prefiggono i nuo- Proprio da questa area politica proven- vi schieramenti politici regionalisti, che gono i fautori del Partito democratico stanno tentando di mettere le radici in croato della Dalmazia e dell’Alleanza Dalmazia. Parliamo dell’Alleanza de- democratica croata libertaria della Dal- mocratica croata libertaria della Dal- mazia. Due le formazioni non tanto per mazia (HDSSD) e del Partito demo- motivi ideologici, quanto per le rivalità cratico croato della Dalmazia (HDSD). personali tra gli esponenti della destra Non soltanto per il nome, ma anche per croata, frammentata come non mai al l’orientamento politico, questi schiera- contrario della sinistra. menti ancora in bozzolo, si riallacciano Resta da vedersi se i regionalisti ai regionalisti slavoni, ovvero all’HDS- “dalmato-croati” riusciranno davvero SB, il Partito democratico croato del- a ripetere i fasti dei loro “colleghi” sla- la Slavonia e della Baranja, fondato voni. Che l’HDSSB di Osijek, che mai da Branimir Glavaš, l’ex uomo forte di ha rinnegato Glavaš e lo considera di Osijek, che dopo essere fuggito in Bo- fatto una vittima politica della macchi- snia sta scontando nel carcere di Mo- na giudiziaria, cerchi di espandersi in star la pena detentiva comminatagli altre zone del Paese appare assodato. dalle autorità giudiziarie croate per cri- Ovviamente non lo può fare sventolan- mini di guerra contro la popolazione ci- do lo stendardo slavone, deve rifarsi ai I regionalisti slavoni alla conquista della Dalmazia vile. Quello messo in piedi da Glavaš è gonfaloni locali. Ma da qui a ritenere un movimento regionalista atipico per che dalla Slavonia si possano davvero vi regionalisti dalmati dovrebbero rial- sto avesse successo ci sarebbe da atten- la realtà croata, ovvero un regionali- controllare gli orgogliosi “campanili- lacciarsi alle posizioni tipiche del tifo dersi una dura battaglia per i voti del smo di destra. Qualcosa del genere è at- sti” dalmati ne passa. Restano però le estremo dell’Hajduk, ovvero della Tor- centrodestra con le formazioni tradizio- tualmente impensabile nella parte oc- assonanze ideologiche. Volendo rifarsi cida spalatina: in altre parole un mix nali di quest’area politica. Un po’ come cidentale del Paese, in particolare in al mondo calcistico, sempre fortemen- di patriottismo regionalista, etnocentri- sta avvenendo in Istria per i voti del Istria, dove i regionalisti sono rimasti te aggrappato alle realtà locali, i nuo- smo croato e retorica di destra. Se que- centrosinistra. Sabato, 9 giugno 2012 2 dalmazia

Un rapporto siglato a Ca’ Farsetti, dal sindaco Giorgio Orsoni, che lo aveva fortemente voluto, e dal Due ex repubbliche marinare, un te di Ilaria Rocchi Relazioni intense prio sotto l’aspetto culturale Vene- “... nella convinzione che il ”Sono particolarmente grato zia e Dubrovnik potranno colla- rafforzamento dell’amicizia e all’ambasciatore Vidošević per borare in futuro, mettendo in atto della cooperazione tra le due Cit- essere qui oggi: la sua presen- profi cui scambi in questo settore”. tò legate da storiche relazioni di za, infatti, sottolinea l’importan- L’incontro si è concluso con la fi r- natura politica, economica, cultu- za che questo gemellaggio ha per ma uffi ciale dell’accordo e con un rale e marittima contribuisca allo noi”. Ha esordito così Orsoni, ri- ultimo auspicio da parte del sinda- sviluppo di legami di amicizia tra prendendo i temi toccati dall’am- co: “Spero di essere presto a Du- i loro cittadini e alla vita econo- basciatore nel suo discorso in- brovnik, magari spinto dal vento”. mica e culturale dei rispettivi Pa- troduttivo, ovvero gli ottimi rap- esi”. È questa frase a fare da pre- porti esistenti tra Italia e Croa- Arricchimento ambolo all’accordo di gemellag- zia. “Le relazioni tra i nostri due reciproco gio siglato a metà maggio (il 18) a Paese – ha continuato poi Orso- Ca’ Farsetti, a Venezia, tra la cit- ni – sono particolarmente inten- Il sindaco di Venezia aveva già tà lagunare italiana e quella dal- se in questo periodo, soprattutto avanzato la proposta nel dicembre mata di Ragusa (in croato Dubro- in vista dell’entrata della Croazia 2011 e Roberto Panciera, assesso- vnik). Alla cerimonia della fi rma nell’Unione Europea, che noi tut- re comunale al Turismo, aveva di- del patto hanno partecipato i due ti aspettiamo con grande entusia- chiarato di aver incontrato una de- sindaci, Giorgio Orsoni e Andro smo, perché corona il desiderio di legazione di Ragusa-Dubrovnik in Vlahušić, la presidente del Con- mettere insieme le due sponde del più occasioni. Come aveva fatto siglio municipale di Ragusa-Du- Mare Adriatico, facendoci senti- notare l’assessore nel dibattito sul- brovnik, Olga Muratti, il console re cittadini di una stessa grande la decisione della formalizzazione generale e il consigliere del Con- area. Questo gemellaggio rientra del gemellaggio con la città dalma- solato generale della Repubblica davvero nella storia delle nostre ta, “oggi la città sta cercando la di- di Croazia a Trieste, rispettiva- due città. Mette insieme due cul- mensione europea già sviluppata mente Nevenka Grdinić e Neven ture che hanno dato molto all’Eu- nel tempo e accresciuta dall’odier- Marčić, e l’ambasciatore croato in ropa, al Mediterraneo, alla storia na presenza del grande porto e ae- Italia, Tomislav Vidošević. della marineria. E credo che pro- reoporto. Forte è stato anche il so- stegno della ex Repubblica di Ra- gusa per la designazione di Venezia I contenuti dell’accordo a Capitale Europea della Cultura”. L’antica Ragusa aveva visto il pa- Le due Città coopereranno sulla base di informazioni e scambio cifi co insediamento del potere ve- di esperienze nei settori del trasporto pubblico locale, in particola- neziano; il dominio veneziano fu re quello marittimo, della cultura e della conservazione dell’eredi- sempre rispettoso del territorio – tà culturale, della pianifi cazione urbana, delle politiche giovanili e era stato fatto notare – e in questo sportive, della valorizzazione dei beni ambientali e dello sviluppo senso la Città di Ragusa aveva re- sostenibile, nonché, nei limiti delle proprie competenze, della ge- cepito molte delle caratteristiche è un tributo alla storia dei due po- soni ci ha fatto visita a Ragusa più stione delle acque, quale patrimonio comune che ha da secoli creato della Repubblica di Venezia, anche poli. volte, partecipando ai lavori”, ha forti legami con le due Città. dal punto di vista giuridico, tant’è rilevato il sindaco raguseo, An- Si sforzeranno di intensifi care la cooperazione nei campi della che la Repubblica di Ragusa fu il A vele spiegate dro Vlahušić. Dopo il rito a Ca’ cultura e delle arti, promuovendo tra i propri cittadini le arti visive, primo Stato europeo ad abolire la Il passo è frutto di preparativi Farsetti (o Palazzo Dandolo Far- la musica, le arti applicate. schiavitù. Entrambe le città sono protrattesi per ben due anni. “Le setti, affacciato sul Canal Gran- Cercheranno di incoraggiare la promozione dei rispettivi Pae- nella lista UNESCO del Patrimo- rispettive delegazioni hanno la- de, poco distante dal Ponte di Ri- si attraverso vari eventi espositivi, festival ed attività dedicate alla nio Mondiale. “Per questi motivi, vorato per armonizzare tutti gli alto, sede, assieme all’attigua Ca’ cultura e al turismo. questo gemellaggio non può che aspetti dell’accordo e ogni detta- Loredan, del municipio della cit- essere un arricchimento reciproco, glio. Il mio collega veneziano Or- tà lagunare), le due rappresentan-

PILLOLE Progetto storico-didattico dell’Istituto Tecnico Einaudi di Montebelluna In Montenegro e Dalmazia, seguendo le orme della Serenissima Italiani, anzi Venezia in Mon- Gonfalon, onorandolo co sto ato Dopo aver letto questo procla- tenegro: il pensiero corre sponta- solene e deponendolo bagná da ma, il conte Viscovich si sareb- neamente, per un complesso si- el nostro universal, amaro pian- be rivolto al piccolo bambino che stema di collegamenti d’idee e to. Sfoghemose, citadini, sfoghe- aveva con sé, suo nipote Anniba- reminiscenze storiche, a Pera- mose pur; ma in sti nostri ultimi le: “Inxenocite anca ti, Anibale, e sto, ultimo territorio della deca- sentimenti,che i sigila la nostra tientela mente par tuta la vita!”. A duta Serenissima Repubblica ad gloriosa corsa soto el Serenisi- ricordare questo legame e una tra- arrendersi alle forze austriache, mo Veneto Governo, rivolgemose dizione profondamente radicata a seguito del Trattato di Campo- verso sta Insegna che lo rapresen- sono stati altri giovani; giovani di formio (17 ottobre 1797) fra Na- ta, e su de ela sfoghemo el nostro un Paese, l’Italia, che spesso tra- poleone Bonaparte e Francesco II dolor. Par trexentosetantasete ani scura e dimentica, per non dire che d’Asburgo, e all’orazione pronun- la nostra fede, el nostro valor, la ignora e misconosce questo baga- ciata in quel fatidico (funesto) mo- ga senpre custodia par tera e par glio della sua civiltà. Ebbene, ieri mento per la città dal conte Giu- mar, par tuto indove che i ne ga una scuola del Trevigiano è stata seppe Viscovich, ultimo capitano ciamà i to nemisi, che li xe stai pur pervasa da una ventata di aria dal- veneziano della sua guardia. Il 23 queli de ła Religion. Par trexento- mata-montenegrina, sospinta da agosto del 1797, i cittadini di Pe- setantasete ani le nostre sostanse, un battito di ali... del Leone mar- rasto si erano radunati per seppel- el nostro sangue, le nostre vite le ciani. Infatti, a conclusione delle lire il gonfalone della Serenissi- xe senpre stae par Ti, San Marco; attività legate al progetto “Il pa- ma sotto l’altare della cattedrale, e felicisimi senpre se gavemo re- trimonio culturale di origine vene- perché non fi nisse nelle mani dei putá, Ti co nu, nu co ti; e senpre ta nella Dalmazia montenegrina”, nemici. Davanti a una folla ingi- co Ti sul mar nu semo stai iłustri realizzato nell’Istituto Tecnico Ei- nocchiata, il Viscovich tenne un e virtuoxi. Nisuni co Ti ne gá vi- naudi di Montebelluna (Treviso), Perasto in una cartolina storica dell’Ottocento discorso commovente: il Giura- sto scanpar, nisuni co Ti ne gá vi- è stato presentato a studenti, ge- mento di Perasto, altrimenti cono- sto vinti e spauroxi! E se sti tenpi nitori e amici, nell’ambito di un quindi si è accennato al Montene- di un viaggio snodatosi nell’ar- sciuto come “Ti co nu, nu co Ti”: prexenti, infelici par inprevidensa, convegno presso la locale Biblio- gro oggi, come pure alla orme la- co dell’intero anno scolastico e “In sto amaro momento, in sto ul- par disension, par arbitrii ilega- teca Comunale. Nel corso dell’in- sciate dai dalmati a Venezia, non- che ha coinvolto cinque classi timo sfogo de amor, de fede al Ve- li, par visi ofendenti la natura e el contro, servito per fare il punto ché di scambi culturali tra le due dell’Istituto L. Einaudi. Fino al neto Serenissimo Dominio, el gon- gius de łe xenti, no Te gavese cavá sull’iniziativa, in particolare sulle sponde adriatiche. Alcuni inter- 16 giugno sarà allestita, inoltre, falon de la Serenisima Republica via, par Ti in perpetuo sarave stae nozioni e sui messaggi che sono venti hanno riguardato nello spe- all’interno dell’Istituto una mo- ne sia de conforto, o citadini, che le nostre sostanse, el nostro san- emersi dal percorso storico-didat- cifi co Perasto e il discorso del “Ti stra fotografi ca a testimonianza la nostra condota pasada da que- gue, la vita nostra, e pitosto che tico, è stata analizzata l’espansio- con nu, nu con ti”, con un appro- di alcune delle tappe più signifi - la de sti ultimi tenpi la rende più vedarTe vinto e dixonorá dai toi, ne di Venezia in Dalmazia, ciò che fondimento su ciò che accadeva cativi del progetto: la trascrizio- xusto sto ato fatal, ma virtuoxo, el corajo nostro, la nostra fede, se rimane oggi dello Stato da Mar di nella Serenissima Repubblica nei ne della Cronaca Martinovich (in ma doveroxo par nu. Savará da nu gaverave sepełio soto de ti. Ma xa una volta, con particolare cenno ai giorni dell’accorata orazione del lingua veneta), le tracce dalmate i vostri fi oi e la storia del xorno la che altro no ne resta da far par Ti, rapporti architettonici e artistici; conte Viscovich, e una rifl essione a Venezia, il viaggio a Perasto, le fará saver a tuta Europa, che Pe- el nostro cuor sia ł’onoratisima to si è parlato quindi della Cronaca su cosa rimane di quell’episodio. tracce venete in Dalmazia, l’in- rasto la ga degnamente sostegnu- tonba, e el piú puro e el piú gran- Martinovich, scritta in lingua ve- Come si diceva, il convegno contro con gli studenti del ginna- do fi n a l’ultimo l’onor del Veneto do to elogio le nostre lagrime.” neta e della sua decodifi cazione; è stato il momento conclusivo sio di Cattaro. Sabato, 9 giugno 2012 dalmazia 3 l suo omologo dalmata Andro Vlahušić empo rivali, ora diventano «gemelle»

Alcuni cenni storici La libertà, unica cosa non commerciabile Pur facendo parte intrinseca della Dalmazia e pur seguendo le vicissitu- dini storico-politiche delle sue città costiere, Ragusa occupa un posto speci- fi co nella regione, sia per i ricordi del passato che la collegano con le libere istituzioni dell’antica Roma e di Venezia, sia per la tradizione commerciale e soprattutto artistica e letteraria, per cui ricevette i lusinghieri appellativi di “Atene dalmata” e di Atene “slavo-illirica”. In questo fazzoletto di terra protetto da san Biagio – l’esiguo territorio raguseo si amplierà gradualmen- te nel tempo in seguito a donazioni dei dignitari serbi e croati, ma anche tramite il pagamento di ingenti somme di danaro – collocato nel meridio- ne dalmata, grazie alla lungimiranza e all’abilità di governo della sua élite artistocratica, si consumò una storia molto importante e affascinante, tanto da poter gareggiare con le principali città del Mediterraneo. Ragusa, rispet- to alle altre città dalmate, pur sviluppando una civiltà affi ne, dal punto di vista politico fu decisamente improntata a raggiungere il più alto grado di autonomia possibile. “Non bene pro toto libertas venditur auro” (non è bene vendere la liber- tà per l’oro) è l’antico motto raguseo. Riprendendo il modello oligarchico veneziano, l’antica repubblica era retta da un governo composto dal Gran Consiglio, costituito a vita da tutti i maggiorenti delle famiglie nobili e dal Senato cittadino; il potere esecutivo era in mano a un Consiglio minore for- mato da sette membri e guidato da un priore che rimaneva in carica solo un mese, per evitare la possibilità di supremazia di un solo individuo o di una famiglia. LA RUPE E ALTRI NOMI Scrive Costantino Porfi rogenito: “Nella lingua dei Romani, la città di Ragusa non è chiamata Ragusa, ma, Vista di Ragusa nel periodo immediatamente precedente poiché si trova in cima a dei colli, nell’idioma romano è chiamata lau, ‘la il disastroso terremoto del 1667 rupe’, sicché gli abitanti sono chiamati ‘Lausaioi’, cioè ‘quelli che vivono sulla rupe’. Ma la volgare consuetudine, che corrompe spesso i nomi alte- concessione più gradita alla città dalmata, il libero commercio con tutti, rando le loro lettere, ha mutato questo appellativo, e li chiama ‘Rausaioi’”. perfi no con i nemici dell’Ungheria anche in caso di confl itto con essi. In Nel tempo il nome della città venne scritto in vari modi, tutti derivanti dalla effetti, Ragusa diventava una repubblica praticamente autonoma ma sotto stessa radice: Lausa, Labusa, Raugia, Rausia, Rachusa e fi nalmente Ragu- protettorato magiaro. ze municipali hanno assistito a una sa. Il nome slavo Dubrovnik deriva invece dalla parola “dubrava”, e cioè Tutti i successivi sovrani ungheresi, da Sigismondo di Lussemburgo ad tappe dell’America’s cup, in cor- foresta di querce: questi alberi infatti ricoprivano un tempo la montagna di Alberto d’Asburgo e agli Jagelloni, ratifi carono i privilegi ragusei, e la cit- so proprio in quesi giorni a Vene- San Sergio (in slavo Brgat), sulle pendici della quale venne costruito il nu- tà, pensando ai propri privilegi, rimase pertanto fedele all’Ungheria, anche zia. “Forse fra cinque o dieci anni cleo antico della città. se, dopo che i turchi ottomani avevano cominciato a farsi sentire sempre potremo anche noi a Ragusa ospi- TANTI PRETENDENTI Nel corso della sua più che bimillenaria esi- più minacciosi nell’entroterra dalmata, essa avviò una politica non ostile tare la prestigiosa gara velistica”, stenza, a partire dal 593 a.C., data della fondazione dell’antica Epidaurum alla Porta. Quando nel 1403 scoppiò un’insurrezione nei domini meridio- ha auspicato Vlahušić. Intanto, da parte di coloni greci, Ragusa fu contesa da ostrogoti, avari, slavi, bo- nali del Regno d’Ungheria e il re di Sicilia, Ladislao d’Angiò-Durazzo, ri- si prospetta una regata velica da sniaci, veneziani, bizantini, normanni, ungheresi e turchi, per non parlare vendicò la corona ungherese, Ragusa si dichiarò neutrale e si rifi utò altresì Venezia a Ragusa, che dovrebbe di francesi, russi, montenegrini e austriaci. Nella prima metà del VII se- di soggiacere al re di Bosnia, il quale, per piegarla alla sua volontà, inviò un svolgersi in autunno o al più tardi colo (secondo la tradizione nel 614), epoca delle invasioni degli Slavi e esercito agguerrito contro la repubblica dalmata. I rapporti di Ragusa con il prossimo anno. Sarà un appun- degli Avari nella penisola balcanica, gli abitanti della città di Epidaurum l’Ungheria rimasero amichevoli anche sotto il regno di Mattia Corvino, il tamento che, con scadenza annua- (l’attuale Ragusavecchia) cercarono rifugio su un’isola di fronte alla costa, fi glio di Giovanni Hunyadi. Per contro, si raffreddarono alquanto allorché il le, avrà come base di partenza una solo successivamente unita alla terraferma, che ha costituito il primo nu- re Mattia cambiò direttrice alla sua politica volgendosi a occidente. Quando delle città gemelle. Sarà un evento cleo urbano di Ragusa. Seppur con notevole autonomia, la città fu da quel Mattia morì, i ragusei chiesero che venisse eletto un sovrano capace di cac- a carattere sportivo-turistico e cu- momento soggetta alla protezione dell’Impero Bizantino. Durante questa ciare i nemici – leggasi i turchi – dal paese. linario. epoca, Ragusa cominciò a sviluppare un attivo commercio nel Mediterra- SI VOLTA VERSO LA SUBLIME PORTA Sennonché, rimasta sem- neo orientale. pre più abbandonata a sé stessa, nel 1514 la città di san Biagio decise di non Tante opportunità I PRIMI ACCORDI COMMERCIALI A partire dal XI secolo si im- pagare più le tasse al re d’Ungheria e dopo la battaglia di Mohács, del 29 Illustrando le possibilità e le pose come città marittima e mercantile soprattutto nell’Adriatico, stringen- agosto 1526, che segnò tragicamente la fi ne della potenza medievale ma- tante “fi nestre” che si stanno apren- do accordi e contratti con altre città; il primo contratto commerciale cono- giara, Ragusa aderì alfi ne al Turco con la stessa lealtà che prima aveva ma- do grazie all’accordo, Vlahušić ha sciuto risale al 1148 e fu stipulato con la città di Molfetta, ma per resistere nifestato ai sovrani ungheresi. Consolidatosi nei Balcani il potere turco, i citato la cooperazione tra atenei: contro lo strapotere veneziano in Adriatico fu determinante soprattutto l’al- ragusei saranno costretti a pagare a prezzo molto alto la propria libertà: il è previsto lo scambio tra studen- leanza con Ancona (dal 1199). Alcuni storici affermarono che la Repubbli- tributo annuo al sultano arriverà fi no a 12.500 ducati. Ciò però permetterà ti e docenti tra le due università. ca di Ragusa fu l’unico Stato dei Dalmati italiani venutosi a creare. Il suo loro di praticare liberamente il commercio e di mantenere ciò che avevano “Stiamo sondando pure la possibi- stretto legame con l’Italia lo si deduce anche dal fatto che la Repubblica di di più caro: la loro autonomia. lità di portare a Ragusa pure un as- Ragusa viene considerata da alcuni studiosi come la “Quinta Repubblica LO ZENIT Il XV e il XVI secolo segnano un periodo di feconda saggio dei fi lm che verranno pro- Marinara di lingua italiana”. ascesa economica e straordinaria creatività culturale. Pur essendo que- posti alla Mostra di Venezia. Infat- SOTTO LA DOMINANTE SI DOTA DI UNA STRUTTURA DI sta l’epoca caratterizzata dalla permanente aspirazione di Venezia a do- ti, dopo il Lido e dopo aver fatto il GOVERNO Dopo la caduta di Costantinopoli, durante la IV Crociata nel minare l’Adriatico e dalle sempre più frequenti incursioni turche, Ragu- giro di quattro città italiane, le pel- 1204, Ragusa passò sotto il dominio della Repubblica di Venezia, dalla qua- sa, “come nave in mezzo al mare in gran tempesta” riesce ad allargare il licole verrebbero proiettate a Ra- le ereditò gran parte delle sue istituzioni. Il dominio veneto si prolungò per proprio dominio, conservare l’autonomia e l’indipendenza, e dispiegare gusa in una specie di prima mon- un secolo e mezzo, con brevi interruzioni: dal 1207 al 1211, dal 1215 al tutta la propria potenza economica, in particolare il commercio del sale e diale extra-italiana”, ha aggiunto 1217 e dal 1232 al 1235; inoltre, dal 1230 al 1232, la città fu soggetta alla dei minerali, e prosperare nei traffi ci per mare. È per essa un’epoca d’oro Vlahušić, il quale ha accennato an- sovranità del despotato d’Epiro. In questa epoca venne a delinearsi l’asset- segnata da una straordinaria creatività nelle lettere, scienze, pittura, scul- cora all’organizzazione di mostre to istituzionale interno della futura repubblica, con la comparsa del Senato tura, urbanistica, arte orafa, marineria, cantieristica. La fi oritura della vita e altre manifestazioni che avran- (1252) e l’approvazione dello Statuto Raguseo (9 maggio 1272), documen- economica manda inevitabilmente in frantumi le barriere medievali e pla- no come obiettivo la promozione to basilare della Repubblica, contenente tutte le norme che regolano la vita sma una società nuova che, decisamente volta verso la parte più progre- dell’offerta turistica delle due “ge- politica all’interno e all’estero, l’amministrazione, la marineria, il commer- dita del mondo di allora, è fermamente decisa a promuovere la creativi- melle”. cio, i diritti ereditari, l’urbanistica. La Serenissima nomina un rettore che, tà generale e la cultura della vita, ossia a dare un volto nuovo alla Città. appoggiato dalle gerarchie religiose, cerca di assumere il potere in città, ma Il mare e i commerci defi niscono la Città e sono le fonti del suo potere e Si chiude un cerchio il tentativo va a vuoto. della prosperità. Venezia e Ragusa, per undi- L’IDILLIO CON I MAGIARI Nel 1358, in seguito ad una guerra con IL DECLINO E LA RINASCITA Lo spostamento delle rotte com- ci secoli rivali, riscoprono dunque il Regno d’Ungheria, Venezia fu costretta a rinunciare, con la pace di Zara, merciali e poi il catastrofi co terremoto del 1667 la mettono in ginoc- un legame di amicizia e lo spirito a gran parte dei suoi possedimenti in Dalmazia (dal golfo del Quarnero a chio, anche se neppure in questo momento Ragusa s’arrende; sarà inve- di collaborazione nella tutela del Durazzo, e, in particolare, cedette le città di Nona, Zara, Scardona, Sebeni- ce l’inizio del XIX secolo il momento che le regalerà le ultime giorna- bene comune – quel mare che per co, Traù, Spalato e Ragusa e le isole di Cherso, Veglia, Arbe, Pago, Brazza, te della sua libertà. Ragusa, che nel vortice degli eventi della storia, ha entrambe è stato immensa risorsa Lesina e Curzola). Ragusa colse l’occasione per affrancarsi dal giogo ve- sempre saputo mantenere sempre un saggio equilibrio fra i suoi due se- di ricchezze e prosperità –, quin- neto e si diede volontariamente come vassallo al Regno di Ungheria (ap- colari nemici, il Leone veneziano e la Mezzaluna turca, non resisterà – di nel turismo e nella cultura. Per partenne al regno di Croazia e Dalmazia, ch’era unito dinasticamente alla come l’eterna rivale – all’avanzata dei francesi di Napoleone Bonaparte Tomislav Vidošević il gemellag- Corona di Santo Stefano). Ottenuto il diritto di autogoverno in cambio del e soprattutto all’affarmarsi del “nuovo”, di un modo diverso di conce- gio fi rmato a metà maggio giunge vincolo di assistenza con la propria fl otta e del pagamento di un tributo an- pire la politica, lo Stato (nazionale), l’economia. Nel 1808 il generale a coronamento di una nuova epoca nuale – di 5000 fi orini d’oro – al re d’Ungheria. francese Marmont decreterà la soppressione defi nitiva della Repubbli- di relazioni tra i due Paesi: nell’au- RISPETTO DELL’AUTONOMIA Dal canto suo, il sovrano promi- ca. Al potere napoleonico subentra quello austriaco, seguono i diffi ci- tunno scorso era andato in porto se di difendere la città contro il re serbo, il bano di Bosnia e contro tutti li giorni delle guerre mondiali, e poi quelli ancor più dolorosi, dopo le l’accordo di amicizia e collabora- i suoi potenziali nemici, e permise che essa conservasse tutte le consue- elezioni democratiche del 1990 quando, negli anni 1991-1992 è esposta zione tra Fiume e Trieste, quindi tudini, le libertà e gli ordinamenti, nonché la giurisdizione sulle sue iso- all’aggressione serbo-montenegrina. Ma la città resiste a tutto, intrinse- era seguito a marzo quello tra Za- le e i possessi di terraferma e, fatto più importante e presumibilmente la camente inviolata, patrimonio nostro e di sé stessa. gabria e Roma. 4 Sabato, 9 giugno 2012 dalm Lo Split ha conosciuto nella sua storia periodi altalenanti. Negli ultimi anni è arrivato Dopo aver toccato il fondo, i rossi

di Igor Kramarsich ([email protected]) Otto mesi fa hanno giocato le loro prime partite in una Cop- pa europea e precisamente nella Uefa Europa league. Doma- ni festeggeranno i primi 100 anni di vita. Di chi stiamo parlan- do? Dell’RNK Split. La seconda squadra di calcio di Spalato. Nata all’ombra dell’ingombrante cugino di nome Hajduk, lo Split si è da sempre contraddistinto non soltanto per i suoi risultati quanto, dal punto di vista sportivo, per il lavoro con i giovani. E i giovani fi n dai suoi primi anni di vita sono stati il fulcro della società. Però parlare di un periodo lungo 100 anni è tutt’altro che agevole. La storia di questa società è stata molto travagliata, contraddistinta da chiusure, lotte politiche, cambiamenti di nomi. Insomma una sto- ria complessa. Vediamola.

ell’estate del 1991 la Croa- si dovette accontentare di un ono- zia proclamò l’indipenden- revole secondo posto. Nza e abbandonò le competi- Questo fu l’ultimo acuto della zioni sportive dell’ormai ex Jugo- squadra spalatina, visto che fecero slavia. Nella nuova Croazia sovra- seguito stagioni mediocri. Nella sta- na, alla luce del suo piazzamento nel gione 1993/94 lo Split fi nì soltanto al precedente campionato jugoslavo, settimo posto e fu appena quarto tra lo Split fu ammesso nella Seconda le squadre dalmate, a ben 21 punti lega, girone sud. Per il club spalatino dalla soglia per la qualifi cazione. Si in Terza lega. Pure qui nel livello in- timo terzo posto, un piazzamento che che poi hanno fatto epoca giocan- fu l’ennesima ingiustizia, visto che trattò di una cocente delusione. Man- feriore di competizione il ruolo svol- la società mai aveva osato nemmeno do in altri lidi. Va segnalato senza prima era meglio piazzato rispetto cò anche il riscatto nella stagione to dalla compagine spalatina fu mar- sognare; e per di più a soli due pun- dubbio il fatto che proprio allo Split all’Istra di Pola. Però la Federcalcio 1994/95, quando la Seconda lega fu ginale. Nella stagione 2000/01 i dal- ti dai cugini dell’Hajduk. Però que- hanno fatto i loro primi passi tre fu- croata preferì assegnare l’ultimo po- di nuovo divisa in tre gironi: lo Split mati furono soltanto undicesimi su 15 sto terzo posto permise pure ai rossi turi gloriosi allenatori e in seguito sto disponibile alla Regione istriana non andò oltre il quarto posto a sette squadre. di Spalato di disputare l’UEFA lea- anche selezionatori della nazionale piuttosto che a una squadra dalmata punti dalla “zona calda”. Un risulta- ULTIMO POSTO Evitarono gue. Una competizione europea che croata. come lo Split. La stessa vicissitudi- to questo paragonabile a una solen- danni maggiori grazie all’ennesima la squadra prima non aveva mai avu- TOMISLAV IVIĆ Qui si è fat- ne capitò pure a diverse altre società ne batosta. riorganizzazione dei campionati e al to l’opportunità di affrontare. E nep- to le ossa Tomislav Ivić, non da po- sia della Dalmazia che della Slavo- LA RISCOSSA Nel corso di fatto che nessuna squadra fu retroces- pure a questa sfi da la squadra non ar- chi considerato il migliore allenatore nia, che però al contrario dello Split quell’estate ci fu una grande riorga- sa. Nel 2001/02gli spalatini si piazza- rivò impreparata. croato della storia. Ivić giocò per anni non erano pronte per ragioni varie a nizzazione delle competizioni e si rono al nono posto in una competizio- Le gare continentali ebbero ini- nello Split (con 42 presenze negli sto- competere alla pari nella Prima lega. passò alla Seconda lega unica, de- ne molto equilibrata, a soli tre punti zio al secondo turno di qualifi cazio- rici campionati di Prima lega), prima La scelta di privilegiare l’Istria, natu- nominata 1HNLB. In parole pove- dalla zona retrocessione. Purtroppo ne: gli spalatini si ritrovarono ad af- di tentare senza troppo successo l’av- ralmente, aveva le sue buone ragio- re la compagine spalatina fi nì rele- nella stagione successiva accadde frontare l’estate scorsa lo Domžale. ventura nell’Hajduk. Finita la carrie- ni d’essere di carattere geopolitico, gata al terzo livello di competizione. quello che sembrava prmai inevitabi- Riuscirono a imporsi sia in trasferta ra di giocatore, nel 1967 ritornò alle in quanto la Dalmazia e in particola- Qui, nella stagione 1995/96, disputò le alla luce delle diffi coltà che la com- per 2-1, sia in casa per 3-1. Però nel origini, ovvero allo Split che lo ave- re Spalato (basti ricordare l’Hajduk) ancora una volta un campionato me- pagine stava incontrando.. Nel cam- terzo turno arrivò la sconfi tta a Lon- va visto crescere. Guidò la squadra erano già ottimamente piazzate nelle diocre; nel girone sud fi nì soltanto al pionato 2002/03, infatti, lo Split fi nì dra contro il Fulham per 2-0. Dopo lo nella sua prima stagione di allenato- varie competizioni sportive che con- settimo posto. Finalmente la riscossa all’ultimo posto e piombò diritto nel- 0-0 dell’andata la squadra dalmata fu re in prima, nella stagione 1967/68. E tano. ebbe luogo nella stagione 1996/97. la Quarta lega, dove si trattenne per eliminata. Dopo la rapida uscita dal questo fu l’inizio di una grandissima VENTI DI GUERRA Lo Split, Con la Seconda lega (di nome, ma in qualche anno. I primi segnali di ri- giro europeo e un campionato inizia- e gloriosa carriera, ricca di succes- abituato a situazioni del genere dal realtà terzo livello di competizione) scossa si ebbero appena nel campio- to in sordina, si temeva una stagione si. Ivić negli anni guidò le naziona- sapore politico, non si abbatté e si divisa in cinque gironi, lo Split si ri- nato 2006/07, quando i rossi di Spala- mediocre. Però la squadra non si ar- li di Jugoslavia (1973-74 nella com- preparò al meglio per la stagione trovò a dominare il proprio campio- to arrivarono secondi, a un passo dal- rese; venne cambiato l’allenatore del- missione di selezionatori con altri tre 1991/92, che alla fi ne si disputò com- nato, imponendosi con ben 10 punti la qualifi cazione nel rango superiore, la stagione d’oro, Ivan Katalinić. Con allenatori; partecipò ai mondiali del pletamente nella primavera del 1992. di vantaggio e conquistando il primo che fortunatamente giunse già l’anno il tempo migliorarono i risultati. E il 1974), Croazia (1994-96 come di- Visti i venti di guerra che soffi ava- posto. Un successo importante que- dopo. Infatti gli spalatini dominano il resto è praticamente storia dei giorni rettore della nazionale e selezionato- no impetuosi specie nella Dalmazia sto, che riportò la compagine dalma- campionato sud, girone A e fi nalmen- nostri. Poche settimane fa la squadra re in una partita), Emirati Arabi Uniti centrosettentrionale e le diffi cili co- ta al secondo livello di competizione, te fecero ritorno nella Terza lega. E ha concluso il campionato ottenen- (1996-97) e Iran (1998). municazioni con la parte continenta- dove si rivelò di nuovo dominatrice. questo fu soltanto l’inizio della nuo- do un ottimo quarto posto a soli due Se con le nazionali non ebbe gran- le della Croazia, si decise di divide- Nel girone sud la squadra fu costan- va fi aba spalatina. La squadra ormai punti dalla soglia che, se raggiunta, di successi, con le società di club fece re la Seconda lega in tre gruppi. Per temente in testa e alla fi ne s’impose sembrava irresistibile, in grado di tra- avrebbe consentito una nuova parte- faville. Per la prima volta assunse le tale motivo lo Split si ritrovò a dispu- senza problemi con diverse giornate volgere ogni avversario. Dopo la vit- cipazione alla UEFA league. redini dell’Hajduk nel 1973 e in tre tare il girone sud, ossia quello della di anticipo. toria nel girone di Quarta lega segui- COPPA, POCHE SODDISFA- stagioni vinse due campionati e quat- Dalmazia. Fu un campionato molto Però questa volta il primo posto rono stagioni in cui lo Split fu un au- ZIONI La squadra ha partecipato tro coppe. equilibrato, che vide fi no alla 12.esi- garantiva solamente la partecipazio- tentico dominatore. Nella stagione in sei occasioni alla coppa naziona- ALL’AJAX Arrivò in seguito la ma giornata la squadra spalatina lot- ne al play off per la qualifi cazione. 2008/09 gli spalatini stravinsero il le. Poche le soddisfazioni. Alla sua sua prima avventura all’estero, nel tare per la qualifi cazione. Ma il 24 Qui gli spalatini furono inseriti nel campionato, girone sud della Terza prima partecipazione nella stagione glorioso Ajax di Amestardam. In due maggio arrivò purtroppo la sconfi t- gruppo due con il Cibalia di Vinkov- lega, e tornarono in Seconda lega. 1992/93 rischiò di eliminare i cugini anni vinse campionato e coppa nazio- ta interna contro i vicini del Mar So- ci e lo Zagorec di Krapina. Alla fi ne FINALMENTE PRIMI E pure dell’Hajduk. Vinse per 3-0 al Poljud; nale. Tornato in Dalmazia, rivinse il lin, per cui tutti i sogni di gloria sva- ci fu una grande delusione, viste le qui furono soltanto di passaggio. In- però poi in casa fu sconfi tta per 4-0 campionato con l’Hajduk. S’impose nirono in un battibaleno. Alla fi ne la due sconfi tte di misura in casa contro fatti riuscirono a dominare pure que- e pertanto eliminata. Nel 1994/95 lo poi nel campionato belga con l’An- squadra ottenne un solido terzo po- lo Cibalia per 1-0 e in trasferta per sto campionato, per cui nella stagione Split uscì agli ottavi, fermato dai fi u- derlecht di Bruxelles. Seguirono sta- sto a tre punti dalla soglia per la qua- 2-1 a Krapina. Il premio di consola- 2009/10 arrivò il tanto agognato pri- mani del Rijeka. Nel 1997/98 la com- gioni tra Italia, Grecia e Jugoslavia lifi cazione al livello di competizione zione, a conti fatti, fu l’ottenimento mo posto, con il conseguente piazza- pagine dalmata registrò un’autentica per fi nire in Portogallo con il Porto, superiore. della qualifi cazione alla nuova Se- mento nel campionato di Prima lega. disfatta contro il modesto Dilj di Vin- dove in una sola stagione 1987/88 SCALATA AL VERTICE conda lega unica. Si trattò di una qualifi cazione rag- kovci, di nuovo negli ottavi. Dopo i riuscì a vincere ben quattro allori: il Nella stagione 1992/93 venne or- UN GIUSTO PREMIO Nella giunta con diverse giornate di antici- sedicesimi di fi nale nel 1999/00 e la campionato, la coppa nazionale, la ganizzata una Seconda lega divisa stagione 1998/99 gli spalatini non ri- po e con il club fi nalmente fi nanzia- batosta contro il Marsonia, si dovet- supercoppa europea e la coppa inter- in due gironi. In quello sud si re- uscirono mai a dettare legge, nono- riamente stabile e con grandi ambi- tero attendere ben 10 lunghi anni per continentale. Furono successi storici gistrò una lotta fratricida a due tra stante si ritrovassero costantemente zioni. L’ingresso nella massima serie arrivare a qualche timido segnale di per questo club. Vinse poi la coppa di lo Split e il Primorac di Stobreč. nella parte superiore della classifi ca. rappresentò il coronamento di un so- ripresa. Nella stagione 2009/10 la Spagna con l’Atletico, il campiona- La battaglia durissima si concluse Alla fi ne il quinto posto fu un giusto gno a lungo accarezzato. squadra passò le qualifi cazioni, ma si to francese con l’Olympique. Segui- alla 21. esima giornata: il pareggio premio per una buona stagione in un Al contrario degli anni ‘50 e ‘60 arrese nel sedicesimi di fi nale contro rono stagioni senza successi, con pe- a Ploče contro la Jadran rappresen- girone molto forte. Anche se le am- quando la qualifi cazione in Prima lo Slaven Belupo. Infi ne nell’ultima riodi alla guida delle scuole giovanili tò di fatto una sconfi tta nell’ambi- bizioni non mancavano mai e l’idea lega portò subito a grosse diffi coltà e stagione una nuova uscita agli ottavi in vari Paesi e come vicedirettore nel to dei tentativi di dare la scalata al fi ssa di approdare un giorno in Pri- la squadra si ritrovò in parte impre- di fi nale. Insomma, una competizione suo Hajduk. Ivić si è spento il 24 giu- vertice. In precedenza la squadra ma lega era sempre presente, pun- parata ad affrontare una simile “gran- da sempre avara di successi. gno 2011. si era trovata costantemente in te- tualmente i vecchi problemi torna- de avventura”, questo non fu di sicu- PASSATI ALLA STORIA STANKO POKLEPOVIĆ sta o nelle prima posizioni in clas- vano sempre a galla. Questa volta ro il caso di quest’ultimo salto di ca- Sono passati alla storia tantissimi Quasi tutta la carriera di giocatore sifi ca. “Grazie” a questo pareggio, i nodi erano di carattere prettamen- tegoria. giocatori dello Split. Non sono di- l’ha trascorso allo Split pure Stanko il Primorac passò in testa e negli te fi nanziario. Il problema era mol- SQUADRA COMPETITIVA ventati famosi militando nelle fi le Poklepović, il secondo selezionatore incontri successivi a suon di vitto- to grave e demotivò non poco i gio- Anzi, tutto il contrario. La squadra si di questa società. A farsi valere è della nazionale croata. L’ha guidata rie mantenne la prima posizione. catori e l’ambiente tutto della squa- rivelò estremamente competitiva e fu stato il vivaio dei rossi di Spalato: in quattro partite, tra luglio e ottobre Non da meno in fatto di ottimi ri- dra. Alla fi ne arrivò un magrissimo costantemente nelle prime posizioni grazie all’ottima scuola giovanile del 1992. Le sua stagioni d’oro furo- sultati fu lo Split, che però alla fi ne 15.esimo posto, con la retrocessione della classifi ca. Alla fi ne arrivò un ot- sono stati sfornati grandi giocatori no quelle con l’Hajduk, che guidò tra mazia Sabato, 9 giugno 2012 5 o fi nalmente ai primi posti della classifi ca nazionale (8 e fi ne) di Spalato a un passo dal trionfo

1992. SECONDA LEGA: GIRONE SUD: 13. NERETVANAC OPUZEN 36 14 4 18 43:58 46 11. NERETVA METKOVIĆ 30 11 6 13 38:41 39 1. MAR SOLIN 14 10 3 1 23: 7 23 14. GOŠK ADRIACHEM K.GOMILICA 36 11 10 15 34:52 43 12. DUBROVNIK 30 10 9 11 34:42 39 2. PRIMORAC ŠTOBREČ 14 10 3 1 18: 5 23 15. PRIMORAC BIOGRAD 36 11 8 17 37:47 41 13. KONAVLJANIN ČILIPI 30 12 3 15 38:60 39 3. SPLIT 14 8 4 2 19: 8 20 16. DINARA KNIN 36 11 8 17 27:44 41 14. RAŠTANE 30 10 7 13 35:50 37 4. NERETVA METKOVIĆ 14 4 5 5 14:11 13 17. ZMIJAVCI 36 8 5 23 28:72 29 15. DOŠK DRNIŠ 30 7 7 16 27:66 28 5. NERETVANAC OPUZEN 14 6 1 7 10:18 13 18. TROGIR 36 4 7 25 35:82 19 16. ORKAN DUGI RAT 30 7 3 20 31:66 24 6. JUNAK SINJ 14 4 0 10 19:22 8 19. JADRAN TUČEPI 36 2 4 30 10:103 10 7. JADRAN PLOČE 14 2 3 9 11:24 7 2002./03. TERZA LEGA: GIRONE SUD: 8. SLAVEN KONAVLE 14 2 1 11 16:35 5 1997./98. SECONDA LEGA: GIRONE SUD: 1. MOSOR ŽRNOVNICA 28 17 8 3 56:25 59 1. SPLIT 32 21 5 6 52:19 68 2. KONAVLJANIN ČILIPI 28 16 7 5 54:26 55 1992./93. SECONDA LEGA: GIRONE SUD: 2. SOLIN 32 18 9 5 51:25 63 3. JUNAK SINJ 28 15 3 10 45:30 48 1. PRIMORAC ŠTOBREČ 30 19 7 4 68:16 45 3. MLADOST IK PROLOŽAC 32 19 6 7 43:31 63 4. NERETVA METKOVIĆ 28 13 6 9 42:34 45 2. SPLIT 30 17 10 3 58:15 44 4. JUNAK SINJ 32 18 7 7 55:32 61 5. VAL KAŠTEL STARI 28 9 11 8 29:27 38 3. MAR SOLIN 30 16 11 3 39:20 43 5. USKOK KLIS 32 17 6 9 58:44 57 6. JADRAN PLOČE 28 11 4 13 39:33 37 4. NERETVA METKOVIĆ 30 12 11 7 41:28 35 6. MOSOR ŽRNOVNICA 1 32 15 8 9 51:33 52 7. VELEBIT BENKOVAC 28 11 3 14 38:38 36 5. ORIJENT RIJEKA 30 14 6 10 45:34 34 7. PREVLAKA GRUDE 1 32 14 10 8 48:27 51 8. DUBROVNIK 28 10 6 12 37:47 36 6. JADRAN KASTEL SUČURAC 30 13 8 9 37:30 34 8. NERETVA METKOVIĆ 32 13 4 15 42:34 43 9. PRIMORAC BIOGRAD NA MORU 28 10 5 13 37:40 35 7. NERETVANAC OPUZEN 30 14 5 11 40:28 33 9. HRVATSKI VITEZ POSEDARJE 32 12 4 16 37:37 40 10. POLJIČANIN SRINJINE 28 9 7 12 30:38 34 8. ROVINJ 30 11 9 10 38:26 31 10. DUBROVNIK 32 10 8 14 26:40 38 11. JADRAN KAŠTEL SUČURAC 28 9 7 12 31:48 34 9. JADRAN PLOČE 30 9 10 11 35:33 28 11. JADRAN KASTEL SUČURAC 32 8 10 14 30:49 34 12. GOŠK ADRIACHEM K. GOMILICA 28 9 6 13 34:42 33 10. NEHAJ SENJ 30 10 5 15 24:52 25 12. OMIŠ 32 10 4 18 32:55 34 13. OMIŠ 28 10 3 15 41:59 33 11. JUNAK SINJ 30 9 7 14 33:43 24 13. VAL KAŠTEL STARI 32 10 3 19 32:53 33 14. PAG 1 28 10 3 15 34:46 32 12. JADRAN POREČ 30 5 13 12 26:46 23 14. ZMAJ MAKARSKA 32 8 9 15 37:50 33 15. SPLIT 28 7 9 12 30:44 30 13. CROATIA ZMIJAVCI 30 9 5 16 36:53 23 15. JADRAN NGB PLOČE 32 8 7 17 26:46 31

14. SLAVEN KONAVLE 30 7 8 15 21:57 22 16. PRIMORAC AM ŠTOBREČ 32 7 7 18 22:42 28 2008./09. TERZA LEGA: GIRONE SUD: 15. LABIN 30 5 8 17 23:56 18 17. RAŠTANE 32 7 7 18 33:58 28 1. SPLIT 34 23 8 3 80:20 77 16. KRALJEVICA 30 5 7 18 21:46 17 2. RAŠTANE 34 20 8 6 70:35 68 1998./99. SECONDA LEGA: 3. ZMAJ MAKARSKA 34 18 8 8 44:29 62 1993./94. SECONDA LEGA: GIRONE SUD: 1. VUKOVAR ‘91 36 22 8 6 69:29 74 4. VELEBIT BENKOVAC 34 17 8 9 54:35 59 1. NERETVA METKOVIĆ 30 22 7 1 60:15 51 2. ISTRA PULA 36 21 9 6 71:27 72 5. PRIMORAC BIOGRAD 34 16 6 12 56:42 54 2. ORIJENT RIJEKA 30 21 8 1 62:15 50 3. SEGESTA SISAK 36 22 4 10 84:34 70 6. GOŠK DUBROVNIK 34 15 6 13 37:42 51 3. JADRAN POREČ 30 14 9 7 40:26 37 4. ČAKOVEC 36 19 8 9 62:38 65 7. ZAGORA UNEŠIĆ 34 14 8 12 47:44 50 4. JADRAN KASTEL SUČURAC 30 13 9 8 41:31 35 5. SPLIT 36 17 8 11 60:34 59 8. KONAVLJANIN ČILIPI 34 14 6 14 48:53 48 5. ROVINJ 30 13 6 11 37:39 32 6. BELIŠĆE 36 17 8 11 67:50 59 9. HRVACE 34 13 8 13 56:46 47 6. CROATIA ZMIJAVCI 30 12 7 11 40:38 31 7. BJELOVAR 36 17 7 12 53:43 58 10. PRIMORAC 1929 STOBREĆ 34 15 2 17 52:62 47 7. SPLIT 30 12 6 12 53:42 30 8. OTOK 36 16 7 13 56:49 55 11. JADRAN KAŠTEL SUČURAC 34 11 9 14 52:55 42 8. USKOK KLIS 30 11 8 11 36:33 30 9. ZAGOREC 36 15 6 15 50:55 51 12. DUGOPOLJE 34 12 4 18 45:46 40 9. RUDAR LABIN 30 9 10 11 21:28 28 10. JADRAN POREČ 36 13 9 14 58:45 48 13. OMIŠ 34 10 8 16 29:40 38 10. NERETVANAC OPUZEN 30 11 6 13 29:36 28 11. SOLIN 36 14 6 16 49:49 48 14. JADRAN LUKA PLOČE 34 11 5 18 30:49 38 11. JADRAN PLOČE 30 11 3 16 37:44 25 12. CROATIA SESVETE 36 14 6 16 52:56 48 15. NERETVA METKOVIĆ 34 9 10 15 40:56 37 12. MAR SOLIN 30 6 11 13 35:39 23 13. ORIJENT RIJEKA 36 13 9 14 39:48 48 16. NERETVANAC OPUZEN 34 10 7 17 39:58 37 13. JUNAK SINJ 30 7 8 15 35:52 22 14. IMOTSKA KRAJINA PROLOŽAC 36 13 8 15 49:54 47 17. VAL KAŠTEL STARI 34 10 2 22 33:66 32 14. ULJANIK PULA 30 7 7 16 21:43 21 15. CROATIA ĐAKOVO 36 11 12 13 45:48 45 18. GOŠK AC K. GOMILICA 34 9 5 20 34:68 32 il 1984 e 1986, quando sfi orò in due 15. PREVLAKA GRUDE 30 5 11 14 27:62 21 16. BUDUĆNOST HODOŠAN 36 12 8 16 49:85 44 16. NEHAJ SENJ 30 5 6 19 21:52 16 17. SAMOBOR 36 5 11 20 40:84 26 occasioni la conquista del campiona- 2009./10. SECONDA LEGA: 18. POSAVINA ZAGREB 36 5 7 24 29:76 22 to nazionale. Vi fece ritorno nell’estate 1. SPLIT 26 16 5 5 56:26 53 1994./95. SECONDA LEGA: GIRONE SUD: 19. INKER ZAPREŠIĆ 36 3 5 28 25:103 14 del 1991 e anche grazie a lui l’Hajduk 2. POMORAC KOSTRENA 26 14 5 7 41:24 47 1. USKOK KLIS 32 20 6 6 59:23 66 ottenne i primi successi nel campiona- 3. HRV. DRAGOVOLJACZAGREB 26 11 9 6 35:23 42 2. DUBROVNIK 32 18 8 6 60:28 62 1999./00. SECONDA LEGA: to e nella coppa di Croazia. L’ultimo 4. LUČKO ZAGREB 26 12 6 8 38:28 42 3. SOLIN 32 16 9 7 54:27 57 1. MARSONIA SLAVONSKI BROD 32 19 7 6 52:18 64 successo nella coppa nazionale lo re- 5. SOLIN 26 10 10 6 29:22 40 4. SPLIT 32 15 10 7 51:34 55 2. ČAKOVEC 32 18 9 5 62:38 63 6. VINOGRADAR MLADINA 26 11 4 11 38:37 37 gistrò nel 2009/10, durante la sua fu- 5. MOSOR ŽRNOVICA 32 14 9 9 52:29 51 3. ZADARKOMERC 32 19 5 8 47:25 62 7. RUDEŠ ZAGREB 26 10 7 9 38:38 37 gace apparizione all’Hajduk. 6. TROGIR 32 13 10 9 31:31 49 4. POMORAC KOSTRENA 32 17 9 6 49:26 60 8. JUNAK SINJ 26 10 5 11 29:31 35 MIRKO JOZIĆ Per un bre- 7. PREVLAKA GRUDE 32 12 6 14 35:38 42 5. MOSOR ŽRNOVICA 32 17 8 7 55:26 59 9. IMOTSKI 26 10 4 12 40:49 34 ve periodo allo Split ha giocato Mir- 8. JUNAK SINJ 32 10 10 12 37:37 40 6. SEGESTA SISAK 32 15 11 6 58:29 56 10. MOSOR ŽRNOVNICA 26 9 6 11 26:34 33 ko Jozić. E’ rimasto noto come alle- 9. JADRAN KASTEL SUČURAC 32 9 13 10 37:43 40 7. PIK VRBOVEC 32 15 10 7 57:39 55 11. SUHOPOLJE 26 8 7 11 29:31 31 natore delle giovanili della nazionale 10. JADRAN NGB PLOČE 32 9 12 11 41:52 39 8. SOLIN 32 15 6 11 53:42 51 12. VUKOVAR ‘91 26 7 10 9 31:39 31 jugoslava (oro con la U20 ai mondia- 11. VAL KAŠTEL STARI 32 9 10 13 30:36 37 9. ORIJENT RIJEKA 32 10 11 11 37:41 41 13. MOSLAVINA KUTINA 26 6 6 14 25:44 24 li del 1987), della nazionale juniores 12. OMIŠ 32 8 12 12 36:38 36 10. BELIŠĆE 32 11 6 15 42:43 39 14. SEGESTA SISAK 26 4 4 18 17:46 16 e seniores della Croazia (partecipò al 13. RAŠTANE 32 9 9 14 36:47 36 11. JADRAN POREČ 32 11 5 16 37:53 38 mondiali del 2002). Ha ottenuto risul- 14. ZMAJ EUROHERC MAKARSKA 32 11 3 18 39:53 36 12. CROATIA SESVETE 32 9 7 16 38:48 34 tati di prestigio soprattutto in Sudame- 15. JADRAN TUČEPI 32 9 8 15 40:55 35 13. BJELOVAR 32 9 5 18 38:49 32 2010./11. PRIMA LEGA: rica, dove ha portato la squadra cilena 16. CROATIA ZMIJAVCI 32 8 10 14 42:63 34 14. ČAZMATRANS ČAZMA 32 7 8 17 33:50 29 1. DINAMO ZAGREB 30 22 6 2 52:12 72 del Colo Colo a storici successi con- 17. NERETVANAC OPUZEN 32 4 11 17 25:71 23 15. SPLIT 32 6 8 18 29:68 26 2. HAJDUK SPLIT 30 16 7 7 54:32 55 tinentali. 16. ZAGOREC KRAPINA 32 5 7 20 24:63 22 3. SPLIT 30 16 5 9 38:22 53 Ma nello Split hanno giocato pure 1995./96. SECONDA LEGA, TERZO LIVELLO: GIRONE SUD: 17. OTOK 32 6 4 22 28:81 22 4. CIBALIA VINKOVCI 30 12 8 10 33:24 44 altri futuri famosi giocatori. Tra di essi 1. JUNAK SINJ 30 20 7 3 48:23 67 18. MLADOST SUHOPOLJE        5. INTER ZAPREŠIĆ 30 12 6 12 31:35 42 vanno ricordati Tonči Gabrić, Aljoša 2. MOSOR ŽRNOVNICA 30 19 10 1 59:11 67 6. KARLOVAC 30 11 8 11 25:27 41 Asanović, Darko Butorović, Nenad 3. SOLINKALTENBERG 30 16 9 5 50:24 57 2000./01. TERZA LEGA: GIRONE SUD: 7. SLAVEN BELUPO KOPRIVNICA 30 10 10 10 34:30 40 Pralija, Ivica Vastić, tutti futuri nazio- 4. VAL KAŠTEL STARI 30 13 8 9 32:26 47 1. GOŠK 1919 DUBROVNIK 27 17 7 3 54:23 58 8. OSIJEK 30 9 12 9 31:29 39 nali. 5. PRIMORAC BIOGRAD 30 12 7 11 46:36 43 2. USKOK KLIS 28 17 5 6 67:37 56 9. RIJEKA 30 9 12 9 29:35 39 NOTI ALLENATORI Infi na da 6. JADRAN KAŠTEL SUČURAC 30 11 8 11 40:32 41 3. JUNAK SINJ 28 14 7 7 46:26 49 10. ZADAR 30 11 5 14 31:34 38 notare che la squadra nella sua storia è 7. SPLIT 30 10 10 10 51:34 40 4. PRIMORAC STOBREČ 27 14 6 7 56:31 48 11. VARAŽDIN 30 9 9 12 33:37 36 stata guidata da famosi allenatori, che 8. ZMAJ MAKARSKA 30 11 4 15 35:43 37 5. VAL KAŠTEL STARI 28 14 4 10 54:32 46 12. ŠIBENIK 30 8 11 11 37:38 35 hanno ottenuto grandi successi prima 9. PREVLAKA 30 10 7 13 25:27 37 6. VELEBIT BENKOVAC 28 13 5 10 41:41 44 13. ZAGREB 30 9 8 13 32:39 35 o dopo aver tenuto in mano le redini 10. OMIŠ 30 8 12 10 32:36 36 7. DUBROVNIK 28 12 6 10 45:24 42 14. LOKOMOTIVA ZAGREB 30 8 9 13 24:37 33 degli spalatini. Qui dobbiamo ricor- 11. JADRAN NGB PLOČE 30 10 5 15 34:39 35 8. POLJIČANIN SRINJINE 28 10 7 11 43:45 37 15. ISTRA 1961 PULA 30 9 4 17 23:45 31 dare: Nikola Gazdić, Leo Lemešić, 12. RAŠTANE 30 9 8 13 35:49 35 9. OMIŠ 28 9 8 11 30:36 35 16. H. DRAGOVOLJAC ZAGREB 30 5 8 17 24:55 23 , Franjo Glaser, Jozo 13. JADRAN TUČEPI 30 10 4 16 32:49 34 10. PRIMORAC BIOGRAD NA MORU 27 10 5 12 22:33 35 Matošić, Frane Matošić, Ljubo Ko- 14. MLADOST PROLOŽAC 30 8 9 13 28:39 33 11. SPLIT 27 10 4 13 27:36 34 2011./12. PRIMA LEGA: keza, Zlatko Papec, , 15. TROGIR 30 8 9 13 25:46 30 12. JADRAN PLOČE 28 8 6 14 27:46 30 1. DINAMO ZAGREB 30 23 6 1 73:11 75 Branko Kraljević e Ivan Katalinić. 16. CROATIA ZMIJAVCI 30 5 3 22 26:84 18 13. NERETVA METKOVIĆ 28 6 10 12 32:45 28 2. HAJDUK SPLIT 30 16 6 8 50:24 54 ALTI E BASSI Questo è la storia 14. DOŠK DRNIŠ 28 7 5 16 18:49 26 3. SLAVEN BELUPO KOPRIVNICA 30 14 10 6 41:27 52 dello Split. Una squadra che negli anni 1996./97. SECONDA LEGA, TERZO LIVELLO: GIRONE SUD: 15. ORKAN DUGI RAT 28 3 3 22 11:69 12 4. SPLIT 30 14 8 8 43:32 50 ha conosciuto alti e bassi. Una squadra 1. SPLIT 36 25 5 6 73:25 80 5. LOKOMOTIVA ZAGREB 30 13 8 9 34:32 47 rimasta all’ombra dell’Hajduk, che 2. RAŠTANE 36 22 4 10 75:34 70 2001./02. TERZA LEGA: GIRONE SUD: 6. ZAGREB 30 13 6 11 36:42 45 però ha sempre combattuto con deter- 3. JADRAN NGB PLOČE 36 18 9 9 56:37 63 1. PRIMORAC STOBREČ 30 21 3 6 63:24 66 7. OSIJEK 30 11 10 9 45:38 43 minazione contro tutte le diffi coltà, da 4. OMIŠ 36 19 6 11 60:36 63 2. POLJIČANIN SRINJINE 30 15 7 8 60:38 52 8. ISTRA 1961 PULA 30 11 9 10 35:33 42 5. MLADOST PROLOŽAC 36 19 4 13 58:36 61 3. JUNAK SINJ 30 13 8 9 44:28 47 9. CIBALIA VINKOVCI 30 12 6 12 34:36 42 quelle di carattere politico a quelle di 6. POSEDARJE 36 18 6 12 53:41 60 4. GOŠK ADRIACHEM K.GOMILICA 30 11 14 5 39:29 47 10. ZADAR 30 11 7 12 29:44 40 natura fi nanziaria. Ora la squadra, che 7. PREVLAKA GRUDA 36 17 8 11 49:29 59 5. VAL KAŠTEL STARI 30 14 2 14 59:43 44 11. INTER ZAPREŠIĆ 30 11 5 14 33:33 38 è guidata ormai da anni dai fratelli Sla- 8. JADRAN KAŠTEL SUČURAC 36 17 7 12 54:35 58 6. VELEBIT BENKOVAC 30 11 11 8 46:37 44 12. RIJEKA 30 9 11 10 29:29 38 ven (presidente) e Jozo (vicepresiden- 9. ZMAJ MAKARSKA 36 16 10 10 55:35 58 7. JADRAN PLOČE 30 12 6 12 44:37 42 13. LUČKO 30 6 13 11 29:36 31 te) Žužul, sta vivendo il suo momento 10. SOLIN KALTENBERG 36 17 7 12 61:41 58 8. OMIŠ 30 12 5 13 48:42 41 14. ŠIBENIK 30 6 9 15 27:39 27 d’oro ed ha da poco festeggiato i suoi 11. VAL KAŠTEL STARI 36 16 9 11 52:34 57 9. SPLIT 30 12 4 14 55:48 40 15. KARLOVAC 30 6 7 17 25:53 24 primi 100 anni. 12. DOŠK DRNIŠ 36 14 5 17 39:58 47 10. PRIMORAC BIOGRAD NA MORU 30 11 7 12 38:48 40 16. VARAŽDIN 30 2 3 25 16:70 8 Sabato, 9 giugno 2012 6 dalmazia STORIA La Repubblica di Venezia prodiga di riconoscimento ai suoi sudditi della sp I Cavalieri della Serenissima di Giacomo Scotti prio di goder tutti li honori, auto- FRANCESCO BOLIZZA In AMBITE INSEGNE A parte LETTURA IMPARZIALE rità, privilegi, et preliminenze che data 30 giugno 1616, dunque, il le decorazioni concesse per motivi Questi fatti d’armi, scrive in propo- ui si parla di “privilegi” godono tutti gli altri cavallieri; in nobile di Cattaro Francesco Bo- politici ed economici, resta il fatto sito il Pazzi, sono ben documenta- concessi a fedelissimi segno delle quali cose habbiamo lizza fu nominato Cavaliere di San che furono numerosi i dalmati pre- ti ed “offrono una lettura imparzia- Qsudditi dalmati della Se- commesso, che gli sia fatto il pre- Marco dal doge della Serenissima miati con il titolo nobilare e con le le della situazione della Dalmazia renissima distintisi nella fedeltà sente privilegio munito col nostro repubblica di Venezia Giovanni ambite insegne di Cavaliere di San vista sia come provincia di confi ne alla regina dell’Adriatico soprat- solito sigillo à memoria di posteri. Bembo. Lo fu per la fedeltà dimo- Marco per essersi dimostrati valo- dello Stato Veneto che (come) ba- tutto in scontri con i corsari, e con Data in Nostro Ducali Palatio die strata dalla sua famiglia alla regina rosi combattenti in terra e sul mare luardo della cristianità contro il tur- altri nemici della repubblica ma- ultimo Junii 1616”. dell’Adriatico, soprattutto per aver al servizio di Venezia. Il cavaliera- co”. rinara. Cominciamo con la con- CATTARO Il secondo, datato assicurato per quarant’anni il servi- to di San Marco era l’ordine eque- ETNIE Elencando poi i nomi cessione del cavalierato a due no- il 25 gennaio di cinque anni dopo, zio postale marittimo con Costanti- stre più importante della Serenis- dei cavalieri dalmati, l’autore della bili cattaraini, i bolizza. Il primo dice: nopoli, dove con la nave dei Boliz- sima repubblica, le cui origini ri- raccolta dei documenti li suddivi- recita: “S’è resa inogni tempo fedele, za venivano portate le lettere dello salivano al XIII secolo. Stando a de per “etnie” onde ritrarre la com- “Joannes Bembo Dei Gratia e cosi pronta alliservitii della no- Stato veneto “con circospezione e una certosina ricerca di Piero Paz- posita realtà dalmata, nella quale Dux Venetiarum. Universis et sin- stra Repubblica la fedelissima fa- prudenza”, affrontando i non pochi zi, resa pubblica in un volume edi- “è ben visibile la provenienza sla- gularis presens Privilegium in- meglia Bolizza da Cattaro che ben pericoli, aggiungiamo noi, di una to non in Italia, ma in Montenegro, va aumentata nel corso dei secoli specturis notum esse volumus. Che deve la benignità nostra abbrac- navigazione minacciata da corsari il gruppo più fi tto di sudditi onorati XVII e XVIII dalla politica di asi- havendo per longo tempo esperi- ciare con egual prontezza ogni oc- e da spie, per cui mettevano a re- con il cavalierato nella lunga storia lo della Repubblica nei confron- mentata l’incorotta fede, e sum- casione di render consolati, e con- pentaglio la vita stessa. Nel “Pri- della Serenissima fu proprio quello ti delle popolazioni fuggiasche dal ma diligenta della fedelissima fa- tenti i discendenti da quella. Onde vilegio” non vengono menzionati dalmato con ben 77 cavalieri: die- Turco alle quali Venezia diede ap- miglia Bolizza Nobile di Cattaro, essendo comparso alla presenza episodi particolari riferiti a France- ci di Zara e 6 del suo territorio, 7 poggio e asilo all’interno del pro- la quale con singolar prontezza ha nostra Domino Vincenzo Bolizza sco Bolizza, così come il cavaliera- di Cattaro e altrettanti di Perasto, 6 prio territorio”. I cavalieri dalmati sempre incontrato tutte le occasio- fi gliolo del fedelissimo et beneme- to concesso dal doge Antonio Priuli di Lésina, 4 di Budua, 3 di Cher- vengono suddivisi in cinque gruppi ni de ben servir la Repubblica No- rito nostro Zuanne Bolizza, espo- il 25 gennaio 1621 a un altro Bo- so, altrettanti di Dobrota e Veglia, etnici: trentanove di etnia “latina” stra, senza alcun riguardo de pro- nendo con humulissimo affetto la lizza, Vincenzo fi glio di Giovanni, due di Sebenico ed altrettanti di (tra il 1420 e il 1712), ventisette di prii interessi, et della vita stessa, devotione dell’animo suo, et la vo- non si riferisce a uno speciale atto Traù, uno di ciascuna delle seguen- etnia croata (periodo 1622-1696), et oltre l’haver per quarant’an- lontà, che tiene di mostrarsi non di eroismo del neocavaliere, ben- ti località: Castelnuovo di Cattaro sette di etnia “morlacca” (cristiani ni esercitato il carico importante solo imitatore della virtù, et fede sì ai meriti acquisiti da suo padre. (Hercegnovi), Perzagno, Spalato, ortodossi), due serbi, tre di ascen- d’ispedir le fregate et publiche let- de suoi maggiori, ma di spende- Quella dei Bolizza, in verità, era Arbe, Scardona e Knin, 18 di loca- denza turca cristianizzati. Con la tere per Costantinopoli con quelle re la propria vita per benefi cio, una delle più eminenti famiglia pa- lità non precisate. Se si sommano precisazione che fra i “latini“ cin- circonspetione et prudenza, che è et grandezza del Dominio nostro, trizie di Cattaro sulla quale Vene- le località delle Bocche di Cattaro que erano di ascendenza greca. molto ben nota, et con piena pub- habbiamo voluto dimostrare ver- zia faceva conto per la stabilità del (Cattaro, Perasto, Budua, Dobro- blica soddisfatione, ha mostra- so questo honorato soggetto alcun proprio dominio nelle Bocche. Dal ta, Castelnuovo e Perzagno) soltan- Lungo elenco to sempre segni di sincera, et ot- segno della pubblica munifi cenza suo seno uscirono anche alcuni po- to quel breve pezzo di Dalmazia, e di cavalieri tima volontà, aggiongendosi anco per maggiormente renderlo pron- eti: Gianfrancesco autore di versi in più precisamente del Montenegro, ad honorate conditioni, et le qua- to à bene operare verso gli interes- latino e italiano, Giovanni seguace ebbe ventitrè cavalieri della Sere- I Cavalieri delle Bocche di lità di Domino Francesco Bolizza, si nostri. Però hoggi alla presenza di Torquato Tasso, Marino vissu- nissima. A differenza della maggior Cattaro dei quali esiste una do- che lo fanno meritevole d’esso da di molti gentilhuomini, et altri ho- to a Venezia ed a Modena dove si parte dei cavalieri di Venezia, Ve- cumentazione furono tre Nicco- noi, secondo il costume antico de norati soggettiservati, i riti, et al- spense quale socio dell’Accademia rona, Vicenza, Bergamo, Brescia, lò Bolizza, un Francesco, un Gio- nostri predecessori, e secondo la tre ceremonie solite in simili casi, degli Elpomeni, e Vincenzo. Tut- Padova, Treviso, Rovigo, Belluno, vanni e un Vincenzo Bolizza, due pubblica dispositione, con honore- l’habbiamo creato Cavalier, im- ti indistintamente si laurearono a greci, albanese e di altri luoghi che Nicolò Pasquali e Girolamo Pima, vole dimostratione honorato, per- partendogli auttorità di poter usar Padova tra il XVI e il XVII seco- divennero cavalieri ereditari o “per tutti indicati di etnia latina; Bar- ché maggiormente s’accende alla le vesti auree, la cinta, l’armi, la lo. Era un Bolizza cattarano anche circostanza”, per meriti legati al tolomeo Geliseo, Pietro Marco- continuatione de suoi fruttuosi spada, li sprironi aurei, et ogn’al- lo scrittore Mariano che fu amba- loro uffi cio quali ambasciatori, fun- vich, Giovanni Burovich, France- servitii. Però hoggi nel nostro ple- tro ornamento militare, et appres- sciatore speciale della Serenissima zionari statali eccetera, quasi tutti i sco Viscovich, Pietro Bane, Gio- no Collegio con solite, et ordina- so di godere le immunità, prelemi- in Montenegro ed Albania, autore dalmati (ai quali vanno aggiunti 12 vanni Bronza, Giuseppe Bronza, rie cerimonie, et servate tutte quel- nenze, tutti li privileggi, et honori della “Relatione et descrittione del istriani) ottennero il cavalierato per Marco Ivanovich, Nadal Giocca, le cose solite osservarsi, l’habbia- proprii della dignità di Cavaliero, Sangiaccato di Scutari” e Giovanni personali meriti militari, per l’eroi- Antonio Zerman, Giuseppe Iva- mo creato cavalliero importendoli et che appartengono alla vera mi- (Zano) Antonio (1650-1706) nomi- smo dimostrato in fatti d’armi, in novich, Nadal Radimiri e Matteo auttorittà di poter usar le armi, le litia. In segno delle quali cose hab- nato Governatore veneto del Mon- particolare per aver combattuto sul Ballovich indicati di etnia croa- veste, li sproni, la cintura, et tut- biamo ordinato il prersente nostro tenegro e comandante delle mili- mare contro i corsari barbareschi, ta; due Giovanni Suliman indicati ti altri ornamenti militari, et che privileggio munito col nostro so- zie montenegrine e delle Bocche di (Tunisia, Algeria, Marocco), con- come turchi cristianizzati (ambe- appartengono alla vera militia, et lito sigillo à memoria de posteri. Cattaro nelle battaglie contro Soli- tro i Turchi o gli Uscocchi in difesa due di BudUa). Gli zaratini furo- alla dignità di cavalliero, et appro- Data die 25 Ianuario 1621”. man-pascià del 1692. di Venezia e dei suoi interessi. no Giovanni Rosa, Gerardin Ge- I fedelissimi di San Marco

Anticamente riportato come cappa rossa (con ricamata sul- l’unica onorifi cenza equestre, la spalla la croce bianca dalle il Cavalierato di San Marco era punte biforcate) e la cintura do- indubbiamente uno degli ordini rata. Ai patrizi era concesso di più importanti della storia del- portare una stola dorata sopra la Repubblica di Venezia. Esso la cappa. Nessuno però a Vene- variava perlopiù d’importanza zia adottava questi contrasse- e considerazione pubblica a se- gni. Il cavalierato non era ere- conda che fosse maggiore o mi- ditario. nore l’autorità per decreto del- L’insegna dell’Ordine era co- la quale veniva concesso, cioè stituita da una medaglia d’oro che la deliberazione di nomina caricata dal leone di San Marco, provenisse dal Maggior Consi- nimbato e accovacciato, con la glio, dal Senato o dal Doge. La testa posta di fronte, che teneva funzione di consegna del colla- con le zampe anteriori un libro re dell’Ordine si compiva o nel aperto su cui spiccavano le pa- Pien Collegio o nelle stanze pri- role in lettere maiuscole romane vate ducali. I Cavalieri, in ogni PAX TIBI MARCE EVANGE- modo, venivano sempre armati LISTA MEUS. Nel caso dei pa- dal Capo della Repubblica, che trizi, questi nelle occasioni uffi - toccava loro le spalle con uno ciali non potevano portare la me- spadone pronunciando le se- daglia, ma indossavano una stola guenti parole: “ESTO MILES dorata, che per l’appunto li face- FIDELIS”. Successivamente, va defi nire “Cavalieri dell’Ordi- se al decorato era stato decreta- ne della Stola d’Oro”. to il dono di una collana d’oro Nel nostro caso ci interessa- (anch’essa simbolo dell’Ordi- no i Cavalieri di San Marco ori- ne), questa gli veniva posta al ginari dell’Adriatico orientale, collo dal Doge stesso. in particolare della Dalmazia. I Cavalieri di San Marco po- Furono numerosi, fedeli alla Se- tevano portare, come tutti i ca- renissima e si conquistarono il valieri d’ogni parte del mondo, Cavalierato... sul campo. Ripor- la spada, gli speroni d’oro, la tiamo le loro gesta... Sabato, 9 giugno 2012 dalmazia 7 onda orientale dell’Adriatico antemurale della cristianità rardini, Michele Rosa, Antonio 1485 occupano l’Erzegovina, ar- Bertolazzi, Giacomo Grisogono, rivano sulla riviera di Makarska, Girolamo Fanfogna, Pietro Detri- alle foci del fi ume Neretva ed a co, Pietro Fanfogna, Simone Fan- Castelnuovo di Cattaro (Herce- fogna, due Francesco Fanfogna e gnovi). Si hanno i primi episodi Gregorio Calzina, tutti di etnia la- di guerra di corsa sul mare. Nel tina, ma anche Smoglian Smoglia- 1497, con la vittoria sul campo di novich, Stojan Mestrovich, Nico- Corbavia, i Turchi dilagano anche lò Nuncovich, Vule Nuncovich in Croazia e migliaia di profughi e Sanissa Metrovic, tutti “mor- cercano la salvezza e la protezio- lacchi” del territorio o contado di ne in Dalmazia, sulle isole e al di Zara. Altri cavalieri dalmati furo- là del mare in Italia. I domini dal- no Nicolò Paladini, Pietro Bertuc- mati di Venezia sono nuovamen- ci, Pietro Stalio, Giovanni Obra- te minacciati, scoppia la seconda vich e Cancigno Bevilacqua di Lé- guerra veneto-turca che durerà sina; Simon Detrico e Girolamo dal 1499 al 1503. Venezia perde Detrico di Traù, Giacomo Cicuta, molte delle sue terre in Levante, Francesco Cicuta, Santo Cicuta e mentre in Dalmazia si vede inva- Gian Nicolò Zottini di Veglia, An- dere il contado di Zara, devastare gelo Giustinian e Giovanni Gresa- la zona intorno a Spalato, a Traù nis Simonich di Sebenico, Antonio ed a Nona. e Giovanni Alberti di Spalato; Gi- NON BASTANO I TURCHI rolamo Zaro di Arbe; Antonio Ju- Ma non bastano i Turchi. Contro cevich Zanchi di Scardona (Skra- Venezia congiurano anche grandi din): Giovanni Sinobad di Knin; potenze europee, dalla Francia alla Giovanni Palicucchia (Palikuća) Spagna all’Impero. Sono perciò di Castelnuovo di Cattaro; Andrea tempestosi pure i primi decenni Ismaeli di Curzola; Andrea Petris, del Cinquecento. E quando Vene- Nicolò Petris e Giacomo Ferric- zia ha ragione di tutte le congiure, cioli di Cherso; infi ne Ferdinando il Turco si riaffacciò più minaccio- Scardona, Giovanni Rados, Stefa- so che mai da Belgrado all’Adria- no e Michele Raccovich, Giovan- tico. Nel 1521 le truppe ottomane ni Marinovich, Andrea Butrovich, espugnarono Knin e Scardona; nel Pietro Bragucina, Giovanni Clin, dicembre 1523 cadde nelle loro Giovanni Mecchiavich, Gicha mani Ostrovizza, nel 1525 Scris- Peppo Salonich e Demetrio Gian- sa sul Canale della Morlacca, nel covich dei quali non viene preci- 1527 Obrovazzo. I nuovi confi ni sata la località di appartenenza. A turchi in Croazia diventano i con- questi vanno aggiunti due cittadini fi ni turchi con la Dalmazia veneta. della Repubblica di Ragusa, quin- PIAZZEFORTI Comincia al- di non sudditi di Venezia, divenuti lora la costruzione di fortezze, ca- pure cavalieri di San Marco: Gero- stelli, bastioni, muraglie, fossati lamo Mattiasevich e Matteo Juch. eccetera intorno alle città trasfor- lo al Nobile di Lèsina Nicolò Pa- ci parla di Giovanni Suliman jr ci- chi sul mare, ma senza specifi ca- ISTRIANI L’elenco si allun- mate in piazzeforti lungo tutto il ladini, fi glio di Giacomo, che rice- teremo perciò solo la parte in cui re quali e quando. ga con i dodici cavalieri istriani: litorale da Zara a Sebenico, a Le- ve in dono pure una vesta dorata si loda la famiglia Sulimani, “prin- NOBILE E ANTICA FAMI- Palo Persico di Andrea, “istriano” sina, a Traù, a Spalato, a Cattaro. e, molto probabilmente, una colla- cipale della città nostra di Budua GLIA Seguiva una menzione sui (1560), Orazio Negri di Albona e Prima ancora che si compiano tut- na d’oro, per un valoroso combat- fedelissima della Repubblica No- meriti precedentemente acquisiti suo fi glio Gian Battista, Barnaba te le fortifi cazioni scoppia la terza timento da lui sostenuto “contro la stra” per avere “in ogni tempo con dalla sua “nobile et antica famiglia Brutti e Pietro Pola, nobili di Ca- guerra con gli ottomani annunciata fl otta turca”. somma fede et devotione dato se- che in pace et in guerra ha sem- podistria, Olimpo Gavardo, capo- dalla caduta di Clissa: si guerreg- MERITI MILITARI Nel giu- gno del reverente, e devoto affet- pre dato chiari segni della sua de- distriano pure lui, Pietro Caldana gia nel Levante, si guerreggia in gno del 1510 le insegne di cavalie- to verso li pubblici interessi, spen- votione e fede, esponendo non so- da Pirano, Vincenzo Beroaldo da Dalmazia: lungo le Bocche di Cat- re furono concesse a un altro dal- dendo prontamente nelle occasio- lamente le sostanze, ma le proprie Rovigno, Benedetto Adorno da taro, a Scardona, nel Canale della mata, Giovanni Detrico, Nobile di ni non solo le sostanze, ma le pro- vite nelle occasioni di pubblico bi- Cittanova ed altri tre capodistria- Marlocca, sotto Ostrovizza e Ka- Traù, “ condottiero della Repub- prie vite ancora, come ha fatto il sogno, et in particolare di Domino ni. Il rovignese e il cittanovese rin, nel territorio di Zara, presso blica nella battaglia di Legnago”, q.(uondam) Andrea Zottinis che al tempo del- ottennero il cavalierato per meri- Zemunik, a Nona… fi no alla pace distintosi per meriti militari. D. Zuanne Suliman Cavalier la guerra contro il Turco, come so- ti militari e di essi, valenti capita- dell’ottobre 1540. I territori vene- USCOCCHI Porta invece la che dopo un lungo, devoto, et va- pracomito di Galera prestò hono- ni di mare, avremo da dire in se- ti in Dalmazia si sono ristretti e i data del 15 gennaio 1593 il Privi- loroso servitio, fu da corsari men- ratissimo servitio, come fece suo guito. Sfogliando le pagine di vari Turchi continuano la pressione. legio della concessione dell’ordi- tre era espedito per pubblico ser- zio Domino Giacomo, che in altra studiosi, ma soprattutto tra i docu- INSOLENZA Nella sua “Sto- ne di San Marco al nobile zaratino vitio crudelmente trucidato, et occasione armò anche egli sopra- menti raccolti e pubblicati dal Paz- ria di Dalmazia” Giuseppe Praga Gerardin Gerardini, insignito per morto ad imitazione del quale D. comito coll’istesso ardore di ben zi (il suo libro non è un saggio né sintetizza: “La pressione turca era essersi battuto contro gli Uscoc- Nicolò suo fi gliolo si è per diver- servizio al suo Principe” eccetera. una narrazione, si compone uni- continua e si esercitava con tale in- chi, sotto i quali aveva sofferto la se occasioni essercitato con molta CASATA VEGLIOTA Anno- camente di fotografi e, indicazioni solenza di forme che la Repubbli- schiavitù. Liberato con riscatto, lode et in particolare nelli ultimi tiamo che la casata vegliota cui ap- di fonti, elenchi nominativi e bra- ca, decisa… a non più impegnarsi tornò al servizio della squadra na- motti del Friuli come Capitano de parteneva Giannicolo Zottini alias ni preziosi di documenti) cerche- col Turco, mal riusciva a contene- vale veneziana (insieme a sudditi Cavalli nelle più pericolose impre- Zottinis, viene ricordata nei docu- remo ora di mettere insieme qual- re. Il trentennio dal 1540 al 1470 è albanesi), quindi si adoperò “con- se nelle quali combattendo valoro- menti sin dal XIV secolo con il co- che episodio saliente fra quelli in- certamente il più crudo e nero pe- tra Uscocchi nelle barche arma- samente fu più volte gravemente gnome modifi cato in Zutigno, de dicati nelle motivazioni per la con- riodo della storia moderna in Dal- te, prendendone molte di inimici, ferito di moschetto. Onde per tutte Zutigno, Zotini, Zottinio, Zottinis, cessione del cavalierato. Seguendo mazia. Miracoli di abilità, di tatto, et ammazzando, et facendo di essi queste cose, et per quello, che si Zutinis, Zuttimis, Zettinus e Zetti- l’ordine cronologico e limitandoci di destrezza fecero i conti, i capita- prigionieri”. Insieme al cavaliera- può sperar sempre da questa de- na. Incontriamo un giudice all’ini- a quelli che oggi potremmo defi ni- ni ed i rettori delle città per venire to gli fu donata una catena d’oro vota famiglia, et in particolare da zio, poi tre vicecomes ovvero vi- re eroi del mare, cominciamo dal a capo della rudezza dei sangiac- del valore di “ducati venticinque”. Domino Nicolò soggetto di molto sconti, un rector della città, ancora cavalierato concesso nel 1474 dal chi, degli agà, dei cadì, dei dizdar, L’istriano di Albona Orazio Ne- valore habbiamo voluto far appa- alcuni giudici, diversi notai, avvo- doge Marcello al Nobile di Lési- con i quali avevano ordine peren- gri fu fatto cavaliere il 19 giugno rir nella persona sua alcun segno cati, un abbate e vicario generale na Nicolò Paladini, fi glio di Gia- torio di “vicinare ben””. 1618 per aver contribuito “sotto della pubblica munifi cenza”. del vescovo: insomma, una fami- como, che ottenne in dono anche BATTAGLIA DI LEPANTO varie forme” “a favore della difesa EROISMI Tenendo conto de- glia che ha lasciato indelebili im- una veste dorata e, probabilmente, Si arriva così alla Guerra di Cipro per le guerre in Istria sia in campa- gli eroismi di Giovanni e Nicolò pronte sull’isola e nel suo capo- una collana d’oro per un valoroso nel 1568, alla battaglia di Lepanto, gne di mare che di terra…”. Suliman, “è stato da noi decora- luogo, per esempio a Dubašnica combattimento sostenuto “contro alla guerra degli Uscocchi che se- VALOROSO COMBAT- to delgrado di Cavaliere” eccete- dove aveva estesi poderi. la fl otta turca”, non sappiamo esat- gna i primi decenni del Seicento, TENTE Un cavalierato concesso ra eccetera il nobile Giovanni Su- SUDDITO FEDELISSIMO tamente quando e dove. si va avanti con la Guerra di Can- al nobile di Budua Giovanni Suli- liman junior. Nello stesso anno Da Zottini-Zottinis saltiamo al le- dia… Tutte passano per la Dalma- man il 1.mo febbraio 1621 per me- 1620, in data 27 giugno, il “Cava- sinese Giovanni Obradich Bevi- Guerre senza fi ne zia, coinvolgono decine di locali- riti non suoi, ma della sua fami- lier di sua Serenità” il doge, Za- lacchia, insignito del cavalierato e uomini valorosi tà dalmate, decine di migliaia di glia, ci permette di spendere qual- nantonio Cornovalli, fece “fede il 15 aprile 1660. La motivazione combattenti dalmati sudditi della che parola di più su un suo omo- che sua Serenità” aveva “fatto lo presenta come “suddito fede- Ricordiamo i tempi che cor- Serenissima. Ci sono scontri san- nimo parente “Domino Zuanne Cavalier il molto illustre signor lissimo e benemerito della nostra revano, gli anni della prima guer- guinosi ed atti di grande coraggio, Suliman” insignito del cavaliera- Zan Niccolò Zottini di Domino isola di Liesina”, che “si distin- ra turco-veneziana protrattasi quindi non possono mancare le de- to nel 1589, e sul suo fi glio Nico- Francesco, nobile della città di se in molte occorrenze (…) come dal 1463 al 1479 con rifl essi an- corazioni per la fedeltà, il valore lò “Capitano di cavalli” che com- Vegia”. Nel prosieguo fu preci- ad esempio al tempo dell’attacco che sull’Adriatico dove i Turchi, dei “sudditi”. battè valorosamente nella guerra sato che il cavalierato gli veniva di Spalato (da parte delle solda- che avevano già conquistato gran Torniamo così ai Cavalieri di di Gradisca o degli Uscocchi tra concesso per i meriti militari per- tesche ottomane dalla terraferma) parte dell’Albania tra il 1474 e San Marco. Risale al 1474 il cava- l’Istria e il Friuli, riportando nu- sonalmente acquisiti partecipan- nel soccorrer a capo di una molti- 1478, continuano a dilagare. Nel lierato concesso dal doge Marcel- merose ferite. Del Privilegio che do a combattimenti contro i Tur- tudine di barche quella città”. Sabato, 9 giugno 2012 8 dalmazia TRADIZIONI Alla Giornata delle diversità culturali la Comunità si è fatta valere Lussignani alla kermesse zaratina n occasione della Giornata delle diversità culturali, che Iquest’anno è giunta alla sua VIII edizione, nella cittadella si è svolta la tradizionale manifestazio- ne che raccoglie tutte le minoranze del territorio zaratino sotto un cal- do inclemente (per fortuna!). Han- no aperto la manifestazione il pre- sidente della Contea di Zara, Sti- pe Zrilić e il vicesindaco Dražen Grgurović, oltre al presidente del coordinamento cittadino delle mi- noranze, Veselko Čačić, esponente della comunità nazionale serba. Numeroso il pubblico presente alla manifestazione CITTADELLA Variopinti i tavoli che si sono allungati sotto l’ombra delle antiche mura della veneta cittadella, con disposte in ordine sulle tovaglie specialità di ogni tipo. La Comunità degli Ita- liani ha preparato per l’occasione lasagne e melanzane alla parmigia- na, oltre a ciliegine di mozzarella e Le presidenti Rina Villani e Annamaria Saganić pomodorini di Pachino, nonché un tiramisù in mini bicchierini per gli innumerevoli golosi. IL BUON VINO ITALIANO E non poteva mancare sulla tavo- la del buon vino italiano. Si sono alternati nel programma i parteci- panti delle diverse minoranze con cori e balli. Quest’anno la comu- nità nazionale italiana ha invitato a rappresentarla il coro femmini- le della Comunità degli Italiani di Un assaggio di ciliegine di mozzarella e pomodorini Pachino Lussinpiccolo. L’invito è stato ol- per il vicesindaco di Zara, Dražen Grgurević tremodo gradito dalla presidente del sodalizio isolano, Annamaria Saganić, che fa parte ella stessa del gruppo canoro. Deturpata l’immagine del nucleo storico APPLAUSI Le loro canzonet- te sono state applaudite a lungo dal numeroso pubblico presente, ap- Un mostro di cemento partenente alle diverse minoranze locali. Ottime le impressione del- le “lussignane” che hanno defi nito «incombe» su Curzola la manifestazione, “una simpatica L’allestimento del tavolo con le degustazioni confusione” di gente, balli e canti. CURZOLA – Un “mostro” a parte i tempi di costruzione, CORDIALE INCONTRO A dove le presidenti dei due soda- “Gusarica”, ovvero la traduzio- di cemento incombe sul pitto- per dargli il via libera ammini- conclusione della Giornata delle lizi si sono scambiate doni ricor- ne in croato del romanzo di Raf- resco centro storico di Curzola strativo ce n’è voluto... Le au- diversità culturali ha avuto luogo do. Per le componenti del coro faele Cecconi “La Corsara”, da (Korčula). Le immagini idillia- torità locali non si scompongo- la visita del gruppo canoro alla la presidente della CI zaratina, poco presentato al pubblico za- che del Canale di Sabbioncello no: non pensano al “look”, ma Comunità degli Italiani di Zara, Rina Villani, ha regalato il libro ratino. (rv) e dell’isola di Curzola non sa- ai vantaggi derivanti dal centro ranno mai più tali, a meno di commerciale sotto casa. Le co- un miracolo diffi cilmente rea- modità del mondo moderno val- lizzabile, quello che le ruspe si gono bene qualche sacrifi cio vi- mettano in azione. E sì, perché sivo. E così a indignarsi rima- il “mostro” ha tutte le carte in ne il solito manipolo sparuto regola; “qualcuno” ha conces- di ambientalisti benpensanti. Il so generosamente all’investito- grosso dell’opinione pubblica re la licenza edilizia, senza pre- appare interte. occuparsi delle conseguenze per E dire che la cittadina di Cur- l’ambiente. Stiamo parlando di zola, capoluogo dell’omonima un megacentro commerciale, isola, è uno dei gioielli architet- uno dei tanti che spuntano come tonici dell’Adriatico: tra i palaz- funghi in tutta la Croazia. Sta- zi sono degni di menzione so- volta però è andato a... piazzarsi prattutto la cattedrale, di stile ro- non in un’anonima periferia, ma manico-gotico e dedicata a San a monte del centro urbano. Vi- Marco, e la Porta Meridionale sto da mare è quasi a un passo che dà accesso al centro storico, dalle case, poco lontano si ele- con a fi anco la torre Veliki Reve- va il campanile della Cattedrale lin (Rivellin Grando). E non di- curzolana. Quello che lascia at- mentichiamo che nelle vicinan- toniti è inoltre il fatto che la no- ze si può visitare la cosiddetta tizia su quest’ennesimo “scem- “casa di Marco Polo”. Ma nem- pio” ecologico sia recentissima. meno questo basta ormai a fre- Eppure l’enorme edifi cio non è nare gli speculatori... spuntato da un giorno all’altro: Dino Saffi

L’esibizione del coro di Lussinpiccolo Anno VII / n.69 del 9 giugno 2012 “LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat Edizione: DALMAZIA Redattore esecutivo: Dario Saftich / Impaginazione: Teo Superina Collaboratori: Giacomo Scotti, Ilaria Rocchi, Igor Kramarsich e Dino Saffi