PIANO DI EMERGENZA ESTERNa STABILIMENTO NUOVA SOLMINE S.P.A. LOC. (GR)

Edizione 2020

SCHEDA INFORMATIVA SINTETICA

(Chiunque ha interesse ad acquisire informazioni più dettagliate sulla pianificazione predisposta può avanzare richiesta alla Prefettura - Ufficio Territoriale di per visionare il testo integrale del documento) Premessa

Il piano di emergenza esterno dello stabilimento Nuova Solmine S.p.a., sito in località Casone di Scarlino, fornisce le migliori procedure che ciascun Ente/Autorità competente dovrà adottare in caso d’incidente che possa avere delle ripercussioni all’esterno dell’impianto, tenuto conto dei quantitativi di prodotti depositati, delle caratteristiche di pericolosità degli stessi, dell’ubicazione e degli effetti previsti.

Il piano è stato redatto in attuazione dell’art. 21 del decreto legislativo 26 giugno 2015 n. 105, secondo le “Linee guida – dicembre 2004” diramate con la Circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile N° DPC/GEV/0012522 del 4/03/2005.

Per l’elaborazione del documento è stato istituito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti della Prefettura di Grosseto, della Provincia di Grosseto, del Comune di Scarlino, del Comune di , del Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Grosseto, della Questura di Grosseto, del Comando Provinciale Carabinieri di Grosseto, del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Grosseto, della Sezione Polizia Stradale di Grosseto, del Posto Polizia Ferroviaria di Grosseto, del Comando Polizia Municipale di Scarlino, del Comando Polizia Municipale di Follonica, del Settore Rischio Industriale ARPAT - Area Vasta Centro di Firenze, del Dipartimento ARPAT di Grosseto, dell’Azienda USL Toscana Sud-Est, del Servizio Emergenza 118 di Grosseto e dello stabilimento Nuova Solmine S.p.A.

Il piano: a) descrive gli scenari derivanti da evenienze calamitose collegate al ciclo produttivo per la produzione di acido solforico. b) pianifica le misure da adottare da parte delle Autorità competenti per gestire l'emergenza e contenere al massimo le conseguenze dell'evento calamitoso sull'ambiente esterno nonché l'attività informativa e di soccorso per le popolazioni delle zone coinvolte nell'emergenza; c) standardizza le procedure e i messaggi da diramare per la sua attivazione; d) predispone i sistemi di allarme indispensabili per avvertire la popolazione e i soccorritori del pericolo incombente; e) prevede, da parte del Sindaco, la preventiva informazione alla popolazione presumibilmente interessata dall’evento pericoloso; f) raccoglie la cartografia degli elementi vulnerabili unitamente ai luoghi ove è necessario inviare con tempestività i soccorsi.

Inquadramento territoriale Lo stabilimento della Nuova Solmine S.p.A. è ubicato in località Casone nel Comune di Scarlino. Lo stabilimento si colloca nella parte terminale della Valle del Fiume Pecora nell’ambito della pianura del Casone, compresa tra l’abitato di Follonica e i rilievi di Poggio Petraiola a Nord, la dorsale collinare delle Serre ad Est, i rilievi collinari di Scarlino e Gavorrano a Nord-Est e la linea di costa a Sud-Ovest. Coordinate geografiche * (Greenwich): latitudine N 42° 55’ 226’’

* rispetto al camino punto di emissione longitudine E 10° 47’ 820’’ B1.F

L’area è caratterizzata da un assetto geomorfologico pianeggiante con quote sul livello del mare oscillanti tra i 6 e i 7 metri.

Il corso d’acqua più vicino è il fiume Pecora che si trova a ovest dello stabilimento.

Il reticolo delle acque superficiali di riferimento del PAI (Piano per l’Assetto Idrogeologico nel Bacino Toscana Costa, approvato con D.C.R. n° 12 del 25/01/2005) individua, nell’interno dell’area d’interesse alcuni corsi d’acqua tra i quali, quelli più significativi ai fini della valutazione della pericolosità idraulica, risultano essere:

1) Fiume Pecora, individuato nel Quadro conoscitivo del PIT (Piano di Indirizzo Territoriale) con codice GR 740

2) Canale Allacciante, individuato nel Quadro conoscitivo del PIT con codice GR 510

3) Controfossa Canale Allacciante, individuato nel Quadro conoscitivo del PIT con codice GR 694.

La carta della pericolosità in relazione al rischio idraulico del Piano Strutturale del Comune di Scarlino suddivide l’area d’interesse in due classi di pericolosità:

2° Classe (Pericolosità bassa)

3° Classe (pericolosità media): terreni che possono interessati da episodi di allagamento e/o ristagno d’acqua.

Il PAI individua alcune zone in area P.I.M.E. (pericolosità idraulica molto elevata) ed altre in area P.I.E. (pericolosità idraulica elevata).

Lo stabilimento è classificato in IV classe di sismicità, ovvero comune a bassa sismicità.

L’ambiente immediatamente circostante è caratterizzato da:

 ad ovest dal fiume Pecora;  a sud dallo stabilimento Venator Srl (impianto di produzione di biossido di titanio);  ad est dall’impianto di termovalorizzazione di proprietà di Scarlino Energia S.r.l., dalla S.P. n. 135 “Casone” e da terreni di proprietà Nuova Solmine;  a nord dalla S.P. n.106 del “Cassarello” e da un’area artigianale. Nelle immediate vicinanze dello stabilimento non vi sono strutture strategiche o rilevanti tipo: strutture ospedaliere e sanitarie, strutture civili e per l’istruzione.

Si rileva tuttavia la presenza di:

 un’area industriale che si estende fino alla costa, che comprende oltre alla Nuova Solmine anche le seguenti aziende: - Scarlino Energia s.r.l. che produce energia elettrica dalla combustione del CSS e gestisce un laboratorio ambientale ed un impianto di trattamento reflui liquidi (TAS) - Venator Italy s.r.l. che produce biossido di titanio

- Soleco s.r.l. (laboratorio di ricerca e analisi nel campo della chimica)

- GR Trasporti s.r.l. (autotrasporto merci)

- Getras s.r.l. s.r.l. (trasporti merci a lunga distanza)

- Solbat s.r.l. (prodotti igienizzanti e detersivi)

- Petri s.r.l. (impresa di movimento terra e lavori edili)

- Erre.Erre di Ricevuto Franco (autocarrozzeria);

 un’area artigianale in località la Botte posta a nord, a circa 1000 metri dallo stabilimento;  un raccordo ferroviario che collega lo stabilimento della Nuova Solmine alla stazione di ;  il pontile in loc. Puntone di Scarlino, in concessione alla Nuova Solmine S.p.a., per il carico e scarico delle navi cisterna, a supporto della propria attività di commercializzazione, produzione e vendita di acido solforico;  la linea ferroviaria Roma-Genova, che corre a circa 1200 metri dallo stabilimento;  la S.P. n.152 “Vecchia Aurelia”, a circa 1800 metri dallo stabilimento in questione e con percorso parallelo alla linea ferroviaria suddetta;  un campo per il volo sportivo a circa 1900 metri dal confine sud-est dello stabilimento;  S.P. n.106 del “Cassarello”;  S.P. n. 135 “Casone”.

Dati identificativi dello Stabilimento

Società: Nuova Solmine S.p.A.

Gestore dell’attività: Ing. Giuliano Balestri - Legale rappresentante

Responsabile dell’attività e portavoce: Ing. Gabriele Pazzagli – Direttore di Stabilimento

Stabilimento e uffici: Loc. Casone – Scarlino (GR)

tel. 0566/70111 fax 0566/51573

Lo stabilimento conta di n. 93 dipendenti diretti. (dati da Rapporto di Sicurezza 2010)

Descrizione delle attività svolte nello stabilimento e informazioni sulle sostanze pericolose utilizzate e stoccate

La materia prima per la produzione di acido solforico è lo zolfo che viene approvvigionato in forma granulare a mezzo di autocarri e mantenuto in stoccaggio all’interno di un’area delimitata da pareti di contenimento. Dal deposito, mediante pala meccanica, lo zolfo viene caricato in una tramoggia dosatrice dalla quale un nastro trasportatore alimenta, assieme ad un quantitativo controllato di calce (CaO), la vasca di fusione. Lo zolfo introdotto nella vasca di fusione fonde per effetto della temperatura del bagno a 145° C. Il liquido è mantenuto in movimento dagli agitatori per favorire lo scambio termico fra il prodotto e le serpentine di riscaldamento a vapore. Dalla vasca di fusione lo zolfo liquido si trasferisce a mezzo di uno sfioro per “troppo pieno” nella vasca di pompaggio provvista anch’essa di agitatore e di pompa del tipo sommerso per alimentare un serbatoio attraverso un filtro. Il serbatoio è in grado di ricevere direttamente lo zolfo liquido, nel caso di approvvigionamento diretto mediante autocisterne. Dal serbatoio, un quantitativo controllato di zolfo liquido viene prelevato dalle pompe di carica e convogliato al forno di combustione. Il processo è governato dalla sala di controllo mediante regolazione automatica della portata dello zolfo liquido e dell’aria comburente al fine di ottenere nei prodotti della combustione la concentrazione di anidride solforosa (SO2) desiderata. L’aria comburente viene prelevata dall’ambiente, filtrata ed essiccata in apposita apparecchiatura ed inviata ai bruciatori mediante il ventilatore installato a valle della medesima. Il controllo dell’area comburente è ottenuto mediante una valvola di regolazione che provvede al mantenimento della concentrazione dell’anidride solforosa all’ingresso del convertitore entro un campo compreso fra il 9 e il 10 % in volume. I gas solforosi uscenti dal forno, alla temperatura di circa 1070°C, fluiscono attraverso la caldaia per il recupero del calore che consente la produzione di vapore. La temperatura dei gas uscenti dalla caldaia è mantenuta costante da apposito sistema di regolazione del processo. Il circuito di produzione del vapore alimenta alcune utenze dello stabilimento e, soprattutto, il gruppo di produzione di energia elettrica mediante turbina a vapore e alternatore. Le condense prodotte dalle turbine sono ricircolate nella caldaia di recupero, assieme ad una corrente di reintegro effettuata mediante acqua demineralizzata fornita dall’impianto apposito. L’acqua di reintegro prima di essere inviata nel circuito della caldaia viene degasata in un degasatore. Dal degasatore l’acqua viene ripresa dalle pompe ed inviata agli economizzatori e da questi al corpo cilindrico della caldaia operante a 45 bar. Dal corpo cilindrico il vapore saturo fluisce verso i surriscaldatori per l’elevazione della temperatura a 450°C. La corrente gassosa in uscita dal forno di combustione è inviata all’impianto di conversione per la produzione di anidride solforica che avviene secondo la seguente reazione in presenza di catalizzatore. 1 + 2 La reazione si completa secondo quattro stadi di catalisi. → La reazione è esotermica e viene controllata mediante scambiatori di calore intermedi installati tra i vari stadi. L’anidride solforica viene trasformata, per assorbimento in soluzione acida, in acido solforico al 98% - 99% in peso secondo la reazione nel seguito descritta.

+ S

→ La reazione avviene nelle sezioni di assorbimento primaria e secondaria; il calore di reazione viene recuperato da appositi scambiatori di calore alimentati con acqua di mare. La trasformazione in acido riguarda il 90% circa della produzione, mentre il rimanente 10% dell’anidride solforica totale è deviato alla torre per la produzione dell’Oleum (H2SO4+SO3) in relazione della necessità del mercato.

Il funzionamento della torre di produzione di oleum è del tutto analogo a quello delle torri di assorbimento, differenziandosi esclusivamente per la soluzione di assorbimento, costituita da acido solforico concentrato.

I gas esausti, che eventualmente possono contenere tracce di anidride solforosa non reagita assieme a nebbie di acido solforico trascinato, prima di essere inviati al camino, sono convogliati nei sistemi di abbattimento dei fumi e nebbie.

La produzione dell’acido solforico e dell’Oleum viene immagazzinata in serbatoi a tetto fisso. Essi sono installati all’interno di bacini di contenimento.

La fase di avviamento dell’impianto prevede il preriscaldamento del forno di combustione dello zolfo ad una temperatura di circa 800°C, mediante combustione di gasolio. I gas combusti esausti vengono scaricati all’atmosfera attraverso il camino all’uscita della caldaia di recupero ad una temperatura di circa 300°C.

Stoccaggio Vasca di Combustion Reazione zolfo  fusione S  e SO2 SO3

90% 10%

Assorbim. Prod. Oleum

H2SO4 (99%) OLEUM (H2SO4+SO3)

Serbatoio Serbatoio Sostanze e preparati suscettibili di causare un eventuale incidente rilevante

Numero Nome comune Classificazione di Principali caratteristiche Quantità CAS generico pericolo di pericolosità massime presenti (tonn) 7446-11-9 TRIOSSIDO DI Corrosivo H314: 3,8 ZOLFO Provoca gravi ustioni (anidride cutanee e gravi lesioni solforica) oculari EUH014: Reagisce violentemente con l’acqua 8014-95-7 OLEUM Corrosivo H314: 5000 Provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari H335: Può irritare le vie respiratorie EUH014: Reagisce violentemente con l’acqua Natura dei rischi d’incidenti rilevanti

Gli incidenti considerati che possono dar luogo a fuoriuscita di sostanze pericolose, sono descritti nella tabella che segue.

INCIDENTE SOSTANZA COINVOLTA NOTE DISPERSIONE DI GAS ANIDRIDE SOLFORICA Perdita da linea di trasferimento di miscela PERICOLOSI contenente anidride solforica DISPERSIONE DI GAS OLEUM Perdita da linea di trasferimento di oleum PERICOLOSI con conseguente dispersione di anidride solforica

Descrizione dello stabilimento Nell’insediamento si individuano:

1. una palazzina uffici, destinata alla direzione ed agli uffici tecnici dello stabilimento, ubicata nella zona Nord dello stabilimento, ad oltre 500 m dalla zona di produzione; 2. una sala mensa, ubicata nel piazzale antistante alla palazzina uffici, ubicata ad oltre 500 m dalla zona di produzione; 3. una sala infermeria/servizi di sicurezza ubicata sul confine Nord dello stabilimento, ad oltre 600 m dagli impianti di produzione; 4. portineria installata in corrispondenza dell’ingresso Nord di stabilimento, ad oltre 600 m dagli impianti di produzione; 5. un magazzino ricambi posizionato nella zona centrale dello stabilimento, a circa 400 m di distanza dalla zona di produzione; 6. la sala controllo, dedicata alla gestione operativa degli impianti di produzione, posizionata ad oltre 200 m di distanza dagli stessi.

Posizione ai sensi del D.P.R. n° 151/2011 s.m.i. Ai sensi dell’allegato L del D.Lgs 105/2015, punto 4.1, l’obbligo di presentazione dell’attestato di rinnovo periodico di conformità antincendio, di cui all’art. 5 del DPR 151/2011, per le attività individuabili come impianto o deposito, in possesso del Certificato di prevenzione incendi, è assolto con la presentazione del Rapporto di sicurezza aggiornato ai sensi dell’art. 15. Il rapporto di sicurezza edizione 2015 è stato presentato entro il 1/06/2016, come disposto dall’art. 15, comma 6, del D.Lgs 105/2015.

Posizione ai sensi del D.Lgs n° 105/2015. Il Rapporto di Sicurezza edizione 2010 è stato esaminato dal Comitato Tecnico Regionale Toscana che ha richiesto integrazioni con nota prot. 291 del 13.12.2013, con termine di sei mesi per il riscontro. La società ha inviato le deduzioni e le risposte alla nota di cui sopra con lettera prot. 8074 del 26.06.2014 L’attività rientra negli art. 13,14,15 del D.Lgs 105/2015.

Misure di prevenzione e sicurezza adottate dal punto di vista impiantistico Gli impianti ed i depositi dello Stabilimento sono dotati di sistemi di rilevazione ed allarme tali da poter prevenire o affrontare efficacemente eventuali situazioni potenzialmente pericolose.

Nel seguito sono illustrate le principali misure di prevenzione e sicurezza installate.

Misure tecniche

L’area di stoccaggio dello zolfo granulare dispone di sensori ad immagine termica del tipo a raggi infrarossi che, rilevando la presenza di zone calde, forniscono segnalazione diretta di un eventuale principio di combustione dello zolfo.

L’area di stoccaggio dello zolfo granulare dispone di un impianto fisso di estinzione ad acqua frazionata dotato di dieci monitori brandeggianti dimensionati per la copertura dell’intero piazzale di stoccaggio.

Le apparecchiature nelle quali è presenti l’anidride solforica e l’anidride solforosa sono dotate di bocchelli con flange saldate per evitare possibili trafilamenti di gas dalle guarnizioni. Le principali apparecchiature sono dotate di sistemi di allarme e blocco basati su misure dei parametri di processo e sul funzionamento delle macchine.

Le linee di processo sono installate in posizioni non esposte al rischio di collisioni con mezzi mobili.

I serbatoi di Oleum sono costruiti con parete interna in acciaio e secondo involucro in concentrico in calcestruzzo atta a formare una intercapedine circonferenziale che possa contenere eventuali perdite di oleum dal mantello dei serbatoi stessi.

Il carico delle autocisterne avviene con tubazioni telescopiche a circuito chiuso.

Le linee di trasferimento di oleum ed acido solforico dall’impianto all’area stoccaggio sono installate all’interno di apposite canalette di protezione contro gli urti e di contenimento di eventuali trafilamenti di liquido.

Misure procedurali/organizzative

Ogni operazione eseguita nello stabilimento della Nuova Solmine s.p.a. è oggetto di procedure documentate, che regolano tutte le azioni di manipolazione e di lavorazione, rendendo improbabile l’insorgenza di situazioni anomale o non prevedibili.

In base alle procedure, inoltre, specifici gruppi di lavoro interni effettuano periodicamente un’attenta verifica ed una valutazione dei rischi presenti nelle operazioni, in base ai più aggiornati criteri di sicurezza, prendendo, ove ritenuto necessario, le adeguate misure per la riduzione dei rischi.

Questo avviene anche nel caso di nuovi impianti o modifiche agli impianti esistenti, in modo da introdurre già in fase di progettazione eventuali misure di prevenzione e tutela, sia per i lavoratori, che per la popolazione e per l’ambiente.

Le procedure contemplano infine le attività d’ispezione, conservazione e manutenzione degli impianti e dei sistemi di controllo. Tali procedure sono parte integrante del sistema di gestione integrato qualità, ambiente, sicurezza, che la società ha conseguito nel corso degli ultimi anni, in accordo ai più avanzati standard di sicurezza disponibili a livello internazionale.

Sono previste procedure specifiche per la formazione del personale dipendente e l’informazione del personale delle ditte terze e dei visitatori occasionali in stabilimento.

Natura dei rischi d’incidenti rilevanti

Lo scenario incidentale rappresenta l’interazione dell’evento incidentale con il territorio e le relative componenti territoriali. Gli eventi incidentali che si originano all’interno degli stabilimenti a rischio d’incidente rilevante possono essere classificati in base agli effetti dovuti ai rilasci di energia (incendi, esplosioni) e di materia (nube e rilascio tossico).

Gli effetti di un evento incidentale di natura chimica ricadono sul territorio con una gravità di norma decrescente in relazione alla distanza dal punto di origine o d’innesco dell’evento, salvo eventuale presenza di effetto domino. In base alla gravità, il territorio esterno allo stabilimento oggetto di pianificazione, è suddiviso in zone a rischio di forma generalmente circolare (salvo caratterizzazioni morfologiche particolari) il cui centro è identificato nel punto di origine dell’evento, per cui si avrà:

. Prima Zona “di sicuro impatto” (immediatamente adiacente al luogo dell’incidente e caratterizzata da effetti comportanti un’elevata letalità per le persone) . Seconda Zona “di danno” (esterna alla prima, caratterizzata da possibili danni, anche gravi ed irreversibili, per le persone che non assumono le corrette misure di autoprotezione e da possibili danni anche letali per persone più vulnerabili come i minori e gli anziani) . Terza Zona” di attenzione” (caratterizzata dal possibile verificarsi di danni, generalmente non gravi anche per i soggetti particolarmente vulnerabili oppure da reazioni fisiologiche che possono determinare situazioni di turbamento tali da richiedere provvedimenti anche di ordine pubblico, da valutare da parte delle autorità locali).

Tipologia degli eventi incidentali e valori di soglia di danno

Con riferimento alle indicazioni della normativa tecnica applicabile ed alle valutazioni condotte nell'ambito del Rapporto di Sicurezza in merito all’effettiva durata degli scenari incidentali, i limiti di soglia utilizzati per la definizione delle diverse Zone di Pianificazione sono riportate nella tabella che segue.

Si precisa che si è proceduto alla valutazione delle distanze di danno della “zona di sicuro impatto” e della “zona di danno” in accordo a due distinti criteri:

 adozione del limite di soglia di concentrazione definito per 30 minuti di esposizione;  adozione del limite di soglia di concentrazione "equivalente", basato sul limite definito per trenta minuti, ma scalato come concentrazione in riferimento ad un tempo di esposizione differente e pari a quello dell’evento reale, allo scopo di mantenere il medesimo effetto in termini di dose assunta (maggiori dettagli riportati ai paragrafi 3.4 e 3.5).

Le valutazioni sono state condotte con riferimento alle concentrazioni riportate nella tabella che segue. Zona 1 Zona 2 Zone 3 Di sicuro impatto Di danno Di attenzione

ESPLOSIONI 0,3 bar 0,07 bar (SOVRAPRESSIONEDI 0,6 bar (spazi -- PICCO) aperti) BLEVE/FIREBALL Raggio fireball 200 kJ/m 2 (RADIAZIONETERMICA -- VAR.) INCENDI 12,5 kW/m 2 5 kW/m 2 (RADIAZIONETERMICA -- STAZ.) NUBIDIVAPORI [l] 1/2 LFL INFIAMMABILI LFL -- (RADIAZIONETERMICAIST.)

RILASCIOTOSSICO(DOSE LC50 eq [3 ] / LC50 IDLH eq [5] LOC eq [6] [2] [4] ASSORBITA) /IDLH

Note:

1 Limite Inferiore di Infiammabilità.

2 Concentrazione di Sostanza Tossica letale per inalazione nel 50% dei soggetti esposti per 30 minuti;

3 Concentrazione di Sostanza Tossica letale per inalazione nel 50% dei soggetti per un tempo di esposizione correlato all’effettiva durata dello scenario e differente da 30 minuti. 4 Concentrazione di Sostanza Tossica fino alla quale un individuo sano, in seguito ad esposizione per 30 minuti, non subisce per inalazione danni irreversibili alla salute e sintomi tali da impedire l'esecuzione delle appropriate azioni protettive; 5 Concentrazione di Sostanza Tossica fino alla quale un individuo sano, in seguito ad esposizione correlato alla durata dello scenario e diverso da 30 minuti, non subisce per inalazione danni irreversibili alla salute e sintomi tali da impedire l'esecuzione delle appropriate azioni protettive. 6 "Level of concern"*, concentrazione di sostanza tossica per la quale un individuo sano non riceve alcun tipo di effetto tossico sul proprio organismo, ma non possono essere escluse sensazioni di disagio e malessere. In relazione alla dinamica degli scenari incidentali, è stato deciso di selezionare una soglia relativa ad un tempo di esposizione correlato alla durata dello scenario e diverso da 30 minuti.

*(LOC = IDLH/10) Livello di Preoccupazione, si veda cap. V.2 pag 13 delle Linee Guida del PEE Scenari incidentali derivanti dal Rapporto di sicurezza

II quadro di riferimento di seguito riportato è quello elaborato nell’edizione 2010 del Rapporto di Sicurezza, integrato con tutte le valutazioni e gli approfondimenti sviluppati nel corso dell'istruttoria sul Rapporto stesso.

In particolare sono state condotte le seguenti operazioni:

 estensione delle valutazioni fino al limite di soglia pari a 1,0 x 10-7 eventi/anno, per tenere conto di eventi estremamente improbabili, che comunque possono determinare vincoli in termini di compatibilità territoriale;

 approfondimento relativo alla durata degli scenari connessi a dispersioni di sostanze tossiche al fine di applicare soglie di concentrazione più idonee alla stima degli effetti, connessi al concetto di dose tossica.

Con l'ausilio di tali ipotesi, il quadro incidentale è stato opportunamente aggiornato. Nel seguito si riportano le principali assunzioni effettuate.

Estensione delle valutazioni fino al limite di soglia di 1,0 x 10-7 eventi/anno Secondo le indicazioni del CTR (Comitato Tecnico Regionale) l’analisi incidentale, a partire dal Rapporto di Sicurezza 2005, è stata estesa di almeno un ordine di grandezza rispetto al valore 1,0 x 10-6 eventi/anno, al fine di valutare eventi estremamente improbabili, che comunque possono avere delle ripercussioni in sede di pianificazione dell'emergenza esterna e del territorio.

Applicazione del concetto di dose tossica Gli studi tossicologici più aggiornati hanno messo in evidenza come l'effetto delle sostanze tossiche sull'organismo umano sia principalmente collegato al carico di sostanza che viene effettivamente assorbita, che in termini generali risulta collegato alla combinazione tra il livello di concentrazione della sostanza e la durata dell'esposizione.

Allo scopo di meglio definire l'effettivo impatto di una dispersione di sostanza pericolosa da un’attività industriale, sulle persone potenzialmente esposte, l'ente tecnico inglese HSE (Health and Safety Executive)1 ha introdotto il concetto di "dangerous toxic load", dose tossica pericolosa, così definita:

DTL = Cn • t

'Assessment of the Dangerous Toxic Load (DTL) for Specfied Level of Toxicity (SLOT) and Significant Likelihood of Death (SLOD) - riferimento: http:llwww.hse.gov.uWhidlhaztox.htm Essendo:

DTL = Dose pericolosa di sostanza in grado di determinare un determinato effetto tossico sull'organismo,

C = Concentrazione alla quale il soggetto è esposto,

t = Tempo stimato di esposizione,

n = Fattore di assorbimento (tipico per ciascuna sostanza - anidride solforosa e

nebbie di acido solforico, tra cui è possibile includere l'anidride solforica,

n = 2).

Sulla base di questo concetto è possibile stabilire che differenti livelli di concentrazione di una determinata sostanza pericolosa possono avere il medesimo effetto sull'organismo nel caso di diversi tempi di esposizione (minore concentrazione ma con maggior tempo di esposizione può essere equivalente a maggiore concentrazione per minor tempo di esposizione). La metodologia descritta consente di effettuare un’analisi delle possibili conseguenze con maggiore approfondimento in merito all’effettiva dinamica di un evento incidentale, superando, così, il concetto di esposizione continuata e stabile per trenta minuti, caratteristica delle soglie di riferimento tipicamente adottate, vale a dire le concentrazioni di IDLH (effetti irreversibili) e LC50 (effetti letali per il 50% degli esposti).

Identificazione delle concentrazioni equivalenti

Lo stabilimento Nuova Solmine s.p.a. dispone di mezzi tecnici ed organizzativi che consentono di ridurre la durata degli eventi incidentali più significativi ad un tempo generalmente inferiore alla soglia dei 30 minuti. Sulla base del concetto di dose tossica pericolosa è possibile affermare che i livelli di concentrazione calcolati relativamente a IDLH e LC50, determinino ragionevolmente effetti sulla popolazione esposta inferiori a quelli stabiliti per le medesime concentrazioni ma per un tempo di esposizione superiore (30 minuti). Dato che lo studio di HSE non fa esplicitamente riferimento alla soglia di danno pari ad IDLH, è stato deciso, per mantenere la coerenza con la valutazione degli "effetti irreversibili", di definire la concentrazione di sostanza pericolosa in grado di determinare la dose tossica equivalente a quella della soglia di IDLH, ma per un tempo di esposizione diverso.

È infatti possibile, ad esempio nel caso di IDLH, applicare la seguente uguaglianza:

= ( ) = ( ) ∙ 30 ∙ Da cui risulta:

30( ) = ( ) ∙ Analogamente, per quanto riguarda la soglia di elevata letalità, si applica la seguente formula:

30( ) = ( ) ∙

In sintesi, la correlazione tra le due concentrazioni è funzione del rapporto tra i tempi di esposizione ed il coefficiente pari all'inverso del fattore n.

Le indicazioni del testo di riferimento HSE in merito al valore da attribuire al fattore n, sono le seguenti:  anidride solforosa = 2

 anidride solforica = 2

 idrogeno solforato = 4

Assumendo tali valori, si è proceduto per ciascuno scenario, in relazione alla propria durata, a definire la concentrazione che determina la dose tossica equivalente a quella di IDLH ed in grado, così, di comportare effetti irreversibili sulle persone potenzialmente esposte.

Selezione delle soglie rappresentative per la definizione delle zone di pianificazione

Gli scenari di riferimento che possono determinare impatti in zone esterne allo stabilimento sono connessi esclusivamente alla dispersione di sostanze tossiche (anidride solforosa, anidride solforica ed idrogeno solforato). Sulla base delle valutazioni condotte, si è proceduto per ciascun Top Event, alla definizione delle soglie di riferimento per l'identificazione delle zone di pianificazione di emergenza.

I valori applicati per i veri eventi incidentali sono indicati nella tabella che segue.

Top Event Sostanza Durata Concentrazioni di riferimento pericolosa (minuti) (ppm) Zona 1 Zona 2 Zona 3

1 Anidride 15 3110 (LC50eq) 141 (IDLHeq) 14,1 (LOCeq) 2a-caso 1 Anidride 5 5390 (LC50eq) 241 (IDLHeq) 24,1 (LOCeq) 2a-caso 2 Anidride 10 3810 (LC50eq) 173 (IDLHeq) 17,3 (LOCeq) 2b-caso 1 Anidride 5 5390 (LC50eq) 245 (IDLHeq) 24,5 (LOCeq) 2b-caso 2 Idrogeno 10 934 (LC50eq) 131 (IDLHeq) 13,1 (LOCeq) 4a Anidride 10 3810 (LC50eq) 173 (IDLHeq) 17,3 (LOCeq) 4b Anidride 10 322 (LC50eq) 16 (IDLHeq) 1,6 (LOCeq) 5 Anidride 10 322 (LC50eq) 16 (IDLHeq) 1,6 (LOCeq) 6a Anidride 30 186 (LC50) 9,2 (IDLH) 0,92 (LOC) 6b Anidride 30 186 (LC50) 9,2 (IDLH) 0,92 (LOC) 6c Anidride 30 186 (LC50) 9,2 (IDLH) 0,92 (LOC)

______

N o t a : eq=equivalente

IDLH L C 5 0 distanze che non tengono conto del tempo di esposizione

I D L H e q LC50eq distanze che tengono conto del tempo di esposizione

Si sottolinea che, in via cautelativa, per i Top Event n. 6a, 6b e 6c è stato assunto un tempo di permanenza della nube pari a 30 minuti.In realtà, le valutazioni condotte nel Rapporto di Sicurezza indicano un tempo di intervento pari a 10 minuti. Tuttavia, dato che il rilascio avviene in fase liquida, con formazione di una pozza evaporante, si è deciso di assumere un tempo superiore, pari a 30 minuti per tenere conto del fatto che l'evaporazione prosegue, fino alla completa neutralizzazione della pozza di oleum da parte della squadra di emergenza di stabilimento.

Tabelle riassuntive degli scenari incidentali del Rapporto di Sicurezza Nella tabella che segue sono riportate le distanze relative alle tre diverse zone di pianificazione dell'emergenza esterna, per tutti i Top Event dello stabilimento, con riferimento alle concentrazioni di dose equivalente. T o p Descrizione S c e n a r i o F r e q u e n z a T e m p o M e t e o P r i m a S e c o n d a T e r z a ( e v / a n n o ) ( m i n u t i ) Z o n a Z o n a Z o n a

1 Incendio Effetti Limitati all'interno del muro Incontrollato Incendio 3,4 x 10-6 15 D5/F2 dell'area stoccaggio Cumulo di Zolfo Dispersione D5 3 16,5 57 -6 Tossica 3,4 x 10 15 F2 5 90 385 2 a Incendio Vapori S Disp. D5 4 27 107

nella Vasca di Tossica 2,88 x 10-5 5 3 79 395 F2 Fusione Zolfo Disp. D5 5 33 160 tossica da 5,17 x 10-7 10 Incendio F2 6 150 1040 Esplosione 2,6 x 10-9 Evento non credibile 2 b caso 1 — Incendio ci Disp. D5 4 30 118 Idrogeno Solforato Tossica da 1,66 x 10-6 5 F2 4,5 59 425 in Vasca fusione portella Zolfo Disp. Tossica da 2,98 x 10-8 Evento non credibile colonna esplosione 1,50 x 10-10 Evento non credibile caso 2 — Disp Tox. H2S D5 4,5 14 48 Dispersione di -5 Idrogeno Solforato 1,12 x 10 10 F2 11 47 185 dalla Vasca fusione Zolfo 3 Esplosione nel Forno di Esplosione 2,4 x 10-8 Evento non credibile Combustione Perdita da Linea D5 0,6 4 9 Con Anidride Disp. Solforosa Tossica 7,38 x 10-6 10 F2 0,6 5 13 CRICCA— Orizz. Perdita da Linea D5 0,2 1,3 6 Con Anidride Disp. 4 a Solforosa Tossica 2,46 x 10-6 10 F2 0,2 0,9 7 CRICCA — Vert. Perdita da Linea D5 2 11 26 Con Anidride Solforosa Disp. 8,87 x 10-6 Tossica 10 F2 2,5 15 39 FORO 25 mm - Orizz. T o p Descrizione Scenario Frequenza T e m p o M e t e o Prima Seconda T e r z a ( e v / a n n o ) ( m i n u t i ) Z o n a Z o n a Z o n a

Perdita da Linea D5 0,5 3,5 24 Con Anidride Solforosa Disp. 2,96 x 10-6 10 Tossica F2 1 5 188 FORO 25 mm - Vert. Perdita da Linea D5 9 32 112 Con Anidride Solforosa Disp. 8,87 x 10-7 10 FORO 100 mm - Tossica F2 10 47 150 Orizz. 4 a Perdita da Linea D5 2 42 202 Con Anidride Solforosa Disp. 2,96 x 10-7 10 FORO 100 mm - Tossica F2 3 25 120 Vert. Perdita da Linea D5 2.5 9,3 32 Con Anidride Disp. 4,3 x 10-6 10 Solforica Tossica F2 3 13 86 CRICCA- Orizz. Perdita da Linea D5 1,5 6,8 28 Con Anidride Disp. Solforica Tossica 1,4 x 10-6 10 F2 1 14 125 CRICCA - Vert. Perdita da Linea D5 8 28 122 Con Anidride -6 Solforica Tossica 5,85 x 10 10 F2 10 42 410 FORO 25 mm - Orizz. Perdita da Linea D5 2 27 130 Con Anidride -6 Solforica Tossica 1,95 x 10 10 F2 5 171 900 FORO 25 mm - Vert Perdita da Linea D5 20 80 250 4 b Con Anidride -6 Solforica Tossica 1,0 x 10 10 F2 27 185 1650 FORO 75 mm - Orizz. Perdita da Linea D5 3,5 54 440 Con Anidride -6 Solforica Tossica 1,0 x 10 10 F2 14 390 1350 FORO 40mm- Vert. Perdita da Linea D5 27 150 620 Con Anidride -7 Solforica Tossica 5,17 x 10 10 F2 35 130 1785 FORO 100 mm - Orizz. Perdita da Linea D5 25 210 800 Con Anidride -7 Solforica Tossica 1,72 x 10 10 F2 120 1160 2320 FORO 100 mm - Vert. Descrizione Scenario Frequenza T e m p o Meteo Prima Seconda Te rza Top (ev/anno) (minuti) Z o n a Z o n a Z o n a Emissione Anidride Disp. Tossica D5 - - -

Solforica da 2,19 x 10-3 10 5 F2 -_ - - Ciminiera Perdita da linea Disp. Tossica D5 13 92 320 6a Oleum Imp. Prod. 2,43 x 10-4 30 F2 35 370 1300 CRICCA Perdita da linea Disp. Tossica D5 18 143 490 Oleum Imp. Prod. 7,8 x 10-5 30 F2 60 550 2000 FORO Perdita da linea Disp. Tossica D5 4 37 115 6b Oleum Spedizione 4 x 10-3 30 F2 15 115 420 CRICCA Perdita da linea Disp. Tossica D5 12 95 330 Oleum Spedizione 1,3 x 10-3 30 F2 36 370 1300 FORO Perdita da linea D5 6 45 150

Oleum Spedizione Disp. -4 8,1 x 10 30 Baie Carico Tossica F2 20 173 620 CRICCA 6c Perdita da linea D5 14 98 345 Oleum Spedizione Disp. 2,6 x 10-5 30 Baie Carico Tossica F2 40 380 1360 FORO 7 Collasso Serbatoio - 6,2 x 10-8 Evento non credibile Metallico Oleum Sovrariempimento 8 - 1,1 x 10-8 Evento non credibile Serbatoio Oleum Sversamento di 9 Acido Solforico da - 4,3 x 10-8 Evento non credibile Carico Nave Rilascio di metano da Jet Fire 9,9 x 10-7 15 - 12,8 13,3 14,7

linea alimentazione caldaia 10a Rilascio di metano da D5 6 9 18 Flash Fire 9,9 x 10-7 15 F2 7 13 26 ' linea alimentazione caldaia Rilascio di metano da

Jet Fire 9,9 x 10-7 15/20 - 5,1 5,5 6,1 10b linea alimentazione caldaia Rilascio di metano da D5 2 5 10 ' Flash Fire 9,9 x 10-7 15/20 F2 3 6 12 ' linea alimentazione caldaia Formazione miscela esplosiva in camera - 9,6 x 10-8 Evento non credibile 11 di combustione Scenari di riferimento Sulla base del quadro incidentale illustrato nel precedente paragrafo, sono stati selezionati gli scenari che determinano le distanze maggiori al di fuori del confine dello stabilimento.

Gli eventi incidentali selezionati sono i seguenti:

Top Event4b: Perdita da linea a valle del convertitore catalitico contenente anidride solforica

Top Event6a: Perdita da linea di trasferimento di oleum —zona di produzione

Top Event6b: Perdita da linea di trasferimento di oleum —zona di spedizione

Distanze di danno Gli scenari selezionati sono connessi esclusivamente alla dispersione di sostanza tossica.

In considerazione della notevole influenza che le condizioni meteorologiche determinano sulle massime distanze raggiungibili dalle nubi alle concentrazioni di riferimento, è stato deciso di riportare due tabelle distinte, riferite ai seguenti elementi:

 dispersione in condizioni meteorologiche neutre (classe di stabilità D, velocità del vento pari a 5 m/s), che risultano meno critiche per la dispersione, rappresentative delle ore diurne (nel seguito D5)  dispersione in condizioni meteorologiche stabili (classe di stabilità F, velocità del vento pari a 2 m/s), che risultano più critiche per la dispersione, rappresentative delle ore notturne (nel seguito F2)

Nelle tabelle che seguono, per ciascun caso analizzato, sono riportate le distanze di danno degli scenari incidentali di riferimento, per ciascuna delle tre zone di pianificazione.

Condizioni meteo D5 ( 2 )

Descrizione evento Scenario F r e q u e n z a T e m p o P r i m a z o n a Seconda Zona T e r z a Z o n a ( e v / a n n o ) ( m i n u t i ) L O C e q ( m ) LC5Oeq (m) I D L H e q ( m )

4b — Perdita da Linea Con Anidride Solforica Disp. 1,7 x 10-7 10 FORO 100 mm — 25 210 800 Dir. Rilascio: Verticale tossica 6a — Perdita da linea Oleum Imp. Prod. Disp. 7,8 x 10-5 30 18 143 490

tossica 6b — Perdita da linea Disp. Oleum Spedizione 1,3 x 10-3 30 12 95 330 tossica Condizioni meteo F2 ( 2 )

Descrizione evento Scenario F r e q u e n z a T e m p o P r i m a z o n a Seconda Zona T e r z a Z o n a ( e v / a n n o ) ( m i n u t i ) L O C e q ( m ) LC5Oeq (m) I D L H e q ( m )

4b — Perdita da Linea Con Anidride Solforica Disp. -7 FORO 100 mm — tossica 1,7 x 10 10 120 1160 2320 Verticale

6a — Perdita da linea Disp. tossica Oleum Imp. Prod. 7,8 x 10-5 30 60 550 2000

6b — Perdita da linea Disp. Oleum Spedizione -3 tossica 1,3 x 10 30 36 370 1300

Di seguito è riportata la carta corografica con indicazione delle curve di inviluppo delle distanze di danno per ciascuno dei casi analizzati e per tutte le possibili direzioni del vento.

2 Le classi di stabilità atmosferica di Pasquill sono il metodo più datato e, per molti anni, più comunemente usato di suddivisione in categorie della turbolenza atmosferica; il metodo è stato messo a punto da Pasquill nel 1961.

Pasquill ha categorizzato la turbolenza atmosferica in sei categorie di stabilità chiamate A, B, C, D, E e F dove la categoria A è la più instabile e la categoria F identifica la più stabile (o meno turbolenta). La stabilità atmosferica è definita, ad esempio, sulla base del gradiente verticale di temperatura dell’atmosfera. In particolare per le categorie D (neutra diurna) ed F (stabile notturna con vento debole o calma) si vedano le note nella tabella soprastante. Il numero riportato negli acronimi D5 e F2 si riferisce alla velocità del vento espressa in m/s. Delimitazione delle zone a rischio

Il gruppo di lavoro che ha collaborato alla redazione di questo PEE ha suggerito le seguenti distanze in corrispondenza delle zone a rischio centrate sull’origine del rilascio di anidride solforica: - zona di sicuro impatto coincide con i confini dello stabilimento - zona di danno r = 1160 m - zona di attenzione r = 2320 m I cerchi corrispondenti a tali valori sono riportati nella carta corografica e nella foto aerea di seguito riprodotte:

CARTA COROGRAFICA

N FOTO AEREA

N

Tali cerchi si riferiscono ad un rilascio di SO3 in condizioni, secondo Pasquill, probabilmente notturne (F2)

Qualora dovesse verificarsi una situazione di emergenza, a prescindere dalla tipologia di incidente prospettato, ai fini della presente pianificazione verrà considerata come area di possibile interesse quella massima individuata secondo i criteri sopra elencati e classificata come “zona di attenzione”.

Il personale che per motivi operativi deve intervenire all’interno della zona di sicuro impatto e della zona di danno (Vigili del Fuoco e addetti all’emergenza del deposito) deve indossare i DPI in dotazione, idonei ad assicurare protezione adeguata nei confronti degli effetti della nube tossica. Resta inteso che le operazioni nella zona di sicuro impatto saranno gestite dal Personale VVF, cosi come l’ingresso e/o l’uscita dalla predetta zona verrà disposto dal responsabile VVF presente sul posto. Gli addetti all’emergenza dell’azienda che dovessero trovarsi nella zona di sicuro impatto, in caso di incidente, provvederanno a uscire dalla zona, seguendo le specifiche indicazioni fornite in merito dal personale VVF operante e le procedure di sicurezza previste dalla Ditta (indossare idonei DPI, verificare la corretta e completa evacuazione dello stabilimento, qualora sia dato l’ordine, mettersi a disposizione dei VVF per la successiva gestione dell’emergenza). Modello organizzativo d’intervento

Per la gestione dell’emergenza sarà adottato, presso la Sala Operativa Unica di Protezione Civile, ubicata in Piazza Martiri d’Istia a Grosseto c/o stabile dell’Amministrazione Provinciale di Grosseto o, in alternativa, presso altra sede all’uopo indicata dal Prefetto, il modello organizzativo “Metodo Augustus”; tale modello organizzativo, semplice e flessibile, prevede lo schema di gestione dell’emergenza diviso in funzioni.

Ogni singola funzione è rappresentata da un responsabile, designato dal proprio ente di appartenenza su richiesta della Prefettura, che censisce e acquisisce in “tempo di pace” le risorse, predispone un piano di funzione e le relative procedure.

In emergenza è questo rappresentante che riveste il ruolo di esperto della funzione di riferimento.

Il presente PEE prevede l’utilizzo di 9 funzioni di supporto tra quelle individuate dal modello organizzativo d’intervento Metodo Augustus.

La gestione del PEE è supportata dalla Sala Operativa Unica di Protezione Civile, ubicata in Piazza Martiri d’Istia a Grosseto c/o stabile dell’Amministrazione Provinciale di Grosseto o, in alternativa, presso altra sede all’uopo indicata dal Prefetto. Nella fase di “allarme” gli Enti interessati all’emergenza dovranno assicurare, nelle proprie sedi, la presenza h24 di operatori collegati costantemente con la Sala Operativa Unica di Protezione Civile, dove sarà attivato il Centro di Coordinamento Soccorsi (C.C.S.).

Il C.C.S., dal momento della sua costituzione, diventa l’organo di coordinamento e le decisioni operative saranno prese in quella sede con la consulenza dei tecnici confluiti nella sala operativa.

Allarme alla popolazione

Nel caso in cui l’emergenza, fin da subito o a seguito del suo sviluppo incontrollato, coinvolga anche l’esterno dello stabilimento, tutto il personale interno, ad eccezione degli addetti all’emergenza, verrà fatto allontanare dallo stabilimento (indicandogli un varco sicuro).

Il gestore dello stabilimento o chi per lui dovrà avvertire subito il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e la Prefettura, richiedendo l’attivazione del Piano di Emergenza Esterna, dandone notizia ai Comuni di Scarlino e Follonica, al Servizio Emergenza 118, alla Questura, al Comitato Tecnico Regionale, alla Regione, all’ARPAT e al Servizio Protezione Civile della Provincia. Allo scopo il gestore dello stabilimento assicurerà una prima informazione telefonica per poi procedere, nei tempi che si renderanno possibili, ad una comunicazione recante informazioni più esaurienti circa tutte le circostanze dell’evento e le misure adottate.

La Prefettura comunicherà subito telefonicamente e poi tramite PEC al Servizio Protezione Civile dei Comuni di Scarlino e Follonica, al Servizio Protezione Civile della Provincia, alla Questura, alle altre Forze di Polizia, alle Polizie Municipali di Scarlino e Follonica, all’AUSL Toscana Sud Est, al Servizio Emergenza 118 e all’ARPAT lo stato di allarme e l’attivazione del PEE.

Le associazioni di volontariato, appositamente individuate e che hanno concluso specifiche convenzioni con i Comuni competenti, tramite mezzi muniti di altoparlanti, provvederanno ad allertare la popolazione affinché adotti il comportamento da seguire in caso di allarme, di cui è stata edotta con la “Scheda di informazione alla popolazione sui rischi di incidente rilevante” (all. D del piano). La popolazione sarà altresì avvertita per mezzo di sistemi di allertamento telefonico che i Comuni di Scarlino e Follonica hanno attivato allo scopo e le cui modalità d’uso sono anch’esse indicate nella “Scheda di informazione alla popolazione sui rischi di incidente rilevante” (all. D)

ALLEGATO D

PIANO DI

EMERGENZA

ESTERNA

NUOVA SOLMINE SPA

INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE NUOVA SOLMINE S.p.A.

Scarlino (GR)

SCHEDA DI INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE

SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE

Caro cittadino, il Decreto Legislativo 26 giugno 2015, n. 105, prevede di informare la popolazione residente in merito ai rischi dovuti alla presenza di stabilimenti considerati a rischio d’incidente rilevante al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela dei beni.

Per tale ragione ti informo che, nei pressi della tua abitazione, a debita distanza di sicurezza, è presente uno stabilimento industriale che produce acido solforico, che, sebbene rispondente alle norme di sicurezza e soggetto a regolari controlli dagli organi preposti, costituisce un potenziale rischio.

Quindi, affinché tu sia a conoscenza di quanto presente nel territorio e possa adottare i corretti comportamenti, tali da assicurare a te e alla tua famiglia la massima sicurezza e protezione, devi sapere che:

1) Nome della società proprietaria dell’impianto è: Nuova Solmine S.p.A. – loc. Casone Scarlino (GR)

Responsabile dell’attività e portavoce: dott. ing. Gabriele Pazzagli (direttore dello stabilimento)

Gestore dell’attività: dott. ing. Giuliano Balestri (legale rappresentante)

Telefono 0566 70111 [email protected]

2) Soggetti a cui è possibile richiedere informazioni sullo stabilimento sono:  Comune di Scarlino – Ufficio Protezione Civile – via Martiri d’Istia n.1 – 58022 Scarlino;  Comando Provinciale VVF – Via Paolo Carnicelli, 2 - 58100 Grosseto;  Comitato Tecnico Regionale c/o Direzione Regionale VVF della Toscana – Via M. Ficino, 13 – 50132 Firenze;  Regione Toscana – Giunta Regionale- Assessorato Ambiente – Via Di Novoli, 26 – 50127 Firenze;  Prefettura di Grosseto – piazza F.lli Rosselli, 1 - 58100 Grosseto;  Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Via Vitaliano Brancati 48 – 00144 Roma; 3) Descrizione dell’attività che si svolge presso lo stabilimento Lo stabilimento produce acido solforico ed oleum. La produzione avviene in continuo (365 giorni all’anno) dalla combustione dello zolfo attraverso il metodo catalitico a doppio assorbimento.

4) Sostanze e preparati suscettibili di causare un eventuale incidente rilevante:  Anidride solforosa - sostanza tossica per inalazioni, provoca ustioni, la quantità massima presente nello stabilimento è pari a 0.3 tonnellate;  Idrogeno Solforato - sostanza estremamente infiammabile, molto tossica per inalazione, altamente tossica per gli organismi acquatici, la quantità massima presente nello stabilimento è pari a 0.05 tonnellate;  Triossido di zolfo - sostanza che reagisce violentemente con l’acqua, tossica per inalazione, per contatto con la pelle e per ingestione, provoca ustioni, la quantità massima presente nello stabilimento è pari a 1200 tonnellate;  Oleum - sostanza che reagisce violentemente con l’acqua, provoca gravi ustioni, irritante per le vie respiratorie, la quantità massima presente nello stabilimento è pari a 5000 tonnellate;  Gasolio – sostanza con possibilità di effetti cancerogeni (prove insufficienti), tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico, nocivo può causare danni ai polmoni in caso d’ingestione, la quantità massima presente nello stabilimento è pari a 128 tonnellate;  Metano - sostanza estremamente infiammabile, la quantità massima presente nello stabilimento è pari a 0.02 tonnellate; 5) Natura dei rischi d’incidenti Gli incidenti che possono dar luogo a fuoriuscita di sostanze pericolose sono i seguenti:

 Incendio di zolfo con conseguente dispersione di fumi di anidride solforosa in atmosfera;  Perdita da linea di trasferimento di miscela contenente anidride solforosa con conseguente dispersione di anidride solforosa in atmosfera;  Perdita da linea di trasferimento di miscela contenente anidride solforosa, oppure di oleum e conseguente dispersione di anidride solforosa in atmosfera;  Perdita di gas da linea di trasferimento con possibile successivo innesco e sviluppo di un incendio di limitate dimensioni; 6) Effetti per la popolazione e per l’ambiente L’estensione delle aree coinvolte in un incidente rilevante risulta:

 Zona di sicuro impatto (coincidente con i confini dello stabilimento)  Zona di danno (raggio 1160 m)  Zona di attenzione (raggio 2320 m) La probabilità che accada un incidente in grado di interessare in qualche modo la popolazione residente nelle zone circostanti lo stabilimento risulta remota.

Per quanto riguarda gli effetti sull’ambiente possono essere considerati temporanei (principalmente sulla vegetazione) e non significativi.

7) Misure di prevenzione e sicurezza Gli impianti ed i depositi dello Stabilimento sono dotati di sistemi di rilevazione ed allarmi tali da potere prevenire o affrontare efficacemente eventuali situazioni potenzialmente pericolose.

Ogni operazione eseguita nello stabilimento della Nuova Solmine è oggetto di procedure documentate, che regolano tutte le azioni di manipolazione e di lavorazione, rendendo improbabile l’insorgenza di situazioni anomale o non prevedibili.

In base alle procedure inoltre specifici gruppi di lavoro interni effettuano periodicamente un’attenta verifica ed una valutazione dei rischi presenti nelle operazioni, in base ai più aggiornati criteri di sicurezza, prendendo, ove ritenuto necessario, le adeguate misure per la riduzione dei rischi.

Questo avviene anche nel caso di nuovi impianti o modifiche agli impianti esistenti, in modo da introdurre già in fase di progettazione eventuali misure di prevenzione e tutela, sia per i lavoratori, che per la popolazione e per l’ambiente. Le procedure contemplano infine le attività di ispezione, conservazione e manutenzione degli impianti e dei sistemi di controllo. Tale procedure sono parte integrante del sistema di gestione integrato qualità, ambiente, sicurezza, che la società ha conseguito nel corso degli ultimi anni, in accordo con i più avanzati standard di sicurezza disponibili a livello internazionale. L’azienda è dotata di un Piano di Emergenza Interno, costantemente aggiornato che definisce i ruoli ed organizza il personale ed i mezzi per fronteggiare a tutte le situazioni di emergenza ipotizzabili, comprese quelle di tipo ambientale. In base al Piano di Emergenza Interno, in aggiunta al personale addetto alle normali attività lavorative, lo stabilimento è presidiato 24 ore su 24 da una squadra composta da operatori particolarmente addestrati a fronteggiare eventuali anomalie.

8) Attivazione dei piani di emergenza In caso di incidente all’interno dello stabilimento è prevista la segnalazione di pericolo al personale dello stabilimento a mezzo sirena e l’attivazione del Piano di Emergenza Interna.

Qualora il gestore valuti che il pericolo possa interessare anche aree esterne allo stabilimento informerà immediatamente i Vigili del Fuoco, la Prefettura e, compatibilmente con l’attuazione delle procedure previste dal sistema di gestione della sicurezza, ne darà notizia ai Comuni di Scarlino e Follonica, al Servizio Emergenza 118, alla Questura, al Comitato Tecnico Regionale, alla Regione, all’ARPAT e al Servizio Protezione Civile della Provincia. Allo scopo il gestore assicurerà una prima informazione telefonica per poi procedere, nei tempi che si renderanno possibili, ad una comunicazione recante informazioni più esaurienti circa tutte le circostanze dell’evento e le misure adottate.

La Prefettura, appena ricevuta la segnalazione e fatti i riscontri necessari, attiverà il Piano di Emergenza Esterna, comunicando agli enti coinvolti nell’emergenza l’avvio della fase di preallarme (in caso di pericolo potenziale) o di allarme (in caso di pericolo in atto).

9) Comunicazione allarme alla popolazione I Comuni di Scarlino e Follonica, tramite le associazioni di volontariato, appositamente individuate e con le quali sono state concluse specifiche convenzioni, provvederanno ad allertare, tramite veicoli muniti di altoparlante, la popolazione circa i comportamenti da seguire in caso di allarme.

Inoltre, il Comune di Follonica ha attivato un sistema di allertamento telefonico per informazioni specifiche, da utilizzare in caso di eventi improvvisi ed imprevedibili legati ad emergenze, anche di protezione civile. Il servizio è fruibile su telefonia fissa e mobile. Compilando il modulo presente sulla pagina web del Comune all’indirizzo

http://www.comune.follonica.gr.it/infollonica/ l’iscritto accederà gratuitamente al servizio scelto, secondo le opzioni più gradite.

E’ consigliabile iscriversi al servizio telefonico se numero di telefono fisso non è presente sull’elenco telefonico o se si preferisce ricevere le informazioni di allerte ed eventi di protezione civile sul telefono cellulare. E’ possibile iscriversi anche al servizio sms. Il servizio può essere richiesto anche da coloro che non sono residenti a Follonica.

Anche il Comune di Scarlino ha attivato un servizio di informazione telefonica che avviserà la popolazione in caso di allerta e per favorire qualsiasi altra informazione di interesse generale.

Chi intenda ricevere queste informazioni anche sul cellulare o su altri numeri di telefonia fissa può iscriversi accedendo al link: https://registrazione.alertsystem.it/scarlino COMPORTAMENTO DA SEGUIRE IN CASO DI ALLARME

 Rifugiati subito in un locale chiuso e non allontanarti, fino a diverse istruzioni;  Chiudi porte, finestre e arresta gli impianti di ventilazione, condizionamento e riscaldamento e l’impianto elettrico;  Rimani in ascolto e presta attenzione ad eventuali messaggi diffusi tramite vetture dotate di altoparlante;  Non usare il telefono o il cellulare, se non per casi di soccorso sanitario urgente, lasciando la linea libera per comunicazioni di emergenza tramite i sistemi di allertamento telefonico;  Non utilizzare l’auto, per non intralciare l’opera dei mezzi di soccorso;  Attenersi alle disposizioni impartite dagli organi di sicurezza in loco. Tutte le informazioni ti verranno date tramite i seguenti mezzi: sistemi di allertamento telefonico, altoparlanti mobili o fissi; verranno inoltre diffuse notizie anche via radio e/o TV locali per la giusta informazione della rimanente popolazione.

I presidi di pronto soccorso all’esterno saranno organizzati dalle Autorità competenti.

Nel ricordarti di conservare questo opuscolo e di seguire le indicazioni in esso contenute, ti fornisco infine alcuni numeri di telefono, che ti potranno essere utili in caso di emergenza:

VIGILI DEL FUOCO 115 SOCCORSO PUBBLICO DI EMERGENZA 112 PREFETTURA 0564 433111 QUESTURA 0564 433111 POLIZIA MUNICIPALE COMUNE DI SCARLINO 0566 38545 PROTEZIONE CIVILE COMUNE DI SCARLINO 0566 38533/4/8 POLIZIA MUNICIPALE COMUNE DI FOLLONICA 0566 42000 PROTEZIONE CIVILE COMUNE DI FOLLONICA 0566 59100 PROTEZIONE CIVILE PROVINCIA DI GROSSETO 0564 484111

IL SINDACO