regione toscana giunta regionale

ATLANTE DIACRONICO

DELLE COSTE TOSCANE anni cinquanta anni ottanta

1 Atlante diacronico delle coste toscane anni cinquanta - anni ottanta

REGIONE TOSCANA Dipartimento delle Politiche del Territorio, dei Trasporti e delle Infrastrutture Area Sistema informativo Territoriale e Cartografìa dirigente responsabile PIERO SPAGNA

Coordinamento editoriale PAOLO SBARAGLIO

Progetto cartografico DONATA MENEGHELLO

Saggio di commenta alle tavole FIORENZA PELAGATTI

Fotointerpretazione e allestimento cartografico

MASSIMO GAMBARDELLA, Land Eco studio geologico

Stampa delle cartografìe S.EL.C.A. Firenze

Catalogaziene nella pubblicazione (CIP) a cura della Biblioteca della Giunta regionale toscana:

Atlante diacronico delle coste toscane anni cinquanta-anni ottanta: con rilevazione degli insediamenti costieri da volo G.A.I.: 1994

I. Toscana, Dipartimento delle Politiche del Territorio, dei Trasporti e delle Infrastrutture 1. Toscana - Coste Cambiamento - Cartografia

551.45809455

Edizioni Giunta Regionale Edizioni editoriali grafica e stampa Litografia Giunta Regionale Via di Novoli 73/A 50127 Firenze Febbraio 1996

2 Atlante diacronico delle coste toscane anni cinquanta - anni ottanta

indice

..... 5 Introduzione Donata Meneghello

..... 9 Guida alla lettura delle tavole cartografiche Fiorenza Pelagatti

..... 11 da Marina di Carrara a Viareggio

..... 17 da Torre del Lago a Calabrone

..... 25 da al Golfo di

..... 34 da a

..... 40 le isole dell'Arcipelago Toscano Elba, Giglio, Capraio, Montecristo, , ,

..... 51 dalle Racchette ai Monti dell'Uccellina

..... 57 da al Fosso Chiarore

..... 63 Bibliografia

..... 65 Appendice Normativa, stato di attuazione

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4 Introduzione I pregi paesistici del litorale toscano sono tanti e noti in tutto il mondo: la loro Donata Meneghello bellezza deve molto al contrappunto naturale esistente fra spiagge basse e a fascia costiera di qualsiasi regione sabbiose, ripide falesie, articolati L geografica è caratterizzata da promontori e isole sfumate all'orizzonte o particolarissimi equilibri naturali che ne saldate al continente; l'energia del rilievo a regolano le dinamiche e le interazioni sia volte si protende nel mare per poi lasciare con il territorio retrostante che con la il passo a lunghi lidi sabbiosi, seguendo fluidità e mobilità del mondo acqueo. Luogo una i «cadenza» che prevede due grandi di transizione fra mare e terra, questa archi di costa bassa, sottesi a nord da frontiera naturale che si allunga tra punta Bianca fino ai Monti Livornesi e poi ambienti tanto dissimili svolge un ruolo da questi verso sud fino al promontorio di simultaneo di unione e separazione, di ; da qui la costa acquista un interfaccia equilibrante e protettiva posta ritmo più agile e ravvicinato, lasciando che tra il mondo marino e l'entroterra golfi e promontori rocciosi si rincorrano da salvaguardato così dalla penetrazione delle punta Ala ai Monti dell'Uccellina fino acque salate e degli aggressivi venti all'Argentario, per rilassarsi nuovamente in marini. un lungo lido renoso in vista delle coste Con i suoi cordoni di dune, oggi in gran laziali. parte alterati, le maestose pinete litoranee, Gli aspetti vegetazionali e climatici che con le lagune, le zone umide e i laghi caratterizzano il litorale sono anch'essi costieri, oasi di rare specie ornitologiche parte essenziale della loro fisionomia e migratorie, con le sue suggestive falesie o bellezza; la macchia mediterranea le basse spiagge spesso erose e modellate tradizionale con i suoi arbusti odorosi, la da vicini estuari la costa toscana vegetazione pioniera e spontanea delle rappresenta un ecosistema entro il quale dune costiere, le alte boscaglie di pini da sempre hanno trovato continuità marittimi e domestici, le sugherete e le importanti sinergismi naturali. leccete della Maremma ben rappresentano Nei suoi 578 chilometri di sviluppo costiero, la ricchezza floristica dei tipici scenari 329 continentale e 249 insulare, sono naturali mediterranei. compresi spazi molto diversi e contrastanti. La costa toscana presenta inoltre A tratti di costa fortemente popolata e innumerevoli impronte storielle dovute alle urbanizzata, nei quali il turismo ha vicende del popolamento e dell'evoluzione conosciuto un'espansione tra le più vistose del territorio; dall'antico centro costiero del paese, si alternano tratti quasi privi di etrusco di Baratti alle tracce insediative e insediamenti, salvaguardati dalle infrastrutturali che ci hanno lasciato i aggressioni antropiche prima dalla grande Romani con Cosa e i vari Portus Cosanus, proprietà terriera privata e demaniale (che Portus Erculis, Portus Traianus, Luni e qui per vicende storielle e ambientali ha l'importantissima via Aurelia, si possono mantenuto nel tempo la fisionomia tipica ritrovare altre testimonianze del passato: del latifondo rispetto al resto della Toscana rocche e castelli medievali collocati su interna appoderata), poi dall'istituzione dei scoscese scogliere come a Castiglione della parchi naturali e delle aree protette. Pescaia e a Talamone, torri di

5 avvistamento come quelle dell'Uccellina e risorse idriche, introducendo fattori di di , Bibbona. Cecina e Vada, che squilibrio e comunque stravolgendo ci rimandano ai bui periodi in cui corsari e preesistenti unità ambientali; la pirati saraceni effettuavano le loro temute concentrazione di poli industriali, spesso scorrerie lungo le coste; riconoscere dalle localizzati nell'ambito costiero ma in base a fortezze bastionate la Livorno medicea di esigenze di sviluppo dell'entroterra, ha Cosimo e Ferdinando, divenuta massimo profondamente mutato l'aspetto di alcuni porto dello Stato granducale e scalo tratti della costa toscana: si pensi alle aree fortificato dell'occidente mediterraneo; e, industriali livornese e piombinese, a "ancora", si possono ricostruire le vicende , a e alla zona di aree per lungo tempo spopolate e industriale apuana. Identificando quindi le malsane, la cui vocazione agricola è stata fasce costiere non solo come aree provviste solo di recente assecondata grazie alle di attrattive paesaggistiche, storiche e grandi bonifiche - inaugurate prima culturali di grande valore, ma anche e dell'unità d'Italia dai Lorena - e per molti soprattutto come «aree strategiche dei territori terminate soltanto durante la conflitti ambientali e territoriali» prima metà del presente secolo. Più (Pianificazione 1988, p. 14), come recentemente, infine, fra gli anni cinquanta ecosistemi delicati e vulnerabili, non e gli anni ottanta, l'accelerato processo di stupisce che buona parte della Toscana industrializzazione intrapreso dal paese e le protetta comprenda zone litoranee costiere mutate condizioni socio-economiche hanno continentali e insulari e che i tre parchi determinato nuovi assetti produttivi e una regionali, della Maremma, di Migliarino-San nuova organizzazione antropica per tutto il Rossore-Massaciuccoli, delle Alpi Apuane, e territorio e, in particolare, per quello il costituendo Parco nazionale costiero, oggetto di complesse e talvolta dell'Arcipelago Toscano ricadano lungo aree drammatiche trasformazioni. Le coste o costiere, o direttamente connesse con il toscane non hanno fatto eccezione; su di sistema geografico prospiciente il mare. esse si sono riversate elevate quote di Se una pesante urbanizzazione ha investito popolazione che hanno comportato - basti la costa settentrionale, i litorali meridionali pensare alla Versilia - un'ipertrofia del sono invece rimasti contraddittoriamente in tessuto insediativo e infrastrutturale tra le bilico tra due diverse vocazioni: l'una volta più imponenti del paese. Naturalmente il all'insediamento e sviluppo di strutture turismo, laddove è divenuto risorsa industriali e turistiche, l'altra indirizzata alla primaria dell'economia locale, si è espanso valorizzazione del patrimonio naturale, sfruttando al massimo la vocazione umano e culturale, secondo un approccio al attrattiva delle località marittime territorio più meditato e maturo (sono conseguentemente commisurate alle dell'ultimo decennio le riscoperte storico- esigenze delle masse stagionali di archeologiche, la creazione dei parchi, la villeggianti e riproducendo per essi scenari nascita di un'agricoltura di qualità, la urbani il più possibile conformi agli riconversione delle vecchie dimore, stereotipi cittadini; l'agriturismo). in tal modo seconde case, villaggi turistici, Questo appare l'orientamento sotteso ad alberghi, stabilimenti balneari e parcheggi alcuni provvedimenti di carattere direttivo hanno proliferato in molte zone alterando i emanati dal Consiglio regionale negli ultimi residui sistemi dunali, distruggendone la anni e che hanno poi, in un secondo vegetazione protettiva, compromettendo le momento, indotto l'allestimento del

6 presente Atlante diacronico delle coste naturale e a rendere controllabili, se non toscane. La direttiva (deliberazione del addirittura reversibili, le dinamiche Consiglio regionale n. 47 del 30.1.1990) è innescate da un uso improprio del territorio stata appositamente indirizzata ai Comuni e delle sue risorse. della costa e dell'Arcipelago Toscano Oltre alle schede, è stata allegata alla affinché definissero «l'uso della fascia direttiva una base cartografica, composta costiera, la tutela e valorizzazione delle sue da 19 quadranti in scala 1:25.000, che caratteristiche ambientali e naturalistiche», descrive le caratteristiche geomorfologiche adeguando in modo opportuno gli del litorale; in queste tavole vengono strumenti urbanistici già esistenti in base rappresentate non solo le perimetrazioni all'orientamento generale degli interventi degli ambiti territoriali di applicazione della previsti riguardanti le trasformazioni del direttiva, ma, per quanto riguarda le coste suolo e delle risorse, gli assetti basse, anche le dune e le spiagge, i infrastrutturali e insediativi, con lo specifico sedimenti dunali, le falde di acqua dolce obiettivo di eliminare o mitigare le superficiali; situazioni di disordine ambientale dovute al sono inoltre tracciate le isosaline che mancato controllo delle dinamiche fisiche segnano il limite di intrusione delle acque della linea di costa o imputabili agli usi salate e, nei tratti di costa alta, il limite di impropri del territorio da parte dell'uomo. massima visibilità dal mare; viene Quali elementi conoscitivi di supporto individuata la presenza di manto vegetale; nell'adempimento delle indicazioni fornite sono infine riportate le variazioni della linea dalla direttiva, sono stati approntati da di riva e vengono date indicazioni parte della Regione alcuni strumenti sull'assetto dei fondali marini. informativi volti a definire gli ambiti costieri Nell'ambito della disciplina degl'interventi e le relative tipologie: sono infatti allegate relativi alla situazione degli insediamenti, è alla direttiva una serie di schede (redatte stata prevista dalla direttiva la redazione di dal Dipartimento di scienze della una cartografia in scala tecnica, che Terra/Università di Firenze unitamente al evidenziasse infrastrutture ed edificati siti Dipartimento ambiente della Regione nella fascia costiera agli anni cinquanta. Toscana) dove sono individuati i vari ambiti La raccolta di 88 sezioni di cartografia costieri e le relative tipologie evolutive, la tecnica regionale alla scala 1:10.000 conoscenza e descrizione delle quali si costituisce il corpus dell'Atlante della costa rivela essenziale per stabilire i limiti fisici toscana. La base topografica ospita una all'utilizzazione delle aree considerate. lettura diacronica, sulle ascisse e ordinate Infatti riconosciute le dinamiche naturali in del tempo e dello spazio, del complesso di atto, è consentito tarare interventi e elementi territoriali modificati rispetto al attività, senza interferire negativamente 1954, data del rilievo aerofotogrammetrico con la vocazione naturale delle aree noto come «volo G.A.I.». costiere. Opportuni cromatismi illustrano lo stato di In quei casi ove invece abbiano agito fatto passato e presente di situazioni pesantemente antropizzazione e antropiche e non: incremento dell'edificato urbanizzazione, la valutazione degli e della viabilità (giallo), modifiche e interventi da sostenere si fa più variazioni relative (rosso), evoluzione della problematica; si tende allora, con linea di riva e delle acque interne opportuni suggerimenti, a tamponare gli (giallo/blu). effetti negativi apportati al ciclo evolutivo Il cosiddetto volo G.A.I. rappresenta la

7 prima ripresa aerea, omogenea per simultaneità di fruizione consentita dalla caratteristiche tecniche, dell'intera carta in quanto tale, si presta più di Penisola; effettuato tra il 1954 il 1956 dal qualsiasi elenco o trasposizione scritta a Gruppo Aereo Italiano, per il centro-nord, costituire il «presupposto territoriale» di un con il supporto dell'Army Map Survey, che sistema informativo. invece rilevò l'Italia meridionale e buona Nel caso del nostro Atlante, risulta evidente parte dell'arco alpino. L'insieme delle foto come tale base di supporto risulti la più aeree ottenute in quell'occasione idonea per rappresentare visivamente le costituisce un importante documento dinamiche dell'antropizzazione e le storico, oggettivo e attendibile come può modifiche occorse agli insediamenti, alle esserlo una fotografia, che ci offre la infrastrutture e alla linea di costa nell'arco preziosa possibilità di valutare la fisionomia del trentennio 1950-1980. complessiva dell'Italia qual era Va detto che non sempre la cartografia di nell'immediato dopoguerra e le base, allestita negli anni ottanta, rispecchia trasformazioni territoriali che lo stato attuale dei luoghi in quanto non successivamente hanno investito il paese. registra i più recenti interventi La scala 1:10.000 dell'Atlante è una scala infrastrutturali, talvolta pesanti come nel «tecnica» forse un po' inconsueta per il caso della variante aurelia (tratto fruitore occasionale non addetto ai lavori, California-Venturina) o della nuova A 12 ma, insieme ad altre più grandi scale (Livorno-Cecina) che hanno comportato (1:5.000 e 1:2.000), è usata alterazioni dell'assetto territoriale. sistematicamente dagli enti locali per la Il sintetico commento delle carie, nelle pianificazione e la progettazione pagine che seguono, procede nella logica territoriale. geografica nord-sud secondo le La cartografia tecnica è realizzata dal compartimentazioni dettate dalla griglia di Servizio cartografico regionale nel rispetto riferimento ambientale della direttiva di un rigoroso Capitolato di esecuzione che stessa. ne stabilisce la geometria intrinseca Illustrano il testo sezioni di cartografia a fissando tolleranze e precisioni metriche. piccola scala estratte dalla carta generale Ogni carta costituisce un inventario (versione semplificata) della Regione sintetico e spazialmente ordinato delle Toscana e una selezione di immagini aeree componenti territoriali di ordine fisico e a confronto: la medesima porzione di antropico, relativamente alle zone territorio, riprodotta alla stessa scala rappresentate: inventario che, grazie alla (1:33.000) ma a distanza di trent'anni.

8 Atlante diacronico delle coste toscane anni cinquanta - anni ottanta

guida alla lettura delle tavole cartografiche

Fiorenza Pelagatti

9 TAVOLE CARTOGRAFICHE ALLA SCALA 1:10.000 volume primo volume secondo

249.090 ORTONOVO 316.140 ZANCA-SANT’ANDREA 249.130 MARINA DI CARRARA 316.150 MARCIANA MARINA 249.140 MASSA 316.160 PORTOFERRAIO

260.020 CINQUALE 317.090 MONTEGROSSO 260.030 FORTE DEI MARMI 317.100 CAVO 260.070 MARINA DI PIETRASANTA 317.130 RIO NELL'ELBA 260.080 CAMAIORE 317.140 260.110 VIAREGGIO OVEST 318.050 TORRE MOZZA 260.120 VIAREGGIO EST 318.060 FOLLONICA 260.160 TORRE DEL LAGO PUCCINI 318.100 PUNTONE DI 272.040 FOCE DEL SERCHIO 318.130-318.140 PUNTA ALA 272.080 PIAGGERTA 328.020 272.120 MARINA DI 328.030 MARCIANA 272.160 TIRRENIA 328.040 SAN GIOVANNI 273.050 PISA 328.060 POMONTE-FETOVAIA 273.090 SAN PIERO A GRADO 328.070 273.130 COLTANO 328.080 MONTE FONZA

283.040 LIVORNO NORD 329.010 PORTO AZZURRO 283.080 LIVORNO SUD 329.020 ORTANO 283.120 ANTIGNANO 329.050 CAPOLIVERI 329.060 POGGIO PINO 284.010 284.050 VALLE BENEDETTA 330.020 FATTORIA 284.090 330.030 CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 284.130 330.040 BADIOLA 284.140 ROSIGNANO MARITTIMO 330.080 MARINA DI

294.020 ROSIGNANO SOLVAY 331.050 LA PRINCIPINA 294.060 MAZZANTA 331.090 294.070 CECINA 331.130 TORRE COLLELUNGO 294.110 331.140 STAZIONE D' 294.150 STAZIONE DI 342.020 TALAMONE 305.030 DONORATICO 342.030 305.170 SAN VINCENZO NORD 342.070 305.110 SAN VINCENZO SUD 342.110 STAZIONE DI ORBETELLO 305.150 LUMIERE 342.120 POGGIO DEL LECCIO 342.140 317.020 POPULONIA 342.150 ORBETELLO 317.030 GOLFO DI BARATTI 342.160 317.040 317.070 PIOMBINO 353.130-353.010 CAPALBIO STAZIONE 343.140-353.02 PALAZZO DEL CHIARONE

352.020 TORRE CAPO D'UOMO 352.030 352.100-352.140 GIANNUTRI

GOR 150 GORGONA CAP CAPRAIA 328.130-341.010 PIANOSA MON 080 MONTECRISTO GIG 030-GIG 040 GIGLIO NORD GIG 070-GIG 080 GIGLIO SUD

10 da Marina di Carrara a arenile. Stretta tra i contrafforti collinari costituiti Viareggio dai coni di deiezione dei torrenti apuani a tavole 249.090 - 260.160 monte e il lungo lido sabbioso che con i suoi cordoni dunali opponeva un naturale ubito a ovest di Marina di Carrara, il sbarramento al deflusso delle acque Sfrastagliato e scosceso arco costiero torrentizie, la piana lunense-versiliese si ligure di levante viene bruscamente caratterizzava fino al secolo scorso per la interrotto nella sua fisionomia dall'estuario presenza di acquitrini, lagune e stagni dei del fiume Magra, a partire dal quale si quali gli ultimi residui sono la zona umida diparte una lunga spiaggia renosa che si del lago di Porta e il lago di Massaciuccoli snoda verso sud est sino alle foci del (tav. 260.120, 260.160). Serchio e dell'Arno, e oltre. La storia di questi territori è legata al Lo scenario naturale offerto da questa problema del dissesto idraulico tipico delle suggestiva piana costiera, dominata fasce retrocostiere; i tentativi di dall'imponente edifico calcareo delle Alpi regimazione e bonifica, attuati in maniera Apuane, è ancora oggi uno tra i più discontinua e inefficace, si documentano fin rinomati d'Italia nonostante la pesante dall'epoca romana. Nel corso del urbanizzazione da sfruttamento turistico e Settecento e dei primi trent'anni la localizzazione di grossi impianti chimico- dell'Ottocento furono finalmente attuati i siderurgici addossati ai centri balneari, giusti interventi che portarono al definitivo causa e fonte di molteplici episodi di recupero dell'intero litorale, alla creazione inquinamento ambientale. delle Marine di Carrara e di Massa, alla Le tavole relative a questo tratto di costa prima valorizzazione di Viareggio quale sono infatti tra le più eloquenti per quanto stazione balneare ante litteram e riguarda l'ipertrofia insediativa e all'impianto in Versilia e sulla costa apuana infrastrutturale sopportata dal litorale; il paesaggio di duna e le retrostanti pinete oramai non esistono più, a loro si è sovrapposto un fronte continuo di stazioni balneari e di strutture ricettive e abitative, saldate praticamente senza interruzione e disposte secondo gli assi di una maglia viaria minore assai stretta e minuta, che si dispone parallelo alla linea di riva interrompendo i secolari rapporti mare- monti. L'originario paesaggio geografico di queste zone prevedeva la ravvicinata coesistenza, in uno spazio limitato, di ambiti naturali diversi ma strettamente collegati tra loro: il rilievo, le colline, la pianura costellata da impaludamenti e in seguito bonificata, il nastro continuo di pineta dall'Arno alla Magra e infine la spiaggia dal pregiato

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La provincia di Apuania, istituita nel 1938 La perimetrazioni della Zona industriale apuana con il nuovo porto e i primi quattro stabilimenti industriali delle splendide pinete che, agli inizi del a ridosso della fascia costiera) voluta e nostro secolo, già orlavano non solo questi incentivata tra le due guerre e territori ma gran parte della Toscana ulteriormente sviluppata in seguito. marittima. L'economia della zona è stata da L'impianto della zona industriale nei sempre imperniata sul binomio tradizionale territori dei comuni di Massa, Carrara e della lavorazione del marmo proveniente Montignoso, riuniti amministrativamente dalle cave di Carrara e del lavoro agricolo; nel dicembre 1938 sotto il nome di è proprio in quest'ottica che Marina di Apuania, rientrava all'epoca in un quadro Carrara divenne nell'Ottocento importante generale di promozione industriale, volto a approdo per l'esportazione del marmo e, dare impulso alle grosse imprese e sempre nello stesso periodo, l'agricoltura si all'industria pesante meccanica, chimica espanse su quei territori strappati agli nonché bellica. La scelta di questo territorio acquitrini con coltivazioni specializzate, fu dettata da molteplici ragioni: l'esistenza come ad esempio il tabacco in Versilia e gli di una buona rete viaria e ferroviaria che ortaggi e gli agrumi nella campagna collegava la zona con il resto del paese, la apuana, mentre nei pressi di Montignoso, presenza del piccolo vicino approdo di area prima tra le più insalubri della zona, Marina di Carrara che poteva essere venivano prodotti agli e cipolle talmente potenziato, la larga offerta di manodopera pregiati da essere esportati perfino nelle a basso costo dovuta alla grave crisi della Americhe (Azzari 1993, p. 144). lavorazione del marmo fra gli anni venti e Ma uno degli elementi che, congiunto allo trenta, e, perché non ricordarlo, le sviluppo turistico del litorale, ha pressioni esercitate dal segretario maggiormente contribuito ad alterare la particolare di Mussolini, Osvaldo fisionomia e gli equilibri soprattutto in Sebastiani, che era originario di Massa quest'area è stata la creazione della Zona (Predieri 1971, p. 59). In tal modo, fin da industriale apuana (riconoscibile nelle prima del secondo conflitto, venne tavole 249.130 e 249.140 immediatamente innestato nel contesto apuano questo

12 «corpo estraneo» in un ambiente sociale governativi nel Mezzogiorno e ancora non preparato alla grande industria, parallelamente all'incremento spontaneo in bilico tra il turismo in embrione, le della piccola e media industria lungo la piccole ancora incerte industrie locali, la valle dell'Amo, la grande Zona industriale lavorazione del marmo e l'agricoltura; apuana dal dopoguerra fino ai nostri giorni quest'ultima venne infatti ben presto è andata avanti di crisi in crisi continuando trascurata mentre si sovrapponevano a convivere con il crescente turismo interessi contrastanti dettati dalle varie balneare, inquinando l'atmosfera e la falda attività, e intanto gli assetti territoriali e idrica, percorrendo una progressiva infrastrutturali del litorale e delle zone involuzione, dettata anche da una più salda retrocostiere venivano assoggettati a coscienza ecologica, attraverso chiusure, ulteriori modifiche che si aggiungevano a riaperture e definitive uscite di scena dei quelle già innescate dai primi passi dello suoi nomi più importanti; tra questi sviluppo turistico (Pinna 1992, p. 476). l'industria chimica Farmoplant che, in In quegli anni immediatamente antecedenti seguito a due incidenti (1988) avvenuti la guerra furono costruite, fra Marina di nello stabilimento per la produzione di un Carrara e Marina di Massa, le colonie antiparassitario, provocò l'intossicazione di destinate ai figli dei dipendenti Fiat e gran parte della popolazione residente nella Olivetti e fu anche inserito un viale zona, sottoponendo alla pubblica opinione i litoranee su modello di quello già esistente problemi di un comprensorio industriale di a Viareggio; venne inoltre incentivata la tale portata nell'ambito di un'area così struttura a scacchiera piuttosto serrata fortemente urbanizzata. Ma tornando a delle zone residenziali, impostata anni quanto ci viene direttamente mostrato prima insieme all'arretramento più dalle tavole, sono da segnalare altri due all'interno, rispetto alla direttrice originale, aspetti oltre a quello relativo alla massiccia dell'Aurelia. urbanizzazione: la quasi totale scomparsa Non più supportata dalle forti agevolazioni della preesistente pineta e i processi di fiscali che ne avevano incentivato erosione e avanzamento della linea di riva l'impianto, in conseguenza anche dello di queste spiagge. spostamento di interessi e interventi

Forte dei Marmi venne ufficialmente riconosciuto nel 1927 stazione di cura e turismo. È del 1929 il piano regolatore (ingegneri Castelfranco e Cattaneo) che disciplina lo sviluppo lungo la costa destinando all’edificazione delle colonie marine un tratto di ben 650 metri (estremo nord confine con Montignoso)

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Anni cinquanta – anni ottanta Le foto aeree illustrano il tratto di costa fra la Versiliana - propaggini estreme del parco – e la fossa dell’Abate che marca il confine di Viareggio. I residui dell’antica pineta (come nei pressi del fosso Motrone) sono ritagliati tra l’edificato compatto che prende il nome di Fiumetto, Tonfano, Focette di Marina di Pietrasanta e Lido di Camaiore. Ben visibile il tracciato autostradale A11-A12 che, con svincoli e aree di servizio, solca il territorio parallelamente alla costa.

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Come già accennato, fin dal Settecento, ma fiume Magra per la parte settentrionale del anche precedentemente come ad esempio litorale e da quelli del Serchio e dell'Arno nella tenuta medicea di San Rossore, era per la parte meridionale, la spiaggia sta consuetudine impiantare pinete lungo i subendo, soprattutto in alcuni tratti come litorali per stemperare il forte vento quello lungo circa sette chilometri che va salmastro, e proteggere così le colture da Marina di Carrara a Marina dei Ronchi presenti nella fascia retrocostiera, ma (tav. 249.130, 249.140, 260.020), un anche per trarre una qualche forma di processo di forte erosione dovuto alle profitto da quelle che all'epoca non erano conseguenze di alcuni interventi operati considerate che terre improduttive (Cavalli dall'uomo: in primo luogo la notevole 1993, p. 62); nella porzione di litorale in diminuzione degli apporti sedimentari del questione gli unici residui di questa fiume Magra, soggetto per anni a essenza sono la pineta di Ponente (tav. escavazioni continue del proprio alveo, ma 260.110), circondata dal tessuto urbano di anche la costruzione e l'ampliamento dei Viareggio e in parte occupata da discoteche due porti di Marina di Carrara (tav. e attrezzature sportive, la pineta di Levante 249.130) e di Viareggio (tav. 260.110), siti (tav. 260.160), meno aggredita anche se ai due estremi del tratto di costa in in essa è stata realizzata la «Lago-Mare», questione, che condizionano con le loro una delle lottizzazioni meno rispettose di strutture l'uniforme e naturale distribuzione Torre del Lago, e, a Marina di Pietrasanta, dei sedimenti portati dal moto ondoso la famosa Versiliana (tav. 260.070), oggi lungo le spiagge; questa sorta di protetta e strappata anche se non «interferenza» causa appunto fenomeni di integralmente all'edilizia dopo una serie di forte erosione in alcuni tratti e di vicende alterne verificatisi a cavallo tra gli avanzamento in altri, come ad esempio la anni sessanta e settanta (Canigiani, spiaggia che si stende a sud di Vittoria Leoncini 1971, p. 57); frammisti a questa Apuana fino alle Focette (tav. 260.020, pineta si possono ancora rintracciare alcuni 260.030, 260.070) e quella al di sotto del lembi dell'antica selva planiziaria costiera porto di Viareggio (tav. 260.110, 260.120, dominata dalla tamia la cui odierna 260.160); a poco sono valsi quei composizione è praticamente uguale a provvedimenti occasionali, come la quella dell’VIII-VII secolo a.C. (Cavalli costruzione di scogliere e di pennelli 1993, p. 69). Per quanto concerne invece protettivi o i ripascimenti artificiali volti a la linea di riva, anch'essa ha risentito della riequilibrare l'assetto della linea di riva, forte antropizzazione del litorale; succedutisi negli anni senza un reale alimentata dagli apporti sedimentari del coordinamento.

16 Da Torre del Lago una costa dalla fisionomia non dissimile, salvo le eccezioni che distingueremo, da a Calabrone quella fotografata con il volo G.A.I. nel tavole 272.040-273.130 1954, anche se, a quindici anni dalla sua istituzione, la realtà ambientale del parco si a fascia costiera compresa fra Torre del presenta afflitta da svariate e irrisolte Lago e Livorno è quasi del tutto L problematiche organizzative e di occupata dal Parco naturale di Migliarino, coordinamento che l'organismo posto a San Rossore, Massaciuccoli, istituito nel capo della gestione amministrativa sino al dicembre 1979. 1994, un consorzio formato dai comuni La tenuta presidenziale di San Rossore, le interessati e dalle province di Pisa e di pinete di Migliarino e del Tombolo, la Lucca, non è stato in grado di fronteggiare tenuta di Coltano e Castagnolo, la fattoria con tempestività e decisione; la stessa di Vecchiano, il reticolo idrografico della Giunta regionale ha dovuto infatti piana lucchese e pisana dominate dal lago provvedere nel 1987, valendosi dei propri di Massaciuccoli e dai fiumi Arno e Serchio poteri sostitutivi, a far adottare il Piano costituiscono il vasto areale del parco, territoriale di coordinamento che, atteso esteso per 23.000 ettari e ripartito tra i invano per anni, doveva in teoria essere comuni di Pisa, Vecchiano, San Giuliano approntato dal Consorzio stesso (Migliarino Tenne, Massarosa e Viareggio. 1988, p. 163; Azzari 1990, p. 53). Sotto tutela ormai dalla fine degli anni È indubbio che molte delle difficoltà settanta grazie a una legge regionale incontrate nella gestione e organizzazione arrivata dopo un lungo braccio di ferro fra del parco sono dovute alla sua stessa «protoverdi» e quanti intendevano fisionomia, costituita da unità territoriali cementificare soprattutto il litorale; questi distinte territori presentano, oltre a un indubbio interesse storico, un inestimabile valore ambientale e paesaggistico: su lunghi tratti della costa, ad esempio, tra la foce del Serchio e Bocca d'Amo, è ancora riconoscibile il paesaggio di duna, ormai del tutto scomparso a nord di Viareggio; sono presenti lame retrodunali - ristagni di acqua resi verdi da macchie di vegetazione igrofila - entro le quali ancora proliferano rare specie di Platelminti (Canigiani, Leoncini 1971, p. 51) e verso le quali convergono una moltitudine di uccelli e altri animali; lecci, roverelle, pini marittimi e domestici abbondano sulle antiche dune, i «tomboli», altrove spianate e fagocitate dal tessuto urbano e qui invece testimoni di uno tra i paesaggi litoranei tra i più belli e autentici della regione. Le tavole di quest'area ci presentano infatti

17 e non accorpate, provenienti da vicende prima di Torre del Lago, e dal padule di storiche e da dissimili destinazioni d'uso Massaciuccoli. ancora riconoscibili nell'attuale La Macchia Lucchese, o pineta di Levante, è denominazione dei vari perimetri in costituita da circa 480 ettari di bosco distesi comparti-tenute-fattorie (Azzari 1990, p. su di una striscia lunga quasi 5 chilometri 53), che appaiono appunto quali «isole», che in teoria arriva fino ai confini con la vicine ma non compattate, sottoposte a una provincia di Pisa, ma che in pratica viene pesante e sistematica pressione antropica interrotta dal viale che unisce gli proveniente dalle zone circostanti; la stabilimenti balneari di Marina di Torre del coesistenza di attività industriali, turistiche, Lago con la cittadina, dietro il quale si apre agricole, aeroportuali e addirittura militari il rettangolo occupato dalla già accennata orbitanti tutto intorno al perimetro del lottizzazione della «Lago-Mare» (tav. parco stesso, ma anche all'interno fra 260.160); da notare il viale dei Tigli che un'asola» e l'altra, e la presenza di una collega Torre del Lago con Viareggio: maglia assai fitta di strade e autostrade che questo separa la fattoria con i suoi annessi tagliano in ogni direzione il territorio agricoli dalle pinete della ex tenuta tutelato compromettono gravemente la Borbone, contesa dopo la prima guerra corretta organizzazione e salvaguardia mondiale tra la nobile famiglia e il ambientale del parco; questo infatti è di Viareggio e riscattata da quest'ultimo nel soggetto a continui apporti inquinanti dalle 1926; nella ex tenuta si trovano la villa, zone limitrofe: si considerino ad esempio anch'essa del comune dal 1985, e le molte l'Arno e il Serchio che trasportano fino al case coloniche riconoscibili nella carta che mare, e che quindi sono parte del sistema costellano i territori ancora coltivati. idrografico del parco, gli scarichi industriali, A est dell'Aurelia e della parallela urbani e agricoli di mezza Toscana; oppure Autostrada dei fiori, anche se fuori dalla si osservi, nel cuore di San Rossore, il fascia costiera in esame ma pur sempre da fiume Morto che raccoglie le acque della ricordare in quanto zona umida inserita nel pianura a nord di Pisa, e si potrà intuire contesto costiero qui considerato e area di quali siano i fenomeni di degrado che riferimento privilegiata da molti uccelli investono non solo le acque, ma anche acquatici, inizia il padule, o meglio ciò che l'aria e il suolo - nel parco sono infatti ne è rimasto dopo le bonifiche effettuate dislocate anche alcune discariche di rifiuti, negli anni trenta; attualmente il lago di oggi chiuse (Azzari 1990, p. 61-63). Qui ci Massaciuccoli (tav. 260.160) è oggetto di limiteremo tuttavia a osservare un po' più studi promossi dalla Regione e dalla da vicino e dare qualche notizia storica Comunità Economica Europea, coordinati riguardo a quei lembi del parco che dall'Ente Parco per valutare il grado di ricadono entro i limiti della fascia costiera, inquinamento e di eutrofizzazione delle rimandando alla bibliografia per quanto acque, determinarne le cause e proporre gli concerne il dibattito sulla salvaguardia interventi conseguenti. Tale studio che sta ambientale e la gestione del territorio per concludersi, ha già indicato alcune linee tutelato e anche per notizie più dettagliate di azione per migliorare lo stato di salute sulla storia del parco e dei suoi comparti del bacino: depurazione delle acque di interni, fattoria di Vecchiano e tenuta di bonifica e di quelle contenenti i reflui della Coltano, lontani dal litorale e al di fuori dei depurazione attraverso il lagunaggio, limiti costieri considerati. «dialisi» delle acque del lago con La parte più a nord del parco è costituita l'immissione controllata di prelievi dal fiume dalla Macchia Lucchese e tenuta Borbone, Serchio, completamento della rete fognaria posta ai limiti meridionali di Viareggio e dei centri abitati situati nell'interno del 18

19 bacino e infine realizzazione di una stazione Agli inizi del Novecento Migliarino era biologica per il monitoraggio e il controllo divenuto il centro più importante d'Italia della qualità delle acque. per la produzione di pinoli, lavorati in loco Comunque le zone umide residue connesse in edifici ancora esistenti, e nel Progetto del al lago di Massaciuccoli restano quale parco da destinarsi a sede di un museo, preziosa testimonianza degli ambienti all'interno dei quali si possono osservare i palustri che un tempo costellavano le coste vecchi macchinari (Migliarino 1988, p. 62- e, proprio riferendosi a esse, nell'ambito del 66, 186-187). già menzionato progetto di Piano territoriale Oggi la tenuta Salviati e la pineta di è stata suggerita l'idea, tra l'altro molto Migliarino si presentano con la fisionomia criticata (Azzari 1990, p. 60), di riconoscere che era stata loro imposta nel corso nell'«acqua», interpretata quale chiave di dell'Ottocento grazie soprattutto a una dura lettura storica del territorio, l'elemento battaglia, protrattasi dalla fine degli anni aggregante del parco e creare così un cinquanta agli anni settanta, che è riuscita «Parco delle acque», oltre che «della a impedire la lottizzazione della pineta da storia», all'interno del quale fosse possibile parte del comune di Vecchiano; agl'inizi muoversi utilizzando l'antico reticolo degli anni sessanta la famiglia Salviati idrografico ripristinato nella sua completa aveva infatti firmato con quest'ultimo una fruibilità e ampliato con addirittura convenzione che prevedeva, oltre alla l'allagamento di alcune aree costruzione di lotti di villette nella pineta, il particolarmente inquinate o soggette a prolungamento dell'autostrada Firenze- fenomeni di subsidenza (Migliarino 1988, p. Mare oltre il casello di Migliarino fino alla 214-217). tenuta Salviati e la costruzione di Oltrepassato il confine fra la provincia di stabilimenti balneari lungo la costa fino alla Lucca e quella di Pisa si incontra la pineta di foce del Serchio. Migliarino, l'antica tenuta Salviati, La tenuta di San Rossore, composta da una compresa appunto tra il confine con l'antico foresta di antiche origini e già proprietà Stato di Lucca a nord, il lago di medicea fin dal XV secolo, ricopre circa Massaciuccoli a est e l'argine del Serchio a 5.000 ettari tra il mare, l'Aurelia, il Serchio sud, esistente, come la confinante fattoria e l'Arno costituendo uno degli ambienti medicea di Vecchiano, fin dal XVI secolo. meglio conservati e tra i più interessanti del La tenuta si presentava fino al secolo parco. Nel Cinquecento era utilizzata quale scorso come un bosco costituito da lecci, tenuta per l'allevamento di cavalli e bovini e querce, cerri e farnie e percorso da larghe ne venivano sfruttati pascoli e boschi; lame interdunali, nella quale venivano sempre durante il dominio mediceo vennero praticate la caccia e l'allevamento; nel effettuate alcune vistose modifiche corso dell'Ottocento, costruita la villa, all'assetto idrografico con lo spostamento a furono avviate dai Salviati alcune opere di nord della foce dell'Arno, i cui depositi bonifica nei pressi dell'ansa del Serchio col fluviali tendevano a insabbiare il porto di recupero di zone subito appoderate e Livorno, e con la deviazione del fiume Morto messe a coltura; sempre nell'Ottocento fu entro l'alveo del Serchio. iniziato l'impianto sistematico del pino I Lorena si preoccuparono in seguito di domestico e l'organizzazione razionale della migliorare la viabilità interna e di bonificare macchia in quadrati delimitati dalla viabilità altri settori della tenuta con il fine preciso di minore e da fossetti e canali di scolo per le estendere pascoli e pinete; dopo la acque, i cui tracciati si possono ancora parentesi napoleonica, durante la quale riconoscere sulle tavole 260.160 e 272.040. venne gravemente rapinato il patrimonio 20 faunistico, i Lorena fecero realizzare una prima traccia dell'Ippodromo degli Escoli, oggi potenziato e attorno al quale si è sviluppato anche un centro attrezzato per gli allenamenti dei cavalli da corsa (tav. 273.050). I Savoia, dopo l'unità d'Italia, fecero costruire la Villa al Gombo, distrutta poi durante l'ultima guerra, ma non mutarono di molto l'assetto complessivo precedentemente impresso dai Lorena; nel periodo poi delle grandi bonifiche anche la tenuta venne inserita nell'elenco delle zone che necessitavano di una riorganizzazione idraulica, venne così realizzato il fiume Morto Nuovo che si sostituì al tratto terminale del vecchio fiume Morto. La tenuta è ora proprietà demaniale in dotazione alla Presidenza della Repubblica. L'assetto della tenuta non ha comunque subito modificazioni rilevanti dal dopoguerra a oggi mantenendo la fisionomia impostale nel secolo scorso; purtroppo, come già accennato, vanno segnalati alcuni gravi danni dovuti all'inquinamento ambientale e all'erosione marina che, in questo tratto del litorale, è particolarmente aggressiva (tav. 272.040, 272.080, 272.120); la spiaggia nei pressi del Gombo risulta ridotta di circa 150 metri rispetto al 1938, ma è soprattutto la linea L’arretramento della linea di riva di riva a nord di Bocca d'Arno ad aver nei pressi di Bocca d’Arno subito gli effetti maggiori di questo (quasi un chilometro in cent’anni) processo presentando negli ultimi cento è testimoniato anche dal confronto fra le due carte al 1954 e al 1980. anni un arretramento di quasi un chilometro; questo è accaduto in seguito a Base topografica IGMI, scala 1:50.000. una sensibile diminuzione degli apporti sedimentari dell'Arno, dovuta all'estrazione di inerti dal suo alveo, alla costruzione di dighe e briglie lungo tutto il corso e all'abbandono dell'agricoltura in alcuni territori del bacino (Coste toscane 1989, p. 43-44). L'arretramento della spiaggia ha di conseguenza portato a una maggiore aggressione dell'aerosol marino Inquinato sulle pinete litoranee che in alcuni tratti, come ad esempio sempre presso il Gombo, sono state «bruciate» per una profondità anche di 300 metri (Azzari 1990, p. 57). 21

A sud del corso dell'Arno si possono lungo la lama di Amino; da sempre riconoscere le tenute di Tombolo e di soggetta a impaludamenti e a fenomeni di Arnovecchio. Di proprietà ecclesiastica fino subsidenza, è stato necessario attendere il alla metà dell'Ottocento, vennero investite 1920 e l'impiego degl'impianti idrovori per più tardi rispetto alle altre zone del parco prosciugare definitivamente la zona e, da modifiche e riorganizzazioni territoriali. grazie anche al taglio di una buona parie di La tenuta di Tombolo, la più vasta bosco, conquistarla all'agricoltura intensiva all'interno del parco con i suoi 5.230 ettari (provvedimenti analoghi interessarono compresi fra l'Arno, il fosso dei Navicelli e il successivamente anche le paludose ex Calambrone, si presentava fino al secolo tenute medicee di Castagnolo, nei pressi scorso come una distesa di boschi di della non lontana San Piero a Grado, e di querce, lecci e pini popolata da molti Coltano, verso Stagno). animali; il suo aspetto era caratterizzato da Dopo l'unità d'Italia vennero donati dal re a una progressiva alternanza tra zone Gaetano Ceccherini, l'ideatore dello asciutte e strisce d'acqua parallele alla linea stabilimento balneare del Gombo, i terreni di costa, dette "lame", che si intervallavano nei pressi del fortino di Bocca d'Arno dove dalla terraferma fino al passaggio definitivo nacque uno stabilimento balneare e dove in nel mare; la sua impenetrabilità era così seguito l'ingegner Bernieri del comune di nota che nell'immediato dopoguerra era Pisa progettò la pianta di quella che divenuta rifugio per disertori, sarebbe divenuta Marina di Pisa, con la sua contrabbandieri e fuorilegge di ogni tipo, piazza semicircolare e la viabilità diretta tanto che, presso il canale dei Navicelli, era verso il mare, secondo una griglia in base sorta una «baraccopoli» nel fitto del bosco alla quale fu organizzata appunto la bonifica dei Porcai e nel bosco dell'Ulivo, ancora del 1920 (tav. 272.120). oggi tra i meglio conservati (Migliarino Fu così che le tenute di Tombolo e di 1988, p. 75-78). Arnovecchio, una volta risolti i problemi La tenuta di Arnovecchio si estendeva nei idraulici e acquistati spazi per le pressi di Bocca d'Arno con la forma di un coltivazioni, vennero Inserite in un progetto triangolo di circa 300 ettari proteso tra il di sfruttamento del litorale che comprese fiume, la spiaggia e la tenuta di Tombolo, l'impianto di Tirrenia e di Calambrone.

22 Anni cinquanta - anni ottanta Zona Tirrenia – Calabrone Gli insediamenti originari sorti con la bonifica (1920-30) proliferano nei primi anni sessanta. È di questo periodo anche il campo da golf, dal green ben leggibile sull'immagine aerea, ospitato nella pineta. Tra mare e viale litoranea (parte bassa dei fotogrammi) si delinea la lunga teoria delle Colonie, imponenti complessi ormai in disuso costruiti negli anni 1930-38. Appartengono alla Charitas tridentina gli unici stabilimenti ancora in efficienza: la colonia ex Rosa Maltoni, ora Regina del Mare. Si riconosce nella parte estrema delle due immagini l'edificio semicircolare che ne conclude l'impianto razionalista progettato da A. Mazzoni, architetto fra i più innovativi e singolari del panorama italiano fra le due guerre

Per quanto riguarda Tirrenia, la tavola può osservare nella tavola 272.160 - 272.160 è di per sé eloquente; fin dal favoriscono l'aggressione dei venti marini. 1934, anno in cui fu creato l'Ente autonomo Per quanto riguarda la linea di riva di Tirrenia, quest'area è stata pesantemente questo tratto di litorale, per lo più in urbanizzata, la tela degli stabilimenti situazione di momentaneo equilibrio da balneari si sussegue ininterrottamente da Tirrenia a Calambrone, è da notare nella Marina di Pisa fino a Calambrone dove, tavola 272.120 la costruzione di scogliere proprio in quegli anni, vennero impiantate erette a difesa di Marina di Pisa insidiata le colonie, in uso fino agli anni settanta, per costantemente dall'erosione marina; questa le quali oggi si parla di recupero a fini è stata bloccata a livello superficiale, ma turistici. Per un'altra area di matrice continua comunque a operare sui fondali a analoga, gli ex stabilimenti cinematografici ridosso delle scogliere stesse che, come Cosmopolitan sempre a Tirrenia, il recupero segnalato da alcuni studiosi, non possono è già in fase di attuazione. rappresentare un provvedimento definitivo Ma è negli anni sessanta che la zona viene (Coste toscane 1989, p. 44). sistematicamente sfruttata: lo stesso Ente Difficilmente conciliabile con l'identità del autonomo permise in quegli anni parco è ancora da segnalare l'esistenza l'abbattimento di centinaia di pini nel cuore della base militare Nato di Camp Darby e della pineta di Tirrenia per consentire la del Cresam (Centro ricerche e studi per le costruzione di un grande campo da golf, i applicazioni militari) oggi Cisam: 1.600 cui squarci, oltre ad aver deturpato ettari complessivi cinti di filo spinato, l'aspetto originario della pineta - come si racchiusi nella pineta di Tombolo. L'area del

23 Cisam è in parte utilizzata come discarica di risolvere i problemi in atto avrebbe rifiuti radioattivi (Azzari 1990, p. 61). impedito al Parco qualsiasi possibilità di Il piano territoriale per la tenuta di Tombolo intervento per azioni di prevenzione o di prevede invece il recupero completo delle impedimento dell'estensione degli stessi. zone militari e il reinserimento La trasformazione dell'organismo di nell'organismo parco, rimboschimenti su gestione del parco da Consorzio a Ente, vasta scala e il riassetto dell'area di avvenuta nel 1994, è stata introdotta per Calambrone, sia per quanto riguarda le conseguire un livello decisionale più colonie sia per il lungofiume e le attività tempestivo e una più larga autonomia per il nautiche a esso connesse, e la creazione di raggiungimento delle finalità specifiche del un «Centro del parco» presso la basilica parco. medievale di San Piero a Grado (Migliarino 1988, p. 88-189, 212-217). Certamente gli interessi che gravitano intorno al parco sono molti e contrastanti e mal si accompagnano con le sue finalità e i suoi contenuti storici e ambientali; alcuni provvedimenti e progetti infatti si presentano come fortemente conflittuali per l'identità stessa dell'area sotto tutela. Difficile risulta il coordinamento anche nell'ambito dell'esistente piano territoriale i cui intendimenti spesso si scontrano con i piani regolatori generali dei centri abitati compresi nell'areale del parco: già molte sono state le modifiche apportate alla stesura iniziale proprio in relazione agl'innumerevoli impedimenti incontrati dal Consorzio nel gestire gl'interventi di recupero, valorizzazione e conservazione in un territorio tanto vasto e problematico (Azzari 1990, p. 62 ss.). Alcuni studiosi (Barbieri, Canigiani 1989, p. 14) hanno suggerito che sarebbe stato più opportuno destinare a parco soltanto le aree di maggiore pregio naturalistico e paesaggistico (Macchia Lucchese, pineta di Migliarino, tenuta di San Rossore, Tombolo pisano-livornese e lago di Massaciuccoli) riducendo così le dimensioni delle aree soggette a tutela. Diversa è stata la scelta operata dalla Regione, che ha preferito assoggettare al Piano Territoriale anche le aree che presentano fenomeni di contraddizione con le finalità di tutela del Parco. Infatti la contrazione della zona, lungi dal 24 da Livorno ltrepassato il ponte sul Calambrone al Golfo di Baratti O(tav. 283.040) il paesaggio costiero tavole 283.040-317.030 viene immediatamente occupato dal complesso portuale e industriale di Livorno. Come si può osservare dalla tavola menzionata e dalla 283.080, il porto più importante della Toscana si è enormemente sviluppato negli ultimi decenni vedendo espandersi, in particolare nell'ambito portuale, il reticolo delle darsene e dei canali, le strutture delle raffinerie di idrocarburi, degli stabilimenti chimici e dei depositi di carburante (in parte nascosti da un'area «oscurata» per la quale si rimanda a quanto segnalato in seguito a proposito della zona industriale piombinese) e le infrastrutture connesse con l'attività cantieristica e il traffico delle merci; anche la rete viaria e i complessi abitativi periferici hanno progressivamente occupato ulteriori lembi di piana sia costiera che interna, alle spalle della città ottocentesca, in relazione alla preminente funzione di baricentro industriale e portuale che Livorno continua a svolgere nell'ambito della costa toscana. La stessa fondazione del porto livornese, avvenuta nel Cinquecento con la riorganizzazione territoriale del potere mediceo, ha segnato fin da allora le sorti della città, o meglio della «città-fortezza», concepita quale caposaldo militare in una zona di frontiera - la costa - desolata, ancora da risanare e battuta dalle scorrerie piratesche, ma sviluppatasi poi soprattutto quale polo mercantile e ricettivo proteso nel reticolo delle rotte commerciali mediterranee e successivamente atlantiche, che ha conservato fino a oggi la fisionomia della città di mare meglio inserita nel proprio contesto ambientale del panorama costiero toscano (Pizziolo 1986, p. 83-84). Proseguendo verso sud, oltrepassato il complesso portuale e urbano di Livorno, all'altezza di Antignano (tav. 283.120) inizia uno dei tratti costieri più particolari della Toscana marittima che, snodandosi 25 fino a Rosignano Solvay per poi lasciare lido renoso orlato da una rigogliosa pineta, nuovamente spazio al largo nastro sabbioso all'inizio del quale incombe il complesso della cosiddetta Riviera degli Etruschi, crea chimico e industriale di Rosignano Solvay; uno scenario naturale altamente la lunga spiaggia che qui incomincia si suggestivo. Le alte scogliere ancora protende verso il promontorio del monte riconoscibili sotto il livello del mare nei due Massoncello e il golfo di Baratti sorvegliata avamposti rocciosi sottomarini disposti a alle spalle dalle propaggini digradanti delle tenaglia rispetto alla linea di costa (le Colline Metallifere, quasi tangenti il mare secche della Meloria a nord, di faccia a nei pressi di San Vincenzo con l'avamposto Livorno, e quelle di Vada più a sud) rivelano roccioso dei monti di Campiglia, sulle quali la propria parentela geologica con i Monti sono riconoscibili i centri di collina, unici Livornesi (Pardi 1993, p. 13). insediamenti vitali di quello che era il tipico Erose dal mare e modellate dai venti, quasi paesaggio maremmano. disegnate come testimoniato dal toponimo In tempi non troppo lontani quest'area era Sassoscritto (tav. 284.090), queste infatti costellata di paludi e acquitrini e il splendide scogliere punteggiate da antiche paesaggio corrispondeva a una landa torri di avvistamento, spesso inglobate desolata e deserta; la presenza di aree entro strutture successive che ne hanno palustri e malariche e di grandi latifondi, alterato l'aspetto originario (Baggiossi l'assenza di un reticolo viario e di 1988, p. 107-123), e contornate dalla insediamenti costieri, i pericoli dovuti ai macchia-pineta che tappezza i poggi dissesti idraulici, alle malattie, alle scorrerie retrostanti lo strapiombo hanno conservato piratesche e al banditismo caratterizzavano gran parte dell'originale bellezza; soltanto questa porzione di litorale, anche se non nei pressi dei due centri costieri più gravemente come nella Maremma importanti, Quercianella (tav. 284.090) e grossetana, al punto da immobilizzarne lo Castiglioncello (tav. 284.130, 284.140), lo sviluppo territoriale fino all'acquisizione del sviluppo edilizio e quello turistico sono Granducato da parte del Lorena. facilmente riconoscibili nelle espansioni Quest'ultimo tratto della cosiddetta urbane riportate dalle tavole. Maremma pisana, nota anche come Il tratto di costa che si allunga tra Maremma volterrana, si estendeva fino Quercianella a Castiglioncello è inoltre all'avamposto di San Vincenzo e iniziò la costellato da ville e residenze esclusive, sua lunga regressione a partire dalla ciascuna con il proprio accesso al mare, che sconfitta che Pisa subì presso la Meloria hanno comportato la privatizzazione quasi (1284); il litorale perse il suo referente completa del litorale, come in località Le politico ed economico e in breve tempo fu Forbici e Buca dei Corvi nei pressi di abbandonato e lasciato al disordine Castiglioncello; idrografico e al grande latifondo; il vasto altri elementi da notare sono ancora la territorio fu affidato dal governo mediceo al risistemazione dell'arteria viaria Aurelia e la controllo di pochi grandi proprietari terrieri: fitta lottizzazione avvenuta alle spalle dello Cecina ai Ginori, Castagneto, Bolgheri e sprone roccioso su cui si colloca la vecchia Donoratico ai della Gherardesca, i territori Castiglioncello, tra le prime località della nei pressi di San Vincenzo ai Serristori, le costa toscana a essere oggetto di interesse tenute di Biserno ai conti Alliata, Populonia turistico sin dalla fine dell'Ottocento ai Desideri, con la tenuta di Vada che (Canigiani, Leoncini 1971, p. 49-50). faceva capo alla Mensa arcivescovile di Lasciandosi alle spalle Castiglioncello e i Pisa, e senza contare altri feudi e suoi scogli si apre allo sguardo un lungo marchesati minori ugualmente destinati a 26 essere gestiti quali latifondi; i laghi più senza precedenti. idonei, come il lago di Campiglia, vennero Insieme alla bonifica idraulica, alla adibiti a peschiere mentre a Cecina e a riconquista all'agricoltura e di Campiglia vennero localizzati all'appoderamento furono decisive le due edifici siderurgici per lavorare il ferro migliorie apportate alla rete infrastrutturale proveniente dall'isola d'Elba e dal monte e il ridimensionamento della grande Valerio. proprietà assenteista che consentirono di La piana costiera in tal modo si animava valorizzare le zone via via liberate dal prevalentemente d'inverno, con l'arrivo dei dominio delle acque e della malaria; pastori e delle greggi transumanti, mentre vennero incentivate sia la vocazione agraria gli unici centri popolati erano localizzati di Vada che quella siderurgica di Cecina nell'entroterra in posizione rilevata e sicura mentre San Vincenzo accrebbe la sua ma scollegati con il mare e la costa. importanza quale nodo stradale sull'Aurelia; L'avvento dei Lorena nella seconda metà flussi migratori di popolazione Iniziarono a del Settecento rappresentò per questa zona privilegiare i centri costieri rispetto a quelli e per il resto della costa toscana depressa e collinari destinati lentamente a decadere. disertata l'inizio di un'evoluzione territoriale

Castiglioncello e Rosignano. Imponente lo sviluppo delle due località, l'una di interesse turistico già a fine Ottocento, l'altra città operaia addossata al polo chimico della Solvay. Alle spalle del promontorio roccioso di Castiglioncello, separata dalla barriera ferroviaria, la fitta lottizzazione si inerpica per poggio Allegro circondando il castello Pasquini immerso nel parco di pino domestico. Tangente all'abitato di Rosignano, il tracciato della variante Aurelio, pesante infrastruttura dalle caratteristiche autostradali

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La maglia poderale dalla geometria regolare e ordinata che circonda gli abitati di Cecina e Marina conserva l'assetto imposto dalla bonifica idraulica e l'impronta della riforma fondiaria attuate dai Lorena nelle terre della Maremma pisana. Anche lo sviluppo urbanistico, rigorosamente a scacchiera, seguì le linee guida delle sistemazioni stradali (il primo piano di Cecina risale al 1853). Lungo lo via Emilia-Scauria (oggi Aurelia), costruita nel 1830 da Leopoldo II, si accrebbe velocemente il nuovo centro pianificato, ora saldato con Marina, che nel 1769 già contava 150 abitanti. A ridosso del mare la pineta, che si estende continua per trecento ettari da nord a sud dell'abitato

In breve la politica lorenese avviò una serie delle Gorette, è ricordato oggi dal solo di provvedimenti che permisero il rapido referente toponomastico, o ancora più a evolversi di ampie aree una volta desolate e sud nei pressi di Donoratico (tav. 305.030). depresse. Le trasformazioni occorse in questo tratto Ancora oggi si possono leggere sulle carte della Maremma pisana furono tali e così le testimonianze offerte dalla regolare entusiasmanti che già alla metà maglia poderale e infrastrutturale introdotta dell'Ottocento Leopoldo II teneva a dopo il prosciugamento degli acquitrini, precisare che il termine Maremma poteva come, ad esempio, presso Vada (tav. ormai indicare soltanto la porzione 294.020, 294.060), dove in precedenza grossetana del basso litorale toscano, tanto esisteva un grande padule, e a nord e a sud che il cippo stradale di San Vincenzo di Cecina e (tav. 294.060, assunse il particolare significato di indicare 294.110), un tempo regno di pescine e l'ingresso nella Maremma vera e propria acquitrini, il più grande dei quali, il padule (Rombai, Signorini 1993, p. 151-161).

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Nonostante già nel 1913 venisse impiantata è quella che ha subito il maggior numero di nei pressi di Marina di Cecina una colonia apporti insediativi (tav. 294.020, 294.060), balneare e, un po' più a sud, si erigessero, camping, bungalow, ristoranti-bar e sempre in quegli anni, importanti residenze strutture ricettive, soprattutto intorno a estive nobiliari (come villa Le Sabine, tavola Vada, alla Mazzanta e al Molino a Fuoco. La 294.150, e villa Margherita, tavola pineta a sud, che si estende per 200 ettari 305.030), l'impatto che il turismo ha avuto fino a Marmetta, sopra , è in quest'area è stato più misurato che nella invece più integra (tav. 294.110, 294.150) parie settentrionale della costa; se si fa eccezione per l'area interessata la tardiva riconquista di questi territori, il dall'espansione del tessuto insediativo di ripopolamento relativamente recente e la Marina di Cecina. consistente presenza di grandi proprietà Da segnalare per questa parie di litorale il private e demaniali hanno evitato i radicali preoccupante fenomeno dell'erosione delle mutamenti che si sono invece avuti in spiagge riscontrabile soprattutto a partire Versilia contenendo, anche se non del tutto, da Rosignano Solvay fino a Bocca di Cecina speculazioni edilizie diffuse e preservando e nei pressi della California (tav. 294.110). più efficacemente pineta e macchia Questa porzione di costa è alimentata mediterranea che si estendono da artificialmente per la zona a nord di Vada Rosignano Solvay fino al golfo di Baratti. dai materiali di scarico della Società Solvay Partendo dalla fitta pineta demaniale di e, per la sezione a sud, dagli apporti Cecina, oggi riserva naturale, osserviamo la sedimentari del fiume Cecina, oggi situazione propostaci dalle carte (tav. notevolmente diminuiti; ad aggravare la 294.060, 294.110, 294.150) nel susseguirsi situazione si sono aggiunti anche alcuni delle aree verdi, dei nuovi insediamenti e interventi improvvisati volti a proteggere la dello stato di conservazione del litorale spiaggia dall'azione aggressiva delle onde; entro il limite della fascia costiera qui tra questi rientra la costruzione di alcuni delimitato dal rettilineo tracciato pennelli difensivi nei pressi del porto della dell'Aurelia. Solvay, per evitarne l'insabbiamento, che, La pineta, una tra le più preziose delle uniti ad altri espedienti analoghi, hanno coste toscane, si estende in due tronconi a ulteriormente squilibrato la distribuzione dei nord e a sud dell'abitato di Marina di sedimenti lungo la riva contribuendo a Cecina. A nord, la porzione di pineta meno favorirne l'erosione (Coste toscane 1989, p. estesa, circa 100 ettari, che si protende 44-46). sino al fiume Fine presso Rosignano Solvay; Procedendo verso sud (tav. 294.150, 29 305.030) incontriamo i due centri di Marina habitat ideale entro il quale aironi cinerini, di Bibbona e di Marmetta, alle spalle dei pittime reali e anatre selvatiche possono quali sono evidenti alcuni insediamenti di sostare e nidificare. notevoli dimensioni a ridosso della pineta Da segnalare la minore erosione che costiera; un gruppo di costruzioni risulta interessa questo tratto di costa (tav. essere un deposito militare, mentre l'altro 294.150, 305.030) apparentemente non corrisponde a un complesso turistico sorto solo in equilibrio ma addirittura in ad opera di alcuni gruppi finanziari: grandi ripascimento per una porzione estesa da 2 edifici adibiti a residenze estive. A sud della chilometri a nord del fosso di Bolgheri fino a fossa Camilla e sino al fosso di Bolgheri 550 metri a sud di esso; tale inversione di sono invece ancora intatte la pineta del tendenza rispetto a quella segnalata nel tombolo di Bolgheri e la bella Macchia del tratto di costa precedente testimonia Palone: collegate idealmente al celebre quanto gli apporti sedimentari di corsi viale che, poco lontano, da San Guido d'acqua minori (fosso di Bolgheri, fossa conduce a Bolgheri, costituiscono zona Camilla) possano risultare significativi a sotto tutela di grande importanza storica e dispetto di un trend evolutivo litoranee di paesaggistica; in questo ambito territoriale segno opposto (Coste toscane 1989, p. 48). si colloca anche lo stagno di Bolgheri, unica Procedendo verso sud ed esaminando la zona umida residua di questo litorale, carta successiva (tav. 305.030) è evidente, donato verso la fine degli anni cinquanta nei pressi di Marina di Castagneto- dal marchese Incisa al WWF per crearvi un'oasi faunistica e una riserva naturale di ambienti costieri perduti, quali paesaggi di duna, foresta umida, macchia e stagni, Marina di Bibbona L'antico Forte spicca nella pineta che ospita solo campeggi (tratto a confine con la strada di accesso al mare). È degli anni ottanta l'insediamento turistico progettato ed edificato nel rispetto ambientale di vegetazione e dune che proseguono oltre la barriera della fossa Camilla. Il toponimo rimanda al conte Camillo della Gherardesca che nella seconda metà del Settecento dette l'avvio alla bonifica della tenuta di Castagneto)

Donoratico, uno tra gli esempi più noti di Altre grosse lottizzazioni sono state offesa al paesaggio (Canigiani, Leoncini effettuate nei pressi dei Prati del e 1971, p. 42), ovvero l'aggressione della di Olmaia, mentre un Club Mediterranée ha pineta che dalla vecchia colonia Lodolo occupato una considerevole sezione di arriva fino al fosso di Bolgheri. pineta con tucul, campi da tennis e altre 30 strutture tipiche di tali villaggi-vacanze fisionomia di paleoisola, sede di notevoli (località «Il Paradù», parte inferiore tav. testimonianze storielle e culturali, e la 305030). circostante neo-pianura è stata indotta Avvicinandosi a San Vincenzo (tav. dall'aver mancato di completare l'opera 305.070, 305.110) la linea che delimita la artificiale di trasformazione territoriale fascia costiera si discosta dall'Aurelia intrapresa, non ricreando un ecosistema mentre questa con direttrice pedecollinare organico che allacciasse coerentemente le si incunea verso l'abitato tra la spiaggia e le terre bonificate a quanto intorno già propaggini rocciose e si va a inerpicare esisteva, ignorando la necessità di sulle pendici dei monti di Campiglia che instaurare corrette relazioni tra gli ambienti serrano alle spalle il centro costiero. naturali e gli usi storici dei vecchi territori Mentre il lido sabbioso prosegue a sud con quelli nuovi (Pizziolo 1986, p. 45). verso l'antica isola fossile del monte Tornando a esaminare San Vincenzo, Massoncello, o promontorio di Piombino, circondato da oliveti, vigneti e boschi di verso l'entroterra quello che anticamente lecci e pini, è evidente il notevole sviluppo era stato un tratto di mare pleistocenico e che il centro costiero ha subito quale mèta che, fino a non molto tempo fa, era una di frequentazione turistica. piana acquitrinosa dominata dal lago di La costruzione del porticciolo, che peraltro Rimigliano, dal padule del Molinaccio e dal ha interrotto la regolare distribuzione dei padule di Piombino più a sud, oggi si sedimenti lungo la spiaggia innescando presenta come un vasto trapezio anche qui una preoccupante erosione pianeggiante, la superficie ordinata secondo (Coste toscane 1989, p. 46-47), rientra tra la geometria della recente bonifica, la cui le strutture aggiuntive di questa località che base maggiore si tende da Follonica fino ha avuto un consistente sviluppo appunto a San Vincenzo. insediativo soprattutto nella parte A proposito di questi lembi costieri meridionale, lungo la direttrice viaria più artificiali, riconquistati al mare solo in tempi importante per attrattiva e bellezza; ai lati storici e attraverso poderosi interventi infatti della celebre strada della Principessa antropici, sono da segnalare che, attraversando la magnifica macchia- l'inadeguatezza della destinazione d'uso e il pineta di Rimigliano, conduce al golfo di mancato inserimento ambientale e storico Baratti e a Piombino, sono sorti alcuni con le realtà territoriali preesistenti; villaggi turistici, ben riconoscibili sulla carta, considerate «terre aperte a tutti gli usi», in tra i quali il più noto è senz'altro il villaggio quanto recentemente «colmate» e Riva degli Etruschi. posizionate nei pressi delle residue zone Il comprensorio posto a sud del botro al umide esistenti, le pianure artificiali sono Marmi (tav. 305.150) è parco naturale state destinate ad accogliere colture posto sotto tutela. scarsamente remunerative e pesantemente Seguendo il nastro verde della macchia- industrializzate (vedi il polo industriale pineta di Rimigliano arriviamo nel punto in piombinese e quello nei pressi di Follonica). cui il lido sabbioso viene bruscamente La divergenza ambientale esistente ad interrotto dalle scogliere del monte esempio tra il monte Massoncello con la sua Massoncello, con i poggi San Leonardo e

31 A differenza di Cecina e Vada, centri pianificati della politica lorenese, lo sviluppo di San Vincenzo fu spontaneo e legato alla suo funzione di stazione e centro di servizi sulla Via Aurelio. Sono degli anni più recenti la costruzione del porto turistico, l'edificazione compatta del «Paese nuovo», le lottizzazioni nella pineta di Rimigliano arginate dal rettifilo ferroviario

Al Mulino al di sotto dei quali si apre il golfo e l'immediato entroterra vennero utilizzati di Baratti (tav. 317.030). quale scalo portuale e sede di molti forni Entriamo qui in una delle aree di più antico fusori le cui scorie ferrifere, ancora oggi popolamento, oggetto di interesse responsabili della tonalità grigio scura della economico e strategico fin dall'epoca spiaggia, hanno sepolto, nascondendola etrusca, sede privilegiata per la fino agli inizi di questo secolo, una tra le straordinaria posizione geografica e la necropoli etrusche più interessanti mai natura litologica del suo contrappunto rinvenute. insulare; il promontorio di Piombino, In seguito, sul promontorio e sul porto di naturalmente proteso verso l'Elba e le Piombino ricaddero gli interessi di Pisa, restanti isole dell'arcipelago, ma anche Massa, Siena, Firenze e Volterra che si verso la Corsica e la Sardegna, produttrice contesero l'importante scalo portuale, le di sale, grano e argento (Rombai, Signorini vaste saline già monopolio pisano e il 1993, p. 156 ss.), ha da sempre costituito controllo dei traffici marittimi; con la scalo ottimale sia per le vie commerciali costituzione nel 1399, a opera degli intessute con le isole tirreniche, sia per il Appiano, del Principato di Piombino si controllo specifico dei minerali ferrosi elbani riunirono in un unico organismo il e la loro lavorazione siderurgica. promontorio. Scarlino, Suvereto e l'isola Populonia fu infatti l'unica delle dodici d'Elba che soltanto dopo il congresso di grandi città etrusche a essere edificata Vienna vennero annessi al Granducato; la vicino al mare proprio in funzione della vocazione mineraria della zona soprav visse vocazione mineraria di questo attraverso i secoli fino ad essere comprensorio; la sottostante baia di Baratti opportunamente riconosciuta dai Lorena,

32 che operarono una sistematica valorizzazione di Follonica, e ad innescare il successivo decollo industriale di Piombino, avvenuto alla fine dell'Ottocento con l'impianto dell'Italsider per la produzione di ghisa e acciaio e degli stabilimenti della Magona per la lavorazione delle lamiere. L'esistenza dell'importante zona archeologica di Baratti e Populonia e la naturale asperità delle rocce e delle falesie che costituiscono il promontorio, sia nella sua porzione a nord del golfo sia in quella che va da punta delle Pianacce fino a Salivoli, fanno di questo tratto costiero uno tra i più ricchi per valore paesistico, storico- archeologico e ambientale tanto da essere incluso nelle aree protette; l’esame dalle carte (tav. 305.150, 317.020, 317.030, 317.070) mostra che la situazione è rimasta sostanzialmente inalterata nel lasso di tempo considerato, salvo alcune modifiche apportate presso Case Baratti, un nugolo di piccole costruzioni nell'entroterra alle spalle della baia in località Diaccioni e la stagionale presenza di campeggiatori e villeggianti che si accampano sulle dune, tra i pini residui, lungo l'arco sabbioso del golfo. A riconferma della natura di paleoisola del promontorio, vivono e si riproducono nei fondali e tra i suoi scogli alcune specie particolari di gasteropodi altrove presenti soltanto tra le isole dell'arcipelago e presso altri siti costieri, quali l'Argentario, i monti dell'Uccellina e il poggio Ballone, accomunati al monte Massoncello dalle stesse vicissitudini geologiche (Cavalli 1993, p. 60).

33 da Piombino costituivano un'alternativa fonte di a Punta Ala guadagno; le poche aree coltivate, campi di tavole 317.070-318.140 cereali e piccoli appezzamenti ortivi, erano disposte nei pressi dei centri d'altura collocati secondo la griglia insediativa, rada o scalo portuale e industriale di e mal organizzata, comune a tutte le L Piombino apre a occidente l'arcuato Maremme. La via costiera era stata golfo di Follonica, serrato nel pressi della inghiottita dalle acque già a partire dal V nuova foce del Pecora dalla scogliera di secolo e le zone litoranee si presentavano Scarlino e richiuso più a sud dagli pericolose per la presenza di animali avamposti rocciosi di punta Ala. selvatici, di banditi e per la costante Questa porzione di costa, nota come minaccia dei pirati. Indipendentemente Maremma piombinese, analogamente alle dagli equilibrismi politici effettuati dagli altre Maremme era un tempo caratterizzata Appiano, signori del Principato, da acquitrini e stagni malarici i più estesi l'immobilismo gestionale che caratterizzò dei quali, il padule di Piombino e quello di questi territori lasciò immutati i gravi Scarlino, dovettero attendere il periodo tra problemi di dissesto idraulico: le valli dei le due guerre per essere definitivamente due corsi d'acqua più importanti, il Cornia e prosciugati. il Pecora, erano paludose, malariche, prive L'economia locale comunque, oltre alla già di coltivi e disabitate, e tali rimasero. accennata vocazione mineraria e L'unica forma di regimazione idrica siderurgica, poteva contare su altri contemplata consisteva nel garantire il elementi utili alla propria vitalità, tutti in funzionamento dei molini e degli opifici qualche modo favoriti dalla prevalenza siderurgici con provvedimenti temporanei, dell'incolto e collegati alla fisionomia senza un coordinamento e senza un palustre delle zone retrocostiere; coerente progetto di risanamento. l'allevamento brado praticato nella stagione Al momento in cui il Principato pervenne ai invernale, l'esercizio della caccia Lorena, come ricordato dopo il congresso di Vienna, il territorio si presentava in condizioni di grave disordine idraulico e di impossibili condizioni igieniche e sanitarie; durante il periodo francese erano stati effettuati tentativi di regimazione che nulla potevano contro la malaria imperante. Quanti, durante i mesi invernali, si erano stanziati nella zona costiera per attivare opifici molitori e idraulici, condurre animali al pascolo stagionale o seguire attività collaterali fuggivano con i primi caldi abbandonando in gran fretta il territorio. Ci vollero le riforme liberistiche lorenesi per

abolire obsolete forme di gestione soprattutto dell'avifauna migratoria, e privatistico-feudale del territorio; venne ancora la pesca negli stagni e nei fossi, la centralizzata la posizione di Follonica quale raccolta di giunchi e altro materiale da nodo dell'industria statale del ferro intreccio nonché quella delle mignatte potenziando le strutture preesistenti, 34 impiantate nel XVI secolo dagli Appiano, offertoci dalle tavole. innestandovi la sede organizzativa Osservando le carie a partire dal centro destinata alla gestione del resto del portuale e industriale di Piombino (tav. comprensorio minerario (da , di 317.070, 317.030, 317.040) si percepisce matrice medicea, fino a Cecina e alle immediatamente l'evidente sviluppo che la miniere di Rio) e soprattutto rendendo il città ha avuto non solo intorno al centro centro costiero operativo tutto l'anno, storico, prevalentemente novecentesco, ma estate compresa, debellando in particolare nella porzione meridionale del definitivamente il ristagno delle acque e con promontorio con la propagazione oltre esso la malaria. Salivoli, punta Falcone e cala Moresca in Con il ventaglio ben aperto delle emergenze località Diaccloni e nell'entroterra presso da sanare, idrica, viaria, agraria, monte Mazzano; le strutture portuali e insediativa, sanitaria e patrimoniale, fu industriali si sono Invece enormemente attivato dai granduchi un progetto di ampliate a nord del cosiddetto Porto bonifica integrale che, pur non realizzato Vecchio, lungo il litorale di levante, fino alla appieno (causa le due grandi zone umide di foce artificiale del fiume Cornia; qui è stata Piombino e Scarlino, per le quali fu impiantata, nei pressi della torre del Sale, necessario attendere il Ventennio e le l'enorme centrale Enel, col suo porto macchine idrovore), permise tuttavia di industriale, destinata ad approvvigionare di risolvere molte delle problematiche energia elettrica il centro nord del paese. connesse con la riorganizzazione Peccato che a causa del grande ritaglio, patrimoniale, insediativa e infrastrutturale contenente un paesaggio fittizio, presente di quei territori. sulle tavole appena menzionate, alcune Da ricordare la costruzione, nella prima delle sopraccitate strutture industriali non metà del secolo scorso, della nuova arteria siano riconoscibili perché «obliterate» sia viaria Aurelia, o Emilia Scauria, dalle foto aeree che dalla conseguente caratterizzata con un percorso costiero cartografia, in base alla normativa emanata funzionale al centro siderurgico in col regio decreto n. 1732 del 22.7.1939. espansione di Follonica, i lavori alla via Tali provvedimenti di censura, operati per Massetana che permisero un miglior motivi di sicurezza, avevano un senso nel collegamento con Siena e Firenze, e ancora periodo in cui lo Stato si trovava alla vigilia la ristrutturazione della viabilità tra le valli di un conflitto mondiale, le tecnologie per di Cornia, Pecora e Bruna (Rombai, l'acquisizione delle immagini erano ancora Signorini 1993, p. 156-161). rudimentali e controllabili e la gestione della Oggi, in seguito alle imponenti bonifiche cartografia quasi esclusivamente militare. che si sono nel tempo sovrapposte su Poiché la normativa è tutt'ora in vigore, questi territori, il litorale è ormai da tempo compaiono sulle carie «buchi bianchi» o pienamente utilizzato ed è in breve fittizie restituzioni cartografiche in divenuto sede di insediamenti turistici e di corrispondenza delle aree oscurate sui notevoli strutture industriali, ma va fotogrammi: ome in questo caso, e a ricordato che, utilizzando gli apporti Livorno, e a Rosignano Solvay e ancora in sedimentari del Cornia e del Pecora per altri contesti che incontreremo. Ciò accade colmare acquitrini e paludi, è stata indotta in modo non sistematico, per cui si può una progressiva erosione delle spiagge che trovare la stessa zona correttamente si snodano lungo il golfo fino alla scogliera rilevata su di una cartografia e mascherata di Scarlino, erosione, come vedremo, su altre, e su queste spesso obliterata con facilmente riconoscibile nel profilo costiero sviluppi e contorni variabili, secondo criteri 35 abbastanza arbitrari. La normativa in soprattutto nel tratto di piana compreso fra questione appare oggi tanto più obsoleta la ferrovia e l'Aurelia. Nei pressi di quanto quanto più sono avanzati i metodi di resta dell'antica zona umida di Scarlino si telerilevamento e restituzione che si può riconoscere, oltre a un altro riquadro avvalgono anche di piattaforme orbitanti fittizio posto a nord del padule, dotate di strumentazione e sensori ad alta l'ingombrante presenza degli stabilimenti risoluzione. chimici Solmine-Montedison-Tioxide Sono ormai maturi i tempi per una produttori di acido solforico e biossido di revisione complessiva della materia che titanio. Sorti in questo comprensorio nel tenga conto della sicurezza nazionale corso degli anni sessanta per la vicinanza congiuntamente alla necessità di una con le miniere di pirite localizzate presso corretta informazione per una adeguata Gavorrano, sono stati in seguito gestione e salvaguardia del territorio protagonisti di una grave polemica a causa (Spagna 1986, p. 126-133). dei danni ambientali provocati Tornando alle componenti territoriali dall'immissione in mare degl'inquinanti facilmente leggibili sulle tavole considerate, fanghi rossi resultanti dalla trasformazione si nota l'arretramento della spiaggia in della pirite; questi oggi vengono lasciati corrispondenza degli insediamenti progressivamente posare nelle molte industriali, arretramento che è stato vasche di decantazione, riconoscibili nella quantificato, per il periodo compreso fra il tavola, prima di essere rimossi, compattati 1938 e il 1976, in circa 50 metri (Coste e portati via. Si noti ancora sulla carta toscane 1989, p. 47). Proseguendo lungo la relativa a Follonica il lungo molo d'attracco costa (tav. 317.040, 318.010, 318.050, connesso con la struttura industriale, molo 318.060) fino ad arrivare al centro costiero al quale sono collegati alcuni impianti di Follonica, sono visibili i segni delle idrovori che immettono acqua marina bonifiche nel reticolato dei fossi di scolo e all'interno degli stabilimenti per raffreddare della viabilità minore, mentre la pineta e le le tubature; la stessa acqua fuoriesce poi dune costiere sono state variamente calda nei pressi della baia dei Gabbiani aggredite, come alla Sterpaia - scenario (tav. 318.100) attraverso un ulteriore agl'inizi degli anni ottanta di un noto canale annesso all'industria, ed è inutile contenzioso fra il comune di Piombino e sottolineare l'impatto negativo che tale centinaia di lottisti abusivi (Vecchio 1986, struttura ha sull'ambiente e sull'insieme p. 402) - e in modo più sistematico ed paesistico. evidente, con villaggi turistici, alberghi e Da segnalare comunque l'intento volto a ville residenziali, nel tratto di costa che da porre sotto tutela l'ultimo lembo (30 ettari) torre Mozza si allunga attraverso Baia del padule di Scarlino per creare un'oasi Toscana e Prato Panieri sino a Follonica. naturalistica protetta adibita alla pratica del Sono da segnalare in queste località le bird-watching. opere erette a salvaguardia della linea di Ancora nei pressi della baia dei Gabbiani, costa che d'altra parte hanno in genere dove si interrompono sotto i rilievi di squilibrato il regolare deposito dei Scarlino sia la spiaggia che la pineta, oltre sedimenti comportando un difficile bilancio alla presenza del vasto campeggio e di danni/benefici. vistose modifiche insediative e strutturali al Follonica è divenuta in poco tempo Puntone e a Portigliene, è da segnalare la un'importante città balneare, come si può forte erosione che in questo tratto ha fatto osservare dall'incremento della maglia arretrare la spiaggia di ben 60 metri nel insediati-va venutasi a localizzare periodo 1938-1976 e di altri 20 metri dal 36 1976 al 1984 (Coste toscane 1989, p. 47- macchia mediterranea. Con i quattro 48). elementi di Carta tecnica regionale in scala Da Portigliene fino a torre Civette (tav. 1:5.000 utilizzati per costruire il foglio 318100, 318140) si estende per alcuni 318.140 in scala 1:10.000 entriamo nel chilometri la scogliera di Scarlino tombolo di Pian d'Alma ricoperto da una appartenente al Demanio e rimasta integra bella pineta e occupato da campeggi e con la sua serie di piccole cale - cala strutture ricettive, mentre nell'immediato Martina e cala Violina sono le più note - entroterra è riconoscibile il paduletto di Pian intervallate da strapiombi rocciosi d'Alma che contornati da una selvaggia e rigogliosa insieme ai pa-duli di Gualdo e di Pian di Punta Ala, situata all'estremità meridionale Rocca, racchiusi tra le Collacchie di del golfo, è oggi uno degli insediamenti Gavorrano e il blocco montuoso di , turistici più noti ed esclusivi di tutta la costa preludeva un tempo all'ingresso nella tirrenica; le centinaia di ville, gli alberghi - Maremma antonomastica, quella immensa la struttura del complesso grossetana, che si sarebbe di lì a pochi residenziale «II Gualdo» (tav. 318.140) - le chilometri profilata con il vasto lago di strutture ricreative e sportive si pongono in Castiglione. pesante contrasto non solo con lo scenario La spiaggia di questo tratto costiero, naturale, ma anche con le testimonianze sebbene inclusa nel golfo di Follonica, storiche rappresentate dalla duecentesca sembra non aver risentito né delle tendenze torre del Barbiere o del Comellino, sulla riscontrate sui restanti lidi del golfo, né punta Hidalgo, e dalla torre Troia fatta della costruzione dell'articolato porto di costruire sull'omonima punta (ora punta punta Ala (tav. 318.130), e pertanto risulta Ala) da Eleonora da Toledo moglie di essere in uno stato di equilibrio. Cosimo I.

Chiude il golfo di Follonica nell'estremità orientale il promontorio di punt'Ala, un tempo punta Troia dallo scoglio che emerge nei pressi. Il nuovo e più nobile toponimo fu dettato da Italo Balbo, trasvolatore atlantico (1933) al comando di uno stormo di idrovolanti che stazionavano in acque toscane. Tutte recenti, come documentano le immagini aeree, le trasformazioni antropiche quantitative e qualitative

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Follonica, al centro dell'omonimo golfo, è oggi nota cittadina balneare. Fu nodo dell'industria lorenese del ferro, sviluppata in seguito alla grandiosa e strutturale riorganizzazione del territorio - operata da Leopoldo II -sotto l'aspetto idraulico, agrario e insediativo, patrimoniale e sanitario. La «bella Manifattura» e il centro in cui aveva sede prosperarono con la colonizzazione agricola incentivata dal «Buonificamento governativo» a cui si deve l'eroica opera di prosciugamento degli acquitrini di Scarlino. Quel che resta della zona umida è ben visibile nell'immagine del 1954, mentre è censurata in quella attuale: la mascheratura nasconde gli stabilimenti del polo chimico Solmine-Montedison

39 Le isole ’orizzonte marino racchiuso tra le comici Ldella Corsica e delle coste toscane è dell’Arcipelago Toscano costellato dalle sette isole che, con la loro Elba Giglio Capraia eterogenea fisionomia spesso nascosta da Montecristo Giannutri nebbie e foschie, si dispongono secondo un Gorgona Pianosa semicerchio, dominato dall'isola d'Elba, che va da Livorno al monte Argentario. Nel loro complesso esse rappresentano soltanto 1'1% della superficie regionale, ma da sempre costituiscono uno speciale microcosmo attraverso il quale i naviganti di ogni tempo si sono spostati orientandosi con le familiari sagome dei loro profili. Le sette isole che compongono l'arcipelago toscano, pur presentando caratteristiche geomorfologiche dissimili l'una dall'altra e sovente considerate unità a sé stanti, sono invece legate dal mare se inteso come agente di unione, componente climatica ed economica essenziale dell'ambiente, in diretta parentela con gli altri lembi di Toscana costiera rappresentati dalla sequenza di promontori o, più esattamente, di paleoisole agganciate alla costa e protese verso le acque a costituire la «Toscana marittima» o arcipelago di terra e di mare (Pizziolo 1986, p. 42). Un analogo destino, imbastito intorno alla comune condizione non soltanto geografica ma sociale e storica, ha inoltre accomunato le isole toscane per le vicende che le hanno viste alternativamente oggetto, dal medioevo fino agli inizi del secolo scorso, di sistematiche incursioni barbaresche e di dispute politiche; per secoli distribuite

40 sotto diversi domini, soltanto in seguito alla dell'Arcipelago Toscano che tuttavia non restaurazione sono state annoverate entro i rispecchia l'unità geografica del sistema confini ridisegnati del Granducato di insulare; Toscana, con la sola eccezione di Capraia sono state infatti incluse nel parco soltanto rimasta fino al 1925 legata a Genova le isole più piccole, Capraia, Montecristo, (Greppi 1993, p. 183-184). Le isole sono Giannutri e Gorgona, lasciando quest'ultima state anche considerate luoghi privilegiati di e Pianosa, le due isole-carcere, nella non rifugio, eremitaggio e nascondiglio da parte definita contrapposizione fra il ministero di di corsari, monaci ed eremiti come pure Grazia e Giustizia, che da tempo avrebbe sedi ottimali di segregazione e dovuto dismettere le destinazioni allontanamento sociale - ancor'oggi vi sono carcerarie, e il ministero dell'Ambiente; infatti localizzate due destinazioni vengono trascurate poi l'Elba e il Giglio, le carcerarie; nei nostri giorni infine più antropizzate e quindi quelle che di una all'insularità si sono venute associando politica ambientale avrebbero realmente più l'idea di svago e di sviluppo turistico che necessità (Racheli 1993, p. 11-12). hanno coinvolto le isole più facilmente Tentativi ministeriali successivi di raggiungibili in un processo di sfruttamento istituzione del Parco nei perimetri completi economico e di speculazione edilizia si sono sempre scontrati con difficoltà in analogo a quanto già osservato per i litorali sede locale e regionale. continentali. Di più, l'inurbamento nelle Le tavole dell'Atlante relative alle isole isole a maggior vocazione turistica ha presentano supporti cartografici parallelaente indotto lo spopolamento di differenziati. Capraia è leggibile infatti in quelle marginali e diversificato le realtà e le una carta in scala 1:10.000 della provincia interrelazioni tra le componenti di Livorno, mentre Montecristo, Gorgona e dell'arcipelago, un tempo più omogenee e Pianosa sono rappresentate in armoniche nel comune contesto marittimo. «ortofotocarte», alla stessa scala della più Un ulteriore elemento separatore per le nota cartografia tecnica disegnata. Tali sette isole è oggi dato dalla suddivisione restituzioni aerofotogrammetriche, politico-amministrativa: Elba, Capraia, opportunamente «raddrizzate» da apposite Gorgona, Montecristo e Pianosa fanno parte apparecchiature che correggono totalmente della provincia di Livorno, Giglio e Giannutri le inevitabili deformazioni della foto aerea, appartengono a quella di Grosseto; successivamente integrate con curve di Gorgona e Pianosa sono isole-carcere livello, quote e toponomastica, hanno la chiuse, dipendenti dalla gestione del precisione e l'assetto geometrico di una ministero di Grazia e Giustizia, ormai vera e propria base topografica. Nella spopolate; Montecristo, disabitata e chiusa produzione cartografica della Regione alla libera frequentazione, è stata da tempo Toscana vengono utilizzate per affidata quale riserva naturale integrale al rappresentare le aree meno urbanizzate e ministero dell'Agricoltura e Foreste. più ricche di valori ambientali (Spagna Dal luglio 1989 è stata sancita con decreti 1986, p. 126). del ministero dell'Ambiente, attraverso perimetri e salvaguardie provvisorie, la costituzione di un Parco nazionale

41 Isola d’Elba un'isola che per morfologia risulta quasi del tavole 316.140-329.060 tutto sprovvista di un entroterra ampio ove collocare infrastrutture e grandi È la più grande delle isole toscane (224 insediamenti e che ha visto invece la rapida kmq) e presenta ben 147 chilometri di costruzione di residence e strutture coste sia basse e sabbiose che rocciose e alberghiere, spesso inerpicati su coste frastagliate; è quella dotata della fisionomia aspre e scoscese con pregiudizio del valore più varia e dalla geologia più articolata, una paesaggistico. sorta di «microcontinente» formato da tre L'isola d'Elba è articolata, con una naturale sistemi montuosi provvisti ognuno delle simmetria che ai golfi settentrionali di proprie valli, corsi d'acqua, ramificazioni Portoferraio e di fa corrispondere a collinari, spiagge coesistenti nello spazio sud i golfi Stella e di Lacona e a levante appunto di un'isola dall'aspetto quelli di Campo e di Porto Azzurro, in tre formalmente montuoso e modellata nel suo zone distinte per morfologia e storia profilo da due istmi (Pizziolo 1986, p. 11); geologica. inoltre, anche se il contesto ambientale e La parte occidentale, di natura granitica e climatico è assimilabile a quello delle compatta, si sviluppa con una costa alta e compagne d'arcipelago, sull'Elba si possono poco articolata sovrastata dall'incombente incontrare particolarissimi paesaggi di monte Capanne emerso 15 milioni di anni natura appenninica dovuti sia all'energia del fa durante il Terziario; il paesaggio costiero, rilievo - il monte Capanne raggiunge i 1019 caratterizzato da una vegetazione bassa e metri - sia alla copertura vegetale che, rada di tipo mediterraneo, si presenta soprattutto nella sezione interna arido, roccioso, spesso inaccessibile, occidentale, è costituita prevalentemente dall'aspetto selvaggio e ingrato che non ha da folti castagneti testimoni di quello che permesso la costruzione intensiva di doveva essere un mantello boschivo ben insediamenti anche a causa dei problemi più esteso, fin dall'antichità utilizzato per dovuti alla carenza di infrastrutture, alimentare i forni di fusione del ferro, e che all'approvvigionamento idrico, alla più recentemente ha lasciato spazio ai lontananza da Portoferraio e alla mancanza pascoli e all'agricoltura in seguito alla di approdi. In effetti, dei piccoli centri di progressiva diffusione degl'insediamenti origine rurale disposti lungo la costa (Cavalli 1993, p. 55). occidentale. Cavoli, , Fetovaia, Come del resto tutto l'arcipelago, l'Elba ha Pomonte, Chiessi e Sant'Andrea, i primi tre, conosciuto in ritardo lo sviluppo turistico dislocati nella porzione meridionale, e incentivato per lo più da interessi esterni l'ultimo, nella parte più settentrionale, all'isola; le società immobiliari extra elbane hanno conosciuto un certo sviluppo hanno potuto disporre di una situazione insediativo proprio per merito della locale sguarnita da opportune difese maggiore vicinanza con le infrastrutture più urbanistiche, caratterizzata dal secolare importanti e della minore eccentricità binomio agricoltura-sfruttamento minerario, geografica (tav. 328.070, 328.060, mancante di una qualsiasi preparazione 328.020, 316.040). turistica da parte degli isolani che hanno Nella tavola 328.030 si segnalano talvolta ceduto i propri terreni a prezzi nell'entroterra montano, dove erano sorti irrisori. Lo sviluppo insediativo si è quindi per cautelarsi dalle frequenti scorrerie dipanato in modo disordinato e frettoloso piratesche, gli antichi borghi di Marciana, (Canigiani, Leoncini 1972, p. 53-54), su Poggio, Sant'Ilario in Campo e San Piero in 42 Campo, arroccati lungo le pendici graniti incursioni barbaresche. Il litorale che da che del monte Capanne e del monte Marciana Marina si allunga fino a Procchio Perone, dei quali sono ben riconoscibili i (tav. 328.030) è stato uno dei tratti nuclei originari tipicamente medievali; dell'isola maggiormente presi d'assalto nel intorno ai primi due centri si estendono corso degli anni cinquanta, non tanto per la boschi d'alto fusto con castagni, acacie, costruzione intensiva di insediamenti ma lecci, sughere, ontani e pini che arrivano a per la privatizzazione che per una tappezzare anche i monti vicini (Maolo e lunghezza di circa 6 chilometri quasi Giove) mentre, a quote leggermente impedisce l'accesso al mare con la presenza inferiori, si può incontrare quanto resta dei di una serie ininterrotta di piccole proprietà. vigneti a terrazze i cui limiti si confondono La porzione occidentale dell'isola, a causa con quelli delle boscaglie circostanti (Cavalli soprattutto della morfologia e 1993, p. 54). dell'eccentricità rispetto alla parte centro- Soltanto Marciana Marina, su questo arco orientale, dove sono dislocati i centri occidentale di costa elbana ha conosciuto gravitazionali dell'Elba, conserva integri gli un forte sviluppo turistico (tav. 316.150) equilibri paesistici avendo subito una che ha conseguentemente indotto la minore antropizzazione non solo dei centri prolierazione degl'insediamenti e le evidenti montani interni ma anche del litorale. Oggi modifiche alla struttura del porticciolo con il sistema montuoso dominato dal monte l'antica torre pisana testimone di quando Capanne, dal monte Giove e dal monte tutte le coste e isole erano afflitte dalle Perone risulta posto sotto tutela, come pure gran parte della costa.

43 La zona centrale dell'Elba presenta, per la signori di Piombino l'appalto per lo natura sedimentaria dei suoli, una sfruttamento delle miniere di Rio, divenne fisionomia più sinuosa, articolata in anche e soprattutto un importante scalo spiaggette sabbiose intervallate a sproni di minerario e mercantile; «Cosmopolis», così roccia; 1'-entroterra, dolcemente ondulato, la città di nuova fondazione era conosciuta è costituito da colline rotondeggianti non alla corte di Cosimo I, materializzava l'idea superiori ai 400 metri alle quali si della città progettata e realizzata secondo affiancano alcune tra le poche aree criteri lungimiranti e scelte coraggiose, pianeggianti dell'isola come, sulla costa avamposto urbano perfetto collocato in un meridionale, la vallata al cui sbocco si trova territorio di frontiera proiettato verso gli Marina di Campo (tav. 328.030, 328.070); scambi mediterranei e atlantici. Fondata a questa, come si può rilevare dalle carte, è cavallo di un «assetto urbano pianificato e stata al centro di un considerevole sviluppo di un dibattito culturale scientifico di città insediativo che ha fagocitato, alla maniera ideale», il suo nome circolava negli «versiliese» (Canigiani, Leoncini 1972, p. ambienti culturali cinquecenteschi europei 61), la pineta alle spalle del vecchio centro come il simbolo della città perfetta (Pizziolo storico. Lo sviluppo edilizio si è propagato 1986, p. 83-84; Riparbelli 1990, p. 43). inoltre verso nord seguendo la viabilità Portoferraio ha di recente conosciuto, come interna che conduce alla costa evidente dalla cartografia, una notevole ed settentrionale e, assecondando la estemporanea espansione urbana spesso in morfologia collinare, si è sviluppata in evidente contrasto con l'antico tessuto villette, alberghi e residence secondo una edilizio; nonostante questo vistoso trama cementizia che segna l'isola appunto incremento, sia la costa del golfo omonimo da sud a nord (ivi, p. 62). È evidente che sia il tratto di litorale che da Portoferraio si questa sezione centrale dell'Elba è quella snoda verso occidente fino a capo d'Enfola che, per la facilità degli approdi, la dolce (quest'ultimo e l'entroterra dei golfi di morfologia del terreno e la vicinanza con Viticcio e della Biodola oggi tutelati) Portoferraio, ha conosciuto un più spinto presentano spazi ancora aperti, non sviluppo turistico e una più intensa sottoposti a sfruttamento turistico antropizzazione sia dell'entroterra che delle intensivo, come invece è avvenuto nella coste. Portoferraio (tav. 316.160), centro piana dello Schiopparello (tav. 329.010). amministrativo e commerciale più Nella parte meridionale il tratto di costa tra importante dell'isola, al di là del persistere il golfo di Campo e punta della Contessa nel dell'ombra di Napoleone che vi soggiornò golfo di Lacona (tav. 328.080, 328.040) ha per neanche un anno nel 1814 e che ancora conservato l'aspetto originale per ovvi appare in souvenir e iconografie locali, può motivi legati alla morfologia e chiaramente vantare ben altre memorie storiche. leggibili sulla carta; l'area ex agricola pia- Considerata insieme a Livorno la «fortezza neggiante tra il golfo di Lacona e il golfo di mare» della Toscana, fu fondata nel Stella (tav. 328.040), ornata dalle lunghe e Cinquecento nell'ambito della vasta opera arcuate spiagge che convergono nella di riorganizzazione statale promossa da suggestiva punta Stella, ospita edifici, Cosimo I che acquistò la rada di alberghi e campeggi, che qui si sono Portoferraio dagli Appiano per farvi erigere sviluppati con un'incidenza forse maggiore le poderose fortificazioni di forte Stella e che nella parte settentrionale. forte Falcone (tav. 317130) e creare così un Da notare nell'entroterra (tav. 328.040) caposaldo militare e difensivo che alla fine l'area collinare vera e propria che, in del secolo, quando i Medici ottennero dai quanto proprietà demaniale, ha conservato 44 gli originali caratteri, come sui monti Orello (tav. 317.140) e Rio nell'Elba (tav. e San Martino, e costituisce una riserva 317.130) vere e proprie capitali dei metalli verde preziosissima, oggi tutelata, in un attraverso i vari domini che si sono succe- contesto che ha visto la progressiva duti nel governo dell'isola. antropizzazione di molte zone elbane come, Il primo centro a cogliere e sviluppare facendo riferimento allo stesso foglio, è l'occasione turistica è stato Porto Azzurro accaduto nella piana di San Giovanni. (tav. 329.010) che, nell'insenatura di Mola, La sezione orientale dell'isola presenta una ha localizzato strutture alberghiere e fisionomia ondulata e irregolare nella parte ricettive. A sud di Rio Marina (tav. 329.020) settentrionale contraddistinta dalla sono evidenti i cambiamenti avvenuti a presenza di rilevi vicini (monte Castello, Orfano, dove è stato costruito un villaggio- Cima del Monte, monte Strega, monte vacanze, e a capo d'Arco dove una pesante Serra) mentre la parte meridionale, lottizzazione occupa una delle località più separata dalla piana di Mola (tav. 329.010), suggestive dell'isola (Canigiani, Leoncini è dominata dalla presenza del monte 1972, p. 63-64). Anche nell'estremità Calamita interamente protetto. settentrionale, sulle pendici del monte Oltre 150 tipi diversi di mineralizzazioni, Lentisco presso Cavo (tav. 317.090, principalmente di natura ferrosa, sono stati 317.100), una posizione tra le più fortunate rinvenuti nei giacimenti di questa parte dell'Elba, sono sorti insediamenti dell'Elba. I Greci conferirono all'isola il residenziali nel mezzo di una folta macchia; nome di Aethalia (da aethalos, fumo) in da notare che i rilievi posti a oriente del quanto al naviganti che le transitavano monte Serra, il monte Sassera e La Parata, vicino appariva avvolta dai fumi dei mille risultano oggi tra le zone interne elbane fuochi accesi per la lavorazione dei metalli tutelate. (Zecchini 1970, p. 23). Lo sfruttamento Nei pressi di Capoliveri (tav. 329.050) minerario ha infatti contraddistinto i villaggi turistici, camping e residence si paesaggi di questa parte dell'isola fino a sono diffusi nell'immediato entroterra a tempi recentissimi; nei pressi del litorale, ridosso dell'antico centro di origini romane dove sono appunto la maggior parte delle (Caput Liberum). miniere, molte colline appaiono Il comprensorio del monte Calamita, dov'è desolatamente squarciate e spoglie. localizzato un solo residence, è stato L'attività mineraria mantenuta fino a una preservato grazie alla presenza del ventina di anni fa, la natura impervia delle Demanio e dell'attività agricola della coste, l'assenza di infrastrutture e l'aspetto fattoria Ripalte; l'ultima miniera ancora in surreale impresso al paesaggio delle uso nell'isola agli inizi degli anni ottanta miniere a cielo aperto, oggi reperti di risultava quella dei Ginepri, riconoscibile archeologia industriale, ha ritardato nella tavola 329.060. l'impatto turistico in questa parte dell'Elba nonostante vi si trovassero gli antichi centri di Capoliveri (tav. 329.050), Rio Marina

45 Isola del Giglio Abitata fino dall'età della pietra (nelle cavità tavola GIG calcaree del Franco sono state rinvenute frecce di selce e di diaspro), e probabilmente visitata anche dagli etruschi, i natura quasi completamente ospitò in seguito i romani che vi aprirono Dgranitica, se si eccettua il calcareo cave e costruirono ville patrizie come promontorio del Franco sul versante mostrano le testimonianze di occidentale, l'isola del Giglio ha un aspetto (Villa e Bagno del Saraceno, I secolo d.C.). montuoso e compatto; il rilievo raggiunge i Successivamente fu dei pisani che intorno 496 metri al poggio della Pagana e il all'XI secolo fondarono , paesaggio ricorda vagamente la Sardegna, l'attuale capoluogo, che, nel periodo delle brullo e roccioso. La vegetazione doveva più terribili incursioni saracene (nel 1544 essere assai più rigogliosa in passato poiché Barbarossa fu implacabile con i gigliesi molti sono stati i disboscamenti per facendone schiavi 700) venne fortificato guadagnare spazio all'agricoltura e alla con alte mura e torri imponenti; fiorentina, pastorizia; oggi l'isola, che si estende per medicea e infine granducale, l'isola del circa 20 kmq, è prevalentemente coperta Giglio è stata particolarmente bersagliata da cespugli di cisto, lentisco, mirto e dalle scorribande barbaresche (l'ultima soltanto sul promontorio del Franco esiste risale al 1799), e infatti numerose sono le una ricca macchia mediterranea di lecci e torri e le fortificazioni rimaste fino a oggi, corbezzoli mentre il poggio della Pagana è come quelle del Porto, del Lazzaretto o la ricoperto da una bella pineta reintrodotta torre di avvistamento esistente sull'isolotto una ventina di anni fa (Canigiani, Leoncini roccioso che delimita la baia di Campese, 1972, p. 70-74). posta a presidiare, nel XVII secolo, uno dei Le coste di levante sono più dolci e più facili accessi all'isola (Sala 1952. p. articolate in calette e spiagge, le più note 376-387). delle quali sono Arenella, Porto e Cannelle; Come si può osservare dalle due carte, non a ponente invece sono aspre e scoscese e sembrano essere stati eccessivamente l'unica insenatura sabbiosa è la grande compromessi gli equilibri paesistici dell'isola spiaggia di Campese. che, per la limitata estensione, l'inaccessibilità delle coste, la scarsa rete viaria e i problemi di approvvigionamento idrico, non si presta davvero a un turismo di massa. Le attrezzature esistenti a Giglio Porto, a Campese e a Giglio Castello sono state in massima parte realizzate negli anni cinquanta e successivamente potenziate; più recenti sono invece il villaggio dell'Arenella e il complesso alberghiero delle Cannelle. La parte centro-meridionale dell'isola è rimasta incontaminata e si offre come meta di itinerari a piedi attraverso i molti sentieri che la percorrono, alla scoperta delle 47 specie di uccelli che dimorano presso le sue scogliere.

46 operato fin dall'epoca etrusca, i frequenti Isola di Capraia tavola CAP incendi e la presenza dello stabilimento di pena a carattere agricolo nella parte eograficamente assai lontana dalle settentrionale dell'isola hanno Gcoste toscane e sede di una colonia indubbiamente depauperato il patrimonio penale fino al 1986, solo ultimamente boschivo; oggi l'aspetto di Capraia è comincia a essere presa in considerazione prevalentemente brullo, caratterizzato dalla quale meta di soggiorno estivo. presenza di garighe e di una macchia Di natura vulcanica, emerse in epoca mediterranea bassa e cespugliata che pliocenica circa sette milioni di anni fa a diviene alta soltanto nei fondi vallivi con la testimonianza della paternità geologica presenza di lecci e querce; sono da rimane, nell'estremità meridionale segnalare anche specie tropicali quali i fichi dell'isola, la punta dello Zenobito ovvero il d'India, le agavi e le palme nane che hanno calco del camino di un antico vulcano. La trovato nell'isola la dimora toscana più morfologia dell'isola è caratterizzata dalla settentrionale (Cavalli 1993, p. 55). quasi totale assenza di aree pianeggianti Da ricordare soprattutto l'avifauna qui mentre i rilievi, disposti in regolare particolarmente ricca e varia, mentre non vi allineamento da nord a sud, scendono è più traccia ne della capra mediterranea, scoscesi al mare in ripide falesie e grotte a ne della foca monaca che sopravvivono ponente - si vedano le fitte isolinee sulla soltanto l'una nel toponimo dell'isola e carta - mentre degradano più dolcemente l'altra nel nome della grotta del Bue Marino. verso levante (Sestini 1934, p. 87-99). Frequentata fin dai tempi del greci, luogo di relegazione anche per i romani, vi si rifugiarono monaci ed eremiti nei primi anni del cristianesimo; territorio pisano prima e genovese poi, visitata più volte dai saraceni, oggi presenta il castello di San Giorgio come la più importante delle sue memorie storielle.

Come si può vedere dalla carta, l'isola è scarsamente antropizzata e poche sono state le modifiche apportate agli insediamenti già esistenti, anche se è già in atto una riconversione dell'economia su parametri turistici compatibili con l'appartenenza dell'isola al Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano (Riparbelli 1990, pagine 97-99). La vegetazione naturale presenta quasi dappertutto un forte degrado dovuto all'intenso sfruttamento agricolo e pastorale; la presenza di notevoli quantità di capi ovini e bovini, il prelievo di legname

47 della fortezza, sull'omonimo monte, Isola di Montecristo tavola MON probabilmente costruita dagli Appiano, i signori di Piombino ai quali l'isola la più distante e solitaria delle isole appartenne fino al 1801, e i resti del È dell'arcipelago. Dal 1971 è stata cosiddetto Convento benedettino che, dichiarata riserva naturale terrestre dal insieme alla grotta del Santo, ricordano la ministero dell'Agricoltura e nel 1977 riserva presenza di insediamenti cenobitici. Diversi biogenetica e zona di tutela biologica sono stati i proprietari della piccola isola, a marina; è infine inclusa nel Parco nazionale partire da un negoziante francese che la dell'Arcipelago Toscano. acquistò ai primi dell'Ottocento, per poi Interamente montuosa e di natura passare nel 1852 all'inglese Taylor che granitica, Montecristo, estesa per circa 10 tentò Invano di metterla a coltura, e poi al kmq, presenta coste alte e frastagliate che Demanio che per alcuni anni la rese colonia precipitano a picco sul mare, mentre i suoi penale agricola di coatti, per affittarla in fondali sono considerati tra i più ricchi e seguito al marchese Ginori e infine cederla incontaminati delle nostre acque; l'unico in usufrutto a Vittorio Emanuele III approdo è costituito da cala Maestra posta (Canigiani, Leoncini 1972, p. 79). a levante. Un tempo Montecristo doveva essere Come si può osservare dall'ortofotocarta, ricoperta da una folta lecceta, della quale l'isola è completamente priva di costruzioni, oggi non rimangono che pochi sparuti a parte l'abitazione del custode dell'isola e esemplari e il toponimo cima dei Lecci, l'ottocentesca villa ora in stato di mentre l'attuale mantello vegetale è abbandono dislocate nei pressi del degradato soprattutto a causa delle molte porticciolo. Sono da rintracciare le rovine capre selvatiche presenti sull'isola.

48 Isola di Giannutri Isola di Gorgona tavola 352.100-140 tavola GOR

l'isola più meridionale dell'arcipelago e a piccola isola montuosa che, se visibile È dista 13 chilometri dal Giglio; di natura Ldalla terraferma, si dice segnali l'arrivo calcarea, Giannutri è una piccola isola, del brutto tempo, presenta coste alte e estesa circa 3 kmq, il cui modesto rilievo è inaccessibili, e Punico approdo risulta cala rappresentato da tre poggi tra i 70 e gli 80 dello Scalo, sulla costa orientale. I soli metri (poggio del Cannone, monte Mario e insediamenti sono costituiti dal poggio Capel Rosso) allineati da nord a penitenziario, sortovi nel 1869, e dalle sud; le sue coste sono alte e scoscese con poche case destinate alle famiglie del la presenza di grotte dovute all'azione personale. marina. La vegetazione è bassa e si fa più Le vicende storiche sono simili a quelle consistente nei pressi di cala Maestra, nella delle altre isole: assaltata dai corsari, parte di ponente, mentre praticamente rifugio di eremiti, dominio di pisani e nullo è stato lo sfruttamento agricolo fiorentini, fortificata dai Medici; più tardi tentato soltanto dalla fine del secolo scorso Pietro Leopoldo ne promosse la e reso difficoltoso dalla penuria d'acqua. colonizzazione concedendo privilegi a chi vi Di notevole valore storico-archeologico, (vi si fosse stanziato, ma la distanza dalla si trovano infatti le rovine della villa romana terraferma, la natura ingrata del suolo di dei Domizi Enobarbi costruita nel I secolo natura metamorfica, la penuria di acqua d.C.), è stata anch'essa, come Montecristo, hanno, nei secoli, disincentivato qualsiasi rifugio per monaci e corsari ma soprattutto forma di insediamento stabile; soltanto con è stata per lungo tempo disabitata. Oggi è la presenza della colonia penale agricola di proprietà privata e occupata da un l'isola ha visto modificare il proprio villaggio turistico, dalle architetture paesaggio: oltre la metà del territorio è incongrue e banalizzanti, la cui presenza è stata terrazzata per consentire le riconoscibile sulla carta. Il censimento coltivazioni ed è stata tracciata una rete I.S.T.A.T. 1991 registra sette abitanti viaria particolarmen-te fitta per un'isola di residenti. dimensioni così ridotte (poco più di 2 kmq).

Nonostante gli interventi antropici, la

vegetazione spontanea presente sull'isola è

costituita da una macchia-boscaglia mista

mediterranea ben conservata, soprattutto

nella sezione meridionale; pinete e leccete

sono presenti nei pressi del porto e nella

zona di maggiore altitudine.

49 Isola di Pianosa probabilmente inducendo così una qualche riduzione delle superfici coltivate che, come Tavole si può osservare dall'ortofotocarta, 328.130-140/341.010-020 ricoprono quasi per intero l'isola lasciando

selvagge solo le zone immediatamente Pianosa è l'isola più atipica dell'arcipelago; adiacenti al perimetro costiero ricoperte da prevalentemente calcarea, presenta una lembi di macchia originale a ginepro morfologia assolutamente pianeggiante con (Cavalli 1993, p. 56). un'elevazione sul livello del mare che oscilla La presenza del penitenziario ha conferito al tra i 15 e i 20 metri; non lontana dall'Elba, paesaggio un aspetto agricolo ben soltanto 11 miglia da Marina di Campo, ha organizzato, e inalterata è la dimensione una forma vagamente triangolare e le sue dell'insediamento, se si eccettuano le coste sono alte e poco frastagliate, un pò pochissime aggiunte di abitazioni dei civili più ripide a ponente. residenti per servizio. Pianosa è stata antropizzata fin dal L'esistenza della colonia di pena, e i neolitico; molte sono infatti le conseguenti regolamenti in vigore, hanno testimonianze archeologiche che si soprattutto contribuito a mantenere nei riferiscono appunto a quel periodo e alla fondali che circondano l'isola una situazione successiva presenza romana sull'isola. di eccezionale rappresentatività dei Oggetto di disputa fra Pisa e Genova nel principali ecotipi marini mediterranei. medioevo, saccheggiata più volte dai pirati, Le acque dell'isola, non disturbate dal è stata però sempre caratterizzata da traffico dei natanti, risultano inoltre un'intensa attività agro-pastorale, particolarmente pure anche per un incentivata anche dall'accondiscendente benevolo gioco di correnti che le preserva morfologia, che venne potenziata con il dalle maggiori fonti di inquinamento Granducato di Toscana. esterno, consentendo in tal modo la Nel 1856 venne destinata a colonia penale conservazione delle principali catene e furono costruite le prime strutture del alimentari e degli ecosistemi più importanti; ben noto carcere esistente ancora oggi. inoltre i fondali presentano una grande

varietà geologica e morfologica con la presenza di formazioni coralline e una ricchissima vegetazione sottomarina costituita soprattutto da Poseidonia; tanta e tale ricchezza è stata segnalata dalla Società botanica italiana che ha infatti raccomandato e ottenuto l'inserimento dei fondali di Pianosa (1.500 ettari) nei perimetri di tutela ai sensi della legge regionale n. 52 del 1982, meglio nota come «Sistema delle aree verdi» (De Giuli 1972, p. 85-88).

Da qualche anno la colonia si è trasformata in penitenziario di massima sicurezza,

50 Dalle altitudine hanno la denominazione orografica di «monti» in quanto si

ai Monti dell’Uccellina allungano isolati fra il mare e la stretta tavole 330.020-337.740 pianura interna, un tempo «pestifera» e oggi drenata dai fitti canali di scolo di on il promontorio di punta Ala la costa Collecchio, fino a chiudersi più a sud con il C rocciosa assume una traiettoria rivolta promontorio di Talamone (Guerrini 1989, p. verso sud est fino a punta delle Rocchette; 103-104; Pardi 1993, p. 14). Il paesaggio nei pressi di Castiglione della Pescaia il di questi luoghi è quello dove più complessi rilievo inizia a ritirarsi verso l'interno e marcati sono stati i problemi connessi con lasciando che la pianura più ampia della il cattivo deflusso delle acque fluviali; i pigri Toscana meridionale, la Maremma fiumi maremmani, la Bruna e l', grossetana per vicende storiche detta hanno per secoli divagato nelle basse terre anche senese, si allarghi a perdita d'occhio della piana grossetana imbrigliati all'interno oggi non più costellata di specchi d'acqua del litorale dalla serie ininterrotta di cordoni ma riconquistata all'agricoltura e ricettiva dunali che ne impedivano lo sfogo in mare; nei confronti del turismo. innumerevoli gli stagni, gli acquitrini, i La linea di costa, un lungo lido sabbioso, si marazzi nei quali acque dolci e salate si sviluppa ad arco verso la pronunciata mescolavano inducendo i nostri cuspide deltizia del fiume Ombrone per poi predecessori a ritenere questa miscela piegare decisa verso Collelungo dove si idrica responsabile dell'insalubrità dell'aria e incontra con i monti dell'Uccellina. Questi quindi della malaria. rilievi calcarei, dalle sommità arrotondate e Qui più che altrove, i borghi arroccati sulle tappezzate da una fragrante e rigogliosa alture, la viabilità impraticabile, la presenza macchia mediterranea, anche se non del latifondo, l'assenza di popolamento, la superano in alcun luogo i 600 metri di malattia, insomma i caratteri distintivi di

51 questa zona di frontiera decentrata e veniva considerata soprattutto un grande dimenticata, testimoniavano la gravità di pascolo invernale per le greggi una situazione territoriale imputabile ai transumanti, fonte di considerevoli proventi governi che vi si erano succeduti. da far affluire nelle casse della Dogana dei Il controllo senese della regione risultò Paschi; con analoghi fini economici infatti rovinoso per la Maremma poiché venivano introdotti ulteriori monopoli come basato su di una gestione territoriale con ad esempio la privativa sulla pesca. parametri di carattere «coloniale», quali il Una delle più importanti fonti di reddito per latifondo cerealicolo e lo sfruttamento la famiglia fiorentina era costituita dal lago sistematico e predatorio delle scarse risorse di Castiglione, l'antico lago Prile o Prelio. locali, aggravati da una soffocante Esteso per circa 50 kmq, ma molto di più in vincolistica e da un pesante fiscalismo. I inverno fino a sfiorare e pochi provvedimenti positivi, intrapresi Grosseto nell'interno, veniva sfruttato verso la fine del XIII secolo, furono la grazie alla cessione periodica degli appalti rifondazione delle saline della Trappola, la per la pesca ed era pertanto nell'interesse ricostruzione del porto di Talamone - fino dei Medici che le condizioni idrauliche del all'annessione allo Stato dei Presìdi, a metà lago venissero salvaguardate; per la verità Cinquecento, l'unico vero scalo portuale Cosimo I lo volle addirittura allargare della zona - e il perfezionamento della rete (Rombai, Signorini 1993, p. 164). senza difensiva costituita dalle torri di guardia considerare le esigenze igienico-sanitarie costiere disposte a partire dalla torre della del circostante comprensorio. Altrettanto Trappola, nei pressi della foce sfruttato era il patrimonio forestale, sul dell'Ombrone, fino al promontorio di quale vigeva un ulteriore monopolio, fonte Talamone; collegate l'una con l'altra di legname da costruzione e da ardere, che secondo una rete basata sull'avvistamento veniva facilmente trasportato tramite le vie reciproco, le torri erano coordinate non solo d'acqua (Rombai 1989, p. 63-64). con Castiglione della Pescaia ma anche con Un progetto di bonifica reale e sistematica i sistemi difensivi dell'entroterra attraverso venne perennemente rimandato perché, il perno costituito dal monastero fortificato oltre a essere oggettivamente difficile e di San Rabano, sui monti dell'Uccellina. dispendioso, non era in fondo pertinente Questa tela difensiva e strategica era agli interessi economici della famiglia peraltro la testimonianza delle condizioni di medicea e inoltre sussistevano problemi di isolamento e decentramento che carattere diplomatico con gli stati connotavano la Maremma, deserta, debole confinanti, il Principato di Piombino, i e battuta dalle scorrerie piratesche, terra Presidios spagnoli e lo Stato pontificio, che ingrata dalla quale le popolazioni fuggivano nessuno voleva realmente affrontare. lontano (Rombai 1989, p. 63-64; Vannini Come noto ci volle anche qui la volontà 1989, p. 42-43). riformatrice del governo lorenese che, Nonostante l'annessione, alla metà del Cin- grazie alla bonifica idraulica, consentì tra il quecento, di questi territori ai domini 1828 e il 1859 il recupero all'agricoltura di fiorentini, e in parte a quelli spagnoli per il migliaia di ettari ripresi soprattutto alle litorale orbetellano, l'Argentario e acque del lago di Castiglione e del padule di Talamone inglobati nello Stato dei Presìdi, Alberese; tuttavia, nonostante i il destino della Maremma continuò a essere ragguardevoli successi ottenuti dalla gravemente penalizzato per tutta la durata Commissione per il bonificamento della del Granducato mediceo; la Maremma Maremma, i gravi dissesti idraulici e 52 igienico-sanitari dovettero attendere il XX irrigazione e di scolo, disegnato dalla rete secolo per essere definitivamente risolti razionale della viabilità e regolarmente mentre altri furono i provvedimenti punteggiato dalle case poderali (tav. importanti intrapresi dai Lorena che 330.040, 331.050); tutto un altro scenario consentirono l'inizio della ripresa economica rispetto alle antiche distese stagnanti, ai e sociale di questa regione. precari alloggi di frasche, a quel paesaggio La riorganizzazione della geografia desolato. Al di là della rinascita economica amministrativa, già iniziata da Pietro dovuta alla definitiva riorganizzazione Leopoldo nella seconda metà del territoriale, sanitaria e agraria della Settecento, consentì alla nuova Provincia regione, la zona costiera maremmana, di Inferiore Senese una maggiore autonomia recente acquisita ai circuiti vacanzieri, è e, sgravando parallelamente l'economia stata protagonista nell'ultimo trentennio di locale da vincoli e impedimenti di stampo una notevole crescita edilizia, lontana feudale, provvide alla redistribuzione comunque dai congestionati livelli versiliani; fondiaria, soprattutto dei beni demaniali, si sono largamente diffusi i campeggi, ecclesiastici e laicali, incentivando il libero soprattutto all'ombra delle pinete costiere, sfruttamento delle risorse territoriali e un mentre seconde case e strutture ricettive agile scambio commerciale. Sulla stessa alberghiere si sono localizzate direttiva si mosse in seguito Leopoldo II a principalmente attorno a nuclei già partire dagli anni trenta del XIX secolo e, esistenti, su alcuni promontori e tratti di fino all'unità d'Italia, furono molti gli litorale dove i vincoli urbanistici sono stati interventi operati per migliorare le più permissivi. Negli ultimi anni si è infrastrutture viarie, l'agricoltura, le verificata tuttavia una nuova tendenza volta strutture portuali, le condizioni igienico- alla riconversione di vecchie dimore sanitarie e la salute e sopravvivenza dei agricole, site in località arretrate rispetto boschi - la splendida pineta maremmana è alla costa, in corrispondenza di un turismo anch'essa di impianto lorenese -inducendo qualificato alla ricerca di contesti più la popolazione a stanziarsi con maggiore tranquilli e naturali. convinzione e fiducia, per la verità ancora Ciò in significativa sintonia con la volontà sui bordi dell'arco collinare interno dimostrata nell'ultimo quindicennio di convertito alla mezzadria. Per debellare la tutelare e mantenere integri tratti di malaria e risolvere gli squilibri idrologici più territorio regionale di particolare interesse gravi sono state necessarie le bonifiche storico e naturalistico; tra questi rientra il intraprese tra le due guerre dallo stato e Parco naturale della Maremma, che nel dall'Opera nazionale combattenti, mentre la contesto alternativo al turismo massificato Riforma agraria degli anni cinquanta diviene centro attrattivo di grande attraverso la redistribuzione fondiaria importanza culturale ed educativa. decretò la fine del latifondo, e Meglio conosciuto come il Parco parallelamente pose le condizioni per la dell'Uccellina, perché identificato valorizzazione del territorio e il comunemente con il rilievo che lo miglioramento delle capacità produttive contraddistingue, il territorio tutelato si (incentivi in agricoltura, introduzione estende anche alla porzione di piana sistematica del DDT). alluvionale, costellata di laghetti salmastri e La cartografia che rappresenta a grande lame retrodunali, che va dalla cuspide scala queste regioni ci mostra infatti un deltizia a destra dell'Ombrone fino alla torre paesaggio di pianura ordinato e intagliato della Trappola comprendendo l'omonima dalle geometrie regolari dei canali di palude; l'area protetta si sviluppa 53 parallelamente alla costa e occupa una all'amministrazione del capoluogo, il superficie di 9.300 ettari ripartiti tra i Consorzio del parco. comuni di Grosseto, Maglia-no e Orbetello Rappresentato nelle seguenti tavole: che dal giugno 1975 costituiscono, insieme

Sezione della zona dunale di un tombolo maremmano

331.090, 331.130, 331.140 e 342.020, Consorzio per una più attenta educazione questo tratto di costa, prima basso e ambienta-maggior parte del territorio sabbioso poi scoglioso con falesie tutelato, predisporre una disciplina di visita intervallate a piccole calette, riassume tutte differenziata nei vari periodi dell'anno, le caratteristiche peculiari della fascia creare una rete di trasporti interni e di costiera tirrenica nella sua naturale itinerari segnalati (Maremma 1989, p. 171- integrità alternando alla tipica macchia 173). mediterranea, qui denominata forteto, le Disposta su uno sprone roccioso alla foce basse garighe cespugliose e le splendide del fiume Bruna e da secoli legata al vicino pinete di impianto lorenese, mentre le lago riconoscibile, dopo le bonifiche, nel essenze erbacee e arbustive connesse alle residuo padule (tavv. 330.030, 330.040), dune, alle lame e agli acquitrini occupano le Castiglione della Pescaia presenta l'antico fasce ai lati della foce dell'Ombrone; questa borgo medievale, racchiuso entro le mura zona umida risulta un autentico paradiso costruite dai pisani, sovrastante il porto, per anatre, rallidi e trampolieri, mentre rimasto l'unico approdo di tutta la costa nell'area più collinare del parco vivono grossetana dopo l'inglobamento di indisturbati cinghiali, daini, volpi, tassi e Talamone nei Presidios spagnoli. istrici, oltre al ben noti cavalli maremmani. A Castiglione si è chiaramente manifestata Nel territorio del parco sono presenti anche la tendenza a completare un nucleo fenomeni di carsismo, connessi con la preesistente con un'urbanizzazione allineata natura calcarea del rilievo, che hanno dato alla linea costiera; a ridosso di un centro luogo a una serie di grotte che la così importante per impronte storiche e toponomastica puntualmente rileva: pozzo culturali sono stati operati con grande del Granduca, grotta La Fabbrica, grotta di disinvoltura una serie di pesanti interventi Stoppa (Maremma 1989, p. 104-105). tra i quali si notano il complesso L'intento fortemente conservativo che con- residenziale appollaiato sul poggio traddistingue la gestione del parco si retrostante il borgo e l'altro agglomerato conferma in molteplici iniziative del posto al di là della Bruna, lungo la pineta 54 litoranea (tav. 330.030); risalendo poi la 331.050, 331.090); si notano inoltre i molti costa verso le Rocchette sono state campeggi dislocati nella fascia pinetata e la effettuate, oltre ad alcuni impianti sportivi, sequenza di stabilimenti balneari lungo la le ingombranti lottizzazioni di valle delle spiaggia di , spiaggia Cannucce, il ben noto Riva del Sole, il peraltro in evidente fase di accrescimento, villaggio La Vela e, rappresentato nella dove sono stati segnalati 50 metri di arenile tavola adiacente (tav. 330.020), l'enorme in più tra il 1954 e il 1984 (Coste toscane complesso residenziale di che 1989, p. 50). L'evoluzione di questo tratto ha comportato la priva-tizzazione della di costa è fortemente condizionata dalla bella pineta litoranea (Canigiani, Leoncini presenza dell'Ombrone e dalla dinamica del 1971, p. 37). Fortunatamente il tratto suo delta (tav. 331.090), ampiamente roccioso del poggio Peroni, compreso tra modificatosi negli ultimi 30-40 anni. punta Ala e il promontorio delle Rocchette, L'Ombrone, anche se secondo per è stato preservato e, a parte un paio di lunghezza, risulta essere il maggiore fiume campeggi sull'adiacente spiaggia, è rimasto della Toscana per portata solida tanto da integro da ulteriori propagazioni edilizie. aver trasformato in alcuni secoli quello che Lo sviluppo di Castiglione della Pescala, un tempo era un ampio golfo in una piana funzionale alla sempre maggiore protesa verso il mare; nel Novecento le frequentazione turistica estiva peraltro di torbide dell'Ombrone sono state utilizzate impronta piuttosto elitaria, ha indotto la per compiere le operazioni di crescita sproporzionata, più che delle necessarie alle bonifiche e sono state strutture alberghiere, del numero di inoltre estratte dal suo alveo notevoli «seconde case»; questo fenomeno oltre a quantità di inerti da costruzione; questi creare una sorta di dipendenza stagionale, interventi antropici hanno indotto comune alla gran parte delle località un'inversione della tendenza balneari, ha provocato un aumento dei all'accrescimento. Diminuita la portata prezzi delle residenze che, nonostante le solida, la cuspide deltizia è entrata in forte notevoli quote di invenduto, ha spinto la erosione per un tratto di 5 chilometri a popolazione locale a inurbarsi altrove; molti nord e 3 a sud della foce; nei pressi la castiglionesi si sono infatti trasferiti a spiaggia è arretrata tra il 1954 e il 1984 di Grosseto ricalcando una nota dinamica di ben 800 metri e di 80 a Marina di Alberese, «espulsione» di parte della popolazione un paio di chilometri più a sud. residente (Vecchio, 1986, p. 407-408). La dinamica del delta dell'Ombrone spiega Dalla rocca di Castiglione della Pescaia si anche l'accrescimento delle spiagge può con l'occhio percorrere il lungo nastro registrato a nord presso Principina a Mare verde tracciato dalla pineta del Tombolo e Marina di Grosseto e a sud presso la che si snoda per circa 15 chilometri spiaggia di Collelungo nonché il oltrepassando la foce dell'Ombrone e il riempimento di cala Rossa e cala di Forno, mosaico di stagni e paduli residui, oltre le poste nel territorio del parco (tav. antiche saline senesi di San Paolo e 331.130, 331.140), in quanto trovandosi in l'avamposto di Marina di Alberese fino alle posizione simmetricamente laterale e pendici dei monti dell'Uccellina; questa arretrata rispetto alla foce hanno pineta, grazie all'esistenza di una grande continuato grazie al moto ondoso, e proprietà privata, si è per lunghi tratti nonostante l'erosione del delta, a ricevere mantenuta integra nonostante le evidenti sedimenti sufficienti per una vistosa propagazioni edilizie di Marina di Grosseto modifica (Coste toscane 1989, p. 49-51). (tav. 330.080) e di Principina a Mare (tav. Proseguendo ancora verso sud lungo le 55 coste dei monti dell'Uccellina arriviamo modifiche all'assetto del porticciolo. nella porzione finale del parco e, Nell'ambito della stessa tavola è da oltrepassata torre Capo d'Uomo, al segnalare a est di Talamone la spiaggia promontorio scoglioso di Talamone che con sabbiosa e abbastanza integra che segna il il suo antico porto domina il mare terminale a mare della stretta depressione circostante e il seno sabbioso che da qui si alle spalle dei monti dell'Uccellina. Un inarca fino al rilievo di Talamonaccio (tav. tempo focolaio malarico fra i più violenti, la 342.020); sono evidenti le aggiunte palude di Talamone durante i mesi estivi insediative che hanno circondato sia il causava la fuga dell'intera popolazione del centro storico sia il vicino poggio di Capo vicino porto in siti più sicuri e rilevati. d'Uomo, come pure sono ben visibili le

56

Da Talamone al natura calcarea, come la vicina Giannutri, Fosso Chiarore l'attuale promontorio è in realtà un'isola Tavole 342.020-353.020 fossile che due sottili cordoni dunali hanno agganciato alla terraferma formando la l rilievo si ritrae nuovamente all'interno laguna al cui centro, su un terzo tombolo I lasciando spazio alla vasta pianura allungato artificialmente fino all'Argentario, della Maremma orbetellana percorsa dai sorge Orbetello racchiusa al centro dello fiumi Osa e Albegna; solo il poggio del specchio d'acqua salata così diviso, secondo Leccio richiude momentaneamente la piana una straordinaria simmetria, in due lagune alle spalle di Orbetello per poi lasciarla attigue: di Ponente e di Levante. nuovamente distendersi nell'ultimo lembo La storia di questi territori, privilegiati fin litoranee toscano, un tempo chiazzato da dall'antichità dagli Etruschi - loro è la stagni e lagune dei quali è testimone il fondazione di Talamone, Porto Ercole e residuo lago di Burano, fino al fosso Orbetello - e dai Romani che vi eressero Chiarone che segna il confine regionale col Cosa e centuriarono vasti tratti di piana Lazio. costiera, è stata contraddistinta da vicende Domina questo tratto di costa il peculiari rispetto al resto delle Maremme e promontorio dell'Argentario, massiccio e del litorale toscano per la straordinaria scoglioso, che si erge dal mare importanza strategica del proprio sito rivendicando la propria identità insulare; di geografico.

57 Fin dall'alto medioevo la Maremma senz'altro astronomiche, del governo orbetellana si presentava anch'essa spagnolo che operava come un vero e impaludata e spopolata; il dominio senese proprio stato assistenziale, provvedendo in in queste zone si esplicò con le stesse tutto alle esigenze dei militari e dello stuolo connotazioni coloniali accennate per la di notabili là residenti con le famiglie, Maremma grossetana. Nel 1557 avvenne la importando il necessario e astenendosi svolta che segnò il destino di questa perfino dall'im-porre un qualche regime porzione di litorale: la formazione dello fiscale (Spini 1989, p. 59-60). Stato dei Presìdi e il conseguente passaggio Affievolitasi nel tempo la funzione militare e alla corona spagnola e all'amministrazione strategica, il piccolo stato passò nel 1738 ai del Vicereame di Napoli. Orbetello, Borboni durante il governo dei quali la Talamone e l'Argentario con Porto Ercole e napoletanizzazione della zona, già in corso Porto Santo Stefano andarono così a da tempo, si compì definitivamente con costituire un avamposto militare di alto l'introduzione di culti parteno-pei e di valore strategico, posto fra i domini usanze campane, come ad esempio la spagnoli in Italia (il Ducato di Milano e il pesca del corallo. Vicereame di Napoli), e un'importante base Dopo le parentesi borbonica e francese lo navale, collegata in seguito con l'Elba Stato dei Presìdi pervenne ai Lorena in anch'essa protettorato spagnolo, che condizioni di estrema arretratezza consentiva alle navi di Filippo II di spaziare economica. La Maremma orbetellana e nel Tirreno contro Francesi e Turchi. l'Argentario, dominati dal latifondo, infestati Gestito con ottica esclusivamente militare, dall'anofele e per di più abitati da strane questo territorio di circa 300 kmq venne popolazioni «pigre e oziose», come occupato per circa due secoli e mezzo da venivano descritte dagli osservatori del guarnigioni militari e da funzionar! spagnoli Granduca (Rombai 1989, p. 173), non e napoletani rimanendo avulso dal resto furono coinvolti nelle azioni riformatrici della regione fino al suo accorpamento con lorenesi; venne incentivata soltanto la il regno di Etruria, nel 1801, e la successiva pesca lagunare mentre i pochi annessione al Granducato con la provvedimenti di spicco riguardarono la restaurazione. rete viaria con la ristrutturazione Porto Ercole, Porto Santo Stefano e dell'Aurelia e la costruzione della strada che Orbetello, sottratti ai flussi mercantili, unisce direttamente Orbetello all'Argentario vennero subito muniti con straordinarie dividendo la laguna in due parti. Le opere di fortificazione e un'efficientissima bonifiche e la riorganizzazione agricola di schiera di torri di guardia sorse su tutta la questi territori sono state effettuate fra le costa dell'Argentario ma, salvo questi due guerre e con la Riforma agraria degli provvedimenti di impronta militare, nulla fu anni cinquanta. fatto per aprire la zona a un'economia Osservando la cartografia partendo dalla vitale e produttiva. A parte la pesca nella foce del fiume Osa per arrivare a quella del laguna e nel lago di Burano e lo fiume Albegna (tav. 342.030, 342.070) è sfruttamento del legname orbetellano per la possibile riconoscere il lungo tombolo che si cantieristica e l'edilizia, niente venne Inarca verso l'Argentario coperto da una intrapreso per incentivare le colture locali, bella pineta e attualmente sede di molti costituite soprattutto da latifondi cerealicoli. campeggi; il nastro verde arriva fino alla L'esistenza dello Stato dei Presìdi era foce del fiume, nei pressi di Albinia. La interamente dovuta alle sovvenzioni, cittadina, sviluppatasi come centro di 58 servizio ai tempi della Riforma agraria e Sempre nella parte alta della laguna di fondiaria, ha di recente accolto, e lo Ponente sono da segnalare i vistosi dimostra l'espansione del tessuto urbano, ripascimenti sedimentari mentre, adiacenti molti abitanti provenienti dall'Argentario allo specchio d'acqua, si possono osservare rivoltisi al più adeguato mercato fondiario le aree agricole del tipico regolare albiniense; la città è pertanto divenuta una paesaggio di bonifica. sorta di periferia di Porto Santo Stefano, a ulteriore dimostrazione di come i centri costieri più esclusivi e ricercati finiscano spesso per indurre la popolazione originaria a stanziarsi altrove (Vecchio 1986, p. 407- 408). Oltrepassata la foce dell'Albegna si raggiunge l'inizio del tombolo della che chiude a ponente la laguna orbetellana (tavv. 342.110, 342.150, 342.160). Nella prima delle tre carte è compresa la sezione settentrionale del tombolo e la parte superiore della laguna di Ponente; il tombolo, una striscia sabbiosa ricoperta da ginepri, bassa boscaglia mediterranea e pini, ha inizio a torre Saline e si protende verso Porto Santo Stefano fino al canale della Peschiera di Nassa (tav. 342.140), attraverso il quale questa parte di laguna è in comunicazione con il mare aperto, per una lunghezza di 6-7 chilometri e una larghezza massima di 500 metri. Come ben visibile, questo nastro di terra è fitto di campeggi e lottizzazioni edilizie che minacciano il delicato equilibrio dell'esile tombolo tenuto insieme soprattutto dal mantello vegetale in più parti degradato dall'eccessiva antropizzazione. Nella parte settentrionale della Giannella Formazione dei tomboli verso la laguna è stata costituita dal 1972 per deposito dei detriti marini un'oasi di protezione faunistica gestita dal WWF, luogo di sosta per miriadi di uccelli migratori tra i quali il fenicottero rosa durante il lungo viaggio dall'Africa alla Francia.

59 Al centro della laguna (tav. 342.150) si anche se depurati, e i pesticidi dilavati protende il tombolo su cui sorge Orbetello provenienti dalle retrostanti zone agricole cinta dalle sue mura di là delle quali si (Vecchio 1986, p. 418-419). notano impianti sportivi, residenziali e Il promontorio dell'Argentario, oggi alberghieri; da qui si allunga, stretta e tutelato, si presenta come un monte che diritta, la Diga che congiunge il centro sorge erto e ripido sul mare, ricoperto di lagunare con la lingua sabbiosa di sola vegetazione a macchia e dal profilo Terrarossa nella parte orientale costiero scoglioso e articolato in un dell'Argentario. susseguirsi di cale e calette. Il suo sviluppo Poco più a sud si innesta l'altro tombolo, la turistico balneare è stato imponente ma duna Feniglia larga dai 600 ai 1000 metri, non si è per fortuna esplicato ovunque con che, dopo aver percorso un arco di circa 6 la stessa intensità; il settore nord- chilometri, termina ai piedi di Ansedonia occidentale risulta il più colpito in quanto (tav. 342.160) dal cui promontorio è per primo preso di mira da grosse società separata dall'omonimo Taglio. Ricoperta da immobiliari che hanno privatizzato lunghi una bella pineta di pino domestico, la tratti di costa, chiudendo l'accesso pubblico sabbiosa Feniglia, che chiude la laguna di al mare, e realizzando lottizzazioni sparse Levante, è fortunatamente rimasta con la presenza di complessi condominiali, interamente integra grazie alla tutela come ad esempio presso cala Moresca, esercitatavi dal 1971 dall'Azienda di stato punta Cacciarella, cala del Gesso, punta del delle foreste demaniali. Oggi il tombolo Bove e cala Piccola (tav. 342.140). Porto risulta incluso, insieme a una parte del Santo Stefano, più a nord, ha occupato la monte Argentario, nei perimetri di tutela costa e la collina retrostante con edilizia conosciuti come «Sistema delle aree diffusa, dall'architettura spesso verdi»; dalla cartografia (tav. 342.150) si contrastante con il vecchio nucleo e il porto può tuttavia osservare che la linea di riva (Canigiani, Leoncini 1971, p. 29-30). della Feniglia rivolta verso il mare è in Nella porzione sud-orientale del monte sono evidente fase di erosione. state invece effettuate molte opere di La costruzione del sottostante porto di cala riconversione di ruderi «veri o fittizi», Galera, nodo sempre più importante della venduti a imprese speculative dagli abitanti nautica da diporto italiana, ha modificato il locali che hanno preferito abbandonare pattern di diffrazione delle onde sottraendo l'Argentario e inurbarsi nell'entroterra; è il sedimenti alla parte inferiore del tombolo e caso del recupero a residenze turistiche causando l'interramento visibile sotto delle abitazioni operaie presso le vecchie poggio Pertuso (Coste toscane 1989, p. 50- miniere di pirite vicino a Porto Ercole (tav. 51). 352.030) che tra l'altro «vanta» anche la La grande concentrazione di natanti a trasformazione d'uso di forte Filippo in motore, se da una parte ha indotto residence d'elite (Vecchio 1986, p. 407- l'espansione del settore della piccola 408), e medesima sorte hanno in seguito cantieristica connessa con la manutenzione avuto la Rocca e forte Stella. e il rimessaggio delle imbarcazioni, come ad Un altro tipo di intervento edilizio operato esempio a Porto Santo Stefano (tav. sulle coste dell'Argentario è visibile (tav. 342.140), in estate produce effetti pesanti 342.150) con l'insediamento intensivo di sull'ambiente marino e lagunare mal poggio Pertuso, analogo per fisionomia e accordandosi con le esigenze della pesca impatto a quelli presenti nella porzione esercitata entro la laguna che già deve superiore del promontorio (tav. 342.140) sopportare gli scarichi dei rifiuti domestici, fra Santa Liberata e poggio Calvello; in 60 quest'ultima carta è ben visibile anche un che già preannuncia l'ingresso nelle ritaglio bianco, proprio alle spalle del porto Maremme laziali. Questa porzione di piana di Santo Stefano, che dovrebbe oscurare un costiera, oggi recuperata a una fiorente radiofaro dell'Aeronautica militare; questa agricoltura, è dominata dal sistema lacuale- operazione di «taglia e cuci» ci rimanda non palustre di Burano che il tombolo dunale, solo a quanto già accennato per le industrie molto ben conservato, separa dal mare. piombinesi, ma ci porta a constatare l'esistenza poco lontano di un'altra vasta «area bianca», alle spalle di Orbetello sul poggio del Leccio (tavola 342.120), che nasconde la fabbrica di esplosivi Sipe- Nobel. Sempre sulla costa dell'Argentario va segnalata la porzione che va da capo d'Uomo alla torre delle Cannelle (tav. 350.020) dove, nonostante alcune lottizzazioni sparse, non c'è stata fortunatamente una vera e propria aggressione di cemento, ma soprattutto va considerato il tratto di litorale che va da punta di Torre Ciana a cala dei Santi (tav. 352.030); è questa una parte di circa sei chilometri di costa dall'aspetto estremamente suggestivo, con il monte Telegrafo che dai suoi oltre 600 metri strapiomba nel mare, scogliosa, selvaggia e tappezzata presso le falesie da steppe e garighe, senza modifiche territoriali e insedia-tive salvo alcune strade aperte sui fianchi del monte. Lasciandoci alle spalle il promontorio dell'Argentario e percorsa all'indietro la duna Feniglia, incontriamo il colle di Ansedonia, l'antica Cosa romana. Dalla caria (tav. 342.160) risultano palesi le aggiunte insediative che disposte ad anello soffocano l'area archeologica; perfino le torri della Regina e di San Pancrazio sono L'Acropoli e la città romana di Cosa, state trasformate in lussuosi residence sulla sommità del promontorio di Ansedonia, (Canigiani, Leoncini 1971, p. 29), mentre la assediata dalla cintura edilizia degli anni sessanta-settanta. celebre «tagliata» etrusca è stata Di contro la vegetazione si fa banalizzata con la costruzione di un più folta nel tombolo protetto della porticciolo turistico. Il complesso può Feniglia. A est si può distinguere essere additato come uno dei peggiori il filo sottile del lungo canale della Tagliata, emissario del lago di Burano esempi di edilizia speculativa compiuta fra gli anni cinquanta e settanta. Il lago, con le paludi di Levante e di Oltrepassato il poggio di Ansedonia, la Ponente, rimane quale testimone dell'antico costa riprende l'aspetto piatto e sabbioso paesaggio costiero ed è incluso, assieme al 61 tombolo, nei perimetri di tutela delle «Aree Selvanera, curiosamente ordinati secondo verdi»; dal 1966 lo specchio d'acqua è le lettere dell'alfabeto. un'oasi faunistica, la prima in Italia, creata Tuttavia una parie dell'edificato nei dintorni e gestita dal WWF. di Capalbio Stazione è da ricondurre alla La cartografia relativa a questo ultimo frequentazione turistica, come dimostrano i lembo di Toscana costiera è costituita da grossi complessi residenziali Ansedonia I, sezioni speciali (tav. 343.133, 343.132, II, III muniti di piscina e attrezzature 353.013; 343.143, 343.142, 353.024) e ci sportive. Limitata a questi insediamenti, presenta il lago di Burano con le attigue oltretutto arretrati rispetto alla costa e paludi, il sottile tombolo largo dai 100 al all'area zona tutelata, l'espansione edilizia 500 metri che da Ansedonia percorre ben funzionale al turismo si è arrestata e, a 13 chilometri prima di incontrare il confine parte alcune costruzioni nel pressi della laziale e la campagna bonificata, punteg- Torba, verso Ansedonia, e un periferico giata da insediamenti agricoli e case sparse camping (proprio al confine con la provincia facenti capo al nodo ferroviario di Capalbio di Viterbo in località Graticciala), il bei Stazione. La crescita edilizia è dovuta alla tombolo si snoda integro fino al fosso vocazione agricola della zona ormai Chiarone. consolidata. Funzionali alle colture intensive praticate sono infatti i vari centri agricoli nei pressi di

f

Riferimenti fotografici Immagini aeree a confronto: Volo G.A.I., anno 1954 (conc. S.M.A.n.103/69 n.329/70) Ripresa Aerea Regione Toscana, anno 1978 (conc. S.M.A.n.95/78 n. 123/79 n. 135/79)

Illustrazioni alle pagine 16, 29, 54, 59 tratte da Coste d'Italia 1971 Illustrazioni alle pagine 12, 13, 22 tratte da Culmi, Pierini 1993

Cartografie di sintesi alle scale 1:350.000 (tratti costieri) 1:250.000 (Arcipelago) derivate dalla carta generale del territorio. Regione Toscana 1994

62 M. AZZARI (1990), Sul Parco naturale di C. DE GIULI (1972), L'isola di Pianosa, In Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, in Proposte (1972), p. 85-88. Ragioni (1990), p. 51-65. C. GREPPI (1993), Sulla posizione delle isole M. AZZARI (1993), Tra mare e monte: nel mare toscano, in Coste (1993), p. 183- paesaggi della costa a nord dell'Arno, in 197. Costa (1993), p. 131-149. G. GUERRINI (1989), L'ambiente naturale, in I. BAGGIOSSI (1988), Le torri costiere della Maremma (1989), p. 103-111. Toscana. Roma, Newton Compton. Guida d'Italia (1991): natura, ambiente e G. BARBIERI (1964), Toscana, in Le regioni paesaggio. Milano, Touring club italiano. d'Italia, vol. 8, Utet. Isole (1993) Le isole minori oggi e domani, D. BARSANTI, L. ROMBAI (1986), La «guerra a cura di G. RACHELI, A. RIPARBELLI, L. delle acque» in Toscana: storia delle ROMBAI, Quaderni di Italia nostra, 26. Italia bonifiche dai Medici alla riforma agraria. nostra, Quart-Valle d'Aosta. Firenze, Medicea. Maremma (1989) Il Parco della Maremma: G. BARBIERI, F. CANIGIANI (1989), Le ragioni storia e natura, a cura di Z. CIUFFOLETTI, G. dei parchi e l’Italia «protetta». Atti GUERRINI. Firenze, Giunta regionale dell'Istituto di geografia, Quaderno, 15, 1. toscana; Venezia, Marsilio. Firenze, Università di Firenze. Migliarino (1988) II Parco di Migliarino, San F. CANIGIANI, G. LEONCINI (1971), Situazioni Rossore, Massaciuccoli: la storia e il e interventi nel paesaggio costiero toscano, progetto, a cura di P.L. CERVELLATI, G. in Proposte (1971), p. 23-62 MAFFEI CARDELLINI. Firenze, Giunta regionale F. CANIGIANI, G. LEONCINI (1972), Coste e toscana; Venezia, Marsilio. paesaggi dell'Arcipelago: situazioni e F. PARDI (1993), Trasgressioni e interventi, in Proposte (1972), p. 53-88. regressioni: i lineamenti evolutivi della S. CAVALLI (1993), Macchia, paduli, tomboli costa toscana, in Coste (1993), p. 13-47. e rupi: il paesaggio vegetale della costa e Pianificazione (1988) Pianificazione delle delle isole, in Costa (1993), p. 49-71. aree costiere:dinamica del litorale, gestione Coste d'Italia (1971): dal Tevere a delle risorse, a cura di D. FRANCHINI. Milano. Ventimiglia, a cura di E. ASCIONE, I. S. PINNA (1992), La zona industriale INSOLERA. Milano. apuana. «Rivista geografica italiana», a. Costa (1993) Quadri ambientali della 99, 3, p. 471-501. Toscana, 3. Paesaggi della costa, a cura di G. PIZZIOLO (1986), La Toscana, volando. C. GREPPI. Firenze, Giunta regionale Firenze, Giunta regionale toscana; Sansoni. toscana; Venezia, Marsilio. A. PREDIERI (1971), L'organizzazione Coste toscane (1989): studi sulla erosione, corporativa dello Stato e la Toscana, in La sui venti, sul moto ondoso, a cura della Toscana nel regime fascista (1922-1939), a Giunta regionale toscana - Dipartimento cura dell'Unione regionale delle Province ambiente, in collaborazione con l'Università toscane, 2 v. Firenze, Olschki, vol. 2, p. 17- di Firenze - Dipartimento di ingegneria 57. civile - Dipartimento di scienze della Terra. Firenze, Giunta regionale toscana. Proposte (1971) Proposte per la Regione Toscana: tutela del paesaggio, centri storici CUTINI, R.PIERINI (1993), Le colonie marine della e coordinamento degli studi regionali. Atti Toscana: la conoscenza, la valorizzazione, il recupero dell'Istituto di geografia, Quaderno, 1. dell'architettura per la riqualificazione del territorio, Firenze, Università di Firenze. Istituto di architettura e urbanistica della Facoltà di ingegneria di Pisa, Città e territorio, 1. Pisa, Edizioni ETS.

63 Proposte (1972) Proposte per la Regione geomorfologiche sull'isola di Capraia. Toscana: tutela del paesaggio, politica «Rivista geografica italiana», a. 41, 87-89 montana, evoluzione della campagna, isole. Atti dell'Istituto di geografia, Quaderno, 2. P. SPAGNA (1986), I problemi della Firenze, Università di Firenze. divulgazione dell'aerofotogrammetria, in Pizziolo (1986), p. 126-133. G. RACHELI (1993), Relazione sullo stato degli arcipelaghi e delle isole, in Isole G. SPINI (1989), Lo Stato dei Presìdi fra (1993), p. 9-18. Marismas e Mediterraneo, in Maremma Ragioni (1990) Le ragioni dei parchi e (1989), p. 53-61. l'Italia «protetta»: iniziative e problemi. Atti G. VANNINI (1989), L'Uccellina nel dell'Istituto di geografia, Quaderno, 15, 2. Firenze, Università di Firenze. medioevo, una terra di margine, in Maremma (1989), p. 33-41. A. RIPARBELLI (1990), Il Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano, in Ragioni (1990), B. VECCHIO (1986), Saturazione, p. 89-102. rivalorizzazione e riconversione nello spazio

L. ROMBAI (1989), Le trasformazioni del turistico del litorale grossetano (1979- paesaggio in età moderna e 1983), in La rivalorizzazione territoriale in contemporanea, in Maremma (1989), p. Italia, a cura di U. LEONE. Milano, A.GE.I. 63-73. M. ZECCHINI (1970), L'archeologia nell'Arcipelago L. ROMBAI, R. SIGNORINI (1993), La piaga Toscano. Pisa. risanata: paesaggio e bonifiche delle Maremme, in Coste (1993), p. 151-181. M. ZUNICA (1979), Cartografia e territorio, in Atti del convegno nazionale sulla cartografia A.T. SALA (1952), L'insediamento umano tematica regionale, Catania, 13-15 dell'isola del Giglio, «Bollettino della Società settembre 1979. A.GE.I., p. 47-58. geografica italiana», p. 376-387.

A. SESTINI (1934), Osservazioni

64 Atlante diacronico delle coste toscane anni cinquanta - anni ottanta

appendice

Deliberazione del Consiglio regionale n. 47 del 30 gennaio 1990 di emanazione della Direttiva per la fascia costiera (L.R. n. 74/1984)

La fascia costiera (estratto da: rapporto sullo stato di attuazione degli atti del quadro regionale di coordinamento territoriale (ottobre 1995)

65 Del. C. 30 gennaio 1990, n. 47. bis L. 431/85 sulla formazione dei piani L.R. 74/84 (1). Direttive per la fascia urbanistico-territoriali con specifica costiera. considerazione dei valori paesistici e ambientali (disciplina relativa al sistema IL CONSIGLIO REGIONALE delle aree protette); Visto l’art. 15 della L.R. 31 dicembre 1984 Vista la propria deliberazione n. 123 del 19 n. 74 modificato dalla L.R. 13 aprile 1987 n. febbraio 1985 contenente il Piano Regionale 24 che stabilisce che entro il 31 dicembre dei porti e approdi turistici della Toscana ai 1987 il Consiglio Regionale, con apposita sensi della L.R. 9 agosto 1979 n. 36; deliberazione, emani le direttive per l’uso Visto il quadro di censimento delle aree di della fascia costiera definendo l’ampiezza erosione costiera e di degradazione degli della stessa e che a tal fine, entro il 30 arenili predisposto dalla Giunta regionale ai giugno 1987 la Giunta Regionale sensi dell’art. 15, 2º comma, della L.R. 31 predisponga "il quadro di censimento delle dicembre 1984, n. 74; aree di erosione costiera e di degradazione Ritenuto di dover provvedere ai sensi degli arenili nonché quant’altro risulti utile dell’art. 4 della L.R. 31 dicembre 1984 n. alla proposta di direttive" e che in base a 74; tali direttive i Comuni costieri e DELIBERA DI EMANARE dell’Arcipelago Toscano definiscano entro la seguente Direttiva comprensiva dei 18 mesi "con apposite varianti agli relativi allegati: strumenti urbanistici vigenti l’uso della INDICE fascia costiera, la tutela e valorizzazione Parte 1 - DISCIPLINA GENERALE delle sue caratteristiche ambientali e Art. 1 - Ambito Territoriale di applicazione naturalistiche"; Art. 2 - Finalità della direttiva Richiamate le disposizioni della L.R. 29 Art. 3 - Soggetti e competenze giugno 1982 n. 52 e successive Art. 4 - Individuazione degli ambiti e loro modificazioni recante norme per la tipologie formazione del sistema delle aree protette Art. 5 - Classificazione degli interventi dei parchi e delle riserve naturali in Toscana urbanistico-edilizi che prevede la formazione di disciplina di Art. 6 - Norme procedurali e disciplina dettaglio delle aree protette nelle materie transitoria ivi definite agli articoli ... ; Parte 2 - DISCIPLINA DEGLI INTERVENTI Richiamata altresì la legge 8 agosto 1985 n. Art. 7 - Elementi comuni a tutte le 431 che impone, attraverso il piano categorie di intervento paesistico o il piano urbanistico-territoriale Art. 8 - Trasformazioni del suolo e delle di cui all’art. 1 bis l’uso e la valorizzazione condizioni d’uso delle risorse delle risorse presenti nelle aree tutelate Art. 9 - Assetti infrastrutturali dalla stessa legge ed in particolare nella Art. 10 - Assetti degli insediamenti fascia della profondità di 300 metri dalla ALLEGATI linea di battigia; Allegato A - Cartografia in 19 tavole Vista la L.R. 26 gennaio 1990, n. 4 con la Allegato B - Criteri per le perimetrazioni e quale vengono definiti gli orientamenti descrizione dei fenomeni fisici e degli altri generali sulla pianificazione territoriale e indicatori utilizzati urbanistica con specifica considerazione dei Allegato C - Schede per le individuazioni valori paesistici e ambientali; degli ambiti e delle loro tipologie Vista la deliberazione n. 296/1988 relativa all’attuazione del disposto di cui all’art. 1

66 Allegato D - Tabelle provvisorie per la La presente direttiva si applica alle determinazione della massima ricettività situazioni conseguenti ai seguenti fenomeni per la balneazione peculiari della fascia costiera: Allegato E - Criteri da seguire nella a) evoluzione della linea di costa; disciplina urbanistica delle aree balneari. b) alterazione del sistema dunale, dovuta N.d.R. - Si omette la pubblicazione della all’azione dell’uomo; cartografia allegata sub "A". c) degradazione della risorsa idrica locale. Direttiva per l’uso della fascia costiera Gli effetti sui beni di cui al primo comma, Parte 1 DISCIPLINA GENERALE individuati in relazione ai fenomeni di cui al Art. 01 - Ambito territoriale di applicazione secondo comma risultano schematizzati L’ambito territoriale di applicazione della come segue: presente direttiva è quello descritto nella a) in ordine al fenomeno dell’evoluzione cartografia allegata sub A); la delimitazione della linea di costa (2): è costituita dalla più interna rispetto alla - effetti diretti: linea di costa tra le seguenti perimetrazioni: - erosione delle spiagge, dei sistemi dunali massima visibilità del mare, dune e e degli elementi floristici compresi quelli spiagge, sedimenti dunali, falda dolce minori (pionieri e protettivi); superficiale di duna, linea di raccordo tra le - danni ai sistemi infrastrutturali e perimetrazioni; le perimetrazioni ivi insediativi; riportate potranno essere rettificate all’atto - danni alle emergenze storiche, artistiche, dell’approvazione delle apposite varianti naturali e paesistiche; agli strumenti urbanistici vigenti ai sensi del - interramento in porti ed accessi fluviali; terzo comma dell’art. 15 della L.R. 31 - effetti indotti: dicembre 1984, n. 74 così modificato dalla - avanzamento del cuneo salino; L.R. 13 aprile 1987, n. 24. - modifica della dinamica naturale a causa Tale rettifica dovrà essere esplicitamente, degli interventi di stabilizzazione. tramite specifici approfondimenti e nuovi b) In ordine al fenomeno dell’alterazione livelli conoscitivi, motivata ed avverrà in del sistema dunale dovuta all’azione base ai medesimi criteri che hanno dell’uomo: determinato la perimetrazione stessa e che - effetti diretti: sono contenuti nell’allegato B. - instabilità della duna (3); Art. 02 - Finalità della direttiva - danni alla flora ivi compresa l’eliminazione Obiettivo generale della presente direttiva è degli elementi floristici minori che l’eliminazione o la mitigazione (degli effetti consentono l’insediamento e il derivanti) delle situazioni di dissesto mantenimento della vegetazione arbustiva, ambientale che derivano dal mancato della macchia e del bosco; rispetto delle dinamiche fisiche e/o da usi - effetti indotti: antropici impropri o inadeguati del territorio - degrado della vegetazione arborea sui beni presenti nell’ambito di applicazione retrostante; della presente direttiva e tutelati dalle leggi - danni alle colture per venti salsi ed regionali e nazionali, al fine anche di aerosol marino portatore di elementi prevenire ulteriori situazioni di rischio (1). inquinanti; La presente direttiva si applica inoltre alla - erosione eolica retrostante. seguente finalità essenziale della tutela c) In ordine al fenomeno della degradazione della fascia costiera: della risorsa idrica: - protezione dei valori ambientali e naturali. - effetti diretti: - avanzamento del cuneo salino (4); 67 - subsidenza dovuta a sovrasfruttamento evolutivo, le cui manifestazioni si traducono della falda; spesso in forme di degrado ambientale e - perdita della falda sospesa dunale a causa comunque in effetti negativi sul sistema dell’inquinamento (salino e non) e costiero. L’esigenza che si pone è allora dell’emungimento; quella di rendere controllabili tutte le - effetti indotti: dinamiche indotte e quindi gli effetti dei - riduzione della risorsa idrica dolce con processi di alterazione prodotti nel ciclo conseguenti maggiori costi naturale tenendo conto dei possibili effetti nell’approvvigionamento idrico per gli usi di amplificazione e moltiplicazione derivanti antropici o insufficienza di tale dalla presenza di processi di approvvigionamento; trasformazione, naturali e non, e delle - degrado degli insediamenti; modificazioni derivanti da nuovi interventi. - degrado vegetazionale nelle zone dunali (2) La fascia costiera si configura come ed impossibilità del recupero nelle zone elemento di equilibrio, e al tempo stesso di dunali già degradate. transizione, fra due ambienti, terra e mare. d) In ordine alla alterazione dei valori L’espressione più diretta di tale stato sono i ambientali e naturali: cordoni di duna e di spiaggia. Essi - effetti diretti e indotti: esercitano infatti una funzione di - situazione irreversibile di ecosistemi; stabilizzazione ed assumono forte - di qualificazione dell’offerta turistica. significato da una parte come riserva di Note relative all’art. 2 materiali capace di esercitare funzione di (1) La conoscenza delle dinamiche tamponamento rispetto all’azione erosiva "naturali" in atto e delle prevedibili del mare, dall’altra come elemento fisico tendenze evolutive permette in generale di con aspetti propri di sistema naturale di localizzare interventi e attività, a terra e a transizione, caratterizzato frequentemente mare, senza interferire negativamente con dalla presenza di zone umide al suo interno, le stesse, ovvero senza alterarne gli effetti. e con funzione di schermatura dai venti e Attraverso la conoscenza quantificata e dall’aerosol rispetto ai sistemi vegetativi localizzata dei fenomeni in atto e del loro costieri e retrodunali. Tale funzione può evolversi è cioè possibile l’individuazione essere esercitata nel tempo solo da dune dei limiti fisici all’utilizzazione delle aree stabili e questo stato dipende direttamente considerate, garantendo in tal modo da una dalla presenza di vegetazione "pioniera" e parte la non degradazione della "risorsa protettiva capace di impedire il movimento litorale", dall’altra la "sicurezza" degli delle sabbie. La presenza di vegetazione è interventi derivante dalla corretta d’altra parte favorita dalla presenza di individuazione degli spazi di pertinenza. risorse idriche non saline spesso Tale procedimento risulta relativamente rappresentate, nelle dune, da piccole falde semplice in aree "naturali", dove cioè i sospese. processi "naturali" si svolgono senza Generalmente infatti, in presenza di sistemi forzature; laddove invece, ed è questo il dunali di una certa ampiezza si riscontra la caso più frequente, esistono già fenomeni presenza di una falda dolce sospesa, di spinti di antropizzazione ed urbanizzazione, dimensioni ridotte, con andamento analogo il problema si pone in termini più complessi a quello delle dune, alimentata in modo a seguito dell’interazione di dinamiche diretto da acque meteoriche, poco naturali e non. significative per quanto riguarda le quantità In tal caso infatti ci si trova di fronte a eventualmente sfruttabili, ma di notevole processi indotti di alterazione del ciclo importanza per la presenza di vegetazione. 68 Buona parte della fascia costiera toscana è manifestarsi anche nei confronti di presenze caratterizzata dalla presenza di dune e/o salmastre residue di antichi sistemi sistemi dunali, ma solo una parte di queste lagunari. è in buono stato di conservazione, più in Il sovrasfruttamento degli acquiferi, può generale invece, si riscontrano fenomeni di determinare, oltre al problema suddetto, degrado variabili da distruzione della anche fenomeni di subsidenza. vegetazione "pioniera" e protettiva, a Art. 03 - Soggetti e competenze distruzione dello stesso assetto morfologico In applicazione della legislazione vigente la della duna. Inoltre, laddove tali aree Regione: abbiano subito forti alterazioni per - definisce gli atti di pianificazione di settore interventi antropici (campeggi, villaggi i cui effetti ricadono nella fascia costiera turistici, ecc.) ai già citati fenomeni di (piano dei porti, pianificazione turistico- degrado derivanti da calpestio, ricettiva, piano regionale integrato dei sbancamenti, ecc., si somma non di rado il trasporti, piano delle discariche, piano delle degrado della falda di duna incautamente, attività estrattive, ecc.); se non impropriamente, usata per - definisce le intese ai sensi dell’art. 81 approvvigionamento idrico. D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616; (3) L’instabilità delle dune può derivare - cura l’aggiornamento degli elementi dall’alterazione del sistema dei venti, conoscitivi allegati alla presente direttiva, dall’effetto di spianamento dovuto agli usi d’intesa con gli altri soggetti istituzionali e ed al calpestio, dall’utilizzazione agricola dei controlla gli esiti applicativi della direttiva territori retrostanti. stessa in ordine alla corretta traduzione (4) Il fenomeno del cuneo salino presente attraverso gli strumenti urbanistici. anche in forma rilevante in buona parte del Le Province: litorale toscano, si configura come effetto - propongono, ai sensi dell’art. 7 della L.R. negativo derivante dallo squilibrio in atto 31 dicembre 1984 n. 74, atti di Q.R.C.T.; nel bilancio delle falde dovuto sia a - forniscono elementi di dettaglio alla modificate situazioni di alimentazione sia a direttiva per gli aspetti di propria concentrazione di emungimento, sia competenza (vincolo idrogeologico, sovrasfruttamento e pertanto strettamente infrastrutture, ecc.); ed in particolare legato all’uso del territorio. Il fenomeno si provvedono entro il 31 dicembre 1989, manifesta di norma laddove forti relativamente alle aree protette di cui alla emungimenti, concentrati nel tempo e nello L.R. n. 52 del 1982 ricadenti nel territorio spazio, superano la capacità di ricarica costiero, a promuovere o integrare il dell’acquifero determinando anomalie processo di coordinamento degli strumenti negative con conseguente immediato urbanistici ai sensi dell’art. 11 della citata richiamo di acqua marina verso l’interno e L.R. n. 52 del 1982; progressiva salinizzazione della falda - esprimono, secondo quanto previsto stessa. In termini di utilizzazione della dall’art. 8, 16º comma, della L.R. n. 74 del risorsa il processo comporta il venire meno 1984, parere circa le varianti agli strumenti della stessa. Il meccanismo descritto risulta urbanistici adottate in adeguamento alla dunque legato alla disponibilità di acqua, presente direttiva al di fuori del aspetto questo dipendente sia dalle procedimento del coordinamento; caratteristiche della falda che dalle modalità - collaborano con la Regione di emungimento e di alimentazione della all’aggiornamento degli elementi stessa. In situazioni retrodunari di tipo conoscitivi; palustre il richiamo di acque salse può 69 - possono elaborare (d’intesa con i Comuni adempiere agli obblighi derivanti dall’art. e gli enti parco interessati) progetti specifici 15 della L.R. 74/84, e che potranno essere di recupero ambientale della fascia costiera. utilizzati come riferimento nel processo di I Comuni: coordinamento previsto dall’art. 8 della - definiscono gli atti di coordinamento ai stessa legge. sensi dell’art. 8 della L.R. 74/84 in Art. 05 - Classificazione degli interventi attuazione della direttiva e in tale ambito urbanistico-edilizi adeguano gli U.S. e definiscono la disciplina La disciplina degli interventi urbanistico- di dettaglio; edilizi in ciascuno degli ambiti in cui è - elaborano progetti specifici di recupero suddivisa la fascia costiera è ricondotta alle ambientale; seguenti classi: - raccolgono dati per l’aggiornamento e la a) trasformazioni del suolo e delle definizione di dettaglio degli elementi condizioni di uso delle risorse (1); conoscitivi necessari per l’attuazione della b) interventi relativi agli assetti presente direttiva. infrastrutturali (2); Qualora i Comuni non dovessero pervenire c) interventi relativi agli assetti insediativi alla definizione degli atti di coordinamento (3) (4). di cui sopra, dovranno comunque adeguare Note relative all’art. 5 i loro strumenti urbanistici nei termini (1) Cfr. art. 8. previsti dall’art. 15 della L.R. 74/84 e (2) Cfr. art. 9. successive modificazioni nei limiti fissati (3) Cfr. art. 10. dalla presente direttiva. (4) La suddivisione degli ambiti e le Gli Enti parco e le Comunità Montane: perimetrazioni contenute nelle cartografie - concorrono alla formazione degli atti di consentiranno di individuare, tenendo conto competenza delle Provincie e dei Comuni delle trasformazioni territoriali che potranno nell’ambito delle competenze loro affidate anche modificarla, ambiti territoriali dalla legge. significativi cui rapportare norme di Art. 04 - Individuazione degli ambiti e loro disciplina, strumenti e indicazioni specifici tipologie per gli interventi urbanistici ed edilizi. L’analisi dei fenomeni indagati e descritti Art. 06 - Norme procedurali e disciplina nella presente direttiva determina la transitoria suddivisione della fascia costiera in ambiti Entro ventiquattro mesi dalla pubblicazione caratterizzati da specifiche situazioni nelle della presente direttiva i Comuni interessati quali ciascun fenomeno assume un della fascia costiera adottano apposite carattere di particolare rilevanza. varianti agli strumenti urbanistici ai sensi Ciascuno degli ambiti risulta individuato dell’art. 15 della L.R. 74/84, modificato nella cartografia allegata sub A ed è dalla L.R. 13 aprile 1987 n. 24, relative a descritto nelle schede allegate sub C. tutto l’ambito di cui al precedente art. 1, 1º Per ciascuno di tali ambiti nelle stesse comma; in tali varianti i Comuni schede sono segnalate le emergenze o le riconsiderano ogni previsione dello peculiarità che in relazione ai fenomeni strumento urbanistico vigente per consentono ulteriori specificazioni della adeguarla alle presenti norme. normativa contenuta nella parte II della Per i Comuni obbligati alla revisione dello presente direttiva (1). S.U. ai sensi del 1º comma dell’art. 15 della Note relative all’art. 4 L.R. 74/84, modificato dalla L.R. 13 aprile (1) Si tratta di un sistema di informazioni 1987 n. 24, si applicano le norme ivi che la Regione fornisce ai Comuni per previste. 70 I Comuni del territorio costiero e cioè : estendendone la disciplina all’ambito di Carrara, Massa, Montignoso, Seravezza, tutte l’area protetta omogeneamente Forte dei Marmi, Pietrasanta, Camaiore, individuata nel proprio territorio, anche al di Viareggio, Massarosa, Vecchiano, S. fuori della fascia costiera perimetrata nei Giuliano, Pisa, Collesalvetti, Livorno, grafici allegati sotto la lettera A. In tal caso Rosignano M.mo, Cecina, Montescudaio, le varianti adottate dai Comuni dovranno Guardistallo, Casale M.mo, Bibbona, essere corredate dalle analisi e dalle Castagneto Carducci, S. Vincenzo, valutazioni richieste dalla deliberazione del Campiglia M.ma, Piombino, Campo Consiglio regionale n. 296 del 19 luglio nell’Elba, Capoliveri, Capraia Isola, 1988 e sottoposte al parere della Provincia Marciana, Marciana Marina, Porto Azzurro, secondo quanto disposto dall’art. 8, 16º Portoferraio, Rio Marina, Rio nell’Elba, comma, della L.R. n. 74 del 1984. Follonica, Scarlino, Castiglione della In sede di approvazione regionale viene Pescaia, Grosseto, Magliano in Toscana, verificato il rispetto delle disposizioni Orbetello, Monte Argentario, Isola del contenute nel Titolo II della deliberazione Giglio, Capalbio, sono tenuti a coordinare del Consiglio regionale n. 296 del 19 luglio nelle forme, nei modi previsti dall’art. 8 1988, nonché il grado di coordinamento della L.R. 74/84 cit., tutti gli aspetti della sostanziale tra le previsioni urbanistiche pianificazione urbanistica ivi descritti, anche con i Comuni contermini secondo quanto attraverso atti successivi alla disciplina di previsto dal comma sedicesimo dell’art. 8 cui al primo comma del presente articolo. della L.R. n. 74 del 1984. In tale procedimento coordinato potranno Qualora i Comuni non provvedano agli essere adottate varianti che prevedano adempimenti sopra previsti nei tempi nuovi insediamenti oltre il limite fissato dal indicati, la Giunta Regionale adotta specifici 3º comma del successivo art. 10. provvedimenti cautelari ai sensi dell’art. 6 Per le aree, comprese nel perimetro della della L.R. 31 dicembre 1984 n. 74 e fascia costiera di cui al precedente art. 1, propone al Consiglio Regionale 1º comma, che risultino anche soggette alla l’emanazione di particolari prescrizioni disciplina contenuta nella deliberazione del urbanistiche e specifici vincoli necessari al Consiglio regionale n. 296 del 19 luglio conseguimento degli obiettivi previsti dalla 1988, la presente direttiva integra indirizzi presente direttiva ai sensi e per gli effetti e condizionamenti e pertanto, anche in dell’art. 3 della citata legge 31 dicembre base a quanto previsto dall’art. 12 della 1984 n. 74. L.R. n. 4 del 26 gennaio 1990, per la Parte 2 DISCIPLINA DEGLI INTERVENTI formazione delle varianti di cui al 1º comma Art. 07 - Elementi comuni a tutte le del presente articolo nei limiti fissati dal 3º categorie d’intervento comma del successivo articolo 10, non Nell’ambito dei procedimenti di formazione sussiste l’obbligo di procedere e di valutazione di ogni atto di preventivamente al coordinamento pianificazione territoriale e urbanistico e di sovracomunale degli strumenti urbanistici. ogni progetto che comporti la Prima dell’approvazione regionale degli atti trasformazione degli assetti ambientali e di competenza delle Province da adottarsi paesistici, dovrà essere effettuato un entro il 31 dicembre 1989, in base al raffronto tra le trasformazioni proposte e gli disposto della citata deliberazione del assetti territoriali esistenti di ciascuna area Consiglio regionale n. 296 del 19 luglio sulla base degli elementi conoscitivi idonei 1988, i Comuni adottano le varianti previste a descrivere le modificazioni antropiche del al 1º comma del presente articolo, territorio e alle dinamiche fisico-ambientali; 71 di detto raffronto dovrà essere dato atto (2) Gli atti di QRCT derivano dall’attività specificatamente negli atti urbanistici e nei di coordinamento ai sensi dell’art. 8 progetti di trasformazione (1). L.R. 74/84, dall’attività autonoma di Per le aree soggette alla disciplina indirizzo e di coordinamento della contenuta nella deliberazione del Consiglio Regione anche a seguito delle regionale n. 296 del 19 luglio 1988, la "Conferenze di pianificazione dei presente direttiva costituisce atto settoriale sistemi territoriali" di cui al PRS, di competenza sovracomunale di attuazione dalla programmazione di settore delle direttive di cui al capo II della (piano dello smaltimento dei rifiuti disciplina di cui sopra. Pertanto le solidi, piano dell’attività estrattiva, salvaguardie in materia edilizia ed piano regionale integrato dei urbanistica previste dall’art. 16 della citata trasporti, piano dei porti e degli delibera n. 296 del 19 luglio 1988, operano approdi turistici, piani zonali fino all’approvazione delle varianti agli agricolo-forestali, ecc.). strumenti urbanistici di adeguamento alla Per quanto riguarda le previsioni con presente direttiva. contenuti strutturali del Piano Nelle altre aree gli strumenti urbanistici regolatore generale la valutazione devono fornire analisi, valutazioni e sarà inerente alla fattibilità idro- indicazioni sugli aspetti paesistici e geolito-morfologica degli interventi ambientali, secondo le indicazioni contenute (Istruzioni tecniche cit. Sez. Z carta nella L.R. n. 4 del 26 gennaio 1990, 2.4). affinché gli interventi ammessi tengano Per quanto riguarda gli aspetti di conto di tali aspetti, anche se allo stato dettaglio del PRG la valutazione sarà attuale delle conoscenze non sono orientata dall’indicatore di profilo riconosciuti valori da tutelare secondo i ambientale come sintesi degli riferimenti contenuti nella citata L.R. 29 elementi orografici, della trama giugno 1982 n. 52, e anche in quelle insediativa e infrastrutturale situazioni nelle quali è necessaria una preesistente, delle trame e riqualificazione in tal senso (zone di dell’assetto fondiario, degli assetti degrado paesistico ambientale). idraulici e vegetazioni (Istruzioni Nelle aree comprese nei Parchi regionali si tecniche cit. Sez. 2) Normativa di applicano le disposizioni previste dai dettaglio, lett. b). rispettivi Piani territoriali di coordinamento. Art. 08 - Trasformazioni del suolo e delle Note relative all’art. 7 condizioni d’uso delle risorse (1) Per quanto attiene gli atti di QRCT ivi Le attività che attengono alle trasformazioni comprese le pianificazioni di settore, del suolo e delle condizioni d’uso delle le valutazioni riguarderanno i sistemi risorse si possono classificare in: ambientali quali risultano descritti - attività estrattive; nella "Carta dei sistemi ambientali - attività agricole e silvo-pastorali; omogenei" prevista dalle "Istruzioni - allevamenti intensivi e semintensivi di tecniche per la formazione degli acquacoltura; strumenti urbanistici" (Sez. I - bonifiche e attività di consolidamento del dell’inquadramento territoriale suolo; sovracomunale - cartografia relativa - interventi di modifica al reticolo idraulico. alle conoscenze, carta 1.1.) Per quanto attiene alle attività estrattive, approvata con delibera di G.R. di esse producono effetti diretti e indotti G.R. n. 5633 del 16 giugno 1986. relativi al fenomeno dell’erosione costiera e 72 dei sedimenti in ogni loro possibile Qualora l’utilizzazione delle risorse comporti articolazione. Pertanto non è consentita la trasformazioni negli assetti dei luoghi, localizzazione di nuove escavazioni in alveo dovranno essere individuati nei progetti di nell’ambito di applicazione della presente intervento sia gli assetti definitivi, sia le direttiva (1) a meno di specifiche sistemazioni intermedie per garantire nelle indicazioni contenute in atti di pianificazione forme che saranno stabilite dagli strumenti regionale di settore. Escavazioni in alveo urbanistici, livelli qualitativi dell’ambiente e sono consentite esclusivamente per motivi del paesaggio secondo le finalità fissate di sicurezza idraulica, a condizione che i nella L.R. n. 4 del 26 gennaio 1990 che materiali di resulta non siano sottratti al definisce gli orientamenti generali sulla ciclo del trasporto solido. Non è altresì pianificazione territoriale ed urbanistica con consentita l’apertura di nuove cave, né specifica considerazione dei valori paesistici l’ampliamento di quelle esistenti nell’ambito ed ambientali. interessato dal fenomeno dell’avanzamento Le Province, nell’ambito delle competenze del cuneo salino, a meno che non sia loro affidate in attuazione della presente dimostrata la non interferenza con i direttiva, individuano le situazioni di fenomeni di degrado della falda. dissesto e di rischio ambientale in atto, Per quanto attiene alle attività agricole e emanano specifiche normative di tutela e silvo-pastorali, esse possono produrre predispongono progetti speciali di recupero, effetti relativi al fenomeno della anche ai fini dell’attuazione della L.R. n. 52 degradazione della risorsa idrica del 1982 e 25 del 1987. schematizzati nell’art. 2 (2), con particolare Per la definizione degli interventi riferimento a potenziali inquinamenti delle necessari alla tutela del territorio nei falde locali dovute a prodotti usati in tratti di costa alta, dovranno essere in agricoltura. La normativa tecnica comunale particolare presi in considerazione i (3) fornirà indicazioni per evitare seguenti elementi: l’aggravarsi degli effetti negativi sopra a) i deflussi idrici; essi dovranno essere richiamati (4) derivanti da prelievi di risorsa posti sotto controllo con particolare idrica nell’ambito di applicazione della riferimento ai tratti finali; i canali di presente direttiva. deflusso non dovranno essere occupati né Per quanto riguarda le attività ostruiti; i canali ed i tombini dovranno dell’acquacoltura, si dovrà provvedere essere dimensionati rispetto alle portate a integrare gli strumenti urbanistici massime, per la valutazione delle quali lo con norme tecniche che garantiscano studio idrogeologico sarà riferito all’intero la protezione delle falde presenti in bacino, sulla base dell’individuazione degli loco contro l’inquinamento da acqua eventi massimi di pioggia possibili salina o salmastra; in ogni caso le effettuata dagli organismi preposti; localizzazioni delle attività di b) le aree di massima visibilità dal mare; su acquacoltura dovranno essere tali aree saranno valutati l’impatto visuale specificamente individuate nello di eventuali trasformazioni nonché la strumento urbanistico comunale nei possibilità di mitigare eventuali impatti limiti fissati dalla L.R. n. 48/1984. visuali negativi sull’esistente; La modalità di esercizio delle attività di c) le aree boscate; per tali aree saranno bonifica e di consolidamento del suolo previsti, ove possibile, interventi di saranno subordinate unicamente alle rimboschimento e di miglioramento delle esigenze di tutela degli aspetti paesistici e coperture boschive esistenti che tengano ambientali e di corretto regime delle acque. 73 conto anche della componente del processo di degrado in aree ancora paesaggistica; immuni. d) l’accessibilità al mare; potrà essere Gli interventi normativi e gestionali da potenziata la viabilità pedonale al mare, prevedere e porre in essere sono, in ordine avendo attenzione di non consentire la tendenziale di priorità: accessibilità di autoveicoli o di motocicli. - il riordino e/o il potenziamento della Per la definizione degli interventi situazione di alimentazione della falda, necessari alla tutela del territorio nei - la ridistribuzione delle utenze, anche nel tratti di costa bassa, dovranno essere tempo, per evitare fenomeni di in particolare presi in considerazione i concentrazione; seguenti elementi: - la riduzione degli emungimenti; a) le dune e le spiagge; dovrà essere - la sospensione totale degli emungimenti; prevista la conservazione delle dune, il per gli interventi e le modalità d’uso mantenimento ovvero il ripristino del cuneo individuati dovranno essere indicati gli "morfologico vegetazionale" laddove si obiettivi ed i sistemi di monitoraggio del riscontrino situazioni di degrado; le dune fenomeno. esistenti perimetrate saranno recintate per Note relative all’art 8 (1) I Comuni nel evitarne l’erosione derivante dall’attività valutare il fenomeno e nel porre le relative umana (calpestio, spianamento, degrado limitazioni potranno riferirsi ad ambiti della vegetazione, ecc.); territoriali più ampi (ad esempio per b) i sedimenti di duna, le aree di sedimento valutare gli effetti del prelievo di sabbie nei sono da utilizzare prioritariamente per i corsi d’acqua che possano accentuare il rimboschimenti; sono da prendere in fenomeno della erosione). considerazione per tale uso soprattutto diretti: laddove le aree più interne siano costituite avanzamento del cuneo salino; da sedimenti argillosi non adatti a - subsidenza; rimboschimento; indotti: c) la vegetazione; dovranno essere - riduzione della risorsa idrica dolce; particolarmente tutelate le formazioni - maggiori costi nell’approvvigionamento pioniere, erbacee ed arbustive, che idrico; consentono il mantenimento della - degrado delle coltivazioni e degli vegetazione forestale di duna e insediamenti. retrodunale. La ricostruzione del cuneo (3) Norme tecniche di attuazione del PRG e protettivo è necessaria dovunque possibile; Regolamento Edilizio. laddove non è possibile è necessaria (4) Restano salve le disposizioni relative comunque la creazione di barriere alla tutela delle acque dall’inquinamento. antivento. Art. 09 - Assetti infrastrutturali Per tutte le aree interessate dalla Gli elementi che attengono alle presenza di cuneo salino dovranno, trasformazioni degli assetti infrastrutturali previa ricostruzione di bilancio idrico e sono i seguenti: della dinamica di utilizzazione e - viabilità; prelievo, essere valutate modalità - rete ferroviaria; d’uso tendenti ad invertire il processo - reti di approvvigionamento idrico in atto. (compresi i punti di captazione); I bilanci dovranno comunque essere estesi - sistemi di smaltimento dei rifiuti liquidi; a tutto il litorale onde evitare l’innestarsi - reti dell’energia; - impianti di smaltimento dei rifiuti solidi; 74 - impianti di trattamento dei rifiuti liquidi; portate, valutazione del fabbisogno in - centrali per la produzione dell’energia; relazione agli usi in atto e possibili); tale - porti e approdi turistici. valutazione sarà assunta nella proposta di La presenza di viabilità produce effetti adeguamento nell’ambito del processo di relativi al fenomeno dell’erosione antropica coordinamento degli strumenti urbanistici in ogni aspetto diretto e indotto (1). generali e costituirà elemento di riferimento In presenza di dune non è consentita la per le scelte di pianificazione; per la previsione di nuove viabilità con andamento localizzazione dei punti di captazione si parallelo alla linea di costa ad una distanza rimanda alle disposizioni dell’art. 10 della inferiore a m. 1000 dal limite della duna; presente direttiva; deve essere comunque ove sia possibile, la viabilità esistente al di inibita la captazione delle acque delle falde fuori degli insediamenti urbani a distanza superficiali per garantire l’alimentazione inferiore dovrà essere ristrutturata della vegetazione dunale. prevedendone l’utilizzazione esclusivamente I sistemi di smaltimento dei rifiuti liquidi, ivi ciclabile o per mezzi di emergenza e di compresi i relativi impianti di trattamento utilità pubblica, nonché mezzi di trasporto nonché gli impianti di smaltimento dei rifiuti pubblico (2). solidi, saranno disciplinati per quanto Sono consentite penetrazioni in direzione attiene la materia urbanistica da norme ortogonale alla linea di costa fino al limite tecniche che impediscano l’inquinamento delle dune in un numero limitato di punti della risorsa idrica (4). tale da non produrre danneggiamenti diretti Particolare cura dovrà essere posta per la o indotti al sistema dunale. localizzazione di nuove reti per il trasporto Tali penetrazioni dovranno essere dell’energia in ordine all’inserimento nel opportunamente attrezzate per la sosta dei paesaggio entro i limiti della linea di veicoli (sempre al di fuori della zona massima visibilità dal mare individuata dunale) e potranno essere attrezzate con nella cartografia allegata sub A alla impianti turistici secondari (3). presente direttiva. Nelle zone boscate è consentita la Nell’ambito della fascia costiera la Regione realizzazione di nuove strade e la disciplina con singoli atti del C.R. la trasformazione di quelle esistenti per usi realizzazione di impianti per la produzione funzionali alle sole attività di coltivazione e dell’energia. di tutela del bosco o per mezzi di I porti e gli approdi turistici sono disciplinati emergenza e mezzi di trasporto pubblico; secondo il piano regionale di coordinamento opportuni accorgimenti dovranno essere di cui alla delibera del Consiglio Regionale prescritti dagli strumenti urbanistici per n. 1 del 19 febbraio 1985 che fissa le limitare l’uso a tali finalità. localizzazioni di massima e il Salvo specifiche indicazioni contenute nelle dimensionamento di tali impianti. intese di cui all’art. 81 del D.P.R. 616/77, I Comuni, prima di predisporre le varianti non sono poste limitazioni alla realizzazione che localizzano i porti e gli approdi adottano di opere connesse con la viabilità ferroviaria ed inviano alla Giunta Regionale, in al di fuori delle zone dunali nelle quali è conformità con la L.R. n. 4 del 26 gennaio vietata ogni nuova realizzazione. 1990 e con le istruzioni tecniche per la Per quanto riguarda l’approvvigionamento redazione degli strumenti urbanistici idrico, le Province procederanno ad una generali, approvate con delibera della valutazione delle risorse idriche Giunta Regionale n. 5633 del 16 giugno complessive disponibili (censimento dei 1986, una relazione programmatica con la pozzi, degli acquedotti e delle relative quale individuano, tra l’altro, l’ambito 75 territoriale da indagare per la localizzazione che disciplinano gli aspetti gestionali e che, prevista dal Piano Regionale ed i contenuti secondo la deroga prevista all’art. 12 della delle indagini di carattere fisico-ambientale L.R. 74/84, sono approvati dalla Giunta da compiere per la definizione della Regionale anche contestualmente al variante allo strumento urbanistico che provvedimento urbanistico generale che li definisce la specifica collocazione degli prevede (6). impianti stessi e per la valutazione degli Particolare attenzione dovrà essere posta effetti previsti. Sulla relazione nelle motivazioni di tale definizione agli programmatica di cui sopra la Giunta si effetti combinati che si determinano in esprime entro 60 giorni dal ricevimento. ordine ai fenomeni considerati dalla L’ambito territoriale da indagare dovrà presente direttiva e descritti all’art. 2 in comunque essere esteso a quella parte del conseguenza del dimensionamento litorale sul quale si potranno produrre dell’impianto. modificazioni di ordine geomorfologico. Note relative all’art. 9 I Comuni, all’interno degli strumenti (1) Essa consente l’accessibilità diffusa urbanistici definiscono le precise anche pedonale alle spiagge e provoca localizzazioni e disciplinano nel dettaglio (5) effetti negativi sulle zone dunali sia per gli assetti urbanistici su cui influiscono i quanto attiene allo spianamento della duna seguenti parametri: che per quanto riguarda i danni alla - accessibilità: viabilità e parcheggi; vegetazione pioniera e protettiva ivi - servizi commerciali; compresa la possibilità di incendi. - servizi ricettivi; (2) La disposizione tende a scoraggiare - rimessaggio e cantieristica. l’utilizzazione della viabilità come Gli strumenti urbanistici in attuazione della parcheggio per poter accedere presente direttiva definiscono altresì le pedonalmente al sistema duna-spiaggia in ulteriori indagini da compiere e dettano le modo indifferenziato e non controllato. norme per la progettazione esecutiva; (3) Cfr. "Istruzioni tecniche per la contengono la previsione delle opere a formazione degli strumenti urbanistici mare e la localizzazione delle attrezzature generali", Sez. 1, parte 1, cap. 4, lett. d). interne ai porti o agli approdi turistici. (4) Da osservare nel rilascio All’interno dei provvedimenti urbanistici di d’autorizzazioni edilizie e concessioni cui sopra i Comuni esplicitano le edilizie. motivazioni delle scelte effettuate (5) Su cartografia in scala 1:2000 (cfr. attraverso la descrizione delle possibili Istruzioni tecniche, carta 2.3.). alternative di localizzazione nell’ambito (6) Si prevede per la fase attuativa (piano costiero indicato dalla presente direttiva regolatore del porto o progetti esecutivi) la comparandola con quella prescelta secondo valutazione di impatto ambientale nei modi criteri analitici in base a parametri articolati previsti dalla disciplina vigente che di carattere fisico-ambientale ed discenderà dalla direttiva del Consiglio delle urbanistico; esplicitano altresì le Comunità Europee del 27 maggio 1985 modificazioni geomorfologiche del litorale concernente la valutazione dell’impatto previste e prescrivono gli interventi ambientale di determinati progetti pubblici eventualmente necessari nel tempo per e privati (85/377/CEE). evitare effetti negativi sulla base delle Art. 10 - Assetti degli insediamenti tendenze evolutive in atto. Gli insediamenti che hanno rilevanza ai fini L’attuazione degli strumenti urbanistici di della presente direttiva possono essere cui sopra avviene attraverso Piani attuativi ripartiti in: 76 - residenziali; ne dimostrino l’ammissibilità, l’adozione di - produttivi secondari; strumenti urbanistici o di varianti ai - produttivi turistico-ricettivi principali e medesimi che prevedano nuovi complementari (1) (alberghi residenziali, insediamenti; tali previsioni sono altresì residence, campeggi e villaggi turistici, case escluse all’interno delle zone dunali e dei per ferie ed ostelli per la gioventù, locali di sedimenti di duna perimetrati nella ristoro, di svago, impianti sportivi, cartografia allegata nonché in prossimità attrezzature culturali, stabilimenti termali, delle dune; i Comuni delimiteranno ecc.), per la balneazione. apposite zone di rispetto, nelle quali è Qualsiasi previsione di nuovo insediamento vietata ogni modificazione dei suoli ed ogni dovrà risultare dai contenuti delle proposte modificazione anche precaria, tali da di adeguamento di cui all’art. 8 della L.R. garantire la conservazione delle dune 31 dicembre 1984 n. 74. contro ogni rischio di erosione dovuta Le varianti agli strumenti urbanistici, all’azione dell’uomo. relative all’ambito considerato della Per i nuovi insediamenti ammessi dalla presente direttiva, che saranno adottate presente direttiva, gli strumenti urbanistici nelle more della proposta di adeguamento, potranno prevederli soltanto qualora sia potranno consentire esclusivamente la garantito un approvvigionamento idrico riqualificazione degli insediamenti esistenti alimentato al di fuori dell’ambito di cui alla con limitati incrementi di volume e di presente direttiva o comunque compatibile impegno di territorio. Tali incrementi non con la quantità della risorsa idrica potranno superare il 5% rispetto alla disponibile (2) (3). volumetria determinata attribuendo 100 I campeggi sono sottoposti alle seguenti mc. per ogni abitante residente nell’ambito disposizioni speciali: della fascia costiera individuata dalla - non è ammessa la previsione di nuovi presente direttiva alla data di adozione impianti sulle dune perimetrate nella della variante. Gli ampliamenti di cui sopra cartografia allegata; dovranno comunque garantire il rispetto di - in presenza di sedimenti di duna quanto contenuto nella presente direttiva perimetrati, la localizzazione di nuovi gli insediamenti turistico-ricettivi principali impianti può avvenire a condizione che: ampliati nei limiti di cui sopra, non - sia possibile la rotazione periodica delle dovranno comunque consentire di superare parti mobili; complessivamente, per tutto il territorio - la presenza arborea sia ricostituita o, comunale, una capacità pari alla massima dove essa è presente, sia mantenuta anche ricettività per la balneazione calcolata a mezzo di coltivazione (4); secondo i parametri definiti dalla presente - non vi sia prelievo della risorsa idrica direttiva. Possono eccedere i limiti di cui nell’ambito disciplinato dalla presente sopra le varianti adottata ai sensi del direttiva, se non sia dimostrata la comma 2º dell’art. 9 della L.R. n. 74/1984. compatibilità con la quantità disponibile Nelle zone immediatamente retrostanti le della risorsa stessa. aree in erosione fino all’attuazione degli Il dimensionamento dei nuovi campeggi interventi di contenimento delle stesse, deve essere valutato in relazione agli effetti nelle aree assoggettate a esondazione dei sinergici che si determinano relativamente corsi d’acqua delle quali è peraltro vietata ai fenomeni considerati dalla presente ogni variazione altimetrica, è esclusa, fino direttiva e descritti nell’art. 2. all’approvazione delle proposte di I campeggi ed i villaggi turistici, o porzioni adeguamento ex art. 8 L.R. n. 74/84, che di essi, esistenti in zone dunali perimetrate 77 non ancora consolidate dovranno essere condizione che sia garantito trasferiti al di fuori di tali zone, individuate l’approvvigionamento idrico al di fuori nella cartografia degli strumenti urbanistici dell’ambito disciplinato dalla presente generali. direttiva, se non sia dimostrata la Dovrà essere prevista la ricostituzione, compatibilità del fabbisogno rispetto alle anche artificiale, della continuità della duna disponibilità della risorsa. mobile cartografata come sopra; tale Le condizioni cui è sottoposta la porzione della fascia dunale dovrà essere permanenza dei campeggi e dei villaggi recintata per impedire l’erosione derivante turistici nelle zone dunali perimetrate, nelle dagli usi umani e garantire la ricostituzione aree retrodunali o in presenza di sedimenti e la protezione della vegetazione pioniera. di duna sono previste tanto negli strumenti Nelle residue parti di zona dunale urbanistici generali o loro varianti, quanto perimetrata: negli strumenti urbanistici attuativi che a) dovrà essere mantenuta o restituita allo potranno essere adottati contestualmente a stato naturale una quota percentuale della questi, in attuazione delle presenti superficie complessiva, per garantire la disposizioni (2). ricomposizione della continuità I Comuni, in base alle indicazioni contenute vegetazionale tipica del sistema dunale; nell’allegato E, dettano norme specifiche b) dovranno essere garantite le seguenti per la realizzazione di piani di sistemazione condizioni: delle zone balneari che consentano, a - sia possibile la rotazione periodica delle mezzo di particolari attrezzature anche di parti mobili; arredo, l’uso ordinato delle aree interessate - la presenza arborea sia ricostituita o dove (5). essa è presente, sia mantenuta anche a Gli accessi pedonali al mare dovranno mezzo di coltivazione; essere realizzati in modo tale da evitare la - non vi sia prelievo della risorsa idrica (2). canalizzazione dei venti marini dominanti, Al di fuori delle zone dunali e dei sedimenti nonché l’erosione o lo spianamento della di duna perimetrati è possibile la duna (6). I Comuni dettano nell’ambito realizzazione di nuovi campeggi a delle varianti di adeguamento alla presente condizione che sia prescritta, a mezzo di direttiva, apposite norme per garantire convenzione col Comune, l’impianto di l’accessibilità al demanio marittimo, in specie arboree adeguate alle caratteristiche particolare per consentire gli usi della dei suoli e dell’ambiente in genere. balneazione e a tal fine elaborano il Nelle aree retrodunali o in presenza di censimento delle concessioni demaniali. sedimenti di duna, è consentita la Fino all’adozione delle proposte di permanenza dei campeggi e dei villaggi adeguamento ex art. 3 L.R. 74/84 ai fini turistici esistenti a condizione che sia della valutazione del dimensionamento prescritta, a mezzo di convenzione da degli insediamenti turistico-ricettivi stipularsi con il Comune entro 6 mesi principali, complementari e per la dall’applicazione delle varianti di balneazione, si fa riferimento ai parametri adeguamento alla presente normativa, la di cui alle tabelle allegate sub D. costituzione di presenze arboree analoghe a Gli strumenti urbanistici dei Comuni quelle presenti nelle zone dunali o, dove interessati disciplinano, nell’ambito della esistano, la manutenzione e rinnovamento, fascia costiera così come individuata anche a mezzo di coltivazione, secondo i secondo la presente direttiva ed in tutte le criteri concordati tra Comune ed altre aree nei casi in cui ciò sia richiesto per Amministrazione Provinciale nonché a perseguire le finalità individuate dall’art. 2, 78 le modifiche di destinazione d’uso senza misura minore, con gli stessi caratteri che opere. si riscontrano per gli insediamenti produttivi Gli strumenti urbanistici detteranno per i turistico-ricettivi. In tal senso per essi si casi di cui sopra norme volte a garantire il applicano le stesse disposizioni previste per rispetto delle condizioni fissate dalla questi ultimi. presente direttiva per i nuovi insediamenti (3) Bilancio della risorsa idrica: cfr. art. 9. e definiranno gli ambiti ed i casi in cui per (4) La Provincia esprime parere consultivo la variazione di destinazione d’uso sia sulle condizioni poste dai piani urbanistici richiesta la preventiva autorizzazione del dei Comuni in tal senso e verifica la loro Sindaco ai sensi dell’art. 25 della L. 28 applicazione (cfr. 10º comma dell’art. 8 febbraio 1985 n. 47; con il criterio che i L.R. n. 4 del 26 gennaio 1990). cambiamenti di destinazione d’uso, (5) Piano di dettaglio delle aree balneari. finalizzati alla realizzazione di attrezzature (6) Di norma fuori delle zone dunali. turistico-ricettive saranno sottoposti Allegato BCRITERI PER LE all’ottenimento di tale autorizzazione in PERIMETRAZIONI E DESCRIZIONE DEI tutto il territorio comunale. FENOMENI FISICI E DEGLI ALTRI In sede di approvazione delle varianti agli INDICATORI UTILIZZATI strumenti urbanistici alle indicazioni della Costa altaSono tutte le zone caratterizzate presente direttiva, i Comuni di cui al 2º da presenza di falesie comprese quelle nelle comma del precedente art. 6 definiranno quali la falesia è retrostante a ristrette per l’intero territorio comunale: fasce di spiaggia e duna. - la disciplina, ai sensi dell’art. 5 della L.R. Per tali zone è stato prescelto il criterio di 21 maggio 1980 n. 59, del patrimonio perimetrazione di aree di massima visibilità urbanistico ed edilizio esistente anteriore dal mare, prendendo in considerazione i almeno al 1940 con caratteri originali punti di massima quota dei primi rilievi specifici degli insediamenti costieri, sulla visibili ad un osservatore che si ponesse in base di una cartografia, in scala 1:5000, prossimità della linea di battigia, rivolto fornita dalla Regione nella quale saranno verso l’entroterra. perimetrati gli insediamenti siti nella fascia Nei tratti di costa alta il parametro visivo è costiera esistente a tale data; stato privilegiato in quanto si è ritenuto, in - la disciplina degli insediamenti produttivi, presenza di altri fattori che possono essere al fine di adeguarli alle esigenze di tutela e considerati stabili (risorsa idrica, effetti di conservazione delle risorse ambientali dell’erosione marina e dovuta all’azione nell’ambito di applicazione della presente umana), che l’aspetto paesistico fosse direttiva. quello più soggetto a situazioni di rischio Note relative all’art. 10 derivanti dalle trasformazioni urbanistico- (1) Cfr. L.R. 27 ottobre 1981 n. 78, L.R. 29 edilizie e morfologiche, e pertanto da ottobre 1981 n. 79 e L.R. 10 gennaio 1987 sottoporre a specifica normativa di tutela. n. 1 e successive modificazioni e Costa bassaSono aree caratterizzate dalla integrazioni. presenza di spiaggia. È stata perimetrata la (2) Per quanto riguarda gli insediamenti fascia di territorio nel cui spessore è spesso residenziali e quelli produttivi secondari, gli leggibile, da un punto di vista fisico, il effetti che essi producono, e che risultano processo di transizione fra due ambienti rilevanti rispetto alla presente direttiva, diversi, mare e terra, e all’interno della sono riferiti principalmente al fenomeno quale si esauriscono i maggiori sinergismi. della distruzione o della degradazione della Per tali aree sono stati considerati i risorsa idrica. Essi si presentano sia pure in seguenti elementi: 79 a) dune e spiagge effettuarsi dalle Province delle indicazioni b) sedimenti di duna della presente direttiva. c) vegetazione Allegato CSCHEDE PER a) sono stati perimetrati cordoni di duna L’INDIVIDUAZIONE DEGLI AMBITI E (compresi i cosiddetti "cotoni" fasce di DELLE LORO TIPOLOGIE spiaggia che conservano caratteristiche Da Bocca d’Arno a Marina di Carrara morfologiche proprie. Nelle aree in cui tali Il tratto del litorale compreso fra la foce del elementi sono presenti per grandi Fiume Magra principale alimentatore del estensioni (Bocca d’Arno) è stata settore più settentrionale della costa artificiosamente distinta la fascia più toscana, e il porto di Marina di Carrara ha direttamente legata alla costa e per la costituito per lungo tempo una piccola unità quale è maggiore la necessità di fisiografica dato che la struttura portuale salvaguardia. impediva scambi di sedimenti con la Le aree perimetrate risultano importanti di spiaggia meridionale. per sé in quanto ecosistema particolare con Infatti, a seguito della costruzione del possibilità di usi peculiari, e in quanto porto, il trasporto litoraneo diretto verso elementi fondamentali per la protezione sud viene interrotto e i sedimenti depositati delle aree contigue interne. a ridosso del molo settentrionale dove la b) Comprendono aree ormai spianate, spiaggia è accresciuta di 120 m. fra il 1938 costituite da sedimenti sabbiosi di duna e di e il 1954. L’avanzamento della linea di riva spiaggia attuali e recenti - sono state diveniva via via più modesto spostandosi considerate solo le dune di formazione verso nord fino a che non si annullava in post-romana - e, nelle zone tipo Bocca corrispondenza della foce del torrente d’Ombrone e Bocca d’Arno, quelle fasce di Parmignola. Con il passare del tempo il dune, morfologicamente riconoscibili, più ripascimento ad interessare le spiagge più arretrate rispetto a quelle immediatamente settentrionali e il punto di equilibrio si adiacenti alla costa escluse dalla classe sposta di conseguenza. precedente. Ma in contrapposizione a questa avanzata c) Oltre ai boschi e pinete litoranee, è stata un processo erosivo causato dalla riduzione considerata l’intera comunità vegetale di apporti sedimentari da parte del Magra, il presente sulla duna. cui alveo è stato per anni oggetto di Cuneo salino e falda dolce superficiale incontrollate escavazioni, comincia ad Sono state segnate sulla cartografia le falde interessare le spiagge settentrionali. In un di acqua dolce superficiali che alimentano la primo momento questo riguarda solo il vegetazione nei sistemi dunali e le isosaline tratto di costa prossimo alla foce, mentre che segnano il limite di intrusione delle più a sud prevalgono gli effetti sul molo acque marine (alla data riportata). foraneo. Col passare del tempo e Tali limiti variabili nel tempo e direttamente l’aggravarsi del bilancio sedimentario di legati alle modalità di uso della risorsa, non questa piccola unità fisiografica artificiale la hanno più significato puntuale bensì presenza del porto non è più elemento indicativo di aree interessate dal problema. sufficiente al mantenimento dell’equilibrio di L’indicazione è stata riportata solo nelle buona parte del settore e l’erosione va ad aree ove esistevano rilievi diretti. Le altre interessare anche aree precedentemente in aree necessitano comunque di verifica in ripascimento e il punto di equilibrio sede di adeguamento degli strumenti comincia a muoversi verso sud. Nel urbanistici o in sede della specificazione da frattempo però la spiaggia formatasi a ridosso del molo foraneo settentrionale, sia 80 nella sua parte emersa che in quella questo litorale dovrebbe, quanto meno, sommersa, aveva raggiunto un equilibrio e i essere in grado di mantenere una certa sedimenti cominciavano a passare, seppure stabilità. Le opere a mare costruite ai due su fondali molto alti, al largo del porto. estremi, il porto di Marina di Carrara e L’insieme di questi fattori spiega la quello di Viareggio, hanno al contrario situazione attuale: una forte erosione del causato una notevole riduzione della litorale compreso fra Bocca di Magra e 400 quantità di sedimenti che raggiungono m a sud del torrente Parmignola cui fa quest’area. seguito un sostanziale equilibrio del tratto Il porto di marina di Carrara, come abbiamo meridionale, con forti interrimenti della visto, blocca i materiali provenienti da bocca di accesso al porto e del porto stesso. Bocca di Magra e spinti verso sud dal Immediatamente a sud di Bocca di Magra trasporto litoraneo; quello di Viareggio sono state costruite, a più riprese, opere di agisce in modo analogo sui sedimenti difesa (pennelli e isole artificiali) il cui provenienti dall’Arno, e subordinatamente effetto è stato limitato dalla presenza dei dal Serchio che si muovono verso nord. pennelli alla foce del fiume che allontanano Il deficit sedimentario che si è andato a dal litorale i sedimenti che esso riesce a creare ha interessato maggiormente il trasportare. tratto settentrionale di questo settore, che Gran parte della costa, nel tratto in è soggetto ad una notevole erosione, e erosione, non ospita insediamenti di limitatamente quello meridionale che ha notevole importanza e si ritiene pertanto solo visto diminuire la velocità di che non si debba intervenire con opere accrescimento o ha subito occasionali e anche perché dopo l’interruzione delle limitati processi erosivi. escavazioni nel Magra sembra che un, La differente reazione ai due interventi può seppur leggero, ripascimento si sia forse essere spiegata sia dalla maggior verificato nei fondali antistanti la foce. quantità di sedimenti provenienti dall’Arno Qualora questa prospettiva non dovesse che dalla diversa esposizione. La consolidarsi sarà opportuno forse prendere dispersione verso sud degli apporti del decisioni più drastiche. Ciò che senz’altro è Magra è affidata al moto ondoso generato necessario fare è impedire ogni ulteriore dai venti compresi fra il maestrale e il edificazione in prossimità della costa e ogni ponente che hanno, nell’area di Marina di protezione delle costruzioni esistenti che, Carrara, un fetch molto ridotto. Le onde oltre ad avere limitati vantaggi locali, generate sono quindi assai corte e in grado renderebbe più difficile un futuro intervento di muovere sedimenti in fondali limitati, organico di difesa. rimane quindi difficile a questo scavalcare Da Marina di Carrara a Viareggio la struttura portuale. Il caso del porto di Questo tratto di litorale è certamente quello Viareggio è assai diverso: l’energia che più sfruttato dall’industria turistica toscana muove i sedimenti verso nord è fornita dai a causa sia della sua ubicazione che, venti di libeccio e mezzogiorno che essenzialmente, per la qualità del suo generano onde più lunghe e causano il arenile. Purtroppo anche uno di quelli in cui movimento dei materiali anche su fondali gli interventi antropici hanno maggiormente maggiori. Una parte dei sedimenti in compromesso l’equilibrio delle spiagge. transito doveva essere quindi in grado di Alimentato da nord, dai sedimenti superare il porto anche prima che provenienti dal Serchio, da sud, da quelli l’insabbiamento del lato meridionale provenienti dall’Arno, e localmente dai corsi consentisse lo spostamento dei materiali d’acqua minori che scendono dalle Apuane, anche in prossimità della linea di riva. 81 Analizzando con maggior dettaglio porto stesso: le mareggiate che l’evoluzione di questo tratto di costa si può provengono dal IV quadrante muovono i rilevare la gravità che il problema ha sedimenti verso il molo, mentre quelli del assunto in alcuni tratti. III non riescono a riportarli verso nord a Nella zona immediatamente sottoflutto al causa, appunto, della protezione data dalla porto e alle opere di difesa che erano già scogliera. Per quanto riguarda la spiaggia state costruite nel 1937 (anno della prima antistante l’abitato di Viareggio, la sua levata aereofotogrammetrica disponibile per evoluzione è stata notevolmente quest’area) la linea di riva risulta arretrata condizionata dalla costruzione del porto ed di 100-200 metri nel 1978. A seguito della è stata mantenuta solo grazie ad ingenti costruzione di numerose scogliere parallele ripascimenti artificiali e al trasferimento e di pennelli, e più che altro grazie ai operato per mezzo di un by-pass, dei ripascimenti artificiali, la linea di riva sedimenti dal lato meridionale a quello avanza leggermente in quei tratti non difesi settentrionale del porto. con scogliere aderenti che riflettendo In conclusione si può affermare, come già l’energia delle onde, non consentono la anticipato, che l’evoluzione di questo tratto permanenza di sedimenti ai loro piedi. Nella di litorale è direttamente condizionata da carta geomorfologica, che riporta le alcuni interventi antropici che hanno ridotto tendenze evolutive dell’ultimo periodo la quantità di sedimenti che possono considerato, queste spiagge sono alimentarlo. La situazione è stata resa più considerate in leggero protendimento, ma grave dall’edificazione in prossimità della una lettura attenta delle linee di riva linea di riva e dalla distruzione della duna, evidenzia la gravità della situazione... Il seppur modesta, che rimane oggi presente tratto in forte erosione si estende per più di solo in limitatissimi tratti non ancora 7 chilometri fino a sud di Marina dei Ronchi urbanizzati. per passare poi gradualmente a spiagge in Gli interventi di difesa attuati nel settore equilibrio o in evidente protendimento. settentrionale hanno solo potuto arrestare A sud di Vittoria Apuana e fino a le Focette, l’arretramento della linea di riva, ma non l’accrescimento delle spiagge è continuo dal certo restituire una spiaggia sulla quale fare 1938 al 1985 e raggiunge anche i 100 metri affidamento per lo sviluppo o il alla foce del Fosso Motrone. La velocità di mantenimento dell’industria turistica. Non accrescimento oscilla fra 1 e 3 metri vi è ragione di credere che in un prossimo all’anno nei vari periodi e nei vari tratti e futuro la situazione possa migliorare e un non sembra essersi ridotta negli ultimi anni. recupero di questa zona deve passare Fra le Focette e Viareggio la situazione è necessariamente attraverso interventi leggermente diversa: il ripascimento estremamente onerosi che sui ripascimenti avvenuto dal 1938 mediamente di 50 metri artificiali vedono la loro componente circa, quindi inferiore a quello del tratto principale; ad essi deve essere affidato il precedente, e nel periodo 1978-1985 si compito di fornire alle spiagge quel assiste ad un avanzamento assai modesto materiale che oggi non vi giunge più per vie della linea di riva con alcuni tratti naturali, ben sapendo che l’intervento non addirittura in erosione. Un caso particolare potrà avere il carattere dell’occasionalità, è mostrato dalla spiaggia contigua al molo ma dovrà essere programmato e continuato settentrionale del porto che avanza nel futuro. progressivamente in tutto il periodo Questa situazione consiglia la realizzazione considerato. Si ritiene che ciò sia da di interventi infrastrutturali e di attribuire al riparo che viene offerto dal 82 insediamenti fino a realizzazione di spiagge limitrofe e il delta andava stabilizzazione. prendendo una forma molto prominente. Da Viareggio a Bocca d’Arno Questo tratto di Con l’inizio delle estrazioni di inerto costa, a causa del drift prevalente diretto dall’alveo, la costruzione di dighe e di verso nord, è alimentato dai materiali briglie lungo il suo corso o quello degli provenienti dall’Arno e dal Serchio nella sua affluenti e l’abbandono dell’agricoltura nelle parte settentrionale e solamente da quelli parti più alte del suo bacino, l’apporto dell’Arno in quella meridionale. sedimentario di questo fiume si è Come abbiamo visto il porto di Viareggio ha notevolmente ridotto. La forma pronunciata bloccato parte dei sedimenti in transito del delta poteva mantenersi solo grazie alla causando una notevole espansione della grande quantità di sedimenti in arrivo, dato spiaggia meridionale che si è accresciuta di che l’energia del moto ondoso l’attaccava 250 metri fra il 1938 e il 1985. Questo più violentemente. Alla fine del secolo accrescimento non è stato però uniforme: scorso cominciano a manifestarsi sulla 7,5 m. all’anno nel periodo 1938-54, 3,5 spiaggia di Marina di Pisa i primi segni m/anno fra il 1954 e il 1967, 6,3 m/anno dell’erosione che, col passare del tempo, fra il 1967 e il 1978 e solamente 2,1 diventa sempre più consistente e va ad m/anno fra il 1978 e il 1985. I periodi di più interessare un tratto di litorale sempre più rapida crescita corrispondono a quelli ampio. Le zone del delta risentono meno di immediatamente successivi all’ampliamento questo processo, e continuano la loro delle strutture foranee, mentre con il espansione, poiché meno esposte passare del tempo ci si avviava verso un all’energia del moto ondoso e alimentate relativo equilibrio. È quanto sta accadendo anche dai materiali erosi a Bocca d’Arno, anche oggi: la linea di riva si raccorda con sia sulla spiaggia che nei fondali. Ora che la struttura portuale e i sedimenti non si l’apparato deltizio è stato quasi fermano più sottoflutto al porto, ma completamente smantellato non vi sono scorrono lungo il molo foraneo. neppure più questi sedimenti per Procedendo verso sud l’entità alimentare le spiagge limitrofe che sono dell’avanzamento diviene sempre più entrate anch’esse in erosione. modesta, finché 1 km. a nord di Bocca di Ciò premesso, si comprende bene il perché Serchio il litorale mostra chiari segni di le spiagge che si incontrano da Bocca di erosione sebbene fino al 1954 la spiaggia Serchio a Bocca d’Arno mostrano tracce risultasse in avanzamento. sempre più evidenti e più precoci di Per comprendere le cause di questa erosione. Già 2,5 km. a sud della Foce del inversione di tendenza, e dell’evoluzione Serchio la linea di riva del 1985 è più della spiaggia da qui fino a Tirrenia, è arretrata di quella del 1938 e l’entità di opportuno guardare nel suo insieme tutto questo arretramento arriva a 150 m. a nord questo tratto di litorale e fare alcune della foce protetta del Fosso Morto Nuovo, considerazioni sul suo principale, se non 160 a San Rossore e 380 m a nord di Bocca unico, alimentatore, ossia l’Arno. d’Arno. Sebbene questo arretramento sia Tutto l’apparato deltizio di questo fiume si è notevolissimo non bisogna scordare che i espanso fino a circa la metà dello scorso dati qui utilizzati si riferiscono ad un secolo grazie alla grande quantità di periodo in cui la cuspide era già stata erosa sedimenti che questo fiume riusciva a e la spiaggia si presentava ormai quasi trasportare alla foce. Questi erano così rettilinea. Ben più rapida fu l’evoluzione del abbondanti che il mare riusciva a delta nel periodo precedente tanto che, distribuirne solo una piccola parte alle complessivamente, sulla spiaggia 83 settentrionale di Bocca d’Arno si è verificato controllo della situazione. Anche se la un arretramento di circa un chilometro subsidenza dovrebbe interessare anche nell’ultimo secolo. questa zona (non esistono dati al riguardo), Fortunatamente questa erosione è andata a il piano stradale si trova a circa 3 m s.l.m. colpire un tratto di litorale completamente (dalla C.R.T. ma sarebbe opportuno privo di urbanizzazione e non è stato effettuare nuove misure) per cui gli effetti necessario attuare interventi di protezione della subsidenza e dell’innalzamento del che avrebbero senz’altro aggravato la livello marino non dovrebbero farsi sentire situazione, come mostrato dalle scogliere in un prossimo futuro. È comunque costruite a San Rossore che hanno necessario prevedere il futuro di quest’area accentuato l’erosione della spiaggia ad esse con interventi normativi che possano sottoflutto o come avvenuto alla foce del anticipare le decisioni che un domani Fiume Morto Nuovo i cui pennelli guardiani dovrebbero altrimenti essere attuate in hanno ridotto l’erosione della spiaggia modo improvvisato e scoordinato. meridionale, ma accelerato quella della Procedendo verso sud l’entità dell’erosione spiaggia settentrionale. diviene via via minore, finché a Tirrenia Nell’entroterra di questo litorale troviamo abbiamo un litorale pressoché in equilibrio. aree di recente bonifica e soggette ad una Se si tiene però conto del fatto che questa rapida subsidenza (vedi carta spiaggia era avanzata di circa 50 m dal geomorfologica). Se a ciò aggiungiamo i 1938 al 1978, la sua attuale stabilità deve problemi connessi con l’innalzamento del essere interpretata come un’inversione di livello marino si può prevedere che questa tendenza cui può fare, tra breve, seguito un fascia costiera verrà completamente processo erosivo. sommersa dal mare in tempi non molto L’espansione della spiaggia potrebbe lunghi. Ogni intervento di difesa sembra spingere alcuni operatori a spostare verso il irrealizzabile data l’entità del deficit mare gli insediamenti o far loro pensare che sedimentario e della subsidenza. Gli unici il litorale rimarrà per sempre in questa rimedi attuabili sembrano di carattere condizione ottimale e stimolare quindi normativo, impedendo la costruzione di investimenti che potrebbero un domani opere, sia a mare che a terra, e tesi a costituire un serio ostacolo a scelte che la ridurre il tasso di subsidenza (riduzione nuova situazione potrebbe imporre. delle estrazioni di acqua dalle falde e Si ritiene in definitiva che ogni immissione in essere delle acque di atteggiamento ottimistico potrebbe essere scarico). estremamente pericoloso e le normative in Da Marina di Pisa a Livorno La prima parte quest’area non dovrebbero essere molto più di questo tratto è costituita dal lato permissive che nelle precedenti. Analogo meridionale della cuspide deltizia dell’Arno. discorso vale per il tratto di costa che arriva Qui l’erosione è stata bloccata in modo fino al Calambrone in cui, anzi, l’erosione si drastico costruendo scogliere parallele ed è già manifestata. Gli studi effettuati non aderenti. Se la linea di riva è stata fermata, hanno ancora chiarito completamente quale l’erosione è proseguita nei fondali (vedi sia il contributo che il Calambrone da carta geomorfologica) e ai piedi delle all’equilibrio nel litorale, né sono state fatte scogliere corre oggi l’isobata ˜5. Anche in previsioni su quale sarà la dinamica costiera questo caso ogni intervento sembra dopo la costruzione delle opere a mare irrealizzabile, ma la presenza di un connesse con l’ampliamento del porto di insediamento di notevole importanza, quale Livorno. Si ritiene che questi dubbi debbano è Marina di Pisa, impone un continuo essere chiariti prima di effettuare 84 realizzazioni che, per la loro importanza, aderenti) che rendono oggi impossibile ogni porteranno a situazioni irreversibili. intervento organico di difesa che non passi Da Rosignano Solvay a Bonaposta attraverso la loro demolizione. Anche per Questo tratto di costa è stato intensamente questa zona esiste un progetto d’intervento studiato grazie al contributo la cui realizzazione tarda ad arrivare. In dell’Amministrazione Provinciale di Livorno attesa di ciò gli operatori rinforzano le loro teso a chiarire le cause dell’erosione e a strutture che finiscono col danneggiare controllare l’evoluzione del litorale e dei ulteriormente l’equilibrio costiero. fondali con rilievi annuali. Tutto questo L’unico intervento realmente effettuato è litorale è attualmente alimentato quasi stato di carattere normativo, ossia esclusivamente dai materiali di scarico della l’interruzione delle concessioni di Soc. Solvay immessi in mare con il Fosso escavazione nell’alveo del Fiume Cecina Bianco. Alcune opere a mare sono state nella provincia di Livorno e di Pisa; rimane costruite per evitare che questo materiale purtroppo aperta una grossa cava in andasse ad insabbiare il Porto della Solvay; provincia di Siena che rischia di queste hanno determinato una diversa compromettere quanto si potrebbe ottenere distribuzione dei sedimenti lungo riva e in modo coordinato. Anche le opere di l’erosione di ampi tratti di costa. mantenimento dell’alveo, nel modo in cui L’accorciamento di una di queste strutture vengono previste ed attuate, determinano (il Pennello di Pietrabianca) ha costituito un di fatto un’escavazione in alveo per cui gli intervento sperimentale che ha dato effetti positivi della interruzione delle risultati proporzionali alla sua entità, ma un estrazioni si faranno sentire sul litorale con riassetto completo di questa costa deve un maggior ritardo. necessariamente passare attraverso Ogni intervento di difesa, come quello provvedimenti ben più importanti, già previsto, dovrà comunque fare i conti con previsti, ma di non rapida realizzazione. Se un minor apporto sedimentario da parte del si tiene conto che anche in questo caso i fiume Cecina e prevedere alcuni terreni retrostanti sono stati recentemente arretramenti della linea di riva. Un forte bonificati e manca la protezione delle dune ostacolo potrebbe venire da parte degli erose, spianate o anche mai formatesi, si operatori che senza tenere conto della intuisce che in ogni caso sia necessario tendenza evolutiva del litorale continuano a garantire una fascia entro la quale la linea migliorare le strutture esistenti. È di riva possa muoversi senza implicare ogni necessario chiarire il prima possibile quale volta interventi di difesa. dovrà essere il futuro assetto di quest’area Da Bonaposta a Bocca di Cecina e incentivare in qualche modo lo Tutto questo litorale è alimentato dai spostamento all’interno della stretta fascia sedimenti provenienti dal Cecina e oggi che pinetata delle costruzioni esistenti; sarebbe questi si sono notevolmente ridotti è in altresì necessario espandere questa dato forte erosione. che è stata in buona parte distrutta L’entità degli arretramenti è notevole a dall’erosione e dagli spray ricchi di punta del Tesorino (70 m) a Le Gorette tensioattivi. (quasi 100 m) ma rilevante in tutta la La spiaggia di Marina di Cecina costa, mediamente 50 m dal 1938 al 1984. Anche l’erosione di questa costa è Per opporsi all’erosione tutti gli operatori direttamente imputabile al diminuito turistici che hanno strutture sulla spiaggia apporto sedimentario del Fiume Cecina e un hanno costruito abusivamente difesa a progetto di recupero è ormai finanziato e mare (pennelli, scogliere oblique o 85 dovrebbe essere attuato alla fine di questa sperare che la situazione non sia estate. definitivamente compromessa, si ritiene Ciò che in questa sede preme sottolineare è che interventi del genere siano più dannosi che esso tenderà soprattutto al che altro e che si dovrebbe operare con miglioramento della spiaggia antistante strategie completamente diverse: l’abitato di Marina di Cecina mediante il ripascimenti artificiali in concomitanza con ripascimento artificiale e la costruzione di eventi erosivi occasionali, protezione delle opere che dovrebbero favorire la dune e della vegetazione di spiaggia, sedimentazione dei materiali provenienti piantumazione di siepi con lo scopo di dal Cecina. Ciò comporterà, in un primo impedirne la dispersione dei sedimenti momento, un maggiore deficit sedimentario verso l’interno da parte del vento in della spiaggia sottoflutto, oggi in forte corrispondenza degli accessi al mare. erosione (120 m dal 1938 a 15 m dal 1976) L’erosione (10-15 metri fra il 1976 e il cui si dovrà far fronte con alcuni 1984) interessa anche la spiaggia che da ripascimenti artificiali. Dato il grande valore qui giunge fino a San Vincenzo, che era ambientale della costa a sud di Marina di stata in equilibrio e in avanzamento negli Cecina è indispensabile seguirne anni precedenti. Dato che alle sue spalle l’evoluzione per poter effettuare con non vi sono insediamenti di nessun tipo, ma tempestività i ripascimenti. un cordone dunare di notevole altezza e Da Marina di Cecina a San Vincenzo spessore, si ritiene che non si debba Anche questo tratto di litorale è alimentato assolutamente interferire con l’evoluzione prevalentemente dai sedimenti provenienti di questa spiaggia. dal Cecina ed è stato interessato da Sembra comunque accertato che il deficit un’erosione che, iniziata alla foce di questo sedimentario, la cui origine come abbiamo fiume, si è progressivamente espansa visto deve ricercarsi nelle escavazioni anche alle spiagge meridionali fino a nell’alveo del Cecina, comincia ad giungere quasi a Marina di Castagneto. interessare ormai anche su queste spiagge Questa tendenza generale sembra però sebbene il contributo dei corsi d’acqua negli ultimi anni, essersi, almeno in un minori e la distanza dalla fonte di breve tratto, invertita. Un tratto di spiaggia alimentazione abbiano fatto sentire in di circa 2 km a nord del Fosso di Bolgheri e ritardo i loro effetti. 500 m a sud di esso risulta in leggero Per quanto riguarda la spiaggia ripascimento (circa 15 m) a riprova forse settentrionale di San Vincenzo, questa era del fatto che un certo contributo può venire stata in equilibrio o in avanzamento fino al anche dai corsi d’acqua minori che insistono 1976 grazie anche all’effetto esercitato dal su questa costa. porto che impediva il passaggio verso sud La spiaggia di Marina di Castagneto era di buona parte dei materiali in transito. Il stata negli anni passati interessata da una deficit sedimentario è rilevante su tutto il relativa stabilità, ma le linee di riva del paesaggio; si tratta comunque di un fatto 1976 e del 1984 mostrano che il processo nuovo, peraltro previsto, ma sul quale è erosivo è giunto fino a qua. Con il suo opportuno avere dati relativi ad un più manifestarsi, anche con eventi occasionali, lungo periodo per trarre conclusioni certe. è subito iniziata la costruzione di difese Da San Vincenzo a La Torraccia rigide a protezione degli stabilimenti La costruzione, a più riprese, del porticciolo balneari. Dato che il fenomeno è appena di San Vincenzo ha causato l’interruzione accennato e che le tendenze evolutive della del drift litoraneo e l’erosione della spiaggia spiaggia settentrionale lasciano ancora ad esso sottoflutto per un ampio tratto. 86 L’entità dell’erosione non è rilevante dal stata causata dalla costruzione di un punto di vista quantitativo (circa 20 m in pennello sul lato meridionale che ha media) ma il fatto che alle spalle della causato una rotazione del fronte della spiaggia si trovi un’area densamente spiaggia con erosione nella parte centrale e urbanizzata rende ogni soluzione più sedimentazione in quella meridionale. La difficile. distruzione della duna, data anche dall’uso Che in futuro questo litorale debba che di essa si è fatto fino al 1985 adeguarsi ad un input sedimentario minore (parcheggio per camper e auto che hanno sembra ormai certo sulla base delle distrutto il sottobosco e esposto il suolo ad tendenze evolutive del tratto di costa una rapida erosione) ha aggravato una settentrionale, ed è opportuno che ogni situazione che comunque registra valori di intervento su di esso tenga presente questo erosione modesti e ben bilanciati con i fatto. ripascimenti previsti. La mancanza di Anche per quest’area esiste un progetto per interessi diretti su questo litorale fa però il riequilibrio della costa che prevede varie pensare che questi tarderanno a venire, è soluzioni fra le quali un diverso disegno comunque importante che in attesa di essi della struttura portuale. La nuova forma non si proceda alla costruzione di scogliere che dovrebbe assumere il molo foraneo è per proteggere o la strada o la chiesa di decisamente migliore dell’attuale ai fini di San Cerbone o la zona archeologica poiché facilitare il movimento dei sedimenti da essa innescherebbe processi ben più gravi nord verso sud. Se essa non comportasse il di quelli fino ad oggi registrati. raggiungimento di fondali maggiori sarebbe Il Golfo di FollonicaL’alimentazione delle di per se sufficiente nel migliorare la spiagge di questo golfo era assicurata, nel situazione sottoflutto. Sembra però che si secolo scorso, dagli apporti sedimentari del tenda, con l’occasione, a migliorare Fiume Cornia, del Pecora e, l’accessibilità al porto spingendone subordinatamente, di alcuni corsi d’acqua l’ingresso su di un fondale di 4,5 m. Se ciò minori. verrà fatto è opportuno prevedere cospicui L’utilizzazione delle torbide dei due fiumi ripascimenti e opere di contenimento dei maggiori per le bonifiche delle paludi ha materiali sulla spiaggia meridionale e un sottratto al litorale quasi completamente la sistema di controllo periodico sua alimentazione causandone un’erosione dell’evoluzione della spiaggia e dei fondali. che in alcuni casi ha comportato Questo tipo di intervento non è comunque l’arretramento della linea di riva di anche proponibile per le spiagge ancora più 200 metri. meridionali, dove la presenza del Parco di La riduzione dell’input sedimentario non è Rimigliano consentirebbe al massimo dei stata però limitata al periodo delle bonifiche ripascimenti artificiali. È comunque poiché il Cornia è stato oggetto di irrealistico pensare che essi possano essere escavazioni di inerti sia per la loro diretta effettuati su tutta la costa che da San utilizzazione in edilizia sia con lo scopo di Vincenzo va a La Torraccia e la sua prevenire esondazioni, tanto che alla sua protezione deve quindi venire più che da foce, fra il 1939 e il 1976, la spiaggia interventi su di essa da un’attenta gestione arretrò di circa 50 metri. La costruzione del del tratto più a settentrione. porto dell’ENEL sul lato sinistro della foce Il Golfo di Baratti Anche per il Golfo di ha impedito ai sedimenti in arrivo di Baratti sono previsti interventi di riequilibrio spostarsi sulla spiaggia orientale e bloccato del litorale basati essenzialmente su quindi l’erosione in questa zona. ripascimenti artificiali. La sua erosione è All’estremità occidentale del Golfo la 87 situazione è ancora peggiore con centralizzato dato che fino ad ora le un’erosione di 60 metri nello stesso periodo amministrazioni locali non sembrano essere e di altri 20 metri fra il 1976 e il 1984. state in grado di affrontare il problema con Dato che quest’area è ancora soggetta ad un’ottica regionale. una rapida subsidenza (sia naturale che Da Le Rocchette ai Monti dell’Uccellina innescata dalle ingenti estrazioni d’acqua Questo ampio tratto di litorale ha avuto dal sottosuolo da parte delle industrie qui un’evoluzione assai rapida in poche presenti) e che alle spalle della spiaggia vi centinaia di anni: grazie all’apporto detritico sono terreni recentemente bonificati e quasi dell’Ombrone (che per portata solida è il al livello del mare, si ritiene che la maggiore tra tutti i fiumi toscani) quello che situazione sia particolarmente pericolosa e era un ampio golfo è divenuto una pianura necessiti di interventi urgenti sia normativi protesa in mare in corrispondenza di una che operativi. pronunciata cuspide deltizia. Anche tutto il rimanente tratto di litorale del Le cose sono andate in maniera assai Golfo è soggetto ad una notevole erosione diversa nell’ultimo secolo, dopo che le cui si è cercato di far fronte con interventi alluvioni dell’Ombrone sono state utilizzate localizzati in quelle aree in cui gli interessi per le bonifiche per colmate e che il suo in gioco motivavano gli investimenti (Baia alveo è stato oggetto di estrazioni di inerti. Toscana, Pratoranieri, Follonica). Le opere Anche alcuni interventi a mare hanno costruite hanno potuto in qualche caso contribuito localmente, come vedremo, a bloccare il processo erosivo catturando quel questa inversione di tendenza. pÒ di sedimenti che si muove lungo costa, Il settore più occidentale di questa unità ma privando dell’alimentazione le spiagge fisiografica, come era prevedibile, ha vicine che hanno visto accrescere il loro risentito solo negli ultimi anni di questa tasso di erosione. Ciò è stato causato dal situazione che si manifesta fatto che si è privilegiato interventi che prevalentemente con un abbassamento dei sembrava potessero sortire un effetto fondali, mentre le modeste variazioni della maggiore e di più lunga portata investendo linea di riva sono imputabili più ad assai poco sicuri. Tutto ciò ha portato ad un interventi locali che al trend evolutivo notevole degrado del litorale che non generale. presenta più spiagge naturali o comunque In particolare la costruzione e il tali da sopportare una industria turistica prolungamento dei moli guardiani del porto mai così necessaria a questa zona come ora canale di Castiglione della Pescaia ha che gli altri settori produttivi stanno ostacolato l’alimentazione delle spiagge ad attraversando un momento di crisi. esso occidentali che hanno manifestato Date le caratteristiche di questa unità negli ultimi anni i primi segni dell’erosione. fisiografica è impensabile continuare, come Le scogliere costruite a sud di essi hanno fatto fino ad ora, ad agire per settori portato solo in parte ad un avanzamento separati, mentre sarebbe opportuno della linea di riva, riprova anche questa studiare un intervento di recupero a grande della scarsità dei sedimenti a disposizione. scala che prevedesse non solo il Fra la foce del fiume Bruna e quella miglioramento dell’arenile, ma anche quello dell’emissario San Leopoldo il litorale è in dell’accessibilità ad esso e delle sostanziale equilibrio al quale deve infrastrutture. Un progetto di tale portata concorrere anche il materiale che, eroso potrebbe certamente trovare i dalla spiaggia di Bocca d’Ombrone e nei finanziamenti per la sua realizzazione, ma fondali antistanti, viene disperso dal drift dovrebbe essere gestito in modo litoraneo verso nord. I fondali in questo 88 paraggio risultano in equilibrio o in debole estesi e con una velocità tale da far ritenere ripascimento. Si può in definitiva affermare che una situazione di quasi equilibrio sia che grazie all’ampia fascia dunare presente ben lontana dall’essere raggiunta. La nell’entroterra, si tratta di una delle poche spiaggia di Marina di Alberese è arretrata di spiagge in equilibrio della costa toscana 80 metri fra il 1954 e il 1984 e, sebbene sebbene sia inserita in una unità fisiografica manchino misure precise, si può affermare complessivamente in deficit sedimentario. che il processo è proseguito con analoga Una situazione ancora più favorevole si intensità fino ad oggi. manifesta sulla spiaggia di Marina di L’ambiente impedisce ovviamente di Grosseto con un avanzamento della linea di intervenire in questa zona con qualsiasi tipo riva di circa 50 metri fra il 1954 e il 1984. di struttura, ma è necessario intervenire in Ciò deve essere spiegato però in una modo da far sì che l’Ombrone possa, in un visione complessiva di quella che è stata la prossimo futuro, ristabilire il suo apporto dinamica del delta dell’Ombrone: la grande sedimentario, impedendo le escavazioni in quantità di sedimenti depositati alla sua alveo e la costruzione di opere che, lungo il foce negli ultimi secoli (probabilmente suo corso e dei suoi affluenti, possano dovuta ad un’espansione delle aree ridurlo anche in minima parte. coltivate nel suo bacino) non potrà venire Il settore finale di questo tratto di litorale dispersa con ugual rapidità dal moto ha subito un’evoluzione analoga a quella ondoso e si forma così una cuspide molto della spiaggia di Marina di Grosseto pronunciata. Quando il fiume ha ridotto la accrescendosi di 50 metri fra il 1954 e il sua portata solida il delta è entrato in 1984 a Collelungo e di 70 metri al limite erosione, ma le aree laterali, che meridionale della spiaggia e, grazie anche costituivano quasi delle insenature in cui alla favorevole esposizione, non dovrebbe l’energia del moto ondoso era minore, sul breve periodo mostrare inversioni di hanno continuato a ricevere i sedimenti in tendenza. maniera sufficiente a garantire Da Talamone all’Argentario Questo tratto di l’accrescimento. Questo fenomeno sta però litorale è forse uno dei meno studiati di riducendosi d’importanza via via che la tutta la costa toscana, a causa anche della cuspide è meno prominente e i fondali sono sua relativa stabilità ad eccezion fatta per stati erosi. È quindi una situazione non le spiagge poste alla foce dei fiumi Albegna certo destinata a durare in futuro e di e Osa, dove si fanno già risentire gli effetti questo sarà opportuno tenerne debitamente delle pur modeste estrazioni effettuate nel conto in ogni progetto di utilizzazione della loro alveo. Anche i fondali antistanti non fascia costiera. mostrano segni di un’evoluzione ben La zona di Bocca d’Ombrone, per circa 5 accentuata se non un debole abbassamento Km. a nord e 3 Km. a sud, ha subito davanti alla foce dell’Albegna. nell’ultimo secolo una rapida erosione che, Si ritiene che un intervento per impedire nelle modalità, con le quali si è sviluppata, queste estrazioni possa essere ben più ricorda quella subita da Bocca d’Arno. importante per riportare l’equilibrio su Complessivamente nell’ultimo secolo si è questo litorale di quanto non abbiano fatto verificato un arretramento della spiaggia di le opere a mare, per fortuna poche, circa 800 m alla foce, cui ha fatto seguito costruite (a le Saline e a Santa Liberata). un’erosione dei fondali fino alla profondità Il Tombolo di Feniglia L’evoluzione della di circa 25 m. Il processo è continuato spiaggia del Tombolo di Feniglia è stata anche negli ultimissimi anni andando ad direttamente condizionata dalla costruzione interessare tratti di litorale sempre più del Porto di Cala Galera che ha nodificato il 89 pattern di diffrazione delle onde creando questa unità fisiografica che si estende fino una zona riparata verso la quale sono a Capo Linaro e riceve i sedimenti dai fiumi confluiti i sedimenti dalla spiaggia vicina, Fiora, Arrone, Marta e Mignone. innescando peraltro fenomeni di erosione Allegato DTABELLE PER LA accentuata nella parte iniziale del Tombolo. DETERMINAZIONE DELLA MASSIMA Una riprova di ciò si trova anche nei fondali RICETTIVITÀ PER LA BALNEAZIONE antistanti che si mostrano in ripascimento Parametri per il dimensionamento nella zona sottoflutto al porto. degli insediamenti turistico-ricettivi Al di là di questo processo più rilevante, si La fascia costiera è stata suddivisa nelle evidenzia comunque una leggera tendenza seguenti quattro tipologie: all’erosione su tutto il litorale le cui cause - arenili sabbiosi, spiagge ghiaiose, sono al momento difficili da determinare. Si scogliere accessibili, litorale non accessibile ritiene che questo litorale debba essere da terra, mentre è stata tralasciata la costa tenuto sotto controllo, in primo luogo per non idonea alla balneazione, come le zone capire se quanto rilevato sia da attribuire portuali (vedi apposita cartografia). ad un processo ormai consolidato e non ad Nel calcolo per la compilazione della tabella un evento occasionale, e in secondo luogo allegata, non è stata considerata l’attuale per poter intervenire con tempestività in impossibilità del razionale uso dei tratti di protezione del tombolo alla cui esistenza è costa privatizzati e resi inaccessibili, così legato un ecosistema di grandissimo valore come sono stati tralasciati possibili che deve ad ogni costo essere tutelata. incrementi alla ricettività che si Fortunatamente quest’area non presenta determineranno con l’acquisizione all’uso insediamenti di nessun tipo e ciò, se verrà pubblico delle aree retrostanti gli arenili e la mantenuto, sarà di grande aiuto in qualsiasi loro trasformazione in parchi pubblici o strategia d’intervento si vorrà adottare. attrezzature collettive per il gioco e lo Da Ansedonia a limite meridionale del sport, oppure facilitando l’accesso alle territorio regionale scogliere con la formazione di piccoli Anche questo litorale, assai poco studiato, è camminamenti o piazzole. sostanzialmente in equilibrio se non Con questi indirizzi si è effettuato il addirittura in ripascimento a riprova del computo delle superfici di tutte le spiagge e fatto che, dove siano mancate costruzioni a dello sviluppo lineare delle scogliere. Ad mare o interventi su bacini dei fiumi ogni bagnante è stato assegnato lo spazio alimentatori, le coste non sono in erosione. minimo che riteniamo indispensabile per Questa considerazione deve ovviamente muoversi con una certa libertà a contatto guidare ogni intervento in quest’area, e non con l’ambiente marino, senza che si ci riferiamo solo ad interventi sul territorio determinino livelli di congestione simili a regionale, comunque sconsigliabili anche quelli delle zone sature. per sole considerazioni paesaggistiche, ma Pertanto sono stati fissati i seguenti anche al di fuori di esso dato che parametri di utilizzazione turistica del l’alimentazione di queste spiagge è affidata litorale: ai materiali provenienti da sud. Quelli - mq 10 di arenile per utente; amministrativi non sono ovviamente limiti - mq 16 di spiaggia ghiaiosa per utente; di cui tener conto nella gestione delle aree - ml 8 di scogliera accessibile per utente. costiere, per cui il futuro assetto di queste Per passare alla ricettività della costa, al zone deve essere affidato ad una buona numero massimo di turisti da ospitare gestione del territorio da concordare fra complessivamente nell’intera costa si sono tutte le amministrazioni che insistono su formulate le seguenti ipotesi: 90 - solo il 30% della popolazione residente Allegato ECRITERI DA SEGUIRE NELLA utilizza il litorale e la relativa presenza DISCIPLINA URBANISTICA DELLE AREE contemporanea sulla costa non supera il BALNEARI 60%; Le zone per la balneazione marina sono - solo il 90% della popolazione turistica costituite dalle aree comprese nella fascia utilizza il litorale e la relativa presenza costiera che sono in tal modo individuate contemporanea non supera il 75%. dal P.R.G. in quanto gli usi connessi con Dall’esame dei dati appare evidente che il l’attività balneare, presente o prevista, numero delle presenze nel periodo di punta sono prevalenti ed intensivi. Pertanto sono supera l’indicazione del numero massimo da classificare come zone per la dei turisti da ospitare contemporaneamente balneazione esistente, in primo luogo, tutte per contenere la saturazione della costa le aree costiere attualmente in tal modo entro i limiti ottimali. Tale indicazione viene intensamente utilizzate e cioè quelle confermata dall’avere constatato interessate da stabilimenti balneari, o da direttamente che le spiagge maggiori attrezzature ed arredi di proprietà pubblica raggiungono nei primi 15 giorni del mese di installati per favorire la balneazione, o agosto un elevato livello di congestione. comunque quelle aree che, anche se Altro elemento di riflessione sono le completamente spoglie di attrezzature previsioni insediative dei piani urbanistici ("spiagge libere"), fanno ad oggi registrare prese nel loro complesso. un forte uso balneare e in cui si vuole che Si abbia presente che, considerata la tale uso sia per il futuro confermato. stagnazione demografica, qualsiasi Inoltre, possono essere individuate come costruzione, salvo rare eccezioni derivanti nuove zone da destinare all’attività dall’esigenza del miglioramento delle balneare, aree per motivazioni varie, quali condizioni abitative in atto, indirettamente ad esempio, non disponibilità all’uso o direttamente viene usata ai fini turistici. pubblico, difficoltà di accesso, od altro, non Anche le costruzioni destinate all’edilizia sono attualmente utilizzate a tal fine, ma economica e popolare contribuiscono per le quali, pur contrassegnate sotto il indirettamente all’incremento del profilo ambientale e/o sotto quello patrimonio ricettivo, perché si liberano insediativo, da tipologie diversificate, venga vecchie abitazioni che vengono ristrutturate valutato il suddetto uso balneare, e la per essere poi, nella maggior parte dei casi, necessaria infrastrutturazione conseguente, destinate ad uso turistico. da un lato idoneo e compatibile con Pertanto, quando gli strumenti urbanistici l’assetto dei luoghi e d’altro coerente con le saranno completamente attuati, si avrà scelte di politica economico-sociale. un’ulteriore disponibilità cui occorre Pertanto, al fine di consentire il sicuro e aggiungere le residenze ottenute con la corretto svolgimento dell’attività balneare, ristrutturazione dei ruderi sparsi che si rendono necessari interventi di sfuggono a qualsiasi analisi preventiva. In regolamentazione urbanistica tesa a tal modo si incrementa il numero massimo disciplinare l’adeguamento e le nuove di presenze nel periodo di punta. realizzazioni infrastrutturali delle Tabella per la determinazione provvisoria attrezzature funzionali all’attività in della ricettività turistica legata alla questione. Lo strumento urbanistico che balneazione viene individuato dalla direttiva come Si rimanda alla tabella presente idoneo a consentire la necessaria nell’edizione cartacea della Raccolta operazione di disciplina particolareggiata Normativa, Voce 15, pag. 170 e segg. 91 delle zone interessate, è costituito dal piano 4) eventuale perimetrazione dello specchio di dettaglio delle aree per la balneazione. acqueo giudicato idoneo e sicuro per la Detto strumento attuativo, che in balneazione (che potrà essere nella realtà applicazione dell’art. 12 della L.R. 74/84, delimitato con corde e boe galleggianti) e non è soggetto ad alcuna approvazione del relativo tratto di costa limitrofo da regionale, deve essere redatto in base a lasciare libero. Questo elemento, insieme criteri generali tali da orientare una alla eventuale disponibilità di piscine, dettagliata disciplina urbanistica per: costituirà parametro per calcolare la - l’ordinato svolgimento dell’attività quantità di utenza giudicata idonea per la balneare; balneazione. Nello specchio acqueo potrà - la salvaguardia delle risorse ambientali essere prevista la installazione di eventuali interessate; piattaforme galleggianti finalizzate a - l’eventuale incremento delle zone idonee rendere il bagno più divertente e sicuro; per la balneazione; 5) perimetrazione dell’area da arredare in - l’integrazione formale e funzionale tra le funzione dell’utenza determinata in zone per la balneazione e l’ambiente, precedenza, per consentire la comoda e naturale e urbanizzato, circostante. sicura sosta al mare (con particolare I criteri sopracitati determinano i contenuti attenzione per le esigenze degli anziani, del piano di dettaglio delle aree per le bambini ed handicappati). In particolare in balneazioni esistente o prevista; il piano in detta zona dovranno essere disciplinate e questione si compone di alcune disposizioni realizzate le seguenti infrastrutture: normative e di una zonizzazione riportata a) percorsi agevoli (ad esempio su una cartografia aggiornata in scala non pavimentato con lastre di cemento o con inferiore a 1:2000, attinente alle seguenti tavole di legno) di collegamento tra le zone destinazioni d’uso: dei servizi e lo spazio per le soste a mare 1) perimetrazione di eventuale fascia di (possibilmente eliminando le barriere rispetto delle dune; architettoniche); 2) individuazione di zone vincolate in cui gli b) arredi per le soste ed il bagno di sole usi balneari e complementari alla comodi e sicuri anche per i vecchi, minori e balneazione sono limitati o azzerati a causa gli handicappati; della presenza di peculiari valori ambientali c) piattaforme e passerelle realizzate con da preservare o di impianti scarichi, prese elementi smontabili, per rendere più d’acqua ecc. da proteggere per la sicurezza comodi ed accessibili i punti difficili delle e il funzionamento; zone (ad esempio in presenza di costa alta, 3) eventuali porzioni di costa da assegnare di tratti rocciosi, ecc.); al rimessaggio di piccoli natanti ("spiagge d) cestini rifiuti ampi, ben visibili e disposti attrezzate" di cui al punto 3 della D.C.R. n. geometricamente; 123 del 19 febbraio 1985 approvazione del 6) individuazione delle zone da riservare Piano Regionale di coordinamento dei porti alla nuova realizzazione o adeguamento dei e degli approdi turistici della Toscana (con servizi funzionali e/o complementari alla l’individuazione delle aree libere e di quelle balneazione in numero sufficiente in interessate da strutture funzionali alla rapporto alla quantità e profilo dell’utenza nautica minore (ad es. scivolo ed alaggi a prevista. Per chiarire i tipi di servizi che si mare) e con delimitazione del canale a giudicano necessari, si precisa che si è mare, necessario per l’approdo a terra/varo dell’opinione che della balneazione debba dei natanti, separato dallo specchio acqueo essere data una interpretazione estensiva riservato alla balneazione; ed in linea con le nuove tendenze del 92 turismo che tende a configurare non più 7) individuazione di aree per i parcheggi e esclusivamente con le azioni principali di gli accessi pubblici alla costa che dovranno "fare il bagno e prendere il sole" ma essere in numero proporzionato alla piuttosto coinvolgere con esse, molteplici lunghezza del tratto di costa servito e attività, in generale connesse con il tempo dell’utenza individuata. In dette zone libero e lo sfruttamento delle peculiarità dovranno essere pertanto realizzati: ambientali. In particolare nelle zone in a) comodi passaggi pubblici pedonali questione, potranno essere presenti i (possibilmente alberati o comunque seguenti servizi ed arredi: all’ombra) che situati in prossimità di a) spogliatoi e cabine in numero sufficiente fermate di mezzi pubblici e/o parcheggi, in base all’utenza; consentano di raggiungere il punto più b) wc e docce; vicino possibile alla zona riservata ai c) bar e luogo di ristoro; servizi. Detti passaggi devono essere d) telefono e cassetta della posta; sistemati nel modo migliore per non e) pronto soccorso e salvataggio; presentare, laddove possibile, barriere f) cestini rifiuti; architettoniche, e tuttavia essere ben g) rimessa attrezzi e/o mezzi meccanici per inserite nell’ambiente; la pulizia spiaggia; b) parcheggi (possibilmente alberati o h) zone lavaggi e rimessaggio (anche a comunque all’ombra) in numero cielo aperto) dei piccoli natanti; proporzionato all’utenza prevista. i) estintore e carburante; Non si sono trattate, in quanto materie non l) spazi a verde; pertinenti alla disciplina urbanistica le m) spazio giochi per bambini; seguenti disposizioni regolamentatrici che n) eventuale centro di custodia per i pur tuttavia riteniamo essere molto bambini; importanti per consentire una corretta o) spazi attrezzati per gli sport e per il balneazione: gioco (beach volley, ping pong, ecc.); a) costituzione di parchi marini e p) panchine e luoghi di lettura all’aperto; limitazione della pesca e delle raccolte di q) realizzazione di eventuale lastrico solare frutti di mare; sfruttando l’auspicabile copertura piana b) politica dei trasporti per consentire un degli edifici, da riservare alla sosta al sole; numero sufficiente di corse e di fermate di r) piscine, alimentate con acqua marina (da mezzi pubblici al servizio della balneazione; conteggiare come superficie acquea nel c) cartelli stradali chiari per segnalare gli calcolo dell’utenza possibile); accessi al mare, ecc. s) centro d’informazione (edicole, emeroteche, TV, radio, ecc.);

93 94 2. I PROVVEDIMENTI PER LA FASCIA COSTIERA ESTRATTO DA: L'intera fascia costiera regionale è stata interessata da una apposita RAPPORTO SULLO direttiva, emanata in attuazione della legge regionale 74/84 ed al tempo STATO DI ATTUAZIONE DEGLI ATTI DEL stesso come applicazione della legge nazionale 431/85, la cosiddetta QUADRO REGIONALE DI "legge Galasso". COORDINAMENTO La disciplina definisce gli ambiti territoriali soggetti a tutela, le TERRITORIALE trasformazioni del suolo e delle condizioni d'uso delle risorse, gli assetti

infrastrutturali e quelli insediativi. Le finalità principali si possono ottobre 1995 collegare alla protezione dei valori ambientali e naturali, con particolare riferimento ai fenomeni peculiari della costa: evoluzione della linea di costa; alterazione del sistema duriate; degradazione della risorsa idrica locale.

Per il rilievo che il sistema costiero riveste nell'economia e nella storia della regione, vi sono almeno due azioni, di particolare rilevanza, collegate alla direttiva: 1. tutela delle aree pinetate e i rimboschimenti; 2. il recupero ed il controllo del sistema degli insediamenti costieri. Per quanto riguarda il primo punto, la presenza delle pinete è elemento strutturale di riconoscibilità del paesaggio e fattore produttivo ancora da considerare. Per un rafforzamento di questo tema nella direttiva si potrebbe ipotizzare: a. l'individuazione puntuale delle pinete; b. la definizione delle attività compatibili attraverso la definizione dei requisiti di compatibilità all'interno del Piano di indirizzo territoriale regionale e la definizione dei casi da sottoporre a valutazione di impatto ambientale, nonché dei parametri da considerare; c. la eventuale definizione di ambiti inedificabili di rispetto e salvaguardia d. delle pinete esistenti; e. l'individuazione delle aree da rimboschire sia attraverso la ricostruzione del climax, sia attraverso rimpianto di nuove pinete nei terreni idonei. Per quanto riguarda il secondo punto, cioè gli insediamenti costieri, sarebbe necessaria l'accentuazione dell'indirizzo già previsto per la tutela e valorizzazione degli elementi tipici della trasformazione urbanistico- edilizia avvenuta nella fascia costiera. Deve essere imposto l'obbligo per i comuni di dotarsi della disciplina al sensi della legge regionale 59/80, a partire dalle informazioni contenute nell'Atlante diacronico regionale. Per un ulteriore sviluppo di questi temi, si potrebbe Ipotizzare: a. la specifica considerazione degli Insediamenti urbani nel comuni costieri; b. la determinazione delle indicazioni per una adeguata utilizzazione Dipartimento delle Politiche del delle strutture turistico-ricettive su tutto l'arco dell'anno, Territorio, dei alleggerendo i picchi di congestione durante il periodo balneare Trasporti e delle Infrastrutture attraverso:

95 l'individuazione di circuiti alternativi, eventualmente tematici o specializzati, dalla costa verso le aree Interne; l'individuazione di modalità di azioni di frazionamento della domanda turistica e di promozione delle attività culturali e direzionali che si appoggiano sulle strutture turistiche esistenti nei periodi di bassa stagione; i Piani territoriali di coordinamento provinciali, che dovranno individuare le aree ad alta offerta turistica, ove contenere ulteriori incrementi della stessa, con l'integrazione eventuale derivante dal turismo rurale; l'individuazione di soluzioni infrastrutturali per la mobilità che consentono l'integrazione tra i sistemi insediativi costieri e quelli interni, per alleggerire 1 livelli di congestionamento della fascia posta tra la costa ed il corridoio tirrenico e per incrementare la reciproca interdipendenza; l'assunzione di determinazioni strategiche per la riconversione o il consolidamento dei grandi impianti industriali presenti nei comuni costieri.

SCHEDA A PREVISIONI DEL (omissis) PIANO

SCHEDA B (al settembre 1995) STATO DI ATTUAZIONE Direttiva sull'uso della fascia costiera 1. Modalità di attuazione Nonostante cinque anni di applicazione della direttiva, non vi sono stati gli auspicati coordinamenti tra i Comuni e solo alcuni di questi si sono 1.1. Descrizione tema adeguati alle indicazioni della direttiva. 1.2. Effetti generati In ogni caso quando sono state presentate delle varianti agli strumenti e obiettivi urbanistici da parte dei Comuni della costa alla Regione, anche se raggiunti 1.3. Modalità riguardavano altri temi o argomenti, sono state esaminate dalla Regione attuativa e alla luce dei criteri enunciati dalla direttiva sull'uso della fascia costiera. soggetti investiti 1.4. Finanziamenti Ad oggi si sono adeguati i Comuni di Scarlino, Rosignano Marittimo (le 1.5. Verifica due varianti sono state trasmesse alla Regione, ma non ancora compatibilità approvate). ambientale La Regione ha completato la ricognizione del patrimonio edilizio esistente tipico della costa regionale, con la redazione definitiva di un Atlante diacronico anni '50/anni '80. in scala 1:10.000.

Sono stati finanziati, utilizzando fondi comunitari, interventi per la valorizzazione e salvaguardia delle pinete costiere della provincia di Grosseto.

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