Mensile di critica e approfondimento calcistico

TMW#71 NOVEMBRE 2017 magazine

LAZIO STYLE INZAGHI, IMMOBILE E LUIS ALBERTO: A ROMA VA DI MODA IL BIANCOCELESTE

ROMA INTER KOLAROV: IL REGISTA DI VECINO: DA SCOMMESSA A FOCUS FASCIA LEADER SOMMARIO TMWmagazine #71 NOVEMBRE 2017

COPERTINA INTERVISTA / FOCUS RUBRICHE LAZIO INTERVISTA TMW RADIO TRE UOMINI E UNA GIUSEPPE BORRELLO SQUADRA LO SCOPRITORE DI CIRO BANDIERA DELLA ROMA DEGLI ANNI ’60, SI È RACCONTATO DAGLI STUDI DI TMW RADIO DAI FISCHI AGLI APPLAUSI, IMMOBILE: “E DIRE CHE LE 36 DALLA METÀ CLASSIFICA GRANDI LO SNOBBAVANO” AL SOGNO CHAMPIONS 9 METEORE PASSANDO PER WALDEMAR VICTORINO UN’EUROPA LEAGUE DA FOCUS ROMA VICTORINO, ISPIRÒ HOLLY E BENJI PROTAGONISTI, CON UN IL REGISTA DI FASCIA 38 UOMO AL COMANDO E DUE KOLAROV SI È SUBITO IMPOSTO GIOCATORI SEMPRE PIÙ NELLA NUOVA ROMA, PORTANDO SNAPSHOT DECISIVI. TANTA QUALITÀ E PERSONALITÀ STAIRWAY TO HEAVEN 13 LE SQUADRE ITALIANE IMPEGNATE NELLE COPPE FOCUS INTER 39 EUROPEE 5 MATIAS VECINO DA SCOMMESSA A LEADER RECENSIONE UNA VITA IN GIOCO. L’AMORE, IL CALCIO, LA SLA DELLA NUOVA INTER. ECCO CHI È LA LOTTA DI STEFANO BORGONOVO 14 MATIAS VECINO 52 RACCONTATA DALLA MOGLIE CHANTAL EDITORIALI

EDITORIALE 3 CAGLIARI 19 HELLAS VERONA 24 NAPOLI 27 TORINO 31 FRATELLI D’ITALIA IN FAMIGLIA LINEA VERDE I GIORNI DI MARIO RUI UNA PROMESSA DA MANTENERE

ATALANTA 16 CHIEVO VERONA 20 INTER 14 ROMA 13 UDINESE 32 IL RISCATTO DUTTILITÀ E CERTEZZA IL LEADER CHE NON TI ASPETTI LE FRECCE NELL’ARCO UNA NUOVA SCOMMESSA

BENEVENTO 17 CROTONE 21 JUVENTUS 25 SAMPDORIA 28 34 FALSA (RI)PARTENZA L’UOMO IN PIÙ PJACA DELLA VITTORIA PRAET L’INTERNAZIONALE RILANCIO AL RIBASSO

BOLOGNA 18 FIORENTINA 22 LAZIO 5 SASSUOLO 29 35 RODRIGO RINASCE. DESTRO IL MOMENTO DEL CHOLITO TRE UOMINI E UNA SQUADRA CHE FINE HA FATTO BERARDI? THIS IS THE END TRAMONTA GENOA 23 MILAN 26 SPAL 30 PAGA JURIC LUCE IN FONDO AL TUNNEL IL LUNGO DIGIUNO

2 in copertina foto Antonello Sammarco/Image Sport TMWmagazine EDITORIALE Michele #EDITORIALE CRISCITIELLO #INZAGHI FRATELLI D’ITALIA @MCriscitiello #LAZIO

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Hanno collaborato Diego Anelli, Simone Bernabei, Tommaso no, attaccante di buon livello con una carriera caratterizzata da qualche picco di estremo valore, l’altro fuoriclasse Bonan, Ivan Cardia, Alessandro Carducci, Barbara Carere, Raimondo De Magistris, della realizzazione in grado di incendiarsi nell’area avversaria mettendo in fila record e trionfi. L’ambivalenza dei fratelli Lorenzo Di Benedetto, Luca Esposito, Inzaghi nel mondo del calcio è paradossale oltre che straordinaria per gli effetti che continua ad avere nel panorama Marco Frattino, Andrea Giannattasio, Pietro nazionale. Soprattutto perché, a meno di un decennio di distanza, la storia rischia di ripetersi anche se a parti comple- Lazzerini, Gianluigi Longari, Tommaso Loreto, Simone Lorini, Andrea Losapio, tamente invertite. Questa volta, sulla panchina ed alla guida di una squadra, il fuoriclasse è Simone mentre Filippo è Lorenzo Marucci, Tommaso Maschio, Gae- quello costretto ad inseguire. Il tecnico della Lazio è stato protagonista di una lunga gavetta, trascorsa in quell’ambiente tano Mocciaro, Andrea Piras, Stefano Sica, romanoU che lo ha costruito e trasformato dall’attaccante di cui sopra in uno degli allenatori più promettenti del panorama continentale. Daniel Uccellieri, Antonio Vitiello La storia è nota nel suo passato, con quella panchina prima solo assaggiata sebbene con riscontri più che positivi, e poi riconquistata Fotografi quasi per caso dopo la querelle Biella che caratterizzò la cale estate del 2016 a colpi di comunicati e battaglie legali. Ad un anno e Federico De Luca, Federico Gaetano, mezzo di distanza, infatti, ci troviamo a raccontare di un vero e proprio miracolo di organizzazione e risultati: quello impostato da un Image Sport Agency, Agenzia Liverani allenatore mai sopra le righe, elegante ed efficace nella costruzione di un collettivo che viaggia a medie da scudetto e non sembra inten- Realizzazione grafica zionato a fermarsi proprio ora che il decollo sta per prendere il via arrivando a vette che parevano impossibili da esplorare. In attesa che TC&C s.r.l. l’inevitabile deflagrazione del talento del suo condottiero possa assumere i contorni che tutti si attendono. è il tecnico più corteggiato del nostro calcio, ed i motivi sono finalmente sotto gli occhi di tutti. Supplemento mensile gratuito alla testata giornalistica Tuttomercatoweb.com® Testata iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione, numero 18246

foto Daniele Buffa/Image Sport TMWmagazine 3 L’incompiuta

COPERTINA LAZIO Lorenzo DI BENEDETTO @Lore_Dibe88

#LAZIO #INZAGHI #COPERTINA

Tre e una uomin i Squadra

foto Antonello Sammarco/Image Sport TMWmagazine 5 COPERTINA LAZIO

Dai fischi agli applausi, dalla metà Inzaghi e le idee per una classifica al sogno Champions Lazio che sogna la Champions passando per un’Europa League da protagonisti, con un uomo al puntare su di lui, per una scelta di mercato che si è rivelata azzecca- comando e due giocatori sempre più tissima anche grazie, come dice- decisivi. vamo, al fatto che Simone Inzaghi sia riuscito a esaltare le sue quali- tà in campo e a permettergli di l cammino della Lazio, nella prima parte di riprendere la fiducia che sembrava questa stagione, è sembrato inarrestabile, o aver smarrito. Il merito del tecnico quasi, e la maggior parte dei meriti devono biancoceleste non si ferma però essere attribuiti sicuramente a Simone soltanto al centravanti italiano, Inzaghi. Non solo per come è riuscito a visto che lo stesso allena- dare una sua impronta alla squadra, attra- tore è riuscito a tirar Iverso il gioco e lo spirito di sacrificio, ma anche fuori dal cilindro un per essere riuscito a tirare fuori il meglio da ogni altro giocatore che giocatore, recuperando qualcuno che sembrava in questa stagione è aver smarrito la strada e lanciando giovani molto risultato decisivo in interessanti che stanno più di un’occasione. riuscendo a imporsi Stiamo parlando trascinando i biancoce- Immobile bomber principe: di Luis Alberto, lesti sia in campionato rinato dopo le esperienze in spagnolo prove- che in Europa League. Liga e in Bundes niente dalla cante- Nel primo caso il nome ra del Barcellona è quello di Ciro Immo- e dall’esperienza bile, bomber principe della Lazio sia nella al Liverpool, non 2016/2017 che nella stagione in corso dove il suo proprio esaltan- tecnico molto raramente decide di fare a meno di te. Classe 1992, lui, anche in partite nelle quali potrebbe rinunciar- prima di appro- ci. Dopo essersi imposto come dare nella Capi- con la maglia del Torino del 2014 il bomber napo- tale ha vestito letano aveva deciso di continuare la sua carriera anche le maglie, fuori dai confini italiani, ma dopo le esperienze non in prestito, di certo esaltanti sia al Siviglia che al Borussia Dort- Malaga e Depor- mund lo stesso Immobile ha però deciso di tornare tivo La Coruna e nel Bel Paese e la Lazio è stata molto intelligente a soprattutto con

foto Federico Gaetano

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quest’ultimi aveva fatto intravedere buone cose, tanto da attirare le atten- Luis Alberto la sorpresa: Keita zioni di Claudio Lotito è soltanto un ricordo e Igli Tare che avevano creduto in lui affidandolo proprio a Inzaghi. Dopo quello della rinascita del club capitolino. Sarebbe una prima stagione di però ingiusto parlare soltanto di questi tre uomini, adattamento, dove è perché nei sorrisi di tutto il popolo biancoceleste sceso in campo soltanto non si può però non citare anche tutti gli altri artefi- nove volte segnando un ci di questo momento, dal capitano Senad Lulic a gol, quest’anno il gioca- Marco Parolo, fino a Lucas Leiva, Stefan De Vrij tore è diventato un punto e Sergej Milinkovic-Savic. Tutti giocatori che non fermo dell’undici titolare stanno certo facendo rimpiangere Lucas Biglia e della formazione bian- Keita Balde partiti nel corso dell’ultima estate. coceleste, tanto da non far rimpiangere Felipe Anderson, fermo ai box da praticamente tutta la stagione. Immobile e Luis Alberto rappresentano dunque le note più positi- ve di una squadra che sta facendo benissimo sia in Serie A che in Europa League, dove ha passa- to il turno, qualificandosi ai sedicesimi di finale da prima in classifica, con ben due turni di anticipo. Ripetersi non è mai facile, anzi è molto complicato, ma la Lazio, Immobile e Inzaghi ci stanno riuscen- do eccome, sfruttando poi la freschezza dello spagnolo, per continuare a sognare la Champions League che coronereb- be un biennio d’oro, foto Daniele Buffa/Image Sport

foto Antonello Sammarco/Image Sport TMWmagazine 7

INTERVISTA

Gaetano #BORRELLO MOCCIARO #IMMOBILE @gaemocc #LAZIO E dire che le “ “ grandi lo snobbavano

Parla Giuseppe Borrello, lo scopritore di

foto Insidefoto/Image Sport TMWmagazine 9 INTERVISTA

Capii presto che Ciro aveva le qualità per sfondare. Il fiuto del gol non gli è mai mancato

n Ciro Immobile così non si era mai da calciatore ma vedevi delle caratteristiche, delle visto. E nemmeno alla Lazio c’era movenze che ti facevano capire che era speciale. stato un giocatore con un simile Infatti lo portai in seguito al Sorrento”. impatto sottorete. Piola, Signori, Chinaglia: i loro record sono stati A Sorrento inizia a farsi notare fuori dalla regione. spazzati via dal centravanti di Torre “C’erano già diverse società che lo seguivano, ma UAnnunziata arrivato all’apice della maturità calcisti- nessuno realmente pronto a investirci. Io, al contra- ca. Chi l’ha visto “nascere” giura che ha avuto sin rio, ero convinto che Ciro potesse essere un gioca- dai primi calci l’innato senso del gol. A raccontar- tore professionista”. celo Giuseppe Borrello, “scopritore” proprio di Immobile. Cosa la portava a questa convinzione?

Giuseppe Borrello, Ciro Immobile è a oggi il “Aveva una qualità che altri non avevano: un fiuto miglior centravanti italiano. Che effetto le fa? del gol mai visto finora. Ogni palla che toccava era gol, sempre gol. Una media spaventosa. Una volta, “Mi riempie d’orgoglio perché ho sempre creduto nel campionato Giovanissimi, segnò quasi da metà potesse arrivare in alto. Anche quando, da ragazzi- campo: lancio del portiere, lui si trova sull’out sini- no, qualcuno aveva su di lui qualche perplessità”. stro, la sposta leggermente e colpisce in rete. Una rete che a quell’età non vedi certo fare”. Andiamo con ordine, da quanto tempo conosce Ciro? A 17 anni il trasferimento alla Juventus. “Praticamente da sempre. Conosco benissimo “C’era un rapporto di colla- la famiglia, soprattutto il papà Antonio, col quale borazione fra noi e la Juven- e le prime impressioni non abbiamo giocato assieme, nei campionati regionali tus. I bianconeri, tramite furono molto convincenti. in Campania. Posso dire che ho visto Ciro nascere”. Massimo Filardi (campione Oltre alla Juventus si interessò C’erano delle perplessi- tà, la Juventus posso dire d’Italia col Napoli 1986/87) a lui anche l’Inter. Ma decise di E grazie al padre è entrato nella sua scuola mi chiesero se c’era un attac- che non ci credesse molto calcio. cante interessante e io non puntare su Balotelli all’inizio”. “Gestivo la scuola calcio Torre Annunziata 88, che ebbi dubbi nel raccoman- Ciro frequentava quando aveva 7-8 anni. Chiara- dare Ciro Immobile. Portai Si fece vivo qualcun altro? mente a quell’età non puoi prevedere una carriera Massimo a vederlo dal vivo “L’Inter. Fece un provino ma

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Il Napoli? Non lo ha mai preso in considerazione

i nerazzurri erano già coperti in attacco con “Una carriera così è difficile da prevedere. un altro 1990: Mario Balotelli”. Ma come dicevo, i gol li ha sempre fatti, aveva una media di uno o due reti a partita Alla fine la Juventus si è convinta. in ogni campionato che abbia giocato”. “Sì, arriva l’ok e Ciro sale a Torino. E si corona il suo sogno, visto che è da picco- Un neo nella carriera è l’esperienza all’e- lo tifoso bianconero e poteva ammirare dal stero: Dortmund e Siviglia non sono vivo il suo idolo ”. state esperienze fortunate. “Non si è ambientato, soprattutto in Germa- Ironia del destino Immobile diventerà nia ha avuto problemi con la lingua”: poi un idolo del calcio. “Questa è la vita. Ma del resto un conto Lei oggi lavora a Cava de’ Tirreni e fa è avere la passione da bambino per una l’osservatore per il Genoa. Ci sono oggi squadra, un altro conto è diventare un nuovi Ciro Immobile? calciatore professionista”. “Con le sue caratteristiche no. Ma devo dire che in altri ruoli ci sono interessanti Un giocatore di Torre Annunziata che si prospetti della classe 2004 e 2005”. mette in mostra a Sorrento. Possibile che il Napoli non si sia mai interessato? “Mai, il Napoli non l’ha mai preso in consi- derazione. Io ho sempre spinto per Ciro, perché lo meritava: del resto si vedeva che aveva una marcia in più rispetto agli altri, ma evidentemente non tutti se ne sono accorti”.

Che ragazzo era Ciro Immobile? “Ragazzo vivace, che non ha mai perso un allenamento, non ha mai avuto un rimpro- vero e non si è mi lamentato. Era focalizza- to da sempre nel diventare professionista”.

Pensava potesse crescere così tanto?

foto Daniele Buffa/Image Sport TMWmagazine 11

FOCUS ROMA

#ROMA Alessandro #KOLAROV CARDUCCI #FOCUS @AleCarducciIl regista di fascia Kolarov si è subito imposto nella nuova Roma, portando tanta qualità e personalità

opo 7 anni passati in Inghilterra, al zione, ancora una volta sbloccando una gara tesa. City, Aleksandar Kolarov ha fatto il Personalità è anche prendere per mano una squadra suo clamoroso ritorno nella Capita- schiaffeggiata per due volte dal Chelsea, a Stamford le, questa volta alla Roma. Non sono Bridge, emotivamente provata da un inizio di gara così molti i giocatori che possono dire di negativo. Personalità è anche dribblare, nel corso della aver vestito entrambe le maglie capi- stessa partita, due avversari e scaricare di forza e di Dtoline. Se a Milano, invece, non è così strano vedere rabbia in rete. Quella è stata la molla che permes- un giocatore passare i Navigli e cambiare casacca, a so alla Roma di sbloccarsi e di sfiorare addirittu- Roma le cose sono un pochino diverse. La rivalità tra ra il colpaccio a Londra. È spesso lui ad avere il le due tifoserie è più accesa e non a caso quasi tutti i maggior possesso palla nel corso di una parti- giocatori che hanno disputato il derby nella Capitale lo ta. Ci si aspetta che siano i centrocampisti il definiscono tra i più sentiti al mondo. fulcro del gioco e, invece, chi tocca più pallo- ni spesso è proprio il serbo con la faccia da Ci vuole quindi una buona dose di personalità e di sfac- duro e lo sguardo di chi ne ha viste tante. ciataggine e Kolarov, di personalità, ne ha da vendere. Con Perotti forma un asse d’acciaio, Si è fatto così scivolare addosso gli insulti e i fischi che rompendo e disordinando le linee avver- i suoi nuovi tifosi gli hanno inizialmente riservato. Così sarie. Eppure Kolarov non sarebbe come si è fatto scivolare addosso gli insulti dei suoi ex probabilmente tornato se Mario Rui tifosi laziali: “Il tempo cambia tutto, lo sai, e cambiamo non avesse deciso di cambiare idea anche noi”, canta Vasco Rossi. Più che il tempo, sono e di raggiungere il suo ex allenatore, state le prestazioni in campo a far cambiare idea a , al Napoli. Era previ- molti tifosi. Kolarov dà tutto per la causa e il suo appor- sto che il portoghese facesse il tito- to in termini di esperienza e personalità è fondamentale lare dopo l’infortunio di Emerson ma per una squadra che, in passato, ha mostrato qualche la vita, così come il calcio, è frutto di crepa. Già dalla prima giornata, il serbo ha fatto capire programmazione ma anche di casua- le sue intenzioni, decidendo il match delicato contro lità. Mario Rui ha così cambiato idea, l’Atalanta con una punizione magistrale, che ha rega- impuntandosi così tanto per andare Si è fatto scivolare addosso gli insulti lato tre punti pesanti a una Roma già messa in discus- via che Monchi ha dovuto acconten- sione. Di professione fa il terzino ma ha già messo a tarlo, cedendolo per circa 10 milioni. Il e i fischi che i suoi nuovi tifosi gli segno qualche gol importante. Parlavamo della perso- doppio di quanto, poi, la Roma abbia hanno inizialmente riservato nalità: a Torino, contro i granata, segna ancora su puni- poi speso per Kolarov. I casi della vita. [ ] foto Antonello Sammarco/Image Sport TMWmagazine 13 FOCUS INTER

Da scommessa a leader della nuova Inter. Ecco chi è Matias Vecino IlGianluigi leader che non ti aspetti #INTER LONGARI #VECINO @Glongari #FOCUS

ell’anima di un’Inter che continua a propria squa- guardie avversarie. raccogliere punti, sta facendosi largo dra diven- un cuore che pulsa e sembra pompa- tandone Insomma una soluzione di estremo valore in più per re ottimismo e garra ad ogni batti- fattivamen- una batteria già ricca di scelte potenziali, ma allo to. Matias Vecino è un ingrediente te uno stesso tempo bisognosa di un profilo in grado di pren- fondamentale del positivo avvio di dei leader dersi responsabilità della giocata nel momento del Nstagione del club nerazzurro, e sembra animato da un tecnici. bisogno. E non è un caso che proprio nelle gare più ad entusiasmo d’altri tempi palesato ad ogni opportunità Galoppate alto pathos, dal Derby in poi, Matias Vicino sia diventa- di scendere in campo con la maglia interista indosso. di cinquanta to un passo dopo l’altro un caposaldo imprescindibile Un sentimento dilagante, probabile retaggio dell’impo- metri ricche dell’armata di Spalletti. Arrivando a toccare picchi di stazione calcistica dei padri fondatori uruguaiani ed in di qualità rendimento inusitati anche per un ragazzo sgrezzato grado di trasformarlo da umile lavoratore nelle segrete oltre che di dal nostro calcio e capace di farsi apprezzare in più di stanze della mediana meneghina, a solista capace di puro stra- un’esperienza nel nostro paese. acuti indispensabili per verve atletica e spirituale come potere nelle battute finali di un derby che ha indubitabilmen- fisico, in La più bella sorpresa del mercato nerazzurro, parados- te contribuito a decidere. Plasmato da Maurizio Sarri grado di salmente, è quindi un giocatore che in Italia si cono- ai tempi del suo miracolo empolese, “Mate” è pronto conclu- sceva benissimo. Ma che solamente in pochi si aspet- a contendere il bottino più importante proprio al suo dersi tavano potesse diventare così forte. vecchio maestro sotto la guida di un altro suo estimato- sia con re della prima ora come : colui che gli l’aper- ha consegnato le chiavi di un sogno a tinte nerazzurre, tura dal quale Vecino non sembra avere la minima intenzio- illu- Spalletti gli ha consegnato le ne di svegliarsi senza avere prima lasciato un segno tangibile ed impossibile da dimenticare. chiavi del sogno nerazzurro minan- Proprio la descrizione che il tecnico di Certaldo ha fatto te in delle qualità dell’ex centrocampista della Fiorentina la favore di [ ] dicono lunghissima sulle aspettative che il nuovo corso un compa- nerazzurro abbia nei confronti del proprio numero gno, sia con undici. Un giocatore totalizzante nella sua ambivalenza: staffilate in capace tanto di interdire la manovra avversaria quanto grado di terri- foto Daniele Mascolo/PhotoViews di prendersi sulle spalle la cavalleria rusticana della ficare le retro-

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EDITORIALE ATALANTA

IL RISCATTO Una crescita, quella del centrocampista, che dovrà concludersi Andrea #ATALANTA LOSAPIO #CRISTANTE con la riconferma a Bergamo @Losapiotmw

Da Golden Boy del Milan a quasi meteora. Sassuolo e Udinese. La parte era comunque quella del comprima- La rinascita di Cristante agli ordini di Gasp rio, pur trovando una ottima continuità di rendimento. Troppo importante l’apporto dei Kessie e dei Kurtic, oppure di n anno fa Bryan Cristante, quando militava nel un Freuler comunque grande attore nel centrocampo Pescara, rischiava di vedere compromessa la nerazzurro. Al termine della stagione le presen- propria carriera. In realtà anche due stagioni or ze sono 12, con un ottimo ruolino di marcia. sono, di questi tempi, quando (non) giocava nel Le voci estive che volevano De Roon di Benfica. E pure tre, a dirla tutta. Insomma, l’ex ritorno – situazione effettivamente acca- Milan sembrava passato da crisalide - pronto a duta - lo avevano messo in dubbio, Udiventare meravigliosa farfalla - allo status di eterno incompiu- sebbene Gasperini non avesse to, dopo aver vinto un Golden Boy del Viareggio, come Spinaz- dubbi: la sua intenzione era quella di zola, e segnato alla prima presenza da titolare in un Milan-A- puntare su Cristante perché perfet- talanta, quando si dice il destino, firmando il 3-0 finale nella to, anche fisicamente, per il gioco giornata ricordata per i 100 gol di Ricardo Kakà con i rossoneri. dell’Atalanta. Per ora la fiducia è E lo è stato almeno fino a gennaio, quando Cristan- stata ripagata, con quattro reti in te è divenuto, tutto a un tratto, il perfetto sostitu- campionato (l’ultima con la SPAL), to di Roberto Gagliardini, passato all’Inter per uno in Europa League e l’esordio, 28 milioni di euro. Sedici presenze e zero reti, contro la Macedonia, con la maglia con il Pescara che non riusciva proprio a fare azzurra della Nazionale maggiore. punti utili per togliersi dalla zona retroces- Inutile dire che il miglioramento espo- sione. Anzi, l’unica vittoria era arrivata per nenziale di Cristante porterà con sé un errore da parte dei dirigenti del Sassuolo anche un riscatto da esercitare al 30 che non avevano inserito Ragusa nella lista giugno 2018 e che appare come scon- degli eleggibili per la sfida della seconda di tato. L’Atalanta ha trovato sì un nuovo campionato poi divenuta 3-0 per gli abruzzesi. leader ma, com’è probabile in caso di Così più di qualcuno aveva storto il naso, non ottime prestazioni, anche una nuova comprendendo fino in fondo perché Cristante plusvalenza come chi ha già salutato, avrebbe dovuto fare bene con la banda Gasperini, se dai Conti ai Kessie, appunto. Insomma, non era mai riuscito a sfondare in nessuna delle altre quasi cinque anni dopo il bozzolo è final- situazioni. Vero è che a Palermo e Pescara la neces- mente alle spalle per chi sognava già in sità era quella di lottare per salvarsi, ma in rosane- grande. E che può diventarlo a breve, ro aveva comunque un ampio margine anche grazie anche in termini di livello assoluto. alle contemporanee presenze di Dybala e Vazquez. A Bergamo, invece, è rinato. Buttato nella lista quasi subito, alla seconda opportunità ha timbrato il cartellino foto Daniele Buffa/Image Sport proprio con il Palermo, di testa, concedendo bis e tris con

TMWmagazine 16 EDITORIALE BENEVENTO FALSA (RI)PARTENZA

Marco #BENEVENTO FRATTINO #DEZERBI @MFrattino

Il Benevento ha esonerato puntando su do già tre giorni dopo il suo arrivo nel Sannio, col pari , ma i sanniti sono ancora a zero punti contro il Cagliari conquistato nei minuti di recupero ma perso dopo pochi secondi vista la rete di Leonardo Pavoletti. Sarà difficile, dunque, per De Zerbi ma non n sogno estivo tramutatosi in un vero impossibile. Intanto l’ex allenatore di Foggia e Paler- e proprio incubo autunnale, o quasi. Il mo sta provando a conquistare il primo storico punto Benevento puntava a essere una delle del Benevento in Serie A, voglioso anche di lasciare rivelazioni di questa Serie A, ma le prime definitivamente alle spalle la sua parentesi siciliana dodici giornate di campionato hanno conclusa con l’esonero di Zamparini dopo sette scon- detto tutt’altro. La classifica è davvero fitte di fila in campionato (otto in totale, consideran- Udrammatica, tuttavia la Società e la piazza credono in do l’eliminazione in contro lo Spezia il 30 un ribaltamento a stretto giro di posta. Perché bisogna novembre 2016). Adesso De Zerbi è arrivato al terzo sempre puntare a migliorarsi e la ‘Strega’ non ha stac- ko consecutivo alla guida della ‘Strega’, ma la musica cato la spina, tutt’altro. A dimostrarlo è l’ultima parti- dovrà cambiare a breve. È necessario, per evitare un ta prima della sosta di novembre, quella disputata in altro cambio di gestione tecnica a una squadra che casa della Juventus. Il primo tempo chiuso in vantag- non riesce proprio a scrollarsi di dosso l’etichetta di gio all’Allianz Stadium di Torino ha fatto tremare i sei squadra materasso. Affibbiata finora, purtroppo, dal volte di fila campioni d’Italia che, però, nella ripresa pessimo rendimento che vede il Benevento protago- hanno ribaltato la situazione vincendo per 2-1 grazie nista del peggiore inizio di campionato di tutti i tempi alle reti di Gonzalo Higuain e Juan Cuadrado. Ma il gol a livello europeo, rimediando la stessa striscia nega- di Amato Ciciretti, al netto di tutte le difficoltà pale- tiva del Manchester United nel lontano 1930. Un club sate in queste settimane dalla formazione di Roberto che poi, nei decenni successivi, è diventato a dir poco De Zerbi, ha confermato che il Benevento proverà a leggendario. Il Benevento non punta a questo ma giocarsela fin quando sarà possibile. vuole semplicemente lottare per la salvezza, obietti- vo che può essere perseguito soltanto conquistando qualche vittoria nel minor tempo possibile.

La classifica piange ma la Sassuolo, Atalanta e Milan saranno le prossime avver- buona prestazione contro la sarie della squadra del tecnico bresciano, che deve Juventus lascia ben sperare sfruttare la sosta per rimettere la sua formazione in carreggiata. Altrimenti la prima storica stagione del Benevento in Serie A potrebbe virtualmente finire prima del previsto e assumere contorni ancor più dramma- Proprio De Zerbi, tecnico dei campani dallo scorso 23 tici di quelli attuali, uno scenario che dalle parti dello ottobre, è l’incaricato dal presidente Oreste Vigorito stadio Ciro Vigorito non hanno voglia di immaginarlo. per riportare i giallorossi sulla retta via. Ci stava riuscen- Figuriamoci di viverlo. foto Antonello Sammarco/Image Sport TMWmagazine 17 EDITORIALE BOLOGNA RODRIGO RINASCE. DESTRO TRAMONTA

#BOLOGNA Tommaso #PALACIO essere già appagato, con la pancia piena tipica di chi MASCHIO pensa che tutto gli sia dovuto e non ci sia bisogno di sbattersi per mantenere inalterate le gerarchie Sopravanzato anche da Petkovic il centravanti si avvia e cercare di (ri)conquistare un pubblico che l’ave- verso l’addio va accolto calorosamente con un bagno di folla in stazione al suo arrivo al Bologna. oveva essere l’anno della consacra- zione per Mattia Destro. Il numero Istantanee molto lontane nel tempo, più di quanto 10 del Bologna aveva vissuto un sia passato realmente, con Destro che sembra precampionato senza problemi fisici a essere arrivato al capolinea. Come testimoniano compromettere il suo cammino verso anche le scelte e le parole di Donadoni che da inizio la migliore condizione possibile, era settembre a oggi ha schierato il numero 10 titola- da tutti considerato il titolare inamovibile attorno al re solo in due occasioni (Napoli e Lazio in casa) D lasciandolo in panchina per 90 minuti in quattro gare quale ruotare i vari Federico Di Francesco, Simone Verdi, Rodrigo Palacio, Ladislav Krejci e di certo (Fiorentina, Inter, Sassuolo e SPAL) e concedendo- poco disturbato dalla concorrenza di Bruno Petko- gli qualche minuto in altre tre (Genoa, Atalanta e vic, vice designato. In pochi mesi però le cose sono Roma). “In queste settimane Destro si è allenato a cambiate con Destro che ha compiuto in doppio salto pieno ritmo - ha spiegato Donadoni - e ha le stesse all’indietro nelle scelte e nelle gerarchie di Roberto chance degli altri di partire titolare, dipende da Donadoni. Dopo alcune prestazioni opache in avvio come si allena”, parole che non suonano come una di stagione e l’ormai solito atteggiamento indolente bocciatura completa, come alcuni hanno inteso, ma e poco combattivo infatti il tecnico del Bologna ha che fanno capire che Destro non è più inamovibile deciso di puntare sulla verve e la classe di Palacio né incedibile nonostante rappresenti l’acquisto più come riferimento centrale venendo ripagato. L’argen- oneroso della gestione Saputo e prenda il doppio di tino infatti, a dispetto dell’età, ha subito mostrato una stipendio rispetto al secondo compagno più ricco. voglia e una fame non comuni a chi è ormai giunto Gennaio si avvicina, il Sassuolo bussa alla porta, e al termine della propria carriera, stupendo tutti per la se Mattia non cambierà atteggiamento la separa- dedizione che mette in campo. Molti infatti in estate zione potrebbe diventare sempre più concreta. Un pensavano a un’operazione low cost, Palacio è arri- addio probabilmente senza rimpianti visto il rendi- vato a costo zero, fatta giusto per allungare le rota- mento tenuto in questi tre anni dal centravanti. zioni in avanti puntando su un giocatore che sareb- be venuto sotto le due torri a svernare. Nessuno, o comunque in pochi, si aspettavano che l’ex di Inter e Genoa potesse ripercorrere la strada tracciata da Roberto Baggio, e Marco Di Vaio - Destro ha le stesse chance degli altri di partire tutti arrivati in rossoblù più giovani di Palacio - pren- titolare, dipende da come si allena dendo in mano l’attacco del Bologna. Così invece è stato a scapito di un Destro che pur avendo 9 anni

meno di Palacio, e avendo vinto molto meno, sembra foto Daniele Buffa/Image Sport TMWmagazine 18 EDITORIALE CAGLIARI IN FAMIGLIA

#CAGLIARI Tommaso #LOPEZ freschezza all’entusiasmo contagio- BONAN so di inizio stagione. Un entusia- smo perso quasi all’improvviso, La dirigenza cambia: panchina affidata allo Sau col nuovo allenatore dalla gara col Sassuolo in poi. storico capitano Diego Lopez La decisione di affidargli la guida ha avuto il miglior tecnica - fondamentalmente - è uesta è casa mia”. È rendimento di sempre di facile lettura: lui che, storico iniziata così la terza capitano dal 1998 al 2010, quella “ avventura di Diego maglia è arrivato a cucirsela Lopez sulla panchi- continuare con addosso. Lui che proprio in rossoblù na del Cagliari. Del alla guida della rosa. E allora, spazio ha cominciato la carriera di allenatore. Allievi, Prima- resto, nel calcio a Diego Lopez. Uno che - come vera, poi vice in prima squadra (con ), poi Qcome nella vita, risulta quasi naturale detto - a Cagliari è di casa. Trecento- da solo, fino all’esonero (legato anche ad alcuni attri- affidarsi nei momenti difficili a quelle quattordici presenze in carriera con ti con la vecchia dirigenza), alla B col Bologna e alla persone che conosci meglio. Che ti la maglia dei sardi (con sette reti): parentesi col Palermo. Curiosamente compromessa conoscono meglio. È stato così insomma, una bandiera. E non è - quest’ultima - proprio dalla sconfitta contro il suo anche per il presidente Tomma- un caso se l’attuale nuovo tecnico Cagliari. Un allenatore che sa cosa vuol dire lottare so Giulini, che ha visto preci- della squadra faccia parte ormai da nelle difficoltà - dunque - ma che soprattutto conosce pitare la situazione sotto i propri tempo della Hall of Fame. La società alla perfezione l’ambiente cagliaritano. Dentro e fuori occhi. Troppe delusioni, così come ha deciso di affidare dunque all’uru- dal terreno di gioco. Ciò che serviva. In un cammino troppo altalenanti erano guaiano, 43 anni compiuti ad costellato di incertezze - quello che porta alla salvez- stati fino a quel agosto, il compito di far za - si è deciso di andare sul sicuro. Su chi ha la momento i rientrare il Caglia- capacità di adattarsi e calarsi velocemente in questa risultati. O ri sui binari realtà, senza lesinare scelte coraggiose. Come quella almeno giusti, di del cambio di modulo, passato da Rastelli e Diego non provare a Lopez dall’ormai radicato 4-3-3 a quello con tre difen- tali da tirare fuori sori centrali di ruolo. Un 3-5-2 in cui il solito Leonar- poter il meglio do Pavoletti continua a rappresentare il terminale dalla offensivo, affiancato via via da uno tra Diego Farias squadra e Marco Sau. E chissà che proprio quest’ultimo non almeno possa essere stato decisivo nella scelta della dirigen- sino alla za di affidarsi al nuovo allenatore. Il miglior rendimen- riaper- to col Cagliari, infatti, l’attaccante l’ha avuto con Diego tura del Lopez in panchina: stagione 2012/2013, dodici gol merca- e finalmente la consacrazione nel calcio che conta. to, Quasi un segno del destino, al quale si aggrappano ridare entrambi. Nel nome di una salvezza che - almeno sulla soli- carta - con Diego Lopez in panchina ha una faccia un dità e po’ più familiare.

foto Federico De Luca TMWmagazine 19 EDITORIALE CHIEVO DUTTILITÀ E CERTEZZA

Lorenzo #CHIEVO MARUCCI #CASTRO Samp aveva mostrato segnali @lorenzomarucci d’interesse per lui. D’altra parte la sua qualità e la sua versatilità Lucas Castro perno del Chievo e uomo mercato sono caratteristiche che fanno È un rendimento ad ogni modo costante il gola a molte squadre. In dodici suo, che fa anche pensare che di questo occasioni in carriera ha fatto passo possa aspirare a vestire nella anche la punta centrale. prossima stagione la magia di una big. Del resto dopo vari anni passati Castro sembra rappresentare tra Catania e Chievo sembra essere anche l’anima del gruppo del arrivato il momento di tentare Chievo, l’elemento in gradi porta- unto anche una nuova avventura re il buonumore: sui social infatti di forza e ancor più stimolante. si diverte a postare alcuni video che pedina pratica- Già nelle prece- lo ritraggono mentre canta e strimpel- mente inamovibile denti la la chitarra: “Sono nato a La Plata - ha per il Chievo. Lucas raccontato - e lì sono cresciute e si sono PCastro è elemento che sa essere spesso sviluppate tante band musicali. Da bambi- decisivo per i clivensi con i gol ma anche con no comprai una chitarra e poi da ragazzino gli assist. Classe ’89 è un giocatore particolarmente continuai a suonarla a Buenos Aires”. Addi- gradito a che lo ha apprezzato per la rittura ai tempi di Catania aveva creato prima volta al Catania e lo ha poi voluto con sé anche i Los Vulcanos, una band in cui c’era nell’esperienza con i veneti. All’età di 29 anni l’argen- anche il Papu Gomez in quartet- tino pare aver raggiunto la sua completa maturazio- sessioni di to che comprendeva pure Pablo ne distinguendosi anche per la capacità di inserirsi e mercato comun- Alvarez e Nicolas Spolli. A Verona per il movimento senza palla. Lui ha raccontato che il que Castro era entrato invece è capitato addirittura che suo ruolo preferito sia quello della mezzala - Maran lo nel mirino di varie squadre cantasse brani della canzone utilizza prevalentemente come interno destro nel suo tra cui ad esempio il Torino italiana davanti all’Arena. E chi lo schema - perché gli piace partire da dietro e arrivare che pare peraltro essere ha ascoltato ha assicurato che di corsa entrando magari in area di rigore. Castro è ancora in pressing sul anche in questo settore il talento stato ed è comunque un elemento abbastanza duttile: giocatore che viene valuta- non gli manca. non a caso a Catania faceva l’esterno nel 4-3-3. All’ini- to dal presidente Campe- zio della sua carriera ha giocato prevalentemente da delli intorno agli otto-dieci esterno, grazie alle sue doti nella corsa e nel dribbling. milioni. Anche il Genoa aveva pensato a lui in Le sue passioni? È soprannominato El Pata (la zampa, o meglio: piedo- estate ma si è poi ritirato ne visto che porta il 45 di scarpe) e fa anche della dalla corsa consideran- Il pallone e la chitarra forza fisica e dei colpi di testa alcuni dei suoi punti do eccessive le richie- migliori: alcuni gol li ha realizzati in effetti sfruttando le ste dei veneti. Nei mesi sue capacità nel gioco aereo. scorsi inoltre pure la foto Daniele Buffa/Image Sport TMWmagazine 20 EDITORIALE CROTONE

L’UOMO IN PIÙ L’obiettivo è ancora la salvezza ma lo ‘Scida’ è un’arma in più Ivan F. #CROTONE CARDIA #BUDIMIR e sostiene la squadra a ogni partita. Un dodicesimo @ivanfcardia #TROTTA uomo, che si chiama Ezio Quanto incide lo Scida sull’avvio del Crotone Scida.

La prima stagione del Crotone in Serie A non l prolifico risveglio di Ante Budimir era infatti iniziata in Cala- e Marcello Trotta, cinque gol in bria, bensì a Pescara. Ospiti due nei successi contro Fioren- all’Adriatico nelle prime tre tina e Bologna, ha fruttato al gare casalinghe della scorsa Crotone sei punti in due annata, i rossoblù avevano rime- partite. Ossigeno puro, diato soltanto un pareggio contro Iper una squadra in forma, il Palermo, oltre alle sconfitte con ma che comunque ha Genoa e Atalanta. Un punto nelle come obiettivo concla- prime tre gare di casa: non un bel mato quello di ripete- modo di iniziare l’avventura tra le mura re l’impresa dell’an- “amiche”. Il tutto, con una media spetta- no scorso. Dodici tori bassa: comprensibile, visto il viaggio punti in questo non proprio agevole per i tifosi in Abruzzo. primo scorcio Il ritorno allo Scida, l’anno scorso, segnò poi di stagio- la differenza: al netto della sconfitta prevedibi- ne, netta- le contro il Napoli, già all’undicesima, la seconda mente davvero in casa, il Crotone ebbe ragione del Chievo, più avviando una striscia positiva di tre risultati utili conse- positi- cutivi. Bilancio delle prime dodici giornate della vo per i scorsa stagione: cinque punti, di cui quattro in casa. pitagorici, Da agosto 2017 a oggi, invece, è cambiato tanto. Il se paragona- Crotone ha giocato in questo campionato già sei parti- to a quello di un anno rimane te allo Scida, casa sua, coi suoi tifosi e un’affluenza fa. Alla dodi- cesima giornata della Serie difficile da di pubblico vicina in media ai 10mila spettatori. E gli A 2016/2017, difatti, la squadra di raggiungere, perché effetti positivi del ritrovato pubblico si fanno sentire: aveva conquistato appena cinque punti. E la salvezza la rosa allestita dal sei partite in casa, otto punti conquistati. Due vittorie, sembrava un miraggio, tanto che poi è arrivata soprat- Crotone non sembra due pareggi, due sconfitte: il Crotone non è diventato tutto grazie a una seconda parte di stagione vissuta da particolarmente più forte rispetto a quella delle diret- imbattibile solo perché gioca in casa. Ma la musica è protagonisti, correndo sempre a duemila, coniugando te concorrenti. Detto questo, nelle fila rossoblù c’è, ben diversa, rispetto all’anno scorso. Media punti di prestazioni convincenti a risultati positivi. Quest’anno, giustamente, una certa fiducia. Dovuta in buona parte 1,33 in casa: la differenza, per il Crotone, la fa davvero la musica sembra diversa, nel senso positivo del termi- ai due attaccanti di cui sopra, certo, ma anche a chi lo Scida. Il dodicesimo giocatore di Nicola, l’uomo in ne. A scanso di equivoci, chiariamo però subito una davvero sta facendo la differenza in questo avvio di più degli Squali. cosa: vietato sedersi. La salvezza resta l’obiettivo, e campionato. Un dodicesimo giocatore, che urla, canta

foto Carmelo Imbesi/Image Sport TMWmagazine 21 EDITORIALE FIORENTINA IL MOMENTO DEL CHOLITO

Tommaso #FIORENTINA LORETO #SIMEONE @To_Lo_ Simeone rischia di sprecare troppe energie svariando sul Alla terza sosta stagionale Simeone fronte offensivo ha fatto un gol in più del suo mento di una squadra nuova, infatti, il tecnico viola si predecessore Kalinic è visto costretto ad abbandonare il 4-2-3-1 iniziale per tornare a un più rotondo 4-3-3, trovando in Thereau on il gol messo a uno dei punti fermi del reparto offensivo. Con l’infortu- segno contro la Roma, nio del francese, rimasto fuori sia con il Crotone che Giovanni Simeone con la Roma, né Eysseric né Gil Dias hanno offerto ha superato Nikola approvvigionamenti in quantità e così i centri di Sime- Kalinic. I numeri alla one sono arrivati con una staffilata dal limite sotto la terza sosta stagiona- traversa (assist di Benassi contro il Torino) e con un leC dicono che il centravanti argentino colpo di testa acrobatico (assist di Biraghi contro la della Fiorentina ha segnato 4 reti e Roma). Due prodezze alle quali aggiungere le reti offerto 3 assist, mentre il croato rosso- segnate al Bentegodi, stadio veronese che gli ha nero si ferma a 3 reti senza assist. La portato fortuna sia contro l’Hellas che contro il Chievo, faccia buona della medaglia del Cholito ma che fino a oggi non sono state sufficienti a spinge- è questa, con il tabù al Franchi interrot- re la Fiorentina nelle zone europee della classifica. Tra to prima contro il Torino e poi contro i le pieghe dei problemi viola, del resto, c’è anche un giallorossi. Due gol, uno sotto la Fieso- attacco che ha nel duo Simeone-Thereau i suoi capo- le e l’altro sotto la curva Ferrovia, che cannonieri con 4 gol a testa, una quota di gran lunga hanno ulteriormente cementato un inferiore al ritmo tenuto dai bomber delle altre squadre rapporto subito positivo tra Simeone e i con i vari Immobile, Icardi, Dybala e Mertens già tutti suoi nuovi tifosi, seppure i risultati della in doppia cifra. Insomma se Firenze ha già scoperto e Fiorentina bene raccontino i proble- apprezzato la garra e l’agonismo di questo figlio d’arte mi affrontati dall’arrivo a Firenze. Al di è soprattutto sotto il profilo tattico che la Fiorentina si là del confronto con il predecessore, augura di scoprire presto il miglior Simeone. Riuscen- quel Kalinic che dei movimenti in area do a servirlo con costanza nel corso della partita e di rigore ha fatto il proprio marchio di magari aiutandolo a limitare la corsa a favore di una fabbrica, l’ostacolo principale da supe- maggiore precisione in zona gol. Delle tante sensa- rare per il Cholito resta la solitudine zioni sollevate dalle prima gesta in maglia viola c’è in attacco. Perché come ampiamen- infatti proprio quella legata a un attaccante che spreca te prevedibile più che di coesistenza, troppe energie svariando per tutto l’attacco piuttosto con Babacar è giusto parlare di vera che restare in area di rigore in attesa di palloni gioca- e propria staffetta e perché, escluso bili. Quando Simeone e la Fiorentina troveranno l’equi- Federico Chiesa, anche sulle corsie librio sotto questo profilo è molto probabile che anche esterne ha avuto i suoi bei la classifica ne risentirà positivamente. grattacapi. Nel processo di assembla-

foto Federico De Luca TMWmagazine 22 EDITORIALE GENOA PAGA JURIC

Simone #GENOA BERNABEI #JURIC @Simo_Berna

Salta la panchina del croato. mercato, ha preso il via con le tensioni fra il presidente Ma i problemi sono anche altri e parte della tifoseria e con la trattativa, o per meglio dire le trattative, per la cessione societaria. Che oggi anto tuonò... che piovve. Già da diver- pare essersi trasformata più in una cessione di parte si giorni, anzi settimane, il nome di Ivan delle quote del club, anche se di certezze provate Juric era uno di quelli più traballanti ancora non ce ne sono. Anche questo aspetto, però, dell’intero panorama calcistico italiano. influisce giocoforza sul risultato sportivo. Perché la I risultati erano tutti contro il tecnico di dirigenza, o almeno la proprietà, è lontana dalla squa- Spalato e la sconfitta nel derby contro la dra e comunque più in generale si percepisce questa TSampdoria non ha fatto altro che far esplodere il tappo sensazione di incertezza che non fa bene a nessuno, e indurre il presidente Preziosi ad esonerare Juric. Un giocatori e allenatori compresi. Per questo col ‘nuovo’ cambio rotta probabilmente era inevitabile, ma addos- corso Ballardini bisognerà provare ad iniziare col sare tutte le colpe al croato sarebbe ingiusto. Perché piede giusto anche da quel punto di vista, con Preziosi i problemi del Genoa, di questo Genoa, partono da che dovrà risolvere quanto prima ogni vicenda legata lontano e non riguardano certamente solo la squa- alla cessione societaria o all’ingresso di nuovi capitali, dra. Perché la rosa non sarà da primi 5 posti, ma la italiani o esteri che siano. La situazione sotto la lanter- qualità c’è e l’esperienza pure. C’è solo da assemblare na, sponda rossoblù, è grave ma non compromessa, al meglio questi fattori e tradurli in risultato sportivo. ma servirà un repentino cambio di rotta per provare a Le colpe di Juric, dicevamo: la prima e più lampan- portare la barca in porto, tradotto alla salvezza. Come te è quella di non aver saputo trasmettere il proprio detto la qualità c’è, l’esperienza anche. L’unico dubbio carattere alla squadra, apparsa troppo spesso fragile potrebbe nascere sull’abitudine dei giocatori a lotta- o comunque in grado di sciogliersi senza troppa resi- re per certi traguardi, ma l’arrivo di Ballardini servirà stenza alle prime avversità. Nel mezzo ci mettiamo proprio a questo. Il tecnico conosce bene l’ambien- pure un po’ di sfortuna, perché l’infortunio di Lapa- te dalle due precedenti esperienze, quindi non avrà dula ha certamente scombinato i piani (specialmente grossi problemi di ambientamento. E la sosta, questa quelli tattici). Ma come dicevamo le colpe non posso- volta, arriva davvero al momento giusto. no essere tutte dell’allenatore: Juric sapeva a cosa andava incontro quando a suo tempo ha ‘ri-accettato’ la corte di Enrico Preziosi dopo l’esonero post 5-0 a Pescara, ma forse non ha avuto abbastanza forza per Preziosi dovrà risolvere imporre le sue idee, i suoi concetti e perché no i suoi al più presto la questione giocatori in sede di pianificazione del mercato. Anche societaria se è vero che, alla luce della filosofia societaria del ‘tutti sono in vendita davanti a offerte concrete’, è difficile dire la propria e ancor di più farsi ascoltare. Ancora: la foto Matteo Gribaudi/Image Sport stagione del Grifone, oltre che per i problemi legati al

TMWmagazine 23 EDITORIALE HELLAS LINEA VERDE

Andrea #HELLAS GIANNATTASIO #VERDE tra i pali). Davanti a lui ci sono soltanto due @giannattasius “vecchi” pilastri come Romulo con 976’ e Bessa con 959’. Tanto per fare un esempio, L’Hellas si aggrappa al suo scugnizzo per la salvezza non era stato ancora così il centravanti Pazzini, eroe della promozio- decisivo nell’econo- ne dello scorso anno e capocannoniere mia della sua della squadra, in questa speciale classi- squadra. robabilmente un inizio di stagione così fica si trova addirittura al settimo posto,

buono, all’interno di una rosa con decine distante ben 165’ da Verde. Cifre che di carenze e ancora tanti punti interroga- spiegano quanto incisivo sia diventa- L e tivi, non se lo aspettava neppure Daniele to l’apporto di Verde e, nel contempo, cifre colle- Verde, esterno del Verona con un innato quanto si faccia sentire il peso della sua zionate fino ad oggi vizio per il gol. E forse, unica nota lieta di assenza (l’unica volta che che Pecchia al Bentegodi dal classe ‘96 un Hellas che flirta pericolosamente con i bassifondi lo ha lasciato in panchina 90’ per scelta P di Napoli, infatti, raccontano sicu- tecnica è andato incontro alla débâcle della classifica fin da inizio stagione. Non è dunque un ramente un avvio più che positivo caso che la freccia di scuola Roma sia diventato pronti per 3-0 in casa contro la Lazio). Di dell’avventura a Verona di Verde, via una risorsa indispensabile nell’arco di Pecchia, questo scugnizzo terribile, il Verona vice-capocannoniere della squa- che dopo aver osservato da avversario l’esplosione di non può proprio fare a meno... dra con tre reti (una in campio- Verde nella scorsa Serie B ad Avellino (38 presenze e nato, la sua prima in assoluto in 8 gol, uno dei quali - decisivo per il successo dei Lupi Serie A, nel derby contro il Chievo - proprio al suo Verona l’11 febbraio scorso) in estate più due in Coppa Italia proprio all’A- ha chiesto con forza al ds Fusco di poterlo avere nella vellino) e assistman decisivo nell’u- sua rosa. Ottenendo in breve tempo la risposta entu- nica vittoria sin qui collezionata dal siasta del giocatore, alla sua terza esperienza in A Verona contro il Benevento, tre punti dopo quelle con la Roma stessa (fu lanciato tra i big pesantissimi in ottica salvezza. C’è però nel gennaio 2015 da ) e quella deludente un altro dato che spiega quanto importan- a Frosinone, culminata con la retrocessione in Serie B. te sia subito diventato Verde per l’Hellas ed Due avventure però che sono già alle spalle, visto che è quello relativo ai minuti giocati: con i suoi i numeri messi insieme fino ad oggi dal talento campa- 819’ disputati (numeri aggiornati all’11ª gior- no spiegano bene come questo inizio di stagione, nata di campionato) l’ex giallorosso è il terzo per il giocatore, sia decisamente il migliore della sua giocatore di movimento della rosa più utilizzato sua carriera da professionista, addirittura in crescen- da mister Pecchia (viene chiaramente esclu- do rispetto all’annata di Avellino, dove dopo 11 turni so da questa classifica l’intoccabile Nicolas

Tolto il portiere Nicolas, Verde è il terzo giocatore più utilizzato. Perfino più di Pazzini foto Daniele Buffa/Image Sport

TMWmagazine 24 EDITORIALE JUVENTUS RIVOLUZIONE INATTESA

Marco #JUVENTUS CONTERIO #PJACA re al meglio e @marcoconterio per crescere ancora. Nella Il ritorno dopo un lungo calvario. tra due gare, novantatre in tre partite in Champions sua seconda, Può essere lui il vice Higuain League dove Pjaca ha siglato finora l’unica rete bian- nuova, vita in conera quando ha aperto le danze nel 2-0 del Dragao bianconero. contro il Porto. e notizie che il ventinove marzo arriva-

rono dal Santa Katarina di Zabok fecero Adesso, in casa Juventus, ci si interroga su dove possa disperare la Juventus. Le lacrime estoni giocare Pjaca una volta rientrato. Perché la scorsa di Marko Pjaca sono quelle di un talen- stagione non ha trovato molto spazio ed era una rosa to che fa crack. Rottura al legamento senza troppi esterni, giusto per usare un eufemismo. crociato durante l’esperienza con la Adesso, Federico Bernardeschi e Douglas Costa Nazionale e, dalla clinica specializzata in ortopedia a L hanno rinforzato la formazione di Allegri e, visto che trenta chilometri da Zagabria, arrivò l’amaro responso. Mario Mandzukic ha oramai messo le tende sull’e- Al 64’ della gara con la maglia della Croazia, Pjaca sterno mancino della trequarti, la sensazione è che uscì dal campo di Tallin con le mani sul volto. Lacri- Pjaca possa diventare il vice Gonzalo Higuain accen- me, attesa, ansia. Poi un lungo stop, un recupero che trando il suo raggio d’azione. da marzo è terminato a inizio novembre quando è tornato a disposizione prima In estate, nonostante l’infor- della Primavera di Alessandro tunio, in fondo la Juventus Dal Canto e poi della prima “Credo tanto in Pjaca”, ha detto di no alla cessio- squadra di Massimiliano Alle- ne. Che fosse in prestito o a gri. Per l’ultima prima della ammette il ct della titolo definitivo. La Fioren- sosta contro il Benevento non Croazia tina ci ha provato, col è stato convocato ma a breve direttore sportivo sarà a tutti gli effetti pronto per viola Panta- tornare a giocare in campo. leo Corvino che ha provato a chie-

dere l’inserimento di Pjaca quale “Questo incidente di percorso non fermerà la tua parziale contropartita nell’affare carriera”, gli scrisse tramite Twitter Massimiliano Alle- relativo a Federico Bernardeschi. gri. Per Marko Pjaca un percorso lungo, fatto di fatica Giuseppe Marotta e Fabio e di lavoro. In gruppo è rientrato, seppur parzialmente, Paratici, dg e ds bianconeri, a metà ottobre. “Bello riaverti con noi”, lo riaccolse sui ci hanno pensato e lo stesso social Sami Khedira, centrocampista tedesco di casa ha fatto anche il ventiduen- Juventus. Non vedeva l’ora di riammirarlo con le scar- ne di Zagabria. Che poi ha pette anche il ct della Croazia. “In lui credo tanto”, ha deciso, lui come la Vecchia ammesso Zlatko Dalic. In bianconero, Pjaca ha finora Signora. Meglio restare giocato quattordici partite in Serie A ma per ‘soli’ 448 a Torino, per recupera- minuti totali. Trentaquattro quelli in Coppa Italia divisi

foto Daniele Buffa/Image Sport TMWmagazine 25 EDITORIALE MILAN LUCE IN FONDO AL TUNNEL

Antonio #MILAN VITIELLO #BONUCCI @AntoVitiello

Acquistato come top player in estate, Leonardo Bonucci ha inciso in negativo sull’avvio di stagione del Milan Il crollo dell’ex Juve è stato pesante. Col Sassuolo segnali imidi segnali di ripresa. Può di ripresa essere intesa così l’ultima prova di Leonardo Bonuc- sierito troppo e in campo non ha di essere all’altezza, era solo colpa mia. Devo dimo- ci prima della sosta per i giocato mai con serenità. Ecco strare tutti i giorni di essere tornato, non bastano due playoff dell’Italia, contro perché l’avvio è stato negativo, partite fatte bene. Voglio ricambiare la fiducia della il Sassuolo si è rivista la ma ora il difensore della Nazio- società e dell’allenatore che mi hanno voluto”. Il Milan versione bianconera del difensore più T nale ha capito dove sbagliava, è in ritardo sulla tabella di marcia, con questo passo pagato d’Italia. Da quando è arrivato al ha fatto un esame di coscienza da lumaca non raggiungerebbe l’obiettivo prefissato Milan non ha mai spostato gli equilibri, in e ha deciso di ripartire da zero, in estate, ovvero rientrare tra le prime quattro a fine alcune partite Leo non ha inciso in positi- come se fosse un ragazzino stagione, e la fotografia dell’inizio stentato è quella di vo ma addirittura è stato uno dei peggio- all’esordio in serie A, accanto- Bonucci. Doveva essere lui il valore aggiunto, l’ago ri in campo. Il peso delle responsabilità nando la sua storia gloriosa della bilancia, invece non ha ancora dato il suo reale l’ha schiacciato, in alcune situazioni è alla Juventus. Ad incidere contributo. Con il Sassuolo un piccolo passo avanti, la diventato insostenibile, peggiorando sulle sue prestazioni, oltre speranza per il club che il vero Leonardo sia finalmen- poi di giorno in giorno fino all’episo- alle situazioni interne allo te tornato, perché con il suo importante contributo la dio della gomitata ad Aleandro Rosi spogliatoio, c’è stata squadra potrà risalire la classifica con più rapidità. in Milan-Genoa. E’ stato il punto più anche l’etichetta di Tutto dipende da Bonucci e dalla sua trasformazione, basso toccato da Bonucci in questa difensore più pagato il reset c’è stato durante le due giornate di squalifica prima parte di avventura rossonera, da della serie A, acqui- che gli hanno fatto saltare le partite contro Chievo qual cartellino rosso però qualcosa è stato a luglio per e Juve, ora però deve iniziare a dare continuità alle cambiato. “L’espulsione e le due gior- 40 milioni di prestazioni dopo il match positivo a Reggio Emilia. Il nate mi hanno permesso di lavorare, euro (compre- crollo, l’agonia e ora la lenta risalita. di mettere benzina e di togliermi un s o De Sciglio), po’ di pressioni che avevo addosso, e arrivato tra la sia per prestazioni non all’altezza sia folla di Casa Milan per il passaggio estivo, mi ero creato come salvatore troppe aspettative, ho fatto un passo della patria, come indietro”, ha dichiarato Bonucci dopo giocatore in grado la vittoria scaccia crisi a Reggio Emilia. di spostare gli equi- Un eccesso di responsabilità, compre- libri: “Se sono arrivate so l’investitura della fascia da capitano le critiche è perché tolta a Montolivo, ha messo in difficol- non avevo dimo- strato tà Bonucci. Le critiche lo hanno impen- foto Daniele Buffa/Image Sport

TMWmagazine 26 EDITORIALE NAPOLI I GIORNI DI MARIO RUI

Raimondo #NAPOLI DE MAGISTRIS #MARIORUI con la maglia del Napoli -. Con Ghou- @RaimondoDM lam abbiamo perso un giocatore che stava facendo cose strepitose, posso L’infortunio di Ghoulam irrompe nelle certezze di Sarri. la prima scelta sarà lui”. somigliargli in certe cose, eguagliare certi Tocca al portoghese suoi movimenti e migliorare in altri. Ma ora Detto, fatto. Sarri già quat- devo solo pensare a giocare al 100%”. tro giorni dopo, al Bentego- aledetto infortunio. Arrivato di di Verona contro il Chievo, proprio nel momento più alto di Una soluzione tampone in attesa di ha schierato l’ex laterale della una carriera che stava vivendo gennaio, quando gli uomini mercato Roma per 90 minuti. Una presta- in questi mesi, in queste setti- Giuntoli e De Laurentiis dovranno zione dignitosa per chi, ovvia- mane, le sue pagine migliori. inserire in rosa un altro terzino. Da mente, non è ai livelli del terzino Faouzi Ghoulam è costretto a Masina a Vrsaljko, passando per titolare, ma sa di poter dare il suo fermarsi proprio sul più bello. Uno stop inatteso, lungo, Grimaldo e non solo. Se si vuole M onesto contributo a una squa- puntare davvero allo rimediato durante la sfortunata sfida di Champions dra che non può fermarsi per League contro il Manchester City e che lo costringerà Scudetto, un infortunio. Anche se a restare fuori fino a primavera. “Rottura totale del pesantissimo come legamento crociato anteriore destro”, recita il comuni- quello di Faouzi cato del Napoli, che dopo l’operazione ha dato anche Ghoulam. “Diffi- una prima indicazione sui tempi di recupero: almeno cile dire come 90 giorni prima di rivederlo sui campi di allenamento di Castel Volturno. non Solo al 100% della lascia- Un vero peccato. Perché Ghoulam rispetto all’incerta re Mario passata stagione aveva mostrato segnali di crescita condizione Mario Rui Rui come importanti. Meglio in fase difensiva, più preciso nei sarà la prima scelta unico padrone della corsia sini- suggerimenti e qualche gol a confermare il processo stra sarà operazione necessaria e di crescita. Forse, con Kolarov il miglior terzino sinistro imprescindibile. della Serie A in questo avvio di stagione. m i

sento, E ora? Avanti con Mario Rui, con un terzino che fino era allo stop di Ghoulam aveva giocato solo tre minuti. tanto Ma Maurizio Sarri, nonostante nei primi due mesi e che mezzo non l’abbia praticamente mai schierato, si fida non di un calciatore che ha già allenato a Empoli e l’ha subito chiarito, già dal post-gara della sfida col City quando l’entità dell’infortunio di Ghoulam non era gioca- ancora chiara: “Hysaj può essere una soluzione sulla foto Daniele Buffa/Image Sport vo - ha detto Mario Rui dopo corsia mancina solo se Mario Rui non torna presto al la sua prima gara da titolare top della condizione. Se Mario Rui sarà presto al 100%

TMWmagazine 27 EDITORIALE SAMPDORIA PRAET L’INTERNAZIONALE

#SAMPDORIA Andrea #PRAET PIRAS

Arrivato da trequartista, il ragazzo esploso come mezzala All’ex Anderlecht va dato il merito di non essersi abbat- tuto dopo prestazioni non all’altezza e di essersi tirato su le , di aver lavorato con serietà e dedizione a trequartista a mezzala. È questo il già dal ritiro di Ponte di Legno mettendosi a disposi- percorso di Dennis Praet. Il numero zione del gruppo e del suo allenatore. La continuità 18 blucerchiato ha collezionato, ha dato poi una mano al ragazzo. L’impiego costante domenica dopo domenica, prestazio- infatti gli ha permesso di affinare i meccanismi con i ni più che convincenti facendo inna- compagni di reparto e adesso sta raccogliendo i frutti. morare i tifosi della Sampdoria con le Corsa, grinta e capacità di recuperare i palloni sono Dsue giocate. Eppure il suo impatto con la città della solo alcune delle doti messe in mostra dal giocato- Lanterna non è stato memorabile. Ragazzo timido, re che è diventato, insieme a Lucas Torreira, uno occhi di ghiaccio, è approdato in blucerchiato per la dei perni del centrocampo del club del presidente cifra di 10 milioni di euro. Una grande responsabili- Massimo Ferrero. Nella fase offensiva il ragazzo si tà per un ragazzo del 1994, allora 22enne, presen- allarga spesso anche sulla fascia sinistra, sfruttando tato come trequartista. La concorrenza certamente la sua velocità e la sua abilità palla al piede, cercan- non mancava: oltre a lui la Samp presentava gioca- do il dialogo anche con Strinic e andando anche al tori come Bruno Fernandes, Ricky Alvarez, Patrik traversone vestendo i panni dell’assist-man. Suoi, per Schick - allora non era stato presentato come punta esempio, i passaggi vincenti per i gol contro Atalanta vera e propria - e Filip Djuricic. L’annata purtroppo e Crotone di Karol Linetty, altra piacevole conferma non è stata all’altezza delle aspettative. Troppe gare della stagione, e il suggerimento che ha portato alla altalenanti, qualche giocata sbagliata e il suo valore rete di Quagliarella contro l’Inter. Il centrocampista realmente mai messo in luce. però belga adesso è sempre nel vivo dell’azione, sia che si gli ha sempre dato fiducia, come del resto fa con ogni imposti sia che si debba rincorrere l’avversario. Non elemento della rosa doriana, schierandolo mezzala, sono mancati anche i ritorni alle origini in questo primo ruolo in cui secondo il tecnico di Bellinzona può rende- scorcio di campionato. All’occorrenza, infatti, il tecnico re al meglio. Quest’anno il vero cambio di marcia. lo ha anche impiegato alle spalle delle punte dimo- strando la sua duttilità. “È un giocatore internazionale - ha dichiarato più di una volta mister Giampaolo nel corso delle conferenze stampa pre e post gara - ma Dopo una stagione bisogna che il giocatore sia convinto”. Analizzando in chiaro-scuro, il questa prima parte di stagione sembra che tutto stia andando verso questa direzione con il club ligure che centrocampista belga ha finalmente ha potuto contare su un talento, fino all’an- no scorso, ancora inespresso. Dennis Praet intan- dimostrato il suo valore to è definitivamente sbocciato. E la Sampdoria se lo coccola.

foto Matteo Gribaudi/Image Sport e Daniele Mascolo/PhotoViews TMWmagazine 28 EDITORIALE SASSUOLO CHE FINE HA FATTO BERARDI?

Daniel #SASSUOLO UCCELLIERI #BERARDI @DUccellieri

Un declino continuo nelle ultime stagioni stagione furono solo l 3 novembre 2013, il calcio italiano iniziava 5, anche se a scoprire il talento di . In l’attaccante del quel giorno l’attaccante del Sassuolo segnò la Sassuolo rimase sua prima tripletta in serie A contro la Sampdo- a lungo fermo per infortu- ria, che permise al Sassuolo di ottenere il suo nio (stagione sfortunata per il Sassuo- Berardi: una primo, storico, successo fuori casa nel massi- lo, complice anche la prima, storica, partecipazione volta smal- Imo campionato italiano. La storia di del giovane attac- all’Europa League). tito l’infor- cante era una favola di quelle belle, una storia che solo tunio che lo il calcio può regalare: Berardi infatti venne scoperto per Nonostante due stagioni apparentemente negative, le sta tenendo caso, durante una partita di calcetto con gli amici del voci di mercato non sono mai mancate: dalla solita lontano dai fratello. Una partita come tante altre, coma fanno ogni Juventus alla Fiorentina, passando per il Napoli e campi, dovrà settimana milioni di uomini e ragazzi. Berardi fu notato per la Roma di , che avrebbe mostrare a tutti da un osservatore del Sassuolo, superò alla grande il fatto carte false pur di poter allenare nuovamente il il suo valore. provino ed entrò a far parte degli Allievi Nazionali del suo pupillo. Squinzi però è stato irremovibile: Berardi Il Sassuolo e Sassuolo: poi l’approdo in prima squadra, la serie A e vale 40 milioni di euro, cifra che nessuno ha messo sul perché no le prima tripletta nel campionato italiano. piatto in estate. Rimasto ancora una volta al Sassuo- anche l’Ita- lo, in molti si aspettavamo una stagione diversa, un lia, hanno Il primo anno in serie A fu un trionfo: 29 presenze, 16 riscatto dopo due anni non all’altezza delle aspetta- bisogno gol e 6 assist, un bottino niente male per un ragaz- tive. Riscatto che, purtroppo, ancora non è arrivato: del suo zino al primo anno in uno dei campionati più difficili 8 presenze, 1 gol ed un rigore sbagliato, questo lo talento. del mondo. La stagione successiva le cose andarono score della punta neroverde sotto la guida di Cristian ancora meglio: un gol in meno (15 in 32 presenze), ma Bucchi. ben 11 assist vincenti per i suoi compagni di squadra. Due stagioni alla grande e le inevitabili voci sulle big Le domande adesso sorgono spontanee: ha fatto interessate al talento neroverde, su tutte la Juventus, bene la Juventus nelle passate stagioni a non investire Il Sassuolo e l’Italia squadra che negli ultimi anni ha fatto molti affari con il su Berardi? I fatti al momento dicono di sì, visti i numeri club di Squinzi. degli ultimi anni di un ragazzo che in carriera ha gioca- hanno bisogno del suo to solo in periferia e mai in una grande squadra. Allo Mesi e mesi di rumors di mercato, poi la scelta del ragaz- stesso tempo fa bene Squinzi a valutarlo così tanto? Se talento zo: restare al Sassuolo per completare il suo processo il rendimento non dovesse migliorare il rischio concre- di maturazione. Una scelta sulla carta giusta, ma qual- to è di vedere diminuire nettamente il valore del gioca- cosa si è inceppato. Nella stagione successiva, Berar- tore. Un vero peccato per le casse neroverdi, che con di riuscì a mettere a segno appena 7 gol in 29 presen- 40 milioni in passato avrebbero potuto costruire una ze, ancora peggio la scorso anno, quando le reti a fine rosa decisamente di valore. La palla adesso passa a foto Antonello Sammarco/Image Sport

TMWmagazine 29 EDITORIALE SPAL IL LUNGO DIGIUNO

Simone #SPAL LORINI #BORRIELLO negativi che hanno spinto il giocatore a più di una @Simone_Lorini panchina nei primi mesi di esperienza a Ferrara, con Semplici che sempre più spesso ha messo in campo A -6 dai cento gol in Serie A, Marco Borriello giornate, ma anche diverse prestazioni di la coppia formata da Alberto Paloschi e Mirco Ante- sta vivendo uno dei momenti più difficili della livello utili alla squadra di Castori, con cui nucci, raccogliendo anche discreti risultati. La ritrova- sua carriera si consumò un divorzio sorprendente a ta vittoria in campionato, 1-0 nei confronti del Genoa, gennaio. è stata griffata proprio dai due attaccanti di movimen- opo la solita estate movi- to, con il centravanti che è subentrato nel finale di gara mentata, l’autunno non Numeri forte- disputato appena sei minuti. sta regalando le consue- mente te e attese gioie a Marco Con trentacinque primavere alle spalle e l’obiettivo Borriello, a secco da tripla cifra in Serie A così vicino, è lecito aspettar- oltre due mesi e finito tra le si una scossa da parte del centravanti napoletano, Dsorprese in negative di questo primo quarto giunto alla tredicesima avventura della sua di stagione in Serie A. L’attaccante della carriera dopo Milan, Sampdoria, Reggi- SPAL, arrivato in Emilia con l’etichetta di na, Treviso, Roma, Empoli, Triestina, “ciliegina sulla torta”, aggiunta peraltro Juventus, Genoa, West Ham, Carpi ad un mercato già piuttosto movimenta- e infine Cagliari. Un bagaglio di to per gli estensi, non sta rispettando le esperienza che ha reso Borriel- attese della piazza, che tante speranze lo automaticamente uno dei aveva riposto in uno dei grandi protago- leader della SPAL, come nisti dell’ultima decade di Serie A e non dimo- stra l’episodio di qualche solo. setti- mana fa: “Fai meno sesso”, l’accusa di in tifoso al Protagonista assoluto l’anno scorso con centravan- ti, sempre chiac- la maglia del Cagliari, che trascinò con chieratissimo in tema gossip e cinque gol in dieci giornate, risultando in quel momen- to seduto sul anche uno dei migliori bomber italiani del bus con il resto della squadra, campionato, a Ferrara non sta riuscendo a con susseguente risposta ripetere i numeri collezionati nelle recenti a muso duro dell’at- tac- esperienze e che lo avevano portato a cante. Una volta chie- quattro lunghezze dalle cento segnature I numeri delle prime dieci giornate sto all’autista di fermare in Serie A (è tutt’ora il sesto giocatore in lo hanno spinto per diverse volte in l’autobus, l’attac- cante ha voluto un faccia a faccia attività con più gol nel massimo campio- panchina nato dopo Gilardino, Quagliarella, Pazzi- con il suo accusato- re, difen- ni, Pellisier e Higuain, ndr). Persino nei sei dendo la propria vita privata e forse mesi poco esaltanti vissuti a Carpi, l’attac- prendendo anche troppo sul serio la frase cante napoletano aveva fatto decisamente del sostenitore. meglio: due gol e un assist nelle prime dieci

foto Daniele Mascolo/PhotoViews TMWmagazine 30 EDITORIALE TORINO UNA PROMESSA DA MANTENERE

Pietro #TORINO LAZZERINI #NIANG Il tridente completato da Ljajic e Belotti, con Iago @PietroLazze Falque che avrebbe potuto perdere il posto, doveva essere quello dell’assalto all’Europa, ma il rendi- Niang è l’acquisto più caro della storia del Torino ma non mento dell’ex rossonero non ha dato i frutti sperati. ha ancora dimostrato il suo valore Mihajlovic stesso, lo ha criticato a più riprese dichia- rando di aspettarsi di più dal proprio giocatore, ma ’Baye Niang è stata una delle ottenendo in cambio poco o niente. Dopo la crisi trattative più complesse e del Toro, culminata con la sconfitta subita a Firenze lunghe che hanno caratterizzato contro la Fiorentina, anche il patron Cairo è torna- il mercato estivo del Torino e non to a parlare del suo investimento più oneroso: “Il solo. Un giocatore da tempo in suo acquisto produrrà certamente risultati positivi. cerca di se stesso e soprattutto Con il suo strapotere fisico può fare la differenza. di una continuità mai riscontrata nelle precedenti È un giocatore che ho apprezzato molto al Milan M e al Genoa e sono contentissimo di averlo preso”. esperienze. Un prestito con obbligo di riscatto per un esborso totale che supera i 15 milioni di euro e Un attestato di stima che ‘protegge’ il giocatore al che dunque si attesta tra i colpi più cari della storia pari delle dichiarazioni di Mihajlovic: “I milioni che il del club granata. Un colpo, che per tanti avrebbe presidente ha investito per lui non sono soldi butta- dovuto fare la differenza nel progetto tecnico di ti. Garantisco io per lui”. Bastone e carota dunque, Sinisa Mihajlovic e che, invece, per il momento è come di consueto per l’ex ct della Serbia. solo un grande punto interrogativo. Dopo questa ennesima difesa collettiva però, è Il francese, naturalizzato senegalese, è stato a un arrivato il momento per Niang di cogliere l’attimo e passo dallo Spartak Mosca, con i russi che aveva- lasciarsi alle spalle le accuse di giocatore indolente no trovato un accordo totale con il Milan sulla base e difficilmente decisivo. Ha bisogno di confermare di 22 milioni di euro e con il giocatore che aveva le sue qualità e iniziare a far sognare i tifosi granata, addirittura fissato le visite mediche. Poi, l’intervento abbastanza scocciati dal suo rendimento negativo. del tecnico serbo ha cambiato le carte in tavola, con Per il Torino deve essere l’arma in più da affiancare lo stesso attaccante che ha rifiutato il trasferimen- a Belotti e dopo aver fallito nella sua sostituzione to nella capitale russa mandando su tutte le furie la quando il ‘Gallo’ è dovuto rimanere fuori per infor- dirigenza rossonera. L’intervento dell’ex allenatore tunio, deve impegnarsi al massimo per diventare rossonero è stato decisivo per il successivo buon finalmente indispensabile per i granata. L’Europa è esito dell’affare, con la pace tra i club stipulata ancor lontana, ma il tempo a disposizione è ancora abba- prima che potesse nascere una polemica. Alla fine, stanza per far ricredere gli scettici e soprattutto per la trattativa venne sbloccata dall’intervento del ripagare la fiducia mostrata dal club. presidente Urbano Cairo, che il 31 agosto, ultimo giorno utile, riuscì ad acquistare il talentuoso ester- no offensivo. Cairo e Mihajlovic credono in lui ma i tifosi iniziano a rumoreggiare 31 foto Matteo Gribaudi/Image Sport TMWmagazine EDITORIALE UDINESE UNA NUOVA SCOMMESSA

Giacomo #UDINESE IACOBELLIS #BARAK @giaco_iaco

Antonín Barak sulle orme di Janko e con l’Arsenal nel quinquennale, riponendo in lui grandissima mirino fiducia per il presente, ma anche per il futuro. Quale piazza migliore che Udine, d’altronde, per proseguire il suo processo di crescita, in e i risultati fin qui altalenanti della squa- attesa del grande salto? Il ragazzo maturato dra non hanno certo acceso l’entusia- nel vivaio del Dukla Pribram ha la testa sulle smo della società e i sogni dei tifosi, in spalle ed è concentrato solamente sul campo, casa Udinese la notizia più bella corri- ma l’obiettivo di giocare un giorno con Arsenal sponde anche quest’anno all’exploit di o Barcellona nasce da molto lontano: “Ero e un giovane di belle, bellissime speran- sono tifoso dell’Arsenal, impazzivo per Thierry Sze. Parliamo di Antonín Barak, classe 1994 acquista- Henry. Oggi guardo Iniesta, per visione di gioco to in estate dallo Slavia Praga per circa tre milioni di e bellezza del tocco. Mi piacciono i Gunners e euro. Mancino puro, il nuovo gioiellino della famiglia il Barcellona. All’Udinese comunque sto bene Pozzo stupisce per personalità, tempi di gioco e dutti- e qui devo crescere, non mi pongo il problema lità tattica. Nella prima parte di questo campionato, di quel che sarà. Vedremo”. Sulle orme del suo Delneri lo ha schierato infatti in almeno quattro ruoli connazionale Jakub Jankto, pescato anch’e- differenti: mezzala, centrocampista centrale, trequar- gli dallo Slavia Praga nel 2014, Barak si prepa- tista o mediano. E sempre con buoni risultati. “Accet- ra così a diventare un punto fermo della squa- to di giocare ovunque, non mi dispiace muovermi da dra di Delneri, step intermedio di una carriera numero 10, ma mi sento più un 8”, ha chiarito recente- che potrebbe regalargli tante soddisfazioni. mente l’eclettico Barak. Importanti mezzi fisici, ottima A Barak, così come all’Udinese. Dopo i vari tecnica, tiro da fuori e anche un discreto senso del gol Sanchez, Isla, Zapata, Asamoah e Pereyra, solo arricchiscono il biglietto da visita di un giocatore che, per citarne alcuni, il jolly ceco sembra destina- nonostante i suoi 22 anni d’età, fa stabilmente parte to infatti a rappresentare l’ennesima scommes- della rosa della Nazionale maggiore della Repubbli- sa vinta dall’esperto e inappuntabile lavoro di ca Ceca. D’altronde, già in patria Barak aveva attira- scouting dei bianconeri. La ricetta, tanto, non to su di sé l’interesse di diverse squadre di livello - cambia quasi mai. Un talento da consacrare l’Udinese lo seguiva da oltre un anno -, protagonista tra le mura della Dacia Arena e poi rivendere nella HET Liga della passata stagione a suon di gol, a peso d’oro a una big, italiano o europea, assist e presta- realizzando zioni da sette in plusvalenze pagella. Proprio Il nuovo gioiello dei Pozzo è un da record. per questo motivo i friulani gli hanno vero jolly di centrocampo fatto firmare subito un contratto foto Antonello Sammarco/Image Sport TMWmagazine 32

EDITORIALE SERIE B RILANCIO AL RIBASSO

Luca #SERIEB ESPOSITO #SALERNITANA @lucesp75 #BOLLINI

Mercato intelligente nonostante partenze eccellenti. sfida contro l’Empoli. Indicazioni positive Salerno stupisce in attesa del rientro dall’infortunio di Fran- cesco Orlando, talentuoso esterno acquista- to dalla Lazio e girato in prestito ai granata. Arrivi n rilancio al ribasso. Può essere sinte- importanti e di prospettiva anche a centrocampo tizzata così la stagione della Salernita- dove sono stati confermati Odjer e Minala. Stanno na, partita in punta di piedi ma capace facendo bene anche Matteo Ricci, di proprietà della di esprimersi su ottimi livelli nelle Roma, e Sofian Kiyine, talentuoso giocatore il cui prime dodici giornate del campionato cartellino appartiene al Chievo Verona. L’ex Primavera cadetto. A parlare sono i numeri: una della Roma s’era già messo in mostra con la maglia sola sconfitta, quattro vittorie e sette pareggi. I granata U del Perugia. Il marocchino del Chievo invece viene da sono la squadra che insieme al Palermo ha perso di qualche presenza in massima serie e sta conferman- meno. Nelle ultime settimane sono aumentate anche do quanto di buono fatto vedere sotto il piano tecnico. le vittorie grazie ai successi contro Avellino, Novara ed In difesa si stanno ben comportando Schiavi, Manto- Empoli. Un rilancio al ribasso perché in estate s’era vani, Pucino e Vitale, così come i portieri Radunovic e parlato di ridimensionamento, e in effetti c’è stato. Adamonis. A gestire questo bel collettivo c’è Alberto Almeno, o meglio solo sulla carta. Nell’ultima finestra Bollini. Il tecnico di Poggio Rusco, confermato dopo di calciomercato sono andati via giocatori del calibro i risultati positivi ottenuti lo scorso anno. Ha lavora- di Coda, Donnarumma, Improta, Busellato e Gomis. to alacremente nel ritiro di Roccaporena. E i risulta- La società l’ha rimpiazzati con giovani di valore e ti si vedono. È già entrato nella storia con la striscia giocatori affamati. È il caso di Mattia Sprocati, già a di dieci risultati utili consecutivi. Un plauso lo merita Salerno lo scorso anno ma riscattato in estate dalla Pro il ds Angelo Mariano Fabiani che ha lavorato bene Vercelli. L’esterno nativo di Monza, attualmente fermo in sede di mercato e i risultati lo stanno conferman- ai box, è sicuramente il protagonista di questo avvio do. Nel frattempo Lotito e Mezzaroma osservano e di stagione. Dodici presenze, sei gol e cinque assist chissà che non abbiano una soluzione per aggirare tra campionato e Coppa Italia. Numeri importantissimi il problema della multiproprietà, unico ostacolo tra la che certificano il valore di un esterno di grande qualità Salernitana e un eventuale ritorno in Serie A. e prospettiva. In attacco sono arrivati Riccardo Boca- lon e Alessandro Rossi, giocatori motivati e intenzio- nati a fare bene in una piazza difficile come Salerno. Il primo la Serie B l’aveva solo assaggiata col Portogrua- Bollini ottimo nella gestione. ro-Summaga, il secondo è all’esordio tra i professioni- sti, eppure sta dimostrando doti tecniche e compor- Atleticamente la squadra è al top tamentali fuori dal comune. L’ex Alessandria Bocalon era partito bene sia in Tim Cup che in campionato. Poi un digiuno di reti durato quasi due mesi e interrotto sabato scorso con la doppietta messa a segno nella foto Dario Fico/TuttoSalernitana.com TMWmagazine 34 EDITORIALE SERIE C THIS IS THE END

#SERIEC Stefano #MODENA una corsa contro il tempo, sicuramente apprezzabile. SICA Ma troppo tardiva, evidentemente, per i calciatori, che Il Modena viene escluso dalla Serie C. stato firmato persino un preliminare di accordo col a quest’ultima àncora di salvataggio non hanno credu- Canarini salutano il calcio professionistico dopo 105 anni dominus “pro tempore” del Modena, Aldo Taddeo, to, confermando lo sciopero per l’ultimo impegno a imprenditore varesino con origini caudine e interessi Santarcangelo. Insomma, il tentativo di mediazione in Slovacchia. Poi la fumata nera, conseguenza forse di Tazzioli è fallito esattamente come quello operato arà difficile dimenticare a Modena di una riflessione a 360 gradi fatta da Gigliotti circa alla fine di ottobre da Taddeo, il quale aveva chiesto ai il 5 novembre del 2017. l’opportunità di andare avanti in una scommessa giocatori di rinunciare proprio agli emolumenti di luglio La fine di 105 anni troppo ambiziosa e complicata. Le ultime ore e agosto. Perché è su questo punto che il gruppo di storia gloriosa, di vita del Modena hanno poi accompa- avrebbe voluto garanzie che, purtroppo, non ha avuto impreziositi da 28 gnato la discesa in campo dell’avvocato da nessuno. Ed è, non a caso, su questo aspetto che stagioni dispu- modenese Antonio Tazzioli a raccolta il numero uno del Modena ha alzato bandiera bianca, tate in serie A e dalla vittoria degli ultimi “patrioti”, come ha defi- dimostrando, come era nell’aria, di essersi infilato in S un gioco più grande di lui. Fatto sta che Aic e Lega in due occasioni della Coppa nito i soggetti coinvolti nella più Anglo-Italiana (1981 e 1982) recente operazione di salvataggio Pro avevano sdoganato l’operazione Tazzioli, aprendo e, successivamente, della del club. Un “comitato di salvez- addirittura ad un utilizzo temporaneo della Berretti per Supercoppa di Lega di za” che ha visto la partecipazio- non far scomparire il Modena. Ed il ruolo di Capuano serie C nel 2001. Quindi ne di Carmelo Salerno, leader in tutta questa vicenda? Sicuramente di grande profes- l’ombra di un fallimento della Safim, Gianlauro Morsel- sionalità e attaccamento alla causa. Anche a costo di giudiziario imminente: mai li, Paolo Galassini, Giovanni essere, come in effetti è stato, un po’ troppo azienda- era accaduto dal 1912 ad Giacobazzi, la cui azienda di lista e di scontentare più di qualche calciatore della oggi. Fatale l’ultima rinun- vini sostiene la locale squadra sua rosa. Fino a non prendere neanche in considera- cia, lo scorso 5 novembre, di rugby, e persino l’ex patron zione l’ipotesi di puntare sulla Berretti, perché “sono a partecipare alla trasfer- Romano Amadei, ora proprie- un professionista serio e non un allenatore dilettante”. ta di Santarcangelo. Il tario del Lentigione. Solo alcuni “Sarò l’ultimo ad abbandonare la barca”, giurò a suo quarto niet stagionale che, tra i tanti personaggi che hanno tempo. Antonio Caliendo, che porta sulla propria pelle per regolamento, ha aperto dato la disponibilità a discutere ferite e responsabilità di questo fallimento, magari non la porta alla cancellazione con Tazzioli. Ma, come vicende avrebbe meritato tanta dedizione. In estate, Capua- dei canarini dal campionato analoghe insegnano, la prova dei no aveva rispedito al mittente altre offerte. Ora torna di serie C. Contestualmente, il fatti si è dimostrata più ardua di a casa senza soldi ma con tanta dignità. E il futuro? Giudice sportivo ha stabilito l’az- tutte le lodevoli intenzioni di parten- A Modena in molti sognano che si possa ripetere lo zeramento, ai fini della classifica, za. Difficile risanare una situazione schema Giacomense-SPAL, con un impegno totale da di tutte le gare disputate fino a quel finanziaria vicina al crac, con 350mila parte dell’attuale proprietà del Castelvetro, squadra momento dal team di Ezio Capuano. euro da trovare subito per il pagamento che milita in . È un’eventualità che stuzzica, ma Non hanno funzionato tutti i tentativi studia- degli stipendi relativi al bimestre luglio-agosto, di cui, realisticamente, è prematuro parlare. ti in extremis per salvare il salvabile. Intanto, quello senza contare i debiti contratti col Comune. È stata della Cooperativa Modena Sport Club, che ha provato a restituire il club ai modenesi con un piano di azio- Caliendo porta sulla propria pelle ferite e responsabilità del fallimento nariato popolare promosso da Andrea Gigliotti. Era

TMWmagazine 35 INTERVISTA TMW RADIO CORE DE ROMA

#LOSI #INTERVISTA #TMWRADIO Giacomo Losi, bandiera della Roma degli anni ’60, si è raccontato dagli studi di TMW Radio Ascolta il podcast con l’intervista

uindici stagioni con la maglia della Roma e il con calciatori del calibro di Antonio Angelillo, fortissimo nonostante fosse appena soprannome “Core de stato scartato dall’Inter, , bomber vero, Torbjorn Jonsson e Franci- Roma”. Recordman di sco Lojacono, solo per citarne alcuni”. presenze prima dell’ar- rivo di , Da capitano della Roma, durante gli anni, tenne a battesimo numerosi giovani GiacomoQ Losi è ancora oggi, ad 82 anni, calciatori poi divenuti giocatori di alto livello. Uno di questi è stato Giancarlo una delle bandiere della società giallo- “Picchio” De Sisti. rossa. Ospite degli studi di TMW Radio “Sono stato il primo a caldeggiarne l’utilizzo in prima squadra. Convinsi il mister Losi si è raccontato durante la trasmissio- a schierarlo e lui si è dimostrato un grandissimo giocatore. Da allenato- ne ‘Mi ritorni in mente’. re, poi, è stato ottimo e devo ammettere che lo avrei voluto io come mister. Secondo me avrebbe meritato molta più considerazione nella sua carriera in panchina” Giacomo Losi, “Core de Roma”. Giallo- rosso dal 1954 per 15 stagioni. Nel calcio, come nella vita, però non ci sono solo belle esperienze e incontri “Arrivare nella Capitale dalla provincia piacevoli. Per lei, ad esempio, ci fu un rapporto complicato con “il Mago”, Hele- di Cremona per me fu una sorpresa. nio Herrera. Ero stato avvicinato da uno degli stori- “Quando seppi che sarebbe arrivato alla Roma dopo la fine della sua parentesi con ci osservatori del Bologna, poi però mi la Nazionale italiana ero molto felice perché lo reputavo un grandissimo allenatore sono trovato a giocare per la Roma. A e speravo di poter vincere qualcosa d’importante grazie al suo contributo. Con il Bologna, però, ci sono andato lo stesso: passare del tempo, invece, mi resi conto che non era il tecnico che mi immaginavo. in treno per firmare proprio l’accordo Non era un allenatore, ma un grande motivatore e comunicatore. Al pubblico piace- con i giallorossi”. va per i comportamenti che teneva in pubblico, mentre io ho avuto molte discussio- ni con lui anche per le sue scelte tattiche” Con la maglia della Roma i trofei conquistati sono stati relativamente pochi (due Coppa Italia e una Coppa delle Fiere), mentre invece i campioni “Correva più di tutti. In campo conosciuti sono stati molti di più. eravamo sempre dalla sua parte” “Ho avuto prima di tutto la fortuna di far Pedro Manfredini parte di un bel gruppo, composto di brave (portiere Roma dal 1959 al 1965) persone che sapevano aiutarsi l’un con l’al- tro sia in campo che fuori. Sul piano tecnico, poi, ho avuto modo di allenarmi e giocare foto Daniele Petroselli TMWmagazine 36 INTERVISTA TMW RADIO

“È stato uno dei miei punti di riferimento. Era piccolino ma duellava alla pari con i più forti del mondo” (centrocampista della Roma dal 1960 al 1965 e dal 1974 al 1979)

Herrera fece il suo tempo nella Capitale, mentre lei no. Un rapporto “eterno” con Roma e i romani. “Roma è diventata la mia città. Qui nel 1954 ho incontrato mia moglie. La vidi per la prima volta mentre andava a prendere il latte e da quel momento capii che era la donna che volevo per me. Roma, la Roma e i suoi tifosi ancora oggi sono per me qualcosa d’importante. Se vado in giro la gente ancora mi riconosce e mi vuole stringere la mano. I figli di chi mi ha visto giocare mi fermano e mi salutano perché hanno imparato ciò che ho fatto con la maglia giallorossa dai racconti dei loro geni- tori. Sono sensazioni uniche, speciali”.

Un insieme di emozioni difficili da raccontare che aveva nel derby la sua massi- ma espressione. “Erano giornate incredibili. I tifosi erano un assillo continuo perché il derby era il derby. Per questo la società decideva di mandarci in ritiro tre giorni prima della partita. Ma sono state tutte battaglie meravigliose”.

Qual è stato l’avversario più fastidioso incontrato in tutte queste battaglie? “In realtà quello fastidioso ero io. Non avendo un fisico imponente giocavo sempre d’anticipo e questo creava problemi agli avversari che perdevano il tempo dell’inter- vento. Quel fenomeno che rispondeva al nome di durante la partita mi definì un vero ‘rompipalle’”.

“Ho imparato non solo dall’allenatore ma anche dalla persona. Era un esempio” (ex centrocampista di Lecce e Bari)

foto Daniele Petroselli TMWmagazine 37 METEORE

VICTORINO, ISPIRÒ HOLLY E BENJI Ma quanti anni ha? 33? Ma Gaetano #METEORE quando? Per me ne ha 43 MOCCIARO #VICTORINO @gaemocc #HOLLYEBENJI

durante tutto l’arco della sua questo è uno straniero, facciamolo giocare. Fino a storia calcistica ha dato molti campioni Solite fanfare nella presentazione che trovano riscon- che non giochiamo un’amichevole a Iglesias, c’era al nostro torneo. Al tempo stesso, però, è tro in un inizio incoraggiante (due reti in Coppa Italia) e una palla che stava entrando in porta, arriva lui e stato anche uno dei più generosi sul fronte che si spengono non appena la Serie A ha inizio. spara alto”. Giagnoni decide di non farlo più giocare e dei flop: il primo dalla riapertura delle fron- rimane di parola. A fine stagione le sue presenze nel tiere è Waldemar Victorino. Il tecnico dell’epoca è Gustavo Giagnoni, uomo di nostro campionato sono 10, senza l’ombra di un gol. grande esperienza che non si fa problemi a manifesta- L Il Cagliari retrocede e si libera del pacco, venduto per Siamo nel 1980 quando venne organizzato il Mundiali- re la sua perplessità sulla squadra allestita. L’allenato- 100 milioni di lire agli argentini del Newell’s Old Boys. to, una sorta di giubileo per i 50 anni dal primo Mondiale re, che in passato ha guidato Torino e Milan gestendo Victorino giocherà poi in Ecuador, Venezue- di calcio. Si gioca in Uruguay e a vincere il torneo sono fior di campioni, mal sopporta le bizze dell’estroso, la e Perù, chiudendo la proprio i padroni di casa, trascinati da un centravanti ma poco incline al gioco di squadra, Uribe. E ancor carriera a 37 anni. esperto che in patria ha vinto tutto: Waldemar Victori- meno Victorino, squadrato subito come oggetto poco no, per l’appunto. Il suo soprannome è El Piscador e utile alla squadra. Per non dire dannoso, considerato vince la classifica cannonieri del torneo, segnando il che per ammissione dello stesso tecnico l’uruguayano gol della vittoria in finale contro il Brasile. A febbraio viene schierato inizialmente solo per giustificare il suo del 1981 Victorino si ripete segnando con la maglia del acquisto. Nacional il gol che vale il successo nella Coppa Intercontinentale contro il Nottingham Forest. Il problema è che delle stimmate del campione intra- viste un anno prima non si hanno traccia, anzi. La Per inciso quella è la prima Coppa Intercontinentale sua forma fisica ai limiti dell’indecenza porta ad avere che si gioca a Tokyo e per questo il gol di Victorino sospetti sulla sua età. Circolano leggende quanto entra nell’immaginario collettivo dei giapponesi. In meno improbabili: clamorosa quella che vedrebbe il quel periodo un certo Yoichi Takahashi, fumettista e padre, umile contadino, che non sapendo leggere e appassionato di calcio, inizia a disegnare autore di un scrivere soleva segnare con una tacca su una parete manga sul calcio e si ispirerà a lui creando il perso- di casa i compleanni del figlio. Poi, alla presunta età di naggio Ruben Pablo Victorino, centravanti guarda 10 anni, una tempesta distrusse la casa, ed il padre, caso dell’Uruguay. Quel manga diventerà poi un carto- non ricordandosi quanti “segni” ci fossero sulla parete, ne dal successo planetario: Holly e Benji. ricominciò a segnare da zero. Ergo, Victorino aveva 10 anni in più di quelli che aveva dichiarato. Come Il Cagliari intanto lo annota e quando il suo bomber detto, questa resta una leggenda metropolitana. Franco Selvaggi viene ceduto al Torino mette le mani sull’esperto uruguayano e lo porta sull’isola. Assieme Ecco le parole di Giagnoni, anni dopo, riguar- a lui arriva il peruviano Julio Cesar Uribe. La stampa do Victorino: “Questo arriva e toglie il posto ad è entusiasta per il colpo ad effetto e i tifosi stessi fidu- altri. Bisognava farlo giocare! Ma quanti anni ha ciosi nel dimenticare la partenza del centravanti fresco questo qua? Mi chiedo. Dicono 33, ma quando? campione del mondo. Per me ne ha 43. Comunque diamogli fiducia,

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i sono tanti modi per affrontare l’impegno internazionale. Champions o Europa League che sia. Dalla consapevolezza delle proprie qualità radicata nei risultati del recente passato della Juventus, alla sana e guascona spavalderia del Napoli di Maurizio Sarri, passando per l’ambizione a tornare grande della Roma. Palcoscenico diverso, simili situazioni. Nella vecchia Coppa UEFA c’è un Milan chiamato a risorgere dopo anni bui, ma c’è anche una Lazio che sottotraccia ha le qualità per sorprendere e, infine, la piccola (grande) Atalanta di che a suon di corsa e colpi ad effetto sta dimostrando settimana dopo settimana che a Bergamo non si fanno miracoli. Si costruiscono opere d’arte. Così i club italiani affrontano le coppe euro- pee. Una strada alternativa, diversa quella pragmatica delle formazioni tedesche e inglesi e distante dal leziosissimo spagnolo. Passione, capacità e Cvoglia di essere, ancora una volta, gli ultimi che diventano primi. La storia insegna molto in questo senso. TMWmagazine 39 SNAPSHOT TMW #NAPOLI #FEYENOORDROTTERDAM #CHAMPIONS foto Antonello Sammarco/Image Sport

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TMWmagazine 51 RECENSIONE UNA VITA IN GIOCO. L’AMORE, IL CALCIO, LA SLA

di Chiara #RECENSIONE BIONDINI #UNAVITAINGIOCO @ChiaraBiondini #BORGONOVO

Autore Chantal Borgonovo, Mapi Danna su bianco per ricordare l’amico. casa per mesi e quando si decide, “non poteva arriva- Editore Mondadori re splendente e pensare di trovare una geisha. Non è Chantal racconta in queste pagine, di come lo avesse delle geishe desiderare, io invece desideravo e lui si conosciuto quando lei era poco più di una ragazzina e era sottratto”. on tutti conoscono il viaggio. Questo lui giovane promessa del calcio, e di come si fossero è un libro che parla di vita e di persi uno per l’altro dopo un bacio al caffè a una festa. Per cinque anni speranza”. Chantal Borgonovo lancia “ Borgonovo ha “Credeva nelle cose belle e giuste, credeva questo messaggio nella conferenza nel calcio, nei minuti di recupero pieni mosso solo gli stampa per presentare il libro che ha di possibilità, credeva nell’amore e occhi. Eppure, scritto con Mapi Danna, “Una vita in credeva in noi”. La loro storia è stata con il solo uso gioco. L’amore, il calcio, la Sla”, che non è soltanto N esplosiva perché non è esemplare, degli occhi è un ricordo del marino Stefano. “È inevitabile comuni- come lei racconta sottolineando come riuscito a fare care momenti drammatici. Ci sono emozioni, il vissuto, in ogni caso ma anche altro... c’è anche un messaggio di speran- venderebbe za, perché purtroppo l’epilogo lo conoscono tutti”. Si “tutto per avere perché Stefano se l’è portato via la “stronza” nel 2013, un frammen- quella SLA contro cui lui ha combattuto fino alla fine, to di quella con la stessa determinazione che metteva da attac- tensione”, con cante in campo, lottando ogni minuto per la partita lui che la molla della sua vita. in strada dopo

una sfuriata. Stefano, calciatore che ha vestito le maglie di Milan, “Quando deci- Fiorentina e di altre squadre di serie A, ha avuto il devo di essere coraggio con l’amico Roberto Baggio e anche Paolo irritante, preci- Maldini di mostrare a tutti gli effetti di questa malat- sa, soffocante, tia degenerativa, affrontandola a testa alta, in quella ci riuscivo alla straordinaria serata al Franchi di Firenze, nel 2008, meraviglia” - con 27mila persone sugli spalti. Tutti commossi, nel racconta lei, vedere il campione inchiodato a una sedia a rotel- così come le. “Non sapeva quale avversario avesse scelto! Non trasmette la immaginava, la ‘Stronza’ di trovarsi a marcare un attac- sua freddezza, cante vero, un guerriero che fino all’ultimo ha saputo quando Stefa- incoraggiare e sostenere chiunque!”- queste alcune no da Udine parole di una lunga lettera che Baggio ha messo nero non torna a

TMWmagazine 52 RECENSIONE la rivoluzione. Ha deciso di dire sì, di non staccare le macchine...è una storia straordinaria, piena di valori. Ci sono la passione, la rabbia, l’odio, la rassegna- zione, ma ci sono anche la rivincita e la resurrezio- ne. Ci sono la dedizione, la fedeltà e la gelosia. C’è il tema bioetico del “fine vita”, l’abuso “comodo” di certi farmaci, ci sono il coraggio e la speranza. Non c’è la soluzione ma c’è la ricerca, che attribuisce senso al dolore. C’è il mondo dorato e appassiona- to del calcio e per il calcio l’amore assolto e acriti- co di Stefano. C’è il valore della famiglia che può salvare o ferire, a volte contemporaneamente, come la mamma di lui un giorno allontanata perché non reggeva il dolore. “L’ho chiusa fuori di casa. Non le ho mai più permesso di entrare”. C’è la condi- zione ingiusta e spietata dei malati di SLA che diventano schiavi, prigionieri, ma Chantal gli ha permesso di continuare a essere persona, intera, a essere marito e padre dei loro quattro figli. “Mi sentivo Rambo e Cenerentola...due fighi guerrieri”, le colonne “di una famiglia anomala, elastica, inca- sinata, piena di sfumature, nodi e spigoli”.

Chantal confessa in ultimo che ci sono giorni in cui tra le mani stringe certe vecchie foto. “Il primo anno senza Stefano ho quasi solo dormi- to, il secondo ho quasi solo mangiato, il terzo non sapevo cosa fare. Speravo di accompagnarlo fino all’ultimo, non ci sono riuscita, con il tempo mi sono detta che è stato meglio ricevere una telefonata da mia figlia anziché essere stata costretta a farla io”- si perché lei il giorno in cui la trachea di Stefano collassò, era a 208 chilometri di distanza a Zogli a sistemare la casa per portarlo in vacanza, non si allontanava da mesi, ma il destino ha voluto così.

In queste pagine c’è una storia potente e parlante, di più, una storia che urla, piena di luce, di sugge- stioni, immagini, spavento e poesia, di verità anche cruda, la volontà di godere di ogni istante della vita nonostante gli ostacoli e i momenti bui.

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