COMUNE DI Medaglia d’Argento al Merito Civile PROVINCIA TRANI

PIANO OPERATIVO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Risorse Comunali

Aggiornamento 2014

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INDICE

OBIETTIVI E STRUTTURA DEL PIANO DI EMERGENZA

1. PARTE GENERALE

1.1 NORMATIVE DI RIFERIMENTO pag.11

- normativa nazionale - normativa sui rischi - normativa regionale - linee guida e documenti di riferimento

1.2 ALTRE FONTI E DATI DI BASE

1.3 CENSIMENTO E DATI - sintesi inquadramento comunale - confini - popolazione - residenti comunitari ed extracomunitari - orografia - idrografia - clima e territorio - flora - infrastrutture viarie, ferroviarie ed aeroportuali - viabilità principale territoriale - collegamenti ferroviari - collegamenti pubblici - collegamenti aereo - collegamenti navali - infrastrutture pubbliche - strutture scolastiche pubbliche e private - uffici pubblici - strutture sanitarie - strutture religiose - strutture di interesse artistico e culturale - strutture ricettive e creative - strutture commerciali, artigianali e di servizi - strutture energetiche

2. ANALISI DI PERICOLOSITÀ ED INDIVIDUAZIONE DEGLI EVENTI POSSIBILI

2.1 CALAMITA’ ED EPIDEMIE NEI SECOLI pag.35 2.2 I COMPORTAMENTI E LE REAZIONI UMANE NELLE SITUAZIONI DI EMERGENZA 2.3 ANALISI DI EVENTI POSSIBILI e SCENARI DI RISCHIO

EMERGENZE NATURALI - evento Sismico - evento Maremoto - evento Mareggiate ed Erosione Costiera - evento Idraulico ed Idrogeologico - evento Alluvioni - evento Trombe d’Aria e d’Acqua - evento Nevicate, Gelate e Grandinate - evento Siccità ed Ondate di Calore - evento Movimenti franosi - Epidemie

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EMERGENZE ANTROPICHE - Disastri Aerei - Incidente Chimico- Industriale . Inquinamento . Fughe di Sostanze . Incendi . Esplosioni . Incidenti radioattivi - Gravi Emergenze Civili . Incendio presenza gas uso domestico . Incendio da corto circuito . Interruzione prolungata di energia - Incendi Boschivi - Stabilimenti a rischio di incidente rilevante - Eventi sportivi e di spettacolo, con richiamo di grandi folle.

2.4 AREE DI SOCCORSO - aree di attesa - aree di accoglienza - aree di ammassamento soccorritori - aree di atterraggio elicotteri - aree ricovero sinistrati e salme

2.5 SCHEDA DI SCENARIO E CARTA DI SCENARIO - Scheda rischio movimenti franosi - Scheda rischio nevicate; - Scheda rischio idrogeologico (inondazione e allagamenti stradali) - Scheda rischio incidente rilevante - Scheda rischio Incendi boschivi - Scheda rischio sismico

3. LINEAMENTI PER LA PIANIFICAZIONE

3.1 Funzioni di supporto del metodo “Augustus” pag.103 3.2 Il Sindaco e la struttura comunale di protezione civile 3.3 Centro operativo comunale (C.O.C.) 3.4 Attività di supporto 3.5 Designazione e competenze dei Responsabili di supporto 3.6 Ufficio emergenze comunale 3.7 Centro operativo misto (C.O.M.) 3.8 Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) 3.9 Centro operativo Regionale (C.O.R.) 3.10 Volontariato 3.11 Risorse mezzi e materiali di emergenza

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4. MODELLI DI INTERVENTO

4.1 Procedure di intervento pag.120 4.2 Livelli di allerta 4.3 Modello di intervento per il rischio idrogeologico 4.4 Attivazione delle procedure di intervento rischio idrogeologico 4.5 Modello di intervento per il rischio incendi boschivi 4.6 Procedure operative rischio incendi boschivi 4.7 Modello di intervento per il rischio Sismico 4.8 Modello di intervento per il rischio Epidemie 4.9 Modello di intervento per il rischio Mareggiate 4.10 Modello di intervento per il rischio Ondate di Calore 4.11 Modello di intervento per il rischio Trombe d’Aria 4.12 Modello di intervento per il rischio Inquinamento 4.13 Modello di intervento per il rischio Fughe Sostanze, incendi ed esplosioni 4.14 Modello di intervento per il rischio Incidenti Radioattivi 4.15 Modello di intervento per la difesa da inquinamenti causati da incidenti marittimi 4.16 Modelli di intervento per Supporto Sanitario 4.17 Modelli di intervento per Nevicate

5. NORME DI COMPORTAMENTO PER LA POPOLAZIONE

5.1 I Comportamenti e le Reazioni umane nelle situazioni di emergenza pag.167 5.2 Sistemi di allertamento della popolazione 5.3 Norme di comportamento generali - inondazione - terremoto - nube tossica - sversamento di prodotto pericoloso - fuga di gas - incendio 5.4 Visione del piano e relative informazioni

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6. MODULISTICA ED ALLEGATI

SCHEDE PER LA PROCEDURA DI INTERVENTO pag.178 . Modello A scheda segnalazione evento . Modello B scheda di chiusura evento . Modello C scheda modulo standard di segnalazione di evento calamitoso . Modello D scheda modulo standard di reperibilità Responsabili di Supporto del C.O.C. . Modello E scheda modulo standard di Informazione e Verifica reperibilità rappresentanti C.O.M. in fase di attenzione . Modello F scheda modulo standard di convocazione C.O.C. . Modello G scheda modulo standard di convocazione C.O.M. in fase di preallarme . Modello H scheda modulo standard di informazione C.O.M. e C.C.S. su problemi territoriali in fase di preallarme . Modello L Modello Standard di segnalazione impiego Gruppi ed Organizzazioni . Modello I Fac/simile di Ordinanza Sindacale Contingibile ed Urgente

ALLEGATI l PER L’INPORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE . Allegato 1 : modelli di scheda comportamentali . Allegato 2 : schede sulle modalità di comunicazione . Allegato 3 : comportamentali di autoprotezione da adottare in caso di evento incidentale . Allegato 4 : composizione del pacchetto informativo . Allegato 5 : l’organizzazione dei rapporti con i mass-media . Allegato 6 : la tecnica della comunicazione

ALLEGATI RELATIVI AI RISCHI IDROGEOLOGICO E SISMICO

Rischio Idrogeologico - Bollettino Meteo - Scheda Rilevamento Criticità

Rischio Sismico - scheda per il rilievo della vulnerabilità sismica degli edifici - scheda per il censimento dei danni – edilizia privata ed OO.PP. - scheda per il censimento dei danni edifici di culto e monumentali

Strutture sanitarie

ASL BAT

Mass-media

Emittenti televisive

7. GLOSSARIO

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8. CARTOGRAFIA

ALLEGATI CARTOGRAFICI pag.273

Aree di EMERGENZA E SOCCORSO . Tav. A2.0.1 - Planimetria Particolareggiata Generale – Tav. 1 . Tav. A2.0.2 - Planimetria Particolareggiata Generale – Tav. 2

Rischio IDROGEOLOGICO . Tav. A2.1.1 - Rischio Idrogeologico: Estratto P.A.I. (Autorità di Bacino) . Tav. A2.1.2 - Rischio Idrogeologico: Estratto P.A.I. (Autorità di Bacino) . Tav. A2.1.3 - Rischio Idrogeologico: Estratto P.A.I. (Autorità di Bacino) . Tav. A2.1.4 - Carta del Rischio Idrogeologico (intero territorio comunale) . Tav. A2.1.5 - Carta del Rischio Idrogeologico (area urbana e periurbana) . Tav. A2.1.6 - Estratto dal Piano regionale delle Coste della Regione Puglia . Tav. A2.1.7 - Estratto dal Piano regionale delle Coste della Regione Puglia . Tav. A2.1.8 - Estratto del Rischio Geomorfologico Costiero valutato nel P.A.I. . Tav. A2.1.9 - Estratto del Rischio Geomorfologico Costiero valutato nel P.A.I. . Tav. A2.1.10 - Estratto del Rischio Geomorfologico Costiero valutato nel P.A.I.

Rischio SISMICO . Tav. A2.2.1 - Rischio sismico: mappa dello scuotimento atteso (ag) . Tav. A2.2.2 - Rischio sismico: mappa dello scuotimento atteso (Se) . Tav. A2.2.3 - Mappa della zonazione ZS9 del territorio italiano . Tav. A2.2.4 - Mappa degli epicentri storici più vicini alla città di Trani . Tav. A2.2.5 - Carta della Pericolosità sismica di Trani . Tav. A2.2.6 - Carta del Rischio Sismico di Trani

Rischio INDUSTRIALE . Tav. A2.3.1 - Rischio Industriale: mappa degli effetti territoriali in caso d'incidente (ditta deposito esplosivi ESMAC)

Rischio INCENDIO BOSCHIVO . Tav. A2.5.1 - Rischio Incendi Boschivi: area ospedale Trani . Tav. A2.5.2 - Rischio Incendi Boschivi: Liceo Scientifico 'Vecchi' -ITES 'A.Moro'-Scuola Elementare 'Cezza' . Tav. A2.5.3 - Rischio Incendi Boschivi: area Villa Dragonetti . Tav. A2.5.4 - Rischio Incendi Boschivi: area Vasca Boccadoro . Tav. A2.5.5 - Rischio Incendi Boschivi: Trani Sud

INDICE TABELLE - Tabella n.4 Sintesi della tipologia e frequenza degli eventi - Tabella n.5 Aree percorse dal fuoco - Tabella n.6 Scheda aree di soccorso - Tabella n.7 Scala di Beaufort - Tabella n.8 Scala Fujita - Tabella n.9 Indice di Thom del grado di disagio - Tabella n.10 Tavola Centri C.O.M. della Provincia di e Barletta Andria Trani

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l presente documento rappresenta le linee guida per la gestione delle emergenze in ambito comunale. Tutti i dati, forniti dagli uffici comunali ed inseriti nel presente piano, sono stati gestiti nel pieno rispetto del D.Lgs 30 Giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”, sono stati trattati in modo lecito e secondo correttezza, nel pieno rispetto dei diritti e della libertà fondamentale, nonché della dignità degli interessati, con particolare riferimento alla riservatezza, all’identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali. Infine, detti dati sono stati e saranno utilizzati ai soli fini richiamati nel presente piano e sarà cura del Comune di TRANI gestire gli stessi nel rispetto del D.Lgs 196/03, anche in fase di divulgazione a terzi del piano.

Responsabile del Progetto: Sindaco Avv. Luigi Nicola RISERBATO

Assessore alla Protezione Civile Geom. Giacomo CECI

Redazione del Piano: Giovanni de TRIZIO

Gruppo di Lavoro: Pasquale PAGANO Nicola ALTAMURA Francesco BARTUCCI

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OBIETTIVI E STRUTTURA DEL PIANO OPERATIVO DI EMERGENZA

L’Amministrazione comunale nell’ambito del Piano esecutivo di Gestione e Piano Risorse ed Obiettivi – Esercizio 2013, ha incaricato il Servizio Protezione Civile comunale di redigere il nuovo “Piano Comunale di Protezione Civile e di Emergenza“ allo scopo di poter fronteggiare i possibili rischi che potrebbero interessare il territorio comunale . Il piano è stato predisposto in ossequio alla Legge n. 225 del 24/02/92 avente ad oggetto "l’istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile” e alle altre norme legislative nazionali e regionali riportate nel capitolo “norme di riferimento”, nonché secondo i criteri di massima per la pianificazione comunale di emergenza raccolti in un documento operativo predisposto dal Dipartimento di protezione Civile e dai servizi antincendio del Ministero dell'Interno. La predisposizione di questo lavoro trova riscontro, anche, nelle “linee guida per la gestione delle Emergenze” del Piano di Protezione Civile della Provincia di Barletta Andria Trani, approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 14 del 2 luglio 2013. Per una migliore gestione dell’emergenza e consultazione del presente piano il lavoro è stato predisposto in forma digitale in modo da essere successivamente condiviso da tutte le parti interessate all’emergenza di protezione civile. Nel piano di emergenza sono stati considerati come punti utili di riferimento le linee guida del metodo “Augustus” che introduce il concetto della “disponibilità” delle risorse istituendo le funzioni di supporto che attraverso l’attività dei relativi responsabili permette di tenere sempre aggiornato il piano. Nello specifico, attraverso l’istituzione delle funzioni di supporto si raggiungono due obiettivi:

1. avere per ogni funzione di supporto la disponibilità delle risorse fornite da tutte le amministrazioni pubbliche e private che vi concorrono; 2. affidare al responsabile della funzione di supporto sia il controllo della specifica operatività in “emergenza”, sia l’aggiornamento costante dei dati nell’ambito del piano di emergenza in fase ordinaria.

Il piano di emergenza definisce, inoltre, a livello locale la conoscenza dei rischi presenti sul territorio, le procedure di emergenza che devono essere messe in atto per la gestione degli interventi di soccorso, differenziate per scenario di rischio. In base a quanto innanzi detto, il Piano si struttura in un insieme di: • scenari di eventi attesi; • modelli di intervento emergenza e soccorso per gli eventi attesi; • cartografie di modelli di intervento.

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Sulla base delle linee guida regionali per la pianificazione di emergenza in materia di protezione civile, di cui alla D.G.R. n. 255 del 7 marzo 2005, il Piano si articola secondo le seguenti fasi di lavoro:

1. Parte generale Sono raccolte in tale sezione tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio rappresentate in una corografia di inquadramento del territorio comunale e in una carta di sintesi dei siti strategici e sensibili presenti sul territorio: scuole, ospedali, ecc..

2. Analisi di pericolosità ed individuazione degli elementi di rischio Questa sezione contiene gli elementi necessari all’individuazione delle tipologie di rischio di origine naturale e antropica, presenti sul territorio.

3. Lineamenti della pianificazione In essa sono individuati gli obiettivi da conseguire per dare una adeguata risposta di protezione civile ad una qualsiasi emergenza.

4. Modelli di intervento Si esplicano attraverso l’assegnazione di responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze di protezione civile; si realizzano costanti scambi di informazioni nel sistema di protezione civile; si utilizzano le risorse realmente disponibili in maniera razionale e tempestivo , con uomini e mezzi adatti all’intervento.

5. Informazione per la popolazione Si illustrano le norme di comportamento generali da attuare in situazioni di emergenza.

6. Modulistica e Allegati In cui sono riportati gli schemi operativi e i dati censiti relativi alle risorse disponibili.

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COMUNE di TRANI

PROVINCIA DI BARLETTA ANDRIA TRANI

PIANO OPERATIVO DI PROTEZIONE CIVILE

1. PARTE GENERALE

1.1 Normative di riferimento 1.2 Altre fonti e dati di riferimento 1.3 Censimento e dati di base

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1.1 Normative di Riferimento

La legislazione vigente più significativa in materia di Protezione civile comprende:

Normativa nazionale - L. 12.7.2012, n. 100 “Riforma sul Servizio della Protezione Civile” - L. 24.2.1992, n. 225 “Istituzione del Servizio nazionale di Protezione civile”; - D.Lgs. 31.3.1998, n. 112 – Capo VIII - “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15.3.1997, n. 59”; - D.Lgs. 30.7.99, n. 300 "Riforma dell'organizzazione del Governo, a norma dell'articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59", con l’istituzione dell’Agenzia Ambientale per la Protezione Civile; - L. 09.11.2001, n. 401/01 sul coordinamento operativo nella protezione civile; - D.P.C.M. 12.12.2001 “Organizzazione del Dipartimento di Protezione civile”; - In applicazione delle direttive del Consiglio Nazionale, Circolare n. 2 - DPC/S.G.C./94 - in merito ai “Criteri per l’elaborazione dei Piani di emergenza”.

Normativa sui rischi - D.Lgs.17.08.1999, n.334 “Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”; - D.M. 13/02/01 criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi; - O. P. C. M. n. 3274 del 20/03/2003 in ordine al rischio sismico.

Normativa regionale - L.R. 10.3.2014 n. 7 "Sistema regionale di Protezione Civile” (BUR Puglia n.33 del 10.3.2014). - L.R. 28.7.2003 n. 10 "Istituzione del servizio volontariato di vigilanza ecologica” (BUR Puglia n.87 del 28.7.2014).

Linee Guida e documenti di riferimento Per la redazione del Piano di Emergenza Comunale è opportuno avvalersi delle seguenti Linee Guida e Documenti tecnici di riferimento: - Presidenza del Consiglio dei Ministri – dipartimento della Protezione Civile. Ufficio Emergenze Servizio Pianificazione e Attività Addestrative: Il Metodo AUGUSTUS (1996); - Regione Puglia “Protocollo d’intesa sulle linee guida regionali per la pianificazione di emergenza in materia di protezione civile” del 2005 ; - Prefettura di Bari: Piano di coordinamento delle operazioni di soccorso Rischio idrogeologico e idraulico; - Provincia di Barletta Andria Trani: Piano di Protezione Civile - G.I.S. – aggiornamento con i dati della cartografia georeferenziata – programma di previsione e prevenzione rischi - linee guida per la Gestione delle Emergenze; - Deliberazione del Comitato istituzionale dell'Autorità di Bacino della Puglia n. 25 del 30 novembre 2005, di approvazione del Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI)- (B.U.R., n. 15 del 2 febbraio 2006).

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1.2 Altre Fonti e Dati di Base

Per la predisposizione di questo lavoro sono stati considerati, come punti utili di riferimento :

1. Piano Comunale di Protezione Civile approvato con D.G. del 6 marzo 2008 n. 54; 2. la documentazione cartografica di ortofoto inviata dall’Ufficio Tecnico del Comune di Trani; 3. Cartografia del P.A.I. redatta dall’Autorità di Bacino per la Regione Puglia; 4. Aerofotogrammetria del territorio di Trani di base per la cartografia del Piano di emergenza, aggiornata a seguito del censimento e raccolta dati. 5. Calamità ed epidemie a Trani nei secoli.

Si fa presente, a riguardo, che la carta del modello di intervento del piano comunale rappresentativa dell’intero territorio, da predisporre secondo la cartografia richiamata nelle linee guida regionali (D.G.R. 255/05), sarà successivamente integrata con la carta del modello di intervento del piano provinciale di emergenza in corso di definizione.

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1.3 CENSIMENTO e RACCOLTA DATI

In questa sezione vengono raccolti tutti i dati relativi al territorio (amministrativi, demografici, ecc.), infrastrutture (viabilità, reti tecnologiche, ecc.), risorse (strutture di emergenza), siti sensibili (strutture pubbliche e private ecc.).

I dati di sintesi sono stati rappresentati con gli allegati cartografici n. 1 “Corografia di inquadramento territoriale” n. 2 “Carta delle arterie stradali principali“ n. 3 “Carta di sintesi Infrastrutture strategiche ed elementi sensibili”.

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Sintesi Inquadramento Comunale

TRANI, una delle tre città capoluogo della Provincia BARLETTA ANDRIA TRANI, istituita nel 2004.

Figura 1: la Provincia BAT e i suoi Comuni

Tabella n.1

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Comune TRANI Provincia BAT Regione PUGLIA Estensione Territoriale 55,786 kmq Altitudine (Casa Comunale) 7 mt slm Altitudine (minima) 0 mt slm Altitudine (massima) 226 mt slm Latitudine N 41° 16’ 25” 32 Longitudine E 16° 24’ 58” 32 Gradi Decimali 41,2737; 16,4162 Locator (World Wide Locator) JN81EG

Sede Comunale Indirizzo Via Ten.MORRICO, 2 Telefono 0883 581 111 centralino

Sede Polizia Municipale Indirizzo Via Imbriani, 132 Telefono 0883 588 000 Telefax 0883 500 249 Orario di Servizio (giornaliero) 07,00 - 21,00

Sede Ufficio Resp. Protezione Civile Indirizzo Via Imbriani, 132 Telefono 0883 588 000 Telefax 0883 581 508

Sito WEB www.comune.trani.bt.it

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Confini

Il Comune di TRANI La città è situata sulla costa adriatica 43 km a nord di Bari, ad un'altitudine di 7 metri s.l.m. Una piccola insenatura naturale, generata nell'antichità dalla foce di un fiume ormai scomparso, corrisponde al porto cittadino. Il territorio è prevalentemente pianeggiante, sebbene ricada nell'estrema porzione settentrionale della Bassa Murgia barese, caratterizzata da una serie di terrazzi, la cui massima altitudine è raggiunta in corrispondenza della matina di Sant'Elia (a circa 200 metri s.l.m), che degradano verso la costa. L'intero territorio è percorso da numerose lame, tra cui la più importante è Lama Paterno, che segna il confine con il comune di .

Ha una superficie di 102 km2, ed è situato nella seguente posizione geografica :

- Altitudine (Casa Comunale): 7 m slm - Latitudine N 41° 16’ 25” 32 - Longitudine E 16° 24’ 58” 32

Posizione geografica WGS84: Posizione punto Longitudine Latitudine Estremo Nord 16.3542 41.3063 Estremo Sud 16.3556 41.161 Estremo Ovest 16.3268 41.2694 Estremo Est 16.4676 41.2554

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Orografia

Il territorio si presenta pianeggiante con un andamento a salire in direzione Sud - Ovest, nella zona urbanizzata e più precisamente, rispetto alla asse perpendicolare ferroviario. Sul territorio è rilevabile un dislivello di circa 226 mt. tra la zona costiera e la matina di Sant’Elia. La struttura geologica del territorio del Comune d TRANI è costituito da suoli derivati da depositi quaternari delle alluvioni antiche, centro urbano e zona periferica sud-ovest, e da depositi arenari – argillosi più o meno cementati con presenza, anche, di calcarei affioranti nella zona restante del territorio.

Le caratteristiche geologiche del territorio hanno permesso lo sviluppo dell'attività estrattiva della pietra di Trani, pregiata roccia calcarea, per anni uno dei più importanti motori dell'economia cittadina. L'attività estrattiva degli ultimi decenni ha però provocato irrimediabili alterazioni del territorio, sia a livello ambientale che paesaggistico, con il problema tutt'oggi irrisolto delle aree dismesse, fattori di rischio ambientale e sanitario, difficilmente recuperabili.[2] La costa sud è caratterizzata dalla presenza di piccole falesie, formazione geologica tipica del tratto di costa tra Trani e Bisceglie: lo sfruttamento antropico, l'erosione da parte dei moti ondosi e in ultimo le opere di consolidamento della costa hanno notevolmente ridimensionato l'estensione delle falesie, presenti ormai solamente nel tratto di costa tra il Lido Matinelle e la Torre Olivieri, al confine con il comune di Bisceglie. La parte settentrionale del territorio, geograficamente non lontana dalla valle del fiume Ofanto, si distingue per la presenza di una zona umida costiera, in località Boccadoro-Ariscianne, caratterizzata dalla presenza di numerose sorgenti di acque salmastre, che costituisce un importante habitat naturale per diverse specie animali e vegetali. .

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Popolazione (dati rif.2012)

La popolazione residente alla data del 31.12.2012 è di 55.826 abitanti, di cui 27.614 maschi e 28.212 femmine.

Residente Totale 55.826 Nuclei Familiari 20.279

Suddivisione per fascia di età Maschi Femmine Totale % Totale 0 - 14 anni 2.154 1.991 4.145 15.7 % 15 - 64 anni 18.545 18.412 36.937 68.3 % over 65 anni 3.840 4.769 8.609 16.0 % Totale 27.614 28.212 55.826

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Residenti Comunitari ed Extra Comunitari (dati rif.2010)

Tabella n.2 Paese Stato Totale Popolazione Residente Europa Germania 5 Slovacchia 3 Belgio 1 Regno Unito 9 Ungheria 3 Bulgaria 4 Francia 11 Polonia 34 Romania 173 Spagna 8 Portogallo 5 Grecia 1 Altri paesi europei 719 Rep.Fed.le Russa 11 Ucraina 30 Croazia 10 Macedonia 4 Turchia 1 Irlanda 1 Svizzara 1 Bielorussia 2 Rep.Ceca 1 Africa Algeria 86 Mauritius 8 Sudan 1 Marocco 370 Senegal 1 Tunisia 31 Etiopia 5 Capo Verde 39 Madagascar 2 Nigeria 1 Costa d’Avorio 1 Libano 1 America Brasile 15 Colombia 1 USA 16 Argentina 5 Bolivia 1 Rep.Domenicana 1 Perù 5 Cuba 7 Asia Rep.Pop.Cinese 56 Filippine 16 Indonesia 19 Giappone 1 Georgia 11 India 5 Thailandia 13 Iran 3 Iraq 3 Sri Lanka 3 Oceania Australia 2

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Idrografia

Il territorio TRANI presenta una idrogeologia di tipo autoctona, in quanto ricade in quelle porzioni della piattaforma apula che costituiscono i principali serbatoi idrici sotterranei della Puglia, tra loro separati da due strutture tettoniche trasversali. Pertanto essendo la Puglia priva di corsi d’acqua importanti, le acque sotterranee rappresentano la principale risorsa idrica. La circolazione idrica è influenzata da locali fattori stratigrafici e strutturali, oltre che dalla distribuzione del carsismo; ed è proprio il grado di fatturazione e di incarsimento a regolare la permeabilità di questi acquiferi calcari e la loro distribuzione areale. Questa disomogeneità orizzontale e verticale della permeabilità si riflette nella variabilità dei quantitativi di acque presenti nel sottosuolo. L’estesa falda idrica presente all’ interno delle rocce calcareo-dolomitiche delle Murge può essere descritta come una falda che circola generalmente in pressione e su più livelli, di norma al di sotto del livello del mare. La falda si può rinvenire frazionata su distinti livelli separati da intervalli. In prossimità della costa, l’acqua si rinviene più spesso in condizioni di falda libera o confinata poco sotto il livello del mare. Il confinamento della falda e il frazionamento su più livelli sembra essere dovuto alla presenza di intervalli di roccia poco fratturata o roccia massiva, o di livelli calcarei bituminosi, che a diverse altezze stratigrafiche, sono presenti all’ interno della successione carbonatica mesozoica. Le direzioni di flusso sotterraneo sono dipendenti dalle ragioni strutturali anzidette, e seguono pertanto le lineazioni tettoniche correlate alle fratture maggiormente carsificate. Il recapito finale delle acque sotteranee, sul versante adriatico, è il mare, al di sotto della riva, mancando le condizioni stratigrafiche per le emergenze sub-aeree. Per quanto riguarda il livello di salinità i valori relativi a campione eseguiti su acque rinvenute a monte dalla fascia litoranea del territorio biscegliese hanno fatto registrare valori medi intorno a 1.5 Gr/lt.

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Clima e Territorio

Secondo la classificazione dei climi di Köppen Trani appartiene alla fascia Csa ossia al clima temperato delle medie latitudini con estate molto calda (temperatura media assoluta del mese più caldo non inferiore ai 22º) e stagione estiva asciutta. Nello specifico il clima tranese è tipicamente mediterraneo. Essendo una città costiera, l'umidità relativa si mantiene molto elevata in tutto l'anno, con un valore medio del 70%. La brezza marina fa sì che le temperature estive non salgano generalmente sopra i 32°. Solo in caso di forti venti di libeccio, per effetto favonico, si possono raggiungere e talvolta superare i 40 °C. (Record di +45,4 °C per Bari Palese). Anche le temperature invernali sono piuttosto contenute. Non sono rare tuttavia irruzioni di aria fredda nord orientale che talvolta possono portare precipitazioni anche a carattere nevoso. Le piogge sono concentrate soprattutto in autunno e in inverno, quasi assenti nel periodo estivo e per lo più a carattere temporalesco. La struttura geologica del territorio è rappresentata da formazioni rocciose risalenti al cretaceo (era mesozoica), da terreno alluvionale particolarmente fertile, da terreno sabbioso e terra rossa su tufi calcarei. Il rilievo del suolo presenta disomogeneità, con lievi ondulazioni, dette “matine”, intervallate da innumerevoli lame, antichi greti di torrenti che sfociavano in mare, sede fin da epoca preistorica di insediamenti umani. Particolare importanza riveste nel territorio il fenomeno del carsismo, dovuto alla presenza di terreni calcarei, porosi e permeabili, i quali fanno sì che l'idrografia superficiale sia pressoché inesistente e che invece si formi una ricca falda sotterranea, che può spingersi fino a 400 m sotto il livello del mare. Nell'agro tranese si riscontra la presenza di antichi villaggi ormai abbandonati, detti “casali”, che cominciarono a formarsi durante l'età imperiale. Questi erano costituiti da un casamento fortificato cinto da mura, da un cortile centrale e una chiesa con cimitero adiacente. Verso l'inizio dell'XI sec., quando sulla costa cominciarono a costituirsi agglomerati urbani, gli abitanti dei casali, esasperati dalle frequenti incursioni saracene, preferirono trasferirsi nei nuovi centri cittadini, determinando la crisi e l'abbandono dei casali.

Flora

Il paesaggio vegetale originario dell'intera regione murgiana era costituito in epoche remote dalle specie erbacee e arboree tipiche della macchia mediterranea. Tuttavia vari motivi, fra cui il frazionamento della proprietà terriera, l'intensificarsi delle colture agrarie, lo sfruttamento del terreno e l'indiscriminata opera di disboscamento compiuta dall'uomo, hanno portato alla quasi totale scomparsa delle aree di vegetazione a macchia mediterranea, degradata così a pseudo-steppa. La maggior parte delle macchie attualmente esistenti nell'agro di Trani sono infatti di dimensioni modeste e per lo più dislocate in prossimità di avvallamenti come le lame oppure in prossimità di piccole alture o dislivelli del terreno. Si tratta di residui di vegetazione spontanea, che sorgono su terreni aspri e rocciosi, quindi inadatti alla coltivazione. Nella parte più alta del territorio, la vegetazione erbacea è bassa e stentata e di tipo steppico. Il terreno agricolo è adibito soprattutto alla coltivazione di olivi e viti; meno estese sono le coltivazioni di ciliegie e mandorle, mentre gli orti sono concentrati nella zona di Schinosa., grazie anche alla presenza della condotta primaria dell'acquedotto.

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Infrastrutture Viarie, Ferroviarie ed Aeroportuali

Strade di Collegamento La rete viaria comunale è caratterizzata da una struttura:

COLLEGAMENTO AUTOSTRADALE e STRADA STATLE

AUTOSTRADA A14 BOLOGNA - TARANTO Casello “Trani” (proseguire con la SP 238)

STRADA STATALE 16 BARI – FOGGIA Uscite: TRANI BOCCADORO (Zona Industriale) TRANI NORD (ANDRIA) TRANI SANT’ANGELO TRANI CENTRO () TRANI CAPIRRO

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Viabilità Principale Territoriale

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Collegamenti Ferroviari

Stazione Ferroviaria Piazza XX SETTEMBRE La struttura ferroviaria presente consente ottime possibilità di collegamenti con tutto il territorio nazionale, grazie alla linea: - Lecce – Roma - Lecce – Milano allo scalo ferroviario fermano i treni Eurostar

Collegamenti Pubblici Comunali

Sono presenti n. 3 linee di autobus, la prima/seconda linea collega andata/ritorno: BAR ODEON PIAZZA GRADENIGO VIA NICOLA DA TRANI ** FERMATA CARCERE VIA GRANBRETAGNA VIALE SPAGNA VIA A. MORO (ex BAR 3 PALME) OSPEDALE VIA COLONNA STAZIONE la terza linea collega andata/ritorno: PIAZZA XX SETTEMBRE PIAZZA GRADENIGO VIA GATTOLA MONDELLI VIALE EUROPA STADIO VILLA DRAGONETTI OSPEDALE VIA MALCANGI

COLLEGAMENTO PUBBLICI INTERCOMUNALI Sono presenti, linee di autobus gestite dalla: - S.T.P. SpA - Viale LOVRI,22 (Bari) tel.: 800 091155 – 080 5058280 per i collegamenti con: - Bari - Barletta - Bari - Margherita di Savoia (Foggia) - Bari - Cerignola (Foggia) - Bari -

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Collegamento Aereo

L’aerostazione sviluppa una superficie complessiva di 29.000 mq, suddivisi fra area terminal, uffici e aree commerciali. La struttura è stata dimensionata per un traffico sempre crescente e potrà raggiungere, nei prossimi 15 anni, i 3.600.000 passeggeri all'anno.

Ridenominato "Karol Wojtyla" l'aeroporto di Bari Palese è il punto di riferimento per il meridione nel traffico aereo anche low cost, facilmente raggiungibile, dista 32 km. da Bisceglie, percorrendo la Strada Statale 16 Bis.

Numeri di telefono utili Aeroporto di Bari Palese

Centralino - tel. 080 5800200 Biglietteria – tel. 080 5800204 Tele check in tel. 800 949 944 (numero verde) Dogana – tel. 080 5316196 – fax 080 5316196 Ufficio Lost & Found (bagagli smarriti) tel. 080 5800224 Ufficio bagagli smarriti di Alitalia tel. 080 5315411

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Collegamento Navale

Il porto di Trani è un porto naturale (41°16',98 N - 16°25',37 E) protetto a levante dal molo S.Antonio e a ponente dal molo S. Nicola: completamente allestite con banchine. All'interno del porto sono posizionati alcuni pontili galleggianti gestiti dal Comune e dalla Lega Navale Italiana. Le attrezzature del porto comprendono la Lega Navale italiana e la Darsena comunale. Vi è anche un cantiere per riparazioni d'imbarcazioni, un deposito carburante con pompa di rifornimenti, diversi esercizi per la vendita di attrezzature nautiche e pezzi di ricambio. La superficie del porto occupata a terra è di 24.880 mq. Il braccio di San Nicola, a nord, attenua l’interrimento cui è soggetto il porto, che può raggiungere un valore sino a 50 cm l’anno.

Orari di Accesso: continuo

Modalità di Accesso: mantenersi, in entrata, ad una distanza non inferiore a 40 m dal fanale verde in testata al molo San Nicola.

Fondo Marino: fangoso, buon tenitore

Profondità: da 1,50 a 4 m.;

Moli: Molo S. Lucia Molo Sant’Antonio

Posti Barca: 618 mt di pontili per 600 posti (lunghezza massima di 20 m) Una parte di questi pontili è riservata ai soci della locale Sezione della LEGA NAVALE ITALIANA; gli altri, in gestione diretta dell’Amministrazione Comunale (Darsena Comunale), sono di libero accesso.

Radio: VHF canale 16 – CB canale 9

Fari e Fanali: faro a lampi bianchi posto all'estremità del molo S.Antonio, fanale a luce fissa rossa posto all'estremità dello stesso molo di S.Antonio; fanale a luce fissa verde posto sulla testata del braccio di San Nicola.

Aree Riservate: banchina del Molo Santa Lucia, lunga 48 m e con superficie del piazzale di circa 1.400 mq, adibita all’attracco di piccole navi da carico (max 500 t.s.l.) e non prevede depositi merci; banchina Santa Teresa, lungo 215 m, viene adibito all’attracco di imbarcazioni da pesca; banchina Seminario e banchina La Conca, lunga 109 m, sono riservate alla flottiglia peschereccia; banchine di Piazza Quercia e Piazza Tiepolo, lunghe 450 m, sono riservate al naviglio da diporto.

Pericoli: a circa 32 m per 152° dallo spigolo tra la banchina S. Teresa e il molo S. Lucia esiste un fondale minimo di 3 m , non segnalato in superficie.

Venti. I e III QUADRANTE, SPESSO VIOLENTI;

Traversi: Greco-Levante, olleva mare grosso, rendendo pericolosa la manovra di ingresso;

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Ridosso: I, III e IV quadrante;

Rade sicure e più vicine:

NW nm ° NE nm °

Porto di Barletta 6.4 294 Uvala Kremena Prezba 90 11

Cala di Pugnochiuso Gargano 31 340 Luka Ubli Lastovo 89 11

Cala di Campi Gargano 33 342 Luka Jurjeva Prezba 90 11

Testa del Gargano 33 342 Uvala Stipanska Marinkovac Pakleni 112 0

SW nm ° SE nm °

Acquafredda Policastro 82 204 Porto Bisceglie 4.4 120

Circolo Nautico Sapri 81 206 Porto di 8.7 120

Ormeggio in baia di Sapri 81 206 Porticciolo di Giovinazzo 12 116

(Italia) Porto Santo Spirito 16 115

San Giorgio Sapri (Italia) 81 206

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STRUTTURE SCOLASTICHE PUBBLICHE e PRIVATE

Scuola materna "DELL’OLIO" 0883 500 804 Scuola materna "SAN PAOLO" 0883 481 122 Scuola materna "COLLODI" 0883 506 263 Scuola materna "CEZZA" 0883 587 185 Scuola materna "PAPA GIOVANNI XXIII" 0883 584 789 Scuola materna MADRE T. DI CALCUTTA" 0883 507 225 Scuola materna "G. RODARI" 0883 482 357 Scuola materna "MONTESSORI" 0883 582 067 Scuola materna "FABIANO" Scuola materna "S. PERTINI" 0883 487 537 Scuola materna "DE AMICIS" 0883 481 213 0883 482 13 Scuola elementare "PETRONELLI" 0883 583 677 0883 583 677 Scuola elementare "CEZZA" 0883 587 185 0883 587 185 Scuola elementare "D’ANNUNZIO" 0883 583 646 0883 583 646 Scuola elementare "PAPA GIOVANNI" 0883 584 789 Scuola elementare "BELTRANI" 0883 489 860 0883 489 860 Scuola elementare "SAN PAOLO" 0883 481 150 Scuola elementare "BALDASSARRE" 0883 582 627 0883 508 433 Scuola media "G. BOVIO" 0883 583 437 0883 583 437 Scuola media "BOVIO PLESSO PALUMBO" 0883 589 558 0883 589 558 Scuola media " G. ROCCA" 0883 481 020 Scuola media "ROCCA PLESSO DE SANCTIS" IISS: Istituto prof.per i servizi commerciali e 0883 482 292 0883 487 538 turistici "G.BOVIO" sede centrale IISS: sede aggregata - moda- audiovisivo- serale 0883 583 692 "G.BOVIO" Istituto tecnico commerciale I.T.C. "A.MORO" 0883 584 593 0883 506 194 sede centrale Liceo scientifico "V.VECCHI" 0883 507 979 0883 507 979 Liceo classico"DE SANCTIS" 0883 481 359 0883 481 359 LICEO SOCIO-PSICO-PEDAGOGICO 0883 481 359

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UFFICI PUBBLICI

AMET SpA Piazza Plebiscito n. 20 - 76125 Trani Tel: 0883 486 954 Fax: 0883 486 701 Email: [email protected] AQP SpA Segnalazione Guasti 800 735 735 Per le chiamate da telefono cellulare digitare il numero 080 572 3456 ENEL Segnalazione Guasti 0883 529 995 ITALGAS Segnalazione guasti 081 227 8028 ARCIVESCOVADO VIA BELTRANI,9 0883 494 211 AGENZIA DELLE ENTRATE VIA M. DI BORGOGNA,17 0883 449 211 AGENZIA DEL TERRITORIO VIA BELTRANI,24 0883 583 798 AGENZIA DELLE DOGANE P.ZA SACRA REGIA UDIENZA, 12 0883 501 442 A.M.I.U. VIA BARLETTA,45 0883 583 543 E.A.A.P. VIA MOSE’ DA TRANI, 4 0883 449 411 CANTIERE COMUNALE C.SO IMBRIANI 0883 584 620 CENTRO COM.LE PER ANZIANI VIA SAN A.M. DI FRANCIA, 41 0883 589 530 CIMITERO VIA BARLETTA 0883 587 557 VILLA COMUNALE P.ZA PLEBISCITO 0883 481 105 DARSENA COMUNALE VIA BANCHINA AL PORTO 0883 482 028 MONASTERO DI COLONNA P.LE S. MARIA DI COLONNA 0883 484 400 CARABINIERI C.SO IMBRIANI, 147 0883 493 700 COMMISSARIATO DI P.S. VIA. SAN A. M. DI FRANCIA, 100 0883 501 611 GUARDIA DI FINANZA P.ZA QUERCIA, 13 0883 489 100 POLIZIA STRADALE CASELLO AUTOSTRADALE 0883 481 287 UFFICIO LOCALE MARITTIMO VIA BANCHINA AL PORTO 0883 583 763

UFFICI GIUDIZIARI

TRIBUNALE E PROCURA DELLA REPUBBLICA Piazza DUOMO, 10 0883 584 973 UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE Via CAVOUR, 83 0883 582 220 CASELLARIO GIUDIZIALE Via ACCADEMIA.dei PELLEGRINI, 1 0883 583 449 CANCELLERIA CIVILE Piazza CESARE BATTISTI, 1 0883 505 310 CANCELLERIA FALLIMENTARE Piazza TRIESTE, 1 0883 505 363 CASA CIRCONDARIALE MASCHILE VIA ANDRIA 0883 584 848 CASA DI RECLUSIONE FEMMINILE Piazza PLEBISCITO, 18 0883 481 151

CASE DI RIPOSO ED ORFANOTROFI CASA DI RIPOSO VITTORIO EMANUELE II VIA CAPPUCCINI, 1 0883 580 929 CASA DI RIPOSO DR. BASSI VIA SAN GIORGIO, 3 0883 481 248 CASA DI RIPOSO VILLA DRAGONETTI C.DA ALBEROLONGO 0883 507 831 ORFANOTROFIO ANTONIANO FEMMINILE C.SO VITT. EMANUELE 0883 580 185 ISTITUTO ANTONIANO PADRI ROGAZIONISTI VIA S.ANNIBALE M. DI FRANCIA,133 0883 580 262

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CONSORZI CONSORZIO GUARDIE RURALI VIALE RUSSIA, 34 0883 580 229 VIGILANZA NOTTURNA P.ZA REPUBBLICA, 2 0883 588 050 0883 531 000 BANCHE e POSTE UNICREDIT PIAZZA DELLA REPUBBLICA, 40 MONTE DEI PASCHI DI SIENA VIA CAVOUR, 87 MONTE DEI PASCHI DI SIENA CORSO IMBRIANI, 78/L MONTE DEI PASCHI DI SIENA CORSO DE GASPERI, 78 BANCA ARDITI GALATI VIA ALDO MORO, 62 BANCA CARIME CORSO ITALIA, 17/B BANCA NAZIONALE DEL LAVORO VIA ALDO MORO, 23 BANCA POPOLARE DI BARI CORSO VITT. EMANUELE, 281 BANCO DI NAPOLI PIAZZA DELLA REPUBBLICA, 23 S. PAOLO IMI CORSO VITT. EMANUELE, 288 S. PAOLO IMI PIAZZA ALBANESE, 1/D BANCAPULIA CORSO ITALIA, 35 DEUTSKE BANK CORSO VITT. EMANUELE, 245 CREDEM VIA CAVOUR, 32 BANCA DELLA CAMPANIA VIA ALDO MORO, 12 BANCA POPOLARE DI MILANO PIAZZA GRADENIGO, 18 BANCA POPOLARE PUGLIA E BASILICATA VIA BEBIO, 50 MONTE DEI PASCHI DI SIENA VIA SAN GIORGIO, 54 UFFICIO POSTALE CENTRO VIA G. BOVIO, 115 0883 490 111 UFFICIO POSTALE TRANI 1 C.SO MANZONI, 29 0883 491 511 UFFICIO POSTALE TRANI 2 LARGO PETRARCA, 1 0883 589 583

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STRUTTURE SANITARIE

PRESIDIO OSPEDALIERO “SAN NICOLA PELLEGRINO”:

Indirizzo: Viale Padre Pio Centralino 0883 483 111 Guardia Medica 0883 483 880 Pronto Soccorso 0883 483 235 Direzione Sanitaria 0883 483 243 Direzione Amministrativa 0883 483 265 Posti letto: n. 166 Ambulanze disponibili: n. 4 (n.1 di tipo A e n.3 di tipo B)

SERVIZIO DI IGIENE PUBBLICA VIA BALDASSARRE, 72 0883 483 465

SERVIZIO DI IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLA NUTRIZIONE VIA BALDASSARRE, 72 0883/483 433

SERVIZIO DI PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO VIA BALDASSARRE, 72 0883 483 403

POLIAMBULATORIO VIA BALDASSARRE, 72 0883 483 418

AMBULATORIO VETERINARIO VIA BALDASSARRE, 72 0883 483 445

SER.T. TRANI VIA MARSALA 0883 483 440

CENTRO DI SALUTE MENTALE VIA BONOMO, 9 0883 483 272

CONSULTORIO FAMILIARE VIA MARSALA 0883 483 473

STRUTTURE DI INTERESSE ARTISTICO E CULTURALE

BIBLIOTECA COMUNALE PIAZZETTA SAN FRANCESCO, 1 0883 482 149 BIBLIOTECA DIOCESANA VIA BELTRANI, 17 MUSEO DIOCESANO PIAZZA DUOMO, 1 0883 582 470 ARCHIVIO DI STATO VC. SAN NICOLA, 13 0883 583 522 ARCHIVIO NOTARILE DIST.LE VIA ARCHIVIO, 3 0883 583 492 CASTELLO SVEVO PIAZZA RE MANFREDI 0883 506 603 ISTITUTO DI SCIENZE RELIGIOSE PIAZZA DUOMO, 1 0883 494 229

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STRUTTURE RELIGIOSE

PARROCCHIA SAN FRANCESCO PIAZZA LIBERTA’ PARROCCHIA SANTA CHIARA VIA PEDAGGIO S. CHIARA,73 PARROCCHIA MADONNA DI FATIMA VIA S. ANNIBALE M. DI FRANCIA, 133 PARROCCHIA SAN GIOVANNI VIA BELTRANI PARROCCHIA SAN GIUSEPPE VIA DE ROBERTIS, 71 PARROCCHIA S. MARIA DELLE GRAZIE VIA CAPPUCCINI, 1 PARROCCHIA SS. ANGELI CUSTODI VIA PAPA GIOVANNI XXIII PARROCCHIA SPIRITO SANTO VIA TOLOMEO, 1 PARROCCHIA S. MARIA DEL POZZO VIA DELLE CROCIATE CATTEDRALE PIAZZA DUOMO CHIESA DI SAN DOMENICO PIAZZA PLEBISCITO CHIESA DELLA B.V. DEL CARMINE PIAZZA TIEPOLO, 2 CHIESA DI S. MARIA DI COLONNA P.LE S. MARIA DI COLONNA, 7 CHIESA DI SANTA TERESA PIAZZA SEDILE S. MARCO SANTUARIO MARIA SS. APPARIZIONE VIA ANDRIA CHIESA DI SAN MICHELE PIAZZA GARIBALDI CHIESA DI SAN ANTONIO CORSO VITT. EMANUELE CHIESA DEL SACRO CUORE VIA MALCANGI CHIESA DI S. AGOSTINO PIAZZA GRADENIGO CHIESA DI SAN ROCCO VIA SAN GIORGIO CHIESA DI S. MARIA DI DIONISIO VIA S. MARIA, 49 CHIESA DI SAN TOMA PIAZZA TOMASELLI CHIESA DI OGNISSANTI VIA OGNISSANTI CHIESA DI SAN ANDREA VIA MARIO PAGANO CHIESA DI SAN GIACOMO VICO SAN GIACOMO CHIESA DI SAN DONATO VICO SAN DONATO CHIESA DI SAN MARTINO VIA S. MARTINO CHIESA DI SAN LUIGI PIAZZA MAZZINI, 1 CHIESA DI S. MARIA DI SCOLANOVA VIA SCOLANOVA CHIESA CRISTIANA EVANGELICA VIA SUPERGA, 62

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STRUTTURE RICETTIVE E CREATIVE

ALBERGHI HOTEL TRANI CORSO IMBRIANI, 137 0883 588 010 HOTEL S. PAOLO AL CONVENTO VIA STATUTI MARITTIMI, 111 0883 482 949 HOTEL CAPIRRO VIA SAN A. M. DI FRANCIA, 168 0883 580 712 HOTEL REGIA PIAZZA MONS. ADDAZI, 2 0883 584 444 HOTEL RIVIERA VIA GALILEI, 6 0883 403 222 HOTEL ROYAL VIA DE ROBERTIS, 29 0883 588 777 ALBERGO LUCY PIAZZA PLEBISCITO, 11 0883 481 022 HOTEL MARE’ RESORT PIAZZA QUERCIA, 8 0883 486 411

BED & BREAKFAST PALAIS JOSEPHINE VIA RODUNTO, 40 0883 480 198 DOMUS ANGELA PIAZZA DELLA REPUBBLICA, 27 0883 489 839 340 406 5552 CENTRO STORICO 1 VIA LEOPARDI, 29 0883 506 176 347 913 1740 CENTRO STORICO 2 VIA LEOPARDI, 30 347 525 2084 GERMINARIO GIORGIO VIA G. BOVIO, 4 0883 584 717 FICARELLA MICHELE VIA DUCHESSA D’ANDRIA, 86 0883 584 090 340 490 1519

D’ORIA MARIA VIA STATUTI MARITTIMI, 18 0883 583 030 VILLA ERRY VIA MARTIRI DI PALERMO, 119 0883 508 534 340 685 3905 GAGLIANO AUGUSTA VIA OGNISSANTI, 13 0883 509 394 335 830 6808 LA GIUDEA VIA LEOPARDI, 26 0883 589 686 MINETTI ARMANDO PAOLO VIA CASALE, 58 0883 403 328 PORTA ANTICA VIA LA GIUDEA, 56 0883 509 757 347 597 6656 SAN ANGELO VIA SANT’ANGELO, 18 0883 583 098 349 473 6973 VILLA MONTE D’ALBA CTR. MONTE D’ALBA, 31 347 531 7224 PROIETTI GIOVANNI LUNGOMARE C. COLOMBO, 14 349 785 7036

CINEMA e DISCOTECHE CINEMA IMPERO VIA MARIO PAGANO DISCOTECA “LA LAMPARA” PIAZZA MARINAI D’ITALIA

STRUTTURE SPORTIVE STADIO COMUNALE VIA SUPERGA 0883 509 403 368 350 7752 PALAZZETTO DELLO SPORT VIA FALCONE 0883 486 714 347 945 9317 TENSOSTATICO VIA SUPERGA 0883 509 403 349 157 3049 CAMPO DI CALCIO CORSO IMBRIANI 340 333 8451 CAPIRRO SPORT CLUB VICINALE 2° CAPIRRO, 23 0883 509 750 POLISPORTIVA “PONTE LAMA” VIA CARRAIA DELLE MONACHE 0883 486 500 CAMPO SPORTIVO “MONS. ADDAZI” VIA ANDRIA KM.2 0883 582 695 CENTRO SPORTIVO TEMPO LIBERO VICINALE SAN LUCA 0883 500 130

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STRUTTURE ENERGETICHE

Il territorio di TRANI è interessato da metanodotti ad alta pressione (A.P.) della SNAM e a media (M.P.) e bassa pressione ( B.P.), per uso domestico e di riscaldamento della Italcogim. Il rischio maggiore è rappresentato, secondo le statistiche incidentali, da rischi derivanti da problemi di manutenzione della rete ( escavazioni etc.) e dall’uso improprio del gas negli edifici. La rete ad alta pressione ( A.P.), proveniente dal territorio di Mola di Bari della SNAM, attraversa la porzione NE del territorio agricolo comunale sino a raggiungere la cabina di decompressione ubicata sulla strada vicinale per Mola, a circa 2 Km dall’abitato, in contrada Petruso. Dalla predetta cabina , con una rete a media pressione (M.P.), percorre la strada vicinale per Mola, in direzione paese, sino a raggiungere l’ulteriore cabina di decompressione posta nello slargo della pineta di via Madonna delle Grazie. Di qui a bassa pressione (B.P.) parte la rete cittadina. Altre due reti di metanodotto ad alta pressione della SNAM insistono sul territorio di Rutigliano:

 la prima, proveniente dal territorio di Noicattaro, viaggia lungo la strada provinciale S.P.84 sino a raggiungere la zona industriale (Z.I.) di via Adelfia a circa 2 Km dal centro urbano;  la seconda proveniente da Turi attraversa la contrada Annunziata - S. Nicola sino a raggiungere il territorio di Casamassima.

Oltre al metanodotto, il territorio comunale è attraversato da elettrodotto ENEL: Casamassima – Rutigliano – Mola di Bari la cui cabina di trasformazione è ubicata sulla Provincia S.P. 84 per Adelfia. Le planimetrie delle reti di metanodotto sono disponibili presso gli uffici manutentivi dei gestori con sede: SNAM in Bari str. Provinciale per Modugno, 10, Tel. 080/5057390; Italcogim Reti S.p.a in Casamassima (Struttura Baricentro) Tel. 800510171. Altri elementi utili, allo scopo di poter ipotizzare un incidente da trasporto di liquidi infiammabili, riguardano i siti dei distributori di benzina e/o metano esistenti nel territorio di Rutigliano.

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COMUNE di TRANI

PROVINCIA DI BARLETTA ANDRIA TRANI

PIANO OPERATIVO DI PROTEZIONE CIVILE

2. ANALISI DI PERICOLOSITA’ INDIVIDUAZIONE DEGLI EVENTI POSSIBILI

2.1 Calamità ed Epidemie nei secoli 2.2 Analisi eventi possibili 2.3 Scenari di rischio 2.4 Aree di Soccorso 2.5 Scheda di scenario e carta di scenario

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 35 2.1 Calamità ed Epidemie nei secoli

CRONOLOGIA

1560 11 maggio, ore 4.40: terremoto con epicentro localizzato nel territorio di Trani causa gravi danni in queste città, in cui si verificano crolli di edifici, feriti e morti. La scossa viene avvertita anche a Molfetta dove però non si registrano danni. A Giovinazzo invece il sisma danneggia il campanile della cattedrale.1 Questo ed altri terremoti riportati di seguito sono stati censiti dall’Istituto Nazionale di Geofisica, in un catalogo consultabile nel sito internet www.ingrm.it.

1569 La peste invade Trani.

1631 Gli effetti di una violenta eruzione del Vesuvio sono visibili anche a Trani. La «…caduta di cenere e sabbia era durata dalle 2 di notte alle 6 di mattina con grandissima oscurità, terrore e spavento in tutta la città».2

1656 Trani viene liberata dalla peste.

1681 1 settembre «…è stata tal la tempesta di furibondi venti che ha fatti danni notabilissimi nelle campagne, sradicando e portando altrove, non solo le viti delle vigne, olive e simili, ma arbori grandi, fino a diroccare case; per lo che tutta la vendemmia e l’olive sono perdute a fatto». 3

1692 27 luglio: «…si videro schiere di bruchi divoratori della terra». 4

1694 1, 5 e 6 gennaio «…cadde molta neve». 8 settembre, ore 11.40 «…terremoto che causa la caduta di calcinacci dal campanile di una chiesa»5

1696 28 dicembre «…cadde molta neve».

1698 «…Anno sterile con mala ricolta di grano e senza olive».

1699 Dicembre: «…nevicata».

1700 1 gennaio «…fiocca la neve in gran copia». 24 maggio «…temporale grande di tuoni, cadde un fulmine». 15 agosto «…da questo giorno in poi sono morti parecchi che abitavano nelle torri della campagna alla custodia di quelle, per non esser piovuto con sufficienza»; «…quest’anno è stato sterile d’olive».

1 (cfr. Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, manoscritti dal 1513 al 1562 di G. SERIPANDO, IX.c.42; P. COLLENUCCIO, M. ROSEO, C. PACCA, T. COSTO, Del compendio dell’istoria del Regno di Napoli, 2 voll., Venezia 1591 2 (Mons. N. BELLOLATTI, manoscritti in Archivio storico diocesano di Bisceglie; G. DI MOLFETTA, Superstizione e magia nei sinodi e nelle visite pastorali dei secc. XVI e XVII in «Momenti e figure di storia pugliese», vol. I, Galatina 1981 3 (GRAMIGNANI, Vera relazione d’una terribil tempesta nella città di Bari e altre città, Napoli 1681 4 (A. CUSTODERO, Un diario inedito (1690-1718) di Pompeo Sarnelli, Trani 1907). 5 (Archivio Majellaro, Pompei Sarnelli Vitae Cronistoria, 11 febbraio 1690-28 dicembre 1718).

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 36 4 dicembre: «…alluvione».

1701 14 marzo: terremoto preceduto da quattro giorni di piogge continue. «…Anno sterile di olio e si sono raccolte mandorle per la metà».

1702 20 febbraio «…dopo lunga siccità cominciarono le piogge». 14 marzo: «…orribili venti di tramontana». 7 maggio: «…è cominciata la pioggia ma non è sufficiente». 9 maggio: «…piovette copiosamente giusta il bisogno per tutta la notte». 14 maggio: «Te Deum per l’ottenuta pioggia, replicata anche copiosamente jeri ed hoggi».

1703 1 settembre: «…messa per la pioggia essendo vuotate tutte le cisterne per la gran siccità». 17 settembre: «…il Vescovo cantò messa, pregando il Signore per la pioggia, essendo mancate tutte le cisterne per la gran siccità, non avendo fatto pioggia in quest’anno, né meno nell’inverno da empiere una cisterna».

1706 21 e 22 gennaio: «…nevicate». 29 luglio: «…forte temporale con scariche di fulmini». 3 novembre: «…si avvertirono scosse di terremoto».

1707 6 gennaio: «…la sera antecedente cominciò una pioggia, dopo quattro mesi di siccità. La notte seguente piovette incessantemente»; «…questo mese di luglio sono stati caldi eccessivi».

1708/09 Rovinose gelate6

1709 8 gennaio: «…dalla notte antecedente cominciò la neve a cadere copiosamente ». 19 maggio: «…pioggia vehemente con freddo ».

1711 «…Verrucoli [= cavallette, locuste, n.d.r.] calati in gran quantità».

1713 13-16 aprile: «…piogge abbondantissime».

1716 «Dalli 12 di febbraro alli 17 neve».

1718 21 settembre: «…fece qui una grandinata dov’erano più piene le olive» (P. SARNELLI)

6 L. PALUMBO, Prezzi e salari agricoli a Bisceglie nella seconda metà del Settecento, in Rivista di storia dell’agricoltura, n. 2, agosto 1975; L. PALUMBO, Vicende agrarie, epidemie ed epizoozie in Puglia, in Quaderno dell’archivio diocesano di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi, n. 20, tip. Mezzina, Molfetta 1997, pp.267-301.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 37 1726 14 luglio: «…gran tempesta che buttò a terra tanti alberi» 7

1731 20/21 marzo: forte terremoto. Vi sono lesioni agli edifici 8. «Per molti giorni la gente si recò ad abitare nelle case di legno» 9. L’epicentro viene individuato nel territorio foggiano, con l’intensità del 10 grado della scala mercalli il 20 marzo alle ore 2, con replica alle ore 8.30, seguito da scosse telluriche di minore intensità nei giorni successivi fino al 24 marzo10. A Molfetta si verificano crolli e morti 11 e l’Arcivescovo dovette ricorrere all’indebitamento personale per poter riparare il tetto della cattedrale e del palazzo vescovile entrambi danneggiati 12. Foggia viene quasi distrutta e si contano oltre 500 vittime.

1732 29 novembre, ore 7.40 (epicentro Irpinia): terremoto. «La scossa fu avvertita fortemente dalla popolazione ma non causò danni». 13

1734 17 ottobre: «…una grandinata copiosa e grossa fino ad una noce, prima fu asciutta, indi accompagnata con acqua e fu danno».

1735 19 maggio: «…tre fierissime grandinate» succedutesi nel corso di 10 mesi distruggono il raccolto. In particolare «…terribile grandinata che fece gran danno» .

1738 5 gennaio: «…si incominciò la novena per il morbo degli animali». La paura della peste non si è ancora allontanata.

1754 Gelate

1755 Scarsa raccolta di grano.

1758 Maggio e giugno: «…flagello dei bruchi». Settembre: «…epidemia. ».

1759 Febbraio: «…epidemia».

1762 Neve e vento danneggiano gli oliveti.

1763/64 Carestia e siccità. Resa del grano e tumulto per il pane. Tempi freddi e gelate sortite.

7 A. D’AMBROSIO, Mons. A. Pacecco: missionario in Cina e visitatore apostolico della Chiesa terlizzese, «Luce e Vita» Documentazione, tip. Mezzina, Molfetta 1984,n. 2, pp. 223-235. 8 A.PACECCO, Relatio ad Limina del 6 dicembre 1732. 9 E. TODISCOGRANDE, La storia dei SS. Martiri protettori di Bisceglie, terza edizione a cura di Don Michele La Notte, tip. Conte, Bisceglie 1924. 10 cfr. Nell’Adriatico l’origine dei movimenti, ne La Gazzetta del Mezzogiorno del 1 ottobre 1995 11 C. PAPPAGALLO, Notizie meteorologiche su Molfetta dalla seconda metà del Cinquecento alla fine del Novecento, estratto da Studi Molfettesi, n. 6-8, gen.-dic. 1998. 12 (Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, relationes, b. 515 A; Relativo de Statu Ecclesiae Melphictensis, Molfetta 23 aprile 1735) 13 A. PACECCO, diario anni 1725-1738, fondo cattedrale, in Archivio storico diocesano di Bisceglie.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 38 1768 Gennaio e marzo: «…gelate». Giugno e Luglio: «…grandinata».

1770 Gelate.

1774/76 Avverse condizioni meteorologiche e scarso raccolto di olive e di grano.

1778 Scarso raccolto.

1784 Scarso raccolto.

1782 Gelate.

1788 Pessimo raccolto di grano. Per neve e gelo ci fu una moria di animali14

1792 Gelate.

1793/94 Penuria di grano in agosto.

1798 Gelate.

1801 Agosto: «…epidemia assai grave».

1836 Colera.

1851 14 agosto, ore 13.20 (epicentro Basilicata): terremoto. La scossa viene avvertita fortemente e causa panico tra la popolazione. Non si registrano però danni 15.

1857 16 dicembre, ore 21.15 (epicentro Basilicata): terremoto con leggere lesioni agli edifici 16.

1886/87 Il colera causa un numero elevato di decessi 17.

1895 Il comune di Trani riceve un contributo economico dalla Provincia di Bari per far fronte ai danni causati ai vigneti dalla peronospora 18.

1910 7 giugno, ore 2.04 (epicentro Irpinia - Basilicata): terremoto, la scossa in due fasi della durata di 7 secondi viene avvertita fortemente dalla popolazione che si riversa all’aperto. Essa causa tremolio di letti e di oggetti 19.

14 M. COSMAI, Storia di Bisceglie, tip.Mezzina, Molfetta, 1960, p. 213. 15 Archivio Storico del Comune di Bisceglie, Lettera del sindaco di Bisceglie Emilio Consiglio al Sottintendente di Barletta, categ. II, busta 37, fasc. 2 e Verbale della Commissione installata a Bisceglie per verificare eventuali danni arrecati dal terremoto del 14 agosto 1851, categ. II, busta 37, fasc. 2. 16 Archivio di Stato di Bari, Opere pubbliche comunali, b. 16: Lettera del sindaco di Bisceglie L. Todisco – Grande all’Intendente di Terra di Bari con cui si trasmette il verbale urgente sulle riparazioni da apportare alla casa comunale di Bisceglie lesionata dal terremoto del 16 dicembre 1857; Perizia dell’arch. Mauro Di Pierro sui danni provocati alla casa comunale b. 18, f. 164/3; Archivio Storico Comune di Bisceglie, Lettera del sindaco L. Todisco - Grande al Sottintendente di Barletta sul terremoto del 16 dicembre 1857, cat. II, b. 37, f. 2 17 La Riscossa della Carità, numero unico pubblicato a benefizio degli orfani dei morti di colera, 1886. In questi anni si registrano anche casi di vaiolo, morbillo e tifo. Si vedano le statistiche in L. DE CEGLIA - T. FONTANA, op. cit. 18 Deputazione provinciale, delibera anno 1896 19 G. MARTINELLI, Notizie sui terremoti osservati in Italia durante l’anno 1910, Regio ufficio centrale di Meteorologia e geodinamica, in appendice al “Bollettino della Società Sismologia Italiana”, vol. 17, Roma 1914; Il Corriere delle Puglie dell’8 giugno 1910

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 39 1910 Ottobre: «…l’epidemia di colera si diffonde».

1915 3 gennaio, ore 6.42 (epicentro Marsica): scossa tellurica di pochi secondi avvertita dalla popolazione ma senza danni né panico 20.

1930 23 luglio (epicentro Irpinia): terremoto del 6 grado della scala Richter avvertito anche a Trani, senza danni di rilievo “in loco”.

1954 18 novembre: «…un’alluvione si abbatte sul territorio 21».

1956 2 febbraio: «…per oltre venti giorni cadono senza sosta i fiocchi di neve e la città si presenta completamente imbiancata. L’eccezionale nevicata supera il mezzo metro di altezza. Le scuole vengono chiuse, le strade sono impraticabili e gravi sono i danni alle colture. È una catastrofe senza precedenti, le città sono paralizzate e le bocche da sfamare sono decine di migliaia. La neve torna a metà marzo 22».

1972 25 agosto: «…una forte alluvione arreca pesanti danni nelle campagne del territorio tranese».

1975 La spettacolare furia del mare in tempesta e i gravi danni alle strutture portuali.

1973 Fine agosto-settembre: «…la grave epidemia di colera in Campania si diffonde anche a Trani dove si registrano i primi cinque casi in provincia di Bari. Il sindaco adotta drastiche misure di sicurezza. Con ordinanza viene imposto il divieto di vendita dei mitili e molluschi e dei gelati lungo la litoranea. Si avvia una vaccinazione di massa (circa 35.000 persone) con i medici precettati. Vengono chiuse le scuole e le chiese 23».

1975 1-2-3 gennaio: «…una tempesta marina danneggia fortemente le infrastrutture portuali».

1977 11 agosto: «…una piena invade le campagne e la città causando gravi danni alle colture, agli edifici industriali e alla rete fognaria. Circa 100 persone rimangono senza tetto dopo le ordinanze di sgombero di decine di abitazioni 24».

1977 2 settembre: «…il nubifragio si ripete: si registrano allagamenti degli scantinati 25».

1980 Domenica 23 novembre, ore 20 (epicentro Irpinia - Basilicata): disastroso terremoto del 7° grado della scala Richter. Si verificano notevoli danni e lesioni agli edifici del centro storico di Bisceglie e si procede al loro puntellamento.

20 Archivio dell’Istituto Nazionale di Geofisica, cartolina macrosismica relativa al terremoto del 13 gennaio 1915 21 cfr. Sistema informativo catastrofi idrogeologiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche, banca dati consultabile nel sito: http.avi.gndci.pg.cnr.it. 22 cfr. N. MASCELLARO, Una finestra sulla storia 1947-1960, vol. 3, Edisud, Bari 1991 23 L. DE CEGLIA, Quando il colera mise in subbuglio Bisceglie, in Salute e Società, aprile-maggio 2001, pp. 36-37 24 Cfr. Sistema Informativo catastrofi, cit. 25 cfr. Archivio storico Comune di Bisceglie, Calamità ed epidemie, categ. XV, anno 1977). La pioggia cade con forte intensità dalle ore 13.30 alle 15.30 ed i quartieri Misericordia, Pozzo Marrone, Fondo Noce sono tra i piú danneggiati (cfr. «il biscegliese», ago.- sett. 1977, p. 1

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 40 1985 Gennaio: «…consistente nevicata, con uno strato di circa 35 centimetri di altezza nelle campagne».

1987 Marzo: «…abbondante caduta di neve».

1987 28 novembre, ore 4.15: «…imperversa una tempesta marina».

1990 Il “flagello” dell’Aids si manifesta anche nel territorio nord-barese.

1991 Agosto: «…Inquinamento delle acque marine da coliformi fecali e totali e di streptococchi oltre i livelli in diverse spiagge». L’iniziativa, prosegue fino al 1995.

1992 Diffusa la profilassi di epatite del tipo “A”.

1993 Gennaio: «…la neve si posa per circa 30 centimetri di altezza. Gravi i danni all’agricoltura ed i disagi alla circolazione».

1994 Si registrano alcuni casi di colera, di lieve entità. «…Attività di prevenzione, con sequestri di mitili e prodotti ittici».

1996 12 agosto: «…nel pomeriggio si abbatte una tromba d’aria, seguita da un nubifragio con copiosa caduta di grandine». Allagamenti nell’agro,

1996 Agosto: «…violenta grandinata, con gravi danni ai vigneti».

1997 Nella primavera si registra un’epidemia di epatite di tipo “A” con centinaia di ricoveri nella divisione di malattie infettive del locale ospedale civile.

1997 Agosto: «…il parassita “frankliniella” infesta la maggior parte dei vigneti 26».

1998 Prima decade di luglio. Favonio con 40 gradi di temperatura. Bruciati gli acini dell’uva.

1999 Colture di uva colpite dalla “peronospora” 27.

2000 Un fenomeno naturale inspiegabile: dal cielo in diverse località italiane piovono grossi pezzi di ghiaccio..

2000 4 aprile, ore 19.40: «…violenta grandinata con chicchi di 4-5 centimetri di diametro. Danni alle colture in fiore, ciliegi e mandorli, e ortaggi 28».

2002 Giugno - luglio: «…siccità nelle campagne. Moria di alghe e fondali marini pieni di mucillagine. Danni al settore ittico 29».

26 L. DE CEGLIA, A Bisceglie dilaga il killer dell’uva, ne La Gazzetta del Mezzogiorno del 13 agosto 1997 27 L. DE CEGLIA, A Bisceglie l’uva diventa una garanzia…, ne La Gazzetta del Mezzogiorno del 20 ottobre 1999). 28 L. DE CEGLIA, A Bisceglie inferno di ghiaccio, ne La Gazzetta - 26 - del Mezzogiorno del 5 aprile 2000)

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2002 29 agosto: «…nelle prime ore del pomeriggio imperversa una bufera di acqua per una ventina di minuti. Allagamenti e disagi per gli automobilisti».

2002 31 ottobre, ore 11.33: terremoto (VIII grado scala Mercalli) colpisce con danni e morti la zona tra San Giuliano di Puglia in Molise e l’appennino Dauno. Il movimento tellurico viene avvertito con forte intensità, ma per fortuna senza danni, anche a Trani dove la gente si riversa per strada e le scuole vengono evacuate. Nelle ore successive molti genitori, colpiti emotivamente dal crollo della scuola elementare di San Giuliano di Puglia e dal lutto per la morte di molti bambini sepolti dalle macerie, chiedono controlli immediati nei plessi scolastici cittadini. I vigili del fuoco effettuano diversi sopralluoghi senza riscontrare rischi statici.

2003 8 aprile: «…una spessa coltre di neve si posa sulla città, invasa da una corrente di aria fredda con temperature vicine a zero gradi».

2003 28 settembre, ore 3.25: lungo black out di energia elettrica sull’intero territorio nazionale. Trani rimane al buio per circa 12 ore . Disagi nell’approvvigionamento idrico e danni di prodotti alimentari conservati nei frigoriferi. L’ospedale cittadino, supera la prova grazie ad un generatore di corrente indipendente. Uno dei pochi mezzi di comunicazione per essere informati sugli sviluppi del caso rimane la radio a pile o alimentata dalla batteria dell’automobile.

2003 24 dicembre: «…mare in burrasca e forti raffiche di vento greco-levante». Nel porto affondano diverse imbarcazioni ed altre vengono seriamente danneggiate. Danni e frane sulla costa 30.

2004 12 febbraio: ore 7. «…Mare in burrasca forza 6-7». La nave da carico «Eagle I», battente bandiera albanese, proveniente da Durazzo e diretta a Barletta, con a bordo sette uomini di equipaggio, rimane per molte ore in balia delle onde, Nel tratto di mare tra i porti di Trani e Bisceglie, l’imbarcazione rischia di schiantarsi sulla costa, solo nel tardo pomeriggio riesce a raggiungere il porto di Barletta, arenandosi sulla sabbia.

29 L. DE CEGLIA, Crisi pesca chiesto aiuto alla Regione, ne La Gazzetta del Mezzogiorno del 21 luglio 2002. 30 L. DE CEGLIA, Un porto vulnerabile, ne «il biscegliese», dicembre 2003).

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2.2 Analisi Eventi Possibili

La tipologia dei rischi possibili si evince non solo dallo studio delle caratteristiche del territorio comunale e dall’analisi dell’ambiente e delle attività antropiche, ma anche dalla frequenza con cui alcuni fenomeni si sono manifestati nel passato. Per tali finalità è necessario, in via preliminare e riassuntiva, fare un richiamo a fenomeni che nel passato (ultimi 20 anni) hanno interessato il territorio comunale. In sintesi si riporta la seguente tabella in cui sono stati evidenziati la tipologia degli eventi secondo la frequenza di accadimento.

Tabella n.4 - sintesi della tipologia e frequenza degli eventi

Eventi Eventi Incidenti nei Eventi Antropici Incendi Naturali Metereologici Trasporti

Neve e 1 Ghiaccio Incidenti Ferrovieri Tromba d'Aria2 Esplosioni Stradali con Boschivi Terremoto Allagamenti3 Inquinamenti diffusione di Pseudo Steppa Siccita ed Rilascio di sostanze tossiche Tipologia Ondate di Sostanze Inquinamenti Calore 4

Periodo Frequenza nel Invernale 1 periodo estivo Saltuariamente, Raramente 2 lungo le Solo incendi di edifici Periodo Eccezionalmente carreggiate o scosse senza rilascio di primavera- ove è presente 3 sostanze tossiche Frequenza autunno la macchia Periodo estivo4 mediterranea

Ciò premesso, il presupposto da cui è necessario partire al fine di preordinare sistemi di prevenzione e d'intervento idonei è l'individuazione dei fenomeni calamitosi. A tale riguardo sulla base dei dati precedenti e sullo studio effettuato da professionisti incaricati dal Comune di Trani per le osservazioni al Piano di assetto idrogeologico (PAI) regionale, nonché dalle indicazioni emerse dagli studi effettuati dall'Amministrazione Provinciale, dalla Regione e dalla Prefettura di Barletta Andria Trani, si elencano di seguito gli eventi che si ritiene possano essere presi in considerazione.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 43 Tali eventi possono identificarsi in:

EMERGENZE NATURALI

- Evento Sismico - Evento Meremoto - Evento Mareggiate ed Erosione Costiera - Evento idro ed idrogeologico - Evento Alluvioni - Evento Trombe d’Aria e d’Acqua - Evento Nevicate, Gelate e Grandinate - Evento Siccità ed Ondate di Calore - Evento Movimenti franosi

EMERGENZE ANTROPICHE (CONNESSE CON L’ATTIVITA’ DELL’UOMO)

- Disastri aerei - Rischio Chimico-Industriale - Fughe di sostanze - Inquinamento - Incendi - Esplosioni - Incidenti Radioattivi - Epidemie - Rischio connesso a gravi emergenze civili - Incendio presenza gas - Incendio materiale tessile e plastico - Incendio da corto circuito - Fenomeni di autocombustione - Incendio di autocombustione - Incendio di legname - Incendio di prodotti oleosi - Interruzione prolungata di energia - Incendi Boschivi - Stabilimenti a Rischio Incidente Rilevante - Eventi Sportivi e di Spettacolo con richiamo di grande folle

Vengono esclusi in quanto non attesi i rischi e pericoli derivanti dai seguenti eventi calamitosi:

- Emergenza vulcanica - Emergenza valanghe e slavine - Emergenza nucleare

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Scenari di Rischio

Secondo le linee guida regionali per scenario atteso occorre definire :

- la descrizione sintetica della dinamica dell’evento;

- la perimetrazione anche approssimativa dell’area che potrebbe essere interessata dall’evento;

- la valutazione preventiva del probabile danno a persone e cose che si avrebbero al verificarsi dell’evento atteso.

Inoltre, le linee guida hanno precisato che, per valutazione preventiva del danno atteso è necessario procedere al censimento degli elementi esposti a rischio, ove è possibile, compresi nelle aree predefinite, che comunque, potranno essere integrate successivamente in relazione al progressivo affinamento degli scenari e al completamento del censimento risorse ed elementi esposti a rischio.

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RISCHI NATURALI RISCHI ANTROPICI

I fenomeni naturali sono spesso Lo sfruttamento intensivo delle risorse difficilmente prevedibili, nel senso che naturali, la crescente espansione degli non esistono in tutti i casi indicatori insediamenti urbani ed industriali, il facilmente osservabili che aiutino nel sempre più capillare uso delle vie di formulare la previsione. Tuttavia uno comunicazione comportano alterazioni studio più approfondito del territorio ed all'ambiente fisico ed al territorio cui iniziative di ricerca e di studio degli sono inevitabilmente connessi motivi eventi possono ridurne le di "rischio" per l'integrità del territorio conseguenze, diminuendo i rischi per stesso e soprattutto per le persone. l'ambiente e per la popolazione.

In base a quanto sopra precisato, si descrivono gli scenari attesi sul territorio di Trani.

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RISCHI NATURALI

EVENTO SISMICO

Il rischio sismico di un territorio valuta preventivamente le probabilità o il valore atteso di perdite (popolazione, costruzioni, beni materiali) entro un certo intervallo di tempo a causa di possibili eventi sismici. La valutazione del rischio sismico (previsione) ha come obiettivo la mitigazione degli effetti che il terremoto produce sulla popolazione (prevenzione). L’entità delle perdite prodotte dall’evento (sismico) dipendono da tre ordini di fattori: 1. pericolosità, ossia natura, frequenza ed intensità del sisma; 2. vulnerabilità, intesa come capacità dei beni di resistere alle azioni di carattere statico o sismico; 3. esposizione che riguarda la natura, qualità e quantità dei beni. In altri termini alla definizione di rischio concorre, in generale, la probabilità che si verifichi un evento eccezionale (di tipo statico quale cedimento strutturale e/o di fondazione o sismico) di una data intensità in un certo intervallo di tempo (pericolosità), la probabilità di danneggiamento per effetto di cedimenti strutturali o di terremoti di data intensità delle costruzioni presenti nel territorio antropizzato (vulnerabilità) e la probabilità di perdite in termini di vite umane, beni e attività. RS = P x V x E dove: RS = rischio sismico e/o da cedimento strutturale, PS = pericolosità, V = vulnerabilità E = esposizione Ovviamente il segno X presente nell’equazione sopra riportata vuole sinteticamente rappresentare le ben più complesse operazioni necessarie alla combinazione dei tre fattori di rischio. Il Rischio Sismico (RS) può essere quantificato dall’entità dei danni attesi. RS dipende dalla Pericolosità Sismica (PS), cioè dalla sismicità e dalle condizioni geologiche dell’area; dalla Vulnerabilità (V), cioè dal - la qualità e quindi dalla resistenza delle costruzioni; e dall’Esposizione (E), cioè dalla distribuzione geografica della popolazione e dal valore dei beni considerati.

VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA' SISMICA La pericolosità sismica di un territorio è rappresentata dalla frequenza e dalla forza dei terremoti che lo interessano, ovvero dalla sua sismicità. Viene definita come la probabilità che in una data area ed in un certo intervallo di tempo si verifichi un terremoto che superi una soglia di intensità, magnitudo o accelerazione di picco (Pga) di nostro interesse. In generale è possibile affermare che la sismicità di un territorio è connessa alla frequenza ed all'energia rilasciata dai terremoti registrabili nei siti geograficamente più prossimi a quello in considerazione. Fondamentale, per le aree soggette al fenomeno sismico, è lo studio delle strategie di difesa mirate a minimizzare il più possibile i danni prodotti dai terremoti. Tali strategie, ovviamente, non devono limitarsi a fronteggiare solo le situazioni di emergenza. Questo problema viene affrontato secondo due indirizzi principali di ricerca: - il primo mira alla previsione dei terremoti adoperando, quando possibile, metodi di analisi deterministici. Tuttora le ricerche sulla previsione dei terremoti, perlopiù basati sull'analisi dei precursori, non sono utilizzabili ai fini pratici poiché non sono ancora in grado di realizzare alcuna efficace e sicura previsione. Infatti tale rischio è annoverato tra quelli 'imprevedibili'. Pertanto, non è a tutt'oggi, utilizzabile dal punto di vista della protezione civile. - l’altro indirizzo è quello della prevenzione basato su un approccio probabilistico. Trattasi della zonizzazione sismica il cui obiettivo è quello di prevedere, in base allo studio degli effetti prodotti dai terremoti avvenuti in epoca storica e allo studio delle strutture

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 47 geologiche e della neotettonica, le massime accelerazioni alle quali può essere sottoposta una data area. Dal punto di vista della Protezione Civile, quindi, è utilizzabile una ricerca impostata sulla prevenzione, cioè basata sull’adozione di provvedimenti mirati in materia di studi di vulnerabilità, normative edilizie, programmazione urbanistica e territoriale, educazione e sensibilizzazione sociale, che può consentire di salvare, anche in assenza di previsione, non solo le vite umane al momento del terremoto, ma anche la qualità di queste vite nel dopo terremoto. Per ottimizzare una strategia di protezione sismica bisogna approfondire le conoscenze sul territorio al fine di determinare le caratteristiche delle sollecitazioni sismiche prevedibili zona per zona per specifici intervalli di tempo, possibilmente con l’entità dei danni attesi. Queste conoscenze devono consentire l’individuazione delle aree in cui è necessario adottare provvedimenti di natura preventiva (definizione di vincoli urbanistici, prescrizioni in materia edilizia sia per le nuove costruzioni che per il consolidamento di quelle esistenti, bonifica di situazioni a rischio, ecc.) orientando natura e priorità degli interventi tecnici e infine il livello di onerosità per essi accettabile.

SISMICITA’ STORICA DEL TERRITORIO

Interessano particolarmente la sismicità della Puglia i bordi del massiccio Garganico e quelli delle Murge, nonché la serie principale di faglie, forse prolungamento della linea di Schio che seguendo la costa Adriatica, attraverso il Monte Conero presso Ancona, si inoltrano fino alla cosiddetta Fossa Bradanica. Ad essa si devono probabilmente ascrivere tutti i terremoti della costa marchigiana tra Rimini, Pesaro, Senigallia ed Ancona, i sismi con epicentro in mare tra Vasto, Termoli e le ed i focolai nella zona di San Severo e Foggia. La sismicità della penisola garganica si presenta molto complessa in quanto risulta scossa sia da terremoti aventi una rilevante estensione sia da terremoti intensi locali. Date le loro caratteristiche macroscopiche tali terremoti sono avvenuti probabilmente in corrispondenza della prima superficie di discontinuità e quindi ad una profondità dell'ordine di 25 - 30 chilometri. Nel massiccio garganico le profondità ipocentri sono minori; San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo sono sedi di sismi posti ad una profondità di 10 - 20 chilometri, mentre le isole Tremiti, Sannicandro Garganico e Torremaggiore sono scossi da terremoti locali e superficiali. Nella Puglia settentrionale, dall’anno 1000 ad oggi, si sono verificati almeno tredici eventi sismici d’intensità MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg) superiore al VII grado, mentre per quanto concerne la Puglia centro meridionale, anche se non si hanno notizie di terremoti con epicentro nella predetta zona, questo territorio ha spesso risentito degli effetti di sismi verificatisi in zone limitrofe. Il Comune di Trani, rientra tra quei Comuni che, pur non essendo stato teatro di epicentro di sisma, hanno risentito degli effetti di terremoti verificatisi nell’area del Gargano e della Basilicata. A questo proposito è doveroso ricordare il massimo evento sismico verificatosi nella regione, e cioè il terremoto del 30 Luglio 1627, con epicentro localizzato nei Comuni di San Paolo Civitate, San Severo, Serracapriola, Torremaggiore, Apricena e Lesina, il terremoto del 28 Settembre 1538 che colpì la Campania ed ebbe come epicentro Pozzuoli, il terremoto del 23 Novembre 1980 con epicentro nel territorio situato ai confini tra la Basilicata e la Campania ed il terremoto del 31 Ottobre 2002 con epicentro localizzato nei Comuni situati ai confini tra il Molise e la Puglia il quale fu nettamente avvertito dai cittadini tranesi a causa dell’intensità del risentimento macrosismico.

L’analisi dell’evento trova fondamento, essenzialmente, nella nuova classificazione sismica del territorio nazionale, sancita con Ordinanza della Presidente del Consiglio dei Ministri (n. 3274 del 20/03/2003) e che include il nostro territorio tra quelli di "Zona 3" cioè nel quale si possono verificare scosse sismiche di intensità dal V al VII grado della scala Mercalli (magnitudo compresa fra i 4.8 e 6.1 scala Richter). In riferimento al rischio sismico l’Agenzia Regionale di protezione civile, secondo quanto previsto dalle Linee guida regionali per la predisposizione dei piani di emergenza provinciali e comunali, i uno scenario di evento in collaborazione con l'ufficio Servizio Sismico Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile (USSN) e con il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione (S.G.S.S.) e Autorità di Bacino.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 48 Lo scenario è costruito sulla base delle mappe di pericolosità sismica e sui dati relativi alla vulnerabilità dell’edificato e verrà aggiornato man mano che miglioreranno queste conoscenze. Lo scenario fornisce la descrizione a livello comunale del danno probabile atteso in caso di eventi sismici con diversa probabilità di accadimento. La definizione della Pericolosità di base del territorio è ricostruita considerando gli studi più recenti sulla materia basata sulla documentazione prodotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (I.N.G.V.). Dopo approvazione da parte della Commissione Grandi Rischi del Dipartimento della Protezione Civile nella seduta del 6 aprile 2004, la mappa MPS04 (vedi figura) è diventata ufficialmente la mappa di riferimento per il territorio nazionale con l'emanazione dell'Ordinanza PCM 3519/2006 (G.U. n.105 dell'11 maggio 2006). Facendo riferimento al sito nazionale (http://esse1-gis.mi.ingv.it/) è possibile determinare la l'accelerazione di picco (PGA) considerando le coordinate del sito in considerazione e la percentuale di probabilità dell'evento sismico. Volendo considerare una mappa di pericolosità sismica a maggior dettaglio per il territorio che circoscrive l'abitato di Trani, è possibile far riferimento alle figure sotto riportate che riportano i valori dello scuotimento del suolo valutabile sia in termini di accelerazione che per durata della vibrazione. Più precisamente la figura seguente mostra lo scuotimento atteso valutato in termini di accelerazione orizzontale del suolo. Per lo scuotimento atteso valutato in termini di periodo di vibrazione (Se), è possibile far riferimento ai valori riportati nella figura seguente. La legislazione nazionale prevede che l'aggiornamento delle zone sismiche spetti alle singole Regioni e Province Autonome, sulla base di criteri definiti a scala nazionale. In seguito all'Ordinanza PCM 3519/2006, le Regioni e Province Autonome che volessero aggiornare tale elenco devono basarsi sui valori di accelerazione proposti dalla mappa di pericolosità sismica MPS04 per individuare le soglie che definiscono il limite tra una zona sismica e un'altra. Secondo le indicazioni riportate dal Decreto Ministeriale 14/09/2005 (aggiornato al 2008), recante “Norme Tecniche per le costruzioni”, a decorrere dal 23/10/2005 è entrata in vigore la classificazione sismica dei Comuni stabilita dall'Allegato 1, punto 3. dell’Ordinanza n. 3274 del 20 marzo 2003. Tale atto suddivide il territorio italiano in 4 zone sismiche con diversi livelli di accelerazione sismica di progetto. Il Comune di Trani, secondo la deliberazione della giunta regionale 2 marzo 2004, n. 153 “Individuazione delle zone sismiche del territorio regionale e delle tipologie di edifici ed opere strategici e rilevanti - Approvazione del programma temporale e delle indicazioni per le verifiche tecniche da effettuarsi sugli stessi”, risulta classificato sismico in zona 3 (a sismicità bassa), cui corrispondono valori di accelerazione di picco orizzontale del suolo (ag), con probabilità di superamento del 10% in 50 anni, compresi tra 0,05g e 0,15g (dove g è l’accelerazione di gravità) Di seguito si riportano i principali dati relativi alle osservazioni sismiche tratte dal: “Catalogo dei forti terremoti avvenuti in Italia” tratto dal CPT 104 dell’INGV aggiornato al 2002. La mappa sotto riportata evidenzia i principali e prossimali epicentri di eventi sismici significativi avvenuti nella regione geografica includente l'abitato di Trani. Detta rappresentazione permette di ricostruire sinteticamente la storia sismica del sito fornendo la mappa delle zone sismogenetiche e l'analisi di pericolosità sismica con approccio probabilistico. Dal catalogo dei terremoti si rileva che gli eventi sismici più prossimi alla città di Trani sono riferiti ad epicentri collocati nel territorio di Bisceglie, Cerignola e Melfi. Facendo riferimento a tali eventi sismici si ottiene un'accelerazione massima attesa per la città di Trani di 0.244 (g). Per caratterizzare la sismicità di un sito occorre fare riferimento, oltre che alla normativa vigente anche al modello sismogenetico utilizzato in Italia (Gruppo di Lavoro MPS, 2004). La nuova zonazione sismogenetica, denominata ZS9 è stata sviluppata a partire dalla precedente denominata ZS4 (Melletti ed al.) utilizzando le evidenze di tettonica attiva e le valutazioni sul potenziale sismogenetico acquisite di recente.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 49 Nella mappa di pericolosità (zonazione ZS9) il territorio italiano è stato suddiviso in 36 diverse zone, numerate da 901 a 936, più altre 6 zone, identificate con la lettera da "A" a "F" fuori dal territorio nazionale (A-C) o ritenute di scarsa influenza (D-F). Nella mappa sotto riportata sono evidenziate per ogni zona il numero di faglie attive individuate. Nell'ambito di ogni singola zona si ritiene omogenea la probabilità di attivazione di una sorgente simica. In base a tale mappatura la zona sismogenetica più prossima alla città di Trani è la 925- Ofanto per cui è atteso un terremoto massimo di Magnitudo 6.83 con un tempo di ritorno di 50 anni. L'accelerazione del suolo per tale evento dipenderà dall'esatta posizione geografica dell'epicentro e dalla profondità ipocentrale.

PERICOLOSITA' SISMICA TERRITORIALE

Da quanto esposto sinora appare evidente che nella valutazione del 'Rischio Sismico' il fattore relativo alla Pericolosità di Base del territorio di Trani può essere considerato sufficientemente omogeneo per la finalità del presente Piano Comunale di Protezione Civile. L'amplificazione sismica sitospecifica può essere dovuta a particolari condizioni litologiche e a fattori morfologici. Essendo il territorio subpianeggiante con pendenze minori di 15° ed essendo assenti dalla superficie topografica accidenti morfologici significativi come creste rocciose, versanti con cambiamenti di pendenza, e scarpate è possibile affermare che i fattori morfologici nel territorio di Trani non condizionano significativamente la pericolosità simica. L'Amplificazione Sismica per aree omogenee e quindi per le condizioni litologiche può essere valutata tenendo conto che il comportamento sismico produce un'amplificazione dell'accelerazione al suolo in corrispondenza della frequenza di risonanza. In merito ai fattori litologici assume grande importanza il Fattore di Amplificazione Sismica che può essere valutato considerando il parametro dell'Impedenza Sismica così come espresso dalla seguente relazione:

Fa  (Vs2 2/Vs11)1 (  2) (Vs2 2/Vs11) dove:

Vs1=velocità delle onde trasversali negli litotipi più superficiali;

Vs2=velocità delle onde trasversali nel substrato (bedrock); 1= peso di volume del litotipi superficiali;  2= peso di volume del bedrock;  = coefficiente di smorzamento. La predetta relazione evidenzia come vi sia una proporzionalità diretta tra amplificazione sismica ed 'impedenza sismica'. Impedenza sismica: Is = Vs2 2/Vs11

Pertanto tenendo conto del parametro dell'Impedenza Sismica è stato possibile realizzare la carta di pericolosità del territorio di Trani. In allegato si riporta la carta di pericolosità ricavata da misure di impedenza sismica note e dedotte da prospezioni sismiche a rifrazione eseguite sul territorio in considerazione. Appare utile puntualizzare che il numero di indagini geofisiche permette solo una ricostruzione di massima delle isolinee di Impedenza Sismica e da queste è stato possibile desumere la mappa di pericolosità in una scala di media grandezza (Scala 1:25000). Un maggior numero di dati avrebbe permesso un'interpolazione di maggior dettaglio facendo emergere situazioni di pericolosità sitospecifica.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 50 I range di valori d'impedenza sismica utilizzati per la definizione delle classi di pericolosità è stato il seguente:

Classe di Impedenza Sismica Impedenza Sismica Pericolosità Sismica Bassa < 1.5 1.5 < Media < 2.5 2.5 < Alta < 3.5 3.5 < Molto Alta

I range di valori dell'Impedenza Sismica hanno permesso di distinguere quattro classi di pericolosità sismica che evidenziano una classe di pericolosità molto alta in corrispondenza dell'abitato di Trani, laddove sussistono strati sedimentari superficiali dalle basse velocità di propagazione delle onde sismiche trasversali.

FATTORI P MOLTIPLICATIVI

Classe 1 Bassa = 1 (Substrato geologico roccioso a bassa impedenza sismica)

Classe 2 Media = 2 (Substrato geologico limo-sabbioso ad media impedenza

Classe 3 Elevata = 3 (Substrato geologico limo sabbioso ad alta impedenza sismica

Classe 4 Molto Elevata = 4 (Substrato geologico limo sabbioso ad alta impedenza sismica. Litotipi con pericolo di liquefazione)

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 51 SUDDIVISIONE DELL’ABITATO IN FUNZIONE DELLA VULNERABILITÀ DEGLI EDIFICI

Sulla base di quanto innanzi enunciato appare evidente che nella quantificazione della vulnerabilità si debba far riferimento alle tipologie edilizie classificate nell'ambito del Piano Urbanistico Generale di Trani. Essendo il parametro della vulnerabilità strettamente connesso alla qualità statica degli edifici, alla tipologia dei materiali e al periodo storico di costruzione, si sono delineate, come segue, le zone di territorio che possono essere maggiormente interessate da crolli ovvero da lesioni per il risentimento di un evento sismico:

EDILIZIA COMPLETATA ZONA “A” IDENTIFICABILE NEL CENTRO ANTICO (A1), E CENTRO STORICO (A2):

A1 - CENTRO ANTICO coincide con il centro storico ed il borgo portuale. Rivela una classe di vulnerabilità molto elevata. La maggior parte dei fabbricati è costruita con murature e solai in conci tufacei calcarenitici e pietrame non squadrato; eccezionalmente in solai di legno. Molti fabbricati sono costruiti con murature in pietrame con tufi e solai con putrelle in ferro. L’intera zona si presenta omogenea, edificata prima del 900, fatte le dovute eccezioni per alcuni interventi conservativi che si stanno effettuando in questi ultimi anni. La viabilità è molto disagevole essendo la zona costituita da viuzze e stradine che in qualche modo non consentono neanche il transito di veicoli. Il transito degli autocarri risulta interdetto alla quasi totalità. Nella zona medioevale si registra più frequentemente la presenza di edifici vetusti costruiti con materiali più scadenti e con tecniche meno affinate. Spesso questi edifici hanno subito rimaneggiamenti nel corso degli anni non rispettando corretti principi tecnici (è il caso degli interventi di consolidamento operati tra gli anni '50 e '70). Tali interventi possono sinteticamente essere rappresentati da aperture praticate in muri portanti particolarmente sollecitati. Dalla demolizione di volte o dalla demolizione di muri maestri. Spesso si è proceduto alla costruzione di muri su volte; a sopraelevazioni temerarie o alla costruzione di travi portanti senza opportune ripartizioni dei carichi. Vi sono altresì, anomalie nelle strutture esistenti, rappresentate da discontinuità murarie tra innesti di muri portanti muratura caotica e incoerente presenza di malta scadente (es. terrosa) murature con cavità interne riempite con materiale detritico e di calcinacci. Si riscontra spesso la presenza di travi di legno annegate nelle murature. Dal punto di vista urbanistico si evidenzia la presenza di strade strette con percorsi non rettilinei.

A2 - CENTRO STORICO coincidente con il quartiere ottocentesco. Rivela una classe di vulnerabilità elevata. Il borgo ottocentesco presenta una viabilità di tipo rettilineo, con griglia ortogonale. Le strade hanno un'ampia carreggiata e marciapiedi larghi. Le caratteristiche costruttive sono di pietra in conci squadrati ai livelli inferiori e tufo in conci regolari anch'essi, ai piani superiori. Le coperture sono a volta ai livelli inferiori e solai in legno all'ultimo livello, in buona parte sostituiti con solai in latero-cemento. La presenza di fondazioni in muratura continua, spesso a ridosso di cisterne o cantine, unitamente alla sopraelevazioni del secondo piano impongono nella classificazione della vulnerabilità l'elevazione della classe da media ad elevata. Il borgo ottocentesco presenta una viabilità di tipo rettilineo, con griglia ortogonale. Le strade hanno un'ampia carreggiata (ovunque maggiore di 3 metri) e marciapiedi medio-larghi.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 52 EDILIZIA DA COMPLETARE ZONA “B” IDENTIFICABILE CON LE ZONE B DEL P.U.G.:

Il PUG di Trani definisce tale zona come 'Zona residenziale di completamento' e qualifica l'edificato di tale tipologia con la seguente dizione: "Sono state definite come zona omogenea di tipo 'B' (DIM 1444/1968) quelle parti del territorio totalmente o parzialmente edificate ove una accettabile struttura urbana consente interventi di completamento e/o miglioramento a fini, prevalentemente, di insediamento residenziale e attività connesse ed assimilate". Appare evidente che in tale tipologia si riconosce una tipologia edilizia già preesistente ed una da realizzare con vigenti disposizioni in materia edilizia. Il tessuto urbano coincidente con la zona 'B' rivela una classe di vulnerabilità media o non elevata. La maggior parte dei fabbricati realizzati in questa zona hanno una struttura portante in telaio di calcestruzzo armato o murature in pietra e tufi squadrati con solai in tufi a botola o a crociera. Il completamento di queste zone dagli anni 1960 ha visto realizzati fabbricati in cemento armato ed a volte, con muratura portante in tufo squadrato e solai in c.a.. La viabilità è buona in quanto tutta la zona le carreggiate sono larghe più di mt. 6. Parte del costruito risponde, seppur limitatamente, alle norme di progettazione antisismica anche se anteriori alle disposizioni attuali in materia. Dal punto di vista urbanistico la Zona B ingloba l'edilizia da sostituire e l'edilizia moderna.

EDILIZIA DA SOSTITUIRE : In queste zone la maggior parte dei fabbricati sono stati realizzati dagli anni 70 ad oggi, con strutture miste: tufi, poroton e c.a., ovvero a scheletro in c.a.. La vulnerabilità dei fabbricati è bassa, fatte le dovute eccezioni per i corpi di fabbrica preesistenti.

EDILIZIA MODERNA : Trattasi di strutture di strutture abitative realizzate negli ultimi venti anni e coincidenti con i quartieri disposti nella fascia periferica dell'abitato. La vulnerabilità dei fabbricati è bassa.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 53 VULNERABILITA' STRADALE

L’abitato di Trani essendo situato in una zona di territorio pianeggiante, non presenta alcun rischio di vulnerabilità nella rete stradale di collegamento con i paesi limitrofi. Fa eccezione il “Ponte Lama” sulla S.S. 16 che collega l'abitato di Tran con la vicina Bisceglie. Detta struttura, costruita anteriormente all'entrata in vigore della normativa sismica, in caso di terremoti potrà riportare danni significativi. Per tale tratto si riconosce una classe di vulnerabilità molto elevata. Le maggiori problematiche legate al rischio sismico si rilevano nel centro antico ed in particolare nei vicoli che circoscrivono l'area portuale ed il quartiere ebraico laddove la presenza di strade con una larghezza della carreggiata limitata potrebbero produrre gravi disagi per la percorribilità in caso di emergenza sismica. La caduta di lastre, blocchi tufacei, cornicioni potrebbe anche con scosse di magnitudo non elevata produrre blocchi della percorribilità con mezzi di soccorso. L'assembramento di cittadini nei vicoli potrebbe risultare estremamente pericolo perché incrementerebbe l'esposizione ai crolli strutturali. In generale si registra una elevato grado di vulnerabilità stradale per tutte le carreggiate aventi larghezza inferiore a 3 metri e per quelle la cui larghezza risulta essere inferiore all'altezza degli edifici adiacenti misurata dal piano stradale sino al coronamento. Per quanto detto si attribuisce al centro antico una classe di vulnerabilità molto elevata. Nella restante parte dell'abitato si attribuisce un grado di vulnerabilità basso.

RILEVAMENTO DI DETTAGLIO DELLA VULNERABILITA' SISMICA

Per una più approfondita valutazione della Vulnerabilità Sismica l'Ufficio Tecnico potrà procedere al rilevamento di dettaglio degli edifici pubblici e privati utilizzando le apposite schede predisposte dal Gruppo Nazionale di difesa dai Terremoti. La vulnerabilità sismica di una struttura consiste nella valutazione della maggiore o minore propensione della struttura stessa a subire danni per effetto di un terremoto di assegnate caratteristiche. Essa rappresenta una proprietà intrinseca della costruzione, dipendendo dalle caratteristiche strutturali (geometriche e costruttive) reali della struttura. La sua determinazione costituisce un aspetto cruciale per la valutazione della sicurezza strutturale in caso di terremoti. La procedura per la valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici si basa sull'analisi di una serie di informazioni sulle caratteristiche degli elementi costitutivi dell'edificio che vengono raccolte tramite schede:

“Scheda di censimento dati di “livello 0” questa scheda prevede unicamente l’acquisizione di dati sommari sull’ opera ed è applicato in modo sistematico a tutte le tipologie individuate al fine di consentirne l’inserimento in un data base generale con interfaccia geografico.

“Livello 1” e “Livello 2” sono verifiche di sicurezza puntuali che si differenziano fra loro per il campo di applicazione, dipendente dalla regolarità delle strutture, per il diverso livello di conoscenza ed i diversi strumenti di analisi e di verifica richiesti.

“Scheda di 1° livello per il rilevamento dell’esposizione e della vulnerabilità degli edifici” contiene i dati relativi alla localizzazione, alla geometria ed alla tipologia dell'edificio.

“Scheda di vulnerabilità di 2° livello” contiene i diversi elementi che contribuiscono a determinare il comportamento della struttura in presenza di forze sismiche.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 54 ESPOSIZIONE

Il fattore 'Esposizione' considera il valore delle vite umane eventualmente interessate da uno scenario sismico, nonché il valore materiale ed economico dei beni coinvolti. Appare evidente che una 'Esposizione molto elevata' sia congruamente associabile alla 'Cattedrale di Trani' (XII secolo). Il fattore legato alla Esposizione è opportunamente legato alla minore o maggiore presenza di vite umane in una determinata area territoriale dell'abitato. Si puntualizza che tale parametro appare palesemente più elevato in situazioni abitative di edifici di elevata altezza con un numero di piani maggiori o uguali a cinque e con tecniche costruttive anteriori all'entrata in vigore delle norme sismiche che hanno riconosciuto la sismicità del territorio di Trani (1981).

Tali edifici risultano maggiormente presenti nel perimetro di:

- Piazza della Repubblica; - Corso Vittorio Emanuele; - via San Giorgio; - Via San Gervasio; - Via Maraldo; - Piazza XX Settembre.

Altre situazioni di affollamento sono strettamente connesse alle situazioni di utilizzo ordinario di edifici pubblici come scuole, uffici comunali, tribunale ed uffici giudiziari, cinema. Per gli edifici ed i siti predetti si attribuisce una classe di esposizione elevata.

Inoltre nella tabella sottostante si riportano gli edifici sottoposti a Tutela dal Ministero dei Beni Culturali e che quindi in uno scenario di evento sismico di Magnitudo maggiore del quarto grado Richter andrebbero prioritariamente monitorati in quanto appartenenti ad una classe di esposizione molto elevata pel l'elevato valore storico-testimoniale.

Edifici sottoposti a tutela dal Ministero per i Beni Culturali 01- Casa De Agnete DM 02.02.1954 02- Casa di reclusione per donne (propr. deman.) Decl. 17.01.1983 03- Casa Via Annunziata 4 – sist.murato sul portale prop.eccl. Not. 30.12.1982 04- Casa Via Cambio 8 – portale DM 15.01.1954 05- Casa Via Cambio 36 – stemma DM 30.06.1955 06- Casa Via La Giudea 60 – stemma in pietra DM 16.06.1955 07- Casa Via Pagano 201 – portale in legno (pr.privata) DM 15.01.1954 08- Casa Via Statuti Marittimi 10, 12, 14, 16, 18, 20 DM 15.01.1954 09- Castello Svevo (proprietà demaniale) Decl. 18.05.1957 10- Cattedrale Not. 11.07.1932 11- Chiesa S. Andrea Not. 14.07.1932 12- Chiesa S. Domenico o S. Croce Not. 18.02.1933 13- Chiesa S. Francesco Not. 09.07.1932 14- Chiesa S. Giacomo o S. Maria De Russis o Degli Angeli Not. 09.07.1932 15- Chiesa Madonna della Cappella DM 15.01.1954 16- Chiesa S. Maria di Colonna Not. 11.07.1932 17- Chiesa S. Maria De Dionisio Not. 10.07.1932 18- Chiesa SS. Medici Not. 10.07.1932 19- Chiesa D’Ognissanti o Dei Templari Not. 20.12.1932 20- Chiesa S. Martino (proprietà comunale) Decl. 20.03.1984 21- Chiesa S. Rocco Not. 18.02.1933 22- Chiesa Di Scolanova Not. 29.03.1933 23- Chiesa S. Teresa Not. 09.07.1932 24- Convento S. Agostino (proprietà comunale) Decl. 28.07.1981 25- Convento Del Carmine Not. 18.02.1933

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 55 26- Epitaffio Disfida di Barletta (proprietà demaniale) DM 16.01.1979 27- Fortino S. Antonio (proprietà comunale) Decl. 24.03.1982 28- Palazzo Allevio DM 16.06.1955 29- Palazzo Antonacci (proprietà privata) DM 16.06.1955 30- Palazzo Beltrami (proprietà comunale) DM 02.05.1967 31- Palazzo Bianchi di Donna Sibilla (propr. privata) DM 05.12.1983 32- Palazzo Broquiere D’Assisi D’Amely (propr. privata) DM 31.08.1983 33- Palazzo Caccetta (proprietà ecclesiastica) Not. 18.02.1933 34- Palazzo Covelli (proprietà privata) DM 15.01.1954 35- Palazzo De Angelis DM 15.01.1954 36- Palazzo Filisio (proprietà privata) DM 26.10.1981 37- Palazzo Larghezza DM 15.01.1954 38- Palazzo Lodispoto DM 07.06.1971 39- Palazzo Perrone-Capano (proprietà privata) DM 15.01.1954 40- Palazzo Quercia (proprietà ecclesiastica) Decl. 15.01.1954 41- Palazzo Sardella DM 24.10.1977 42- Palazzo Stria DM 15.01.1954 43- Palazzo Ventricelli DM 15.01.1954 44- Palazzo Vischi DM 20.06.1955 45- Palazzo Zuppa (finestra sulla rampa della scala) DM 16.06.1955 46- Porta Antica Via La Giudea 1 (propr. privata) DM 16.05.1955 47- Ex Convento S. Agostino- zona di rispetto DM 08.03.1952 48- Giardino Telesio (proprietà privata) DM 29.01.1982 49- Chiesa rupestre S. Geffa Decl. 22.04.1983

Per la restante parte degli edifici si attribuisce una classe di esposizione media.

La classe di esposizione bassa è stata associata ad edifici di limitata altezza (ville) realizzati e progettati in ottemperanza delle normative sismiche.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 56 SINTESI DELLA PREVISIONE DI RISCHIO SISMICO

In base alle considerazioni sin qui esposte è possibile ricostruire un quadro sintetico e schematico della valutazione del rischio sismico nel territorio di Trani.

TRANI - QUADRO SINOTTICO RISCHIO SISMICO

R = P*V*E

Fattori P V E R moltiplicativi Classe 1 1 1 Rischio Bassa = 1 Substrato Zona Zona Sismico Basso geologico roccioso residenziale a ville residenziale a ville (1-4) a bassa uni e bifamiliari uni e bifamiliari impedenza sismica Classe 2 2 2 Rischio Media = 2 Substrato Zona residenziale Tutto l’abitato Sismico Medio geologico limo- di completamento (5-18) sabbioso ad e di espansione) media impedenza Classe 3 3 3 Rischio Elevata = 3 Substrato Centro storico- Beni storico Sismico geologico limo borgo architettonici di valore Elevato) sabbioso ad alta ottocentesco) testimoniale; edifici ad (19- 48) impedenza uso pubblico con sismica elevato affollamento sino a 4 piani; edifici ad uso residenziale con 5-8 piani ed anteriori alla normativa sismica Classe Molto 4 4 4 Rischio Elevata = 4 Substrato Centro antico Cattedrale; edifici ad Sismico geologico limo uso pubblico con Molto Elevato sabbioso ad alta elevato affollamento (49-64) impedenza oltre 4 piani o edifici sismica. Litotipi ad uso residenziale con pericolo di con oltre 9 piani ed liquefazione anteriori alla normativa sismica- non presenti nel territorio di Trani.

In base al quadro sinottico predetto si rilevano situazioni di ‘Rischio Sismico Basso’ nell’area periferica che circonda l’abitato le cui strutture abitative sono costituite da ville uni e bifamiliari. Un ‘Rischio Sismico Medio’ si rileva per tutto l’abitato della città. Situazioni isolate di ‘Rischio Sismico Elevato’ si riscontrano per gli edifici ad uso pubblico, beni storico testimoniali tutelati dal Ministero dei Beni Culturali o edifici residenziali con 5 o più piani edificati anteriormente all’entrata in vigore della normativa sismica. Un'unica situazione di ‘Rischio Sismico Molto Elevato’ si evidenzia per la Cattedrale (XII secolo) che rappresenta un enorme valore economico-storico-testimoniale (esposizione molto elevata) ricadente nel centro storico e su suoli di pericolosità sismica molto elevata. Per quanto esposto sinora è possibile ricavare la mappa del rischio sismico per il territorio di Trani.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 57 SCENARIO DI MASSIMA

Qui di seguito vengono riportati alcuni degli aspetti principali connessi ad un evento sismico e allo scenario di riferimento. Un terremoto può provocare: • danneggiamenti e/o crolli ad edifici di pubblico servizio • danneggiamenti e/o crolli ad edifici residenziali • danneggiamenti e/o crolli ad edifici produttivi con possibili incidenti (esplosioni, incendi) • danneggiamenti ad infrastrutture di servizio (comunicazioni, reti di distribuzione, …); • crolli e frane; • danneggiamenti ad infrastrutture viarie.

Nella schematizzazione essenziale sotto riportata sono dunque sintetizzati gli effetti di un terremoto sia al territorio, che alle infrastrutture che su di esso insistono.

Effetti sulla popolazione – relative conseguenze e difficoltà • Feriti per traumi dovuti a caduta di materiale e conseguenti alla fuga precipitosa dai fabbricati e per motivi sanitari ( es. crisi cardiache). • Popolazione in ricerca affannosa di notizie dai famigliari. • Formazione di accampamenti spontanei all’aperto o in automobile. • Diffusione di notizie false ed allarmistiche. • Difficoltà di gestione dei servizi di emergenza per parziale abbandono da parte del personale e/o per lesioni dei fabbricati in cui sono localizzati (gestione contemporanea dei soccorsi in arrivo dall’esterno, con modalità e tempi variabili).

Effetti sull’edilizia residenziale – relative conseguenze e difficoltà • Lesioni nei fabbricati in muratura, crollo di fabbricati in precarie condizioni. • Alcuni incendi determinati da rotture nelle condutture esterne ed interne del gas, rovesciamento di stufe, fornelli accesi incustoditi, corto circuiti, ecc..

Effetti sull’edilizia pubblica – relative conseguenze e difficoltà • Lesioni alle strutture e/o altri incidenti alle strutture (ex. incendi) con particolare attenzione a municipi, caserme, scuole, ospedali e agli edifici sede di Cenri Operativi. • Necessità di individuare sedi alternative.

Effetti su strutture e impianti produttivi – relative conseguenze e difficoltà • Danneggiamenti alle strutture e/o alle infrastrutture produttive. • Possibili incendi, esplosioni, fuoriuscita di sostanze tossiche e nocive. • Interruzione dei cicli produttivi (riflessi occupazionali).

Effetti sulla viabilità – relative conseguenze e difficoltà • Interruzioni stradali causate da crolli di parti di edifici prospicienti la sede stradale, caduta di massi, movimenti franosi e deformazioni del terreno. • Sporadiche interruzioni stradali per danneggiamenti di manufatti. • Necessità di individuare viabilità alternative.

Effetti sulle reti di servizio – relative conseguenze e difficoltà • Possibili interruzioni dell’erogazione dei servizi, causa rotture di tubazioni e condutture. • Difficoltà nelle comunicazioni telefoniche (sia reti fisse, che mobili) per guasti e per sovraffollamento di chiamate. Attualmente, la sismologia non è ancora in grado di prevedere con sufficiente anticipo i terremoti, è per questo che è necessario agire sotto il profilo della prevenzione. Inoltre, come per qualsiasi altro rischio è necessario formare gli abitanti del territorio ad affrontare un qualsiasi stato di emergenza anche mediante esercitazioni.

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EVENTI MAREMOTI

Lungo le coste della Puglia meridionale sono stati rilevati gli effetti di alcuni tsunami generati in conseguenza di forti scosse sismiche. Ecco una cronologia.

5 Dicembre 1456 Il terremoto del 1456 è stato certamente uno dei più forti ed estesi eventi che hanno colpito l’Italia. La vastità dell’area interessata, comprendente , Molise, Basilicata, Campania e Puglia, fa pensare che si sia trattato di un evento multiplo, con più aree epicentrali dislocate lungo la catena appenninica. Risultarono coinvolte anche le città della Puglia meridionale con gravi danneggiamenti a Lecce e a Brindisi 31. Effetti di un maremoto sviluppatosi in seguito al sisma sono stati rilevati da Mastronuzzi & Sansò (2000) nelle vicinanze di Torre Squillace (Porto Cesareo).

30 luglio 1627 In questa data si verificò un terremoto disastroso nel Gargano con epicentro situato nelle terre tra Lesina e San Severo (Foggia). A San Severo tutte le costruzioni e le torri furono distrutte; 800 circa furono le vittime. Furono danneggiati anche i villaggi vicini (Torre Maggiore, San Paolo, Serracapriola ecc.) dove morirono circa 4300 persone. Lungo il litorale fra Sannicandro e la foce del fiume Fortore, vicino al lago di Lesina, il mare si ritirò per circa 3-4 chilometri e poi sommerse il litorale e probabilmente il villaggio di Lesina 32. Anche le terre basse fra Silvi e Mutignano furono inondate. A Manfredonia le onde raggiunsero la metà delle pareti della città, circa 2.5 metri al di sopra della terra 33. Alla bocca di fiume Saro (oggi denominato Faro), si potè osservare il ritiro del mare 34.

6 Aprile 1667 Forte terremoto con epicentro localizzato vicino a Ragusa (la moderna ), sul litorale della Dalmazia. Effetti di un maremoto sviluppatosi durante questo evento, sono stati localizzati a Torre Santa Sabina, a circa 30 chilometri nord da Brindisi35.

20 Marzo 1730 Uno dei terremoti più forti verificatisi nella regione di Foggia. Epicentro localizzato vicino a Foggia, circa 30 chilometri lontano dal litorale. Intensità massima a Foggia con più di 500 morti. Si registrò un aumento improvviso del mare che mandò in pezzi alcune barche a Siponto e a Barletta 36. Tsunami probabilmente accennato da Mallet R.(1852) che segnala lo stesso ritrovamento di descrizione in relazione del Cirillo.

31 Baratta M., 1901 32 Del Vasto F. ,1627; De Poardi G.V., 1627; Foglia G.A., 1627 33 Cerqua G.J.,1627 34 L’evento è stato studiato da Baratta M.(1894, 1897) e recentemente rivisto e modificato da Molin & Margottini (1982), da Guidoboni & Tinti (1988, 1989), Mastronuzzi & Sansò (2000) e da Gianfreda ed al. (2001). 35 Mastronuzzi, G; Sansò, P., 2004 36 Cirillo N., 1731

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 59 20 Febbraio 1743 Forte terremoto nel Salento (Puglia) e nelle isole ioniche. Danni di maggior rilievo a Nardò, dove la maggior parte delle costruzioni andarono distrutte. Anche Lecce e Brindisi furono danneggiate gravemente. Il terremoto fu avvertito in una vasta area, coinvolgendo Calabria, Messina e Napoli; più di 160 furono le vittime. Quanto allo tsunami, alcuni danni si ebbero nel porto di Brindisi, in cui “il mare si è ritirato” 37. Effetti del maremoto sono stati localizzati a Torre Santa Sabina, a circa 30 chilometri nord da Brindisi 38 e a Torre Sant’Emiliano, vicino Otranto 39.

8 Dicembre 1889 Epicentro sul Gargano. Avvertito in una zona molto vasta, includente quasi tutta l'Italia centrale (Baratta M., 1901). “Lo tsunami forte” alla foce del fiume Fortore fu segnalato da Baratta M.(1936). Mare agitato a Termoli e a Mattinata (Anonimi, 1889).

37 Cagnes & Scalese, 1978; Scalese N.,1743 38 Mastronuzzi & Sansò, 2004 39 Mastronuzzi & Sansò, 2006

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EVENTI MAREGGIATE ed EROSIONE COSTIERA

Le mareggiate costituiscono un notevole rischio per una regione che ha circa 800 km di coste. Tale rischio si presenta soprattutto nei mesi invernali, quando condizioni atmosferiche sfavorevoli di bassa pressione producono perturbazioni con venti assai intensi, che causano mare molto mosso con onde furiose a riva che possono causare ingentissimi danni ad abitati costieri, infrastrutture civili e portuali e litorali turistici. In particolare uno scenario di rischio può evolvere anche in poche ore dalla calma assoluta al mare molto mosso in dipendenza delle caratteristiche della perturbazione. Le dinamiche costiere relative al litorale di Trani, sono rappresentate in modo ampio sintetizzate nel Piano Regionale delle Coste (sinteticamente rappresentato). Con pubblicazione sul BURP n. 31 del 29-02-2012 la Regione Puglia ha emanato il ‘PIANO REGIONALE DELL COSTE’, ed ha ufficializzato le problematiche connesse alla fruizione dei litorali evidenziano le dinamiche costiere che interessano le spiagge della Puglia. Le criticità della costa, intese come tratti a rischio di erosione e caratterizzati quindi da pericolosità geomorfologica, erano già state individuate parzialmente dall’Autorità di Bacino della Puglia che aveva cartograficamente contrassegnato alcuni tratti con i differenti gradi di pericolosità geomorfologica.

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COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 64 E

In definitiva la costa di Trani presenta importanti criticità dovute al rischio di erosione ed al conseguente pericolo di crolli.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 65 Si riconoscono alcuni evidenti tratti in erosione con smottamenti attivi: - nella falesia delimitante la Villa comunale; - tratto interposto tra il Lungomare Chiarelli e il primo tratto del Lungomare Cristoforo Colombo; - zona litoranea Nord della Penisola di Colonna; - tratto interposto tra ‘Lido Colonna e la Seconda Spiaggia. Detti fenomeni erosivi sono indotti sulla falesia subverticale per lo scalzamento al piede ad opera del moto ondoso e possono produrre crolli in grado di coinvolgere manufatti, sede stradale, ed eventuali malcapitati.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO

Sistema di allertamento per il rischio idrogeologico ed idraulico

Nel sistema di allertamento per il rischio idrogeologico ed idraulico, i livelli di criticità, ordinaria, moderata, ed elevata, corrispondono a definitivi scenari che si prevede possano verificarsi sul territorio e che vengono stabiliti in base alla previsione degli eventi meteoidrogeologici attesi, nonché degli scenari di rischio anche sulla base della possibilità di superamento soglie attese pluvio-idrometriche complesse. Gli scenari associati ai diversi livelli di criticità possono essere così definiti:

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 67 I suddetti livelli di criticità ed i relativi scenari sono associati ad eventi la cui intensità ed estensione sono comunemente caratterizzati da diversi tempi di ritorno.

Criticità ordinaria: Tempo di ritorno compreso tra 2 e 5 anni Criticità moderata: Tempo di ritorno compreso tra 5 e 20 anni Criticità elevata: Tempo di ritorno maggiore di 20 anni

Gli eventi assunti a riferimento per gli scenari di pericolosità e quindi di rischio, di cui alla perimetrazione delle aree ed alla programmazione degli interventi di mitigazione dei Piani stralcio di bacino per l'Assetto Idrogeologico ex legge n. 267/98, sono riferito a tempi di ritorno ben superiori e generalmente pari a 50, 100 e 200 anni. Il sistema di allertamento nazionale fornisce quotidianamente indicazioni sintetiche sulla previsione di eventi attraverso l'emanazione e la diffusione dei bollettini e degli avvisi descritti in Tabella 2.

La diffusione è regolamentata da procedure nazionali e regionali, e nel caso la Regione sia dotata di un Centro Funzionale attivo, tali procedure si estendo sino al livello provinciale e comunale.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 68 La competenza statale si estende solo sino al livello regionale, coinvolgendo le Prefetture - Uffici Territoriali di Governo nell'informativa. Nei Comuni come Trani, ove sono presenti aree a rischio idraulico elevato e molto elevato perimetrato nei Piani stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI) la pianificazione di emergenza deve avere come scenario di rischio di riferimento quello relativo alle suddette aree.

Scenario di rischio di riferimento

Lo scenario di rischio di riferimento sarà basato sulle aree a più elevata pericolosità perimetrate per i tempi di ritorno più bassi per i quali è possibile far corrispondere il livello di criticità previsto dal sistema di allertamento per il rischio idrogeologico ed idraulico. Tale indirizzo deve essere assunto come un primo scenario su cui sviluppare la pianificazione di emergenza richiesta in forma completa, sia dal punto di vista procedurale che operativo.

Scenario di pericolosità

Per l'individuazione dello scenario di rischio è necessario definire lo scenario d'evento, cioè di pericolosità, che comprende la perimetrazione dell'area che potrebbe essere interessata, la descrizione sintetica della dinamica dell'evento, nonché valutare preventivamente il probabile danno a persone e cose che si avrebbe al verificarsi dell'evento atteso. Nel caso del Comune di Trani lo scenario di evento fa riferimento ai dati riportati nel PAI ed in particolare la perimetrazione riportata nelle carte a pericolosità idraulica (www.adb.puglia.it)

PIANO DI BACINO STRALCIO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) Approvato il 30 Novembre 2005

IL PIANO DI BACINO: finalità generali La Legge 183/1989 sulla difesa del suolo ha stabilito che il bacino idrografico debba essere l'ambito fisico di pianificazione che consente di superare le frammentazioni e le separazioni finora prodotte dall'adozione di aree di riferimento aventi confini meramente amministrativi. Il bacino idrografico è inteso come "il territorio dal quale le acque pluviali o di fusione delle nevi e dei ghiacciai, defluendo in superficie, si raccolgono in un determinato corso d'acqua direttamente o a mezzo di affluenti, nonché il territorio che può essere allagato dalle acque del medesimo corso d'acqua, ivi compresi i suoi rami terminali con le foci in mare ed il litorale marittimo prospiciente" (art. 1). L'intero territorio nazionale è pertanto suddiviso in bacini idrografici classificati di rilievo nazionale, interregionale e regionale. Strumento di governo del bacino idrografico è il Piano di Bacino, che si configura quale documento di carattere conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, difesa e valorizzazione del suolo e alla corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato. Per ogni bacino idrografico dovrà essere elaborato un piano di bacino che abbia i seguenti contenuti: a) il quadro conoscitivo organizzato ed aggiornato del sistema fisico, delle utilizzazioni del territorio previste dagli strumenti urbanistici comunali ed intercomunali, nonché dei vincoli, relativi al bacino, di cui al R.D.L. 30 dicembre 1923, n. 3267, ed alle Leggi 1º giugno 1939, n. 1089 e 29 giugno 1939, n. 1497, e loro successive modificazioni ed integrazioni; b) l’individuazione e la quantificazione delle situazioni, in atto e potenziali, di degrado del sistema fisico, nonché delle relative cause; c) le direttive alle quali devono uniformarsi la difesa del suolo, la sistemazione idrogeologica ed idraulica e l'utilizzazione delle acque e dei suoli; d) l'indicazione delle opere necessarie distinte in funzione dei pericoli di inondazione e della gravità ed estensione del dissesto; del perseguimento degli obiettivi di sviluppo sociale ed economico o di riequilibrio territoriale nonché del tempo necessario per assicurare l'efficacia degli interventi; e) la programmazione e l'utilizzazione delle risorse idriche, agrarie, forestali ed estrattive;

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 69 f) l’individuazione delle prescrizioni, dei vincoli e delle opere idrauliche, idraulico-agrarie, idraulicoforestali, di forestazione, di bonifica idraulica, di stabilizzazione e consolidamento dei terreni e di ogni altra azione o norma d'uso o vincolo finalizzati alla conservazione del suolo ed alla tutela dell'ambiente; g) il proseguimento ed il completamento delle opere indicate alla precedente lettera f), qualora siano già state intraprese con stanziamenti disposti da leggi speciali e da leggi ordinarie di bilancio; h) le opere di protezione, consolidamento e sistemazione dei litorali marini che sottendono il bacino idrografico; i) la valutazione preventiva, anche al fine di scegliere tra ipotesi di governo e gestione tra loro diverse, del rapporto costi-benefici, dell'impatto ambientale e delle risorse finanziarie per i principali interventi previsti; j) la normativa e gli interventi rivolti a regolare l'estrazione dei materiali litoidi dal demanio fluviale, lacuale e marittimo e le relative fasce di rispetto, specificatamente individuate in funzione del buon regime delle acque e della tutela dell'equilibrio geostatico e geomorfologico dei terreni e dei litorali; k) l'indicazione delle zone da assoggettare a speciali vincoli e prescrizioni in rapporto alle specifiche condizioni idrogeologiche, ai fini della conservazione del suolo, della tutela dell'ambiente e della prevenzione contro presumibili effetti dannosi di interventi antropici; l) le prescrizioni contro l'inquinamento del suolo e la dispersione nel terreno di rifiuti civili ed industriali che comunque possano incidere sulle qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei; m) le misure per contrastare i fenomeni di subsidenza; n) il rilievo conoscitivo delle derivazioni in atto con specificazione degli scopi energetici, idropotabili, irrigui od altri e delle portate; o) il rilievo delle utilizzazioni diverse per la pesca, la navigazione od altre; p) il piano delle possibili utilizzazioni future sia per le derivazioni che per altri scopi, distinte per tipologie d'impiego e secondo le quantità; q) le priorità degli interventi ed il loro organico sviluppo nel tempo, in relazione alla gravità del dissesto. Data la vastità e complessità dei contenuti del Piano di Bacino e non potendo attendere una precisa definizione del quadro conoscitivo necessario alla sua redazione, la legge ha previsto uno strumento di carattere transitorio – lo schema previsionale e programmatico - che individua gli interventi più urgenti in materia di difesa suolo, i costi per la loro realizzazione, le modalità di attuazione ed i tempi d’intervento. La Legge 183/1989 prevede che il Piano di Bacino debba essere non un semplice studio corredato da proposte di intervento ma un aggiornamento continuo delle problematiche e delle soluzioni. Esso, tenendo conto dei diversi livelli istituzionali che operano con specifiche competenze di programmazione (Stato, Autorità di Bacino, Regioni, Province), dovrà rappresentare il necessario coordinamento con gli altri strumenti di pianificazione e di programmazione territoriale.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 70 LE FONTI E L’ANALISI DEL RISCHIO IDRAULICO

Il rischio idraulico scaturisce dalla possibilità di danno a persone e/o beni in conseguenza dei principali fenomeni di trasporto in alveo e può essere suddiviso in: • rischio da esondazione: connesso al trasporto di massa liquida; • rischio da dinamica d’alveo: connesso al trasporto di massa solida. Per un determinato elemento a rischio e per un prefissato intervallo di tempo t il rischio R è rappresentato dal valore atteso del danno totale D:

R = A(D) Tale espressione può essere approssimata, per fini pratici, con l’equazione del rischio:

R = H • V • E = H • D dove H è la pericolosità, cioè la probabilità di avere nel periodo t almeno un evento calamitoso, V e E rappresentano rispettivamente il valor medio della vulnerabilità e il valore dell’elemento a rischio soggetto a danno. In generale la pericolosità è legata al tempo di ritorno T, che esprime l’intervallo di tempo nel quale l’intensità dell’evento viene superata mediamente una sola volta:

H = (1-1/T)t

Con il metodo V.A.P.I. (tarato sulla situazione idrologica pugliese) il territorio di competenza dell’AdB Puglia è stato suddiviso in 6 aree pluviometriche omogenee.

n Le Curve di Possibilità Pluviometrica (h=a*t ) sono: Zona 1: x (t,z)= 26.8 t [(0.720+0.00503 z)/3.178] Zona 2: x (t)= 22.23 t 0.247 Zona 3: x (t,z)= 25.325 t [(0.0696+0.00531 z)/3.178] Zona 4: x (t)= 24.70 t 0.256 Zona 5: x (t,z)= 28.2 t [(0.628+0.0002 z)/3.178] Zona 6: x (t,z)= 33.7 t [(0.488+0.0022 z)/3.178]

Come si può osservare, per 4 aree omogenee sulle 6 totali, è preso in considerazione il parametro geomorfologico “z” della quota assoluta sul livello del mare (espressa in metri). Il Comune di Trani ricade in zona 5. L’analisi del rischio può essere inquadrata nelle seguenti fasi:

Fase 1 - Quantificazione del rischio: in cui si adottano adeguati strumenti di analisi conoscitivo-previsionali per definire : • l’orizzonte temporale t al quale riferire la valutazione del rischio; • il tempo di ritorno dell’evento e quindi la probabilità che esso ha di presentarsi nel dato periodo di tempo (pericolosità); • le aree vulnerabili, gli elementi a rischio presenti, la loro vulnerabilità e, quindi, il danno atteso; • il livello di rischio. Fase 2 - Riduzione del rischio: in cui si procede alla definizione degli interventi per la riduzione del rischio, quali : • interventi strutturali, idonei a ridurre la pericolosità dell’evento; • interventi non strutturali, idonei a ridurre il danno che l’evento potrebbe causare. Si illustrano di seguito le singole fasi in relazione ai diversi tipi di rischio idraulico prima definiti.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 71 PREVISIONE Il rischio idraulico da esondazione

Il rischio idraulico da esondazione trae origine dalla eventualità che l’area sia invasa dalle acque fuoriuscite dal canale per insufficiente capacità di smaltimento delle portate in transito nella stessa rete, oppure per rotture di opere di contenimento. Per capacità di smaltimento si deve intendere la capacità di un tratto del corso d’acqua a far transitare una determinata portata con un’altezza d’acqua contenibile entro le sommità spondali o arginali. A parità di portata, la capacità di smaltimento del tratto può variare nel tempo per cause sistematiche e/o accidentali quali, ad esempio: • interventi plano-altimetrici in alveo tali da variare la sezione del deflusso, il tracciato planimetrico, il profilo altimetrico; • variazioni di scabrezza dovute per esempio a modifiche della geometria trasversale oppure alla formazione e sviluppo di vegetazione; • occlusioni localizzate prodotte da corpi galleggianti (tronchi, detriti vari), da accumuli di materiale d’alveo, da frane di sponda o di versante. La rottura delle opere di contenimento è conseguente alla perdita di stabilità di strutture arginali e di opere di sbarramento. Si manifesta in generale durante l’evento alluvionale (es. il sifonamento e lo scalzamento di un rilevato arginale) ma può originarsi in condizioni diverse (es. il progressivo abbassamento dell’alveo per erosione generalizzata può causare instabilità di sponde e manufatti). Solo in parte connesso al rischio da esondazione è il fenomeno del ristagno che si verifica in quelle zone che per caratteristiche geomorfologiche non dispongono di efficienti capacità di drenaggio superficiale e/o profondo e pertanto risultano suscettibili al trattenimento di acque sulla superficie del terreno, siano esse di esondazione, meteoriche e di falda.

Quantificazione del rischio Concetti generali La quantificazione del rischio fa parte della fase conoscitiva-previsonale nell’analisi del rischio. In base all’equazione (1), la valutazione del rischio consiste nella stima della pericolosità dell’evento e del danno conseguente, con riferimento ad un determinato periodo di tempo, t. Indipendentemente dal tipo di rischio considerato, la valutazione dell’orizzonte temporale di riferimento, t, dovrebbe tener conto, oltre che della vita tecnico-economica dei beni a rischio, delle tendenze evolutive del territorio e delle modifiche che nel tempo possono intervenire sulle fonti del rischio. Costituisce pertanto il periodo di validità del quadro conoscitivo-previsionale. Nei fenomeni alluvionali, la stima della pericolosità H dell’evento di piena si valuta mediante analisi statistico-probabilistiche dei dati disponibili. Questi possono essere i dati di portata, oppure più frequentemente i dati di pioggia; in tal caso occorre procedere alla definizione degli eventi di piena adottando opportuni modelli di trasformazione afflussi deflussi. La stima del danno (= E×V) associato ad un prefissato evento di piena si basa prima di tutto sulla definizione delle aree vulnerabili attraverso il tracciamento delle mappe di esondazione; queste dovranno essere caratterizzate, in generale, da: a) l’estensione delle zone interessate dal fenomeno alluvionale; b) i volumi esondati e le massime altezze d’acqua raggiunte; c) i tempi di permanenza dell’acqua. Sulla base delle mappe di esondazione si procede alla caratterizzazione degli elementi a rischio (tipologia, entità, vulnerabilità) in funzione del grado di dettaglio richiesto. Si possono quindi tracciare le carte del danno e le carte del rischio per i vari tempi di ritorno prefissati. Criteri di valutazione Si esaminano i singoli fattori costituenti il rischio: a) Pericolosità H: definita precedentemente, esprime la probabilità di avere un evento alluvionale con periodo di ritorno T all’interno di un intervallo di tempo t. La pericolosità è pertanto strettamente connessa con le caratteristiche idrologiche-idrauliche del corso d’acqua e con la morfologia del territorio. Il tempo t può essere valutato in funzione della rapidità delle tendenze evolutive del territorio.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 72 Pertanto, è possibile classificare la pericolosità in: • H1- A.P.: pericolosità idraulica elevata, per T minore o uguale a 30 anni; • H2- M.P.: pericolosità idraulica media, per valori di T compresi tra 30 e 200 anni; • H3- B.P. pericolosità idraulica bassa, per valori di T compresi tra 200 e 500 anni.

Per la classificazione del rischio vanno definite opportune classi, ognuna delle quali compresa entro determinati valori di rischio. Facendo riferimento, a titolo di esempio, alle classificazioni semplificate del danno (D) e della pericolosità (H) prima riportate, si ottiene una classificazione del rischio adottabile ad un primo livello di approfondimento, attraverso quattro specifiche classi di rischio: ● R4 rischio molto alto; ● R3 rischio alto; ● R2 rischio medio; ● R1 rischio basso o nullo.

Appare evidente che, al fine della mitigazione del rischio, debbano essere intraprese azioni volte sia all’attività di prevenzione che di gestione dell’emergenza. Si rende quindi necessario, prima di validare definitivamente le aree esondabili, così come recepite, eseguire un puntuale calcolo idraulico secondo la metodologia esposta e, soprattutto, assicurare la pulizia del canale stesso. La valutazione delle portate di piena corrispondenti ai diversi valori di T può essere condotta, in funzione del livello di dettaglio richiesto, sulla base di risultati e di procedure generali di regionalizzazione dei dati idrologici oppure mediante studi idrologici specifici. In quest’ultimo caso i metodi disponibili per la definizione del legame tra portata di piena e tempo di ritorno possono essere distinti in metodi diretti e metodi indiretti. I primi si basano sulla individuazione della distribuzione di probabilità che meglio si adatta a rappresentare i dati di portata disponibili per il tratto fluviale considerato o comunque appartenente ad un bacino idrologicamente simile a quello dotato di misure. Tali metodi forniscono risultati tanto più affidabili quanto maggiore è la dimensione del campione in relazione ai valori del tempo di ritorno. In via orientativa, la stima delle portate di piena con tempi di ritorno fino a 100 anni richiede la disponibilità di dati per almeno 20-30 anni. I dati da utilizzare per tali elaborazioni sono di norma le portate al colmo massime annuali, riportate dal Servizio Idrografico nella Pubblicazione "Dati caratteristici dei corsi d’acqua italiani" in cinque edizioni a partire dal 1923 fino al 1970. E’ comunque frequente il caso in cui, per mancanza di misure o per insufficienza di quelle disponibili, occorre ricorrere ai metodi indiretti, basati sull’impiego di un adeguato modello matematico di trasformazione afflussi-deflussi e sull’analisi delle proprietà statistiche delle precipitazioni che generano gli eventi di piena nel tratto fluviale di interesse.

SINTESI DELLE CONDIZIONI DI RISCHIO/PERICOLOSITA’ IDRAUICA E/O GEOMORFOLOGICA PRESENTI SUL TERRITORIO COMUNALE IN BASE ALLE PERIMETRAZIONI DELL'AUTORITA' DI BACINO

PERICOLOSITA’ IDRAULICA

ALTA PERICOLOSTA’ (AP) 5% DEL TERRITORIO COMUNALE MEDIA PERICOLOSITA’ (MA) 1 % DEL TERRITORIO COMUNALE BASSA PERICOLOSTA’ (BS) 1 % DEL TERRITORIO COMUALE

PERICOLOSITA’ GEOMORFOLOGICA

ALTA PERICOLOSITA’ GEOMORFOLOGICA (PG3) 2% DEL TERRITORIO COMUNALE;

MEDIA PERICOLOSITA’ GEOMORFOLOGICA (PG2) 2% DEL TERRITORIO COMUNALE.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 73 RISCHIO ALLUVIONAMENTO R4 3% DEL TERRITORIO COMUNALE R3 1% DEL TERRITORIO COMUNALE

IN CORRISPONDENZA DEI CENTRI ABITATI SONO PRESENTI AREE AD ELEVATO RISCHIO/PERICOLOSITA’ DI TIPO:

PG3 - R4 - R3 - RETICOLO

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 74

EVENTO ALLUVIONI ALLUVIONI Particolare attenzione meritano, invece, i temporali con precipitazioni intense e di durata limitata (in media 1-3 ore) che sono da considerare fenomeni di interesse per la protezione civile allorquando coinvolgono zone limitate dell’abitato con effetti di allagamenti di quartiere rendendo gravemente difficoltosa la circolazione viaria e pedonale. Tali eventi potrebbero arrecare danni minori alle persone e ai beni senza, comunque, pregiudicare l’incolumità delle persone stesse. A seguito di tali fenomeni atmosferici le zone dell’abitato ripetutamente colpite risultano essere: - Via per Corato (SP 12 ex SP 238); - Via per Andria (SP 1 ex SP 130 – SP 30 ex SP 188); tutte viabilità inserita nel PAI. Tuttavia, le manifestazioni d'ordine naturale, i bollettini meteo-previsionali, unitamente ai preallarmi che provengono dalla Prefettura e/o Regione, consentono di disporre di margini di tempo sufficiente per interventi adeguati alla gravità del rischio annunciato. Tra questi interventi vanno segnalati:

FASE DI PREALLERTA:

LA SEGUENTE FASE SI ATTIVA AL RICEVIMENTO DEL BOLLETTINO DI CRITICITA’ CON PREVISIONE DI CRITICITA’ ORDINARIA CONSEGUENTE ALLA POSSIBILITA’ DI FASI TEMPORALESCHE INTENSE.

Il Sindaco avvia e mantiene i contatti con le strutture operative locali (VV.FF., P.M., CC., P.S., G.d.F., C.P., C.F.S.), la Prefettura-UTG, la Provincia e la Regione; incarica il personale dell’ufficio Tecnico e della P.M. di eseguire le ispezioni periodiche degli argini e degli alvei delle lame naturali controllando che siano libere da ostacoli che possano impedire il deflusso delle acque, di raccogliere tutte le segnalazioni inerenti l’allagamento di locali e di scantinati, di effettuare una stima della popolazione coinvolta nelle aree inondabili, una stima delle attività produttive coinvolte nelle aree inondabili ed una quantificazione delle infrastrutture pubbliche e private coinvolte nelle aree inondabili.

FASE DI ATTENZIONE:

LA SEGUENTE FASE VIENE ATTIVATA AL RICEVIMENTO DELL’AVVISO DI CRITICITA’ MODERATA, AL VERIFICARSI DI UN EVENTO DI CRITICITA’ ORDINARIA, AL SUPERAMENTO DI SOGLIE RIFERITE AI SISTEMI DI ALLERTAMENTO LOCALE O ALL’AGGRAVARSI DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI DAI PRESIDI TERRITORIALI.

Il Sindaco attiva il Presidio Operativo convocando il responsabile della Funzione Tecnica di valutazione e pianificazione e ne dà comunicazione alla Prefettura – UTG, alla Provincia ed alla Regione, dispone di verificare la situazione degli argini e degli alvei delle lame naturali, di individuare eventuali cantieri, scavi in area urbana o qualunque causa di impedimento al libero deflusso delle acque, di identificare manifestazioni all’aperto che comportano concentrazione straordinaria di popolazione nelle ore successive, dispone lo stato di allerta per i responsabili delle nove Funzioni di supporto del Centro Operativo Comunale.

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FASE DI PREALLARME:

QUESTA FASE VIENE ATTIVATA AL RICEVIMENTO DELL’AVVISO DI CRITICITA’ ELEVATA, AL VERIFICARSI DI UN EVENTO CON CRITICITA’ MODERATA, AL SUPERAMENTO DI SOGLIE RIFERITE AI SISTEMI DI ALLERTAMENTO LOCALE O ALL’AGGRAVARSI DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI DAI PRESIDI TERRITORIALI.

Il Sindaco convoca il Comitato Comunale di Protezione Civile, attiva il Centro Operativo Comunale con i responsabili delle nove Funzioni di supporto, informa il Presidente della Giunta Regionale, il Presidente della Provincia ed il Prefetto, convoca i responsabili dei servizi Fognature ed Energia Elettrica per eventuali interventi urgenti di manutenzione della rete fognaria e per il distacco dell’energia elettrica, istituisce un servizio di vigilanza lungo le strade interessate dagli allagamenti per valutare la necessità di interdire il traffico, predispone la messa in sicurezza delle persone disabili e degli anziani, ordina l’annullamento di tutte le manifestazioni all’aperto a carattere pubblico.

FASE DI ALLARME:

QUESTA FASE VIENE ATTIVATA AL VERIFICARSI DI UN EVENTO CON CRITICITA’ ELEVATA, AL SUPERAMENTO DI SOGLIE RIFERITE AI SISTEMI DI ALLERTAMENTO LOCALE O ALL’AGGRAVARSI DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI DAI PRESIDI TERRITORIALI.

Il Sindaco dispone l’invio di squadre composte da tecnici comunali, volontari, Vigili del Fuoco, tecnici provinciali e/o regionali nelle zone interessate dagli allagamenti e, sulla scorta delle informazioni ricevute sull’evolversi del fenomeno, predispone le necessarie risorse per le eventuali attività di soccorso, evacuazione ed assistenza alla popolazione, dispone, in caso di necessità, lo sgombero delle persone dalle abitazioni invase dalla acque, dispone l’intervento dei Vigili del Fuoco e di mezzi idonei per l’eliminazione dell’acqua dai locali allagati, dispone l’attivazione di una squadra di tecnici comunali per il controllo della stabilità degli edifici presenti nelle zone interessate dall’alluvione.

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EVENTO NEVE

Per rischio neve si intende tutta quella serie di disagi e difficoltà provocati da recipitazioni nevose abbondanti ed improvvise. Il ripristino della viabilità di competenza del Comune, considerato che l’Amministrazione non dispone di mezzi e manodopera sufficienti a fronteggiare in tempo utile l’emergenza, verrà effettuato con l’ausilio di ditte convenzionate. Il C.T.P.C. predispone un documento che individua le ditte che dovranno svolgere l’operazione di spalatura della neve e le modalità ed i luoghi in cui opereranno; tale ripartizione territoriale può essere variata a discrezione dal Servizio Viabilità. Supporti agli interventi comunali, in caso di necessità, saranno prestati dal Corpo Forestale dello Stato, dai VV.F., dalle Forze dell’Ordine soprattutto per raggiungere le località eventualmente isolate con viveri, medicinali, indumenti ma sopratutto per prestare soccorso ad eventuali malati e/o feriti.

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EVENTO GELATE

Per le implicazione di Protezione Civile un rilievo particolare assumono le gelate, in quanto tali fenomeni sono in grado di condizionare la permanenza all'aperto delle persone e causare problemi operativi agli impianti tecnologici (effetto del gelo sulle tubature, aumento delle necessità di combustibili per il riscaldamento, ecc.) ed ai trasporti (rischi per la circolazione stradale dovuti al ghiaccio, blocco degli scambi ferroviari, ecc.). Le gelate si presentano nel periodo compreso fra ottobre e febbraio.

EVENTO GRANDINATE

La grandine risulta un evento meteorologico estremo in grado di causare danni elevati tanto all'agricoltura che ad altre attività umane. Il fenomeno della grandine è variabilissimo nel tempo e nello spazio (a volte in poche decine di metri si passa da una zona con ingenti danni ad una zona del tutto priva di danni).

EVENTO MOVIMENTI FRANOSI

Movimenti franosi di terreno possono verificarsi essenzialmente in conseguenza di abbondanti precipitazioni piovose, prevalentemente nelle zone della viabilità di litoranea. Per il territorio comunale di Trani molto basso è il rischio connesso a tale fenomeno, sia per le persone che per le cose, in quanto circoscritto per la conformazione geografica.

EVENTO SICCITA – ONDATE DI CALORE

La siccità è causata da una deficienza di precipitazione, su un esteso periodo di tempo, dovuta ad una naturale variabilità climatica. Altri fattori climatici quali temperatura, vento, umidità relativa, radiazione solare intervengono poi nei processi di evaporazione e traspirazione, aggravandone la severità e quindi gli effetti. Sebbene la definizione della siccità della sua severità possa apparire a prima vista abbastanza soggettiva, esiste nel mondo scientifico un generale consenso nel distinguere la siccità dall'aridità e dalla desertificazione. Mentre il termine aridità si riferisce, infatti, ad una condizione climatica permanente di una località o di un'area, caratterizzata da bassi valori di precipitazioni annuali o stagionali, la parola siccità rappresenta, invece, una condizione occasionale ed in qualche modo eccezionale, di diminuzione delle disponibilità idriche naturali, rispetto a valori ritenuti normali Il termine desertificazione è invece usato per indicare un lento e talvolta irreversibile processo di riduzione o distruzione del potenziale biologico del suolo, dovuto all'interazione di fattori antropici e fattori naturali. La severità di un periodo di siccità e dei suoi effetti della società dipende, oltre che dall'intensità e dalla durata del fenomeni, anche dalla vulnerabilità della società all'evento stesso.

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EVENTO TROMBE D’ARIA e D’ACQUA

Meno frequentemente alle mareggiate si sono associate trombe d'aria che gettano lo scompiglio sul litorale, senza diventare però quasi mai catastrofiche. La tromba d’aria può essere considerata il fenomeno meteorologico più violento che si verifica nell’area mediterranea: essa è costituita da una colonna d’aria in veloce rotazione antioraria che porta con sé polvere, detriti o altro materiale in funzione della sua violenza. Assume l’aspetto tipico di un imbuto che, dal cumulonembo da cui ha origine, si protende al suolo dove si allarga; il suo diametro può raggiungere dimensioni anche di 100÷150 metri. E’ un fenomeno meteorologico analogo al tornado, seppur con dimensioni e forza minori. Ai nostri climi ha di solito carattere moderato, anche se nei rari casi in cui si genera da violenti temporali.

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EPIDEMIE

In questa tipologia di rischio vengono fatte rientrare le problematiche di ordine sanitario conseguenti alla trasmissione di malattie infettive e diffusive nella popolazione umana e animale (epidemie ed epizoozie). Per quanto riguarda l’ambito umano va considerato il rischio dell’insorgenza di epidemie connesse al circuito oro-fecale (tifo, paratifo, salmonellosi, ecc.) che trovano veicolo di trasmissione nell’acqua e negli alimenti, in presenza di precarie condizioni igienico sanitarie. In genere queste situazioni si riscontrano nei Paesi in via di sviluppo, ma possono determinarsi anche sul territorio locale. A titolo di esempio si ricorda la profilassi colerica. Inoltre, negli ultimi anni, il flusso migratorio dai Paesi del terzo mondo si è notevolmente accentuato e molte delle persone immigrate sono sistemate in strutture fatiscenti, talora in regime di clandestinità. Sia le precarie condizioni igienico-sanitarie, sia la provenienza da zone affette da malattie non presenti nel nostro Paese, possono essere all’origine di focolai epidemici, seppur limitati, difficilmente rilevabili in modo tempestivo. Sono in costante aumento anche coloro che per vari motivi (turistici, lavorativo, volontariato, ecc.) si recano in zone affette da malattie a carattere epidemico, si può realisticamente prevedere un incremento dei casi di persone presentanti sintomatologie da far ipotizzare un avvenuto contagio. Non ultimo si evidenzia la frequente problematica delle persone profughe che arrivano in Italia attraverso canali clandestini e talora vengono scoperti casualmente (ex. autocarri con persone nascoste nel carico). Per quanto riguarda l’ambito animale, assume rilevanza di protezione civile l’ipotesi dell’insorgenza di focolai epidemici di malattie inserite nella lista “A” dell’Organizzazione Internazionale Epizoozie (afta epizootica, pesti suine, ecc.), a motivo delle complesse problematiche di tipo igienico-sanitarie ed economico che ne derivano. Il Comune prevede per tempo piani per il trasferimento rapido di animali, qualora gli allevamenti in cui si trovano, vengano coinvolti da eventi calamitosi esterni, garantendo il mantenimento di condizioni igienico-sanitarie adeguate nei luoghi di accoglienza degli animali.

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RISCHI ANTROPICI

DISASTRI AEREI

Per quanto riguarda gli incidenti aeroportuali occorre precisare che si fa riferimento alla sola evenienza di incidente aereo al suolo, confinato all'interno dell'area aeroportuale (collisione di aeromobili in fase di rullaggio, incidente aereo in fase di decollo/atterraggio, atto terroristico o imprevedibile evento distruttivo all’interno dell’aerostazione).

RISCHIO CHIMICO INDUSTRIALE - Inquinamento

Il rischio ecologico è strettamente collegato con l'attività umana, può essere determinato da varie cause, tra cui le principali sono rappresentate dall'inquinamento atmosferico, idrico, del suolo e acustico. Nel territorio comunale il rischio inquinamento si manifesta prevalentemente in seguito al danneggiamento di impianti industriali o alla dispersione di prodotti petroliferi a causa di incidenti stradali che coinvolgono autocisterne.

RISCHIO CHIMICO INDUSTRIALE Fughe di sostanze, incendi, esplosioni

Il rischio industriale comprende le esplosioni, gli incendi, la dispersione nell’atmosfera di gas o sostanze nocive, le nubi tossiche e quanto altro possa derivare da guasti di industrie che svolgono attività ad elevato rischio di incidente o che, comunque, trattano sostanze pericolose. La normativa vigente definisce le industrie a rischio di incidente rilevante e per esse obbliga la predisposizione di Piani di Emergenza Interni ed Esterni (PEI e PEE), i primi elaborati direttamente dall’industria, i secondi di competenza della Prefettura in collaborazione con i VV.F.

RISCHIO CHIMICO INDUSTRIALE - Incidenti Radioattivi

Il rischio radioattivo è strettamente collegato con l'attività umana, può essere determinato da cause specifiche. Nel territorio comunale il rischio radioattivo si manifesta prevalentemente in seguito al danneggiamento di impianti industriali o alla dispersione di prodotti a causa di incidenti stradali che coinvolgono autotrasporti.

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RISCHIO CONNESSO A GRAVI EMERGENZE CIVILI

Il rischio connesso alle strutture civile e residenziali viene comunemente sottovalutato, imputando al settore produttivo la maggiore quantità di eventi disastrosi rilevabili sul territorio. La realtà, riportata dalle rilevazioni statistiche, ribalta l’immagine della casa quale luogo sicuro, per evidenziare situazioni di rischio elevato sia a livello d’incidenti domestici, con incidenti di mortalità superiori a quello per incidenti stradali, sia a livello d’incidenti disastrosi, nei quali l’imprudenza o l’imperizia conducono a gravi conseguenze per persone e beni.

Tra i massimi responsabili di questo drammatico quadro si pone il:

- gas per uso domestico Incidenti rilevanti della citata natura sfociano molto spesso in sventramenti di appartamenti, crolli di palazzi e danneggiamenti di strutture contigue, con gravi conseguenze per le persone coinvolte.

- energia elettrica per uso domestico fonte di folgorazioni, ma anche di incendi causati da corto circuito. Una particolare attenzione è richiesto trattando di rischio nell’ambito di strutture scolastiche. In caso di incidente di dimensioni rilevanti la natura particolare della popolazione scolastica, costituita da bambini o comunque da giovani in età minore ( non autosufficienti o parzialmente sufficienti), comporta un’attività di prevenzione altrettanto particolare con impronta professionale e con osservanza scrupolosa delle norme in materia di sicurezza nella scuola e dei piani d’evacuazione. La normativa vigente, in materia di prevenzioni incendi negli edifici scolastici contiene una classificazione delle scuole, le caratteristiche costruttive, le norme d’evacuazione in caso di emergenza, le caratteristiche d’impianti elettrici, sistemi d’allarme ed altro. Fra le norme di esercizio è previsto che debba essere predisposto un Piano d’emergenza, con l’obbligo di effettuare esercitazioni pratiche di evacuazione nel corso dell’anno scolastico.

- black-out di energia elettrica Infatti, una improvvisa e prolungata mancanza di energia elettrica priva i cittadini della luce, del riscaldamento e del rifornimento idrico. Incide negativamente sul funzionamento di molti servizi e determina, inoltre, condizioni favorevoli allo sviluppo di atti di violenza ed al diffondersi del panico, in particolare nei cinema, scuole, e ospedali. L'arresto di impianti, in aree produttive interessate alla mancanza di energia elettrica, può provocare notevoli danni, a causa del prolungarsi dei tempi che intercorrono tra l'arresto e l'avvio. Occorre, pertanto, un approfondimento delle probabili cause di incidente e l'adozione di adeguate misure di prevenzione che per la specificità dell'intervento è riservato all'azienda che gestisce il servizio. Nel Comune di Bisceglie, oltre alle zone produttive, sono presenti diverse strutture quali scuole, ospedali, parrocchie, cinema, teatri, musei etc.: la cui localizzazione è riportata nell’allegata Tavola n. 2 “Carta di sintesi infrastrutture strategiche ed elementi sensibili“ .

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INCENDI BOSCHIVI

Il patrimonio boschivo italiano è stimato intorno a 8.675.100 ettari, pari al 28% della superficie totale del Paese. Negli ultimi 20 anni sono stati distrutti dal fuoco circa 2.697.000 ettari di superficie boscata. La riduzione del danno causato da un incendio dipende non solo dalla tempestività dell'intervento, ma anche da un'attenta previsione del rischio ai fini della zonizzazione delle aree a maggior rischio e di una implementazione della gestione delle risorse. Nell’Italia centrale il periodo estivo (luglio-settembre) è quello a più elevata probabilità di accadimento di tali eventi calamitosi, tale situazione è ben evidenziata dalla “mappa dell’indice di rischio da incendio boschivo” qui allegata.

Il territorio del Comune di Trani non presenta zone boscate e pertanto il rischio incendi interessa prevalentemente i soprassuoli, le sterpaglie ed i terreni incolti ed abbandonati prossimi alle aree antropizzate, ai centri abitati, alle infrastrutture ed al patrimonio edilizio pubblico e privato con il rischio di incendi di interfaccia rurale-urbana e conseguente pericolo per la pubblica incolumità. In base all’andamento meteorologico e climatico il periodo di grave pericolosità è rappresentato dalla stagione estiva in cui la scarsità di precipitazioni e le temperature al di sopra della norma determinano la possibilità che il rischio incendi si riproponga con particolare criticità.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 83 Generalmente le cause degli incendi sono da imputare all’azione umana sia volontaria che involontaria ad eccezione dei casi dovuti ad eventi accidentali o naturali. Ai fini della riduzione dei rischi e dei danni causati dagli incendi, riveste grande importanza la tempestività dell’avvistamento e della segnalazione nonché una puntuale azione di monitoraggio dei luoghi particolarmente sensibili quali quelli adiacenti ai percorsi stradali o quelli prossimi alle aree antropizzate. Inoltre particolarmente importante sotto il profilo della prevenzione è l’osservanza delle prescrizioni contenute negli indirizzi operativi per fronteggiare il rischio incendi boschivi emanati dal Presidente del Consiglio dei Ministri. I predetti indirizzi operativi prevedono anche la possibilità di richiesta di concorso della flotta aerea dello Stato in occasione di incendi boschivi. Per il rifornimento idrico dei Canadair si deve fare riferimento alle indicazioni riportate nel documento di indirizzo per la prevenzione degli incendi boschivi della Provincia di Barletta Andria Trani che individua quale unico bacino l’invaso del “Locone”; il rifornimento dei suddetti mezzi aerei in mare, secondo l’indirizzo Provinciale, può avvenire a condizione che non si abbiano onde di mt. 2 di altezza e con mt. 25 di lunghezza tra cresta e cresta e vento di fronte con velocità superiore a 92 Km/h. Fermo restando che le procedure di intervento A.I.B. (antincendio boschivo) sono delineate nel protocollo di intesa promosso dalla Provincia di Barletta Andria Trani e sottoscritto dalla Regione Puglia, dalle Comunità Montane, dal Corpo Forestale dello Stato e dai Vigili del Fuoco, si ritiene opportuno che il Comune, al fine della salvaguardia del proprio patrimonio ambientale e della pubblica incolumità, predisponga un proprio servizio A.I.B., dotandosi di strutture operative che, in concorso con altri organismi deputati, affronti durante il periodo estivo la problematica degli incendi sul proprio territorio. Il predetto servizio, avvalendosi anche dell’opera del volontariato, deve operare nella lotta agli incendi tramite l’attività di ricognizione, avvistamento e spegnimento con i mezzi idonei, quale un’autobotte dotata di autopompa e manichette ed una squadra di operai idoneamente equipaggiati ed addestrati, reperibili h.24. Il servizio potrà essere coordinato dal personale della Polizia Municipale che, sulla scorta della conoscenza del proprio territorio e della localizzazione della viabilità principale e di servizio, delle fonti di approvvigionamento idrico e della presenza antropica, potrà intervenire per i servizi minimi di prevenzione incendi e, in caso di gravi eventi, potrà partecipare in forma sussidiaria con altri Organi ed Enti delegati allo spegnimento degli incendi.

AREE A RISCHIO DI INCENDI DI NTERFACCIA COMUNE DI TRANI

OSPEDALE CIVILE “SAN NICOLA PELLEGRINO” VIALE PADRE PIO PERSONE PRESENTI: 479 VIE DI FUGA: VIA FALCONE ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE “ALDO MORO” VIA GRAN BRETAGNA PERSONE PRESENTI: 830 VIE DI FUGA: VIA GRAN BRETAGNA – VIA SALVEMINI SCUOLA ELEMENTARE E MATERNA STATALE “CEZZA” VIA GRECIA PERSONE PRESENTI: 420 VIE DI FUGA: VIA GRECIA – VIA SUPERGA LICEO SCIENTIFICO STATALE “V. VECCHI” VIA GRECIA PERSONE PRESENTI: 710 VIE DI FUGA: VIA GRECIA CASA DI RIPOSO “VILLA DRAGONETTI” 68° STR.A DEN. n.13 PERSONE PRESENTI: 238 VIE DI FUGA: VIA MARTIRI DI PALERMO SCUOLA MATERNA “VILLA DRAGONETTI” 68° STR. A DEN. n.13 PERSONE PRESENTI: 80 VIE DI FUGA: VIA MARTIRI DI PALERMO

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STABILIMENTI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE

Un incidente industriale è considerato "rilevante" se si configura come "un evento quale un'emissione, un incendio o una esplosione di grande entità dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l'attività di uno stabilimento e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose". Gli eventi che rientrano nell'ambito della Protezione Civile sono, quindi, quelli che toccano la sicurezza dei lavoratori impiegati nell'azienda e quelli che si riflettono sulla popolazione all'esterno dello stabilimento. Le attività a rischio di incidente rilevante sono individuate dalla normativa vigente attraverso un semplice meccanismo che tiene conto della pericolosità intrinseca delle sostanze e dei preparati prodotti, utilizzati, manipolati o depositati nello stabilimento, ivi compresi quelli che possono generarsi in caso d'incidente, e delle quantità degli stessi, rendendo obbligatoria per i gestori delle suddette attività la presentazione all'autorità competente della documentazione che attesti l'avvenuta valutazione dei rischi connessi alla loro conduzione. Il D.Lgs. 334/99, aggiornato con D.Lgs. 21-09-2005 n. 238, detta le disposizioni in materia di prevenzione degli incidenti rilevanti e impone obblighi precisi ai gestori degli stabilimenti in cui sono presenti le cosiddette "sostanze pericolose". Nell'elenco provvisorio industrie a rischio di incidente rilevante assoggettate agli obblighi dell’art.6

- D.Lgs. 334/99, attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose inviato dalla Prefettura di Barletta Andria Trani, in base a quanto comunicato dal Comando Prov.V.V.F., fa parte la ditta E.S.M.A.C.

Attività ed inquadramento territoriale: Deposito esplosivi di II°/III° Cat. Ubicazione: agro di Trani; Località Tufare De Cuneo; Strada vicinale Minzirro km. 1,4. Coordinate geografiche WGS84 (gms): 41° 14' 47,80" N; 16° 22' 44,06" E; Catasto Trani Foglio 53 part.30. Aree e terreni circostanti il deposito sono prevalentemente destinate ad attività di tipo agricolo. Nelle immediate vicinanze del sito non sono presenti insediamenti industriali, centri abitati, scuole, o in generale obiettivi sensibili. L’area interessata nel raggio di 5 km dall’ubicazione del deposito comprende gli abitati di: Trani. Nel territorio di Trani è presente la ditta ESMAC s.r.l. soggetta alla notifica di cui all’art.6 del D. Lgs. 334/99, così come modificato dall’art.3 del D.Lgs.238/05. Sulla base dei dati contenuti nella scheda informativa sui rischi di incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori, redatta dall’azienda ai sensi dell’art.6 ed allegato V del D. Lgs. 17/08/1999 n.334, sono stati individuati ed analizzati i rischi specifici della suddetta azienda e sono state predisposte le misure di prevenzione e di sicurezza da adottare in caso di incidente. La ditta ESMAC s.r.l. è un deposito di esplosivi da mina, micce e detonatori da mina ubicato in agro di Trani, alla strada vicinale Minsirro km.1,4 (località Tufare De Cuneo) in zona isolata e lontano da agglomerati urbani nel raggio di circa quattro chilometri. Nelle immediate vicinanze del deposito non sono presenti insediamenti industriali, centri abitati, scuole o in generale obiettivi sensibili mentre le aree ed i terreni situati in prossimità del sito sono prevalentemente destinati ad attività di tipo agricolo. Presso il deposito non è svolta alcuna operazione produttiva e quindi lo stesso non dispone di impianti o di aree produttive, amministrative e logistiche; la sua attività consiste nel ricevimento e stoccaggio di materiali per la successiva distribuzione agli utilizzatori finali o ad altri depositi di esplosivi. Con ordine della Prefettura di Bari del 1 Giugno 2012 (Prot. 10100/7D/area O.P. I. BIS) la ESMAC ha subito l'ordine di riduzione dei quantitativi di esplosivo di II categoria da Kg. 20000 in massa attiva a 2043 Kg.

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EVENTI SPORTIVI E DI SPETTACOLO CON RICHIAMO DI GRANDI FOLLE

Ormai consuetudine per il comune di Trani è quella di organizzare spettacoli o eventi sportivi che richiamano grandi folle, vedesi l’ormai consueta “Estate Tranese”. Per cui risulta necessario al fine di offrire supporto a quanti partecipano attraverso un adeguato supporto sanitario.

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2.4 AREE DI SOCCORSO

Le aree di emergenza sono luoghi in cui vengono svolte le attività di soccorso alla popolazione durante un’emergenza. Vengono distinte tre tipologie di aree, sulla base delle attività che in ognuna di esse si dovranno svolgere : 1. aree di attesa; 2. aree di accoglienza o ricovero; 3. aree di ammassamento (principalmente a livello provinciale).

Ogni comune ha individuato le aree di emergenza (in particolare aree di accoglienza e attesa) in funzione della gravità e dell’estensione del rischio complessivo individuato sul proprio territorio, considerando in primo luogo il numero degli abitanti teoricamente coinvolti nell’evacuazione. Sulla cartografia di scenario sono indicati, a scala adeguata, i percorsi per raggiungere le aree attivate dalle principali vie di comunicazione ed i servizi in dotazione presso ciascun sito.

Aree di attesa Le aree di attesa sono i luoghi “sicuri” in cui la popolazione si raccoglie in occasione di evacuazioni preventive, o successivamente al verificarsi di un evento calamitoso. L’individuazione delle aree di attesa prevede: • l’analisi degli scenari di rischio. Infatti la popolazione non deve essere mai evacuata attraverso le aree colpite. I percorsi indicati sono scelti in modo da aggirare le aree coinvolte dagli eventi calamitosi; • l’analisi del tragitto, solitamente pedonale, che deve essere percorso per giungervi; • la predisposizione di uno schema di evacuazione secondo le differenti zone comunali, ognuna con la propria area di attesa. • le aree dovranno essere indicate con precisione e chiarezza alla popolazione, anche mediante la divulgazione di materiale informativo.

Aree di accoglienza • Sono le aree in cui viene ospitata la popolazione costretta ad abbandonare la propria casa o in strutture esistenti posizionate in aree sicure e/o in edifici destinati ad altri scopi (palestre, scuole, centri sportivi, etc.). A livello comunale si dovrà tenere aggiornata la mappa delle strutture pubbliche e della capacità ricettiva.

Aree di ammassamento soccorritori Le aree di ammassamento soccorritori sono quelle individuate nei piani di emergenza provinciali, deputate alla raccolta e gestione del volontariato (multiruolo e specifico), nonchè delle forze statali di pronto intervento. Per questo motivo i siti individuati possiedono requisiti di massima, quali: a) dimensioni sufficienti per accogliere un importante numero di persone e adeguati servizi campali; b) vicinanza ad un casello autostradale, o comunque ad un’arteria di grande comunicazione, per consentirne il raggiungimento anche a mezzi di grosse dimensioni; c) disponibilità di collegamenti con le principali reti di servizi (acqua, energia elettrica); d) sicurezza da rischi idrogeologici che potrebbero interrompere i suddetti servizi; e) posizione baricentrica rispetto all’area servita ed ai rischi considerati.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 87 Vulnerabilità delle vie di accesso Altresì si può dire per le aree di ammassamento facilmente raggiungibili. La tabella seguente riporta la localizzazione delle aree di soccorso, con la precisazione che il campo sportivo di via Cavour, pur indicate come aree di ammassamento nel Piano di emergenza provinciale, non state prese in considerazione in quanto vicine ad elementi di rischio. In sostituzione è stato indicato nel Piano, il Campo sportivo di via Michele D’Addato, avente le caratteristiche adatte per ospitare una tendopoli per 500 persone, facilmente collegabile con i servizi essenziali (luce, acqua e fognature, etc) e non soggetta a rischi.

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Aree di Attesa - Piazza Re Manfredi - Piazza Indipendenza Indicate con colore “ Verde “ - Piazza Vittime 11/09/2001 nelle carte di Rischio - Piazza Gradenigo - Piazza Quercia - Piazza XX Settembre - Piazza della Repubblica - Piazza Dante - Piazzale - antistante Stadio Comunale - Piazza Albanese - Piazzale Marinai d’Italia

Istituto Psico-Pedagogico Aree di Ammassamento S.S.16 Trani-Bisceglie km.764

Indicate con colore “Giallo” Ex Mercato Ortofrutticolo nelle carte di Rischio Via Salvemini tel.3498321343

Stadio Comunale Aree di Accoglienza e di (mq.6825) Ricovero Via Sant’Annibale M. di Francia tel.0883/509403 - 3683507752

Indicate con colore “Rosso” Campo sportivo “Monsignor Addazzi” nelle carte di Rischio (mq.6.300) S.P. 130 Trani-Andria km.2,00 tel.0883/582695 – 587164 - 3490999373

Campo sportivo adiacente cavalcaferrovia (mq.3.750) Corso M. R. Imbriani tel.3403338451

Area adiacente Monastero S. Maria di Colonna (mq.2.632) P.zza S. Maria diColonna tel.0883/484400

Tabella 6

AREE di SOCCORSO

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Stadio Comunale Aree Atterraggio Elicotteri Via Sant’Annibale M. di Francia n.88 0883/509403 – 3683507752

Indicate con colore “ Blue “ Campo sportivo adiacente nelle carte di Rischio cavalcaferrovia Corso M. R. Imbriani Tel.3403338451

Ex mercato ortofrutticolo Via Salvemini tel.3498321343

Aree Ricovero Palazzetto dello Sport Via Falcone tel.0883/486714 – 3479459317 SINISTRATI SALME Tensostatico Via Superga tel.0883/509403 – 3479976052

Indicate con colore “ Nero “ 1° Circolo Didattico S.E.“De Amicis” nelle carte di Rischio Via N. De Roggero n.29 tel.0883/481213 – 507521

2° Circolo Didattico SE “Petronelli” Via Mons. Petronelli tel.0883/583442 – 487165

2° Circolo Didattico SE “Cezza” Viale Grecia tel.0883/587185

3° Circolo Didattico SE “D’Annunzio” Via Pedaggio S. Chiara n.75 tel.0883/583646 – 583530

3° Circolo Didattico SE “Papa Giovanni” Via Papa Giovanni XXIII tel.0883/583646 – 583530

4° Circolo Didattico SE “La Pira” Via La Pira n.6 - tel.0883/482795

SM “Baldassarre” Piazza Dante n.26 tel.0883/582627 – 681106

SM “G. Rocca” Via Tasselgardo n.1 tel.0883/481020 – 3408472171

SM “G. Bovio” Corso M.R. Imbriani - tel.0883/583418 587610

SM “O. Palumbo” Via De Bello n.12 tel.0883/589558 – 080/3718382

ITC “A. Moro” Via Gran Bretagna tel.0883/506878 – 3485184701

LS “V. Vecchi” Viale Grecia - tel.0883/507979 – 508015

C.Accoglienza “Jobel” (N.20 posti letto) Via Di Vittorio n.60 Don Mimmo De Toma tel.088.501407 – 3497503135 – 3491967067 - 3285663354

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 90 2.5 SCHEDA DI SCENARIO E CARTA DI SCENARIO

Ogni scenario di rischio, specificatamente analizzato sulla base di analisi e di documenti tecnici precedentemente descritti, è stato rappresentato da una scheda, in cui sono state riassunte, in maniera speditiva, le informazioni basilari riguardante: - descrizione dell’evento atteso con perimetrazione, anche approssimativa, delle aree di danno; - localizzazione degli elementi vulnerabili all’interno dell’area di danno (strutture pubbliche e private) e la popolazione interessata dall’evento; - valutazione preventiva del probabile danno a persone e cose che si avrebbero al verificarsi dell’evento; - cancelli e vie alternative per la regolamentazione della viabilità locale ivi compreso la - localizzazione delle aree di attesa e di ricovero; - individuazione aree di ammassamento dei soccorritori. Oltre alle schede sintetiche di rischio, il Piano di emergenza è stato corredato da una carta di scenario riguardante il rischio idrogeologico e il rischio incendi boschivi. La carta di scenario di rischio, in scala adeguata , riporta : - le fonti di pericolo presenti sul territorio; - la delimitazione delle aree di danno; - l’individuazione degli edifici pubblici e privati vulnerabili all’interno delle aree di danno; - i cancelli e le vie alternative; - le aree di attesa, accoglienza, ricovero popolazione e le aree di ammassamento.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 91 In sintesi, i dati relativi al comune di Trani sono rappresentati in :

SCHEDA DI RISCHIO CARTA RELATIVA

Scheda rischio movimenti franosi SI

Scheda rischio idrogeologico SI (innonadazioni ed allagamenti stradali)

Scheda rischio nevicate SI

Scheda rischio incidente rilevante NO

Scheda rischio incendi boschivi NO

Scheda rischio connesso ad emergenze civili SI

Scheda rischio sismico SI

Scheda rischio mareggiate NO

Scheda rischio connesso ad ondate di calore SI

Scheda rischio connesso a trombe d'aria SI

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SCHEDA RISCHIO SISMICO

Rilevanza del rischio sul Medio-basso territorio Evento Ipotizzato Scossa tellurica

Evento massimo valore di macrosismicità del 6° grado della scala storicamente verificatosi Mercalli Effetto ad area interessata La scossa è avvertita da tutti. Molte persone spaventate corrono all’aperto. Si verifica lo spostamento di mobili pesanti, la caduta di intonaci, danni ai comignoli e danni lievi in genere. Causa, al massimo, lievi danni ad edifici solidi in cemento armato; Con una vulnerabilità più a rischio per gli edifici ricadenti nel centro storico e nelle zone in cui gli edifici sono realizzati in muratura.

Grado di coinvolgimento Necessaria l’evacuazione precauzionale della della popolazione popolazione e degli animali solo se presenti in strutture particolarmente danneggiate dal sisma . Cancelli e vie alternative Disposizioni di cancelli ed individuazione di percorsi alternativi ad evitare il transito nei pressi di strutture gravemente danneggiate. Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi medio - basso considerato la bassa frequenza dell’evento sul territorio.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 93

SCHEDA RISCHIO MAREGGIATE

Rilevanza del rischio sul Medio-basso territorio Evento Ipotizzato Burrasca Forte

Evento massimo valore di stato 9, secondo quanto riportato nella scala storicamente verificatosi Beaufort. Effetto ad area interessata L'area interessata è quella costiera, la popolazione si chiude in casa. Si verifica, la caduta di intonaci, comignoli, cartelloni stradali, insegne pubblicitarie, antenne TV.

Grado di coinvolgimento E’ organizzato in fasi successive di allertamento che della popolazione coinvolgono, progressivamente, strutture pubbliche, associazioni di volontariato e popolazione. Nel caso in cui siano previste condizioni meteo avverse, su indicazione del servizio veglia meteo del DPC, scatterà la fase di attenzione che, in base all’evoluzione dell’evento potrà condurre alla disattivazione della fase di attenzione o al passaggio alle fasi di preallarme e di allarme. In tal caso sarà necessario prevedere l’evacuazione delle aree a rischio di mareggiata. In particolare, nella fase di preallarme saranno allontanate dall’area a rischio i soggetti più vulnerabili, quali le persone a ridotta mobilità e gli anziani, mentre allo scattare della fase di allarme si provvederà alla completa evacuazione della popolazione presente. Cancelli e vie alternative Disposizioni di cancelli ed individuazione di percorsi per la deviazione del flusso veicolare dalle aree a rischio nonché per eventuali soccorsi esterni.

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi molto medio - basso considerato la bassa frequenza dell’evento sul territorio.

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SCHEDA RISCHIO ALLUVIONI

Rilevanza del rischio sul Medio-basso territorio Evento Ipotizzato Alluvioni

Evento massimo Tracimazione della rete di smaltimento delle acque storicamente verificatosi piovane Effetto ad area interessata A seguito di precipitazioni eccezionali potrebbe verificarsi la tracimazione dei canali di smaltimento delle acque meteoriche, per scarsa pulizia dei pozzetti d'intercettazione e/ scolmatori, generando in primis. L'allagamento del piano stradale e successivamente l'allagamento di locali seminterrati e del piano terra. Grado di coinvolgimento La popolazione viene invitata a non uscire di casa, della popolazione qualora non ve ne fosse l'estrema urgenza.

Cancelli e vie alternative Viabilità regolare in tutto il territorio comunale

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi molto medio - basso considerato la rete di smaltimento delle acque piovane di recente realizzazione.

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SCHEDA RISCHIO NEVE - GELATE - GRANDINE

Rilevanza del rischio sul Eccezionale territorio Evento Ipotizzato Nevicate

Evento massimo Precipitazioni nevose non di forte intensità nella storicamente verificatosi stagione invernale che creano, se accompagnate a venti freddi, disagi alla circolazione veicolare e pedonale per la formazione di ghiaccio sulle strade cittadine Effetto ad area interessata Il fenomeno delle precipitazioni nevose non comporta per il territorio di Trani situazioni di isolamento, bensì, come innanzi detto, solo disagi per la formazione di ghiaccio in sede stradale. In via ordinaria e preventiva, si dovrà provvedere, in caso di preallarme (segnalazioni meteo della Prefettura), ad attivare il servizio di nettezza urbana per lo spargimento di sale e lo sgombero neve se necessario (attività prevista nell’ordinario appalto di pulizia delle strade) dai punti sensibili quali: Ospedale e strutture pubbliche, strade a forte pendenza ed in casi eccezionali, a rimuovere neve e ghiaccio dalle zone pericolose in generale. Grado di coinvolgimento La popolazione viene invitata a non uscire di casa, della popolazione qualora non ve ne fosse l'estrema urgenza.

Cancelli e vie alternative Disposizioni di cancelli, ed individuazione di percorsi alternativi ad evitare il transito su tratti stradali interessati dalla presenza di ghiaccio Valutazione complessiva La rilevanza dello scenario può ritenersi basso trattandosi di evento non ricorrente

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SCHEDA RISCHIO MOVIMENTI FRANOSI

Rilevanza del rischio sul Basso territorio Evento Ipotizzato Movimenti franosi di scarpate o terrapieni di tratti stradali imbibiti di acque piovane Evento massimo A seguito di abbondanti precipitazioni piovose storicamente verificatosi potrebbero verificarsi movimenti franosi di tratti stradali o che viaggiano in rilevato o che attraversano le “ lame “ Effetto ad area interessata Possono verificarsi movimenti di terrapieni per prolungate ed intense precipitazioni lungo i tratti della viabilità che viaggia in rilevato, nonché lungo i tratti delle strade vicinali o provinciali attraversate dalle lame.

Grado di coinvolgimento Molto basso è il rischio connesso a tale fenomeno, sia della popolazione per le persone che per le cose, in quanto circoscritto a piccole zone franose che, all’occorrenza, vengono segnalate con apposita segnaletica di pericolo

Cancelli e vie alternative Viabilità regolare in tutto il territorio comunale

Valutazione complessiva Le zone interessate dallo scenario come innanzi detto non sono particolarmente estese, quindi la rilevanza dello scenario può ritenersi molto bassa

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SCHEDA RISCHIO SICCITA – ONDATE DI CALORE

Rilevanza del rischio sul Medio-alto territorio Evento Ipotizzato Grande caldo

Evento massimo a seguito del perdurare di alte temperature e di storicamente verificatosi umidità elevata, potrebbero verificarsi rischi alla salute di persone vulnerabili: anziani, soggetti affetti da patologie croniche ed invalidanti, persone non autosufficienti, persone che assumono farmaci, neonati e piccoli bambini, chi svolge un lavoro intenso all’aria aperta, automobilisti bloccati in autostrada. Effetto ad area interessata Tutta l’area del comune di Trani e la rete stradale extraurbana ed autostradale Grado di coinvolgimento Il rischio connesso a tale fenomeno, per le persone della popolazione fortemente vulnerabili, riportate nell’anagrafe della fragilità presso l’ASL, consentirà di essere seguiti nelle necessità, attraverso la fornitura di acqua o accompagnate in ambienti climatizzati.

Cancelli e vie alternative Viabilità regolare in tutto il territorio comunale, all’occorrenza saranno utilizzate le corsie di emergenza qualora ci fosse un blocco temporaneo della circolazione sia sulla SS.16 (extraurbana) che sull’autostrada per raggiungere gli automobilisti in difficoltà. Valutazione complessiva Le zone interessate dallo scenario come innanzi detto è particolarmente estesa e capillare, quindi la rilevanza dello scenario può ritenersi molto alta

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SCHEDA RISCHIO TROMBE D’ARIA

Rilevanza del rischio sul Medio-basso territorio Evento Ipotizzato Tromba d’aria di debole intensità (grado F0)

Evento massimo Fenomeno meteo analogo al tornado con dimensione storicamente verificatosi e forza minore Effetto ad area interessata E’ organizzato in fasi successive di allertamento che coinvolgono, progressivamente, strutture pubbliche, associazioni di volontariato e popolazione. Nel caso in cui siano previste condizioni meteo avverse, su indicazione del servizio veglia meteo del DPC, scatterà la fase di attenzione che, in base all’evoluzione dell’evento potrà condurre alla disattivazione della fase di attenzione o al passaggio alle fasi di preallarme e di allarme. In tal caso sarà necessario prevedere l’evacuazione delle aree a rischio di tromba d’aria. In particolare, nella fase di preallarme saranno allontanate dall’area a rischio i soggetti più vulnerabili, quali le persone a ridotta mobilità e gli anziani, mentre allo scattare della fase di allarme si provvederà alla completa evacuazione della popolazione presente.

Grado di coinvolgimento La popolazione viene invitata a non uscire di casa, della popolazione qualora non ve ne fosse l'estrema urgenza.

Cancelli e vie alternative Disposizioni di cancelli ed individuazione di percorsi per la deviazione del flusso veicolare dalle aree a rischio nonché per eventuali soccorsi esterni.

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi molto medio - basso considerato la rete di smaltimento delle acque piovane di recente realizzazione.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 99

SCHEDA RISCHIO EPIDEMIE

Rilevanza del rischio sul Medio-alto territorio Evento Ipotizzato Epidemia

Evento massimo Epidemia da Colera storicamente verificatosi Effetto ad area interessata E’ organizzato in fasi successive di allertamento che coinvolgono, progressivamente, strutture pubbliche, associazioni di volontariato e popolazione. Nel caso in cui siano previste condizioni particolari, su indicazioni del servizio ASL, scatterà la fase di attenzione che, in base all’evoluzione dell’evento potrà condurre alla disattivazione della fase di attenzione o al passaggio alle fasi di preallarme e di allarme. Nella fase di preallarme saranno immediatamente trattati i soggetti più vulnerabili, quali le persone a ridotta mobilità e gli anziani, mentre allo scattare della fase di allarme si provvederà al completo trattamento.

Grado di coinvolgimento Provvede ad informare la popolazione delle eventuali della popolazione situazioni di pericolo attraverso gli strumenti più idonei, avvalendosi, qualora ve ne fosse bisogno, anche di squadre della Polizia Municipale.

Cancelli e vie alternative Viabilità regolare in tutto il territorio comunale

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi molto medio - alto considerata la diffusione del virus

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SCHEDA RISCHIO INCIDENTE AEREO

Rilevanza del rischio sul Medio-alto territorio Evento Ipotizzato Crash o Splash Down

Evento massimo Precipitazione di aeromobile storicamente verificatosi Effetto ad area interessata E’ un’evento catastrofico per il numero di persone che potrebbero essere coinvolte. Nel caso in cui si dovesse verificare una di questi incidenti, la torre di controllo dell’aeroporto di Bari Palese, emette l’allarme. Nello scenario in cui l’aeromobile effettui un crash o un splash, tutte le attività di soccorso e recupero verranno coordinate dalla direzione marittima. La quale allerterà le unità navali ed aeree per portare immediato soccorso. A terra, mediante coordinamento dovrà essere allestito un PMA necessario ad effettuare il triage sui naufraghi, per poi essere avviati ai presidi ospedalieri che nel frattempo saranno già stati allertati.

Grado di coinvolgimento Provvede ad informare la popolazione delle eventuali della popolazione situazioni di pericolo attraverso gli strumenti più idonei, avvalendosi, qualora ve ne fosse bisogno, anche di squadre della Polizia Municipale.

Cancelli e vie alternative Viabilità regolare in tutto il territorio comunale avendo premura di creare un canale per i mezzi di soccorso dal punto di rendez-vous ai presidi ospedaliero

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi molto medio - alto considerato il numero delle persone coinvolte

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SCHEDA RISCHIO CHIMICO INDUSTRIALE

Rilevanza del rischio sul Medio-alto territorio Evento Ipotizzato Inquinamento atmosferico,idrico, del suolo e acustico, fughe di sostanze, incendi, esplosione, Evento massimo Data la natura del rischio non vi sono eventi massimi storicamente verificatosi verificatosi Effetto ad area interessata Il rischio ecologico potrebbe interessare diverse zone della Città di Trani come diverse potrebbero essere le cause. L’intervento è organizzato in fasi successive di allertamento che coinvolgono, progressivamente, strutture pubbliche, associazioni di volontariato e popolazione. Nel caso in cui siano previste condizioni meteo avverse, su indicazione del servizio veglia meteo del DPC, scatterà la fase di attenzione che, in base all’evoluzione dell’evento potrà condurre alla disattivazione della fase di attenzione o al passaggio alle fasi di preallarme e di allarme. In tal caso sarà necessario prevedere l’evacuazione delle aree a rischio di tromba d’aria. In particolare, nella fase di preallarme saranno allontanate dall’area a rischio i soggetti più vulnerabili, quali le persone a ridotta mobilità e gli anziani, mentre allo scattare della fase di allarme si provvederà alla completa evacuazione della popolazione presente. Grado di coinvolgimento Provvede ad informare la popolazione delle eventuali della popolazione situazioni di pericolo attraverso gli strumenti più idonei, avvalendosi, qualora ve ne fosse bisogno, anche di squadre della Polizia Municipale.

Cancelli e vie alternative Viabilità regolare in tutto il territorio comunale

Valutazione complessiva la rilevanza dello scenario può ritenersi molto medio - alto considerata la diffusione del virus

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COMUNE di TRANI

PROVINCIA DI BARLETTA ANDRIA TRANI

PIANO OPERATIVO DI PROTEZIONE CIVILE

4. MODELLI DI INTERVENTO

4.1 Procedure di intervento 4.2 Livelli di allerta 4.3 Modello di intervento per il rischio idrogeologico 4.4 Attivazione delle procedure di intervento rischio idrogeologico 4.5 Modello di intervento per il rischio incendi boschivi 4.6 Procedure operative rischio incendi boschivi 4.7 Modello di intervento per il rischio Sismico 4.8 Modello di intervento per il rischio Epidemie 4.9 Modello di intervento per il rischio Mareggiate 4.10 Modello di intervento per il rischio Ondate di Calore 4.11 Modello di intervento per il rischio Trombe d’Aria 4.12 Modello di intervento per il rischio Inquinamento 4.13 Modello di intervento per il rischio Fughe Sostanze, incendi ed esplosioni 4.14 Modello di intervento per il rischio Incidenti Radioattivi 4.15 Modelli di intervento per Supporto Sanitario 4.16 Modelli di intervento per Nevicate

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4.1 Procedure di Intervento

Il modello di intervento definisce le fasi nelle quali si articola l'intervento di protezione civile e che sono caratterizzate da un livello di attenzione crescente nei confronti dell'evento che si sta evolvendo ed individua le strutture che devono essere gradualmente attivate stabilendone relazione e compiti. Dovrà altresì essere ricognitivo delle misure di sicurezza da adottarsi per mitigare gli effetti dell'evento ipotizzato e descrivere le predisposizioni organizzative relative ai provvedimenti protettivi nei riguardi della popolazione (soccorso sanitario, eventuale evacuazione della popolazione, controllo della zona colpita..) Il modello di intervento deve essere adattato alle diverse realtà ambientali ed alle caratteristiche del singolo evento, sulla base dell'esperienza e della valutazione attenta e puntuale delle circostanze che si vanno determinando. Il cardine del modello d’intervento è indubbiamente costituito dalle procedure e/o attività le quali, individuando azioni e soggetti per ciascuna delle fasi consequenziali di allerta crescente nei confronti di un evento in evoluzione, costituiscono la griglia che consente di garantire la piena operatività delle diverse strutture di protezione civile e la gestione efficiente ed efficace dell’emergenza. Inoltre, devono essere predisposte procedure generiche per eventi non prevedibili, che consentono di affrontare qualsiasi emergenza che si dovesse verificare al di fuori di quelle considerate nello specifico.

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4.2 Livelli di Allerta

Le azioni da intraprendere in occasione di un evento emergenziale ad opera di tutti gli organismi coinvolti a vario titolo nelle attività di Protezione civile deve essere definita in funzione sia della natura dell’evento ( idrogeologico, sismico, industriale ecc.) sia dell’intensità e della portata dello stesso. In linea generale, le procedure di intervento si articolano nelle seguenti fasi progressive e consequenziali preallarme, allarme , emergenza. E’ importante sottolineare che la Regione Puglia per il Rischio idrogeologico ha definito un’ulteriore fase di attenzione , per avvisi emanati di condizioni metereolgiche avverse.

1) Fase di Attenzione La fase di attenzione si pone l'obbiettivo di consentire agli organi si protezione civile di adottare le necessarie misure a tutela della pubblica incolumità, sfruttando il lasso di tempo intercorrente tra l'arrivo dell'avviso della previsione dell'evento e quello di preallarme o della produzione degli eventuali effetti sul territorio.

2) Fase di Preallarme La fase di Preallarme può essere avviata anche in assenza di quella di Attenzione, qualora le previsioni indichino un repentino peggioramento delle condizioni meteo o idrauliche non precedentemente rilevate. La fase di preallarme viene attivata di norma almeno 12-24 ore prima del previsto impatto dell'evento sul territorio comunale, alla conferma dell'aggravarsi delle previsioni meteo particolarmente avverse e in concomitanza di situazioni di sofferenza degli argini o di alto livello dei corsi d’acqua con pericolo di fuoriuscita della acque dal canale stesso.

3) Fase di Allarme La fase di allarme viene attivata in presenza di allagamenti significativi, che compromettano la percorribilità della rete viaria e/o procurino danni a persone e/o cose. A ciascuna delle suddette fasi è pertanto associabile un incremento dell’intensità del fenomeno, in termini di pericolosità e di potenzialità di danno, e conseguentemente un incremento delle misure operative da mettere in atto. Stanti queste considerazioni di carattere generale, per un corretto approccio alla lettura dei livelli di allerta è necessario discriminare gli eventi in termini di prevedibilità.

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RISCHI PREVEDIBILI

I modelli di intervento e conseguentemente le procedure che ne sono parte integrante devono essere modulati sulle specificità delle singole tipologie di rischio. Il Comune redige in modo adeguato le necessarie procedure di intervento, che dovranno essere distinte per fenomeni prevedibili e fenomeni non prevedibili.

Eventi Territorialmente Eventi Territorialmente

“Localizzati” “Diffusi”

Rischio Incendi Rischi Rischio Idraulico Rischio Movimenti Franosi Prevedibili Rischio Neve Rischio Crolli etc.

Rischi non Rischio Industriale Rischio Sismico Prevedibili Rischio Trasporti

I rischi prevedibili ordinariamente sono associati ai fenomeni idrogeologici, in quanto sono rischi noti e quantificabili attraverso sistemi di monitoraggio. L’adozione di elementi di valutazione certi e matematicamente definiti fa sì che per questa tipologia di eventi la scelta contestuale del livello di allerta da parte dell’Autorità competente sia in linea di massima effettuabile in ragione del superamento di definiti valori di soglia.

RISCHI NON PREVEDIBILI

Sono connessi ad eventi non quantificabili o di rapido impatto quali ad esempio terremoti e incidenti industriali, i quali, nel momento in cui avvengono, comportano direttamente uno stato di emergenza.

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ALLERTAMENTO

In relazione all’estensione territoriale ed al livello di percezione degli eventi calamitosi, incombenti o in atto, è possibile identificare:

1. Eventi territorialmente localizzati : quali ad esempio incidenti industriale, crolli etc. la cui rilevazione è solitamente ad opera di singoli cittadini e degli organi tecnici e di vigilanza delle Autorità Locali; 2. eventi diffusi, la cui rilevazione è generalmente sul territorio.

Per quanto concerne pertanto la segnalazione di un rischio incombente o di un evento calamitoso in atto, e conseguentemente l’attivazione delle procedure di intervento, è possibile in linea generale riconoscere quanto segue:

- sussistono circostanze (rischi prevedibili) in cui l’Autorità Pubblica, essendo essa stessa a conoscenza della situazione in essere, procede direttamente all’attivazione delle procedure di intervento (es. avvisi di condizioni meteo avverse diramate dal Centro Funzionale Decentrato (1° Dicembre 2013) o dal Dipartimento Protezione Civile, tramite la Prefettura di Barletta Andria Trani”);

- in altri casi all’Autorità Pubblica perviene la segnalazione della situazione in essere da canali differenti da quelli relativi al monitoraggio di parametri critici. In questi casi l’Autorità procederà all’attivazione delle procedure solo previo accertamento della situazione reale.

Concentrando l’attenzione su questo secondo caso, in linea generale risulta che, rilevato l’evento, la segnalazione converge sulle Centrali Operative degli Enti che svolgono un ruolo di riferimento nell’ambito della collettività. Poiché l’Autorità di Protezione Civile alla quale sono attribuiti, a livello provinciale, i compiti di attivazione delle procedure di intervento e di coordinamento nella gestione dell’emergenza è la Prefettura, le medesime Centrali operative inoltreranno la segnalazione alla Prefettura previe verifica della veridicità della segnalazione e indagini sul territorio per l’acquisizione di ulteriori elementi di giudizio per valutare l’entità dell’evento.

AUTOALLERTAMENTO

E’ importante sottolineare come un compito significativo nel rilevamento di eventi calamitosi incombenti o in atto, e nella tempestività della segnalazione può essere svolto da tutte le componenti dell’Autorità Pubblica nell’ambito delle attività di vigilanza sul territorio, durante lo svolgimento delle proprie mansioni ordinarie. In tal senso infatti indipendentemente dal ricevimento di una chiamata di allertamento, chiunque, in forza al Comune o ad uno degli Enti a vario titolo coinvolti nelle attività di Protezione Civile, non ultimo il personale volontario, venga a conoscenza del fatto che sul territorio si è verificata una situazione di particolare gravità è tenuto a prendere contatto con i propri Dirigenti responsabili al fine di concordare eventuali modalità di attivazione delle procedure di intervento.

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4.3 Modelli di Intervento per il Rischio idrogeologico

SCENARIO DI RISCHIO COMUNE DI TRANI

Come si evidenzia nella mappa di rischio elaborata dall’Autorità di Bacino della Puglia (www.adb.puglia.it), per il Comune di Trani le aree a rischio di alluvionamento Molto Alto (R4) e alto (R3) sono quelle che trovandosi nel tessuto urbano intersecano la 'Lama Palumbariello- Santa Barbara'. Detta asta fluviale si sviluppa con direzione SW-NE ed ha origine nell'ambito del territorio comunale di Trani in contrada 'Casa Rossa Palomba' in una porzione di territorio che si eleva a m 150 s.l.m.. Trattasi di un tipico impluvio effimero che si approfondisce di alcuni metri rispetto alle quote della superficie topografica circostante. L'Autorità di Bacino della Puglia, così come evidenziato dalle cartografie allegate, ha riconosciuto un grado di 'Alta Pericolosità' idraulica per gli ultimi cinque chilometri del suo percorso che sfocia nell'ansa portuale di Trani. La stessa ADB evidenzia zona a rischio R4-R3 negli ultimi due chilometri laddove l'alta pericolosità idraulica costituisce un fattore moltiplicativo per l'elevata vulnerabilità e l'elevata esposizione. Nell'ultimissimo tratto il naturale assetto topografico dell'incisione idrografica è stato obliterato dagli insediamenti abitativi e la traccia orografica giunge sino al sottovia ferroviario di Via del Ponte Romano. Successivamente il percorso idraulico dell'incisione è 'obliterato' e 'tombato' nel sottosuolo dell'abitato di Trani all'interno di due grandi condotte ognuna del diametro di 500 cm. Trattasi di condotte in grado di smaltire l'ondata di piena idraulica in caso di eventi eccezionali. La loro imboccatura è ben riconoscibile in prossimità del sottovia predetto (Via del Ponte Romano) che rappresenta un importante sito ad 'Elevata Criticità Idraulica'. Inoltre, nell'ambito dell'abitato di Trani sono stati individuati i seguenti siti ad 'Elevata Criticità Idraulica' da monitorare o interdire in caso di 'allerta della Protezione Civile':

1) Sottovia ferroviario Via Giuliani-Via delle tufare 2) Sottovia ferroviario Via del Ponte Romano 3) Sottovia ferroviario Via Pozzo Piano-Via Martiri di Palermo

Considerando l'intero territorio comunale di Trani sono stati individuati i seguenti tratti viabili ad elevata criticità idraulica effettuando l'analisi dei percorsi stradali principali in corrispondenza delle incisioni fluviali più significative e riportate dall'Autorità di Bacino nell'ambito della 'Carta Idrogeomorfologica'.

ELENCO PUNTI CRITICI VIABILITA' STRADALE AD ELEVATA PERICOLOSITA' IDRAULICA 1) Sottovia ferroviario Via Giuliani-Via delle tufare 2) Sottovia ferroviario Via del Ponte Romano 3) Sottovia ferroviario Via Pozzo Piano-Via Martiri di Palermo 4) Intersezione Lama Palumbariello-Via Duchessa d'Andria 5) Intersezione Lama Palumbariello-Via San Luca-Via Duchessa d'Andria 6) S.P. N. 238 Km 5.500 ex S.S. N. 378 7) S.P. N. 33 Andria-Bisceglie Km 12.300 8) S.P. N. 33 Andria-Bisceglie Km 8.300 9) S.P. N. 33 Andria-Bisceglie Km 7.500 10) S.P. N. 33 Andria-Bisceglie Km 4.800 11) S.P. N. 1 (ex N. 130) Trani-Andria Km 5.100 12) S.S. N. 16 Trani-Barletta Km 753

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In tutto il territorio Comunale di Trani sono state individuate le aste fluviali e cartografate le aree golenali (larghezza di 75 m) e le ulteriori aree di pertinenza (larghezza di 75 m) in ottemperanza a quanto espresso nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Bacino (Articolo 10, Comma 3). Nell'ambito delle suddette fasce è possibile individuare eventuali manufatti e strutture abitative con elevato grado di vulnerabilità e di esposizione che potrebbero comportare altrettanti elevati valori di rischio idraulico. Appare evidente che la quantificazione oggettiva e di maggior dettaglio del rischio idraulico per ogni singola asta fluviale e per le sezione trasversali più significative esula dalle finalità del presente Piano Comunale di Protezione Civile. VENTO Evento Atteso: scolmo del canale delle acque meteoriche Date le caratteristiche del territorio, della rete idrografica e dei lavori di messa in sicurezza di parte del canale delle acque meteoriche che attraversa l’abitato, la probabilità di accadimento di un evento che determini allagamenti di vaste dimensioni risulta poco probabile.

COMPITI DEL COMUNE

FASE DI ATTENZIONE Il Sindaco ricevuto l’avviso di condizioni meteorologiche avverse, trasmesso dalla Prefettura di Barletta Andria Trani : - verifica la reperibilità dei propri funzionari da fare confluire nel C.O.C. - informa e verifica la reperibilità dei rappresentanti confluenti nel C.O.M. - Allerta le strutture tecniche comunali (servizi di : protezione civile, urbanistica e lavori pubblici) - Allerta la struttura di polizia urbana del Comune.

FASE PREALLARME Il Sindaco ricevuta dal Prefetto l’informazione dell’avvenuta attivazione della fase di preallarme: - valuta l’opportunità di attivare il C.O.C. e di partecipare all’attività dei C.O.M. - avvisa i responsabili delle altre funzioni di supporto del C.O.C. e ne verifica la reperibilità - dispone le attività di monitoraggio e controllo delle aree ritenute necessarie sul territorio, avvalendosi dei propri organi tecnici e di vigilanza - (Polizia Municipale, servizio lavori pubblici) - allerta le strutture operative e il volontariato coinvolto nell’attività di soccorso - informa il C.O.M. e C.C.S su eventuali problemi insorti sul territorio

FASE ALLARME Il Sindaco ricevuta dal Prefetto l’informazione dell’avvenuta attivazione della fase di allarme, dispone, attraverso il C.O.M. e C.O.C., convocati al completo, l’invio: - delle squadre a presidio delle vie di deflusso - di volontari nelle aree di attesa - di uomini e mezzi presso le aree di ricovero o i centri di accoglienza della popolazione - di uomini e mezzi per l’informazione alla popolazione - dispone l’allontanamento della popolazione dalle aree a rischio secondo le modalità previste dalla Pianificazione comunale di emergenza - coordina tutte le operazioni di soccorso tramite le funzioni di supporto secondo quanto previsto dal piano, utilizzando anche il volontariato di protezione civile - assume tutte le iniziative atte alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità - predispone uomini e mezzi per l’informazione alla popolazione del cessato allarme - dispone le attività di monitoraggio e controllo delle aree ritenute necessarie sul territorio, avvalendosi dei propri organi tecnici e di vigilanza (Polizia Municipale, servizio lavori pubblici) - dalle prime manifestazione dell’evento assicura un flusso continuo di informazione verso la struttura regionale di Protezione Civile.

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4.4 Attivazione delle procedure d’intervento rischio idrogeologico

In pratica, per il rischio segnalato, le procedure d’intervento, dalla segnalazione di inizio emergenza alla segnalazione di fine emergenza, dovranno essere organizzate così come appresso definite.

SEGNALAZIONE DI ATTENZIONE L’operatore del sevizio continuativo (Ufficio emergenza) ricevuto "l’avviso di condizioni meteorologiche avverse” trasmesso dalla Prefettura di Bari, provvede ad avvisare il Sindaco del messaggio pervenuto ed, in via precauzionale, dirama ai responsabili del C.O.C. il medesimo messaggio onde renderli reperibili h24. A comunicazione effettuata, inizia per i responsabili dei servizi di protezione civile, urbanistica, lavori pubblici e polizia municipale la fase di attenzione. Il Sindaco con la necessaria gradualità ed in base all’evoluzione del fenomeno informa e verifica la reperibilità dei rappresentanti che confluiscono nel C.O.M..

SEGNALAZIONE DI PREALLARME Il Sindaco ricevuta dal Prefetto la comunicazione dello stato di preallarme, in base sempre all’evoluzione del fenomeno, sviluppa le seguenti azioni: a) avvisa tutti i responsabili delle funzioni di supporto del C.O.C. e ne verifica la reperibilità b) attiva il servizio di vigilanza costituito da personale comunale ed eventuali volontari (vigili urbani, personale del servizio lavori pubblici, vigili campestri, volontari di protezione civile locale) con compito di controllo lungo i tratti del canale Cappuccini dichiarati a rischio c) allerta le strutture operative locali e non convenzionate, nonché il volontariato coinvolto nell’attività di soccorso d) assunte le notizie fornite dall’attività di vigilanza, informa il C.O.M. ed il C.C.S. su eventuali problemi accertati sul territorio.

SEGNALAZIONE DI ALLARME Il Sindaco ricevuta dal Prefetto la comunicazione dello stato di allarme convoca subito il C.O.M. ed il C.O.C. e, tramite le stesse, dispone: a) il presidio delle aree a rischio; delimita l’accesso alle stesse tramite cancelli opportunamente posizionati; attiva le vie di fuga per evacuare precauzionalmente dalle aree interessate le persone a rischio (disabili, anziani che vivono soli, bambini, infermi, ecc.) secondo le modalità previste dal Piano di Emergenza b) il volontariato nelle opportune aree di attesa della popolazione coinvolta c) di uomini e mezzi, di cui ai protocolli convenzionati, presso le aree di ricovero o i centri di accoglienza della popolazione d) l’informazione della popolazione tramite il comando di polizia locale ed il volontariato e) con continuità il flusso delle informazioni, diramando comunicati alla popolazione coinvolta, a tutti gli Organismi di Protezione Civile attivi nell’emergenza, ai mass-media f) di tutte le strutture, uomini e mezzi impegnati, ivi compreso il volontariato, per il coordinamento delle operazioni di soccorso e la salvaguardia della pubblica e privata incolumità tramite l’adozione di provvedimenti straordinari g) il flusso continuo di informazioni verso gli altri Enti sovracomunali interessati nella Protezione civile, Regione, Prefettura e Provincia h) il monitoraggio dell’evoluzione dell’evento per il controllo delle aree ritenute a rischio i) la comunicazione della fine dell’emergenza, attraverso uomini e mezzi, alla popolazione j) la verifica dei danni attraverso i servizi tecnici e di vigilanza, avvalendosi, ove necessario, dei tecnici della Provincia e del Genio Civile, nonché dei professionisti locali.

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4.5 Modelli di Intervento per il Rischio Incendi Boschivi

GENERALITÀ

Le linee guida regionali, in applicazione della legge n.353 del 2000, dettano alcuni principi fondamentali in ordine agli interventi di lotta diretta contro gli incendi boschivi che si realizzano attraverso attività di ricognizione, sorveglianza, avvistamento allarme e spegnimento. Le attività di spegnimento sono programmate avvalendosi sostanzialmente di risorse, mezzi e personale del Corpo forestale dello Stato, dei Vigili del Fuoco e di personale aderente ad Organizzazioni di protezioni civile appositivamente formati per le operazioni di spegnimento. Le predette linee guida prescrivono che il modello di intervento si rende operativo attraverso azioni da realizzare per fasi successive finalizzate al contenimento, se possibile, del rischio incendio.

In pratica:

- nel periodo ordinario, durante il quale la pericolosità di incendi è limitata, si dovrà procedere ad impostare, nell’ambito dei compiti istituzionali dell’Ente, procedure di intervento relative ad attività di previsioni e prevenzione nel periodo di intervento, durante il quale la pericolosità di incendi boschivi è alta, si dovranno attivare fasi di operatività crescente: 1. Fase di attenzione (indicativamente da febbraio ad aprile e da giugno a settembre) 2. Fase di preallarme (dichiarazione di stato di gravità pericolosità) 3. Fase di allarme (segnalazione di avvistamento incendio) 4. Fase di spegnimento e bonifica (estinzione dell’incendio)

Per le predette fasi le linee guida regionali prescrivono per i comuni:

in fase di attenzione e preallarme - “concorrono all’attività di vigilanza e di avvistamento antincendio , in raccordo con il corpo forestale di stato (CFS) e la provincia mediante l’impiego del volontariato comunale” - le attività di previsione e di prevenzione secondo le attribuzioni stabilite dalle regioni provvedono ad informare la popolazione invitandola ad evitare comportamenti che possono provocare incendi

in fase di allarme - Mettono a disposizione del CFS il volontariato comunale specializzato e , se richiesto dal CFS e dalla Provincia, mezzi e personale tecnico del comune e della comunità montana.

Dette linee prescrivono, inoltre, che il Sindaco : in fase di attenzione e preallarme - ricevuta la comunicazione dell’attivazione della fase di attenzione di preallarme dispone opportune misure di prevenzione e di salvaguardia di competenza informandone la Provincia.

in fase di allarme e spegnimento - Fornisce alle forze impegnate nello spegnimento e successiva modifica ogni possibile supporto - Sulla base delle indicazioni del Coordinatore delle operazioni di spegnimento, se necessario, ordina e coordina le operazioni di evacuazione della popolazione e dispone le operazioni di prima assistenza

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4.6 Procedure operative – rischio incendi boschivi

Nel periodo ordinario

Date le caratteristiche del territorio, la probabilità di accadimento di un evento che determini incendi boschivi di vaste dimensioni risulta poco probabile. Per cui il Comune di Bisceglie durante il periodo ordinario, nella gestione dell’attività preventiva, promuoverà:

1. la sottoscrizione di convenzioni con associazioni ambientalistiche e/o di protezione civile locali, finalizzate alla rimozione di depositi pericolosi abbandonati (vetri, plastica, ecc.) e pulizia dei rami secchi dalle aree boschive per evitare nelle giornate di irraggiamento solare l’accensioni di focolai; 2. campagne di informazione e sensibilizzazione per la prevenzione degli incendi con particolare riferimento agli operatori agricoli che operano nelle immediate vicinanze delle lame. Tale attività sarà svolta dalle associazioni di volontariato locale convenzionate. nel periodo di intervento fasi di attenzione e preallarme : L’operatore del sevizio continuativo (Ufficio emergenza) ricevuto "l’avviso di valori meteo superiori alla media stagionale” dalla Prefettura di Bari, provvede: ad avvisare il Sindaco del messaggio pervenuto e, contestualmente, segnala il messaggio al servizio di vigilanza comunale e al Comando dei vigili campestri di zona, operativi h24, per i dovuti controlli delle aree a maggior rischio incendi.

Il Sindaco: 1. allerta la struttura di volontariato convenzionato per operazioni di vigilanza e avvistamento , nonché di soccorso e /o di assistenza; 2. assunte le notizie fornite dall’attività di vigilanza, emette provvedimenti urgenti su eventuali problemi accertati sul territorio avvisandone la Provincia e il CFS; 3. informa la popolazione invitandola ad evitare comportamenti che possono provocare incendi. fasi di allarme e spegnimento : Il Sindaco : - fornisce alle forze impegnate nello spegnimento (Corpo forestale dello Stato, Vigili del fuoco) ogni possibile supporto di uomini e mezzi già allertati preventivamente - dispone che la Polizia municipale provveda a circoscrivere l’area interessata, a guidare sui luoghi interessati le forze preposte allo spegnimento - dispone che il Comando di Polizia municipale provveda a regolare la circolazione veicolare mediante opportuni cancelli per la deviazione del traffico sui percorsi alternativi ordina e coordina su indicazioni del Coordinatore delle operazioni di spegnimento a l’eventuale sgombero e/o allontanamento di persone in luoghi sicuri unitamente alle operazioni di prima assistenza.

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4.7 Modello di Intervento per il Rischio Sismico

Ruoli, compiti ed attività degli organismi di protezione civile

Struttura Regionale di Protezione Civile avvenuto l’evento, la Struttura Regionale di Protezione Civile, d’intesa con il Prefetto, raccoglie immediatamente i dati sulle caratteristiche della scossa (coordinate epicentrali, magnitudo, durata, profondità) dall’I.N.G.V. e quelli accelerometrici dall’U.S.S.N. D’intesa con quest’ultimo e con la collaborazione del S.G.S.S. elabora la proiezione del danno possibile. - Trasmette queste informazioni ai soggetti elencati nella Tabella A. - Mantiene contatti con i prefetti, i sindaci, i VV.F. e le stazioni dei Carabinieri.

Per magnitudo superiori a 4, e se dalle prime informazioni provenienti dal territorio emergono segnalazioni di crolli o comunque di danni diffusi: - Attiva il Centro Operativo Regionale in servizio h 24, composto da tecnici dei Geni Civili e della Provincia; - Dispone che vengano immediatamente inviate nelle zone colpite le squadre del Nucleo Regionale di Valutazione per il censimento dell’agibilità degli edifici e se necessario per la verifica d’idoneità delle aree di emergenza; - Verifica con il Prefetto l’avvenuta attivazione del C.C.S. e C.O.M. e mantiene con essi contatti costanti, anche attraverso i rappresentanti dei Servizi Regionali; - Verifica con il Sindaco l’attivazione del C.O.C.; - Adotta le misure di competenza regionale previste nei piani di emergenza con particolare riferimento all’assistenza dei senza-tetto; - Se del caso chiede ai Prefetti che dispongano verifiche da parte degli Enti gestori di dighe e degli Enti titolari di infrastrutture primarie (ponti, gallerie, strade, reti di servizi principali) e controlli sugli impianti industriali a rischio di incidente rilevante; - Dispone verifiche sulla stabilità dei versanti nei punti critici; - Attiva gli interventi per la valutazione dei danni; - Su richiesta della Struttura Regionale di Protezione Civile, dispongono l’invio immediato nelle zone colpite delle squadre tecniche per il censimento dell’agibilità degli edifici, ne coordinano l’attività in raccordo con C.O.M. e C.O.C. e trasmettono i risultati alla Struttura Regionale di Protezione Civile e al C.C.S.; - Trasmettono alla Struttura Regionale di Protezione Civile e al C.C.S. ogni informazione tecnico- scientifica in loro possesso utile alla gestione della crisi; - Assicurano con propri rappresentanti il supporto alla funzione tecnico-scientifica nel C.O.R. nei C.C.S. e nei C.O.M. - Dispongono interventi di controllo sui punti critici dei versanti, anche su richiesta della Struttura Regionale di Protezione Civile o segnalazione degli Enti territoriali; - In caso di problemi in atto svolgono le funzioni previste nella fase di allarme nelle procedure di attivazione per il rischio idrogeologico.

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ENTI E STRUTTURE PREPOSTE ALLA VIGILANZA, STRUTTURA TECNICA PROVINCIALE (EX GENIO CIVILE), ISPETTORATI REGIONALI E RIPARTIMENTALI DELLE FORESTE, CONSORZI DI BONIFICA

Prefetture - Uffici Territoriali Del Governo Ricevuta comunicazione dell’evento, per magnitudo superiore a 4 e se dalle prime informazioni dal territorio emergono segnalazioni di crolli o comunque di danni diffusi: - Convocano il C.C.S. e i C.O.M. e dispongono gli interventi di soccorso necessari; - Verificano, l’attivazione dei C.O.C. - Verificano attraverso C.C.S., C.O.M. e C.O.C. l’efficacia degli interventi di soccorso e di assistenza alla popolazione; - Dispongono interventi di controllo da parte degli Enti gestori di dighe, ponti, gallerie, strade, reti di servizio e di impianti industriali a rischio rilevante. - Informano la Struttura di Protezione Civile circa l’insorgenza di eventuali difficoltà o problemi che richiedano interventi da parte delle strutture regionali.

Provincia - Partecipano all’attività del C.C.S. e concorrono agli interventi per l’assistenza alle popolazioni; - Dispongono interventi di controllo sulle infrastrutture di loro proprietà o vigilate, con particolare riferimento alle opere stradali ed attivano i conseguenti interventi urgenti; - Concorrono, con il coordinamento della Struttura di Protezione Civile, all’attività per il censimento dei danni.

Sindaco Assicurano la prima assistenza alla popolazione colpita, anche ricorrendo al coordinamento provinciale di volontariato di Protezione Civile. In particolare dispongono, attraverso il C.O.C, o il C.O.M., in relazione alla gravità dell’evento ed ai risultati dei censimenti di agibilità degli edifici: - inviano di volontari nelle aree di attesa; - inviano di uomini e mezzi presso le aree di ricovero o i centri di accoglienza della popolazione - Coordinano tutte le operazioni di soccorso tramite le funzioni di supporto del C.O.M. o del C.O.C., utilizzando anche il volontariato di Protezione Civile; - Assume tutte le iniziative atte alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità; - Il Sindaco assicura un flusso continuo di informazioni verso il C.C.S, la Struttura di Protezione Civile - C.O.R.; - Assicura per il tramite dell’Ufficio Tecnico il supporto all’attività di censimento e verifiche di agibilità.

Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco I Comandanti provinciali interessati dispongono l’invio delle squadre disponibili sul territorio e ne coordinano tutte le attività connesse al soccorso tecnico urgente, se del caso, richiedano alla Struttura di Protezione Civile l’invio a supporto di squadre di volontari di Protezione Civile; In caso di necessità Direzione Interregionale dei VV.F. Puglia e Basilicata dispone l’invio di squadre da altri Comandi Provinciali, richiede alle competenti strutture del Ministero dell’Interno, l’invio di colonne mobili dei VV.F. da altre regioni; - Segnala al prefetto e alla Struttura di Protezione Civile ogni problema o esigenza, con particolare riferimento ad eventuali situazioni di pericolo incombente.

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Tabella A Elenco dei destinatari delle comunicazioni di evento sismico ______

Dipartimento Protezione Civile Ufficio Difesa del Suolo della Regione Prefetture (*) - Uffici Territoriali del Governo Province (*) Sindaco (*) Direzione interregionale VV.F. Puglia e Basilicata - Comandi Provinciali (*) Genio Civile (*) I.Ri.F. (*) Coordinamento provinciale volontariato di Protezione Civile (*) Coordinamento regionale C.F.S. (*) Autorità di Bacino(*) Autorità di Bacino(*) Strutture Tecniche Periferiche e Ispettorati Ripartimentali delle Foreste (*) ______(*) territorialmente interessati

Coordinamento provinciale delle Associazioni di Volontariato e dei Gruppi Comunali di Protezione Civile (presso la Provincia) Ricevuta dalla Struttura di Protezione Civile la segnalazione di evento avvenuto, dispone la mobilità immediata di volontari e mezzi e l’invio di squadre su richiesta del prefetto, dei sindaci e dei VV.F., previa autorizzazione della Struttura di Protezione Civile relativamente al coordinamento logistico ed alle autorizzazioni di legge. Coordinamento regionale Corpo Forestale dello Stato Oltre agli interventi richiesti dal prefetto nell’ambito del C.C.S., dispone il coordinamento per i sopralluoghi ed interventi di controllo e vigilanza sui punti critici dei versanti.

GESTIONE DELL'ALLERTA E DELL'EMERGENZA CONNESSA AL RISCHIO SISMICO Per quanto attiene alla procedura d'emergenza si rimanda a quella riportata nel presente Piano Comunale di Protezione Civile facente riferimento anche al sistema di allerta e di emergenza definiti nella trattazione globale del Piano e quindi attivabili per ogni tipologia di rischio. Per la definizione delle aree di attesa (prima emergenza), aree di accoglienza e di ammassamento si rimanda a quelle già evidenziate nel presente piano.

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4.8 Modello di Intervento per il Rischio Epidemia

Il rischio di una epidemia non consente di prevedere una fase che permetta di predisporre preventivamente gli interventi adeguati. In caso di emergenza il Comune, di intesa con le competenti Autorità sanitarie, predisponendo adeguate procedure operative ed informative per far fronte ad eventi di questo tipo.

Il Sindaco al verificarsi dell’evento:

1) Divieto di prelievo, trasporto, vendita ed utilizzo di acqua di mare per rinfresco dei prodotti ittici o di altro. A tale riguardo è auspicabile che venga emanata ordinanza del Presidente della Giunta Regionale. 2) Verifica dei valori di colimetria e cloro residuo nella rete idrica da parte dei P.M.P. ed iperclorazione se necessaria. 3) Intensificazione dei controlli batteriologici per la ricerca anche del vibrione colerico su: - acqua di mare - liquami di fogna - verdure che si “consumano abitualmente crude” - prodotti ittici L'istituto di igiene del Policlinico è auspicabile che funga da laboratorio di riferimento centrale per tutte le ricerche ambientali e su alimenti che si svolgeranno presso altri laboratori.

Misure di sorveglianza

1) Definizione di sospetto caso clinico: soggetto di età maggiore di 12 anni con gastroenterite caratterizzata da almeno 5 scariche diarroiche nelle 24 h. 2) Ricerca dei casi: limitata ai pazienti afferenti a reparti di pronto soccorso od accettazione ospedalieri, ai pazienti visitati presso ambulatori di strutture pubbliche o private e dai medici curanti. 3) In caso di sospetto di colera il soggetto dovrà essere inviato presso divisioni di malattie infettive. 4) Il laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche cui afferisce la divisione di malattie infettive ove trovasi ricoverato il paziente in osservazione, dovrà curare la coltura in acqua peptonata alcalina ed il subtrapianto dopo 6-8 h su agar TCBS; qualora dopo 24 h su TCBS si abbia sviluppo di colonie fermentanti il saccarosio (che si presentano colorate in giallo) la capsula di Petri dovrà essere inviata presso la cattedra di Igiene - Servizio di Microbiologia del Policlinico che, come già detto, è auspicabile che funga da Laboratorio centrale di riferimento. 5) Obiettivo primario della sorveglianza è la predisposizione costante di informazioni utili al programma di controllo dell'infezione. Per il raggiungimento di tale obiettivo è necessario attuare le seguenti azioni: raccolta, verifica e pronta analisi dei dati; indagine epidemiologica di campo su eventuali focolai epidemici. A tale scopo è auspicabile che venga attivato un centro raccolta dati con sede presso l'Istituto di Igiene dell'Università dell'area colpita. Al centro dovrà essere conferito il compito di produrre giornalmente rapporti informativi sulla situazione epidemiologica, di sollecitare costantemente l'invio dei dati da parte delle strutture nella quali è avvenuta l'osservazione dei casi sospetti od accertati.

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Controlli ambientali

A livello degli sbocchi fognari ed a livello degli effluenti dei depuratori dovranno essere effettuati prelievi per Ia ricerca specifica del Vibrione cholerae. Le indagini di laboratorio dovranno essere effettuate presso l'lstituto di Igiene. Inoltre si dovrà: 1) ispezionare tutti i canali di fognatura bianca e nera aventi il mare come recapito finale, oltre ai canali in terra di fogna a cielo aperto; 2) accertare ed individuare tutti i probabili abusi di prelievi di liquami, per eventuali usi impropri, con particolare attenzione a quelli per l'irrigazione; 3) provvedere alla tenuta in buona efficienza di tutti i collettori principali delle reti fognarie cittadine, effettuando la radicale bonifica degli stessi; 4) intervenire, immediatamente, ed a vista, nell'esecuzione di tutti i lavori manutentori sulla rete idrica e fognante specialmente ove, si crei pericolo di inquinamento per effetto delle interferenze tra le stesse opere; 5) eseguire interventi di prevenzione, ove necessario, mediante la disinfestazione dei liquami, onde scongiurare il pericolo di inconvenienti igienici; 6) segnalare tempestivamente alle autorità competenti tutti i possibili casi di immissione di liquami nella fognatura bianca; 7) assicurare la continua pulizia delle griglie degli impianti di sollevamento di fognatura, nonchè la perfetta funzionalità delle elettropompe, per evitare scarichi di emergenza, per i quali, comunque, dovrà essere attivata l'automazione degli impianti di clorazione con sufficiente scorta del prodotto.

Flusso informativo

Per ogni paziente ricoverato per gastroentrite che abbia avuto almeno 5 scariche diarroiche nelle 24 h precedenti, dovrà essere compilata apposita scheda per l'immediato invio ai SIP ed ai Servizi Veterinari della propria ASL, oltre che al Centro di raccolta dati che dovrà provvedere alla contestuale trasmissione al Ministero della Sanità - Divisione Generale Servizi Igiene Pubblica ed all'Assessorato Regionale alla Sanità.

Coordinamento periferico

I Servizi di Igiene Pubblica ed i Servizi Veterinari delle AA.SS.LL. sono incaricati del coordinamento per il territorio di competenza, previo raccordo con i P.M.P. al fine di regolamentare l'afflusso delle campionature. Ove sussistano gravi carenze di personale di vigilanza, il Coordinamento Provinciale dovrà raccordarsi col Comando NAS territorialmente competente per interventi ad adiuvandum. Il Ministero della Sanità, in caso di necessità, dovrà fornire un ulteriore contributo con proprio personale di vigilanza.

Educazione sanitaria

Dovrà essere raccomandata la più ampia diffusione, anche tramite pubblica affissione, delle informazioni circa la necessità di: - lavaggio delle mani - lavaggio accurato di vegetali da consumarsi crudi - non praticare, ove non si creino le condizioni di necessità, profilassi vaccinale - non praticare chemioprofilassi antibiotica - non praticare una disinfezione speciale in quanto i comuni disinfettanti a base di cloro sono efficaci nei confronti del vibrione

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4.9 Modello di Intervento per il Rischio Mareggiate

I litorali del Comune di Trani, come la maggior parte delle spiagge pugliesisi, sono oggetto di fenomeni erosivi sia per naturale tendenza sia per la presenza di fattori antropici che ne hanno provocato certamente l'accelerazione negli ultimi decenni, come è il caso dell’intensa urbanizzazione costiera che ha stravolto gli equilibri molto delicati che regolano il confine tra terraferma e mare. L'arretramento della linea di costa è dovuta soprattutto al diminuito apporto di materiale solido al mare, causato dalla crescente occupazione degli alvei fluviali, dalle sistemazione delle reti di deflusso superficiale, dalla riboschimento delle aree interne, dal prelievo di acqua dalle falde sotterranee. Nel seguito si riporta una sintesi delle principali evidenze per il rischio di mareggiata e di erosione costiera emerse dallo studio preliminare dello stato delle coste biscegliesi, effettuato nella prima fase del programma di previsione e prevenzione, che ha portato all'identificazione, per ogni sub-unità fisiografica, dei principali tratti di costa caratterizzati da erosione. Per i tratti dove si evidenzia un rischio elevato occorrerà procedere a studi specifici più approfonditi al fine di recuperare l’intero litorale, analizzando le dinamiche dell'interazione idrodinamica tra costa e mare e attuando le opportune opere di difesa.

Il litorale di Levante: Tale sub unità fisiografica, negli ultimi anni è stata oggetto di interventi per la difesa delle spiagge consistente in blocchi frangiflutti distaccati, nonché la realizzazione di una grande opera per il consolidamento del tratto costiero. Per cui ci si limiterà, in generale, ad un continuo monitoraggio del tratto costiero.

Il litorale di Ponente: Per tale sub unità fisiografica, gli interventi per la difesa delle spiaggie non prevedeno nell’immediato, la realizzazione di frangiflutti distaccati, mentre l’opera di consolidamento e recupero del tratto costiero è avviato. Per cui a differenza del tratto di Ponente tutta la sub unità fisiografica necessiterà di ulteriori studi di approfondimento per la difesa e il recupero del litorale che andrà anche monitorato. In tale unità, fattore legato alle mareggiate ma di estrema pericolosità è l’avvicinamento sempre più sottocosta, e quindi a bassissime profondità di ordigni bellici inesplosi. L’area portuale del Comune di Trani: Per tale sub unità fisiografica, al momento non garantisce la stabilità dei fondali, per cui si dovrà monitorare continuamente il sedime portuale, al fine di tutelare l’approccio alle banchine delle unità navali da diporto e da pesca.

Le devastanti mareggiate che nel passato hanno spesso lasciato il segno sul paesaggio costiero biscegliese al pari di uragani tropicali sono state causa di: - erosione - allagamenti - danni a imbarcazioni, lidi e opere portuali.

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Sistemi di monitoraggio Sono diversi gli Enti che effettuano raccolta e rilevamento di dati sullo stato del mare, ma quelli che lo fanno sistematicamente sono:

- il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare (Ispettorato Telecomunicazioni e Assistenza al Volo ITAV); - l’Istituto Idrografico della Marina Militare. - il Servizio Idrografico e Mareografico (SIMN);

Ed è il SIMN a gestire la Rete Ondametrica Nazionale (RON) e la Rete Mareografica Nazionale (RMN). Presso la direzione generale del SIMN è operativo il Centro di Elaborazione e Archiviazione Dati, che svolge servizio di supervisione dello stato della rete, acquisizione di dati sintetici in tempo reale, archiviazione ed elaborazione dei dati storici. E’ proprio il SIMN a curare l’elaborazione e la produzione dei Bollettini delle Rilevazioni Ondametriche.

Precursori di evento Per effettuare la previsione dei fenomeni di moto ondoso è fondamentale la conoscenza del campo di vento sulla superficie del mare e la sua evoluzione nel tempo. Le informazioni disponibili sui dati di vento sono numerose e si possono sostanzialmente distinguere in: - registrazioni da terra, che possono essere direttamente utilizzate per effettuare una stima del moto ondoso; - analisi sinottiche del tempo contenute nei bollettini meteorologici; - informazioni sui venti fornite da navi in mare aperto. Noto il campo di vento che interessa una certa località, le caratteristiche delle onde generate possono essere determinate utilizzando dei modelli matematici di previsione, distinti in quattro grandi categorie: modelli spettrali, parametrici, statistici ed empirici. I modelli generalmente utilizzati sono quelli empirici, basati su relazioni sperimentali tra vento e caratteristiche del moto ondoso. I fattori fondamentali che è intervengono nell’analisi sono la velocità del vento in superficie, la lunghezza del fetch (area su cui soffia il vento) e la durata del vento.

Il modello di intervento E’ organizzato in fasi successive di allertamento che coinvolgono, progressivamente, strutture pubbliche, associazioni di volontariato e popolazione. Nel caso in cui siano previste condizioni meteo avverse, su indicazione del servizio veglia meteo del DPC, scatterà la fase di attenzione che, in base all’evoluzione dell’evento potrà condurre alla disattivazione della fase di attenzione o al passaggio alle fasi di preallarme e di allarme. In tal caso sarà necessario prevedere l’evacuazione delle aree a rischio di mareggiata. In particolare, nella fase di preallarme saranno allontanate dall’area a rischio i soggetti più vulnerabili, quali le persone a ridotta mobilità e gli anziani, mentre allo scattare della fase di allarme si provvederà alla completa evacuazione della popolazione presente. Attraverso la deviazione del flusso veicolare dalle aree a rischio nonché per eventuali soccorsi esterni.

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Tabella n.7 - Scala Beaufort della forza del vento

Velocità Numero Velocità Velocità Velocità media del Altezza di del vento del vento del vento vento (nodi Descrizione onde Condizioni del mare Condizioni a terra Beaufort (nds) (km/h) (mph) / km/h / (m) mph)

Il fumo sale 0 0 0 0 0 / 0 / 0 Calmo 0 Piatto. verticalmente.

Leggere increspature sulla Bava di superficie somiglianti a squame di Movimento del vento 1 1-3 1-6 1-3 2 / 4 / 2 0.1 vento pesce. Ancora non si formano visibile dal fumo. creste bianche di schiuma.

Onde minute, ancora molto corte Si sente il vento sulla Brezza ma ben evidenziate. Le creste non 2 4-6 7-11 4-7 5 / 9 / 6 0.2 pelle nuda. Le foglie leggera si rompono ancora, ma hanno frusciano. aspetto vitreo

Onde con creste che cominciano a Foglie e rami più rompersi con schiuma di aspetto 3 7-10 12-19 8-12 9 / 17 / 11 Brezza tesa 0.6 piccoli in movimento vitreo. Si notano alcune "pecorelle" costante. con la cresta bianca di schiuma.

Sollevamento di Vento Onde con tendenza ad allungarsi. 4 11-16 20-29 13-18 13 / 24 / 15 1 polvere e carta. I rami moderato Le "pecorelle" sono più frequenti sono agitati.

Onde moderate dalla forma che si Oscillano gli arbusti allunga. Le pecorelle sono con foglie. Si formano 5 17-21 30-39 19-24 19 / 35 / 22 Vento teso 2 abbondanti e c'è possibilità di piccole onde nelle spruzzi. acque interne.

Onde grosse (cavalloni) dalle Movimento di grossi 6 22-27 40-50 25-31 24 / 44 / 27 Vento fresco 3 creste imbiancate di schiuma. Gli rami. Difficoltà ad spruzzi sono probabili. usare l'ombrello.

I cavalloni si ingrossano. La Interi alberi agitati. schiuma formata dal rompersi delle 7 28-33 51-62 32-38 30 / 56 / 35 Vento forte 4 Difficoltà a camminare onde viene "soffiata" in strisce nella contro vento. direzione del vento.

Ramoscelli strappati dagli alberi. Onde alte. Le creste si rompono e Generalmente è 8 34-40 63-75 39-46 37 / 68 / 42 Burrasca 5.5 formano spruzzi vorticosi che impossibile vengono risucchiati dal vento. camminare contro vento.

Onde alte con le creste che Leggeri danni alle Burrasca 9 41-47 76-87 47-54 44 / 81 / 50 7 iniziano ad arrotolarsi. Striscie di strutture (camini e forte schiuma che si fanno più dense. tegole asportati).

Onde molto alte sormontate da creste (marosi) molto lunghe. Le (Rara in terraferma) strisce di schiuma tendono a Sradicamento di 10 48-55 88-102 55-63 52 / 96 / 60 Tempesta 9 compattarsi e il mare ha un aspetto alberi. Considerevoli biancastro. I frangenti sono molto danni strutturali. più intensi e la visibilità è ridotta.

Onde enormi che potrebbero anche nascondere alla vista navi di Tempesta media stazza. Il mare è tutto 11 56-63 103-117 64-72 60 / 111 / 68 11,5 Vasti danni strutturali. violenta coperto da banchi di schiuma. Il vento nebulizza la sommità delle creste e la visibilità è ridotta.

Onde altissime; aria piena di Danni ingenti ed 12 >63 >117 >72 N/A Uragano 14+ schiuma e spruzzi, mare estesi alle strutture. completamente bianco.

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4.10 Modello di Intervento per il Rischio Ondate di Calore

Il fenomeno della siccità produce, infatti, una complessa rete di impatti che abbraccia una varietà di settori e che spesso va molto oltre i confini dell'area fisicamente soggetta al fenomeno. Tale complessità è dovuta, ovviamente, alla fondamentale importanza che la risorsa idrica riveste in tutte le attività umane, dalla produzione di beni alla fornitura di servizi. Gli impatti della siccità sulla società possono essere riassunti in:  Impatti economici, riscontrabili nelle ripercussioni su attività primarie, come pesca ed agricoltura, a causa della diretta dipendenza di tali attività dalle riserve idriche superficiali e sotterranee. Oltre alle ovvie perdite relative all'entità dei raccolti inficiati, alla moria di bestiame per insufficienza di approvvigionamento, si annovera anche il notevole dispendio temporale ed economico necessario per il rimboschimento di aree devastate da incendi o per il risanamento delle specie boschive e vegetali infestate da nascenti popolazioni di insetti.  Impatti ambientali, quantificati in base al danno arrecato alle specie vegetali, animali ed alla qualità dell'aria e dell'acqua, alla perdita di suolo causata dai processi erosivi, facilitati dagli incendi, alla naturale degradazione del terreno a seguito della riduzione del contenuto idrico, alla perdita di biodiversità.  Impatti sociali, riguardanti la ridotta qualità della vita, i conflitti tra i gestori della risorsa. In questi casi si rende necessaria l'assunzione di misure di sicurezza riguardo la salute pubblica e più in generale la disponibilità di riserve idriche di emergenza. Ai fini del Piano Operativo di Emergenza il perdurare di temperature elevate, al di sopra dei valori usuali, per almeno 3 giorni consecutivi, in alcuni casi associate a tassi elevati di umidità, comportano un rischio per la salute. Tale rischio non colpiscono la popolazione in maniera omogenea ma alcuni sottogruppi risultano essere maggiormente vulnerabili a causa delle condizioni personali, sociali e di salute. I gruppi particolarmente vulnerabili sono: - Le persone anziane hanno condizioni fisiche generalmente più compromesse e l’organismo può essere meno efficiente nel compensare lo stress da caldo e rispondere adeguatamente ai cambiamenti di temperatura; tra questi chi soffre di malattie cardiovascolari, di ipertensione, di patologie respiratorie croniche, di insufficienza renale cronica, di malattie neurologiche è a maggior rischio. - i soggetti affetti da patologie croniche e invalidanti che possono favorire gli effetti negativi del calore - le persone non autosufficienti poiché dipendono dagli altri per regolare l’ambiente in cui si trovano e per l’assunzione di liquidi - le persone che assumono regolarmente farmaci che possono compromettere la termoregolazione fisiologica o aumentare la produzione di calore. - i neonati e i bambini piccoli per la ridotta superficie corporea e la mancanza di una completa autosufficienza, possono essere esposti al rischio di un aumento eccessivo della temperatura corporea e ad una disidratazione, con possibili conseguenze dannose sul sistema cardiocircolatorio, respiratorio e neurologico. - chi fa esercizio fisico o svolge un lavoro intenso all’aria aperta può disidratarsi più facilmente degli altri.

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Per le prime due categorie attraverso l’anagrafe della fragilità, elenco predisposto dai servizi locali sia sanitari (ASL) che socio-assistenziali (Comune), si identifica la popolazione a maggior rischio per le ondate di calore. Tale sistema informativo locale in rete ha accesso agli archivi nominativi degli assistiti, dei ricoveri, delle prestazioni ambulatoriali, delle prescrizioni farmaceutiche, delle esenzioni dal contributo sanitario per patologia, dell’invalidità civile, dell’assistenza domiciliare. Il rischio di colpo di calore diventa emergenza da tenere in forte considerazione durante gli esodi automobilistici per le ferie estive, tale fattore degenera: - per paralisi temporanea dovuto all’intasamento del casello autostradale - per paralisi temporanea dovuto ad incidenti In caso di emergenza il Comune, di intesa con le competenti Autorità sanitarie, predisporrà adeguate procedure operative ed informative per far fronte ad eventi di questo tipo. Anche se le modalità operative si baseranno sul sistema di prevenzione nazionale che prevede l’emanazione di un Bollettino di Pre-Allertamento / Allertamento, si rende nota la tabella indicativa della percezione degli effetti climatici sulla popolazione. Per stabilire empiricamente la sensazione di disagio e pericolo per la popolazione, in funzione della temperatura e dell’umidità relativa, e poter attivare il piano di assistenza alla popolazione, si può fare riferimento all’indice di disagio di Thom. Questo indice è adatto per descrivere le condizioni di disagio fisiologico dovute al caldo-umido ed è sensibile in un intervallo termico compreso tra 21°C e 47°C; al di fuori di tale intervallo, anche al variare dell’umidità relativa, l’indice attribuisce sempre la condizione fisiologica alle classi estreme, cioè “benessere” per temperature inferiori a 21°C e “stato di emergenza medica” per temperature superiori a 47°C.

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Tabella n. 9 Indice di THOM del grado di disagio

Indice DI Stato di Disagio fino a 21° Nessun disagio o benessere generalizzato da 21° a 24° Meno della metà della popolazione prova disagio da 25° a 27° Più della metà della popolazione prova disagio

La maggioranza della popolazione prova disagio e un deterioramento da 28° a 29° dello stato psico-fisico da 30° a 32° Tutta la popolazione prova un forte disagio

Stato di emergenza sanitaria per il disagio molto forte con elevato rischio oltre 32° di colpo di calore

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4.11 Modello di Intervento per il Rischio Trombe d’Aria

Nell’area geografica di Trani, un fenomeno analogo, sono le trombe d’acqua. Meno violenti delle trombe d’aria e difficilmente arrivano sulla terraferma, poiché si sfaldano all’incontro con la stessa o con un rovescio d’acqua; costituiscono altresì un pericolo per le imbarcazioni che incontrano nel loro tragitto. Anche le dimensioni di tali fenomeni sono decisamente minori, avendo un diametro dell’ordine di qualche metro. Alle prime manifestazioni della formazione di una tromba d'aria, si deve cercare di evitare di restare in zone aperte. Se le persone sorprese dalla tromba d'aria dovessero trovarsi nelle vicinanze di piante di alto fusto, allontanarsi da queste. Qualora nella zona aperta interessata dalla tromba d'aria dovessero essere presenti dei fossati o buche, è opportuno ripararsi in questi. Se nelle vicinanze dovessero essere presenti fabbricati di solida costruzione, ricoverarsi negli stessi e restarvi in attesa che l'evento sia terminato. Trovandosi all'interno di un ambiente chiuso, porsi lontano da finestre, porte o da qualunque altra area dove sono possibili cadute di vetri, arredi, ecc. Prima di uscire da uno stabile interessato dall'evento, accertarsi che l'ambiente esterno e le vie di esodo siano prive di elementi sospesi o in procinto di caduta.

La scala Fujita (Tabella n.8) classifica le trombe d’aria in base agli effetti che produce all'ambiente, agli edifici e ad altre infrastrutture o manufatti costruiti dall'uomo.

GRADO TIPO VENTO(kmh) EFFETTI

Rami degli alberi spezzati, danneggiati i cartelloni e i segnali F0 Debole 65 - 120 stradali.

Asportazione della superficie dei tetti; auto spinte fuori strada; F1 Moderato 120 - 180 piccoli stabili distrutti (garage, box).

Alberi sradicati, oggetti scagliati lontano a forte velocità, interi F2 Intenso 180 - 250 tetti sollevati dalle case, case senza fondamenta devastate.

Boschi rasi al suolo, auto trascinate o sollevate da terra, F3 Forte 250 - 330 possibilità di crollo di pareti di case.

Oggetti scagliati a notevole distanza, automobili sollevate da F4 Devastante 330 - 420 terra e spostate per decine di metri, gravi danni alle case con deboli fondamenta. Auto spostate anche per centinaia di metri, sollevamento di autotreni, case con buone fondamenta distrutte, alberi distrutti e F5 Catastrofico 420 - 520 scortecciati, danni seri anche ad edifici in cemento armato, Chiamato in gergo "Il dito di Dio"

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4.12 Modello di Intervento per il Rischio di Inquinamento

La prima emergenza è fronteggiata dalla ASL BAT, dai VV.F. e dal Comune, ciascuno per le proprie competenze.

I tecnici di tali enti cureranno:

- l’identificazione della sostanza dispersa sull’ambiente, anche con il ricorso ad analisi di laboratorio;

- il contenimento, l’assorbimento, il recupero e lo smaltimento, per quanto possibile, della sostanza dispersa e/o la sua neutralizzazione chimica;

- la bonifica del territorio interessato;

- se l’inquinamento interessa corsi d’acqua, l’intercettazione della sostanza con eventuali forme di sbarramento e al successivo impiego di sistemi di pompaggio, se trattasi di sostanze non mescolabili in acqua e più leggere;

- gli interventi igienico - sanitari a salvaguardia della salute pubblica;

Oltre a ciò, il C.O.C, nelle modalità meglio descritte al punto successivo, si occuperà dell’informazione della popolazione e degli eventuali strumenti di tutela della pubblica incolumità (es. intimazione a non uscire di casa, a non usare acqua corrente, etc. , evacuazione di alcune zone).

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4.13 Modello di Intervento per il Rischio di Fughe di sostanze, incendi, esplosioni

PROCEDURA D'INTERVENTO IN CASO DI INCIDENTE RILEVANTE

La ditta ESMAC s.r.l. è dotata delle seguenti misure di prevenzione e di sicurezza: depositi di contenimento, isolamento (distanze di sicurezza tra i singoli depositi sulla base dei criteri T.U.L.P.S., dotazione di recinzioni idonee, terrapieni di contenimento), sorveglianza garantita 24 h al giorno, attrezzature ed impianti antincendio, impianto di protezione contro le scariche atmosferiche (gabbie di Faraday – messa a terra masse metalliche), sistema di allarme segnalabile con avvisatore acustico e sirene aventi raggio di udibilità di circa mt. 500; sistema di allarme collegato direttamente con il Comando di Polizia Municipale del Comune di Trani. Lo scenario di rischio, in caso di incidente, è costituito da incendio jet fire, rilascio in aria, esplosione non confinata ed esplosione fisica; pertanto i rischi possibili per la popolazione e per l’ambiente sono rappresentati dalle onde d’urto che si svilupperebbero a seguito di esplosione. Il responsabile del deposito, dopo aver attivato il Piano di Emergenza Interno, resosi conto che l’incidente è di tale gravità da non poter essere fronteggiato con i propri mezzi, provvede ad informare immediatamente i Vigili del Fuoco, il 118, il Prefetto, il Sindaco, la Polizia Municipale e le altre Forze dell’Ordine. Il Sindaco assume il coordinamento delle azioni di soccorso e di assistenza alla popolazione adottando tutti i provvedimenti necessari ad assicurare la pubblica incolumità, attiva l’Ufficio Comunale di Protezione Civile, convoca il Comitato Comunale di Protezione Civile, il Centro Operativo Comunale con le seguenti Funzioni di Supporto: F2 -Sanità, F3 -Volontariato, F5 -Servizi Essenziali, F7 -Viabilità, F8 -Telecomunicazioni; inoltre il Sindaco cura la diramazione dell’allarme e provvede affinché vengano impartite alla popolazione coinvolta le necessarie istruzioni di comportamento. In caso di incidente rilevante l’area adiacente il deposito viene suddivisa in una prima zona “di sicuro impatto” (area circolare compresa entro mt.68,6 circa dall’epicentro) definita zona ad elevata letalità, una seconda zona “di danno” (area circolare compresa tra mt.68,6 e mt.410,8 circa) definita zona con lesioni irreversibili ed una terza zona “di attenzione” (area circolare compresa tra mt.410,8 e mt.832,1 circa) definita zona con lesioni reversibili. Il territorio circostante il deposito, ricadente entro il raggio di quattro chilometri, è caratterizzato prevalentemente da aree ad uso agricolo, tuttavia sono stati censiti un villino occupato dal signor Lucci Gennaro ed un villino occupato dal signor Lenk Burkhard. La Polizia Municipale chiede l’intervento delle altre Forze dell’Ordine presenti sul territorio e provvede a diffondere l’allarme nella zona a mezzo altoparlante con l’indicazione dei comportamenti che la popolazione deve mettere in atto: - chiudersi in casa o raggiungere il più vicino rifugio al chiuso - evitare l’uso di ascensori - chiudere tutte le porte e le finestre esterne - tenersi a distanza dalle porte e dai vetri delle finestre - spegnere i sistemi di ventilazione e di condizionamento - sintonizzarsi sulle stazioni locali della radio e della TV per ascoltare i comunicati delle Autorità ed avere notizie certe sull’accaduto e sul comportamento da tenere - non usare il telefono e lasciare libere le linee per le comunicazioni di emergenza - evitare di uscire per prelevare i familiari presso gli istituti scolastici o i luoghi di lavoro fino alla cessazione dell’allarme, poiché presso ciascuna struttura il personale addetto provvederà alla tutela degli occupanti.

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Adeguata informazione deve essere fornita anche alla popolazione del centro abitato, anche se questo si trova ad una distanza tale da non correre pericolo immediato e diretto a causa dell’evento. Infatti i cittadini devono essere informati sui rischi derivanti da eventuali comportamenti irrazionali e devono essere invitati a restare al sicuro nelle proprie abitazioni o luoghi di lavoro per non intralciare le attività di soccorso. La Polizia Municipale blocca il traffico nella zona del deposito, a cui è possibile accedere tramite la strada vicinale Minsirro, solo ed esclusivamente dall’incrocio con la strada vicinale S. Angelo (in quanto la stessa strada vicinale Minsirro dal lato strada provinciale Barletta- Corato risulta bloccata da alcuni blocchi di marmo).

La Polizia Municipale in particolare blocca il traffico proveniente da Via Duchessa d’Andria, dalla S.P. n°188 Trani – Andria - Bisceglie e dalla strada vicinale Delle Tufare, in collaborazione con le altre Forze dell’Ordine presenti sul territorio. La Polizia Municipale provvede ad allertare l’ospedale civile di Trani ed anche gli ospedali Policlinico di Bari e l’ospedale di Terlizzi che sono attrezzati e specializzati per la cura dei grandi ustionati. I Vigili del Fuoco, giunti sul posto, assumono la direzione e la responsabilità delle operazioni coordinandosi con le Forze di Polizia; inoltre essi valutano la situazione, dispongono le misure di intervento e, in caso di necessità, chiedono alla Direzione Interregionale il supporto di squadre provenienti da altri comandi Provinciali. I Vigili del Fuoco, dopo un attento esame della situazione che escluda il persistere di effetti direttamente legati allo scenario incidentale, comunicano il cessato allarme alla Polizia Municipale che provvede alla diffusione del messaggio alla popolazione. Bisogna tener presente che la segnalazione di cessato allarme non significa il totale ritorno alla normalità, bensì la fine del rischio specifico connesso allo scenario incidentale, motivo per cui è necessario che la popolazione ponga in essere tutta una serie di precauzioni atte a proteggerla da eventuali pericoli conseguenti all’evento incidentale verificatosi. Tra gli allegati al presente p.c.p.c. si inserisce lo stralcio di mappa della planimetria del sito ove e’ ubicata la ditta ESMAC con evidenza delle tre aree potenzialmente interessate dagli effetti di un incidente rilevante:

I° ZONA “SICURO IMPATTO” (ELEVATA LETALITA’) mt. 68,6 II° ZONA “DANNO “ (LESIONI IRREVERSIBILI) mt. 410,8 III°ZONA “ATTENZIONE “ (LESIONI REVERSIBILI) mt. 832,1

ESMAC: Industria a rischio di incidente rilevante -Vs. rif. prot.n.07/208/A12/ Prot.Civ.- Piano di emergenza interno aziendale.

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PARTE GENERALE

AGGIORNAMENTI, ESERCITAZIONI E FORMAZIONE DEL PERSONALE La società Esmac Srl si prefigge l’obiettivo prioritario di assicurare la sicurezza dei propri dipendenti e delle popolazioni che vivono nei pressi dei propri depositi di esplosivi, prevenendo l’occorrenza di incidenti rilevanti e mitigandone gli eventuali effetti dannosi. La società Esmac Srl provvede pertanto a sviluppare, emettere, revisionare ed implementare piani per la sicurezza interna del personale e per la tutela dell’ambiente esterno, adottando a tal fine il proprio P.E.I. - Piano di Emergenza ed Evacuazione Interno, assicurando esercitazioni e formazione del personale preposto, con frequenza semestrale. Tutto il personale presente presso il sito dell’azienda è qualificato con attestato di idoneità tecnica per l’espletamento dell’incarico di “Addetto Antincendio”, rilasciato dal Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Bari.

DESCRIZIONE DEL SITO ED INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Il sito -deposito esplosivi di II°/III° Cat.- si trova in agro di Trani, alla strada vicinale Minzirro km. 1,4 (loc.Tufare De Cuneo) coordinate geografiche 41° 14' 47,80" N; 16° 22' 44,06"E (catasto Trani foglio 53 part.30). Le aree e terreni circostanti il deposito sono prevalentemente destinate ad attività di tipo agricolo. Nelle immediate vicinanze del sito non sono presenti insediamenti industriali, centri abitati, scuole, o in generale obiettivi sensibili. L’area interessata nel raggio di 5 km dall’ubicazione del deposito comprende gli abitati di: Trani. Le distanze di sicurezza applicate sono quelle delle vigenti leggi di Pubblica Sicurezza (T.U.L.P.S).

INFORMAZIONI SULLO STABILIMENTO

Nome azienda : ESMAC Srl – sede Amministrativa in Trani al Supportico della Conca 1 tel. 0883.589787 Deposito Esplosivi II°/III° Cat. sito in : Trani str.vicinale Minzirro (loc.Tufare De Cuneo) tel. 0883.587926 Legale Rappresentante Ditta e Gestore Responsabile Stabilimento : ALESSANDRO PALMIERI La Società ha presentato la notifica prescritta dall’art.6 del D.L. 334/99 e s.m.i.+ l’alleg.V. Presso il deposito non è svolta alcuna operazione produttiva e quindi non sono presenti impianti e/o aree produttive, amministrative e logistiche. In condizioni normali d’esercizio l’attività condotta consiste nel ricevimento e stoccaggio materiali per la successiva distribuzione agli utilizzatori finali e/o ad altri depositi esplosivi.

INFORMAZIONI SULLE SOSTANZE PERICOLOSE UTILIZZATE E STOCCATE

La quantità massima detenibile (sulla base della configurazione autorizzativa del deposito) di sostanze e preparati pericolosi delle varie categorie è globalmente pari a 20,2 T. Il deposito nel suo complesso prevede la presenza di n° 2 locali deposito le cui capienze sono :

 Esplosivi di categoria IIa = kg. 20.000 (detenibili in n° 1 locale distinto e dedicato avente pari capienza)  Esplosivi di categoria IIIa = nr. 200.000 detonatori (detenibili in n° 1 locale distinto e dedicato) pari a 200 kg di esplosivo

ELEMENTI TERRITORIALI E AMBIENTALI VULNERABILI Le distanze rilevate intercorrenti tra il deposito e gli eventuali obiettivi sensibili presenti sono le seguenti: - Comune di TRANI – abitanti nr. 50.000 c.a - prime abitazioni lato nord-est piantina km. 4,0 c.a. - centro città km. 4,6 - principali ricettori sensibili: Istituto Tecnico Commerciale e Liceo Scientifico km. 4,0 c.a. ; Ospedale Civile S.Nicola P. km. 4,8 c.a - Nelle 3 aree potenzialmente a rischio adiacenti il sito, non vi sono elementi territoriali rilevanti.

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SCENARI INCIDENTALI

EVENTO

TIPOLOGIA DEGLI EVENTI INCIDENTALI Tipo di effetto per la popolazione e per l’ambiente : onde d’urto con possibili proiezioni di gravi

MISURE DI PREVENZIONE E SICUREZZA : . depositi di contenimento; . isolamento: distanze di sicurezza tra i singoli depositi sulla base dei criteri T.U.L.P.S. (dotazione di recinzioni idonee, terrapieni di contenimento, ecc); . sorveglianza garantita 24 h al giorno; . attrezzature ed impianti antincendio; . impianto di protezione contro le scariche atmosferiche (gabbie di faraday – messa a terra masse metalliche); sistema d’allarme segnalabile con avvisatore acustico e sirene, raggio di udibilità c.a mt.500. Si provvede regolarmente alla relativa manutenzione per il corretto funzionamento.

DELIMITAZIONE DELLE ZONE A RISCHIO; LIVELLI DI PROTEZIONE-VALORI DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ; DESCRIZIONE DELLO SCENARIO INCIDENTALE CON RIFERIMENTO AGLI

ELEMENTI SENSIBILI ALL’INTERNO DI CIASCUNA ZONA ;

I° ZONA DI “SICURO IMPATTO” (ELEVATA LETALITA’) m. 68,6

II° ZONA DI “DANNO“ (LESIONI IRREVERSIBILI) m. 410,8

III° ZONA DI “ATTENZIONE “ (LESIONI REVERSIBILI) m. 832,1

ESMAC SRL / DEPOSITO DI TRANI LOC. TUFARE DE CUNEO Locale contenente kg. 20.000 (attualmente 2043 Kg) Esplosivi II° Cat. T.UL.P.S. Coordinate del baricentro dello stabilimento in formato UTM

X = 637738 Y =4983095 Fuso 32t – Emisfero Nord

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I° Zona di II° Zona III° Zona Evento Modello “Sicuro di Condizioni di“Attenzione” iniziale sorgente Impatto” “Danno” [m] [m] [m]

Incendio da recipiente (Tank fire) in fase liquida Incendio da pozza

(Pool fire) Incendio localizzato SI Getto di fuoco (Jet in aria NO in fase fire) gas/vapore ad alta Incendio di nube velocità (Flash fire)

in fase Sfera di fuoco

gas/vapore (Fireball)

Reazione sfuggente (run-a-away reaction)

confinata Miscela gas/vapori infiammabil 68,6 410,8 832,1

Esplosione Polveri infiammabili SI NO Miscela gas/vapori non confinata infiammabili 68,6 410,8 832,1 (UVCE)

transizione rapida di fase Esplosione fisica

Rilascio SI Dispersione NO liquido/liquido (fluidi solubili)

Emulsioni liquido/liquido (fluidi insolubili) in acqua in fase liquida Evaporazione da liquido (fluidi insolubili)

Dispersione da liquido (fluidi insolubili)

sul suolo Dispersione

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Evaporazione da pozza

Dispersione per turbolenza

(densità della nube inferiore a quella ad alta o dell’aria) In fase bassa gas/vapore velocità di rilascio Dispersione per gravità (densità della nube superiore a quella dell’aria)

(*) Distanza massima con concentrazione > LEL. ESMAC s.r.l. - TRANI

RISCHIO INDUSTRIALE

ATTIVAZIONI IMMEDIATE DOPO UN INCIDENTE RILEVANTE

IL RESPONSABILE DEL DEPOSITO

Attiva il Piano di Emergenza Interno ed informa immediatamente: VIGILI DEL FUOCO 118 PREFETTO SINDACO POLIZIA MUNICIPALE FORZE DELL’ORDINE

IL SINDACO

Assume il coordinamento delle azioni di soccorso e di assistenza alla popolazione adottando tutti i provvedimenti necessari ad assicurare la pubblica incolumità, attiva l’Ufficio Comunale di Protezione Civile, convoca il Comitato Comunale di P.C., il C.O.C. con le Funzioni di Supporto:

F2 - Sanità, F3 - Volontariato, F5 - Servizi essenziali, F7 - Viabilità, F8 - Telecomunicazioni, cura la diramazione dell’allarme e provvede affinché vengano impartite alla popolazione coinvolta le necessarie istruzioni di comportamento.

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LA POLIZIA MUNICIPALE

Chiede l’intervento delle altre Forze dell’Ordine presenti sul territorio, provvede a diffondere l’allarme nella zona a mezzo altoparlante indicando i comportamenti da adottare, blocca il traffico nella zona del deposito, ed in particolare quello proveniente da via Duchessa d’Andria, dalla S.P. n°188 Trani-Andria-Bisceglie e dalla str. Vic.le Delle Tufare; istituisce un cancellamento all’incrocio della str. Vic.le Delle Tufare con la str. Vic.le Minsirro, provvede ad allertare l’Ospedale Civile di Trani, il Policlinico di Bari e l’Ospedale di Terlizzi che sono attrezzati per la cura degli ustionati, diffonde il messaggio di cessato allarme alla popolazione.

I VIGILI DEL FUOCO

Assumono la direzione delle operazioni coordinandosi con le Forze di Polizia e dopo aver valutato la situazione, dispongono le misure di intervento. Chiedono in caso di necessità il supporto di squadre provenienti da altri Comandi Provinciali. Dopo un attento esame della situazione, comunicano il cessato allarme alla Polizia Municipale

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4.14 Modello di Intervento per il Rischio Incidenti Radioattivi

Ai fini di una corretta gestione della emergenza radiologica assume rilevante importanza l’informazione al pubblico che si esplica attraverso due fasi fondamentali: preventiva che persegue lo scopo di sensibilizzare la popolazione che rischia di essere interessata da una emergenza radiologica sulle misure di protezione sanitaria, sugli aspetti essenziali e importanti della pianificazione, sulle azioni protettive necessarie e sui comportamenti da adottare; Tali emergenza nascono con lo scopo di informare tempestivamente e correttamente la popolazione effettivamente interessata da una emergenza radiologica sui fatti relativi all’emergenza, sul comportamento da adottare e sui provvedimenti di protezione sanitaria decisi dall’autorità competente. Contenuto dell’informazione La popolazione effettivamente interessata dall’emergenza radioattiva riceverà in modo rapido e ripetuto informazioni riguardanti: Le informazioni precedenti saranno integrate, in funzione del tempo disponibile, con richiami riguardanti la radioattività e i suoi effetti. Se l’emergenza è preceduta da una fase di preallarme, alla popolazione vengono fornite informazioni riguardanti i tempi ed i modi con cui vengono diffusi gli aggiornamenti sull’evoluzione della situazione. Inoltre informazioni specifiche sono rivolte a particolari gruppi di popolazione, in relazione alla loro attività, funzione ed eventuale responsabilità nei riguardi della collettività nonché al ruolo che effettivamente debbono assumere nella situazione di emergenza in atto. In particolare, l’informazione dovrebbe vertere sui seguenti elementi: a) informazioni sulla situazione di emergenza radiologica · il luogo, la data e l’ora dell’incidente, · il tipo di situazione di emergenza radiologica, · le principali caratteristiche delle sostanze radioattive emesse, · la zona geografica potenzialmente interessata, · l’evoluzione prevedibile della situazione e l’influenza dei fattori climatici e meteorologici; b) disposizioni di protezione · circolazione delle persone all’aria aperta ed occupazione delle abitazioni; · condizioni di consumo degli alimenti e dell’acqua atta al consumo (diluizione, pulitura), · restrizioni e avvertimenti relativi al consumo, · luoghi di approvvigionamento dell’acqua e degli alimenti non contaminati, · utilizzazione di indumenti e scarpe, · igiene corporale, · distribuzione di pastiglie di iodio, · disposizioni da attuare in caso di evacuazione, · mezzi di trasporto pubblico (luoghi di fermata e ore di passaggio), · itinerari previsti per i veicoli privati e limiti alla circolazione stradale, · ricoveri e alloggi con le corrispondenti capacità, · centri di cure mediche e disposizioni relative.

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Le principali azioni protettive atte a limitare gli effetti nocivi delle esposizioni a radiazioni ionizzanti sono:

· controllo degli accessi alle zone interessate al fine di limitare all’essenziale l’afflusso di persone nelle zone dell’incidente · riparo al chiuso rimanere all’interno di edifici con porte e finestre chiuse e impianti di ventilazione con aspirazione dall’esterno spenti · evacuazione lasciare un’area che presenti rischi di esposizione a dosi superiori a predeterminati livelli · iodioprofilassi uso di composti di iodio stabile ai fini di evitare o limitare la captazione di iodio radioattivo da parte della tiroide · protezione della catena alimentare impedire che sostanze radioattive contaminino determinati elementi della catena alimentare (ad es. protezione al coperto di foraggio per animali) · controllo della catena alimentare sottrarre al consumo alimenti o bevande contaminate · decontaminazione rimozione di sostanze radioattive depositate su superfici esposte.

In relazione alla adozione delle misure protettive sopra elencate ha un’importanza primaria l’attuazione tempestiva del monitoraggio ambientale, mirato a rilevare l’andamento della radioattività dell’ambiente nelle effettive condizioni di diffusione esistenti durante l’emergenza.

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4.15 Modello di Intervento per la Difesa da Inquinamenti causati da Incidenti Marittimi

DESCRIZIONE DELLA COSTA

La linea di costa del Comune di Trani si sviluppa in direzione NW-SE dai confini del Comune di Bisceglie e quello a Nord Ovest di Barletta. Morfologicamente la costa si può suddividere per tratti nelle seguenti tipologie:

a. spiagge sabbiose: dai confini foggiani, sino a Trani; b. spiagge ghiaiose o ciottolose: da Trani a Bisceglie;

Quasi tutto il tratto di costa compreso all’interno delle tipologie a. e b. è caratterizzato da spiagge balneari con installazioni turistiche, diversi sono i tratti protetto da scogliere frangiflutto longitudinali o opere di difesa trasversali. Diverse sono le istallazioni balneari, nel tratto costiero vi sono impianti di stabulazione mitili ed acquacoltura.

SCENARI DI RISCHIO

L’evento ipotizzato nel presente piano è quello di una sostanza inquinante o comunque dannosa per la salute umana o gli ecosistemi che, dispersa accidentalmente in mare, riesca a raggiungere la costa sino a spiaggiare. Anche se esistono aree ove maggiore è la probabilità che si verifichi una dispersione di sostanze inquinanti sia in terra che in mare, poiché a causa delle correnti marine il punto di recapito a terra può essere molto distante da quello in cui è avvenuto l’incidente, nel piano si considera identica per tutta la costa la probabilità di essere interessata dall’inquinamento in questione. Viceversa, la vulnerabilità, il danno economico ed ambientale e quindi lo scenario di rischio sarà differente a seconda della tipologia e dell’uso del tratto di costa nel quale avviene lo spiaggiamento. In particolare, mentre nelle spiagge sabbiose e ciottolo-ghiaiose si potranno anche utilizzare trattamenti di rimozione del materiale contaminato e trattamento “off site” (in apposite aree predisposte), in quelle caratterizzate da scogliera naturale si potranno solo porre in essere interventi di pulizia e trattamento dell’inquinante sul posto.

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C OBIETTIVI DELLA PIANIFICAZIONE

Le azioni da svolgere durante l'emergenza saranno finalizzate al conseguimento dei seguenti obiettivi:

C.1. Coordinamento operativo Viene assunta dall'Autorità provinciale la direzione unitaria ed il coordinamento dei servizi di emergenza da attivare, per meglio supportare gli interventi dei Sindaci dei comuni interessati, dandone comunicazione al Presidente della Giunta Regionale ed avvalendosi per l'espletamento delle proprie funzioni del CCS, della Sala Operativa Integrata Provinciale (SOIP) ed eventualmente dei COC e/o di Punti di Coordinamento Avanzato.

C.2. Salvaguardia della popolazione Le misure di salvaguardia alla popolazione consistono principalmente nell’allontanamento della popolazione dalla zona di pericolo; particolare riguardo deve essere dato alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili, bambini). Tali zone andranno delimitate ed interdette.

C.3. Informazione alla popolazione E’ fondamentale che, a cura del Sindaco, il cittadino residente, gli operatori economici direttamente o potenzialmente interessati dall’evento, nonché eventuali bagnanti e frequentatori della costa vengano tempestivamente informati sulle: • le caratteristiche essenziali del rischio causato dall’evento; • le procedure previste; • come comportarsi, prima, durante e dopo l’evento; • con quale mezzo ed in quale modo verranno diffuse informazioni ed allarmi.

C.4 Salvaguardia dell’ecosistema costiero E’ fondamentale che le attività da predisporre siano finalizzate a minimizzare l’impatto dell’inquinamento sugli ecosistemi costieri, evitando se possibile lo spiaggiamento del materiale e nel caso ciò non fosse possibile provvedendo alla rapida rimozione dello stesso

C.5. Salvaguardia del sistema produttivo Qualora l’evento abbia provocato danni alle cose, si dovrà prevedere il ripristino dell’attività produttiva e commerciale nell’area colpita attuando interventi mirati per raggiungere tale obiettivo nel più breve tempo possibile.

C.6. Ripristino della viabilità e dei trasporti Durante il periodo della prima emergenza si dovranno prevedere interventi per l’ottimizzazione dei flussi di traffico lungo le vie di fuga e l’accesso dei mezzi di soccorso nell’area colpita. Al raggiungimento di tale obiettivo provvederà la specifica funzione di supporto che redigerà un piano di viabilità alternativa per l'emergenza.

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C.7. Rapporti tra le istituzioni locali e nazionali per la continuità amministrativa e il supporto all’attività di emergenza

Si tratta di mantenere la continuità di governo assicurando il collegamento tra le attività comunali e periferiche dello stato. Ogni Amministrazione, nell'ambito delle rispettive competenze, dovrà supportare i Sindaci nelle attività d'emergenza:

D PERIODO DI EMERGENZA Viene attivato quando la Capitaneria di Porto segnala una fase di pericolo come definita dal proprio “Piano Operativo di pronto intervento locale contro gli inquinamenti marini da idrocarburi e altre sostanze nocive” e suddiviso in tre livelli:

ATTENZIONE Segnalazione di sversamento o presenza in mare di idrocarburi o altre sostanze inquinanti o comunque dannose per la salute umana o gli ecosistemi, che per tipologia e quantità non possono provocare danni apprezzabili: situazione che merita di essere tenuta sotto osservazione ma per la quale non è necessario prendere al momento ulteriori misure.

PREALLARME Segnalazione di un imminente pericolo di inquinamento della costa da parte di idrocarburi o altre sostanze inquinanti o comunque dannose per la salute umana o gli ecosistemi disperse in mare, che, qualora raggiunta la riva, per la loro quantità o grado di pericolosità, possono provocare danni agli ecosistemi ed alle attività umane sulla costa.

ALLARME Evento calamitoso in atto con inquinamento di aree costiere da parte di idrocarburi o altre sostanze inquinanti o comunque dannose per la salute umana o gli ecosistemi. A ciascuno di questi livelli corrisponde una specifica fase operativa che rappresenta la risposta graduale del sistema di protezione civile coordinato.

D.1. Aree di Emergenza In base alle segnalazioni dei Comuni si elencano e si individuano negli allegati le aree ove concentrare materiali mezzi e soccorritori da impiegare per trattare e rimuovere dalla costa le sostanze inquinanti.

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E. PROCEDURE D'INTERVENTO

E.1. ATTIVAZIONI IN EMERGENZA La risposta del sistema di protezione civile è articolata in tre fasi operative successive (attenzione - preallarme - allarme), corrispondenti al raggiungimento dei tre livelli di allerta individuati e prevede, inoltre, distinte e progressive attivazioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi descritti alla sezione B.

E.1.1. FASI EMERGENZIALI

Fase di ATTENZIONE

La CAPITANERIA di Porto informa a mezzo fax e telefonicamente : - Provincia - Prefettura - SOUP - Sindaco/i - ARPA PUGLIA - Ministero dell’Ambiente Al ricevimento dell’avviso dello sversamento in mare di idrocarburi o altre sostanze inquinanti o comunque dannose per la salute umana o gli ecosistemi, l'Autorità Provinciale di Protezione Civile o suo delegato, previa verifica e valutazione, attiva la fase di attenzione e: - informa la funzione di supporto Tecnica e di Pianificazione; - informa i responsabili delle funzioni di supporto ritenute necessarie ed il Comitato Provinciale di Protezione Civile verificandone la reperibilità e li aggiorna sull’evolversi della situazione; - informa i VV. FF; - tiene i contatti con la SOIP.

La Funzione di supporto Tecnica e di Pianificazione: - analizza e verifica i dati e le segnalazioni, esistenti, relativi all’evento previsto; - verifica la reperibilità delle squadre di tecnici e valuta la possibilità del loro impiego per il monitoraggio a vista nei punti critici. Tutti i soggetti e gli enti coinvolti seguiranno le proprie procedure interne e porranno in essere le attività di rispettiva competenza. A ragion veduta, l'Autorità Provinciale di Protezione Civile, sentito il Responsabile della Funzione Tecnica e di Pianificazione, può procedere alla attivazione della SOUP, del Comitato Provinciale di Protezione Civile limitatamente ai rappresentanti degli enti e strutture coinvolte dal tipo di evento atteso ed alla convocazione di altre funzioni di supporto ritenute necessarie.

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Fase di PREALLARME

La CAPITANERIA di Porto informa a mezzo fax e telefonicamente : - Provincia - Prefettura - la quale informa le Forze dell’Ordine - SOUP - Sindaco/i - ARPA PUGLIA - Ministero dell’Ambiente Ogni qual volta pervenga notizia, di un imminente pericolo di inquinamento della costa da parte di idrocarburi o altre sostanze inquinanti o comunque dannose per la salute umana o gli ecosistemi, l'Autorità Provinciale di Protezione Civile o suo delegato, previa verifica e valutazione, attiva la fase di preallarme e: - attiva la SOUP; - convoca il Comitato Provinciale di Protezione Civile limitatamente ai rappresentanti degli enti e strutture coinvolte dal tipo di evento atteso ed alla convocazione di altre funzioni di supporto ritenute necessarie; - Avvisa VV. FF. C.O.118 e A.S.U.R. territorialmente competente; - allerta gli Uffici, i Comandi ed Enti e soggetti interessati alle possibili operazioni di soccorso, perché vengano verificati ed approntati i dispositivi, i mezzi ed il personale idonei a fronteggiare la minaccia che si va delineando; - allerta i sindaci dei Comuni minacciati perché attuino con immediatezza tutti quegli accorgimenti atti a circoscrivere o a limitare l’evento calamitoso atteso informando i cittadini eventualmente coinvolti dalla situazione d'emergenza ed attivino se necessario il COC. Tutti i soggetti e gli enti coinvolti seguiranno le proprie procedure interne e porranno in essere le ttività di rispettiva competenza.

La fase di preallarme può evolversi in:

Fase di ALLARME

La Capitaneria di Porto o altri Enti legittimati informano a mezzo fax e telefonicamente : - Provincia - Prefettura la quale avvisa le Forze dell’Ordine - SOIP - Sindaco/i - ARPA PUGLIA - Ministero dell’Ambiente quando è già in atto l’inquinamento della costa da parte di idrocarburi o altre sostanze inquinanti o comunque dannose per la salute umana o gli ecosistemi. In questo caso, si attua la procedura prevista per il “pre-allarme” attivando tutti i soggetti precedentemente indicati. Tutti i soggetti e gli enti coinvolti seguiranno le proprie procedure interne e porranno in essere le attività di rispettiva competenza. Il Prefetto ed il Presidente della Provincia fin dall’inizio della fase di attenzione si tengono in stretto contatto per valutare d’intesa, in relazione agli sviluppi della situazione, la necessità di procedere alla attivazione delle successive fasi dell’emergenza ovvero alla loro cessazione.

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Accessi alle Aree

FOGGIA

BARI

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Area di Stoccaggio Provvisorio (Parcheggio antistante Cantiere Navale – Via FINANZIERI)

GPS 41° 16' 56.71" N 16° 24' 39.19" E

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Area di Ammassamento Soccorritori e Risorse (Parcheggio - Piazza MARINAI d’ITALIA)

GPS 41° 16' 5.32" N 16° 26' 25.90" E

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4.16 Modello di Intervento per Supporto Sanitario

Durante tutte le manifestazioni autorizzate, in ogni settore dell’impianto con presenza di pubblico, dovrà essere operativa una squadra sanitaria composta da un medico e da due infermieri, tenendo conto del rapporto seguente:

- fino a 5.000 spettatori - 1 squadra sanitaria; - da 5.000 a 10.000 - 2 squadre sanitarie; - da 10.000 a 20.000 - 3 squadre sanitarie.

Le squadre devono essere composte da un medico esperto in emergenze e rianimazione cardio-polmonare e da due infermieri professionali o volontari del soccorso addestrati, con corsi annuali, alla rianimazione cardio-polmonare di base ed all’uso del defibrillatore. Al servizio di ogni squadra deve esserci un’ambulanza con autista e due soccorritori (Presidio sanitario mobile). Nel caso di 2 squadre sanitarie, uno dei 2 mezzi di soccorso sarà costituito da Centro mobile di rianimazione, dotato di monitor defribillatore e con medico rianimatore a bordo. Tutto il personale, salvo disposizioni diverse da parte delle Autorità di Prefettura locale, dovrà essere presente sul posto ed essere operativo dall’apertura dei cancelli fino al completo svuotamento dell’impianto da parte del pubblico. Dovrà, peraltro, essere immediatamente riconoscibile e, pertanto, indossare casacche o pettorali di colore 8 facilmente visibile da lontano (provviste di più tasche per consentire il trasporto di farmaci salvavita e di piccoli strumenti medici) e recanti anteriormente e posteriormente una scritta ben visibile riferita al servizio sanitario di soccorso. Ogni squadra sanitaria dovrà avere in dotazione un apparecchio radio ricetrasmittente con frequenza riservata o altro sistema portatile di comunicazione, possibilmente dotato di auricolare. I locali destinati ad ospitare dette squadre sanitarie dovranno essere dotati di un apparecchio telefonico con linea interna ed esterna, onde consentire i necessari contatti con la centrale operativa 118, ove esistente, o con altre centrali di soccorso sanitario che sostituiscano provvisoriamente il 118, ai fini di una ospedalizzazione mirata. Dovranno essere, altresì, dotati di servizi igienici, essere arredati e forniti di farmaci e di materiale di medicazione, nonchè di arredamento e di impiantistica conformi alla legge. La segnaletica relativa alla ubicazione delle sale di medicazione deve essere adeguata ed efficiente. Gli ospedali più vicini al luogo della Manifestazione devono essere allertati con almeno 5 giorni di anticipo, al fine di mettere a disposizione posti letto per l’immediata ospedalizzazione degli infortunati. Le ambulanze dovranno stazionare davanti alle infermerie, pronte ad un rapido impiego. Gli impianti devono avere dei percorsi interni ed esterni liberi, onde consentire una rapida movimentazione dei soccorritori e dei mezzi di soccorso. E’ necessario individuare, nella prossimità dell’impianto, un’area da transennare destinata all’atterraggio ed al decollo di un’eliambulanza. Ciò al fine di evitare, soprattutto verso la fine della manifestazione, quando il pubblico si accinge a lasciare l’impianto, che l’eventuale trasporto degli infortunati in ospedale venga intralciato dal blocco della circolazione stradale che sempre si crea in queste circostanze nelle immediate vicinanze dell’impianto.

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E’ necessario l’uso di un sistema di registrazione dei pazienti sia ai fini legali che per eventuali indagini epidemiologiche. Nel caso di referto, questo va compilato in triplice copia e deve recare: - il settore esatto dell’impianto dove è avvenuto l’infortunio; - la data e l’ora dell’intervento; - i dati anagrafici dell’infortunato; - la diagnosi, la terapia praticata, la prognosi e l’eventuale invio in ospedale; - la firma ed il timbro del medico visitatore. Durante i concerti, negli stadi nei quali è prevista la presenza di pubblico anche sul prato, devono essere creati dei corridoi nei quali non sia consentito lo stazionamento ed il transito del pubblico, e che siano al servizio esclusivo dei soccorritori. Tali corridoi devono essere delimitati con divisori e presidiati per tutta la loro estensione dal personale del Servizio d’ordine. Tale personale, che deve essere addestrato alle norme di Primo Soccorso ed al trasporto corretto degli infortunati, deve essere provvisto, nel caso di manifestazioni notturne, di torce elettriche allo scopo di individuare prontamente gli infortunati ed agevolare, nel contempo, l’opera dei soccorritori. E’ necessario, pertanto, che lungo tali corridoi vengano ricavate delle "anse" nelle quali attivare delle Squadre sanitarie, composte almeno da un paramedico e da un soccorritore, attrezzate con: - sistema di barellamento atraumatico; - pallone autoespansibile di rianimazione; - sistema di erogazione di O2; - aspiratore di mucosità; - farmaci e materiale di medicazione necessari. Altre 2 Squadre sanitarie devono essere create nelle immediate prossimità del palco che ospita gli artisti e dove più spesso si verificano gli infortuni, data la massa di pubblico che vi si concentra. Tali presidi devono essere composti da un medico e da due paramedici esperti in emergenza. Il pubblico, comunque, va tenuto, con appositi divisori, ad una distanza non inferiore a metri 6 dal palco.

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4.17 Modello di Intervento per Nevicate

Il servizio è articolato in tre fasi

PRIMA CHE NEVICHI E' la fase di monitoraggio delle condizioni atmosferiche. Si attiva ogni volta che le previsioni meteo, fornite da stazioni meteorologiche accreditate, annunciano possibili nevicate sul nostro territorio. Questa fase prevede che da quel momento in poi siano posti in stato di allerta gli uffici del servizio Protezione Civile, le Polizie Locali. Escono preventivamente i mezzi spargi-sale per la salatura delle strade principali, se è necessario.

QUANDO NEVICA Quando inizia a nevicare, una volta raggiunti i 5 cm di neve, intervengono mezzi spartineve e uomini.Lo scopo principale di questa fase è di rendere il più possibile percorribili le strade e i marciapiedi: - liberandoli dalla neve e dai rami degli alberi rotti per il peso della neve - spargendo il sale - pulendo le strade, i marciapiedi e le aree pubbliche

Altri interventi necessari in questa fase sono: - il controllo dei pericoli derivanti dai crolli per l'accumulo di neve sui tetti e sui rami o da alberi pericolanti - l'eventuale chiusura delle scuole - l'aiuto ai cittadini in difficoltà perché ammalati, anziani o disabili

Il risultato del servizio (degli interventi e delle operazioni di questa fase) dipende dall'intensità e durata della nevicata, pertanto per lo sgombero della neve delle strade principali, i tempi non possono essere previsti

DOPO LA NEVICATA Passata la nevicata, il pericolo è rappresentato dalla possibile formazione di ghiaccio: fin dalle prime ore del mattino entrano in funzione i mezzi spargi-sale sulle strade e si attivano gli interventi di pulizia su piazze e marciapiedi.

DOVE OPERANO I MEZZI PER LO SGOMBERO DELLA NEVE La provincia e la sua viabilità è stata analizzata, mappata e classificata, così da ottenere una "graduatoria di priorità" negli interventi di salatura (spargimento di sale) e pulizia delle strade.

Sono privilegiate le strade:  principali (grandi vie di comunicazione, principali direttrici e tangenziale) che sono interessate dal trasporto pubblico (autobus, taxi,) e di emergenza (118 e Vigili del Fuoco, ecc.)  quelle che permettono il raggiungimento dell'ospedale (autoambulanze, ecc.), l'uscita dei mezzi di soccorso e di pubblica sicurezza  raccordi e vie di accesso alla città

Particolare attenzione sarà data agli accessi in edifici pubblici, strutture sanitarie e scuole.

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COSA FA IL COMUNE

PER GLI ANZIANI, INVALIDI, PORTATORI DI HANDICAP, PERSONE DISAGIATE, etc.

I Settori attinenti alle attività Sociali, in collaborazione con le Associazioni di Volontariato, la Croce Rossa Italiana e la Caritas dovranno attuare un piano di emergenza a favore di anziani soli, persone in grave difficoltà, nei periodi di criticità determinata da fattori atmosferici.

Attivando un numero dedicato per la pronta emergenza (dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00; negli altri orari dovrà essere necessario chiamare la Centrale Operativa della Polizia Locale) al quale potranno rivolgersi le persone che ritengono di trovarsi in condizioni di disagio, isolamento, difficoltà determinate dalle condizioni climatiche e che non possono provvedere ai bisogni quotidiani, per avere i seguenti servizi:

- Reperibilità di un operatore comunale

Un operatore del Pronto Intervento Sociale è reperibile nelle fasce notturne e di chiusura dei Servizi comunali.

- Raccordo con il personale sanitario, Medici di Medicina Generale - Richiedere l'attivazione di queste prestazioni:  aiuti a domicilio  consegna della spesa  consegna dei farmaci  emergenze non sanitarie  consegna dei pasti a domicilio  assistenza domiciliare  ricovero presso Residenza sanitaria assistenziale o struttura socio-assistenziale  piccole manutenzioni (fabbro, falegname, idraulico, elettricista, riparazione elettrodomestici) compatibilmente con la disponibilità degli operatori in campo per l'emergenza  accompagnamento e invio ad altri servizi comunali, territoriali, anche di tipo sociosanitario e sanitario

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Nevica! ... “Cosa fare": cosa può fare il cittadino

Consigli Utili Nel Piano emergenza neve sono coinvolti diversi attori (Comune, Municipalizzate, etc); anche gli stessi cittadini sono chiamati a giocare un ruolo altrettanto importante, perché gli interventi saranno ancora più veloci ed efficaci con la collaborazione di tutti. In questa situazione di emergenza è necessario modificare le proprie abitudini e cercare di contribuire a normalizzare la situazione di disagio causata dall'evento.

Bastano poche regole Per quanto riguarda lo sgombero della neve I cittadini possono togliere la neve dal proprio passo carraio e/o dal proprio accesso privato. La neve spalata va accumulata ai lati del passo carraio e non buttata in mezzo alla strada per non rendere vano il lavoro di pulizia. E' bene acquistare sale nei supermercati o nei consorzi agrari e munirsi di pale per sgomberare le proprie aree private. E'inoltre possibile ritirare il sale gratuitamente nei centri di distribuzione del sale. (centri anziani e oratori). Gli operatori commerciali, del centro storico soprattutto, possono tenere percorribili i marciapiedi davanti alla propria attività commerciale. Può essere utile munirsi di pale e di scorte di sale da acquistare presso supermercati e consorzi agrari

Per quanto riguarda la circolazione stradale - mezzi di trasporto  utilizzare la propria automobile solo in caso di assoluta necessità, moderare la velocità e mantenere le distanze di sicurezza  non avventurarsi su percorsi innevati con pneumatici lisci o non adatti utilizzare le catene se è necessario  usare i mezzi pubblici perché così il traffico è più scorrevole a vantaggio dei lavori di sgombero della neve dalle strade  non parcheggiare la propria auto, se possibile, su strade e aree pubbliche; ricoverarla in aree private e garage per agevolare il lavoro di sgombero neve - parcheggiare in modo corretto l'auto dove è consentito

Per quanto riguarda le segnalazioni  segnalare eventuali situazioni di criticità della viabilità e pericolo imminente (alberi e pali pericolanti, crolli, ecc.) telefonando al numero che ogni Comune destinerà all’ emergenza neve, attivo 24 ore su 24 (durante la nevicata)

Consigli utili  mantenersi sempre aggiornati sulla situazione di emergenza  non camminare nelle vicinanze di alberi e prestare attenzione, soprattutto in fase di disgelo, ai blocchi di neve che si staccano dai tetti  non utilizzare mezzi di trasporto su due ruote  indossare scarpe adatte: quando nevica scarpe non adatte aumentano la possibilità di infortuni conseguenti a cadute e scivolamenti  fare scorte alimentari per le persone e familiari più anziani  fare scorta di sale presso i supermercati o i consorzi agrari  acquistare preventivamente pale o badili  parcheggiare l'auto in modo corretto o addirittura in aree private per non ostacolare i lavori di sgombero

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Fare attenzione alla formazione di ghiaccio

Inoltre e' utile sapere che:

 Il sale può essere usato per intervenire su formazioni di ghiaccio di limitato spessore. Quindi in caso di forti nevicate è necessario togliere la neve quasi completamente e spargere il sale sul ghiaccio rimasto.

 Il quantitativo di sale deve essere proporzionale allo spessore di ghiaccio o neve da scogliere: per esempio per sciogliere un centimetro di neve occorrono circa 50 gr. a metro quadro, quindi con un kg. di sale si può trattare 20 metri quadrati di superficie. Quantità superiori potrebbero danneggiare le pavimentazioni.

 Non usare acqua per eliminare cumuli di neve e ghiaccio soprattutto se su di essi è stato precedentemente sparso del sale.

PRIMA CHE NEVICHI Per essere sempre aggiornato durante la fase di allerta e prevenzione:

 leggi i giornali quotidiani  ascolta il telegiornale o il radio giornale locali  collegati al sito del Comune  consulta le previsioni metereologiche in internet

QUANDO NEVICA Nella fase dell'emergenza vera e propria, informati attraverso:

 le emittenti televisive locali e le pagine di televideo, collegata direttamente con la protezione civile 24 ore su 24 durante l'emergenza  le radio locali:  collegati al sito del Comune  telefona al numero dedicato alle attività di emergenza neve del Comune attivo 24 ore su 24. per avere tutte le informazioni utili, per essere informati costantemente su tutte le operazioni di sgombero della neve sulle strade e per segnalare situazioni di criticità

DOPO LA NEVICATA Per essere aggiornato sul ripristino della viabilità:

 leggi i giornali quotidiani  ascolta il telegiornale o il radio giornale locali  collegati al sito Internet del Comune

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RECAPITI DA USARE DURANTE L'EMERGENZA NEVE

Il numero dedicato all’attività di emergenza dovrà essere attivo 24 ore su 24 durante la nevicata:

[email protected]

NUMERO VERDE emergenze sociali dovrà essere attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00; negli altri orari è necessario chiamare la Centrale Operativa della Polizia Locale

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COMUNE di TRANI

PROVINCIA DI BARLETTA ANDRIA TRANI

PIANO OPERATIVO DI PROTEZIONE CIVILE

5. NORME DI COMPORTAMENTO PER LA POPOLAZIONE

5.1 I Comportamenti e le Reazioni umane nelle situazioni di emergenza 5.2 Sistemi di allertamento della popolazione 5.3 Norme di comportamento generali 5.4 Visione del piano e relative informazioni

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5.1 I Comportamenti e le Reazioni umane nelle situazioni di emergenza

Poiché una situazione di emergenza non riguarda mai un singolo individuo bensì un numero cospicuo di persone, sono stati svolti diversi studi per capire come queste si comportino per sopravvivere ad una minaccia. Testimonianze di superstiti, “case study” e ricerche su campo in simulazioni hanno evidenziato la forte eterogeneità delle risposte individuali. Secondo Leach (2004) nelle situazioni di pericolo, la risposta degli individui può essere classificata in tre grandi gruppi.

I gruppo: comprende il 10-15% di persone coinvolte in disastri, rimane relativamente calmo. Queste persone sono capaci di organizzare i pensieri rapidamente, mantenere intatta la consapevolezza delle situazioni e le capacità di giudizio e ragionamento, sono capaci di valutare la situazione, fare un piano di azione e metterlo in pratica.

II gruppo: composto da circa il 75% di persone, comprende coloro che rispondono in maniera sconcertata e confusa, mostrando un ragionamento compromesso e un rallentamento del pensiero. Il loro comportamento è guidato da processi quasi automatici.

III gruppo: il 10-15% di persone, tende a mostrare un alto grado di comportamenti controproducenti che aumentano il rischio di morte, come quello del pianto incontrollato, di confusione globale, urla e ansia paralizzante.

È in queste due ultime categorie di comportamenti che troviamo il maggior numero di vittime. È da notare che i tratti di personalità di ciascuno sono scarsamente predittive delle risposte in tali condizioni: persone solitamente molto decise e razionali potrebbero comportarsi in questi scenari anomali in modo confuso e disorganizzato. Più in specifico, è emerso che le reazioni e i comportamenti nelle situazioni di pericolo possono essere le più disparate. Ne possiamo identificare nove che includono stati emotivi, cognitivi e fisiologici:

1. Comportamenti ansiosi: le persone sono in preda all’ansia, urlano, piangono e diventano incapaci anche di azioni semplici come aprire una porta; 2. Comportamenti di fuga disorganizzata: le persone tendono a correre, fuggendo in qualsiasi direzione, anche se non è quella giusta; 3. Comportamenti di coesione sociale: le persone si riuniscono fra loro e si “sentono un gruppo” (es., “sulla stessa barca”);

4. Attaccamento ai beni familiari: le persone prima di evacuare cercano di recuperare gli oggetti personali che hanno un valore economico ed affettivo; 5. Comportamenti altruistici: le persone tendono ad aiutare altre persone in difficoltà, esponendosi loro stessi ad un pericolo vitale; 6. Comportamenti di “congelamento”: alcune persone rimangono cognitivamente paralizzate e incapaci a muoversi;

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7. Comportamenti di panico: si tratta di comportamenti distruttivi, irrazionali e asociali quali il lottare con altre persone. 8. Disorientamento situazionale: le persone percepiscono uno stato di incredulità e di astrazione della situazione; 9. Disorientamento fisiologico: nella situazione di scarsa visibilità (es., causata dal fumo scaturito dall’incendio) le persone faticano a trovare le vie d’uscita e si intossicano con i gas inspirati;

Parallelamente all’attivazione fisiologica la mente cerca rapidamente le informazioni immagazzinate per prendere delle decisioni sulle azioni da svolgere.

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Questo processo può essere suddiviso in sei fasi specifiche ognuna con una proprie peculiarità.

MOBILITAZIONE DELLE RISORSE MENTALI NELLE SITUAZIONI DI PERICOLO

1 Percezione del pericolo imminente

2 Vulnerabilità personale

3

Focalizzazione sul pericolo esterno

4 Pianificazione di un’azione

5 Azione (automatica o consapevole)

6 Rievocazione del pericolo

Nella prima fase, si comprende di esser in pericolo e si è spaventati dalla situazione. Poi ci si rende conto di essere vulnerabili; si può essere sopraffatti dal panico e sentirsi estremamente deboli. Nella fase terza, si capisce che per riuscire a sopravvivere bisogna agire; si passa da un focus interno di vulnerabilità e uno esterno di pericolo. In una fase successiva, il pericolo è visto come un problema da risolvere, tenendo conto delle proprie abilità per fronteggiarlo; consapevolmente o istintivamente si elabora un piano di azione pronto per essere attuato; si diventa più calmi e controllati. Nella fase quinta, è il momento dell’azione, in cui si mette in atto ciò che consapevolmente o istintivamente è stato progettato; la mente è chiara e focalizzata sul compito e, in tal modo, esprime fiducia e controllo. Infine, una volta scampati al pericolo, si torna con la mente alla situazione tragica a cui si è sopravvissuti; le persone che rimangono per lungo tempo in questa fase potrebbero avere problemi successivi di equilibrio psicologico (i cosiddetti “pensieri intrusivi” e lo sviluppo del Disturbo Acuto da Stress e il Disturbo da Stress Post-traumatico). È da tenere presente che durante una situazione di emergenza le persone possono rimanere bloccate in una di queste fasi specifiche, oppure continuare a slittare avanti e indietro ripetutamente fra due o più di esse.

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“FIGHT” , “FLIGHT” O “FREEZE” I modelli teorici classici hanno messo in evidenza che, di fronte alle minaccia di vita, gli esseri umani (e gli animali) affrontano la situazione attraverso due tipi di azioni: il fronteggiamento o l’evitamento, un binomio definito “combatto o fuggi”, (“fight or flight”). Dalle più recenti indagini è emerso che in realtà, i processi cognitivi ed emotivi che seguono la percezione di un pericolo, possono essere spiegati in una visione non solo dualistica: ci sarebbe una terza possibilità: il fenomeno che egli ha definito “freezing”, riferendosi con esso al totale o parziale congelamento dei movimenti da parte della persona in pericolo, dovuto ad un meccanismo di difesa attuato dal cervello in condizioni estreme. Non sono, infatti, infrequenti nell’esperienza dei soccorritori i casi in cui hanno cercato di aiutare alcune persone guidandoli fuori dalla situazione di pericolo, urlando loro di muoversi e fuggire ma questi non hanno reagito e sono stati immobili. Tra i professionisti che operano in scenari a rischio (es., militari, vigili del fuoco), le esercitazioni e le simulazioni sono importanti in quanto consentono di produrre schemi comportamentali automatici per prevenire la paralisi cognitiva

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5.2 Sistemi di Allertamento della Popolazione

L’allertamento della popolazione costituisce una delle attività primarie del soccorso e compete, di norma, all’autorità locale di protezione civile cui la legge affida, appunto, l’attivazione ed il coordinamento dei primi soccorsi. La scelta circa lo strumento da utilizzare per allertare la popolazione spetta al Sindaco il quale, tra i mezzi di allertamento ipotizzabili, preferirà quelli che soddisfano le seguenti prioritarie esigenze: - raggiungere il più ampio numero di persone nel più breve lasso di tempo possibile - essere gestibili direttamente dall’amministrazione competente - essere attivabili in condizioni di sicurezza in quanto gli impianti non richiedono al personale preposto di operare in “zone a rischio” - essere in grado si fornire informazioni anche complesse - essere gestibili da personale operativo h24

Ciò premesso, lo strumento più idoneo è - secondo lo standard tecnologico più aggiornato – un impianto di amplificazione, dotato dei seguenti requisiti: - potenza sufficiente per raggiungere anche il limite esterno della zona di attenzione - un sistema di comando di facile attivazione ed immediatamente disponibile per l’autorità locale di protezione civile ovvero per la persona dallo stesso delegata a tale specifico scopo - gestibile da personale operativo h 24 - idoneo a trasmettere anche messaggi complessi

Tuttavia, in mancanza di sistemi rispondenti al citato standard, sono ipotizzabili, in via transitoria, strumentazioni meno complesse quali: - impianti di sirene (comprese quelle gestibili solo da personale interno all’azienda) - megafoni autoalimentati (di norma quelli montati su autovetture) - campane predisposte su torri civiche o parrocchiali ecc..

Oltre a quelli citati, possono ipotizzarsi altri strumenti “speciali” ovvero “individuali” di allertamento come, ad esempio, comunicazioni telefoniche, telefax ecc.; ma appare evidente che, ai fini del presente piano, dovendo disporre soprattutto di uno strumento idoneo per allertare, in tempi brevi, un numero elevato di persone ed, in particolare, quelle residenti all’esterno dell’azienda, sono da preferirsi i sistemi di allertamento “collettivi” nonché quelli, come il primo segnalato, che permettono di fornire alla popolazione informazioni anche dettagliate sulle misure di protezione da adottare. In questo contesto, peraltro, appare indispensabile sottolineare l’esigenza che, qualsiasi strumento si voglia utilizzare, il Sindaco deve, comunque, decidere come ed in quali circostanze utilizzarlo. Occorre cioè che lo strumento sia, comunque, utilizzato secondo procedure concordate e pianificate, a livello locale, preventivamente ed in modo da far giungere alla popolazione, almeno i due seguenti tipi di comunicazione:

- si è verificato un evento incidentale presso la “nota” azienda. La popolazione presente entro i confini della “zona di attenzione” deve rimanere al chiuso della propria abitazione (allertamento di tipo “A”) - si è verificato un evento incidentale presso la “nota” azienda. La popolazione presente entro i confini della “zona di attenzione” deve evacuare in direzione opposta rispetto all’azienda medesima (allertamento di tipo “B”). - A titolo meramente esemplificativo – anche al fine di proporre un’ipotesi di convezione tra il gestore dell’impianto ed il sindaco - se lo strumento utilizzato è la sirena ed occorre assicurare il riparo al chiuso della popolazione, il suono sarà continuo e della durata di almeno 3 (tre) minuti.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 171

Nel caso in cui occorra evacuare, il suono sarà intermittente e della durata, anche in questo caso, di almeno 3 (tre) minuti. - se il mezzo di allertamento prescelto è, invece, la campana, l’esigenza di portare al riparo le persone potrà, ad esempio, essere comunicata con una serie continua, ma identica, di rintocchi; - altrimenti, in caso di evacuazione, si avrà una serie discontinua di rintocchi di tono diverso.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 172

5.3 Norme di Comportamento Generali

Come documento di lavoro “base”, si illustrano, nel seguito, le norme di comportamento generali da attuare in situazione di emergenza, a prescindere dal livello di rischio specifico individuato sul territorio comunale precisando che nella sezione allegati sono riportate i modelli specifici per l’informazione preventiva alla popolazione in adeguamento al piano di emergenza predisposto dalla Provincia.

INONDAZIONE Le norme di comportamento per la popolazione dell’area alluvionata, in attesa dei soccorsi e della successiva evacuazione, comprendono: - Individuare aree sicure al di sopra dei livelli di esondazione, avere disponibili ed efficienti gli indumenti e le attrezzature necessarie (come sacchi di sabbia, teloni impermeabili, ecc), tenere una scorta di acqua potabile ed il bagaglio di emergenza, in vista di un successivo sfollamento. Sigillare le fessure delle porte con sacchi di sabbia o paratie orizzontali, così pure i serbatoi ed i locali dell'impianto di riscaldamento. - Mantenere funzionante una motopompa ed un gruppo elettrogeno, ove disponibili. - Disattivare le utenze elettriche, energia elettrica, gas, acqua, portarsi oltre il livello massimo dell'acqua, salendo ai piani superiori o sul tetto. Se si è sorpresi per strada arrampicarsi sopra un albero, su un palo, non cercare di attraversare una corrente dove l'acqua è superiore al livello delle ginocchia. - Non guidare in strade allagate, se il veicolo si impantana abbandonarlo subito. - Ispezionare locali al buio con lampade a batterie, dopo avere disinserito l’interruttore generale EE. - Non usare, anche successivamente all’evento, cibi alluvionati e bere acqua minerale. - Prima di rientrare nelle proprie abitazioni, verificare lo stato di manutenzione, rilevando i danni eventualmente subiti dalla struttura, con l’ausilio dei tecnici esterni, VVF e comunali all’uopo individuati dal Comune.

TERREMOTO Le norme di comportamento per la popolazione, in caso di scossa tellurica comprendono: - Durante le scosse restare in casa, ripararsi sotto un solido tavolo, il letto, il vano di una porta gli architravi interni alla struttura di cemento armato. - Aprire la porta per evitarne il blocco. Allontanarsi dai vetri, spegnere stufe, caminetti, ed - utilizzatori elettrici possibili veicoli d'incendi, così pure chiudere il contatore del gas e disattivare l'energia elettrica. - Se dovete abbandonare l'edificio non usare l'ascensore o montacarichi per evitare di rimanere bloccati all'interno. - Lasciare le linee telefoniche libere, seguire le istruzioni fornite dalla radio o tramite altoparlanti. - Se vi trovate all'esterno non passate sotto cornicioni o muri pericolanti, mantenersi lontano da palazzi ed edifici sostare solo in luoghi aperti, non rifugiarsi nelle cantine, nei sottopassi, nella metropolitana: le uscite potrebbero essere bloccate. Non usare l'auto, se vi trovate a bordo evitate di percorrere ponti, gallerie, strade franate. Allontanarsi da argini, ponti, dighe, attenzione alle linee elettriche.

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 173

NUBE TOSSICA Le norme di comportamento per la popolazione dell’area interessata da una nube tossica, in attesa dei soccorsi e della successiva evacuazione, comprendono: - Se all'aperto coprirsi naso e bocca con il fazzoletto, rientrare a casa gettare i vestiti, lavarsi curando bene gli occhi e le parti del corpo esposte. In ogni caso allontanarsi dal luogo dell’incidente portandosi sopravento. - Non intralciare il traffico evitando ogni spostamento in direzione della zona - dell'incidente. - In caso di malessere richiedere l'intervento medico di urgenza, somministrare ossigeno a quanti mostrassero sintomi di asfissia. - Nelle abitazioni e locali chiusi fermare gli impianti di ventilazione o condizionamento, disattivare le utenze, luce, gas, posizionare stracci bagnati in corrispondenza di porte, finestre, ecc. - Non cercare riparo nelle cantine o nel sottosuolo per pericolo di asfissia, somministrare ossigeno a quanti mostrassero sintomi di asfissia. - Nelle scuole far rientrare le scolaresche all'interno e trattenerle nei locali chiusi, attendere le istruzioni delle autorità competenti. - Ove coinvolti, ricoverare gli animali in stalle o recinti chiusi, non somministrare, successivamente all’evento, foraggio fresco o fieno conservato all'aperto, o acqua di superficie o di pozzo.

SVERSAMENTO DI PRODOTTO PERICOLOSO Le norme di comportamento per la popolazione, in caso di sversamento di prodotto pericoloso, comprendono: - In caso di sversamento in ambiente esterno

Se all'aperto coprirsi naso e bocca con il fazzoletto, allontanarsi dall’area interessata dallo sversamento. In caso di malessere richiedere l'intervento medico di urgenza, somministrare ossigeno a quanti mostrassero sintomi di asfissia.

Nelle abitazioni e locali chiusi, rifugiarsi al chiuso nel locale più idoneo, caratterizzato da: - presenza di poche aperture - posizione ad un piano elevato - ubicazione dal lato opposto rispetto alla fonte incidentale - disponibilità di acqua - presenza di un mezzo per la ricezione delle informazioni. - fermare gli impianti di ventilazione o condizionamento, sia locali sia centralizzati, chiudere le serrande delle canne fumarie, porte e finestre e sigillarle con stracci bagnati. - disattivare le utenze - non cercare riparo nelle cantine o nel sottosuolo per pericolo di asfissia, somministrare ossigeno a quanti mostrassero sintomi di asfissia.

Nelle scuole far rientrare le scolaresche all'interno e trattenerle nei locali chiusi, attendere le istruzioni delle autorità competenti.

Ove coinvolti, ricoverare gli animali in stalle o recinti chiusi, non somministrare, successivamente all’evento, foraggio fresco o fieno conservato all'aperto, o acqua di superficie o di pozzo.

In caso di sversamento all’interno dell’ambiente di lavoro

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 174

In caso di sversamento all’interno del proprio luogo di lavoro, verificare che all’interno dei locali non siano rimaste bloccate persone: - presidiare l’ingresso all’edificio, impedendo l’accesso a chiunque non sia addetto alle operazioni di emergenza - verificare se vi siano cause accertabili di perdita dei liquidi (rubinetti aperti, visibile rottura di tubazioni, contenitori forati, ecc.) e si è in grado di eliminare la causa della perdita.

In tal caso contenere e neutralizzare il liquido sversato, utilizzando idonei mezzi e i dispositivi di protezione individuale a disposizione. Altrimenti richiedere interventi esterni.

Nelle locali di lavoro fermare gli impianti di ventilazione o condizionamento, disattivare le utenze, luce, gas, posizionare stracci bagnati in corrispondenza di porte, finestre, ecc. Al termine, lasciare ventilare fino a non percepire più l’odore del prodotto sversato.

FUGA DI GAS Le norme di comportamento comprendono: - al chiuso, spegnere immediatamente le fiamme libere e le sigarette ed interrompere l’erogazione di gas dal contatore esterno - aprire tutte le finestre - non effettuare alcuna operazione su apparecchiature ed interruttori elettrici - evacuare l’ambiente seguendo le vie di fuga segnalate, non utilizzando ascensori, ma unicamente le scale - presidiare l’ingresso all’edificio, impedendo l’accesso a chiunque non sia addetto alle operazioni di emergenza - verificare se vi siano cause accertabili di perdita di gas (rubinetti aperti, visibile rottura di tubazioni flessibili, ecc.) e richiedere l’intervento del servizio tecnico esterno - al termine, lasciare ventilare fino a non percepire più l’odore

INCENDIO Le norme di comportamento in caso di incendio comprendono: - preventivamente, attenersi alle disposizioni delle autorità per il divieto di accensione di fuochi nei periodi di maggiore siccità / nelle zone regolamentate appositamente. - non gettare sigarette e non bruciare stoppie nei campi, non abbandonare nei boschi rifiuti o materiale infiammabile. - segnalate subito la presenza dell'incendio e, ove possibile, intervenire sul focolaio di incendio con estintori, getti di acqua, sabbia. Non utilizzare mai l’acqua sulle apparecchiature elettriche - durante un incendio attenzione a non rimanere intrappolati dalle fiamme, proteggersi dal fumo con un fazzoletto umido. - in spazi aperti, non ripararsi in anfratti o cavità del terreno, battere il fuoco con frasche o pale, se c'è disponibilità d'acqua gettarla su foglie secche erba, arbusti alla base delle fiamme - sui pendii non salite verso l'alto, il fronte del fuoco si propaga più velocemente in salita che in discesa.

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5.4 Visione del Piano e relativo e informazione

Il Piano è visionabile, in ogni sua componente, cartacea ed informatica (Parte Generale, Modello Operativo, Cartografie, Allegati) presso il Servizio di Protezione Civile Comunale. Il referente responsabile, è disponibile per ogni informazione in merito negli orari di ufficio previo appuntamento, contattando l’ufficio di gabinetto del Sindaco.

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COMUNE di TRANI

PROVINCIA DI BARLETTA ANDRIA TRANI

PIANO OPERATIVO DI PROTEZIONE CIVILE

6. MODULISITCA ed ALLEGATI

6.1 Schede per la procedura di intervento 6.2 Allegati per l’informazione preventiva alla popolazione 6.3 Allegati relativi ai rischi idrogeologico e sismico

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6.1 Schede per la procedura di intervento

La modulistica allegata al piano è funzionale alle procedure di coordinamento e indirizzo che il Sindaco è chiamato assolvere in caso di emergenza. Tanto al fine di omogeneizzare i linguaggi e standardizzare le procedure di comunicazione, all’interno della struttura comunale di Protezione Civile:

- Modello A scheda segnalazione evento - Modello B scheda di chiusura evento - Modello C scheda di segnalazione di evento calamitoso - Modello D scheda di reperibilità Responsabili di Supporto del C.O.C. - Modello E scheda di Informazione e Verifica reperibilità rappresentanti C.O.M. in fase di attenzione - Modello F scheda di convocazione C.O.C. - Modello G scheda di convocazione C.O.M. in fase di preallarme - Modello H scheda di informazione C.O.M. e C.C.S. su problemi territoriali in fase di preallarme - Modello I fac/simile di Ordinanza Sindacale Contingibile ed Urgente - Modello L modello di segnalazione impiego Gruppi ed Organizzazioni

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 178

MODELLO A Scheda Segnalazione Evento

EVENTO …………………………………………………………………………………………… del ……………... ora ………..…

SEGNALAZIONE A: Tramite nr. Ora Sindaco Provincia Prefettura COC Regione Puglia

Il giorno ………………………. alle ore ……………………. ci è stato segnalato che:

Nel Comune di Prov.di località si è verificato quanto segue: Evento Gravità presunta (alta, media, bassa) Segnalazione proveniente da: tel:

VERIFICA Verifica dell’evento tramite:

POLIZIA MINUCIPALE VIGILI DEL FUOCO di …………………………………………………… PREFETTURA di …………………………………………………… CARABINIERI di …………………………………………………… ALTRO ……………………………………………………

REGISTRAZIONE

SI REGISTRA l’evento segnalato ……………………………………………………

Disponendo l’archiviazione …………………………………………………… Informando Il Sindaco …………………………………………………… Informando Il C.O.C. …………………………………………………… Disponendo la prosecuzione delle attività ……………………………………………………

L’operatore addetto …………………………………………………… (firma) ……………………………………………………

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 179

MODELLO B Scheda di Chiusura Evento

EVENTO …………………………………………………………………………………………… del ……………... ora ………..…

SEGNALAZIONE A: Tramite nr. Ora Sindaco Provincia Prefettura COC Regione Puglia

Il giorno ………………………. alle ore ……………………. ci è stato segnalato che:

Nel Comune di Prov.di località si è verificato quanto segue: Evento Gravità presunta (alta, media, bassa) Segnalazione proveniente da: tel:

VERIFICA Verifica dell’evento tramite:

POLIZIA MINUCIPALE VIGILI DEL FUOCO di …………………………………………………… PREFETTURA di …………………………………………………… CARABINIERI di …………………………………………………… ALTRO ……………………………………………………

REGISTRAZIONE

SI REGISTRA l’evento segnalato ……………………………………………………

Disponendo l’archiviazione …………………………………………………… Informando Il Sindaco …………………………………………………… Informando Il C.O.C. …………………………………………………… Disponendo la prosecuzione delle attività ……………………………………………………

L’operatore addetto …………………………………………………… (firma) ……………………………………………………

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 180

MODELLO C Modulo di Segnalazione di Evento Calamitoso

Data: ……………………… Ora: ……………….. da:

Sindaco del Comune di TRANI

Via: Via Ten.Luigi Morrico, 2 C.a.p.: 76125 Tel.Uff.di Gabinetto: 0883 589 762 Telefax: 0883 582 740 at: REGIONE PUGLIA Servizio di PROTEZIONE CIVILE Via: via E.FERRARI (c/o dismessa aerostazione) - BARI PALESE Tel.: 080 580 2266 – Responsabile SOUP Telefax: 080 580 2272 – 580 2275

PROVINCIA di BARLETTA ANDRIA TRANI Settore POLIZIA PROVINCIALE – PROTEZIONE CIVILE Via: piazza S.PIO X, 9 - ANDRIA Tel.: 0883 197 6480 Telefax: 0883 596 6678

PREFETTURA di BARLETTA ANDRIA TRANI Area PROTEZIONE CIVILE Via: via CIALDINI, 60 BARLETTA Tel.: 0883 539 111 Telefax: 0883 539 666

Prot.nr. ………………………

Oggetto: SEGNALAZIONE DI EMERGENZA/EVENTO CALAMITOSO

Attesa gravissima situazione venutasi a creare il giorno ……………………… alle ore ………………………, causa ………………………………………………………………………….……, che ha interessato il territorio di ……………………………………………………………………..……. riscontrata impossibilità fronteggiare evento con mezzi et poteri propri, rappresentasi urgente necessità di intervento delle SS.LL. A tal fine si comunica che sinora sono state assunte le seguenti iniziative:

Il personale e le forze attualmente in campo sono:

Pregasi confermare avvenuta ricezione.

Il Sindaco

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 181

MODELLO D Modulo di Segnalazione di Reperibilità Responsabili di supporto del C.O.C.

Data: ……………………… Ora: ……………….. da:

Sindaco del Comune di TRANI

Via: Via Ten.Luigi Morrico, 2 C.a.p.: 76125 Tel.Uff.di Gabinetto: 0883 589 762 Telefax: 0883 582 740 ai: Responsabili di Supporto delle funzioni di:

…………………………………………………………………… ……………………………………………………………………. …………………………………………………………………….. …………………………………………………………………….

Prot.nr. ………………………

Oggetto: SEGNALAZIONE DI ATTENZIONE PREALLARME NOTA FAX PREFETTURA DI BARLETTA ANDRIA TRANI del …....…………….. RIGUARDANTE ……………………………………………………………..……………

SI DISPONE CHE I RESPONSABILI DELLE FUNZIONI INNANZI RICHIAMATE

- Pongano in stand by il personale delle proprie funzioni - Si tengono a disposizione per un intervento tempestivo

Pregasi confermare avvenuta ricezione.

Il Sindaco

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 182

MODELLO E Modulo di Informazione e Reperibilità Rappresentanti del C.O.M.

Data: ……………………… Ora: ……………….. da:

Sindaco del Comune di TRANI

Via: Via Ten.Luigi Morrico, 2 C.a.p.: 76125 Tel.Uff.di Gabinetto: 0883 589 762 ai: Responsabili del C.O.M. 2 BA - Andria e p.c.: PREFETTURA di BARLETTA ANDRIA TRANI Area PROTEZIONE CIVILE Via: via CIALDINI, 60 BARLETTA Tel.: 0883 539 111 Telefax: 0883 539 666

Prot.nr. ………………………

Oggetto: SEGNALAZIONE DI ATTENZIONE PREALLARME NOTA FAX PREFETTURA DI BARLETTA ANDRIA TRANI del …....…………….. RIGUARDANTE ……………………………………………………………..……………

SI INFORMA CHE A SEGUITO DI AVVISO DI ATTENZIONE DIRAMATO PREFETTURA RENDESI NECESSARIO VERIFICARE REPERIBILITA’ RAPPRESENTANTI CONFLUENTI NEL C.O.M./ 2^ ZONA (BA – ANDRIA).

Pregasi confermare avvenuta ricezione.

Il Sindaco

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MODELLO F Modulo di Convocazione Responsabili di supporto del C.O.C.

Data: ……………………… Ora: ……………….. da:

Sindaco del Comune di TRANI

Via: Via Ten.Luigi Morrico, 2 C.a.p.: 76125 Tel.Uff.di Gabinetto: 0883 589 762 ai: Responsabili di Supporto delle funzioni di:

…………………………………………………………………… ……………………………………………………………………. …………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………. e p.c. PREFETTURA di BARLETTA ANDRIA TRANI Area PROTEZIONE CIVILE Via: via CIALDINI, 60 BARLETTA Tel.: 0883 539 111 Telefax: 0883 539 666

Oggetto: CONVOCAZIONE C.O.C. SEGNALAZIONE DI ATTENZIONE PREALLARME NOTA FAX PREFETTURA DI BARLETTA ANDRIA TRANI del …....…………….. RIGUARDANTE ……………………………………………………………..……………

SI DISPONE CHE I RESPONSABILI DELLE FUNZIONI INNANZI RICHIAMATE SIANO IMMEDIATAMENTE CONVOCATI PRESSO LA SALA OPERATIVA COMUNALE.-

Pregasi confermare avvenuta ricezione.

Il Sindaco

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MODELLO G Modulo di Convocazione Rappresentanti del C.O.M.

Data: ……………………… Ora: ……………….. da:

Sindaco del Comune di TRANI

Via: Via Ten.Luigi Morrico, 2 C.a.p.: 76125 Tel.Uff.di Gabinetto: 0883 589 762 alla: PREFETTURA di BARLETTA ANDRIA TRANI Area PROTEZIONE CIVILE Via: via CIALDINI, 60 BARLETTA Tel.: 0883 539 111 Telefax: 0883 539 666

Prot.nr. ………………………

Oggetto: RICHIESTA DI CONVOCAZIONE C.O.M. SEGNALAZIONE DI ATTENZIONE PREALLARME NOTA FAX PREFETTURA DI BARLETTA ANDRIA TRANI del …....…………….. RIGUARDANTE ……………………………………………………………..……………

A SEGUITO DI STATO CRITICITA’ SI RICHIEDE LA DISPONIBILITA’I IMMEDIATA ALLA CONVOCAZIONE DEL CENTRO OPERATIVO MISTO C.O.M./ 2^ ZONA (BA – ANDRIA).

Pregasi confermare avvenuta ricezione.

Il Sindaco

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 185

MODELLO H Modulo di Informazione sui Problemi Territoriali in fase di Preallarme

Data: ……………………… Ora: ……………….. da:

Sindaco del Comune di TRANI

Via: Via Ten.Luigi Morrico, 2 C.a.p.: 76125 Tel.Uff.di Gabinetto: 0883 589 762 ai: Responsabili del C.O.M. 2 BA - Andria

CENTRO COORDINAMENTO SOCCORSI PREFETTURA di BARLETTA ANDRIA TRANI Area PROTEZIONE CIVILE Via: via CIALDINI, 60 BARLETTA Tel.: 0883 539 111 Telefax: 0883 539 666

Prot.nr. ………………………

Oggetto: INFORMAZIONE SUI PROBLEMI TERRITORIALI IN FASE DI PRE PREALLARME NOTA FAX PREFETTURA DI BARLETTA ANDRIA TRANI del …....…………….. RIGUARDANTE ……………………………………………………………..…………… DAI SOPRALUOGHI DELLA POLIZIA MUNICIPALE E/O SERVIZI TECNICI EMERGE QUANTO SEGUE: AREA INTERESSATA

ESIGENZE TERRITORIALI

ALTRE NOTIZIE

Il Sindaco

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MODELLO I Schema di Ordinanza Contingibile ed Urgente

Città di TRANI

Il SINDACO

VISTA la nota della Prefettura di Barletta Andria Trani, ivi pervenuta in data …………………., tramite il Comune di Andria (sede C.O.M.), avente per oggetto segnalazioni inerenti la situazione pluviometrica;

VISTI i sopralluoghi della Polizia Municipale e/o del Servizio Tecnico Comunale, in occasione dei turni di vigilanza e di ……………….…., dai quali si evince ……………. …………………………………………………………………………………..…..……………….

CONSIDERATA l’urgenza di provvedere in merito, a salvaguardia della pubblica incolumità, per tutto il periodo in cui perdurerà la situazione di pericolo sopra rappresentata;

Visto il Decreto L.vo 10 aprile 1992, n.285; Visto l’art.16 del D.P.R. 6 febbraio 1981, n.66; Visto l’art.15 della Legge 24 febbraio 1992, n.225; Vista la Legge 267/2000; Vista la Legge 100/2012; Ordina  La chiusura al traffico pedonale e veicolare del tratto di strada

oppure

 Lo sgombero delle seguenti abitazioni

oppure

 La chiusura delle scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio del Comune di Trani

affinché non vengono a cessare le condizioni di pericolo oggetto del presente provvedimento. L’inottemperanza alla predetta ordinanza comporterà la denuncia all’Autorità Giudiziaria ai sensi dell’art. 650 c.p.. Il presente provvedimento viene trasmesso al Sig. Prefetto di Barletta Andria Trani. Contro la presente ordinanza è ammesso , nel termine di 30 giorni, ricorso al sig. Prefetto di Bari ( D.P.R. 24 Novembre 1971, n.1199), oppure in via alternativa, ricorso al T.A.R. del Puglia nel termine di 60 giorni, (Legge 6 dicembre 1971, n.1034), termini tutti decorrenti dalla notificazione o dalla piena conoscenza del presente provvedimento

Trani, lì ………………………………..

Il Sindaco

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 187

MODELLO L Modulo di Richiesta Impiego Gruppi ed Organizzazioni

Data: ……………………… Ora: ……………….. da:

Sindaco del Comune di TRANI

Via: Via Ten.Luigi Morrico, 2 C.a.p.: 76125 Tel.Uff.di Gabinetto: 0883 589 762 e p.c.: PREFETTURA di BARLETTA ANDRIA TRANI Area PROTEZIONE CIVILE Via: via CIALDINI, 60 BARLETTA Tel.: 0883 539 111 Telefax: 0883 539 666

Prot.nr. ………………………

Oggetto: RICHIESTA IMPIEGO GRUPPI ED ORGANIZZAZIONI …………………………..………………………………………………………..…

Vista la nota della Prefettura di Barletta Andria Trani, ivi pervenuta in data …………………., tramite il Comune di Andria (sede di C.O.M.), avente per oggetto segnalazioni inerenti la situazione pluviometrica;

VISTI i sopralluoghi della Polizia Municipale e/o del Servizio Tecnico Comunale, in occasione dei turni di vigilanza e di ……………………..………., dai quali si evince …………….………………………………………………………………………………………...

CONSIDERATA l’urgenza di provvedere in merito, a salvaguardia della pubblica incolumità, per tutto il periodo in cui perdurerà la situazione di pericolo sopra rappresentata; Si chiede

La disponibilità a poter utilizzare i seguenti Gruppi ed Organizzazioni per le sottospecificate attività :

Si resta in attesa di un sollecito e positivo riscontro

Il Sindaco

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 188

6.2 Allegati per l’informazione preventiva alla popolazione

Modelli di schede comportamentali Allegato 1 Schede sulle modalità di comunicazione Allegato 2 Comportamenti di autoprotezione da attuare in caso di evento incidentale Allegato 3 Composizione del pacchetto informativo Allegato 4 L'organizzazione dei rapporti con i mass-media Allegato 5 La tecnica della comunicazione Allegato 6

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DOCUMENTO 1

Modelli di Schede Comportamentali

Scheda A\1

Provvedimenti di autoprotezione in caso di allarme generale

Da attivare nel caso di segnale Due minuti di suono modulato: d’allarme generale ripetizione

Rifugiarsi al chiuso nel locale più idoneo possibile. Le caratteristiche che migliorano l’idoneità di un locale sono: - presenza di poche aperture - posizione ad un piano elevato - ubicazione dal lato dell’edificio opposto allo stabilimento - disponibilità di acqua - presenza di un mezzo di ricezione delle informazioni

Evitare l’uso di ascensori Chiudere tutte le finestre e porte esterne Mantenersi sintonizzati mediante radio o TV sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità ovvero prestare attenzione ai messaggi inviati mediante rete telefonica o altoparlanti Non usare il telefono. Lasciare libere le linee per le comunicazioni d’emergenza Fermare i sistemi di ventilazione o condizionamento siano essi centralizzati o locali. Spegnere i sistemi di riscaldamento e le fiamme libere Non andare a prendere i bambini a scuola. Sono protetti e a loro pensano gli insegnanti

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 190

Scheda A\2

Provvedimenti di autoprotezione in caso di rilascio tossico

Da attivare in seguito a comunicazione da squadre di soccorso, radio/TV, altoparlanti, telefono, ecc. Durante il rifugio al chiuso

Mantenersi sintonizzati mediante radio o TV sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità ovvero prestare attenzione ai messaggi inviati mediante rete telefonica Non usare il telefono: Lasciare libere le linee per le comunicazioni d’emergenza Chiudere le serrande delle canne fumarie e tamponare l’imbocco di cappe o camini Sigillare con nastro adesivo le prese d’aria di ventilatori e condizionatori Sigillare con nastro adesivo e tamponare con panni bagnati le fessure degli stipiti di finestre e porte e la luce tra porte e pavimento Se il rifugio è costituito da un bagno, tenere aperta la doccia per dilavare l’aria interna In caso di necessità tenere un panno bagnato sugli occhi e davanti al naso e alla bocca In caso di ordine di evacuazione Abbandonare la zona seguendo le istruzioni delle autorità e possibilmente seguendo percorsi trasversali alla direzione del vento e che si allontanano dal punto di rilascio Tenere possibilmente un fazzoletto bagnato sulla bocca e sul naso Non utilizzare le auto per evitare l’ingorgo del traffico con blocco dell’evacuazione e per non intralciare l’intervento dei mezzi di soccorso Dirigersi al punto di raccolta indicato nella documentazione fornita dalle Autorità Evitare l’uso di ascensori Possibilmente portare con sé un apparecchio radio. Mantenersi sintonizzati sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità e prestare attenzione ai messaggi inviati Non andare a prendere i bambini a scuola. Sono protetti e a loro pensano gli insegnanti. Al cessato allarme Segnale di cessato allarme Un minuto di suono permanente Aprire tutte le finestre e le porte per aerare i locali interni Portarsi all’aperto assistendo in tale operazione eventuali persone inabilitate Porre particolare attenzione nel riaccendere ai locali, particolarmente quelli interrati o seminterrati, dove vi possa essere ristagno di vapori

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 191

Scheda A\3

Provvedimenti di autoprotezione in caso di incendio o esplosione

Da attivare solo nel caso di comunicazione da squadre di soccorso, radio/TV, altoparlanti ecc. Durante il rifugio al chiuso

Mantenersi sintonizzati mediante radio o TV sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità ovvero prestare attenzione ai messaggi inviati mediante rete telefonica Non usare il telefono: lasciare libere le linee per le comunicazioni d’emergenza Tenersi a distanza dalle porte e dai vetri delle finestre In caso di ordine di evacuazione Allontanarsi dal punto di possibile esplosione seguendo i percorsi indicati dalle autorità e tenendosi lontani da edifici e strutture collassabili Seguire possibilmente percorsi schermati rispetto al punto della possibile esplosione Non utilizzare l’auto per evitare l’ingorgo del traffico con blocco dell’evacuazione e per non intralciare l’intervento dei mezzi di soccorso Dirigersi al punto di raccolta indicato nella documentazione fornita dalle Autorità Evitare l’uso di ascensori Possibilmente portare con sé un apparecchio radio. Mantenersi sintonizzati sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità e prestare attenzione ai messaggi inviati. Non andare a prendere i bambini a scuola. Sono protetti e a loro pensano gli insegnanti Al cessato allarme Segnale di cessato allarme Un minuto di suono permanente Porre particolare attenzione nel riaccedere ai locali, particolarmente quelli interrati o seminterrati, dove vi possa essere ristagno di vapori Attenzione al possibile crollo di parti di edifici o strutture Aprire tutte le finestre e le porte per aerare i locali interni

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DOCUMENTO 2

Modalità di Comunicazione

Scheda B/1 - PRIMA ZONA DI INFORMAZIONE

La prima zona di informazione è rappresentata dall'inviluppo delle prime zone di pianificazione caratterizzate da effetti sanitari comportanti una elevata probabilità di letalità anche per le persone mediamente sane. Ai fini della protezione riveste fondamentale importanza il comportamento della popolazione e si rende quindi necessaria una azione di informazione preventiva particolarmente attiva e capillare che dovrà essere svolta con mezzi diretti.

MODALITÀ DELLA COMUNICAZIONE

Informazione diretta a nuclei Distribuzione a tutte le famiglie residenti nella area di familiari (porta a porta) una plico (pacchetto informativo) contenente: • una lettera di presentazione dell’iniziativa a cura del sindaco e/o del prefetto • un documento informativo/illustrativo; • una scheda comportamentale con le indicazioni sui sistemi di allertamento e sulle norme di comportamento da assumere in caso di incidente; ------• eventualmente può essere inserito del materiale illustrativo delle aziende interessate

ACCORGIMENTI DA ADOTTARE A SECONDA DELLA DENSITÀ DI POPOLAZIONE a bassa densità di Consegna porta a porta di un plico a tutte le famiglie popolazione fissa <1000 residenti nella zona, da parte di un rappresentante persone al km2 della pubblica amministrazione (possibile utilizzazione del volontariato) media o alta densità di Invio (1) del plico con la predisposizione di sistemi di popolazione fissa >1000 "richiamo e amplificazione" del messaggio (ad esempio persone al km2 una seconda spedizione solo della scheda comportamentale)

Informazione generalizzata (2) Conferenza stampa

Affissione in locali pubblici di targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento

Eventualmente si può far ricorso a comunicazioni audiovisive.

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Scheda B/2 - SECONDA ZONA DI INFORMAZIONE

La seconda zona di informazione è rappresentata dall’inviluppo delle seconde zone di pianificazione caratterizzate da possibili danni, anche gravi ed irreversibili, per persone mediamente sane che non intraprendendo le corrette misure di auto protezione

MODALITÀ DELLA COMUNICAZIONE

Informazione diretta ai nuclei Invio postale (3) a tutte le famiglie residenti nella area familiari di un plico (pacchetto informativo) contenente: (porta a porta) • una lettera di presentazione dell’iniziativa a cura del sindaco e/o del prefetto; • un documento informativo/illustrativo • una scheda comportamentale (eventualmente modificata secondo le specifiche territoriali (4) con le indicazioni sui sistemi di allertamento e sulle norme di comportamento da assumere in caso di incidente; • eventualmente può essere inserito del materiale illustrativo delle aziende interessate

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Scheda B/3 - TERZA ZONA DI INFORMAZIONE

La terza zona di informazione è rappresentata dall’inviluppo delle terze zone di pianificazione caratterizzate dal possibile verificarsi di danni, generalmente non gravi, a soggetti particolarmente vulnerabili. Per quanto riguarda la comunicazione si può ricorrere ad una informazione generalizzata, quale la stampa ed i mezzi audiovisivi.

MODALITÀ DELLA COMUNICAZIONE

Informazione generalizzata Conferenza stampa

Affissione in luoghi pubblici di targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento

Eventualmente si può far ricorso a comunicazione audiovisive.

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Scheda B/4 - QUARTA ZONA DI INFORMAZIONE

I luoghi ad elevata concentrazione di persone possono essere presenti in prima, in seconda e terza zona. In tali luoghi dovranno essere predisposti specifici provvedimenti quali la formazione ed addestramento del personale responsabile, linee di comunicazione dedicate, ecc. L’informazione dovrà tener conto di tali provvedimenti e delle specificità dei luoghi interessati.

ACCORGIMENTI DA ADOTTARE IN PRESENZA DI LUOGHI AD ELEVATA CONCENTRAZIONE DI PERSONE 1-2-3 ZONA (*)

Luoghi di ritrovo, alberghi ed Affissione targhe contenenti i sistemi di allertamento e uffici le norme di comportamento (*)

Distribuzione della scheda comportamentale ai responsabili dell’esercizio o ufficio;

Predisposizione di esercitazioni di emergenza

concentrazioni occasionali Distribuzione della scheda comportamentale agli organizzatori della manifestazione (eventuale verifica di comprensione in sede autorizzativa).

(*) il pacchetto informativo dovrà essere preparato tenuto conto delle caratteristiche del destinatario. Le informazioni dovranno essere predisposte a seconda delle indicazioni previste nel piano di emergenza.

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Scheda B/5 - LUOGHI AD ELEVATA CONCENTRAZIONE DI PERSONE VULNERABILI

I luoghi ad elevata concentrazione di persone vulnerabili possono essere presenti in prima, in seconda e terza zona. In tali luoghi dovranno essere predisposti specifici provvedimenti quali la costituzione di locali chiusi idonei al rifugio, formazione ed addestramento del personale responsabile, evacuazione, attrezzature di protezione individuale, linee di comunicazione dedicate, ecc. L'informazione dovrà tener conto di tali provvedimenti e delle specificità dei luoghi interessati.

ACCORGIMENTI DA ADOTTARE IN PRESENZA DI LUOGHI AD ELEVATA CONCENTRAZIONE DI PERSONE VULNERABILI 1-2-3 ZONA

Scuole Consegna del pacchetto informativo al corpo docente (*) Incontri formativi/informativi con il corpo docente

Realizzazione di conferenze e lezioni di protezione civile per gli studenti Predisposizione di esercitazioni di emergenza

Affissione targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento

Ospedali, strutture sanitarie e Consegna del pacchetto informativo al responsabile di ricovero Predisposizione di esercitazioni di emergenza

Incontri informativi con il corpo medico e paramedico

Affissione targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento

(*) il pacchetto informativo dovrà essere preparato tenuto conto delle caratteristiche del destinatario. Le informazioni dovranno essere predisposte a seconda delle indicazioni previste nel piano di emergenza.

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DOCUMENTO 3

Comportamenti di auto protezione da attuare in caso di incidentale (1)

Scenario Prima zona Seconda zona Terza Zona Incidentale INCENDIO Rifugiarsi al chiuso Rifugiarsi al chiuso Visti gli effetti - Rilascio o in posizione o in posizione trascurabili istantaneo di schermata da schermata da non viene sostanze radiazioni termiche. radiazioni termiche raccomandata infiammabili con nessuna particolare formazione di sfera azione protettiva di fuoco

- Rilascio di sostanze infiammabili con formazione di nube e sua combustione

- Radiazioni termiche stazionarie quali incendi in pozza o a getto Rilasci di sostanze Rifugiarsi al chiuso Rifugiarsi al chiuso Rifugio al chiuso tossiche se si se si prevede un rilascio prevede un rilascio di breve di durata. breve durata.

Evacuare Evacuare allontanandosi dal allontanandosi dal punto di rilascio se il punto di rilascio se il rilascio è potenziale rilascio è o di lunga durata potenziale o di lunga durata

(1) Quanto riportato in tabella fornisce i criteri di massima per la scelta delle azioni di autoprotezione da prevedere per la popolazione. In ogni caso le indicazioni riportate costituiscono solo un punto di riferimento per un’analisi più ampia e mirata.

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6.3 Allegati relativi ai rischi idrogeologici e sismico

RISCHIO IDROGEOLOGICO

1. Scheda Bollettino Meteo Rilevazione Criticità

RISCHIO SISMICO

4. Scheda per il rilievo della vulnerabilità sismica degli edifici 5. Scheda per il rilievo della vulnerabilità sismica per le murature 6. Scheda per il rilievo della vulnerabilità sismica per il cemento armato 7. Scheda per il rilievo della vulnerabilità sismica per i capannoni 8. Scheda per il rilievo della vulnerabilità sismica per i ponti 9. Scheda per il censimento dei danni edifici di culto e monumentali 10. Scheda per il censimento dei danni – Edilizia privata ed OO.PP.

ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO PROVINCIA BARLETTA ANDRIA TRANI

STRUTTURE SANITARIE – ASL BAT

MASS-MEDIA

TELEVISIONI

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RISCHIO IDROGEOLOGICO Bollettino di Allerta

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RISCHIO IDROGEOLOGICO Scheda Rilevazione Criticità

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RISCHIO METEOROLOGICO Messaggio di Allerta

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Scheda Rilevamento e Vulnerabilità

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STRUTTURE SANITARIE

PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE Via Capruzzi 212 - 70124 BARI Tel.: 080 540 1111

ASSESSORE ALLA SANITA' Via Caduti di Tutte le guerre 7 - 70126 BARI Tel.: 080 540 3461-3157 Telefax: 080 540 3237

Il riordino della rete ospedaliera nella Regione, tuttora in corso, porterà significative variazioni nella suddivisione dei posti letto nei presidi ospedalieri appresso elencati. Pertanto il seguente elenco dovrà necessariamente essere aggiornato appena il riordino sarà completato.

Servizio Emergenza Urgenza Sanitaria Numero di telefono breve 118 coordina i mezzi di soccorso dell’intera provincia di Bari – Barletta Andria Trani

Elenco postazioni Elenco aggiornato al 31 maggio 2008.

Legenda

 AS = Ambulanza di Soccorso  AM = Alfa Mike = AutoMedica  P.P.I. = Punto di Primo Intervento  G.M = Guardia Medica  MIKE = AS con Medico a bordo  INDIA = AS con Infermiere a bordo  VICTOR = AS con Volontari a bordo

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ASL BAT

DIREZIONE GENERALE

Indirizzo: Via FORNACI, 201 – 76123 ANDRIA Telefono: 0883 299 111 Segreteria: 0883 299 750 Telefax: 0883 299 461

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Presidi Ospedalieri limitrofi

CENTRO TRAUMATOLOGICO ORTOPEDICO Indirizzo: LUNGOMARE STARITA, 6 CAP: 70123 Comune: Bari Telefono: 080 572 6511 Fax: n.d.

OSPEDALE CIVILE (Bari) Indirizzo: Via M. SANTORO CAP: 70032 Comune: Bitonto (BA) Telefono: 080 371 0111 Fax: 080 374 7085 Responsabile P.C.: Dr. MarcoDE GIOSA Primario del Pronto Soccorso di Triggiano Posti letto: n. d. Ambulanze disponibli: 03 (n.1 di tipo A e n.2 di tipo B) Pronto Soccorso Telefono 080 371 0211

PRESIDIO OSPEDALIERO S. PAOLO - BARI Indirizzo: Via CAPOSCARDICCHIO CAP: 70123 Comune: Bari Telefono: 080 584 3111 – 584 3323 Fax: 080 374 7085 Responsabile P.C.: Dr. G. BRINDICCI Primario di Div.U.T.I.C. P. O. San Paolo Dirigente Dip.Emergenze: Dr. Marco DE GIOSA Primario del Pronto Soccorso di Triggiano Coordinatore delle Emergenze Ospedaliere e Territoriali A.U.S.L. BA/4 Posti letto: n. 328 – n. 17 in Day - Hospital Ambulanze disp.li: 03 (n.1 di tipo A e n.2 di tipo B) Pronto Soccorso Telefono: 080 584 3388 – 584 3392 – 584 3393 – 584 3394 Telefax: 080 584 3392 Emergenza Cardiologica Telefono 080 537 0118 – 537 3326

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PRESIDIO OSPEDALIERO "DI VENERE" Indirizzo: Via OSPEDALE DI VENERE CAP: 70012 Comune: Carbonara (Ba) Telefono: 080. 5015111 Fax: Direzione Sanitaria Telefono: 080 501 5153 Responsabile P.C.: n.d. Dirigente Dip.Emergenze: n.d. Posti letto: n.483 e n. 40 in regime di Day – Hospital (Totale n. 478) Non vi sono p.l. per la cura dei Grandi Ustionati Ambulanze disp.li: n.4 (una per le attività dell’UTIN, due per il Servizio di Rianimazione ed una per il trasporto infermi) Pronto Soccorso Telefono: 080/5015209 Telefax: 080/5032050

PRESIDIO OSPEDALIERO "GIOVANNI XXIII" Indirizzo: Via AMENDOLA CAP: 70126 Comune: BARI Telefono: 080 414 9111 Responsabile P.C.: n.d. Dirigente Dip.Emergenze: n.d. Posti letto: n.221 Non vi sono p.i. per la cura dei Grandi Ustionati Ambulanze disp.li: n.4 Pronto Soccorso Telefono: 080 501 5502 Telefax: 080 503 2050

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MASS-MEDIA

EMITTENTI RADIO

CANALE 93 Stereo Via Aldo Moro, 10/15 Galleria - 76125 Trani Telefono: 0883 481 117 0883 484 493

RADIO BOMBO FM 101 MHZ IL GIORNALE DI TRANI Radio Bombo Snc Di Valenziano Felice & C. S.A.S. Via De Roggero Nicola, 61 – 76125 Trani Telefono: 0883 485 960 0883 482 700 0883 487 633

TESTATE GIORNALISTICHE

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Via Scipione l'Africano, 264 – 70100 BARI Telefono: 080 547 0200 A.N.S.A Via R. da Bari 119 – 70100 BARI Telefono: 080 521 1188 QUOTIDIANO ITALIA Via De Vitofrancesco, 29/1 – 70100 BARI Telefono: 080 524 0473

EMITTENTI TELEVISIVE

REDAZIONE – RAI - TV3 Bari 080 541 5231 080 541 5234 TG5 Redazione di Bari 080 535 5533-4-6 Roma 06 577 86825-7 06 577 86911 TELENORBA Conversano Redazione Bari 080 495 2500 080 495 8331 080 559 3541 080 495 5404 080 559 3704 TELEREGIONE Barletta 0883 520000 0883 520002 TELEDEHON Andria 0883 563587 0883 564674 TELESVEVA Andria 0883 555 459 0883 597 951

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VIDEOEMME DELTA TV Casamassima 080 6977301 ANTENNA SUD Bari 080 557 5441 080 556 6020 TELEBARI Bari 080 5016944 080 502 1888

RADIO 5 NETWORK Bari 080 522 1811

RTG PUGLIA Bari 080 531 5716

TELEPUGLIA Conversano 080 495 2020

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COMUNE di TRANI

PROVINCIA DI BARLETTA ANDRIA TRANI

PIANO OPERATIVO DI PROTEZIONE CIVILE

7. GLOSSARIO

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A Aerofotogrammetria - Rilievo topografico della superficie terrestre eseguito mediante aerofotogrammi. Alea - Eventualità, rischio: correre l'a., tentare la sorte. Alluvione - Eccesso di acqua dovuto a piogge abbondanti, a straripamento di corsi d'acqua, di bacini. Deposito di detriti trasportati da un corso d'acqua. Porzione di terreno che, a causa dei depositi fluviali, si aggiunge ad un fondo agricolo rivierasco e che per legge appartiene al proprietario del fondo stesso. Antropiche - Di calamità dove si evidenzia l'intervento dell'uomo nella determinazione dell'ordine fisico dell'ambiente naturale. Antropizzazione - Opera di modificazione e trasformazione dell'ambiente naturale attuata dall'uomo per soddisfare le proprie esigenze e migliorare la qualita' della vita, spesso, però, a scapito dell'equilibrio ecologico e dell'incolumità stessa dell'uomo. Aree di emergenza - Aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile. In particolare le aree di attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione immediatamente dopo l'evento; le aree di ammassamento dei soccorrritori e delle risorse rappresentano i centri di raccolta di uomini e mezzi per il soccorso della popolazione; le aree di ricovero della popolazione sono i luoghi in cui saranno installati i primi insediamenti abitativi o le strutture in cui si potrà alloggiare la popolazione colpita. Area mezzi di soccorso - Area adiacente al PMA o all'area di raccolta riservata all'afflusso, alla sosta ed al deflusso delle ambulanze e degli altri mezzi di soccorso. Area di raccolta - Area, localizzata nell'area di sicurezza, destinata al concentramento delle vittime. Corrisponde al PMA nei casi in cui non è disponibile una struttura dedicata (tende o containers). Area di sicurezza - Zona immediatamente circostante l'area dell'evento, di dimensioni commisurate all'entità del pericolo residuo, da mantenersi sgombra. Argano - Macchina per sollevare o spostare pesi formata da un tamburo in metallo o legno , sul quale si avvolge la fune a cui è legato il carico. Verricello. ASD (Acute Stress Disorder) - Disturbo acuto da stress, le cui caratteristiche sono lo sviluppo di ansia, dissociazione, ripetizione dell'esperienza dell'evento, evitamento, che durano più di 48 ore e compaiono entro 1 mese dall'esposizione ad un evento estremo. La durata è tra 2 giorni e 4 settimane, se persistono si entra nel PTSD. Attivazioni in emergenza - Rappresentano le immediate predisposizioni che dovranno essere attivate dai centri operativi. Attività addestrativa - La formazione degli operatori di protezione civile e della popolazione tramite corsi ed esercitazioni. Azimut - Angolo formato dal piano verticale passante per un astro con il piano meridiano del luogo d'osservazione.

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B Bacino idroelettrico - Lago sorto da una diga e utilizzato per produrre energia elettrica. Bacino idrografico (o imbrifero, o di raccolta) - Territorio delimitato da linee di spartiacque che raccoglie le acque di precipitazione facendole confluire in uno stesso corso d'acqua. Bacino montano - Tratto superiore del corso di fiumi e torrenti e dei loro affluenti. Bacino orografico - Porzione di superficie terrestre, per lo più alluvionale, compresa tra rilievi. Bailey - Ponte di rapida montatura, costituito di elementi metallici congiungibili in modo da formare una struttura prefabbricata, usato per attraversare fiumi o riaprire altre vie di comunicazione interrotte per diverse cause. Bioclastico - Del sedimento formato da resti organici (gusci, scheletri di animali, piante); anche, del processo di corrosione e disgregazione delle rocce ad opera di organismi animali o vegetali. Blackout - Interruzione, in genere imprevista e imposta dall'emergenza, nell'erogazione di energia elettrica; blocco di un impianto o di un servizio: blackout elettrico, blackout telefonico, blackout televisivo. Bocca di presa - Punto di utilizzo degli idranti stradali. Borro - Canalone torrentizio prodotto dallo scorrimento delle acque di superficie su una parete ripida; canale di scolo di una palude: canale che raccoglie le acque di scolo dei campi. Bradisismo - Innalzamento o abbassamento regolare e lento della crosta terrestre con conseguente modificazione della linea di costa. Briefing - Insieme di istruzioni che un gruppo di lavoro da ad altri collaboratori affidandoli degli incarichi ben precisi. Riunione di gruppo in cui un incaricato del gruppo da istruzioni e informazioni a diversi collaboratori. Bunker - Costruzione difensiva semi sotterranea in cemento armato con feritoie per sparare; lugo difeso con eccezionali misure di sicurezza. Burn-out - IL concetto di burn-out, letteralmente "bruciato", "scoppiato" indica una particolare forma di stress lavorativo tipica delle helping profession (professioni d'aiuto), è una risposta a una situazione lavorativa diventata intollerabile e si esprime con sintomi quali affaticamento, difficoltà di concentrazione, isolamento emotivo, ansia e depressione a cui si accompagnano disturbi del sonno, cefalee e malattie gastrointestinali. C. Maslach (1977) ha descritto il burn-out definendolo una sindrome di esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale. Bypass - Qualunque deviazione di un condotto o circuito principale che ne escluda un tratto; conduttura secondaria; deviazione stradale temporanea che permette di superare un tratto ostruito.

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C Cablaggio - Complesso dei cavi che collegano le varie parti di impianti o apparecchiature elettriche ed elettroniche; la loro messa in opera. Calamità - Evento naturale o legato ad azioni umane, nel quale tutte le strutture fondamentali della società sono distrutte o inagibili su un ampio tratto del territorio. Canadair® - Velivolo anfibio, bimotore, progettato e costruito dalla ditta Bombardier® per essere impiegato nella lotta agli incendi boschivi. Cancello - Punti obbligati di passaggio per ogni mezzo di soccorso, particolarmente se provenienti da territori confinanti, per la verifica dell'equipaggiamento e l'assegnazione della zona di operazione. Sono presidiati preferibilmente da uomini delle forze di Polizia (Municipale o dello Stato) eventualmente insieme ad operatori del sistema di soccorso sanitario, ma comunque in collegamento con le Centrali Operative 118 o le strutture di coordinamento della Protezione Civile attivate localmente (CCS, COM, COC). Cantiere - Area che costituisce l'unità elementare di intervento, individuata, a seconda dei casi, sulla base di criteri topografici o funzionali in modo da consentire una ottimale distribuzione delle squadre di soccorso. (Esempio: le macerie di uno stabile crollato, un troncone di fusoliera di un aeromobile precipitato, una carrozza ferroviaria di un convoglio deragliato, un piano di uno stabile incendiato, ecc.). Più cantieri possono essere raggruppati in un unico "settore". Capacità antincendio - Quantità di acqua disponibile al punto di presa sufficiente a far fronte alla necessità antincendio senza dover ricorrere a vasche di riserva. Catastrofe - Evento, non importa di quale entità e con quali conseguenze sia sulle persone che sulle cose, provocato vuoi da cause naturali che da azioni umane, nel quale però le strutture fondamentali della società rimangono nella quasi totalità intatte, efficienti ed agibili. Essa produce una improvvisa e grave sproporzione tra richieste di soccorso e risorse disponibili, destinata a perdurare nel tempo (oltre 12 ore). Catena dei soccorsi - Sequenza di dispositivi, funzionali e/o strutturali, che consentono la gestione del complesso delle vittime di una catastrofe ad effetto più o meno limitato. Consiste nell'identificazione, delimitazione e coordinamento di vari settori di intervento per il salvataggio delle vittime, l'allestimento di una Noria di salvataggio tra il luogo dell'evento ed il PMA e gli ospedali. Catena straordinaria dei soccorsi - Identica alla catena dei soccorsi resa maggiormente complessa dalle dimensioni dell'evento o da alcune caratteristiche ambientali particolari. Abitualmente si differenzia per l'interposizione di uno o più Centri Medici Di Evacuazione o CME, lungo la Noria di Evacuazione. Sinonimi o equivalenti funzionali dei CME sono gli Ospedali da Campo, le Navi Ospedale, le Unità Mobili Medico Chirurgiche. Centrale operativa 118 - Centrale Operativa del Servizio Urgenza ed Emergenza Medica - 118 (SUEM). CCS (Centro Coordinamento Soccorsi) - Rappresenta il massimo organo di coordinamento delle attività di Protezione Civile a livello provinciale. E' composto dai responsabili di tutte le strutture operative presenti sul territorio provinciale. I compiti del CCS consistono nell'individuazione delle strategie e delle operatività di intervento necessarie al superamento dell'emergenza attraverso il coordinamento dei COM.

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Centro operativo - In emergenza è l'organo di coordinamento delle strutture di Protezione Civile sul territorio colpito, ed è costituito da un'Area Strategia, nella quale afferiscono i soggetti preposti a prendere decisioni e da una Sala Operativa, strutturata in funzioni di supporto. La DI.COMA.C. esercita, sul luogo dell'evento, il coordinamento nazionale; il CCS gestisce gli interventi a livello provinciale attraverso il coordinamento dei COM che operano sul territorio di più comuni in supporto all'attività dei Sindaci; il COC, presieduto dal Sindaco, provvede alla direzione dei soccorsi e dell'assistenza della popolazione del comune. Ciclone - Spostamento di masse d'aria che convergono verso un punto di pressione minima. Vortice di masse d'aria accompagnato da piogge torrenziali; è detto anche uragano o tifone. CISD (Critical Incident Stress Debriefing) - un incontro strutturato che viene organizzato per il singolo o per un gruppo che ha vissuto un episodio altamente traumatico(generalmente dopo 48- 72 ore dall'evento); è un efficace processo psicologico e formativo che riduce lo stress traumatico. CISM (Critical Incident Stress Management) - Programma globale per l'attenuazione dello stress legato ad eventi traumatici sviluppato originariamente da Jeffrey Mitchell nel 1983 per arginare lo stress dei soccorritori nelle situazioni di emergenza. Comprende sette fasi: Istruzione prima dell'incidente; Demobilitation; Intervento durante la crisi; Defusing; Debriefing, CISD; Sostegno familiare; Sostegno sociale. CME (Centro Medico di Evacuazione) - Dispositivo strutturale di trattamento sanitario delle vittime che in genere viene attivato in caso di catastrofi coinvolgenti un territorio particolarmente esteso. E' localizzato lungo il percorso della Noria di Evacuazione per permettere di stabilizzare il trattamento dei feriti ed ottimizzare, su più ampia scala, l'utilizzazione delle risorse di trasporto sanitario e quelle di cura definitiva. Ad uno stesso CME possono afferire più PMA .E' sinonimo di Ospedale da Campo. COC (Centro Operativo Comunale) - Centro operativo a supporto del Sindaco per la direzione ed il coordinamento degli interventi di soccorso in emergenza. COM (Centro Operativo Misto) - Centro operativo che opera sul territorio di più comuni in supporto alle attività dei sindaci. CFD (Centro Funzionale Decentrato) - Centro operativo regionale che dal 1° Dicembre, emette i Bollettivni/Avvisi di Criticità Regionali Comburente - Di sostanza o di miscuglio di sostanze che rende possibile e durevole la combustione. Combustibile - Di sostanza che, per azione di un comburente, può bruciare sviluppando energia termica e luce. Combustione - Reazione tra un combustibile e un comburente con produzione di energia termica e luce: combustione del carbone, del legno, della benzina. Combustione lenta: quella che si verifica senza sviluppo di calore e di luce. Combustione spontanea: autocombustione. Incendio. Corrente ignea - Trasmissione di calore e/o dell'incendio da un fabbricato o da una parte dello stesso, ad un altro, per effetto dell'irraggiamento termico. Centro situazioni - Centro nazionale che raccoglie e valuta informazioni e notizie relative a qualsiasi evento che possa determinare l'attivazione di strutture operative di protezione civile. In situazioni di emergenza si attiva come Sala Operativa a livello nazionale. Commissario delegato - L'incaricato da parte del Consiglio dei Ministri per l'attuazione degli interventi di emergenza conseguenti alla dichiarazione dello stato di emergenza ( eventi di tipo "c" - art.2, L.225/92). Continuità amministrativa - Mantenimento delle attività amministrative fondamentali volto a garantire l'organizzazione sociale in situazioni di emergenza. Coordinamento operativo - Direzione unitaria delle risposte operative a livello nazionale, provinciale e comunale.

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Coping - IL concetto di coping è stato introdotto negli anni sessanta da R. Lazarus ed è riferito non solo alla capacità di risolvere i problemi, ma anche alla gestione delle proprie emozioni e dello stress; il coping è una strategia fondamentale per raggiungere il benessere, è un insieme di strategie mentali e comportamentali utili a fronteggiare una determinata situazione (individuo protagonista, parte attiva). Counseling - In una situazione di emergenza l'obiettivo principale del counseling psicologico è quello di diminuire la probabilità che, a seguito del disastro, possano insorgere disturbi a lungo termine quali il PTSD. Il primo aiuto emotivo deve servire ad affrontare le difficoltà della vita dopo il disastro e preparare le strategie per affrontare le difficoltà future. Il servizio di counseling viene offerto sia alle vittime, sia al personale di soccorso. Critical incident - Il Critical Incident è stato definito da Mitchell e Everly (1996) come qualunque situazione capace di esercitare sulla persona un impatto fortemente stressante tale da annientare i meccanismi di coping utilizzati di solito.

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D Defusing - E' una tecnica di intervento breve, di gruppo, che viene utilizzata entro alcune ore da un evento critico, è un processo di aiuto che serve a fornire ai superstiti sostegno, rassicurazione, informazione. Non è psicoterapia, ma un pronto soccorso emotivo che aiuta il gruppo a ritornare alla normalità. DICOMAC (Direzione di Comando e Controllo) - Rappresenta l'organo di coordinamento nazionale delle strutture di Protezione Civile nell'area colpita. Viene attivato dal Dipartimento della Protezione Civile in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza. Dipartimento di emergenza - Aggregazione funzionale di diverse Unità Operative ospedaliere, deputate alla gestione dei pazienti con patologie acute in grado di provocare una minaccia per la sopravvivenza. Spesso comprende la Centrale Operativa 118 ed il Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica. Può fornire uomini e mezzi per integrare le risorse dei servizi di soccorso medico, in particolare per quanto riguarda il Direttore dei Soccorsi Sanitari. Direttore al trasporto - Infermiere o operatore tecnico incaricato di gestire la movimentazione dei mezzi di trasporto sanitario in funzione delle priorità emerse durante le operazioni di triage. Si rapporta al Direttore del Triage. Direttore del triage - Medico, o in sua assenza, infermiere incaricato di coordinare le operazioni di triage sulle vittime a livello del PMA. Si rapporta al Direttore dei Soccorsi Sanitari. Disastro - Un evento concentrato nel tempo e nello spazio nel quale la società subisce perdite tali da ostacolare il normale svolgimento delle funzioni sociali essenziali (Fritz, 1961). I disastri rappresentano problemi di primaria importanza per la salute pubblica a causa delle morti, dei traumi, delle sofferenze che provocano (Lechat 1984, 1989). In base alla causa scatenante i disastri si suddividono in: disastri naturali (alluvione, terremoto, uragano, eruzione vulcanica…); disastri provocati dall'uomo; disatri tecnologici (fughe tossiche, inquinamento…); disastri conflittuali (atti terroristici …). Dispositivo di intervento - Complesso di risorse umane e materiali utilizzate globalmente per la risposta all'evento. DSM-IV - Diagnostic and statistical manual of mental disorder, American Psychiatric Association. Manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali, 1994. DSS (Direttore dei Soccorsi Sanitari) - Medico, appartenente ad una Unità Operativa afferente al Dipartimento di Emergenza (non necessariamente alla centrale operativa 118) con esperienza e formazione adeguata, presente in zona operazioni e responsabile della gestione in loco di tutto il dispositivo di intervento sanitario. Opera in collegamento con il Medico coordinatore della Centrale Operativa 118. Si coordina con il referente sul campo del soccorso tecnico (VVF) e con quello delle forze di Polizia.

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E Ecologia - Scienza che ha per oggetto di studio i rapporti intercorrenti tra gli esseri viventi e l'ambiente. Nel linguaggio odierno, indica anche, sia pure impropriamente, la necessità di difendere la natura, la sensibilità per i problemi dell'ambiente. Emergenza - Situazione critica non prevedibile, di grave pericolo e di grave rischio pubblico affrontata dalle autorità con misure straordinarie. EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) - Desensibilizzazione e Riabilitazione attraverso i Movimenti Oculari, terapia specifica per il trattamento dei disturbi da stress post- traumatico messa a punto nel 1987 da F. Shapiro. Empatia - Capacità di immedesimarsi in un'altra persona fino a coglierne i pensieri e gli stati d'animo. Endogeno - Che ha la sua genesi o che si sviluppa all'interno di qualcosa. Termine geologico o geografico: che ha origine o si trova nelle zone profonde della Terra; che ha origine internamente alla crosta terrestre ma produce effetti rilevabili in superficie. Forze endogene: quelle che causano i terremoti, i bradisismi, il vulcanismo, i movimenti orogenetici. Environment - Voce inglese: ambiente. Epicentro - Punto della superficie terrestre che si trova sulla verticale passante per l'ipocentro di un terremoto; estens. zona circostante maggiormente colpita. Equinozio - Ognuno dei due punti in cui l'eclittica interseca il piano dell'equatore celeste. Ognuno dei due momenti dell'anno in cui il Sole, nel suo moto apparente dell'eclittica, transita per tali punti e in cui su tutta la Terra la durata del giorno è uguale a quella della notte: 21 marzo è l'equinozio di primavera, il 23 settembre è l'equinozio d'autunno. Erosione - Sgretolamento della superficie terrestre emersa dovuta ad agenti fisici, disgregazione, corrosione. Azione abrasiva delle acque di scorrimento superficiale, come i fiumi e simili. Esogeno - Che ha origine all'esterno, che proviene da fuori. Di forze, fenomeni, agenti che operano o si verificano sulla superficie terrestre provocando trasformazioni chimiche, meccaniche. Esondazione - Il traboccare, lo straripare soprattutto dell'acqua dei fiumi o dei torrenti. Evento - Fenomeno di origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla popolazione, alle attività, alle strutture e infrastrutture, al territorio. Gli eventi, ai fini dell'attività di Protezione Civile, si distinguono in: a) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; b) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari (art.2, L.225/92). Evento atteso - Rappresenta l'evento, in tutte le sue caratteristiche (intensità, durata, ecc.) che la Comunità Scientifica si aspetta possa accadere in una certa porzione di territorio, entro un determinato periodo di tempo. Evento non prevedibile - L'avvicinarsi o il verificarsi di tali eventi non è preceduto da alcun fenomeno (indicatore di evento) che consenta la previsione. Evento prevedibile - Un evento si definisce prevedibile quando è preceduto da fenomeni precursori.

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Evento traumatico - La definizione di evento traumatico si basa sulla natura drammatica dello stesso, sulle modalità di interpretazione individuali e sulle modalità di risposta dell'individuo: non tutte le persone che sperimentano un evento tragico svilupperanno in futuro un PTSD. Il DSM-IV ha raggruppato gli eventi traumatici in: eventi accaduti direttamente alla persona; eventi accaduti in qualità di testimoni; eventi di cui si è venuti a conoscenza.

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F Fasi operative - L'insieme delle azioni di Protezione Civile centrali e periferiche da intraprendere prima (per i rischi prevedibili), durante e dopo l'evento; le attivazioni delle fasi precedenti all'evento sono legate ai livelli di allerta (attenzione, preallarme, allarme). FBI (Federal Bureau Investigation) - Agenzia investigativa degli Stati Uniti. FEMA (Federal Emergency Management Agency) - Agenzia federale per la gestione dell'emergenza, il principale ente del governo federale addetto alla gestione delle emergenze che interessano gli Stati Uniti in tempo di pace o di guerra. Fotogrammetria - Riproduzione della dimensione di una zona per mezzo di fotografie da diverse prospettive Fointerpretazione - Tecnica di interpretazione delle immagini fotografiche mediante speciali strumenti; è applicata soprattutto per scopi militari. Fronte dell'evento - Zona estesa, comprendente più aree anche non contigue, su cui si è manifestato l'evento. Funzione 2 - Funzione - Sanità umana, veterinaria ed assistenza sociale - attivata a livello di Centri di Coordinamento operativi in emergenza (DICOMAC, CCS, COM, COC). Funzioni di supporto - Costituiscono l'organizzazione delle risposte, distinte per settori di attività e di intervento, che occorre dare alle diverse esigenze operative. Per ogni funzione di supporto si individua un responsabile che, relativamente al proprio settore, in situazione ordinaria provvede all'aggiornamento dei dati e delle procedure, in emergenza coordina gli interventi dalla Sala Operativa.

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G Gateway - Nel linguaggio informatico, sistema telematico che consente ad un utente di connettere le proprie banche dati a una banca dati centrale. Gaussiano - Del matematico K.F.Gauss (1777-1855). Curva gaussiana: curva a forma di campana, detta anche curva degli errori o distribuzione normale; costituisce la più comune distribuzione di probabilità. Generatore - Apparecchio o macchina in grado di generare energia utilizzando energia di altra natura: generatore elettrico, di corrente, di suono, di segnali, di corrente alternata (alternatore), di corrente continua (dinamo), di vapore (caldaia). Geodesia - Scienza che studia la conformazione e le dimensioni del globo terrestre e ne cura la rappresentazione grafica. Geodinamica - Studio degli agenti naturali, esogeni ed endogeni, che modificano continuamente la crosta terrestre. Geofisica - Scienza che si occupa dei vari fenomeni fisici che si verificano sulla Terra e nell'atmosfera terrestre; è detta anche fisica terrestre. Geofotogrammetria - Studio geologico di una zona geografica per mezzo di fotografie prese dall'aereo e osservate mediante la tecnica della stereoscopia. Geoide - Solido ideale, la cui superficie risulta in ogni punto perpendicolare alla direzione della gravità; la sua forma corrisponde a quella che avrebbe la Terra se fosse priva di rilievi montuosi. Geologia - Scienza che studia l'origine, la morfologia, la costituzione della Terra e le trasformazioni in essa avvenute. Geomorfologia - Scienza che studia la forma della superficie terrestre in rapporto all'azione di forze esogene. Geomorfosi - Il cambiamento della forma e della disposizione interna di un organo vegetale determinata dalla forza di gravitazione terrestre. Geoscopio - Strumento ottico per l'ispezione della superficie terrestre da un aereomobile. Geosinclinale - Grande depressione del fondo marino, allungata e instabile, in vicinanza dei continenti, in cui si è avuta un'intensa sedimentazione; per deformazione e corrugamento da origine a una catena montuosa. Geotecnica - Studio delle caratteristiche del suolo e del sottosuolo soprattutto in funzione della possibilità di realizzare opere edilizie. GIS - Geographical Information System (Sistema Informativo Territoriale). Sistema che identifica le tecnologie informatiche per l'elaborazione di dati geografici. [vedi anche glossario GIS] Glaciologia - Settore della geofisica che studia i ghiacciai, la loro formazione e l'influenza che esercitano sul clima e sulla morfologia della superficie terrestre. Guardrail - Barriera metallica (o anche di cemento o altri materiali) di protezione e sicurezza, fornita di catarinfrangenti, posta ai bordi delle strade extraurbane.

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H Habitat - L'insieme dei caratteri ambientali, climatici, geologici, geografici che favoriscono l'insediamento di certe specie animali o vegetali; per estensione l'ambiente umano e sociale. Hacker - Pirata informatico. Appassionato di informatica, che usa la sua competenza soprattutto in modo improprio e illegale, introducendo anche virus capaci di danneggiare o distruggere la memoria del computer cui accede. Handicap - Svantaggio iniziale, specie rispetto alla concorrenza, in attività, imprese, aziende. Handicap tecnologico. Menomazione fisica o psicologica, difetto, disfunzione, malattia che comporta una invalidità più o meno grave, una condizione di inferiorità rispetto agli altri: portatore di handicap. Handout - Testo, appunti, ciclostilati diffusi in occasione di convegni, conferenze stampa per favorire la miglior comprensione di un intervento, di un annuncio. Hangar - Capannone per il ricovero di aeromobili. Aviorimessa. Hardware - La macchina, i componenti elettronici, i dispositivi, la struttura rigida di un elaboratore o di un personal computer (si contrappone al software). Hertz - Unità di misura della frequenza, simbolo Hz, corrispondente ad un ciclo al secondo. Hinterland - Regione alle spalle di un grande porto, dai cui traffici trae beneficio l'intera area. Territorio che economicamente, socialmente, culturalmente è collegato a una metropoli, a un centro di cui subisce l'influenza. Humus - Terreno molto fertile, contenente sostanze organiche formatesi in seguito alla decomposizione di esseri animali o vegetali.

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I Idrante antincendio - Attacco unificato, dotato di valvola di intercettazione ad apertura manuale, collegato a una rete idrica. Un idrante può essere a muro, a colonna soprasuolo oppure sottosuolo. Idraulica - Scienza che studia teoricamente e sperimentalmente i fenomeni inerenti al moto e all'equilibrio dei liquidi e in particolare dell'acqua. Idrocarburo - Composto costituente solo da carbonio e idrogeno, solido, liquido o gassoso, generalmente incolore e insolubile in acqua, usato come combustibile, carburante, solvente e come materia prima in numerose sintesi industriali. Idrodinamica - Ramo dell'idraulica che studia il moto dei liquidi e in particolare dell'acqua. Idrogeologia - Branca della geologia che studia le caratteristiche fisiche e chimiche delle acque profonde e di superficie in relazione ai fenomeni geologici. Idrografia - Branca della geografia fisica che studia l'origine e l'evoluzione delle acque superficiali delle terre emerse e la loro azione sul paesaggio terrestre: idrografia marina, idrografia fluviale, idrografia lacustre. Rappresentazione cartografica delle acque marine e terrestri. Idrologia - Scienza che studia le proprietà chimiche e fisiche delle acque. Idromeccanica - Settore della meccanica che studia i liquidi. Idroplano - Tipo di carena che sfrutta la reazione dell'acqua come sostentazione, riducendo, insieme con l'immersione, la resistenza al moto / alette idroplano: superfici alari immerse, grazie alle quali lo scafo riceve una spinta verticale. Qualsiasi imbarcazione dotata di carena o alette del tipo suddetto che le consentono di sollevarsi sulla superficie dell'acqua. Idropneumatico - Dispositivo o congegno messo in azione dal contatto tra due fluidi, uno dei quali liquido, l'altro aeriforme. Idrorepellente - Che non assorbe acqua o che conferisce tale caratteristica. Idrofugo. Idrovia - Seguito di corsi d'acqua, bacini, opportunamente collegati e predisposti per la navigazione. Idrovolante - Velivolo a motore capace di decollare e ammarare sull'acqua grazie ad appositi galleggianti e alla forma a carena della fusoliera. Idrovora - Macchina atta a sollevare e aspirare acqua grazie a un sistema di pompe, usata, tra l'altro, nelle opere di bonifica. Incidente maggiore - Incidente che coinvolge un numero elevato di vittime in uno spazio confinato, con infrastrutture circostanti conservate. Sinonimo di Catastrofe ad effetto limitato. Indicatore di evento - L'insieme dei fenomeni precursori e dei dati di monitoraggio che permettono di prevedere il possibile verificarsi di un evento. Infiltrazione - Lenta e costante penetrazione di un fluido attraverso un mezzo permeabile. Acque d'infiltrazione: acque presenti nel sottosuolo , che provengono dalla superficie attraverso strati permeabili. Informatica - Scienza applicata che studia le modalità di raccolta, di trattamento e di trasmissione delle informazioni mediante elaboratori elettronici. Infrastruttura - Impianti che costituiscono la base indispensabile per l'abitabilità di un luogo; in particolare l'insieme dei servizi pubblici (rete stradale o ferroviaria, scuole, acquedotti. Infrastrutture urbane. Inondazione - Afflusso strabocchevole di acqua in un luogo, dovuto a straripamento di corsi d'acqua o a intenzionale allagamento. Alluvione, piena.

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Inquinamento - Alterazione e contaminazione di un ambiente, di una sostanza, indotte da cause esterne, specialmente dall'opera dell'uomo: inquinamento atmosferico, delle acque, del suolo. Inquinamento acustico: eccessiva rumorosità che danneggia l'udito. Inquinamento radioattivo: diffusione di radiazioni dovuta a esplosioni o a guasti di impianti nucleari. Ipocentro - In geofisica, punto all'interno della crosta terrestre in cui ha origine un terremoto. Ipogeo - Sotterraneo. Essere vivente che vive anche solo periodicamente sotto terra o in caverne o nel terreno. Di vano o ambiente che si trova sotto terra. Irraggiamento - Trasmissione del calore prodotto da un incendio nell'ambiente circostante. Isobara - In geofisica e cartografia, linea che unisce tutti i punti a quota prefissata aventi in un dato momento uguale pressione atmosferica. Isotopo - Riferito ad atomi di un elemento che hanno lo stesso numero atomico ma diverso numero di massa atomica; occupano lo stesso posto nel sistema periodico degli elementi. Isotopo radioattivo. Isostatico - Che presenta sollecitazioni statiche di uguale valore. Nella scienza delle costruzioni, che possiede i vincoli necessari a garantire l'equilibrio.

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J Jeep - Camionetta fuoristrada molto solida e resistente, a quattro ruote motrici, adatta a percorsi su terreni difficili e impervi.

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K Kelvin - Unità di misura della temperatura; è pari a 1 grado centigrado ma il suo zero è - 273,14 gradi, cioè lo zero assoluto. Dal nome del fisico irlandese W.Thomson (1824-1907), noto come lord Kelvin.

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L Lineamenti della pianificazione - (Parte B del Piano secondo il Metodo Augustus): individuano gli obiettivi da conseguire per dare una adeguata risposta di protezione civile ad una qualsiasi situazione di emergenza e le competenze dei soggetti che vi partecipano. Livelli di allerta - Scandiscono i momenti che precedono il possibile verificarsi di un evento e sono legati alla valutazione di alcuni fenomeni precursori o, in alcuni casi, a valori soglia. Vengono stabiliti dalla Comunità scientifica. Ad essi corrispondono delle fasi operative. Livello di allerta centrale 118 - E' lo stato di allertamento della Centrale Operativa 118. Il livello di allarme è lo stato di attivazione delle risorse aggiuntive rispetto a quelle ordinarie. Si possono distinguere 4 livelli di allerta: - Livello 0: è il normale livello di funzionamento della Centrale Operativa; sono attivate le risorse ordinarie e si utilizzano le normali procedure di gestione. - Livello 1: il livello viene attivato quando sono in corso situazioni di rischio prevedibili, quali gare automobilistiche, concerti, manifestazioni sportive, manifestazioni con notevole affluenza. E' attivato in loco un dispositivo di assistenza, dimensionato sulla base delle esigenze ed in adesione a quanto previsto da specifici piani di intervento. La Centrale Operativa dispone di tutte le informazioni relative al dispositivo, monitorizza l'evento ed è in grado di coordinare l'intervento. - Livello 2: Viene attivato quando vi è la possibilità che si verifichino eventi preceduti da fenomeni precursori, quali ad esempio allagamenti, frane, ecc. Le risorse aggiuntive vengono messe in preallarme, in modo che possano essere pronte a muovere entro 15 minuti dall'eventuale allarme. Il Medico coordinatore della Centrale Operativa può disporre eventualmente l'invio di mezzi sul posto per monitoraggio o per assistenza preventiva. - Livello 3: Viene attivato quando è presente una situazione di maxiemergenza. Il Dispositivo di Intervento più appropriato viene inviato sul posto e vengono attivate le procedure per la richiesta ed il coordinamento di risorse aggiuntive anche sovraterritoriali.

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M Magma - Massa costituita da silicati completamente o parzialmente allo stato fuso e a temperatura elevatissima, situata nelle zone profonde della crosta terrestre; se si solidifica all'interno della Terra genera le rocce intrusive, se si solidifica sulla superficie terrestre genera invece le rocce effusive. [vedi anche glossario Vulcanologia] Magnete - Corpo in grado di generare, in forma permanente o temporanea, un campo magnetico. Calamita. Magnete d'accensione: generatore di corrente elettrica alternata usato per alimentare il circuito di accensione di un motore a combustione. Magnete volano: sui motori dei motocicli, quello che, oltre a regolarizzare il moto, fornisce la tensione per la scintilla di avvio e per le esigenze elettriche dell'impianto. Magnitudo - Grandezza introdotta in sismologia per classificare in modo oggettivo la potenza distruttrice di un terremoto esprimendola in funzione dell'accelerazione massima delle onde sismiche. Mappa - Rappresentazione grafica in dettaglio di una zona di terreno; carta topografica, pianta, carta geografica. Mappa catastale: quella in cui sono riportati i confini delle proprietà fondiarie e il valore fiscale delle stesse proprietà. Fogli di mappa: quelli che riproducono le piantine degli immobili registrati al catasto. Descrizione dettagliata di una determinata realtà in seguito a minute ricerche. Mareografo - Strumento atto alla registrazione delle variazioni del livello del mare in rapporto alle maree. Mass media - L'insieme dei mezzi di comunicazione e di divulgazione (televisione, cinema, radio, giornali, manifesti) che informano il vasto pubblico. Mezzi di comunicazione di massa: il condizionamento dei mass media. Maxwell - Unità di misura, simbolo Mx, del flusso magnetico nel sistema CGS. J.C.Maxwell 1831- 1879. Mayday - In radiotelefonia, segnale internazionale con cui si chiede soccorso, equivalente al SOS in telegrafia; richiesta di assistenza. Metal detector - Rilevatore di metalli. Particolare congegno elettromagnetico usato in alcuni luoghi pubblici (aeroporti, banche, tribunali) per segnalare gli oggetti metallici nascosti nelle valigie, borse o su persone. Metamorfismo - L'insieme dei mutamenti di minerali e rocce causati da azioni chimiche, dal calore e dalla pressione. Meteorologia - Scienza che ha per oggetto di studio l'atmosfera terrestre e i fenomeni ad essa legati. Modello di intervento - (Parte C del Piano secondo il Metodo Augustus): consiste nell'assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del costante scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di Protezione Civile, nell'utilizzazione delle risorse in maniera razionale. Rappresenta il coordinamento di tutti i centri operativi dislocati sul territorio. Modello integrato - E' l'individuazione preventiva sul territorio dei centri operativi e delle aree di emergenza e la relativa rappresentazione su cartografia e/o immagini fotografiche e/o da satellite. Per ogni centro operativo i dati relativi all'area amministrativa di pertinenza, alla sede, ai responsabili del centro e delle funzioni di supporto sono riportati in banche dati. Modem - Nella tecnica delle telecomunicazioni, dispositivo che converte i segnali digitali di un computer in segnali atti a essere trasmessi su una normale linea telefonica e viceversa.

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Modulistica - Schede tecniche, su carta, e su supporto informatico, finalizzate alla raccolta e all'organizzazione dei dati per le attività addestrative, di pianificazione e di gestione delle emergenze. Monitoring - Reazione psicologica in cui la concentrazione e l'attenzione sono precise e portano ad atti concreti (necessaria ai soccorritori), l'attenzione è focalizzata verso l'esterno e le emozioni vengono accantonate. (Miller, 1980) Multiprocessing - Modo di funzionamento contemporaneo di più unità su parti diverse di uno stesso processo di elaborazione.

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N Naspo - Attrezzatura antincendio costituita da una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida collegata ad un'estremità, in modo permanente, con una rete di alimentazione idrica in pressione e terminante dall'altra estremità con una lancia erogatrice. Naufragio - Disastro marittimo che si verifica quando per un qualsiasi motivo una nave affonda o va completamente distrutta, riducendosi a relitto. Affondamento. Network - Rete di stazioni emittenti radiotelevisive che operano in collaborazione tra loro; in Italia indica per lo più le reti radiotelevisive private. Noria di evacuazione - Movimento delle ambulanze e degli altri mezzi di trasporto sanitario dal PMA agli ospedali e viceversa al fine dell'ospedalizzazione delle vittime. Noria di salvataggio - Insieme delle operazioni effettuate da personale tecnico, anche sanitario, volte al trasporto di feriti dal luogo dell'evento al PMA e viceversa. Nosocomio - In usi letterari o burocratici, ospedale (es. “disporre il ricovero presso il nosocomio provinciale”). Nucleare - Che riguarda il nucleo dell'atomo. Chimica nucleare:settore della chimica che si occupa dello studio della struttura del nucleo atomico e delle sue trasformazioni.Fisica nucleare: settore della fisica che si occupa del nucleo dell'atomo. Energia nucleare: l'energia liberata dalle reazioni di fusione e fissione del nucleo atomico (sommergibili, navi a energia nucleare). Che produce, usa e sviluppa energia nucleare: centrale, impianto nucleare; armi nucleari, esperimento nucleare. Nursing - La professione di infermiere e l'assistenza prestata da chi è abilitato a svolgere tale professione. Nylon - Denominazione commerciale, che costituisce marchio registrato, di una fibra sintetica e del tessuto che se ne ricava, di largo impiego, nell'industria: calze, corda di nylon.

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O Orogenesi - Insieme dei processi che determinano la formazione delle catene montuose e dei rilievi. Orografia - Settore della geografia che studia i rilievi del terreno (colline, montagne, sistemi montuosi). Insieme di rilievi montuosi in una determinata zona terrestre e, anche, la relativa descrizione e rappresentazione cartografica. Osmosi inversa - Principio fisico di desalinizzazione dell'acqua, che permette, in particolari impianti di potabilizzazione, di ridurre composti inquinanti quali nitrati e cromo. Ospedale - Istituto pubblico o privato destinato all'assistenza sanitaria, nel quale si provvede al ricovero e alla cura dei malati: ospedale civile, ospedale militare, ospedale psichiatrico. Ospedali da campo - Dispositivi di intervento composti da uomini e mezzi in grado di assicurare alle vittime della catastrofe un livello di cure intermedio tra il primo soccorso ed il trattamento definitivo. Offrono la possibilità di effettuare interventi chirurgici di urgenza, assistenza intensiva protratta per più ore e degenza di osservazione clinica. Sono sinonimi di Centro Medico di Evacuazione. Osservatorio - Costruzione, luogo attrezzato per l'osservazione a distanza, di tipo scientifico o militare: osservatorio astronomico, astrofisico, meteorologico. Posizione privilegiata, istituzione apposita per l'osservazione di fenomeni di vario tipo: osservatorio dei prezzi, dei comportamenti umani.

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P Pack - Insieme di grandi lastre di ghiaccio che si sono staccate dalla banchisa polare e che galleggiano sul mare. Palificazione - Insieme dei pali, lignei o di altro materiale, che sostengono le fondamenta di un edificio o di altra costruzione. Palificata. Operazione consistente nella posa di pali. Insieme dei pali che sostengono linee telefoniche o elettriche sospese. Panico - Episodio acuto d'ansia caratterizzato da tensione emotiva e terrore intollerabile che ostacola un'adeguata organizzazione del pensiero e dell'azione (U.Galimberti, 2000). Il panico di massa è un comportamento collettivo autodistruttivo che si sviluppa in casi eccezionali con ansietà diffusa, mancanza di leadership, confusione e percezione di rimanere intrappolati. (Santoianni, 1996) Paraffina - Miscela di idrocarburi saturi, costituente una sostanza bianca, grassa e solida, combustibile, presente nei peteroli grezzi, negli oli di scisto e nel catrame di lignite bituminosa; viene utilizzata nella produzione di candele, fiammiferi e detersivi, in cosmetica, per l'apprettatura dei tessuti, per la preparazione di cere da scarpe. Prova del guanto di paraffina: mezzo di accertamento usato dalla polizia per rilevare eventuali tracce di polvere da sparo sulle mani degli indiziati. Olio di paraffina: miscela di idrocarburi liquida e oleosa, utilizzata come lubrificante, riscaldante e per la preparazione di unguenti e vaseline. Ogni idrocarburo saturo della serie del metano; deve il suo nome alla scarsa reattività ai comuni reagenti chimici. Paravalanghe - Struttura di sostegno o galleria artificiale che serve a proteggere strade o ferrovie da valanghe o slavine. Parte generale - Parte A del Piano secondo il Metodo Augustus. E' la raccolta di tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e ai rischi che incombono su di esso, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari. Password - Serie di caratteri alfanumerici che costituisce la parola d'ordine, il codice di accesso ai programmi di un computer. PCSS (Posto Comando di Soccorso Sanitario) - Struttura mobile che consente al Direttore dei Soccorsi sanitari di coordinare l'attività del dispositivo di intervento e di mantenere i contatti con la Centrale Operativa 118. Pericolosità (H) - Capacità o possibilità di costituire un pericolo, di provocare una situazione o un evento di una determinata intensità (I), indesiderato o temibile. Pianificazione d'emergenza - L'attività di pianificazione consiste nell'elaborazione coordinata delle procedure operative d'intervento da attuarsi nel caso si verifichi l'evento atteso contemplato in un apposito scenario. I piani di emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione. Pick-up - Camioncino, perlopiù fuoristrada, con cassone scoperto, sponde laterali fisse e posteriore ribaltabile, per il trasporto leggero e rapido. Piena - Aumento della portata di un corso d'acqua rispetto alla media annuale, dovuto alle piogge abbondanti o al discioglimento delle nevi e dei ghiacciai. Inondazione, alluvione. Piezometrico - Relativo alla pressione in un punto generico di una massa fluida: carico, pozzo piezometrico, linea, pendenza, torre piezometrica. Altezza, colonna, quota piezometrica, altezza che una colonna liquida dovrebbe raggiungere per esercitare, in condizione di stasi, una pressione pari a quella esistente nel punto del fluido considerato. Plutonio - Elemento chimico transuranico (simbolo Pu), chimicamente molto affine all'uranio, prodotto nei reattori nucleari; particolarmente adatto come materiale fissile, viene usato nelle armi termonucleari e come combustibile per i reattori nucleari.

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PMA (Posto Medico Avanzato) - Dispositivo funzionale di selezione e trattamento sanitario delle vittime, localizzato ai margini esterni dell'area di sicurezza o in una zona centrale rispetto al fronte dell'evento. Può essere sia una struttura (tende, containers), sia un'area funzionalmente deputata al compito di radunare le vittime, concentrare le risorse di primo trattamento e organizzare l'evacuazione sanitaria dei feriti. Poliammide - Polimero la cui molecola contiene gruppi ammidici, impiegato, per la sua elasticità, intaccabilità e resistenza, nella fabbricazione di fibre sintetiche speciali, come quelle usate per tute antincendio, giubbotti antiproiettile, elmetti. La più nota è il nylon. Poliuretano - Materia plastica ottenuta per poliaddizione di isocianati con alcoli polivalenti che, per la sua resistenza agli agenti esogeni e le sue buone qualità fisiche chimiche, viene usata nella fabbricazione di vernici, adesivi o rivestimenti protettivi. Poliuretano espanso: solido a struttura spugnosa, usato come isolante termico o acustico e per gli imballaggi; più comunemente è detto polistirolo espanso. Pollution - Termine inglese: inquinamento. Pompa - Apparecchiatura utilizzata per sollevare o trasferire fluidi. Pompa centrifuga - Particolare tipo di pompa presente sui mezzi di soccorso che consente di erogare acqua aumentando notevolmente la pressione tra il punto di presa e il punto di utilizzo. Portata - Quantità di liquido che attraversa una sezione nell'unità di tempo. Potere di ordinanza – Il potere del Commissario delegato, in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza, di agire anche a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico. Pressione - Grandezza fisica normalmente individuata per stabilire il dislivello che può superare una certa quantità di acqua. Prevalenza - Dislivello tra il pelo dell'acqua di aspirazione e quello di mandata. Prevenzione - Tutela nei confronti di qualcosa di dannoso attraverso opportuni accorgimenti: prevenzione delle malattie, della tossicodipendenza; norme per la prevenzione degli infortuni. Il complesso delle misure di protezione adottate nei confronti di calamità naturali o antropiche. Previsione - Ipotesi di ciò che accadrà in futuro fondata su indizi e segnali attuali. Previsione meteorologica. Procedure operative - L'insieme delle attivazioni-azioni, organizzate in sequenza logica e temporale, che si effettuano nella gestione di un'emergenza. Sono stabilite nella pianificazione e sono distinte per tipologia di rischio. Programmazione - Organizzazione di un'attività secondo una definizione dei propri intendimenti in ordine all'attività medesima.. Programmazione economica: strumento impiegato dall'autorità pubblica per orientare l'attività economica in un settore, in una regione o in uno stato, in funzione di predeterminati obiettivi economici e sociali. In Protezione Civile l'attività di programmazione è afferente alla fase di previsione dell'evento, intesa come conoscenza tecnico scientifica dei rischi che insistono sul territorio, nonchè alla fase della prevenzione intesa come attività destinata alla mitigazione dei rischi stessi. Il risultato dell'attività di programmazione sono i programmi di previsione e prevenzione che costituiscono il presupposto per la pianificazione d'emergenza. Protezione civile - L'apparato amministrativo e l'attività che esso svolge per la prevenzione e il soccorso delle popolazioni colpite da calamità naturali o da altre catastrofi. Psicologia dell'emergenza - La Psicologia dell'Emergenza o "Psychology in action" si occupa dello studio, della prevenzione, del trattamento dei processi psichici, dei comportamenti, delle emozioni che si manifestano prima, durante e dopo un evento drammatico che colpisce il singolo individuo, ma anche l'intera comunità, con particolare attenzione alla formazione psicologica e al sostegno psicologico del personale di soccorso.

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Psicologi per i popoli - Associazione di volontariato, presente in Italia dal 1999 che si propone di testimoniare in Italia e all'estero, con azioni e strumenti della psicologia, la solidarietà nei confronti di singoli o gruppi in grave stato di bisogno per calamità. L'Associazione è attiva nelle seguenti aree: area delle emergenze nazionali e della protezione civile (interventi psicologici in emergenza, al singolo e alla comunità, sostegno e formazione ai soccorritori); area delle emergenze internazionali e della cooperazione (progetti di intervento all'estero, sostegno agli operatori umanitari); area della multiculturalità, dei diritti umani e della pace. Psicosi delle catastrofi - Panico, forte paura, di carattere collettivo, conseguente al manifestarsi di eventi calamitosi. (sensibilizzazione e mediazione). Psicosomatica - La medicina psicosomatica guarda all'uomo come un tutto unitario, dove la malattia si manifesta a livello organico come sintomo e a livello psicologico come disagio: lo stress genera la disfunzione dell'organo causando la lesione che a sua volta causa la malattia. (U. Galimberti, 2000) PTSD (Post-Traumatic Stress Disorder) - Disturbo che può manifestarsi in seguito ad un evento particolarmente grave come una situazione in cui si è rischiato di morire o di rimanere feriti in modo grave, oppure questi eventi sono capitati a persone di famiglia. La sintomatologia comprende: sintomi intrusivi (l'episodio traumatico tende ad essere rivissuto); sintomi di evitamento (la persona tende ad evitare luoghi e pensieri che ricordano l'accaduto); sintomi di aumentata attivazione (difficoltà ad addormentarsi, reazioni esagerate di allarme…). Per il DSM-IV si può parlare correttamente di PTSD se la durata dei disturbi supera il mese e se creano un disagio clinicamente significativo con menomazione del funzionamento sociale e lavorativo.

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Q Qualificazione - Caratterizzazione in base a precise qualità; in particolare conseguimento di requisiti, attribuzione di titoli, che rivelano o riconoscono in qualcuno una speciale qualità, una specializzazione professionale, una qualifica.: conseguire una buona qualifica; mancanza di qualifica. Corsi di qualifica professionale: per la preparazione tecnica dei lavoratori che opereranno in uno specifico settore. Quanto - Valore minimo, finito e indivisibile, di grandezze variabili solo in modo discontinuo, secondo i propri multipli: quanto di energia. Teoria dei quanti: la teoria formulata da M.Planck secondo cui le grandezze fisiche possono assumere un numero discreto di valori. Quanto di luce: il fotone. Quark - Nella fisica delle particelle elementari, costituente primo degli androni, mai osservato singolarmente, la cui carica è una frazione della carica elementare. Quarzo - Minerale molto diffuso costituito da biossido di silicio, presente in natura sia come cristallo allo stato puro, incolore e trasparente (cristallo di roccia), sia in diverse aggregazioni di varia colorazione causata dalla presenza di impurità (quarzo rosa, affumicato, ametista, rubino). Il quarzo è uno dei componenti essenziali di molte rocce eruttive, metamorfiche e sedimentarie; viene largamente utilizzato per la fabbricazione del vetro, dei materiali refrattari e degli abrasivi; trova largo impiego nell'industria elettrotecnica e radiotecnica e, per le sue proprietà piezoelettriche, in orologeria.

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R Radar - Radio detection and ranging: voce inglese "rilevamento e localizzazione (per mezzo di) onde radio. Strumento radio usato per localizzare oggetti mobili o fissi, basato sulla proprietà di emettere radioonde e di riceverle dopo che sono state riflesse dall'oggetto ricercato. Radar nautico: utilizzato dalle navi per la navigazione notturna o in casi di scarsa visibilità per evitare collisioni. Radar ottico: che impiega un fascio di raggi laser. Radarmeteorologia - Utilizzazione di apparecchiature radar per rilievi e misurazioni meteorologiche. Radiazione - Emissione e propagazione di energia sotto forma di onde elettromagnetiche o di particelle che si propagano lungo traiettorie ad andamento rettilineo; l'insieme degli elementi irradiati: radiazioni nucleari, radiazioni alfa, radiazioni beta, radiazioni gamma, radiazioni elettromagnetiche, radiazioni luminose, rad. termiche, rad. sonore, rad. solari, rad. cosmiche. Radiazione ionizzante : quella di energia sufficiente a ionizzare la materia che attraversa. Radioattività - Emissione di radiazioni da parte dei nuclei atomici; proprietà di alcune sostanze di emettere radiazioni; nel linguaggio comune la quantità di radiazioni presente nell'aria, nell'acqua e in generale in un corpo che ha subito contaminazione radioattiva. Radiocollegamento - Collegamento tra due punti distanti per mezzo di onde radio, detto anche collegamento radio. Radiocomunicazione - Sistema di comunicazione a distanza per mezzo di onde hertziane o radioonde. Radiometro - Strumento per il rilevamento di radiazioni, in particolare di microonde. Radiomicrofono - Microfono collegato con una radiotrasmittente tascabile che permette di evitare l'usio del cavo di collegamento. Radiomobile - Veicolo dotato di una radio ricetrasmittente. Autoradio. Reparto radiomobile della Polizia. Radioonda - Onda elettromagnetica con frequenza compresa fra 10 Kilohertz e 300 Megahertz usata per le radiotrasmissioni. Radon - Elemento chimico radioattivo dal simbolo Rn, appartenente al gruppo dei gas nobili; si forma per disintegrazione del radio e trova applicazione in medicina. Raz - Corrente marina particolarmente violenta che si forma negli stretti o è causata dalla marea. Ondata che si alza all'improvviso in mare aperto risultando particolarmente pericolosa per le picccole imbarcazioni. Real time - Simultaneità con cui i dati immessi nel computer vengono immediatamente elaborati; in tempo reale. Relazione d'aiuto - La relazione d'aiuto si ha quando vi è un incontro tra due persone, di cui una si trovi in una condizione di sofferenza, disabilità e bisognosa d'aiuto ed un'altra invece dotata di un grado superiore di adattamento, abilità e che può offrire l'aiuto richiesto (R. Mucchielli, 1996) Reporter - Nel giornalismo, inviato speciale di un giornale o di un'emittente radiotelevisiva che effettua un servizio su un avvenimento di particolare importanza, per esempio di un evento calamitoso. Resilienza - Capacità umana di affrontare gli avvenimenti dolorosi e rinascere dalle situazioni dolorose. Ogni persona possiede la resilienza: non è solo la capacità di resistere al dramma, non solo la sopravvivenza a tutti i costi, ma anche la capacità di usare l'esperienza del contatto con l'avvenimento traumatico per costruire il futuro.

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Rischio - Possibilità che si verichi un fatto negativo, un danno, che qualcosa non abbia l'esito voluto. Pericolo, repentaglio. Nella matematica attuariale, scarto tra la possibilità di verificarsi di un certo evento e la frequenza con cui l'evento si verifica. Rischio (R): è il valore atteso delle perdite umane, dei feriti, dei danni alle proprietà e delle perturbazioni alle attività economiche dovuti al verificarsi di un particolare fenomeno di una data intensità. Il rischio totale è associato ad un particolare elemento a rischio E e ad una data intensità I è il prodotto: R(E;I) = H(I) V (I;E) W (E). Gli eventi che determinano i rischi si suddividono in prevedibili (idrogeologico, vulcanico) e non prevedibili (sismico, chimico industriale, incendi boschivi). Risposta operativa - L'insieme delle attività di protezione civile in risposta a situazioni di emergenza determinate dall'avvicinarsi o dal verificarsi di un evento calamitoso. Ruspa - Macchina escavatrice, collegata a un trattore o montata su di esso, dotata di benna o di pala dentata, che la rende atta allo spianamento del terreno e al trasporto del materiale.

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S Safety - Cercar scampo nella fuga. Sicurezza, salvezza. Dispositivo di sicurezza. Safety engineer - Responsabile della sicurezza sul lavoro. Salvataggio - Operazione di soccorso a persone, animali o cose, in occasione di incidenti, naufragi o disastri naturali. Salvavita - Che può salvare dalla morte. Cani sottoposti a uno speciale addestramento per la ricerca di persone ancora vive tra le macerie di edifici crollati. Denominazione commerciale, che costituisce marchio registrato, di un dispositivo automatico di sicurezza applicato agli impianti elettrici; è in grado di interrompere istantaneamente l'erogazione di energia in caso di pericolo. Sala operativa - Area del Centro Operativo, organizzata in funzioni di supporto, da cui partono tutte le operazioni di intervento, soccorso e assistenza nel territorio colpito dall'evento secondo quanto deciso nell'Area Strategia. Salvaguardia - L'insieme delle misure volte a tutelare l'incolumità della popolazione, la continuità del sistema produttivo e la conservazione dei beni culturali. Saturo - Che ha raggiunto il punto di saturazione; in particolare di soluzione che ha raggiunto il massimo grado di concentrazione; di composto organico in cui gli atomi di carbonio sono uniti agli atomi con un solo legame; di vapore quando è in equilibrio con la fase liquida. Che contenere altro; che è eccessivamente pieno di qualche cosa. Impregnato, pieno, carico: terreno saturo d'acqua; stanza satura di fumo; aria satura di umidità. Atmosfera , ambiente saturo di elettricità. Setting - Termine impiegato per indicare un contesto preciso, un'area spazio-temporale vincolata da regole, ove avviene un determinato processo. Scenario dell'evento atteso - Valutazione preventiva del danno a persone e cose che si avrebbe al verificarsi dell'evento atteso. Sicurezza - Prevenzione, eliminazione parziale o totale dei danni, pericoli, rischi; condizione di essere al sicuro: osservare le norme di sicurezza stradale; dare garanzie di sicurezza. Sicurezza pubblica: tutela dell'ordine pubblico e dei diritti dei cittadini. Sifonamento - Complesso delle opere idrauliche poste in atto per incanalare l'acqua nel sottosuolo di una città. Infiltrazione d'acqua alla base di una costruzione o di un terrapieno, che può causare frane o smottamenti. SIPEM - Società Italiana di Psicologia dell'Emergenza che si occupa di studio, ricerca e formazione con particolare riguardo alla psicologia dell'emergenza, promuovendo interventi in situazioni straordinarie di calamità naturale e sociali. Sistema di comando e controllo - Sistema per esercitare la direzione unitaria dei servizi di emergenza a livello nazionale, provinciale e comunale e si caratterizza con i seguenti centri operativi: DI.COMA.C., C.C.S., C.O.M. e C.O.C. Smottamento - Scivolamento verso il basso di terreni imbevuti d'acqua. Smossa, cedimento, frana: zona soggetta a smottamenti. Soglia - Valore del/i parametro/i monitorato/i al raggiungimento del quale scatta un livello di allerta. Salto di livello in un terreno, provocato da fenomeni di erosione. Soglia glaciale: forte dislivello dovuto a erosione glaciale, situato fra una valle secondaria e una principale. Solstizio - Ciascuno dei due momenti dell'anno, corrispondenti a due punti sull'eclittica, in cui il sole si trova alla massima distanza dall'equatore celeste. Solstizio d'inverno, 21 dicembre; solstizio d'estate, il 21 giugno. Squadre di soccorso - Unità comprendenti operatori sanitari che provvedono alla gestione delle vittime sul luogo dell'evento ed al loro trasporto fino al Posto Medico Avanzato.

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Squadre sanitarie - Unità comprendenti personale sanitario e mezzi che operano all'interno del Posto Medico Avanzato e seguono il paziente fino al suo ricovero in ospedale. Stato di calamità - Prevede il ristoro dei danni causati da qualsiasi tipo di evento, alle attività produttive e commerciali. Stato di emergenza - Al verificarsi di eventi di tipo "c" (art.2, L.225/92) il Consiglio dei Ministri delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale. Tale stato prevede la nomina di un Commissario delegato con potere di ordinanza. Straripamento - Riferito a fiumi, atto di traboccare oltre le rive o gli argini. Tracimazione, alluvione, inondazione. Stress - Termine usato per la prima volta da Hans Selye nel 1936 e definito come la reazione aspecifica dell'organismo ad ogni richiesta che proviene dall'ambiente esterno o interno all'individuo e ne richiede un adattamento. La richiesta comprende gli stimoli definiti agenti stressanti quali stimoli fisici e stimoli emozionali. La reazione difensiva e adattiva chiamata Sindrome Generale di Adattamento (General Adaptation Syndrome) è caratterizzata da 3 fasi: fase di allarme, il corpo mobilita energie per difendersi dallo stimolo stressante; fase di resistenza, l'organismo si organizza in senso difensivo; fase di esaurimento, avviene il crollo e l'incapacità di adattarsi ulteriormente. (H. Selye, 1976) Stress psicologico - La reazione di stress dipende sia dai diversi fattori di personalità, che dalla valutazione cognitiva di attribuzione di significato allo stimolo. Se lo stimolo è considerato pericoloso si produce un'attivazione emozionale con conseguenti risposte somatiche e psichiche. (Lazarus, 1966) Stress del soccorritore - Tra le fonti di stress legate all'opera di soccorso in calamità troviamo: l'urgenza; l'esposizione a pericoli fisici imprevedibili, condizioni atmosferiche; difficoltà di comunicazione, ambiguità del proprio ruolo; turni di lavoro lunghi, mancanza di adeguate sistemazioni; inefficacia dei mezzi, scarsità di risorse; eccessiva identificazione con le vittime; l'incontro con la morte, la sofferenza; l' incontro con la morte di bambini; l'eventuale ostilità della comunità colpita. Le reazioni di stress negli operatori che intervengono in calamità sono normali e vanno messe in conto. (H. Young, 2002) Strutture effimere - Edifici presso i quali di regola si svolgono attività ordinarie (scuole, palestre, ecc.) mentre in emergenza diventano sede di centri operativi.

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T Task force - Formazione navale in grado di compiere azioni belliche in piena autonomia operativa; unità militare o di polizia preparata a intervenire in situazioni d'emergenza. Gruppo di esperti e tecnici costituito per prendere decisioni di tipo operativo in campo economico, industriale e politico. Telerilevamento - Misurazione a distanza dell'energia elettromagnetica emessa dagli oggetti. Analisi della configurazione della superficie terrestre o della situazione meteorologica, compiuta per mezzo di particolari satelliti. Tracimazione - Straripamento di corsi e masse d'acqua: tracimazione del fiume in piena. Trauma - IL DSM-IV definisce il trauma come un evento vissuto al di fuori della norma, violento, lesivo che minaccia o ferisce l'integrità fisica o psichica del singolo o di un gruppo di persone. Si distinguono due tipi di trauma: trauma di tipo I, è un evento unico, imprevisto, con un chiaro inizio ed una fine; trauma di tipo II, è un evento violento a cui una persona viene ripetutamente esposta, è prevedibile, ma inevitabile e crea senso di impotenza (traumatizzazioni dei soccorritori). Traumatizzazione vicaria - L'impatto psicologico che può avere il vissuto traumatico del paziente sul soccorritore e si manifesta con sintomi psicosomatici, ansia ed irritabilità, distacco emotivo, problemi familiari ed evitamento. Triage - Il triage, o suddivisione in categorie, consiste nel classificare le vittime secondo criteri di gravità differenziati, per determinare: la priorità della presa in carico; il tipo di terapia più appropriata; la priorità di evacuazione; le modalità e destinazioni delle evacuazioni. (Noto, 1989)

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U UMSS (Unità Mobili di Soccorso Sanitario) - Struttura mobile con caratteristiche di mobilitazione immediata, attrezzata per funzionare come PMA, comprendente 2 (massimo 3) tende pneumatiche; barelle leggere per 50 feriti; generatori di energia (elettricità e gas compresso); materiale sanitario suddiviso in casse di colore corrispondente alla destinazione d'uso (rosso: infusioni; giallo: materiale non sanitario; verde: medicazione/immobilizzazione; blu: ventilazione). UMMC (Unità Mobili Medico Chirurgiche) - Dispositivi di intervento composti da uomini e mezzi in grado di assicurare alle vittime della catastrofe un livello di cure intermedio tra il primo soccorso ed il trattamento definitivo. Offrono la possibilità di effettuare interventi chirurgici di urgenza, assistenza intensivistica protratta per più ore e degenza di osservazione clinica. Uragano - Ciclone tipico del Mar delle Antille, delle zone costire degli Stati Uniti Meridionale e dell'Australia, detto ancle ciclone tropicale. Vento di fortissima intensità, corrispondente al massimo grado della scala Beaufort; anche, nel linguaggio corrente, tempesta molto violenta con vento e pioggia. Uranio - Elemento chimico dal simbolo U, appartenente alla famiglia degli attinidi; è radioattivo e ha proprietà metalliche ed elevata densità; gli isotopi a peso atomico 235 e 233 sono fissili e possono essere impiegati direttamente come combustibili nucleari, mentre l'isotopo più abbondante, a peso atomico 238, deve essere trasformato preventivamente in plutonio 239.

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V Valanga - Massa di neve che scende precipitosamente per un pendio, aumentando progressivamente di dimensioni e trascinando con sè quanto incontra sul cammino; cane da valanga: addestrato per la ricerca delle persone travolte da valanghe. Con specificazione di ciò che cade, massa imponente, straripante che, precipitando, fa danni; valanga d'acqua, di pietre, di terra; una valanga di fango. Valore esposto (W) - Rappresenta il valore economico o il numero di unità relative ad ognuno degli elementi a rischio in una data area. Il valore è in funzione del tipo di elemento a rischio : W = W(E). Verricello - Macchina per sollevare pesanti carichi, simile ad un piccolo argano, costituita da un cilindro orizzontale rotante, attorno a cui si avvolge, mediante una manovella, la fune legata al peso. Viscosa - Soluzione fluida di cellulosa in soda caustica, dall'aspetto simile alla seta, utilizzata per la preparazione di tessuti artificiali come il rayon, anche, tessuto ottenuto sottoponendo tale soluzione a vari procedimenti chimici. Vittima - Chi muore o chi subisce grave danno in seguito a un incidente, a una calamità naturale, a una malattia e simili. Le vittime di guerra, le vittime di un naufragio, di un terremoto; il numero delle vittime di un incendio; rimanere vittima di un incidente stradale. A.J.W.Taylor e A.G. Frazer (1981) hanno proposto una classificazione delle vittime di un disastro in sei livelli: vittime di primo livello: chi subisce in via diretta l'impatto dell'evento catastrofico; vittime di secondo livello: parenti ed amici delle vittime di primo livello; vittime di terzo livello: personale di soccorso (traumatizzazione vicaria); vittime di quarto livello: la comunità coinvolta nel disastro e chi ne è eventualmente responsabile; vittime di quinto livello: persone il cui equilibrio psichico è tale che, anche se non sono coinvolte direttamente nel disastro, possono reagire con un disturbo emozionale; vittime di sesto livello: persone che, per un diverso concorso di circostanza, avrebbero potuto essere loro stessi vittime di primo livello, o che hanno spinto altri nella situazione di calamità o che si sentono coinvolti per altri motivi indiretti. Volontariato - Lavoro volontario, non regolarmente retribuito, che viene prestato per acquisire la pratica necessaria all'esercizio di una professione. Attività volontaria e gratuita svolta da alcuni cittadini a favore della collettività. L'insieme di gruppi organizzati che prestano disinteressata opera di aiuto e assistenza: il Volontariato, le Associazioni del Volontariato. Vulcano - Fenditura profonda della crosta terrestre, in comunicazione con depositi di magma situati nella litosfera, dalla quale fuoriescono lava, lapilli, ceneri, acque, vapori e gas ad alta temperatura: vulcano attivo, in eruzione, quiescente, spento. Nel linguaggio comune il cono vulcanico, la montagna costituita dai detriti vulcanici solidificati. [vedi anche glossario Vulcanologia] Vulnerabilità (V) - Grado di perdita prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi esposti a rischio risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data intensità. E' espressa in scala da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale) ed è in funzione dell'intensità del fenomeno e della tipologia di elemento a rischio: V = V (I;E).

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W Walkie-talkie - Ricetrasmettitore portatile a onde radio, usato soprattutto dalle forze dell'ordine, dai servizi di soccorso o dai radioamatori. Workshop - Corso di specializzazione, seminario di studi e ricerche.

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X Xerografia - Procedimento di stampa a secco, con speciali macchine fotoelettriche, per riprodurre documenti, disegni e simili su carta speciale. Xilene - Idrocarburo aromatico ottenuto dal benzene per sostituzione di due atomi di idrogeno con due gruppi metilici, usato come solvente o nella sintesi di varie resine e materie plastiche.

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Z Zenit - Punto di intersezione con la sfera terrestre con la perpendicolare passante per il luogo di osservazione posto sulla superficie terrestre (si contrappone al nadir): sole sullo zenit, direttamente sopra la testa dell'osservatore. Zinco - Elemento chimico dal simbolo Zn; è un metallo presente in natura nei suoi minerali (silicati, blenda, calamine), duttile e malleabile, trova largo impiego industriale per rivestire superfici e oggetti metallici contro la corrosione, per la tecnica della zincografia e per la preparazione di molte leghe, tra cui l'ottone. Zolfo - Elemento chimico dal simbolo S; è un metalloide solido presente in natura allo stato puro, dal colore giallo intenso, o combinato in minerali quali i solfati e i solfuri, o nelle acque solfuree e in alcune sostanze organiche; bruciando all'aria emana un caratteristico odore molto acre, dovuto alla formazione del biossido di zolfo; viene largamente utilizzato nell'industria chimica per la produzione di acido solforico, nell'industria di coloranti e dei fiammiferi, in agricoltura per ricavarne antiparassitari e fertilizzanti, nella vulcanizzazione della gomma e in medicina per la cura della pelle.

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COMUNE di TRANI

PROVINCIA DI BARLETTA ANDRIA TRANI

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8. CARTOGRAFIA

A2.0 – AREE DI EMERGENZA E SOCCORSO Tav. A2.0.1 - Planimetria Particolareggiata Generale – Tav. 1 Tav. A2.0.2 - Planimetria Particolareggiata Generale – Tav. 2

A2.1 - RISCHIO IDROGEOLOGICO Tav. A2.1.1 - Rischio Idrogeologico: Estratto P.A.I. (Autorità di Bacino) Tav. A2.1.2 - Rischio Idrogeologico: Estratto P.A.I. (Autorità di Bacino) Tav. A2.1.3 - Rischio Idrogeologico: Estratto P.A.I. (Autorità di Bacino) Tav. A2.1.4 - Carta del Rischio Idrogeologico (intero territorio comunale) Tav. A2.1.5 - Carta del Rischio Idrogeologico (area urbana e periurbana) Tav. A2.1.6 - Estratto dal Piano regionale delle Coste della Regione Puglia Tav. A2.1.7 - Estratto dal Piano regionale delle Coste della Regione Puglia Tav. A2.1.8 - Estratto del Rischio Geomorfologico Costiero valutato nel P.A.I. Tav. A2.1.9 - Estratto del Rischio Geomorfologico Costiero valutato nel P.A.I. Tav. A2.1.10 - Estratto del Rischio Geomorfologico Costiero valutato nel P.A.I.

A2.2 - RISCHIO SISMICO Tav. A2.2.1 - Rischio sismico: mappa dello scuotimento atteso (ag) Tav. A2.2.2 - Rischio sismico: mappa dello scuotimento atteso (Se) Tav. A2.2.3 - Mappa della zonazione ZS9 del territorio italiano Tav. A2.2.4 - Mappa degli epicentri storici più vicini alla città di Trani Tav. A2.2.5 - Carta della Pericolosità sismica di Trani Tav. A2.2.6 - Carta del Rischio Sismico di Trani

A2.3 - RISCHIO INDUSTRIALE Tav. A2.3.1 - Rischio Industriale: mappa degli effetti territoriali in caso d'incidente (ditta deposito esplosivi ESMAC)

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 272

A2.5 - RISCHIO INCENDI Tav. A2.5.1 - Rischio Incendi Boschivi: area ospedale Trani Tav. A2.5.2 - Rischio Incendi Boschivi: Liceo Scientifico 'Vecchi' - ITES 'A.Moro'-Scuola Elementare ”Cezza” Tav. A2.5.3 - Rischio Incendi Boschivi: area Villa Dragonetti Tav. A2.5.4 - Rischio Incendi Boschivi: area Vasca Boccadoro Tav. A2.5.5 - Rischio Incendi Boschivi: Trani Sud

COMUNE DI TRANI - PIANO OPERATIVO COMUNALE di PROTEZIONE CIVILE Pag. 273

COMUNE DI TRANI Medaglia d’Argento al Merito Civile PROVINCIA BARLETTA ANDRIA TRANI

PIANO OPERATIVO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Risorse Comunali

Aggiornamento 2014

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 1

Responsabile del Progetto: Sindaco Avv. Luigi Nicola RISERBATO

Assessore alla Protezione Civile Geom. Giacomo CECI

Redazione del Data Base: Giovanni de TRIZIO

Gruppo di Lavoro: Pasquale PAGANO Nicola ALTAMURA Francesco BARTUCCI

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 2

INDICE

RISORSE COMUNALI DATA BASE

1. PARTE GENERALE

Risorse

2. PARTE GENERALE

Numeri Utili

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 3 DESCRIZIONE DETENTORE INDIRIZZO TELEFONO CELLULARE CITTA' RISORSE

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 4 ABBIGLIAMENTO ALBANESE DOMENICO C.SO VITT. EMANUELE 158 507090 TRANI

ABBIGLIAMENTO COZZOLI FRANCESCO C.SO VITT. EMANUELE 178 586073 TRANI

ABBIGLIAMENTO TEDDY S.P.A. C.SO VITT. EMANUELE 204 512151 TRANI

ABBIGLIAMENTO RECORD STORELLI S. & C. C.SO VITT. EMANUELE 212 509747 TRANI SAS ABBIGLIAMENTO MALCANGI GIUSEPPE C.SO VITT. EMANUELE 252 487054 3483615823 TRANI

ABBIGLIAMENTO UNITED COMPANY S.R.L. C.SO VITT. EMANUELE 258 485666 3475320453 TRANI

ABBIGLIAMENTO ZONNO ROSA C.SO VITT. EMANUELE 300 481060 3477111456 TRANI

ABBIGLIAMENTO NEC CORSO ITALIA 23 508914 TRANI ANDREANO NATASKA & C. ABBIGLIAMENTO GOSSIP STORE S.R.L. CORSO ITALIA 53 507761 3475428300 TRANI

ABBIGLIAMENTO SOMMA GRAZIA C.SO VITT. EMANUELE 19 588223 3392092126 TRANI

ABBIGLIAMENTO GIANNELLI NICOLA C.SO VITT. EMANUELE 113 583680 - TRANI 580652 ABBIGLIAMENTO DI CHIANO PIETRO C.SO VITT. EMANUELE 165 544901 3406667453 TRANI

ABBIGLIAMENTO NUGNES GIUSEPPE C. VITT. EMANUELE 183- 582620- 3485700574 TRANI 197 588863 ABBIGLIAMENTO D'AGOSTINO FELICE C.SO VITT. EMANUELE 201 588857 3481324320 TRANI

ABBIGLIAMENTO VACCANIO CARLO C.SO VITT. EMANUELE 222 507330 - 3497116768 TRANI 487206 ABBIGLIAMENTO SIMONE ANTONIA C.SO VITT. EMANUELE 265 482844 TRANI

ABBIGLIAMENTO MANNATRIZIO MICHELE C.SO VITT. EMANUELE 287 486740 339372604 TRANI

ABBIGLIAMENTO CAPUTO MICHELE C.SO VITT. EMANUELE 291- 486722 3497634773 TRANI 3C ABBIGLIAMENTO BIANCOFIORE C.SO VITT. EMANUELE 303 3490683072 TRANI ALESSANDRO ABBIGLIAMENTO TORTORA ENZO C.SO VIT. EMANUELE 214 588933 TRANI

ABBIGLIAMENTO BIMBI NEC CORSO ITALIA 13 508131 3335001745 TRANI ANDREANO NATASKA & C. ABBIGLIAMENTO BIMBI CURSANO ANTONIETTA CORSO ITALIA 27 507111 3477946947 TRANI

ACQUA TRASPORTO DI SAVINO NICOLA VIA BOVE, 74 481672 3683214816 CORATO

ACQUA TRASPORTO DELL'ERBA GAETANO V. DUCHESSA D'ANDRIA 586609 3471610032 TRANI 132 ACQUE MINERALI MOSCA DOMENICO V.VECCHIA BARLETTA 184 5557373 ANDRIA

ACQUE MINERALI MARINACCI SAVINO EX S.S.98 KM.36 541472 3487979128 ANDRIA

ACQUE MINERALI MEGAMARK s.r.l. PR. TRANI-ANDRIA 582942- TRANI KM.1,050 588099 ACQUE MINERALI LOCONTE GIUSEPPE VIA CATULLO, 349 593462 ANDRIA

ACQUE MINERALI PASTORE ANDREA VIA PERRONE CAPANO, 22 507128 3683758544 TRANI 3336756790 ALIMENTARI SOCIETA’ CORSO ITALIA 22-24 3400870663 TRANI CENTRAL GROSS SRL ALIMENTARI DI LERNIA PIETRO C.SO VITT. EMANUELE 121 584687- TRANI 485671

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 5 ALIMENTARI ARBORE GENNARO C.SO VITT. EMANUELE 295 482198- TRANI 481161 ALIMENTARI CANALETTI PIETRO C.SO VITT. EMANUELE 16 583997 3403835273 TRANI

ALIMENTARI MEGAGEST s.r.l. VIA DELLE TUFARE 17 582651 TRANI

ALIMENTARI PAKY SHOP S.R.L. VIALE SPAGNA 12-14 506858 TRANI

ALIMENTARI SOCIETA’ C.SO VITT. EMANUELE 290 487856 3498729846 TRANI ALIMENTARE TRANESE ALIMENTARI ZETA S.R.L. (MAXI SIDIS) VIA DE BARTOLO, 2 401396 TRANI

ALIMENTARI LILLO SPA (SUPERMERCATO VIA FALCONE, 61 480905 TRANI MD) ALIMENTARI EUROSPIN PUGLIA S.P.A. VIA PARINI 500145 TRANI

ALIMENTARI GROSSISTI MEGAMARK S.R.L. S.P.130 TRANI-ANDRIA 582942 TRANI Km.1,050 ARCHITETTO ABRUZZESE GIUSEPP VIA TORINO N°2 480910 TRANI

ARCHITETTO ACELLA FRANCESCO VIA LA MALFA, 4 481801 TRANI

ARCHITETTO CASSANELLI ENRICO S.S.16 TRANI-BISCEGLIE 0803921648 3385267112 TRANI N°97 ARCHITETTO D’ANGELO GIUSEPPE VIA OGNISSANTI, 123 488861 TRANI

ARCHITETTO DE LUCIA DOMENICO C.SO DON L. STURZO, 162 400109 TRANI

ARCHITETTO DE PALO ROBERTO VIA MALCANGI, 216 482134 TRANI

ARCHITETTO LETTINI MATTEO C.SO IMBRIANI, 196 585402 TRANI

ARCHITETTO NATALICCHIO DARIO VIA POLA, 29 403421 TRANI

ARCHITETTO PARENTE LAURA IRENE VIA DE CUNEO, 15 501001 TRANI

ARCHITETTO ZINGARELLI SALVATORE VIA G. BOVIO, 122 492833 TRANI

ARTICOLI PER LA CASA CHIARIELLO FILOMENA C.SO VITT. EMANUELE 39 3477026920 TRANI

AUTOAMBULANZA 9° REGG. FANTERIA “BARI” P.LE S. ANN. M. DI FRANCIA 580891- TRANI 580323 AUTOAMBULANZA ASSOCIAZIONE TRANI VIA GRAN BRETAGNA, 8/H 491950 3494673373 TRANI S.O.S. INFANZIA DEL MONDO AUTOAMBULANZA MISERICORDIA DI TRANI VIA A. DE BRAMO, 7 491911 3478856426 TRANI

AUTOAMBULANZA CROCE ROSSA ITALIANA PIAZZA MARCONI, 28 500105 3403745901 TRANI TRANI AUTOAMBULANZA OPERATORI EMERGENZA VIA DI VITTORIO, 47 500600 3478530689 TRANI RADIO - TRANI AUTOBOTTE RUTA ALBERTO VIA DE CURTIS, 5 080-3603210 3487411015 RUVO DI PUGLIA AUTOCARRO CON GRU MISERICORDI DI TRANI VIA A. DE BRAMO, 7 491911 3478856426 TRANI

AUTOCESTELLO A.M.E.T. S.P.A. PIAZZA PLEBISCITO 20 481030 TRANI

AUTOGRU’ FRATELLI IURILLI S.R.L. VIA BARLETTA, 85 582250 TRANI

AUTOMEDICA OPERATORI EMERGENZA VIA DI VITTORIO, 47 500600 3478530689 TRANI RADIO - TRANI

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 6 AUTOMEZZO MISERICORDIA DI TRANI VIA A. DE BRAMO, 7 491911 3478856426 TRANI TRASPORTO DISABILI AUTOMEZZO UNITALSI - TRANI VIA CAPPUCCINI, 1 403285 3473225433 TRANI TRASPORTO DISABILI AUTOMEZZO PICK-UP ASSOCIAZIONE FOLGORE VIA PISA, 15 3403756747 TRANI 4X4 AUTONOLEGGIO COSENTINO FRANCESCO P.ZZA XX SETTEMBRE, 9 3288415610 TRANI

AUTOSOCCORSO ADDUASIO PIAZZA TIEPOLO 5 509790 3368332130 TRANI

AUTOSOCCORSO RAFFAELE VIA PARINI 9 588907 3487679289 TRANI

AUTOSPURGO RUTA ALBERTO VIA DE CURTIS, 5 080-3603210 3487411015 RUVO DI PUGLIA AUTOVETTURA ASSOCIAZIONE FOLGORE VIA PISA, 15 3403756747 TRANI

AUTOVETTURA ASSOCIAZIONE RANGERS VIA SALVEMINI, 3 883291 3476297523 TRANI D’ITALIA - TRANI BAGNI CHIMICI ABA SPURGHI ECOLOGIA VIA GENERALE PLANELLI, 64 080-3757589 3351622401 BITONTO s.r.l BAGNI CHIMICI SEM s.a.s. F.LLI RIZZI VIA G. ANCONA, 3 080-5378768 3355960951 BITONTO 080-5308070 3357467579 BAR MARCONE ENRICO P.ZA DELLA REPUBBLICA, 43 588844 3476271405 TRANI “CAFFE’ SETTE NANI” BAR GRANDE NUNZIO VIA TASSELGARDO 40 481758 3404930784 TRANI “DELLO STUDENTE” BAR LOSITO FRANCESCO PIAZZA XX SETTEMBRE 7 491030 TRANI “DESIREE” BAR LAGROIA DOMENICO CORSO IMBRIANI 113 501136 3498173296 TRANI “GREEN ANGEL” BAR PANSITTA FRANCESCO C.SO VITT. EMANUELE 236 481201 3487340708 TRANI “CAFFE’ ITALIANO” BAR TENERELLI FRANCESCO VIA PAPA GIOVANNI 61 508643 3395373158 TRANI “PAPER ANGEL’S CAFE’” BAR D’ELIA MICHELE C.SO VITT. EMANUELE 140 583407 TRANI “COMMERCIO” BAR ANGELILLI MASSIMO CORSO ITALIA 9 489184 3476500071 TRANI “EMPYRIUS” BAR DAURELIO G. & C. S.A.S. CORSO ITALIA 42 491952 3384819290 TRANI “GAMBRINUS” BAR ZECCHILLO MADDALENA PIAZZA XX SETTEMBRE 23 588826 3403434072 TRANI “STAZIONE” BIANCHERIA MUSICCO LEONARDO C.SO VITT. EMANUELE 82 508614 TRANI

BIANCHERIA TORTORA GIULIO C.SO VITT. EMANUELE 103 580186 TRANI

BIANCHERIA PARADISO GIUSEPPE C.SO VITT. EMANUELE 198 587409 TRANI

BIANCHERIA PARADISO GIUSEPPE C.SO VITT. EMANUELE 211 TRANI

CALZATURE DI MODUGNO CATERINA C.SO VITT. EMANUELE 116 583661 3405311553 TRANI

CALZATURE DE LISO PIETRO C.SO VITT. EMANUELE 257 485155 TRANI

CALZATURE ADAMO MARIA PIAZZA MARCONI 18 583987 TRANI

CALZATURE GEOX C.SO VITT. EMANUELE 141 TRANI

CANI MARGIOTTA LOREDANA VIA TRIDENTE 2/A 3483816513 BARI SALVAMENTO SCUOLA IT. CANI 3313550756 ACQUATICO SALVATAGGIO

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 7 CANI DA RICERCA BELLIFEMINA ALESSANDRO VIA DEI MILLE, 22/A 0885-422021 3318588850 CERIGNOLA K9 SAR ITALIA CANI DA RICERCA RESTA WALTER CONTRADA CAMPI LATINI 0836/619836 3923692724 SECLI’ S.F.U.C.S. “LE VOLPI ROSSE” CANI DA RICERCA FLECK SANDRO STRADA S. VITTORITO, 8 1782269020 3286267495 CITTA’ S. NUCLEO CINOFILO DA ANGELO RICERCA CARBURANTI AGIP SANSONNE SALVATORE VIA MALCANGI 87 487535 3287018189 TRANI 3492180330 CARBURANTI AGIP LORUSSO RAFFAELE VIA MALCANGI 256 480913 3494925294 TRANI

CARBURANTI AGIP CARBONE LUIGI E NICOLA VIA BARLETTA 30-32 583403 TRANI

CARBURANTI AGIP CASTALDO GIUSEPPE S.P.130 TRANI-ANDRIA 583505 3498164699 TRANI Km.0,988 CARBURANTI ERG CENTRONE SEBASTIANO VIA MALCANGI 196 481796 TRANI

CARBURANTI ERG LAGROIA DOMENICO CORSO IMBRIANI 119 507746 3355284727 TRANI

CARBURANTI ESSO SANTONI ROSA VIA MALCANGI 142 487862 TRANI

CARBURANTI ESSO COLUCCI MICHELE S.S.16 BARLETTA 586801 TRANI Km.756+583 CARBURANTI ESSO GRUPPO IMMOBILIARE S.P.238 Km.5,748 487480 TRANI KAISER CARBURANTI IP SIMONE ANTONIO VIA MALCANGI 185 484980 3491263609 TRANI

CARBURANTI IP DE CILLIS MICHELE C.SO IMBRIANI 323 3476389393 TRANI

CARBURANTI Q8 CORTELLINO ANTONIA VIA A. MARIA DI FRANCIA 507986 TRANI 42 CARBURANTI Q8 RUSSO ALFREDO VIA SUPERGA 491652 3485835727 TRANI

CARBURANTI Q8 LORUSSO BERARDINO VIA BARLETTA 157 501511 3200752640 TRANI

CASEIFICIO FESTA SALVATORE VIA ROMITO 122 583744 TRANI ADRIATICO S.R.L. CASEIFICIO LOMBARDI VINCENZO VIA SAN GERVASIO N°23 FATTORIA LOMBARDI CASEIFICIO PETRUZZELLI RICCARDO VIA NIGRO’ N°41 – 43 508297 TRANI LE BONTA’ CASEARIE CASSE FUNEBRI CASSESE CORSO DON L. STURZO 52 487661 337936671 TRANI

CASSE FUNEBRI DELFINI VIA STATUTI MARITTIMI 82 583119 3687523635 TRANI

CONDIZIONATORI STUDIO CLIMA S.R.L. VIA ANDRIA Km.1,200 480209 TRANI

CONDIZIONATORI TLF DI LEONE FRANCESCO VIA DE ROBERTIS, 96 588060 TRANI

COPERTE COMUNE DI TRANI CANT.COM.- 581111 TRANI UFF.ECONOMATO CUCINA DA CAMPO ASSOCIAZIONE TRANI VIA GRAN BRETAGNA, 8/H 491950 3494673373 TRANI S.O.S. INFANZIA DEL MONDO CUCINA DA CAMPO AGESCI TRANI 1 VIA DE ROBERTIS, 71 486095 360827219 TRANI

CUCINA DA CAMPO AGESCI TRANI 2 VIA GIACCHETTI 330442033 TRANI

DEPURATORE PURA (AQP S.P.A.) VIA FINANZIERI 588043 TRANI

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 8 DISCARICA A.M.I.U. S.P.A. S.P.168 BARLETTA - 507300 TRANI CORATO LOCALITA’ PURO VECCHIO EDILIZIA ATTREZZATURE EDIDFORNITURE VITALE N. VIA BARLETTA, 96 582369 TRANI & C. EDILIZIA MATERIALI BERARDINO EDILIZIA S.N.C. VIA BARLETTA, 151 509632 TRANI

EDILIZIA MATERIALI CO.FER. S.R.L. VIA ANDRIA KM.1,800 587300 TRANI

EDILIZIA MATERIALI EDILVITALE S.R.L. S.P.130 ANDRIA-TRANI 502126 TRANI

EDILIZIA MATERIALI S.I.P.E. S.R.L. S.P.130 ANDRIA-TRANI 500173 TRANI CTR.PETRARO ELETTRODOMESTICI DI TONDO TOMMASO C.SO VITT. EMANUELE 64 TRANI

FABBRO PALUMBO DOMENICO VIA MALCANGI N°268 500135 3478051214 TRANI

FABBRO BOMBINI GIULIO VIA CECOSLOVACCHIA N°11 582327 TRANI

FABBRO CAFFARELLA ANTONIO VIA MAIORANO N°55 584084 3487283406 TRANI

FABBRO FERRANTE DOMENICO VIA CECOSLOVACCHIA N°4 3885784678 TRANI

FALEGNAME TEMPESTA BIAGIO VIA CAPPUCCINI N°83 582385 3483302010 TRANI

FALEGNAME VANGI MATTEO VIA LEOPARDI N°20 TRANI

FARMACIA VENTURA AUGUSTA PIAZZA LAMBERT, 1 583553 TRANI

FARMACIA MININNI IANNUZZI VIA TASSELGARDO, 50 481237 TRANI

FARMACIA MUSCI LEONARDO P.ZZA DELLA REPUBBLICA, 480014 TRANI 12 FARMACIA LONIGRO C.SO DE GASPERI, 49 482358 TRANI

FARMACIA MANNO FRANCESCO C.SO VITT. EMANUELE, 2 584481 TRANI

FARMACIA PANICO ANTONIETTA P.ZZA DELLA REPUBBLICA, 482130 TRANI 72 FARMACIA BIONDI VIA ANDRIA, 69/A 582674 TRANI

FARMACIA CARRETTA VITO C.SO IMBRIANI, 62 481710 TRANI

FARMACIA DE NICOLO ANNAMARIA C.SO VITT. EMANUELE, 126 583465 TRANI

FARMACIA MONDELLI MARINA VIA CAVOUR, 130 588969 TRANI

FARMACIA FRAPPAMPINA DOMENICO VIALE SPAGNA, 26 584939 TRANI

FARMACIA PORTALURI GIUSEPPE VIA ALMIRANTE, 17 589556 TRANI

FARMACIA GIANNONE ANTONIA C.SO DON L. STURZO, 122 400114 TRANI

FERRAMENTA PELLICANI VIA MONS. PETRONELLI, 16 500177 TRANI

FERRAMENTA ALTIERI VIA S. ANNIBALE M. DI 506119 TRANI FRANCIA 56 FRUTTIVENDOLO ZINGARO GIOVANNI C.SO VITT. EMANUELE 5-7 3489190887 TRANI

FRUTTIVENDOLO ALBANESE GENNARO C.SO VITT. EMANUELE 50 586781 TRANI

FRUTTIVENDOLO ZINFOLINO RICCARDO PIAZZA GRADENIGO 14 3492695222 TRANI

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 9 FUORISTRADA ASS. U.N. ENALCACCIA VIA DON L. STURZO 53/55 3477516532 3402912381 ANDRIA

FUORISTRADA ASS.VOLONTARI MARCONI C.SO VITT. EMANUELE 200 3470082157 3486059761 ANDRIA

FUORISTRADA SERCORATO VIA DON ALBERTANO 3357359037 3471628722 CORATO

GEOLOGO DE NAPOLI ANTONIO VIA POSTUMIA, 14 487197 TRANI

GEOLOGO PANSINI RAFFAELE VIA SAN GIORGIO, 55 481715 TRANI

GEOLOGO SUZZI GIULIO VIA CAVOUR, 66 3405851706 TRANI

GEOLOGO SUZZI ROBERTO VIA MARSALA, 16 501551 TRANI

GEOMETRA ARDITO GIUSEPPE VIA BEBIO, 26 509312 TRANI

GEOMETRA BUCCI TOMMASO VIA DALMAZIA, 59 489333 TRANI

GEOMETRA CHIEPPA DONATO C.SO IMBRIANI, 111 586490 TRANI

GEOMETRA LAURORA TOMMASO VIA DON G. ROSSI, 5 481798 TRANI

GEOMETRA MARASCIUOLO VINCENZO VIA SAN GERVASIO, 100 482856 TRANI

GEOMETRA MIRANDA SAVINO VIA POSTUMIA, 14 403783 TRANI

GEOMETRA MUCIACCIA GIUSEPPE VIA NENNI, 4 589811 TRANI

GEOMETRA SCAGLIARINI MAURO C.SO ITALIA, 8 482790 TRANI

GOMMONE A MOTORE SOCIETA’ NAZIONALE DI VIA IMBRIANI, 430 3358153300 BISCEGLIE SALVAMENTO GRUPPO ELETTROGENO COMUNE DI TRANI DISCARICA AMIU-VIA TRANI CARRELLATO ANDRIA GRUPPO ELETTROGENO 9° REGG. FANTERIA “BARI” P.LE S. ANN. M. DI FRANCIA 580891- TRANI 580323 GRUPPO ELETTROGENO A.M.E.T. S.P.A. PIAZZA PLEBISCITO 20 481030 TRANI

GRUPPO ELETTROGENO ASSOCIAZIONE TRANI VIA GRAN BRETAGNA, 8/H 491950 3494673373 TRANI S.O.S. INFANZIA DEL MONDO GRUPPO ELETTROGENO AGESCI TRANI 2 VIA GIACCHETTI 330442033 TRANI

GRUPPO ELETTROGENO SOCIETA’ NAZIONALE DI VIA IMBRIANI, 430 3358153300 BISCEGLIE SALVAMENTO IDRAULICO IMPIANTI DI GREGORIO V. & C. S.N.C. VIA C. GIORDANO N°3 585445 360370733 TRANI SOLL. POMPE 480193 IDRAULICO IMPIANTI FRISI BIAGIO VIA GRAN BRETAGNA N°2 3492575499 TRANI SOLL. POMPE IDRAULICO IMPIANTI SALERNO SERGIO VIA G. MONDELLI N°29 583540 3394238224 TRANI SOLL. POMPE IMPIANTI ELETTRICI CARUSO GIOVANNI VIA SASSO, 11 585552 3497283843 TRANI

IMPIANTI ELETTRICI DI LERNIA ANTONIO VIA G. GIOIA, 12 360918895 TRANI

IMPIANTI ELETTRICI NUOVA DE.MA BOCCASILE CORSO IMBRIANI, 219 202435 TRANI L. & C IMPIANTI ELETTRICI S.I.E.T. DI BOVIO NICOLA VIA ALVAREZ, 101 501457 TRANI

IMPIANTI ELETTRICI MONTENEGRO R. & ALGA VIA CALDARONE, 5 588579 3683457048 TRANI

IMPIANTI NI.MAT S.A.S. GRIMALDI N. S.P.130 ANDRIA Km.1,200 589768 TRANI

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 10 SOLLEVAMENTO POMPE

IMPRESA EDILE AMORUSO C.SO DON LUIGI STURZO,17 3476430757 TRANI COSTRUZIONISAS IMPRESA EDILE GRUPPO GRAZIANO VIA TOLOMEO, 28 487150 TRANI

IMPRESA EDILE PIAZZOLLA SAVERIO VIA SUPERGA, 202 508358 TRANI

IMPRESA EDILE SCARINGI COSTRUZIONI VIA PUGLIESE, 3 3476600212 TRANI SRL IMPRESA EDILE ANTONACCI ANTONIO VIA POSTUMIA N°19 583381 TRANI

IMPRESA EDILE DE GIROLAMO S.R.L. VIA MALCANGI N°100 482332 TRANI

IMPRESA EDILE DI LEO MICHELE VIA POLA N°12 500402 3358401216 TRANI

IMPRESA EDILE NAPOLETANO FRANCESCO VIA SAN CRISPINO N°5 583879 TRANI

IMPRESA EDILE OLIVIERI ANTONIO VIA G. CARDUCCI N°6 588332 3485906096 TRANI

IMPRESA EDILE SCARINGI CITTADINI VIA PALESTRO N°25 587810 3406150048 TRANI GIUSEPPE INFISSI E SERRAMENTI P.M.P. VIA BARLETTA,141 3687792610 TRANI PASQUADIBISCEGLIE B. INFISSI E SERRAMENTI LEGNOTRANI S.R.L. VIA BARLETTA,76 202361 TRANI

INFISSI E SERRAMENTI DI TERLIZZI FRANCESCO VIA VESCIA, 10 583495 TRANI

INFISSI E SERRAMENTI CAFFARELLA DOMENICO VIA ANDRIA, 7 3493197728 TRANI

INFISSI E SERRAMENTI GIANNELLA GIACOMO VIA ROMITO, 122 584684 TRANI

INGEGNERE ALBANESE MARIO VIA SAN GIORGIO, 60 485125 TRANI

INGEGNERE BETTI UGO CORSO ITALIA, 25 508472 TRANI

INGEGNERE BETTI UGO VIA MONTEGRAPPA, 2 506865 TRANI

INGEGNERE BOZZETTI MICHELE LUNG. C. COLOMBO, 10 480151 TRANI

INGEGNERE D’AMORE FRANCESCO VIA SAN GERVASIO, 98 482442 TRANI

INGEGNERE DE SCISCIOLO MICHELE VIA SAN GIORGIO, 33 482600 TRANI

INGEGNERE GAGLIARDI RICCARDO VIA UMBERTO, 228 589450 TRANI

INGEGNERE INFANTE RICCARDO CORSO ITALIA, 8 403588 TRANI

INGEGNERE LIGNOLA IVO VIA TOGLIATTI, 43 508590 TRANI

INGEGNERE NUZZOLESE NICOLA P.ZZA DELLA REPUBBLICA, 588842 TRANI 59 INGEGNERE PALMA CARLO VIA N. DE ROGGERO, 61 486907 TRANI

INGEGNERE PARENTE DOMENICO P.ZZA SARRO, 11 580899 TRANI

INGEGNERE PORCELLI ANTONIO C.SO IMBRIANI, 60 484958 TRANI

INGEGNERE PRECCHIAZZI MATTEO VIA POSTUMIA, 1 TRANI 487498 INGEGNERE REGGIO RITA GRAZIA VIA MALCANGI, 13 TRANI 482430

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 11 INGEGNERE RICCIO FERNANDO VIA POSTUMIA, 30 TRANI 582850 INGEGNERE RONCHI NICOLA VIA BEBIO, 67 TRANI 580740 INGEGNERE SOTERO FRANCESCO PIAZZA CESARE RICCO, 2 TRANI 491165 INGEGNERE TRAVERSA ANTONIO VIA SANTA MARIA, 40 TRANI 486717 INGEGNERE VERDE CARLO VIA ROSSINI, 15 TRANI 403724 INGEGNERE VALENTE MAURO VIA DALMAZIA, 26 TRANI 487152 INGEGNERE VOLPE GIUSEPPE CORSO ITALIA, 25 TRANI 508438 INGEGNERE DELL’OLIO GABRIELE P.ZZA REPUBBLICA, 61 589576 3358007220 TRANI

ISOLA ECOLOGICA A.M.I.U. S.P.A. VIA FINANZIERI 582993 TRANI

ISTRUTTORE CASARDI SAVINO V. CARRARA ABATE TONIO 3476413383 BISCEGLIE SUBACQUEO 28 MACCHINE EDILI E GRIMALDI COSIMO VIA TORRENTE ANTICO, 25 583816 TRANI STRADALI MACCHINE MOVIMENTO ASS. U.N. ENALCACCIA VIA DON L. STURZO 53/55 3477516532 3402912381 ANDRIA TERRA MACCHINE TRANI SCAVI DELL’ERBA G. V. DUCHESSA D’ANDRIA, 586609 337936769 TRANI MOVIMENTO TERRA & C. 132 MACCHINE MOVIMENTO VEIMAC GALATI LUIGI & C. VIA PUCCINI, 2 507256 TRANI TERRA S.N.C. MACCHINE MOVIMENTO VESCIA EMMANUELE VIA ANDRIA Km.0,100+600 587327 TRANI TERRA MACCHINE MOVIMENTO LEONE SAVINO VIA BARLETTA, 235 3920657271 TERRA MACELLERIA COVELLI PASQUALE CORSO MANZONI 10 508185 TRANI

MACELLERIA TERRONE ANTONIO C.SO VITT. EMANUELE 129 585539 TRANI

MACELLERIA COVELLI MARCO VIA TOGLIATTI 5 580051 TRANI

MATERIALE ELETTRICO PALUMBO VINCENZO C.SO VITT. EMANUELE 259 403669 3491437184 TRANI

MEDICI GENERICI ASCIOLLA PIETRO VIA CILEA, 56 583842 TRANI

MEDICI GENERICI CALO’ GIUSEPPE VIA RAGAZZI DEL ’99 N°8 3483857737 TRANI

MEDICI GENERICI CARRILLO GIULIANA VIA PALERMO, 4 485527 TRANI

MEDICI GENERICI CASELLI VINCENZO VIA TOLOMEO, 70 582790 TRANI

MEDICI GENERICI CECCA NICOLA C.SO DE GASPERI, 58/B 485530 TRANI

MEDICI GENERICI CEO ANGELA STR. VIC.LE I° CAPIRRO, 3358439883 TRANI 44/E MEDICI GENERICI COLANGELO LUIGI 954755 TRANI

MEDICI GENERICI DE TOMA GIACOMO VIA A. DE BRAMO,13 507600 3337819542 TRANI

MEDICI GENERICI DEL SOLE ANNA RITA P.ZZA MARTIRI DI VIA FANI, 580181 TRANI 21

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 12 MEDICI GENERICI DI BARI NICOLA VIA I° CAPIRRO, 10 583842 TRANI

MEDICI GENERICI DI CUGNO ILARIO VIA TOLOMEO, 53 401111 3296525954 TRANI

MEDICI GENERICI DRAGO PIETRO 580181 TRANI

MEDICI GENERICI FRANZESE VALGRANO VIA SAN GIORGIO, 60 482468 TRANI

MEDICI GENERICI FURIO LUCIA CORSO IMBRIANI, 96 580561 TRANI

MEDICI GENERICI GIOBBE MARIA VIA DEI MANDORLI, 9 481887 TRANI

MEDICI GENERICI LOPRIENO NICOLA VIA DI VITTORIO, 37 580180 3476212679 TRANI

MEDICI GENERICI LOPS ANTONIETTA VIA GOFFREDO DA TRANI, 489036 TRANI 41 MEDICI GENERICI MASTRODONATO MICHELE VIA SAN GERVASIO, 80 583842 TRANI

MEDICI GENERICI MONOPOLI GIOVANNI VIA CAPOSELE, 51 485530 TRANI

MEDICI GENERICI MONTERISI FRANCESCO VIA POSTUMIA, 3 485072 TRANI

MEDICI GENERICI MORANO ANA MARIA VIA MALCANGI, 300 954755 TRANI

MEDICI GENERICI MUSICCO LUIGIA VIA DON RAFFAELE SARNO, 3491967052 TRANI 8 MEDICI GENERICI MUSICCO PASQUA VIA PERNA, 15 580458 TRANI

MEDICI GENERICI NIGRO MICHELE VIA BOVIO, 74 506706 TRANI

MEDICI GENERICI PAPALEO UMBERTO VIA CAPOSELE, 37 487332 TRANI

MEDICI GENERICI PAPPALETTERA DOMENICO VIA SAN GERVASIO, 71 489422 TRANI

MEDICI GENERICI PAPPOLLA GIUSEPPE VIA TEN. MORRICO, 17 589591 TRANI

MEDICI GENERICI PELUSO GIUSEPPE VIA SAN GERVASIO, 85 954755 TRANI

MEDICI GENERICI PELUSO ROBERTO VIA DE CUNEO, 54 954755 TRANI

MEDICI GENERICI PEPE ROBERTO VIA RADEPRANDO, 7 509054 TRANI

MEDICI GENERICI PORCELLI DONATO C.SO ITALIA, 19 580181 TRANI

MEDICI GENERICI RANA ANTONIA VIA UMBERTO, 172 507163 TRANI

MEDICI GENERICI RICCIO ADELE CORSO IMBRIANI, 145 588030 TRANI

MEDICI GENERICI RICCIO MICHELE C.SO ITALIA, 26 507355 TRANI

MEDICI GENERICI SARACINO PAOLO CORSO REGINA ELENA, 75 3404180681 TRANI

MEDICI GENERICI SAVONA DANILO C.SO IMBRIANI, 33 071101 TRANI

MEDICI GENERICI SCARANO GIOVANNI VIA DE BARTOLO, 6 954755 TRANI

MEDICI GENERICI SCARINGI FELICE VIA UMBERTO, 246 491603 TRANI

MEDICI GENERICI SOLDANO GIOACCHINO P.ZZA RICCO, 1 585608 TRANI

MEDICI GENERICI SOLDANO VINCENZO VIA POSTUMIA, 14 489027 TRANI

MEDICI GENERICI TUPPUTI FRANCO VIA POZZOPIANO, 45/B 486968 TRANI

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 13 MEDICI GENERICI VENTURA ALBERTO VIA M. PAGANO, 113 583664 TRANI

MEDICI GENERICI VENTURA VINCENZO VIA PO, 2 485530 TRANI

MEDICI GENERICI ZITOLI MARA VIA GRAMSCI, 6 507972 TRANI

MEDICI PEDIATRI ALICINO SABINA C.SO DE GASPERI, 38 508573 TRANI

MEDICI PEDIATRI BONVINO ANGELICA VIA V. VENETO, 13 487366 TRANI

MEDICI PEDIATRI FRANCO GIUSEPPE 66^ STRADA A DEN.SI, 18 508315 TRANI

MEDICI PEDIATRI GIOBBE TERESA VIA DE CUNEO, 54 403243 TRANI

MEDICI PEDIATRI GRILLI GIUSEPPINA VIA RAGAZZI DEL ’99 N°21 585933 TRANI

MEDICI PEDIATRI LOGRIECO TADDEO C.SO MANZONI, 48 589252 TRANI

MEDICI PEDIATRI NUGNES ROSA P.ZZA DELLA REPUBBLICA, 481472 TRANI 70 MEDICI PEDIATRI VANIA CRISTOFORO VIA TRENTO, 9 582865 TRANI

MOTOMEDICA OPERATORI EMERGENZA VIA DI VITTORIO, 47 500600 3478530689 TRANI RADIO – TRANI MOTO D’ACQUA SOCIETA’ NAZIONALE DI VIA IMBRIANI, 430 3358153300 BISCEGLIE SALVAMENTO PANIFICIO MARCONE ANTONIO PIAZZA INDIPENDENZA 4 583645 TRANI

PANIFICIO DI LEO NICOLA C.SO VITT. EMANUELE 79 583544 360623939 TRANI

PANIFICIO CROCETTA G. & C. S.N.C. P.ZZA MARCONI N°28 507867 TRANI ANTONELLA PANIFICIO DI BARI CARLO VIA DE ROBERTIS 17 761617 TRANI CENTRALE 2 PANIFICIO DELL’0LIO G. & C. S.N.C. VIA FALCONE 13 480447 TRANI SCARINGI PESCHERIA ANNACONDIA ANTONIO C.SO VITT. EMANUELE 63 584499 3477897328 TRANI

PESCHERIA OLIVIERI GIUSEPPE PIAZZA GRADENIGO 9 580129 TRANI

PESCHERIA BALDUCCI DOMENICO VIA ANDRIA N°85 580173 TRANI

PIZZERIA DI TOMA VITO CORSO IMBRIANI 13 582351 TRANI “DI TOMA” PIZZERIA MODUGNO GIORGIO VIA A. MARIA DI FRANCIA 582268 TRANI BUONGUSTAIO N°71 PIZZERIA AMORUSO ALESSANDRO VIA BADOGLIO N°47 507520 TRANI LE ARCATE PIZZERIA GAROFALO VINCENZO VIA G. BOVIO N°129 480822 TRANI LE MURAGLIE PIZZERIA MASTRODONATO VIA BACHELET N°21 481731 TRANI SAINT TROPEZ VINCENZO POMPA RUTA ALBERTO VIA DE CURTIS, 5 080-3603210 3487411015 RUVO DI IDROVORA PUGLIA POMPA IDROVORA RIZZI ECOLOGIA VIA GLADIOLI N°39 080-0999259 335746578 MODUGNO (Z.I.) PULLMANN DI TOMA MICHELE VIA DI VITTORIO, 2 – 4 580685 3398504899 TRANI

PULLMANN AMET S.p.A. PIAZZA PLEBISCITO 20 481030 TRANI

RADIO ASSOCIAZIONE PIAZZA LONGOBARDI, 8 509645 3332027958 TRANI RICETRASMITTENTI RADIOAMATORI ITALIANI –

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 14 SEZIONE DI TRANI

RETE DISTRIBUZIONE ITALCOGIM ENERGIE VIA SPADOLINI, 7 02/329031 MILANO GAS G6 RETE GAS S.P.A. VIA SAN NICOLA Z. 080/3811701 PALO DEL INDUSTRIALE COLLE RETE IDRICA AQP S.P.A. VIA MOSE’ DA TRANI, 4 449411 800735735 TRANI

RETE FOGNANTE AQP S.P.A. VIA MOSE’ DA TRANI, 4 449411 800735735 TRANI

RIFIUTI (SMALTIMENTO) VISO NICOLO’ & C. SNC 080/4204041 3683863094 MONOPOLI

RIMORCHI CENTRO RIMORCHI E STRADA VIC.LE SANTO 491112 TRANI SEMIRIMORCHI SPIRITO10 RISTORANTE ALBANESE UMBERTO CORSO IMBRIANI 22 482020 3476569598 TRANI “LA NICCHIA” RISTORANTE CARUSO UMBERTO LUNG. C. COLOMBO 122 482224 TRANI “BELLA DONNA” RISTORANTE LAMBO L. & C. LUNGOMARE C. COLOMBO, 484818 TRANI “DUE GHIOTTONI” 28 RISTORANTE DI LERNIA G. & C. VIA CIARDI, 31 586635 TRANI “IL CENACOLO” RISTORANTE TORELLI G. & C. VIA G. BOVIO, 189 486966 TRANI “IL MELOGRANO” ROULOTTE SOCIETA’ NAZIONALE DI VIA IMBRIANI, 430 3358153300 BISCEGLIE SALVAMENTO SALE PER EMERGENZA A.N.A.S. BARI VIALE EINAUDI 15 3357462286 BARI NEVE SALE PER EMERGENZA SALINA DI MARGHERITA DI C. VITT. EMANUELE 94 0883-654391 MARGHERITA NEVE S. DI S. SALE PER EMERGENZA SOCIETA’ AUTOSTRADE CASELLO DI TRANI TRANI NEVE SOLLEVATORE DA 3,5 9° REGG. FANTERIA “BARI” P.LE S. ANN. M. DI FRANCIA 580891- TRANI TONN. 580323 SPARGISALE MEZZO ASS. VOLONTARI MARCONI C.SO VITT. EMANUELE 200 3470082157 4486059761 SPINAZZOLA

TENDE 9° REGG. FANTERIA “BARI” P.LE S. ANN. M. DI FRANCIA 580891- TRANI 580323 TENDE ASSOCIAZIONE TRANI VIA GRAN BRETAGNA, 8/H 491950 3494673373 TRANI S.O.S. INFANZIA DEL MONDO TENDE AGESCI TRANI 1 VIA DE ROBERTIS, 71 486095 360827219 TRANI

TENDE AGESCI TRANI 2 VIA GIACCHETTI 330442033 TRANI

TENDE MISERICORDIA DI TRANI VIA A. DE BRAMO, 7 491911 3478856426 TRANI

TENDE CROCE ROSSA ITALIANA PIAZZA MARCONI, 28 500105 3403745901 TRANI TRANI TENDE SOCIETA’ NAZIONALE DI VIA IMBRIANI, 430 3358153300 BISCEGLIE SALVAMENTO TERNA RUOTATA- 9° REGG. FANTERIA "BARI" P.LE S. ANN. M. DI FRANCIA 580891- TRANI MOV.TERRA 580323 TIPOGRAFIA ARTIN DE CILLIS NICOLA VIA G. ROCCA,44 481045 TRANI GRAPH TIPOGRAFIA CENTRO LANDRISCINA G. VIA TROMBETTA, 7 403211 3407773997 TRANI STAMPA TORRE ILLUMINAZIONE 9° REGG. FANTERIA "BARI" P.LE S. ANN. M. DI FRANCIA 580891- TRANI 580323 TRASPORTO 9° REGG. FANTERIA "BARI" P.LE S. ANN. M. DI FRANCIA 580891- TRANI AUTOVETTURE 580323

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 15 VEICOLO SPECIALE CON PARADISO RAFFAELE VIA LAVELLO, 3 0883-661196 3351245800 CANOSA DI GRU 0883-613302 PUGLIA VEICOLO SPECIALE CON ASS. U.N. ENALCACCIA VIA DON L. STURZO 53/55 3477516532 3402912381 ANDRIA GRU

1.

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 16

NUMERI UTILI ENTI TELEFONO FAX

PREFETTURA BARLETTA ANDRIA TRANI 0883 53 91 11 0883 53 96 66

QUESTURA di BARI 080 52 91 111 080 52 91 154 QUESTURA di FOGGIA 0881 66 81 11 0881 66 82 42

COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI BARI 080 54 53 211 080 54 53 219 COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI FOGGIA 0881 81 80 00 0881 81 82 19

COMANDO PROVINCIALE GUARDIA di FINANZA/BA 080 52 61 111 080 52 62 851 COMANDO PROVINCIALE GUARDIA di FINANZA/FG 0881 196 2111 0881 196 2807 POLSTRADA BARI (Sala Op. Comp. e Sezione) 080 53 49 999 080 53 49 60 POLSTRADA BARLETTA 080 34 17 11

CENTRO OPERATIVO AUTOSTRADALE 080 53 49 402 080.53 49 460

CORPO FORESTALE DELLO STATO 080 55 38 619 080 55 45 415

SOCIETA’ AUTOSTRADE PER L’ITALIA 8° TRONCO 080 50 65 226-227 080 50 65 254-49

ANAS – COMPARTIMENTO BARI Sala Operativa 080 56 48 657 080 50 28 362 080 50 91 4367 Responsabile 335 78 63 410 Deposito SIPA/SILES SpA 0883 59 91 37 Unità Operativa 335 56 03 776

ENEL Responsabile di Zona 329 62 46 941 Unità Programmazione e Gestione 329 62 26 679 UO RETE BARLETTA 329 43 04 661 UO RETE ANDRIA 329 43 04 134

FERROVIE DELLO STATO 080 58 95 2100 080 58 95 2195 Emergenza - Sala Operativa di Bari 080 58 95 6935 080 58 95 6935 313 80 95 600

FERROTRAMVIARIA (NORD BARESE) 080 52 99347 080 52 35 480

CORPO FORESTALE DELLO STATO 080 55 38 619 080 55 45 415

PROVINCIA DI BARLETTA ANDRIA TRANI 335 592 2460 POLIZIA PROVINCIALE (Protezione Civile) 0883 197 6480 0883 59 66 78 Nucleo Emergenze 335 592 2460

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 17 DIREZIONE MARITTIMA Bari 080 52 81 511 080 52 11 726 CAPITANERIA DI PORTO Barletta 0883 53 10 20 0883 53 34 00 LOCAMARE Trani 0883 58 37 63 LOCAMARE Margherita di Savoia 0884 65 51 76 LOCAMARE Bisceglie 080 392 16 12

REGIONE – SERVIZIO PROTEZIONE CIVILE 080 58 02 219 080 53 72 310

VIGILI DEL FUOCO 115 sala operativa 080 54 83 111 080 54 84 366

Centrale Operativa 118 BARI - BAT 118 080 55 64 211 c/o Policlinico Bari 080 55 62 962

CORPO NAZIONALE SOCCORSO ALPINO 080 97 53 633 080 97 53 633 331 688 9900

CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Provinciale BARLETTA ANDRIA TRANI 0883 52 69 24 Comitato Provinciale BARI 080 57 88 011- 80 20 080 57 88 027 Divisione Emergenze 334 680 9392

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 18

COMUNI (provincia BAT) TELEFONO FAX

BARLETTA (centralino) 0883 578 111 0883 332 505 (segreteria Polizia Municipale) 0883 578 312 0883 332 468

ANDRIA (centralino) 0883 290 111 0883 290 225 (protezione civile) 0883 290 516 - 517 800 289 898 0883 290 455

TRANI (centralino) 0883 581 111 0883 582 740 (protezione civile) 0883 588 000 0883 581 508

BISCEGLIE (centralino) 080 395 0111 080 3950 404 (segreteria Polizia Municipale) 080 392 2112 080 3366 611

CANOSA di PUGLIA (centralino) 0883 610 204 0883 661 005 (protezione civile) 0883 663 801

MARGHERITA di S, (centralino) 0883 659 111 0883 654 016 (protezione civile) 0883 651 947 0883 654 965

MINERVO MURGE (centralino) 0883 692 721 0883 691 014 (protezione civile) 0883 695 908 0883 692 514

TRINITAPOLI (centralino) (segreteria Polizia Municipale) 0883 636 339 – 636 339

SAN FERDINANDO (centralino) 0883 626 218 0883 62 6248

SPINAZZOLA (centralino) 0883 683 811 0883 683 292

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 19

Elenco Associazioni di Volontariato Province BARI/BAT

Andria

CONFRATERNITA delle MISERICORDIE d’ITALIA - Andria Via Vecchia Barletta, 206 – 76123 ANDRIA Tel.: 0883 292 592 Responsabile: Angela VURCHIO - Andria Mobile: 345 185 8990 Email: [email protected] Tempi di attivazione 30 min – 120 min Autosufficienza 7 gg Specializzazioni Socio Sanitaria Corsi di Formazione Soccorso Medico Supporto Tecnico Logistico Trasporto Infermi Personale: 120 Soccorritori I lvl 42 Soccorritori II lvv 15 Dipendenti 12 Sanitari 10 Personale TLC 2 Personale PC 85 Amministrativi 5 Logistica: Ambulanza tipo A 2 Servizio 118 6 Ambulanza tipo B 1 Automedica 2 Auto Sociali 2 Trasporto 2 Trasporto Disabili 2 Fuoristrada 2 Autocarro 1 Mezzo Antincendio 2 PMA 1 Tende Ministeriali 3 Brande 35 Mezzo Idrovora 2 Gruppo Elettrogeno 6 Apparati TLC Veicolari 27 Portatili 20

NATURALISTI FEDERICIANA VERDE onlus Viale Gramsci, sc – 76123 ANDRIA Tel.: 0883 395 3289 Responsabile: Francesco MARTIRADONNA - Andria Mobile: 329 122 6893 347 751 6532 Email: [email protected]

ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI Corso Cavour, 88 – 76123 ANDRIA Responsabile: Giuseppe FUCCI - Andria Giuseppe FUCCI – Andria Mobile: 345 126 7056 Email: [email protected]

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 20 CROCE ROSSA ITALIANA Ispettorato Provinciale Barletta Andria Trani Corpo Infermiere Volontarie Via Oberdan, 4 – 76123 ANDRIA Tel.: 0883 552 001 Telefax: 0883 552 001 Email: [email protected] Ispettrice: S.lla Maria Antonietta D’URSO - Andria

CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Locale ANDRIA Via Oberdan, 4 – 76123 ANDRIA Tel.: 0883 552 001 Telefax: 0883 552 001 Email: [email protected] Presidente: Nunzia GIORGIO – Andria Tempi di attivazione 30 min – 120 min Autosufficienza 7 gg Specializzazioni Socio Sanitaria Corsi di Formazione Soccorso Medico Supporto Tecnico Logistico Trasporto Infermi Soccorsi Speciali

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 21

Barletta

EKOCLUB INTERNATIONAL onlus Piazza Aldo Moro, 29 – 76123 BARLETTA Tel.: 0883 953 791 Email: [email protected] Presidente: Sabrina V.CAFAGNA - BARLETTA Mobile: 340 254 295

NUCLEO VIGILANZA ITTICO FAUNISTICO AMBIENTALE ECOLOGICA Via Sansovino, 49 (cp 520) – 76121 BARLETTA Tel.: 0883 512 268 Telefax: 0883 532 706 Email: [email protected] Presidente: Giuseppe CAVA - BARLETTA Mobile: 338 896 1402 328 535 7028

CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Provinciale Barletta Via Oberdan, 4 – 76123 ANDRIA Tel.: 0883 552 001 Telefax: 0883 552 001 Email: [email protected] Presidente: Nunzia GIORGIO - ANDRIA

ASS. VOLONTARI SOCCORSO EMERGENZA RADIO Via Paisiello, 44 76123 BARLETTA Tel.: 0883 528 443 0883 571 656 Email: [email protected] Presidente: Tommaso DI STASO - BARLETTA Mobile: 320 188 8542 368 351 1354

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 22

Bisceglie

NUCLEO GUARDIE AMBIENTALI Via Carrara Abate Tonio, 28 – 76011 BISCEGLIE Tel.: 080 204 6595 Email: [email protected] Presidente: Savino CASARDI - BISCEGLIE Mobile: 347 300 8642 338 393 8344

GIACCHE VERDI onlus Via Imbriani, 351 – 76011 BICEGLIE Tel.: 080 395 2416 Telefax: 178 609 9579 Email: [email protected] [email protected] Presidente: Giuseppe CHIEFFI - BISCEGLIE Mobile: 348 736 3840

GI.ESSE.BI. Gruppo Scout Bisceglie Via Vecchia Corato, sc – 76011 BISCEGLIE Tel.: 080 396 9233 – 330 55 33 03 Fax: 080 396 9233 Email: [email protected] Responsabile: Cav.GU. Domenico RANA - BISCEGLIE Mobile: 080 923 238

ANT Italia Onlus Assistenza Domiciliare Via Camere del Capitolo, 16 – 76011 BISCEGLIE Tel.: 080 395 1472 Responsabile:

EPASS Consultorio Familiare Piazza Gen.Dalla Chiesa C.A., 12 – 76011 BISCEGLIE Tel.: 080 3927111

ISTITUTO SAN VINCENZO della Compagnia Delle Figlie Della Carità Via A.De Gasperi, 12 – 76011 BSICEGLIE Tel.: 080 396 8027

OPERATORI EMERGENZA RADIO BISCEGLIE Via G.Galileo, 9 – 76011 BISCEGLIE Telefono: 080 392 9999 Responsabile: Girolamo ROCCO - BISCEGLIE Mobile: 368 341 0957

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 23

CONFRATERNITA delle MISERICORDIE d’ITALIA – Bisceglie Piazza Gen.C.A.Dalla Chiesa, 10D – 76011 BISCEGLIE Telefono: 080 392 4405 - 080 392 1880 Responsabile: Domenico DELL’OLIO - BISCEGLIE Mobile: 320 705 5983 329 157 9700 Specializzazioni Socio Sanitaria Corsi di Formazione Soccorso Medico Supporto Tecnico Logistico Trasporto Malati Tempi di attivazione 1 – 6 h Autosufficienza 7 gg Volontari 10 Personale Medico 4 Ambulanza tipo A 1 Ambulanza tipo B 2

SOCIETA’ NAZIONALE di SALVAMENTO (SNS) Via Carrara Le Coppe, 35 – 76011 BICEGLIE Responsabile: Paolo TARANTINI - BISCEGLIE Mobile: 335 815 3300

ASSOCIAZIONE VOLONTARI ITALIANA SANGUE (AVIS) Via LAMAROMRA, 6 – 76011 BISCEGLIE Telefono: 080 395 3760 Responsabile: Patrizia VENTURA - BISCEGLIE

ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI (ARI) Via Salnitro, 35 – 76011 BISCEGLIE Telefono: 080 3924921 Responsabile: Francesco ANZIDEI - BISCEGLIE Mobile: 338 6658504

Spinazzola

ASS.VOLONTARI G.MARCONI C.so Vittorio Emanuele 200 – 76014 SPINAZZOLA Tel. 080.983 636 Presidente: Domenico FATO - SPINAZZOLA Mobile: 348 605 9760 392 981 9405 Email: [email protected]

San Ferdinando di Puglia

ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI Via Turatti, 6 – 76017 Tel. 0883 621 728 Presidente: POLIONE Ferdinando – SAN FERDINANDO di PUGLIA Mobile: 347 707 1702 Email: [email protected]

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 24

Canosa di Puglia

ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI Via Cadorna, 19 – 76012 CANOSA di PUGLIA Tel. 0883 661 223 Presidente: SCARINGELLA Cataldo - CORATO Mobile: 333 758 9792

Minervino Murge

ASS. GRUPPO OPERATIVO EMERGENZE (GOE) Via Cavour, 111 – 76013 MINERVINO M. Tel.: 0883 694370 Presidente: RUSSO Domenico - MINERVINO Mobile: 347 499 2655 Mail: [email protected]

ASS. LA TORRE – onlus Via Cavour, 31 – 76013 MINERVINO M. Tel.: 0883 693980 Presidente: RENNA Giuseppe - MINERVINO Mobile: 339 398 4412 Mail: [email protected]

OPERATORI EMERGENZA RADIO Corso Matteotti, 1 – 76013 MINERVINO M. Tel.: 0883 691 552 Presidente: PELLEGRINO Michele - MINERVINO Email: 347 734 2344 Email: [email protected]

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 25

Trani

OPERATORI EMERGENZA RADIO TRANI Via G. Di Vittorio, Stadio – 76125 TRANI Tel.: 0883 500 600 Responsabile: Orazio TURTURO - TRANI Mobile: 349 574 3099 Sebastiano MISCIOSCIA - TRANI 0883 42 329 Email: [email protected]

CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Locale ANDRIA Piazza Marconi, 28 – 76125 TRANI Tel.: 0883 500 105 Email: [email protected] Referente: Roberta TITO – TRANI Mobile: 340 374 5901

ASS. RANGERS d’ITALIA C.so Don Luigi Sturzo 223 – 76125 TRANI Tel. 0883 44 670 Responsabile: Antonio PICA - TRANI Mobile: 349 233 8112 Email: [email protected]

GRUPPO CINOFILI TRANESE Email: [email protected] Presidente: Antonio PAPA - TRANI Mobile: 348 444 8741

ASSOCIAZIONE NAZIONALE POLIZIA DI STATO Email: [email protected] Presidente: Giuseppe BOVINO - TRANI Mobile: 334 400 8085

ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI Email: [email protected] Presidente: Pietro DI MEO - TRANI Mobile: 333 202 7958

ASSOCIAZIONE GUIDE E SCOUT CATTOLICI ITALIANI – SEZ. 1 Via De Robertis,71 – 76125 TRANI Mobile: 360 827 219

ASSOCIAZIONE GUIDE E SCOUT CATTOLICI ITALIANI – SEZ. 2 Via Giacchetti – 76125 TRANI Mobile: 330 442 033

ASSOZIAZIONE SOS INFANZIA DEL MONDO Via ran BRETAGNA, 8/H – 76125 TRANI Referente: Luca TUNDO – TRANI Mobile: 349 467 3373

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 26

ASS. A.V.S. CASALTRINITA’ Via Mulini, 5 – 76015 TRINITAPOLI Tel.: 0883 630700 Responsabile: LABIANCA Pompilio - TRINITAPOLI Mobile: 327 087 9969 DE ROSA Antonietta - TRINITAPOLI 338 309 8073 Email: avs.casaltrinità@tiscali.it

CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Locale ANDRIA Via Cavalotti 60 – 76015 TRINITAPOLI Responsabile: D.ssa Mariagrazia IANNELLA - TRINITAPOLI Mobile: 333 809 2958 Email: [email protected]

Piano Operativo Comunale – Censimento Risorse Agg. XII 2013 - Pag. 27

Negli ultimi tempi, forse a causa dei numerosi eventi calamitosi verificatisi, si è posta una maggiore attenzione verso le problematiche della Protezione Civile. In particolare, si è avvertita la esigenza di fornire a tutti i cittadini i concetti fondamentali della sicurezza contro i rischi derivanti dalle calamità naturali e dalle attività dell’uomo, in quanto la conoscenza dei rischi rappresenta un ottimo strumento per potersi difendere. Per questo motivo l’Amministrazione Comunale ha ritenuto opportuno dotarsi di un Piano di Protezione Civile la cui funzione è quella di individuare gli scenari di rischio prevedibili e di disegnare l’organizzazione di intervento relativa ad ogni specifico scenario e ad ogni fase dell’emergenza. Il Piano, inoltre, disegna i modelli di intervento e le procedure che indicano per ciascun scenario di rischio e per ciascuna fase dell’evento calamitoso i compiti e le procedure che ogni “attore” deve seguire. Tuttavia, è importante sottolineare che nessun sistema di Protezione Civile può funzionare senza il coinvolgimento attivo della popolazione e delle associazioni di Volontariato che svolgono con passione e con tenacia un’opera non solo di soccorso ma anche di difesa e di salvaguardia dai rischi presenti nel territorio. Il presente lavoro non deve essere considerato esaustivo della problematica Protezione Civile essendo impossibile prevedere con precisione tutti gli scenari di rischio. Trattasi di pianificazione generale, alla quale deve obbligatoriamente seguire la fase della programmazione, l’adozione delle misure di prevenzione, l’aggiornamento dei dati e le esercitazioni.

IL SINDACO Avv. Luigi Nicola Riserbato