Inventario Archivio Comune Di Pineto (TE)
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COMUNE DI PINETO (PROVINCIA DI TERAMO) ARCHIVIO STORICO COMUNALE INVENTARIO 1799 – 1966 A cura di Anna Maria Censorii Sabatina Marini Maria Teresa Piccioni ACTAINFO S.R.L. Ottobre 2006 COMUNE DI PINETO Profilo storico istituzionale Sul toponimo di Mutignano, comune fino al 1927 e frazione di Pineto dal 1929, sono state fatte diverse teorie. Secondo una fantasiosa interpretazione deriverebbe da Mutini Fanum, culto in onore del dio Priapo silvestre, dio degli orti e dell’agricoltura. Altre congetture derivano il nome da Mutini-Janus, legandolo ad un doppio culto, quello di Priapo e di Giano, oppure da Mons-tignarius, ossia ricco di travi. Più correttamente, il suo nome deriverebbe dal personale romano Mutius, trasformatosi poi in Mut(t)inius. Dalle fonti storiche risulta che la denominazione relativa a Mutignano abbia subito nel corso dei secoli diverse trasformazioni. Dal Catalogus Barorum (1150-1168) Berardo, abate del monastero di S. Giovanni in Venere, tenne in feudo “Mutiguianum”. Nel 1275 Giordano, abate del monastero di S. Giovanni in Venere, chiede che gli venga prestato giuramento di fedeltà per le sue quote di possesso di “Mitignano”. Nel 1324 i cappellani di S. Pietro di “Miteneano” o “Mateniano” versano la decima annuale. Nel 1462 Ferrante I d’Aragona restituisce a Giulio Antonio d’Acquaviva i possedimenti del padre, includendovi l’abitato “Mitignani”. Nel 1502 Luigi XII di Valois-Orléans conferma ad Andrea Matteo III d’Acquaviva il casale “Mutignani”. Nel 1659 “Villa Mutignani” consisteva in un castello di 1039 anime. Nel 1729 ottiene la separazione dal tenimento di Atri e nel 1809 viene eretto a Comune di Mutignano. Con l’emanazione del Regio Decreto 26 marzo 1929, n. 626 il Comune di Mutignano si distacca dal Comune di Atri e si ricostituisce in Comune autonomo con denominazione “Pineto” (A.S.C.P. b. 1 f. 4 class. I.1). A tale data l’antico borgo di Mutignano assume il ruolo di frazione del neofito Comune di Pineto che fino al 1924, era denominato “Villa Filiani” (A.S.C.P. b. 1 f. 1 class. I.1). Il territorio di Villa Filiani si articolava dal fosso del Cerrano al fosso del Calvano. Era abitato fin dall’antichità, come testimoniato dai ritrovamenti di mattoni con il marchio risalente all’epoca romana. Altre testimonianze sono attestate dalla presenza, a nord del Calvano, di un’osteria e ancora più sopra di un molino, la cui esistenza risalirebbe al I sec. XV (A.S.C.P. b. 58 f. 156 class. I-9). Lo stesso fosso del Cerrano aveva costituito per secoli un valido approdo. Fino al Medioevo era considerato un vero e proprio porto, con la sua torre, attuale simbolo primario di Pineto. La Torre già nel sec. XIII subì notevoli restauri, fino alla sua distruzione nel 1447 durante l’attacco sferrato dalla flotta della Repubblica di Venezia in rotta con gli Angioini. Nel 1531 quel che rimaneva della distrutta Torre, venne ceduta a privati dal procuratore Bartolomeo di Cola Sorricchio, mentre il porto, ormai abbandonato venne rimpiazzato da un piccolo approdo, in prossimità del fosso del Calvano. Nel 1582 la Torre venne ricostruita, come base contro le incursioni turche. A partire dagli inizi del sec. XX venduta nuovamente a privati, subisce una serie di ristrutturazioni e restauri. Attualmente è patrimonio della Provincia di Teramo. Lo sviluppo della fascia litoranea si realizza nel sec. XIX attraverso uno dei fattori preponderanti dell’epoca, rappresentato dalla viabilità. In seguito alla costruzione della strada consolare marittima tra il 1808 e il 1815 a sud del Calvano, vengono costruite modeste abitazioni, tra cui la villa della famiglia Filiani dalla quale prende il nome l’omonima frazione. La localizzazione della stazione ferroviaria Atri-Mutignano viene identificata nel territorio del Comune di Mutignano nei pressi della frazione Villa Filiani. La stessa agli inizi del sec. XX Villa Filiani va assumendo sempre maggiore importanza. Per opera di un privato, il Gr. Uff. Luigi Corrado Filiani, negli anni 1922- 1924 lungo la fascia litoranea, furono impiantati per cinque ettari, oltre “200 pini, acquistati dai vivai della Toscana già adulti. Furono necessarie molte cure per l’attecchimento e la distruzione dei parassiti, nonchè un movimento di terra di circa 12.000 mc. Altra pineta delle stesse caratteristiche, il Filiani impiantò in mezzo alla collina, impegnando uguale estensione di terreno. Questo richiese l’impiego di attrezzature speciali, specialmente per le armature, essendo la collina scoperta, battuta dai venti”. (cfr. A.S.C.P. b. 1 f. 6 class. V.1). Pineto deve il suo toponimo proprio alla rigogliosa pineta che ne contraddistingue il paesaggio. Nel 1927 il comune di Mutignano, per richiesta del podestà, trovandosi in difficoltà economica e non potendo provvedere ai propri bisogni, viene aggregato al Comune di Atri con l’emanazione del R.D. 24 II novembre 1927, n. 2191. Con verbale del 29 dicembre 1927 vengono consegnati gli atti del Comune di Mutignano a quello di Atri (A.S.C.P. b. 1 f. 3 class. I.1). In seguito con R.D. 28 marzo 1929, n. 626, il territorio pertinente il comune di Mutignano viene distaccato dal comune di Atri e ricostituito in comune autonomo denominato Pineto. Il trasferimento della sede municipale dalla frazione Mutignano a quella di Pineto avverrà con deliberazione podestarile del 30 maggio 1930, resa esecutiva con l’emanazione del R.D. 11 dicembre 1930, n. 1776 (A.S.C.P. b. 1 f. 4 class. I.1). Nonostante l’opposizione dell’amministrazione comunale di Atri, i pareri contrari della Deputazione provinciale e della federazione fascista di Teramo, viene emanata la legge 22 dicembre 1932, n. 1703 con la quale si disponeva l’ampliamento della circoscrizione territoriale del Comune di Pineto, aggregandosi la parte del territorio del comune di Atri situata tra il Comune di Pineto e il fiume Vomano, comprendenti le località Calvano e Scerne. Con R.D. 9 novembre 1933 venivano, infine, stabiliti i confini territoriali. Il provvedimento Sovrano fu impugnato dal Comune di Atri mediante ricorso al Consiglio di Stato in sede giurisdizionale. La vertenza si chiudeva con l’emanazione del R.D.L. 5 luglio 1934, n. 1112, concernente l’interpretazione autentica della legge 22 dicembre 1932, n. 1703, sull’ampliamento della circoscrizione territoriale del comune di Pineto. (A.S.C.P. b. 1 f. 5, class. I.1). A seguito della caduta del fascismo, il comune di Atri con deliberazione consigliare del 16 maggio 1946, n. 21, rivendicava i territori delle frazioni di Scerne e Calvano appellandosi alle autorità provinciali e governative. Immediata fu l’opposizione del comune di Pineto, che prontamente inviò un memoriale alle autorità competenti. Anche i naturali di Scerne e Calvano presentarono una petizione di opposizione al distacco dal Comune di Pineto. (A.S.C.P. b. 2 ff. 8, 9, 10, 11 class. I.1). Infine la lunga contesa si risolveva a favore del Comune di Pineto con il pieno riconoscimento del territorio. III L’Archivio L’archivio storico comunale copre l’arco cronologico dal 1799 al 1966 e conserva la documentazione del comune di Mutignano (1799- 1927), diventato poi comune di Pineto (1929-1966) e gli archivi aggregati dell’ONMI e dell’ Ufficio di Conciliazione. Agli inizi del 1900, il comune di Mutignano, per meglio preservare l’archivio, ha depositato parte di esso, anni tra il 1748 e il 1866, presso l’Archivio di Stato di Teramo che ne ha curato l’inventariazione e tuttora lo conserva. La restante documentazione, oggetto dell’attuale intervento di riordino, è provvisoriamente conservata in un locale-magazzino nei pressi della Stazione ferroviaria di Pineto, in attesa di trasferimento presso una sede più idonea. Ordinamenti e inventari precedenti L’archivio del Comune di Pineto fu sottoposto ad un intervento di riordino nel 1964 quando, con deliberazione di Giunta n. 127 del 2 aprile dello stesso anno, si affidava l’incarico di sistemazione dell’archivio comunale al sig. Palmarini Antonio dell’Archivio di Stato di Teramo. A completamento dell’intervento fu redatto e consegnato all’Ente un inventario ed un elenco degli atti destinati all’eliminazione. L’inventario di cui per anni si era persa traccia, è stato rinvenuto a fine lavori di riordino e collocato nel fascicolo di appartenenza (A.S.C.P. b. 2 f. 19. class. I.2) Dopo il 1964 non ci sono attestazioni a testimonianza di riordinamenti successivi. Riordino attuale Si è proceduto in primo luogo ad una ricognizione generale della documentazione dislocata in diverse sedi; il materiale documentario è stato riunito e organizzato nelle varie ripartizioni corrispondenti alle attività degli uffici produttori delle carte. La documentazione storica, dall’origine fino al 1967, è stata schedata analiticamente mentre per quella successiva si è prodotto un elenco di consistenza informatizzato. IV La scelta di seguire il metodo storico per il riordinamento si è rivelata assai complessa. Rispetto al precedente riordinamento, sono state operate delle modifiche nella classificazione della documentazione fino al 1897. Questa infatti, attinente il comune di Mutignano, consistente in n. 321 unità archivistiche e coeva a quella conservata nell’Archivio di Stato di Teramo, è stata riordinata seguendo lo stesso schema di classificazione, al fine di consentire una lettura omogenea dei due inventari. Per la documentazione successiva al 1897, anno in cui furono emanate dal Ministero dell’Interno le disposizioni per la corretta tenuta degli archivi comunali, è stato adottato lo schema di classificazione allegato alla circolare n.17100-2 del 1 marzo 1897. Le serie individuate riguardano le Deliberazioni in copia con i relativi allegati sottoposte al visto della Prefettura, le Spedalità, la Contabilità, le Liste di leva e i Ruoli matricolari, la Revisione delle liste elettorali, le Pratiche di emigrazione e immigrazione. Dal 1961 l’Ente ha archiviato cronologicamente il carteggio protocollato, organizzandolo per categorie, classi e fascicoli, intendendo per fascicoli l’unità di condizionamento.