Quando Levi Candidò Scotellaro Al Viareggio APPENNINO / 2.15
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SANTINO SALERNO / QUANDO LEVI CANDIDÒ SCotellaro AL VIAREGGIO APPENNINO / 2.15 la sensibilità dell’uomo e del meridionalista e e sai quanto, nei rapporti con l’“altro mondo” Santino Salerno pertanto non poteva essere ignorata da Répaci: essi siano, e giustamente, diffidenti. Le eventuali ragioni di procedura, regolamento, “prassi”, ecc. Carissimo Leonida. che potrebbero eventualmente creare qualche Ti ho telefonato alcune volte, nei miei passag- dubbio nella attribuzione del primo premio a gi per Roma: ma tu non c’eri. Volevo ringraziarti Rocco Scotellaro (il fatto che egli sia morto da Quando Levi dei tuoi bellissimi libri […]:che io trovo assoluta- pochi mesi, e l’omaggio alla sua persona datogli a mente eccezionali e perfettamente realizzati. S. Pellegrino) sarebbero certamente dai contadini Visto che, purtroppo, non puoi dare a te stes- interpretate come puri pretesti, come le eterne so il Premio Viareggio, vorrei parlarti di una que- ragioni avvocatesche e luiginesche per escluderli candidò Scotellaro stione che mi sta molto a cuore, e che credo della dal mondo della cultura e dalla direzione del pa- massima importanza per quegli scopi di cultura ese. Ancora una volta, per essi, Cristo si sarebbe libera e antifascista che ci sono comuni. Non in- fermato a Eboli. Questo non deve avvenire, se ci tendo, naturalmente, darti né un consiglio, né un sta a cuore che l’Italia sia un paese di uomini veri, al Viareggio suggerimento, cose di cui non hai bisogno e che e non un’Arcadia di letterati […]. non spetterebbe a me darti, ma soltanto metterti Il Premio Viareggio, per la sua autorità, può al corrente di fatti che mi sembrano interessanti, contare molto, in questi tempi morti. Non dob- per il nostro Mezzogiorno contadino. Sono stato biamo creare questa delusione; tanto più che, questo mese in cento paesi di Puglia e Lucania, dall’elenco dei concorrenti, vedo che, per quanto e ho potuto per mille prove constatare che la fi- molti siano autori degni e buoni e ottimi, nessu- gura di Rocco Scotellaro ha già preso, a pochi no ha le qualità uniche di genio che si vedono mesi della sua morte, i caratteri mitologici di un nella Poesia di Rocco Scotellaro. (Aggiungo, tra eroe popolare. I contadini aspettano i suoi libri, parentesi, che i 3 milioni del primo premio non ne parlano, lo considerano il loro poeta; e attra- potrebbero servire ad altri più che alla poverissi- Quando Carlo Levi, il 9 luglio 1954, plari” perché agitavano problemi di natura so- verso di lui si sentono essi stessi appartenere al ma famiglia contadina di Rocco, carica di debiti scrisse a Leonida Répaci segnalando per il Via- ciale e politica soprattutto con orientamento mondo della cultura, come protagonisti, come e di malattie, e che attendeva un po’ di respiro reggio È fatto giorno, la silloge apparsa quell’an- progressista. autori, non come oggetti di romanzo. Il libro soltanto dagli aiuti che, vivendo, Rocco avrebbe no per i tipi di Mondadori, e che lo stesso Levi Quell’anno in giuria c’erano Franco An- Contadini del Sud, si vende a decine di copie in potuto, anno per anno, portare in futuro.) aveva corredato di una sua prefazione, l’auto- tonicelli, Antonio Baldini, Libero Bigiaretti, ogni villaggio: e chi lo compra lo legge e lo cu- Sono sicuro che terrai conto di questo sta- re, Rocco Scotellaro, era morto da sette mesi. Alberto Colantuoni, Primo Conti, Giacomo stodisce come una reliquia non sono i signori, i to di attesa contadina, che è un fatto bellissimo, Si trattava dunque di assegnare un premio alla Debenedetti, Francesco Flora, Niccolò Gallo, ricconi, i galantuomini, ma soltanto i braccianti. che dimostra come la cultura e la passione per la memoria dello scrittore e poeta che era stato Piero Jahier, Elpidio Jenco, Eugenio Montale, Maggior successo, se possibile, avrà il libro delle cultura si sia ormai trasferita al mondo popolare. sindaco di Tricarico, che era stato ingiusta- Geno Pampaloni, Giuseppe Ravegnani, Car- poesie È fatto giorno. Ora i contadini sanno del Non sarai certamente tu, che sei dei nostri, in mente arrestato e che aveva portato avanti con lo Salsa, Leone Sbrana, Giovanni Titta Rosa, premio Viareggio e lo aspettano, per Rocco e per primissima fila da sempre, a non tener conto di impegno e determinazione la causa meridio- Giuseppe Ungaretti, Diego Valeri e Cesare Za- se stessi. Se si sentissero, con il primo premio di questo nuovo mondo che è il nostro. Se il Premio nalista. C’era un precedente nella storia del vattini; una giuria eminentemente “letteraria” e Viareggio, messi alla ribalta della cultura nazio- Viareggio si intitolerà, quest’anno, a Rocco Sco- Viareggio, precisamente nel 1947, alla prima per di più di area centro-settentrionale. L’uni- nale, essi, i contadini poveri, milioni di contadini tellaro, sarà, credo una grande vittoria per tutti edizione dopo la guerra, quando erano state co meridionale, oltre a Répaci, era il casertano poveri del Sud, sarebbero incoraggiati nella loro noi, affermazione di vera libertà. Ti abbraccio. premiate Le lettere dal carcere appena pubblicate Elpidio Jenco e, pertanto, un’opera provenien- vita; se no ne avrebbero, te lo assicuro, la più Carlo Levi [Répaci ’70 e la cultura italiana, a cura di da Einaudi e l’autore, Gramsci, era scomparso te da un poeta esordiente ancorché animato profonda delusione. Ancora una volta Roma li Elio Filippo Accrocca, Costanzi, Roma 1968, II, già da un decennio. Ma si sa, il premio Via- da una dirompente passione civile e a cui pure avrebbe respinti e disprezzati, rifiutando al loro pp. 89-90]. reggio è stato, nel panorama dei premi italiani, Amelia Rosselli, affascinata, aveva dedicato i rappresentante il riconoscimento che obiettiva- sicuramente quello che si è caratterizzato per versi di Cantilena, difficilmente avrebbe potuto mente gli spetta. Devo dire, per quello che ho La segnalazione di Carlo Levi, tuttavia, mise aver avuto sempre un occhio rivolto verso au- destare l’attenzione di una siffatta brigata. Ma sentito e che so, che essi non capirebbero. Tu li in difficoltà Répaci che, in sintonia con altri giu- tori “emeriti” e verso opere giudicate “esem- la lettera di Levi toccava le corde dell’animo e conosci almeno quanto li conosco io e forse più, rati, si era già espresso a favore del Prete bello di 60 61 SANTINO SALERNO / QUANDO LEVI CANDIDÒ SCotellaro AL VIAREGGIO APPENNINO / 2.15 SANTINO SALERNO / QUANDO LEVI CANDIDÒ SCotellaro AL VIAREGGIO APPENNINO / 2.15 «Caro Répaci, ho letto stando a letto per un in- Caro Répaci, ho letto cidente di pesca Contadini del Sud di Rocco Sco- tellaro. Di lui non ho ancora letto È fatto giorno. stando a letto per un incidente Mi pare impossibile che l’opera di Scotellaro non di pesca Contadini del Sud riceva il premio Viareggio. Non è il libro di un “ uomo, ma quello di una classe. Ad essa spero da- di Rocco Scotellaro. rete il premio compenso di tante pene. Ti saluto affettuosamente. Tuo Nenni» (Ibi, p. 76). Mi pare impossibile che Conclusi i lavori della giuria, Répaci si premu- l’opera non riceva rerà di comunicargli telegraficamente la vittoria di Scotellaro, e Nenni, come si conviene ad un il premio Viareggio. politico del suo rango, risponde soddisfatto ma con misurata distanza: «Caro Répaci, grazie del Non è il libro di un uomo, telegramma. Immagino le incomprensioni. Ma il ma quello di una classe. premio a Rocco Scotellaro onora te e i tuoi colle- ghi. Cordialmente Tuo Nenni» (Ibi, p. 79). Répaci Ad essa spero darete e Nenni erano amici di vecchia data; insieme, nel 1923, erano stati padrini a Castelvetro Piacenti- il premio compenso no, nei pressi di Cremona, nel duello tra Farinacci di tante pene. e Cecchino Buffoni direttore dell’«Avanti!»; poi i rapporti si sono intensificati durante la lotta clan- Ti saluto affettuosamente. destina contro il nazifascismo, quando entrambi erano a Roma avevano come punto d’incontro la Tuo Nenni casa di Flora Volpini a Viale Liegi. C’era anche Guido Piovene e c’erano Sandro Pertini e Giu- seppe Saragat e Carlo Andreoni e Mario Zagari, e Mario Fioretti ed Eugenio Colorni, l’uno e l’al- no, restiturà nelle mani di Saragat la tessera del tro, questi ultimi, uccisi dalla milizia fascista. partito e la direzione” del giornale passerà prima allo stesso Saragat e poi a Giuliano Vassalli, con il Al centro della foto, Leonida Rèpaci e Pietro Nenni. Non sempre, in verità, Répaci e Nenni si era- no trovati sulle stesse posizioni politiche e anzi, quale, negli anni a venire, Répaci stabilirà un rap- furono su fronti opposti, nel 1947, a Palazzo porto amicale più che fraterno. Tornerà nel PSI Barberini, quando lo scrittore calabrese si schierò nel 1955, indirizzando la domanda di nuova am- Goffredo Parise, mentre Jahier e Flora insisteva- alcuni punti di contatto, l’omologo calabrese di dalla parte degli autonomisti di Saragat entrando missione direttamente a Nenni che la pubbliche- no nel sostenere il saggio La mente di Leonardo di Scotellaro, e comunque anch’egli meridionalista nelle file del PSI e assumendo la direzione del rà sull’«Avanti!», ma prima la passa alla Federa- Cesare Luporini; si creò un’ impasse da cui si sten- tormentato e disilluso, nonché autore di versi quotidiano «L’Umanità» insieme a Virgilio Da- zione romana del partito a cui – comunicherà per tò a venirne fuori. Répaci intuisce che è il mo- accorati e pieni di disperazione per la sua terra. gnino e Giuseppe Faravelli. Fu un’esperienza di lettera a Répaci – «non voglio sottrarre l’esame mento buono per cambiare obiettivo e proporre Costabile, che faceva parte della cerchia amica- breve durata, come lo era stata quella del «Tem- e l’accettazione della tua iscrizione» (Ibi, p.