OGGETTO: Venezia – Ex Palazzo Reale

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OGGETTO: Venezia – Ex Palazzo Reale MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL VENETO Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna Palazzo Ducale, 1 V e n e z i a PERIZIA DI SPESA N. 23 del 2 luglio 2012 D.P.C.M. 10 Dicembre 2010 di ripartizione della quota dell’otto per mille dell’IRPEF a diretta gestione statale per l’anno 2010 RELAZIONE STORICA E RELAZIONE TECNICA CON CRONOPROGRAMMA VENEZIA – PIAZZA SAN MARCO LAVORI DI CONSERVAZIONE DELLA FACCIATA, DEL PORTICO E DELLE COPERTURE DELLE PROCURATIE NUOVE – Campate XI – XXXVI C.U.I. 13854 CUP F79G10000330001 Venezia, 2 LUGLIO 2012 IL PROGETTISTA Visto:IL SOPRINTENDENTE Arch. Ilaria Cavaggioni arch. Renata Codello IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Arch. Anna Chiarelli Venezia - Procuratie Nuove o Palazzo Reale Intervento di conservazione della facciata principale e dalla falda di copertura (…) guardatevi dal voler comparire sopra le cose fatte: accomodatele, assicuratele, ma non aggiungete, non mutilate, e non fate il bravo. Giuseppe Valdier L’Architettura Pratica, III, p. 115 Relazione illustrativa con cenni sulla storia della fabbrica SOMMARIO 1. Introduzione 2. Cenni sulla storia della fabbrica 3. Caratteri stilistici 4. Caratteri costruttivi 5. La ricerca d’archivio 6. Stato di conservazione 7. Descrizione dell’intervento: linee guida e tecniche 8. Riferimenti bibliografici 1. Introduzione Molti degli aspetti descritti in questa relazione, relativi alla vicenda storica della fabbrica delle Procuratie Nuove, alle caratteristiche stilistiche e costruttive della facciata principale del palazzo, al suo stato di conservazione, ecc., si basano su ipotesi fondate sull’osservazione a distanza, ai piedi della fabbrica, sulla letteratura artistica consultata, su precedenti restauri documentati, su analogie con le Progetto definitivo 2 Venezia - Procuratie Nuove o Palazzo Reale Intervento di conservazione della facciata principale e dalla falda di copertura fabbriche coeve, sulle raccomandazioni dei manuali storici, ecc.. Tali ipotesi verranno verificate e documentate, ogniqualvolta possibile, a cantiere aperto. La fabbrica è una proprietà demaniale al 90,33% e presenta un interesse particolarmente importante dal punto di vista storico artistico, come riconosciuto da un decreto ministeriale di vincolo del 30 aprile 1993, ai sensi dell’articolo della Parte Seconda, Titolo I, Art. 10 Beni culturali del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (Decreto Legislativo 42/2004). Inoltre la facciata è sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi della Parte Terza dello stesso Codice. La fabbrica è occupata al piano terra da attività commerciali private nelle botteghe del sottoportico, nei due piani nobili, dal Museo Correr, comunale, e dal Museo Archeologico, statale, mentre nelle rimanenti parti è prevalentemente occupato da uffici pubblici e depositi. 2. Cenni sulla storia della fabbrica A. Scamozzi e il lascito culturale di Sansovino La fabbrica delle Procuratie Nuove era stata un elemento chiave della ristrutturazione rinascimentale di Piazza San Marco, concepita e avviata da Sansovino (1486-1570) dapprima con la realizzazione, nel 1532, del voltatesta di cinque campate delle Procuratie Vecchie (Lorenzetti 1974, 138) e poi, dal 1537, con la costruzione, a partire dall’angolo più vicino al campanile, della Libreria Marciana (Lotz 1977,58). Tale ristrutturazione aveva comportato: 1. l’isolamento del campanile e la connessa scelta di un nuovo allineamento, arretrato rispetto a quello preesistente, per la Libreria e per le adiacenti Procuratie Nuove; 2. un sistema a due ordini della nuova facciata della Libreria, impostata su un porticato, a continuazione ideale di quello a tre ordini delle Procuratie Vecchie, sul fronte opposto. L’arretramento delle facciate aveva conferito una maggiore regolarità al disegno della piazza1 e soprattutto l’aveva avvicinata alle dimensioni ideali suggerite da Vitruvio e da Alberti per il foro romano, che costituisce il vero modello ispiratore di questa ristrutturazione 2. Infatti, anche se già una cronaca del tardo Duecento ci informa che a quel tempo (Piazza San Marco) era cinta da logge (Lotz 1977, 57), il riferimento 1 In questa ristrutturazione (…) la basilica di San Marco viene posta al centro del lato orientale (…) le due facciate della Libreria formano un angolo retto (…) l’angolo sud-ovest della piazza, originariamente acuto, appare ora come ortogonale, sebbene in realtà misuri un po’ più di novanta gradi (Lodz 977, 58). Il Campanile (…) quasi un immenso gnomon vitruviano a determinare, sempre come insegna il De Architectura, gli allineamenti delle fabbriche e dei percorsi viari ruotanti attorno al “foro”. (…) non è un mistero che la larghezza dei fianchi, dei lati brevi (…) sia determinata dalla larghezza del Campanile (circa 35 piedi)(…) (e che) un analogo intervallo corra anche tra il lato meridionale del Campanile e la fronte della fabbrica marciana. Sviluppando ulteriormente questa considerazione c’è chi vede nel campanile il modulo della lunghezza del fronte delle Procuratie Nuove e della Libreria Marciana (Morolli 1994, 17). Progetto definitivo 3 Venezia - Procuratie Nuove o Palazzo Reale Intervento di conservazione della facciata principale e dalla falda di copertura culturale di Sansovino non fu tanto la preesistenza tardo quattrocentesca delle Procuratie Vecchie di Codussi3, che a sua volta riprendeva i motivi della precedente costruzione in stile veneto-bizantino (Lorenzetti 1974, 138), ma piuttosto il modello classico del foro romano, come desumibile dalla descrizione contenuta ne I dieci libri de L’Architettura di Vitruvio, che a quel tempo era già stata divulgata dagli scritti di Alberti e di Filarete. Nel Rinascimento il legame ideale tra piazza e foro è molto stretto 4. Infatti, da un lato, il modello di foro divulgato da Leon Battista Alberti, e da questi desunto dal testo vitruviano, è quello di una piazza circondata da logge a due piani (Lodz 1974, 54); d’altro lato, quando, nel 1485, nella sua prima edizione dei Dieci Libri dell’Architettura, lo stesso Alberti descrive il progetto di una piazza, prendendo a prestito quasi parola per parola il testo di Vitruvio, (…) descrive l’agorà della città greca circondata da logge a due piani (Lodz 1977, 53). Si può quindi ragionevolmente ipotizzare che anche lo schema compositivo scelto da Sansovino per la facciata della Libreria alludesse a questo modello del foro con due piani loggiati, anche se il secondo ordine della facciata della Libreria non è costituito da una loggia aperta e continua ma piuttosto da una serie di logge (balconi), separate tra loro e schermate da finestre, che tuttavia riesce ad evocare l’immagine della loggia aperta e continua. Sviluppando ulteriormente questa ipotesi, potrebbe essere questa adozione del modello del foro con doppio loggiato continuo a spiegare perché Sansovino non avesse adottato per la Libreria lo schema a tre ordini delle Procuratie Vecchie - che egli stesso aveva adottato, appena cinque anni prima, nel realizzare le cinque campate del voltatesta di quest’ultima fabbrica sul lato corto di Piazza san Marco - e avesse inoltre scelto per il secondo ordine della Libreria Marciana un fregio ionico del tutto sproporzionato rispetto alle misure canoniche. Tale fregio infatti - oltre a mascherare le piccole finestre ovali del piano ammezzato e a costituire una bella citazione dell’analogo fregio a putti e ghirlande che orna la Farnesina di Peruzzi a Roma (Lodz 1977, 86) - gli permetteva, insieme alla balaustra dell’attico, di raggiungere la stessa 2 Il foro era il centro civico delle città romane e attorno ad esso gravitano le attività politiche, amministrative, mercantili e. almeno in parte, anche religiose. Vitruvio teorizzava che per il tipo monumentale del foro è preferibile una forma rettangolare con un rapporto 2:3 tra i lati. Inoltre la presenza di un portico colonnato è costantemente attestata per composizioni architettoniche complesse quali le agorà, anche se non è affatto dimostrata una derivazione del foro dall’agorà (cfr.EUA e Luigi Crema (1959), L’architettura romana, Torino, pp 35-36; 154-166; 358-367). Tipico del f. è inoltre l’esser definito, almeno parzialmente, da portici colonnati sia autonomi che corrispondenti a un edificio monumentale (…) Una precisa preferenza verso le prospettive assiali (…) si mostra frequentemente negli impianti più evoluti costruiti su pianta rettangolare, con un edificio templare (…) eretto su alto podio lungo uno dei lati minori (D.A.U. vol II, 368-369, sub voce “foro” redatta da Giovanni Scichilone). 3 L’erezione di questa fabbrica sembra dovuta all’architetto bergamasco Mauro Codussi che la condusse sino al primo piano entro l’anno 1500. Dopo un grande incendio (1512), i lavori furono continuati sotto la direzione del proto Bartolomeo Bon e di Guglielmo Grigi, completando il progetto codussiano (Lorenzetti 1974,138) 4 Lotz suggerisce a questo proposito che Sansovino può essere stato influenzato anche dalla frequentazione a Firenze di Baccio d’Agnolo nel periodo in cui questi progettava e costruiva con Sangallo la Loggia dell’Annunciata, che è copia intenzionale cinquecentesca della Loggia degli Innocenti e costruita espressamente allo scopo di creare una piazza circondata di portici che, pur essendo senza mercato, mantiene la forma del foro romano con loggiati (Lotz 1977, 57). Progetto definitivo 4 Venezia - Procuratie Nuove o Palazzo Reale Intervento di conservazione della facciata principale e dalla falda di copertura quota sommitale delle Procuratie
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