Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (convertito in legge 27/02/04 - N. 46) Art. 1 Comma 2 - DCB

GRUPPO NATURALISTICO DELLA Associazione per la difesa Periodico trimestrale della Natura in Lombardia Anno XLIII N. 4 22035 Canzo ottobre - novembre - dicembre 2006 NATURA EDITORIALE E CIVILTË ANNO XLIII - N. 4 OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE 2006 La Valle Periodico del Gruppo Naturalistico della Brianza, inviato gratuitamente ai soci REDAZIONE Silvia Fasana (Direttore Responsabile) iamo lieti di ospitare sulla Rivista del nostro Gruppo una ampia sintesi della tesi di [email protected] Laurea di Silvia Confalonieri, discussa lo scorso anno presso l’Università dell’Insu- Alberto Pozzi S [email protected] bria di Como, con relatore Prof. Ezio Vaccari e correlatori Dott. Adriano Martinoli e Silvia CONSIGLIO DI REDAZIONE Metzelin. Per noi questa collaborazione con l’Ateneo comasco significa da un lato poter Iole Celani Agrati Maria Luisa Righi Balini offrire ai nostri lettori contributi qualificati sempre nuovi ed interessanti, dall’altro poter Segreteria rivista 031 26 26 01 offrire ai giovani ricercatori la possibilità di pubblicare il frutto del loro lavoro e farlo Spediz. in abbonamento postale conoscere ad un pubblico più vasto di quello strettamente accademico. Registrazione del Tribunale di Como n. 170 del 3 marzo 1967 Progettazione grafica, In questo numero di Natura e Civiltà tratteremo un territorio della Provincia di Como fotocomposizione e stampa: forse poco conosciuto, forse un ’ dimenticato, ma sicuramente molto interessante GRAFICA MARELLI snc non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche dal punto di vista storico ed etno- Via L. Da Vinci, 28-22100 Como grafico: la Valle Albano. Gli autori sono direttamente responsabili delle opinioni La Valle Albano è situata nel settore comasco delle Prealpi Lombarde, in particolare in espresse nei loro articoli quella zona definita dai geografi “Alto Lario Occidentale”. Il presente periodico è stampato Per raggiungerla si parte da Como e si percorre la Statale Regina per circa una cin- su carta tipo ECF (senza cloro) quantina di chilometri, giunti nei pressi del paese di Dongo, sulla sinistra dello stesso GRUPPO NATURALISTICO è possibile scorgere l’ingresso della valle. Vi si accede risalendo alle spalle del paese e DELLA BRIANZA ONLUS in ordine si incontrano i tre principali centri abitati: , Germasino e infine Gar- Associazione per la difesa della Natura in Lombardia zeno. Iscritta al Registro Regionale La Valle Albano confina a nord con le Valli del Liro e di San Jorio, mentre a sud con la Lombardo del Volontariato 22035 CANZO (Co) Val Senagra e con la Val . Essa presenta un decorso longitudinale da ovest Casella Postale n. 28 verso est ed è solcata al centro dal torrente Albano, dal quale prende il nome; è cono- Tel. e Fax 031 68 18 21 e-mail: [email protected] sciuta anche come Val Dongana, risultato del legame con l’abitato di Dongo, suo “anti- www.grupponaturalisticobrianza.it camera” geografico. Proprio per questo legame, bisogna sottolineare che la foce del PRESIDENTE torrente Albano, insieme al delta del torrente Liro hanno formato una vasta pianura Cesare E. Del Corno detta “Piani di Dongo”, dove, nel corso degli ultimi anni, si sta sviluppando la parte PRESIDENTE ONORARIO nuova dell'abitato. Stefano Fedeli Le peculiarità di questa valle, fatte oggetto di studio, sono legate a molteplici aspetti: VICE PRESIDENTI Miranda Salinelli naturalistici, storici ed etnografici. Alberto Pozzi L’elevata naturalità del territorio, in buona parte non modificato da interventi antropi- Giorgio Ferrero ci, la presenza di tracce legate ad un’antica civiltà rurale e l’esistenza di miniere attive TESORIERE fino agli ultimi decenni dell’Ottocento, collega il dato naturalistico a quello storico ed Ele Ronzoni Segreteria Soci 039 20 25 839 etnografico e ci fa capire come nello studio di un territorio, esso non venga inteso solo Aderente alla Federazione come luogo geografico costituito dalla natura e dal paesaggio, ma come un insieme Italiana Pro Natura omogeneo di storia, tradizioni e culture, che si esprimono attraverso le notizie e le tra- QUOTE DI ISCRIZIONE dizioni superstiti. Inoltre, l’aspetto selvaggio ed incontaminato della Valle Albano rende da versare sul C/C Postale n. 18854224 intestato al l’idea di come nel tempo l’uomo abbia potuto convivere e sfruttare questa terra per la Gruppo Naturalistico della Brianza sua sopravvivenza. (S.C.) Socio Euro Ordinario 25,00 Giovani (fino a 20 anni) 15,00 Auguri Familiare (senza rivista) 10,00 Sostenitore 40,00 Il Presidente, i Consiglieri, i Collaboratori Benemerito 80,00 e la Redazione di Natura e Civiltà Adesione speciale GEV 10,00 augurano a tutti i Soci ed agli Amici della Natura i migliori e più sentiti auguri di un felice 2007 In copertina: Vista da Nembruno (Foto A. Selva)

85 ASPETTI NATURALISTICI Geomorfologia e idrografia

al punto di vista geomorfologico la Gino, di Cima Verta (2078 m) e della sini- Valle Albano è compresa tra due gros- stra orografica del Vallone Ronsciga. Dse diramazioni della catena Mesolcina Le cime sono rocciose e costituite da com- meridionale, quella a sud formata dal Pizzo patti lastroni di gneiss e ortogneiss, di gia- di Gino (2245 m) e dal Monte Bregagno citura prevalentemente verticale: gli estesi (2107 m) che la divide dalla Val Senagna e costoni di roccia, dorsi, pareti e contraffor- dalla Val Cavargna e quella a nord, che ti scendono con notevoli inclinazioni verso nasce dal Passo di San Jorio (2014 m), pro- il fondovalle e spesso la roccia è così incli- segue con il Valico del Giovo (1714 m), il nata che nessuno strato di humus o di ter- Motto di Paraone (1809 m) e poi fino al reno è riuscito a formarsi e solo radi ciuffi Monte Cortafòn (1688 m), che separa la di vegetazione riescono a crescere provvi- Valle Albano dalla Valle del Liro e dalla soriamente nelle spaccature e nei brevi Valle di San Jorio. ripiani. Vista sulla Valle La maggior parte dei versanti dell’intera Al di sotto le cime maggiori si possono tro- Albano; valle ha un orientamento a nord e a sud vare zone meno scoscese, ad esempio in sullo sfondo il laboratorio di con una ripidità piuttosto accentuata, prossimità dell’Alpe Nembruno o della Nembruno soprattutto nei settori a sud del Pizzo di Mutata Sommafiume dove, in particolare, (foto A. Selva)

86 cato dal torrente Albano, sono la prova inconfondibile di un altro tipo di erosione: quella fluviale. I fiumi hanno, infatti, modellato in modo indelebile le montagne circostanti rendendo il paesaggio molto caratteristico e in un certo senso più sug- gestivo. Di grande importanza è, inoltre, il reticolo idrografico che interessa l’intera area. Il torrente Albano nasce dalla conca di Sommafiume, a 1750 m e, come tutti i corsi d’acqua della zona, è caratterizzato da rapide ed imponenti escursioni di por- tata, i cui valori medi sono molto variabili. In genere la portata massima si registra tra Panoramiche si può osservare quel che resta di un circo primavera ed estate, quando alle precipita- dalla Valle Albano glaciale, esistente in passato. zioni si uniscono le acque di fusione delle (foto S. Confalonieri) Essi possono considerarsi la diretta testi- nevi. Gli affluenti provengono da numero- monianza della presenza anche in Valle se e corte valli laterali, localmente chiama- Albano, come in tutto l’arco alpino, di te lami; i più importanti scendono, sulla un’alternanza di periodi glaciali, l’ultimo destra idrografica, dalla Val Pozzo (che 20.000 anni fa, durante i quali i ghiacciai confluisce alla quota di 850 m) ai piedi del hanno ricoperto gran parte del territorio Pizzo di Gino e dalla Valle di Marnotto (che oggi visibile. Sempre dai circhi glaciali si confluisce alla quota di 540 m). L’area può dedurre il livello raggiunto dalla coltre complessiva del bacino imbrifero è di 45.3 di ghiaccio e le forme dell’antico ghiacciaio Km2, con altitudine massima di 2245 m. formatosi in epoche lontane il quale, muo- L’azione del torrente Albano è esclusiva- vendosi in una lenta ma incessante serie di mente erosiva nel primo tratto del suo contrazioni e dilatazioni, ha finito per corso, dove scorre rettilineo verso il fondo- modellare le rocce sottostanti. valle, così che l’intera sezione dell’alveo Non è stata soltanto la forza erosiva dei risulta costituita in prevalenza da rocce e ghiacciai a rendere così rugosa l’intera materiali grossolani. area, infatti le numerose vallecole che si Silvia Confalonieri dipanano dal ramo centrale della valle, sol-

87 ASPETTI NATURALISTICI La vegetazione

a Valle Albano ha, come già accennato, Lun assetto fisiografico molto vario, svi- luppandosi da poche centinaia di metri di altezza sul livello del mare, corrispondente alle zone situate all’imbocco della valle, fino ad oltre 2000 metri di altitudine, escursione altitudinale che favorisce l’inse- diamento di tipi differenti di vegetazioni. Rhododendron ferrugineum Si trovano così diversi tipi di unità vegeta- e Vaccinium myrtillus zionali: le faggete e le abetine, situate a quote più basse, le prime distribuite nel fondovalle, mentre le seconde sui versanti settentrionali, pian piano sostituite dai boschi con abete rosso e larice, il quale si adatta maggiormente a suoli più poveri e toglie meno luce al substrato; salendo si trova la fascia di transizione tra i boschi del piano montano inferiore e le aree aper- te sovrastanti e con il divenire del clima più rigido compaiono cespuglieti a rododendro e mirtilli (rodoro-vaccineti), che si alterna- no a formazioni azonali ad ontano verde.

88 ASPETTI NATURALISTICI La fauna

a presenza faunistica nella Valle Albano L evidenzia delle peculiarità interessanti e in relazione a tali valenze è stato istitui- to, da parte dell’Amministrazione Provin- ciale, ai sensi delle normative vigenti sulla tutela della fauna e l’esercizio venatorio (L. 157/92, L.R. 26/93), l’Oasi di Protezione faunistica “Valle Albano-Pizzo di Gino”. Quest’area ha infatti assunto negli ultimi anni le caratteristiche privilegiate per la conservazione del camoscio e degli ungu- lati in generale senza escludere anche la lepre variabile e la pernice bianca. L’intero istituto interessa i comuni di , Ger- masino, San Bartolomeo Val Cavargna e e si sviluppa su di una superficie complessiva di 1348 ha. Nel complesso sono note per l’alta Valle Albano 108 specie di Vertebrati, di cui 1 Pesce, 2 Anfibi, 7 Rettili, 69 Uccelli (nidifi- canti e/o svernanti) e 29 Mammiferi. E’ da segnalare in tale contesto la presenza di specie poco comuni e/o vulnerabili in pro- vincia di Como, quali l’albanella reale (Cir- cus cyaneus), l’aquila reale (Aquila chry- saetos), la civetta capogrosso (Aegolius

funereus), il picchio nero (Dryocopus mar- tius), il picchio muraiolo (Tichodroma muraria), il venturone (Serinus citrinella), il toporagno alpino (Sorex alpinus), la lepre bianca (Lepus timidus), l’ermellino (Muste- la erminea) e la martora (Martes martes). All’interno dell’Oasi è cospicua la presenza del cervo (fino a 90-100 esemplari nella stagione più favorevole), nonché quella del camoscio (70-80 esemplari). Meno abbon- dante è invece il capriolo. Da sottolineare è inoltre la permanenza di alcune importan- ti arene di canto del gallo forcello, una specie con gravi problemi di conservazione che qui raggiunge invece le massime den- sità provinciali. S.C.

89 L’UOMO E IL TERRITORIO Agricoltura, Commercio e Pastorizia

l territorio della Valle Albano è stato nel modernizzazione. I corso degli anni una zona di transito di Tuttavia gli abitanti della valle hanno fatto merci, non un centro dal quale proveniva- di questa povera agricoltura una risorsa di no gran quantità di materie prime tanto da vita, in quanto sono riusciti a sopravvivere essere esportate nelle zone circostanti. La alle guerre e alle carestie avendo quei gran parte delle risorse che si producevano pochi beni che offriva la terra e le bestie: nella Valle erano utilizzate in loco per il “[…] alle falde il monte è ingentilito d’alberi sostentamento dei valligiani; in ogni fruttiferi, d’utili gelsi e soprattutto di viti, tempo il cibo per gli abitanti era ricavato che con ordini castigatissimi e spessi divi- unicamente dalla coltivazione dei campi e donsi in ben distribuite pancate. Crescendo dall’allevamento del bestiame. Il possedere in altezza, alquanto si in aspra, ma se tra tre o quattro mucche, alcune galline, tre o sasso e sasso resta una striscia di terreno quattro capre e un maiale era più che suf- atto alla coltura, non si lascia ozioso dal- ficiente a dar da vivere ad una famiglia di l’industre agricoltore, che vi educa un fico, cinque o sei persone che disponesse di un un palamite, un ulivo” 1 minimo di prati e campi, mentre ciò che si Durante la Prima e la Seconda Guerra poteva ricavare dalla altre attività veniva Mondiale le genti di Germasino si ricorda- utilizzato nei momenti di difficoltà. no come a Dongo, la gente soffrisse la L’area sulla quale si estende l’intera Valle fame. Qui, sulla riva del Lario, gli abitanti non è mai stata e non è tutt’oggi una zona non avevano la possibilità di tenere gli ani- felice al fine di ottenere un’agricoltura mali, come le mucche che davano tanto intensiva. Ricavare da queste terre appez- latte e i vitelli che davano la carne. Anche zamenti di una certa estensione è molto coltivare un pezzetto di terra, seppur pic- difficile proprio per la conformazione di colo, non era facile in quanto mancava lo queste ultime. I versanti ripidi e spesso spazio materiale e le risorse per farlo: così poco soleggiati non permettono uno sfrut- gli abitanti di Dongo erano costretti a vive- tamento intensivo dal punto di vista agri- re proprio nella miseria e a patire la fame. colo e anche il lavoro sul campo non risul- Invece i valligiani riuscivano a mantenere ta facilitato. Di conseguenza l’agricoltura un minimo di sostentamento. nella valle, come in quasi tutte le valli che Quando, a partire dalla seconda metà del- si affacciano sul Lario, è sempre stata un’a- l’Ottocento, in tutta la provincia di Como si gricoltura di sussistenza. La presenza delle è verificata una crescita nel settore indu- montagne, infatti, ha sempre rappresenta- striale, con la realizzazione di numerose to un vincolo allo sviluppo delle coltivazio- infrastrutture, come ferrovie, tranvie e la ni. Qui i piccoli e piccolissimi appezzamen- navigazione a vapore sul lago, si è assistito ti sono sempre stati lavorati e concimati ad una crescente diffusione industriale. quasi esclusivamente con le mani, senza Purtroppo questa fioritura capillare ha l’uso di particolari macchine agricole; portato alla modificazione dell’assetto ter- spesso inoltre le coltivazioni venivano ritoriale e ad una valorizzazione delle aree sovrapposte, proprio per ottenere maggior prodotto, ma tutto ciò ha fatto si che il settore agricolo non vivesse mai una sua 1 C. CANTU’, Storia di Como, cit., p. 1218.

90 nanza dal centro abitato e in base alle soste temporanee che effettuavano i pascoli durante le varie stagioni: da quote più basse, durante la primavera e i mesi meno caldi, fino alle quote più alte (2000 m. s. m. e oltre) dei mesi estivi e caldi. La vita della famiglia valligiana era stretta- mente legata all’andamento dei cicli della natura: durante la stagione calda bisogna- va sfruttare al meglio le ore di luce e la giornata iniziava prestissimo con il sorgere del sole, mentre durante l’inverno ci si limitrofe maggiormente agiate e non quel- dedicava a lavori al chiuso come cardare la le più marginali come la Valle Albano, la lana per le donne e la realizzazione del quale è stata influenzata da questi cam- campagg, i gerli che venivano utilizzati per biamenti, ma non ne è stata coinvolta trasportare il fieno e di attrezzi vari come il direttamente. taral, il coltello di legno, utilizzato spesso Col passare degli anni, tuttavia le condizio- per tagliare le porzioni di polenta, o il ni non migliorano e si può affermare che bagiulùn, un secchiellone a doghe di legno. l’isolamento dal contesto sociale e indu- Ad incidere sul corso delle colture era striale sia stata una costante per questi soprattutto la neve: essa era tanto temuta territori. In merito alla frazione di Catasto, soprattutto da chi abitava nelle zone più situata nel di Garzeno, a metà alte della Valle. Man mano che si saliva di Novecento su un quotidiano locale si leg- quota, a partire dai 600-800 metri il manto geva: “[…] hanno ragione i montanari nevoso si faceva sempre più spesso e quando dicono che la provincia di Como si anche la vita del contadino ne risentiva. ferma a Dongo e che la valle dell’Albano è Le coltivazioni effettuate in Valle Albano completamente ignorata dalle autorità erano per lo più costituite da segale, pata- […]”2. te, castagne e viti. Il rapporto uomo-territorio è così stato La segale è un cereale che si potrebbe defi- durante i secoli molto stretto e interdipen- nire molto “rustico”, esso infatti non dente, ma nello stesso tempo vincolante e richiede particolari cure, concimazioni, è quasi opprimente per gli abitanti. Insomma molto resistente alle intemperie e soprat- la valle è un bene prezioso per i suoi valli- tutto si adatta alle altitudini, per queste giani poiché permette la sussistenza delle sue peculiarità esso si è diffuso prevalen- famiglie, ma nello stesso tempo vincola e temente nell’Europa centro settentrionale impedisce investimenti per migliorare il a partire dal IV sec a.C. nei climi piuttosto tenore di vita e per aumentare i profitti di rigidi e nelle zone più difficili da coltivare. queste genti. Generalmente i terreni mantenuti in buone È molto importante sottolineare, inoltre, condizioni erano quelli più prossimi alle come questi territori siano stati nel corso abitazioni, in quanto venivano meglio con- dei secoli sempre in qualche modo dipen- cimati, vangati e accuditi tali da renderli denti da una serie di fattori esterni di fertili e più fruttuosi; i contadini non erano carattere politico o economico a cui si così costretti a spostarsi in continuazione sono sempre dovuti sottomettere, sia in su e giù per la valle, ma potevano godere modo diretto, con il pagamento delle tasse, di una piccola fonte di cibo proprio a dazi e pedaggi, o indiretto, con l’isolamen- ridosso delle loro case. to e l’emarginazione dallo sviluppo indu- Fuori dal paese, oltre i 600 m di quota, si striale-economico. trovavano gli alpeggi, costruzioni collettive Le attività erano suddivise in base alla vici- normalmente di proprietà del comune, che venivano affittati ai contadini che volesse- 2 Quotidiano “La Provincia di Como”, 26 Settembre, ro far sostare i loro capi durante i mesi 1957, p. 4. estivi.

91 LA VITA IN VALLE ATTRAVERSO LA STORIA Le costruzioni tipiche

l visitatore che percorre la Valle Alba- A no può capitare di incontrare sul suo cammino delle particolari costruzioni: i masoni. Dalla loro costruzione, dal loro impiego, dalla loro posizione sui versanti scoscesi della valle si possono trarre molte considerazioni riguardo le tradizioni e la storia valligiana. I masoni sono strutture ad uso agricolo- pastorale, in quanto masun è un termine utilizzato nell’idioma del luogo ed ha origi- ne dalla voce latina medioevale mansum, la quale deriva a sua volta dal verbo manè- re ossia restare, e sta ad indicare una pro- prietà fondiaria, una masseria, un’abitazio- ne temporanea connessa con l’allevamen- to del bestiame. A differenza della altre zone montane alpi- pria entrata indipendente), sebbene siano Masone in località ne, dove il termine è usato con declinazio- molto rare, come ad esempio quella della Baltrigo. (foto S. Confalonieri) ne maschile: masone o maso, come in Val- frazione di Cagerìmo, ristrutturata pochi tellina, in Valle Albano, nel linguaggio dia- anni fa. lettale, questo sostantivo è da tempo Tra i due piani si colloca un pavimento impiegato con accezione femminile: la molto rustico composto da assi disposti masun. Sembra che il primo a coniare tale orizzontalmente, all’interno dei quali si termine al femminile sia stato il famoso trova un’apertura direttamente comuni- architetto romano Vitruvio e ciò ci fa capi- cante con il piano sottostante; attraverso re quanto queste tipologie di abitazioni questa apertura veniva calato la föia, ossia siano antiche. il fieno dato in nutrimento alle bestie. La struttura dei masoni è molto caratteri- Il basamento è costituito in particolare da stica e si sviluppa generalmente su due pietre, il più delle volte messe insieme a piani in altezza. Il piano a livello del terre- secco, soprattutto nei vecchi masoni. In no è appoggiato direttamente al pendio quelli, invece, di costruzione più recente della montagna retrostante, mentre il livel- veniva impiegata una leggera malta che lo superiore presenta tutte e quattro le serviva a tenere saldati i vari blocchi di pareti libere da contatti con la terra; le roccia. entrate sono indipendenti, cioè ogni piano Al di sopra della muratura veniva sovrap- presenta un accesso distinto dagli altri. posta una base in legno al di sopra della Questa soluzione è da collegarsi alla corri- quale si ergeva la copertura. spondente diversa funzione dei rispettivi Il tetto è formato da due falde di notevole ambienti: sotto venivano ricoverate le pendenza che rendono peculiare la forma bestie e spesso si ricavava un piccolo dor- di queste edilizie. Molti dei masoni, che mitorio per i contadini, mentre sopra veni- oggi sono stati sostituiti da costruzioni va stipato il fieno. Esistono anche masun moderne, dotate di tutti i requisiti abitati- disposte su tre livelli (ognuno con la pro- vi, ricordano le lontane origini proprio per

92 potevano imparare anche i ragazzini e le donne. Si può dire che era un’attività “a conduzione familiare” nel senso che non c’era bisogno dell’intervento di persone esterne alla famiglia che fossero partico- larmente aduse: la tradizione familiare bastava all’opera. Inoltre bisogna sottolineare che il traspor- to della paglia era sicuramente più redditi- zio rispetto a quello delle pietre: con parecchi chili di paglia si ricopriva una buona superficie del masone mentre con gli stessi chili in lastre di pietra non si otte- neva un identico risultato. Quindi, oltre al fatto che il territorio della Valle Albano non permetteva lo sfruttamento della pietra per la costruzione dei masoni, era sicura- mente più agevole per i contadini traspor- Masone in località tare la paglia, soprattutto considerando gli S. Anna. (foto S. Confalonieri) erti sentieri e i percorsi impervi che dove- vano affrontare. Il cereale dal quale si ricavava la copertura aver conservato la particolarità del tetto è la segale, molto comune in queste zone spiovente a due falde. per la sua adattabilità alle aspre condizioni La struttura della copertura possedeva una fisiche e climatiche; la segale presenta un trama primaria, costituita da piccoli tron- gambo piuttosto lungo che risulta idoneo chi in castagno, o altro tipo di legname all’uso di copertura per i tetti. disponibile nella valle, e poi da una secon- Può sembrare strano, ma un’altra peculia- da struttura formata con legnetti di più rità di questi tetti è la loro durata nel piccolo spessore. tempo: mediamente si conservavano per La peculiarità di queste strutture è data circa quindici anni sul lato esposto al sole dalla copertura finale, costituita da paglia e anche più di trenta su quello rivolto a e disposta dalla sommità alla fine del tetto nord. in modo parallelo alla linea dello spioven- Le uniche preoccupazioni erano quelle di te. Essa ha uno spessore notevole: da qua- rinfrancare le parti dove risultava più con- ranta centimetri e più verso la sommità e sumato lo strato e nel caso fare delle trenta circa verso la parte terminale. aggiunte e impedire agli animali selvatici Le funzioni di questo particolare strato di farne una buona fonte di cibo: i caprioli secco erano molteplici: e i cervi affamati infatti durante i lunghi • garantire una buona impermeabilizza- inverni spesso si avvicinavano alle abita- zione, la rete fitta di fili di paglia impedi- zioni per trovare cibo. sce che vi possa colare dentro acqua in Un grande pericolo per i masoni era rap- abbondanza da rovinare le scorte di presentato dagli incendi: la loro vicinanza, fieno; soprattutto nel centro del paese, favoriva il • donare leggerezza alla struttura, in propagarsi delle fiamme; nell’archivio quanto una costruzione in pietra neces- comunale di Germasino sono stati ritrova- sita di un basamento molto più solido, ti numerosi documenti che testimoniano mentre qui con il solo aiuto di pochi rami come nel corso degli anni gli incendi acci- era possibile erigere un masone; dentali ai masoni abbiano arrecato gravi • permettere una costruzione relativa- danni ai valligiani. mente veloce e semplice: si trattava di Purtroppo l’abbandono dell'agricoltura di un lavoro basato sull’esperienza e sulla montagna ha reso difficile la manutenzio- povertà degli attrezzi, al punto che lo ne dei tetti originali e così l’antico paesag-

93 gio si è modificato perdendo le proprie testimonianze storiche.

È stata redatta una cartina, nella quale sono stati messi in evidenza i principali masoni che sono tutt’oggi riconoscibili: è bene sottolineare che molte di queste strutture sono state smantellate o riadat- tate, pur mantenendo le fondamenta, in abitazioni di montagna tipo chalet o sem- plici baite. E’ molto difficile, cartina alla mano, poter individuare i vecchi edifici e farli corrispondere alla legenda della stes- sa. È inoltre opportuno osservare che i maso- ni erano distribuiti in tutta la valle fino ad un’altitudine di 1000 m circa. Rappresentazione Osservando la mappa da est verso ovest si a punti degli ultimi trovano masoni nelle località di: masoni rimasti, Ganda, Albaredo, Sorsetto, Rodone (sopra particolare rilevato San Rocco), S. Anna, L’Avolo, Baltrigo dal Foglio 17 II NO () della (sopra Cima Selva), Tesuglio, Vriasco, Ghi- Carta d’Italia IGM, dorino, Catonzo, Guazzo (sopra Catonzo) 3a edizione, 1937.

94 L’UOMO E IL TERRITORIO Il dialetto particolare e una storia lontana

onsiderato una variante geografica di somigliante alle pronunce inglesi. C un gruppo linguistico, il dialetto parla- Si hanno così una serie di forme fonetiche to nella Valle Albano appartiene al gruppo molto caratteristiche: tri tre, quàtru quat- dei dialetti comaschi di montagna, affini ai tro, dré dietro, òltru altro, brich niente (e dialetti valtellinesi e valchiavennaschi. negazione), ni-òltri noi. Caratteristiche di questo dialetto sono: l’a- La teoria della derivazione siciliana di que- spirazione di f- iniziale avanti vocale: ha ste forme dialettali è la più convincente. fare, höia foglia, hén fieno, hémen donne Una breve riflessione sull’emigrazione può (ma fiö figlio, perché è avanti a j conso- aiutare a capire il valore delle espressioni nantica); il passaggio dei gruppi pj e bj dialettali e folcloristiche della zona. (principalmente dai gruppi latini pl e bl) a c spesso anche la loro famiglia e affrontava- e g: ciàn piano, ciàna piana, ciöv piove, ciü no un viaggio molto lungo all’epoca, o via più, giànch bianco; il participio passato terra, o spesso si imbarcavano a Genova della coniugazione in a dà –ù: fiucù nevi- per raggiungere l’Italia meridionale. cato, s-cepù spaccato, purtù portato, leù Molti diventavano facchini o scaricatori di alzato. porto, ma alcuni si riunivano in gruppi per A questi forme linguistiche, appartenenti fondare un’attività come alcune genti di Tipici orecchini appunto alla zona e considerate nella Stazzona, le quali avevano aperto un forno d’oro raffiguranti il norma, il dialetto di Germasino associa una ed un negozio di vendita. gallo, stemma della peculiarità che lo rende unico e straordina- Oltre all’organizzazione economica vi era città di Palermo rio nel suo genere: la pronuncia dei gruppi quella religiosa, la quale vincolò per secoli (Foto per gentile concessione Ass. lessicali tr e dr con la r retroflessa, tipica in gli emigrati e influenzò gli usi e i costumi Iubilantes – Como). Italia dei dialetti siciliani e a livello europeo delle terre lariane con il folclore, l’arte, i culti portati dalla Sicilia. Oggi di questa emigrazione, oltre al dialet- to, rimangono molte testimonianze: la devozione per Santa Rosaria, protettrice degli appestati, ne è un esempio. Della Santa patrona di Palermo troviamo tracce anche a Germasino: nella Chiesa parrocchiale del paese si trova un reliquia- rio composto da una teca con il busto di Santa Rosaria racchiuso fra rami di rose sorrette da un gallo in argento massiccio ad ali spiegate che schiaccia un serpente; è una reliquia molto antica e lavorata tutta a cesello. Anche il costume tipico delle moncecche, le abitanti dei monti dell’Alto Lario derive- rebbe proprio dal culto di questa Santa.

95 L’UOMO E IL TERRITORIO Il Passo di San Jorio nelle tradizioni e nella società della valle

l Passo di San Jorio è situato sul confine ritirati a vita eremitica sui monti dell’Alto I italo-svizzero a circa 2015 m di altezza Lario e uno di essi, Jorio, avesse scelto pro- s.l.m.; nel costituire un ponte di collega- prio questo luogo per condurre la sua esi- mento con il territorio elvetico, questo stenza. Si narra infatti che il suo corpo sia valico ha assunto grande rilievo nel corso stato sepolto esattamente dove sorge ora dei secoli in merito alle possibilità di scam- la chiesa, ma di questa leggenda non si bi commerciali. hanno tracce in nessuna documentazione. Il commercio, tuttavia, non è stato l’unico Dare un’origine sicura alla festa di San aspetto a dare importanza al Passo di San Jorio risulta quindi piuttosto difficile, ma la Jorio; gli scambi culturali furono un altro fede popolare ha superato qualsiasi per- elemento di rilievo per questo passaggio, plessità tanto da tramandare nei secoli in quanto l’avanzata dei popoli dal nord questo appuntamento; alla fine del Otto- Europa fece strada alla scoperta di nuove cento la chiesetta venne perfino ristruttu- culture e anche l’emigrazione di molti val- rata grazie alla raccolta di una quota da ligiani verso quelle terre fu una soluzione parte dei comuni di Germasino, Garzeno, alla miseria e alla povertà di queste genti. Stazzona e e venne Nella tradizione popolare il Passo di San anche aggiunta una piccola sacrestia. Jorio tutt’oggi rappresenta un momento di Secondo Feliciano da Ninguarda, il pelle- aggregazione: ogni anno, infatti, nella grinaggio veniva effettuato tre volte prima domenica di agosto gli abitanti di all’anno: l’11 giugno, il 1° agosto e la prima Germasino, Garzeno e Stazzona si riuni- domenica di settembre. scono presso il valico con gli amici dei S.C. Il paesaggio che si paesi più vicini situati in territorio elvetico. gode dal Rifugio S. Jorio sullo sfondo il La festa ha una lunga tradizione e riunisce Rifugio Giovo e molti valligiani che si ritrovano e celebrano l’ingresso del Parco una messa presso la chiesetta di San Jorio (foto A. Selva). e poi pranzano tutti insieme. Sul significato di questa ricorrenza sono state avanzate numerose interpretazioni. Si hanno notizie dell’esistenza della chie- setta fin dalla fine del attra- verso gli scritti del Vescovo Feliciano da Ninguarda, il quale transitò su questo passo durante una visita pastorale proprio in quegli anni. Nelle carte geografiche più antiche San Jorio si trova indicato con Jori o Giori, da qui l’accostamento del termine a Jovis, Giove, il cui culto era diffuso in tutta l’area del Canton Ticino e di Como. La tradizione popolare, tramandata oral- mente, vuole che sette fratelli si fossero

96 L’UOMO E IL TERRITORIO Le leggende valligiane

varie sfumature: si narra infatti che non fosse una sola l’anima travagliata, ma alcuni giurano che siano molti gli spiriti ad occupare questa zona del Monte, li chia- mano scungiuree, proprio dallo scongiuro fatto. Alcuni abitanti si sono fatti descrive- re, da chi sostiene di averli visti, la loro figura: sono alti con un capelasc negar (cappellaccio nero) in testa e una lunga tunica scura con degli enormi bottoni rossi.

SVANINA La svanina è una signora anziana che la credenza vuole confinata all’interno del böch dela svanina, una grotta naturale del monte della Croce alle spalle dell’abitato di ella Valle Albano molte sono le cre- Germasino. Molto probabilmente la leg- N denze che, nel corso degli anni, si sono genda è da ricondursi ad un episodio nel pian piano radicate nelle menti delle per- quale, qualche pastore o viandante di pas- sone a tal punto da condizionarne i ritmi di saggio per questi monti, si era riparato vita e la tranquillità del paese. all’interno di questo pertugio e aveva acce- La peculiarità di queste leggende è che, so un fuoco. Gli abitanti, vedendo il fumo essendo storie le cui vicende erano tra- uscire ed ignorando la presenza dell’uomo, mandate oralmente dai locali, esiste un associarono subito tale fenomeno ad una ventaglio di sfaccettature estremamente presenza oscura. vario: ogni persona, ogni famiglia aveva la Secondo la tradizione la vecchia avrebbe sua versione, chi più oscura e di cattivo avuto la funzione di sorvegliare le azioni di presagio, chi meno avversa alle vicende tutti i bambini del paese e informare pron- umane. tamente i genitori i quali, nel caso di una Le due leggende che hanno condizionato buona azione provvedevano subito a pre- maggiormente la vita nella valle sono: le miare il piccolo: in caso contrario, cioè nel scungiuree e la svanina. caso di una marachella, punivano per tempo il bimbo. Ovviamente il solo pensie- SCUNGIUREE ro che esistesse una persona anziana che Secondo la tradizione del luogo un tempo, controllasse e sapesse tutto, era per i bam- non è dato a sapersi la data esatta, l’anima bini un elemento di terrore. di una persona morta nel peccato vagava Svanina era uno dei tanti nomi dati a que- per tutte le vie del paese e inquietava gli sta presenza, ma molti la soprannominano abitanti con i suoi lamenti, al punto che pensavegia, oppure la stria, pronunciato per esorcizzarla venne chiamato un prete con la tipica r retroflessa, o ancora era da Dongo. Dopo lo scongiuro si racconta conosciuta come la capinuccia, da capo, che l’anima sia stata confinata nella zocca testa, perché se i bambini non erano dili- del Monte Cortafòn e chi per caso si genti li prendeva per la testa e li buttava imbatte in questa zona, alle volte può nel burrone; alcuni valligiani riconducono ancora udire le sue urla e i suoi gemiti. La questa presenza ad una figura maschile, il leggenda col passare del tempo ha subito tetabarin.

97 L’UOMO E IL TERRITORIO Il Parco e il Laboratorio della Valle Albano

ochi metri oltre il Rifugio Giovo (1700 tre edifici complessivi sono stati allestiti in P m), ignorando la carrareccia di destra modo diverso: uno è attrezzato a fini che conduce al Passo Sant’Jorio, si svolta a didattico-museali, un altro come soggior- sinistra e si imbocca il Sentiero Naturalisti- no e un terzo (a quota inferiore) è un vero co del Parco della Valle Albano (indicato da e proprio laboratorio di ricerca ideale per un grosso pannello) che in meno di un’ora l’osservazione della fauna stanziale. conduce nel cuore della valle, mostrando- Lo scenario che si apre percorrendo il sen- ne i peculiari aspetti geologici, faunistici, tiero del Parco è davvero suggestivo: sullo botanici e soprattutto paesaggistici, con i sfondo si scorge il Rifugio Sommafiume e numerosi segni, ancora oggi presenti sul la cima Pomodoro, territori segnati dalle territorio, di una civiltà rurale che ha con- storie di frontiera con la vicina Val Cavar- vissuto a lungo con questa terra. Questi gna. Tra le prime inziative del Parco, oltre il elementi di notevole valore laboratorio, vi è il sentiero natura, inaugu- naturalistico/ambientale, condivisi dal rato il 1 luglio scorso: si tratta di un per- comune di Germasino, hanno trovato con- corso tematico itinerante, abbinato a una senso positivo in Provincia con l’istituzione serie di pannelli interattivi che forniscono del P.L..I.S (Parco locale) della Valle Albano indicazioni di vario genere, come: la storia ai sensi dell’art. 134, comma 4°, del Decre- del contrabbando, la flora dei muri a secco, to Legislativo 18 agosto 2000 n. 267. L’isti- gli ungulati della valle, gli insetti, la geo- tuzione del Parco va a sovrapporsi con il morfologia e la vegetazione. Un altro Laboratorio di ricerca di Nembruno, sito aspetto pregevole sono i pannelli utilizzati, nel cuore della valle, centro istituito nel scelti appropriatamente poco impattanti, 1988 e già funzionante da tempo. Il Labo- per evitare l’alterazione un ambiente aper- ratorio di Ricerca e Didattica ambientale è to e allo stesso tempo selvaggio; ma stato ricavato da due alpeggi noti già dal soprattutto l’aspetto interattivo, estrema- 1600: Nembruno inferiore (1521 m) e mente interessante per i giovani studenti. Nembruno superiore (1732 m). Questi edi- Ogni pannello permette infatti, con l’ausi- fici sono equipaggiati di cucina autonoma lio di una penna e un foglio, di produrre dei (a gas), luce elettrica (celle fotovoltaiche) e calchi di impronte, vegetali, animali facili- acqua calda, in grado di assicurare una tando l’identificazione e la conoscenza piena ricettività per circa 10-15 persone. I delle specie. Il Parco e il laboratorio offro- no la possibilità di avere una guida che illustra in ogni dettaglio il percorso, la let- tura e l’utilizzo dei pannelli. Queste insieme di iniziative, pregevoli e uniche in ambito lariano, sono il frutto, oltre che degli enti patrocinanti, anche del lavoro di alcuni volontari che operano esclusivamente per il miglioramento del proprio territorio. Recentemente, in occa- sione della ricorrente “Festa di S. Jorio” si è svolto un incontro con altri operatori del

98 “Quelli del Giovo” Dove la lotta al contrabbando era dura e cruenta

Recentemente è stato realizzata una nuova pubblicazione sulla Valle Albano, riguardante le vicende e le testimonianze storiche riferite al contrabbando, “attività” molto praticata in questi territori. Il volu- limitrofo Canton Ticino, in particolare il me, curato da Giovanni Trotta e Anna Bot- Centro di Biologia Alpina di Piora che con- ter, ripercorre in modo dettagliato gli iti- divide numerosi aspetti comuni con il cen- nerari, le testimonianze e le avventure tro di Nembruno. Queste inziative, prege- svolte nel Rifugio Giovo e nei dintorni. voli sotto ogni aspetto, meritano di essere Una pubblicazione dettagliata e agevole, sostenute e valorizzate invitando gli inte- ricca di fotografie storiche e documenti ressati a visitare e fruire di queste irripeti- inediti, in cui i primi attori sono i perso- bili opportunità. Un’altra speranza è la naggi direttamente coinvolti nelle vicen- possibile crescita del Parco, infatti non è de. Nella parte finale è riassunta anche la trascurata l’ipotesi che oltre a Germasino storia dello stabilimento siderurgico di possano unirsi altri comuni limitrofi e, Dongo, curata dall’ing. Renato Begnis. viste le premesse, l’augurio non può che essere questo. A. Botter, G.Trotta “Quelli del Giovo”, Mac- Attilio Selva chione Editore, pagg. 143, costo Euro 20.

PARCO VALLE ALBANO & LABORATORIO DI NEMBRUNO

Informazioni e Numeri utili

Gli interessati che desiderano avere informazioni sul Parco, sul sentiero o sul laboratorio possono contattare: • COMUNE DI GERMASINO Piazza SS. Donato e Clemente - 22010 Germasino (CO) tel./fax 0344/88282; per informazioni dettagliate contattare il sig. Osvaldo al numero 338/2554935 [email protected]

Per pernottamenti e ulteriori itinerari contattare: • COMUNITÀ MONTANA “ALTO LARIO OCCIDENTALE” • RIFUGIO “IL GIOVO” Via Tolomeo Gallio - 22015 Gravedona (CO) • RIFUGIO SOMMAFIUME tel. 0344/85218 Informazioni presso: Sez. CAI di Dongo Via Don G. Manzi 32 - 22014 Dongo (CO) tel./fax 0344/81074 - www.caidongo.org In località Nembruno superiore è installata una centralina metereologica i cui dati sono disponibili pubblicamente • RIFUGIO “S. JORIO” all’indirizzo http: //biocenosi.dipbsf.uninsubria.it/meteo/ Informazioni presso: Associazione “Operazione Mato Grosso” Tel. 0344/30539 – 348/8124356

99 UOMO E NATURA: INCONTRI E SCONTRI Il tubo: una fama immeritata Parte seconda - Le fognature

e perdite d’acqua delle tubazioni del- si mostrarono quando i corsi d’acqua L l’acquedotto comportano, oltre che cominciarono a biancheggiare di schiume, uno spreco di risorse, ripercussioni sui laghi e mari, in particolare l’Adriatico, per- corpi idrici superficiali e sugli acquiferi dettero le condizioni di balneabilità e si sotterranei, e conseguenze sempre desta- riempirono di disgustose mucillaggini, bilizzanti sull’equilibrio dei versanti, sulle fontane e sorgenti delle valli alpine ed soprattutto nei territori di montagna e col- appenniniche, un tempo di acqua salubre, lina, caratterizzati da pendenze significati- comparvero avvertimenti di “acqua non ve della superficie topografica. Nessun potabile”, e negli acquedotti cittadini si problema invece per la qualità delle acque cominciarono a rinvenire sostanze indesi- superficiali e sotterranee e per il suolo. derabili o tossiche un tempo del tutto Gravi sono invece le conseguenze su acqua assenti. Col passare degli anni i controlli si e suolo quando tubazioni e serbatoi lascia- fecero sempre più attenti e severi e si chiu- no percolare acque reflue (civili od indu- sero i primi pozzi, per superamento dei striali) non depurate, contaminando in tal limiti di potabilità che l’O.M.S, la Comunità modo estese porzioni di territorio. Europea ed infine anche i decreti dello Le cause sono dovute evidentemente alla Stato Italiano posero a difesa della salute corrosione di tubazioni e serbatoi ed alla pubblica. inadeguatezza dei raccordi fra i singoli Dove possibile si corse ai ripari. I primi segmenti di tubo. depuratori pubblici di acque reflue urbane La cultura dello spreco ci ha abituati a vennero costruiti negli anni ’70, ma alme- disinteressarci di quel che non serve più. no fino agli anni ’90 fu come se non esi- Ma l’ “usa e getta”, sempre nocivo e con- stessero, per mancanza di controlli e troproducente, è particolarmente insidioso carenza di manutenzione. Le fognature, nel caso delle acque. che prima facevano defluire i liquami verso Quando l’acqua si attingeva col secchio, i i corsi d’acqua superficiali e verso il mare, quantitativi di acque reflue rilasciati sul vennero utilizzate per convogliare le acque suolo o nei corsi d’acqua superficiali erano reflue verso i siti di depurazione, e di qui Piccoli smotta- menti su terreno relativamente irrisori e il loro carico inqui- immesse, batteriologicamente depurate, coltivato (colline nante facilmente biodegradabile ad opera nei recapiti naturali. dell’entroterra di dei microrganismi presenti sul suolo e Solo Milano rimase ostinatamente sprovvi- Fano – PU). nelle acque stesse. Con l’allacciamento all’acquedotto le fami- glie italiane passarono da un uso contin- gentato allo spreco più assurdo: l’acqua nei primi tempi veniva smaltita sul posto, nel sottosuolo, o immessa direttamente nei corpi idrici superficiali, senza alcuna cura delle conseguenze. Il numero di frane e smottamenti ebbe una impennata, soprattutto nei comuni del- l’Appennino, ma le conseguenze più gravi

100 Frana in valle alpina densamente abitate della Lombardia e (Borca di Cadore, quasi del tutto abbandonate dall’agricoltu- BL), bosco di abeti ra, come la provincia di Milano, indizio di su detrito di ver- sante. Le pesanti perdita di liquami da parte delle reti fogna- opere di sistema- rie e direttamente da pozzi perdenti e fosse zione di precedenti biologiche. episodi franosi, Una conferma indiretta del fenomeno è impermeabilizzan- do il versante, data dalla pratica acquedottistica di man- hanno aggravato il tenere pressione elevata nelle tubazioni fenomeno. (con implicito aumento di perdite d’acqua) per contrastare la contaminazione da liquami provenienti dalla rete fognaria (quest’ultima corre infatti sottoterra a fianco delle tubazioni dell’acquedotto), e di liberare in rete disinfettanti (prevalente- mente a base di cloro) in occasione di interruzione di flusso idrico per lavori, per ovviare alla possibile intrusione in rete di sta di depuratori (a spese del , le cui liquami. acque continuarono e continuano a conta- A ragion veduta il Programma di tutela ed minare il Po fino in Adriatico). uso delle acque - PTUA – (D.G.R. 29 marzo In Lombardia1 le perdite fognarie non sono 2006) impone, nella pianificazione locale facilmente stimabili ed il 35% delle reti (piani d’ambito), misure per limitare le per- scarica le acque reflue in corpo idrico dite delle reti fognarie nei comuni (e sono superficiale o sul suolo, senza trattamenti moltissimi) vulnerabili da nitrati (conti- preliminari. nua). Tuttavia, nell’occasione di importanti pre- Umberto Guzzi cipitazioni, i depuratori vengono comun- que disattivati ed i liquami raggiungono direttamente, senza alcun trattamento, il recapito naturale ed il mare! Nella provincia di Milano, le sostanze con- tenute nelle acque che ancor oggi destano particolare preoccupazione sono i compo- sti organo-alogenati (di origine da scarichi industriali) ed i nitrati (ossidi di azoto), di provenienza civile (perdite fognarie e pozzi perdenti) ed agricola (fertilizzanti azotati). Mentre controlli accurati sul territorio e l’installazione presso i pozzi più compro- A destra: Varedo messi di filtri a carbone attivo permisero di Impianto di abbat- timento dei nitrati abbattere i composto organo-alogenati, i a Varedo (MI): i nitrati rimasero e sono tuttora un grave nitrati in concen- problema, sia perché il loro trattamento trazione elevata tramite appositi impianti è eccessivamente nelle acque sotter- costoso, sia perché la loro concentrazione ranee sono indica- tori di immissione nelle acque sotterranee di estese aree non nel suolo di reflui accenna a diminuire2. da fognature e Anche se in parte contenuti anche nelle fosse biologiche (in acque di pioggia (a causa della combina- 1 Atto di indirizzi per la politica di uso e tutela delle aree agricole evi- acque della Regione Lombardia. Deliberazione con- denziano impiego zione dell’azoto atmosferico con i gas di sigliare VII/1048 del 28/07/2004 3 eccessivo di ferti- scarico degli autoveicoli ), i nitrati nelle 2 Natura e Civiltà, n. 4/2005, pag.96. lizzanti azotati). acque sotterranee sono, nelle aree più 3 Natura e Civiltà, n.3-5/2004, pag.44.

101 UOMO E NATURA: INCONTRI E SCONTRI L’impronta ecologica

el giugno scorso Mathis Wackernagel, le della vita umana queste sono rinnovabi- Nricercatore statunitense ed ideatore li (sistemi biologici), ricostituibili (aria, dell’Impronta ecologica, è tornato ancora falde idriche ...), o non rinnovabili (petrolio, una volta in Italia per una serie di incontri carbone...). Inoltre sono tutte strettamente finalizzati alla diffusione della conoscenza in relazione tra loro secondo meccanismi di questo importante strumento di calcolo noti soltanto in minima parte. Su questi del nostro personale impatto sul pianeta meccanismi le attività umane possono Terra. Cogliamo l’occasione per affrontare avere effetti rilevanti e possono trasforma- anche noi un argomento sul quale è da re la Terra da “Pianeta Azzurro”, ricco di anni attiva la nostra sezione di Cusano innumerevoli forme di vita, a deserto ino- Milanino: con conferenze, corsi, articoli... e spitale cosparso di rifiuti. L’Impronta eco- la tabella che pubblichiamo qui sotto. logica consente di valutare se i prelievi di La tabella, predisposta da Umberto risorse e l’immissione di rifiuti nell’ambien- Guzzi, può essere riprodotta e diffusa, te, legati alla nostra vita quotidiana, sono citando la fonte ed informando l’autore dosati in modo da permetterne la rigene- dell’utilizzo. GRUPPO NATURALISTICO razione o se, invece, vanno ad intaccarlo DELLA BRIANZA, Sezione di Cusano irreversibilmente. È come se, avendo un Milanino MI - 20095; Via Costanza, 4 deposito in banca, noi vivessimo spenden- tel. 02-66401390; do solo gli interessi oppure erodessimo il e-mail [email protected] capitale di partenza fino ad esaurirlo. Si definisce Impronta ecologica la “superfi- COS’È L’IMPRONTA ECOLOGICA? cie di territorio che può fornire a tempo Anche se meno celebre di quella lasciata da indeterminato risorse di energia e materie Armstrong sulla Luna, per gli abitanti della prime per le attività umane ed assorbirne Terra l’Impronta ecologica è molto più gli scarti”. È calcolata in ettari a persona, importante! E’ infatti un efficace strumen- to per sensibilizzare il mondo politico, quello accademico ed i semplici cittadini sul fatto che il rispetto dell’ambiente in cui viviamo non è più soltanto un impegno morale per garantire la vita alle future generazioni ma è diventato un nostro diretto, e molto concreto, interesse. Senza significative modifiche del nostro stile di vita, il benessere di cui oggi il mondo occi- dentale gode non durerà a lungo. Invece l’economia continua ad ignorare il valore intrinseco delle risorse naturali monetiz- zando solo il lavoro necessario per prele- varle. L’Impronta ecologica ci aiuta a ricondurre il problema all’esperienza personale. Premesso che la Terra ha un limitato capi- tale naturale di risorse, alla scala tempora-

102 deve essere rappresentativa delle diverse ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE categorie di risorse naturali (aria, acqua, DELLA TABELLA foreste, giacimenti minerari...) e la sua estensione è correlabile con stile di vita, Come si compila la tabella? livello tecnologico e cultura delle popola- La tabella che presentiamo si riferisce ad zioni o dei singoli individui per cui viene una singola persona (ma, con i debiti stimata. accorgimenti, può essere utilizzata anche Ad esempio, sarà più bassa per una popo- per diverse aggregazioni di persone). Dopo lazione che preferisce il trasporto pubblico: aver compilato la colonna “Consumo set- a meno auto private in circolazione corri- timanale”, si moltiplichino i dati di ciascu- spondono infatti minori esigenze di ener- na riga per i “Fattori di conversione” gia e materie prime per la loro fabbricazio- indicati nella colonna immediatamente a ne ed il loro movimento, minore produzio- destra, riportando nella colonna “Impron- ne di gas inquinanti, minore consumo di ta personale” i risultati ottenuti per ogni suolo da utilizzare per strade e parcheggi… singola voce. L’impronta ecologica degli Italiani è valu- La somma di tutti i numeri dell’ultima tata in circa 4 ettari a persona con una colonna esprime, in metri quadrati, la disponibilità di risorse naturali che, invece, nostra “Impronta ecologica personale per l’Italia, arriva soltanto a 1,5. A scala complessiva”. planetaria questo deficit è pagato dai paesi Confrontando il valore ottenuto con la del cosiddetto “Sud del Mondo”. quota media pro capite disponibile per cia- È perciò necessario rendersi conto che i scuno dei circa sei miliardi di abitanti problemi ambientali sono strettamente attuali della Terra (1,87 ettari, ovvero connessi alla tutela della giustizia sociale e 18.700 metri quadrati), verificheremo se, del rispetto dei diritti umani; schiacciati per mantenere il nostro tenore di vita quo- spesso, anche da noi, dalla logica del pro- tidiano, utilizziamo la porzione di superfi- fitto a breve termine ed a qualsiasi costo. cie terrestre che ci spetterebbe, o se, inve- Per un mondo di giustizia occorre che ogni ce, ne usiamo una quantità superiore. In uomo non si appropri di quanto appartie- questo caso potrà essere interessante veri- ne ad un altro uomo. ficare su quali consumi potremmo operare Consumando più di quanto ci spetta risparmi in modo da riportarci entro il togliamo a qualcun altro parte di ciò cui valore limite. avrebbe diritto. Considerare seriamente questo concetto è una questione di N.B. Accanto ad ogni sezione (alimenti, coscienza più che una questione di inte- casa…) si può evidenziarne la rispettiva resse ambientale. Gandhi diceva che la “Impronta parziale”. Terra è abbastanza ricca per soddisfare i bisogni di tutti ma non lo è abbastanza per soddisfare l’avidità di ciascuno. Assodato VALIDITÀ DELLA TABELLA che l’attuale spreco di risorse naturali è La tabella è basata su dati ricavati da studi insostenibile, va anche detto che la somma condotti in Europa e negli USA a partire di tante piccole azioni positive individuali dagli anni ‘90. ha notevoli effetti benefici a livello mon- E’ sicuramente migliorabile e ben lontana diale anche per problemi planetari, come dall’essere esatta (così come non lo sono i l’effetto serra o il buco nell’ozono, che “sofisticati” modelli di calcolo su cui si appaiono talmente lontani e complessi da basano, per molti altri aspetti della nostra farci ritenere (erroneamente) insignifican- vita, le decisioni di chi ci governa). te qualsiasi intervento a livello personale L’indicazione che ci fornisce, probabilmen- per invertire la preoccupante tendenza in te approssimata per difetto, è sufficiente corso. Molte persone hanno già comincia- per darci un segnale inequivocabile. A noi to correggere le proprie abitudini quotidia- decidere di farne tesoro o ignorarlo. ne meno compatibili con l’ambiente, e senza sottoporsi a gravose rinunce! Giovanni Guzzi

103 104 MILANO: NUOVO MUSEO CON ANGOLO DI VERDE Il parco dell’anfiteatro L’Antiquarium “Alda Levi”

oma caput mundi, ma… l’è on sità della popolazione e i commerci diretti R gran Milan. Abbiamo accostato queste fin’Oltralpe. Fondata dai Celti, era poi pas- due espressioni a significare che sì, Roma sata sotto Roma e costituita nel 49 a.C. in ha dominato per secoli ed ha avuto il municipium, cioè parte integrante dell’im- destino di capitale nell’antichità, poi ai pero. tempi dello Stato Pontificio e oggi con l’U- Abbiamo esposto quanto sopra come nità d’Italia. Milano tuttavia le ha tenuto preambolo storico all’esposizione sul Parco testa anche se “capitale” è stata solo dal dell’anfiteatro romano e dell’annesso Anti- 286 d.C. al 402, da quando cioè Dioclezia- quarium, uno spazio museale realizzato no con la struttura tetrarchica divise l’im- con fondi ministeriali (i Fondi Lotto), inau- pero romano in quattro parti per un gurato il 5 luglio 2004; fu un evento cultu- migliore controllo sul territorio e Milano rale tra i più significativi di quell’anno e il fu assegnata al governo di Massimiano nostro Gruppo giustamente lo inserì nel Augusto; nel 402 si ebbe il trasferimento 2005 tra le uscite di “Milano come funzio- della sede imperiale a Ravenna. na la città.” L’allora Mediolanum era già preminente per la sua posizione geografica, la laborio- L’ANTIQUARIUM. È intitolato ad Alda Levi, valente archeologa, che era a capo di un ufficio della Soprintendenza alle Antichità dal 1925 al ‘38, anno in cui fu “epurata” a seguito delle leggi razziali. Il complesso, situato tra le vie De Amicis, Arena e Conca dal Naviglio, apre uno spi- raglio interessante sulla storia milanese dalle origini fino ai secoli XV e XVII, con una documentazione di reperti archeologi- ci e pannelli illustrativi che permettono di ricostruire alcuni aspetti della vita della città in questo quartiere situato nei primi secoli dell’era volgare nel suburbio sud–occidentale, al di fuori delle mura romane. Cosa ne resta oggi? Dopo le tante distru- zioni e ricostruzioni della città un po’ per le guerre, un po’ per la smania di rinnovare, come succede anche oggi, possiamo ritro- vare, quali tasselli sparsi nella trama del tessuto urbano, alcuni elementi: le colonne di S. Lorenzo e la vicina omonima fondata nel IV sec. d. C., la chiesa di Sant’Eustorgio, i resti del circo (in via Circo), la porta Ticinese antica (quella

105 odierna è in piazza XXIV Maggio). Ricordia- Si ha motivo di presumere che le restanti mo inoltre come testimonianza del passa- fondamenta o siano andate in parte to la chiesa di Santa Maria della Vittoria, distrutte o siano sepolte sotto le costruzio- ricostruita nel 1630 là dove una preceden- ni adiacenti. te ricordava la battaglia di Legnano. La seconda sala dell’Antiquarium spiega È appunto nei resti del convento di questa che cosa e come erano gli anfiteatri; vi si chiesa che è situato l’Antiquarium. I reper- tenevano spettacoli cruenti quali combat- ti che vi troviamo provengono da scavi timenti tra gladiatori e altri contro le bestie effettuati nel ‘900 in via Cesare Correnti, feroci. Interessante è una stele inneggian- Conca del Naviglio, all’Università Cattolica, te a un giovane gladiatore, Urbico, morto in zona piazza Vetra e particolarmente in in una lotta appena ventiduenne. Ma così sant’Eustorgio. Nelle vetrine si osservano si dilettavano i nostri antenati! ceramiche, intonaci dipinti applicati sulla ricostruzione di frammenti di muro, reper- IL PARCO. Al di là dei ruderi dell’anfiteatro ti in bronzo e in osso, lapidi funerarie e si stende un luogo verde il cui primo perfino resti di vasi da un probabile labora- nucleo era il piccolo “parco dei cervi”, con torio farmaceutico. Dai pannelli didattici si ingresso dalla via Arena, così detto per una ricava il convincimento della ricchezza scultura in bronzo raffigurante due cer- nascosta nel sottosuolo, anche di una città biatti. Ampliato con l’inglobamento di parti come Milano, spesso sottovalutata dal incolte, ben curato, è ora aperto al pubbli- punto di vista archeologico, e si accenna co come ambiente di relax. alle metodologie di cui l’archeologia urba- Eccone alcune foto: in una sullo sfondo si na si serve per rendere leggibile questo vede la chiesa di Santa Maria alla Vittoria. considerevole deposito stratificato. Molto materiale è stato riesumato da quella parte di Sant’Eustorgio corrispondente a quella Maria Luisa Righi che doveva essere la cucina dei frati, in cui c’è una sovrapposizione di epoche con reperti diversi, lunga alcuni secoli. Si sono ricavate notizie sul tipo di alimentazione, per lo più a base di pesce. Un piatto di base erano le pultes, specie di zuppe di cereali e fagioli che possiamo supporre antenate della polenta, la quale non c’era ancora perché il mais dormiva allora sonni tran- quilli in America. E quando nacque il risot- to alla milanese? Non sappiamo, comun- que i più antichi chicchi di riso sono stati ritrovati alla Torre Civica di nel 1970, risalenti al 1100 circa.

L’ANFITEATRO. È l’elemento più impor- tante ed era il più grande del nord-Italia. Purtroppo ne esiste solo una piccola parte delle fondamenta, pertanto preziosa, costi- tuita da setti disposti a raggiera. Il loro ritrovamento risale al 1931 ma solo adesso essi sono stati recuperati e resi visibili al pubblico. L’intero perimetro doveva essere una ellisse con le dimensioni di 155m per 125m. Esso fu costruito tra il I e il II sec. d.C. e poteva contenere fino a 35mila per- sone. Davvero degno della città.

106 MILANO Ritorna la Milano col cuore in mano

lcune realtà nuove nel campo della depositi, containers e silos abbandonati. A solidarietà sociale sono nate da qual- Quattordici anni fa don Roberto Rondinini, che anno a Milano: il Villaggio Barona e la parroco del quartiere, chiese alla fondazio- “Casa alla Fontana”. Il primo è un quar- ne Attilio e Teresa Cassoni di costruire su tiere modello nel cuore del rione Barona, quel terreno desolato un centro che potes- un modello di convivenza creato in un se accogliere le nuove povertà e le situa- contesto di degrado, la seconda consta di zioni difficili e, nello stesso tempo, riquali- alcune strutture in una zona semicentrale ficare il quartiere. La fondazione, che negli della città. anni ’50 si occupava già di dare aiuto alle L’elemento che accomuna le due realtà è la famiglie bisognose, accolse favorevolmen- solidarietà sociale, cioè un progetto di te la richiesta e donò la prima area dimes- realtà abitativa in cui convivono anziani, sa di 40.000 mq; intervennero successiva- studenti, disabili, persone comuni; gli stu- mente la fondazione CARIPLO e la Banca denti e le persone valide si impegnano, in Popolare di Milano e nel 1999 si dette cambio di un affitto ragionevole, a vivere avvio al progetto per realizzare il quale nella comunità dando aiuto, quando prestò gratuitamente la propria opera uno occorre o per alcune cose costantemente, stuolo di professionisti. ai disabili e ai meno fortunati; non solo Il progetto si articolò su quattro ambiti aiuto ma, cosa ben più importante, amici- funzionale, la residenza sociale e gli spazi zia e possibilità di relazioni sociali. Questi per l’artigianato e il commercio, il pensio- gli scopi delle nuove realizzazioni che si nato sociale integrato, i servizi di acco- definiscono “condominio solidale”. glienza e cura della persona, il verde pub- Il villaggio Barona nasce alla periferia sud blico e le attrezzature per lo sport e il di Milano su 40.000 mq di aree dimesse tempo libero. Nel 2003 il villaggio comin- dove si vedevano dei capannoni vuoti, cia ad essere abitato: si realizzano 78

107 appartamenti in locazione e canone cal- verde pubblico avrà uno spazio per i bam- mierato, quattro comunità alloggio per bini, percorsi sportivi all’aperto, un par- persone in difficoltà (anziani non autosuf- cheggio alberato e una zona a prato dove ficienti, disabili psichici, ragazze madri), la gente si ritroverà. Il parco avrà la fun- dodici spazi commerciali, una strada, una zione di connessione e raccordo con il ter- piazza pedonale. Altri due anni passano e ritorio circostante ma già ora la comunità nel 2005 viene inaugurato un “pensionato del villaggio e il resto del quartiere sono sociale integrato” organizzato su tre livelli intercomunicanti, quindi l’idea primitiva di offerta (residenza, pensionato, ostello) del progetto che voleva integrare funzioni gestito dalla cooperativa sociale “La Cor- di interesse pubblico e risposte a bisogni data” che da anni si occupa di promuovere diffusi nella comunità locale utilizzando lo interventi destinati a facilitare l’interazio- spazio fisico per promuovere incontri tra ne fra soggetti deboli e non: infatti realiz- gruppi sociali differenti, è pienamente rea- za progetti di pensionato integrato rivolto lizzato. a studenti universitari che vivono e si inte- Simile è il progetto “Casa della Fontana”: grano con giovani a rischio di emargina- esso mira al recupero di una porzione di zione e disabili. Della costruzione fanno edificio residenziale denominato ex casa parte un ristorante, un auditorium e una del parroco, perché destinato in passato sala di lettura, spazi che si aprono al pub- alla residenza del parroco di S.Maria alla blico, alla gente del quartiere la quale si Fontana. Questo edificio, che si trova in avvicina. Comincia l’integrazione tra grup- una zona semicentrale di Milano, fa parte pi sociali differenti, prende corpo l’obietti- del complesso parrocchiale che è stato vo della “Cordata” di coniugare un inter- costruito nel XV secolo attorno al sacello di vento sociale con l’impegno imprenditoria- un’immagine miracolosa e dovrebbe costi- le e il rispetto dei criteri di qualità, innova- tuire una residenza nella quale persone zione e professionalità. con disabilità, giovani studenti, lavoratori e Dopo un anno il pensionato si trova ad famiglie possano trovare adeguata siste- ospitare 36 studenti, 20 persone in emer- mazione abitativa e, al tempo stesso, genza abitativa, 8 soggetti deboli inseriti in autentiche relazioni di vicinato. percorsi educativi di autonomia sociale e Ad occuparsi della residenzialità delle per- abitativa, 8 giovani a rischio di emargina- sone disabili è l’associazione IdeaVita i cui zione e 2 disabili. Nel ristorante sono stati fondatori sono familiari di persone disabili attivati due tirocinii per giovani a rischio di che vogliono tutelare il loro parente per emarginazione e l’inserimento lavorativo tutto l’arco della sua vita e garantirne la di un ex detenuto. Successivamente nel qualità; la scelta dei giovani studenti e quarto anno sono state costruite strutture lavoratori è affidata alla cooperativa “La per l’assistenza e cura alla persona per Cordata” di cui abbiamo già illustrato le offrire spazi e strutture al volontariato e peculiarità. dare al quartiere e alla città nuove oppor- Anche qui fra breve un panorama umano tunità di in contro, di accompagnamento, variegato: anziani a passeggio, studenti di assistenza alle persone che si trovano in che accompagnano disabili in carrozzella, situazione di necessità. Pochi giorni fa, bambini vocianti, stranieri accolti come infine, si sono conclusi i lavori per una cittadini uguali anche se il loro accento è prima parte del parco che consente l’aper- diverso. Una consolazione per il presente, tura e un primo collegamento con il quar- una speranza forte per il futuro. tiere; quando sarà completata, l’area a Jole Celani

108 ATTUALITÀ Conferenza sul volontariato

na manifestazione che riguarda anche altre esigenze sono sorti i Centri di Servizio U il nostro Gruppo ha avuto luogo a per il Volontariato che prendono il via dalla Milano presso l’Assolombarda il 13 ottobre “Legge quadro sul volontariato” n. 266 (11 scorso. Il titolo: “Cittadini e volontari per agosto 1991) e sono stati previsti per aiu- lo sviluppo di una società solidale in tare e qualificare il volontariato tramite Lombardia”. servizi specifici, efficienti e gratuiti. Si sono avvicendati vari oratori esperti sul In uno degli odierni problemi si può rispec- volontariato o direttamente impegnati in chiare anche la situazione del nostro Grup- esso (rappresentanti della Caritas, dell’Asi- po e cioè l’aumento dell’età media di chi si lo Mariuccia, dell’AVIS ed altri) ed esperti in occupa di volontariato, sia in prima perso- politiche sociali. na, sia in qualità di corpo dirigente, cioè di Si sono definite le caratteristiche del leader. Necessita quindi un ricambio gene- volontariato che è azione gratuita, opera razionale, specie per seguire le innovazioni per il sostegno ai membri più debilitati o in che richiedono sempre nuovi impegni. stato di disagio della comunità sociale, ha Viene ad affievolirsi purtroppo l’apporto una funzione culturale in quanto punto di dei giovani. Questo si riscontra del resto diffusione dei valori della pace, della non anche nelle vocazioni religiose che sono in violenza, della libertà, legalità, tolleranza diminuzione, ed è un problema generale. ed è soprattutto rivolto all’attenzione ai Pertanto in una tavola rotonda alla fine bisogni e desideri dell’”altro”, cui i volonta- della giornata si è discusso sulle motiva- ri fanno dono delle proprie capacità, del zioni che ostacolano il reclutamento dei loro tempo, in una parola di se stessi e vi si giovani: la crisi della famiglia, la crisi dei dedicano con passione e “con il cuore”. valori, la chiusura nell’individualismo, la E’ insito nella natura umana l’impulso a società consumistica che offre miraggi dare, a donare parte di sé a chi ha bisogno. assai diversi dalla solidarietà. In sintesi la Si possono fare mille piccoli gesti di aiuto questione è nell’ “educazione” che si deve ai propri figli e ad amici oppure, e qui il svolgere nella famiglia e nella scuola e che problema è più complesso, a semplici “sco- oggi viene meno al suo compito. Allora nosciuti”. Quest’ultimo aspetto, sostenuto occorre fare di tutto per mobilitare i giova- e alimentato da motivazioni etiche o reli- ni, come pure i neo-pensionati che potreb- giose, spinge gruppi di uomini ad associar- bero con l’impegno solidale riempire il si per meglio rispondere ai bisogni. Non ci vuoto del lavoro venuto a mancare. sono compensi; tutti danno il proprio Un ultimo commento: in questa conferen- tempo libero, e anche di più, a bimbi, za gli argomenti dibattuti hanno riguarda- anziani, ammalati. Nascono così le orga- to il campo dell’assistenza sociale e si è nizzazioni di volontariato. trascurato il campo della conservazione Nella giornata della conferenza si sono della natura. Eppure anche tale attività è date informazioni sul censimento delle “solidarietà sociale” sia pure indirettamen- associazioni di volontariato in Lombardia, te. Infatti: se uno si occupa della buona citandone lo sviluppo in questi ultimi salute della natura, favorisce il migliora- decenni e i problemi che si presentano in mento dell’ambiente in cui vivono tanti quest’epoca di continui e rapidi cambia- “fratelli” vicini e lontani, li fa stare meglio e menti. Il numero di associazioni è in cresci- quindi compie un’azione di solidarietà ta e sorge la difficoltà di avere risorse per verso di loro. tutti. Per venire incontro a questa e ad Maria Luisa Righi

109 NATALE IN POESIA La nostra attività CONFERENZE AL MUSEO Il Gruppo Naturalistico della Brianza in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Milano

organizza un ciclo di incontri L’UOMO E .... LE SUE DOTI SENSORIALI indispensabili nella scelta dei prodotti naturali

La Natura ha generosamente fornito all’uomo i suoi prodotti; la ricerca e le nuove tecnologie ci hanno per- messo una conoscenza più approfondita di essi; ma, nel momento della scelta, l’uomo fa uso dei suoi sensi, particolarmente affinati in alcune persone.

Sabato 16 dicembre 2006 - ore 15: Olio da oliva: un protagonista sulla nostra tavola Gino Celletti Assaggiatore nazionale Professionista olio da oliva

Sabato 13 gennaio 2007 - ore 15: La birra di qualità Paolo Polli Presidente dell’Associazione degustatori birra

Sabato 27 gennaio 2007 - ore 15: La lunga via del caffè Gianni Nora Classificatore e degustatore di caffè

Sabato 17 febbraio 2007 - ore 15: L’arte della preparazione e degustazione del tè nel mondo Barbara Sighieri Esperta del tè e delle sue tradizioni

Sabato 10 marzo 2007 - ore 15: La produzione e l’analisi sensoriale del miele Emilio Mandelli Vicepresidente Associazione Produttori Apistici Provincia di Milano - Sommelier del miele.

Tutti gli incontri si svolgeranno presso l’Aula Magna del Museo Civico di Storia Naturale di Milano Corso Venezia, 55 - 20121 Milano - Info: 02.88463280

Mezzi pubblici: MM1 Palestro; Tram 9, 29, 30 e Passante Ferroviario P.ta Venezia L’ingresso è libero

INVITIAMO I SOCI E GLI AMICI DELLA NATURA A PARTECIPARE NUMEROSI! Le nostre uscite sul territorio a cura di Giorgio Ferrero PROGRAMMA 2007

Ed anche il 2006 è trascorso con alti e bassi, ma in sostanza il “piatto forte” (= Basilicata) mi pare non abbia causato “mugugni” significativi, tranne… da parte di chi alle uscite non ha partecipato! Ma già accontentare tutti è come la storia dell’asino, del padre e del figlio. Pensiamo ora al 2007 dove ho inserito una destinazione cancellata nel 2006 per eventi meteo: ✰ Domenica 22 Aprile LIGURE Poiché la “full immersion” nella Natura alle Capanne di Cosola nell’Oltrepò Pavese ha riscontrato notevole apprezzamento da parte dei partecipanti, ho pensato di ripeterla in un luogo diverso, abbinandovi una visita a qualche struttura locale per capire il significato di certificazione ambientale, descrittaci in una Conferenza al Museo di Storia Naturale di Milano dal sindaco di Varese Ligure e di cui si è parlato nel n. 2 di Natura e Civiltà. Potrebbe essere un’occasione favorevole per unire l’utile al dilettevole. ✰ Venerdì 18 / Lunedì 21 Maggio TOSCANA Un giro di 4 giorni visitando Garfagnana e Lunigiana, con visite guidate a Pontremoli e Lucca, potrebbe essere l’occasione propizia per andare alla scoperta di nuove località (Fivizzano, Colonnata, Castelnuovo ne’Monti, ecc) non viste in eventuali precedenti uscite fatte in quei luoghi dal nostro Gruppo. La scelta del mese di Maggio non è casuale, ma con lo scopo ben preciso di poter effettuare in Settembre l’uscita nel Mon- ferrato, non disgiunto da quello di poter godere della fioritura primaverile, che sulle colline toscane è oltremodo generosa. ✰ Domenica 17 Giugno VALMASINO Mi è spiaciuto aver dovuto rinunciare alla Valmasino, ma la neve tardiva (e forse il periodo troppo precoce previsto per l’uscita) mi hanno costretto a dirottare su Capanne di Cosola, tutto sommato surrogato alquanto soddisfacente. Speria- mo che la data scelta sia in accordo con gli eventi meteorologici. ✰ Sabato 22 / Lunedì 24 Settembre MONFERRATO (Rocca Grimalda) Tornando indietro con la memoria all’Uscita in Val di Non dell’Ottobre 2004, e prima di tornare ad una “castagnata” (ma statene certi che non è stata dimenticata ed in un prossimo futuro sarà senz’altro una nostra meta) ho avuto l’offerta da parte di una nostra Consocia di essere coadiuvato nell’organizzare un’Uscita per andare a raccogliere qualche grappolo d’uva nelle vigne delle Alte Langhe. Ciò è possibile solo nel periodo prescelto per questo scopo: ed è per questo che ho optato per la seconda metà di Maggio per effettuare l’Uscita di più giorni, e, visto il lasso di tempo impiegato in Maggio, ho pensato di “allungare” la nostra per- manenza in una zona, anche se da noi già visitata, quasi dimenticata nei nostri ricordi per il lungo tempo trascorso, e non tutta visitata. E così, come in occasione della memorabile raccolta delle mele, si potrà avere più agio nel recarci tra le vigne e visitare qualcosa nei dintorni.

PRANZO SOCIALE (in data e località da stabilire)

Come al solito date ed eventi qui descritti sono passibili di variazioni, che comunque saranno comunicate in tempo utile a tutti gli interessati.

La partecipazione alle iniziative descritte è aperta anche a simpatizzanti del nostro Gruppo, che possono mettersi in contatto col sottoscritto (039 - 202.58.39) ogni giorno, escluso sabato e festivi, dalle ore 19.00 alle ore 20.00. Campagna iscrizioni 2007 al Gruppo Naturalistico della Brianza Qui allegato trovate il modulo di Conto Corrente postale da utilizzare per iscriversi o per rinnovare l’iscrizione al nostro Gruppo per il prossimo 2007. Come vedete, nono- stante gli aumentati costi di gestione dell’Associazione, le quote sono rimaste inva- riate. Socio ordinario 25 € Socio giovane (fino a 20 anni) 15 € Socio familiare (se convivente) 10 € Socio sostenitore 40 € Socio benemerito da 80 € Adesione speciale G.E.V. 10 €

Avete dei grandi o piccoli amici innamorati della Natura? In occasione delle prossime feste, regalate loro una iscrizione al nostro Gruppo. Vi ricorderanno tutto l’anno ricevendo Natura e Civiltà e farete più grande e attiva la nostra famiglia. Tutti i soci presentatori verranno premiati con un minerale da collezione o con un libro sulla Natura.

ANNO XLIII - N. 4 Sommario OTTOBRE-NOVEMBRE-DICEMBRE 2006 Editoriale - La Valle Albano...... 85 Geomorfologia e idrografia - Silvia Confalonieri...... 86 La vegetazione - Silvia Confalonieri...... 88 La fauna - Silvia Confalonieri...... 89 Agricoltura, Commercio e Pastorizia - Silvia Confalonieri...... 90 Le costruzioni tipiche - Silvia Confalonieri...... 92 Il dialetto particolare e una storia lontana - Silvia Confalonieri ...... 95 Il Passo di San Jorio nelle tradizioni.... - Silvia Confalonieri...... 96 Le leggende valligiane - Silvia Confalonieri ...... 97 Il Parco e il Laboratorio della Valle Albano - Attilio Selva...... 98 Il tubo: una fama immeritata - Umberto Guzzi...... 100 L’impronta ecologica - Giovanni Guzzi...... 102 Il parco dell’anfiteatro. L’Antiquarium “Alda Levi” - Maria Luisa Righi...... 105 Ritorna la Milano col cuore in mano - Jole Celani...... 107 Conferenza sul volontariato - Maria Luisa Righi ...... 109 Natale in poesia - Stefano Fedeli...... 110 La nostra attività...... 111 Le nostre uscite sul territorio - Giorgio Ferrero ...... 112 Le nostre iniziative ...... terza copertina

La Redazione ringrazia sentitamente Silvia Confalonieri e l’Università dell’Insubria, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, sede di Como, nelle persone dei Prof. Ezio Vaccari e Adriano Martinoli per la gentile collaborazione a questo numero di “Natura e Civiltà”. LE NOSTRE INIZIATIVE

Vogliamo ricordare ai nostri soci e simpatizzanti che continuano gli incontri: Milano: come funziona la città

on lo spirito di sempre e con lo scopo di far emergere gli aspetti positivi della vita in città C stiamo preparando il programma per il 2007; ne daremo notizia mediante il Foglio notizie. Riteniamo importanti questi incontri perché sono occasione per incontrarci; così si tiene saldo il sottile ma robusto filo che unisce i soci del Gruppo Naturalistico della Brianza.

Iole (02.3554502) oppure Riccardo (02.6464912) sono sempre disponibili per maggiori informa- zioni; un appello particolare a coloro che non sono ancora intervenuti ai nostri incontri: fatevi sentire e partecipate; sentirete di far parte di una grande famiglia!

Incontri lariani

Gli Incontri Lariani per l’anno 2007 sono fissati, come di consueto, in aprile), giugno e otto- bre, con escursioni nel , nella territorio comasco e lecchese. Per esigenze organizzative non si può essere al momento più precisi. Tutte le informazioni saranno fornite di volta in volta sul “Foglio Notizie” e per telefono a chi ne faccia richiesta.

Per informazioni: Sbezzi 031.28.16.88.

Questo numero di “Natura e Civiltà” è stato realizzato con il contributo della Provincia di Como, Assessorato Cultura.

Ricordiamo che ai sensi della legge 196/03 le informazioni fornite sono raccolte e trattate per le sole attività del Gruppo Naturalistico della Brianza – ONLUS. In ogni momento potrete rivolgervi al GNB Onlus per consultare, modificare, oppure opporvi al trattamento dei dati.