Rapporto SINTESI DEGLI STUDI RELATIVI ALL'istituzione DEL
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PROVINCIA DI RIETI CRITEVAT - Centro Reatino di Ricerche in Ingegneria per la Tutela e la Valorizzazione dell’Ambiente e del Territorio (Sapienza – Università di Roma) Rapporto SINTESI DEGLI STUDI RELATIVI ALL’ISTITUZIONE DEL PARCO DEL VELINO Proposta di perimetrazione del Parco del Velino Rieti, Gennaio 2012 1 Convenzione tra il Centro Reatino di Ricerche di Ingegneria per la Tutela e la Valorizzazione dell’Ambiente e del Territorio (CRITEVAT) e la Provincia di Rieti per una ricerca sul tema: “Tutela e valorizzazione del fiume Velino. Elementi per una proposta di area protetta.” Provincia di Rieti dott.ssa Sabrina Ferroni dott.ssa Stefania Franceschini Gruppo di lavoro CRITEVAT : prof. Carlo Cellamare (Responsabile scientifico), dott. ing. Alessia Ferretti (Coordinamento scientifico), ing. Dario Colozza (elaborazioni GIS). Compone il Rapporto Intermedio SINTESI DEGLI STUDI RELATIVI ALL’ISTITUZIONE DEL PARCO DEL VELINO, Proposta di perimetrazione del Parco del Velino ed, in generale, i documenti consegnati ai sensi dell’Allegato tecnico della Convenzione succitata: 1. Rapporto relativo alla SINTESI DEGLI STUDI RELATIVI ALL’ISTITUZIONE DEL PARCO DEL VELINO, Sintesi della proposta di perimetrazione del Parco del Velino; 2. Allegati: Gis relativo al tema oggetto della convenzione. 2 Indice: Introduzione Indicazioni metodologiche dello studio 1. Parco Fluviale del Velino: inquadramento dell’area e delle risorse presenti 1.1 SIC e ZPS 1.2 Riserva Laghi Lungo e Ripasottile 1.3 Le indicazioni dei piani territoriali e dei programmi 1.4 La proposta di parco del 1998 2. Quadro di riferimento normativo 2.1 Quadro di riferimento internazionale 2.2 Quadro normativo comunitario 2.3 Quadro normativo nazionale 2.4 Quadro normativo regionale 3. Principali caratteri naturalistici dell’area interessata dalla proposta di parco 3.1 L’acqua e il reatino 3.2 Flora e Fauna 3.3 Descrizione delle principali aree omogenee e biotopi presenti nel parco 3.4 Rete Natura 2000 3.5 Rete Ecologica 4. Qualità delle acque e funzionalità ecologica del sistema Velino 4.1 LIM 4.2 Indice IBE 4.3 Indice IFF 4.4 Stato ecologico dei laghi 4.5 Risultati dello studio sulla qualità ambientale del fiume Velino 5. Sistemi insediativi e caratteri morfologici dell’area 5.1 Principali tipologie di uso del suolo 5.2 Caratteri morfologici dei principali centri abitati nell’area del parco 5.3 Infrastrutture 5.4 Elettrodotti e gasdotti 6. Vincoli e piani ambientali 6.1 Usi civici 6.2 Il vincolo idrogeologico, il PAI e il PS3 – Piano Stralcio di Piediluco 6.3 il vincolo paesistico e il Piano Territoriale paesistico Regionale (PTPR) 7. Patrimonio naturale e storico-architettonico del paesaggio 7.1 Il sistema delle sorgenti nella valle del Velino 3 7.2 Il sistema delle Gole del Velino 7.3 Il sistema della Piana di San Vittorino da Castel S. Angelo a Caporio 7.4 Tratto Antrodoco-Rieti 7.5 Il sistema della Piana Reatina e dei relitti del “lacus” 7.6 Censimento dei Beni Puntuali 8. Criticità e problematiche 8.1 Criticità ambientali: Problematiche idrauliche 8.2 Le problematiche idrauliche: rischio idraulico e difesa del territorio 8.3 Problematiche idrogeologiche: aree a rischio frana 8.4 Problematiche di inquinamento delle acque: Acquicoltura 8.5 Problematiche di inquinamento delle acque: attività agricole e attività zootecniche 8.6 Problematiche connesse ad altre pressioni antropiche 8.7 Sistema artificiale delle acque 9. Problematiche della gestione 9.1 Quadro degli Enti ed organismi collegati al parco 10. Conclusioni e proposte di perimetrazione 10.1 Stato della frammentazione ambientale lungo il Velino 10.2 Sintesi delle analisi 10.3 Questioni problematiche sulla perimetrazione del parco e proposte di ampliamento Appendice: Tematismi GIS 4 Introduzione Il presente studio è stato elaborato con la finalità generale di verificare e strutturare le valenze che possono sostenere l’istituzione di un parco naturale nell’ambito fluviale del Velino. In questo senso, gli obiettivi sono di raccogliere e strutturare tutte le informazioni relative all’ambito di interesse, di verificare la valenza della perimetrazione proposta nel 1998 per l’istituzione del Parco del fiume Velino, e di fare il punto sull’evoluzione dei luoghi e sulla qualità dell’ambiente naturale nell’area compresa nella proposta di parco fluviale. In questa prospettiva, saranno sviluppate anche considerazioni sulle criticità e sulle problematiche esistenti (anche ai fini della tutela) ed, in un successivo sviluppo del lavoro, un’adeguata cartografia di supporto alla valutazione che porterà alla costruzione di un GIS specifico. L’ambito fluviale del Velino, anche se non presenta una continuità di valori ambientali unici nel territorio regionale, presenta sicuramente alcuni elementi di rilevanza nazionale ed internazionale e, soprattutto, risponde a funzioni ambientali e paesistiche locali fondamentali. Tali elementi costituiscono un’opportunità per ulteriori obiettivi di tutela e valorizzazione come: la riqualificazione ambientale, la valorizzazione del rapporto con le aree agricole, la gestione della difesa idraulica e del suolo, la fruizione turistica nelle sue varie forme, la promozione di attività sportive all’aria aperta, la riqualificazione delle aree urbane attraversate o lambite dal fiume, ecc. Sono da sottolineare alcuni aspetti teorici e pratici che hanno guidato l’analisi e l’interpretazione dei valori ambientali, storico-culturali, paesistici, turistici e fruitivi presenti, nonché delle principali dinamiche che hanno interessato il territorio reatino dal 1998 ad oggi, facendo emergere nuovi elementi da considerare nella perimetrazione: 1) una nuova concezione di parco fluviale : prendendo spunto dalle più recenti ed interessanti esperienze nazionali ed internazionali di parchi fluviali (il parco fluviale del Valdarno empolese, o al contratto di fiume-paesaggio del medio Panaro ) si possono pensare nuovi modi per la gestione e la tutela delle aree verdi fluviali che propongono modalità di fruizione più integrate con la vita urbana e con il territorio agricolo. Tali esperienze non solo riconfigurano i sistemi di gestione possibili (coinvolgendo diversi attori e competenze in un’ottica di governance delle scelte strategiche e delle azioni per sfruttare, valorizzare e tutelare la risorsa idrica), ma riconfigurano il rapporto fra ambiente costruito e ambiente naturale ampliando lo spazio d’influenza del fiume nelle dinamiche di sviluppo territoriale sotto diversi aspetti: ecologico, economico e socio- culturale. La manifestazione più evidente di questo complesso sistema di relazioni da reinterpretare è la difficoltà riscontrata a rendere efficaci gli interventi settoriali che, di volta in volta, si attivano per ricucire le problematiche connesse al rischio idraulico con quelle degli impatti della pressione antropica, con quelli della salvaguardia floro-faunistica e così via. Il sistema fiume-territorio è, infatti, da considerarsi un paesaggio particolare in cui risorse e vincoli dipendono tanto dalla qualità delle acque, quanto dalla sicurezza delle sponde e dall’accessibilità rispetto ai centri abitati limitrofi: aspetti che ne sanciscono l’inclusione o l’esclusione sia dalla vita quotidiana delle comunità presenti sul territorio, sia dalle mappe dei turisti di passaggio. L’acqua deve essere considerata come la matrice-base del territorio, il fattore identitario locale, capace di connettere le “storie insediative locali” (fatte di zone di tutela, zone agricole, zone selvatiche, zone urbane e così via) con le regole naturali del fiume: le portate stagionali, le esondazioni, le connessioni ecologiche che il suo corso e le sue sponde rappresentano per l’intero territorio 5 attraversato. La prima sfida raccolta dal nuovo modo di vivere e gestire i paesaggi d’acqua deve, dunque, superare la visione del fiume come rischio integrando le politiche di salvaguardia del suolo con le politiche di riqualificazione ambientale e territoriale. In tal senso, un parco fluviale di nuova concezione mira ad assecondare le diverse attitudini, i vincoli e le potenzialità dei territori molteplici che attraversa, diversificando il proprio ruolo – e con esso, le regole di fruizione e di gestione - in base agli usi esistenti: le zone umide di tutela, i paesaggi montani, i paesaggi agricoli, i parchi urbani. Tutte le funzioni che è possibile indicare per rinnovare-riscoprire-valorizzare il fiume mirano a trasformare i conflitti in opportunità: si pensi, ad esempio, all’ipotesi di trasformare il parco fluviale, in alcuni tratti, in parco agricolo proponendo modalità di gestione delle aree agricole volte a ridurre gli impatti delle attività produttive che causano l’erosione delle sponde o che compromettono sia la qualità delle acque fluviali, sia quelle dei canali d’irrigazione (si pensi all’esperienza del parco agricolo nel patto città-campagna della Regione Toscana). 2) la crisi dei sistemi urbani : tale aspetto costituisce da tempo un’opportunità ed un pericolo per il territorio reatino che ha, nel corso degli anni, visto il progressivo spopolamento dei centri storici accompagnato dall’espansione di insediamenti diffusi lungo le principali direttrici di collegamento infrastrutturale del territorio. La maggior parte di questa nuova conurbazione è di ridotta consistenza e densità ma, in alcuni casi (ad esempio nel caso di Borgo Velino ormai saldato ad Antrodoco), incide profondamente sull’assetto del territorio riconfigurando il rapporto fra insediamento e paesaggio fluviale. Tale fenomeno ha motivazioni diverse a seconda che si guardi i piccoli