Regione Lombardia X Legislatura Consiglio Regionale Atti 12788
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REGIONE LOMBARDIA X LEGISLATURA CONSIGLIO REGIONALE ATTI 12788 PROGETTO DI LEGGE N. 0299 di iniziativa del Presidente della Giunta regionale ______ “Fusione dei Comuni di Ramponio Verna, Lanzo d'Intelvi e Pellio Intelvi, in provincia di Como”. _____ PRESENTATO IL 10/05/2016 ASSEGNATO IN DATA 12/05/2016 ALLE COMMISSIONI REFERENTI II CONSULTIVA I RELAZIONE ILLUSTRATIVA FUSIONE DEI COMUNI DI RAMPONIO VERNA, LANZO D’INTELVI E PELLIO INTELVI, IN PROVINCIA DI COMO Predisposta sulla base degli elementi forniti dai tre Comuni. Contesto storico e ambientale La storia recente e remota di Lanzo, Pellio, e Ramponio emerge da dinamiche che nel tempo hanno radicalmente modificato le aggregazioni sociali e l’aspetto del territorio. Risalendo ad un passato remoto, in prossimità del Monte Generoso sono state trovate tracce dell’uomo di Neanderthal risalenti a 120.000/35.000 anni a.C., a Erbonne a 8.000/4.000 anni a.C., per arrivare a 2.000/1.000 anni a.C. nell’insediamento del Castelliere del Monte Caslè. Si tratta con buona probabilità del primo vero e stabile insediamento umano della Valle Intelvi, testimoniato da strutture difensive e abitative. Un borgo o, per la precisione, un castello primordiale, in grado di ospitare e difendere una Comunità umana. Altre tracce ancora oggi evidenti confermano una presenza diffusa degli insediamenti umani in tutta l'area dei tre Comuni. I massi erratici cuppelliformi (o coppelliformi), di epoca ancor più remota (4.000 a.C.), seppure caratterizzanti l'intero arco alpino, sono presenti in numero elevato nel territorio dei Comuni coinvolti dalla proposta di fusione. In fase successiva, nell'area del Caslè, le popolazioni, in precedenza disperse per motivi strategici e di dominio territoriale, hanno trovato lo spazio più confacente per un loro insediamento. Non a caso il Castelliere del Caslè è indicato come uno dei più grandi dell'intero arco alpino, circa 7.000 mq. In considerazione del suo valore storico e antropologico, oltre quarant’anni fa venne individuato dalla Regione come Parco archeologico e recentemente, di Comune accordo, Lanzo e Ramponio hanno chiesto alla Sopraintendenza il riconoscimento dell’intera area come area d’interesse archeologico, con le misure di tutela e protezione che ne conseguono. Nelle fasi storiche successive, anche a seguito di eventi climatici rilevanti, le popolazioni si dispersero, costituendo micro-nuclei abitativi, fra i quali quelli dei tre Comuni con le relative frazioni, ed altri di cui è scomparsa traccia. Peculiare è il caso di Vestobia, una località intermedia fra Ramponio e Claino con Osteno, ripetutamente menzionata in atti notarili e scritture storiche, che all'improvviso, dal 1.300 d.C., è scomparsa dai documenti storici e materialmente, pur essendosene conservata memoria per la sua originale vicinanza all’ancora esistente Santuario di San Pancrazio. Dopo l'età romana, con le caratteristiche del territorio anzidette e dopo il periodo feudale, fu l’epoca comunale a dare impulso agli attuali centri abitativi di Lanzo, Pellio e Ramponio, anche se in tale epoca vi era maggiore frammentarietà in Pellio alta e bassa, Lanzo e Scaria e infine Ramponio e Verna. Successivamente quelle Comunità hanno trovato forma amministrativa (pur ancor oggi controversa) nei tre Comuni. Permangono la storia e le tradizioni delle frazioni, pur ponendosi l’esigenza di un accorpamento amministrativo. Tra queste tradizioni, merita di essere menzionato il ruolo di aggregazione Comunitaria svolto dalla Società di Mutuo Soccorso di Ramponio, fondata nel 1875 e che, oggi, promuove incontri culturali ed iniziative conviviali. Queste associazioni sono presenti in molte località del nostro Paese, ma sono particolarmente numerose nella provincia di Como. A indirizzare verso un’unica entità amministrativa contribuisce la stessa situazione orografica dei tre Comuni, che ha determinato la medesima identità ambientale del territorio. Due altopiani, siti fra Ramponio e Lanzo (Pietra Fessa, Bartoletto e Gregoriana), un altro a Pellio (Pian delle Noci e area retrostante, in direzione del rifugio di Orimento), collocati ad altitudini pressoché identiche, caratterizzati da ampi pascoli e superlativi panorami, rivestono altresì un notevole valore ambientale e paesaggistico. Contornati da rilievi ad andamento collinare, con “bolle” di acqua piovana che consentono il riprodursi di anfibi anche di pregio come i tritoni, grazie ad una gestione unificata potranno acquisire rilievo, per le peculiarità del loro ambiente naturale, che ne consentirà una adeguata tutela, valorizzandone altresì la biodiversità e, nel contempo, facendone un’area attrattiva per un turismo di appassionati di naturalismo. L'intero paesaggio di Lanzo, Pellio e Ramponio, costituito da ripidi canyon, da un ampio fondovalle che si snoda sotto Lanzo, da altopiani e ondulanti colline che li contornano, ha due cuspidi, che rappresentano le parti più alte della Valle Intelvi, la Sighignola e, in parte, su Pellio il monte Generoso. Un'orografia che rappresenta le tipicità della fascia prealpina, ma anche l'avvio di quella propriamente alpina. Fra i molteplici insediamenti floristici, poco noti ai più, si trovano quelli di particolare pregio, anche estetico, costituiti dalle fioriture invernali di una popolazione di Helleborus niger e della ancor più rara Peonia officinalis, nella zona dell’Alpe di Gotta, lungo il sentiero della Camoscia. Area appunto denominata “Giardino della Regina”, con riferimento a questo popolamento di Peonie. Da menzionare inoltre intere distese di migliaia di metri quadrati di narcisi, che costituiscono un prezioso patrimonio botanico, pur di estensione contenuta, presente in tutti e tre i Comuni. Tra le peculiarità di valore ambientale che, a tutt’oggi, occorre valorizzare e tutelare maggiormente, si trova, addentrandosi in profondità nella valle che corre lungo i confini tra Ramponio e Pellio, la forra che divide un Comune dall’altro. Qui scorre il torrente Telo, tra ambienti di notevole bellezza, selvatici e dalle caratteristiche morfologiche e di isolamento che possono perfino presentare elementi di pericolosità. Più in alto, verso Lanzo, il confine con Pellio è caratterizzato da un andamento orografico più morbido e da un progressivo allargamento della valle. Nelle spaccature delle rocce si riesce a leggere la storia di milioni di anni della Valle Intelvi. La presenza di faggete, laricete e abetaie di alto pregio genetico, la biodiversità di animali quali camosci, caprioli, cervi, cinghiali, volpi, tassi, per arrivare a piccoli organismi quali gli insetti, contribuiscono inoltre ad arricchire il valore ambientale dell’intera zona. Anche l’ambiente antropizzato merita menzione: risalendo dal fondo della Valle verso i crinali di appartenenza dei tre Comuni, si trovano alcune trincee di notevole pregio storico e culturale, rivolte sulla prospettiva del lago Ceresio ed estese, quelle di Lanzo e di Ramponio lungo un arco di 270°, da Porlezza a Lugano, a Mendrisio, estendendosi fino alla Pianura Padana e nell'entroterra svizzero ed includendo l'Ossolano e l'intera Area insubrica. Questa zona di trincee include quella del già citato Castelliere. Si tratta, nel loro complesso, di posizioni dominanti, di valore strategico nei momenti di belligeranza e di interesse storico, culturale e turistico nei periodi di pace. Anche Pellio ha una estesa rete di trincee, già oggetto di ripristino. La parte più suggestiva è quella presente nella Foresta del Monte Generoso. Anche quella delle trincee è una peculiarità condivisa fra i tre Comuni proponenti. Quest’area è denominata comunemente Alta Valle Intelvi (Lanzo, Pellio, Ramponio), anche con riferimento alle sue caratteristiche altimetriche rispetto al resto della Valle d’Intelvi; sono diversi i punti panoramici, primo tra tutti, nel “Balcone d’Italia”, la Sighignola, di rara bellezza, che domina da Campione d'Italia a Lugano, da Arogno a Bellinzona, da Varese a Milano, dal lago Maggiore all'Oltrepò pavese. Sempre a Lanzo, dove ancor oggi si trova, pur non in attività, la funicolare che portava da Lanzo stessa a Santa Margherita, sul lago Ceresio, di fronte a Lugano, è presente un sito panoramico, attrezzato con alberghi e ristoranti, che spazia direttamente sul Canton Ticino, da Lugano in direzione di Monte Ceneri e di Bellinzona nel centro, Gandria sulla destra e a sinistra, verso il Mendrisiotto, Chiasso e la Lombardia. Così pure Pellio, direttamente dal paese, offre una veduta verso Porlezza e la Valle Cavargna, per arrivare fino alle montagne del Lecchese. Parimenti suggestiva, ma da posizione leggermente più sopraelevata, la Cappellina di Verna, nel paese di Ramponio, che spazia da Gandria sulla Valsolda, Porlezza e i monti Lecchesi. Anche Pellio, al pari degli altri Comuni, ha peculiarità originali, quali l'area archeologica attorno alla chiesa di San Giorgio, con reperti archeologici, monili, monete, vasi e frammenti ossei risalenti attorno al X d.C. secolo. Quest’area è stata oggetto di diverse campagne di scavo che hanno portato al ritrovamento di numerosi reperti, catalogati e ospitati nel Museo archeologico di Como. Si tratta di un sito fortificato dalle dimensioni di circa 500 mq, suddiviso in diversi ambienti, la cui esistenza, pur breve, ha avuto profondi riflessi sull’intero territorio circostante. Si presume che lo stesso ponte romano di collegamento fra Pellio e Ramponio, ormai inagibile e diroccato, risalisse alla medesima epoca. Oggi è stato realizzato un ponte in legno, che s’inserisce nel contesto, realizzato d’intesa fra Pellio e Ramponio una decina di anni