Hospitium Comunis Pergami
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
HOSPITIUM COMUNIS PERGAMI Scavo archeologico, restauro e valorizzazione di un edifi cio storico della città A cura di Maria Fortunati e Angelo Ghiroldi Cura editoriale: Angelo Ghiroldi Disegni: Archivio Disegni Soprintendenza per i capitoli 10 e 11. Per i rimanenti capitoli forniti dagli autori. Fotografi e: Archivio Fotografi co Soprintendenza per i capitoli 10-11-12-13-15-16-17-18-19-21-22-25-26. Per i rimanenti capitoli fornite dagli autori. Traduzione in inglese: Jim Bishop Per il capitolo 23 eseguite dagli autori Progetto e realizzazione grafi ca: Mixed (BS) Stampa: Tipografi a Camuna (BS) L’intervento di valorizzazione dell’area dell’Hospitium Comunis Pergami e il presente volume sono stati realizzati con il fi nanziamento di Regione Lombardia (Bando 8561 del 21 agosto 2009) e del Comune di Bergamo. © Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia - 2012 ISBN 978-88-89484-73-9 sedizioni di diego dejaco editore • www.sedizioni.it SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA LOMBARDIA PRESENTAZIONE L’apertura al pubblico dell’Area archeologica al piano terra del nuovo Museo storico della città conclude le indagini archeologiche e gli interventi di conservazione e restauro condotti dalla Soprintendenza, in collaborazione con il Comune di Bergamo e con il sostegno della Regione Lombardia, tra 2001 e 2011 nell’antico edifi cio dell’Hospitium Comunis Pergami ristrutturato per la nuova funzione. Lo scavo ha portato alla luce la storia dell’edifi cio e la sequenza della città antica sotto la città moderna in tutta la sua complessità, dalle tracce del primo nucleo insediativo proto- storico di X/IX secolo a.C., comparse qui per la prima volta, e del centro protourbano celtico di VI-V secolo a.C., agli imponenti resti della città romana di età repubblicana, imperiale e tardo antica fi no alle fasi dell’altomedioevo e alla fondazione della torre civica nel XII seco- lo. Il ritrovamento, conseguenza della sistematica opera di tutela preventiva condotta sulle trasformazioni edilizie, è stata occasione per ricostruire il processo secolare di formazione e sviluppo urbano in un luogo centrale, da sempre, della vita civile e religiosa della città. Qui gli studiosi ottocenteschi - Angelo Rota (1804), Angelo Mazzi (1876) ed Elia Fornoni (1895) - e, nel secolo scorso (1941), Nevio Degrassi ubicavano il foro e qui, fi nalmente, le strutture emerse, importanti per qualità e grado di conservazione, sono interpretate dalla collega Maria Fortunati come pertinenti proprio al lato meridionale del foro della Bergomum romana lungo il quale si aprivano le tabernae. Il sito diviene ora una tappa del percorso progettuale di valorizzazione della città antica attraverso la visita o la semplice visione, lungo la viabilità moderna, dei più signifi cativi contesti scavati negli ultimi trent’anni e già fruibili o in corso di defi nitiva presentazione al pubblico, dall’Area archeologica della Biblioteca Civica, alla Cattedrale, all’edifi cio di Via S. Salvatore, ai piccoli contesti archeologici di età romana di Via Corsarola, alla strada basolata di Via Vasine-Palazzo dell’Industria, al complesso pluristratifi cato di Via Porta Dipinta fi no alle strutture abitative romane, ancora in corso di scavo in Via Osmano: un percorso archeologico che è venuto maturando in molti punti della città già nelle fasi dell’indagine preventiva e che spesso ha trovato e trova negli stessi Enti pubblici, nelle Istituzioni ecclesiastiche e nei Com- mittenti privati interessati alle opere di trasformazione i più entusiastici e attenti sostenitori del processo di valorizzazione. Gli anni della ristrutturazione e del restauro dell’Hospitium Comunis Pergami, le concomi- tanti indagini archeologiche mirate sia alla ricerca del passato più antico della città, sia alle verifi che stratigrafi che – di scavo e degli alzati – per lo studio dell’edifi cio, hanno rappresen- tato un felice e operoso laboratorio di idee, di confronto tra professionalità diverse e tuttavia complementari. Di volta in volta sono state necessarie scelte meditate che salvaguardassero l’identità del complesso, carico di vicende e di signifi cati per la storia della città, valorizzas- sero in forma equilibrata ed incisiva quanto dal sottosuolo emergeva a testimonianza di una precedente storia della città, protostorica e romana, e, al tempo stesso, ne sapessero ripercor- rere e rendere attuale il legame di continuità con la città contemporanea. A questo laboratorio operoso hanno dato un contributo essenziale, tra i molti, le per- sone che qui voglio segnatamente ringraziare: Maria Fortunati che ha coordinato e diretto l’indagine archeologica perseguendo, con passione e suasiva determinazione, il defi nitivo allestimento, sostenuto dal Comune, che pure ringrazio nelle persone del Sindaco, Franco Tentorio, e degli Assessori alla Cultura, Claudia Sartirani, e ai LL PP, Alessio Saltarelli, e dalla Regione Lombardia, rappresentata dall’azione lungimirante di Claudio Gamba, allora diri- gente dell’Unità per la valorizzazione del Patrimonio archeologico, e di Monica Abbiati; An- tonio Gonella che ha diretto, con i colleghi Gianni Giacomo Baretti e Daniele Boldorini del gruppo coordinato dal compianto prof. Andrea Tosi, le opere di ristrutturazione dell’edifi cio, ha condiviso e rese attuabili le necessità della ricerca archeologica ed ha elaborato il progetto di esposizione ispirandolo ad un linguaggio essenziale ed effi cace che sapesse ricreare nel rapporto tra interno ed esterno la percezione dell’attualità del passato nel contesto urbano; Francesco Macario che ha sostanziato e vivifi cato col suo appassionante racconto ogni scelta progettuale grazie alla ricostruzione attenta, attraverso i documenti, della storia dell’edifi cio. Non posso infi ne dimenticare l’aiuto generoso dell’Impresa Pandini e di Angelo Ghiroldi per il coordinamento delle ultime, impegnative, fasi dell’allestimento e della sua illustrazione nella Giornata di studi dedicata all’iniziativa nella XIV edizione della Settimana della Cultura. Alla Fondazione Bergamo nella storia, cui compete la conduzione del Museo storico, è affi data ora, in collaborazione col Civico Museo Archeologico, la cura per la fruizione dell’Area archeologica e per una sua effi cace lettura nel percorso diacronico che si sviluppa attraverso le sezioni espositive realizzate e in allestimento ed in relazione al Percorso archeologico di cui si diceva e al quale si sta lavorando. Raffaella Poggiani Keller Soprintendente per i Beni Archeologici della Lombardia Con grande piacere e con vivo interesse l’Assessorato alla Cultura ha accolto questa pub- blicazione, che testimonia l’impegno della città di Bergamo e il contributo della Regione Lom- bardia per la promozione di interventi fi nalizzati alla riqualifi cazione e alla valorizzazione del patrimonio archeologico regionale e, nel nostro caso, alla riscoperta e fruizione dell’Hospitium Comunis Pergami, con il completamento dei restauri che hanno restituito la prima parte del Palazzo di governo alla città di Bergamo. In questa preziosa pubblicazione si colgono una serie di elementi di altissimo profi lo: l’ele- vato numero degli interventi, segno di forte partecipazione, la ricerca storica, il progetto com- plessivo, gli interventi edilizi sul palazzo e sulla torre, gli scavi archeologici, l’allestimento e va- lorizzazione dell’area archeologica e la presentazione del progetto di completamento dei la- vori dell’intero palazzo. La Regione Lombardia, nell’agosto 2009, ha emanato il bando per la promozione di inter- venti fi nalizzati alla riqualifi cazione e alla valorizzazione del patrimonio artistico regionale. Il Comune di Bergamo ha partecipato al bando ottenendo un fi nanziamento di 280.000 euro. I lavori sono iniziati nel settembre 2010 con le opere edili e di consolidamento, segui- te dalle carpenterie metalliche, dallo scavo archeologico, dal restauro, supporti informativi e pubblicazione dei risultati degli scavi archeologici. La Direzione Lavori e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, cui spettava la direzione scientifi ca dei lavori di scavo archeologico, di restauro e di valorizzazio- ne dell’area, si sono dedicate con grande impegno alle opere progettate. Dopo 18 mesi di la- vori intensivi lo scavo sarà aperto al pubblico e viene ora documentato in questa pubblicazio- ne, che rende conto di una tenace attività decennale del Comune di Bergamo per il restauro dell’Hospitium Comunis Pergami. Un rudere circondato da un giardino di quartiere può restare per secoli un ammasso ano- nimo di laterizi e calce e come tale può essere assimilato nella memoria e nell’esperienza quo- tidiana dei residenti: soltanto la passione e l’opera dell’archeologo possono ridargli in via ipo- tetica una forma architettonica e una funzione, riconoscendogli al tempo stesso dignità e di- ritto ad essere conservato. L’archeologia urbana può contribuire a fornire nuove identità ai luoghi della città, riscoprendo il valore di una tradizione storica e dei caratteri di maggiore o minore monumentalità espressi dagli edifi ci. Il valore “pubblico”del lavoro dell’archeologo si manifesta anche nel renderci tutti più consapevoli che quei luoghi hanno un valore dal punto di vista ambientale e archeologico: la storia riscoperta contribuisce a migliorare il rapporto con la città e di conseguenza migliora anche la qualità della vita di ciascuno. La valorizzazione, la salvaguardia e la comunicazione del patrimonio archeologico rap- presentano oggi, forse più che in passato, i mezzi per trasmettere il senso della continuità e dell’appartenenza dell’uomo ai suoi simili,