Della Fotografia “Istantanea” 1839-1865
DELLA FOTOGRAFIA “ISTANTANEA” 1839-1865 Giovanni Fanelli 2020 DELLA FOTOGRAFIA “ISTANTANEA” 1839-1865 Giovanni Fanelli 2020 L’arte ha aspirato spesso alla rappresentazione del movimento. Leonardo da Vinci fu maestro nello studio dell’ottica, della luce, del movimento e nella raffigurazione della istantaneità nei fenommeni naturali e nella vita degli esseri viventi. E anche l’arte del ritratto era per lui cogliere il movimento dell’emozione interiore. * La fotografia, per natura oggetto e bidimensionale, non può a rigor di termini riprodurre il movimento come in un certo modo può fare il cinema; può soltanto, se il fotografo ne ha l’intenzione, riprenderne un istante che nella sua fugacità riassuma la mobilità. Tuttavia fin dall’inizio della storia della fotografia i fotografi aspirarono a riprendere il movimento. Già Daguerre o Talbot aspiravano alla istantaneità. Louis Jacques Mandé Daguerre, Paris, Boulevard du Temple alle 8 del mattino, fine aprile 1838, dagherrotipo, 12,9x16,3, Munich, Fotomuseum im mûnchner Stadtmuseum. Henry Fox Talbot, Eliza Freyland con in braccio Charles Henry Talbot, con Eva e Rosamond Talbot, 5 aprile 1842, stampa su carta salata da calotipo, 18,8x22,5. Bradford, The National Museum of Photography, Film & Television. Una delle prime immagini fotografiche, il dagherrotipo della veduta ripresa da Daguerre dall’alto del suo Diorama è animata : all’angolo del boulevard du Temple è presente un uomo immobile il tempo di farsi lucidare le scarpe. Le altre persone che certamente a quell’ora animavano il boulevard non appaiono perché il tempo di posa del dagherotipo era lungo (calcolabile a circa 7 minuti) (cfr. Jacques Roquencourt http://www.niepce-daguerre.com/ ).
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