Agro nocerino. Rinviato a giudizio Pasquale Prudenzano Avrebbe aggredito una dipendente

AGRO NOCERINO SARNESE. Aggredì verbalmente la dipendente nei corridoi dell’ufficio di via Libroia a , l’ex coordinatore del piano di zona, Pasquale Prudenzano è stato rinviato a giudizio e dovrà affrontare il processo. Cominciano ad affacciarsi nelle aule di giustizia i vertici del piano di zona s1 : Pasquale Prudenzano ex coordinatore del Piano di Zona S1 -costituito dai sindaci dei dodici comuni e rimosso da una sentenza dei giudici del Tribunale di Nocera Inferiore – è stato rinviato a giudizio davanti al giudice di Pace, dottoressa Tudino, su denuncia di una ex dipendente . Il pm dopo un’accurata indagine ha ritenuto fondati i motivi della denuncia esposti dalla stessa ed ha citato anche alcuni testimoni per l’udienza che si terrà a febbraio 2016. Tutto è partito dalla minaccia continua di licenziamento che l’imputato Prudenzano avrebbe rivolto ad alcuni collaboratori , contrattualizzati tramite regolare concorso, arrogandosi tale diritto perché sarebbe stato scelto dalla politica anche per “eliminare alcuni collaboratori” e fare spazio ad altre nuove leve, stando alle accuse rivolte dalla professionista. A febbraio , in una aula di tribunale questa versione, sarà raccontata dalla ex dipendente ,parte lesa e già costituitosi parte civile e dai testi citati . Un racconto choc della donna sul presunto clima di illegalità istaurato dal 2012 dovuto – secondo alcuni – alle assunzioni di personale tramite agenzia interinale ed attraverso continue proroghe , senza nessun criterio reso pubblico. Sebbene il ricorso all’Agenzia interinale era stato giustificato per l’urgenza e per poche figure professionali, ad oggi nessuno sa quanti e quali collaboratori il Piano di Zona utilizza né tantomeno quanto costano, pur essendo previsto per le pubbliche amministrazioni la pubblicazione sui propri siti dei consulenti e dei collaboratori. Questa denuncia non è l’unica pendente perché altre sarebbero state depositate e si spera che finalmente sia fatta luce su molte vicende su cui la giustizia è stata chiamata ad intervenire.

Mercato san Severino. Pagamento dell’Imu agricola monta la protesta in città

MERCATO SAN SEVERINO. No al pagamento dell’Imu Agricola. Ferma opposizione dell’Associazione “Amici della Terra” che contesta con forza le ingiunzioni di pagamento ai proprietari dei terreni agricoli L’Associazione “Amici della Terra” passa all’attacco schierandosi a favore dei proprietari di terreni agricoli nel Comune di Mercato S. Severino. In questi giorni, infatti, a coloro che possiedono terreni agricoli inseriti nel PUC stanno pervenendo ingiunzioni di pagamenti con riscossione coattiva dell’ICI riguardante gli anni 2010 e 2011. “Sono cifre esose – dichiarano i membri dell’associazione – perchè non riguardano l’Ici agricola, ma quella relativa ai valori venali dei terreni resi edificabili che arrivano a un valore fino a venti volte più elevato rispetto a quella agricola, con ulteriore aggravio di spese dovuto a sanzioni ed interessi. Bisogna interrogarsi sul motivo per cui queste persone, a loro tempo, non hanno provveduto al pagamento. La ragione, forse, è da ricercare nella mancanza di una adeguata disponibilità economica, che, presumibilmente, a causa dell’attuale crisi è diventata ancora più restrittiva”. Secondo l’accurata analisi posta in essere dai membri del sodalizio Amici della Terra”, il terreno è una superficie che non produce redditi tali da poter richiedere il pagamento delle cifre indicate nelle ingiunzioni pervenute ai proprietari degli stessi. Lo stesso terreno, inoltre, non risulta essere stato neanche oggetto di qualche manifestazione di interesse tale da giustificare una simile richiesta di pagamento. “Siamo ormai al sesto anno dall’adozione del Pcu – spiegano ancora i membri di “Amici della Terra” – e ci chiediamo quante spese bisogna ancora affrontare senza ottenere nulla in cambio. Ripetiamo fino alla nausea che il PUC è irrealizzabile e non favorisce per niente la sviluppo locale ne per i tecnici ne per le imprese . E’ tutto da rivedere, ma intanto coloro che amministrano chiedono soldi, perché nel bilancio è stata inserita una voce di entrata pari a 800mila euro senza la quale non si riesce a raggiungere il pareggio di bilancio rischiando un probabile dissesto finanziario”. Gli “Amici della Terra” sono dubbiosi in merito all’adempimento dei pagamenti da parte dei proprietari terreni così come richiesto nella comunicazione inviata dalla società di recupero crediti. In particolar modo è stato chiesto alla politica di intervenire per evitare un dramma sociale, ma soprattutto è stato chiesto un risveglio della coscienza dei consiglieri comunali al fine di sforzarsi a trovare una soluzione adeguata. I membri di “Amici della Terra” propongono una soluzione ritenuta idonea ad affrontare il problema e condivisa anche da alcuni consiglieri di maggioranza: pagare, anche gli arretrati, al momento della realizzazione del PUC. Per farlo bisogna riunirsi in consiglio comunale e deliberare in merito a questo argomento. I componenti dell’associazione sulla loro iniziativa stanno arracogliendo il consenso di gran oparte dei proprietari terrieri, delle forze politiche di opposizione e di molti cittadini di Mercatio San Severino in modo particolare quelli delle frazioni Oscato, Corticelle e Monticelli.

Marco Saggese

Fisciano. Per sconfiggere la paura giovane ingegnere suona il pianoforte all’aeroporto di Bruxelles

FISCIANO. Per sconfiggere la paura giovane ingegnere informatico di Fiscianbo suona al pianoforte all’aeroporto di bruxelles Il vomanda retorica gli scorse malinconicamente sulla gua nciaa ncia, quindi si.lfabeto e la subline della sua a ncia, quindi suona le note di Einaudi all’aeroporto di Bruxelles. Giovane ingegnere originario di Fisciano. Fisciano. Dopo gli attentati di Parigi, in quasi tutti gli aeroporti delle più importanti capitali europee, è possibile trovare un pianoforte con su scritto “play me”. Soprattutto negli aeroporti dove l’allerta terrorismo è al massimo. Il tutto utile a portare calma e serenità a coloro i quali attendono prima di prendere il proprio volo. Ed è quello che è successo in uno degli aeroporti ad oggi con il maggior rischio attentato: l’aeroporto di Bruxelles. A portare calma e serenità e a suonare il piano è stato Danilo Sica, ingegnere informatico originario del comune di Fisciano che si trova a Riga(Lettonia) per motivi di lavoro. “Un mese fa- spiega Sica- ho deciso di acquistare un biglietto per andare a Bruxelles ma giusto una settimana prima di partire accadde l’orrore di Parigi. Anche se sapevo che in Belgio la situazione non fosse migliore, dato che uno dei sospettati si pensa fosse nascosto li, ho deciso di partire lo stesso. Sfortunatamente, quello che doveva essere un viaggi per divertimento, non lo è stato affatto. Quando sono arrivato in aeroporto ho capito che la situazione era diventata addirittura peggiore di quella che avevo immaginato. Bruxelles ha dichiarato allerta massima per attacchi terroristici, le strade sono piuttosto vuote, c’era spazzatura ovunque ed è come se nessuno avesse più lavorato da quel tragico venerdì di Parigi. C’erano militari ovunque e armati fino ai “denti”. Non mi sono sentito a mio agio e credo di non essere stato l’unico. Non vedevo l’ora di andare all’aeroporto e di tornare a Riga. Aspettando il mio volo ho visto uno dei soliti piani che ultimamente stanno installando in tutti i luoghi pubblici, con su scritto “play me”. Era lì, ma nessuno lo suonava. Le persone erano molto timide e silenziose, avevano la mente occupata da tutta quella strana situazione che ci circondava. Dato che ho suonato il pianoforte per quasi 10 anni, alla fino ho deciso di provare. Ero molto molto timido all’idea di suonare in pubblico dopo così tanto tempo, ma la mia ragazza mi ha spinto a farlo. Mentre suonavo le note di “nuvole bianche” di Einaudi, ho notato che la gente effettivamente si fermava ad ascoltarmi, anche con tutto lo stress che potessero avere. Mi tremavano le dita e per questo ho commesso un po di errori, ma alla fine quando tutto l’aeroporto mi ha applaudito, ho visto i sorrisi sulle facce della gente e solo allora ho capito come una cosa così semplice come la musica può migliorare il giorno di qualcuno”. Il video sta avendo molta popolarità su facebook, ed è stata utile, insieme a tutti gli altri, per far capire che non bisogna avere paura.

Simone Gioia Pagani. Riequilibrio finanziario, bussa la Corte dei Conti

Pubblicato oggi su Le Cronache

PAGANI. Piano di riequilibrio finanziario del Comune: la Corte dei Conti continua a chiedere chiarimenti. Nelle settimane scorse, Il Comune aveva fornito delle risposte ai giudici contabili, ritenuta affiancata da una documentazione in parte incompleta. Dall’analisi della documentazione pervenuta alla Corte, unitamente alla documentazione disponibile presso la sezione campana, si rende necessario, «a garanzia del contraddittorio e della corretta ricostruzione dei fatti contabili rilevanti per l’approvazione o il diniego del piano, l’acquisizione di ulteriori documenti, chiarimenti e informazioni, essendo tra l’altro venuta meno ogni collaborazione, in questa fase, dei Revisori contabili, di cui si prende atto della dichiarazione. Tale ulteriore interlocuzione istruttoria si rende particolarmente necessaria anche a causa del mancato supporto all’indagine da parte del Collegio dei revisori, il quale ha dichiarato: «I chiarimenti richiesti dalla Corte riguardano gli esercizi compresi tra il 2011 ed il 2014, antecedenti alla nomina dell’attuale Collegio dei revisori che si è insediato con decorrenza dal primo agosto 2015, per il triennio 2015-2018. Il collegio ha preso visione delle risposte fornite dal Comune di Pagani con la nota 0043488 di data odierna e le ritiene inerenti ai chiarimenti che la Corte dei conti ha posto allo stesso ente». Otto i punti da chiarire da parte del Comune di Pagani: pluralità dei conti di tesoreria, le giacenze di cassa a fine 2014 e anticipazioni straordinarie di liquidità, le anticipazioni ordinarie di cassa, le entrate a specifica destinazione Gestione vincolata per competenza e vincoli sul risultato di amministrazione, i residui attivi inesigibili e/o di dubbia esigibilità, i rapporti con organismi partecipati, i residui passivi, passività potenziali e debiti fuori bilancio (Dfb) e le misure di riequilibrio.

I dubbi su giacenze e anticipazioni

PAGANI. Attenzione della magistratura contabile anche sulle giacenze di cassa a fine 2014 e sulle anticipazioni straordinarie di liquidità. A fine 2014 la cassa dell’Ente passa da circa 280mila euro a 2,6 milioni. Un incremento che per la Corte dei Conti non è spiegato con un virtuoso aumento delle riscossioni o di una forte riduzione delle spese, anche se, sul fronte delle entrate si registrano cxomplessivamente un meno 1,8 milioni di euro. Le entrate sembrano invece coincidere con l’ammontare delle anticipazioni di liquidità. Detto in altri termini, un aumento della cassa -secondo i giudici- non può provenire dall’aumento delle riscossioni in conto competenza e residui. L’aumento potrebbe peraltro giustificarsi per una riduzione dei pagamenti per spese. Ed in effetti queste diminuiscon (complessivi 3,7 milioni di euro) Tuttavia, atteso che l‘Ente ha ricevuto un’ulteriore anticipazione straordinaria di liquidità nel 2014 (proprio per sbloccare nell’immediato pagamenti sospesi nei confronti di fornitori per 3,5 milioni di euro, in misura superiore all’anno precedente), tale contrazione non appare fisiologica e potrebbe essere sintomatica di una anomala stagnazione di liquidità. Per le Anticipazioni ordinarie di cassa, sembrerebbe che l’Ente non abbia contezza in corso d’opera del montante delle anticipazioni di cui si avvale, salva regolarizzazione a fine anno, rimanendo la gestione di tesoreria pressoché appannaggio esclusivo del Tesoriere. Ecco la richiesta di chiarimenti.

Il pericolo per il 2013 di spese vincolate da tre a quattro milioni di euro La vicenda dei 6,4 milioni di euro di credito vantati verso Multiservice PAGANI. Sul capitolo “Gestione vincolata per competenza e vincoli sul risultato di amministrazione”, i giudici osservano che il Comune ha affermato che lo sbilancio tra residui passivi e attivi di parte capitale (- 4,1 milioni di euro) «[…] è dovuto a somme incassate correlate alla costruzione dei loculi cimiteriali (alienazioni), nonché ad entrate in conto capitale senza specifica destinazione […]». La magistratura contabile osserva che «le entrate in conto capitale, senza specifica destinazione, sia pure non rilevanti per vincoli per cassa, sono fonte, ove spese per effettuare pagamenti correnti e non compensate da correlati residui passivi, di vincoli per competenza, ne riviene che l’Ente potrebbe non avere evidenziato sul risultato di amministrazione 2013 un vincolo per spese in conto capitale assai più elevato» di oltre 3milioni di euro e fino 4 milioni, vincolo che andrebbe ad aumentare il disavanzo sostanziale dell’Ente. Per questo, il Comune deve chiarire la ragione della mancata evidenza dei vincoli sul risultato di amministrazione 2013 e 2014. Per i residui attivi inesigibili di dubbia esigibilità e i rapporti con organismi partecipati, i giudici sottolineano che l’ente deve fornire specifiche informazioni sull’allocazione e la sorte del credito verso la società Multiservice srl per 6,4 milioni di euro, società in house fallita, credito per cui il Comune è stato escluso dal passivo con motivazione del giudice, di “non debenza”. L’Amministrazione deve fornire la delibera di riaccertamento straordinario dei residui nonché il prospetto di “quantificazione” del risultato di amministrazione per il bilancio previsionale 2015. Per il capitolo “Misure di riequilibrio”, i giudici osservano che il Comune ha confermato che la gestione di parte corrente è lo strumento attraverso cui l’Ente deve provvedere per assorbire i debiti fuori bilancio, per effettuare l’ammortamento, per predisporre le somme per la svalutazione dei crediti e, infine, per ripianare il disavanzo formale. Il Comune deve chiarire se nel piano di riequilibrio, la quota destinata al Fsc (fondo svalutazione crediti) sia inglobata nella spesa del Titolo I o sia finanziata “fuori sacco” con l’avanzo di parte corrente. Occorre, per la magistratura contabile, capire se la quota di ammortamento sia riferita solo alla quota capitale o alla quota interessi.

Dai fondi per il sisma ai loculi

Entrate a specifica destinazione. Al Comune era stato richiesto di verificare sia le informazioni relative alle anticipazioni che quelle relative alle entrate a specifica destinazione aggiornate al 2014. Inoltre anche i dati 2013 risulterebbero errati: lo stesso Comune ha confermato che lo sbilancio tra fonti di finanziamento di parte capitale e residui passivi del Titolo II è attribuibile ad un non evidenziato utilizzo di entrate. L’Ente conferma che risultano non ripristinati 2,3 milioni di euro; e quantifica in 3 milioni di euro i cui 730mila per fondi ex lege 219/81 ed 2,2 per entrate in conto capitale derivante da acconti per prenotazione loculi cimiteriali.

Residui passivi: va chiarito immediatamente la posizione in bilancio del decreto ingiuntivo da 13 milioni di euro del Consorzio di bacino Sa1

PAGANI. Su residui passivi, passività potenziali e Debiti fuori bilancio (Dfb), la Corte dei conti ricorda che il Comune ha confermato che i Dfb ammontavano, al 31 dicembre 2013 a 2,1 milioni di euro. Sulla base della documentazione allegata al Piano i giudici, in assenza di un elenco articolato ed espresso fornito dal Comune, hanno ricostruito questi debiti , appurando un potenziale scarto tra i Dfb e il piano di riequilibrio e l’elenco di provvedimenti giurisdizionali esecutivi “riconoscibili” in base a una nota dell’Avvocatura e Contenzioso. Da tale nota si ricava che: le date di notifica dei provvedimenti giurisdizionali “riconoscibili” sono assai anteriori al momento del riconoscimento, per buona parte del 2012 e risalenti fino al 2011, tradendo una diffusa prassi di ritardato innesto della procedura di riconoscimento, con potenziali effetti anche sui saldi del Patto di stabilità. Si ricava ancora che una serie di Dfb latenti che non sono stati oggetto di riconoscimento e ripiano. Infatti, oltre agli 1,6 milioni di euro da sentenze esecutive riconosciuti si trovavano anche il debito da decreto ingiuntivo per 13,1 milioni di euro su richiesta del Consorzio di Bacino SA1 (oggetto di opposizione e oggi sospeso, al quale vanno aggiunti spese e interessi), facendo venir meno, allo stato attuale, l’esigenza di riconoscimento alla stregua di debito fuori bilancio; ulteriori 2,1 milioni di euro di debiti. Già in sede di parere al piano di riequilibrio dell’Organo di revisione si leggeva l’avvertimento che «restano pur sempre dei debiti fuori bilancio da pagare, oltre che da finanziare, e dei debiti di parte corrente oggi in bilancio, iscritti fra i residui passivi ma che l’Ente ha difficoltà a pagare». Nel piano si legge che il ripiano dei Dfb è previsto in 5 anni, tuttavia, nella documentazione non sono stati rivenuti gli accordi transattivi regolarmente sottoscritti dai creditori e sembrerebbe desumersi che l’assorbimento dei debiti sia intervenuto in un solo anno. Su questo punto, Il comune deve produrre, se esistenti, gli accordi di rateazione/transazione dei debiti fuori bilancio; spiegare come si concilia la presenza del decreto ingiuntivo del Consorzio di Bacino SA1 tra i debiti “riconoscibili” al 31 dicembre; fornire spiegazioni sullo scarto di 399mila euro tra i debiti “riconoscibili” e quelli fatti oggetto di ripiano; fornire spiegazioni circa l’assunto per cui la sentenza “Eredi Lavorante” (303.750 euro) venga dall’Ente successivamente considerato solo passività potenziale e non Dfb e pertanto non sia stato oggetto di riconoscimento e copertura. Si legge negli allegati al piano: «Per quanto concerne il debito ”Eredi Lavorante” lo stesso è stato integralmente pagato dall’assicurazione AXA ed è in corso un giudizio di appello, ai fini della reale attribuzione della responsabilità. La Axa Assicurazione, che ho pagato in ragione della solidarietà tra diversi convenuti, dovrebbe intentare azione legale, ma s’attende l’esito dell’appello».. Il Comune deve fornire il piano esecutivo di gestione 2013 e 2014, in modo da rendere possibile l’effettivo controllo delle modalità di copertura in base al numero di capitolo riportato nelle delibere di riconoscimento. Appare, ai giudici, del tutto insufficiente l’affermazione generica secondo cui la copertura sarebbe stata assicurata da economie di spesa. In ogni caso, la Corte vuole le correlate determine di impegno. Il Comune deve chiarire su quale intervento e risorsa delle spese incidono i più volte citati capitoli 730 e 542.

Il Comune chirisca i disallienamenti

Sulla pluralità dei conti di tesoreria, la Corte dei conti chiede al Comune che chiarisca l’affermazione secondo cui: «… al piano vengono riportati, per l’anno 2013, gli importi (…) come riferimento puramente indicativo, le somme presenti sui conti correnti postali intestati al comune e con la traenza del tesoriere, non prelevate alla data del 31/12/2013 e, comunque, presenti tra i residui attivi del 2013…». In particolare il Comune deve chiarire il disallineamento che si verifica tra dato dei residui e degli incassi, idoneo a mettere in crisi l’attendibilità del conto della gestione; se la tenuta di tale pluralità di conti sia disciplinata dal regolamento di contabilità dell’Ente e se questo provveda ad una sistematica “parificazione” dei conti, presentati dai correlati agenti contabili; se tale parificazione, in ogni caso, avvenga con la verifica trimestrale di cassa; se in caso di transito di entrate a specifica destinazione su conti diversi da quello principale di tesoreria, venga rigorosamente osservato il principio contabile applicato. Agro nocerino. Stop al concorso per il Piano di zona

Piano di Zona: ufficialmente sospeso il concorso. Con la determina dirigenziale 993 a firma della coordinatrice Maddalena Di Somma si è sospeso ufficialmente il concorso per la costituzione di una graduatoria triennale per il reclutamento delle 21 figure professionali di cui aveva necessità il Piano di zona S1. Un concorso pubblico che da tempo era al palo e non veniva espletato ma che da quando era iniziato era finito immediatamente nella bufera. Sul concorso erano calate le ombre dell’illegalitá, alcune denunce erano finite all’attenzione della magistratura nocerina. Gli inquirenti erano entrati in possesso delle domande che alcuni favoriti avrebbero ricevuto prima degli esami. Domande e risposte manoscritte e dattiloscritte che riguardavano i quesiti del concorso che si stava svolgendo in via Libroia erano al vaglio degli inquirenti, ai primi documenti oggetti di denuncia si erano aggiunte pochi giorni fa anche altri quesiti a testimonianza che tutte le selezioni erano falsate o quantomeno non tutti avevano avuto le stesse possibilità al tavolo degli esami. Oltre le denunce sugli esami, era arrivata un’altra tegola sul concorso, questa volta sulle commissioni esaminatrici, uno dei componenti delle commissioni, la dirigente dei servizi sociali di ,dott.ssa Dato, risultava socia di una delle aziende che beneficia dei fondi del piano di zona . Da tempo c’era stato un continuo avvicendamento nelle commissioni esaminatrici del concorso, dovute a continue dimissioni e negli ultimi giorni si erano avute ben tre defezioni, una delle quali era la citata dirigente sarnese Dato. Da qui i motivi dello stop al concorso, ovvero quelli ufficiali. Infatti nella determina dirigenziale 993 della coordinatrice Di Somma che decreta lo stop ufficiale al bando si fa riferimento alla mancata reperibilità delle figure dirigenziali da inserire nelle commissioni per sostituire i dimissionari e continuare la selezione . Gli uffici del piano di zona avevano inviato una nota a tutti i 12 comuni facenti parte dell’ambito in cui si chiedeva la disponibilità di funzionari da inserire nelle commissioni. Alla suddetta nota dava riscontro positivo solo il comune di con la disponibilità a rivestire il ruolo di esaminatrice, della dottoressa Gilda Ginocchi, ex moglie dell’attuale sindaco di castel San Giorgio, divenuta dirigente del comune attraverso un concorso sul quale il ministero ha chiesto chiarezza. Dunque tutto sospeso e rimandato a data da destinarsi. Nel frattempo, per non interrompere i servizi sociali che offre il piano di zona ai cittadini , non resterebbe altro da fare che rinnovare agli attuali dipendenti il contratto (i dipendenti contrattualizzati non erano stati immuni alle denunce: tra loro figurano mogli, parenti di politici locali e addirittura ex candidati), in attesa di ulteriori sviluppi.

Piano di Zona dell’Agro nocerino. Concorso: la dirigente Dato si dimette

NOCERA/. Concorso per sociologi al piano di zona, la dirigente sarnese Maria Teresa Dato si dimette ed al suo posto entra una dipendente del Comune di Castel San Giorgio, Gilda Ginocchi. Arriva in maniera oramai scontata il dietrofront della responsabile del settore Servizi sociali del comune di Sarno dopo la tempesta che si era abbattuta su di lei e su palazzo San Francesco sulla sua presunta incompatibilità. La professionista è infatti contemporaneamente dirigente dei servizi sociali e imprenditrice di una società del terzo settore a Sarno che ha ottenuto fondi dal Piano di zona dove lei era delegata. Un rischio incompatibilità che ha spinto il sindaco Giuseppe Canfora ad inviare tutte le dichiarazioni rese da Maria Teresa Dato e gli atti amministrativi sulla sua nomina e gestione, al presidente dell’Anac (organismo anti- corruzione) Raffaele Cantone, chiamato ad esprimersi sulla vicenda. Un doppio incarico che è stato anche la goccia che ha fatto traboccare il vaso all’ambito coordinato da Maddalena Di Somma e presieduto dal sindaco di Scafati, Angelo Pasqualino Aliberti. Infatti sono stati tanti i dietrofont dei giorni scorsi dei commissari che non hanno voluto più aderire al concorso e che quindi ne hanno causato la sospensione. Uno stop chiesto anche dai sindaci o delegati dei comuni di Sarno, Nocera Inferiore e Superiore ma che invece trova lo stop di , , Scafati e San Marzano che si dicono favorevoli ancora alla selezione, nonostante tutto. Intanto il clima è teso ed il nervosismo si respira: crea ansia il via vai degli accessi della Finanza e l’incombenza di un’inchiesta che potrebbe dare il colpo di grazia ancor prima dello smantellamento dell’ambito votato dagli amministratori lo scorso 30 ottobre. La divisione in tre presidi circa la gestione dei servizi sociali dell’Agro non salverà i sindaci e i dirigenti dalle domande ancora senza risposta sulla gestione del personale di via Libroia. Non resta che attendere il lavoro della magistratura circa le assunzioni dirette e le procedure di concorso che hanno trascinato il piano di zona nell’occhio del ciclone negli ultimi 5 anni.

SCAFATI/NOCERA INFERIORE. “I colloqui per la selezione di psicologi previsti per il 9 ed il 10 novembre sono stati spostati rispettivamente al 16 ed al 18 novembre prossimo”: mentre resta in bilico il concorso per sociologi incappato nel rischio incompatibilità della commissione esaminatrice, continua quello per selezionare psicologi all’ambito s1,. La coordinatrice Maddalena Di Somma quindi ha deciso di ignorare la richiesta dei comuni di Sarno, San Valentino Torio, Nocera Inferiore e Superiore di annullare in auto- tutela tutte le procedure concorsuali macchiate da presunte fughe di notizie e dimissioni sospette. La coordinatrice, la cui nomina è stata prorogata da tutti i sindaci (escluso Manlio Torquato che si è astenuto in merito) fino al prossimo 30 aprile 2016, si fa forte dei voti favorevoli e prosegue sulla via del concorso rimarcando quanto aveva detto nei giorni scorsi: “Abbiamo riattivato un piano di zona che era bloccato e fermo al palo mettendo in campo un’importante selezione che darà ulteriore spinta al funzionamento dei servizi sociali dell’Agro”. Intanto si attende l’ultima trance di colloqui per i concorsi attivi per verificare eventuali altre fughe di notizie che potrebbero compromettere la selezione. (m.g.)

PIano di Zona dell’Agro nocerino. Storia e futuro di una telenovela interminabile

Piano di zona, è l’ora della verità per Maddalena Di Somma: i sindaci hanno passato la parola alla coordinatrice dell’ambito e chiedono di ritirare il concorso per tutelare l’ente dopo gli ultimi episodi. L’antefatto. Prima la denuncia e le visite della Guardia di Finanza che ha acquisito gli atti della gestione del personale dal 2008 ad oggi. Poi le assunzioni dirette a tempo determinato di parenti e mogli di consiglieri comunali di Scafati ma anche di politici di Sarno e non solo. Poi la nomina di un candidato della lista del neo sindaco di San Valentino Torio, scelto per occupare il posto di ingegnere che prima ricopriva lo stesso Michele Strianese. Come se non bastasse, ultimo in ordine di tempo, il presunto “via vai” di domande date in anticipo ad alcuni candidati per la selezione di venti profili professionali all’ambito. Un esposto in Procura aveva fatto emergere la presenza di questi “pizzini” scritti a mano da uno dei commissari. Inevitabile il polverone che queste accuse avevano causato. Eppure i sindaci avevano deciso di riconfermare Maddalena Di Somma per altri sei mesi al piano di zona, rinnovabili. Tutti d’accordo tranne il comune di Nocera Inferiore con il sindaco Manlio Torquato che aveva deciso di astenersi prendendo di fatto le distanze da questa gestione. Insieme a lui anche una lunga serie di commissari d’esame avevano presentato le loro dimissioni. Dulcis in fundo, nei giorni scorsi era stato rinviato il concorso per sociologi in quanto – dopo una denuncia giornalistica – era emersa la presunta incompatibilità di una commissaria – Maria Teresa Dato, dirigente del comune di Sarno – che aveva anche contemporaneamente il ruolo di socia in una ditta del terzo settore che in pochi mesi aveva ricevuto dal piano di zona (su richiesta del comune di Sarno dove lei è dirigente dei servizi sociali) un affidamento diretto da 20 mila euro per un centro polifunzionale per anziani. Subito c’erano state altre dimissioni di commissari e poi il ritiro del concorso per sociologi dove Dato era commissaria. Ieri poi la resa dei conti tra i sindaci.

La decisione del coordinamento Quella di ieri è stata una riunione al vetriolo: Sarno, San Valentino e le due Nocera hanno dato il loro pare di un’immediata e necessaria sospensione. Angri, Scafati, e Roccapiemonte invece sono per la continuazione dei concorsi. Insomma, si sono rotti i giochi: basta unanimità, i sindaci non sono d’accordo e passano tutto nelle mani della dirigente che deve decidere se procedere senza la fiducia di tutti i sindaci. Intanto stamattina ci sarà il colloquio per psicologi e potrebbe anche essere a rischio la sue esecuzione.

Il futuro del Piano di Zona Ciò che è certo è che – concorso oppure no – Maddalena Di Somma sta traghettando il piano di zona verso la fine in quanto lo scorso 30 ottobre i sindaci hanno comunque votato per smantellare il piano in tre presidi territoriali che possano essere più gestibili e meno soggetti a “discussioni” interne, anche su disposizione della nuova normativa in materia. Inoltre, ad essere d’accordo con questa nuova veste è anche il presidente del piano di zona, Pasquale Aliberti, sindaco di Scafati. Nei giorni scorsi a dire il vero sembrava più propenso ad annullare i concorsi in favore di una riconferma – fino allo smantellamento già votato – delle persone assunte finora. Ieri invece ha fatto pesare la sua scelta di voler andare avanti. Ad avere l’ultima parola però è Maddalena Di Somma, la dirigente di Scafati nominata dallo stesso Aliberti lo scorso anno alla guida dell’ambito s1.

Agro. Piano di zona. Rinviato il concorso per sociologi e psicologici.Le inchieste al Pdz

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AGRO. “In attesa di determinazione da parte del coordinamento istituzionale, si informa che la seduta odierna del concorso per sociologi è rinviata a data da destinarsi”: arrivederci e…grazie. Poche parole quelle usate dai commissari per “liquidare” i ventisette candidati provenienti da tutta Italia, che ieri mattina si sono recati al piano di zona di via Libroia a Nocera Inferiore per i colloqui di selezione del concorso per sociologi. Ma, invece di espletare il colloquio atteso da più di un anno, hanno anche avuto il benservito dei commissari. Solo un avviso affisso alla porta e poche altre spiegazioni. Oltre al danno, anche la beffa per i tanti che hanno partecipato al concorso nell’aprile 2014 e probabilmente stanno iniziando a prendere appunti per tentare la fortuna almeno a lotto visto che questa selezione sembra davvero stregata. Infatti i rinvii e le ombre sono diventati troppi per non destare sospetti. La scorsa settimana era saltata tra le protesta un’altra sessione di colloqui per l’assenza di un commissario. Ieri poi la conferma di quello che oramai si era detto in maniera più che chiara: l’esame orale rischia di essere sospeso davvero a lungo. Sul profilo professionale “sociologo” messo a bando, infatti, le amministrazioni avevano scelto come componenti della commissione Maria Teresa Dato e Alfonso Toscano, oltre a Maddalena Di somma, coordinatrice del piano. La prima, già dirigente del Comune di Sarno è risultata essere socia contemporaneamente di un’azienda del terzo settore – Albergo San Giuseppe a Lavorate – che ha riscosso fondi dal Piano di zona, grazie ad un affidamento diretto, proprio per la città da lei amministrata. Un presunto caso di incompatibilità che ha fatto subito “fermare tutto”. Mentre il sindaco di Sarno aspetta il parere dell’Anac per decidere se la Dato che occupa la poltrona di “concessionaria” e concedente di fondi pubblici, sia incompatibile, al piano di zona ci si comporta come se Raffaele Cantone avesse già risposto. In un giro di scatole cinesi e di parentele, il sindaco di Sarno Giuseppe Canfora con il decreto (datato febbraio 2015) con cui nominava Maria Teresa Dato responsabile del settore servizi sociali di Palazzo San Francesco, aveva preso – in maniera inaspettata – due piccioni con una fava. Infatti la responsabile – che ha firmato una dichiarazione di compatibilità un mese prima – era già dal 2012 almeno che aveva acquisito il 25% delle quote della società Arcaios di Sarno presieduta dall’amministratrice unica Carmela Esposito, sorella dell’altro socio Arcaios, Giuseppe Esposito, ex consigliere comunale Udc dell’amministrazione Mancusi e dipendente del Comune di Sarno, ora dislocato (su disposizione dell’attuale governo cittadino) in provincia. Un tris di presunte incompatibilità infatti già nel corso dell’amministrazione Mancusi Dato ricopriva il ruolo di dirigente del settore Affari generali ma, solo a maggio scorso – ovvero circa due mesi e mezzo dopo il passaggio ai servizi sociali – la società Arcaios, aveva ricevuto un affidamento diretto (firmato dal piano di zona), quindi senza concorso, per la gestione del centro polifunzionale per anziani del comune di Sarno per sei mesi a 19mila e 500 euro. Il problema ed il dubbio nascono in quanto Dato aveva ricevuto da Canfora, la delega ai rapporti proprio con lo stesso piano di zona che poche settimane dopo l’ha vista protagonista anche da un punto di vista imprenditoriale.

Un’inchiesta al giorno e tante visite di finanza e carabinieri nella sede dell’Ente

NOCERA INFERIORE. Un’inchiesta al giorno, toglie un commissario di torno: la battuta ci sta tutta in questa situazione confusionaria che si è creata al piano di zona. L’ente del piano di zona più volte in passato è salito alla ribalta della cronaca e da tempo si chiede di fare chiarezza. Ogni due giorni, in media, un commissario scelto dal sindaco di riferimento sceglie di fare dietrofront e di lasciare il posto nei gruppi preposti alla selezione di venti figure professionali in via Libroia a Nocera. Un gioco delle sedie dove però, spenta la musica, tutti restano in piedi come se quelle poltrone fossero incandescenti. Qualche giorno fa due dirigenti del comune di Nocera Inferiore erano stati gli ultimi in ordine di tempo a dare forfait. Ma per quale motivo? E soprattutto, chi prenderà il loro posto? Una bella domanda che ad oggi resta senza risposta dopo le dimissioni di almeno sei commissari dall’inizio del concorso ad oggi. Intanto il coordinamento istituzionale vota per smantellare il piano di zona dell’Agro nocerino sarnese in tre presidi territoriali corrispondenti ai relativi distretti sanitari. Dall’altro lato però, la coordinatrice Maddalena Di Somma, riconfermata lo scorso 30 ottobre per altri sei mesi alla guida dell’ambito, continua a lavorare per la discussa selezione. Proprio lei era finita nel mirino quando dalle stesse commissioni pare state “regalate” in anticipo ad alcuni candidati le domande per la selezione di determinati profili professionali. Ci sarebbe la sua stessa grafia in quei “pizzini” finiti nelle mani della Finanza e della Procura di Nocera Inferiore. Adesso, la presenza di Maria Teresa Dato sembra tenerle compagnia quando si parla di sospetti e compatibilità. matilde guerra

Sarno/Scafati. Piano di zona: espoto in Procura e subito la nomina cercansi

SARNO/SCAFATI. “Un esposto in Procura e l’urgentissima richiesta di commissariare il piano di zona dove oramai le clientele e l’illegalità la fanno da padrone” con queste parole il consigliere comunale di Scafati, Mario Santocchio sputa veleno sul caso della selezione lumaca e sospettosa all’ambito s1. Il rappresentante provinciale di Fratelli d’Italia non risparmia accuse e dice la sua sul caso che sta avvelenando la reputazione dell’Agro Nocerino Sarnese: “Tutto ciò che il sindaco di Scafati e i suoi ‘soci’ – come dimostra anche la vicenda di Sarno – toccano diventa improvvisamente losco” spiega Santocchio “Fin dal primo momento avevamo detto che la selezione al piano di zona rischiava di essere condizionata dalla politica ed ora ci troviamo di fronte ad un valzer di commissari e di fatti che – restando garantisti – fanno nascere quanto meno il legittimo sospetto che ci sia una gestione molto superficiale del piano di zona. E’ impensabile che su servizi così importanti come quelli sociali, i cittadini dell’Agro che vivono disagi devono assistere a questi ridicoli balletti di incarichi e nomine di dubbia compatibilità senza poter far altro che attendere per ottenere quello che gli spetta di diritto”. dubbi: “Sospendete il concorso e commissariate il piano di zona”.

Agro. Piano di Zona ambito S1: si avvicina lo spacchettamento in tre presidi. Tutto ciò che accadrà, in 5 articoli

Piano di Zona ambito S1: si avvicina lo spacchettamento in tre presidi

Parla la Di Somma

SCAFATI/AGRO. Il piano di zona sarà smantellato in diversi presidi territoriali e a guidare l’ambito s1 verso la sua fine sarà la coordinatrice Maddalena Di Somma: questa la decisione del lungo coordinamento del piano di zona ieri pomeriggio in via Libroia a Nocera Inferiore. La decisione è stata presa all’unanimità dai sindaci o dai delegati di Corbara, Scafati, Angri, Sant’Egidio, San Marzano, San Valentino Torio, Sarno, Pagani, Nocera Inferiore e Superiore, Castel San Giorgio, Roccapiemonte e la Provincia di Salerno. Riconfermata per altri sei mesi la coordinatrice Maddalena Di Somma e poi, al via lo smantellamento dei servizi sociali dell’Agro in diverse parti. Nasceranno i bramati presidi territoriali. Invece dell’attuale ambito s1 ci saranno diversi presidi. In primis quello Scafati (attuale comune capofila), Angri, Corbara e Sant’Egidio. C’è poi il presidio Sarno, San Marzano, San Valentino Torio e Pagani. Infine il presidio di Nocera inferiore-superiore, Castel San Giorgio e Roccapiemonte. Una scelta decisamente coraggiosa che però per essere messa in pratica ha bisogno prima di tutto del placet della Regione ma anche e soprattutto di un lungo iter burocratico che quindi implica tempi alquanto lunghi. Ecco perchè si è deciso di lasciare al suo posto Maddalena Di Somma nonostante tutto. Infatti la professionista guiderà il concorso a tempo determinato per circa venti figure professionali fino alla fine e poi contribuirà allo smantellamento burocratico amministrativo del Piano di zona. Una sorta di scelta obbligata per gli altri comuni che quindi hanno sposato quella che era stata la discussa nomina della Di Somma. In particolare Sarno, Pagani, Castel San Giorgio, Nocera Inferiore, e la stessa Provincia di Salerno volevano lo smantellamento mentre Scafati, Angri, San Valentino Torio e volevano preservare lo status quo fino a che fosse possibile. Alla fine si sono venuti incontro ed hanno optato per la scelta di nominare Di Somma fino alla traghettata finale dell’ambito s1. “Soddisfatta per la scelta dei sindaci sulla mia riconferma e anche della scelta di suddividere il piano di zona in tre diversi ambiti. E’ una normale prassi, una sorta di normale evoluzione che oramai era necessaria perché il nostro ambito è troppo ampio per essere gestito in questo modo- spiega Di Somma – Intanto ci vorranno mesi prima dello smantellamento ed intanto io resto al mio posto e non posso che dire che la convergenza di opinioni sul mio nome mi gratifica. Abbiamo fatto ripartire un piano fermo e che era oramai al palo, adesso proseguiamo sulla stessa strada”. La gestione quindi almeno per i prossimi sei mesi (prorogabili) resta nelle mani della dirigente scafatese Maddalena Di Somma scelta lo scorso anno da Pasquale Aliberti, sindaco del comune capofila. Nei mesi e settimane scorse erano state le richieste di commissariamento del piano di zona specie per le tante visite della Finanza della compagnia di Scafati e di Salerno alla sede di via Libroia che hanno attenzionato gli appalti e le nomine del personale nella gestione organica degli ultimi tre anni. Da Pasquale Prudenzano fino a Plinio Bartiromo passando per Gennaro Basile, adesso è tutto al vaglio della Procura mentre al piano di zona lo “spettacolo deve andare avanti”.

Piano di zona, tra realtà e possibile futuro. Il Piano di zona S1 è stato concepito come un piano regolatore comprensoriale per la gestione dei servizi essenziali alla persona, nacque come un nuovo strumento di programmazione sovra-comunale per la realizzazione di tutte le azioni finalizzate alla promozione della dimensione sociale del territorio. Attualmente vede la partecipazione, nel suo ambito, della Provincia di Salerno, dei 12 comuni dell’Agro nocerino sarnese (Angri, Castel San Giorgio, Corbara, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Roccapiemonte, San Marzano Sul Sarno, Sant’Egidio del Monte Albino, Sarno, San Valentino Torio, Scafati), dell’Asl Sa1 e di alcune realtà associative presenti sul territorio. L’intenzione della maggior parte dei sindaci del piano è, da qui a breve, anche secondo indicazioni regionali, quella di dividere il piano d’ambito S1, che è uno dei più grandi d’Italia, in distretti più piccoli legati all’azienda sanitaria locale di riferimento. All’attuale piano di zona compartecipano 3 distretti sanitari (il 60, il 61 e il 62), con lo smembramento si intendono creare tre distretti ognuno legato alla propria Asl di appartenenza. A breve dunque si dovrebbe avere un ambito di zona che comprende i comuni di Scafati, Angri, Corbara, Sant’Egidio del Monte Albino; un altro composto da Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Roccapiemonte e Castel San Giorgio; infine il terzo comprenderebbe i comuni di Pagani, Sarno, San Valentino Torio e San Marzano. Alcuni sindaci vorrebbero che i nuovi ambiti di zona avessero una propria personalità giuridica, una propria autonomia contabile e non solo, resterebbe però da analizzare e definire un aspetto non meno importante, anzi: come dividere i debiti, la cifra debitoria supererebbe abbondantemente il milione di euro, dell’attuale Piano di zona. Su questo si aprirà sicuramente un dibattito molto aperto. Gennaro Avagnano

Piano di Zona, le inchieste ormai non fanno più notizia. L’ultima denuncia in ordine di tempo -presentata alla procura nocerina- ha gettato ombre sulla gestione del Piano di zona S1 è datata circa venti giorni fa. Un Piano finito spesso nell’occhio del ciclone: solo mese di agosto la guardia di finanza si è recata per ben tre volte in via Libroia a Nocera Inferiore, sede del piano, per acquisire atti utili per le varie inchieste che lo riguardano. A finire sotto l’occhio degli inquirenti, questa volta è stata la selezione per individuare 21 figure professionali al fine di stilare una graduatoria triennale, una selezione tutt’ora in corso. La selezione in corso al Pdz, piano di cui è comune capofila la città di Scafati, secondo la denuncia presentata in procura, sarebbe “truccata” perché alcuni candidati sarebbero stati agevolati, avendo avuto la possibilità di prepararsi e conoscendo in anticipo le domande a cui li avrebbero sottoposti gli esaminatori. I fogli con sopra le domande, manoscritte e dattiloscritte sarebbero in mano agli inquirenti, toccherà ora ad una speciale perizia calligrafica chiarire a chi appartiene la scrittura impressa sui documenti consegnati e allegati all’esposto presentato in procura. Nel frattempo la selezione sta andando avanti tra il disappunto di molti partecipanti che avendo saputo della denuncia e avendo appurato che le domande, presentate in procura e divulgate dagli organi di stampa, la nostra testata per prima e in anticipo, corrispondono realmente alle domande a cui erano stati sottoposti, si starebbero organizzando per adire per le vie legali contro un concorso che li avrebbe visti svantaggiati sia nei confronti dei candidati che avrebbero avuto le domande prima, sia svantaggiati degli altri candidati che avrebbero avuto la possibilità di prepararsi avendo conoscenza dei quesiti essendo stati divulgati anche attraverso la stampa. Un concorso la cui selezione finale quasi sicuramente avrà un seguito in sede di contenziosi civili. (g.a.)

Agro. Da un lato Sarno, Pagani, Castel San Giorgio, Nocera Inferiore, Nocera Superiore e la stessa Provincia di Salerno. Dall’altro Scafati, Angri, San Valentino Torio e San Marzano sul Sarno. Due punti di vista differenti sui servizi sociali ma una gestione comune che ha creato non pochi problemi all’attuale coordinamento del piano di zona. Questi enti hanno in comune una cosa soltanto: la necessità di recepire fondi europei e regionali per dare risposte ai cittadini che necessitano di assistenza sociale di diverso genere. Insomma, una patata bollente che giorno dopo giorno si presenta come un problema insormontabile per i singoli amministratori. Ad essere diverso è anche il contributo di ciascuno: dalla maxi erogazione di Scafati che spende quasi un milione di euro, fino ai circa 700mila euro del Comune di Nocera Superiore, circa 150mila euro del Comune di Roccapiemonte, i quasi 700mila del comune di Nocera Inferiore, i 280mila del Comune di Sarno e i 95mila del Comune di San Valentino Torio. Una cifra stabilita in base al numero di abitanti e che il piano di zona gestisce sui progetti e le richieste delle singole amministrazioni che hanno “cassa comune” nell’ufficio ragioneria del comune di Scafati, coordinato dal dirigente Giacomo Cacchione.

SCAFATI/AGRO. Nomine, concorsi e tante chiacchiere. La gestione del piano di zona è finita agli onori della cronaca ultimamente per il rapporto molto particolare tra la parte politica e quella amministrativa. In primis mesi fa la nomina di alcuni dipendenti a tempo presi d’urgenza a seguito di una selezione lampo fatta dall’ente d’ambito su curricula professionali scelti da un’agenzia interinale. In quella selezione finirono mogli e parenti di politici del territorio (in particolare Scafati), nonché ex candidati di diversi paesi del comprensorio dell’ambito s1. Non ultimo il caso di Michele Strianese (nella foto). L’attuale sindaco di San Valentino Torio era dipendente a tempo dell’ente sovra comunale ma poi, eletto, si era dimesso e quindi ne era nata una nuova selezione. Era diventata una sorta di staffetta di “partito” al piano di zona in quanto dopo le dimissioni del sindaco Michele Strianese al suo posto era entrato il candidato della sua fronda politica, Generoso Frigenti. L’ex candidato al consiglio comunale della lista “Insieme per san Valentino” con Michele Strianese sindaco, l’ingegnere Generoso Frigenti è stato assunto per 12 mesi per 2mila euro al mese al piano di zona. Ventiquattromila euro in totale di soldi pubblici. In pratica, l’ex candidato entrava al posto dell’ex “incaricato” e attuale sindaco: dalla lista alla scrivania. Ma ancora altri affidamenti ed incarichi erano finiti nel mirino di stampa e procura. (c.v.)