Osservatorio Strategico 2020 N
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CENTRO ALTI STUDI CENTRO MILITARE PER LA DIFESA DI STUDI STRATEGICI OSSERVATORIO STRATEGICO 2020 N. - 4 Il Centro Militare di Studi Strategici (Ce.Mi.S.S.), costituito nel 1987 e situato presso Palazzo Salviati a Roma, è diretto da un Generale di Divisione (Direttore), o Ufficiale di grado equivalente, ed è strutturato su due Dipartimenti (Monitoraggio Strategico - Ricerche) ed un Ufficio Relazioni Esterne. Le attività sono regolate dal Decreto del Ministro della Difesa del 21 dicembre 2012. Il Ce.Mi.S.S. svolge attività di studio e ricerca a carattere strategico-politico-militare, per le esigenze del Ministero della Difesa, contribuendo allo sviluppo della cultura e della conoscenza, a favore della collettività nazionale. Le attività condotte dal Ce.Mi.S.S. sono dirette allo studio di fenomeni di natura politica, economica, sociale, culturale, militare e dell'effetto dell'introduzione di nuove tecnologie, ovvero dei fenomeni che determinano apprezzabili cambiamenti dello scenario di sicurezza. Il livello di analisi è prioritariamente quello strategico. Per lo svolgimento delle attività di studio e ricerca, il Ce.Mi.S.S. impegna: a) di personale militare e civile del Ministero della Difesa, in possesso di idonea esperienza e qualifica professionale, all'uopo assegnato al Centro, anche mediante distacchi temporanei, sulla base di quanto disposto annualmente dal Capo di Stato Maggiore dalla Difesa, d'intesa con il Segretario Generale della difesa/Direttore Nazionale degli Armamenti per l'impiego del personale civile; b) collaboratori non appartenenti all'amministrazione pubblica, (selezionati in conformità alle vigenti disposizioni fra gli esperti di comprovata specializzazione). Per lo sviluppo della cultura e della conoscenza di temi di interesse della Difesa, il Ce.Mi.S.S. instaura collaborazioni con le Università, gli istituti o Centri di Ricerca, italiani o esteri e rende pubblici gli studi di maggiore interesse. Il Ministro della Difesa, sentiti il Capo di Stato Maggiore dalla Difesa, d'intesa con il Segretario Generale della difesa/Direttore Nazionale degli Armamenti, per gli argomenti di rispettivo interesse, emana le direttive in merito alle attività di ricerca strategica, stabilendo le lenee guida per l'attività di analisi e di collaborazione con le istituzioni omologhe e definendo i temi di studio da assegnare al Ce.Mi.S.S.. I ricercatori sono lasciati completamente liberi di esprimere il proprio pensiero sugli argomenti trattati, il contenuto degli studi pubblicati riflette esclusivamente il pensiero dei singoli autori, e non quello del Ministero della Difesa né delle eventuali Istituzioni militari e/o civili alle quali i Ricercatori stessi appartengono. CENTRO ALTI STUDI CENTRO MILITARE PER LA DIFESA DI STUDI STRATEGICI Osservatorio Strategico 2020 N. 4 Osservatorio Strategico Anno XXII numero IV - 2020 NOTA DI SALVAGUARDIA Quanto contenuto in questo volume riflette esclusivamente il pensiero dei singoli autori, e non quello del Ministero della Difesa né delle eventuali Istituzioni militari e/o civili alle quali gli autori stessi appartengono. NOTE Le analisi sono sviluppate utilizzando informazioni disponibili su fonti aperte. L’Osservatorio Strategico è disponibile anche in formato elettronico (file .PDF) e nel formato E-Book (file .epub) al seguente link: http://www.difesa.it/SMD_/CASD/IM/CeMiSS/Pubblicazioni/OsservatorioStrategico/Pagine/default.aspx Osservatorio Strategico 2020 Questo volume è stato curato dal Centro Militare di Studi Strategici Direttore Gen. S.A. Stefano Vito SALAMIDA Vice Direttore Capo Dipartimento Monitoraggio Strategico Col. A.A.r.n.n. Pil. (AM) Loris TABACCHI Progetto grafico Massimo Bilotta – Massimo Lanfranco Autori Claudia Astarita, Matteo Bressan, Claudio Bertolotti, Claudio Catalano, Francesca Citossi, Marco Cochi, Matteo Dian, Gianluca Pastori, Luca Puddu, Francesco Davide Ragno, Sylwia Zawadzka. Stampato dalla tipografia del Centro Alti Studi per la Difesa Centro Militare di Studi Strategici Dipartimento Monitoraggio Strategico Palazzo Salviati Piazza della Rovere, 83 - 00165 – Roma tel. 06 4691 3204 - fax 06 6879779 e-mail [email protected] Chiuso a novembre 2020 - Stampato a dicembre 2020 ISBN 978-88-31203-58-6 4 Osservatorio Strategico Parte prima Indice Euro/Atlantica (USA-NATO-Partners) 8 Gli “accordi di Abramo”: un rinnovato attivismo USA in Medio Oriente e nel Golfo? Gianluca Pastori Iniziative di difesa Europee e sviluppo tecnologico 14 L’Unione Europea e le controversie nel Mediterraneo orientale Claudio Catalano Balcani e Mar Nero 21 Mar Nero: tra risorse energetiche e competizione geopolitica Matteo Bressan Mashreq, Gran Maghreb, Egitto ed Israele 26 Libia: le ambizioni dell’Egitto Claudio Bertolotti Sahel e Africa Subsahariana 29 La sindrome del terzo mandato destabilizza la Guinea e la Costa d’Avorio Marco Cochi Golfo Persico 35 La pace senza mai la guerra con Israele Francesca Citossi Corno d’Africa e Africa Meridionale 39 Etiopia: le elezioni nello stato regionale del Tigray e i nuovi scenari regionali Luca Puddu Russia, Asia centrale e Caucaso 45 Le direttrici dello sforzo militare russo: una risposta all’attenzione NATO per l’Eastern Flank o promozione e difesa degli interessi nazionali? Sylwia Zawadzka Asia meridionale ed orientale 51 Shinzo Abe si ritira: cosa cambia per il Giappone Claudia Astarita America Latina 57 Un nuovo corso per la Banca Interamericana dello Sviluppo: l’elezione di Mauricio Claver-Carone Francesco Davide Ragno Pacifico 62 La Vientiane Vision e la cooperazione tra Giappone e ASEAN nell’ambito della sicurezza Matteo Dian 5 Osservatorio Strategico Parte seconda Indice Euro/Atlantica (USA-NATO-Partners) 68 Le iniziative statunitensi nel campo delle armi ipersoniche e dei relativi sistemi di contrasto: un punto sulla situazione attuale e sui suoi possibili sviluppi Gianluca Pastori Iniziative di difesa Europee e sviluppo tecnologico 71 Brexit: un aggiornamento su negoziati e cooperazione nella difesa Claudio Catalano Balcani e Mar Nero 74 Il vertice alla Casa Bianca tra Serbia e Kossovo Matteo Bressan Sahel e Africa Subsahariana 76 Perché è stato nuovamente rinviato il lancio della nuova moneta unica dell’Africa occidentale? Marco Cochi Golfo Persico 79 La nuova politica estera degli Emirati Francesca Citossi Corno d’Africa e Africa Meridionale 81 Governance economica e rapporti tra capitale pubblico e privato: i processi di liberalizzazione nel Corno d’Africa e le possibili criticità Luca Puddu Russia, Asia centrale e Caucaso 84 La nuova Costituzione della Federazione Russa e le sue implicazioni Sylwia Zawadzka Asia meridionale ed orientale 94 5G, Huawei e ZTE: una strategia europea Claudia Astarita America latina 97 La questione energetica: sovranità, efficienza, differenziazione Francesco Davide Ragno Pacifico 99 RIMPAC-2020 e la cooperazione militare nel Pacifico Matteo Dian Lista degli Acronimi 103 6 Osservatorio Strategico Parte prima Euro/Atlantica (USA-NATO-Partners) Gianluca Pastori Gli “accordi di Abramo”: un rinnovato attivismo USA in Medio Oriente e nel Golfo? Nella prima parte del 2020, l’azione statunitense nel Medio Oriente e nel Golfo è apparsa caratterizzata da un nuovo attivismo. Di questo attivismo, l’uccisione del generale Qassem Soleimani, comandante del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica iraniana (pasdaran), agli inizi di gennaio, è stato una sorta di apripista, seguito, alla fine dello stesso mese, dall’annuncio del “piano di pace” israelo-palestinese (Peace to prosperity plan), i cui aspetti economici erano già stati annunciati nel giugno precedente. Il risultato più significativo sono stati, tuttavia, gli accordi di mutuo riconoscimento firmati alla metà di agosto da Israele ed Emirati Arabi Uniti (EAU) con la mediazione statunitense (i c.d. “accordi di Abramo”). Questi accordi, a loro volta, hanno spianato la strada a una più ampia intesa “a tre” fra Israele, EAU e Bahrein, siglata alla Casa Bianca, alla presenza del Presidente Trump, il 15 settembre. Gli accordi sono stati salutati dall’amministrazione statunitense come un grande successo, destinato – nelle parole del Presidente – a rappresentare «il fondamento di una pace a tutto campo [comprehensive] nell’intera regione […] fondata sulla condivisione degli interessi, il mutuo rispetto e l’amicizia» (Full Text…, 2020). Indubbiamente, la normalizzazione delle relazioni diplomatiche fra lo Stato di Israele e due Paesi arabi (anche se mai stati in guerra con lo Stato ebraico) rappresenta un avvenimento importante. Sino ad oggi, gli unici due Stati arabi a intrattenere normali relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico erano l’Egitto (dalla firma del trattato di pace del 1979, negoziato l’anno precedente a Camp David grazie alla mediazione del Presidente Carter) e la Giordania (dalla firma del trattato di pace del 1994, cui si era giunti grazie anche all’attivo coinvolgimento del Presidente Clinton). La diplomazia statunitense è inoltre molto attiva per promuovere un allargamento dagli Accordi di Abramo ad altre realtà del Golfo, prima fra tutte l’Arabia Saudita. Fra l’altro, dopo l’annuncio dell’accordo con gli EAU, lo stesso Segretario di Stato, Mike Pompeo, si era recato in visita in Sudan, Bahrain e Oman (oltre che in Israele e negli stessi EAU) per promuovere questa possibilità. I commenti sugli accordi e sulla possibilità che essi si traducano in maggiore stabilità nella regione sono stati diversi, di diverso tenore e in diversi casi negativi (per una sintesi cfr. Smith Diwan, 2020). Al di là del loro impatto sui rapporti fra Israele