N° 27 Dicembre 2015
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M O N F E R R A T O ARTE e STORIA ASSOCIAZIONE CASALESE ARTE E STORIA dicembre 2015 27 ASSOCIAZIONE CASALESE ARTE E STORIA Corso Valentino 95/A, Casale Monferrato www.artestoria.net [email protected] CONSIGLIO DIRETTIVO: PRESIDENTE Antonella Perin - PRESIDENTE ONORARIO Aldo A. Settia VICEPRESIDENTE Germana Mazza SEGRETARIO Carlo Aletto TESORIERE Mario Cravino CONSIGLIERI Carlo Aletto, Gabriele Angelini, Mario Cravino, Bruno Ferrero, Germana Mazza, Manuela Meni, Antonella Perin, Bruno Sferza COMITATO SCIENTIFICO Aldo A. Settia (Presidente) - Gabriele Angelini, Chiara Devoti, Bru- no Ferrero, Enrico Lusso, Luigi Mantovani, Germana Mazza, Pier Luigi Muggiati, Anto- nella Perin, Carla Solarino, Evasio Soraci. MONFERRATO ARTE E STORIA Direttore responsabile: Gian Paolo Cassano Autorizz. Tribunale di Casale n. 191 del 27.04.1994 Spedizione in abbonamento postale. Redazione: Carlo Aletto, Gabriele Angelini, Gian Paolo Cassano (direttore responsabile), Mario Cravino, Pier Luigi Muggiati. Composizione e impaginazione: a cura Associazione Arte e Storia. Stampa: Cieffe Print snc I diritti di riproduzione sono riservati. In copertina: Riproduzione dello stemma marmoreo del XVI sec. posto sopra l’ingresso principale del castello di Casale Monferrato e riproducente le armi dei Gonzaga e dei Paleologi. Se ne fornisce descri- zione tratta da: G.A. DI RICALDONE, Annali del Monferrato, Torino 1972, pag. 383 sgg. «L’arma si presenta partita: nel 1° d’argento alla croce patentata di rosso accantonata da quattro aquile spiegate di nero affrontate a due a due. Sul tutto inquartato, nel 1° e 4° di rosso al leone d’argento, nel 2° e 3° fasciato di oro e di rosso (GONZAGA). Nel 2°: inquartato, nel 1° di rosso all’aquila bicipite d’oro coronata dello stesso (PALEOLOGO); nel 4° di rosso alla croce d’oro accantonata da quattro B(eta) d’oro (BISANZIO); nel 2° partito: nel 1° d’argento alla croce potenziata d’oro (GERUSALEMME); nel 2° di rosso a quattro pali d’oro (MAIORCA); nel 3° partito, nel 1° fasciato di nero e d’argento al ramo d’alloro posto in palo (SASSONIA); nel 2° di azzurro a due pesci d’argento posti in palo (BAR). Sul tutto la bal- zana di MONFERRATO: d’argento al capo di rosso.» 3 ─────────────────────────── Sommario STUDI Fabio Romanoni Nuove note sui Cane di Casale ………...…………….…………………………..………….…… 5 Aldo A. Settia La “pietra intagliata” di Lollius Bodincomagensis e la passione antiquaria di Guglielmo IX di Monferrato ..……………………………………..………… 11 Antonella Perin Città e ordini riformati: la compagnia di Sant’Orsola a Casale Monferrato ……………………………………………….…………………………………………..….…. 25 Carla Solarino La Cavallerizza alla Porta Nuova, dall’ingresso all’Ala Grande all’ultima frivolezza del duca Ferdinando Carlo a Casale. Appunti, documenti e disegni per un progetto scapittiano ….………….…..…… 57 Chiara Campese Casale e la Grande Guerra dai verbali del Consiglio Comunale …..……… 75 DOCUMENTI Giovanni Mombello Attorno a un documento villanovese del 1570 ………….……………………..….…... 97 Carlo Aletto, Antonino Angelino L’assedio di Casale del 1630. Souvenirs per Umberto Eco ………..……....… 103 Louis Batiffol Souvenirs d’un siège - Casal (1630) …………….……...…………………………...…...… 106 Recensioni e segnalazioni …………………………………….……………………..…………... 139 Attività dell’Associazione 2015 ….……………………..……………………...………...……… 153 Elenco dei Soci ……..………………………………………........……………………………………… 159 _____________________________________________________________ 5 ─────────────────────────── Nuove note sui Cane di Casale FABIO ROMANONI Scriveva Arlette Farge: «non si possono risuscitare le vite finite nell’ar- chivio. Ma questa non è una buona ragione per farle morire una seconda vol- ta1». Naturalmente ciò vale anche per i Cane di Casale, riguardo ai quali, “peregrinando” per archivi nell’ambito di altre ricerche, abbiamo avuto la fortuna di rintracciare nuove ed inedite notizie. Ci è sembrato quindi utile, a distanza di due anni dal nostro studio sull’origine e lo sviluppo di tale con- sorteria2, darne qui ora nota. Parlando dei congiunti di Facino che, prima di lui, si dedicarono al “me- stiere delle armi”, oltre ai fratelli Ruggero e Giovanni, avevamo menzionato anche il nobile «Enrigotus de Canibus de Caxale», luogotenente di Galeazzo II per le terre dell’Oltrepò pavese nel 1374. In quell’occasione, sulla base della documentazione sino ad allora raccolta, avevamo osservato come la carriera e la vita di Enrichetto fossero quasi “sovrapponibili” a quelle del contemporaneo Anricus o Anrigolus Canis, conestabile al servizio di Ga- leazzo II almeno dal 1356. Apprendiamo ora che le due vite e carriere sono così sovrapponibili per- ché Enrigotus, Anricus e Anrigotus erano la stessa persona. Nel dicembre del 1349 un certo Bartolomeo de Calderario di Casale, a nome di Anrigotus Ca- ne di Casale olim stipendiarius equestre dell’arcivescovo di Milano, saldava a Milano alcuni debiti che il Cane aveva lasciato3. Nello stesso atto Anrigo- tus è definito figlio di Anricus Cane, facilmente identificabile in Enrico Ca- ne, padre di Filippone, dello sfortunato Franceschino e di Manuele, che a sua volta sarà padre di Facino. Quindi Anrigotus/Enrigotus altro non era che lo zio del futuro condottiero. L’esistenza di profondi, e anche purtroppo poco ricostruibili, legami tra la famiglia casalese e l’ambiente “militare” visconteo, sembra emergere anche da altre notizie. Nel 1352 a Pavia Manuele Cane ottenne da Filippo Bottigel- la un prestito di 40 fiorini, ma precedentemente, lo stesso Filippo, insieme ad altri membri della sua famiglia era stato, come Anrigotus, un cavaliere mer- cenario dell’arcivescovo Giovanni Visconti. Verrebbe quindi da chiedersi se la scelta di Manuele di rivolgersi proprio al Bottigella per ottenere un credito sia stata dettata dai rapporti che, verosimilmente, il prestatore aveva stretto 1 A. FARGE, Il piacere dell’archivio, Verona 1991, p. 109. 2 F. ROMANONI, I Cane di Casale: origine e sviluppo di una consorteria urbana, in Facino Cane. Pre- done, condottiero e politico, a cura di B. Del Bo, A.A. Settia, Milano 2014, pp. 45-63. A tale lavoro, con l’esclusione dei nuovi dati raccolti su alcuni membri della famiglia, rimando per tutte le informazioni riportate in questo articolo. 3 Archivio di Stato di Milano, Archivio Notarile, notaio Beltramolo Vimercati, filza n. 4, cc. 169 – 170. 6 con il fratello Anrigotus durante il periodo in cui entrambi erano stati al ser- vizio dei Visconti. Come recentemente osservato, dalla metà del XIV secolo, le pestilenze, il crollo demografico e la crisi economica, spinsero molti medi proprietari fon- diari e aristocratici rurali dell’Italia centrosettentrionale provvisti, come i Ca- ne, di una certa tradizione militare e di mezzi per procurarsi un minimo equi- paggiamento, alla pratica delle armi. Tale dinamica fu tanto dirompente che, negli ultimi decenni del Trecento, le unità italiane riuscirono, progressiva- mente, a surclassare la concorrenza delle compagnie composte da stranieri4. Chiaramente la scelta di intraprendere la carriera militare non annullava i vincoli del casato verso i propri naturali signori, solo pochi anni prima Fran- ceschino Cane, forse accompagnato da altri membri della famiglia, aveva partecipato alla battaglia di Gamenario nel 1343 come suddito del marchese di Monferrato, ma poteva aprire nuove prospettive di guadagno e ascesa so- ciale. Se da un lato quindi, entrare al servizio di una dinastia ricca ed in piena espansione, come era allora quella viscontea, poteva essere il modo per otte- nere buone possibilità di profitto, dall’altro la scelta di Anrigotus Cane po- trebbe essere stata dettata anche da fattori non solo economici. Senza sco- modare i ben radicati rapporti che univano i Cane al monastero di Sant’Am- brogio di Milano per i beni che il cenobio, da lungo tempo, aveva investito alla casata casalese a Paciliano, non va dimenticato che la nomina ad incari- chi di prestigio o l’offerta di condotte militari erano espedienti molto utiliz- zati dai Visconti per attrarre, e magari trasformare in aderenti, aristocratici degli “stati” vicini. Non a caso, tra il 1356 ed il 1358, Anrichus Cane fu conestabile di Ga- leazzo II Visconti a Piacenza, mentre contemporaneamente, come è noto, il marchese Giovanni II entrava in conflitto con i Cane, ordinando la condanna a morte del fratello Franceschino, la distruzione delle case della famiglia e l’espulsione dal marchesato dei congiunti del giustiziato. La presenza di un membro della famiglia al servizio dei Visconti, proprio mentre quest’ultimi erano in guerra contro il marchese, potrebbe quindi essere la prova che in realtà i Cane, o almeno alcuni membri del gruppo famigliare, stessero real- mente aderendo alla dinastia milanese. Tale “tradimento” fu, probabilmente, la causa che spinse Giovanni II a reagire così risolutamente e duramente nei loro confronti. Chiaramente, Anrigotus rimase al soldo dei Visconti anche negli anni se- guenti, nel 1364 fu castellano di Castel Goffredo, e una sua vittoriosa caval- cata fatta a Cavriana contro i nemici dei signori di Milano è perfino menzio- nata in una lettera (nella quale è chiamato Arrigolus Cane) di Bernabò Vi- sconti. Sempre nello stesso anno, il medesimo signore lo invitò a venire a servirlo presso la sua corte a Milano. Nel 1372 il nobile dominus Enrico Cane di Casale fu podestà di Cherasco per Galeazzo II Visconti5. Tuttavia, se nei registri del comune il nostro per- sonaggio è sempre indicato come “Enrico”, in altri documenti, come già ab- biamo visto, il suo nome spesso venne riportato in altre varianti. In una lette- 4 P. GRILLO,