La Divisione Del Mondo
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Giovanni Legrenzi La divisione del mondo Dramma per musica in tre atti Libretto di Giulio Cesare Corradi PERSONAGGI: Giove (tenore) Nettuno (tenore) Plutone (baritono) Saturno (baritono) Giunone (mezzo-soprano) Venere (soprano) Apollo (contralto) Marte (contralto) Cintia (soprano) Amore (soprano) Mercurio (contralto) Discordia Prima Rappresentazione: Venezia, Teatro San Salvatore, 4 febbraio 1675 Legrenzi: La divisione del mondo - atto primo ATTO PRIMO Scena I° Scena II° Giove, Nettuno e Plutone Giunone, Giove, Nettuno e Plutone GIOVE GIUNONE Per espugnar de l’Etra il vasto impero, A che giova, o gran Tonante, scagliò destra flegrea balze volanti: circondar il crin d’allori, temeraria arroganza! Alfin sepolto se lo stral di bel sembiante sotto de’ marmi suoi cadde l’orgoglio; l’alme impiaga e strugge i cori? ne la Reggia de’ Numi dal precipizio assicurato Arma la destra pur d’acceso telo, è il soglio. dubito ancor di nuova guerra in Cielo. Non arda del ciglio GIOVE più l’ira severa; Qual periglio fra noi la pace uccide? l’aligera Arciera disarmi l’artiglio; GIUNONE già de’ Titani a scorno spunta nel Ciel Di Venere indegna un sol guardo lascivo. de le Vittorie il giorno. NETTUNO, PLUTONE NETTUNO Venere in Ciel? (o sospirato arrivo!) Trafitta… GIUNONE PLUTONE De l’odiato consorte si ribella agli amplessi, Sconfitta… seco fugge Cupido, già tra sue fiamme impure ardono mille sdegni; la discordia in amor crollo è de’ Regni! NETTUNO E PLUTONE …l’audacia restò: GIOVE Esule da le sfere n’andrà l’Arcier bendato, NETTUNO e di Vulcano al seno ritornerà Ciprigna. È sciocco il mortale se guerra ti move. NETTUNO PLUTONE (O nemico destin!) Al braccio di Giove resista chi può. PLUTONE GIOVE (Sorte maligna) De l’avvinto Saturno ite, o Germani, a spezzar le catene. NETTUNO, PLUTONE Alto Motor, le sue ragioni ascolta. NETTUNO Al basso Mondo ratto mi condurrò! GIOVE Tacete voi, partite: nel suo voler independente PLUTONE è Giove. Su l’Etra in breve vedrai per man di Pluto guidar disciolto il Genitor canuto. GIUNONE A grave eccesso ogni rigor conviene. 1 Legrenzi: La divisione del mondo - atto primo NETTUNO vi conosco nemici ai riposi, Perdo l’idolo mio. so che ladri voi siete d’Amor. PLUTONE Scena V° Perdo il mio bene. Cintia e Apollo Scena III° CINTIA Lontananza in amor Giunone e Giove quanto sei fiera! GIUNONE Non mirar il ben gradito, e portar il cor ferito, Deh, mio sposo adorato, pena dà troppo severa. se la pace tu brami al cor di Giuno, scaccia la Dea lasciva; Pluto amato, ove sei? l’aspetto suo d’ogni piacer mi priva. Per discior di Saturno il piede avvinto, mentre colà scendesti fra terrene bellezze, GIOVE teme nuovo periglio, Che paventi? dubita il cor che resti disciolto il padre e incate- nato il figlio. GIUNONE Riedi, Nume adorato, La fede mi vacilla nel petto. agli occhi miei, Pluto amato, GIOVE ove sei? Nasce vile il timor. APOLLO GIUNONE Pluto amato, ove sei? Questi di Cintia sono i casti pensieri? Troppo possenti di vezzosa beltà sono le prove. CINTIA GIOVE Ohimè. Che può far Citerea? APOLLO GIUNONE Quest’è la fede che riserbi a Nettuno? Vibrar un guardo e trionfar di Giove. Incostante germana, a tuo malgrado t’obbliga il mio voler sposa a quel Nume. GIOVE Bella non piangere, t’adorerò. CINTIA De’ tuoi lumi il raggio amato, Senti… de’ tuoi crini il filo aurato l’alma in petto a me legò. APOLLO Racchiudi il labbro, Scena IV° di tue ruine il cieco Nume è fabro. Giunone CINTIA GIUNONE Se vuol Amor così, De’ l’amato mio Nume con ragione questo mio cor che può? il core nutre nel petto mio timida speme, Per chi già m’invaghì. s’Amor e Gelosia nacquero insieme. fede cangiar non so. Deh, fermate pensieri gelosi, non rapite la gioia del cor; 2 Legrenzi: La divisione del mondo - atto primo Scena VI° Scena VII° Mercurio e Apollo Mercurio MERCURIO MERCURIO Luminoso signor, com’opportuno qui Mercurio Quanto poco erudito ne le scole ti trova. d’Amor Febo si rende! Di due bei lumi al foco, APOLLO ogni petto di ghiaccio alfin s’accende. (Contro di Cintia il mio poter non giova!) Chi non ama non ha core, o s’ha cor conviene amar: MERCURIO Pupilletta Odi, nume del giorno. vezzosetta tropp’ha forza nel ferir, APOLLO tropp’è scaltra in saettar. E che richiedi, volante messagger? Vago labro MERCURIO di cinabro, tropp’è caro in far gioir, Venere brama teco di favellar. tropp’è dolce nel baciar. APOLLO D’impura Diva non apprezzo gli amori, Scena VIII° che pretende da me? Marte e Venere ARTE MERCURIO M Forse desia unir col foco tuo copia d’ardori. Vieni, vieni, o Ciprigna! Nel ciel del tuo sembiante quanto son vaghe in scintillar le stelle! APOLLO Fra l’eteree facelle, Sol con Vergini pure, sul fiorito Permesso, de la gran lampa a scorno, gode il Nume de’ carmi, potrebbe un guardo illuminar il giorno. nel lor vago candor, amar se stesso. VENERE MERCURIO Da’ rai di tue pupille nascono i miei splendori, O, s’un giorno solcassi il Mar d’Amor sì come nasce al mondo entr’un bel sen di latte, da la luce del sol, luce ai vapori. vedresti allor, fatto Nocchiero accorto, che fra due poppe è delle gioie il porto. MARTE Sovra strato di cose, fra tuoi labri vivaci, APOLLO ove ridono i fiori ridano baci. Di lascivo orator stile facondo non farà mai che d’impudica fiamma VENERE arda quel Dio che dà luce al Mondo. Chi non sa che sia gioire Sfortunato quel cor lo dimandi a questo sen. ch’è prigionier d’Amor. Si crede ch’il piacer venga volando, MARTE ma non si può penar se non amando. È un piacer che fa languire star’ in braccio del suo ben. VENERE È l’amar dolce martire. 3 Legrenzi: La divisione del mondo - atto primo MARTE VENERE Un bel volto è ciel seren. Fra mortali in qual parte ricovrato n’andrà? VENERE E MARTE MARTE Chi non sa che sia gioire, Bella, che temi? lo dimandi a questo sen. Da le dame più vaghe in seno accolto, avrà sicuro il nido: Scena IX° non mancano ricetti al Dio di Gnido. Ritorniamo al piacer! Amore, Marte e Venere ENERE AMORE V Decreto crudel, Volgi il bel ciglio, spietato rigore, ne’ tuoi lumi vedrò l’armi del figlio. il Nume d’amore bandito è dal ciel. Scena X° Mercurio, Venere, Marte e Giove MARTE Piange Cupido! MERCURIO Partite, partite, lasciate il riposo, VENERE che Giove sdegnoso Figlio, e che t’induce sì mesto a lacrimar? il passo qua move, se volete goder fuggite altrove. AMORE VENERE, MARTE Del Dio Tonante severissimo impero; Andiam. Madre, il tuo fido Arciero abbandonar ti dee. GIOVE Numi lascivi, indegni VENERE di calcar le vie del Polo, Doglia improvvisa, così fra sozzi amplessi se potessi morir, m’avresti uccisa. sete vergogna al ciel, scorno a voi stessi? AMORE MARTE Decreto crudel, spietato rigore, L’affetto, o gran Motor… il Nume d’amore bandito è dal ciel. GIOVE Taci, nel grembo d’un’impura beltà, VENERE da un crine avvinto giace il Nume dell’armi Per qual cagion? e spogliato il tuo sen d’usbergo e scudo, fatt’è Campo di Marte un petto ignudo? AMORE VENERE Non so, ma ben nel mondo farò vedere in breve chi può vantar più generose prove: Giove, sai pur ch’Amor… d’Amor lo sdegno od il furor di Giove. GIOVE Non si ritardi più, pensieri all’armi. Tronca gli accenti, lusinghiera sirena, Di Megera la fede coniugal così s’offende? più severa sorga l’ira a vendicarmi. 4 Legrenzi: La divisione del mondo - atto primo MERCURIO Per oppugnarti ‘l Cielo (Torto che fa ‘l consorte oggi si rende.) fur de gl’empi Tifei vane le prove: non teme ardir il fulminar di Giove. GIOVE Nella Reggia d’Apollo cauto guida costei. PLUTONE Tempo è ormai che del mondo si divida l’im- VENERE pero. (Di nuovo amante vuol condurmi nel sen sorte benigna.) GIOVE Farò pago il desìo; GIOVE ma pria da l’Etra bramo lungi Ciprigna. Perché rieda al consorte vanne in breve, Custodita rimanga e sia l’occhio del Ciel Argo a o Saturno, entr’i lucidi alberghi al Dio di Delo; Ciprigna. voglio purgar di sue lascivie il Cielo. MERCURIO SATURNO O che bizzarro gioco! Grand’impresa m’imponi: Non vol ch’avvampi e la consegna al foco. n’andrò, ma sento, ahi lasso, che fra dure catene consumate le membra, VENERE il perduto vigor mi nega il passo. Ch’io lascia di goder nol creder no. Troppo dolce è quel diletto NETTUNO che nel petto Io d’appoggio al tuo braccio… cieco Amor mi distillò. Ch’io lascia di goder nol creder no. PLUTONE Troppo cari son que’ baci Io di sostegno al fianco… che vivaci vago labro al cor donò. NETTUNO, PLUTONE …servir dovrò senza restar mai stanco. GIOVE Spegner nel sen l’ardor io ben saprò. SATURNO Porgetemi la destra, de le viscere mie dolce MARTE ristoro. Non tanto rigore s’un sguardo m’accende NETTUNO, PLUTONE qual cor non si rende (Con tal mezzo vedrò l’idol ch’adoro,) a i colpi d’Amore? SATURNO Scena XI° Cari figli al vostro aspetto mi respira il core in Nettuno, Plutone, Giove e Saturno sen. NETTUNO, PLUTONE GIOVE Sommo nume de gl’astri, eccoti ‘l Genitor. Dolce padre… GIOVE NETTUNO, PLUTONE Padre, t’abbraccio. Amato oggetto… SATURNO GIOVE, NETTUNO, PLUTONE Gloria de’ tuoi trionfi …tu rendesti alla Sfere il bel seren. è la mia libertade, o Germe invitto.