Johann Sebastian Bach Messa in Si Minore Andrea Marcondirettore
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lunedì 10 aPrile, ore 20:45 Johann SebaStian BACh Messa in Si Minore Coro e orCheStra barocca andrea Palladio enriCo Zanovello assistente musicale e maestro del coro ANDREA MARCON direttore IL PROGRAMMA JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750) non factum, consubstantialem Patri: per quem omnia facta Messa in si minore BWV 232 sunt. Qui propter nos homines et propter nostram salutem descendit de coelis. CORO KYRIE Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine, CORO et homo factus est. Kyrie, eleison CORO DUETTO (Soprano I e II) Crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato; passus et Christe, eleison sepultus est. CORO CORO Kyrie, eleison Et resurrexit tertia die, secundum Scripturas, et ascendit in coelum, sedet ad dextram Patris. Et iterum venturus est cum GLORIA gloria, judicare vivos et mortuos, cujus regni non erit finis. CORO ARIA (Basso) Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonae Et in Spiritum Sanctum, Dominum et vivificantem: qui ex voluntatis. Patre Filioque procedit. Qui cum Patre et Filio simul adoratur ARIA (Soprano II) et conglorificatur: qui locutus est per prophetas. Et unam, Laudamus te, benedicimus te, adoramus te, glorificamus te. sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam. CORO CORO Gratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam. Confiteor unum baptisma in remissionem peccatorum. Et DUETTO (Soprano I e Tenore) expecto resurrectionem mortuorum et vitam venturi saeculi. Domine Deus, Rex coelestis, Deus Pater omnipotens. Amen. Domine Fili unigenite, Jesu Christe, Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris. SANCTUS CORO CORO Qui tollis peccata mundi, miserere nobis; qui tollis peccata Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sabaoth. mundi, suscipe deprecationem nostram. Pleni sunt coeli et terra gloria eius. ARIA (Contralto) CORO Qui sedes ad dextram Patris, miserere nobis. Hosanna in excelsis. ARIA (Basso) Quoniam tu solus Sanctus, tu solus Dominus, tu solus Altissimus, Jesu Christe. BENEDICTUS ARIA (Tenore) CORO Benedictus qui venit in nomine Domini. Cum Sancto Spiritu: in gloria Dei Patris. Amen. CORO Hosanna in excelsis. SYMBOLUM NICENUM CORO Credo in unum Deum, Patrem omnipotentem, factorem coeli AGNUS DEI et terrae, visibilium omnium et invisibilium. ARIA (Contralto) DUETTO (Soprano I e Contralto) Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: miserere nobis. Et in unum Dominum, Jesum Christum, Filium Dei CORO unigenitum, et ex Patre natum ante omnia saecula. Deum de Dona nobis pacem. Deo, lumen de lumine, Deum verum de Deo vero, genitum, NOTE AL PROGRAMMA Nei primi giorni di febbraio del 1733 si spegneva a Varsavia Augusto II re di chiesti cosa spinse l’ultra sessantenne compositore di area protestante a Polonia, nonché duca ed Elettore di Sassonia. L’unico figlio legittimo, Fede- realizzare una Messa completa in latino e per di più di tali proporzioni. C’è rico Augusto II, gli succedette dapprima come Elettore di Sassonia e – dopo da notare, ad abundantiam, che la Messa in Si minore rappresenta un caso una cruenta guerra di successione che coinvolse varie potenze europee – isolato nell’intera produzione di Bach, essendo la sola composizione sacra anche come re di Polonia, con il nome di Augusto III. a non essere mai stata rappresentata mentre l’autore era in vita. In assenza La realtà della Germania dell’epoca, che si tramandava da quasi due secoli, di documentazione e di testimonianze certe, sono fiorite negli anni varie era del tutto particolare. In seguito alla Pace di Augusta del 1555, dal punto ipotesi, ma nessuna di queste ha svelato completamente il “mistero” che di vista religioso il territorio si presentava frazionato in base alla fede dei circonda la genesi di questo capolavoro. regnanti secondo il principio “cuius regio, eius religio”, che potremmo tra- Allora potremmo semplicemente dire che Bach lo fece per se stesso, per durre con la regola “si segua la religione di chi comanda sul territorio”. La tramandare ai posteri un saggio, un compendio del suo pensiero musicale situazione di Dresda, capitale del Principato di Sassonia, era paradigmatica che volle donare a Dio, come sta a testimoniare il marchio in epigrafe “Soli in questo senso: a dispetto della prevalente fede luterana dei suoi abitanti, il Deo Gloria”. sovrano Federico Augusto I, in quanto anche re di Polonia, era stato “politi- camente” costretto ad abbracciare il credo romano. E così fece – non senza La “Grande Messa” è un’opera originale solo in minima parte e anche que- polemiche – anche suo figlio, che altrimenti non avrebbe potuto succedergli sto la rende straordinaria. La quasi totalità della partitura è infatti frutto di come regnante della confederazione polacco-lituana. diversi “auto-imprestiti” risalenti a varie epoche, modellati secondo la tec- Invece che essere fonte di contrasti e aspri dissidi, tale “confusione” reli- nica della parodia: in soldoni, un minuzioso lavoro di assemblaggio e di giosa coincise con un momento particolarmente florido per il Principato di adattamento di materiali musicali che lo stesso Bach aveva composto in Sassonia: sia sul fronte prettamente religioso, con la nascita di nuove isti- precedenza per altre occasioni. L’inserimento in un lavoro di grandi pro- tuzioni cattoliche accanto a quelle della tradizione protestante, sia su quello porzioni di opere d’occasione destinate altrimenti a rimanere nell’oblio (o musicale, con la proliferazione di un gran numero di lavori su entrambi i comunque poco eseguite) può essere visto come un tentativo da parte di fronti del culto. In pratica, era del tutto normale che compositori “protestan- Bach di dare nuova vita a pagine che egli evidentemente riteneva degne di ti” scrivessero musica per committenti cattolici. A creare un clima così fa- passare ai posteri. vorevole contribuì non poco anche la figura illuminata di Federico Augusto I (detto “il Forte”) che fece della Sassonia uno dei poli culturali più importanti Infine un po’ di numeri. La Messa in Si minore, con le sue 2492 battute, è dell’epoca. forse la più estesa che sia mai stata scritta. Comprende 24 brani suddivisi in 15 brani corali, 6 arie e 3 duetti; questo ci dice che il Coro ha un ruolo pre- Alla sua morte furono decretati cinque mesi di lutto durante i quali vennero ponderante in tutta l’opera, anche sotto il profilo della durata complessiva interrotte tutte le attività musicali pubbliche. Johann Sebastian Bach, che già dei suoi interventi. Dei 15 brani corali, 6 sono a 4 voci, 7 a 5 voci, mentre il da un decennio operava a Lipsia (altro importante centro del Principato) nei Sanctus è a 6 voci e l’Osanna a 8 voci (ovvero un doppio coro a 4 voci). vari ruoli di Cantor, Director Musices e di direttore del Collegium Musicum, Il Dona nobis pacem che chiude la Messa è l’esatta ripetizione musicale del approfittò di questo tempus lugendi per lavorare ad una serie di opere fra le precedente Gratias agimus tibi, con un testo completamente diverso. quali anche una Missa (propriamente detta, vale a dire comprendente i soli Come detto, Bach non ebbe modo di assistere all’esecuzione completa di Kyrie e Gloria) che dedicò al nuovo Elettore Federico Augusto II sperando di questo suo monumentale lavoro. ottenere, in cambio, il titolo onorario di “compositore di corte”. Nell’estate Anche se è quasi certo che alcune parti siano state eseguite singolarmente del 1733 Bach invia dunque la partitura al neo insediato Federico Augusto II fra la seconda metà del Setecento e la prima metà dell’Ottocento (Carl Phi- accompagnandola con la breve dedica: “voglia accettare questo mio lavoro lipp Emanuel Bach, ad esempio, diresse sicuramente il Credo nel 1786), la quale modesto esempio delle conoscenze che ho acquisito in campo musi- Messa in Si minore venne eseguita per la prima volta non prima del 1859. cale”. È il nucleo originale di quella che oggi chiamiamo Messa in Si minore, Il termine “Grande Messa” venne dato dall’editore Simrock di Bonn in occa- altrimenti detta la “Grande Messa”. sione della prima edizione a stampa datata 1845. Una quindicina d’anni più tardi – siamo tra il 1747 ed il 1749 – Johann Seba- stian Bach riprende proprio questa Missa e vi aggiunge il Credo, il Sanctus e l’Agnus Dei (ovvero l’intero ordinarium), trasformandola in una Missa tota: un progetto titanico per lui senza precedenti e che rimarrà un unicum, vista anche la veneranda età. Dal momento che non ci sono tracce di commit- tenze, né di occasioni particolari per le quali sarebbe stata scritta, ci si è I PROTAGONISTI ALICE BORCIANI soprano I Bellini di Catania, debutta nel ruolo di Zita (Puccini) al Lirico di Piacenza ed è Nata a Reggio Emilia, si è diplomata – prima in tromba e poi in canto lirico la Baronessa di Champigny ne “Il Cappello di Paglia di Firenze” di Nino Rota al – presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Achille Peri” della sua città. In Petruzzelli di Bari con la regia di Elena Barbalich; nel giugno 2015 ha cantato seguito si è perfezionata in canto barocco con Monica Piccinini e nel 2012 ha al Teatro la Fenice di Venezia nel ruolo di Ozias nella “Juditha Triumphans”di conseguito, con lode, il Master in canto barocco alla Schola Cantorum Basilien- Vivaldi diretta da Alessandro de Marchi e successivamente ha fatto parte della sis sotto la guida di Gerd Türk. Ha seguito, inoltre, master class con Andreas “Riccardo Muti Academy” interpretando il ruolo di Quickly (Verdi). Diretta da Scholl, Lina Akerlund, Carlos Mena, Margreet Honig e Roswitha Müller. Andrea Marcon, sempre nel 2015, è stata Giunone (Vivaldi) a Basilea e al Fest- Vincitrice di prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali (fra i quali il “Göt- spielhaus di Baden Baden. Ancora un ruolo vivaldiano, ad inizio 2016, presso tinger Reihe” organizzato dall’Händelfestspiele di Göttingen), si è esibita con il prestigioso Concertgebouw di Amsterdam dove è tornata a fine anno nelle rinomati ensemble, fra i quali La Cetra, Balthasar-Neumann Chor, Venice Ba- vesti di Euterpe (Händel) e ancora Ozias nella Juditha Triumphans a Bruxelles, roque Orchestra, Accademia Bizantina, Capella Reial de Catalunya e La Divina Londra, Atene e New York, sempre sotto la direzione di Andrea Marcon.